Facoltà di Filosofia - Fondazione Julius Evola comunita_degli_Assoluti.pdf · 1 Facoltà di...

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1 Facoltà di Filosofia Julius Evola: la comunità degli Individui Assoluti Relatore: Prof. Luciano De Fiore Correlatore: Prof. Gian Franco Lami Studente: Alessio de Giglio ANNO ACCADEMICO 2008/2009

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    Facolt di Filosofia

    Julius Evola: la comunit degli Individui Assoluti

    Relatore: Prof. Luciano De Fiore

    Correlatore: Prof. Gian Franco Lami

    Studente: Alessio de Giglio

    ANNO ACCADEMICO 2008/2009

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    Introduzione

    Questa una tesi su Julius Evola.Julius Evola il filosofo proibito, Julius Evola il ghibellino feroce1, Julius

    Evola il mago Otelma della destra2, Julius Evola il barone nero, Julius Evola ilcattivo maestro per antonomasia3, Julius Evola il padre spirituale di unaconventicola di esaltati4, Julius Evola il negromante del fascismo5, Julius Evolail razzista totalitario6, il nazista, il satanista, il mago, laristocrate, lo kshatriya, ilteurgo, luomo differenziato, luomo della Tradizione, il pittore, il poeta

    Julius Evola morto. Unaquila divorata dai topi.Resta il ricordo di Julius Evola: la sua opera. Meglio, il suo Opus.Molto lontano, il livore di uomini piccoli piccoli, e troppo vicino, il

    santino di Evola, limmaginetta (s)fatta da mani senza stile, senza verit, senzaamore.

    Due realt parimenti perniciose e ghettizzanti, due facce della stessaimpotenza a penetrare il segreto di una esistenza, nelletimo, straordinaria.

    Unesistenza che impone la necessit di una giusta distanza critica, queldoppio sguardo di cui parla Nietzsche, del quale varrebbe forse la pena ricordarelirridente e inquietante domanda e adeguarla alla s-fortuna critica di Evola:Sono stato compres(s)o?, per poi arrendersi alla piattezza in-significante dipillole di pregiudizio confezionate da una vulgata orecchiante.

    Sarebbe penoso ripercorrere qui la sconcertante serie di malintesi, ditraviamenti, di insulti, ma anche di partecipati consensi, di elogi e difese che

    1 R. Calasso, Accompagnamento alla lettura di Stirner, in M. Stirner, Lunico e la sua propriet, Adelphi,Milano, 1999, p. 42.2 La graziosa definizione di Umberto Eco, cfr. G. de Turris, Elogio e difesa di Julius Evola. Il Barone e iterroristi, prefazione di Giorgio Galli, Edizioni Mediterranee, Roma, 1997, p. 172.3 Non da oggi, Evola non amato da molta sbrigativa e ideologica pubblicistica. Ricordiamo, tra i tanti, F.Ferraresi, Perch Evola resta un cattivo maestro, in Corriere della Sera, 24 giugno 1994, p. 21; M. Fraquelli, Ilfilosofo proibito, Terziaria, Milano, 1994, p. 291; C. Lo Re, La destra eversiva, Solfanelli, Chieti, 1994, p. 102.Su questi giudizi, cfr. G. de Turris, Cattivi maestri, cattivi discepoli, cattivi esegeti, in J. Evola, Cavalcare latigre. Orientamenti esistenziali per unepoca della dissoluzione, Edizioni Mediterranee, Roma, 1995, pp. 197-206, e anche Attualit di Evola, in Futuro Presente, n. 6, 1995, pp. 149-151.4 Cfr. J. Evola, Autodifesa, in Leloquenza 11-12, 1951; ora Fondazione Julius Evola, Roma s.d. (1976).5 G. Bocca, Il filo nero, Mondadori, Milano 1995, p. 150.6 Cfr. G. S. Rossi, Il razzista totalitario. Evola e la leggenda dellantisemitismo spirituale, Rubbettino,Catanzaro, 2007. Cfr. anche F. Jesi, Culture di destra, Garzanti, Milano, 1979, p. 91: Non basta, infatti,dichiararlo un razzista cos sporco che ripugna toccarlo con le dita (il che vero) e cos insulso che non vale lapena di dedicargli alcuna attenzione (il che non vero). Tuttavia de Turris rileva che, nonostante le virulenteaccuse ed i tentativi di sminuirne il valore [], Furio Jesi, con la propria attivit ed i propri interessi,implicitamente ha dimostrato lesatto contrario: riprendendo di volta in volta in mano, quasi fosse un programmastudiato a tavolino e a lunga scadenza, praticamente tutti gli autori e le opere di cui Evola si era occupato perfornirne nuove interpretazioni e versioni, in G. de Turris, Dieci anni dopo, in Testimonianze su Evola,Edizioni Mediterranee, Roma, 1985, pp. 210-211.

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    hanno sfregiato il volto bifronte di questuomo enigmatico, in unermeneuticadellorrore da destra e da sinistra che ha rivelato nei cultori e nei detrattori delcaso Evola, la stessa mancanza di obiettivit, come capacit di comprendere ilproprio contro, di compatire.

    Se esiste un inferno della cultura italiana, Evola Lucifero.Sul paradiso garrisce barriera bianca. Il vento stato quello dellegemonia

    marxista, ormai (s)finita. Ma alladunata romantik delleditoria color pastello,leterno escluso geme incompreso7.

    Davvero Evola linassimilabile par excellence? Esopratutto: chi Julius Evola? Perch il suo pensiero-realt riesce a ispirare i piaudaci sogni di libert e a realizzare le cadute pi ingloriose? Ha ancora unsenso oggi parlare della sua opera oltre la potenza pietrificante del pregiudizio edellincultura che, nel quadro di una ignoranza (co)scientemente coltivata,hanno trasformato un grande studioso in una statua da venerare o dadistruggere?

    Ora, il fatto che ambienti culturali di non poco momento non siano alieni,ancora oggi, da pericolosi fraintendimenti riguardo allopera del pensatoreromano, la dice lunga sul destino del pensiero evoliano, anzi, sul suo caratteredestinale in unepoca che nel nichilismo gaio ha ri-velato il telos della suamarcia-origine: il disfarsi di Dio quale ierogamia satanica di dissolutezza edissoluzione. Nellattesa che tutti si adeguino al sacro principio: Si smettedi odiare allorch si smette di ignorare, il presente scritto si sforza di ispirarsi aquei pochi che in questi anni hanno cercato di definire le coordinate teoretico-esistenziali di Evola per consegnarlo ad uno studio serio e non a quelli che necon-fondono i tratti della vita e del pensiero in un orrendo scarabocchio8. Secondanna deve esserci, essa pu venire soltanto DOPO la completa ruminazione(Nietzsche) dellopera totale di questo maestro contemporaneo, la cui ricezione ancora ben lungi, crediamo, dallessere compiuta.

    7 Sullinterdetto adelphiano riguardo lopera evoliana, che i neodestri si sforzano vanamente di rimuovere, cfr.P. Vassallo, Lideologia del regresso, M. DAuria Editore, Napoli, 1996, p. 89: Un tentativo di escluderelopera del barone nero Julius Evola dallorizzonte della nuova cultura di destra in corso su versanti opposti econ argomentazioni allapparenza contraddittorie. Sul primo fronte, quello aperto dagli antichisti adelphiani e dailoro caudatari neodestri, Evola guardato dallalto in baso e censurato, perch si ritiene che il suo pensierocostituisca ostacolo alla diffusione del nuovo tradizionalismo, primitivista e trasgressivo. Evola, infatti, messoallindice quale autore sospetto di maschilismo, moralismo romano e gerarchismo. Sullaltro fronte, quello dellasinistra custeriana, Evola invece criminalizzato quale ispiratore dellestremismo nero. Marco Fraquelli, in unarequisitoria staliniana, sostiene addirittura che Evola diede un impianto teoretico al terrorismo di destra. Cfr.anche Maurizio Blondet, Gli Adelphi della dissoluzione. Strategie culturali del potere iniziatico, Edizioni Ares,Milano, 1999.8 Tra gli studiosi che in questi anni hanno studiato e approfondito le tematiche evoliane in unottica di studi,anche critica, ma mai preconcetta, ricordiamo P. Di Vona, M. Cacciari, S. Zecchi, M. Freschi, F. Volpi, M.Don, A. Negri, G. Borghi, C. Bonvechio, G. Sessa e G. F. Lami.

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    Ed uno spettacolo divertente (da divertere), come pu esserlo soltanto ildolore, leggere le parole degli improvvisati critici evoliani, di ieri come di oggi nelleterno ritorno di una critica che ormai il ritorno delleterno rifiuto ,critici di una esperienza che li annienterebbe, se solo ne fossero allaltezza,perch esperienza di (una) verit che folgora immediatamente chi uso atributar culto alla menzogna.

    Bisognerebbe farla finita con tenacissimi errori che vorrebberoimprigionare un pensiero della liberazione e della luce. Come colui chemettendosi davanti agli occhi delle lenti scure, pensasse di confutare il sole.

    Il presente lavoro dunque unapologia di Evola e della sua opera? Aliudest laudatio, aliud historia. Il fatto che Evola non stato capito bene, perchnon stato studiato bene9. Gli entusiasmi e le parallele e altrettanto deprimenticondanne dei suoi lettori occasionali, hanno fabbricato un mostro impresentabileed incomprensibile: senza dubbio facile infatti e forse anche remunerativoaffrontare esclusivamente la superficie dun volume impressionante di scrittidivenendo il megafono del luogo comune. E altres vero per, che studi di talfatta non contribuiscono alla ricezione duna filosofia estrema qual quellaevoliana10. Pensiero abissale che non tollera approcci grossolani e nonsufficientemente medi(t)ati: pena il destino di quellasino che girando attorno auna mola percorse cento miglia; quando fu sciolto si trov ancora nello stessoposto11. Cercheremo quindi di camminare andando da qualche parte.

    In questo scritto ci occuperemo della filosofia di Evola, una filosofia dellaprassi, etica in senso eminente, intendendo ethos nel senso originario di radice,di dimora dellessere, di quellappartenenza ad una polis che non si sceglie, enon si scioglie, perch legge interiore. La visione politica alternativa di Evoladimostrer cos di essere una politica alternativa della visione. Visione non comeutopismo, ma come utopia che, declinata interiormente, acquisisce quei caratteridi possibilit e di transitabilit in grado di trasformare Evola in voce della krisis,sismografo della modernit e caso esemplare di sintesi ultranichilistica.

    Tratteremo questo tema, che occupa un posto essenziale allinterno delquadro teorico evoliano, nellultimo capitolo di questa tesi. Un rilevo particolaresar quindi dato a quella comunit degli Individui Assoluti che costituiscono iltelos di una esperienza di pensiero che vede i singoli agire in conformit ad un

    9 G. F. Lami, Premessa metodologica, in Delle rovine e oltre. Saggi su Julius Evola, Antonio Pellicani Editore,Roma, 1995, p. 9.10 Il vizio sociologistico di certi studi, la superfetazione dellelemento razza strappato alla sua dimensionesapienziale. Cfr., ad esempio, F. Germinario, Razza del Sangue, razza dello Spirito. Julius Evola,lantisemitismo e il nazionalsocialismo (1930-1943), Bollati Boringhieri, Torino, 2001.11 Cfr. I Vangeli gnostici. Vangeli di Tomaso, Maria, Verit, Filippo, a cura di Luigi Moraldi, Adelphi, Milano,1999, p. XIV.

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    comune atteggiamento dominante, pur nella differenziata forma della lorovolont.

    Una comunit di uomini uguali nella perfettibilit del loro animus, laqualit di chi si liberato dal vincolo naturalistico e conforma la propria vitaallideale civico platonico e aristotelico. Il pragmatismo trascendentale delfilosofo romano non avendo altro scopo che quello di creare una dimensioneagonistica tale da far scatenare le personalit ivi coinvolte in una logica diritrovati virtuismi. Il tutto nel segno di unetica capace di farsi bella agli occhidi chi la praticava [], matrice imprescindibile e impronta tradizionale diqualsiasi genialit individuale e di qualsiasi creativit espressiva12.

