IX Seminario avanzato in Filologia germanica - u-pad.unimc.it · IX Seminario avanzato in Filologia...

104
IX Seminario avanzato in Filologia germanica LE RUNE: EPIGRAFIA E LETTERATURA a cura di VITTORIA DOLCETTI CORAZZA e RENATO GENDRE Edizioni dell’Orso Alessandria

Transcript of IX Seminario avanzato in Filologia germanica - u-pad.unimc.it · IX Seminario avanzato in Filologia...

IX Seminario avanzatoin Filologia germanica

LE RUNE:EPIGRAFIA E LETTERATURA

a cura di

VITTORIA DOLCETTI CORAZZA e RENATO GENDRE

Edizioni dellOrsoAlessandria

0. Considerazioni preliminari

In un approccio filologico che si potrebbe definire di vecchiostile, recuperato alla prevalente attenzione metodologica e sistematicaper il dato puramente linguistico (sia esso indagato in prospettiva dia-cronica o sincronica) da alcune tenaci ricerche insieme testuali e di con-testo in ambito nordico1, lo studio delle iscrizioni runiche affidate allepietre monumentali dellet vichinga coinvolge strumenti e offre pro-spettive di amplissima portata.

In un certo senso, le steli runiche costituiscono un unicum do-cumentario: concentrate con pi elevata densit geografica in particolarenelle regioni centro-meridionali della Scandinavia (segnatamente in Sve-zia) e con maggiore affollamento cronologico fra la fine del sec. X e ilsec. XI, esse si pongono innanzi tutto come una forma precoce di tra-smissione litterata in un contesto culturale dove predominano ancoracon certa e soverchiante superiorit i canali delloralit. Secondo quantole fonti manoscritte del medioevo nordico ci consentono di ipotizzare,

1 Penso ad esempio ai lavori di studiose quali Roberta Frank e Judith Jesch (diquestultima menziono in particolare il recente Ships and Men in the Late Viking Age.The Vocabulary of Runic Inscriptions and Skaldic Verse, Woodbridge - Rochester, NY,2001; della questione generale di metodo discute con acume la stessa Frank, in The un-bearable lightness of being a philologist, Journal of English and Germanic Philology96 [1997], pp. 486-513), ma penso anche alle ricerche storiche di solida documen-tazione e corretta impostazione filologica che si devono a Birgit Sawyer (cfr. ad esem-pio lultima monografia The Viking-Age Rune-Stones. Custom and Commemoration inEarly Medieval Scandinavia, Oxford 2000).

Carla Cucina

PIETRE RUNICHE E LETTERATURA:CONVERGENZA, INTERFERENZA, CONTESTUALIT FIGURATIVA

infatti, il patrimonio poetico, letterario, storico e giuridico, pseudo-sto-rico e leggendario delle genti scandinave approda relativamente tardialla formalizzazione scritta, non essendovi sostanzialmente2 produzioneamanuense documentata anteriore a quel sec. XII che segna lavvio dellagrande fioritura manoscritta dIslanda. Che tale fortunata stagione cer-tifichi una fase di gi matura tradizione letteraria, che conta generi mol-teplici autoctoni ed endogeni, di poesia e di prosa, dorigine remota e dipi recente codificazione, giungendo fino a contaminare in modo origi-nale e altrimenti inesplorato pi linguaggi e pi modelli formali nellanarrazione tipica della saga, nessuno pu dubitare; cos come nessunopu negare che la produzione manoscritta islandese dellet norrena im-mobilizzi per noi un fluire che era stato prima di allora e che certa-mente continu ad essere per molto tempo costante e in continuomovimento e, soprattutto, affidato ai parametri, alle tecniche e alle oc-casioni di performance tipici delloralit.

Da una parte, dunque, abbiamo una letteratura, fondata sulla edeventualmente costruita intorno alla poesia di matrice pre-litterata,cio composta, realizzata e tramandata in un contesto orale, la quale ap-proda solo secondariamente alla fissazione per iscritto (a form of sec -ondary literacy la chiama J. Jesch)3; dallaltra, abbiamo le nostre pietreruniche, le quali rappresentano un genere codificato di celebrazione e/ocommemorazione funebre che in verit nasce come forma di comuni-cazione scritta, con grande evidenza autoriale (committenza, destina-zione e realizzazione materiale esplicite nei testi delle iscrizioni) e forteimpatto visivo (apparato artistico-decorativo e qualit monumentalecome elementi sostanziali del messaggio in concorrenza con il mezzolinguistico), a prescindere dalla plausibile confluenza in tale genere dieventuali forme orali di commemorazione dei defunti, che taluni ad

2 A parte alcuni charters, databili a non prima del 1080 ca.; ogni forma ditrascrizione estensiva di carattere letterario o duso quotidiano per mezzo della scritturalatina e della pergamena comincia in effetti, per quello che si sa finora, solo con il se-colo XII. Cfr. qui avanti.

3 In Ships and Men in the Late Viking Age cit., p. 11 (in particolare riferendosialla poesia scaldica).

152

4 Cfr. ibid. Si veda anche pi avanti, a proposito del testo della epigrafe di Bllsta, affidata a due pietre runiche nella pieve di Vallentuna (Uppland), dove si po-trebbe fare riferimento ad un genere poetico di lamento o pianto funebre (a.isl. grtr),secondo un tipo ben noto dalla tradizione nordica occidentale (cfr. gli Eirksml o ilSona torrek di Egill Skalla-Grmsson).

153

esempio rintracciano proprio nel ricorso occasionale alla versificazioneche costituisce uno dei motivi dinteresse di questo mio intervento4.

Per riassumere quanto sin qui premesso: la unicit documentariadelle steli runiche risiede nel fatto che esse rappresentino la sola testi-monianza che della cultura, dellorganizzazione e degli eventi della so-ciet vichinga (ovvero del mondo nordico dei secoli IX-XI) sia a questicontemporanea; e che per lappunto nate come forma scritta ab origine,in quanto cenotafi di evidente richiamo e di impatto sul territorio, essesi pongano del tutto al di fuori di quel processo di alfabetizzazione let-teraria se cos si pu chiamare che per tutte le genti germaniche pro-cede dal recupero attraverso il mezzo della scrittura di modelli e canonisviluppati in una fase di esclusiva oralit. Nel corso di questa lunga fase,in cui le tecniche poetiche e narrative in genere dovettero progressiva-mente affinarsi e specializzarsi secondo tendenze peculiari allambitonordico, ma della quale non abbiamo alcuna conferma documentaria cheprovenga da una trasmissione manoscritta, le pietre runiche offrono testidi solito brevi e per lo pi convenzionali, la maggior parte delle volte dinessun interesse o rilevanza letteraria. Tuttavia, in molti casi il cheequivale a dire in varie centinaia di esempi , i testi di queste iscrizionigiungono a costituire delle vere e proprie micro-unit poetiche, narrativee storico-cronachistiche, compresse dalla brevit richiesta al mezzoespressivo, ma ricche di echi e rimandi a quella che sar la grande let-teratura islandese dellet classica.

Tale circostanza, dunque, che vede la probabile fissazione deicanoni letterari (metrici, di lingua poetica, di struttura narrativa e di ge-nere) noti nelle forme classiche del medioevo islandese durante il pe-riodo vichingo, ma in assenza di una contemporanea produzionemanoscritta, costituisce il primo e principale motivo per accostare lesteli runiche alla letteratura. Si tratta in questo caso di un confronto og-

gettivo e tipologico fra il corpus epigrafico e il corpus letterario, so-prattutto poetico, che appare e si gi dimostrato in effetti5 proficuoper la ricostruzione e definizione dei meccanismi alla base della crea-zione letteraria nellet antica e in ambiente germanico, ad esempio inrelazione al repertorio formulare, alla origine dellaggregazione stroficadel verso norreno, alle coincidenze lessicali e sintagmatiche fra poesiaeddica e scaldica, allincidenza di una propensione ritmica e allitterantenella prosa, e alla stessa, originalissima commistione di prosa e poesiache si osserva nella letteratura della saga come vero e proprio collantefra tradizione e presupposta libert espressiva. questo approccio quelloche qui chiama in causa una convergenza di modalit e strumenti com-positivi nelle due tipologie epigrafica e manoscritta della produzionetestuale nella Scandinavia medievale; dove, pur potendo essere luna (leiscrizioni runiche) la spia visibile della tradizione ininterrotta e in evo-luzione dellaltra (la letteratura orale che poi approder alla formalizza-zione manoscritta), tuttavia ciascuna delle due riconosce e mantiene unapropria peculiarit formale e funzionale.

Ma altri accostamenti analitici appaiono in verit possibiliquando si considerino le pietre runiche da un punto di vista letterario, ov-vero in relazione a quanto della documentazione letteraria si conoscedalle fonti non epigrafiche. Cos sembrano riconducibili a questioni diinterferenza quelle iscrizioni che mostrano di trascrivere su pietra unitpoetiche ovvero strofe in s concluse secondo il procedimento della oc-casionale fissazione scritta entro un processo di trasmissione orale, dun-que replicanti in un certo senso il processo che su scala maggiore dovravvenire a et vichinga conclusa e, in misura preponderante, entro la so-ciet islandese. Si dovr allora verificare se la funzione celebrativa, con-naturata alla produzione delle steli runiche scandinave, basti da sola a

5 Cfr. i miei lavori Il tema del viaggio nelle iscrizioni runiche, Pavia 1989, par-ticolarmente la Parte terza ( 5, 6 e 7); Modelli e caratteri di eroicit nelle iscrizioniruniche della Scandinavia vichinga, in La funzione delleroe germanico: storicit, me-tafora, paradigma, Atti del Convegno internazionale di studio, Roma 6-8 maggio 1993,Roma 1995, pp. 105-140; Vestr ok austr. Iscrizioni e saghe sui viaggi dei vichinghi,Roma 2001, vol. I, Parte prima, passim.

154

giustificare un tale sistema di interferenza entro la diglossia fonda-mentale oralit/scrittura, o se si pu pi in generale anticipare, almenonelle linee essenziali, lavvio in Scandinavia di quel processo di con-versione alla civilt della scrittura che segna tutte le aree germaniche.

Un ultimo motivo di contatto con il patrimonio poetico e lette-rario deriva, infine, alle epigrafi funerarie su pietra dellet vichingadalla realizzazione di apparati figurativi a sostegno (pi o meno direttoo coerente) dei testi runici. In alcuni casi, in effetti, la rappresentazioneiconografica sulla stele che attinge alla tradizione mitica, eroica, leg-gendaria su cui si fonda la poesia antica del Nord, spesso con levi-dente intenzione di procedere ad una narrazione per immagini che integriin senso funzionale e in modo traslato la celebrazione, elevi il tenorecomplessivo del testo encomiastico che, si osservi subito, si intendecostituito dallintera composizione, runico-linguistica e iconica. Il datorilevante, in questo caso, risulta gi in via preliminare lapparente scol-lamento fra lepitaffio convenzionale, diretto, pragmatico e riconosci-bile come deve essere ogni epigrafe funeraria di chiara destinazione, eloriginalit allusiva ed ellittica del richiamo figurativo alle gesta di di(rr, inn), eroi (Sigurr, Gunnarr, Hgni) o figure-tipo leggendarie(il berserkr, la valkyrja) cantati nella poesia eddica e poi scaldica. Masi tratta comunque di caso particolare di contatto con lelaborazione let-teraria che qui viene chiamato di contestualit figurativa.

