JACOB HASHIMOTO Gas Giant - Pinacoteca Querini Stampalia · 2013. 5. 24. · Il 29 maggio 2013 apre...

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Studio la Città / Verona Studio la Città srl Lungadige Galtarossa, 21 37133 Verona - ITALY T. +39.045597549 F. +39.045.597028 www.studiolacitta.it / [email protected] JACOB HASHIMOTO Gas Giant A cura di Marco Meneguzzo Fondazione Querini Stampalia - Venezia 29 Maggio 2013 > 1 Settembre 2013 www.jacobhashimotovenice.com Courtesy Ronchini Gallery, © Michele Alberto Sereni

Transcript of JACOB HASHIMOTO Gas Giant - Pinacoteca Querini Stampalia · 2013. 5. 24. · Il 29 maggio 2013 apre...

  • Studiola Città / Verona

    Studio la Città srlLungadige Galtarossa, 2137133 Verona - ITALYT. +39.045597549F. +39.045.597028www.studiolacitta.it / [email protected]

    JACOB HASHIMOTOGas Giant

    A cura di Marco Meneguzzo

    Fondazione Querini Stampalia - Venezia29 Maggio 2013 > 1 Settembre 2013

    www.jacobhashimotovenice.com

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  • Indice

    1. a proposIto dI gas gIant di Marco Meneguzzo, curatore

    2. Jacob HasHImoto: gas gIant

    3. bIografIa dell’artIsta

    4. studIo la cIttà – Verona

    5. monografIa a cura di Luca Massimo Barbero; edito da Marsilio Editori

    6. InformazIonI pratIcHe

    Progetto organizzato da

    studio la città – Verona Lungadige Galtarossa, 21 37133 Verona - IT

    Tel: +39 045 597549 Fax: +39 045 597028 www.studiolacitta.it

    Marta Fraccarolo [email protected] +39 045 597549

    comunicazione Tommaso Speretta [email protected] +39 347 9502563

  • a proposIto dI gas gIant di Marco Meneguzzo

    La parola chiave dell’ultimo lavoro site-specific di Jacob Hashimoto è ovviamente GAS. Un gas è un elemento che si diffonde nello spazio disperdendo le sue molecole in maniera imprevedibile, e comunque modificando lo spazio circostante, quando anche non lo satura rendendolo completamente diverso, sostituendosi o aggregan-dosi con l’ambiente atmosferico preesistente. è un elemento “volatile”, cioè in con-tinuo e impalpabile mutamento: nulla di più preciso per definire il lavoro dell’artista americano, che da quando può realizzare grandi lavori in situ mette in scena sempre ingombranti dispersioni costituite da centinaia e centinaia (in questo GAS GIANT sono circa 10.000) dei suoi singolari moduli, che qui potremmo appunto chiama-re per analogia “molecole” (“monadi”, alla Leibniz, forse è troppo…). Il risultato è una specie di “muffa” variamente colorata, e contemporaneamente una concrezione aerea che solitamente va a segnare i confini dello spazio entro cui è racchiusa, come se questi fossero i limiti assolutamente provvisori che per ora la contengono. Poi, queste molecole si dispongono secondo somiglianze interne: colore con colore, forma con forma, pattern con pattern, fili d’erba con fili d’erba…

    Il risultato è una sorta di singolare paesaggio, che tuttavia non sappiamo se essere naturale, vegetale, umano, perché il senso della dispersione – cioè dell’imprevedibi-lità generale della disseminazione – è superiore a quello della razionalità ordinatrice dell’artista. E benché questo sia oggettivamente impossibile – visto che esiste un autore, tra l’altro molto paziente e pignolo durante l’allestimento, e una schiera nu-trita di assistenti che seguono il suo preciso progetto –, l’esito immediato, visivo ed emotivo, ci suggerisce una specie di “autodisposizione naturale” degli elementi, di cui dobbiamo trovare il bandolo compositivo, come quando si analizza un ecosiste-ma completo, per di più vivendoci dentro.

    Ecco allora che l’opera diventa una grandiosa metafora di ogni tipo di “sistema”, dove ogni singolo elemento, anche solo per vicinanza, influenza l’altro nella costru-zione di un’armonia. Perché proprio un’armonia e non una dissonanza? Perché ogni costruzione, ogni composizione, anche la più inverosimile o pericolosa, comporta un progetto, una visione d’insieme che in nuce è già nel più piccolo degli elementi costitutivi, anche se i “mattoni”, nel nostro caso, sono aquiloni.