    Cercate di ricongiungere il divino che in voi al divino che nelluniverso. Queste parole di Plotino esplicitano lessenza partecipativa delprogetto evoliano, il nucleo anche metessico della sua tentata attua(lizza)zionedellesperienza classica della ragione (Voegelin), allinterno di un contestosocio-politico dominato dalla maschera parodistica della Roma imperiale e dallascissione cristiana tra uomo e Dio. In Evola infatti non si d trascendenzaseparata dal mondo, ma lindividuo assoluto , vuole essere, uno con le forzedella natura.

    Nella valenza platonica della sua opera andr allora colto il tentativo direstaurazione di una Gestalt aria, ordinante e luminosa, che attraverso unpercorso individuale di eccellenza, dominato dallarbitrio e non dalla licenza, neprospetti una ricaduta benefica sullintera realt comunitaria: Basta che in unsol punto si riesca realmente a toccare lessere, perch ci abbia immenseripercussioni13.

    Una filosofia dellascesi dunque, che pone in essere una liturgia dellapotenza, dono di s e non violenza sugli altri14. Da qui il carattere ferocementereligioso del cammino evoliano, o pi propriamente gnos(t)ico, che annulla ladistanza tra teologia e filosofia in una metafisica eretta che vuole luomopontifex: colui che regge la forza divina sulla terra, anello di congiunzione tra lacitt celeste e quella delluomo. Esito di un procedere che riconosce solo unatrascendenza senza soprannaturalit, che Evola chiamer immanente. Ma sibadi: non c Dio e la perfezione solo lideale cui tendere, la costituzione della

    12 G. F. Lami, Morale laica e pensiero religioso: la guerra come pratica diniziazione, negli scritti evoliani suAugustea e La Stampa, in Julius Evola, Augustea (1941-1943), La Stampa (1942-1943), Heliopolis Edizioni diEdizioni del Veliero e Fondazione Julius Evola, Roma, 2006, p. 9.13 Ernst Jnger, Trattato del Ribelle, Adelphi, Milano, 1994, p. 131.14 J. Evola, Saggi sullIdealismo magico (1925), Edizioni Mediterranee, Roma, 2006, p. 114: Latto creatore,latto di potenza che non atto di desiderio o di violenza, ma atto di dono anzich distruggere il perfettopossesso, lo testimonia e lo riconferma.

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    persona, maschera del divino. Il superamento del nichilismo nella rivoluzionedei persuasi.15

    Prima di arrivare allanalisi di una tale filosofia del perfettibile per,dovremo descriverne le premesse artistico-teoretiche, fondamentali per capire lasuccessiva svolta nel segno della Tradizione, che lungi dallessere una cesuraallinterno di quel che per noi un sistema dinamico graniticamente conchiusoin s stesso e possente e per questo da avvicinare con mai eccessive cautele inquanto fragilissimo cristallo dello Spirito , invece linveramento impossibile,mai totale perch nel mondo, della giovanile posizione solipsistica evoliana. Nevedremo le ragioni. Prenderemo pertanto in considerazione, nel primo capitolo,alcuni suoi scritti artistici e, nel secondo capitolo, le opere filosofiche. Operedella cui complessit non potr che dare una immagine sintetica, ma spero viva,essendo contenute in esse energie poderose che luomo smarritosi nel desertodella modernit pu utilizzare quale spinta anagogica nella sua corsa verso lalibert.

    Ancora un punto. La tesi prender ad oggetto, in modo funzionale ai suoiscopi espositivi, non solo le opere evoliane, e comunque soprattutto quelle uscitefini alla seconda Grande Guerra, ma anche la corrispondente attivitpubblicistica, che lungi dallessere accessoria e di secondo interesse, invecestrumento prezioso danalisi e di comprensione, se si vuole, come auspicabile,costruire una struttura critica resistente. A tal fine abbiamo ritenuto opportunoaprire il nostro lavoro, non solo con una breve biografia di Evola, ma anche equesto ben pi importante con una bibliografia che, necessariamenteincompleta, specifica, seguendo il criterio cronologico, i diversi contributi da luiofferti in diversi ambiti alla cultura del suo tempo, con particolare riguardoquindi alla sua attivit di giornalista.

    Ovviamente chi scrive ben consapevole del periodo storico in cui Evolavisse e scrisse dando anche il suo apporto ad un clima politico-culturaleirripetibile, il cui esito non ha bisogno di essere ricordato. Questa tesi, nellapiena coscienza dei suoi limiti, non vuole quindi sminuire le responsabilit o imeriti di Evola, se tali sono, ma contribuire solo ed esclusivamente allaconoscenza della sua opera, che davvero poco, come si vedr, ebbe a chespartire con le fantasie ebbre di sterminio di qualche folle del secolo XX. Unsecolo che sembra non poter tramontare, le inascoltate lezioni della storia daesso urlate essendo ormai divenute le lesioni duna vita invivibile.

    15 Una rivoluzione che ritorno allorigine, al risveglio di quel S che libert. Per iniziare ad essere, con glialtri. Non pi Soli/senza cielo/come vetri spezzati da un orrore che urla negli specchi/quando vedendoci non ciriconosciamo.

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    Nota biografica

    allo stesso tempo tutto vero e tutto campato in aria. C qualcosa che sisottrae. Qualcosa di enorme. Dove sta una biografia? Ricordare? Il modo pi

    esatto per dimenticare. Carmelo Bene

    La vita di Evola sembra essersi svolta nel segnodellinconoscibile: non sappiamo quasi nulla, ad esempio, della suainfanzia o della sua adolescenza. Molti i punto oscuri della suaiperbole esistenziale.

    In quella che a torto viene dai pi considerata la suaautobiografia, Il Cammino del Cinabro, e che invece essenzialmentela descrizione della genesi dei suoi libri, i riferimenti alla sua personasono ridotti al minimo indispensabile e spesso servono a spiegareproprio quel che dei suoi scritti non rilevante. Ci non n casuale,n tantomeno linevitabile portato della sua originale weltanschauung,ma la signatura metafisica di una ek-sistere consacrato allo Spirito:un ethos che, irriducibile agli attuali parametri mondani, vuole luomocome veicolo della Visione, importante essendo lazione e non chiagisce. Il tutto ovviamente andrebbe compreso sub specieinterioritatis. Da qui limportanza assegnata dal filosofo tradizionaleal concetto di impersonalit, che deve in gran parte al taoismo.

    La vita di Evola insomma la vita della sua Opera.Un punto fondamentale: equazione personale. Cos Evola

    chiama qualcosa che nello stesso tempo dato naturale e decisione, ilquantum e la qualit delle diverse componenti che strutturano lacomplessa vita interiore delluomo. Pensare sentire volere in cui siintrecciano coscienza e azione.

    Due disposizioni sembrano aver caratterizzato la sua natura. Laprima un impulso alla trascendenza che si manifest fin dallaprimissima giovent e che ha presto avuto come conseguenza un certodistacco dall umano troppo umano. Di una simile disposizione, eglinon esita a parlare di residuale ricordo prenatale e ritiene che solodopo labbandono delle esperienze estetico-filosofiche, essa si sarebbepienamente manifestata. La seconda quella che, con termine ind,

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    Evola chiama da kshatriya. Questa parola sta per guerriero insenso lato, in opposizione ad una natura religioso-sacerdortale ocontemplativa, quale quella del brahmna, e designa quindi un tipoumano pre-disposto allagire. Con riguardo a questo aspetto della suanatura Evola allude nel Cammino ad una nascosta eredit odoscuro ricordo che avrebbe avuto come effetto, nella prima partedella sua vita, una non equilibrata affermazione dellIo. Essa tuttavia,fu la base esistenziale per un sentire toto coelo diverso da quellocomune, poich ancorato ad un diverso mondo: gerarchico,aristocratico e feudale.

    Questi brevi cenni possono per ora bastare. Lintento era quellodi evidenziare lautonomia dello sviluppo di Evola che, a suo dire,dovette pochissimo allambiente sociale in cui crebbe, a fattoriereditari, alleducazione etc.

    Per il filosofo romano quindi, che riprende una idea fichtiana, aseconda di quel che si , si professa una data filosofia e, se occorresse,noi aggiungeremmo: si vive una certa vita. Ecco quella di Evola.

    Giulio Cesare Andrea Evola, detto Julius, nasce a Roma il 19maggio del 1898 da Vincenzo e Concetta Mangiapane, in una nobile ecattolica famiglia siciliana di lontana ascendenza spagnola.

    Nella prima adolescenza, tra studi tecnici e matematici, sviluppaun vivo interesse per le esperienze dellarte e del pensiero. Dopo iprimi romanzi davventure si mette in testa di compilare, con unamico, una storia della filosofia a base di sunti. Passa intere giornatein biblioteca in un selvaggio regime di letture. Decisivo lincontro conNietzsche, Michelstaedter, Weininger, ma non manca Stirner.

    Risultato: opposizione al cristianesimo, rivolta contro il mondoborghese e la sua piccola morale di piccoli uomini, controlegualitarismo, il democraticismo e il conformismo perlaffermazione di una morale aristocratica incardinata sui valoridellessere che a se stesso la propria legge.

    In piena coerenza con la linea antiborghese da lui perseguita sinda giovane, libero da vincoli professionali, familiari e sentimentali, sirifiuta di prendere la laurea in Ingegneria facendosene un puntodorgoglio: Divido il mondo in due categorie: la nobilt e coloro chehanno una laurea.

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    Alla vigilia della prima guerra mondiale Giovanni Papinidiviene il fulcro della sua insofferenza verso lItalietta del primonovecento. Riviste come Leonardo, Lacerba e in seguito, La Voce,sono lo strumento di una entusiastica rivolta contro il vecchiume dellacultura ufficiale, il servilismo intellettuale e i valori della moraleborghese. Evola amplia e rinnova i suoi orizzonti: conosce le correntistraniere del pensiero e dellarte davanguardia, figure di mistici,come Eckart e scritti sapienziali che lo porteranno oltre lanarchismoindividualistico e meramente intellettuale dello stesso Papini, cui nonrisparmia la feroce critica del suo Cammino, pur riconoscendoglidesser stato un apritore di breccia.

    Lunico movimento artistico davanguardia esistente in questoperiodo in Italia il futurismo. Evola vi aderisce inizialmente, ed ha,con esponenti di esso, rapporti personali: amico di Balla e conosceMarinetti che alla vigilia della prima guerra mondiale, data laposizione interventista del futurismo duramente avversata da Evola,gli dir: Le tue idee sono lontane dalle mie pi di quelle di unesquimese. Dipinge, a partire dal 1915, le prime opere dellidealismo sensoriale, ma la grezza esaltazione futurista della vita,del sensualismo e della macchina, il chiasso privo di interiorit degliinvasati della velocit e dellistinto, non incontrano il suo gusto.

    Prende parte alla guerra contro gli Stati imperiali, tra il 1917 e il1918, ma afferma di combattere spiritualmente a fianco dellaGermania contro la ipocrita e sentimentale propaganda alleata. Dopoaver frequentato a Torino un corso per allievi ufficiali di artiglieria,viene assegnato a posizioni montane di prima linea, presso Asiago.Evola si innamora, non di una donna ma della montagna: praticalalpinismo come esercizio interiore e comincia la sua ascesi dellevette. Non si trova impegnato in operazioni militari di rilievo e cisembra dispiacergli.