Prima di procedere allesame delle varie possibili connessioni ti-pologiche e formali fra pietre runiche e letteratura, mi preme sottoli-neare che quello che qui ci si propone di indagare solo un aspetto delleiscrizioni, e il nostro approccio solo uno fra i molti possibili, e che difatto le steli meritano di essere studiate anche da altri punti di vista: comedocumenti storici di prima mano (anche se possibilmente filtrati per lap-punto dal linguaggio letterario, come si vedr) e di valore inesti mabile;come espressioni vive e contemporanee della realt socio-eco nomicae antropologica, nonch come testimonianze delle consuetudini religiosee giuridiche del Nord nel periodo vichingo6. E si consideri inoltre che,

6 La relativamente nuova tendenza a considerare i testi delle pietre runichecome fonti di primaria importanza per le nostre conoscenze sociali e storiche del periodo

155

come stato recentemente dimostrato7, il valore documentale sul pianostorico e sociologico delle pietre runiche risulta di fatto dallo studioestensivo e comparativo dellintero corpus, laddove la motivazione,la funzionalit e la stessa realizzazione epigrafica (in particolare riguardoalla centralit di alcuni elementi formali nei testi)8 dei monumenti emer-gono pi dalla ossessiva iterazione dei modelli che non dallesame dellesingole iscrizioni. E questo nonostante, voglio ancora sottolineare, la ri-cerca debba sempre tenere lontano il rischio di cedere alle facili lusin-

costituisce un filone della ricerca runologica che in questi ultimi decenni ha assuntouna rilevanza notevole (cfr. particolarmente i lavori di Birgit Sawyer). Ma si considerianche che grandi runologi del secolo scorso, come Otto von Friesen, Elias Wessn,Sven B. F. Jansson, solo per fare alcuni nomi, hanno di fatto proficuamente attinto aitesti delle iscrizioni come a fonti storiche o cronachistiche da confrontare con le altretipologie documentarie per delineare meglio gli avvenimenti, ovvero per lopportunitdi una datazione esterna delle pietre runiche. Poich in verit la datazione delle stelirisulta da sempre difficile e si lavora soprattutto a una cronologia relativa che tengaconto 1) dei modelli artistici e degli elementi ornamentali utilizzati nella confezionedellepigrafe (ad esempio ladesione agli stili di Ringerike o di Urnes per gli elementiserpentiformi; la disposizione delle bande di scrittura sulla superficie; la presenza dellacroce; la forma della croce; la presenza di ulteriori elementi decorativi, dai simboliastratti [cerchio, triquetra] agli oggetti inanimati [nave, martello di rr], dalle figurezoomorfe a quelle antropomorfe etc.); 2) delle forme linguistiche; 3) delle forme dellestesse rune; 4) delle particolarit ambientali della zona di produzione (ad esempio unambiente rurale e isolato dai traffici risulta pi arcaico [cfr. Uppland settentrionale];una zona di pi tarda cristianizzazione pu rivelarsi pi attenta allindicazione di fedesui monumenti [cfr. lUppland rispetto alle regioni pi meridionali della Svezia], etc).Dove sia possibile rintracciare nelle iscrizioni riferimenti a dati esterni certi (come adesempio le campagne inglesi di Sven e Canuto, o la spedizione orientale di Yngvarr, maanche battaglie locali scandinave del tipo di quelle di Hedeby o di Fyris), questi sisono insomma rivelati sempre molto utili a puntellare la ricostruzione cronologica del-lintero corpus epigrafico.

7 Cfr. B. Sawyer, The Viking-Age Rune-Stones cit.8 Si vedano in proposito le interessanti considerazioni di Judith Jesch in Still

Standing in gersta: Textuality and Literacy in Late Viking-Age Rune Stone Inscrip-tions, in Runeninschriften als Quellen interdiziplinrer Forschung, Proceedings of theFourth International Symposium on Runes and Runic Inscriptions in Gttingen, 4-9August 1995, hrsg. von Klaus Dwel, in Zusammenarbeit mit Sean Nowak, Berlin -New York 1998, pp. 469-470.

156

ghe delliperonimia nel valutare criticamente la storia culturale di molterealt dellEuropa occidentale nei lunghi secoli del medioevo (come del-let moderna): cos non si pu pensare che la vastissima area della Scan-dinavia possa essere considerata un blocco unico omogeneo e coerente,anche per quello che riguarda le forme, gli impieghi, la tipologia docu-mentale, la distribuzione sociale e la diffusione topografica dei monu-menti runici. E questo al di l delle ovvie e acquisite distinzionitradizionali di rune danesi, norvegesi (o anche convenzionalmente dano-norvegesi) oppure svedesi; ed anche al di l di considerazioni storicheben note, come ad esempio il fatto che la Scania, nella Svezia meridio-nale, o lisola di Bornholm, fossero durante tutta let vichinga sotto ildominio danese, e dunque rispecchino forme e usi grafici coerenti conil resto della regione danese9.

Vediamo intanto, come ultimo dato preliminare alla nostra ana-lisi, quali sono le caratteristiche tipologiche fondamentali dei testi delleiscrizioni sulle pietre runiche. In sostanza, la partitura strutturale del tipodellepigrafe funeraria della tarda et vichinga prevede una sequenzaper lo pi fissa di formule stereotipe con minime varianti di contesto. Dinorma, dunque, unit sintagmatiche e frastiche ampiamente ricorrentiindividuano dapprima la formula dedicatoria o di committenza (del tipo:X ha eretto questa pietra in memoria di Y; dan. rejserformel), cui se-guono in genere lindicazione del legame (di parentela, di associazionemilitare o commerciale, di amicizia, etc.) che univa il defunto al com-mittente (ad es. suo padre/figlio/fratello/seguace/comandante/socio ecompagno di viaggio) e spesso una caratterizzazione etico-sociale

9 Un esempio di quanto differenti si rivelino in realt le condizioni sociali, giu-ridiche, religiose e politiche alla base della tipologia di committenza (plurima o sin-gola, maschile e/o femminile, rispecchiante sistemi di successione ereditariarispettivamente graduale con precedenza per la linea maschile anche nei gradi se-condari o parentale con precedenza accordata alla discendenza diretta, anche fem-minile, rispetto ai rami secondari della famiglia , etc.) manifestata dalle iscrizioni sullepietre runiche nelle varie regioni della Svezia, in Danimarca e in Norvegia offre il con-tributo di Birgit Sawyer, Viking Age Rune-Stones as a Source for Legal History, in Ru-neninschriften als Quellen interdiziplinrer Forschung, cit., pp. 766-777.

157

del defunto comprensibilmente orientata secondo un generico vettoreencomiastico e celebrativo (ad es. un giovane guerriero molto valente/ il migliore degli uomini del paese / bravo agricoltore ); poi il ne-crologio vero e proprio, con lindicazione del tipo della morte (in batta-glia, durante una scorreria vichinga, in mare, etc.) o del luogo dellamorte, nel caso non infrequente in quel periodo in cui il defunto abbiafinito i suoi giorni lontano da casa, nelle regioni e lungo le rotte fre-quentate dai vichinghi; ovvero, in sostituzione di questo, altre variabiliinformazioni personali, come azioni rimarchevoli, attribuzioni di pro-priet o eredit, etc.; quindi, sovente, una formula di invocazione cri-stiana per la salvezza dellanima del defunto (dan. sjleformel), chepresenta un impianto di base del tipo Dio aiuti la sua anima/il suo spi-rito, ma conosce numerose varianti e vari ampliamenti; infine, spesso,la firma dellincisore (del tipo: Z ha inciso [queste rune]). Tutte leunit strutturali possono comparire nel testo delliscrizione, ovvero essopu limitarsi ad alcune di queste soltanto, poich formalmente necessa-rie alla composizione dellepitaffio risultano in verit solo le formula-zioni che rimandano i nomi dei committenti e del defunto, conleventuale chiarimento del legame che li univa a consentire quella cor-retta identificazione personale che era motore stesso del processo di co-municazione innescato dalla scrittura dellepigrafe.

1. Maestri di rune e poeti: modelli convergenti nellevoluzione let-teraria del Nord

Secondo lordine che abbiamo ora fissato, dunque, che sembra ilpi utile a dispiegare progressivamente la natura e gli effetti dei contattifra epigrafia e formalizzazione letteraria nel Nord, tratteremo dapprimail pi vasto e promettente campo che rimanda ad una convergenza dimoduli e mezzi espressivi fra i due canoni tipologici, da un lato lepi-taffio funebre su pietra, dallaltro la poesia ma anche loriginalissimaprosa che risponde a tradizioni e codificazioni pi varie e molteplici,di genesi antica ma di stabilizzazione assai pi recente rispetto a quel-let vichinga di cui qui ci occupiamo.

158

Vorrei intanto far qui riflettere anche sulla speciale vicinanza chesembra caratterizzare proprio socialmente la figura del maestro di runee quella del poeta, assai evidente nellappellativo skald che viene asso-ciato talvolta allautore delliscrizione (cfr. ad esempio le firme orbiornskald [Uppland], GrimR skald [Uppland], UddR skald [Vstergtland]);o forse dellincisione, poich non in verit del tutto certa la forma diautorialit che si cela dietro alla firma esplicita che chiude un buon nu-mero di epigrafi della tarda et vichinga, se si tratti del compositore insenso proprio del monumento, cio di colui che ha progettato, dise-gnato e infine eseguito lepigrafe nella sua totalit; oppure dellautoredel solo testo dellepitaffio, oppure ancora dellestensore materiale cheha portato a compimento il lavoro. La formulazione pi convenzionaledella firma, che impiega il verbo a.isl. rista incidere, variato con minorefrequenza dal verbo concorrente pressoch sinonimico a.isl. hggva10,spesso accompagnato dalloggetto esplicito runaR, sia in forma estesa,sia in forma abbreviata, e probabilmente da intendersi sottinteso quandonon espresso (la formula base corrente risultando dunque X risti runaRX ha inciso le rune), sembra in effetti rimandare alla esecuzione verae propria delliscrizione. Sicch mi sembra pi conveniente ritenere chela figura dellartista incisore nella Scandinavia e soprattutto nella Sve-zia dellet vichinga possa in fin dei conti coincidere con quella delcompositore dellepitaffio, che infatti talvolta si firma come skaldscaldo, ovvero poeta, creatore nel senso etimologico che il termineaveva ancora nellet medievale (e non, come poi entrato nel linguag-

10 Oppure dal pi generico marka tracciare, ovvero dal pi specifico f co-lorare, dipingere, il quale fa espresso riferimento alluso di dipingere le pietre runichein colori vivaci e fortemente contrastanti (ad esempio rosso, nero e bianco), al fine siadi evidenziare le unit figurative o ornamentali, sia soprattutto di consentire una mi-gliore lettura del testo delliscrizione, in primo luogo attenuando la difficolt oggettivadi identificare le rune sulla superficie irregolare della stele, magari entro un disegnoornamentale complesso, in secondo luogo facilitando una pi immediata valutazionedella sequenza linguistica (cfr. limpiego alternante di due colori per isolare e distin-guere le singole parole). Cfr. S.B.F. Jansson, Om runstensfynden vid Kping p land,Fornvnnen 49 (1954), pp. 83-90; e inoltre Id., Runes in Sweden, Stockholm 1987,pp. 153-160.

159

gio tecnico degli specialisti di poesia norrena, nel senso di poeta dicorte, poeta esperto nei metri, nel linguaggio e nella retorica della co-siddetta tradizione scaldica). Che i maestri di rune fossero in molti casianche poeti del resto una realt che le iscrizioni monumentali (e tal-volta anche di altre tipologie incisorie)11 del periodo testimoniano congrande evidenza, e su questo dobbiamo per lappunto indagare. Che tipodi poesia essi per lo pi praticassero potremo forse infine anche tentaredi ipotizzare, mentre pi sfuggente appare la possibilit di definire at-traverso le iscrizioni runiche dellet vichinga lesistenza marginale oleventuale rilevante estensione delluso della poesia tecnicamente scal-dica ad esempio in Svezia, dove le testimonianze indirette della tradi-zione islandese collocano una certa interessata committenza presso lecorti di principi e nobili, ma dove mancano come noto documenti dicerta e pi diretta indicazione12.

