JOHN PRINE FOR BETTER, OR WORSE - ird.it · Completano il booklet rare fotografie dell’epoca e...

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n° 28 settembre 2016 News IRD International Record Distribution • www.ird.it • facebook: www.ird.it/mipiace.htm JOHN PRINE FOR BETTER, OR WORSE

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n° 28 settembre 2016

News

IRD International Record Distribution • www.ird.it • facebook: www.ird.it/mipiace.htm

JOHN PRINEFOR BETTER, OR WORSE

Registrato live presso l’hotel 4 Queens di Las Vegas il 2 maggio 1988, il giorno dopo il cinquantaquattresimo compleanno della stessa Shirley Horn, questo nastro, finora inedito, esce dagli armadi della storia, a testimonianza dell’immenso talento di questa grande interprete del jazz. Nove brani di un set che vede la Horn immortalata nel momento del suo grande ritorno sulla scena jazzistica internazionale. Completano il booklet rare fotografie dell’epoca e liner notes dello scrittore James Gavin, ma anche della vocalist Sheila Jordan, della figlia Rainy Smith e di molti altri.

Shirley HornLive At 5 Queens

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A otto album e un Best of dal loro esordio, Lil’ Ed & The Blues Imperials tornano con un nuovo disco elettrizzante, intenso e divertente di autentico Chicago blues. Lil’ Ed Williams, autore o co-autore di dodici delle quattordici tracce, aggredisce i testi come fa con la sua chitarra: con un’intensità scarna che fa sembrare ciascuna parola una questione di vita o di morte. Ad accompagnare la sua chitarra esplosiva e la sua voce scanzonata e passionale nel mix gioioso di boogie al fulmicotone, shuffle divertenti e blues lenti e strazianti c’è l’energia dei Blues Imperials, con il loro groove ruvido al punto giusto. La formazione, ormai rodata da trent’anni di successi di pubblico e critica, si conferma così ancora una volta come portavoce di quel sound roco e scivolato tipico del blues di Chicago e ci regala una colonna sonora su cui ballare, in una festosa celebrazione di una sopravvivenza conquistata con il sudore.

Lil’Ed & The Blues ImperialsThe Big Sound of Lil’Ed& The Blues Imperials

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Figura di spicco dell’americana, musicista d’eccellenza, acclamato polistrumentista e cantautore, esordisce per la Red House con “The Blues, The Whole Blues and Nothing But The Blues”. L’album, prodotto dal vincitore di tre Grammy Larry Campbell, rappresenta una pietra miliare per Bromberg, che ci offre un’attenta selezione di gemme blues per veri intenditori, splendidi originali e pezzi tradizionali a cui apporta il suo tocco personale. Spinto dalla straordinaria maestria musicale di Bromberg e dalla sua forza interpretativa, da un’ottima band e dai raffinati arrangiamenti dei fiati di Campbell, questo nuovo album raggiunge vette elettrizzanti, senza però mancare mai di intimità acustica grazie agli arrangiamenti dei pezzi di Robert Johnson, Bobby Charles, George “Little Hat” Jones, Ray Charles, Sonny Boy Williamson e altri. Dopo aver infuso nuova linfa vitale a questi classici, Bromberg scandaglia le profondità della storia musicale per riemergere con gioiellini nascosti come “How Come My Dog Don’t Bark When You Come ‘Round?” e “900 Miles”, una vecchia canzone country qui reinterpretata in chiave blues alla Howlin’ Wolf. E pur restando fedele al genere, Bromberg non scivola mai nella malinconia e continua a dimostrarsi divertente, geniale e arguto come agli inizi.

David Bromberg BandThe Blues, The Whole Blues and Nothing But The Blues

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In questo nuovo album per la Smoke, il trombonista e compositore Steve Turre esplora per intero il suo spettro sonoro. I dieci pezzi, suddivisi in maniera equa tra classici del genere e nuove composizioni che omaggiano la tradizione, presentano un’ampia gamma di sfumature, volte a celebrare alcuni degli artisti storici a cui Turre si ispira e che in alcuni casi lo accompagnano. Il virtuosismo del trombone di Turre diventa così uno solo dei colori della tavolozza, cui vanno ad accostarsi una serie di suoni in sordina e la sua originalissima maestria con le conchiglie. Turre è supportato da una sezione ritmica di leggende del jazz: il pianista Kenny Barron, il bassista Ron Carter e il batterista Jimmy Cobb. In quattro dei pezzi alla band si aggiunge il sassofonista Javon Jackson, formatosi come Turre tra le fila dei Jazz Messengers di Art Blakey, mentre la traccia conclusiva è un’entusiasmante esecuzione di “Corcovado” di Jobim, impreziosita dal tocco innovativo delle conchiglie di Turre e dalla partecipazione percussionista Cyro Baptista. Nel complesso, danno vita a un elettrizzante tributo a luminari scomparsi come John Coltrane, J.J. Johnson e Thelonious Monk.

Steve TurreColors for the Masters

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Una delle voci più inconfondibili della storia della musica fa il suo ritorno in una veste inedita. Macy Gray esordisce per Chesky Records con un nuovo album dal sapore jazz: “Stripped”. Accompagnata da grandi nomi del jazz quali Ari Hoenig (drums), Daryl Johns (bass), Russell Malone (guitar) e Wallace Roney (trumpet), la voce di Macy trova una dimensione in cui riuscire a dispiegarsi in libertà. A pezzi originali si alternano affascinanti cover e sensazionali nuovi arrangiamenti di classici come “I Try”, il singolo già vincitore di un Grammy nel 1999, anno del suo esordio con il pluripremiato “How Life Is”. “Stripped” è un album senza tempo in grado di soddisfare tutti i palati musicali, ulteriormente impreziosito dalla qualità superiore del suono Binaural+, registrato in alta risoluzione con un unico microfono per dare all’ascoltatore l’impressione di trovarsi di fronte alla band, in uno spazio sonoro tridimensionale e ricco di sfumature.

Macy GrayStripped

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Con alle spalle numerosissime importanti collaborazioni Fabrizio Poggi, cantante, armonicista e scrittore premio Oscar Hohner Harmonicas e più volte candidato ad altri premi internazionali, approda al suo album n. 20. Un traguardo importante, tagliato dal bluesman italiano più conosciuto al mondo nel migliore dei modi con questo nuovo album pubblicato dalla Appaloosa, etichetta per la quale Poggi ha già registrato “Spaghetti Juke Joint” e “Il soffio della libertà”. “Texas Blues Voices” è un sentito omaggio a una delle terre che molto ha dato in passato alla “musica del diavolo”, grazie ad autentiche leggende (come Blind Lemon Jefferson, Lightnin’ Hopkins, Blind Willie Johnson, T-Bone Walker e Freddie King) la cui eredità artistica, oggi più che mai viva, Poggi ha voluto testimoniare coinvolgendo nel suo album grandi uomini e donne del blues già citati in precedenza, oltre a strumentisti di vaglia come il chitarrista Joe Forlini, il pianista e organista Cole El Saleh, il bassista Donnie Price e il batterista Dony Wynn.

Fabrizio PoggiTexas Blues Voices

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Con “Sunday Night at the Vanguard” il trio storico in cui il maestro Fred Hersch al piano dialoga con il basso di John Hébert e la batteria del sensibilissimo Eric McPherson supera con elegante semplicità i già grandissimi successi del passato. Negli ultimi sette anni la formazione ha infatti attirato il plauso della critica con lavori come il doppio album del 2012 “Fred Hersch Trio – Alive at the Vanguard”, vincitore del principale premio jazz francese, il Grand Prix du Disque, e l’acclamato “Floating” del 2014, che ha ricevuto due nomination ai Grammy (entrambi usciti per Palmetto). Registrato nel leggendario jazz club dove ormai Hersch è di casa, “Sunday Night at the Vanguard” si dispiega in tutta l’intensità drammatica e la potenza narrativa che rendono le sue performance un’esperienza rivelatrice. Giocosità vivace e lirismo estasiante, elasticità ritmica ed esplorazione armonica caratterizzano lo stile del consolidato trio, che per tutto l’album mantiene una sicurezza e un affiatamento straordinari e dimostra una compostezza e un’armonia funamboliche.

Fred Hersch TrioSunday Night At The Village Vanguard

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Diretto e senza compromessi. È così che si presenta a noi Lydia Loveless nel suo ultimo “Real”, disco dal gusto agrodolce, che tralascia le influenze finora seguite per dedicarsi alla sperimentazione di nuove sfumature musicali. Insieme alla sua band (Todd May alla chitarra, Ben Lamb al basso, Jay Gasper al pedal steel e tastiere e George Hondroulis alla batteria e percussioni) Lydia ci propone dieci canzoni imperdibili. In “Real” troviamo punte di proto punk, che non stonano accanto a melodie pop e roots, in un viaggio accattivante, a tratti tenero, talvolta tormentato, ma comunque sempre alla ricerca di un fragile equilibrio tra le emozioni umane, il reale, appunto.

Lydia LovelessReal

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CD o LP

Featuring: Ruthie Foster, W.C. Clark, Lavelle White, Mike Zito, Bobby Mack, Carolyn Wonderland, Guy Forsyth, Shelley King, Mike Cross.

APPALOOSA

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Secondo album per l’accoppiata Rob Ickes e Trey Hensley, “The Country Blues” è l’incredibile seguito del fortunatissimo “Before The Sun Goes Down”. Un vortice di gustose reinterpretazioni di pezzi di Hank Williams, Sonny Boy Williamson, Merle Haggard e altri, ma anche brani originali come “Everywhere I Go Is A Long Way From Home” e la strumentale “Biscuits And Gravy”. Ad accompagnare Ickes e Hensley troviamo Mike Bub al basso e John Alvey alla batteria per un disco dove non mancano tocchi di funk, punte di jazz e rock sudista e che vede la partecipazione di artisti come Ron Block, Vince Gill, Aubrey Haynie, Carl Jackson, Shawn Lane, Andy Leftwich, Robinella e John Randall Stewart. Ottimo album di americana music

Rob Ickes & Trey HensleyThe Country Blues

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“Long I Ride” celebra i 40 anni di attività dei Special Consensus, band bluegrass nata nel 1975, la cui line up attuale prevede Rick Faris alla chitarra e voce, Nick Dumas al mandolino e voce, Dan Eubanks al basso e voce e il fondatore Greg Cahill al banjo. “Long I Ride” non solo propone dieci brani fantastici, tra cui alcune cover di pezzi di Stoney LaRue, Josh Graves, Lerry Cordle e altri, ma è affollato di partecipazioni notevoli, come quelle di Della Mae, Rob Ickers, Trey Hensley, Alison Brown e Summer McMahan.

Special ConsensusLong I Ride

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“Prince of Persia” è il primo lavoro discografico del sassofonista Piergiorgio Elia che si presenta come leader di un quartetto internazionale formato dal pianista Davide Logiri, dal batterista Alessio Pacifico e dal contrabbassista gallese Ashley John Long. Il repertorio di “Prince of Persia”, ci offre una dimensione sonora originale, nella quale l’impianto formale e le soluzioni messe in campo nell’arrangiamento degli standard e delle composizioni originali cercano un bilanciamento tra una dimensione più accademica e una matrice Black, muovendosi a cavallo tra suggestioni classiche e grandi slanci virtuosistici.