    Conclusasi nel 1918 la prima fase della sua attivit artistica,prende lavvio il periodo dell astrattismo mistico, con i suoipaesaggi interiori e i contatti con lambiente teosofico edoccultistico. Ora a Roma, dove lavora per il Ministero della Marina,smobilitato ma non congedato dopo larmistizio. Deve affrontare unagrave crisi perch si manifesta intensamente il congenito impulso allatrascendenza. Evola soffre una vita nellinconsistenza e sente la

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    vanit delle mete che normalmente impegnano gli uomini: si porta conlaiuto di sostanze stupefacenti verso stati della coscienza in partestaccati dal dominio dei sensi fisici. Al confine della visione allucinatavede lombra della follia. Non cede e passa oltre. Ma ormai, comeinsegnano alcune tradizioni, stato morso dalla serpe: il bisogno diintensit e di assoluto si acuisce. Evola decide di perdersi. Ha ventitranni e il suo destino sembra essere lo stesso di Weininger eMichelstaedter: lo stesso suicidio, la stessa et. Questa soluzioneproblematica viene evitata grazie a qualcosa di simile ad unailluminazione che lo investe mentre legge un testo del buddhismodelle origini sull estinzione. In effetti la volont suicida si estinguequale ignoranza opposta alla vera libert ed Evola sente sorgere inlui una fermezza in grado di resistere a qualsiasi crisi. Nel frattempo,si imposto come lunico vero esponente del dadaismo italiano,animatore del movimento tra il 1920 e il 1921, dopo essere statofolgorato dalla lettura del Manifeste dada 1918 di Tristan Tzara, la cuivolont decreta la morte dellarte. Evola non aspettava altro. Nella di-sperata coscienza dell esprimere uccidere, il barone dadaesaurisce la sua esperienza artistica. Nel 1921, lanno di una edefinitiva lettera a Tzara che segna il passaggio all Iperbole, smettedi dipingere e nel 1922 abbandona anche lattivit poetica che, iniziatanel 1916, tras-pone limmagine nella parola lirica.

    Fine della fase artistica (1915-1922), inizio del cosidettoperiodo filosofico (1923-1930).

    Nel 1917-1918, nelle trincee alpine, un Evola diciannovenneaveva gi cominciato a scrivere Teoria e FenomenologiadellIndividuo Assoluto, opera conclusa nel 1924, a soli ventisei anni,e apparsa poi presso leditore Bocca in due tomi: Teoria nel 1927 eFenomenologia nel 1930, che riscuoteranno lapprezzamento diBenedetto Croce. I Saggi sullIdealismo Magico sono del 1925. conquesti lavori che il filosofo romano attua una critica dellidealismoclassico trascendentale, colpevole di una incompleta immanenza, delquale si propone il superamento realizzativo in un Idealismo magico lecui parole dordine sono: Libert, Volont e Potenza. E proprioLuomo come potenza si intitola un testo del 1926 sulla sapienzatantrica, dottrina spirituale conosciuta e pratica da Evola, che conquesto lavoro congiunge la fase sistematico-speculativa con quella

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    successiva sul terreno della prassi. Il suo primo libro dedicato alledottrine orientali per del 1923, Il Libro della Via e della Virt, testoesoterico e sapienziale cinese, che Evola traduce e interpretaevidenziandone le affinit con le posizioni dadaiste e accostandoinoltre il Perfetto taoista al suo Individuo Assoluto.

    Tra il 1924, lanno dellomicidio Matteotti e della crisi delfascismo, e il 1926, scrive sulle maggiori riviste dellambienteesoterico e spiritualista: collabora ad Ultra del teosofo Decio Calvari,a Bilychnis della scuola teologica Battista, ad Ignis e ad Atanr delneopagano e massone Arturo Reghini. Inizia anche a scrivere perquotidiani sia di parte fascista, come LImpero, che di parteantifascista, come Il Mondo del liberal-democratico GiovanniAmendola.

    Non mancano intanto le avventure ero(t)iche con le belle donnedella Roma bene, tra tutte Sibilla Aleramo (ma sono in pochi in quelperiodo a non averci a che fare), che dar voce al proprio rancoredamante abbandonata nel suo romanzo dal titolo cartesiano Amo,dunque sono, del 1927.

    Evola ormai un protagonista della vita culturale e artistica diquesti anni ed ha amici di non poco conto tra antifascisti come Croce,Colonna di Cesar e Tilgher, che lo chiama il mago dellidealismo einserir il barone Giulio Evola nelle sue frequentazioni epistolarifino a farne un referente esemplare nella sua Antologia dei filosofiitaliani del dopoguerra (Guanda, 1937). Proprio Lo StatoDemocratico del Cesar ospita il primo intervento politico evolianoimprontato ad un antifascismo antidemocratico che vede il movimentodi Mussolini come una forza contagiata da eccessi populistici edemotici la democrazia per Evola una truffa, una forma didispotismo sottile in quanto il popolo non pu che essere dominato priva di una base spirituale, violenta e imbevuta d un vacuo idealepatriottardo. Ma prioritario limpegno esoterico. Dal 1927 al 1929Evola insiste nella sua straordinaria ri-scoperta e valorizzazione dellaTradizione esoterica coordinando il Gruppo di UR, composto, tra glialtri, da Reghini, Colazza, Parise, Onofri, Comi e Servadio. Ur (1927-28), poi Krur (1929), le due riviste mensili di indirizzi per una scienzadellIo, sono le pubblicazioni di studi iniziatico-esoterici piimportanti mai pubblicate nel nostro paese nel XX secolo. Usciranno

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    col titolo di Introduzione alla Magia quale Scienza dellIo in trevolumi presso leditore Bocca nel 1955-56. appena il caso dirilevare che qui Magia sta per metafisica pratica, tecnica di risvegliointeriore e disciplina di elevazione spirituale.

    Nel 1928 esce Imperialismo Pagano, edito dalla casa editricemassonica Atanr. Le polemiche velenose che seguirono lapubblicazione del suo libello anticristiano i Patti Lateranensi sonodell11 febbraio del 1929 gli inimicarono parte delle residuesimpatie di cui godeva tra i fascisti e frantumarono il Gruppo di UR.

    Bottai lo aveva gi sconfessato ed isolato verso la fine del 1927,preoccupato dalle proteste di parte cattolica. Evola aveva infatti scrittoper il suo giornale, Critica fascista, un articola dal titolo Il Fascismoquale volont dImpero e il cristianesimo (1927). Ma grazie alla suaamicizia con Farinacci, questo fascista eterodosso mai iscritto al PNFtrova rifugio su Il Regime Fascista di Cremona, dove curer la paginaDiorama filosofico. Problemi e prospettive nelletica fascista, sulquale scriveranno, dal 1934 al 1943, Gunon, Benn, Spann,Wolfskehl, Gnther, Valry, de Santillana, il principe di Rohan,Himmler, Fanelli e Tilgher.

    Tra il 1927 e il 1929 ha un carteggio con Giovanni Gentile chelo conosce personalmente e gli riconosce una competenza specialisticanel campo delle scienze ermetiche, competenza che gli permetter difirmare pi voci della Enciclopedia Treccani: senza dubbioAtanor, forse quelle di Tabula Smaragdina e Pietra Filosofale.

    Evola cerc il dialogo con la cultura ufficiale del Regime maGentile non scrisse mai riga su di lui. Ugo Spirito invece si pronuncicriticamente sullIdealismo magico.

    tra il 1925 e il 1933 invece il rapporto epistolare conBenedetto Croce, che in pubblico mai prest attenzione ad Evoladurante il ventennio ma lo riteneva un valido interlocutore culturale,con cui dialogare su temi di comune interesse quali, ad esempio,lopera di Bachofen, la filosofia di Vico e lermetismo rinascimentaleitaliano. Croce parl dei Saggi sullIdealismo magico come di operaben inquadrata e ragionata con esattezza e sponsorizz il filosoforomano presso la casa editrice Laterza.

    Nel 1930, fallita lopera di rettificazione esoterica allinternodel fascismo, Evola si arrocca ne La Torre, Foglio di espressioni

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    varie e di Tradizione una. Tra i collaboratori del periodico, il padredella psicanalisi italiana, Emilio Servadio, che sembra esserne statouno degli ispiratori, l animatore invisibile Guido de Giorgio, ilpoeta Girolamo Comi e Ren Gunon.

    Nelleditoriale del primo numero di questa rivista bimensile,baluardo della visione del mondo tradizionale nella modernit e inparticolare nellItalia fascista, Evola scrive: Dei solitari, degliirriducibili e dei liberi, si riuniscono dunque ne LA TORRE, noncome in un rifugio o nel luogo di una fuga pi o meno mistica, macome in un posto di resistenza (il corsivo mio), di combattimento edi realismo superiore. La rivista si scaglia contro i dis-ordinidottrinali del fascismo e contro lottuso fanatismo degli squadristi. Nelnumero 3 viene definita aberrante la politica demografica lanciatadal Regime, che reagisce sequestrandolo. Alla fine la rabbia deigerarchi e dei gangsters del partito unico ha la meglio: tutte letipografie di Roma ricevono lordine di non stampare La Torre, checessa di apparire il 15 giugno del 1930 dopo dieci numeri. E dopo cheEvola era stato costretto a girare per Roma difeso da una guardia delcorpo!

    Il barone, disgustato, se ne va in montagna. Inizia a scrivere ilsuo capolavoro, Rivolta contro il volto moderno, mentre comincianoad uscire opere il cui germe originario aveva gi visto la luce su LaTorre: La Tradizione ermetica (1931), Maschera e volto dellospiritualismo contemporaneo (1932) e, successivamente, Il misterodel Graal (1937): il primo e il terzo tracciano le due vie occidentali almistero della regalit, rispettivamente la gnosi ermetico-alchemica e ladottrina imperiale ghibellina. Il secondo, oltre ad essere, tra le tantecose, una indagine spietata di sette e conventicole spiritualiste del suotempo (e di oggi!): superomismo, spiritismo, teosofia, satanismo e varimisticismi, ha il merito di presentare e valutare autori come Meyrink,Kremmerz e Steiner.

    Nel 1934 viene pubblicato il gi citato Rivolta contro il mondomoderno. Un anno pi tardi compare ledizione tedesca accolta confavore dagli ambienti della rivoluzione conservatrice e dei circoliaristocratici.

    un imponente studio di morfologia delle civilt e di metafisicadella storia strutturato sul principio-cardine della natura decadente del

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    mondo moderno, il mondo profano del divenire, le cui coordinateassiologiche sono date dallutile e dal tempo, opposto al mondotradizionale dellessere, che si fonda invece sui valori del sacro edelleternit: due tipi generali, due categorie aprioriche della civilt.

    Piena di risonanza lentusiastica lettura di Gottfried Benn:Dopo averlo letto ci si sente trasformati.

    Questi anni portano Evola in Germania e in Europa centrale,dove tiene diverse conferenze ed ha incontri decisivi: tra tutti,Corneliu Codreanu, il capo del movimento romeno politico-religiosodella Legione dellArcangelo Michele, che Evola tiene in grandestima, e Mircea Eliade.

    Le contingenze socio-politiche del tempo sono tali da richiedereuna scelta di campo e luomo della Tradizione non si tira indietroorientando la sua intensa attivit verso aspetti specificamente politici,che si concretizzer in una sterminata produzione pubblicistica nei pidiversi campi della cultura su quotidiani come Il Regime Fascista,Corriere Padano, Il Giornale della Domenica, Roma, Il PopolodItalia, La Stampa, Il mattino, e su riviste e periodici come Logos,Ultra, Educazione Fascista, La Nobilt della Stirpe, Vita Nova, IlLavoro Fascista, La Rivista del Club Alpino Italiano, Politica, NuovaAntologia, 900, Il progresso religioso, Lo Stato, La Vita Italiana, LaDifesa della Razza, Rassegna Italiana, Augustea, BibliografiaFascista, Carattere, Insegnare, Scuola e Cultura, Il Saggiatore edaltri.

