Jamgon Kontrul Rinpoche - Il Lama - La Fonte Della Benedizione

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Il Lama, la fonte della benedizione Jamgon Kongtrul Rinpoche Vienna, Ottobre 1987 Gli insegnamenti buddhisti possono essere suddivisi in via del sutra e via del tantra. La via del sutra e' basata sulle cause, e quella del tantra sugli effetti. Si tratta in entrambi i casi di usare una via per liberare noi stessi da una visione dualistica in modo da poter raggiungere lo stato di liberazione. Sulla via del sutra si analizza come prima cosa la causa che porta ad una visione dualistica. Si scopre che la radice di questa visione dualistica e' l'aggrapparsi ad un "io", la nostra ignoranza. Poi si continua l'analisi. Da dove proviene questa idea? Qual'e' l'essenza dell'aggrapparci ad un "io"? Quali sono i suoi segni? Cosa ne e' la causa, etc.? Infine, si arriva alla conclusione che la propria identita' non esiste veramente. Sulla via del sutra, si inizia con il comprendere che ora noi ci troviamo in una condizione piena di sofferenza e se ne cerca la causa. La si ritrova, questa causa, nelle azioni compiute in precedenza. Si mette poi in questione che cosa ha condotto a tali azioni ed il karma che da queste risulta. Si scopre che le nostre emozioni di disturbo sono la causa, e che queste a loro volta sono provocate dalla nostra visione dualistica e dal nostro aggrapparci ad un "io". Quindi, si arriva al punto di riconoscere che aggrapparsi ad un "io" e' la causa di tutte le nostre esperienze. Basandosi su questa comprensione, si segue la via del sutra, sulla quale principalmente si tiene fede alle regole di disciplina inerenti al corpo ed alla parola. Inoltre, si arriva ad una comprensione della dipendenza mutua di tutte le cose, e che queste intrinsecamente non esistono. Come terza cosa, si prova ad ottenere un atteggiamento benevolo verso gli altri esseri.

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Il Lama, lafonte dellabenedizione

Jamgon KongtrulRinpoche

Vienna, Ottobre 1987

Gli insegnamenti buddhisti possono essere suddivisi in via del sutra e via del tantra. La via del sutra e' basata sulle cause, e quella del tantra sugli effetti. Si tratta in entrambi i casi di usare una via per liberare noi stessi da una visione dualistica in modo da poterraggiungere lo stato di liberazione. Sulla via del sutra si analizza come prima cosa la causa che porta ad una visione dualistica. Si scopre che la radice di questa visione dualistica e' l'aggrapparsi ad un "io", la nostra ignoranza. Poi si continua l'analisi. Da dove proviene questa idea? Qual'e' l'essenza dell'aggrapparci ad un "io"? Quali sono i suoi segni? Cosa ne e' la causa, etc.? Infine, si arriva alla conclusione che la propria identita' non esiste veramente. Sulla via del sutra, si inizia con il comprendere che ora noi ci troviamo in una condizione piena di sofferenza e se ne cerca la causa. La si ritrova, questa causa, nelle azioni compiute in precedenza. Si mette poi in questione che cosa ha condotto a tali azioni ed il karma che da queste risulta. Si scopre che le nostre emozioni di disturbo sono la causa, e che queste a loro volta sono provocate dalla nostra visione dualistica e dal nostro aggrapparci ad un "io". Quindi, si arriva al punto di riconoscere che aggrapparsi ad un "io" e' la causa di tutte le nostre esperienze. Basandosi su questa comprensione, si segue la via del sutra, sulla quale principalmente si tiene fede alle regole di disciplina inerenti al corpo ed alla parola. Inoltre, si arriva ad una comprensione della dipendenza mutua di tutte le cose, e che queste intrinsecamente non esistono. Come terza cosa, si prova ad ottenere un atteggiamento benevolo verso gli altri esseri.

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Quindi, sulla via del sutra si procede analizzando le cose, investigando le cause. Si applicano i diversi metodi basandosi sulla comprensione che deriva da cio'. In tal modo si arriva al punto di essere liberi dalla sofferenza. Si ottiene la liberazione ed anche lo stato di onniscienza. Questo percorso e' comunque molto lungo. Si dice che con la via del bodhisattva ci vogliono tre kalpa infiniti per ottenere la buddhita'. Sulla via del tantra, il Vajrayana, si procede in modo completamente diverso. Non si analizzano le cause, si lavora direttamente con la propria esperienza. Per esempio quando insorgono delle emozioni di disturbo non si analizzano le loro cause ma le si sperimenta direttamente e si raggiunge il punto nel quale si e' capaci di trasformarle. Per questa ragione e' detto che questa via funziona con il frutto (il risultato) ed e' quindi una via molto veloce. Il risultato che si ottiene con le due vie e' lo stesso: ci si libera dalla sofferenza ed i turbamenti interiori cessano, si ottiene la realizzazione. La differenza tra le due vie e' solo il modo in cui si pratica.