Piergiorgio Elia QuartetPrince of Persia

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Nuovo album per la cantante e attrice Francesca Elena Monte con un disco dedicato a Chico Buarque de Hollanda, che nasce dalla grande passione che la cantante coltiva verso la musica popolare brasiliana, un genere vasto e dalle mille sfaccettature. Francesca ha scelto di omaggiare questo grande musicista brasiliano in quanto straordinario rappresentante della cultura brasiliana e livello musicale, poetico e politico. Francesca ha provato con impegno, dedizione e molto rispetto a realizzare alcune traduzioni dal portoghese all’italiano, cercando di restituire appieno le atmosfere e le sfumature peculiari della musica popolare brasiliana. Il risultato finale, con enorme soddisfazione della cantante, è stato autorizzato e approvato dallo stesso Chico Buarque, che si è mostrato molto soddisfatto del progetto nella sua interezza. Hanno collaborato alla realizzazione e alla produzione dell’album uno dei migliori chitarristi jazz in Italia, brasiliano di origine, Roberto Taufic, il quale è riuscito a creare arrangiamenti sontuosi e coinvolgenti, e Riccardo Fioravanti, illustre contrabbassista jazz che ha prestato la sua esperienza e la sua grande sensibilità per arricchire il tutto. Feat. Roberto Taufic (chitarre) e Riccardo Fioravanti (contrabbasso).

Francesca Elena MonteOcchi Negli Occhi (Omaggio a Chico Buarque)

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La musica irlandese con un tocco francese! L’album omonimo dei Doolin’, band celtica originaria di Toulouse, è un disco fresco e dal suono unico, che vede la partecipazione di John Doyle nella doppia veste di produttore e musicista. La band è volata a Nashville per registrare nello storico studio di proprietà della Compass Records un set di tredici canzoni che catturano l’anima fiera, evocativa, ma anche riflessiva della band, tra brani originali dai suoni classici e cover particolarmente ben riuscite (una su tutte “Famine” di Sinéad O’Connor). Non mancano anche special guest come Taron Benson, Alison Brown, Ashley Davis, Jerry Douglas, Kenny Malone, Michael McGoldrick e Mary Shannon.

Doolin’Doolin’

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Tomas Sauter (basso), Ralph Alessi (tromba), Luzius Schuler (rohdes) e Dominik Burkhalter (batteria). Sono questi i talenti che si combinano in “Mind Reader”, album di estrema bellezza che ci conquista con una combinazione unica di parti eguali di groove music, jazz ed elementi di improvvisazione. Delle dieci composizioni presenti, sei nascono dalla penna dello stesso Sauter, mentre il resto è stato composto da tutti gli artisti del disco.

Tomas SauterMind Reader FEAT. RALPH ALESSI

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La pluripremiata etichetta canadese di roots Stony Plain celebra i suoi primi quarant’anni di attività con un triplo disco che contiene in tre fondamentali capitoli la storia di una casa discografica che da quattro decenni è un punto di riferimento all’interno del panorama mondiale della musica indipendente. La tradizione di una compilation nasce nel decimo anniversario dell’etichetta e continua tutt’ora, con questo meraviglioso trittico accompagnato dalle liner notes del pubblicista canadese Richard Flohil che si spiega in tre capitoli ben definiti che indagano il cantautorato/songwriting (CD1), blues/R&B/gospel/swing/jazz (CD2) e, infine, alcune rarità e materiale mai pubblicato prima d’ora (CD3) di Eric Bibb, Duke Robillard, Maria Muldaur, David Wilcox e molti altri. 3 cd di cui 1 inedito!

AAVVStony Plain 40 Years

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Il Prolifico batterista e compositore Dave King è ben noto per il suo lavoro propulsivo in un certo numero di bande diverse fino alla creazione della sua Trucking Company, che nasce dalla necessità di giocare fuori dagli schemi, tra il jazz e l'avanguardia, troviamo anche il rock, il country e il blues. Il loro sound davvero unico viene dalla commistione di queste influenze insieme alla strumentazione composta da due sax tenori (Chris Speed, Brandon Wozniak), una chitarra (Erik Fratzke), un basso (Chris Morrissey) e, ovviamente, la batteria di Dave King.

Dave King Trucking CompanySurrounded by the Night

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Scovata dalla Sunnyside Records tra web e social media, Camille Bertault debutta con il suo disco d’esordio “En Vie”, album che certo non deluderà i suoi ammiratori. La vocalist francese non ancora trentenne incanta con un programma che si dipana tra brani originali e alcune importanti standards di Herbie Hancock, Wayne Shorter, Jimmy Rowles e Duke Ellington, splendidamente reinterpretati da Camille e accompagnati da Olivier Hutman al piano, Gildas Boclé al basso, e Antoine Paganotti alla batteria.

Camille BertaultEn Vie

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Ci sono momenti in cui si ha la necessità di una pausa, di un cambio di passo. Per il trombettista e compositore Duane Eubanks il punto di svolta è arrivato, dopo qualche anno, con il terzetto DE3, progetto jazzistico che prende forma in “Live At Maxwell’s”, con interessanti sfumature e giochi tra le parti. Duane Eubanks (tromba), Dezron Douglas (basso) e Eric McPherson (batteria), sollecitati dall’ingegnere del suono Jimmy Katz, si allontanano consapevolmente dal tipico album in studio e il loro tentativo di creare qualcosa di unico, respirando la musica a modo loro, è una ricompensa per tutti gli ascoltatori.

DE3Live at Maxwell’s

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La musica dei Der Weise Panda non segue la strada già battuta da altri. Il jazz di questa band è innovativo, pone delle domande all’ascoltatore attraverso la fluttuante voce di Maika Kuster, magistralmente supportata dal pianista Simon Seeberger, il bassista Yannik Tiemann e il batterista Jo Beyer. La musica parla all’istinto di ognuno di noi, arriva diretta e scevra di costrutti intellettuali e viene proposta da musicisti di altissimo livello che hanno composto le proprie parti singolarmente per poi combinarle in undici brani straordinari.

Der Weise PandaMam

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C’è un fatto umano dietro la genesi dei nove brani di “Is Seeing Believing?”, ovvero l’esperienza di David Liebman come direttore artistico della International Association of School of Jazz. L’album è una conversazione musicale tra il flautista e sassofonista statunitense e altri importanti artisti, come il pianista Mario Laginha, il chitarrista Ricardo Pinhero, il contrabbassista Massimo Cavalli, il batterista Eric Ineke, Dave Liebman al soprano e tenor saxs. Cinque musicisti provenienti da 4 Paesi diversi, ognuno dei quali portatore di una personalissima interpretazione del jazz e delle sue forme.

Liebman, Ineke, Laginha,Cavalli, Pinheiro quintetIs Seeing Believing?

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Il tessuto creativo musicale delle Marche si arricchisce di una nuova formazione che vede il più grande batterista jazz, Massimo Manzi, tra gli artefici, ed il maceratese Emanuele Evangelista al pianoforte. Affiancato da altrettanti validi e talentuosi musicisti come Giacomo Uncini alla tromba, Marco Postacchini al sax tenore, e Gianludovico Carmenati al contrabbasso. Il “Bloom Jazz quintet” si cimenta con un cd composto da otto brani di cui sei inediti, brani che, da un punto di vista stilistico, si riconoscono perfettamente tra il “bepop” e il “new hardpop”. Prodotto Da Sergio Ceschini per la “Saxa Avulsa produzioni” gli otto brani diventano una testimonianza univoca e raffinata della caratteristica peculiare del jazz, ovverossia quella d’essere una forma musicale sincretica ed in continua evoluzione. Il cd propone un jazz migrante per una formazione altrettanto migrante nella sua presentazione al pubblico nella regione Marche e non solo.

Bloom Jazz QuintetSunny Sunday

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Primo album per questo GPN Trio formato da tre grandi musicisti di fama internazionale e si sono uniti per un grande progetto. Ottima rivisitazione di due bellissimi brani: “Softly As In A Morning Sunrise” e “Just Friends”, per poi lasciare spazio a brani originali, molto interessanti composti da Mauro Negri. Il packaging contiene un foglietto, sul quale vi è riportato un link, con il quale sarà possibile scaricare gratuitamente il video in full HD riguardante le sessioni in studio di tutti i brani. Disco consigliato agli amanti del Jazz e dintorni.

GPN TrioInterlace

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Abbiamo atteso a lungo questo nuovo disco del pianista, compositore e direttore d’orchestra Vassilis Tsabropoulos che in “Eleison” esplora ancora una volta in profondità le radici della musica antica e l’affascinante natura della musica sacra bizantina. Questa volta al fianco di Tsabropoulos troviamo la talentuosa cantante Nektaria Karantzi, partner perfetta per questo programma di dieci brani per piano e voce.

Vassilis TsabropoulosEleison

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Feat. Massimo Manzi

Giovanni Giorgi, Lorenzo Poli, Mauro Negri

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Interessante trio, quello guidato dal pianista Spike Wilner in “Koan”, e completato da Tyler Mitchell al basso e Anthony Pinciotti alla batteria. in “Koan” troviamo pilastri del passato che hanno fatto la storia del jazz, ma anche nuove composizioni dello stesso Wilner. Un’ispirazione tutta zen (“Koan” è il nome di un gioco di parole buddista) che per dodici brani segue un’accattivante investigazione dell’animo umano grazie al supporto stabile dell’accoppiata Mitchell – Pinciotti.

Spike WilnerKoan

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In questo suo quarto album per casa Posi-Tone l’organista Brian Charette ci conduce attraverso un intenso tour de force con il suo Hammond B-3. Il programma di “Once & Future” attraversa un vasto repertorio di stili. Lo strumento di Charette rimane chiaramente fondamentale, ma è in questo caso accompagnato dagli ottimi Will Bernard alla chitarra e Steve Fidyk alla batteria. Tra i 14 brani che compongono il set non mancano composizioni originali ad opera dello stesso Charette e personalissime reinterpretazioni di grandi classici di James Brown (Ain't It Funky Now), Larry Young (Tyrone) e molti altri.

Brian CharetteOnce & Future

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Come un mentore musicale con un occhio sempre fisso al futuro, il trombonista e astro nascente della scena jazz Michael Dease ha raccolto intorno a sé per questo disco un giovane gruppo di interessanti musicisti del momento, come Behn Gillece al vibrafono, Glenn Zaleski al piano, Endea Owens al basso e Luther Allison alla batteria con la straordinaria partecipazione di Markus Howell ale Immanuel Wilkins che si alternano al SaxAlto. “Father Figure” si snoda tra composizioni originali e arrangiamenti di classici come di Charlie Parker e altri.

