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corrieredelmezzogiorno.itCAMPANIAredaz.na@corrieredelmezzogiorno.it
DOMENICA 25 GIUGNO 2017 - ANNO XXI - N. 149 REDAZIONE, PRODUZIONE e AMMINISTRAZIONE: Vico II S. Nicola alla Dogana, 9 - 80133 Napoli - Tel. 081 - 7602001 - Fax 081 - 5802779 Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente
C i si ritorna su periodica-mente. Ne abbiamo par-lato anche qui un paio di
mesi fa. Il problema è, però, ta-le da imporsi senza soste, si vo-glia o non, all’attenzione gene-rale. È il problema dello spo-polamento del Mezzogiorno.Le ultime statistiche parlano di400.000 emigrati dal Sud alCentro-Nord fra 2007 e 2015.Possono sembrare pochi. Nonsono, in fondo che 40.000 per-sone all’anno. E, invece, sono
di Ester ViolaV iolad’amore
molti, e ancora di più sarebbe-ro se si calcolassero gli emigra-ti all’estero.Si tratta, infatti, per la mas-
sima parte, di persone giovani,che quasi mai faranno ritornonei paesi di origine. Essi fanno,quindi, mancare a questi paesinon solo il contributo numeri-co attuale della loro presenza,ma – cosa ben più importante– l’apporto della loro attività ri-produttiva. Ne soffrirà, di cer-to, il bilancio demografico di
quei paesi anche per il futuro,ma ne soffre già il loro presen-te. Anche le loro possibilità diuna vita economica conformealle loro necessità si riduconocol ridursi della popolazione,che si fa così sempre più anzia-na. Meno persone significano,infatti, meno consumi, minoreattrazione come mercato, mi-nore possibilità di restare o diinserirsi nei circuiti produttivie commerciali esterni.
continua a pagina 13
LOSPOPOLAMENTODELMEZZOGIORNOELANECESSITÀDICAPITALI ESTERI
● IL TEMPO E LE IDEE di Giuseppe Galasso
Afiorismo impazientedi Antonio FioreAspettando il grande Corno sul Lungomarealto 60metri, in città verranno installatiquanto prima dodicimini-cornida duemetri e 70. Corno subito.
OGGI
Onomastici:Dati meteo a cura di 3BMeteo.com
Vento:Umidità:
/ / / /32°23°
MER GIO
Orio, Oriella
29°23°33°22°
LUN85%
SSO 6 Km/hSereno
22°
MAR
27°
29°C
a pagina 17
Lunedì, 26Giugno2017 www.corrieredelmezzogiorno.it
D i quanti fidget spinner avremo bisognoper superare lo stress dell’estate 2017? Ainostri figli non lo ammetteremomaimail loro giocattolo a forma di stellina
ninja, che sta spopolando in ogni dove e che giravorticosamente, può tornarci utile per tenere abada il sistema nervoso che mai come in questoperiodo dell’anno è seriamente compromesso.Da dove partiamo?Ma dal caldo, naturalmen-
te, dall’anticiclone Caronte che ha deciso di tra-ghettarci anche quest’estate nell’Africa sub-sahariana, senza muoverci da casa, con tempe-rature tra i 40° e i 45° che giammai ci saremmosognati di dover sopportare prima di andare al-l’inferno. L’altro giorno si è ribellato persino losmartphone, non si è messo a sudare ma ci èmancato davvero poco: all’improvviso non con-netteva più e sullo schermo al posto dell’im-mancabile schermata di Facebook è comparso ildisegno di un termometro con una scritta cheimplorava il “raffreddamento” del dispositivo.Quanto più fa caldo, lo dice anche la legge di
Murphy, tanto più tuo figlio vuole scendere nel-la controra con l’hoverboard. Eccolo un altrooscuro oggetto del desiderio di quest’estate2017, lo skate elettrico che ti porta a spasso co-me se fossi un’accigliata statua semovibile. Cel’hanno tutti, vuoi che il tuomarmocchio ne fac-cia a meno? E così, lasciato in soffitta il mono-pattino, messa a riposo la bicicletta e dimenti-
cato ormai il modello precedente, manuale (an-zi, no, pedestre), l’hoverboard diventa irrinun-ciabile. Come il tatuaggio sull’avambraccio conil nome dell’amato/amata. Bisogna sperare chetutto vada per il verso giusto, che la forza (el’equilibrio) siano con noi. Ma se malaugurata-mente il ragazzino cade dall’aggeggio e si mettea frignare, l’unica cosa che ci resta da fare è por-tarlo al pronto soccorso. E qui si dischiude unaltro must estivo, l’ospedale sovraffollato, dove
il numero di topi, piccioni e formiche in corsia èinversamente proporzionale a quello di medici,paramedici e ausiliari.Ma l’estate è soprattutto sinonimo di vacanze
e se un tempo c’era la villeggiatura a coccolare lafamiglia, tenendola lontana da scuola e lavoroper unmese intero, in una località di mare, oggila parola d’ordine è “staccare l’interruttore”. Ciòvuol dire che i tempi, come i portafogli, si sononotevolmente ristretti e il relax si spalma solo
sul fine settimana, al netto del traffico in auto-strada, le scottature in spiaggia, il karaoke sto-nato e le punture di zanzare che sembrano coli-brì (intesi come aerei). Restiamo a casa allora?Buona idea, anche se le città non si svuotanopiù, a differenza dei supermercati aperti h24masempre meno frequentati. Non ci resta allorache affidarci al fato consapevoli che, come diceStephen King, nessuna estate dura per sempre.