La via del tantra inizia da condizioni diverse rispetto a quelle del sutra. Questo percorso e' adatto solo per quei praticanti che hanno le capacita' piu' alte, dato che si lavora direttamente con le emozioni perturbatrici senza analizzarne le cause. D'altro canto si dice anche che in questo periodo degenerato questa via e' adatta a quelle persone che hanno le piu' forti emozioni perturbatrici. Il motivo e' che queste persone non hanno la pazienza di accumulare meriti su un periodo di tempo lungo e per praticare la via del bodhisattva. Semplicemente non ce la fanno. Se veramente gliela si fa a

praticare la via del tantra e si e' in

grado di occuparsi delle agitazioni della propria mente, questo e' un cammino molto veloce. Cio' nonostante, non si raggiungera' la buddhita' in pochi giorni o pochi anni.

Si dice sempre che nel Vajrayana si tratta di portare le esperienze e le apparenze impure ad un livello puro. Questo non significa comunque che questa trasformazione consiste solo nel pensare o nel credere che le cose sono pure. Si tratta piuttosto di trasformazione in senso vero. Per essere in grado di farlo si ha bisogno delle "tre radici" (fonti) di benedizione, di realizzazione e attivita'. La fonte, o radice, di benedizione e' il lama. La radice della realizzazione (siddhi) e' l'yidam. La radice dell'attivita' sono i protettori del dharma. Il lama e' la fonte piu' importante tra le tre. Yidam e protettori sono manifestazioni del lama. Nessun yidam o protettore e' separato dal lama. Per questa ragione il lama ha un significato molto speciale nel Vajrayana. Per poter comprendere questo e' di beneficio tornare a considerare la via del sutra. Qui si fa affidamento su un maestro o su un amico spirituale che ci mostra il percorso. Si pratica secondo le spiegazioni di questi maestri ed in questo modo si progredisce sui vari livelli di bodhisattva e sui cinque percorsi (accumulazione, unione, capacita' di vedere, meditazione, interruzione dell'apprendimento).

Nel Vajrayana il maestro ha un significato molto piu' importante. Non lo si vede semplicemente come qualcuno che mostra la via, ma lo si vede come il Buddha stesso. Con questo atteggiamento la benedizione del lama

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puo' arrivare alla mente in modo diretto, maturare e risvegliare il flusso della mente. Perche' questo siapossibile si ha bisogno di due elementi. Da un lato si deve praticare e dall'altro ci si deve aprire al lama e veramente vederlo come il Buddha.

Sulla via del sutra si trattano le proprie azioni in modo molto consapevole. Ci si sforza di evitare le azioni negative e di fare solo cose positive. Ma dato che si e' sempre "accompagnati" dalla propria ignoranza e dato che si hanno varie interferenze, non ci si riesce sempre e si fa sempre di nuovo qualcosa di negativo. La via del sutra necessita cosi' tanto tempo perche' l'impegno verso la positivita' e gli elementi di disturbonella mente che ci tentano verso le azioni negative sono sempre in conflitto tra di loro.

Sulla via del tantra comunque c'e' un elemento in piu' in connessione con il lama. Nella vera natura della mente non c'e' confusione da trovare: si tratta solo del mondo in cui noi sperimentiamo le cose che e' segnato dalla confusione. Se ci apriamo al lama pieni di fiducia, e di conseguenza otteniamo la sua benedizione, la nostra mente sara' condotta verso la maturita'. Questo significa che attraverso la forza della benedizione siamo in grado di riconoscere la vera natura della nostra mente. Ecco perche' il lama - la fonte della benedizione - e' cosi' importante nel Vajrayana ed e' chiamato "la prima rad ice".

Per ottenere la benedizione sono necessarie diverse cose. Da un lato si ha bisogno di sviluppare piena fiducia e completa devozione verso il lama. Comunque questo non si riferisce a

lama presi a caso. Si riferisce a quello

che abbiamo scelto dopo aver controllato esaustivamente diversi maestri. Si riferisce al lama nel quale siamo sicuri di poter sviluppare completa fiducia. Dall'altro lato anche il lama dovrebbe controllare il praticante per essere sicuro di poterlo veramente a i uta re.

Se si e' raggiunta la certezza che si puo' sviluppare questa completa apertura verso un lama, questa dovrebbe far sorgere una fiducia irremovibile. Dovrebbe veramente essere cosi' irremovibile ed indistruttibile come un diamante. Se si e' in grado di fare cosi', come risultato avremo il non piu' essere influenzati e disturbati da pensieri comuni. Questa fermezza in termini di fiducia e' anche il motivo del nome "Vajrayana", veicolo di diamante, perche' tale fiducia e' come undiamante - indistruttibile. Molte persone erroneamente credono che non c'e' differenza tra un maestro Vajrayana ed altri maestri. Un maestro comune puo' mostrare a qualcuno il percorso in modo totalmente puro e chiaro, e puo' spiegare come comportarsi, come sono le cose, etc. Un maestro Vajrayana, pero', e' qualcuno che non lavora e insegna solo con le parole, ma su tutti i livelli. Con il comportamento del corpo, con insegnamenti verbali e attraverso l'ispirazione della sua mente, egli puo' guidare il flusso mentale degli altri verso la maturita' e la liberazione. Solo qualcuno con questa capacita' e' un autentico maestro Vajrayana. Ci sono molti maestri comuni, ma solo pochi possono essere definiti maestri nel Vajrayana.

