J. Danielou Risurrezione 3

download J. Danielou Risurrezione 3

of 28

Transcript of J. Danielou Risurrezione 3

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    1/28

    I Classici Cristiani . N.306 - Nuova serie N. 14C o l l a n a d ir e tt a d a F RA N C O C A R D IN I e L U I G I N E G R IC u r a r e d az io na le d i R O D O LF O G O R D IN I

    JEAN DANIELOU

    LA R ISU :RRE ,Z IONE

    Prefazione :di ANDREA TORNIELLI

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    2/28

    LARISURREZIONE DEI MORTI

    La fede nella risurrezione dei corpi alla fine deitempi e una dottrina fondamentale del cristianesimo.Ne e anche uno dei dogmi pili difficilida ammettere.Non bisognerebbe neanche credere che si siano artesii nostri tempi e l'avvento del pensiero scientifico percontestarla. Lo fu fin dagli inizi, Fu contestata anzitutto negli ambienti pagani. Quando Paolo parlo adAtene della risurrezione dei morti, "parte si misero abeffarlo, parte dissero: "Su questo argomento ti ascol-teremo un'altra volta"}. Ma fu contestata pure negliambienti cristiani. Paolo, parlando dei cristiani di Co-rinto, scrive.."Comemai ci sono tra voi alcuni che di-cono che non c'e risurrezione deimortiv'.

    E senza dubbio interessante rilevare come questedeviazionicirca la risurrezione si ritrovino ai nostrigiorni espresse in termini pressoche identici. La dot-trina buItmanniana, secondo cui 'I a risurrezione dellacarne sarebbe semplicemente un mito per esprimereil rinnovamento interiore ad opera della fede, e moltovicina aIle concezioni gnostichecombattute da Paolo.La stessa cosa, per le dottrine che non vedono nellarisurrezione nient'altro che l'espressione delle trasfor-.mazionidella citra terrena, e considerano come mitica

    1 At 17,32.2 1 Cor 15,.12.Questi Corinzi sembrano cristiani di.cultura greca

    che non credono al carattere corporale ed alla realta futura della risur-rezione. Si veda J.H. WILSON, The Corinthians who say there isno resur-rection of the dead, in Zeitschrift fur neutestamentiicbe Wissenschaft, 59(1968), pp. 90-108.

    81

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    3/28

    l'esistenza d'una vita al dila della morte ..Per questo,la confutazione che Paolo fa, nella prima lettera ai Co-rinzi, di quanti contestano la risurrezione dei morti,conserva ancor oggi tutto ilsuo valore.

    Abbiamo visto che Paolo, nella prima lettera aiCorinzi, trasmette la tradizione ricevuta dagli apostoliriguardo alla risurrezione di Cristo e alle apparizionidi Cristo risuscitato". Ma Paolo non e semplicementeiltrasmettitore della tradizione apostolica. Anche a luiapparve Cristo risuscitato. E questa apparizione checi riferiscono gli Atti degli Apostolc. E notevole che,nella nostra lettera, Paolo metta questa apparizione sulmedesimo piano delle apparizioni agli apostoli fra laPasqua e l'ascensione", Paolo dice pure che questa ap-parizione fu l'ultima. Non ce ne saranno altre.Con cio .vien anche sottolineato ilsignificate delle apparizionidi Cristo risuscitato. Sono in re1azione con l'apostolato.Paolo 10 afferma altrove: -Dio si degno di rive1armi ilFiglio suo, affinche 10an~unciassi ai pagani-".

    La risurrezione di Cristo e dunque l'oggetto dellafede: -Ecco quello che vi predichiamo e quello cheavete creduto- ', Ebbene, e anzi tutto cia che vien ri-fiutatoda quanti negano 1a risurrezione. Perche la ri-surrezione di Cristo implica che ci sia una risurrezionedei morti. IIpunto notevole e che qui Paolo. non sirivolge a dei pagani, rna a dei cristiani. Cia che vienrifiutato, non e il fatto che ci sara una risurrezione, rna

    3 1 Cor 15, 3-7.4 9, 1-8.5 1 Cor 15, 8.6 Gall, 16.7 1 Cor is , 11.

    82

    la natura di questa risurrezione, che gli interlocutori diPaolo interpretano in senso simbolico. Quel ch'e dun-que in questione esapere se, S 1 0 no, Ia risurrezionedeimorti 'deve essere interpretata solamente come unarealta morale 0 se, piuttosto, come una realta fisica. Sitratta propriamente d'una questione d'esegesi. Paolo ladecide senz'altro in senso fisico,

    Ma ilproblema non e fatto avanzare che d'un pas-so. Perche subito ci si deve chiedere su che cosa Paolofondi la sua affermazione circa la risurrezione fisica del

    .corpo di Cristo. II suo argomento e duplice, Anzi tutto,-se Cristo non e risorto, allora la nostra predicazionee vana, vana anche la nostra fede-". In altre parole,se Cristo non e realmente risuscitato, il cristianesimonon annuncia piu la salvezza, cioe la vittoria di Diosul peccato e la morte: Se il Cristo non e risorto voi. ,siete ancora nei vostri peccan-t. In questo caso, in ef-fetti, Gesu .non sarebbe niente di piu che un esempio.La sua risurrezione non sarebbe che il simbolo dellavittoria.della virtu suI vizio. Cristo sarebbe un sapien-

    _ te, fra altri sapienti. Ma lascerebbe l'uomo nella suamiseria. Nulla muterebbe, nella condizione peccatricee corruttibile dell'umanita, La fede sarebbe totalmentesvuotata del suo contenuto. Perche l'oggetto propriodella fede e l 'azione divina che modifica radicalmentela condizione. umana.

    Si aggiunge allora ilsecondo argomento. Se non evero che Cristo e realmente risuscitato, -noi siamo dei8 1 Cor 15, 14.9 1 Cor 15, 17.

    83

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    4/28

    falsi testimoni-'". L'argomento qui uti lizzato da Paolo equello della testimonianza. Non si tratta unicamentedella sua; il-noi- indica gli apostoli . In questa test imo-nianza, egli impegna tutta la sua responsabil lta d 'uomo,tutto ilsuo onore. Se Cristo non e risuscitato, e un im-postore. Non si tratta solamentedi. buona fede, si trattadi veri ta. Paolo conosce ilpeso delle sue parole. Sa diquale paradosso si trat ta. Satuttavia di avere i1 diritto dichiedere ad ogni uomo, senza eccezioni , di coneederglila sua fiducia. Cia impliea da parte sua una eertezza as-soluta. SeFosse diversamente, sarebbe un odioso abuso, 'ehe 10 squalificherebbe definit ivamente. Ebbene, unatale affermazione esige d'essere presa sul serio.

    La negazione della risurrezione dei morti impliea'altre eonseguenze diverse dalla negazione della risur-rezione di Cristo. Implica ehe la speranza cristiana sa-rebbe vana. Cia significherebbe, anzi tutto, che -quelliehe si sono addormentati in Cristo si sono perduti-".Non sono dei viventi. Ebbene, tutta la fede eristianaesige ehe non ci siano maggiori viventi di quelli ehesono nella gloria di Cristo. Neppur pili ci sarebbe spe-ranzadi ritrovarli. Senzadubbio, ein questa eontestoehe bisogna interpretare, insieme con Joachim Jere-mias, quel difficile passo: Altrimenti ehe eosa farebbe-ro quelli ehe si. fanno battezzareper i morti? Se i mortinon risorgono affat to, perche allora sifanno battezzareper essi?,,12.Di questa versetto, sono state date tutte le

    10 1 Cor 15, 15.11 1Cor 15, 18.12 1 Cor 15, 29. Cfr, Flesh and Blood cannot inherit the kingdom, inAbba, Studien zur neutestamentlichen theologie und Zeitgescbicbte, Got-

    tingen 1968, pp. 298-307.84

    possibil i interpretazioni . Alluderebbe, secondo alcuniad un rito di sosti tuzioneconsistente nel farsi battezza-re "al posto di" qualcuno. Altri vi hanno visto l'allusio-ne ad un battesimo dato "sulle" ossa dei santi.

    Jeremias da alIa particella un senso finale ed in-terpreta tutta.la frase allaluce del versetto. 18. II testosignificherebbe allora che dei pagani si fanno battez-zare "in vista" dei morti che sono morti in Cristo doeper ra~giuilgerl i un giorno. Questa interpretazi~ne emolto interessante, da diversi .punti di vista. Per unverso, si richiama alla praticaJiturgica. II battesimoper i morti implica la- risurrezione, allo stesso modoche l'implica .Ia messa per i/mortj. Peraltro verso facogliere i1 signif icato della r isurrezione come vitt~riasulla .morte, per quanto riguarda un punto particolar-ment~ essenziale, che e , per riprendere Ie parole diGabnelMarcel, -la morte della persona amata-. Mostraanche come la risurrezione, se. pur e profondamentemisteriosa, risponda ai problemi fondamentali dellacondizione umana.

    Infi~e, il battesimo appare, in questa prospettiva,come dtreuamenre in "relazionecon la risurrezioneescatologica. Non e , anzi tutto, il segno d'un rinnova-mento interiore, ne l 'ingresso in una comunita . E , piut-tosto, condizione della salvezza eterna. Tale teologiadel ~attesimo e quell a di tutta la tradizione. Essa, inparncolare, giustifica ilbattesimo dei bambini . Questadottrina viene oggi minimizzatada un, gran numerodi teologi, che pongono ilbattesimo in relazione nongia con la vita eterna, rna con l'appartenenza alla Chie-sa, come segno. Ma questa minimizzazione e contra-r ia all 'insegnamento esplici to della Scrit tura. Secondo

    85

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    5/28

    Paolo, ilbattesimo e condizione normale della risurre-zione. Dipende dalla misericordia di Dio salvare i nonbattezzati.

    Oltre a questa aspetto collettivo, v'e pure l'aspettoindividuale: -Noi, che in questa vita abbiamo postola nostra speranza in Cristo soltanto, siamo tra tut-ti gli uomini i piudegni di commiserazione-". Paolospiega pili avanti quel che intende: -Perche noi stessici esponiamo ai pericoli ad ogni istante?.. Se i mor-.ti non risorgono, mangiamo e beviamo, che domanirnorremol-". II cristiano rinuncia ai piaceri della vitapresente, perche, per lui, la vera riuscita e nella vitafutura. Egli sa che chiperde la sua vita la salva, echi salva la sua vita la perde-. Senon c'e risurrezione,perde su tutta la linea, ed e veramente ilpiudisgra-ziato fragli uomini. Non solo e un impostore, ma laprima vittima della sua impostura; E completamentesvanito. Sicomportacome ilpili sciocco degli uomini.Ancora una volta si vede ilcarattere esistenziale delladimostrazione.