Converr procedere dallesame diretto di alcune delle iscrizioni.Un buon punto di partenza appare essere costituito dalle cosiddette pie-tre di Ingvarr, un gruppo compatto e piuttosto noto di cenotafi runiciprodotti ed eretti in una zona centro-orientale della Svezia in memoriadi uomini partiti al seguito del condottiero Ingvarr in una sfortunata spe-dizione orientale di cui molto e a lungo si dovette narrare nella tradi-zione medievale nordica; visto che una sua elaborazione certamenteromanzata, ma ad ogni modo ispirata alla vicenda reale, si rintraccianella islandese Yngvars saga vifrla, La saga di Yngvarr il-viaggia-tore-in-terre-lontane, saga godibile e ben costruita che si fa convenzio-nalmente appartenere al genere composito e quanto mai sfuggente delle fornaldarsgur o saghe dei tempi antichi, anche definite sagheleggendarie ovvero mitico-eroiche. Tale legame delle steli runiche diIngvarr con la Yngvarssaga costituisce per altro parte ben nota della ri-flessione critica sulle cosiddette iscrizioni storiche della Svezia tardo-vichinga, sia che si tenti di valutare il nucleo storico e la stessa tradizione

11 Cfr. ad esempio liscrizione condotta sul bordo di una scatola di rame rin-venuta a Sigtuna (Uppland, Svezia), su cui si veda Il tema del viaggio nelle iscrizioniruniche, cit., pp. 479-482 e 705-706 (n. 212).

12 Cfr. Sven B.F. Jansson, Runes in Sweden, cit., p. 133.

160

della saga islandese, sia che si esamini il contenuto e il contesto am-bientale delle iscrizioni in cerca di puntelli documentali per la ricostru-zione della vicenda. E dunque non vi edizione o trattazione della Sagache prescinda dalle pietre runiche13, come non si tratta delle epigrafi finanche della loro datazione senza accostarsi a e in fin dei conti con-fidare nella comparazione dei dati trasmessi dalla Saga14. Si pu dunque

13 Cfr. la edizione della Yngvarssaga curata da Olson (Yngvars saga vifrlajmte ett bihang om Ingvarsinskrifterna, utg. av Emil Olson, Samfund til udgivelse afgammel nordisk litteratur 39, Kbenhavn 1912), tuttora quella di corrente riferimento,la quale riporta in appendice ledizione di tutte le iscrizioni runiche allora conosciute,ritenute pi o meno direttamente connesse alla spedizione di Ingvarr; e inoltre la tra-duzione della Saga, corredata da accurata introduzione e buon apparato di commento,contenuta in Vikings in Russia. Yngvars Saga and Eymunds Saga, translated and in-troduced by Hermann Plsson and Paul Edwards, Edinburgh 1989. Alcune delle pietredi Ingvarr e una selezione dei capitoli della Saga appaiono edite con traduzione italianae commento nel mio Vestr ok austr. Iscrizioni e saghe sui viaggi dei Vichinghi, cit., ri-spettivamente pp. 29-34 e 71-97. Lintero corpus delle iscrizioni di Ingvarr esclusi na-turalmente i pi recenti ritrovamenti (cfr. infra, nota 14) si trova edito, tradotto ecommentato, con ampi riferimenti anche alla Saga islandese, in Il tema del viaggio nelleiscrizioni runiche, cit., pp. 198-243 ( 3.2.2.2. La spedizione di Ingvarr).

14 In assenza, come sovente accade per le pietre runiche scandinave, di ele-menti certi per una collocazione temporale precisa in termini assoluti e non soltantorelativi (cfr. supra, nota 6) , la datazione delle steli di Ingvarr si fonda sostanzialmentesulla cronologia ammessa nellottavo capitolo della Saga islandese per la morte delcondottiero e per il ritorno a casa dellunico testimone degli avvenimenti orientali chevidero la fine tragica di pressoch tutti i partecipanti alla spedizione (si tratta dellis-landese Gara-Ketill, che garantisce la diffusione della notizia delle imprese e natural-mente, secondo la convenzione letteraria, la stessa stesura della saga). Pur ritenuta daipi una datazione forse eccessivamente bassa rispetto allo stile delle epigrafi, di fattorimane questa (nel o subito dopo il 1041) la data ipotizzata per la composizione dei ce-notafi runici in memoria degli uomini di Ingvarr. Si veda in particolare il mio Il temadel viaggio nelle iscrizioni runiche, cit., pp. 204-215, con la bibliografia ivi citata e dis-cussa; e inoltre Vestr ok austr. Iscrizioni e saghe sui viaggi dei Vichinghi, cit., vol. I, p.29, nota 1 (per il capitolo ottavo della Saga e la cronologia della morte di Ingvarr nellatradizione islandese, cfr. ibid., pp. 90-95, particolarmente p. 93, note 3 e 4). Per unaproposta di datazione pi recente (ca. 1000-25) sulla base di una cronologia tipologicadelle pietre runiche svedesi del secolo XI si faccia invece ad esempio riferimento a S.H.Fuglesang, Swedish Runestones of the Eleventh Century: Ornament and Dating, in Ru-neninschriften als Quellen interdiziplinrer Forschung, cit., p. 206.

161

immediatamente rilevare nel caso delle pietre di Ingvarr, laddove larti-colazione dei testi delle iscrizioni mostri un grado pi o meno elevato diformalizzazione poetica, un duplice legame con lelaborazione lettera-ria, sia diretto per la esistenza di versi o strofe incastonati entro glistessi epitaffi runici sia indiretto, per la possibilit di osservare sul na-scere il processo di celebrazione che gradualmente plasma la materiadella cronaca. Tale processo di slittamento espressivo coinvolge infattianche in misura minore ma, vedremo, significativa le pietre runiche,essendo naturalmente proprio, in misura assai pi ampia e su scala percos dire molto maggiore, della confezione narrativa della Saga islan-dese.

Le pietre runiche che si ritengono pi o meno sicuramente con-nesse alla spedizione di Ingvarr in oriente sono quasi una trentina (26 il numero che mi sembra ragionevolmente accettabile)15, concentrate inalcuni distretti del Sdermanland (per lo pi), nella regione settentrionaledellUppland, intorno al Lago Mlar (in buona parte) e in misura assaiminore in stergtland (due testimonianze) e Vstmanland (una solastele). Le formulazioni correnti degli epitaffi possono essere ricondottea due tipologie fondamentali, in un caso evocanti direttamente la mortedel destinatario del monumento (a.sved. var daur / do / fell / ndais/fors / vaR drepinn [austr / austarla] me Ingvari / i lii Ingvars /i Ingvars hlfningi), nellaltro prive di ogni menzione di morte, a ri-prova di quanto fosse probabilmente diffusa la conoscenza di quellav-ventura in terra lontana, finita certamente male per quasi tutti ipartecipanti alla spedizione, come anche la pi tarda tradizione islan-dese testimonia nella versione leggendaria e venata di mistero che si

15 Unultima iscrizione connessa alla spedizione di Ingvarr, rinvenuta nel 1990durante lavori stradali nella zona dellaeroporto di Arlanda (cfr. H. Gustavson, T. Sn-dal, M. hln, Runfynd 1989 och 1990, Fornvnnen 87 [1992], p. 157), non pu ap-parire naturalmente nella messa a punto del corpus offerta da Mats G. Larsson nel 1990(cfr. Runstenar och utlandsfrder. Aspekter p det senvikingtida samhllet med ut -gngspunkt i de fasta fornlmningarna, Acta Archaeologica Lundensia 18, Lund 1990,pp. 46-57, 107), che infatti conta come certamente o verosimilmente connesse a Ing varr25 pietre. Cfr. anche, dello stesso Mats G. Larsson, Ett desdigert vikingatg. Ingvar denvittfarnes resa 10361041, Stockholm 1990.

162

legge nella saga16: cos bastato in molti casi (almeno una decina) ri-cordare nellepigrafe che con Ingvarr (me Ingvari) il celebrato era statoin oriente (vaR austr), o partito (vaR farinn), o aveva condiviso il viag-gio (vaR i faru) fino a molto lontano (for bort viaggi lontano), ovveroche aveva condotto un vascello nel seguito di quel famoso condottiero(austr styri i Ingvars li).

Una delle iscrizioni nel corpus delle pietre di Ingvarr tocca inparticolare un grado molto elevato di elaborazione letteraria. Si trattadella stele srmlandese di Gripsholm17 eretta a commemorazione di undefunto Haraldr, figlio di Tola, che detto fratello di Ingvarr (il le-game, tuttavia, potrebbe per lappunto riferirsi alla comune appartenenzaad una schiera di guerrieri, ovvero a una fratellanza di sangue)18.

16 Secondo la narrazione della Yngvarssaga, un misterioso morbo si diffondefra gli uomini della spedizione (cap. 7), dopo la visita nellaccampamento di pericolosedonne incantatrici a seguito di una fortunata, ennesima battaglia; il mattino seguente 18compagni di Yngvarr, sedotti dalle arti diaboliche di queste donne, giacciono morti.Partiti in tutta fretta (cap. 8), tuttavia la malattia continua a progredire e mietere vittimefra gli uomini pi valorosi, finch il numero dei defunti supera quello dei vivi e lo stessoincolpevole e casto Yngvarr viene anchegli contagiato. Morir, secondo la versionedella saga, poco dopo essere giunto di nuovo nel regno di Silkisif e aver lasciato pre-cise disposizioni ai superstiti (secondo una realizzazione variante del motivo conven-zionale dellultimo discorso delleroe morente), nel 1041, ovvero 11 anni dopo la finedi lfr inn helgi il Santo di Norvegia nella famosa battaglia di Stiklastair (versionedel codice B).

17 Liscrizione risulta edita nel corpus epigrafico runico svedese (Sveriges run -inskrifter; abbr. SR) come n. 179 del volume Sdermanlands runinskrifter, granskadeoch tolkade av Erik Brate och Elias Wessn, SR III, Stockholm 1924-36 (abbr. S 179);corrisponde inoltre alliscrizione n. 115 del corpus runico selezionato e pubblicato nelmio Il tema del viaggio nelle iscrizioni runiche, cit. (cfr. particolarmente le pp. 215-218 e 644). Si veda anche Vestr ok austr. Iscrizioni e saghe sui viaggi dei Vichinghi, cit.,vol. I, pp. 29-31; vol. II, p. 19, fig. 15.

18 Cfr. ulteriormente il mio Vestr ok austr. Iscrizioni e saghe sui viaggi dei Vi-chinghi, cit., vol. I, p. 30, nota 1. La menzione della madre Tola come sola commit-tente del monumento pu altres indicare che il defunto Haraldr fosse fratello diIngvarr per comune paternit, dunque in realt fratellastro del pi noto eroe. Vale quila pena di segnalare che il nome del padre di Ingvarr, trasmesso come Eymundr dallasaga islandese, potrebbe ricorrere in alcune frammentarie iscrizioni runiche funerariedello stesso periodo, che sono state associate infatti al corpus delle pietre di Ingvarr. Cfr.

163

tula : lit : raisa : stain : insat : sun : sin : haralt : bruur : inkuars :(aiR) furu : trikila : fiari : at : kuli : auk : a : ustarlar : ni : kafu : tuu :sunar : la : a sirk : lan : ti

Tola let risa stin ensa at sun sinn Harald, brour Ingvars.iR foru drngila fiarri at gulliok austarla rni gafu;dou sunnarla a Srklandi.

Tola fece erigere questa pietra in ricordo di suo figlio Haraldr, fratellodi Ingvarr.

Essi viaggiarono virilmente molto lontano in cerca di oroed in oriente laquila cibarono;morirono a sud nel Serkland19.

Liscrizione, ben conservata e con una breve sezione sottoscrittaal modulo principale (qui traslitterata fra parentesi tonde), non rivelaparticolarit grafiche a parte le forme abbreviate per crasi insat (perinsa at) e a : ustarlar : ni (per a : ustarla ar : ni); in questultima se-quenza risulta inoltre evidente luso non appropriato del segno di sepa-razione tra le parole (cfr. anche sunar : la e sirk : lan : ti), che secondouna interessante proposta avanzata di recente potrebbe ritenersi parte diquegli espedienti grafici come altrimenti loccasionale intrusione vo-calica che si ipotizzano voluti dallincisore per evidenziare il contenutocostringendo in sostanza ad una lettura rallentata del testo20. Il disegno

la recente ripresa della questione, particolarmente in relazione alle steli S 277 e 279,in M.G. Larsson, Runstenarna vid Strngns domkyrka, Ingvar den vittfarne och ensrmlndsk storgrd, Fornvnnen 97 (2002), pp. 87-96.