Nella preghiera a Dorje Chang viene detto che la devozione e' la testa della

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meditazione. Questo si riferisce alla devozione che dovrebbe essere sviluppata nel tipo di devozione Vajrayana - un tipo di devozione che totalmente e spontaneamente si risveglia in noi,che non e' frutto dell' immaginazione o presa in giro di se stessi. Quando appare nella propria mente, i pensieri comuni cessano grazie alla benedizione del lama e l'esperienza della meditazione sorge spontanea, senza mettere alcuno sforzo nella meditazione. Allora l'ispirazione del corpo, della parola e della mente del lama puo' diventare efficace in noi.

Si citano maestri Kagyu del primo periodo che dicevano che le pratiche preliminari - il Ngondro - sono piu' profonde di tutte le altre pratiche. Questa affermazione si riferisce molto di piu' al Guru Yoga piuttosto che alle prosternazioni, a Dorje Sempa o alle offerte del mandala, perche' qui si riceve l'ispirazione della benedizione del lama. Per le pratiche come la Mahamudra, o le fasi di sviluppo in connessione con le pratiche dell'yidam, o le fasi di dissoluzione - i sei Yoga di Naropa - che si basano tutti sul Ngondro, e' sempre necessario preparare la propria mente in modo adeguato. Questo accade grazie alla benedizione che si sperimenta nel Guru Yoga. Solo attraverso questo si e' in grado di portare le esperienze impure ad un livello puro e di lavorare correttamente con le altre pratiche. La devozione che si dovrebbe avere nei confronti del lama e' piu' del sentimento che nasce in noi quando vediamo un dato maestro che ha un comportamento piacevole nei nostri confronti. Se il lama sorride o parla in modo piacevole, puo' sorgere un sentimento di devozione, ma questo si chiama "il sorgere di un

sentimento a causa di varie condizioni". La devozione verso un lama alla quale aspiriamo, pero', e' un sentimento interiore profondo che e' indipendente da tali condizioni esterne. All'inizio naturalmente ancora dipende da cose esterne: poi diviene un sentimento interiore che si risveglia indipendentemente da condizioni esteriori e da esperienze momentanee. Solo quando questa devozione completamente profonda e questa fiducia incrollabile sono sorte la benedizione puo' funzionare in modo che i pensieri comuni e simili si calmano spontaneamente. Ci sono descrizioni circa i segni della devozione: gli occhi si riempiono di lacrime e i peli del corpo si drizzano. Ma perche' questo accada e' necessario avere una connessione con il proprio lama per tante vite; e' impossibile costruirla nell'arco di una sola vita.

Solo se si riceve la benedizione autentica si e' nella posizione di realizzare il risultato autentico, la realizzazione ultima, la piu' alta siddhi. Se si cerca di costruire, sforzandosi, un sentimento artificiale di devozione e fiducia, la benedizione e l'ispirazione saranno solo immaginarie e artificiali, e cosi' sara' anche il frutto (il risultato). I maestri stessi sono semplicemente esseri umani. Hanno un corpo. Sono a volte di buono o di cattivo umore. A volte sono arrabbiati, a volte sono tristi, etc. Senza vera fiducia e devozione incrollabile si sara' influenzati da queste cose e ci si sentira' insicuri. Ci si chiedera' perche' l'esperienza della meditazione oggi non e' forte tanto quanto quella di ieri; si diventa instabili ed insicuri della propria fiducia. Tutto cio' risulta dal fatto che la devozione e

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la fiducia non sono poi veramente i ncro ll a bili.

Quando si parla del raggiungere le realizzazioni più alte, non si tratta di qualcosa di esterno o di qualcosa di nuovo che si ottiene. E' la realizzazione della natura della nostra propria mente. Si sono raggiunte le piu' alte realizzazioni quando si e' liberi da ogni stato o condizione di mutamento momentaneo, e quando si e' realizzata la mente per cio' che essa e' in verita'.

La benedizione e' l'abilita' di portare la mente di altri esseri senzienti alla maturita' e di liberarli. La benedizione non ha alcuna forma, e neanche un simbolo specifico di espressione. Nonostante durante le iniziazioni vengano usati diversi oggetti simbolici, la benedizione vera e propria e' che si diventa liberi dall'idea che qualcuno riceve una benedizione e che qualcuno la da. Questa e' l'iniziazione ultima e la vera benedizione. Tutto il resto sono simboli ed esempi per il ricevere la bened izione.