IX CENTENARIO DELLA TRASLAZIONE DELLA SEDE DIOCESANA … · 2010. 6. 21. · 2210 20 giugno 2010 C...

4
20 giugno 2010 21 9 S abato 12 Giugno, con il concerto in cattedrale dei “So- listi Veneti”, diretto dal maestro Claudio Scimone, si sono concluse le suggestive celebrazioni indette in occasione del IX Centenario della traslazione della sede diocesana da Malamocco a Chioggia e della solennità dei Santi Felice e Fortunato Mm., Patroni della città e diocesi. Tutto era iniziato martedì 8 giugno quando era stata por- tata nell’antica sede di Malamocco l’artistica e argentea ur- na con le reliquie dei Santi Martiri. Nel pomeriggio, nume- rosi fedeli e sacerdoti, oltre al vescovo Adriano, si sono tra- sferiti da Chioggia in questa località, con la M/n Palladio, per la santa Messa presieduta dal nostro presule e concele- brata dal delegato episcopale del patriarcato mons. Anto- nio Meneguolo, dal nostro vicario generale mons. Pietro Al- fredo Mozzato, dai sacerdoti dell’unità pastorale del Lido di Venezia e della nostra diocesi, alla presenza, altresì, di numerosissimi fedeli di tale antica località lagunare. Al ter- mine, con la scorta di due M/v della Guardia Costiera di Chioggia, l’urna è stata accompagnata dai fedeli clodiensi a Pellestrina, dove è stata accolta dai sacerdoti originari del- l’isola, dai “fradei” della confraternita del Ss.mo Crocifisso in cappa rossa e dalla popolazione commossa. Dopo la be- nedizione impartita dal vescovo Adriano, il corteo religio- so, preceduto dalla banda musicale di Pellestrina, si è di- retto nel piazzale antistante il Santuario della Madonna dell’Apparizione, dove si è celebrata la santa Messa (la “Stella”) presieduta dal salesiano don Agostino Pieretti e concelebrata da numerosi presbiteri. Al termine, mentre tutto il litorale era pavesato di bandierine multicolore e lu- minarie, è seguita la processione, con la preziosa urna por- tata sempre a spalla dai “fradei” del Ss.mo Crocifisso, sino alla chiesa di Ognissanti, dove è rimasta alla venerazione dei fedeli sino al pomeriggio di giovedì 10 giugno. In tale giorno, alle ore 18 - dopo la funzione religiosa presieduta dal vicario generale mons. Pietro Alfredo Mozzato - si è for- mato il corteo acqueo in direzione di Chioggia, capitanato dal natante che ospitava l’urna delle reliquie dei nostri san- ti Martiri, scortato da M/v della Guardia Costiera, dei Cara- binieri e della Guardia di Finanza, oltre che dalle imbarca- zioni delle associazioni remiere e delle “vele al terzo” della laguna veneta, con arrivo al molo di Chioggia verso le ore 18.30, accolto, con fragorosi applausi, da una moltitudine di fe- deli. Sono seguiti i saluti del sindaco clodiense dott. Romano Tiozzo Pagio e del vescovo mons. Adriano Tessarollo, al termine dei quali si è snodata la lunga e composta processione verso la cattedrale, con la città addobbata a festa con i tricolori e l’espo- sizione dei damaschi nelle abitazioni poste lungo il Corso. Dopo la croce astile, seguivano gli scouts del Gruppo Agesci dei Sale- siani, le altre associazioni cattoliche, i fedeli, la banda musicale cittadina, i sacerdoti della diocesi, il capitolo cattedrale in roc- chetto, mozzetta e croce pettorale, il vescovo diocesano mons. Adriano Tessarollo e quello emerito di Vittorio Veneto, già di Chioggia, mons. Alfredo Magarotto. L’urna con le reliquie dei santi Felice e Fortunato, portata a spalla dai sacerdoti, procedeva con l’accompagnamento dei sodali, in saio rosso, della Confra- ternita del Ss.mo Crocifisso di