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Prontuario dei luoghi comuniL’addio alla villeggiaturaLe città non si svuotano piùI supermarket sempre apertiLe code sull’autostradaI ritardi dei treni superveloci
Afa e tendenzeIl caldo africanoscatena l’irascibilitàMa ci sono anchenuove diavolerieche massificanoin nome della moda
On lineLo specialeEstatein Campaniapuò essereconsultato suwww.corrieredelmezzogiorno.it
EstateEVENTI, TENDENZE E PERSONE IN CAMPANIA
TuttacolpadiCaronte
di Gabriele Bojano
Il racconto
di Vladimiro Bottonea pagina 13
Il peso dei sentimentie una bella donna del Sud
Domanicon il CorriereTendenze, eventie personaggidella stagionedelle vacanze
di Paolo Macry
La guerra deiballottaggi (oggi leurne resterannoaperte fino alleventitrè) si combatte
sostanzialmente tra i due(ex) poli di centrodestra ecentrosinistra. Con lavariabile, in Campania, delnuovomovimentodemagistrisiano. E i risultatipromettono di essereinteressanti. Si capirà fino ache punto gli elettorisaranno rimasti a casa e inparticolare se il popolo diGrillo avrà sceltol’astensione o vorrà rientrarenei ranghi, confluendo suinomi della sinistra oppurerestituendo vigore alladestra. E si capirà,localmente, quanto il ballond’essai lanciato da Luigi deMagistris può preoccupare ilPd campano e, inparticolare, Vincenzo DeLuca. Questioni di tuttorilievo, insomma. Del resto,sebbene si tratti di un turnoamministrativo parziale,per accendere i riflettorisulle urne di questacaldissima domenicabasterebbe l’imminenzadelle prossime elezionipolitiche, cioè di unappuntamento, come énoto, di enorme importanzae complessità. Non a caso,nei giorni scorsi, i leadernazionali sono stati moltopresenti su tv e stampaquotidiana, ivi compreso unBerlusconi il quale sembraannusare le rinnovateopportunità che si offronoalla sua coalizione. Inquesta ottica, che riguarda ilpresente (i ballottaggi) mapiù ancora il futuroprossimo (le politiche), nonpuò che stupire lascomparsa dal dibattitopubblico dei leadernapoletani e campani.Quasi una sorta di riluttanzaad esporsi personalmente.
continua a pagina 2con un servizio di Gimmo Cuomo
I ballottaggi
ALVOTONELVUOTODI IDEE
I n quest’epoca difficile non abbiamo bisognodi ciechi conservatori, di laudatores temporis
acti, ma di visionari, di innovatori nel pienosenso schumpeteriano del termine, capaci —come ha ben detto il presidente di Confindu-stria Vincenzo Boccia — di coltivare dentro disé il futuro, pronti a realizzarlo con tutte le loroenergie positive.
a pagina 3
di Amedeo Lepore
Il dossierASanGiorgio il tasso nazionale più alto di «scontri» per chilometro di strada. Tariffe alle stelle, il Codacons protesta
Arischio truffa un incidente su dueRcauto, nel 2016 boomdi sinistri dichiarati in regione. L’Ivass accusa: il 43%puònascondere frodi
Boom dei sinistri Rc autodenunciati in Campania nel2016, quasi 265mila per la cro-naca, di cui circa 115 mila a ri-schio frode. Praticamente ilsospetto grava su oltre il 43%di quelli dichiarati. In nessu-n’altra parte d’Italia si registraun fatto simile. Quando Salva-tore Rossi, presidente del-l’Ivass, l’Istituto nazionale perla Vigilanza sulle Assicurazio-ni, legge la sua relazione an-nuale non fa una piega nel direche «nella città partenopea ilprezzo medio della polizza diresponsabilità civile auto allafine del 2016 era di circa 630euro, mentre ad Aosta era fer-mo a 300». Più del doppio,quindi, a causa, ancora unavolta delle truffe sui sinistri. Enon è che Caserta vada moltomeglio, il costo della polizza èmediamente di 552 euro.