    Si rilevera il carattere eudemonico dell'attesa diPaolo. E ilcontrario d'una morale kantiana, che vedenel compimento del bene perse stesso ilsegno d'unamoralita autentica. Secondo Paolo, cio che importa eanzi tutto la felicita, cioe la .realizzazione del proprioessere: -Se percalcolo umano avessi lottato con le fie-re, che utilita ne avrei avutor-". II problema e quello.d'una soluzione reale deiproblemiumani, non d'un

    13 1 Cor 15 , " 1 9 .14 1Cor 15 , 3 0 -3 2 .15 1Co r 1 5, 3 2.

    8 6

    ideale astratto di moralita. Senon c'e risurrezione nonc'e morale e non c'e nessun motivo per non cercare dic?~l!ere dalla ~ita presente tutte Ie soddisfazioni pos-Sl?lll.Laq~~stlonedella risurrezione edunque la que~st.lonedecisiva, per quel che riguarda l'atteggiamentodi fronte alla vita; e la questione che domina tutto.Le tappe della risurrezione

    Paolo ha mostrato come il problema della risurre-zione dei morti impegni tutta quanta la fede cristia-na..Negar~ la risurrezionedef morti, sarebbe negarel~ nsur~ezlone pasquale di Cristo, per un verso, e larisurrezione escatologica dei cristiani, per l'altro. Eb-bene, la prima e l'oggetto della.fede, fa seconda, dellasperanza. COS1,queste due risurrezioni non sono chedue momenti d'un medesimo mistero-E quanto Paolosiappresta a dimostrare, descrivendo Ie tappe della ri-surrezione, che inizia con la risurrezione di Cristoe sicompira con la risurrezione di tutti quelli che sono diCr~sto.Inquesto passo abbiamo .l'esposizionepili sin-tetica del Nuovo Testamento su .tutto cio che riguardala risurrezione. Visono riuniti, in un'unica prospettiva,due aspetti essenziali della fede, e vi e mostrata la lororelazione.

    Paolo inizia colI'affermare il legame organico cheesiste fra .la risurrezione di Cristo .e la risurrezio-ne futura .dei cristiani: Cristo e davvero risorto daimorti, primizia di quelli che si, sono addormentatinel sonno di morte-". L'espressione prelude alla let-

    16 1Cor 1 5, 2 0.

    87

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    6/28

    tera ai. Colossesi:" Cristo e il primo nato di tra, imorti-. Due cose sono qui affermate. Anzi tutto, enell 'umanita di. Cristo che la risurrezione si attua laprima volta; dunque, una carne d'uomo, del tut to si-mile alla nostra, di gia e stata vivificatadallo Spirito,introdotta nella vita incorruttibile. Ma cic-si e com-piuto nella carne di Cristo solo perripetersi in ognicarne, in virtu della continuita della natura umana.E una medesima potenza dello Spirito, quella cheha trasfigurato la carne di Cristo e che ora cercadi raggiungere ogni carne. La risurrezione di Cristonon e , dunque, solamente la prima delle risurrezio-ni, ma la primizia d'ogni risurrezione.

    Questo, Paolo 10 spiega con una -analogia che svi-luppera pili tardi nellalettera aiRomani, quella dellapropagazione .della morte. Anche qui ritroviamo, 'ineffetti, questi due medesirni elementi. Per un verso,l'origine .si trova in una umanita individuale: -Poichela morte venne per opera di un solo uomo, anchela risurrezione dei morti viene per opera di un solouorno-". Bisogna rilevare molto esattamente suchepreciso punto verta il parallelismo. Non sitratta dimettere Adamo sulmedesimo piano di Cristo, comefonte della morte, nel primo caso, e della risurrezione,nel secondo. Paolo vuole solamente far vedere che ein una umanita individuale che la morte 0la vita agi-see. Ma, a differenza di Adamo, Cristo e , tutto insieme,principio della risurrezione, a motivo della sua divinita,eoggetto di essa, a motivo della sua umanita, E questo

    17 1,18.18 1 Cor 15, 21.

    88

    secondo aspetto che Paolo considera. Cristo e dunqueilprimo in cui opera la potenza dellarisurrezione.

    Sipuo vedere, d'altronde, come proprio questo siai l pensiero di Paolo, da un passo che ritroviamo piliavanti e che distingue moltonettamente Ie due cose:IIprimo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, itsecondo Adamo divenne uno spirito che vivifica. Manon venne per primo 10 spirituale, bensi quello di con-dizione terrena e poi 10 spirituale. II primo uomo, es-sendo tratto dalla terra, era terrestre; il secondo uomo. viene dal cielo-". Qui, non e pili il parallelismo .fral'umanita d'Adamo e l'umanita diCrislo, come soggettidella morte 0della.risurrezione, che vien sottolineato;e piuttosto il contrasto fra l'umanita d'Adamo, puracreatura, e la divinita di Cristo. Cristo e consideratonon in quanto uomo risuscitato, ma in quanto spiritoche da la vita, cioe nella sua divinita. Cristo e sul me-desimo piano d'Adamo, in quanto uomo; ma, in quan-to Figlio di Dio, s'oppone al Principe delle tenebre.

    Per altro verso, nei due casi di Adamo e di Cristo,quel ch'e stato operato nel primo sipropaga a tutti glialtri in virtu .della continuita di natura: Come infattitutti muoiono in Adamo, COS! pure tutti in Cristo saran-no richiamati in vitazo . Adamo e ilprimo fra imorti,cioe ilprimo ad essersi abbandonato alla potenza del-la morte. Non e causa della morte degli altri. Questacausa e sempre la potenza della morte. Ma e quello dacui e derivata la razza dei morti; allo stesso modo chel'umanita del Cristo e la prima che, per la sua obbe-

    19 1 Cor 15,45-47.20 1 Cor 15, 22.

    89

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    7/28

    dienza", e stata vivificata dalloSpirito. Dall 'umanita diCristo deriva cosi la razza degli uominiche, per la fedein cio che la potenza di Dio ha operato nell'umanita diCristo, saranno risuscitati da questa potenza.

    Una volta posta ed illuminata la corre1azione fra larisurrezione di Cristo e quella dei cristiani, sulla basedell'analogia fra la morte di Adamo e quella degli altriuomini, Paolo descrive i momenti diquesta risurrezio-ne -ciascuno nel suo ordine-". Prima di tutti Cristo-".Nell'umanita individuale di Cristo, la risurrezione edunque gia sostanzialmente realizzata. Questa risur-rezione gia compiuta e i l pegno delle altre risurrezio-ni fondandone la speranza. n secondo momenta e la,. . .risurreziorie di -quelli che alla sua venuta saranno dlCristo-". Abbiamo qui l 'affermazione che la risurrezio-ne attesa coincided con la parusia, la manifestazioneescatologica di Cristo risuscitato. Questa risurrezioneriguardera -quelli che sono in Cristo. E quel, che Gio-vanni.chiarna, nell'Apocalisse, la..prima risurrezione-",Paolo aveva insegnato questa, dottrina gia nella primalettera ai Tessalonicesi. All'avvento del Signore, -i mortiin Cristo risorgerannoperprimi 26 -. Paolo distingue un ultimo momenta: Poi, Ia fine!

    Allora egli riconsegnera ilegno a DioPadre, dopoaver distrutto ogni principato e ogni dominazione e

    21 Rm 5,19.22 1 Cor 1 5, 2 3 .23 1 Cor 15, 23.24 1 Cor 15, 23.25 Ap20 , 5 .26 1 Ts 4 , 16 .

    90

    potenza-" Pili avanti: -I'ultimo nemicoche sara di-strutto e la morte-". Siamo sulla linea di quanta affer-mavamo pili sopra. Se vi e un parallelismo fra Adamoe Gesu, rispettivamente come vittima della morte ecome salvato dalla morte, vi e pure un parallelismo frailmale, causa della morte, ed ilFiglio, causa della ri-surrezione. Ma non sono suI medesimo piano. II male,nel suo mistero, e S 1 una realta al di 1a d ell'uomo e dicui l'uomo e vittima, rna e tuttavia una realta creatae cattiva, L'opera di Cristo, in quanta Figlio di Dio,e precisamente penetrare in questo abisso del male,. inaccessibileall'uomo, per distruggerlo dalle radici..Non si tratta pili solamente di liberare I'uomo dal malee dalla morte, rna di distruggere radicalmente il malee la morte. Perche il male e la mortesono apparsi, edunque possono sparire. Non fanno parte della crea-zione in se stessa.

    La natura della risurrezionePaolo ha, sin qui, dimostrato il fatto della risurre-

    zionedei corpi. Si appresta ora ad esporne la natura.. ~ Poiche, se vi e il pericolo di negare questa risurrezione,

    vi e anche il pericolo di comprenderla male. Abbiamogia avuto occasione, in effetti, di far rilevare come ilgiudaismo contemporaneo di Cristo credesse in unarisurrezione escatologica dei giusti, in vista della loropartecipazione al regno messianico. Questa credenzaera condivisa da un buon numero di giudeo-cristiani,

    27 1 Cor 15, 24.28 1 Cor 15, 26.

    91

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    8/28

    La ritroveremo in parecchi autori del secondo e delterzo secolo. Ebbene, secondo questa dottrina, .sitrattaveramente d'un ritorno allavita. I corpi dei risuscitatisono corpi simili a quelli. che gli uomini possedevanoprima della morte".

    Paolo risponde ad un duplice problema, come benha .visto jeremias". Anzitutto, con quali corpi risusci-terannor-. Paolo vuole sottolineare l 'identita delcorporisuscitato con quello terre no ed insieme la loro diffe-renza. Utilizza, a questa scopo, l'immagine del serneaffidato alla terra e che origina la piarita: -Quel chetu semini, non eil corpo che dovra nascere, rna unsemplice chicco digrano, ad esempio, 0 di qualsiasialtra semenza. E .Iddio. che gli da corpo secondo la suavolonta; a ciascun seme, un corpo proprio.". E chiaroche si tratta solo di un'analogia. II processo naturaledella germinazione non e il processo soprannaturaledella risurrezione. Ma idue processi presentano unasomiglianza: COS!pure e per la risurrezione dei morti.Si semina un corpo preda della corruzione e risorgedotato di incorruttibilita-".