Pellestrina e la scorta d’onore di carabinieri in gran montura e in divisa associativa, di decorati pontifici e dell’Ordine di Malta, mentre le sacre immagini dei Pa- troni, scortate dal Gruppo di Chioggia dei Marinai d’Italia, erano accompagnate dalle autorità civili e militari - tra le quali ricor- diamo il vice presidente della provincia di Venezia dott. Mario Dalla Tor e i consiglieri regionali Carlo Alberto Tesserin e Lucio Tiozzo - precedute dalla bandiera della città di Chioggia - deco- rata con medaglia d’oro di benemerenza nazionale e medaglia d’argento al valor civile - protetta da agenti di Polizia Locale in alta uniforme. Nella cattedrale, infine, si sono cantati i pri- mi vespri solenni, con la bella schola cantorum “V. Belle- mo” diretta dal m.o Andrea Chinaglia e organista Alex Bacci. Venerdì 11 giugno, nella cattedrale di Santa Maria Assunta si sono susseguite le sante Messe capitolare, per le parrocchie Salesiani, Filippini, Sant’Andrea - San Dome- nico, per la parrocchia della Cattedrale e per le parrocchie San Giacomo e San Giovanni Battista. Alle ore 18 - nel tem- pio gremito di fedeli - ha avuto luogo la concelebrazione della Messa Pontificale, con il clero della diocesi, presie- duta dal vescovo Adriano, che in tale giorno ricordava il primo anniversario dell’ingresso in diocesi. Assistevano al solenne rito liturgico il sindaco clodiense dott. Romano Tiozzo Pagio, il vice prefetto di Venezia dr.ssa Maria Li- brizzi, l’assessore provinciale Massimiliano Malaspina, il sindaco di Cavarzere Pier Luigi Parisotto, il vice sindaco di Adria Giorgio D’Angelo, i consiglieri regionali Carlo Alber- to Tesserin e Lucio Tiozzo, i decorati pontifici e dell’Ordi- ne di Malta e numerose altre autorità civili e militari. Ai la- ti dell’altare maggiore prestavano servizio d’onore carabi- nieri in gran montura e marinai del locale Compartimento militare marittimo, mentre la bandiera della città di Chioggia figurava scortata da agenti della Polizia Locale in alta uniforme. Nel corso della Liturgia, i canti sono stati sostenuti ancora dall’apprezzata corale interparrocchiale “V. Bellemo” diretta dal m.o Andrea Chinaglia, con all’or- gano il giovane e promettente Alex Bacci. All’offertorio, oltre al pane e al vino da consacrare, sono stati portati al- l’altare i frutti del mare, dono della Fondazione della Pe- sca, e i caratteristici prodotti della terra, offerti dalla loca- le Coltivatori diretti. Al termine della Messa è seguita l’i- naugurazione del trecentesco campanile della cattedrale, oggetto di un lungo e complesso restauro statico-conser- vativo, con la benedizione impartita dal vescovo Adriano e una breve relazione del progettista arch. Roberto Signo- retto. Sempre per la festa dei “Santi”, l’11 giugno, i pesca- tori solevano ritornare a Chioggia, a “far la ciosà”, per onorare i patroni della città e della diocesi, i santi Felice e Fortunato Mm. Approfittavano della sosta per cambiare anche l’abbigliamento personale e per sistemare gli at- trezzi delle imbarcazioni che sarebbero partite poi per la campagna di pesca estiva. Il giorno della festa si usava mangiare “risi e bisi”; era ed è tuttora viva la consuetudine di acquistare giocattoli e dolciumi ad ogni ragazzino, dalle numerose banca- relle dislocate lungo il Corso principale della città da parte dei genitori e soprattutto dai nonni. Ricordiamo, infine, che lo slan- cio di fede e di amore patrio, con il quale il popolo clodiense ac- colse nel 1110 le reliquie dei santi martiri, fu così ardente