a pagina 2 Imperiali
I datiDall’inizio della crisi il divario con il Nord è aumentato
Pil pro capite, tasso di occu-pazione e di disoccupazione,ma soprattutto rischio povertào esclusione sociale. Per l’uffi-cio studi della Cgia di Mestredall’inizio della crisi il divarioeconomico e sociale tra laCampania e il resto d’Italia èaumentato.
a pagina 3 Brandolini
Pil, occupazione e povertàCosì la Campaniasi è allontanata dall’Italia
Maorasiamodiventatiil«motore»dellacrescitameridionaleenazionale
Mediterranean Pride Il bimbo con due madri
Sfila l’orgoglio gayC’è ancheil piccolo Ruben
S i balla e si canta in nome dei diritti per lacomunità Lgbt: in città è di scena il
Mediterranean Pride of Naples, unappuntamento ormai fisso. A sfilare anche ilpiccolo Ruben, il bimbo con duemadri,Daniela e Marta, al quale il sindaco Luigi deMagistris ha conferito la cittadinanza,iscrivendolo nell’anagrafe cittadina.
a pagina 6
VIA I TAVOLINI
Chalet Ciro,saranno licenziativenti camerieridi Espedito Vitolo a pagina 11
●L’INTERVENTO
«M i scuso con i passeggeri per i disagi cheprocurerà il mancato prolungamento
dell’orario di esercizio fino alle due del mattinodella metropolitana linea 1 e della funicolare diChiaia». Ciro Maglione, neoamministratoreunico dell’Azienda napoletana mobilità, co-mincia il suo incarico con le scuse. Colpa di unadel rifiuto dei dipendenti di assicurare il pro-lungamento del servizio il sabato notte. Un nochemolti leggono come la reazione alla precet-tazione per l’annunciato sciopero di domani.Maglione chiarisce che era anche prevista la re-munerazione dello straordinario.
continua a pagina 7
di Roberto Russo
Stop alle corse notturneIl nuovo amministratoresi scusa con gli utenti
●Il CASO ANM
di Vincenzo Esposito
Codice cliente: 8800969
Corriere del Mezzogiorno Domenica 25 Giugno 2017 PRIMO PIANO NA3
Fonte: CGIA di Mestre
I datiTASSO DI DISOCCUPAZIONE (%)
Trentino A. A.
Bolzano
Trento
Veneto
Emilia R.
Lombardia
Friuli V. G.
Valle d'Aosta
Piemonte
Toscana
Umbria
Liguria
Marche
Lazio
2,7
2,6
2,9
3,4
2,8
3,4
3,4
3,2
4,2
4,4
4,6
4,8
4,1
6,4
5,2
3,7
6,8
6,8
6,9
7,4
7,5
8,7
9,3
9,5
9,6
9,7
10,6
11,1
+2,5
+1,1
+3,9
+3,4
+4,1
+4,0
+4,1
+5,5
+5,1
+5,1
+5
+4,9
+6,5
+4,72007
18000
19000
21000
17000
20000
22000
23000
24000
25000
26000
27000
28000
29000
30000
31000
32000
33000
34000
18.426 €
32.680 € 32.889 €
Pil pro-capite
17.984 €
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Nord Sud
2016 Var% ’16-’072007 2015 Var% ’15-’072007
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Abruzzo
Molise
Basilicata
Sardegna
Puglia
Campania
Sicilia
Calabria
ITALIA
NORD
CENTRO
SUD
Gap NordSud
13
14
15
16
17
18
19
20
6,2
8,1
9,4
9,8
11,1
11,2
12,9
11,1
6,1
3,5
5,3
11,0
7,5
12,1
12,8
13,3
17,3
19,4
20,4
22,1
23,2
11,7
7,6
10,4
19,6
12
+6,0
+4,8
+3,8
+7,4
+8,3
+9,2
+9,2
+12
+5,6
+4,1
+5,1
+8,6
+4,5
% DI POPOLAZIONE A RISCHIO POVERTÀ O ESCLUSIONE SOCIALE
Friuli V. G.
Trentino A. A.
Bolzano
Trento
Emilia R.