  • STUDIO LA CITTÀ srl

    Jacob HasHImoto: gas gIant Organizzata da Studio la Città – Verona A cura di Marco Meneguzzo

    Venezia, Fondazione Querini Stampalia 29 maggio 2013 – 1 settembre 2013

    www.jacobhashimotovenice.com

    Vernice stampa: 28 maggio 2013, dalle 10:00 alle 18:00 dal 29 al 31 maggio 2013 ingresso libero per stampa e accreditati Biennale

    Inaugurazione: 28 maggio 2013, ore 18:00

    Venezia, 27 maggio 2013

    Il 29 maggio 2013 apre al pubblico la mostra Jacob HasHImoto: gas gIant organizzata da studio la città – Verona e curata da marco meneguzzo. Allestita al quarto piano della fondazione Querini stampalia a Venezia, negli spazi ristrutturati da Mario Botta al quarto piano del palazzo, la mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 1 settembre 2013, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18.

    gas gIant è una grande installazione site-specific che l’artista ha pensato per interagire con gli spazi della Fondazione Querini Stampalia a Venezia con l’obiettivo di costruire un rapporto diretto con lo spettatore.

    L’opera di Jacob Hashimoto (1973, Greeley, Colorado, USA) si caratterizza per l’utilizzo di alcuni elementi stilistici presi in prestito dalla cultura giapponese, come l’aquilone in carta e bambù, che Jacob assembla e ricostruisce per cre-are grandi installazioni e forme scultoree interattive che invadono letteralmen-te lo spazio espositivo. La complessità visiva del suo lavoro, unita alla leggerez-za dei materiali, accompagna lo spettatore lungo un percorso sensoriale in cui si

  • confondono le coordinate spaziali e temporali e dove il visitatore viene accolto da un sentimento di stupore e meraviglia. Le installazioni di Hashimoto si pongono al contempo come un’esplorazione tangi-bile delle affascinanti e possibili intersezioni tra pittura e scultura, tra figurazione e astrazione, tra natura e artificio. “C’è anche una componente giocosa nel mio lavoro” afferma l’artista. “Gli elementi stilistici che utilizzo hanno a che fare con un generale sentimento di nostalgia più che con una diretta relazione con le mie origini. L’aquilone parla del sentimento dell’infanzia e del rapporto con la natura, più che della singola tradizione giapponese”.

    Dopo una lunga serie di interventi per musei e spazi espositivi internazionali (tra questi l’opera Superabundant Atmosphere allestita a Palazzo Fortuny a Venezia in occasione della mostra In-finitum, 2009), Jacob Hashimoto in concomitanza con la 55. Mostra Internazionale d’Arte de La Biennale di Venezia riempie l’architettura veneziana di Fondazione Querini Stampalia con una nuova installazione. gas gIant si compone di 10.000 aquiloni in carta e bambù realizzati a mano dall’artista che attraversano gli spazi della storica e prestigiosa fondazione venezia-na accompagnando lo spettatore lungo gli ambienti espositivi fino alla sala centrale all’ultimo piano del palazzo. Qui l’opera si condensa e trasforma in una fitta nube che invade e satura lo spazio.

    Il curatore, marco meneguzzo, descrive gas gIant come un “singolare pae-saggio, che non sappiamo se essere naturale, vegetale, umano, perché il sen-so della dispersione – cioè dell’imprevedibilità generale della disseminazione – è superiore a quello della razionalità ordinatrice dell’artista. L’esito immediato, visivo ed emotivo, ci suggerisce una specie di “autodisposizione naturale” degli elementi, di cui dobbiamo trovare il bandolo compositivo, come quando si analizza un eco-sistema completo, per di più vivendoci dentro. Ecco allora che l’opera diventa una grandiosa metafora di ogni tipo di “sistema”, dove ogni singolo elemento, anche solo per vicinanza, influenza l’altro nella costruzione di un’armonia. Ogni costruzione, ogni composizione, anche la più inverosimile o pericolosa, comporta un progetto, una vi-sione d’insieme che in nuce è già nel più piccolo degli elementi costitutivi, anche se i “mattoni”, nel nostro caso, sono aquiloni”.