che ben presto furono proclamati patroni principali della città e dio- cesi. Gli eventi che abbiamo vissuto intensamente in questi gior- ni sono stati ripresi da Telechiara e trasmessi sabato 12 giugno alle ore 21 e, in replica, venerdì 18, stessa ora, visibili anche nel sito diocesano. (Foto: R. Donaggio) Giorgio Aldrighetti IX CENTENARIO DELLA TRASLAZIONE DELLA SEDE DIOCESANA E DELLE RELIQUIE DEI SANTI PATRONI La cronaca delle solenni celebrazioni svoltesi nell’importante ricorrenza, presiedute dal Vescovo Adriano Una storia che inizia a Malamocco I giorni DI D.A.B. Nati dall’acqua Nati dall’acqua S iamo nati dall’acqua, in quest’acqua della laguna che continua a scorrere da nove- cento anni seguendo le fasi della luna. An- cor prima, siamo stati concepiti tra le isole che accolsero la fede cristiana e con essa raccolsero e conservarono le ossa dei martiri vicentini, Feli- ce e Fortunato. È accaduta una strana cosa. In un bosco di Aquileia millesettecento anni fa i due giovani fratelli furono sorpresi a pregare e per questo – solo per questo – vennero uccisi. Le loro ossa sono state conservate dalla venerazio- ne dei cristiani. L’urna che le contiene ripete con noi il viaggio che novecento anni fa le condusse da Malamocco fino alla città di Chioggia, dove venne trasferita anche la sede vescovile. Festosi e quasi increduli scattiamo le foto all’urna por- tata a spalle dapprima dai preti e quindi dagli uomini vestiti di rosso della Confraternita del Cristo, sullo sfondo dei colori delle case sulla la- guna mentre il sole al tramonto trafigge di ri- flessi le nuvole e l’acqua. Insieme con l’urna, an- che noi ci sentiamo trasportati da Malamocco a Chioggia - naturalmente passando per Pellestri- na, dove riprendono il vigore e la fecondità della fede. Non è bastata l’acqua salata della laguna a farci cristiani. Abbiamo dovuto rinascere dal- l’acqua del battesimo e dall’olio dei sacramenti della Chiesa. Una Chiesa ha generato l’altra, con il passaggio del testimone: Aquileia e Vene- zia, Malamocco e Chioggia, nella professione di fede della comunione cattolica. Le acque si at- traversano e si mescolano nei trasbordi della la- guna, come la gente dell’isola che spostandosi da un sito all’altro porta con sé il deposito della fede e della buona tradizione, da cui trae origine ogni forma di rinnovamento del popolo di Dio. Quando l’urna viene deposta sui gradini del san- tuario della Madonna dell’isola, la Vergine del- l’Apparizione, ci pare di aver risalito la corrente fino alla sorgente. L’imponenza delle colonne di marmo dalle quali si spalanca il portale della chiesa, condu- ce a posare gli occhi sulla scena dell’ap- parizione della Ma- donna a Natalino, di- pinta sul catino della cupola. Il bambini vestiti da prima co- munione, il coro e la gente che cantano insieme, i volti atten- tissimi di uomini e donne, partecipi del- l’avvenimento che accade, le giovani donne incinte nelle prime file (quante sono? Una o due? Alla fine risultano quattro) rappresentano i tratti viventi di una storia salvata e redenta, che si svolge conse- gnando al futuro la presenza che fa vivere. Due giorni dopo le ossa dei santi vengono riportate a Chioggia, nuovamente in barca, accolte a Vigo dal popolo di Dio, dal vescovo e dal sindaco di Chioggia, che riconoscono in esse un punto da cui la comunità civile e quella religiosa possono rinascere. Una grande processione le riconduce nella cattedrale, dove vengono riposte come se- mente e fermento di una nuova speranza. don Angelo