    Questa differenza di natura, Paolo l'esprime -condue termini che ne indicano molto bene ilcarattere. -Sec'e un corpo psichico, v'e pure un corpo spirituale-". IIcorpopsichico e quello animato dalla psyche , J'anima.II termine indica, nell'insieme, ilprincipio vitale ed ilprincipio intellettuale che animano il corpo, che 10

    29 Cfr, YApocalisse di Baruch, 1, 2-3.30 Op . cit., p. 304.31 1Cor 15, 37-38.32 1 Cor 15, 42.33 iCor 15, 44.

    92

    rendono vivente. E l'uornocosicom'e creato da Dio: IIprimo uomo, Adamo, divenne un essere vivente-". II:orpo spirituale e quello penetrato dallo Spirito Santo.E un corpo mcorrurtibile e glorioso". Vivificato dalloSpirito, e sottratto alla corruttibilita. Questa condizio-ne gloriosa e di gia quella del corpo di Cristo. Sara an-che quella del cristiano; alla risurrezione. Vi sono COS!due stati possibili per ilmedesimo corpo. Come por-tammo l'immagine di quello terrestre (Adamo), COS!porteremo l'immagine del celeste (Cristo) 36.

    II nuovo state e gia inaugurate, nel cristiano, comespiega un altro testo", Il cristiano e gia "vestito", non epili "nudo"; cioe, con il battesimo, e rivestito di Cristoe non pili spoglio, come Adamo. Ma ancora dimora inuna tenda- destinata alla distruzione, -la nostra abi-tazione terrestre, ilmondo presente-, Cio cui aspira,e -sopravvestirsi diquella nostra abitazione celeste;attende cioe che la potenza della Spirito, che finoraagisce solamente nell'uomo interiore-", abbia il suoriflesso anche nel corpo. Allora, -cio ch'e mortale saraassorbito dalla vita-", Cio corrisponde ad una sferadi realta diversa dal mondo presente, alla -abitazio-ne celeste, una cas a eterna non ..costruita da manod'uomo-PE quanta gia e state realizzato in Cristo, che-ha attraversato la tenda pili eccellente e pili perf etta,

    34 1 Cor 15, 45;351 Cor 15,43.36 1Cor 15, 49.37 2 Cor 5, 1-5.38 2 Cor 4, 16.39 2 Cor 5,4.40 2Cor 5, L

    93

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    9/28

    non fatta dalla mano dell'uomo, doe non di questacreazione,per entrare nel santuatio-".

    Paolo affronta allora il.secondo problema, il"come"della risurrezione. E la sua risposta alla concezione delgiudaisrno e dei giudaizzanti. Questi si attendevano unritorno dei giusti in vita per un regno terrestre del Mes-sia. E anzi tutto questa concezione che Paolo rifiuta:Lacarne e ilsangue non possono entrare inpossessodel regno di Dio>,42. La concezione che Paolo confutaera molto diffusa negli ambienti giudeo-cristiani. Pa-pia insegnava che, -dopo la risurrezione dei morti, cisara ancora un millennio, dovendo essere stabilito ilregno di Cristo su questa terra-". Cerinto professavala convinzione che, dopo la risurrezione, -il regno diCristo sara terreno e la carne sara la schiava delle pas-sioni e dei piaceri-" ,

    A queste concezioni, ispirate al giudaismo, Paolooppone la concezione cristiana. Lo fa in una formasolenne: -Ecco, vi dico un mistero-", Quando Paoloutilizza iltermine "mistero", loJa per indicare una ve-rita che gli e stata rivelata. COS!pure nella lettera agliEfesini, dove si tratta della salvezza delle nazioni. Sia-mo dunque in presenza d'una verita propriamente cri-stiana; nella sua novita e nella suacertezza. E questaverita.e che la risurrezione e il passaggio alla incorrut-

    41 Eb 9, 11-12. C fr . A . F EU IL L ET , La de~eure celes te et fa destinee descbretiens (2 Cor 5, 10), in Recherches de Science Religieuse, 44 (1956), pp.161-193; 360-402.

    42 1 Cor 15, 50.43 EUSEBIO, Storia ecclesiastica, III, 39, 12. Cfr, J. DANIELOU, Tbeolo-

    gie du judeo-cbristianisme, pp. 342-370.44 IRENEO, Adversus Haereses, III, 3,4 .45 1 Cor 15, 51.

    94

    t ibi li ta. Non vi sono due momenti: una rivivificazionedel corpo, seguita dauna sua trasfigurazione. La ri-surrezione, piuttosto, e latrasfigurazione del corpo. Aquesto modo, nulla piue conservato, della concezionegiudaica": Origene la chiamera mitica. Paolo osservaaneora che il problema dei cristiani che saranno vi-venti il giorno della parusia ha la medesima soluzione:passeranno direttamente alla incorruttibilita: I mortir isorgeranno incorrutt ibil i, enoi saremo trasformati-".

    La prima lettera ai Corinzi non e d'altro canto.ill.' ,primo testo in cui Paolo' indica questa dottrina comeuna parte della rivelazione d( cui e depositario. Giascriveva, nella prima let tera ai.Tessalonicesi : -Questoinfatti dichiariamo, sulla parola del Signore: noi vivi,noi superstiti, non saremo separati dai nostri defunti,alIa venuta del Signore. Perche il Signore in persona,al comando, al grido di un arcangelo, allo squillo del-la tromba divina, scendera dal cieIo, e prima risorge-ranno i morti in Cristo, quindi, noi, attualmente vivi,superstiti, saremo rapiti insieme ad essi sulle nubi incielo verso il Signore-". La risurrezione e dunque ilpassaggio immediato, al tempo della parusia, di tuttiquelli che sono in Cristo, morti 0viventi, da una vitacorruttibile ad una vita incorruttibile.

    Si notera che uno degli aspetti pili interessantidell 'insegnamento di Paolo e il modo con cuiprendeposizione di. fronte alle due deformazioni della fede.

    46 Cfr , B . ALLO , Saint Paul et la double resurrect ion co rpo re l le , inRevue Biblique (1939), pp. 1-23.

    47 1orl5, 52.48 1 Ts 4, 15-17.

    95

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    10/28

    Per un verso, rifiuta la concezione gnostica, che dadella r isurrezione un'interpretazione puramente sirn-bolica e rif iuta larealta della risurrezione del corpo,per l'altro, scarta la concezione mitica, che intendequesta risurrezione, al modo giudaico, nel senso delmeraviglioso. Origene dira, di Paolo, che e estraneoalla -mitologia gindaica-v. La vera concezione della ri-surrezione dei corpi e quellache discende dal pianod i D io , che c hiam a l 'u om o , . an im a e corpo,ad una esi-stenza trasfigurata. Questa risurrezione gia e compiuta .nell'umanita di Cristo; alIa parusia, 10 sara anche pertutti quelli che saranno in Cristo.

    49 Contra Celsum, 7, 29. Cfr . ] . DANIELOV, La demytbisation dansl'Ecole d'Alexandrie, in Problema di demitizzazione, Roma 1961.9 6

    L A R ISU RR EZ IO NE D EI CO RPIN E LL A T R AD I Z IO N E

    Fin dal tempo degli apostoli, dunque, la risurre-zione dei corpi 0 appare come uno dei punti basilar!della fede, e nella stesso tempo uno dei piu contestatioUn'analoga situazione ri troviamo nei secoli seguenti.Per un verso, la risurrezione'vi appare come uno degliarticoli principali della fedevCompare neIIe pili anti-che citazioni del Simbolo romano sotto la formula di"r isurrezione della carne", espressione non biblica, rnad'uso corrente sin dalla fine del secondo secolo. Unposto speciale ha nella catechesi : Onesono primi esem-pi gia la Lettera di Barnabas e Ia Tradizione apostoli-ca d'Ippolito'. Cirillo di Gerusalemme fa sapere che ilmattino del sabato santo, dopo la lettura di Ezecbiele',veniva spiegata Ia pericope sulla visione delle ossaaride che ritornano in vita". La pellegrina Eteria, chevisita Gerusalemme sulla fine del secolo IV, riferiscele i medesima cosa. Pure il De catechizandis rudibus disant'Agostino presenta la risurrezione come una partespeciale della catechesi, quella che riguarda non pilila fede negIi avvenimenti passati, rna la speranza neifuturi.

    Per altro verso, la risurrezione deicorpi ha susci-tato fin dalle origini, e continua a suscitare, numerose

    1 Cap. 21.2 Cap. 23.3 37 , 1-14.4 Catecbesi, 18;PG XXXIII. 1087 B, 1029 A.

    97

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    11/28

    obiezioni, che vengono avanzate datutte le parti. Al-cuni Giudei, Sadducei e Samaritani, che non accettanoilibri profetici, la rifiutano. Cirillo di Gerusalemmeli confuta sulla base del solo Pentateuar. I filosofipagani, da Ce1so a Porfirio, hanno riservato a questapunto della dottrina cristiana iloro attacchi pili violen-ti, opponendo alla risurrezione dei corpil'immortalitadelle anime ed accumulando obiezioni contro quella.Nel seno stesso della Chiesa, si delinearono ben prestodue deviazioni dottrinali; .al 101'0 comparire, Ia fedecristiana fu costretta a precisare con maggiore esattez-za il suo contenuto. La prima e quella degli gnosticidiscepoli di Valentino, di cui oggi conosciamo moltobene ilpensiero dalla Lettera a Regino, ritrovata a NagHammadi, e dalla confutazione che ne fece Tertullia-no ne1 suo De resurreetione earn is: secondo costoro,la risurrezione non avrebbe potuto esseredei corpi,che .consideravano cattivi; semplicemente, quella dot-trina avrebbe voluto esprimere il rinnovamento inte-riore operato dalla conoscenza''. La seconda e quellad'Origene, che negava l'identita del corpo di carne edel corpo risuscitato, e vedeva in questo, al modo deineo-platonici, una sorta di corpo etereo. -

    Si puo arguire l'ampia risonanza che queste di-scussioni sulla risurrezione ebbero nel cristianesimoantico dal gran numero di scritti che vi furono dedicatio l 'ampiezza con cui viene .trattata .nelle opere gene-rali sulla fede. Clemente Romano, sin dalla fine del

    5 PG XXXI II , 1029 A.6 Cfr . H. M. SCHENKE, Aujerstebungs glaube und Gnosis, in Zeitscbriftfur neutestamentlicbe Wissenscbaft, 59 (1968), pp. 122-126.

