Jobs act: il documento della minoranza PD uscita dall'aula

2
PERCHE’ NON VOTIAMO IL JOBS ACT I diritti di chi lavora, i diritti di chi un lavoro lo cerca: alla fine di una discussione seria e che rispettiamo noi non possiamo votare a favore del Jobs act. Abbiamo apprezzato l’impegno della Commissione Lavoro della Camera e riconosciuto i passi avanti compiuti su singole norme. Tuttavia, l’impianto complessivo del provvedimento rimane non convincente. Alcune misure sono immediatamente operative: si cancella la possibilità del reintegro per chi viene licenziato senza giustificato motivo mentre si prevede un canale per specifiche, ma ancora indefinite, fattispecie di violazioni disciplinari. E’ una soluzione che penalizza i nuovi assunti, in una logica dove la mancanza a una scadenza certa, dopo ad esempio tre anni, di una tutela piena è in contraddizione con il concetto stesso di “tutela crescente”. Ci preoccupa il cedimento culturale all’idea che la libertà di impresa coincida con vincoli da abolire per consentire finalmente “il diritto di licenziare”. Siamo consapevoli del valore sociale dell’impresa, ma questo valore ha bisogno di un tessuto connettivo dove legalità, diritti e responsabilità dei diversi attori del mercato non divorzino mai. Permane una pesante incertezza sul contenuto dei decreti attuativi, sui quali sarà decisivo sostenere il ruolo delle colleghe e dei colleghi del gruppo PD della Commissione Lavoro.

Transcript of Jobs act: il documento della minoranza PD uscita dall'aula

Page 1: Jobs act: il documento della minoranza PD uscita dall'aula

PERCHE’ NON VOTIAMO IL JOBS ACTI diritti di chi lavora, i diritti di chi un lavoro lo cerca: alla fine di una discussione seria e che rispettiamo noi non possiamo votare a favore del Jobs act. Abbiamo apprezzato l’impegno della Commissione Lavoro della Camera e riconosciuto i passi avanti compiuti su singole norme. Tuttavia, l’impianto complessivo del provvedimento rimane non convincente.

Alcune misure sono immediatamente operative: si cancella la possibilità del reintegro per chi viene licenziato senza giustificato motivo mentre si prevede un canale per specifiche, ma ancora indefinite, fattispecie di violazioni disciplinari. E’ una soluzione che penalizza i nuovi assunti, in una logica dove la mancanza a una scadenza certa, dopo ad esempio tre anni, di una tutela piena è in contraddizione con il concetto stesso di “tutela crescente”. Ci preoccupa il cedimento culturale all’idea che la libertà di impresa coincida con vincoli da abolire per consentire finalmente “il diritto di licenziare”. Siamo consapevoli del valore sociale dell’impresa, ma questo valore ha bisogno di un tessuto connettivo dove legalità, diritti e responsabilità dei diversi attori del mercato non divorzino mai.

Permane una pesante incertezza sul contenuto dei decreti attuativi, sui quali sarà decisivo sostenere il ruolo delle colleghe e dei colleghi del gruppo PD della Commissione Lavoro.

La parte che dovrebbe allargare diritti e tutele è tuttora generica e senza risorse: il disboscamento della giungla dei contratti precari viene rinviato a valle di una ricognizione da svolgere in tempi indefiniti e senza identificare obiettivi impegnativi; alla riforma delle politiche attive e passive per il lavoro, in particolare l’avvio di ammortizzatori sociali per gli “esclusi”, il cardine del provvedimento, si dedicano solo 200 milioni di euro a fronte della promessa dote iniziale di 1,5 miliardi per il 2015.

Per queste ragioni, riteniamo che non ci siano le condizioni per un nostro voto favorevole e non parteciperemo al voto finale sul provvedimento.

Roberta Agostini, Tea Albini, Ileana Argentin, Rosy Bindi, Massimo Bray, Francesco Boccia, Marco Carra, Angelo Capodicasa, Susanna Cenni, Eleonora Cimbro, Gianni Cuperlo,

Alfredo Dattorre, Gianni Farina, Stefano Fassina, Paolo Fontanelli, Filippo Fossati, Carlo Galli, Monica Gregori, Maria Iacono, Francesco Laforgia, Gianna Malisani, Margherita Minotto, Michela Marzano, Michele Mognato, Barbara Pollastrini, Maria Grazia Rocchi,

Alessandra Terrosi, Giuseppe Zappulla, Davide Zoggia.