    Come preannuncia il titolo stesso dell’opera, il gigantismo dell’intervento, tipico della ricerca artistica di Hashimoto, dialoga con la straordinaria leggerezza e delicatezza dei materiali utilizzati, innescando un rapporto di partecipazione diretta con il visita-tore immerso nella quiete ma anche nella meraviglia di un ambiente che simula un mondo incontaminato che tuttavia ancora non esiste.Il bianco, colore predominante dei circa 10.000 aquiloni che compongono gas gIant, è interrotto da pattern colorati e motivi geometrici e fitomorfi che conferi-scono all’installazione un ritmo e un’andatura temporale. Hashimoto, infatti, procede nel suo lavoro all’elaborazione di una sempre nuova definizione dello spazio e del tempo, e all’esplorazione della dimensione onirica della natura che cambia prospet-tiva e significato in relazione al punto di osservazione, inducendo istintivamente lo spettatore a un’esperienza meditativa dell’opera.

  • Come spiega l’artista “l’architettura è un aspetto fondamentale del mio lavoro. Spesso l’opera prende forma in base all’architettura che la ospita, le caratteristiche scultoree dell’opera dipendono dallo spazio in cui questa viene a esistere. Altre volte, invece, è l’opera a imporsi sullo spazio, trasformandolo completamente. è un processo in continuo cambiamento e risultato di una continua negoziazione, che non ha per sua natura una risoluzione prevedibile in partenza. Per questo il dialogo che si instaura tra l’opera, lo spazio e lo spettatore diventa il punto centrale del mio lavoro”.

    La tensione, ma anche l’esuberanza, visiva del lavoro di Jacob Hashimoto e la sua ricerca di una precisa dimensione luminosa – sia in senso letterale che metaforico –, conferisce all’opera un aspetto poetico, che spesso sfugge una pre-cisa definizione e collocazione stilistica del lavoro dell’artista. Le opere di Hashi-moto, infatti, sono al contempo architetture, vista la loro precisa struttura tridi-mensionale, sculture, vista la loro caratteristica autonomia formale, e pitture, visti i loro ricercati effetti cromatici tradotti sulla superficie della carta.

    In occasione di Jacob HasHImoto: gas gIant verrà pubblicato il primo cata-logo monografico sull’opera di Hashimoto, curato da luca massimo barbero ed edito da marsilio editori.

    Si ringrazia Cartiere Gruppo Cordenons.

    In concomitanza con Jacob HasHImoto: gas gIant presso la Fondazione Que-rini Stampalia a Venezia, Jacob Hashimoto sarà presente con mostre personali alla galleria studio la città, Verona (Foundational Work, 25.05.2013 – 31.08.2013), alla galleria forsblom, finlandia (Armada, 17.05.2013 – 9.06.2013), al bildmu-seet, umeå, svezia (Superabundant Atmosphere, 2.06.2013 – 13.10.2013), e presso lo schauwerk sindelfingen, germania (Sky Columns, 15.06.2013 – primavera 2014).

    per maggiori informazioni e richieste d’intervista:

    tommaso [email protected]+39 3479502563

    marta [email protected]+39 045 597549

    www.jacobhashimotovenice.com

  • Jacob HasHImoto

    Jacob Hashimoto nasce a Greeley, U.S.A., nel 1973. Vive e lavora a New York.

    Ispirandosi alle sue origini e alla tradizione giapponese, Hashimoto realizza grandi installazioni assemblando elementi in carta e bambù. Tenuti assieme da centinaia di fili di nylon (pendenti dal soffitto per le installazioni o fissati a pioli in legno per i lavori a parete), questi elementi costituiscono frammenti di paesaggi naturali e artificiali, composti da pattern colorati e motivi geometrici e fitomorfi. ll suo lavoro incarna il suo interesse per un’arte che nasce dall’intersezione tra l’astrazione e la figurazione, tra la pittura e la scultura.

    mostre personalI

    2013 GAS GIANT, Fondazione Querini Stampalia, Venezia, a cura di / curated by Marco Meneguzzo Sky Columns, Schauwerk Sindelfingen (Peter Schaufler Foundation), Sindelfingen Superabundant Atmosphere, Bildmuseet, Umeå Foundational Work, Studio la Città, Verona Armada, Galerie Forsblom, Helsinki2012 Super-elastic collision (origins and distant derivations), Rhona Hoffman Gallery, Chicago The Other Sun, Ronchini Gallery, London2011 The end of gravity, Mary Boone Gallery, New York Armada, Studio la Città, Verona Silence Still Governs Our Consciou sness, Galerie Forsblom, Helsinki2010 MACRO – Museo d’Arte Contempora nea di Roma, Roma Here in Sleep, a World Muted to a Whisper, Nevada Art Museum, Reno2009 Forests Collapsed Upon Forests, Otero