19 Il testo delle iscrizioni viene qui dato, secondo la prassi editoriale correnteper lepigrafia runica, dapprima nella traslitterazione alfabetica delle rune (in grassetto);poi nella trascrizione nel dialetto scandinavo antico corrispondente, dunque ad esem-pio qui a.sved. (in corsivo); infine nella traduzione italiana.

20 Cfr. J. Jesch, Still Standing in gersta: Textuality and Literacy in LateViking-Age Rune Stone Inscriptions, cit., p. 469, e S. Lagman, Till frsvar fr runrist -arnas ortografi, in Projektet de vikingatida runinskrifternas kronologi. En presentationoch ngra forskningsresultat, Runrn. Runologiska bidrag utgivna av Institutionen frnordiska sprk vid Uppsala universitet 1, Uppsala 1989, p. 29.

164

compositivo dellepigrafe risulta semplice nelle forme e pulito nellese-cuzione, caratterizzato da un solo serpe runico avvolto a spirale (fig. 1).

Lepitaffio appare dedicato a entrambi i vichinghi menzionatinella formula dedicatoria si noti che possibile che in origine la stelefacesse in effetti parte di un monumento composito in memoria con-giuntamente dello stesso Ingvarr21, considerato che la pietra fu rinve-nuta non nel sito originario, bens nel pavimento dingresso alla torreorientale del castello di Gripsholm (fine sec. XVI), ivi proveniente forsedal vicino monastero di Mariefred, dunque gi da una collocazione se-condaria. Il testo risulta composto di tre versi lunghi in fornyrislag, rea-lizzazione quindi di una strofe ancora irregolare secondo i canoninordici classici che ne prevedono quattro, come nella tradizione ed-dica , ma gi agglomerata intorno alla unit metrico-compositiva mag-giore della mezza strofe, secondo uno schema 2+1. Ho gi altrovemostrato22, e vedremo anche qui avanti, che tendenza piuttosto comunedella versificazione degli epitaffi runici di et vichinga risulta per lap-punto laccoppiamento di due versi lunghi (o helmingr semistrofe,mezza strofe) in fornyrislag, ovvero nellunit metrica dei carmi eroiciche poi la realizzazione nordica di quel verso lungo, libero e allitte-rante, costituito da due emistichi o cola, che appare caratteristico di tuttala poesia germanica delle origini23.

21 Cfr. S.B.F. Jansson, Runes in Sweden, cit., p. 65. Si veda inoltre M.G. Lars -son, Runstenarna vid Strngns domkyrka, Ingvar den vittfarne och en srmlndsk storgrd, cit., per la possibilit che Ingvarr risulti il destinatario diretto di almeno duepietre runiche commissionate dal padre imundr (cfr. Eymundr nella saga islandese)nella zona di ker nel Sdermanland.

22 Particolarmente in Il tema del viaggio nelle iscrizioni runiche, cit., 6, so-prattutto pp. 511-522 e 527-528.

23 In generale sulle realizzazioni metriche rintracciabili nelle iscrizioni runichedellet vichinga si vedano il classico E. Brate - S. Bugge, Runverser. Underskning avSveriges metriska runinskrifter, Antikvarisk Tidskrift fr Sverige 10: 1, Stockholm1887-1891, e inoltre F. Hbler, Schwedische Runendichtung der Wikingerzeit, Run-rn. Runologiska bidrag utgivna av Institutionen fr nordiska sprk vid Uppsala uni-versitet 10, Uppsala 1996, e F. Wulf, Runenverse und Runenritzer, in Runica Germanica Mediaevalia, hrsg. von Wilhelm Heizmann und Astrid van Nahl, Ergn-zungbnde zum Reallexikon der Germanischen Altertumskunde 37, Berlin-New York2003, pp. 969-1006.

165

Oltre a costituire dunque una strofe metricamente coerente, il ne-crologio per Haraldr e il suo compagno davventure presenta lessico epeculiarit di lingua poetica fortemente ispirati alla tradizione di poesiache conosciamo dal medioevo islandese, in particolare al repertorio for-mulare del genere eroico: cos si noti subito il sintagma a.nord. erni gfoallaquila (cibo) dettero, che si connette ad un diffuso sistema formu-lare, fondato sul topos degli animali necrofagi (aquile, lupi e corvi) al-lopera sul campo dopo la battaglia come indicazione delluccisione dimolti nemici. Cibare o saziare le aquile, quindi, come anche rallegrarele aquile, nel linguaggio dellantica poesia eroica vale procurare moltimorti in battaglia, in sostanza combattere gli avversari con valore eprofitto, in una parola sterminarli. Il repertorio formulare echeggia adesempio, fra i carmi eddici24, nella Helgakvia Hundingsbana in fyrri35, 6; nella Helgakvia Hundingsbana nnor 8, 7-8, e 23, 4; e nellaGurnarkvia nnor 8, 525.

Nella Helgakvia Hundingsbana in fyrri, o Primo Carme diHelgi Uccisore-di-Hunding, che celebra la vita e le avventure delleroescandinavo quasi secondo i parametri funzionali della poesia docca-sione e con un certo gusto per il mondo vichingo, si dice che questi eraeventualmente

flugtrauan gram, flota miiom,s er opt hefir rno sadda

disposto a fuggire, nel mezzo della flotta, / colui che spesso hasaziato le aquile (HH 35, 3-6).

E in apertura del carme riportato come, in tempi remoti, le aquile ab-biano gridato di gioia, si intende per la promessa di ricca preda che la na-

24 Sullargomento si veda anche Il tema del viaggio nelle iscrizioni runiche,cit., pp. 216-218 e 541.

25 Si faccia riferimento alledizione Edda. Die Lieder des Codex Regius nebstverwandten Denkmlern, hrsg. von Gustav Neckel, I. Text, 5. verbesserte Auflage vonHans Kuhn, Heidelberg 1983 (abbr.: ed. Neckel-Kuhn 1983); qui e altrove, la traduzioneitaliana dei testi islandesi antichi mia.

166

scita del nuovo eroe avrebbe significato per loro su futuri campi di bat-taglia:

r var alda, at er arar gullo,Hnigo heilog vtn af Himinfiollom; hafi Helga, inn hugomstra,Borghildr borit Brlundi.

Avvenne al principio del tempo, che le aquile gridarono, / scorserole sante acque da Himinfill; / allora ebbe Borghildr a Brlundr /partorito Helgi, il magnanimo (HH 1, 1-8).

Anche nel Secondo carme di Helgi (Helgakvia Hundingsbanannor) direttamente al topos degli uccelli che devastano i corpi degli uc-cisi si affida lautocompiacimento, il vanto tradizionale delleroe per leproprie virt guerriere. Cos si legge nel dialogo tra Hgni e la valchi-ria Sigrn:

Hvar hefir , hilmir, hildi vacaea ggl alin Gunnar systra?[]at vann nst ns nir Ylfingafyr vestan ver, ef ic vita lystir,er ec birno tc Bragalundioc tt ara oddom saddac

Dove hai tu, o eroe, destato la battaglia / o nutrito gli uccellidelle sorelle di Gunn? [] // Ci comp di recente il discendente diYlfing / a occidente del mare, se desideri saperlo, / quando io degliorsi presi a Bragalundr / e la stirpe delle aquile con le armi cibai(HH II 7, 1-4; 8, 1-8; gli uccelli delle sorelle di Gunn, cio delle val-chirie, sono i corvi);

e lo stesso Helgi ammonir poi il suo seguace Sinfitli, dotato di acutoe pronto eloquio, invitandolo ad incalzare i nemici con la spada piutto-sto che con inutili parole:

r er, Sinfitli, smra myclo

167

gunni at heyia oc glaa rno,enn ntom orom at brega,tt hildingar heiptir deili

A te, Sinfitli, assai pi converrebbe / in battaglia cimentarti erallegrare le aquile, / piuttosto che con vane parole attaccare, / sep-pure gli eroi aspramente ne sono contrariati (HH II 23, 1-8).

Una tragica summa degli elementi di questo topos nella poesiaeddica rappresentata poi dallottava strofe della Gurnarkvia inforna26 (Gurnarkvia nnor), Antico (o Secondo) carme di Gurnn,in cui la triste visione delle spoglie di Sigurr si rivela nel macabro af-faccendarsi di tutte le fiere cui il sanguinoso rito di norma affidato,come compare nelle parole compiaciute delluccisore Hgni:

Lttu ar Sigur survega! heyrir hrafna gialla,rno gialla, zli fegna,varga ita um veri nom.

Cerca di Sigurr sulle vie del sud! / L tu udrai i corvi grac-chiare, / le aquile gridare, ebbre di cibo, / i lupi ululare intornoal tuo sposo (Gr II 8).

Lutilizzazione di tale immagine in un breve testo poetico affidatoalle rune nella ormai tarda et vichinga si colloca dunque entro una tra-dizione che lepoca seguente testimonier come consolidata; ma, natu-ralmente, essa trova puntuale confronto anche con la contemporanea pro-duzione scaldica, entro una forma di codificato encomio, dunque, checondivide direttamente con le pietre runiche il fine di una celebrazionecommissionata, occasionale e fortemente vincolata ad un rigido canoneespressivo; luna, la poesia scaldica, circoscritta ad una circolazione ari-stocratica e dlite, laltra, la commemorazione anche poetica delle epi-

26 Cos chiamato il carme nelleddico Brot.

168

grafi runiche, pi diffusa presso una classe agiata di proprietari di terree fattorie, piccoli nobili in senso lato, che solo in alcuni casi mostranorilevanza sociale pari a quella della committenza che forniva lavoro aipoeti di corte; rilevanza sociale, in altre parole, tale da consentire la di-sposizione di monumenti funerari per i propri familiari compositi e/omolteplici, nonch eventualmente di particolare eleganza artistica o raf-finatezza letteraria si pensi ad esempio al gruppo di quattro pietre ru-niche con altri bautastenar delimitanti un passaggio sullacqua che ri-manda alla figura dello svedese Jarlabanke, a Tby nel lUppland; oallimponente configurazione di pietre (13 bautastenar affiancati da unasola stele runica ritrovati da Sven Jansson ne1 1961) lungo la Eriksgatache Folkvid di Badelunda nel Vstmanland volle sul sito di un ing, ciosul luogo pubblico delle assemblee comunitarie27.

Si veda dunque, come esempio del nostro topos tratto dal cor-pus scaldico, la strofe composta dal poeta jlfr Arnrsson in onoredel re Haraldr inn harri lo Spietato di Norvegia per le sue impresein Oriente, trasmessa nel capitolo 11 della Haralds saga Sigurarsonar:

j veit, at hefr harhvargrimmligar rimmur,rofizk hafa opt fyr jfri,tjn Haraldr, sttir.Hss arnar rauttu hvassar,hrigr konungr, bli,mr gat krs, hvars kmu,klr, r hingat frir

La gente sapeva che ha combattuto / diciotto di asprissime / battaglieHaraldr, la pace / spesso stata infranta dal guerriero. / Colorasti gli ar-tigli affilati della grigia aquila, / illustre re, col sangue, / il lupo ebbe nu-trimento, / dovunque tu giungessi, / prima che qui in patria tornassi28.

27 Cfr. S.B.F. Jansson, Runes in Sweden, cit., pp. 108 e 125 rispettivamente.28 Il testo citato nella edizione della Heimskringla curata da Bjarni Aal-

bjarnarson, vol. III, slenzk Fornrit 28, Reykjavk 1951, pp. 82-83.

169

Oppure si legga, ugualmente riferita a Haraldr harri, la se-conda strofe del componimento in suo onore attribuito a Grani skld,dove compaiono tutte e tre le fiere:

Dglingr fekk at drekkadanskt bl ara ji(hir hykk hilmis geruhugins jl) vi nes jlar;tt spornai arnarallvtt of valfalli,hold t vargr sem vildi(vel njti ess) Jta.