Transcript of IX CENTENARIO DELLA TRASLAZIONE DELLA SEDE DIOCESANA … · 2010. 6. 21. · 2210 20 giugno 2010 C...

Page 1: IX CENTENARIO DELLA TRASLAZIONE DELLA SEDE DIOCESANA … · 2010. 6. 21. · 2210 20 giugno 2010 C arissimi sacerdoti, fedeli e cittadini di Chioggia, siamo qui a fare memoria di

20 giugno 2010219

Sabato 12 Giugno, con il concerto in cattedrale dei “So-listi Veneti”, diretto dal maestro Claudio Scimone, sisono concluse le suggestive celebrazioni indette in

occasione del IX Centenario della traslazione della sedediocesana da Malamocco a Chioggia e della solennità deiSanti Felice e Fortunato Mm., Patroni della città e diocesi.Tutto era iniziato martedì 8 giugno quando era stata por-tata nell’antica sede di Malamocco l’artistica e argentea ur-na con le reliquie dei Santi Martiri. Nel pomeriggio, nume-rosi fedeli e sacerdoti, oltre al vescovo Adriano, si sono tra-sferiti da Chioggia in questa località, con la M/n Palladio,per la santa Messa presieduta dal nostro presule e concele-brata dal delegato episcopale del patriarcato mons. Anto-nio Meneguolo, dal nostro vicario generale mons. Pietro Al-fredo Mozzato, dai sacerdoti dell’unità pastorale del Lidodi Venezia e della nostra diocesi, alla presenza, altresì, dinumerosissimi fedeli di tale antica località lagunare. Al ter-mine, con la scorta di due M/v della Guardia Costiera diChioggia, l’urna è stata accompagnata dai fedeli clodiensi aPellestrina, dove è stata accolta dai sacerdoti originari del-l’isola, dai “fradei” della confraternita del Ss.mo Crocifissoin cappa rossa e dalla popolazione commossa. Dopo la be-nedizione impartita dal vescovo Adriano, il corteo religio-so, preceduto dalla banda musicale di Pellestrina, si è di-retto nel piazzale antistante il Santuario della Madonnadell’Apparizione, dove si è celebrata la santa Messa (la“Stella”) presieduta dal salesiano don Agostino Pieretti econcelebrata da numerosi presbiteri. Al termine, mentretutto il litorale era pavesato di bandierine multicolore e lu-minarie, è seguita la processione, con la preziosa urna por-tata sempre a spalla dai “fradei” del Ss.mo Crocifisso, sinoalla chiesa di Ognissanti, dove è rimasta alla venerazionedei fedeli sino al pomeriggio di giovedì 10 giugno. In talegiorno, alle ore 18 - dopo la funzione religiosa presiedutadal vicario generale mons. Pietro Alfredo Mozzato - si è for-mato il corteo acqueo in direzione di Chioggia, capitanatodal natante che ospitava l’urna delle reliquie dei nostri san-ti Martiri, scortato da M/v della Guardia Costiera, dei Cara-binieri e della Guardia di Finanza, oltre che dalle imbarca-zioni delle associazioni remiere e delle “vele al terzo” dellalaguna veneta, con arrivo al molo di Chioggia verso le ore18.30, accolto, con fragorosi applausi, da una moltitudine di fe-deli. Sono seguiti i saluti del sindaco clodiense dott. RomanoTiozzo Pagio e del vescovo mons. Adriano Tessarollo, al terminedei quali si è snodata la lunga e composta processione verso lacattedrale, con la città addobbata a festa con i tricolori e l’espo-sizione dei damaschi nelle abitazioni poste lungo il Corso. Dopola croce astile, seguivano gli scouts del Gruppo Agesci dei Sale-siani, le altre associazioni cattoliche, i fedeli, la banda musicalecittadina, i sacerdoti della diocesi, il capitolo cattedrale in roc-chetto, mozzetta e croce pettorale, il vescovo diocesano mons.Adriano Tessarollo e quello emerito di Vittorio Veneto, già diChioggia, mons. Alfredo Magarotto. L’urna con le reliquie dei

santi Felice e Fortunato, portata a spalla dai sacerdoti, procedevacon l’accompagnamento dei sodali, in saio rosso, della Confra-ternita del Ss.mo Crocifisso di Pellestrina e la scorta d’onore dicarabinieri in gran montura e in divisa associativa, di decoratipontifici e dell’Ordine di Malta, mentre le sacre immagini dei Pa-troni, scortate dal Gruppo di Chioggia dei Marinai d’Italia, eranoaccompagnate dalle autorità civili e militari - tra le quali ricor-diamo il vice presidente della provincia di Venezia dott. MarioDalla Tor e i consiglieri regionali Carlo Alberto Tesserin e LucioTiozzo - precedute dalla bandiera della città di Chioggia - deco-rata con medaglia d’oro di benemerenza nazionale e medagliad’argento al valor civile - protetta da agenti di Polizia Locale in