    98

    primo secolo, e Teofilo d'Antiochia, verso la meta delsecondo, difendono la risurrezione dei corpi controipagani riprendendo gli argomenti con cui platoniciestoici giustificavano Ia possibilha delle reincarnazioni.Sulla fine del secondo secolo ed agli inizi del -terzo,in opposizione allo gnosticismo, troviamo i primLtrat-tati Sulla risurrezione, l'uno attribuito, erroneamente, .a Giustino, il secondo, di Tertulliano'. Ireneo, .perparte sua, da un gran posto alla risurrezione nella suaopera contra gli gnostici. Hcontroversia con ipagani,in particolare con Porfirio, ~il- grande avversario dellarisurrezione, continua nel trattato Sulla risurrezionedei morti, della fine del terzo secolo, erroneamenteattribuito ad Atenagora. Infine, le idee di Origene dfl;n.,no luogo, a loro volta, alle confutazioni di Metociiod'Olimpo nel suo De resurrectione, degli inizicolo IV, e di Gregorio Nisseno nel De anima et resus;rectione, della fine del medesimo secolo.

    Una cosa colpisce, in tutti questi lavori, ed e lasomiglianza. Dappertutto, imedesimi temi - sennenealcuni sviluppi nuovi compaiano con l'apparire divi errori. Tre ordini di problemi vi sono trattati.tutto, gli autori dimostrano che la fede nella risurre-zione dei corpi fa parte della rivelazione ed e fondatanella Scrittura. Quindi, dimostrano che questazione non e assurda,. come pensano i loro avversari;si richiamano, a questa scopo, alla sovranita del Diocreatore sulla creazione, alla dignita del corpo umano,misconosciuta tanto dai platonici che dagli gnostici,

    7 Su que st' ult imo s i veda l' eccell en te l ib ro d i P . SINISCALCO, Ricercbesul "Deresurrectione- di Tertulliano, Roma 1966.99

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    12/28

    all'unita della persona umana, che e indissociabilmen-te corpo ed anima, alla giustizia di.Dio, Stabilito tut-to cio, rimarranno il problema dell'identita del corporisuscitato e del corpo terreno e le difficili questionich'esso comporta. Questi tre ordini di problemi costi-tuiscono il fondo comune della tradizione patristicasulla risurrezione dei corpi.

    I giudeo-cristianiL'affermazione della risurrezione, cioe della par-

    tecipazione del corpo alla glorificazione escatologica,e un dato che ilcristianesirno ha in proprio. E,anzi,ilnucleo del messaggio pasquale: Cristo e risuscitatoe noi pure risusciteremo un giorno, partecipando allasua risurrezione-, Mai primi cristiani potevanotrovareuna giustificazione della sua possibilita nel giudaismodel loro tempo. Bisogna precisare bene le cose. Lafede nella risurrezione non si trova nelle parti pili anti-che dell'Antico Testamento. I Sadducei ed iSamaritani,che non accettano se non la legge, non vi credevano.Comincia ad apparire in Isaia. ed Ezechiele. Prende,infine, uno sviluppo considerevole nel giudaismo con-temporaneo di Cristo. Bisogna ancoraosservare chesi colloca in un contesto benpreciso: quello della riu-nione d'Israele .alla fine dei tempi e della risurrezionedei morti d'Israele.perche partecipino a questa riu-nione. Non COS! e 'la fede cristiana nella risurrezione,benche alcune correnti antiche, come il millenarismo,ad esempio, siano state influenzate da tale dottrinagiudaica. Matutto cio,.come minimo, garantiva la fedenella possibilita d'una risurrezione.100

    COS!, vediamo gli .scrittori cristiani pili antichi, cheappartenevano culturalmente al giudaismo del tempo,rifarsi, nella loro ricerca delle testimonianze, dei testi-monia in favore della risurrezione, tanto ai testi bibli-ci che agli scritti giudaici contemporanei. Uno degliesempi pili antichi e Clemente Romano, della fine delprimo secolo. Scriver -Tutte legenerazioni, da Adamofino a questa giorno.rsono passate, rna quelli che perla grazia di Dio sono stati consumati nella cari ta di-morano nel soggiorno dei santi e saranno manifestatial tempo della venuta del .~gno di Cristo. Poiche..escritto: "Entrate nelle vostre celIe per un memento,finche non passi ilmiosdegho=, e: "Mi ricordero divoi e vi risuscitero dalle vostre tombe'v; Questo passoci presenta due fra itesti dell'Antico Testamento suiquali veniva fondata la fede nella risurrezione, Ci faintuire che questi testi erano di gia riuniti in un dossierdi testimonia. Mostra, inoltre, la liberta con cui ven-gono citati. II farouscire- dell'originale e sostituito da-risuscitero-. Prova, infine, come, tanto per igiudeo-cristiani che per i giudei, la Scrittura non sia separabiledall'interpretazione. Questa traduzione interpretativa eiltargum.

    Queste due citazioni si ritroveranno nella tradizio-ne posteriore. Per quanto riguarda iltesta di Isaia, einteressante notare che Clemente Romano citava il26,20, mentre, in realta, ilesta essenziale e il26, 19: -Vi-vranno dinuovo i tuoi morti, risorgeranno iloro cada-veri.Senz'altro, se non cita questo versetto e perche,

    8 Is 26,20.9 Ez 37,12.

    101

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    13/28

    vicino ad Ezecbiele, 37,12, sarebbe stato un doppione.Ma e proprio questo testa che troviamo in Giustino'?ein Ireneo, ilqua1e 10 appaia ad Ezecbiele", Tertullia-no da il testa comp1eto d'Jsaid2: .1morti vivranno erisorgeranno dai loro sepolcri, perche 1atua rugiada eun rimedio per Ie loro ossa-". Inoitre, COS! commen-ta14:. Quando 1eggiamo: "Popolo mio, entra neUe tuecamere per un poco di tempo, fino ache passi lamiacollera", le camere possono indicare i sepolcri in cuidovranno riposare un poco di tempo quelli che, allafine del mondo, rnoriranno al tempo dell'ultimacol-lera, sotto la persecuzione dell'Anticristo, Se ha usatoil termine "celle" e non quello di un qualunque altrorifugio, e perche nelle celle viene conservata la carne,salata e pronta per l'uso, per esserne ritirata a1 mo-mento opportuno. Ebbene, COS! e dei corpi deposti neimausolei e nei sepolcri, dopo essere stati muniti delleimba1samazioni della sepoltura, per uscirne un giornoal comando del Signore.".

    La fortuna di Ezecbiele" sara ancora piu grande.II testa veniva interpretato in favore della risurrezionedella carne gia nel giudaismo, come attesta il IV Librodei Maccabet" ed i1 celebre affresco della sinagoga diDura-Europos, Nel Nuovo Testamento, e certamente

    10 Apologia, I, 18, 2.11 37 , 12 (Adversus Haereses, V, 15, 1).12 26, 19.13 De resurreetione earnis,31.14 26, 2015 De resurreetione earn is, 27.16 37, 1-14.17 18, 17.

    10 2

    ilsottofondo di Matteo", Giustino cita Bzecbieler. "Lagiuntura si unira aUa giuntura; 1'osso si unira all'os-so; e 1a carne saliraa ricoprirli-". Questa citazione siritrova in Irened1 e in Tertulliano". Questi; inoltre,riferisce integra1mente Bzecbiele e ne da un ampiocommento=. Cipriano ne cita i versetti 11-14 neisuoiTestimonia'>. Il testo sara diffusamente commentato daMetodio d'Olimpo nella sua confutazione d'Origene=,Questi, in effetti, 10 riferiva alla Chiesa 27; cosi pure faraIlario". Si trattava forse d'una reazione contro il fattoche, negli autori citati, iltesto d'Ezechiele era portato in'favore della speranza millenarista. Ma poco importa,da1 momenta che a noiinteressa solamente che iltestovenga utilizzato per fondare sulla Scrittura la possibi-lita d'una risurrezione dei corpi. Lo riprendera pure'Gregorio Nisseno, per riferirlo alla risurrezione escato-logica=, altrettanto .fara Cirillo di Gerusalemme'",

    Ma, oltre a questi testi biblici, i giudeo-cristianinon esitarono, perdimostrare che la risurrezione deicorpi era gia una credenzagiudaica, a ricorrere alla1etteratura giudaica non canonica del tempo. In realta,

    18 27, 52.19 37,7.20 Apologia, I, 59,5.21 Adversus Haereses, 15, 1.22 De resurreetione earnis, 32, 1.23 37, 1-14.24 De resurreetione carnis, 29-31.25 Cap. 58.26 Symposium 1, 9 , 5 .27 Commentarium in]ohannem, 10, 36.28 Lib. mysteriorum, I, 5.29 De anima; PG , XLVI , 136 , C.30 Catechesi, 18, 15.

    10 3

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    14/28

    questa dottrina si trova affermata molto pili esplici-tamente nell'apocalit tica giudaicache non nell'AnticoTestamento.Cosl, per esempio, 1eggiamo, in 2Baruch,della fine del primcsecolo d.C.: In que1 tempo, 1aterra restituira i morti che ha ora ricevuti da custodi-re, ma senza nulla mutare alIa Ioro figura: come Iiharicevuti, COS1 li restituira-". Si potrebbero citare testianaloghi da 1 Henocb", 4 Esdra33 agli Oracoli sibil-lini34. Gli autori giudeo-crist iani ci hanno conservatoun certo numero di frammenti provenienti daoperegiudaiche analoghe. COS! , Tertulliano, per dimostrareche larisurrezione dei corpi riguardera anche quantisaranno rimasti senza sepoItura, scrive: Perch: 1a ri-:surrezione non sembri essere solo di quelli che saran-no chiamati fuori dei sepolcri, tu leggi nella Scrittura:"Comandero aipesci del mare ed essi restituiranno Ieossa che hannomangiato ed uniro giunturaa giuntu- .ra ed osso aosso'v". Ebbene, se l'u1tima parte dellaci tazione deriva da Ezecbiele", 1aprima, nella Bibbia,non sl ritrova; rna ha indubbi parallelismi in 1 Henoche negli Oracoli sihillini.

    1 fi lo so fi g re c iE in un clima del tutto diverso che ci trasportano

    Ie apologie indirizzate ai Greci. Anche in questo caso

    31 50 , 1.32 22, 23.33 7 , 32.34 II, 233-235.35 De resurrectione carnis, 31.36 37, 11.