Il principe fece bere / sangue danese al piccolo delle aquile / (credoche la schiera del condottiero abbia procacciato / lauto banchetto in-vernale) presso jlarnes; / la stirpe dellaquila vag / tuttintorno suicorpi dei caduti, / il lupo mangi degli Juti / (bene si rallegri di ci) avolont29.

Infine, tra altre, ripetute occorrenze30, si pu ancora citare lastrofe 10 della notissima Hfulausn Riscatto della testa di EgillSkalla-Grmmsson, dove il poeta chiama i guerrieri uccisi dal re EirkrBlx Ascia-insanguinata nttver ara, vale a dire banchetto seraledelle aquile, in un contesto che di nuovo chiama in causa per lencomiodelleroe congiuntamente anche corvi e lupi31.

Tornando ora allimpianto poetico della strofe di Gripsholm, ilprimo colon della strofe a.nord. (eir) fro drengila risulta anchesso ap-partenere ad un sistema formulare impiegato sovente nelle iscrizioni ru-niche del periodo. Sulla stele di Spnga (S 164)32, ad esempio, databile

29 Cfr. Den norsk-islandske Skjaldedigtning, udg. ved Finnur Jnsson, B. Ret-tet tekst, I, Kbenhavn-Kristiania 1912-15 (rist. Kbenhavn 1973), p. 357.

30 Una selezione dal corpus scaldico in questo senso, unita a considerazioniinteressanti sul confronto con il trattamento del tema nella poesia anglosassone, si putrovare in J. Jesch, Ships and Men in the Late Viking Age cit., pp. 247-252.

31 Cfr. Den norsk-islandske Skjaldedigtning, cit., B I, p. 32.32 Cfr. Sdermanlands runinskrifter, cit., e inoltre Il tema del viaggio cit., pp.

170

allo stesso periodo (prima met del sec. XI) e interessante anche per uninsolito, apparente coordinamento dei contenuti iconografico e lingui-stico, lepitaffio affidato ad una semistrofe ricorda del defunto Gumarrche stava virilmente sulla prua della nave prima che la morte lo co-gliesse in una terra occidentale, dove poi fu in effetti sepolto:

kubirn : uti : aiR raisu : stan ansi : at : kumar : faur : sin : stu :triki : la : i : stafn skibi : likR uistarla | ufhul | n sar tu :33

Gubiorn, Oddi, iR risu stin annsi at Gumar, faur sinn.Sto drngila i stafn skipi.LiggR vestarla of hulinn sar do.

Gubiorn, Oddi, essi eressero questa pietra in ricordo di Gumarr,loro padre.

Stava virilmente sulla prua della nave.Giace in occidente sepolto colui che mor.

La stele stata rinvenuta in un antico campo cimiteriale neipressi di una tomba a tumulo segnalata anche da una tradizionale di-sposizione allineata di pietre (sved. stensttning, dan. stenstning); lanostra pietra risulta nel contesto la sola ad essere inscritta con le rune.Dato rimarchevole della composizione epigrafica si rivela il disegnocentrale di una nave vichinga con alte prore, sulla quale si innalza unagrande croce elaborata a guisa di albero maestro, che si espande quasi acostituire allo stesso tempo la vela e una sorta di vessillo (fig. 2). Il mo-

344-348, 548-549 e 638-639 (n. 108, tav. XVI), e Vestr ok austr. Iscrizioni e saghe suiviaggi dei vichinghi, cit., vol. I, pp. 21-22; vol. II, p. 15, fig. 10.

33 Gli ultimi due segmenti del testo sono stati tracciati rispettivamente in kvist -runor (anche lnrunor) o rune criptiche (ufhul) ed in stavlsa runor o rune senzasta(n sar tu). La lettura dellultimo emistichio come a.nord. of hulinn sar d, prevede ufprefisso verbale e huln participio preterito del verbo a.nord. hylja seppellire. Talecolon, per essere affidato a variet diverse del fuark e a rune decisamente segrete,mostra evidentemente linterdizione linguistica riservata alla sfera semantica dellamorte.

171

tivo iconografico non insolito nellarte runica vichinga34, e vede il re-cupero della nave, antica metafora anche germanica del passaggio fra imondi che segnano lesistenza delluomo, come simbolo cristiano delviaggio verso il porto delleterna salvezza. La realizzazione di Spngasi rivela tuttavia particolarmente degna di nota come si diceva prima per la coerenza che lega il contenuto figurativo a quello testuale, deltutto infrequente sulle pietre runiche e dunque evidentemente risultato diun attento progetto compositivo. Il richiamo visivo allallegoria dellanavigatio cristiana si salda infatti qui con il dato oggettivo della vita deldefunto, evocata nellepitaffio come fortemente legata alla percorrenzadel mare, e anzi, nella resa poetica dellencomio funebre, rappresentataplasticamente nella figura delleroe audacemente ritto sulla prua dellanave.

Il testo del necrologio appare dunque costruito con notevole cura.Intanto il primo emistichio rimanda per lappunto al sistema formulareidentificato nella variante di Gripsholm: l a.isl. fru drengila, qui stdrengila, dunque con lavverbio in seconda arsi quale elemento fisso ela forma verbale in prima arsi come elemento variabile allitterante:

fr(u) / st } drengila

Il confronto con il colon fr hfila viaggi audacemente, chesi rintraccia in un paio di altre iscrizioni runiche svedesi parzialmentepoetiche (S 207 versel kyrka35 e U 792 Ulunda36) configurandodunque anche il sistema

fr { hfila / drengila ,

34 Cfr. il mio Il tema del viaggio cit., pp. 547-551.35 Cfr. Sdermanlands runinskrifter, cit., e inoltre Il tema del viaggio cit., pp.

409, 537-538 e 646 (n. 118).36 Cfr. Upplands runinskrifter, granskade och tolkade av Elias Wessn och

Sven B.F. Jansson, I-IV, Stockholm 1940-58 (SR VI-IX), e inoltre Il tema del viaggiocit., pp. 409-410, 537-538 e 695-696 (n. 196), e Vestr ok austr. Iscrizioni e saghe suiviaggi dei Vichinghi, cit., vol. I, pp. 26-27; vol. II, p. 17, fig. 13.

172

consente di proporre una pi ampia struttura formulare, sempre ricor-rente in sede a di verso, la quale prevede una forma verbale al preterito(fr[u] / st) seguita da un avverbio di modo di costruzione affine(drengila / hfila):

fr(u) / st } drengila / hfila.

Si noter per altro che la medesima struttura metrico-sintattica siincontra anche nel primo emistichio del secondo verso di Spnga (stdrngila vs. liggr vestarla [nesso verbo-avverbio]), realizzando dunqueun efficace richiamo per contrasto sul piano semantico, laddove chiprima si ergeva (st) ora giace (liggr), latteggiamento spavaldo del vi-chingo (drngila) rispondente alla meta delle sue scorrerie che ora sede delle sue spoglie mortali (vestarla). Aggiungo che anche laccosta-mento dei due cola in sede b del verso mostra in fondo lo stesso gustoper la costruzione antitetica, nel brusco ribaltamento situazionale chevuole contrapporre la prua della nave (a.nord. stafn skipi) alla sepoltura(of hulinn), dunque il luogo libero ed esposto par excellence della vitavichinga allo spazio chiuso della tomba.

Per tornare alla strofe di Gripsholm, allora, si pu rilevare cometale cura nella scelta degli elementi retorici e formali per la confezionedellepitaffio funebre affidato alle rune appaia in effetti pi comune diquanto non si sia ritenuto per molto tempo. Cos si noti anche l lattentacostruzione metrico-semantica che oppone la rotta delle conquiste(a.nord. austarla) al luogo della morte (a.nord. sunnarla), entrambi insede a di verso e in arsi allitterante. Mentre lespressione a.nord. fara atgulli partire in cerca delloro piega la lingua corrente allimpiego poe-tico, attingendo alluso comune della prosa la costruzione del verbo faracon la preposizione at + dativo (cfr. ad esempio a.nord. fara at ffngumpartire in cerca di bottino, o a.sved. fara at fiskum uscire a pesca), nondiversamente da quanto si osserva nella lingua degli scaldi.

Liscrizione di Gripsholm appare in conclusione di grande pre-gio stilistico, oltre a stabilire alcuni dati essenziali per una definizionestorica della spedizione di Ingvarr: in primo luogo, il fatto che il gruppodi vichinghi svedesi partito con quel condottiero qualunque fosse ilmotivo economico (cfr. fara at gulli) che costituiva il fine reale del viag-

173

gio (commercio e magari apertura di nuove rotte di traffico? arruola-mento mercenario nella regione bizantina? entrambi?) fosse noto inpatria per aver ingaggiato battaglie nelle lontane regioni orientali. In se-condo luogo, lindicazione precisa del Serkland, ovvero verosimilmentedella regione intorno al mar Caspio popolata in parte da un forte ele-mento arabo, come il luogo in cui la missione trov non felice conclu-sione.

Ma altre fra le steli di Ingvarr riportano iscrizioni ugualmente in-teressanti sul piano letterario, a dimostrazione dellattenzione con cui iproduttori di questi monumenti fossero in grado di elevare il tenore en-comiastico dei loro testi, attingendo ad una tradizione di poesia eviden-temente viva e anzi in continua evoluzione, tanto da poterne utilizzareagevolmente, piegandoli alle esigenze di contesto epigrafico (brevit) etipologico (epitaffio funebre), gli strumenti metrici e retorici fondamentali.

Cos il testo delliscrizione sulla pietra di Lundby (S 131)37, an-chessa della regione svedese del Sdermanland, sfrutta abilmente la fa-cile coppia allitterante in vocale austr / Ingvarr (che infatti ricorre inmolte delle iscrizioni di Ingvarr, sia pienamente metriche, sia pi chealtro affidate ad una prosa ritmica e appunto scandita da legami allitte-rativi) per costruire qui un regolare helmingr in fornyrislag cui conse-gnare per intero lepitaffio vero e proprio, dopo la consueta formuladedicatoria:

: sbiuti : halftan : aiR : raisu : stain : ansi : eftiR : skara : bruur sin: fur : austr : hian : mi : ikuari : o sirklanti : likR : sunR iuintaR

Spiuti, Halfdan, iR risu stin annsi ftiR Skara, brour sinn.For austr hean me Ingvari.A Srklandi liggR sunR yvindaR.

Spiuti, Halfdan, essi eressero questa pietra in memoria di Skari,loro fratello.

37 Cfr. Sdermanlands runinskrifter, cit., e inoltre Il tema del viaggio cit., pp.218-219 e 633 (n. 100), e Vestr ok austr. Iscrizioni e saghe sui viaggi dei vichinghi, cit.,vol. I, pp. 31-32; vol. II, p. 20, fig. 16.

174

Se ne part per loriente con Ingvarr.Nel Serkland giace il figlio di yvindr.

Liscrizione, di semplice fattura, risulta chiara e non presenta dif-ficolt di lettura. La banda runica descrive un arco superiore, poi altrebande verticali coprono quasi tutto lo spazio interno a disposizione; inalto, inscritta nello stretto arco, compare una piccola croce di Maltacome segno di evidente devozione cristiana (fig. 3).

La mezza strofe di Lundby, come si vede, appare relativamenteoriginale e ricercata nella dislocazione enfatica degli elementi della frasenei due cola in sede a di verso (For austr hean e A Srklandi liggR); eappare inoltre attentamente costruita sulla distribuzione delle unit me-triche minori secondo uno schema di bilanciamento strutturale e ri-spondenza semantica. Cos la direttrice dinamica del viaggio (a.nord.fr austr hedan, lett. part da qui verso loriente) corrisponde nel se-condo verso alla quiete definitiva della morte nella regione pi remotache ad est la spedizione abbia toccato (a.nord. Serklandi liggr); men-tre lindicazione significativa dellappartenenza al seguito di Ingvarr(a.nord. me Yngvari), che evoca la singola grande impresa e dona lu-stro alla memoria del defunto, coincide nella sede b del verso con lamenzione conclusiva del patronimico (a.nord. sunr Eyvindar), tratto tra-dizionale e fondamentale della pi antica poesia, che identificava leroecome partecipe di un ininterrotto e progressivo accrescimento dellonorefamiliare.