alta uniforme. Nella cattedrale, infine, si sono cantati i pri-mi vespri solenni, con la bella schola cantorum “V. Belle-mo” diretta dal m.o Andrea Chinaglia e organista AlexBacci. Venerdì 11 giugno, nella cattedrale di Santa MariaAssunta si sono susseguite le sante Messe capitolare, perle parrocchie Salesiani, Filippini, Sant’Andrea - San Dome-nico, per la parrocchia della Cattedrale e per le parrocchieSan Giacomo e San Giovanni Battista. Alle ore 18 - nel tem-pio gremito di fedeli - ha avuto luogo la concelebrazionedella Messa Pontificale, con il clero della diocesi, presie-duta dal vescovo Adriano, che in tale giorno ricordava ilprimo anniversario dell’ingresso in diocesi. Assistevano alsolenne rito liturgico il sindaco clodiense dott. RomanoTiozzo Pagio, il vice prefetto di Venezia dr.ssa Maria Li-brizzi, l’assessore provinciale Massimiliano Malaspina, ilsindaco di Cavarzere Pier Luigi Parisotto, il vice sindaco diAdria Giorgio D’Angelo, i consiglieri regionali Carlo Alber-to Tesserin e Lucio Tiozzo, i decorati pontifici e dell’Ordi-ne di Malta e numerose altre autorità civili e militari. Ai la-ti dell’altare maggiore prestavano servizio d’onore carabi-nieri in gran montura e marinai del locale Compartimentomilitare marittimo, mentre la bandiera della città diChioggia figurava scortata da agenti della Polizia Locale inalta uniforme. Nel corso della Liturgia, i canti sono statisostenuti ancora dall’apprezzata corale interparrocchiale“V. Bellemo” diretta dal m.o Andrea Chinaglia, con all’or-gano il giovane e promettente Alex Bacci. All’offertorio,oltre al pane e al vino da consacrare, sono stati portati al-l’altare i frutti del mare, dono della Fondazione della Pe-sca, e i caratteristici prodotti della terra, offerti dalla loca-le Coltivatori diretti. Al termine della Messa è seguita l’i-naugurazione del trecentesco campanile della cattedrale,oggetto di un lungo e complesso restauro statico-conser-vativo, con la benedizione impartita dal vescovo Adrianoe una breve relazione del progettista arch. Roberto Signo-retto. Sempre per la festa dei “Santi”, l’11 giugno, i pesca-tori solevano ritornare a Chioggia, a “far la ciosà”, peronorare i patroni della città e della diocesi, i santi Felice eFortunato Mm. Approfittavano della sosta per cambiareanche l’abbigliamento personale e per sistemare gli at-trezzi delle imbarcazioni che sarebbero partite poi per la

campagna di pesca estiva. Il giorno della festa si usava mangiare“risi e bisi”; era ed è tuttora viva la consuetudine di acquistaregiocattoli e dolciumi ad ogni ragazzino, dalle numerose banca-relle dislocate lungo il Corso principale della città da parte deigenitori e soprattutto dai nonni. Ricordiamo, infine, che lo slan-cio di fede e di amore patrio, con il quale il popolo clodiense ac-colse nel 1110 le reliquie dei santi martiri, fu così ardente cheben presto furono proclamati patroni principali della città e dio-cesi. Gli eventi che abbiamo vissuto intensamente in questi gior-ni sono stati ripresi da Telechiara e trasmessi sabato 12 giugnoalle ore 21 e, in replica, venerdì 18, stessa ora, visibili anche nelsito diocesano. (Foto: R. Donaggio) Giorgio Aldrighetti

IX CENTENARIO DELLA TRASLAZIONE DELLA SEDE DIOCESANA E DELLE RELIQUIE DEI SANTI PATRONILa cronaca delle solenni celebrazioni svoltesi nell’importante ricorrenza, presiedute dal Vescovo Adriano

Una storia che inizia a Malamocco

I giorni DI D.A.B.