    10 4

    si tratta di dare una base alla fede nella risurrezione,fede che S1 fonda sulla testimonianza degli apostoli.Ma si trat ta , soprattutto, di dimostrare che non e.assur-da. Quando iprimi cristiani si indirizzavano.a Giudei,facevano forza sulle loro credenze. L'abbiamovisto.Ma, come dice Cirillo di Gerusalemme, -con-quelliche non accettano Ie Scritture, bisogna combatterenon gia con armi scritturistiche, rna. can armicpresedai ragionamenti e dalle dimostrazioni-", Ed.equan, ..to troveremo nei trattati indirizzatiai pagani. Hpuntoforte e ancora la test imonianza apostolica, trasmessadal Nuovo Testamento e dalla tradizione: Paolo-vi. het,e chiaro, un ruolo eminente, come nel De resun ;( ' jc ; ti or:ne di ' Ier tul liano, rna, insierne, bisognera dare:risp97sta aIle obiezioni dei pagani, scartare gli ostacolic4~farebbero considerare la fede nellapura assurdita, impossibile da ammettere persi uomo ragionevole. E su questa piano che1adiscussione razionale, Bisognera giudicarla terl~rlC1(~:senz'altro presente Ia mentalita del tempo;dei suoi argomenti conservano Ia Ioro efficacia .

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    15/28

    real ta di quelle r isurrezioni . Di .maggior peso e l'allu-sione ai filosofi. che ammettono del ritorni in vita. Evero dei platonici, che credevano alla reincamazione;degli epicurei; secondo iquali le vade combinazio-ni d'atomi avrebbero potuto riprodurre delle combi-nazioni gia verif lcatesi nel passato; e vero soprattuttodegli 'stoici, con la 101'0 dottrina dell'eterno ritorno'",E interessante ri levare come questi apologist i cr ist ianivolentieri prendano, da queste tradizioni f ilosofiche,degli argomenti derivati dalla natura; ad esempio, inClemente Romano'? e Teofilo d'Antiochia", l 'alternan-za del giorno edella notte. II secondo esempio deri-va dallo stoicismo'". COSt pure, esempi derivati dallavita animale: ilserpente che durante l' inverno sernbramorto e risuscita in primavera si trova in Gregorio Nis-seno", ma anche nel neo-plaronico Proclot': anche iltema della fenice che rinasce dalle sue ceneri e che S1ri trova in Clemente Romano, e d'origine pagana.

    Si puo vedere l'ambivalenza di questi esempi. Po-trebbe sernbrare, a prima vista, che vogliano instau-rare un qualche parallelismo fra il cicIo naturale dellerinascite e la fede cristiana nella risurrezione. Edprecisamente quel che vanno facendo oggi gli storicidelle rel igioni , che fanno derivare la risurrezione cri-stiana dai miti delle divinita che muoiono e risorgono,

    39 ATENAGORA, Supplicatio pro cbristianis, 36 ; PSEUDO GIUSTINO, Deresurrectione,6.40 24,3.

    41 I , 1 3.42 SENECA, Ad Lucilium, 3 6, 1 1.43 PG X L VI , 6 6 9 A -6 72 B.44 In T im I I, 1 1 7.

    1 06

    espressione dei ritmidella naturaE chiaro che la fedenella risurrezione e cos a completamente diversa.E.unavvenimento unico, non un ritorno ciclico. Non e lasemplice restaurazione d'uno stato anteriore. Ebbene,neppuregli apologisti hanno intenzione diassimila-re la risurrezione a questi miti. Il loro procedimentova, piuttosto, nel senso contrario. Vogliono solamenternostrare come ilfatto di ammettere l'esistenza diri tmidi morte e di rinascita nella natura possa diventareunpunto di partenza per co~liere come meno inverosimi-Ie la risurrezione, benche questa sia di un ordine.deltutto diverso,

    COSt, a ben differenti argomenti r icorrono iPadti,non gia per dimostrare razionalmente la risurrezione,ma per mostrare ch'e ragionevole. II primo e l'appar-tenenza del mondo a Dio. E gia sviluppato nels Deresurrectione di Tertulliano". Implica che il >U'-.HL,-,eve la creazione di Dio. E evidente, allora, che Diogrado di rifare quel che ha fatto una volta,e pill difficile di rifare, dare un inizio e pill U">1-11\.-di ridarlo.. Puoi dunque credere che ladella carne e pill facile della sua creazione-. E OV'_lC,'o.. ..in questaargomentazione, l'identita fra il Dioed ilDiosalvatore. E il medesimo Dio, quellomodellato Adamo agli inizi e puo rimodellarlone", Molto abilmente, come ha fatto notare 0"Jl1"''-''''Tertulliano rafforza questo argomento con gli esempitradizionali derivati dalla natura: Considera gli esempidella potenza divina, II giorno muore con la notte e

    45 Cap. 11.46 CIRILLO DI GERUSALEMME, Catechesi, 18, 13.

    10 7

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    16/28

    vien sepolto d'ogni parte dalle tenebre. La bellezza delmondo prende illutto, tace, s'addormenta. E di nuovola medesima luce, nella sua integrita e nella sua totali-ta, con tutta quanta la sua bellezza, ilsuo corteo, il suosole, rivive nell'universo, distruggendo la notte, la suamorte, e r ischiarando Ie tenebre, ilsuo sepolcro. Tuttoquesto ordine eiclico delle cose rende testimonianzaalla risurrezione dei morti-". Qui, e la r ivelazione cheDio fa di se stesso nell'ordine della natura a portaretestimonianza del suo potere di manifestarsianche at-traverso l'avvenimento della storia.

    Un secondo argomento e la dignita della carne. Equi i Padri toccano un punto essenziale, il puntopiudebole dei loro avversari. Perche tutti, platoniei, gno-stici, origenisti, hanno questa in comune: il disprez-zo della carne. Ebbene, Dio non disprezza .la carne.Perche Dio questa carne l'ha creata. Come potrebbe,dopo averla creata, laseiarla cadere fra i. rifiuti? Ter-tuIliano ha ragione di dire, con una di quelle sue for-rnulestraordinarie. Caro salutis est cardo. La carneeil cardine della salvezza-". Ed e vero, Dioporta te-stimonianza alIa bonta della carne. Come potrebbenon essere buona, se e opera sua? Ma la carne portatestimonianza alla bonta di Dio. Perche, seI 'esistenzaumana non fosseche il caro foenum, una carne nonad altro destinata chead essere abbandonata al nulla,come il mondo potrebbe essere l'opera d'un.Dio buo-no? Ma questa carne, Dio la mette da parte nellecellet-te, per recuperarla nuovamente alIa risurrezione. Per

    47 Cap. 14 .48 De resurrectione, 8.

    108

    questo, la risurrezionedella carne rnanifesta un Diobuono, proprio.rnentre il disprezzo della carne por-terebbe inevitabilmente ad un Dio sragionevole, chenon potrebbe non essere rifiutato. Prima di Tertullia-no, gia 10 Pseudo-Giustino ironizzava su questa fatto:-Bisogna discutere con quelli che dicono che la carne,bencheopera d'un Dio .buono e da lui elevata al disopra di tutto, non avrebbe tuttavia la promessa dellarisurrezione? Come non potrebbe sembrare assurdoche, dopo averla fatta secondo un COS! grande pianoe collocata al di sopra di ~utto,.Ja disprezzi al punto di .abbandonarla al nullar-". Tertulliano riprende I 'argo-mento con quella genialita che gli e propria: Questacarne che Dio con Ie sue mani ha formato a sua im-magine, che ha animato col suo soffio a somiglianzadella sua. vitalita, cheha posto per abitare, coltivare edominare tutta Ia sua opera, chehaprovvisto dei suoisacramenti, e dei suoi insegnamenti, come non do-vrebbe .risorgere, dal momentoche per tante ragionie cos a di Dio? E impossibile che Dio respinga in unadistruzione eterna l'opera delle sue mani, il prodottodel suo genio, la sorelIa del suo Cristo-". Anche qui ilparal lelismo fra la creazione d'Adamo e la risurrezionedei mortidomina 10 sviluppo del.pensiero. Ma non piliper mostrare la potenza di Dio, bensi il valore dellacarne.

    L'argomento della Pseudo-Giustino e di Tertullianocollega la risurrezione .alla creazione, sulIa base dellacontinuita del piano di Dio. Sulla medesima linea si

    49 De resurrectione, 8.50 De resurrectione, 9.

    10 9

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    17/28

    pone 1 0 Pseudo-Atenagora, ma in un modo un pocodiverso. I1punto ch'egli valorizza e che e secondo lanatura dell'uomo essere costituito di anima e di corpo.L'uomo e cio che e dalla creazione stessa. Su questabase, sarebbe assurdo che la fine non corrispondesseall'inizio, e la salvezza fosse riservata all'anima sola. 11trattato esprime su questopunto la fondamentale tesibiblica dell'unita del composto umano. E direttamentein opposizione con le tesi platoniche, secondo le qualil'uomo sarebbe uno spirito decaduto in un corpo,. eche sarebbe salvo .solamente quando venisse liberatoda questa corpo. COS!,1 0 Pseudo-Atenagora sembracostituire unaconfutazione delle tesi neo-platonichedella fine del terzo secolo. Meglio ancora dei suoi pre-decessori, egli cerca qi dare alla sua esposizione unalogicita rigorosa. E uno degli autori antichi che meglioha elaborato una formulazione dell'antropologia bibli-ca, sulla base d'una filosofia di tipo aristotelico.

    Su un punto notevole si oppone ai suoi predeces-sori. Infatti, 1 0 Pseudo-Giustino e Tertullianoportava-no ancora unaltro argomento: quello del'giudizio. Larisurrezione e necessaria perche gli uomini venganopremiati 0puniti . Questa tesi non riguarda, per altroverso, direttamente la risurrezione, Si trova gia in Pla-tone, per giustificare l'immortalita dell'anima, Dunque,deriva dalle credenze umane comuni. 11punto cheinostri autori sviluppano e la congruenza della parteci-pazione del corpo alla ricompensaed al castigo, aUostesso modo che ha avuto parte alla. giustizia ed alpeccato. Ebbene, 1 0 Pseudo-Atenagora, senza per ciorifiutare l'insieme delle tesi, fa tuttavia osservare che eun errore fondare su esse tutta ladimostrazione come110

    fanno -molti-". In realta, -sesolamenteIa giustiziadelgiudizio fosse causa della risurrezione, ne seguirebbeche non avrebbero parte alla risurrezione quelli thenon hanno fatto ilmale ne ilbene, come ibambini.Ebbene, la risurrezione e vera per tutti. Ne risultachela risurrezione non ha per causa prima i1giudizio, .m ailpiano di Dio e la natura della creatura-", Questa inte-ressante tesi sara ripresa da Gregorio Nisseno nel suotrattato Sui bambini morti prematuramente: si basqradirettamente su Platone e veri-a a precisare che vi.sitratta dell'ordinamentojalla visione di Dio, e cheque-sto ordinamento non d~ve essere concepito anzi.tuttodal punto di vista della retribuzione, ma da quello del-la finalita prima della creazione dell'uoino".