Veneto
Lombardia
Valle d'Aosta
Piemonte
Toscana
Marche
Liguria
Lazio
Umbria
16,6
9,9
12,3
7,5
13,3
16,3
15,8
11,7
17,9
14,5
16,7
21,3
22,5
18,0
14,5
14,8
13,7
15,8
15,4
16,8
17,6
17,9
18,0
18,6
23,0
25,8
27,0
28,5
-2,1
+4,9
+1,4
+8,3
+2,1
+0,5
+1,8
+6,2
+0,1
+4,1
+6,3
+4,5
+4,5
+10,5
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Abruzzo
Molise
Sardegna
Basilicata
Calabria
Campania
Puglia
Sicilia
ITALIA
NORD
CENTRO
SUD
Gap NordSud
13
14
15
16
17
18
19
20
25,5
33,0
30,3
37,3
44,1
45,5
40,6
50,5
26,0
16,0
18,8
42,7
26,8
30,1
31,7
36,6
41,5
44,2
46,1
47,8
55,4
28,7
17,4
24,0
46,4
29,0
+4,6
-1,3
+6,3
+4,2
+0,1
+0,6
+7,2
+4,9
+2,7
+1,4
+5,2
+3,7
+2,2
Nel 2007gap Nord/Sud
14.255 €
Nel 2015gap Nord/Sud
14.905 €
LACGIADALL’INIZIODELLACRISI ILGAPÈCRESCIUTO
Dal Pil all’occupazione fino alla povertàCosì la Campania si è allontanata dall’Italia
L’intervento
di Amedeo Lepore
Madal 2016 la nostra regioneè diventata ilmotore del Paese
SEGUE DALLA PRIMA
Una delle spiegazioni del ri-sultato straordinario della
Campania, che nel 2016 ha otte-nuto un incremento del Pil parial 2,4%, diventando il motoredella crescita meridionale ecollocandosi al primo posto trale regioni italiane, è sicuramen-te legata al dinamismo delleimprese e degli imprenditori,delle nostre «gazzelle», chehanno saputo fare della duracrisi di questi anni un’occasio-ne di cambiamento e di ripresadi capacità competitiva. I datisono inequivocabili. Basti pen-sare che nel 2013 la variazione
del PIL regionale era del -2,5% eche nel 2016 ha segnato, appun-to, un +2,4%. Il recupero di qua-si 5 punti percentuali in cosìpoco tempo ha ribaltato le pro-spettive di crescita della Cam-pania, ponendola alla testa diuna ripresa che comincia ad as-sumere carattere strutturale.Infatti, il comparto industrialefa da traino allo sviluppo dellaCampania, con un aumentodell’occupazione pari al 5,4% eun’intensificazione della dina-mica del prodotto di pari entitànel 2016. L’esportazione delleimprese campane è stata un al-tro fattore di notevole impulsoall’economia, con una crescita
del 2,9% nel 2016, superiore del2,5% al dato del 2015.Inoltre, sul versante generale
dell’occupazione, si è registratauna variazione molto confor-tante, pari al +3,3% complessivoa livello regionale. La Campaniasupera di gran lunga la crescitamedia del Mezzogiorno (+1%) edell’intero Paese (+0,9%). Èl’unica Regione del Sud a cosìforte sviluppo e sorpassa am-piamente le aree più dinamichedel Nord-Est, all’avanguardiatra le regioni settentrionali. Lepolitiche industriali del Gover-no e della Regione hanno avutoun ruolo in questa crescita. IlPatto per lo Sviluppo della
per le aree di crisi industriale,misure per la competitività del-le piccole e medie imprese). Insoli due anni è stata già datauna grande spinta all’economiaproduttiva della Campania. Na-turalmente, la permanenza diancora tanti problemi da risol-vere, dopo la grave condizionedi arretramento degli anni pas-sati con i suoi effetti ancora at-tuali, non si può negare: la co-nosce bene chi siede ai tavoli dicrisi industriale, affrontando lecriticità ancora presenti nel no-stro territorio. Tuttavia, una co-sa è la consapevolezza di questasituazione, altra è confutare larealtà e le sue dinamiche. CarloMaria Cipolla, autore dell’acutopamphlet dal titolo «Allegroma non troppo», osservava chele persone trovano più facileadeguare i fatti alle proprieconcezioni che adattare la pro-pria visione ai fatti, ai dati in-confutabili della realtà.Un grave difetto di un orien-
tamento della teoria economicacontemporanea che non ha fat-to bene al mondo. E al Mezzo-giorno e alla Campania non hafatto bene un difetto esizialedelle classi dirigenti, ricordatoin quella massima di AntonioGenovesi secondo cui: «È mici-diale sentimento quel non sipuò».Ecco, dovremmo tutti essere
disposti a costruire il nuovo, ilriscatto della nostra terra. Molticittadini, lavoratori e imprendi-tori l’hanno capito, contribuen-do alla ripresa della nostra eco-nomia. Ora si tratta di conti-nuare l’azione per lo sviluppo el’occupazione, con fiducia, sen-za demordere, ma intensifican-do le iniziative per l’affermazio-ne delle imprese produttive,della competitività e degli inve-stimenti a base di questi eccel-lenti dati e di una nuova Cam-pania in cammino.