Michael DeaseFather Figure

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Il sassofonista Tom Tallitsch esprime la propria empatia con il suo nuovo “Gratitude”, disco di undici brani per la maggior parte originali con alcuni arrangiamenti di classici assoluti come “Gold Dust Woman” (Nicks), “Because” (Lennon/McCartney), e “Thank You” (Paje/Plant). Tallitsch è accompagnato dalla solida sezione ritmica composta dal pianista Jon Davis, il bassista Peter Brender e il batterista Rudy Royston, mentre in un paio di tracce troviamo la special guest Brian Charette all’organo. Sia come sassofonista che come band leader Tallitsch è capace di far arrivare ai propri ascoltatori brillanti passaggi melodici e tutto l’entusiasmo della band impegnata in “Gratitude”.

Tom TallitschGratitude

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Quarto album per il trombonista David Gibson in casa Posi Tone. Mosso da grande sperimentazione, gibson ricerca in se stesso l’ispirazione per scoprire uno sprazzo di gioia e rinnovare il proprio senso propositivo. Al disco collabora un nutrito gruppo di talenti jazzistici del momento: troviamo quindi Feddie Hendrix alla tromba, Theo Hill al piano, Alexander Claffy al basso e Kush Abadey alla batteria, mentre fanno la loro apparizione in un paio di tracce i sassonofonisti Doug Webb e Caleb Curtis. La ricerca interiore di Gibson attraversa un nutrito programma di nove brani tra nuove composizioni e arrangiamenti di grandi classici.

David GibsonInner Agent

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Per questa settima uscita per casa Posi-Tone, il sassofonista Doug Webb non sembra avere limiti di sorta e propone una release impeccabile, dove il tono è sempre robusto e l’articolazione dei suoni decisamente acuta. Lungi, però, dall’essere un disco meramente tecnico, “Bright Side” propone un programma di dodici brani che indagano un vasto spettro di sonorità e stili, incastrando qua e là veri gioielli dal punto d vista melodico. Un contenuto del genere ha reso necessario mettere insieme una band di tutto rispetto di grandi artisti della scuderia Posi-Tone, come Joe Magnarelli alla tromba, Brian Charette all’organo, Ed Cherry alla chitarra e Steve Fidyk alla batteria.

Doug WebbBright Side

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Il chitarrista Ed Cherry ritorna alle scene con questa sua seconda uscita per casa Posi-Tone e per l’occasione chiama accanto a sé l’organista Kyle Koehler e il batterista Anwar Marshall. Il suo approccio fresco all’organ trio è alla base di questo “Soul Tree” con un swing coinvolgente e inebriante, ma allo sesso tempo elegante ed evocativo come nel migliore modern jazz. Dieci brani tra composizioni dello stesso Cherry e classici di Heat, Coltrane, Land e altri, per un disco brillante che combina tre talenti assoluti del panorama jazzistico Americano.

Ed CherrySoul Tree

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In “The Way You Say It” è un disco all’insegna della versatilità. Il sassofonista e compositore Walt Weiskopf prova qui a esplorare punti di vista differenti attraverso una band che si dedica a una molteplicità di stili e suoni. Le composizioni originali di Weiskopf e i suoi intriganti arrangiamenti di alcuni classici (“Scarlet Woman”, “Candy” e “Segment”) incolleranno l’ascoltatore a questo disco di straordinaria precisione tecnica, nelle mani di una band di tutto rispetto completata da Brian Charette all’organo, Behn Gillece al vibafono e Steve Fidyk alla batteria.

Walt WeiskopfThe Way You Say It

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Il bassista Peter Brendler ci incoraggia ad aprire le nostre orecchie e a farci guidare dalla musica in questo “Message In Motion”, secondo disco nei panni di band leader per casa Posi-tone. Lo segue il resto di un quartetto straordinario, con Rich Perry al sax tenore, Peter Evans alla tromba e Vinnie Sperrazza alla batteria, seguiti dalla guest star Ben Monder alla chitarrista in quattro delle dieci tracce del disco, che si snoda tra composizioni originali e qualche interessante reinterpretazione di classici di Alice Coltrane, Duke Ellington e Elliot Smith.

Peter BrendlerMessage In Motion

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“Out & About” è la testimonianza della versatilità del chitarrista californiano Will Bernard che, insieme ad una band di ottimo livello, attraversa una variegata palette di generi e stili. Il programma si compone di undici brani originali straordinariamente interpretati da una band stellare, che vede accanto a Will Bernard alla chitarra, John Ellis al sax, l’organista Brian Charette, il geniale Ben Allison al basso e il portentoso Allison Miller alla batteria.

Will BernardOut & About

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Primo album da solista per Melissa Menago, cantautrice di Philadelphia maggiormente conosciuta per la sua militanza come vocalist principale dei June Divided, band statunitense con un certo seguito. Con il suo unico mix di lavori originali, cover e medleys, “Little Crimes” è l’album perfetto per la voce di Melissa, con le sue sfumature creative che sposano una voce senza tempo, sia che si tratti di composizioni originali come “Traveler” o “Smoke Signs”, o un classico come “Hallelujah”. Anche “Little Crimes” è parte della serie Chesky Binaural +, una metodologia di registrazione che assicura al pubblico una qualità del suono assoluta, che soddisferà anche il pubblico audiofilo più esigente.

Melissa MenagoLittle Crimes

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Per quasi 30 anni il nome di Dex Romweber è stato sinonimo di un ottimo rock, reale e diretto, che ha lasciato il segno su generazioni di musicisti. Sia insieme al Flat Duo Jets, ma anche come solista, Dex ha impattato su artisti del calibro di The White Strioes, The Black Keys e The Kills. Ora, con “Carrboro”, quarto album per casa Bloodshot, ci propone 13 brani assolutamente accattivanti, che vedono impegnato Dex Romweber con la maggior parte degli strumenti. Dalle sonorità quasi hillbilly fino ad una personalissima cover di “My Funny Valentine”, “Carrboro” (disponibile sia in CD che in LP) scorre veloce nel suo turbinio di stili ed energia.

Dex RomweberCarrboro

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I Banditos ci hanno ormai abituato a continue sorprese e questa edizione limitata 7” è l’ultima pensata di questa band di Birmingham, Alabama. “Fun All Night / I Put a Spell On You”, ci presenta una fantastica doppietta composta da un nuovo brano e la cover di "I Put a Spell On You", un grande successo di Screamin' Jay Hawkins.

BanditosFun All Night

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Da casa Chesky presentiamo prima edizione in vinile 180gr. di questo capolavoro vocal-jazz per una delle più interessanti vocalist degli ultimi anni. Questo vinile è un’edizione limitata “Special Edition Pressing” e sul retro troviamo tutti i testi delle canzoni. LP 180gr alta qualità audiophile.

Rebecca PidgeonThe Raven

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Il cantante e armonicista di Chicago Omar Coleman si fa portatore di uno straordinario mix di blues con aggiunte di funk e altre influenze che contribuiscono a creare un sound inconfondibile. Uno dei capofila della nuova generazione bluesman, Coleman non ha paura di prendere il tradizionale blues della sua città natale e di trasformarlo in qualcosa di nuovo, come nel caso di “Live!”, disco registrato dal vivo presso il Rosa’s Lounge di Chicago che si pone sulla scia del successo dell’esordio in casa Delmark intitolato “Born & Raised”. In “Live!” accompagnano Coleman Pete Galanis alla chitarra, Neal O’Hara alle tastiere, Marty Binder alla batteria e Dave Forte al basso (sostituito da Ari Seder nelle tracce 6 e 10).

Omar ColemanLive!

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V I N I L E180gr

V I N I L E180gr

CD o LP

45 giri

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Interessante ensemble quello che troviamo protagonista in “Moments In Time”. Guidato dalla premiata ditta David Ambrosio (al basso) e Russ Meissner (batteria), il sestetto si completa con i talenti di Loren Stillman (sax alto), Matt Renzi (Sax tenore e coro inglese), Leonard Thompson (piano) e Nate Radley (chitarra). “Moments In Time” ci conquista con un creativo programma di nove brani originali composti dagli stessi Meissner e Ambrosio, con una traccia del pianista Thompson.

Davis Ambrosio& Russ MeizssnerMoments in Time

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Feat. ERIC ALEXANDER, JOHN WEBBER E JIMMY COBB Federico Bonifazi è un talento tutto italiano, una delle promesse sulla panorama jazzistica nazionale e non solo. In “You’ll See” troviamo, oltre a una splendida cover di “Vedrai Vedrai” di Luigi Tenco, un programma di composizioni originali e interessanti! Dopo gli studi tra Torino e Parigi Bonifazi si è ritagliato un posto di tutto rispetto sulla scena neworkese con un disco che vede la preziosa partecipazione degli amici e colleghi Eric Alexander (sax tenore), John Webber (basso) e Jeremy Cobb (batteria).

Federico BonifaziYou’ll See

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L’ottuagenario pianista veterano dell'hard bop jazz Freddie Redd ha ancora molto da dire al suo pubblico e lo fa con questo “With Due Respect”, che esce per casa SteepleChase. Con uno squisito programma di nove brani inediti, Redd guida magistralmente un sestetto di musicisti di prim’ordine e di qualche generazione più giovane della sua, come Chris Byars al sax alto e flauto, John Mosca al trombone, Stefano Doglioni al clarinetto basso, Jay Anderson al basso, Billy Drummond alla batteria e James Byras all’oboe. Una interessante prova di jazz, un confronto e una collaborazione tra generazioni.

Freddie ReddWith Due Respect

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Una delle “scoperte” più interessanti dell’ultimo periodo è certamente Enrico Cipollini, giovane artista ferrarese, già con “trascorsi” con band come Underground Railroad, Free Jam e Violassenzio, che ha deciso di dedicarsi alla carriera solista. Dopo l’uscita di un EP intitolato “Songs From The Shelter”, Enrico approva adesso alla prima prova sulla lunga distanza. E si tratta di un lavoro che merita di essere ascoltato. I riferimenti musicali sono molto spostati su certo songwriting americano legato al Country Folk, con anche qualche accenno al Blues come avviene in “Do What You Can”. Enrico si è avvalso della collaborazione di ottimi musicisti come Chiara Giacobbe al violino e voce, Iarin Munari alla batteria, Roberto Catani al basso e Andrea Franchi al violoncello, un viaggio diviso in 13 tappe attraverso generi e stili diversi. Ottima recensione Mescalina!!

Enrico CipolliniStubborn Will

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Il sassofonista e compositore Ari Ambrose si è guadagnato il plauso della critica internazionale con un talento e una carriera che lo hanno reso uno dei protagonisti del panorama jazzistico contemporaneo. Per questo suo quattordicesimo album, “Retrospect”, Ambrose accosta a composizioni originali alcuni brani che lo hanno particolarmente colpito durante i suoi anni di formazione. Accanto ad Ambrose troviamo il trombettista Alex Norris, il pianista Jeremy Manasia, il bassista Jay Anderson e il batterista Donald Edwards.

Ari AmbroseRetrospect

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IL GRANDE BLUES SUONA DA NOI

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ALESSANDRO SIPOLOCandidato tra i 50 migliori album dell’annocon artisti del calibro di:

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Bobo Rondelli

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Kim Waters è un’autentica star del genere Smooth Urban Jazz con oltre vent’anni di carriera alle spalle. Il suo approccio ‘crossover’ lo rende amato sia dai fan dell’R&B, sia da quelli del jazz. Brillante, dinamico e romantico al tempo stesso, “Rhythm And Romance” di trasporta in un viaggio attraverso suadenti composizioni originali, personali reinterpretazioni di alcuni brani famosi e interessanti partecipazioni come quella di Chris “Big Dog” Davis. Waters passa da ballate a brani vigorosi, senza mai abbandonare il tocco smooth jazz che lo contraddistingue.