    Corporisuscitato e corpo terrenoCOS!,i nostri autori dimostrano che la risurrezione,della Quale abbiamo conoscenza grazie alla fede, p~oappoggiarsi alla ragione e non e , in se, un assurdo. Macome concepirla? A questa .punto incontriamo l'ultima

    categoria di avversari. Non si tratta pili di pagani,maormai dl.cristiani che, S 1 , ammettono che, alla risur:rezione, gILeletti avranno un'anima ed un corpo, 1l}apensano che questa corpo sara diverso dal corpo ter-reno. Con tanta maggior facilita si potevano accettaresimili dottrine, in quanta gli antichi ammettevano l'esi-stenza di diverse specie di corpi: corpi di carne, cor-51 Cap. 1452 Cap. 14.53 Si veda J. DANIELOU, Le traite sur lesenjants morts prematurementde Gregoire de Nysse, in Vigiliae Christianae, 26 (1966), pp. 159-182.

    111

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    18/28

    pi astrali , corpi eterei: Porfirio insegnava che . l'anima,risalendo verso ilsuo principio, S 1 sarebbe successiva-mente spogliata di varie tuniche. Origene affermavache ilcorpo animale era simboleggiato dalle "tunichedi pelle" aggiunte all'uomo in seguito al peccato: diesse l'uomo avrebbe dovuto spogliarsi, per rivestire uncorpo pili adatto alla sua natura. Gia glignostici ave"vano interpretato in questa senso le "tuniche di pelle".Ma allora non sarebbe pili la carne creata da Dio cheverrebbe salvatal Certamente, alla risurrezione,questacarne sara trasfigurata; .rna e essenziale, per la fede,che sia la medesima carne, allo stesso modo che ilcorpo risuscitato del Cristo era ilcorpo deposto nellatomba e non un altro rivestito al suo posto.

    Bisognava tuttavia dimostrare che questa afferma-zione non e un assurdo. Ebbene, la critica pagana egnostica aveva accurnulato contro di. essa tutta unaserie d'argomenti, che Gregorio Nisseno riassume .neisuoi trattati De bominis opificio e. Dialogus de animaet de resurrectione. In che modo ilcorpo risuscitato diCristo potrebbe essere costituito della stessa materiadi cui e.fatto il corpo terreno, se questa materia cam-bia continuamenre/" Anche sesi ammette che questamateria sara la medesima che possiede al mementodella morte, in che modone sarannoriconosciuti glielementi, una volta ritornati alla massa comuner> Chene sara nel caso d'un pesce che, dopo aver divoratoil corpo d'un naufrago, diventa a sua volta cibo de-

    54 PG XLIV, 225 A.55 224B.

    i12

    gli uomini/" Inoltre, sottoquale forma si risuscitera:bambino, uomo 0 vecchio/" Che ne sara dei malati?58Degli organi che non avranno pili una funzioner" GiaTertulliano, 10 Pseudo-Giustino eMetodio d'Olirnpoavevano affrontato l'uno 0 I'altro di questi problemi,posti da Celso, da Porfirio e dagli altri filosofi paganie ripresi dagli gnostici e dagli origenisti.Queste obiezioni non sconcertano Tertulliano neMetodione Gregorio Nisseno. Le risposte che ne dan-no non hanno tutte 1astessa validita. .Alcune sono evi-denti, come quando si tratta del problema dell'eta edelle malattie. E chiaro che Iaglorificazione del corpo10 liberera dalle sue imperfezioni. Gregorio Nissenosottolinea, da parte sua; nel Trattato sui morti, chel 'identita fra il corpo risuscitato ed il corpo terrenonon signiflca che ilcorpo non venga trasfigurato. Cri-ticaquel naturalismo esagerato che e , per esempio,la concezione di Tertulliano. Ma non per cio rinun-cia a porsi ilproblema della possibilita d'una identitamateria1e fra i due stati del corpo ..La sua idea e che,essendo l'anima una sorta di sigilloche imprime la suaformane1 corpo, gli elementi del corpo, almeno i pilisolidi, restano segnati da questa impronta, di modoche l'anima puo riconoscerli e rimetterli a1loro posto,come i cocci d'un vasa frantumato. L'unione dell'ani-rna col corpo non viene, cosi, mai interamente scissa'".E chiaro che Ie risposte dei nostri autori dipendono

    56 224 C.57 PG XLVI, 141 C.58 137 B.59 144 B-145 A.60 XLIV, 224c225; XLVI,' 76-77.

    113

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    19/28

    dalle concezioni scientifiche delIoro tempo. Ma insie-me test imoniano, per un verso, ilrealismo delle loroconcezioni della risurrezione e, per l'altro, la volontadecisa di non rinunciare a spingersi il pili avanti possi-bile nello sforzo di rendereintelligibile cio che e , tuttosommato, fondato sulla. certezza della fede.

    In definitiva, la tradizione cristianaantica si ponein continuita con quel che afferma ilNuovo Testamen-to, soprattutto Paolo. Contro le critiche dei filosofi edegli scienziati; sostiene la realta della risurrezione deicorpi come un articoloessenziale della fede. Tenta poidi mostrare cornela risurrezione sia conforme tantoalla sapienza diDio quanto alla natura dell'uomo. Difronte alle obiezioni fatte, si sforza anche di.rendereesplicito il dato della Scrittura. Gli gnosticied Origenefanno i primi tentativi: manoncolgono il contenutodella rivelazione. Al loro apparire, i dottori cristianisono costretti a formulare piurigorosamente l'oggettodella fede - cioe, nel nostro caso, ad affermare l'iden-ti ta fisica del corpo terreno edel corpo risuscitato,nel medesimo tempo che la trasfigurazione del corpoterreno. Vi si tratta di due affermazioni che mai do-vranno abbandonarsi, .nella ricerca. Su questa base, sipuo intraprendere uno sforzo per megliocornprenderee meglio presentare il dogma.

    E COS1 tracciata la strada per ogni teologia dellarisurrezione: Gial'abbiamo rilevato, Ie obiezioni dellascienza e della filosofia d'oggi somigliano stranamentea queUe di Celso e di Porfirio: itentativi di spiegazioneminimizzante di Bultmann 0 di Herbert Braun eranogia quelli degli gnostici e degli origenisti. Altri, invece,sono tentati di tagliare i ponti fra scienza e fede e ri-114

    nunciare ad ogni sforzo di miglior comprensione dellafede. Ma la vera strada della teologia rimarra semprequesta sforzo dell'intelligenza che rispetta l'integralitadel dato della rivelazione, che non. si lascia scuoteredalle critiche razionalistiche, rna, nel contempo, cercadi comprendere sempre meglio il contenuto del dog-ma, anzi tutto per rispondere alle esigenze d'una in-telligenza fatta per conoscere la verita e, quindi, perrendere presente la fede cristiana nel dialogo intellet-tuale di un'epoca.

    11 5

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    20/28

    '.S O PRAVVIVENZA E R IS UR RE Z IONE

    11problema della "sopravvivenza", del "mondodell'aldila", e , per ognuno di noi, uno dei pili fonda-mentali. Non c'e uomo che non si ponga ilproblema-riguardo a se stesso, ai suoi cari- di che cosa siaque-sto aldila della morte. Bisogna anche ammettere che,di fronte a questo aldila, proviamo tutti una sorta.divertigine. Qualunque cosa possano insegnarci filosofie religioni,epur sempre vero ch'esso rimane inacces-sibile all'uomocarnale, che non possiamopenetrarlocoi nostri sensi e che, in dgni caso, rimane sernpre,per noi, qualcosa di.profondarnente misterioso. Tutt~..via, in questa mondoproibitoai nostri sensi, la fedecipermette dl penetrare, sull'autorita della Parola diDi();e cio in una duplice direzione: cio che comportcra,conseguentemente; due ordini di problemi.11primo riguarda la sopravvivenza in se stessa, cioel'immortalita dell'anima oil suo annientamento. None un problema sollevato principalmente dalla rivelaizione. In effetti,I'immortalita di cui ci parla Paolo none solamente l'indefinitoprolungamentoma e , piuttosto - come abbiamo detto -, ilpassaggioda un modo d'esistenza ad un altro modo d'esistenza.Rimane il fatto, tuttavia, che la Bibbia e la teologiacristiana hanno, riguardo alla sopravvivenza, una loroposizione: di questa dovremo anzi tutto parlare.

    Che ilproblema dell'imrnortalita dell'anima superile frontiere del cristianesimo, e evidente, Rileveremocome, a questoriguardo, l'insieme delle religioni siaunanime. L'immortalita dell'anima e la credenza in

    117

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    21/28

    Dio sono le due affermazioni comuni a tutte. E verodelle religioni superiori dell'India e della Grecia, perle quali la fede in un'esistenza dell'anima aldila dellefrontiere del mondo dei corpi e .l'essenza medesima.Ma e veroanche delle altre religioni: il culto dei mortinella Cina antica e moderna, nelle antiche religionid'Africa e d'Australia ne e la prova inconfutabile. Dob-biamo, anzi, dire,a questo riguardo, che la negazionedell'immortalita dell'anima, Ia negazione della soprav-vivenza sarebbe, secondo gli studiosi. delle religioniumane, qualcosa di profondamente aberrante, e chec'e, nella mentalita contemporanea, quando non con-sidera corne reale se non cio che puo essere sperimen-tato scientificamente, corne una regressione.

    L'affermazione dell'immortalita dell'animae ancheil .punto forte delle grandi filosofie. Il cristianesimoapparve in un mondo in cui essa fu oggetto, da partedi filosofi eminenti, di speculazioni che conservanoanche pernoi un valore grandissimo. Il Pedone rimar-ra per sempreuno dei capolavori del pensiero umano.La fede di Socrate morente, quando proclama lasuacertezza di risalire al mondo degli dei, appare corn"un'intrepida affermazione dell'intelligenza umana, erimane una testimonianza che valica tutte le epoche.

    L'affermazione dell'immortalita dell'uomo non edunque un dato originale della rivelazione cristiana.Ma cio che a noi soprattutto interessa, e quel che laBibbia e la teologia cristiana hanno recato di nuovoper appoggiarequesta affermazione. Un punto, anzitutto, richiede una precisazibne. Se pur e vero che, intutto l'Antico Testamento, il problema d'un annienta-mento dell'uomo mal eposto, rimane un fatto - ed era118

    anche la credenza dei Gr ec i' - che la sopravvivenza viappare corne una esistenza diminuita, vissutafra leombre della sheo!. E questa credenza che diffonde suimondo anteriore al Cristo la malinconia che percorrel'Ecclesiaste e che ritroviamo in Sofode. L'angosciadifronte alla morte non e , per gli Antichi,l'angoseia difronte al momento della morte; rna e l'angosciadFfron-te allavita dell'aldila. Non comprenderemo abbasta.l1zabene quel che di nuovo reca ilmessaggio del Cristo, senon comprenderemo pure che la visione comune.aliatotalita del mondo 'contewporaneo, giudaicoera la visione d'una etetnita il cui contenutosempre nebuloso egeneralmente infelice.