    Nel 1938 la coperta fascista sempre troppo corta: litaliano siscopre razzista e si copre di ridicolo. In un paese in cui ariano almassimo il seguace delleresiarca Ario, Evola non si fa cogliereimpreparato ed elabora la sua dottrina della razza imperniata sullatripartizione tradizionale dellessere umano in corpo (sma), anima(psych) e spirito (nos), corrispondente ai tre stati della razza dis-posti gerarchicamente nelluomo: materiale, animico e spirituale. Eglidisprezza lequivoca mistica del sangue nazional-socialista e respingerecisamente ogni teorizzazione del razzismo in chiaveesclusivamente biologica (De Felice). Il mito del sangue esce nel1937: un trattato espositivo dove, con la massima oggettivit,vengono esposte le dottrine elaborate sul tema della razza e delrazzismo negli ultimi secoli. Segue Sintesi di dottrina della razza

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    (1941), il libro ottenne un aperto riconoscimento personale da partedi Mussolini che straccia metaforicamente il Manifesto deiciarlataneschi adulatori di un inesistente razza italiana nel segno dellaidea, intesa platonicamente come energia formatrice e modelloesemplare di condotta contro ogni naturalismo e materialismo. Dellostesso anno Indirizzi per una educazione razziale, libretto didatticoin cui Evola riassume la concezione classica della razza dellospirito. Tre aspetti del problema ebraico, del 1936, invece la primamessa a punto organica sul tema dellebraismo.

    Quando la Germania attacca la Russia (1941), Evola chiede dipartire volontario. La risposta giunse quando ormai lARMIR venivaritirata dal fronte. Motivo del ritardo: non era iscritto al PNF.

    Nel caos nazionale vede la luce La dottrina del risveglio (1943),saggio sullascesi buddhista, col quale Evola sembra indicare, datoil momento, una via di liberazione interiore. Considerato da alcunistudiosi la migliore esposizione del Canone buddhista pli, verr poitradotto in inglese sotto il patrocinato del pi prestigioso centrobuddhista esistente, la Pli Society.

    Dopo l8 settembre del 1943, raggiunge fortunosamente laGermania. tra i pochi, insieme a Vittorio Mussolini, GiovanniPreziosi e Roberto Farinacci, ad accogliere Mussolini, appena liberatodalle truppe speciali di Otto Skorzeny al Gran Sasso, presso ilQuartier Generale di Hitler a Rastenburg. Si schiera al fianco dellaRepubblica Sociale col fine di preparare qualcosa che potessesussistere anche dopo la guerra, essendo molto lontano, luimonarchico, aristocratico e reazionario, da qualsivoglia idearepubblicana o socialista.

    Presa Roma nel giugno del 1944, fugge in Austria dove svolge,per conto delle SS, unindagine sulle forze occulte della sovversionemondiale.

    In piena guerra, lo kshatriya aveva seguito una particolare lineadi condotta: non schivare, anzi cercare i pericoli, quasi nel senso diun tacito interrogare la sorte. Ma la sorte possiede unironia che non quella degli uomini. Evola, che nella sua permanenza a Viennaaveva preso la buona abitudine di passeggiare durante ibombardamenti aerei, resta sepolto sotto le macerie pochi giorni primadellarrivo dei Russi nella capitale austriaca. Viene sbalzato, secondo

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    quanto riferisce il suo medico personale dallo spostamento dariaprovocato da unesplosione e sbattuto contro una struttura di legno,delle impalcature, che erano in una piazza: lesione del midollospinale con conseguente paralisi parziale degli arti inferiori. Nel suoCammino interrotto solo materialmente dir: Nulla cambiava,tutto si riduceva ad un impedimento puramente fisico [] la miaattivit spirituale e intellettuale non essendone in alcun modopregiudicata o modificata.

    Dopo due anni trascorsi in una clinica austriaca, Evola rientra inItalia nel 1948, a Bologna, dove si tenta invano unoperazione perrestituirgli luso delle gambe. Sottopone a revisione sue operegiovanile ormai esaurite da tempo, tra cui: Teoria dellIndividuoAssoluto che rielabora pressoch totalmente e che uscir solo neldicembre del 1973 e LUomo come Potenza che diventa,adeguatamente ortopedizzato, Lo Yoga della Potenza (1949). Adattainoltre i testi apparsi in Ur e Krur nei tre volumi della Introduzionealla magia quale scienza dellIo che verranno pubblicati nel 1955.Rientra a Roma: sono anni di sofferenza, tra rovine materiali espirituali. Per i giovani che, nonostante il crollo generale leggono isuoi libri, Evola fissa gli 11 punti politico-culturali di Orientamenti(1950). Non senza relazione con ci mi trovai coinvoltoinvolontariamente in una comica vicenda: il processo dei FAR(Fasci dazione rivoluzionaria) da cui usc con una assoluzione pienadopo aver scontato sei mesi di carcere. Difensore di Evola, accusato diapologia e ricostituzione del partito fascista, il celebre avvocatoantifascista Francesco Carnelutti, che lo difende gratuitamente. Ilpensatore tradizionale poi pronuncia la sua nota Autodifesa dinanzialla Corte dAssise di Roma, dove mette in chiaro la sua posizione edespone la propria visione del mondo. Evidentemente, commenter,nelle bassure attuali, pei pi altro non esisteva che lantitesifascismo-antifascismo, e non essere democratici, socialisti o comunistiequivaleva automaticamente ad essere fascisti.

    Lopuscolo Orientamenti contiene in nuce le posizioni evolianesuccessivamente sviluppate dallautore in tre libri: Gli uomini e lerovine (1953), Metafisica del sesso (1958) e Cavalcare la tigre(1961), rispettivamente sulla dottrina dello Stato, sulle teorie dellerose sugli orientamenti esistenziali delluomo differenziato in unepoca di

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    dissoluzione. Seguiranno: un saggio sul pensiero di Jnger, LOperaionel pensiero di Ernst Jnger nel 1960, la gi pi volte citataautobiografia spirituale attraverso i suoi libri, Il Cammino delCinabro nel 1963, unopera di analisi politica del fascismo da unpunto di vista tradizionale, assai critica, Il fascismo visto dalla Destranel 1964, un volume di saggi di vario argomento, Larco e la clava nel1968 e una riedizione ampliata di poesie giovanili dal titolo RagaBlanda nel 1969.

    Da non sottacere la riscoperta dellEvola dada: Enrico Crispoltiorganizza nel 1963 una mostra dei suoi quadri alla galleria LaMedusa di Roma. Notevole anche la produzione pubblicistica diquesto periodo, limitata ovviamente, visto il clima politico-ideologicodel tempo, a quotidiani e riviste non conformisti e di lotta. Tra i primi:Roma e Il Secolo dItalia, tra i secondi: Meridiano dItalia, Imperium,Monarchia, Il Ghibellino, Barbarossa, Ordine Nuovo, Domani, IlConciliatore, LItaliano, Totalit, Vie della Tradizione, Il Borghese,La Torre, La Destra, Intervento. Una menzione particolare meritanoEast and West, organo dellIstituto per il Medio ed Estremo Orientedel professore Giuseppe Tucci, e Antaios, rivista internazionale direttada Mircea Eliade ed Ernst Jnger.

    Il 1968 vede Evola nei panni dellanti-Marcuse. Le sue teorieinfatti, fino ad allora ignorate o calunniate, vengono riscoperte dallacontestazione, non solo a destra, divenendo improvvisamente ilpunto di riferimento dei delusi dal materialismo del filosofotedesco-americano. Le opere evoliane vengono quindi pi volteristampate conoscendo dal 1968 al 1973 una insperata diffusione,anche allestero.

    Fonda e dirige per Le Edizioni Mediterranee dal 1968 al 1974,lanno della sua morte, la collana Orizzonti dello Spirito.

    Agli inizi degli Anni settanta, la ventennale immobilit dovutaallincidente di Vienna che oltre alla paralisi degli arti inferiori avevacausato al filosofo romano anche un inizio di cardiopatia, porta aconseguenze fisiche inevitabili. La salute del barone ne risente, nonper la sua attivit. Subisce vari ricoveri e cade in coma nel 1968. Alsuo risveglio domanda: Come mi sono comportato?. Ha difficoltrespiratorie ed epatiche ma il suo stile immutabile e mai smette dilavorare. Dalla met del 1973 la situazione fisica generale peggiora

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    gravemente. Evola sereno e considera compiuta la propria missione:Ho detto tutto. Basta sapermi leggere. lo stesso invito delNietzsche di Aurora: Miei pazienti amici []: imparate a leggermibene!.

    L11 giugno del 1974, nel primissimo pomeriggio, Evola si favestire e condurre alla propria scrivania di fronte alla finestra da cuisintravede il colle sacro al dio Giano. Reclina il capo e non si muovepi.

    Nel suo testamento olografo, Roma, 30 gennaio 1970, avevadisposto che il suo corpo venisse cremato, che non vi fosseroesposizioni in chiesa, cortei funebri, interventi di sacerdoti cattolici eannunci funebri sui giornali. L incinerazione avviene il 10 luglio.

    Ufficialmente, i resti mortali di Evola sono custoditi nellatomba di famiglia che si trova a Roma, nel cimitero del Verano. Inrealt, dormono nelle profondit di un ghiacciaio del Lyskamm nelmassiccio del Monte Rosa. Le ceneri furono collocate in due urnefuttili di foggia antica, identiche, poi cementate e sigillate. Solo una diesse, quasi vuota, sar destinata al Verano. Laltra, verr affidata aEugenio David guida emerita e antico compagno di cordata delFilosofo, con il quale nel 1930 conquist la parete nord del Lyskammorientale (m. 4538) che organizz, con alcuni seguaci di Evola,lascensione ai ghiacciai del Monte Rosa per eseguirne il funeralealpestre: Io vorrei [] che le mie [ceneri] fossero lanciate dallalto diuna montagna. Cos stato.

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    Capitolo I

    PremessaSono assai sfortunato, la mia esposizione a Berlino ha avuto molto successo.

    J. Evola a T. Tzara

    Un fascio di versi. Poi, il cielo:

    Ma, ancora oggi, per un istante, si aperta leterna volta dipiombo oscuro e piagato al puro infinito azzurro16.

    Il colore dominante delle composizioni evoliane. Lo Spirito,linfinito la morte.

    Evola impugna la rivoltella Dada: gesto ultimativo dellarte.Cominci chera finita. Il paesaggio interiore si apre suunagghiacciante congedo.

    Sconvolta la parentesi futurista dellidealismo sensoriale, Evoladissolve ogni arte nella coagulazione dellIo.

    Vaticinio damante nel tremendo incantesimo duna apocalisseirrappresentabile:

    Larte moderna cadr ben presto: appunto questo sar il segno dellasua purit [], cadr pi che altro, per essere stata realizzata con unmetodo dallesterno/ per una graduale elevazione dalla malattia sumotivi in parte passionali/ anzi che dallinterno/mistico/17.

    NellIo che un autre, veicolo del nulla in cui s rivelato ilmondo, la forma stessa consumata come deliquio dogni contenuto:Esprimere uccidere18. Ma da un silenzio gravido dorrore nascer

    16 J. Evola, Arte Astratta, posizione teorica (10 poemi, 4 composizioni, Collection Dada, Zurigo),Roma, 1920, Maglione e Strini, p. 14.17 Ibid.18 Ivi, p. 9.

  • Capitolo I

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    la parola dellIndividuo Assoluto: vertigine salvifica sul limitare dellaperdizione.

    Come un dio che corre lacerando il niente che lavvolge.

    Parentesi futurista

    Andiamo con ordine. opportuno infatti ricordare in aperturadi questo capitolo dedicato al trapasso evoliano dal periodo cosiddettoartistico a quello filosofico19 che Jules Evola20, prima di approdareal mondo della Tradizione attraverso il processo magico-filosoficodellIndividuo Assoluto, super il nichilismo nellastrazione totaledadaista, divenendo in Italia il vero, e per molti aspetti lunico,protagonista ed animatore del movimento21.