Nati dall’acquaNati dall’acquaSiamo nati dall’acqua, in quest’acqua della

laguna che continua a scorrere da nove-cento anni seguendo le fasi della luna. An-

cor prima, siamo stati concepiti tra le isole cheaccolsero la fede cristiana e con essa raccolseroe conservarono le ossa dei martiri vicentini, Feli-ce e Fortunato. È accaduta una strana cosa. Inun bosco di Aquileia millesettecento anni fa idue giovani fratelli furono sorpresi a pregare eper questo – solo per questo – vennero uccisi. Leloro ossa sono state conservate dalla venerazio-ne dei cristiani. L’urna che le contiene ripete connoi il viaggio che novecento anni fa le condusseda Malamocco fino alla città di Chioggia, dovevenne trasferita anche la sede vescovile. Festosie quasi increduli scattiamo le foto all’urna por-tata a spalle dapprima dai preti e quindi dagliuomini vestiti di rosso della Confraternita delCristo, sullo sfondo dei colori delle case sulla la-guna mentre il sole al tramonto trafigge di ri-

flessi le nuvole e l’acqua. Insieme con l’urna, an-che noi ci sentiamo trasportati da Malamocco aChioggia - naturalmente passando per Pellestri-na, dove riprendono il vigore e la fecondità dellafede. Non è bastata l’acqua salata della lagunaa farci cristiani. Abbiamo dovuto rinascere dal-l’acqua del battesimo e dall’olio dei sacramentidella Chiesa. Una Chiesa ha generato l’altra,con il passaggio del testimone: Aquileia e Vene-zia, Malamocco e Chioggia, nella professione difede della comunione cattolica. Le acque si at-traversano e si mescolano nei trasbordi della la-guna, come la gente dell’isola che spostandosida un sito all’altro porta con sé il deposito dellafede e della buona tradizione, da cui trae origineogni forma di rinnovamento del popolo di Dio.Quando l’urna viene deposta sui gradini del san-tuario della Madonna dell’isola, la Vergine del-l’Apparizione, ci pare di aver risalito la correntefino alla sorgente. L’imponenza delle colonne di

marmo dalle quali sispalanca il portaledella chiesa, condu-ce a posare gli occhisulla scena dell’ap-parizione della Ma-donna a Natalino, di-pinta sul catino dellacupola. Il bambinivestiti da prima co-munione, il coro e lagente che cantanoinsieme, i volti atten-tissimi di uomini edonne, partecipi del-l’avvenimento cheaccade, le giovani donne incinte nelle prime file(quante sono? Una o due? Alla fine risultanoquattro) rappresentano i tratti viventi di unastoria salvata e redenta, che si svolge conse-gnando al futuro la presenza che fa vivere. Duegiorni dopo le ossa dei santi vengono riportate aChioggia, nuovamente in barca, accolte a Vigo

dal popolo di Dio, dal vescovo e dal sindaco diChioggia, che riconoscono in esse un punto dacui la comunità civile e quella religiosa possonorinascere. Una grande processione le riconducenella cattedrale, dove vengono riposte come se-mente e fermento di una nuova speranza.

don Angelo

Page 2: IX CENTENARIO DELLA TRASLAZIONE DELLA SEDE DIOCESANA … · 2010. 6. 21. · 2210 20 giugno 2010 C arissimi sacerdoti, fedeli e cittadini di Chioggia, siamo qui a fare memoria di

20 giugno 20102210

Carissimi sacerdoti, fedeli e cittadini diChioggia, siamo qui a fare memoria di unevento che 900 anni fa ha visto nascere la

nostra chiesa diocesana di Chioggia in seguito al-la traslazione delle reliquie dei santi martiri Feli-ce e Fortunato da Malamocco, l’antica Metamau-co, a Chioggia. L’evento sarebbe avvenuto il 27settembre 1110. Il 26 settembre prossimo fe-steggeremo in Cattedrale la memoria di quell’e-vento. Con il presente gesto di accoglienza dellereliquie provenienti da Malamocco/Pellestrina,con la devota processione con la quale riportia-mo le sacre reliquie alla Cattedrale e con la cele-brazione della liturgia dei ‘Primi vesperi’, questasera vogliamo dare inizio al 900° anno della festadei nostri santi patroni Felice e Fortunato. Doma-ni concluderemo la festa con la solenne messapontificale alle ore 18, sempre in catte-drale. Vorrei dire il senso di questa nostracelebrazione.