Kim WatersRhythm and Romance

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Scrive la rivista Jazztime: “Will Downing è l’uomo giusto per mettere in moto le emozioni”. Questo grande interprete soul è conosciuto e apprezzato sia nel mondo dell’R&B ma anche in quello del jazz e in “Black Pearls” troviamo il suo personale omaggio alle più importanti voci femminili nella storia dell’R&B, reinterpretate dal punto di vista maschile. Se alla regia troviamo il famoso produttore Barry Eastmond (Aretha Franklin, Anita Baker), all’interno del disco spiccano le notevoli partecipazioni di Kirk Whalum e Najee. Il progetto perfetto per coronare i 28 anni di carriera di Will Downing!

Will DowningBlack Pearls

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La musica del pianista e compositore venezuelano Silvano Monasterios è orecchiabile e accattivante, con la sua struttura elegante e raffinata. “Partly Sunny” è il suo secondo album per casa Savant ed è uno splendido esempio di latin jazz, pur senza alcuno sforzo di adattarsi alle convenzioni e alle definizione di questo genere. Un interessante storytelling in perfetto stile venezuelano, accompagnato da una lineup di tutto rispetto, che vede impegnati Anat Cohen al clarinetto, Troy Roberts al sax, Jonathan Dadurka al basso, Rodolfo Zùniga alla batteria e Roberto Quintero alle percussioni.

Silvano MonasteroPartly Sunny

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Nuovo album su la Skip per questo trombettista e compositore nato in Germania e di origine indiana, avvicinandosi fin dalla giovane età al jazz. I suoi punti di riferimento sono stati Davis e Coltrane esplorando la musica africana e la musica asiatica. In questo nuovo album, il jazz moderno di Martin Dahanukar supporta forti influenze dall’estremo Oriente come le melodie asiatiche ed allo stesso tempo mantiene un forte legame con i suoni classic jazz e dei suoi principali elementi come il blues. In “”raumers Rauschen” la tromba di Martin Dahanukar è supportata dal piano e Fender Rhodes di Michael Haudenschild, dal double-bass di Philipp Moll e dal percussionista Willy Kotoun. Ottimo!

Martin DahanukarTraumes Rauschen

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C’è un detto che afferma che i grandi artisti non suonano due volte lo stesso brano. Questa massima è vera per il sassofonista Jerry Bergonzi, musicista intellettuale di grande integrità che torna all’organ-tenor trio in questo disco pubblicato per Savant Records. Sin dall’apertura con il classico di Cy Coleman “Witchcraft” e per tutto lo svolgimento del disco, la sua interpretazione è tanto spontanea quanto intensa, sempre fresca, pur distinguendosi dalla norma. Lo accompagnano magistralmente Renato Chicco all’organo e Andrea Michelutti alla batteria.

Jerry BergonziSpotlight on Standards

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Quinta uscita per Marcos Amorim, chitarrista brasiliano famoso in tutto il mondo. Oltre ad Amorim alla chitarra troviamo Rafael Barata alla batteria, Auguto Mattoso al basso e Itamar Assiere al piano Rhodes. “Sea Of Tranquiliti” evoca immagini poetiche e solitarie, che si dipanano attraverso un programma onirico di otto tra composizioni originali e la cover di “Pedras Rolando (di Beto Guedes e Ronaldo Bastos). Completa il disco una splendida bonus track: “Wooden Face Blues”.

Marcos AmorimSea Of Tranquility

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Jim Suhler, texano, è un chitarrista rock blues con gli attributi. Già membro della band di Thorogood, oltre che leader dei Monkey Beat, Suhler è un animale da palcoscenico. Come dimostra questo disco dal vivo dove il nostro, con una formazione a quattro, esegue classici brani tratti dai suoi dischi precedenti. E lo fa suonando in modo vigoroso, quasi feroce, come è nel suo stile. Rockin’ the blues. 15 brani texas blues dal vivo dove possiamo ascoltarlo al meglio della sua forma

Jim Suhler & Monkey BeatLive At The Kessler

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La musica è un luogo di incontri profondi nello spazio e nel tempo e l’incontro tra Tony Hymas e il cantautore, poeta e scrittore monegasco Léo Ferré è narrato in questo “Joue Leo Ferre”. Il disco, davvero affascinante, è lo strumento attraverso cui Tony Hymas evidenzia attraverso un unico strumento di musica e poesia tutta la forza compositiva di un autore come Léo Ferré. Un disco consigliato a tutti gli amanti di autori come Keith Jarrett, Glenn Gould , Paul Bley , Brad Mehldau , Martial Solal , Maria João Pires , Giovanni Mirabassi o Bill Evans.

Tony HymasJoue Léo Ferré

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C’è un vecchio detto che gira nel mondo della musica che recita “Come si chiama colui che si accompagna ai musicisti? Il cantante!”. Se per taluni nomi del panorama vocal questo sarcastico epiteto è reale, per il versatile vocal performer italiano Boris Savoldelli, che esce in trio insieme al sassofonista Raffaele Casarano e il bassista Marco Bardoscia. È con questa formazione che nasce “The Great Jazz Gig In The Sky” e l’idea di confrontarsi con il monumentale disco dei Pink Floyd “Dark Side Of The Moon”. Un straordinario approccio creativo rispetto ad un materiale familiare alla maggior parte dei musicisti. Il risultato è una meraviglia caleidoscopica di suoni ed emozioni, portata avanti con stile, humour e capacità musicali impeccabili, ma soprattutto un profondo amore per l’ispirazione che pervade la band durante lo scorrere del disco.

Savoldelli, Casarano, BardosciaThe Great Jazz Gig In The Sky

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Una band americana dal nome orientaleggiante. Gli Zhongyu nascono dall’idea del compositore Jon Davis (stick, tastiere, percussioni, theremin) riunitosi insieme a James DeJoie (sax baritono, flauto, percussioni, voce), Randy Doak (batteria e percussioni), Dennis Rea (chitarra acustica ed elettrica) e Alicia DeJoie (violino elettrico). La loro musica è un affascinante mix di strumenti orientali e occidentali, ma anche di influenze rock in opposition, progressive rock, jazz e musica asiatica, sempre spostando più in alto l’asticella dei propri limiti. La sperimentazione si fa totale e tocca tutti gli aspetti musicali di una band che fa dell’esplorazione di nuovi territori la propria missione.

ZhongyuZhongyu

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Il tributo di Jim Gallaway, Ralph Sutton, Milt Hinton e Gus Johnson ad una delle leggende della musica di tutti i tempi. La scelta, durante queste sessioni del 1988, non è caduta sui brani più noti, bensì su quelle tracce certamente meno ovvie, ma assolutamente capaci di descrivere in musica la lunga carriera di Louis Armstrong. Troviamo così Galloway, mago del sax soprano, Sutton pianista dell’inconfondibile, ma versatile, tocco, Milt Hinton al basso con il suo sound fresco e gioioso e infine Johnson, batterista affidabile che regola il ritmo di ogni brano.

The Sackville All StarA Tribute To Louis Armstrong

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E’ da circa tre anni che Cristiano Calcagnile, batterista da sempre attivo su più fronti, dal rock sperimentale al jazz d’avanguardia, sta lavorando intorno ad un tributo a Don Cherry, uno dei grandi protagonisti del jazz moderno eppure, non ci stancheremo mai di ricordarlo, a nostro parere ancora sottovalutato. L’idea di un gruppo che gli consentisse di rileggere in modo originale la musica del grande trombettista nero–americano, ma soprattutto di riviverne lo spirito innovativo e trasversale, ha trovato la sua realizzazione con un gruppo denominato “Multikulti”, che ha debuttato in pubblico nell’aprile 2014 a Milano. Apprezzato da pubblico e critica, tenuto vivo, a dispetto dai rari concerti, dall’entusiasmo dei suoi componenti, il gruppo era ormai pronto per registrare. Dalle molte ore di musica ben suonata ed utilizzabile per un disco si è così arrivati, non senza discussioni e ripensamenti, alla corposa scaletta di questo “Multikulti Cherry on”, lungo, contro ogni logica di mercato, circa 75 minuti, ma non poteva essere altrimenti. Feat. Paolo Botti, Massimo Falascone (saxs), Nino Locatelli (clarinet), Gabriele Mitelli (trumpet), Pasquale Mirra (vibrafono e percussion), Gabriele Evangelista (double bass), Dudu Kouatè (african percussion, djembe) e Cristiano Calcagnile (drums, percussion).

Cristiano CalcagnileMultikulti Cherry On

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Raccontare la storia di un gruppo il cui leader, Andrea “Andrew” Caselli, ha oggi appena ventuno anni, fa specie. Eppure i Tracks Five nascono a Toano, paesino dell’Appennino reggiano, nel 2010. Se il primo serio approccio di Caselli e Marco “Mark” Arati al rock avviene nel 2008, attraverso gli Arizona, cover band dei Guns and Roses, Metallica e Green Day, è nel 2010 che il gruppo diventa quintetto – in cui era entrato nel frattempo il chitarrista Gabriele Sala – e subito dopo, per due improvvise quanto inaspettate defezioni, trio: manca il bassista ed Andrea Caselli, che sino ad allora si limitava a cantare, decide di imbracciare il basso elettrico. Dalla prima demo all’incontro con Simone Filippi, degli Ustmamo, che li registra producendo un EP di sei tracce, il passo è altrettanto breve ma importante. Così come lo è l’incontro con Annibale Bartolozzi, titolare di un’etichetta indipendente, che crede nel loro talento. Bartolozzi propone quindi il gruppo al Vice Presidente della Sony Music Italia, suo grande amico, che sembra credere nel progetto, ma tutto sfuma improvvisamente per la prematura scomparsa di Annibale. Il lavoro iniziato viene comunque portato a termine ancora grazie al prezioso aiuto di Simone Filippi. I Tracks Five tornano così in studio di registrazione e nel 2015 portano finalmente a termine il loro primo album, “Alza Bandiera”, tutto in italiano. Le dodici canzoni che lo compongono si presentano come un’originale rilettura del punk, non priva di interessanti spunti melodici, come succede in “Vorrei” e in “Un altro mondo”, ma anche di refrain facili da memorizzare, com’è quello di “Vieni” (qui il testo è di Marco Arati). Poco più di trenta minuti di musica bastano a confermarci che i giovanissimi Tracks Five stanno percorrendo con successo una propria originale strada musicale, partendo da un suono e da uno stile già definiti e riconoscibili. Il cammino da percorrere è ancora lungo e ricco di insidie ma, se il buongiorno si vede dal mattino, non sembra poi così impervio e pericoloso.