Assessore regionalealle Attività Produttive
Campania è la cornice nellaquale si sono inserite le strate-gie della Giunta regionale, fon-date su fattori di crescita, tra-sversali e non settoriali, in granparte automatici. Le iniziativetenacemente perseguite dalPresidente De Luca vanno dalleleggi per la libertà d’impresa ela sburocratizzazione dellamacchina regionale, ai provve-dimenti per gli sgravi fiscali(decontribuzione totale per lenuove assunzioni, credito d’im-posta sugli investimenti, primeforme di riduzione dell’Irap) egli incentivi alle imprese (con-tratti di sviluppo e attrazione digrandi investimenti, interventi
NAPOLI Pil pro capite, tasso dioccupazione, tasso di disoccu-pazione e rischio povertà oesclusione sociale. Sono i quat-tro indicatori che fanno dire al-la Cgia di Mestre che è aumen-tato il divario economico e so-ciale tra il Nord e il Sud e chenel Mezzogiorno quasi 1 perso-na su 2 è a rischio povertà. Datiche sembrano cozzare con gliultimi dell’Istat che danno laCampania in ripresa con il 2,4per cento in più di Pil che hafatto festeggiare il governatoreVincenzo De Luca.Ma, in realtà,gli uni non escludono gli altri.La verità è che la Campania ave-va perso il 14 per cento di Pil edal 2016 c’è stata un’inversionedi tendenza. Che dovrà consoli-darsi e soprattutto che ancorpoco rispetto al punto di par-tenza.Ma torniamo alla ricerca del-
la Confartigianato. In termini diPil pro-capite, ad esempio, senel 2007 (anno pre-crisi) il gaptra Nord e Sud del Paese era di14.255 euro (nel Settentrione ilvaloremedio era di 32.680 e nelMezzogiorno di 18.426 euro),nel 2015 (ultimo anno in cui ildato è disponibile a livello re-gionale) il differenziale è salitoa 14.905 euro. Con variazioninegative, regione per regione:in Campania è di meno 5,6 percento. Sul fronte del mercatodel lavoro, invece, le cose nonsono andate meglio. Anzi. Se
nel 2007 il divario relativo altasso di occupazione era di 20,1punti a vantaggio del Nord, nel2016 la forbice si è allargata, re-gistrando un differenziale di22,5 punti percentuali. Ovvia-mente la distanza è sideralequando si parla di tasso di di-soccupazione. Se nel 2007 eradi 7,5 punti percentuali, nel2016 è arrivata a 12 . Sebbenetutte le regioni d’Italia abbiano
visto aumentare in questi ulti-mi 9 anni la percentuale deisenza lavoro, spiccano però idati della Campania e della Sici-lia con un più 9,2 per cento. An-che inmateria di esclusione so-ciale, infine, la situazione èpeggiorata. Se nel 2007 la per-centuale di popolazione a ri-schio povertà nel Sud era al42,7 per cento, nel 2015 (ultimoanno in cui il dato è disponibile
a livello regionale) è salita al46,4 per cento. Cioé quasi unapersona su 2 è a rischio povertà.«Il Mezzogiorno — spiega il
coordinatore dell’Ufficio studidella Cgia Paolo Zabeo — hadelle potenzialità straordinarieed è in grado di contribuire alrilancio dell’intera economiadel Paese. Pensiamo solo al pa-trimonio culturale, alle bellezzepaesaggistiche-naturali che
contribuiscono a renderla unadelle aree potenzialmente a piùalta vocazione turistica d’Euro-pa. Certo, bisogna tornare a in-vestire per ammodernare que-sta parte del Paese che, pur-troppo, presenta ancora oggidelle forti sacche di disagio so-ciale e di degrado ambientaleche alimentano il potere e lapresenza delle organizzazionicriminali di stampo mafioso. Anostro avviso, inoltre, bisognariprendere in mano il tema delfederalismo fiscale». Per nonparlare del tallone d’Achille:l’efficienza della Pubblica am-ministrazione. Uno studio dellaCommissione europea che hamonitorato la qualità dei servizipubblici ricevuti, tra le 206 re-gioni d’Europa prese in esame,ben 7 realtà territoriali del Mez-zogiorno si collocano nelle ulti-me 30 posizioni: la Campania èmaglia nera al 202mo posto. «IlSud si rilancia anche rendendopiù efficienti i servizi offerti da-gli enti locali — prosegue il se-gretario della Cgia Renato Ma-son—, inmodo che siano sem-pre più centrali per il sostegnodella crescita, perché migliora-re i servizi vuol dire elevare ilprodotto delle prestazioni pub-bliche e quindi il contributodell’attività amministrativa allosviluppo del territorio in cuiopera».