FACCIAMO MEMORIA DELLE NOSTRE RADICI.

RADICI STORICO-CULTURALI.Molteplici sono le radici dalle quali è cre-sciuto l’albero attuale della Città e delladiocesi di Chioggia. Ci sono radici etniche,culturali, economiche, politiche. Passan-do per il Corso principale della Città cirendiamo conto che non mancano le radi-ci religiose legate alla predicazione delVangelo e all’esperienza di vita ecclesialeche hanno plasmato l’identità umana, cul-turale e sociale della Città di Chioggia. Ba-sta girare lo sguardo a destra e a sinistradel Corso, ma anche per le calli, per nota-re ciò che la fede e la tradizione cristianahanno lasciato quali numerosissimi segnidella loro vitalità. I manufatti dell’uomosono espressione dei suoi pensieri, dei sentimen-ti, dei desideri e speranze. Dietro ad ogni costru-zione c’è un pensiero, un’anima. L’affievolirsi del

pensiero cristiano tra le giovani generazioni ri-schia di portare a guardare al retaggio architetto-nico e artistico cristiano solo da un punto di vi-sta esteriore e materiale, non comprendendonepiù l’anima. Anche questa è una forma di pover-tà umana e culturale cui va rivolta adeguata at-tenzione. C’è bisogno di ritornare alla fede e allastoria della nostra fede per ritrovare la nostraidentità, pur arricchita dagli apporti della mo-dernità.

RADICI SOCIALI E SPIRITUALI.La fede cristiana plasma anche un’umanità cri-stiana, fatta di socialità, di responsabilità, di soli-darietà, di giustizia, di carità. Quanto più ci si al-lontana dalla visione cristiana dell’uomo, si cor-re il rischio di allontanarsi da un’adeguata valu-

tazione e rispetto della dignità e della vita diogni persona. È vero che nella nostra storia ci so-no stati anche i conflitti, le violenze e i soprusi,

ma la Parola del Vangelo sem-pre ha tenuto desto l’appello aigrandi valori personali e sociali,ha tenuto aperto l’orizzonte diun disegno di salvezza e di vitaeterna che Dio apre ad ogni uo-mo cui offre la vita. Soprattuttoè andata crescendo la consape-volezza della Chiesa che l’Evan-gelo esige di impegnarsi a pro-muovere lo sviluppo integraledell’uomo nella totalità dellapersona in ogni sua dimensione.E i molti aspetti difficili dell’at-tuale nostro tempo, non soloquelli economici e sociali, ri-chiedono nuovi sforzi di com-

prensione dell’uomo, un profondo rinnovamen-to culturale e la riscoperta di valori di fondo sucui costruire il nostro futuro.

IL SENSO DELLA NOSTRA PREGHIERA.Ci rivolgiamo ora ai nostri santi Patroni, testi-moni coerenti e coraggiosi del vangelo di Gesù,il vangelo dell’amore. Intercedete per questaCittà e diocesi a voi affidata. Sappia ancora unavolta rinnovarsi alla luce del Vangelo; rifuggadalla tentazione di rinchiudersi negli egoismi diparte, di gruppi, di interessi privati. Testimoniche amare qualcuno è volere il suo bene e ado-perarsi efficacemente per esso, sia a livello in-dividuale che sociale. E ritrovi, anche per vostraintercessione, la volontà e la forza di impegnar-si per il bene comune, migliorando la qualitàdel vivere civile, politico, sociale, allargato alledimensioni dell’intera famiglia umana. Santi Fe-lice e Fortunati, intercedete per questa nostraChiesa e città a voi affidata perché sappia esse-re testimone coraggiosa del Vangelo, nella mo-dalità che oggi le è richiesta.