    Plassart Gallery, Los Angeles Mary Boone Gallery, New York2008 Jacob Hashimoto |V, Studio la Città, Verona, a cura di / curated by Luca Massimo Barbero2007 Plumes and the Landscape Omnibus, Rhona Hoffman Gallery, Chicago Mary Boone Art Gallery, New York2006 Studio la Città, Verona, catalogo con testo di / catalogue with essay by Luca Massimo Barbero2005 Rhona Hoffman Gallery, Chicago Superabondant atmosphere, Rice University Art Gallery, Houston2004 Bloom, Main Lobby, San Jose Museum of Art, San Jose Tacoma Art Museum, Tacoma2003 The Nature of Objects, Studio la Città, Verona, catalogo con una conversazio ne fra l’artista e L. M. Barbero / catalogue with a conversation between the artist and L. M. Barbero2002 Studio la Città, Verona, catalogo con testi di / catalogue with essays by Irvin Y. Hashimoto e / and A. Vettese Silent Rhythm, Galleria Traghetto, Venezia Finesilver Gallery, San Antonio, Texas2001 Giant Yellow, con / with Jason Eoff, Patricia Faure Gallery, Santa Monica

  • Big Mountain, Patricia Faure Gallery, Santa Monica2000 Carte Blanche à Hélène de Franchis, Galerie Lucien Durand - Le Gaillard, Paris Project Room, Patricia Faure Gallery, Santa Monica Made in California Now, Los Angeles County Museum, Los Angeles Giant Yellow and Other Structures, Ga lerie Lucien Durand – Le Gaillard, Paris1999 Armada, Chicago Cultural Center, Chicago Infinite Lightness, con / with Thom Barth, catalogo con testo di / catalogue with essay by M. Bertoni, Studio la Città, Verona Galleria La Nuova Pesa, Roma1998 Infinite Expanse of Sky, Chicago Museum of Contemporary Art, Chicago Project Room, Patricia Faure Gallery, con/with Craig Kauffman, Santa Monica1997 Ann Nathan Gallery, Chicago1996 Sky Canopy Installation, Ann Nathan Gallery, Chicago

    mostre collettIVe

    2013 Vitruvius, Martha Otero Gallery, Los Angeles, CA Rosa Piero, Rosa Tiepolo, Rosa Spalletti, Rosa…, a cura di / curated by Marco Meneguzzo con la collabora zione di / in collaboration with Andrea Lerda, Studio la Città, Verona 2012 Off-Screen, Studio la Città, Verona2011 Toward the Third Dimension, David Floria Gallery, Aspen2010 Let There Be Geo, A+D Gallery, Columbia College, Chicago Art on Paper 2010, The Weatherspo on Art Museum, University of North Carolina, Greensboro2009 IN – FINITUM, installazione a / installation at Palazzo Fortuny, Venezia Abstract America, The Saatchi Gallery, London A Tribute to Ron Warren, Mary Boone Gallery, New York2008 Not Just a Pretty Face, Hyde Park Art Center, Chicago

    2007 ... e ricomincio da tre, Studio la Città, Verona2006 Takeover, Hyde Park Art Center, Chicago2005 XIV Quadriennale di Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma2004 White, Patricia Faure Gallery, Santa Monica Artseasons, Cas Pellers, Palma de Mal lorca Je ne regrette rien, 35º Anniversario della Galleria Studio la Città, Verona2003 Structure, Patricia Faure Gallery, Los Angeles2002 Officina America. ReteEmiliaRoma gna, a cura di / curated by R. Barilli, Palazzo dell’Arengo, Rimini Intermezzo, Studio la Città, Verona1999 Phoenix Triennial, Phoenix Art Museum, Phoenix Conceptual Color: In Albers’ Afterima ge, San Francisco State University1997 Perennial, Carleton College Boliou Art Gallery, Northfield Headless, William Cordove and Jacob Hashimoto, Lineage Gallery, Chicago1996 Thesis Exhibition, School of the Art Institute of Chicago, Chicago Young Americans of Asian Ancestry, a cura di / curated by R. Yoshida, Hyde Park Art Center, Chicago

  • studIo la cIttà – Verona

    è una storia lunga quella di Studio la Città di Verona. Una storia in cui si possono facilmente rintracciare delle linee guida, dei fils rouges che accompagnano le scelte e le non scelte di una delle più conosciute gallerie italiane di arte contemporanea.Studio La Città apre i battenti nel 1969 con Lucio Fontana, la cui presenza, con pic-cole o grandi opere, è in ogni esposizione che ripercorra la storia della galleria e in ogni stand di fiera alla quale la galleria ha partecipato e partecipa…e sono numerose ogni anno. A sottolineare così la linea di pensiero dalla quale provengono molte delle scelte artistiche di Hélène de Franchis, fondatrice e titolare della galleria.