Tracks FiveAlza Bandiera

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Dice la pianista padovana: “…ho cominciato dalla classica, ma essendo mio padre appassionato di blues e musica brasiliana, mi sono avvicinata molto giovane ad altre musiche; ho lasciato presto la musica classica, che ho invece ripreso in modo intenso dopo il mio primo disco …sentivo che volevo di più dal pianoforte, volevo una consapevolezza maggiore del suono e delle possibilità dello strumento, che a mio avviso solo la classica può fornire …averla studiata così a fondo paradossalmente mi ha avvicinata molto di più al jazz”. Dopo una lunga pausa di riflessione la pianista padovana torna finalmente a far parlare di se con di questo atteso e sorprendente “Southlitude”, disco che non chiude solo un proficuo periodo di ricerca, ma apre al talento della Ruggieri nuovi suggestivi orizzonti, frutto di una pluralità di ispirazioni, dal rock alla classica (East), dal tango (Due), al jazz latino o modale, con una varietà di colori cui contribuiscono sia la scelta di affiancare al pianoforte le tastiere, sia l’aggiunta del percussionista cubano Antonio José Molinas. Feat. Gianluca Carollo (trumpet, flugelhorn), Aisha Ruggieri (piano, keys, Rhodes), Lorenzo Calgaro (double bass), Marco Andrighetto (drums), Antonio José Molinas (percussion).

Aisha RuggieriSouthlitude

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“Quando scrivo è come senon avessi niente da perdere”

John Prine

“Quando scrivo è come senon avessi niente da perdere”

John PrineHo visto John Prine dal vivo per la prima volta esattamente 20 anni fa, il 16 giugno del 1996 al Teatro delle Arti di Gallarate (VA). A portarlo in Italia a suonare fu Carlo Carlini (e chi altro?) che in quegli anni riuscì a fare arrivare veri e propri tesori del songwriting americano: John Prine, Guy Clarke e Townes Van Zant. John Prine aveva da poco pubblicato Lost Dogs and Mixed Blessings, magistralmente prodotto da Howie Hepstein, bassista di Tom Petty e degli Heartbrakers, che aveva prodotto nel 1991 anche lo straordinario e pluripremiato album The Missing Years, probabilmente il suo capolavoro assoluto. Ricordo l’attesa per questo concerto che superò quelle che provai per Bruce Springsteen, Dylan e Fabrizio De Andrè. The Missing Years per me è stato l’album decisivo, il meraviglioso scoglio d’approdo da cui sono partito verso la scoperta della grande musica Americana. E il nuovo album prometteva altrettanto bene grazie soprattutto a quella lunghissima ballata, Lake Marie, che fece perdere la testa anche a Bob Dylan. Prine era accompagnato da Dave Jacques al contrabbasso, l’inseparabile Jason Wilber alla chitarra e da Phil Parlapiano alla �sarmonica. E poi c’erano le sue canzoni, il suo picking inconfondibile e la sua voce carica di malinconia. Tornai a vedere John Prine altre volte, ma negli Stati Uniti, perché purtroppo in Italia non è più tornato (ma stiamo cercando con tutte le forze di portarlo in tour ad aprile!). Mi ricordo di un concerto in particolare in una cittadina vicina a Seattle. Era il 2000 e mi trovavo a Vancouver a casa di Bocephus King e così attraversammo il con�ne e guidammo verso sud, percorrendo la Statale 99 e in un paio d’ore arrivammo a Bellingham. Il Mount Baker Theatre era sold out. Quel concerto fu una rivelazione perché mi fece scoprire un nuovo John Prine, completamente diverso. Fino ad allora lo avevo ascoltato e mi ero emozionato solo per la sua parte malinconica e quella sera

compresi che c’era molto di più, che c’era un’ironia e per�no una comicità a tratti travolgente. Le canzoni erano introdotte da lunghi monologhi che venivano continuamente interrotti dalle forti risate del pubblico. Non avevo mai visto ridere così tanto a un concerto. E poi a un concerto di un cantautore, di questo cantautore! Prine mi sembrò in quel momento ancora più grande perché mi rendevo conto che mi aveva fatto perdere la testa mostrandomi attraverso le sue canzoni solo una parte di quello che era. Vedevo il pubblico non riuscire a contenere le risate e un attimo dopo avevano tutti gli occhi commossi. Bastava quell’accordo in minore di Hello in There (che canzone!!!) per stenderli tutti, o il ritornello di Sam Stone (“C’è un buco nel braccio di papà, in cui �niscono tutti i soldi / E Gesù Cristo è morto per niente, immagino”). L’ultima volta che ho visto John Prine dal vivo è stato nel 2011 in Alabama. Per capire la caratura di questo personaggio pensate un po’ chi c’era ad aprire il suo concerto? Emmylou Harris, che in quegli anni riempiva gli stadi con Mark Knop�er. Prine aveva da poco superato l’ennesima battaglia con il cancro, i segni erano evidenti, sul suo viso, nelle sue espressioni, nella postura e nella voce, che però guadagnava ulteriore profondità. Sul palco con lui c’erano ancora una volta Dave Jacques al contrabbasso e Jason Wilber alla chitarra. Alla �ne del concerto la promessa di riportarlo in Italia e forse questo sarà l’anno buono. Il 30 settembre verrà pubblicato il nuovo album For Better, Or Worse, sulla sua storica etichetta Oh Boy Records e distribuito in Italia da IRD. For Better, Or Worse è una sorta di sequel dell’amato album del 1999 In Spite Of Ourselves. Prine riprende i grandi classici portati al successo da Hank Williams, George Jones, Ernest Tubb e realizza un altro grande album di duetti, avvalendosi della collaborazione di alcune delle artiste più illustri della scena country e roots

(Allison Krauss, Susan Tedeschi, Iris Dement, Amanda Shires, Lee Ann Womack, Holly Williams, Kathy Mattea, Morgane Stapleton, Kacey Musgraves, Miranda Lambert, Fiona Prine). I classici di For Better, Or Worse, John Prine li ha nel sangue. “Mi sono fatto le ossa con le canzoni di Hank Williams” a�erma. “Quando le canto c’è un tubicino che collega il mio cuore alle labbra”.Il New York Times ha de�nito John Prine un “cantautore con il dono di dar voce a istanti quasi al di là delle parole”, mentre per Bob Dylan il suo lavoro è “puro esistenzialismo proustiano”. Il suo talento è riconosciuto da cantautori di ogni età, da Roger Waters a Steve Earle, �no a Justin Vernon dei Bon Iver ma il suo più grande estimatore resterà sempre Kris Kristo�erson che scoprì John Prine in un localino di Chicago una sera del 1970. Kristo�erson era all’apice del successo quando conobbe Prine e fu una folgorazione assoluta. Restò tutta la notte in questo locale ad ascoltare una dopo l’altra tutte le canzoni che aveva scritto John Prine. Non molto tempo dopo era con un reporter di Life magazine a farsi intervistare per un pezzo importante su di lui e continuava a parlare di Prine. Diceva cose come: “Basta parlare

di ‘Bobby McGee’, c’è questo tizio a Chicago…”.Lasciatevi folgorare da John Prine, come è successo a Kristo�erson, a Dylan, a intere generazioni di musicisti e appassionati. Ridere sarà più malinconico e ci sarà speranza in ogni lacrima.

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Ho visto John Prine dal vivo per la prima volta esattamente 20 anni fa, il 16 giugno del 1996 al Teatro delle Arti di Gallarate (VA). A portarlo in Italia a suonare fu Carlo Carlini (e chi altro?) che in quegli anni riuscì a fare arrivare veri e propri tesori del songwriting americano: John Prine, Guy Clarke e Townes Van Zant. John Prine aveva da poco pubblicato Lost Dogs and Mixed Blessings, magistralmente prodotto da Howie Hepstein, bassista di Tom Petty e degli Heartbrakers, che aveva prodotto nel 1991 anche lo straordinario e pluripremiato album The Missing Years, probabilmente il suo capolavoro assoluto. Ricordo l’attesa per questo concerto che superò quelle che provai per Bruce Springsteen, Dylan e Fabrizio De Andrè. The Missing Years per me è stato l’album decisivo, il meraviglioso scoglio d’approdo da cui sono partito verso la scoperta della grande musica Americana. E il nuovo album prometteva altrettanto bene grazie soprattutto a quella lunghissima ballata, Lake Marie, che fece perdere la testa anche a Bob Dylan. Prine era accompagnato da Dave Jacques al contrabbasso, l’inseparabile Jason Wilber alla chitarra e da Phil Parlapiano alla �sarmonica. E poi c’erano le sue canzoni, il suo picking inconfondibile e la sua voce carica di malinconia. Tornai a vedere John Prine altre volte, ma negli Stati Uniti, perché purtroppo in Italia non è più tornato (ma stiamo cercando con tutte le forze di portarlo in tour ad aprile!). Mi ricordo di un concerto in particolare in una cittadina vicina a Seattle. Era il 2000 e mi trovavo a Vancouver a casa di Bocephus King e così attraversammo il con�ne e guidammo verso sud, percorrendo la Statale 99 e in un paio d’ore arrivammo a Bellingham. Il Mount Baker Theatre era sold out. Quel concerto fu una rivelazione perché mi fece scoprire un nuovo John Prine, completamente diverso. Fino ad allora lo avevo ascoltato e mi ero emozionato solo per la sua parte malinconica e quella sera

compresi che c’era molto di più, che c’era un’ironia e per�no una comicità a tratti travolgente. Le canzoni erano introdotte da lunghi monologhi che venivano continuamente interrotti dalle forti risate del pubblico. Non avevo mai visto ridere così tanto a un concerto. E poi a un concerto di un cantautore, di questo cantautore! Prine mi sembrò in quel momento ancora più grande perché mi rendevo conto che mi aveva fatto perdere la testa mostrandomi attraverso le sue canzoni solo una parte di quello che era. Vedevo il pubblico non riuscire a contenere le risate e un attimo dopo avevano tutti gli occhi commossi. Bastava quell’accordo in minore di Hello in There (che canzone!!!) per stenderli tutti, o il ritornello di Sam Stone (“C’è un buco nel braccio di papà, in cui �niscono tutti i soldi / E Gesù Cristo è morto per niente, immagino”). L’ultima volta che ho visto John Prine dal vivo è stato nel 2011 in Alabama. Per capire la caratura di questo personaggio pensate un po’ chi c’era ad aprire il suo concerto? Emmylou Harris, che in quegli anni riempiva gli stadi con Mark Knop�er. Prine aveva da poco superato l’ennesima battaglia con il cancro, i segni erano evidenti, sul suo viso, nelle sue espressioni, nella postura e nella voce, che però guadagnava ulteriore profondità. Sul palco con lui c’erano ancora una volta Dave Jacques al contrabbasso e Jason Wilber alla chitarra. Alla �ne del concerto la promessa di riportarlo in Italia e forse questo sarà l’anno buono. Il 30 settembre verrà pubblicato il nuovo album For Better, Or Worse, sulla sua storica etichetta Oh Boy Records e distribuito in Italia da IRD. For Better, Or Worse è una sorta di sequel dell’amato album del 1999 In Spite Of Ourselves. Prine riprende i grandi classici portati al successo da Hank Williams, George Jones, Ernest Tubb e realizza un altro grande album di duetti, avvalendosi della collaborazione di alcune delle artiste più illustri della scena country e roots

(Allison Krauss, Susan Tedeschi, Iris Dement, Amanda Shires, Lee Ann Womack, Holly Williams, Kathy Mattea, Morgane Stapleton, Kacey Musgraves, Miranda Lambert, Fiona Prine). I classici di For Better, Or Worse, John Prine li ha nel sangue. “Mi sono fatto le ossa con le canzoni di Hank Williams” a�erma. “Quando le canto c’è un tubicino che collega il mio cuore alle labbra”.Il New York Times ha de�nito John Prine un “cantautore con il dono di dar voce a istanti quasi al di là delle parole”, mentre per Bob Dylan il suo lavoro è “puro esistenzialismo proustiano”. Il suo talento è riconosciuto da cantautori di ogni età, da Roger Waters a Steve Earle, �no a Justin Vernon dei Bon Iver ma il suo più grande estimatore resterà sempre Kris Kristo�erson che scoprì John Prine in un localino di Chicago una sera del 1970. Kristo�erson era all’apice del successo quando conobbe Prine e fu una folgorazione assoluta. Restò tutta la notte in questo locale ad ascoltare una dopo l’altra tutte le canzoni che aveva scritto John Prine. Non molto tempo dopo era con un reporter di Life magazine a farsi intervistare per un pezzo importante su di lui e continuava a parlare di Prine. Diceva cose come: “Basta parlare

di ‘Bobby McGee’, c’è questo tizio a Chicago…”.Lasciatevi folgorare da John Prine, come è successo a Kristo�erson, a Dylan, a intere generazioni di musicisti e appassionati. Ridere sarà più malinconico e ci sarà speranza in ogni lacrima.