    Il giovane barone rappresent senza dubbio la posizione pirigorosa e pi estremista di tutto il dadaismo europeo, incarnandonela sua vocazione pi qualificante ed ironica: la morte dellarte22.Tanto che, dopo la sua esperienza poetico-pittorica, cesser nel 21 difare lartista23. Vediamone gli inizi allora.

    NellItalietta provinciale, cattolica e borghese del primonovecento, Evola un alieno24. A guerra terminata, vi ha preso partetra il 1917 e il 1918, mentre nazionalisti e futuristi saffrettano agonfiare il mito della vittoria mutilata, il tenente dartiglieria GiulioCesare torna a Roma, ancora inquadrato ufficiale presso lo stato

    19 Cfr. Gianfranco de Turris, Introduzione a Lettere di Julius Evola a Tristan Tzara (1919-1923), acura di Elisabetta Valento (con sei illustrazioni), Quaderno di testi evoliani n. 25, FondazioneJulius Evola, 1991, p. 4: I vari periodi della sua attivit intellettuale non sono da considerarsicome compartimenti stagni o divisi nettamente, ma sfumano luno nellaltro, e gi il precedentecontiene i germi del seguente.20 Cos si firmava quando era dadaista.21 Non solo da un punto di vista tecnico-pittorico ma anche e soprattutto sul piano teorico. Evolaha infatti una capacit di concettualizzazione superiore a quella dei suoi ben pi celebrati colleghidi New York, Zurigo, Parigi, Colonia o Monaco. Cfr. Sergio Benvenuto, Dada e la filosofia. Evolae lessenza del dadaismo, in Dada. Larte della negazione, Edizioni De Luca, Roma 1994.22 Giovanni Lista, Tristan Tzara et le dadaisme italien, in Europe 555-556, luglio/agosto 1975.23 A ventitr anni Evola chiude con la pittura e la poesia. Anticipando cos Marcel Duchamp,maestro dellironia dada che, nel 1922, dir addio alla pittura consacrando il suo genio al giocodegli scacchi. Il Barone tuttavia torner a dipingere verso la met degli anni 60.24 Per dare unidea della sua precoce inattualit, o se si vuole, della sua aristocratica sociopatia, siveda la bella e partecipata testimonianza di Jacopo Comin in Testimonianze su Evola, a cura diGianfranco de Turris, Edizioni Mediterranee, Roma, 1985, che mi permetto di riassumere in unafrase ivi contenuta, p. 90: Ragazzi, lasciatelo stare! Ha diritto ad essere solo (A. Reghini).

  • Capitolo I

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    maggiore della Marina. Giovanissimo, gi absolutus, sciolto daquel mondo al quale non sembra appartenere. Aveva cominciato adipingere durante il primo conflitto mondiale, frequentando gliambienti pi estremi dellavanguardia futurista25: Casa dArteBragaglia, che pi tardi aprir il Teatro Sperimentale degliIndipendenti, e lo studio di Giacomo Balla di cui fu praticamenteallievo26 fulcro delle ricerche avanguardiste e centro dirradiazionedei pi svariati interessi culturali27. Sotto questi influssi produrr leprime opere rientranti nella tendenza che lautore stesso hadenominato idealismo sensoriale (1915-1918), ma abbandonerpresto il movimento marinettiano, abissalmente distante, a parte illato rivoluzionario, dalla sua nascente estetica uranica28. E proprio ilfastidio per il futurismo il suo lato chiassoso ed esibizionistico, larozza esaltazione dellistinto e della vita, la febbre nazionalistica, ilsensualismo etc. lo abbandoner rapidamente al greve abbracciodada.

    Lavanguardia romana degli anni Dieci e primi Venti animata da un forte sperimentalismo, una sorta di ecumenismoartistico che vede lo stesso futurismo dialogare, pi o menopacificamente, con le altre tendenze avanguardiste. Ma ci che ainostri fini occorre rilevare la sua componente occulta: si pensi, perfare solo qualche esempio, al fotodinamismo di Bragaglia o alle

    25 Evola data linizio della sua attivit pittorica al 1915, presso casa Balla, dove compielapprendistato futurista, ma tra quelli conosciuti, i suoi quadri pi vecchi risalgono al 1916-1917.Tra gli altri: Paesaggio notturno, 1916c., Five oclock tea, 1916-1917 e Nel bosco, 1916-1917.26 Cfr. Enrico Crispolti, Giulio Evola. Retrospettiva di dipinti dal 1918 al 1921, Galleria LaMedusa, Roma 1963.27 Con Evola, altri giovani di talento come Prampolini, Depero, Marchi, i due fratelli GinanniCorradini si stringono attorno al Maestro.28 Cos Philippe Baillet, nel suo venerante Julius Evola e laffermazione assoluta, Edizioni di Ar,1978, pp. 38-39, definisce lestetica evoliana, con pertinenti considerazioni che, nonostante ladiversa prospettiva, chi scrive si sente di condividere: [] abbiamo qualificato uranicalestetica di Evola. Occorre spiegare perch, ma ricordiamo anzitutto che non evidentemente percaso che Evola ha scelto il prefisso UR per denominare il gruppo di ricerche esoteriche che eglidirigeva verso la fine degli anni 20. Nella mitologia, Urano simboleggia il risveglio del FuocoPrimordiale. Pi in generale, laggettivo uranico si potr applicare per designare la pura fiammadello Spirito, che si alimenta di s stessa e che non brucia. Sul piano spirituale, Urano evoca unimpulso irresistibile verso la trascendenza, verso lincondizionato, impulso che pu accompagnarsialla coscienza acuta e dolorosa della privazione e della sete inseparabili dalla condizione umana.Sul piano psicologico, Urano rinvia allimmagine di una sovratensione, di una corrente troppoforte che ha bisogno di passare a qualunque costo, di un cammino discontinuo, non progressivo,che avanza per crisi successive. Su questi tre piani spirituale, psicologico, estetico Urano ilsegno dei figli del Nord [] e della via che loro propria, la via eroica. Urano definisce ecircoscrive cos una delle razze dello spirito di cui ha parlato Evola.

  • Capitolo I

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    compenetrazioni iridescenti di Balla, segnate da quella cifraalchemica che tanta importanza avr per Evola29.

    LEvola artista muove i suoi primi passi in una Roma magica.Citt attraversata dal delirio30 paranormale, psichista e antropo-teosofico di Arnaldo Ginna, sua moglie Maria Ginanni, Rosa Ros,Mario Carli: protagonisti della rivista fiorentina LItalia futurista(1916-1918)31. a casa Balla che il giovane pittore conosce Ginna,con il quale entra subito in simpatia, dato il comune interesse per ilpaesaggio interiore32. La pittrice e poetessa viennese Rosa Ros, nomedarte futurista di Edith Von Haynau, invece tra coloro che (non)collaboreranno alla mai nata Alpenrose, la rivista modernista cheEvola prepara nel 1919 e che avrebbe ospitato, tra i tanti, contributi diBalla, Marinetti, De Chirico, Savinio e Arturo Onofri.

    Ho gi accennato alla scarsa sintonia di Evola col futurismo. Epresto vi torner sopra commentando alcuni suoi scritti teorici. Ora per il caso di considerare brevemente la prima produzione evolianadellidealismo sensoriale, fortemente influenzata dal dinamismoplastico futurista e, in particolare dalla ricerca del suo maestro Balla,non senza suggestioni di spiritualismi orfici, destinate ad avere in luisuccessivamente una decantazione in chiave-alchemico-magica33.

    Ma perch idealismo sensoriale?Unestetica, sentire dellIdea, come idealismo pittorico del

    senso interno e non dei sensi fisici che contrappone lelementoesclusivamente soggettivo al panteismo incosciente e trascendentaledel soggetto e delloggetto [] ossia lo spirito alla natura e di

    29 Evola intitoler la propria autobiografia spirituale: Il cammino del cinabro, (Vanni Scheiwiller,Milano, 1963). Il cinabro, solfuro di mercurio, in alchimia la materia prima della pietrafilosofale.30Dalletimo delirre, uscire dal solco o come si usa oggi, dal seminato, dalla dritta via dellaragione. Sempre che la ragione non abbia torto.31 Cfr. Arnaldo Ginna, Brevi note su Evola nel tempo futurista, in Testimonianze su Evola, op. cit.,op. cit., p.136: Evola dipingeva un astrattismo di stato danimo [] con quel pizzico disentimento profondo animico occulto. Ci veniva dal fatto che Evola, come me, si interessava dioccultismo traendone [] un succo personale. Non so precisamente definire gli studi e leesperienze di Evola, so soltanto che ciascuno di noi aveva tra le mani i libri di teosofia dellaBesant e della Blavatsky, e poi le opere di antroposofia di Rudolf Steiner etc..32 Cos Evola intitola gran parte dei suoi quadri del periodo dadaista.33 Carlo Fabrizio Carli, Evola tra futurismo e dadaismo, in Studi Evoliani 1998, Fondazione JuliusEvola, Roma, 1999, p. 15.

  • Capitolo I

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    conseguenza la volont nel sentimento astratto ed egoistico al valoresentimento ed alla sensazione34.

    Pochissime sono le opere rimaste di questa produzione econviene subito dire che lEvola artista, mostra da subito unapersonalit talmente forte e complessa, tale da non poter esseredefinito se non un futurista eterodosso.

    Opere come Mazzo di fiori, Feste, Fucina studio di rumori,Five oclock tea, Sequenza dinamica e lacquerello Truppe di rincalzosotto la pioggia, rinviano ad una facolt interiore che consente lacontinuazione astratta delloggetto come creazione. Loggetto non sitrova nelloggetto stesso ma in un qualcosa che ne esterno,rinchiuso in noi. Si veda sequenza dinamica, piccolissimo olio sucartone in cui evidente lispirazione agli studi sulla velocit chetrovarono in Balla il loro iniziatore35: linee continue, traiettorie dienergia (M. Calvesi) che rendono caotica limmagine. Folate divento, cielo frastagliato da punte spezzate, nuclei di luce dinamicafissati dallocchio fisico. Forme sintetiche astratte dinamiche(Balla). Non sono gli oggetti a muoversi, ma lenergia di chi li crea adonar loro una forma in movimento:

    La pittura futurista deve differenziarsi da ogni altra esclusivamentein quanto esclude loggetto, in quanto la estrinsecazione di formepuramente astratte e psicologiche, in quanto noi stessi quale spirito

    siamo gli unici soggetti dei nostri quadri36.

    Arte creazione dello spirito dunque, e ricreazione della materianel laboratorio alchemico la fucina in cui si lavorano i metalli come manipolazione artigianale del colore37: Fucina, studio di rumori,

    34 J. Evola, Ouverture alla pittura della forma nuova, testo inviato a Gino Soggetti, nel 1917, perla rivista La Folgore futurista, fondata in quello stesso anno da Soggetti e da Angelo Rognoni,animatori del gruppo futurista pavese. La rivista venne sospesa dopo appena due numeri a causadella partenza dei redattori per il fronte. Lo scritto di Evola rimase inedito. Successivamenteritrovato e pubblicato da Giovanni Lista in Balla le futuriste, Lage de lhomme, Lausanne, 1984,p. 142. Ora in J. Evola, Scritti sullarte davanguardia, Fondazione Julius Evola, Roma, 1994, pp.20-21.35 Elisabetta Valento, Homo faber. Julius Evola tra arte e alchimia, Fondazione Julius Evola,Roma, 1994, p. 20.36 J. Evola, Ouverture alla pittura della forma nuova, op. cit., in p. 20.37 Evola utilizz solo materiali tradizionali, semplici: carboncino, inchiostri, acquerelli, colori adolio e smalti. Si esprime negativamente in Ouverture alla pittura della forma nuova, op. cit., p. 19,sullintroduzione di materiali spuri.