    Detto questo, l'essenzadel messaggio UIL)llL.Vla immortalita dell'anima e sintetizzata inmazioni fondamentali, che sono anche due uc:uc U;cLNd'ogni filosofia cristiana. A ragion vedutaquesta espressione: "filosofia cristiana", nella UU"UJdprecisamente, in cui si tratta di affermazioninon essendo specificamente cristiane, nondiventate possesso esplicito degli uomini chedella rivelazione portata dal Cristo.

    La prima di queste affermazioni e ladella persona umana sulla vita biologica. Ezione fondamentale, nella Scrittura. L'idea che 10to dell'uomo possa comparire nel corso del nrc')('1"!':.~evolutivo della vita biologica e venirconsideratoappartenente al mondo della natura, e , da unvista biblico.xlecisamente inaccettabile: poicheemato, fin dalle prime pagine della Scrittura, checreo l'uomo asua immagine e somiglianza-. Inzione con questa testo, s, dice che Dio ha sottomesso

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    22/28

    gli animali all'uomo. Cia comporta, alla luce dell'ese-gesi moderna del passo, la trascendenza dell'uomo sulmondo biologico, sulla natura tutta quanta. Questo,d'altronde, mai hanno cessato di affermare igranditestimoni del pensiero cristiano. Un Pascal, ad esem-pio, quando dice: Tuttii corpi insiemenon fanno: unpensiero-; un Giovanni della Croce: -Un solo pensierodell'uomo vale pili dell'universo intero-.

    Da questa punto di vista, ogni prospettiva che im-merga e dissolva l'uomo nel divenire biologico appa-re in diametrale opposizionecol pensiero biblico. Inquesta senso, provo una certa difficolta ad accettare leprospettive evoluzionistiche di.alcuni pensatorid'oggi;mi sentirei molto pili a mio agio con certi filosofi pes-simisti che sanno cogliere tutta la tragicita di quell'as-surdo che puo essere il.destino di una Iiberta legata adun corpo. Poiche, se questa liberta, che appartiene adun ordine diverso dal mondo biologico, e totalmentecondizionata dalla .morte biologica, bisogna senz'altroammettere, in questa fatto, uno scandalo. E non verra .tolto se non quando la morte non sara pili applicataa .quel che e a livello spirituale, cioe, a quel che, inogni spirito, e assolutamente trascendente sul mondobiologico e, per cia stesso, inaccessibilealla morte, inquanto fenomenobiologico.

    C'e, inoltre, un secondo problema cui. la Bibbiasembra recare una risposta decisiva. Poiche la soprav-vivenza non e solamente il fatto che 1 0 spirito non elegato alla corruzione della morte, essa pone ancheilproblema dell'immortalita personale. Molti grandipensatori, infatti, peri quali ilfatto d'una trascendenzadello spirito sul mondo dei.corpi e del tutto evidente-120

    penso, in particolare, all'India -, non sono giunti tutta-via all'affermazione certad'una immortalita personale.L'idead'un ritorno al principio spirituale da cui siamovenuti, e d'una fusione con esso tale da farvi dissol-vere il imiti della nostra personalita, ha in secorl1equa1cosa di soddisfacente. Lo spirito dell'uomo appa-re, in una simile prospettiva, come. una sorta d'em.~~nazione, di degradazione della spirito assoluto, che ..idisperde nella molteplicita degli spiriti particolari,inaaspira a ritornare nuovamente. all'unita primitiva.I.tlquesta direzione, in effe~{i,tende il pensiero umane;abbandonato a se stesso, cui .ogni molteplicita ripug!l9-come qualcosa d'imperfetto, e che tende al monismoo al panteismo. .

    Maquesta prospettiva e'radicalmente rifiutata dalla:Bibbia, che afferma che I'immortalita non e solamenteuna 'immortalita generica, rna un'immortalita persona";Ie. Cia in forza d'una categoria mai distintamente com..parsa al di fuori della rivelazione biblica, benche nonsia una categoria specificamente rivelata: la categoriadi creazione. Significa che Dio pone di fronte a se, inuna totale dipendenza da lui, senz'altro, rna, nel con-tempo, con una consistenza propria, delle persone,delle liberta spirituali suscettibili di entrare con lui inun dialogo di conoscenza ed in una comunicazioned'amore. COS!,l'amore, nella prospettiva cristiana, nonaspira alIa fusione totale di un Uno, fino alla disso-luzione di se - COS!e, piuttosto, dell 'Eros platonico.L'amore biblico e la possibilita d'uno scambio e d'unacomunicazione eterni che suppongono la persistenzadella distinzione personale.

    121

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    23/28

    Cio si.fonda in quel che e la radice stessa della. rivelazione cristiana, e ne costituisce ilparadosso es-senziale, cioe la struttura medesima dell'Assoluto:i Tresono altrettanto originali quanta l'Uno. IIprincipio pri-mo d'ognicosa non e un'unita, che in seguito si degra-derebbe in molteplicita, in modo che iltutto aspirereb-be poi a riassorbirsi nell'Uno. MaiTre sono costitutividell'Assolutomedesimo. Cioe, quelche e eternamenteesistito e , all'interno dell'unita, questa comunicazioned'amore che si chiama 'Irinita: E questa esistenza eter-na delle tre persone in Dio quello che da alla nozionedi persona il suo valore e fonda la consistenza dellapersona umana, comepersonaggio d'un dialogo conaltre persone e con Dio. La fa derivaredalle radicipili profonde della rivelazione biblica, da do ch'essa cidice della struttura medesima della Divinita, Suquestabase, I'immortalita personale, in quanto .Iegataal valo-re della persona, non appare affatto una .imperfezioneo un limite, ma un valore che trova,la sua giustifica-zione ultima in Dio stesso.

    II secondo ordinedi problemi che ci si ponee lacondizione di quelli che sono nell'aldila, Poiche quelche ci angoscia e questa impossibilita, che sperimen-tiamo, di entrare nel mondo dell'aldila; vogliamo ten-tare di. conoscerne qualche cosa; raggiungervi quelliche arniamo. e gia vi si trovano; tentare, per noi stessi,di saperequel ch'esso sara per noi. Lafede cristiana ciinforma su questa realta misteriosa?

    Bisogna distinguere,. quipiuche altrove, ildatodella rivelazione dalle rappresentazionicon cui gliscrittori sacri l'hanno trasmesso, rappresentazioni inmaggioro minor misura derivate dalle culture antiche.12 2

    Mi riferisco a tutta quella mitologia del .mondo deimorti, quei diversi .posti in cui li collochiamo, quellageografia, che ritroviamonelle diverse religioni, e checostituisce solamente una cornice - che non ha, d'al-tronde, nulla di specificamente cristiano, e neppure unsenso, se non dal contenuto che ci mettiamo. Alcunedi queste rappresentazioni, nella linea semitica, sonocentrate attorno all'immagine del paradiso, cioe delgiardino degli dei, in cui gli dei dimorano, e checollocato su un'alta montagna.iGli Inni sul Paradiso,di sant'Efrem, ne sono un esempio. In questa cosmo...logia paradisiaca, le diverse zone si scaglionerannodagli abissi, alla base del monte, finoalla Yettasu cuisi trova l'albero di vita. Gli uomini abiteranno quest!diversi piani, secondo ilIoro grado di colpa 0di san...tita. Dante fu entusiasta di una. simile costruzione eci guido attraverso ipaesaggi misteriosi dell'inferno,del purgatorio e del paradiso. Per i Greci, all'oppo-sto, I'immortalita consisteva nelraggiungere ilmondoarmonioso delle stelle, il luogo del castigo era invecel'atmosfera, eternamente agitata, che circonda la terraed in cui dimorano idemoni. Ma, in tutto questo, nonsi tratta che di sistemi di rappresentazione.

    Fatta questa osservazione, una prima affermazionedella dottrina cattolica e che il destino .eterno dell'uo-mo e deciso una volta per tutte almomenta della mor-teoConseguentemente, viene rifiutata ogni prospettivadi reincarnazione. Queste prospettive sono proprie, inparticolare, del pensiero indiano, ma hanno avuto lasimpatia anche di Platone. Se non fossi cattolico, misarebbero molto congeniali. Sarebbe seducente, in ve-rita, pensare, dal momenta che il destino dell'anima

    12 3

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    24/28

    proseguirebbe attraverso mondi spirituali sUCCeSSlVl,che cio che non e riuscito in questa esistenza potreb-be riuscire in un'esistenza seguente; a questa modo,se avessimo avuto un'esistenza mediocre, reincarnan-doci, ci sarebbe data la possibilita di innalzarci ad unlivello pili alto.

    Questo mododi vedere e state condiviso anche daOrigene, che pur fu un genio della teologia. Pensava,ad esempio, che, quando la Bibbia dice: -Dio indurisceilcuore di Faraone, bisognasse prendere quell'espres-sione alla lettera: Dio, rendendosi conto che, per ilmomento, non c'era niente da fare con Faraone, sene sarebbe servito almeno per provare gli e1etti; perquesta induriva il suo cuore, riservandosi pero di ri-agganciarlo in un'altra esistenza. Ma cio comporta unasvalutazione dell'esistenza presente, che non avrebbeCOStpili nessun valore decisivo. Rifiutando queste con-cezioni con la sua dottrina del giudlzio particolare, lafede cattolica mostra di prendere veramente sul seriola Iiberta umana e le sue decisioni; in questa visionebiblica, quel che ci' pare tragico non e affatto la pocaimportanza data all 'uomo, ma, piuttosto, il modo concui Dio 10 prende veramente sul serio, fin troppo, per-sino, sul serio-Cio comporteratutta una nuova conce-zione dell'esistenza. .