Ancora una pietra di Ingvarr ci consente una interessante rifles-sione sulla qualit delle pietre runiche come indicatori di una consuetu-dine letteraria in movimento e in evoluzione, particolarmente utili perricostruire il processo di formazione degli stili e dei canoni poetici delNord. Questa volta proveniente dallUppland, la stele della Chiesa diSvinnegarn (U 778)38 presenta per la nostra rassegna alcune novit ti-pologiche. Intanto, essa si rivela parte di un monumento funebre com-

38 Cfr. Upplands runinskrifter, cit., e inoltre Il tema del viaggio cit., pp. 238-239 e 694 (n. 194, tav. XIII), e Vestr ok austr. Iscrizioni e saghe sui viaggi dei Vichin-ghi, cit., vol. I, pp. 32-34, vol. II, p. 21, fig. 17.

175

posto di molte pietre, come era usanza in caso di committenze parti -colarmente prestigiose sul piano sociale, e come indica espressamente laformula dedicatoria dellepigrafe; anche se la nostra stele elegante eparticolarmente diffusa nella composizione dellepitaffio per il defuntoBanki fu probabilmente lunica di queste a venire inscritta. Comparepoi la firma dellincisore in chiusura dellepigrafe (skill, che sembraessere stato lautore anche di altre iscrizioni upplandesi riferite allostesso Ingvarr)39, preceduta inoltre da una breve invocazione cristianaper la salvezza dellanima del defunto (Gu hialpi and Banka), secondola formulazione pi piana e corrente che apre con la locuzione Gu hialpiDio aiuti e propone poi la coppia variante and/salu lanima come og-getto del verbo, in connessione con il genitivo del nome del defunto ocon un possessivo a questi riferito. Come ulteriore tratto devozionale re-lativo alla nuova fede, compare ugualmente una croce elaborata del tipodi Malta su asta processionale al centro di una composizione, semplicee tuttavia armoniosa nelle proporzioni, che presenta due serpenti runiciintrecciati ad anello (fig. 4). La stele fu estratta nel corso dellOttocentodal pavimento dellingresso alla chiesa e ricomposta poi sulla parete delvestibolo; un frammento allangolo superiore destro risulta mancante,ma liscrizione nel complesso ben conservata, presentando il testo at-tualmente solo una breve lacuna, che tuttavia possibile integrare sullabase della documentazione antiquaria (cfr. le rune entro le parentesi qua-dre):

ialfi auk hulmnlauk litu raisa staina isa ala at baka sun sin is ati ain sir skib auk austr stu[ri ] i ikuars li ku hialbi ot baka askil raist

ialfi ok Holmlaug letu risa stina essa alla at Banka, sun sinn. Es

39 I tratti compositivi e grafici non sembrano lontani da quelli delle steli runi-che di Ekilla bro (U 644) e Varpsund (U 654), provenienti dalla stessa zona, ed skillpotrebbe essere stato ugualmente lautore della perduta iscrizione di Steninge (U 439)e, forse, anche di Rby (U 661). Cfr. Il tema del viaggio cit., 3.2.2.2. passim; Appen-dice, nn. 173, 187, 188, 189.

176

atti inn seR skip ok austr styri i Ingvars li. Gu hialpi and Banka.skill rist.

ialfi e Holmlaug fecero erigere tutte queste pietre in ricordo di Banki,loro figlio. Egli possedeva da solo un vascello ed in oriente (lo) con-dusse nel seguito (op.: nella flotta) di Ingvarr40. Dio aiuti lanima diBanki. skill incise.

Ora, pur senza risultare compiutamente poetica, la sezione di te-sto dedicata al ricordo del giovane Banki di Svinnegarn si mostra com-posta di una sequenza ritmica e allitterante (es atti inn ser skip auk austrstyri i Ingvars li), la quale presenta vari motivi di interesse. Vi si puintanto isolare con facilit un verso lungo regolare, fondato sulla coppiaallitterante come abbiamo visto piuttosto convenzionale austr : Ingvars,ma anche su una resa invece originale del sintagma nel colon b, il qualenon segue il modello runico pi comune lii N.N.s (cfr. lo stesso liiIngvars nelliscrizione di Vansta [S 254])41, bens pone il nome del con-dottiero in prima arsi secondo un sistema formulare testimoniato anchedalla poesia eddica (cfr. ad esempio Vlusp 14, 2: Dvalins lii)42, tron-cando tuttavia il dativo bisillabico li che bi so gnerebbe attendersi forse nel tentativo, ancora pi rimarchevole data appunto ladesione adun modello retorico prefissato, di produrre assonanza con lultima parola

40 Sul piano puramente informativo il testo di Svinnegarn costituisce una delletre testimonianze runiche dirette della effettiva esistenza di una flotta agli ordini di Ing -varr (cfr. anche U 654 Varpsund e U 439 Steninge, per le quali si veda Il tema del viag-gio cit., ripettivamente pp. 226-227, 690 [n. 188] e 240-242, 681 [n. 173]). Talecircostanza viene ripetutamente evidenziata entro la narrazione della Saga di Yngvarr,la quale riferisce (attacco del cap. 5) di 30 navi partite dalla Svezia al seguito di quelcondottiero (il numero tuttavia si deve intendere come indicazione convenzionale diuna notevole quantit, a sottolineare la grandiosit dellimpresa e la rilevanza socialedel suo protagonista). Dalla formulazione della nostra epigrafe si ricava inoltre il datodel tutto prevedibile che questa flotta fosse evidentemente composta di singole unit,con imbarcazioni ed equipaggi al comando di piccoli capi vichinghi.

41 Cfr. Sdermanlands runinskrifter, cit., e anche Il tema del viaggio cit., pp.224-225 e 647-648 (n. 121).

42 Cfr. ed. Neckel-Kuhn 1983, p. 4.

177

dellunit ritmica precedente skip (auk austr styri i Ingvars li). Lasequenza precedente (es atti inn ser skip), in effetti, mostra allitterazionevocalica, e tuttavia non consente lisolamento di due unit metriche re-golari. Non si pu dunque stabilire con certezza se il testo sia stato con-cepito come una semistrofe43, come era lipotesi di Erik Brate, che for-zava leggermente la partitura convenzionale dellepigrafe identificandoun primo verso lungo a partire dal sintagma sun sinn apposto al nome deldefunto in chiusura della formula di committenza44. La sequenza potrebbesecondo me in realt rappresentare un primo stadio di quel tipo di rea-lizzazione poetica che, ancora saldamente fondata su legami allitterativi(in questo caso la ripresa risulta anzi interamente vocalica), tuttaviatende alla normalizzazione quantitativa del verso e alla rima o assonanzafinale, secondo un modello prosodico che diverr poi corrente nelle pitarde ballate scandinave (a partire dal sec. XIII) o nelle rmur islandesi(dal sec. XIV). Liscrizione di Svinnegarn, dunque, parrebbe testimoniareuna fase significativa lungo il graduale processo evolutivo degli stili poe-tici del medioevo nordico; rispetto al caso pi noto e pi regolare costi-tuito dalla iscrizione upplandese della Chiesa di Vallentuna (U 214)45, chedata fra la fine del sec. XI e linizio del sec. XII, essa risulta in questosenso ancora pi interessante, sia per la datazione anteriore sia proprioper lo stato di incompiutezza formale che manifesta.

La strofe contenuta nel testo runico di Vallentuna46 composta ditre versi dotati ciascuno di duplice legame allitterativo e rima finale:Hann druknai a Holms haf(i), / skri knarr hans i kaf, / riR iniR

43 Cfr. F. Hbler, Schwedische Runendichtung der Wikingerzeit, cit., p. 162.44 Cfr. Runverser. Underskning av Sveriges metriska runinskrifter, cit., p.

139. Posto che lattacco della sequenza metrica fosse dunque a.nord. sun sinn, Brate in-tendeva il pronome a.nord. es come relativo enclitico con elisione della vocale. Ot-teneva cos una semistrofe in fornyrislag pressoch regolare del tipo: sun sinns atti /inn ser skip / auk austr styri / i Ingvars li.

45 Cfr. Upplands runinskrifter, cit., e inoltre Il tema del viaggio cit., pp. 48-51,525-526, 707 (n. 214).

46 Cfr. particolarmente Il tema del viaggio cit., p. 526. Si veda anche F. Hbler,Schwedische Runendichtung der Wikingerzeit, cit., pp. 120-122.

178

kamo af Egli anneg nel mare di Holm, / la sua nave affond, /solo in tre ritornarono. La desinenza -i del dativo singolare hafi delprimo verso risulta incisa allinizio di una seconda banda runica, sebbenedi seguito ci fosse spazio ampiamente sufficiente, al fine certo di evi-denziare anche nella segmentazione grafica la sillaba rimata finale. In ef-fetti anche il secondo e il terzo verso appaiono incisi in bande runichedistinte, con un evidente intento di segnalazione strutturale (fig. 5).

Daltro canto, a confronto con la sequenza di Svinnegarn, e a ri-prova del possibile impiego di versi brevi allitteranti non necessaria-mente agganciati alla normale scansione binaria come marca di unaspiccata adattabilit metrica e della duttilit dellunit prosodica minore,si pu ad esempio citare il caso rappresentato dalla epigrafe upplandesedi Broby (U 136)47, che presenta i tre versi brevi allitteranti in vocale(es sotti IorsaliR / ok ndais / uppe i Grikkium Egli visit Gerusa-lemme / e si spense / laggi fra i Greci)48. Il che testimonierebbe, a mioavviso con una certa chiarezza, che le realizzazioni dei testi delle iscri-zioni runiche funerarie tendono evidentemente allallineamento con imodelli poetici in uso, ma nello stesso tempo si rivelano quasi una pa-lestra di sperimentazione, un luogo che tende piuttosto naturalmente allacomposizione letteraria e piega la struttura prefissata dellepitaffio at-tingendo agli strumenti della poesia (il ritmo, il linguaggio, le figure re-toriche e la imagery, perfino la rima finale e loriginale propensionenordica allisosillabismo del verso) anche dove limpianto predominanterimane naturalmente quello della prosa.