  • Capitolo I

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    la nostra ultima visione futurista, esposta a Ginevra e a Roma nel1920. Lastrazione qui raggiunta rendendo analogicamentelesperienza sensibile della realt38: il laboratorio del fabbro in cui siode lesplosione di colori tra globi astrali provenienti da unadimensione altra, interna. I riferimenti evoliani sono quipresumibilmente due testi del 1913: il manifesto di Carr La pitturadei suoni, rumori e odori (agosto 1913) e Le analogie plastiche deldinamismo, dove scritto:

    Ormai la realt esteriore e la conoscenza che ne abbiamo non hannopi alcuna influenza sulla nostra espressivit plastica, e, quanto

    allazione del ricordo sulla nostra sensibilit, soltanto il ricordodellemozione persiste, e non quello della causa che lha prodotta. Ilricordo agir dunque nellopera come elemento dintensificazioneplastica39.

    Evola scrive:

    [] nel nostro lavoro psichico, nella memoria non rimangono che ifatti importanti ed eterogenei di un avvenimento: dipinger questo

    significa unificare questi dati importanti che esistono ed hanno un

    valore solo presso lesistenza ed il valore degli altri diversi (IVa

    dimensione: colore di una forma mentre suona una tromba), ossia

    porre le forme nuove uniche. E la forma nuova, semplece, spirituale,

    raffinata, costruibile e quasi architettonica, risolve in uno il problema

    della comprensibilit esasperato nei grovigli di linee forze, di

    compenetrazione e di particolari arabeschi introdotti dalla validit

    delle analisi dei ricordi40.

    Ma il colore, innaturale come pu esserlo lartificio dunmago, a preannunciare il Manifesto del colore di Balla uscito nel1918. Caratteristica questa, non solo del quadro in oggetto, ma diquasi tutti quelli che conosciamo: mondo di una immaginazione(imum-ago, agire dallinterno) senza limite.

    38 Ivi, p. 23.39 Gino Severini, Le analogie plastiche del dinamismo, settembre-ottobre 1913.40 J. Evola, Ouverture alla pittura della forma nuova, op. cit., p. 20.

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    Evola dada

    Nel suo Cammino Evola scrive:

    In quel periodo giovanile, dato che in Italia come movimentoartistico davanguardia praticamente esisteva quasi soltanto ilfuturismo, ebbi rapporti personali con esponenti di esso. In

    particolare, fui amico, del pittore Giacomo Balla, e conobbi

    Marinetti. Anche se il mio interesse principale era pei problemi dello

    spirito e della visione della vita, coltivavo altres la pittura, una

    disposizione spontanea al disegno essendosi manifestata in me gi da

    bambino41.

    Larte evoliana ha un fondamento extra-artistico: i suoi quadri ele sue poesie giovanili42 devono essere guardate da una prospettivafilosofica e religiosa che matura in questi anni e che possibileleggere attraverso i suoi primi scritti teorici, travaglio di uno spirito indivenire: Ed in effetti lapproccio con lavanguardia futurista fu piuno scontro di sensibilit che una vera e propria collaborazione43.

    Diversamente andarono i rapporti col dadaismo. Mi riferiscoalla seconda fase della pittura evoliana che si mostra nel triennio1918-1921: Astrattismo mistico. Siamo in una dimensione puramenteastratta in cui scompare ogni referente figurale. Dimensione introdottada Balla nel repertorio pittorico futurista sostanzialmente figuraleprima e dopo la guerra che segn per Evola il passaggio al secondo

    41 J. Evola, Il cammino del cinabro, Vanni Scheiwiller, Milano, 1972, p. 17. Il corsivo nostro.42 Cfr. Raga blanda, Composizioni 1916-1922, Vanni Scheiwiller, Milano, 1969. Le poesiesparse di Evola risalgono tutte agli anni tra il 16 e il 22. Atteso cinquantanni prima di essereriunite e pubblicate. Sono in italiano e in francese e, in parte, apparvero su riviste davanguardiadellepoca. I versi di Evola sono lo specchio di un nichilismo gelido, metallico. La testimonianzadi una rottura dei sensi alla ricerca di una libert superiore. Questa diversa dimensione dellessere lacerata da illuminazione improvvise, quasi abbandonate alla parola da lontananze cosmiche:tutti questi cristalli neri sperduti nella notte frammenti caduti di lontani mondi (i sogni), hadaadarrrrrr vi son dei samovar e dei motoscafi (hh) sulle terrazze lunari iperbole danza (ore 18composizione), mai pi mai pi valli azzurre il cielo pu attaccarsi alla terra con iperboloidi dimiele per una sigaretta accesa son cadute a fondo tutte le bajadere elettriche di San Francisco(composizione n. 2), in J. Evola, Arte Astratta, posizione teorica, op. cit., rispettivamente, p. 15, p.21 e p. 23. Sulla poesia evoliana, cfr. Sandro Giovannini, Evola tra poesia e arte, in Studi Evoliani2008, Arktos Editrice, Torino, 2009.43 Marco Rossi, Lavanguardia che si fa tradizione: litinerario culturale di Julius Evola dal primodopoguerra alla met degli anni Trenta, in Delle rovine ed oltre, Antonio Pellicani Editore, Roma,1995, p. 41.

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    periodo futurista: quello della forma nuova di contro a quello dellelinee forza dominato da Boccioni44.

    bene avvertire per che i confini tra le fasi pittoriche evolianesono fragili, in quanto momenti-vortice di un processo di maturazionetecnico-intellettuale e sopratutto spirituale che ha conosciuto forseestasi ma non stasi.

    I temi di Evola Dada: Paesaggi interiori, Astrazioni,Composizioni, Paesaggi dada, ben sintonizzati con i pi acuti verticiavanguardistici della Mitteleuropa: Arp, Schad, Richter, Itten.

    Si concentra in una manciata di anni il suo gesto pittorico:Roma, personale nel 1920 da Bragaglia, poi Berlino nel 1921 pressola celebre Der Sturm di Erwart Walden. Nello stesso anno la mostradella trinit dada Evola-Fiozzi-Cantarelli sempre da Bragaglia, nonchla partecipazione alle tre collettive: la futurista di Milano nel 1919 aPalazzo Cova, linternazionale darte davanguardia a Ginevra nel1920-1921 e infine il Salon Dada a Parigi nel 1922.

    Merita una menzione a parte il grande murale di cinque metriper tre dipinto da Evola per le Grotte dellAugusteo. A Roma infatticera una sala per concerti molto famosa, che sorgeva su di un anticoanfiteatro romano, lAugusteo appunto. E qui, in una sala sotterranea,il pittore futurista Arturo Ciacelli aveva creato un cabaret alla francese luogo preferito di ritrovo di intellettuali ancora alle prime armicome Curzio Malaparte e Vincenzo Cardarelli che Evola avevacontribuito a decorare. In questo club artistico si tenne nel maggio del1921 una manifestazione dadaista, peraltro riservata ai soli invitati chealla fine ricevettero un piccolo talismano dada: la recitazione di unpoema a quattro voci, tre uomini e una giovane donna, che durante laperformance fumavano e bevevano champagne. Come musica disottofondo e di accompagnamento: Satie, Schnberg e Strawinsky45.

    44 Cfr. J. Evola, Ouverture alla pittura della forma nuova, op. cit., p. 19: Decisamente la pitturafuturista entrata in un secondo periodo: il primo fu quello di Umbero Boccioni, il secondo,proprio della nuova generazione, fu iniziato da Giacomo Balla. Il primo periodo di lotta, di ricercaaffannosa, di Sturm und Drang, il secondo di organizzazione e di selezione: linee forza nelprimo, forma nuova nel secondo. E ancora, ivi, p. 21: La nuova pittura futurista [] attribuisceun valore enorme al volere a scapito del solito sentimento da romanticismo pi o menomascherato: la teoria della forma nuova pone decisamente le basi della pittura idealista epsicologica.45 Cfr. G. Lista, Il Dada in Italia, DIA International, novembre 1983, p. 31: Evola aveva invitatoa Roma il danzatore russo Vlentin Parnak, linventore duna danza grottesca che parodiava il mito

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    Il testo declamato era lopera evoliana La parole obscure du paysageintrieur. Pome a 4 voix, di cui avr modo di parlare.Particolarmente significativa poi la gi citata mostra nellaprile del1921, con Fiozzi e Cantarelli presso la Casa dArte Bragaglia, chesegner una frattura definitiva tra Marinetti e lesiguo gruppo didadaisti italiani. Lintenzione era quella di stupire i convenuti, dipater le bourgeois come si diceva un tempo, quando ancoraesistevano, e di sfregiare definitivamente il volto modernista delfuturismo nel rogo dogni retorica estetica, politica e morale. Alcentro della sala un tabellone con una frase di Tristan Tzara: Mipiacerebbe andare a letto col papa. Non capite? Nemmeno noi: chetristezza. In fondo, su di un altro tabellone: Prima di noi, lablenorragia; dopo di noi, il diluvio. Ma su tutti i quadri cerano dellepiccole scritte del tipo: Comprate questo quadro, vi supplico: costasolo 2 franchi e 50. E poi un bizzarro elenco di simpatie e antipatiedada, tra cui: Dada contro la patria, A Dada non piace la SantaVergine e Dada contro Dada. In un simile pandemonio nonstupisce che volassero ortaggi e uova marce, trofei di unarte sfondatanellironia e nel paradosso.

    Che il pubblico non capisse, era il desideratum dadaista pereccellenza. Quanto alla critica Irretita dalla folle maschera di questaarte non si accorse del suo volto celato: la profonda seriet dellafumisteria. Il mistero dietro la mistificazione. Ricordo le parole di untragico pagliaccio: Sembra che siamo giocondi perch siamoimmensamente tristi. Noi siamo seri, conosciamo labisso: e perquesto ci difendiamo da ogni seriet46.

    Dada non ha avuto molto seguito in Italia e dopo il ritiro diEvola non se ne sent pi parlare. Dada non era soltanto arte o peggioil tentativo di crearne una nuova. Dada era lopposto del futurismo, elo era ferocemente: nessuna civilt moderna, nessun futuro, nessunavelocit NIENTE, se non il riflesso della crisi, punto 0 dei valori47.

    della macchina e della tecnologia moderna con lo stesso spirito dei disegni meccanomorfi diPicabia. Il Barone firm col nome dellartista francese alcuni suoi quadri. Ironia dadaista.46 F. Nietzsche, Frammenti postumi 1885-1886, in Opere di Friedrich Nietzsche, Adelphi Milano1964, VIII, pagine 68-69.47 Cfr. E. Jnger, : Noi marciamo da lungo tempo verso un magico punto zero, da cui siallontaner solo colui che potr disporre di altre , pi invisibili fonti di energia, citato in Alain deBenoist, Ernst Jnger: la Figure du Travailleur entre les dieux et les titans, in Nouvelle Ecole n.

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    Quale possibilit ulteriore per chi avesse avuto lardire dun similesalto nellincongruo presto detto: il suicidio. O tornare indietro,infinitamente altrove nellesilio della propria ignavia. Oppure andareavanti48: quello che far Evola. Ma prima necessario viverne, ingran parte attraverso le sue stesse parole, la folgorante stagionedadaista.

    Arte come libert e come egoismo

    Evola entra in contatto con il gruppo zurighese nel 1919 graziealla rivista Noi49 sulla quale scriver per poco. In merito a talecollaborazione scrive a Tzara nel 1919: avec la plus grandeprobabilit, je serais le seul souvenir les directions abstraitistes, et jeespre que vous voudrez maider avec votre collaboration et celle devos amis50.

    Su Noi, numero di gennaio del 1920, appare larticolo Lartecome libert e come egoismo, dato come estratto dal saggio Sole dellanotte che nellautunno del 1920, stampato a Roma per i tipi diCollectio Dada, diverr Arte astratta. Non cambia solo il titolo, ma iltesto stesso, profondamente influenzato dalla poetica dadaista al qualelautore si sente legato da una vera e propria affinit elettiva.