Andrea Parodi

Nuovo lavoro di Giuseppe Finocchiaro, pianista e compositore siciliano, in cui è affiancato dal contrabbassista Giovanni Arena, dal percussionista Riccardo Gerbino e da Martin Romero, coautore e interprete della versione cantata del brano “Suspendido a Ti”. I dieci brani inediti firmati da Finocchiaro non sono legati tra loro, rappresentano prospettive diverse della sensibilità artistica del compositore ma hanno in comune lo stile e una certa influenza arabo-spagnola. Considerato dalla critica un pianista raffinato ed evocativo, le sue composizioni sono una sincera esplorazione nella musica colta europea moderna e nel jazz contemporaneo

Giuseppe FinocchiaroProspectus

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Nuovo album del trio guidato dal compositore e vibrafonista Sergio Armaroli insieme al compositore, trombonista e tubista Giancarlo Schiaffini e completato dal contrabbassista Marcello Testa e dal batterista Nicola Stranieri. Doppio cd dedicato all’improvvisazione attraverso l’analisi del materiale scritto da due nomi di riferimento in questo campo: Christian Wolff e lo stesso Schiaffini. Il primo cd è dedicato agli esercizi di Wolff, qui visti in una prospettiva diversa e sotto una luce nuova. Il secondo cd contiene invece materiale originale di Schiaffini, che nel corso degli anni ha collaborato con John Cage, Karole Armitage, Luigi Nono e Giacinto Scelsi. Il booklet del cd contiene anche il breve saggio “L’aritmetica musicale tríbia di Christian Wolff, Giancarlo Schiaffini e Sergio Armaroli” del ricercatore brasiliano Alípio Carvalho Neto. 2cd.

Sergio Armaroli TrioMicro and More Exercise (With Giancarlo Schiaffini)

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il nuovo discoin uscita il 29 settembre

www.ird.itfb: www.ird.it/mipiace.htm

Erin Rae è nata e cresciuta nel mondo della musica. I suoi genitori sono stati musicisti part time in una band folk roots in Tennessee e Erin stessa ha praticato la carriera musicale con la sua band, Erin Rae And The Meanwhiles, intraprendendo un percorso artistico a metà strada tra un folk old school e una più moderna Americana, tra influenze e sperimentazioni. “Soon Enough” è il loro primo disco full lenght, che arriva a qualche anno di distanza dall’EP che li ha fatti conoscere a livello internazionale “Crazy Talk” (2010). Il disco, coprodotto dalla stessa Erin e da Michael Rinnie, è stato registrato a Nashville in una live session, con tutti i componenti della band compresenti nello tesso studio.

Erin Rae & The MeanwhilesSoon Enough

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“Sugar Me” è il nuovo disco dell’artista californiano Sammy Eubanks, il primo per la Underworld records. Sammy ha vinto dieci volte il premio come Best Male Vocalist a Washington. Conosciuto come The Voice nella maggior parte degli States, il questo disco Sammy Eubanks ci mostra in dieci straordinari brani cosa è capace di fare con la propria straordinaria voce, uno strumento potente e sapientemente accompagnato dalle apparizioni speciali del tastierista Reese Wynans e del chitarrista Bob Britt.

Sammy EubanksSugar Me

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Will Sumner è un artista di Minneapolis maggiormente conosciuto per un classico del surf jazz come “Tropic Zone” e per aver prestato la propria musica a una varietà di film, programmi televisivi e spot pubblicitari. Virtuoso della chitarra, del piano e del violino e artista poliedrico di immenso talento, anche in questo “Endless Sumner” Sumner propone agli ascoltatori il suo denso mix di jazz con una tale finezza e semplicità da incantare l’ascoltatore.

Will SumnerEndless Sumner

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Celebre vibrafonista padovano, presenta il suo nuovo lavoro “My Favorite Colours” con i Good Vibes 5et, in cui vibrafono, chitarra e pianoforte si fondono grazie alla particolare combinazione timbrica, creando sonorità morbide, rilassate e di raffinata eleganza. La scelta del repertorio privilegia le composizioni d’epoca, divenute ormai dei classici, elaborando brani di Dizzy Gillespie, Miles Davis, Cannonball Adderly e Wes Montgomery e temi prediletti dai grandi vibrafonisti del passato come Red Norvo, Terry Gibbs, Milt Jackson.

Giuliano Perin Good Vibes 5etMy Favourite Colours

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Meraviglioso disco del 1997, che però vede la luce solo oggi a quasi vent’anni di distanza. Un’uscita che segue il fantastico successo di “Soemthing Quick 1980 - 1986”, raccolta del 2014 e che ci fa riscoprire questa band di grande importanza tra anni Ottanta e Novanta. Dai master recuperati alla rielaborazione della copertina dell’epoca (ne circolarono pochissime copie), ecco questa nuova uscita, nuova fiammante e pronta per farvi scatenare con undici brani praticamente inediti e tre cover (tra Bee Gees e Beach Boys).

The Queen AnnesReleased!

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Il maggiore apporto al mondo della musica da parte di Gregg Allman è sicuramente stato attraverso la sua partecipazione alla The Allman Brothers Band, fondata dal fratello Duane nel 1969. Il successo e la popolarità di questo cantautore sono sicuramente cresciute grazie alla sua attività solista, chiaramente diversificata rispetto a quella della band. Questo “Best Of” ripercorre proprio la produzione solista del cantante, tastierista e chitarrista statunitense dai primi anni ottanta in avanti.

Gregg AllmanThe Best Of

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Un volume dedicato esclusivamente alla buona musica Surfin’ americana. Floating World presenta, senza fronzoli o inutili testi di accompagnamento, una collezione di successi, dai Beach Boys a Dick Dale, The Fireballs, Ventures, Shadows, Freddie King, Richie Valens, Jan And Dean, Link Wray, Champs, Phil Spector e molti altri, ripercorrendo le vicende di un genere che ha fatto la storia della musica americana! Box 6 CD

AAVVBig Box of… Surfin USA

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Imperdibile doppio cd che comprende al suo interno tre album fondamentali della carriera del cantautore e polistrumentista country/southern rock statunitense. “Saddle Tramp”, originario del 1976, che ha consacrato la Charlie Daniels Band al successo internazionale, “Me And The Boys”, del 1985, e “Honey In The Rock”, due album che la prima volta possiamo trovare in versione CD. 3 LP in 2 CD.

The Charlie Daniels BandThe Epic Trilogy Vol. 3

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FLOATING WORLD RECORDS

Diamo il benvenuto alla FLOATING WORLD, da ora in distribuzione IRD!

Diamo il bentornato alla Floating World con questo live del 1989 al Chicago Blues Festival targato Allen Toussaint. Produttore, compositore, pianista e arrangiatore recentemente scomparso, dalla lunga e prolifica carriera, e che vanta numerose collaborazioni tra cui Elvis Costello, Paul Simon, Dr. John… Il Chicago blues festival è iniziato nel 1984, un anno dopo la morte di Muddy Waters, e nel 1989 Toussaint fece il suo primo intervento, con il gruppo, documentato su questo CD.

Allen ToussaintLive 1989 Chicago Blues Festival

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“Quando suoni con i grandi è come se suonassi in punta di dita. È come se avessi un cristallo prezioso tra le mani che non puoi scalfire… non so come spiegarti. E allora cerchi di andare all'essenza delle cose, ti muovi con cautela, con tutto rispetto… con estrema concentrazione. E alla fine ti accorgi che, quasi senza volerlo, suoni come non hai mai suonato prima. È straordinario!

(Antonio Onorato su Franco Cerri)

DISTRIBUZIONE

www.ird.it

REAL

IRD - International Record Distributionwww.ird.it • facebook: www.ird.it/mipiace.htm

ANTONIO ONORATO & FRANCO CERRI

Direttamente dai nastri originali del 1958 una registrazione favolosa ad opera del compositore Tak Shindo, particolarmente apprezzato nel mondo televisivo e cinematografico. Portavoce del genere Exotica, Shindo ha contribuito a creare una tipologia di musica del tutto nuova per l’epoca, attraverso l’esplorazione delle influenze africane e afrocubane. “Mganga!”, disponibile sia in vinile colorato che in CD, è un disco fondamentale nella carriera del suo autore, un tuffo nelle più vibranti note africane.

Tak ShindoMganga!

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Gli anni Sessanta e la California. Tra i gruppi surf che hanno fatto la storia di questo genere di sicuro possiamo annoverare i The Challengers, band formatasi attorno alla figura carismatica del batterista Richard Delvy e che ha conosciuto fin dagli esordi un successo notevole. “Hot Rod Album!” è un disco concettualizzato nel 1964, ma che vede la luce soltanto ora, grazie allo sforzo di casa Sundazed, masterizzato dai nastri originali su uno splendido vinile color rosso trasparente. LP rosso

The ChallengersHot Rod Album!

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Nel 1961 il gruppo californiano dei The Belairs scriveva una hit, “Mr. Moto”, che ha dato il proprio contributo nella nascita del movimento surf degli anni a venire. Nel loro seppur breve regno (1961-1963), la band ha scritto brani rimasti nella memoria degli amanti del genere surf: “Volcanic Action!” esce rieditato per Sundazed in uno splendido vinile rosso trasparente! LP rosso.

The BelairsVolcanic Action!

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Nell’istante in cui il folk e il rock si sono fusi nel fortunato folk rock, il chitarrista Al Casey e il produttore Lee Hazlewood fecero il tentativo di fondere questo nuovo genere con la surf music. Sebbene il nuovo genere non abbia riscontrato un grande successo, l’interessante risultato di questa commistione è in “Surfin’ Hootenanny”, disponibile oggi in vinile blu laguna.