Gli esempi fin qui proposti hanno mostrato dunque da una partela natura potremmo dire rapsodica della realizzazione poetica nei testirunici, la quale tende facilmente a costituire unit metriche di base (cioversi lunghi di quattro misure) e assai spesso a disporsi in unit maggiori,che aggregano pi versi ma non corrispondono necessariamente alle ti-pologie strofiche note dalla tradizione islandese. Molto comune appare

47 Cfr. Upplands runinskrifter, cit., e inoltre Il tema del viaggio cit., pp. 252-255, 665-666 (n. 147).

48 Cfr. Il tema del viaggio cit., p. 518.

179

lo helmingr, o mezza strofe, cui gi Heusler riteneva di poter attribuirevalore di unit prosodica maggiore del verso lungo fin da tempi proba-bilmente molto antichi; le iscrizioni runiche in effetti lo confermereb-bero, testimoniando inoltre, con la ulteriore possibile aggiunta di singoliversi allo helmingr (cfr. il testo di Gripsholm, con la disposizione me-trico-sintattica dei versi secondo lo schema 2+1), della gradualit delprocesso di aggregazione strofica dei versi nella tradizione nordica. Nel-lambito di tale processo non raro che compaiano anche casi di pienarealizzazione strofica, con strofe regolari di quattro versi lunghi, e tal-volta accresciute addirittura di un verso; come si incontra ad esempionella raffinata iscrizione della Chiesa di Turinge (S 338; fig. 6), chevale la pena di esaminare brevemente come perfetta testimonianza diquella onesta volont di elevazione encomiastica cui si applicavano imaestri di rune nella confezione delle loro epigrafi, traendo linguaggio,contenuti e forme in prestito dalla poesia eroica tradizionale. Dopo unalunga formula di committenza plurima ( ketil : auk + biorn + aiR + raistu + stain + in[a] + at + ourstain : faur + sin + anuntr + at + bruur+ sin + auk : hu[skar]laR + hifiR + iafna + ketilau at + buanta sin K-till ok Biorn iR ristu stin enna at orstin, faur sinn, Anundr atbrour sinn ok huskarlaR fiR (?) iafna, Ktily at boanda sinn.Ktill e Biorn, questi eressero questa pietra in memoria di orstinn,loro padre, Anundr in memoria di suo fratello e gli uomini del suo se-guito in ricordo del giusto [o forse: del (loro) pari], Ktily in memo-ria del suo sposo)49, il testo recita

| brur uaRu aR bistra mana : a : lanti | auk : i lii : uti : hiltu sini

49 Il testo fra [ ] risulta ripristinato secondo il disegno di Peringskild (cfr. S-dermanlands runinskrifter, cit., p. 324, fig.). La sequenza runica iafna stata interpre-tata come accusativo dellaggettivo a.nord. (inn) jafni giusto, retto, leale, inteso comeappellativo di orstinn (si veda Il tema del viaggio cit., p. 181, nota 560), ma potrebbeessere intesa anche come gi preferiva von Friesen quale attributo dello stesso de-funto, che era pari, eguale (a.nord. jafn) fra i suoi uomini, secondo il modello tacitianodel primus inter pares (cfr. J. Jesch, Ships and Men in the Late Viking Age cit., pp. 237-238).

180

huskarla : ui + || han + fial + i + urustu + austr + i garum + lis + furugi + lanmana + bestr

Brr vaRu iR bstra manna,a landi ok i lii uti,hu sin huskarla ve.Hann fioll i orrustu austr i Garum,lis forungi, landmanna bstr.

I fratelli erano tra i migliori degli uomininel paese e nella schiera armata allestero,mantenevano i loro seguaci bene.Egli cadde in battaglia in oriente in Russia,il capo della schiera, degli uomini del suo paese il migliore50.

Di poco pi tarda delle iscrizioni fin qui discusse (probabilmenteappena posteriore al 1050), la stele affida il necrologio per lammire-vole orstinn ad una strofe di cinque versi lunghi in fornyrislag, dun-que di solido impianto poetico e, aggiungerei, anche di pregio letterarioinsolito. Il dato forse pi interessante del testo, oltre al lessico e agli sti-lemi su cui vedremo tra breve, mi sembra infatti la condivisione di quellostile involuto, lento e variato che proprio della tradizione germanica piantica, e che costituisce in fondo il presupposto stesso anche della spe-cializzazione in senso criptico rappresentata dalla tecnica scaldica. Labrevit degli epitaffi, richiesta dal mezzo espressivo epigrafico, non consente ad esempio nei testi runici un uso corrente della variazione,

50 Per una discussione dei problemi testuali posti dalla iscrizione di Turinge,si rimanda al mio Il tema del viaggio cit., pp. 180-184, e soprattutto Appendice, pp.656-657 (n. 134). Baster qui notare che lepitaffio poetico associa al defunto orstinnanche un fratello, forse lo stesso Anundr che fra i committenti, il quale avrebbe dunquecondiviso le passate avventure del celebrato, o magari un altro fratello, anchegli scom-parso, che verrebbe ricordato sul monumento per le sue passate imprese con orstinn.Si ricorder che anche sulla stele di Gripsholm, dedicata al defunto Haraldr, la strofe en-comiastica fa riferimento alle vicende orientali dei due fratelli Haraldr e Ingvarr (cfr.il pronome a.nord. eirr che apre la sequenza poetica). Si veda supra, nota 18 e conte-sto.

181

che pure era uno dei tratti maggiormente distintivi del sistema di segniimpiegato dalla poesia germanica; ma qui nella strofe di Turinge, ne tro-viamo una buona realizzazione che interessa la coppia conclusiva di ver -si (si noti la partizione strutturale della strofe irregolare nellaggregarsidei versi secondo lo schema 2+1+2): Hann , / lis forungi, land -manna bstr Egli , / il capo della schiera, il migliore degli uo-mini del paese.

Come si vede, i contenuti di questa breve composizione poeticaappaiono uniformati ad un insieme di valori celebrati nella comune tra-dizione germanica: la responsabilit del comando (v. 5a: lis forungi),la generosit verso i seguaci (v. 3: hu sin huskarla ve),la considerazione sociale goduta nella comunit (v. 5b: landmannabstr), il prestigio e la capacit di distinguersi sia in tempo di pace, sianelle missioni di guerra (vv. 1b-2: bstra manna, / a landi ok i liiuti), il coraggio e la prudenza, dunque, fino alla fine paradigmatica del-lautentico guerriero che cade nel mezzo di un assalto (v. 4a: Hann fiolli orrustu). Particolarmente significativo si mostra inoltre il fatto che glihskarlar i seguaci, gli uomini pi fidati del signore51, oggetto della

51 Cfr. Il tema del viaggio cit.: Gli hskarlar (da a.nord. hskarl) erano pro-priamente i servi liberi che, come noto dalla letteratura nordica antica, prestavanoservizio presso un hsbndi, il signore, libero proprietario terriero della societ ru-rale scandinava. Si tratta, in sostanza, di quello che verr pi tardi indicato come a.nord.hirmar guerriero del seguito; in Islanda, la pi forte tendenza democratica manterra lungo una prevalente distribuzione orizzontale di questi nuclei aggregativi di forze in-torno al bndi, ma sul continente scandinavo, in primo luogo in Norvegia, la cerchia dihskarlar divenne ben presto privilegio di pochi grandi possidenti e condottieri e, inultima analisi, hskarl passer ad indicare luomo del re. Il sostantivo caratteristicodellarea nordica, dalla quale poi passato nellags. huscarl (ancora attestato nel medioinglese) nel senso di guerriero del seguito regale. Le pi antiche fonti svedesi medie-vali non lo documentano, a testimoniare forse che la parola ebbe in Svezia una diffu-sione prevalentemente legata e circoscritta allambiente vichingo (p. 183, nota 567).E ancora: Gli hskarlar abitavano insieme al proprio signore, che si impegnavano a di-fendere e proteggere fino alla morte. Se questi partiva per una spedizione vichinga, essicostituivano naturalmente il nucleo principale e pi fidato del suo li (ibid., nota 568).Cfr. J. de Vries, Altnordisches etymologisches Wrterbuch, zweite verbesserte Auflage,Leiden 1962 (rist. 1977), s.v. hskarl; Sdermanlands runinskrifter, cit., pp. 329-330;

182

cura e della munificenza dei fratelli di Turinge, compaiano anche fra icommittenti dellepigrafe, a sottolineare ancora di pi il contesto deci-samente improntato, pur nella pragmaticit di una occasione pubblica eforse patrimoniale, alletica eroica; nel senso che viene qui manifestatauna volont evidente di richiamare i caratteri e i modelli dellencomioantico, quelli per esempio vivi nel pianto dei guerrieri dopo la morte diBeowulf, i compagni del cuore (heorgenatas, v. 3179b) che lamen-tano la perdita de lamato signore (winedryhten, v. 3175a), il pi ge-neroso degli uomini (cfr. wyruldcyninga / mannum mildust, vv.3180b-3181a) e il pi attento al suo popolo (monwrust, / lodumlost, vv. 3181b-3182a). Si intende che il desiderio di lode che animavale azioni del protagonista dellepos anglosassone (cfr. lof-geornost nel-lemistichio finale del Beowulf)52 viene fatto vibrare anche nella strofedella nostra iscrizione, che si offre dunque come risultato di una volutaconvergenza con i moduli letterari, quale che sia il reale contesto di cro-naca o il fine pratico effettivo della confezione del monumento funebre.

Anche la veste formale della composizione si alimenta del re-pertorio poetico tradizionale, dove del resto temi e stilemi non andavanodisgiunti; cos troviamo ad esempio nella nostra strofe pi riecheggia-menti formulari, a partire dal colon 4a Hann fioll i orrustu (cfr. ad esem-pio draug orrostu in S 126 Fagerlt53; fell orrostu nella prosa eddicaFr daua Sinfjtla54)55, come anche il colon 4b austr i Garum (cfr. S148 Innberga56 e U 209 Veda57) che appartiene per altro ad un pi ampio

J. Lindow, Comitatus, Individual and Honor. Studies in North Germanic InstitutionalVocabulary, University of California Publications in Linguistics 83, Berkeley-Los An-geles-London 1976, pp. 113-125; J. Jesch, Ships and Men in the Late Viking Age cit.,pp. 237-239.

52 Si faccia riferimento alledizione del Beowulf a cura di Bruce Mitchell eFred C. Robinson, Beowulf. An edition with relevant shorter texts, Oxford-Malden,Mass., 1998 (abbr.: ed. Mitchell-Robinson 1998), p. 161.

53 Cfr. Il tema del viaggio cit., pp. 74-75, 632 (n. 99).54 Cfr. ed. Neckel-Kuhn 1983, p. 163, r. 30.55 Sul sistema formulare cfr. Il tema del viaggio cit., p. 538.56 Cfr. Il tema del viaggio cit., pp. 265-266, 635 (n. 102).57 Cfr. Il tema del viaggio cit., pp. 446-447, 670 (n. 155).

183

sistema formulare di uso frequente sulle steli runiche (con avverbioa.nord. austr in prima arsi e allitterante, seguito da una preposizione incorrispondenza della sillaba atona della prima misura /at, la quale reggeil dativo plurale di un sostantivo bisillabico Grikkjum/Garum/ingumin una locuzione locativa)58. Ancora formulari e con piene corrispon-denze entro il corpus runico risultano poi entrambi gli emistichi dellul-timo verso, sia lis forungi (cfr. U 112 Ed, con aggiunta di una sillabain anacrusi: vas lis forungi)59, sia landmanna bstr (cfr. DR 133 Ski-vum)60. E si noti infine che lespressione a.nord. halda vel (cfr. v. 3) im-piegata nella poesia islandese antica proprio in relazione allopportunoe auspicabile trattamento degli hskarlar da parte del signore, come adesempio si incontra in una delle Austrfararvsur dello scaldo Sigvatrrarson61.

Fin qui si visto come generalmente le strofe realizzate sullepietre runiche, pi o meno regolari, siano incastonate nella prosa cherealizza le parti funzionali delliscrizione (formula dedicatoria iniziale,invocazione cristiana e firma dellincisore alla fine); ma vi sono casi incui lintero testo appare organizzato in maniera pi originale, e questi sirivelano senza dubbio esempi di grandissimo interesse per quanto at-tiene alla convergenza con le strategie e i modelli poetici correnti. Siveda liscrizione sulle pietre di Bllsta (U 225-226; figg. 7 e 8)62, nellapieve di Vallentuna, Uppland:

58 Cfr. Il tema del viaggio cit., p. 534.59 Cfr. Il tema del viaggio cit., pp. 445-446, 664-665 (n. 145). Per la formula,

si veda ibid., pp. 539-540.60 Cfr. Il tema del viaggio cit, p. 184, nota 575. Si noti che a.nord. landmar

vale probabilmente nellet vichinga grande possidente, proprietario di vaste terre,forse in termini di vassallaggio direttamente legato al potere regale.

61 Cfr. str. 18, 1-4: ik ba, slar skkvir, / snn halda vel, Rnar, / hvern, es hin-gat rnar, / hskarl nefi jarla Ti prega, signore che affondi / il sole del Reno, di acco-gliere bene / ogni uomo della sua corte / che si spinga fin qui, il discendente degli jarlar(da lfs saga helga, cap. 91, in Heimskringla, ed. Bjarni Aalbjarnarson, vol. II,slenzk Fornrit 27, Reykjavk 1945, p. 142).