Simona Brandolini© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fatturato previsto: 47 milioni
L’Adler di Scudierisbarca in SlovacchiaAdler Pelzer, il gruppo internazionaleguidato da Paolo Scudieri (al centro nellafoto) con sede a Ottaviano che progetta,sviluppa e industrializza componenti esistemi per l’industria del trasporto,«continua— come informa una nota— lasua ascesa ed approda per la prima voltain Slovacchia con il nuovo stabilimento diBratislava. L’ultimo nato tra gli impiantidel colosso dell’automotive ha sedeall’interno del CTPark Devínska Nová Ves,nel polo produttivo del GruppoVolkswagen». Lo stabilimento, inparticolare, ha un’estensione di 11.000metri quadri circa, con un piano disviluppo per ulteriori 5.000 metri quadrinel 2018. Ad oggi impiega circa 100dipendenti e a “regime” crescerá sino a400 occupati. Previsto un fatturato annuodi oltre 47 milioni.
-5,6per centoIl calo del Pilcampanodal 2007al 2015
Codice cliente: 8800969
Corriere del Mezzogiorno Domenica 25 Giugno 2017NA13
Cultura&Tempo libero Gaetano Salvatore (foto), scienziato di fama
internazionale per i suoi studi sulla fisiopatologia dellatiroide, origini accadiesi e natali napoletani, è stato tra ipilastri della facoltà di Medicina della Federico II. Avent’anni esatti dalla sua scomparsa stamane alle 10.30nella sala convegni del Comune di Accadia, la sua città
d’origine lo celebra con una conferenza dedicata al«Futuro della medicina». Un omaggio della FondazioneSalvatore su impulso degli scienziati Marco e FrancoSalvatore, che mette insieme il ricordo del loro fratellomaggiore, Gaetano, con quello del padre, DomenicoSalvatore, scomparso cinquant’anni fa. Nell’occasione siritroveranno ad Accadia i rettori dell’Università di Foggia,del Suor Orsola Benincasa di Napoli e di Roma Tor Vergata,Maurizio Ricci, Lucio d’Alessandro e Giuseppe Novelli eGennaro Rispoli, curatore patrimonio storico Asl di Napoli.
● IL TEMPO E LE IDEE di Giuseppe Galasso
MedicinaAd Accadia si ricorda Gaetano Salvatore
O vviamente questo capitolo lo stral-ciamo dal libro. Te ne parlo a mi-crofoni spenti.Annalisa – nome di fantasia – la
conobbi una caterva di anni fa. Per caso,avrei detto (e invece no). Al giornale biso-gnava coprire un appuntamento istituzio-nale. Sala marmorea, consesso senatorialecon contorno di mandarini dell’alta buro-crazia e nomenklatura assortita. Insomma:il sottogoverno come una delle belle arti.Per l’occasione avevo comandato uno dellacronaca politica. All’ultimo momento hopreferito andarci io. Così, senza motivo. Adun certo punto vidi accomodarsi, giusto da-vanti a me, una fantastica signora sui tren-tacinque. Bruna, flessuosa, composta neimovimenti, inquieta nello sguardo. Sai co-sa significa quando una donna raggiunge ilpunto focale della propria bellezza? Vuol
dire che il viso, il corpo, i suoi gesti hannoacquisito una tale definizione da sfocaretutto quanto ha la ventura di comparire allasua presenza. È un fenomeno al quale nonci si abitua mai. In più Annalisa aveva quel-la scollatura sulla schiena. Una V abbastan-za incisiva da mettere nel dovuto risalto laschiena morbida, piena; la sua carnagioneavorio contro una capigliatura ala di corvo.Ne parlo con te a distanza di tanto tempo e– vedi? - la mia memoria si apre come unventaglio... Ad ogni modo Annalisa me laritrovai di fianco al buffet subito dopo: nonvistoso, prelibato, in tono con i velluti, icommessi in polpe. Lei sembrava aspettareche qualcuno – vale a dire io – le porgesseuna flute piena. Il sorriso con cui accettò lamia galanteria era tutta luce, mi frastornò(eppure non potevo certo dirmi un pivelloin tempesta ormonale). «Perché io?», mi
chiedevo cercando di far decollare la con-versazione fra noi due. Già: perché io? Allafine non ero nulla di speciale sotto il profiloestetico; le mie conquiste erano state sem-pre il frutto di un assiduo lavorio da asse-diante. Lei, invece, stavamuovendo per pri-ma. Forse, mi pavoneggiai, agiva il richia-mo della mia carriera sulla rampa di lancio(fuoco, fuochissimo). Annalisa, oltre allaestrema gradevolezza dei tratti, possedevaanche il doppio sguardo che rende così de-siderabili certe signore meridionali. Dop-pio sguardo significa una serie di implica-zioni che devi essere all’altezza di decodifi-care, con discrezione.A parte quello, furono la sua gola vista da