    La lettura del manifesto dada 1918 di Tzara ha su Evola la forzadi una conversione: esso ha finalmente e per la prima volta, trovata la[] soluzione spirituale dellarte nellarbitrio51. Non c necessit,sopratutto quella di esprimere, ma lusso e capriccio del volere.Tuttavia il dadaismo difetta dellinterpretazione mistica52:straordinaria lucidit della visione evoliana del dadaismo e pre-eco

    40 , settembre-novembre 1983, pag. 11-61, trad. it. Di Marco Tarchi, L'operaio tra gli Dei e iTitani. Ernst Jnger sismografo dell'era della tecnica, Terzavia, Milano, 2000, p. 88.48 Cfr. F. Kafka, in Aforismi di Zrau, Adelphi, Milano 2004, p. 21: Da un certo punto in l nonvi pi ritorno. Questo il punto da raggiungere.49 Fondata a Roma nel 1917, diretta da Bino Sanminiatelli ed Entico Prampolini.50 Cartolina postale manoscritta autografa, Roma, 6/12/1919, tr. it. a cura di Elisabetta Valento:[] con la pi grande probabilit, sar il solo a sostenere le tendenze astrattiste, e spero che,appena riceverete i primo numero, vorrete aiutarci con la vostra collaborazione e quella dei vostriamici, in Lettere di Julius Evola a Tristan Tzara (1919-1923), a cura di Elisabetta Valento, con 6illustrazioni, Quaderni di testi evoliani n. 25, Roma, 1991, p. 17.51 J. Evola, Arte Astratta, posizione teorica, op. cit., p. 13.52 Ibid., nota 1.

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    della sua fine. Negazione della negazione nellinconscio surrealista.Il barone aderisce al movimento di Tzara in pieno attivismo futurista(personale casa darte Bragaglia gennaio 1920) e mentre Marinettipromette di pubblicare le sue liriche nelle edizioni futuriste di Poesia.Saccentuano cos il suo isolamento e lostruzionismo degli araldi delfuturo, che gi tolleravano a stento la sua posizione astrattista confusacon un mero decorativismo. Lo salva Tzara, conosciuto ancora soloper lettera53, indirizzandolo verso Bleu, sul cui terzo ed ultimonumero, siamo nel gennaio 1921, Evola appare con Note per gliamici54. Concentrato extra-artistico della sua visione che il mago dadaprepara su terreno metafisico e sapienziale saturo di richiamialchemici, frutto in gran parte dei contatti post-1918 con gli ambientiantroposofici e teosofici romani. Uno su tutti: Decio Calvari,presidente della Lega Teosofica Indipendente di Roma, che lo avvia altantrismo.

    Ladesione al dadaismo dellagguerrito drappello italiano ruotaattorno a questo sostrato spiritualista ed occultista come al proprioasse, ma non si deve dimenticare il Manifesto degli artisti radicali del1919. Quel che unisce i pochi dadaisti italiani infatti la tendenzaastratta delle proprie ricerche, che seppur anticipata da Balla edalle sue Compenetrazioni iridescenti (1913), diviene la rivelazione diun nuovo rapporto tra uomo e ambiente, come ricreazione55 arbitrariadel (suo) mondo esclusivo possesso dellartista che nega quelloesterno. Si pensi a Picabia e Duchamp, a quellastrattismo-satira diuna forma mentis utilitaristica in cui s specchiata un certo tipo diproduzione artistica.

    Note per gli amici il testo dadaista di Evola, perla del suo stilemetallicamente ebbro, che cos principia: Per noi larte unaltracosa56. Cosa?

    53 Evola incontr Tzara probabilmente una sola volta nellinverno 1921.54 La rivista, fondata da Bacchi, Cantarelli e Fiozzi, mostra sin dal primo numero del luglio 1920una piena adesione a Dada. Cfr. Elisabetta Valento, Evola fra arte ed antiarte, in Scritti sullartedavanguardia, op. cit., pp. 11-12: [] il testo pi compiutamente dadaista, nello spirito e nellalettera, scritto da Evola. anche il canto del cigno; egli continuer lesperienza dadaista di l apochi mesi ci sar il Jazz-band Dada ball con esposizione a tre (Evola, Fiozzi e Cantarelli) nellaCasa dArte Bragaglia, manifestazioni e serate e da ultimo (16 maggio 1921) conferenza dadaallUniversit ma solo per concluderla.55 Anche e sopratutto come svago, gioco, divertimento.56 J. Evola, Note per gli amici, pubblicato su Bleu, Mantova, n. 3, gennaio 1921. Ora in J. Evola,Scritti sullarte davanguardia, op. cit., p. 35.

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    Siamo a un passo dal Dada oltre se stesso nel superamento ditutta larte. E gi nel 1920 il giovane artista ne intravede lessenza contanto di apocalittica citazione in esordio al suo Arte come libert ecome egoismo: Mi son note le opere tue, e come hai fama di vivo, esei morto (Giovanni Ap. 3-1)57. Condanna pietosa del creatore mortonella creazione. Impotenza delluomo che suona anche pi crudele sequestuomo lo chiamiamo artista. Ammesso che limpotenza non siauna in-potenza.

    Ci chiamiamo coscienti e profondi, afferma Evola, ma proprioquel che vi di fondamentalmente puro, di originale nellindividuo,non si conosce non si ha perch perdiamo la profondit nellasuperficie confondendo la veglia e il sonno, o come lui stessokantianamente si esprime: ch la coscienza e la fede del noumeno sirisolve in noi in coscienza e fede del fenomeno58. La viva correntedella vita si riversa cos nella passione e nella malattia, e in me lIonon lIo, ma io-scienza, io-filosofia, io-pratica59.

    LIo non si possiede e la vita di tutti i giorni,quellinconsistenza che i mortali, come li chiama Heidegger, vivonoogni giorno, appare estranea ed irreale spoglia, incomprensibiletumefazione delle mie sfere notturne60.

    Espressioni come unaltra fiamma, lindividualit, fuocointerno, elemento vitale, rincorrono in questo scritto una tensioneescatologica verso un pi che vita che salvi e dissolva la mediocreprigione di un uomo che vegeta fra simboli vuoti, schemi pratici,convenzioni comode dorientamento61.

    L uomo del mercato sa, anche se solo inconsciamente, chela corrente totale, la potenza della vita, se posseduta, gliscardinerebbe tutte le sue tiepide citt, gli distruggerebbe tutti i suoiideali ridicoli, i comodi, le voluttuose assenze: lo annienterebbe,perch il fuoco che lo rischiara e di cui ha bisogno piccolo,addomesticato e artificiale. La fiamma interiore giace cosabbandonata ai suoi piedi nella vigliaccheria e nellindolenza, perch

    57 J. Evola, Larte come libert e come egoismo, pubblicato su Noi, A. III, n. 1, gennaio 1920, orain J. Evola, Scritti sullarte davanguardia, op. cit., p. 23.58 Ibid.59 Ibid.60 Ibid.61 Ivi, p. 24.

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    egli cerca e si nutre di oblio, affogando nel patire come il bruto nellacarne della sua femmina: disperatamente, voluttuosamente62.

    Sembra di ascoltare Michelstaedter, che avrebbe aggiunto aqueste parole la sua: [] finch egli faccia di s stesso fiamma egiunga a consistere nellultimo presente63. Ma non ancora tempo.

    Quel che si teme pi al mondo lIo64. Una parola diversa perla solitudine. La filosofia, come metodo della superficialitincosciente, non pu nulla: Ci vuol altro!65. I filosofi presentanolIo, vi aspirano ma non riescono ad impugnarlo perch sonoincatenati dalla coscienza del mercato. La scienza vera in quanto utile, ha il vantaggio del rasoio automatico o della macchina dascrivere, ma

    Larte [] o prodotto di un atto identico di quello di un cane che,seguendo la forza cieca dellistinto, monta un altro (naturalezza,ispirazione); o frutto di un circolo vizioso di un convenzionalismo

    che vuole le forme della volgare pratica: coerenza universale,

    staticit; determinazione (umanit, genialit ecc.). DIo non se neparla. L dove larte si salva [] l dove appare come fattoegoistico, come espressione freddamente voluta di uno stato interiore

    di estraneit, di morte vivente66.

    Ora, Evola intende il sentimento estetico come iniziazioneallIo, alla coscienza superiore misconosciuta ed affogata67. Unartenon pu divenire spirituale se non supera gradatamente tre limiti:

    1) Lo stato della concezione concettuale del mondo che viensuperato o dallestetica mistica o dallestetica brutale.

    2) Lo stato della spiritualit generica e dellumanit: secrezionesporca di malattia, di vigliaccheria e di femminilit

    62 Ibid. Cfr. J. Evola, Lindividuo e il divenire del mondo, Arktos, Carmagnola, 1989, p. 83: Costutta la vita degli uomini prende il senso di un fuggire dal centro, di una volont di stordirsi e diignorare il fuoco che arde in loro e che essi non sanno sopportare. Tagliati fuori dallessere, essiparlano, si agitano, si cercano, si amano in richiesta reciproca di conferma.63 Carlo Michelstaedter, La persuasione e la rettorica, Adelphi, Milano, 2007, p. 89.64 J. Evola, Larte come libert e come egoismo, op. cit., p. 24.65 Ibid. Ci vuole quellio che un altro. Evola cita Rimbaud in Arte astratta, op. cit., p. 3: Je estun autre.66 J. Evola, Larte come libert e come egoismo, op. cit., p. 25.67 Ibid.

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    spirituale68. [] Porre finalmente laspiritualit (non propriet)delle cose spirituali, superiori, divine, umane, che si vedrannoirrimediabilmente superate, che si sentiranno secche scorze persempre cadute dal vivo tronco.

    3) Lo stato della naturalit dellespressione. Il sentimento esteticosar il sentimento dellintima attivit: nessuna necessitdespressione. I mezzi espressivi sono utilitari e quindi validisolo nel mercato69.

    Lopera darte come lusso, capriccio dellindividuo che harealizzato s stesso,

    lunico, per la prima volta: che ha la vita di tutti i giorni come ununico spettatore, in platea, ha un immane e pur fragile spettacolo

    che, ad un cenno, potrebbe inabissarsi e disciogliersi per sempre

    nellineffabile gelidit ardente della coscienza superiore70.

    Lindividualit dello spettacolo, prima che il sipario si chiuda.Dissolvenza in nero dio: Sole della Notte.

    dellottobre del 1920 invece la polemica scrittaDecorativismi, in cui il giovane artista risponde al pittore GiovanniGalli. Questi, in un suo precedente articolo dallo stesso titolo uscito ilmese prima su Griffa!, aveva duramente attaccato la tendenza astrattache trasforma il quadro in un complesso di elementi geometrici esibillini, col rischio conseguente di una proletarizzazione dellarte71.

    Larticolo di Evola notevole, non solo per la risposta allequestioni sollevate dal suo improvvido critico, ma sopratutto per ilmodo in cui illumina la sua visione artistica, che ora possiamosenzaltro definire spirituale. Oltre gli abiti, il gioco della forma e delsegno, il barone invita a vedere quel che vi pu essere di piimportante: la persona, il nucleo vitale72.

    68 Ibid. Il grassetto nostro.69 Ivi, p. 26.70 Ibid.71 La lettera di Evola, del 10/10/1920, appare su Griffa!, Perugia, A. I, n. 12, 7 novembre 1920 inrisposta allarticolo del Galli intitolato Decorativismi apparso sul fascicolo precedente, n. 11, 25settembre 1920, che attaccava duramente le tendenze pi o meno astratte in pittura. Ora in J.Evola, Decorativismi, in J. Evola, Scritti sullarte davanguardia, op. cit., pp. 27-29.72 Ivi, p. 28.