    Dal 1969 si sono avvicendate sulle pareti di Studio La Città le opere di Piero Manzo-ni, Mario Schifano, Enrico Castellani, Michelangelo Pistoletto, Pier Paolo Calzolari, Gianni Colombo. Nel corso degli anni Settanta il programma si è concentrato sull’arte analitica e mini-male con uno sguardo internazionale, allora piuttosto raro in Italia, con artisti come Ulrich Erben, Sol Lewitt, Robert Mangold, Robert Ryman, Robyn Denny. Dalla seconda metà degli anni Ottanta la galleria ha posto in particolare la sua atten-zione su artisti la cui ricerca è incentrata sul minimalismo cromatico come Herbert Hamak, Ettore Spalletti, John McCracken, David Simpson, Max Cole, Stuart Arends, Lawrence Carroll. Negli ultimi anni la società è profondamente mutata e di conseguenza i temi di in-dagine dell’arte sono diventati più articolati e complessi. La galleria ha così pensato di superare barriere di ambito prettamente linguistico, cercando di esplorare nuove frontiere. Ha guardato e guarda ad artisti che indagano i limiti tra la società contem-poranea e la natura, tra digitale e analogico, che incentrano la loro ricerca su proble-matiche di matrice sociale in un mondo sempre più globalizzato, attraverso la pittura, la fotografia, il video, l’installazione. La sottile, quanto determinata, linea che collega gran parte delle scelte realizzate dalla galleria in tutto questo tempo e che rende la stessa riconoscibile è la ricerca di una forma espressiva silenziosa e intima, che giunga all’essenza delle cose. In tal senso Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Alberto Garutti, Pierpaolo Calzolari, Etto-re Spalletti, Giulio Paolini sono considerati i classici contemporanei della galleria.

    Nel maggio del 2007 Studio La Città ha inaugurato la sua nuova sede espositiva in una zona industriale a ridosso del centro storico della città, a Lungadige Galtarossa: 900 metri quadrati, disposti con grande flessibilità, che consentono alla galleria di poter proporre contemporaneamente più mostre ed eventi. Uno spazio adatto a mo-strare anche opere di grandi dimensioni, che in alcuni casi sono state appositamente pensate e realizzate site-specific, lavori di giovani artisti, performance, ma anche mostre di nomi consolidati nel mondo dell’arte contemporanea

    Per la sua conformazione spaziale la galleria rappresenta al contempo il luogo adatto all’organizzazione di diverse tipologie di eventi (presentazioni di cataloghi, concerti, inaugurazioni, performance teatrali). All’interno della stessa è stata, inoltre, predi-

  • sposta una sala video per la proiezione di mostre appositamente dedicate a questa forma artistica.Studio la Città ha così proposto nel suo nuovo programma espositivo artisti quali: Jacob Hashimoto, Hiroyuki Masuyama, Eelco Brand, Arthur Duff, Izima Kaoru, David Lindberg, Steve Roden, Mikhael Subotzky, Pablo Zuleta-Zahr, Victor Ampliev, Emil Lukas, ma anche l’italiana Anna Galtarossa e inoltre il napoletano Roberto Pugliese, artista e compositore, le cui installazioni sonore sono interventi site-specific in co-stante dialogo con lo spazio.

    Recentemente la galleria ha dedicato uno spazio importante ai nuovi linguaggi dell’arte indiana, con la mostra India Crossing: Riyas Komu, Hema Upadhyay, Nataraj Sharma, Valsan Koorma Kolleri, Ashim Purkayastha, Shilpa Gupta.Importante per la galleria mostrare il lavoro di questi artisti, che utilizzano forme espressive distinte, ma che sono tutti concentrati su linee guida comuni che hanno come scopo la ricerca della bellezza, di una semplicità complessa, in cui la coerenza poetica si fonde con la curiosità nei confronti di nuove e, talvolta, inaspettate elabo-razioni espressive.