molto vicino, le braccia candide, il suomo-do tubato di ridere ad ubriacarmi di vanitàmaschile (della sua bellezza femminile erogià sbronzo da oltre un’ora). Inutile dire checi vedemmo il giorno successivo, per unacena la cui luce soffusa proveniva tutta daisuoi occhi. A fine serata ero fra le sue brac-cia (e le sue gambe, prensili come braccia),nel mio letto alto come quello di un doge.Sai cosa mi è rimasto impresso? Come sisfilava gli orecchini. Un gesto leggero e so-lenne, una contraddizione in termini. Epoi, certo, la sua bocca che si avvicinava as-sumendo le proporzioni del mio respiro. Ilsuo alito era caldo e inodore.Per il resto credo sia inutile che io mi di-
lunghi con te intorno a quelle procedure fi-siche e a quei processi biochimici capaci direnderci simili – per qualche tempo – al Dioche ci ha immaginati. Fu solo al terzo in-contro che Annalisa iniziò a parlarmi del fi-glio ventenne. Federico: l’unico bel ricordoereditato dal matrimonio fallimentare conun caporione di cui lei, durante un’occupa-zione di Facoltà, si era invaghita. Lamia co-noscenza con Annalisa avvenne agli inizidegli anni ‘80. Tu non puoi ricordarlo, mal’eroina era una vasta causa di morte fra igiovani. Annalisa, semi-vestita sulla spon-da di quel letto dogale, fu molto direttamentre sollecitava il mio interessamento.In lei agiva la forza sovrumana di chi nonaccetta di lasciar andare il proprio ragazzoalla deriva così, verso la foce. Federico avevapreso a scribacchiare, qua e là, su piccoletestate avventurose e, come lui, senza una
prospettiva. Il giornalismo sembrava l’uni-co stimolo antagonista al bucarsi. Annalisa– e i suoi occhi luminosi, ora di una tre-menda bellezza – era convinta che il prati-cantato in un quotidiano serio avrebbe fun-zionato come uno scambio, per Federico:via, via dal binario morto dell’eroina. Lo so:avrei potuto, forse dovuto infuriarmi per-ché, con quella perorazione molto franca,Annalisa stava smitizzando l’aura passiona-le dei nostri incontri. Li stava sminuendoriducendoli a ciò che, in fondo, erano: unmercimonio interessato e molto concreto.La sua bellezza, il suo sesso comepegnodelmio intervento a favore di Federico.Avrei dovuto sentirmi ferito, avercela con
lei. Viceversa mi sentii indegno di lei. An-nalisa era la dimostrazione vivente, respi-rante a mezzo metro da me, della potenzadi un amore. Certo: non perme, ma verso ilfiglio. Annalisa si sarebbe data in pasto aldemonio pur di salvare il proprio ragazzo. Eciò la nobilitava, ai miei occhi, più ancorache se avesse dichiarato chissà quale amorepassionale per la mia persona. In quel mo-mento la ammiravo da lontano e non osavopiù toccarla.Le raccomandazioni e i trattamenti di fa-
vore vengono sottaciuti nelle biografie.Quindi farai la cortesia di omettere l’episo-dio, anche se lo considero fra i più edifican-
ti di tutto il mio passaggio su questa terra.Federico, ad ogni modo, era bravo: scrivevadi tutto con un’intelligenza febbrile. Unavolta facemmo perfino un piccolo viaggioinsieme, lui ed io (me ne aveva pregato suamadre, per sorvegliarlo). Ricordo, comefosse ieri, il vento della mia vecchia deca-pottabile che gli faceva sbattere sulle costo-le la camicia troppo larga. Una luce biondaintorno, il mare di stoppie; l’altro mare, loJonio, che ci aspettava. Eppure i suoi occhi,così diversi da quelli materni, erano assentie fissi sull’idea dell’eroina. La roba: sniffata,fumata, iniettata.Annalisa la rividi alla cerimonia funebre
e poimai più: sono un codardo e il suo luttomi atterriva. Ci siamo rincontrati mesi fa. E’una donna anziana e il ripudio delle sueidee ha avuto l’effetto di intristirmi.«Sai, oggi penso che non avrei dovuto vi-
ziarlo, assecondarlo fin da piccolo».Ne tabuizzava ancora il nome.«Scusami,ma penso che sia stato rovina-
to anche da noi venuti prima di lui. Il ‘68 ciha emancipati, ma ci ha anche dato quell’il-lusione mortale che fosse tutto possibile,tutto lecito».Non avevo nulla da obiettarle, purtrop-
po. Le ho carezzato una mano. Cos’altrodirle?