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    Larte diviene sempre pi astratta e ghiaccia e questo lostigma della sua superiorit. Luomo ha superato la passione e la fededopo averle vissute allestremo e andando oltre monismo e dualismo,al di l della pratica e del sentimento,

    comincia per la prima volta a conoscere ed a possedere lintimo sstesso, la gelidit ardente dellio che non lio, che al di fuori dellecategorie, che in s stesso ha fine e causa: der Finsiche: lunicaverit pura, lunica necessit pura: libert. Ma presso ci, nellapratica ogni vita seccata, ogni moto spento: le stelle muoiono.

    Non restano che degli immani e tristi scenari di cartone, inanimi e

    deserti, perch quella malattia e quellincoscienza della superficieche ne erano la vita illusoria, son calate a fondo, per sempre, come

    degli stracci sporchi da un corpo di luce73.

    Ed arrivato a questo punto che allindividuo, giovane dioincomprensibilmente svegliatosi in questa triste metropoli non restache il gioco (Shiller), [] il capriccio della forma, fra le sue ditadolcemente ghiacciate: la nascita di quel che Galli chiamadecorativismo non vedendone la profondit disperata, lumanitposseduta fino al delirio dellultima sua purezza.

    Dietro giochi di superficie, sragionata saggezza dei segni, clabisso che consente leco dunaltra vita, tanto lontana. Che cosunumanit dormiente per lUomo che si sveglia? Forse lo stesso dellatecnica: per noi non che un vestito e, perci, da per s, non esiste.Il dialogo tra sordi Galli-Evola tra chi dorme e chi si sveglia? sichiude con una definizione dellarte astratta che ben saccorda con laimminente svolta evoliana: Larte astratta assoluta egoizzazione,trascendenza radicale da ogni base comune, e vuole a priori, comeriprova pratica di purit e di propriet, lassoluta incomprensibilitdelle sue espressioni74.

    73 Ibid.74 Ivi, 29.

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    Gehst zu frauzen?

    Apriamo qui una parentesi misogina a tutta prima gratuita,ma a parer nostro significativa e sintomatica duna ben pi ampiaconcezione evoliana della femminilit, sopratutto spirituale.

    Nel gennaio del 1921 Evola scrive sulla rivista di Anton GiulioBragaglia, Cronache dAttualit il periodico pi importante dalpunto di vista letterario del dopoguerra e, fino al 1922, il punto diriferimento pi prestigioso delle avanguardie italiane un violento edironico articolo intitolato Gehst zu frauzen? (Vai a donne?), ispiratoalla frase di Nietzsche: Vai a donne? Non dimenticare la frusta, che stato definito dalla studiosa Elisabetta Valento un pamphlet chenon tratta darte ed piuttosto una raccolta di aforismi non certobenevoli e piuttosto scontati sulla donna che palesano linfluenza e lapiena concordanza con le teorie di Otto Weininger, peraltro citato, inSesso e carattere (successivamente tradotto da Evola e pubblicato nel1956 da Bocca). Insomma, un articolo di nessun interessenellambito della teoria dellarte75. Bene, ma possibile che nellotticadi unarte e dun pensiero come quelli presi a soggetto nel presentestudio sempre pi intesi quale forma dellinteriorit, dimensionedella solitudine e nucleo vitale autarchico, non abbia posto la personache ne viene messa al centro, in questo caso Evola stesso? Nondiscutiamo sullodiosa resa formale di alcune sentenze: La maternit la prova irrefutabile della bestialit della donna76. Peraltro, se A

    75 In effetti, apparentemente, i soli giudizi artistici di Evola in questo scritto sono: Lunico generedi pittura che nella donna posso prendere in considerazione quella chessa fa sul proprio viso eLa donna artista richiede uno sforzo di astrazione di cui io, bench abituato alle metafisiche, nonsono assolutamente capace, in J. Evola, Gehst zu frauen?, ora in J. Evola, Scritti sullartedavanguardia, op. cit., p. 32.76 Cfr. J. Evola, Lo Yoga della Potenza, Ediizoni Mediterranee, Roma, 1998, p. 170: A taleriguardo, ci si deve riferire alla teoria, che metafisicamente la generazione animale, fisica, non che un surrogato inane della generazione spirituale: il continuarsi della specie, dovuto alluso delsesso come potere genesiaco, rappresenta una specie di effimera eternit terrestre, un fac-simile dicontinuit nella serie degli individui staccati, mortali, che si succedono nel tempo, continuit cheprende il posto di quella che sarebbe assicurata da una nascita ascendente o verticale, ciodallintegrazione metafisica che supera la finitezza dellindividuo condizionato da un corpofisico. Cfr. anche Il mito dellandrogine, in J. Evola, Metafisica del sesso, p. 69: Nel suo aspettopi profondo, leros incorpora un conato a superare le conseguenze della caduta, ad uscire dalmondo linizzante della dualit, a ripristinare lo stato primordiale, a superare la condizione di unaesistenzialit duale spezzata e condizionata da altro. Questo il suo significato assoluto; questo il mistero che si cela in ci che spinge luomo verso la donna, elementarmente, ancor prima ditutte le condizionalit [] presentate dallamore umano nelle sue infinite variet relative ad esseri,che non sono nemmeno uomini assoluti e donne assolute, ma quasi sottoprodotti delluno e

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    Dada non piace la Santa Vergine, pu forse piacere la donna? Oforse essa agli occhi di Evola uno dei luoghi privilegiati, in quantoorigine delluomo, del nichilismo dadaista e della sua esigenza dipurit77?

    Linsistenza evoliana, in questi suoi primi scritti, sulla purezza,sul disprezzo della carne, dellutile, della passione, della natura,sullestraneit della energia vitale delluomo allincedere cadavericodel mondo etc., con una bella serie di immagini che sembra presa dipeso dal repertorio gnostico, ci porta infatti a ritenere che il suo odiodella donna, sia pi di natura teologica ed esoterica che volgarmentemisogino-fallocratica78. Da qui la possibile valenza spirituale di taluneespressioni troppo nette, che proprio perch tali, consiglierebbero, aparere di chi scrive, lopposto andare per il sottile. E allora:

    Di due amanti, la vera femmina luomo; perch mentre la donnacome amante fa quel che deve e che non pu che fare, luomo comeamante (a meno che non finga) deve abdicare alla propria nobilt,

    insozzare la sua unicit freddamente pura: rinunciare a s stesso;

    abbandonarsi: ossia divenir femina: carne e fango79.

    dellaltra. Qui dunque data la chiave di tutta la metafisica del sesso: Attraverso la diade, versolunit.77La pittura di Evola alchimia ed allucinazione delle forme astratte. In alchimia lelementomercuriale (Donna, Madre, Acque) in quanto volatile, materia prima dellopera, si riferiscepropriamente alla donna=causa del mondo del divenire, dellindifferenziato, del senza-limite. Diquel desiderio che uccide la potenza. Per questo alladepto necessaria loperazione chiamatafissaggio del Mercurio o Opera al bianco o ancora albedo. Il fisso corrisponde al Maschio,al Figlio, al Fuoco, al Sole. Per Evola lIo purificato e potente del suo Individuo Assoluto. Inquesta fase, il fisso prende il sopravvento, domina e assimila a s il volatile. Cfr. J. Evola, LaTradizione ermetica (1931), Edizioni Mediterranee, Roma, 1996, p. 149: Si tratta dellazionefissatrice che, quasi con la sua sola presenza, lOro rinato esercita sulla potenza evocata, laquale, quando non ha saputo travolgerlo, sospesa dal suo modo di desiderio e di vischiosit,onde da ogni cosa era attratta e presa (simbolo della prostituta) e ridotta invece ad Acquapermanente.78 Cfr. Otto Weininger, Sesso e carattere (1903), Edizioni Studio Tesi, Pordenone, 1992, p. 306:Vorrei dire addirittura: esiste solo un amore platonico. Perch tutto ci che per il resto viendetto amore, appartiene al regno dei porci. Esiste un solo amore: lamore per Beatrice,ladorazione della Madonna. Per il coito c la puttana di Babilonia.79 J. Evola, Gehst zu frauen?, op. cit., p. 31. Il grassetto nostro. Aldo A. Mola afferma che Ladonna come cosa, larticolo pubblicato da Evola su Ignis, n. I del 1925, la rivista del massoneReghini, uno scritto meno estraneo alla tradizione massonica di quanto si possa a tutta primaritenere, ove ci si rammenti della pretesa solarit delliniziazione massonica quale sacerdoziovirile, in Evola e la massoneria: alla ricerca della Tradizione perduta, in Delle rovine e oltre(saggi su Julius Evola), Antonio Pellicani Editore, Roma, 1995, p. 255.

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    Il calore della donna respinto, ma donna appunto passione,altro, bisogno, esigenza da soddisfare per la bassa virilit delluomo-ercole, la brutalit fisiologica:

    La forma di virilit nelluomo leffeminatezza e la decadenza: laforce, cest le dernier abrit des faibles et des impuissants. La forza una fuga, in fondo unabbruttimento: mostra una passivit, come ognielemento naturale. Ercole il tipo pi femineo di uomo80.

    Il ribaltamento di prospettiva evidente: la forza debolezzaperch soddisfa un bisogno di carne, come fanno i cani, per riprendereuna sua similitudine. Evola parte sempre da una quota pi alta dellaterra81, dove non ci sono corpi, ma forze impersonali, Io, spirito etc.Si ricordino gli stracci sporchi che cadono da un corpo di luce:il suo essere corpo, uomo come gli altri, sempre mediato limmediatezza istintuale e quindi da bestie, da uomini delmercato dal suo divenire spirito.

    La veste dei sensi viene bruciata dalla fiamma interiore, ed haun senso solo nellattesa del compimento. Questo vale per la sua artecos come per la sua filosofia. Lo vedremo presto. Ma ancora qualchecitazione:

    [Le donne] traggono la loro possibilit di essere unicamente da unricatto enorme e sfacciato perpetrato ogni giorno sulla foia dei bruti e

    sulla detumescenza cardiaca dei poveri sentimentali tipo Werther:

    vale a dire che, come i vermi, vivono solo per la carne marcia82.

    E infine:

    Una donna naturale sar sempre banale per chiunque abbia unbriciolo di coscienza intellettuale; la pi bella donna, nuda, far

    sempre ribrezzo a chiunque nelle vene non abbia sangue di

    scaricatore di porto83.

    80 Ibid. Forse per questo si fa chiamare, con vezzo femmineo, anche Jules?81 Lespressione del Cardinal Giuseppe Siri, Chiesa, fedeli, mondo, Lettera pastorale, 1962.82 Il grassetto nostro. J. Evola, Gehst zu frauen?, op. cit., p. 32.83 Ivi, p. 33. Cfr. Otto Weininger, Sesso e carattere, op. cit., pp. 307-308: Si sa che la donna non soprattutto bella quando nuda. [] nessuno pu trovare bella la reale donna nuda, gi per il solo

  • Capitolo I

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    Qui sono il sentimento, il culto della vita, la torbida adesione aldesiderio ad essere vilipesi, la donna ne sola lincarnazione letterariasulla bocca di tutti che smania per il bacio e non per la verit. Questoodia il giovane Evola. La Donna quale Natura ostile, simbolo anchedellimpotenza degli uomini, e non le donne84. Il rigore oltreumanodei suoi paesaggi dada non ne che la cifra artistica: visionedellelementare, di un Kosmos preordinato nel e dal senza-tempo incui vortici di delirio trasmutano in vertici di irreali geometrie, cometerre inaccessibili allocchio volgare.

    Lo sguardo evoliano ossessionato dalla purit come valoremetafisico. La sua esigenza di libert tutta nello svincolarsi dallamateria, non per negarla ma per nobilitarla-salvarla: questa la sottiledeviazione patologica che attraversa in tensione escatologica tutta lasua opera. Ed nello stesso tempo il mistero quale fa