Al CaseySurfin’ Hootenanny(Mono Edition)

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I C.A. Quintet hanno bruciato molte tappe nella loro straordinaria carriera, passati dall’originario garage rock al turbinio psichedelico della title track “Trip Thru Hell” fino agli altri brani di questo disco davvero imperdibile, riedito per casa Sundazed, che lo ripresenta nel packaging originario, contenente questa volta uno specialissimo vinile dorato! Un titolo per chi apprezza e ricerca i suoni originari della psichedelia.

C. A. QuintetTrip Thru Hell

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The Litter$100 Fine“$100 Fine” è un assoluto successo del suo tempo e indiscusso capolavoro dei The Litter, che comprende una straordinaria cover di Jeff Beck, Procol Harum e Eire Apparent, ma anche del materiale originale davvero curioso. La chitarra di Tom “Zippy” Caplan pervade il disco come una scossa psichedelica ed energizzante.

Al EscobarRhythmagicL’America degli anni 50 ha subito l’influsso della musica latina, di cui Al Escobar è stato uno dei maggior esponenti. Trasferitosi da NYC in California, Escobar ha fondato la propria orchestra afrocubana e lanciato la propria carriera solista. “Rhythmagic” è un vinile uscito nel 1958, un’esplosione pura di percussioni, piano, ottoni e legni. Presentato ora per casa Sundazed in un accattivante LP dorato.

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Sotto l’elegante forma di un doppio vinile trasparente (disponibile anche in CD) proponiamo un indimenticabile concerto entrano negli annali della musica, l’incontro tra due avanguardisti assoluti: John Cage e Sun Ra. Diversi tra loro, ma ugualmente estremi in questa uscita troviamo per la prima volta in assoluto questo concerto del 1986 nella sua interezza, con stralci precedentemente non inclusi in altre edizioni e materiale inedito. Davvero imperdibile per gli amanti del jazz e dell’avanguardia in generale.

John Cage Meets Sun RaThe Complete Concert

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Da casa Sundazed, label specializzata in ristampe anni ’50-’60-’70, presentiamo tutti i singoli usciti di questo gruppo culto di garage-psychedelic rock newyorkese. I Blues Magoos hanno pubblicato solo tre album negli anni ’60, ed in questa splendida edizione troviamo tutte e 16 le tracce uscite (A&B). disponibile anche la versione in vinile 180 gr.

Blues MagoosMercury Single 1966 - 1968

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Direttamente dalle bobine dei master originali dell’etichetta Reprise, casa Sundazed propone una splendida panoramica sulla produzione dei The Electric Prunes tra 1966 e 1969. Questi grandi sperimentatori del rock psichedelico, del Garage rock e del Rock elettronico hanno mischiato le loro influenze con quelle di Blues Magoos e hanno fatto loro le lezioni di Beatles e Beach Boys. In questa edizione deluxe in doppio LP troviamo, accompagnato da liner notes di David Gricke e testi di James Lowe, uno strepitoso set di rari mix e assoluti capolavori della band. 2LP

The Electric PrunesSingles 1966 - 1969

The Remains, gruppo di Boston che ha dato il proprio contributo a genere Garage rock e Proto-punk, ha conosciuto la fama attraverso un ottimo assortimento di talenti capitanati dal chitarrista e cantautore Berry Tashian. La band ha davvero fatto la storia della musica con brani fondamentali che hanno influenzato generazioni di musicisti e appassionati. Casa Sundazed riedita in versione mono il loro omonimo album di debutto, ora disponibile in un LP bianco

The RemainsThe Remains (Mono Edition)

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Questo disco è la prova che tutto può accadere. E, con John Cage, sperimentatore assoluto nel mondo della musica, tutto è davvero accaduto. “Variations IV” è il quarto capitolo di una serie di concerti che vedono impegnato il compositore americano, questa volta

supportato da un bravissimo gruppo di musicisti, tra cui il talentuoso David Tudor, pronti a confrontarsi con le più disparate composizioni musicali. L’edizione proposta dall’etichetta

Sundazed si presenta in un accattivante vinile trasparente e il packaging originale dell’epoca della sua prima uscita. LP trasparente

John Cage With David TudorVariations IV

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CD o LP

CD o LP

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Questo ventisettesimo capitolo è l’unico della collana dei Dick’s Picks che presenta la line up finale dei Grateful Dead, con Vince Welnick alle tastiere dopo la partenza di Bruce Hornsby. Tre dischi che raccolgono 22 brani tra canzoni della band e splendide cover di brani che a loro volta hanno fatto la storia del rock, come “Baba O’Riley” degli Who o “Tomorrow Never Knows” dei Beatles. Oakland CA 1992.

Grateful DeadDick’s Picks Vol. 27

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L’unico dei 36 volumi ad essere un box da 6 cd, uno dei più famosi della serie Dick’s Picks. Due favolosi concerti, uno al Fox Theatre ad Atlanta GA il 19/5/1977 e l’altro al Lakeland Civic Center Arena, a Lakeland, Florida il 21/5/1977, anni in cui la band erano in splendida forma!

Grateful DeadDick’s Picks Vol. 29

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Introvabili da anni, ecco finalmente ristampati in un unico cd il primo album del 1977 ed il quarto del 1979 da questa band formata da Chuck Leavell, Jay Johanny Johanson e Lamar Williams degli Allman Brothers. Finalmente ritroviamo questi due gioielli per questa southern rock, blues jam band che ai giorni nostri sarebbe paragonata ad una jam band!

Sea LevelSea Level + Long Walk on a Short Pier

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Uscita immancabile per i fan del Philly soul! “40 Classic Soul Sides” raccoglie buona parte di quella che è la produzione dei The Defonics, uno dei gruppi più importanti di questo genere. Insieme a brani come “La-La Means I Love You” e “You Got Yours And I’ll Get Mine”, ma anche “Breack Your Promise” e molti altri, questo doppio CD riporta 40 tracce (side) prese dalla produzione della band, lines notes di Joe Marchese e citazioni di Thorn Bell, William Hart e Bobby Eli. 2 cd.

The Delfonics40 Classic Soul Sides

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24 brani, tutti i singoli pubblicati dalla Reprise per la band che si è fatta conoscere con uno dei brani più famosi degli anni sessanta: “I Had Too Much to Dream (Last Night)”. In questi 24 brani troviamo diverse line-up della band e soprattutto diversi produttori Dave Hassinger e David Axelrod, con visioni molto diverse ma mantenendo alta la qualità. Rock con influenze garage, psichedeliche ed anche sperimentali: Una band innovativa, che ha pubblicato anche il famoso “Mass in F Minor”.

Electric PrunesThe Complete Singles Reprise

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Per il momento la più estesa collezione di brani della band di Chicago, divenuta famosa per quello che è ormai un classico degli anni ’80, “Eye Of The Tiger” e non solo! Trentacinque straordinari brani raccolti in un doppio CD che racchiude anche altre importanti hits dei Survivos, come “Poor Man’s Son”, “American Heartbeat”, “I Can’t Hold Back” e “Burning Man” (anch’essa dal film “Rocky IV). Liner notes a cura di Bill Kopp con esclusive citazioni e frasi del geniale cofondatore Jim Peterik.

SurvivorThe Definitive Collection

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Brook Benton è stato uno dei più amati interpreti di ballate di tutti i tempi il cui lavoro per le etichette Cotillion e Reprise, però, è stato a lungo non disponibile. Esce ora per casa Real Gone una collezione imperdibile che contiene le registrazioni per queste due etichette. Trenta delle trentuno tracce del doppio CD sono presentate nel loro mono single mix originale, mentre “My Way” appare in una rara versione stereo single mix. Completano il booklet le liner notes di Gene Sculatti e fotografie d’epoca.

Brook BentonRainy Night in GeorgiaThe Complete Reprise & Cotillion Collection Singles A’s & B’s

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Cantante country amato negli States e non solo, Eddy Arnold ha venduto più di 85 milioni di dischi in tutto il mondo durante la sua lunga carriera, che, nata negli anni Trenta, si è conclusa con la sua morte, nel 2008. Real Gone ci propone ora una raccolta che comprende due gruppo di 27 introvabili incisioni che Eddy Arnold ha registrato sotto la guida di due importanti produttori: rispettivamente Chet Atkins e Lee Hazlewood.

Eddy ArnoldEach Road I TakeThe 1970 Chet Atkins & Lee Hazlewood Session

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Due dischi da tempo introvabili sul mercato questi “Young And Rich” e “Now”, rispettivamente seconda e terza uscita della band statunitense dei The Tubes. Con brani come “Don’t Touch me There”, “Slipped My Disco”, “Gob-Bird-Change” e “Cathy’s clone” questo doppio album vi farà tornare nelle atmosfere anni Settanta di una delle band più provocative della storia della musica.

The TubesYoung And Rich/Now

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Negli anni ’60 c’era una grande competizione per il posto di teenager più popolare d’America, ma Patty Duke ha certamente sbaragliato molte rivali sia nel campo cinematografico che in quello musicale. “The Complete Album Collection” è una raccolta importante che esplora la produzione della cantante e attrice Americana direttamente tratta dai nastri originali di “Don’t Just Stand There” (più due bonus track da “Billie”), “Patty”, “Patty Duke Sings Songs From The Valley Of The Dolls And Other Selections” e l’inedito “Patty Duke Sings Folk Songs – Time To Move On”.

Patty DukeThe Complete Album Collection

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w w w . i r d . i t - f b : w w w . i r d . i t / m i p i a c e . h t m

O N E F O R A L L

O R R I N E V A N S

S T E V ET U R R E

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Per molti musicisti americani che sono stati in Europa, la Svezia è stata, ed è tutt’ora, una meta importante già fin dagli anni ’50. Fu proprio in Svezia, durante il tour del 1958 ,che Stan Getz fece la sua prima tappa e non fu una sorpresa che il suo pianista per questa tournee fu proprio Jan Johansson e a Copenaghen trovò anche il bassista perfetto, Oscar Pettiford. In queste registrazioni “ritrovate” troviamo vari concerti con diverse formazioni tenutesi a Copenaghen al Montmartre Jazzhus, al Tivoli Gardens, ed al Randers Jazzklub tra il 1959 ed il 1960. Jan Johansson ed Oscar Pettiford, sempre presenti, si avvalgono di musicisti di tutto rispetto, tra cui il grande Stan Getz, Joe Harris. 17 brani tutti dal vivo finalmente ritrovati!

Oscar Pettiford & Jan JohanssonIn Denmark 1959 - 1960

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Quando il pianist Americano Horace Parlan andò per la prima volta in Danimarca nei primi anni degli anni ’70, trovò un paese dalla mentalità aperta, l’atmosfera invitante e la società danese rispettosa e accogliente nei confronti degli stranieri, al contrario di quello che accadeva negli USA. Horace Parlan ha lasciato un segno indelebile del suo passaggio e questo progetto è la prova dell’ammirazione e calore che circonda quest’immenso pianista americano. Il repertorio di questo CD + DVD è composto da composizioni originali di Horace ed è eseguito da tre dei migliori musicisti Danesi, uno dei colleghi americani di Parlan ed in due brani la vocalist Sinne Eeg. Feat. Tomas Franck (tenor sax), Thomas Clausen (piano), Jimmi Roger Pedersen (bass), Adam Nussbaum (drums) ed in 2 brani la vocalist Sinne Eeg.