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di Vladimiro Bottone
SEGUE DALLA PRIMA
Per giunta, non solo la massimaparte di questa riduzione di presenzae di vitalità è, di fatto, irrecuperabile,ma lo è tanto più in quanto anche nelMezzogiorno si nasce ormai moltomeno di un tempo. Nei grandi centrie città meridionali il problema quasinon si percepisce. Sembra investiresoprattutto, se non soltanto, i piccolie medi centri soprattutto dell’Appen-nino. Invece, non è così. Nella massi-ma parte dei casi gli insediamentimeridionali più sono grossi e menooffrono ciò che da essi ci si aspette-rebbe, per cui anche dalle città mag-giori alla prima buona occasione siemigra senza esitare.Quanto e come questo esodo dal
Mezzogiorno si saldi e si coniughicon l’afflusso in esso di una massa di
«migranti» di varia provenienza nonsi sa bene, e andrebbe meglio capitoe studiato (su questo tema siamo ar-retratissimi). Tutti sanno che il pro-blema demografico è, comunque, so-lo un risvolto, sia pure largamentedeterminante, delle strutture econo-miche e sociali di un paese. Si può es-sere un paese di grandi migrazionisenza essere un paese di ridotto o in-sufficiente sviluppo. Anzi, nei paesipiù avanzati (ad esempio, negli Usa)quelli che si impiegano e lavorano si-no alla fine nello stesso luogo dovesono nati rappresentano la minoran-za o quasi. Questo dipende, però, nonda una insufficienza della strutturaeconomica a reggere il peso della po-polazione. Al contrario: dipende dal-la grande modernità di quella strut-tura, che offre ovunque grandi possi-bilità di impiego e richiama ovunque
con pari attrazione il lavoro di ogni ti-po o livello di cui ha bisogno. Tutt’al-tro, quindi, che il caso delMezzogior-no.Anche dal punto di vista demogra-
fico il problema di una trasformazio-ne strutturale del Mezzogiorno rima-ne, perciò, tutto vivo nella sua consi-stenza e urgenza. Un importante stu-dio di P. Lelio Iapadre e StefanoPrezioso sulla posizione del Mezzo-giorno sull’estero nella lunga crisi dacui pare che si stia uscendo (RivistaEconomica del Mezzogiorno, 2016, n°4) conferma anche sotto questoaspetto del rapporto con l’estero che«la crisi ha ulteriormente aggravato ilgià forte divario con il Centro-Nord».Nota, però, che già nel 2015 appariva-no «segni positivi più forti nel Mez-zogiorno che nel resto del paese».Questi segni sono stati confermati
nel 2016 sia per il Pil che per l’occupa-zione e per le esportazioni, e suona-no a favore della politica degli ultimianni.Non facciamoci, però, illudere. Si
tratta di miglioramenti di scarso ri-lievo quantitativo, dato che, come di-cono Iapadre e Prezioso, «la distanzada colmare» soltanto «per tornare ailivelli pre-crisi», cioè a una decina dianni fa, resta sempre ampia. Sono,perciò, segni positivi soprattutto co-me segnali di una tendenza confor-tante, e tanto più in quanto sono ac-compagnati dall’emergere, che nonsi vedeva da tempo, di una serie di ot-time riuscite di imprese e iniziativemeridionali in vari settori produttivi,dei servizi, dell’innovazione tecnolo-gica, della capacità di presenza sulmercato internazionale, oltre che inquello nazionale. E questo è certo più
importante del miglioramento diqualche decimodi punto percentualenelle statistiche nazionali. Se tuttociò sarà confermato anche nel prossi-mo futuro, e non svanirà nel giro diqualche anno, come altre volte è ac-caduto, vorrà dire che davvero ci si èmessi sulla via buona.Perché ciò accada, occorre, però,
una dose di investimenti superiore aquella disponibile per il paese e so-prattutto per il governo. Di qui l’im-portanza di «nuovi investimenti este-ri, di cui l’intero paese, e in particola-re il Mezzogiorno, manifestano unacarenza evidente», come dicono Iapa-dre e Prezioso. Gli ultimi dati sui mi-glioramenti del Mezzogiorno confer-mano, fra l’altro, anche questa caren-za sul piano degli investimenti esteri,che sono, perciò, un capitolo a sé del-l’agenda per il Mezzogiorno. Un capi-tolo che, non per caso, stringe insie-me, ancora una volta, in un solo pro-blema il Mezzogiorno e l’intera Italia.
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SpopolamentodelMezzogiornoelanecessitàdicapitaliesteri
●Il racconto
Il peso dell’amoree una bellasignora del Sud
Uno scattodi Herb Ritts
Come una VAveva quella scollatura capacedi mettere nel dovuto risaltola schiena morbida e piena
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