    Nel 2011 è stata presentata la mostra Ad Lucem – Arte Contemporanea per Arvo Pärt, in concomitanza con il concerto tenutosi nella chiesa di San Fermo Maggiore a Verona e, nello stesso anno, Una Prospettiva Italiana. Ma lo sguardo vede?, collettiva sui maggiori esponenti della nostra fotografia nazionale.

    Nel 2012 sono da ricordare: la personale di Lynn Davis al Museo Archeologico Na-zionale di Venezia e la collettiva Off-Screen, mentre è del 2013 la mostra tutta incen-trata sull’utilizzo del colore rosa nell’arte, dal titolo Rosa Piero, Rosa Tiepolo, Rosa Spalletti, Rosa….

  • Mar

    silio

    ufficio stampaSara Salmaso

    Marsilio Editori s.p.a.

    tel. 041-2406536fax 041-5238352

    [email protected]

    Jacob Hashimoto è uno dei più interessanti artisti di nuova generazione della scena contemporanea internazionale. Le sue installazioni, affascinanti e coinvolgenti, sono conosciute per il forte impatto e la coinvolgente spazialità e vengono raccolte in que-sta occasione per la prima volta in un unico volume. Con oltre 200 immagini per più di 60 lavori, questa prima monografia illustra il lavoro di Hashimoto sin dai primi lavori a muro del 1997 fino alle più recenti e stra-ordinarie installazioni. Per ogni opera è stata realizzata una scheda che descrive non solo tecnicamente gli elementi che la compongono ma che narra in modo parallelo anche la genesi e il luogo in cui essa si trova.Jacob Hashimoto - Superabundant Atmospheres è un viaggio intorno al mondo in cui si trovano le sue opere: dagli Stati Uniti all’Europa, dalle Collezioni pubbliche a quelle private fino a tornare alle mostre istituzionali che si svilupperanno a partire da Vene-zia in questo e nei prossimi anni. Parallelamente il testo di Luca Massimo Barbero è altresì un viatico che vede il critico e curatore dialogare con l’artista da oltre dieci anni in occasione di diversi momenti espositivi. Attraverso osservazioni e domande restituisce con freschezza il ricco mon-do delle installazioni di Jacob Hashimoto che trasmettono meraviglia, incanto e coinvolgono anche fisicamente l’osservatore in un continuo irrisorio gioco di luce, spazio e movimento in quell’impatto complesso e immediato che l’artista concepisce come la nuova contemporaneità.

    jacob hashimoto è nato in Greely, Colorado nel 1973. Nel 1996 consegue la Laurea in Fine Arts presso the School of the Art Institute of Chicago. Vive e lavora a New York.

    luca massimo barbero è Curatore Associato della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e già diret-tore del Museo di Arte Contemporanea di Roma (MACRO). Studioso dell’arte Internazionale del do-poguerra, ha pubblicato importanti monografie e cataloghi ragionati. Collabora attivamente con artisti contemporanei ideando e curando con essi mostre collettive e antologiche, insieme a varie monografie e pubblicazioni. Tra gli altri si ricordano Thomas Saraceno, Antony Gormley, Wim Delvoye, Jason Martin e altri protagonisti dell’arte contemporanea internazionale.

    cataloghi

    isbn 978.88.317.1645, brossura con alette, 21×27 cm, 160 pp., 200 ill. a col., 35,00 euro

    Luca Massimo Barbero

    Jacob Hashimoto Superabundant Atmospheres

  • InformazIonI pratIcHe

    titoloJACOB HASHIMOTO: GAS GIANT

    a cura diMarco Meneguzzo

    organizzata daStudio la Città – Veronawww.studiolacitta.it

    Tel: +39 045 [email protected]

    sedeFondazione Querini Stampalia, Veneziawww.querinistampalia.org

    monografiaA cura di Luca Massimo Barbero; edita da Marsilio Editoriwww.marsilioeditori.it

    sito internetwww.jacobhashimotovenice.it

    periododal 29 maggio al 1 settembre 2013

    orari di esposizioneda martedì a domenica dalle 10 alle 18

    IngressoIntero 10 euro, ridotto 8 euro. Biglietto valido per tutte le esposizioni presenti in Fondazione Querini Stampalia

    si ringraziaCartiere Gruppo Cordenons