    Dunque, anche per la fede cattolica, le frontiere fral'aldila e l'aldiqua diventano indefinibili. In verita, fracio che siamo oggi e quel che saremo eternamente,non c'e poi una gran differenza. Cioe, come moltobene ha detto Gabriel Marcekla vita eterna mostrerasolamente quel che avremoamato sulla terra; inaltreparole, la vita eterna: solamente ratif ichera quel che12 4

    saranno state Ie nostre adesioni durante questa vita,portandole alia pienezza della loro realizzazione: 'Laprospettiva d'eternita, a11ora,ben diversamente dall'es-sere - come a volte si rimprovera ai cristiani = unaevasione, che impedirebbe di interessarsi dellecosedel momento, impregna,piuttosto, questa momen-to presente d'un significate gravido di conseguenze:poiche sarerno eternamente que1 che ci saremofattidurante Ia nostra esistenza terrena. La vita presenteassume a questo modo tutto ilsuo senso drammatieo.Ci e data per essere caritata della pili grande misl. lrapossibile d'amore: poiche sull'amore saremo A"'

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    25/28

    fuoco divino. non gia, secondo le parole di Paolo, peressere spogliati, rna rivestiti, di modo che tutto cia ch'emortale sia consumato dall'incorruttibilita.

    Solamente i grandi mistici, che di gia _ come anco-ra dice .Caterina da Genova -vsaranno passati durantequesta vita attraverso tutte queste prove purif icatr ici, af-fronteranno la visione facciaa facciaun poco preparat i.Ma noi, una volta di.piu, poveri esseri ancora cosi car-nali, bisognera che siamo in qualche modo come .pro-gressivamente resi capaci di .sopportare i lpeso schiac-ciante della gloria. Cia supporra una trasformazionedel pili profondo di noi stessi, trasformazione insiemepurificante e trasfigurante. Sara compito del fuoco delpurgatorio, che e Dio stesso: la sua santita, come fuo-co divorante, brucera l 'anima, non gia per distruggerla,rna per trasformarla in se. Poiche Dio non ama che ilFiglio, per entrare nella casa del Padre, bisognera, pernoi , che ci r ivestiamo interamente del Figlio.

    Una terza, affermazionee che l'anima, una voltaterminate queste purificazioni, entrerariella beatitu-dine. Affermazione infinitamente consolante, nellamisura in, cui. ci permette di. credere che quelli. cheamiamo, che ci hanno lasciati, e noi stessi, quando liavremo raggiunti, saremo chiamati, dopo questepu-rificazioni di cui tanto sentiremo il bisogno, ad en-trare nella visione del volto di Dio, che per noi sara,eternamente, da quel.momento. i.sorgente di Gioia. Inquesta visione, le nostre.anime troveranno finalmenteil riposo, al.di ladi tutte le incertezze e .di tutte le vi:-cissitudini. Questoriposo non sara immobilismo, rnauna scoperta, infinitamente rinnovata, delle inesauri-bili ricchezze divine, di cui mai giungeremo a vedere12 6

    il fondo. In effetti, l'idea che la, nostra intelligenza, inqualche modo, potrebbe esaurire Dio in un suo. attodi conoscenza, sarebbe non Jar conto della trascen-denza divina, che sempre 10 fara rimanere, all 'internostesso della visione, una tenebra Iuminosa, e.. anchecontemplato nella sua essenza, sempre 10 porra al. diIa di quel che, durante l'eternita tutta quanta, potremocomprenderne.

    Rimane tuttavia ilfatto che, anche pergiunta alla visione beatifica, perdura una ~. ._~__l'attesa della risurrezione del corpo, che HHA

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    26/28

    un piede nell'aldila, Per essa le frontiere dell'aldila edell'aldiqua tendono a sfumare. I mediterranei amanacontorni pili netti . La curiosita su do che lamorte tienein serbo e d'altronde legittima. .Ma non e a questochela rivelazione cristiana intende rispondere. In realtacio che ilVangelo ci reca - in-presenza dell'angoscia,che, dopo tutto quel che abbiamo detto, dobbiamopur confessarlo, ancora permane, nonostante tutto, innoi, dinanzi a questa abisso aperto - e l'affermazioneche di questa aldila della morte, aldila misterioso e sucui .la nostra curiosita non viene .soddisfatta, qualcunos'e fatto padrone; questa qualcuno e Cristo. Cristo s'efatto padrone di questa aldila della morte. Una delleparole pili consolanti che io conosca del Vangelc .equella di Cristo,nel discorso.rlopo. la Cena, .quandodice ai suoi apostoli tristi al pensiero della sua morte:-Vado a prepararvi un posto-, e: -Ritornero, perche ladove io saro, anche voi siate con me.Mi pare l'unica risposta; ed.e tutta la nostra rispo-sta. Voglio dire che tutta Ia nostra risposta sull'aldilae questa: Cristo se n'e fatto padrone, e ci chiede unasola cosa: dargli fiducia su tutto cio che riguarda que-st~ m?ndo m~ste:ioso; e che, d'altronde, non e pilimisterioso, poiche questa .mondo non e pili a1tra cosache lui. Lui troveremo, quando oltrepasseremo que-sta soglia angosciante. Non ci sentiremo in un mondos~onosciuto, _P0iche 10 troveremo, lui che per primoCl ha conosciuto ed amato, e che, inquel momenta -ce l'ha detto - sarah per accoglierci ed introdurci inquella Cas a del Padre suo dove e andato a -prepararciun posto ...

    128

    CONCLUSIONE

    L'epistola della messa di Pasqua ci ripete ogni annal 'invito che 10Spirito Santo rivolge a tutti icristianiperbocca di Paolo: -S e siete risorti con Cristo, cercate tecose dell'alto, dove Cristo e assiso alla destra di'Dio-l,In una brevissima frase, 1apili straordinaria delle affer-mazioni! Dice, in effetti, non solo che Cristo e risusci-tato, non solo che un giorno risusciteremo con lUi,mache gia, per il battesimo, siamo risuscitati con lui. Inquesta affermazione;: c 'e tutto i1mistero dell'esistenzacristiana. In apparenza, nulla e cambiato per laicon-dizione umana. E, tuttavia, la risurrezione di Crist6hagia compiuto la sua opera trasfiguratrice nel m6rid6invisibile delle anime; di modo che il cristiano attendesolo la manifestazione di quel che ()V"CaJlu.l.

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    27/28

    tale, rna del passaggio dalla condizione mortale, chee la situazione nostra naturale, ad una condizione im-mortale trascendente ogni vita naturale, dal momentache veniamo misteriosamente resipartecipi della vitadi Dio.Questa immortalita non e l'immortalita dei filo-sofi, ch'e persistenza dell'anima nell'esistenza: poichequesta persistenza puo benissimo essere una mortespirituale. E, piuttosto, la vivificazione d'un esseremortale, operata dalle energie divine, che gli comuni-cano una incorruttibilita soprannaturale e 10 elevanosopra la condizione mortale.

    IImistero cristiano della risurrezione e esattamentequesto. Per se , la natura umana e destinata allamorte,come tutto quel che appartiene alia biosfera, di cui faparte a cagione del suo corpo animale. Ma ilVerbodi Dio, che fin dalle origini aveva chiamato la naturaumana all'immortalita, per averla introdotta nel para-diso e destinata a nutrirsi dell'albero della vita ecco,viene a riprendere questa natura che ilpeccato diAda-mo aveva ridotto alla condizione mortale. Con la suarisurrezione, egli le comunica quella vita incorruttibileche e la sua. Con la sua ascensione, la esalta alIa de-stra del Padre. E cosi la sua umanita glorificata diventailprincipio di risurrezione per ogni uomo innestato suessa per it battesimo.

    La risurrezione e dunque l'esaltazione dell'umani-ta, al di.sopra di se stessa, nel.mondo inaccessibilediDio. E la buona novella per eccellenza, ilprestigiosodestino. cui l'amore .del.Padre ha chiamato l'umanitanel Figliounico per ildono dello Spirito. Equell'inau-dibile avventura per cui esseri di carne e sangue qua-li noi siamo, COSt prossimi al mondo animale, sono1 3 0

    tuffati da vivi nel fuoco divorante della vita trinitaria,che distrugge tutto quel che emortale e comunica l'in-corruttibilita, -affinche cio che e mortale sia assorbitodalla vita-'. E cio non e possibile se non per questogesto di Dio che, in Cristo, si fa incontro alla nostranatura carnale e, presala, la solleva al di sopra di sestessa per tuffarla nelIe profondita del Padre, la doveCristoe assiso alIa destra di Dio- .La risurrezione di Cristo e cosi la primizia dellanostra risurrezione. Insieme con Cristo, una parte del-la nostra umanita e gia esaltata nel profondo di Dio.Cristoe, COS! dice l'Epistola agli Ebrei, come un'ancoragettata non gia nella profondita del mare, rna nelle al-tezze del cielo. Cristo e ilgarante della nostra speran-za, poiche questa speranza in lui gia s'e compiuta. Piliancora, Cristo glorioso attira tutta l'umanita, in forzad'una misteriosa gravitazione, il -pondus ad sursum-di cui parlava Agostino: Quando saro innalzato daterra, tutti attirero a me-', Cristo,il primo nato di fra imorti, ilprimo che ha valicato iconfini dell'esistenzanella quale eravamo chiusi come in una prigione! Lascienza potra sempre ingrandire questa priglone, libe-rarcene,mai. In Cristo, al contrario, il nostro destinosfocia nell'infinito della vita di Dio.

    Questa potenza della risurrezione riguarda tuttoilnostro essere. Interessera un giorno anche inostricorpi morti, quando la sua scintilla giungera fino adessi, li rimettera in piedi e li vivifichera d'una vita chenon sara solo pili quella della carne e del sangue, rna

    2 2 Car 5,4.3 Gv 12,32.

    1 3 1

  • 8/2/2019 J. Danielou Risurrezione 3

    28/28

    Iavita dello Spirito incorruttibile che comunica ai cor-pi mortaIi la sua incorruttibilita. Mafin d'ora riguardale nostre anime morte - morte per il peccato che ciprivava della vita di Dio -; fin d'ora afferra le nostreanime morte e suscita in esse la vita dello Spirito, Iavita dello Spirito Santo che converte le nostre intelli-genze ed inostri cuori, li fortifica,li vivifica e Iirendecapaci di conoscere e d'amare le cose divine, per unamisteriosa partecipazione alla conoscenza ed all'amo-re con cui Dio si conosce e si ama.

    INDICE

    PREFAZIONE di Andrea Tornielli 51 31 52943

    INTRODUZIONEIL SEPOLCRO VUOTOLA RISURREZIONE COME RIVELAZIONELE APPARIZIONI DEL CRISTO RIStJSCITATOLE FIGURE DELLA RISURREZIONE 59,LA RISURREZIONE MISTERO DI SALVEZZA 67 .LA RISURREZIONE DEI MORTI 81. LA RISURREZIONE.DEI CORPI NELLA TRADIZIONE 97SOPRAVVlVENZA E RISURREZIONE 117CONCLUSIONE 129

    1 3 2 1 3 3