US4My Scandinavian Blues - A Tribute to Horace Parlan

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Il Faden Piano Trio giunge così al suo terzo lavoro musicale il cui titolo “Dissemination”, dichiarato omaggio al filosofo francese Jacques Derrida, fa subito presagire ad una totale immersione nelle profondità del processo creativo, sparigliando i codici compositivi della forma-canzone e stratificando strutture formali classiche con l'idea del flusso improvvisativo continuo. Le otto composizioni istantanee, tutte live performances, sorgono pertanto dal nulla, lontano da ogni forma di imitazione e da rimandi di genere. La musica di questo trio “piovuto da un altro pianeta” (Alceste Ayroldi) intraprende l'ardua sfida di costruire complesse architetture sonore a partire dal ground zero dell'invenzione totale, con il risultato di accumulare una varietà impressionante di contesti musicali, ma senza mai sfociare in un pluristilismo postmoderno. Feat. Pier Marco Turchetti (piano), Adriano Rugiadi (bass) e Stefano Calvano (drum e percussion).

Faden Piano TrioDissemination (Live Recording)

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È il 1989 quando una giovane cantante del Mali di nome Oumou Sangare entra nello studio di registrazione, destinata a divenire una stella nascente della storia della musica africana, con all’attivo centinaia di migliaia di copie vendute sono nel suo continente d’origine. La musica della regione del Wassoulou è diventata, con il suo funk e le sue melodie, estremamente popolare in Mali e, in questo caso, viene impreziosita dalla bellezza e dalla potenza della voce di Sangare, da testi potenti e brillanti arrangiamenti. Primo album

Oumou SangareMoussolou

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Grande raccolta live per i Michael Schenker‘s Temple of Rock, l’attuale gruppo dell’ex chitarrista degli Scorpions e degli UFO. “On A Mission (Live In Madrid)” testimonia la potenza di questa super line up davanti al pubblico del Joy Eslava, nella capitale spagnola, durante un concerto del 19 novembre 2015. Versione 4K ULTRA HD. Imperdibile ed energico.

Michael Schenker’sTemple of Rock - On a Mission

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CD + DVD

Feat Stan Getz

4K Ultra HD

Presentiamo di seguito la ristampa in versione vinile dei alcuni dischi fondamentali che hanno fatto la storia dell’etichetta Label Bleu. L’etichetta Label Bleu celebra il proprio trentesimo anniversario con un’edizione speciale in vinile dei più grandi successi che hanno segnato la storia della casa discografica francese e un cofanetto di dieci LP davvero imperdibile!

30 Ans Edition Anniversaire1986-2016

A T T E S E R I S T A M P E

V I N I L E180gr

BOX 10 LP

Splendido box di 10 LP che comprende tutti gli LP usciti per quest’anniversario che sono: Daniel Goyone, Michel Portal, Henri Texier, Enrico Rava, George Russell, Stefano Di Battista, Rokia Traore, David Krakauer, Stefano Bollani, Bojan Z.

Michel PortalMen’s Land

Ristampa in vinile 180 gr. per questo storico album del 1987 preso dal catalogo Label Bleu e stampato per la prima volta in vinile in occasione del 30° anniversario di quest’importantissima etichetta francese!

Henri Texier QuartetAzurRistampa in vinile 180 gr. per un altro storico album del 1993 preso dal catalogo Label Bleu e stampato per la prima volta in vinile in occasione del 30° anniversario di quest’importantissima etichetta francese

Stefano Di BattistaVolare

Ristampa in vinile 180 gr. per quest’album del 1997 preso dal catalogo Label Bleu e stampato per la prima volta in vinile in occasione del 30° anniversario di quest’importantissima etichetta francese

George RussellIt’s About TimeRistampa in vinile 180 gr. per quest’album del 1996 preso dal catalogo Label Bleu e stampato per la prima volta in vinile in occasione del 30° anniversario di quest’importantissima etichetta francese

Daniel Goyone2

Ristampa in vinile 180 gr. per quest’album del 1986 preso dal catalogo Label Bleu e stampato per la prima volta in vinile in occasione del 30° anniversario di quest’importantissima etichetta francese

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A T T E S E R I S T A M P E

Das KapitalKind of Red

I Das Kapital sono uno di quei gruppi presenti sulla scena musicale da abbastanza anni da aver sviluppato un vocabolario e una sonorità inconfondibili. Il titolo “A Kind Of Red” è un omaggio al genio assoluto di Miles Davis e un disco che vede Hasse Poulsen (chitarra), Edward Perraud (batteria) e Daniel Erdmann (sax) impegnati in un programma di nove brani originali composti da tutti i membri del terzetto.

Stefano BollaniLes Fleurs BleuesEdizione in vinile per i 30 anni della Label Bleu per quest’album del 2002 dove Bollani brilla sempre più di luce propria con questo progetto in trio. Feat Scott Colley e Clarence Penn.

Bojan Z TrioXenophonia

Edizione in vinile per i 30 anni della Label Bleu. Album del 2006 per questo pianista macedone che è stato lanciato proprio da questa label francese con “Transpacifick”, opera sensibilissima verso il jazz e la musica colta europea. “Xenophonia”, pura poesia per pianoforte da questo talento del piano-jazz con uno straordinario trio. Feat. Remi Vignolo, Ari Hoenig o Ben Perowski

David KrakauerA New Hot OneEdizione in vinile per quest’album del 2000 per questo progetto klezmer-jazz da un clarinettista di cui tutto il mondo parla. Uno dei più riusciti e godibili connubi tra klezmer music e jazz in una fusione perfetta, calibrata ed originale, ricca di idee quanto di gusto nella più tipica tradizione Label Bleu.

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Direttamente da Saginaw, Michigan i Question Mark & the Mysterians sono il prototipo della garage band americana, un gruppo particolarmente amato dai collezionisti degli anni ’60. Il loro nome deriva da un film horror giapponese, mentre il sound è inconfondibile e coinvolgente. Real Gone propone la riedizione del loro LP del 1967 “Action” su un esclusivo vinile giallo in edizione limitata. Masterizzato in versione 45 rmp per una maggiore qualità del suono! LP giallo

Question Mark And The MysteriansAction

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Sì, avete capito bene, “quel” Clinton Eastwood, l’assoluta star di hollywood che abbiamo imparato ad amare sul grande schermo, si cimenta in dodici brani della tradizione country – western, come “Along The Santa Fe Trail” e “Tumbling Tumbleweeds”, presentati in uno splendido vinile in edizione limitata color tabacco. “Rawhide’s Clint Eastwood Sings Cowboy Favorites” cattura quella che era allora ancora una stella nascente di Hollywood , all’epoca appena incoronata dal successo della serie televisiva statunitense western “Rawhide”. LP colorato

Clint EastwoodRawhide’s Clint Eastwoodsing Cowboy Favorites

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Imperdibile uscita per i fan del supergruppo dei Denver. Il cantante Birger Olsen si cimenta in un disco solista che esce in versione LP. Il suo blues che risente dell’eredità di Ry cooder è il perfetto accompagnamento per testi rilassati, ma precisi e dolci sentimenti che vanno a braccetto con humour e ironia, che pongono Olsen sulla scia di artisti del calibro di Randy Newman, Lyle Lovett e John Prine, Olsen impregna le proprie canzoni con testi.

Birger OlsenThe Lights Just Buzz

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Garage punk portato avanti dal Top Down, trio internazionale (Fiona Campbell alla batteria, Szim alla chitarra e voce e Chuck Struggler al basso e voce) che si divide tra Portland (Oregon) e Lipsia (Germania). Registrato a Clackmas, Oregon, “Silver Ashes/Rocks To My Head” si aggiunge alla serie Big-Hole 7” della voodoo Doughnut Recording ed è stato prodotto dal leggendario Fred cole dei Dead Moon, la cui influenza si riconosce all’interno delle tracce del disco. 45 rpm 7”

Top DownSilver Ashes / Rock To My Head

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L’esplorazione del surreale da parte dello scrittore e regista Alejandro Jodorowsky raggiunge livelli altissimi in “The Holy Mountain”, film cult del 1973, la cui soundtrack troviamo in questo doppio LP bianco, in edizione limitata. Le liner notes sono a cura del giornalista del New York times Eric Benson. 2LP bianco

Alejandro Jodorowsky’sThe Holy MountainOriginal Soundtrack

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Doppio concerto in 1 CD, al festival Internacional De Barcelona 1967 e Live In Aix En Provence 1968. Feat. Herb Geller, Daniel Janin, Ivan Julien, Art Simmons, Luis Fuentes, Claude Cagnasso.

Sonny GreyAnd his Orchestra in Concert

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“Blues Hit Big Town” è la storica prima registrazione di Junior Wells, ancora adolescente e, nonostante ciò, già alle prese con la sostituzione di Little Walter nella Muddy Waters band. Diretto, potente e infallibile, come descritto in una recensione dell’epoca uscita su Downbeat, il disco contiene gli elementi primordiali (e i più puri) di quello che è stato un talento emergente e, successivamente, una leggenda indiscussa della storia del blues americano. La straordinaria line up di supporto al giovane talento comprende Elmore James, Muddy Waters e molti altri suddivisi nei due take del Giugno 1953 e dell’aprile 1954. Back in stock in formato LP, “Blues Hit Big Town” rappresenta un’uscita imperdibile per ogni fan del grande armonicista e cantante di Memphis.

Junior WellsBlues Hit Big Town

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Ristampa dell’album del 1960 Feat. Clark Terry, Richard Williams, Curtis Fuller, Tate Houston, Josea Taylor, Joe Zawinul, Ben Tucker, Lex Humphries.

Yousef LateefThe Centaur and the Phoenix

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Album del 1959 conndotto, orchestrato e arrangiato da Bill Potts. Feat. Charlie Shavers, Harry Edison, Art Farmer, Bob Brookmeyer, Jimmy Cleveland, Phil Woods, Zoot Sims, Al Cohn, Bill Evans, Charlie Persip, Herbie Powell. Copertina apribile

The Jazz Soul of Porgy & BessMusic by George Gershwin

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ZR I E P I L O G O N U O V E U S C I T E

Splendida vocalist bianca degli anni ’50 in 2 Lp in 1 CD che comprende gli albums “Bistro Ballads” del 1955 e “The Voice Of Audrey Morris” del 1956. Feat. Johnnie Pate, Charles Walton + Marty Paich, Stu

Williamson, Bill Pitman, Joe Mondragon, Irv Cottler e Felix Slatkin.

Audrey MorrisThe Voice of…

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Ristampa dell’album del 1960. Feat. Wynton Kelly, Sam Jones e Roy Brooks.

Blue MitchellBlue’s Moods

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IRD - International Record Distributionwww.ird.it • facebook: www.ird.it/mipiace.htm

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