62 Cfr. Upplands runinskrifter, cit., pp. 346-374; Sven B.F. Jansson, Runes inSweden, cit., pp. 120-122; Helmer Gustavson nel sito web del Riksantikvariembet al-lindirizzo www.raa.se//ballsta_runstenar_i_sverige.html.

184

[ulfkil ] uk arkil uk kul iR kariu iar iksta [m]unu ikimirki maiRi uira an ulfs suniR iftiR kir[u snial]iR suinaR at sin faur || ristu stina uk staf uan uk in mikla at iartiknum uk kurii kas at uiri u mon i krati kiatit lata kunar ikstin

Ulfkell ok Arnkell ok Gyi ir gru hiar ingsta.Munu igi mrki miri vera,an Ulfs synir ftir gru,sniallir svinar, at sinn faur.Ristu stina ok staf unnuauk inn mikla at iartiknum.Auk Gyrii gats at veri.y man i grati getit lata.

Gunnarr hiogg stin.

Ulfkell e Arnkell e Gyi, questi fecero qui la sede di un Thing.Non vi potranno essere monumenti pi grandidi quelli che i figli di Ulfr fecero in (sua) memoria,ardimentosi giovani, in ricordo del loro padre.Eressero le pietre e approntarono la perticainoltre, quella grande, in segno di onore.Anche Gyri amava il (suo) sposo.Cos nel lamento questo potr far dire.

Gunnarr scolp la pietra.

Come si vede, limmediato fine della erezione del monumentoemerge subito dal testo stesso dellepigrafe che rivendica lopera im-portante della sistemazione di un ing, vale a dire di un luogo che possaaccogliere le periodiche assemblee della comunit63. Dunque si tratta di

63 Un disegno di Johan Peringskild, pubblicato in Bautil. Det r: Alle Svea okGtha Rikens Runstenar, upreste ifrn verldenes r 2000 til Christi r 1000, utgifne afJohan Gransson, Stockholm 1750 (B 54), mostra loriginale collocazione delle duesteli, al tempo unite fra loro da una fila di pietre oggi perduta, e vicino ad un allinea-mento geometrico di bautastenar, che i primi commentatori chiamarono Arkils ting stad(il nome del primo committente viene oggi integrato sulla base della ricostruzione dellagenealogia familiare degli Sklhamra, influenti possidenti della zona intorno al lago diVallentuna). Cfr. fig. 9.

185

una forma di commemorazione particolarmente fastosa e di rilevanza so-ciale, che di fatto si avvale anche di una formulazione molto ricercata delcontenuto. A parte lesile cornice fornita dalla rapida menzione inizialedei committenti del monumento e dalla firma finale dellincisore Gun-narr, liscrizione risulta interamente poetica e si compone di due unit ag-gregate, una lunga strofa di cinque versi lunghi (secondo la partizionemetrico-sintattica 2+1+2) seguita da un ulteriore helmingr in for-nyrislag. La lingua poetica del testo conta esempi di varianti formulariben note e ricorrenti anche nel corpus runico, come il colon sniallir svin -ar, che utilizza laggettivo a.nord. snjallr rapido, agile quale attributopressoch specializzato per i giovani vichinghi (spesso chiamati drengirnelle fonti sia runiche sia norrene); e poi ricorre alla coppia allitterantesteinn / staf che troviamo anche su altre pietre svedesi dellUppland e delSdermanland e che rimanda ad unusanza non ancora del tutto chiaritanellambito dei riti funerari64 ma che proprio la nostra strofe intende ine-quivocabilmente come segnale esteriore del tributo donore pagato al de-funto. Interessante appare inoltre, proprio dal punto di vista dei legamie dei parallelismi con la tradizione poetica antica, il riferimento della se-mistrofe finale ad un lamento funebre (cfr. grti da a.nord. grtr) attri-buito significativamente ad una figura femminile, cio alla moglie del de-funto Ulfr: si pu forse ipotizzare lesistenza nella Scandinavia orientaledi un genere elegiaco paragonabile alla tradizione dei lamenti o piantinoti dalla tradizione islandese (cfr. Oddrnargrtr, etc), una sorta diequivalente, pi modesto, probabilmente, ma confrontabile nei presup-posti e nel tono al notissimo Sonatorrek dello scaldo Egill.

Interamente metrica risulta ad esempio unaltra iscrizione delSdermanland, tracciata sulle due pietre di Tjuvstigen (S 34 e 35)65:

S 34: styrlaugR auk hulmbR staina raistu at bryr sina brauiu nesta aiR entaus i austrueki urkil | auk | sturbiarn | iaknaRkuiR

64 Cfr.Il tema del viaggio cit., pp. 267-270.65 Cfr. Sdermanlands runinskrifter, cit., e inoltre Il tema del viaggio cit., pp.

95-98, 620-621 (n. 80; corrisponde a S 34).

186

StyrlaugR ok HolmR stina ristuat brr sina brautu nsta.iR ndaus i austrvegi,orkell ok Styrbiorn, iagnaR goiR

Styrlaugr e Holmr le pietre eresseroin ricordo dei loro fratelli, il pi vicino possibile alla strada.Essi si spensero sulla via delloriente,orkell e Styrbiorn, nobili valorosi.

S 35: lit igikeR anan raisa stain at suni sina sun a kiari ku hialbi ant aira | uriR hiu

Let IngigrR annan risa stinAt syni sina, syna gri.

Gu hialpi and ira. oriR hiog.

Ingigrr66 fece erigere una seconda pietrain memoria dei suoi figli, visibile monumento.

Dio aiuti il loro spirito. orir scolp.

In totale, dunque, una strofe regolare di quattro versi lunghi (sullaprima delle due steli; cfr. fig. 10) pi un ulteriore helmingr in fornyris -lag servono alla commemorazione dei due fratelli, che si avvale altresdi precisi moduli poetici. Innanzi tutto il sintagma a. nord. egnar girnobili valorosi67, appartenente infatti ad un fecondo sistema formulare,

66 il nome del padre, sebbene risulti pi frequente che quando venga erettauna seconda stele nellambito di un unico monumento il committente sia la madre.

67 Il termine a.nord. egn (cfr. ags. egn servitore; guerriero, a.sass. theganservitore; ragazzo, aat. thegan servitore; guerriero) mostra di aver subito una note-vole evoluzione semantica nellambiente scandinavo. Come il sostantivo a.nord. drengrindicava il giovane guerriero, sia entro il seguito di un capo militare, sia in unaccezionepi vasta a denotare qualit personali di intraprendenza e sociali di status ancora nonacquisito in relazione alla propriet terriera (cfr. Il tema del viaggio cit., 3.2.1.4, nota183), cos il sostantivo a.nord. egn divenne verosimilmente un titolo di riconoscimentosociale tributato agli uomini liberi e possidenti in virt della loro attivit guerrie ra edelle loro mansioni militari nellambito della comunit e della guardia reale. Cfr. J. de

187

molto utilizza to anche allinterno della produzione epigrafica runica delperiodo vichingo68. Poi la locuzione assai interessante brautu nsta ilpi vicino possibile alla strada, che attinge direttamente al sistema disegni formali e valori della tradizione di poesia, da un lato iterando laformula che normalmente ricorre nella letteratura islandese antica perindicare appunto la collocazione delle pietre runiche, dallaltro manife-stando apertamente quel desiderio di visibilit del monumento funera-rio (stele, cenotafio, tomba etc.) che accomuna in origine tutte le gentigermaniche, poich la memoria in chi resta risulta pi facilmente solle-citata se un puntello tangibile viene offerto ai viandanti; cos che di so-lito le steli runiche si mostrano nellet vichinga in luoghi massimamentepubblici, e i tumuli funerari possono ad esempio apparire, particolar-mente nel mondo anglo-scandinavo, collocati su promontori ben visi-bili dal mare, come il caso letterario della tomba di Beowulf (cfr.Bwf 2802-2808) e come anche conferma il sito archeologico di SuttonHoo in Anglia orientale.

Nellambito della produzione runica, la stessa formula di Tjuv-stigen ricorre nella forma brautu nR (con laggettivo al grado positivo)nelliscrizione sulla pietra upplandese di Ryda (U 838)69. Anche in que-sto caso, landa mento del testo risulta metrico, con lammonimento atutela della stele affidato ad un verso lungo in fornyrislag:

Her mun standa stinn nR brautu

Qui deve ergersi la pietra vicino alla via70.

Vries, Altnord. etym. Wb. cit., s.v. egn. Su thegns e boni homines si veda Birgit Sawyer, The Viking Age Rune-Stones cit., pp. 103 sgg.

68 Cfr. Il tema del viaggio cit., pp. 538-539.69 Cfr. Upplands runinskrifter, cit., III, 2, pp. 466-470.70 Una formulazione analoga si trova anche nelliscrizione metrica sulla pie-

tra di gersta U 729, che cito qui a richiamare una lunga serie di occorrenze formularidel primo emistichio del verso di Ryda, sempre con legame allitterativo fisso in primaarsi del secondo colon affidato al sostantivo steinn (per le quali si veda Upplands run -inskrifter, cit., III, 1, p. 233), e inoltre a comprovare il compiacimento tradizionale perla competenza runica che tratto diffuso anche nella poesia islandese antica: Hir mun

188

Con inversione degli elementi ma identica collocazione metrico-alliterativa della coppia standa/steinn, il sintagma compare nella strofe72 degli eddici Hvaml, celeberrima formulazione del tema tradizionaledella necessit di perpetuare la stirpe e mantenere saldi i vincoli del san-gue, cos che la morte sia sconfitta almeno nel ricordo dei posteri:

Sonr er betri, tt s s of alinneptir genginn guma;

sialdan bautarsteinar standa brauto nr,nema reisi nir at ni.

Un figlio meglio, seppur tardi generato / dopo la dipartita delpadre; / di rado dei cippi si ergono a lato della via, / se al congiuntonon linnalzi il congiunto (Hv 72)71.

Mentre precisamente la stessa locuzione entro il medesimo si-stema formulare ricorre anche ad esempio nella strofe 27 dei Sigdrfo-ml, dove si legge che

opt blvsar konor sitia brauto nr,r er deyfa sver oc sefa.

spesso donne esperte di malefici siedono a lato della via, / le qualiottundono la spada e il senno (Sd 27, 4-6)72.

E daltronde, le due pietre di Tjuvstigen, dislocate gi nellOtto-cento e poi nuovamente spostate a nord di Skrddartorpet, segnavanoper lappunto in origine i due lati di un sentiero che collegava Vr a Noranel distretto di Vagn73.

standa stinn mili byia. / Rai drngR aR rynn se / runum im sum Balliristi. Qui deve ergersi la pietra fra le fattorie. / Interpreti colui che di rune esperto / le rune che Balli incise (Upplands runinskrifter, cit., III, 1, p. 261).

71 Cfr. ed. Neckel-Kuhn 1983, p. 28.72 Cfr. ed. Neckel-Kuhn 1983, p. 195.73 Cfr. Il tema del viaggio cit., p. 95, nota 250.

189

Si visto prima come la realizzazione metrica e stilistica offertadalle iscrizioni possa configurarsi talvolta come pi spiccatamente ori-ginale: si pensi alla rima finale, che si affianca ad una scansione ancoralegata al regime allitterativo antico, e tuttavia tendente ad una minore li-bert sillabica (cfr. il testo della Chiesa di Vallentuna). In effetti, undato proprio della tradizione poetica norrena il fatto che limpiego dellarima finale (a.isl. runhending) non comporti la creazione di unit metri-che diverse da quelle in uso e che in sostanza alla rima si adattino i varitipi di verso e di strofe; sicch il metro chiamato runhenda o runhendrahttr non presenta caratteri n regolari n stabili. Nelluso contempora-neo di allitterazione e rima, la strofe di Vallentuna ricorda ad esempio ilmodello metrico del famoso poema di Egill Skalla-Grmsson Hfu -lausn Il riscatto della testa, modello per la verit non particolarmentefrequentato nella tradizione islandese. Daltronde, si incontrano occa-sionalmente nelle iscrizioni sulle pietre runiche esempi del tutto p