+ Adriano Tessarollo

L’ACCOGLIENZA DELL’URNA DEI SANTI FELICE E FORTUNATOPiazzetta Vigo. Il discorso del vescovo Adriano

“Facciamo memoria delle nostre radici”

Piazzetta Vigo. Il discorso del sindaco di Chioggia

“Ci affidiamo alla Divina Provvidenza”Eccellenza Reverendissima, vicepresidente della

Provincia di Venezia, Colleghi Sindaci, Autoritàcivili e militari. Porgo a voi tutti il caloroso saluto

della città di Chioggia, che oggi festeggia un’altra gior-nata che si può ascrivere, non alla cronaca, ma alla sto-ria più bella e agli episodi da ricordare della nostra co-munità e delle comunità che vanno dal lembo di terradell’isola di Malamocco e Pellestrina, fino alle foci delfiume Po.La ricorrenza dei novecento anni del trasferimento del-la sede vescovile ha un significato particolare, comehanno avuto recentemente altrettanto valore le celebra-zioni per i cinquecento anni dall’apparizione della SS.Madre di Dio nel nostro litorale, la Madonna della Navi-cella. La nostra diocesi ha ricevuto inoltre, proprio unanno fa, un altro grande dono, la continuità apostolicacon l’arrivo di Sua Eccellenza mons. Adriano Tessarolloper proseguire in quella tradizione che non appartienesolo alla comunità religiosa, ma alla comunità civile tut-ta.Porgo un deferente omaggio alla preziosa urna dei San-ti Felice e Fortunato, patroni della città e della diocesi,che per tante generazioni di uomini e di donne e pertante famiglie hanno rappresentato in molti casi l’ulti-ma speranza, invocati con la preghiera per ottenere gra-zia o comunque un aiuto per dare senso e significato al-la vita, al lavoro, agli eventi tristi e felici.La religiosità popolare semplice ha imperniato e scandito le ore deinostri padri attraverso la preghiera. Quante volte la nostra Città si èaffidata in questi secoli ai nostri martiri per allontanare le malattie,liberarci dalle guerre, sradicare le discordie per arrivare alle richie-ste più comuni della vita quotidiana!

Oggi come allora la nostra Comunità è radicata sui valori di questacultura e nei momenti più difficili volge lo sguardo verso i Santi, sa-pendo bene il limite della capacità umana e delle possibilità delleistituzioni a qualsiasi livello di risolvere i problemi di ogni ordine egrado.

Anche oggi la nostra comunità locale vive profondecontraddizioni: giovani che perdono il lavoro, famiglieche si disgregano, ragazzi che cercano dei punti fermiper poter crescere e diventare adulti, anziani che in unasocietà sempre più egoista ed individualista non trova-no aiuto dai propri familiari. Anche i pescatori in questigiorni stanno vivendo il dramma di chi non può conti-nuare a svolgere un mestiere tramandato da generazio-ni. La nostra società vive inoltre la contraddizione di chicon il miraggio di facili guadagni viene spinto alla cri-minalità e vive le invidie e le maldicenze quotidiane chedividono le persone ed i rapporti.Il lavoro delle istituzioni può solo sopperire all’operosarete di solidarietà che deve ricostruire i legami, metten-do al centro ed insegnando ai giovani i valori su cui pog-giare il futuro.Tutte queste preoccupazioni e questi problemi oggi liaffidiamo, come è stato nei secoli trascorsi, oltre che al-la umana operosità, anche, per chi crede, alla DivinaProvvidenza, coscienti che nei momenti più difficili lenostre comunità locali hanno sempre fatto emergere leenergie migliori e quella comunanza di intenti e di vo-lontà che hanno consentito di superare tanti momentidifficili.Eccellenza Reverendissima, questi sono i propositi chela comunità civile esprime in questa ricorrenza che vor-remmo diventassero strada e prospettiva da percorrere

nelle istituzioni, nei vari livelli di responsabilità, nelle quali la no-stra società si organizza.I Santi Patroni Felice e Fortunato, che oggi veneriamo, possano rac-cogliere il sentimento che, mio tramite, vogliamo esprimere in que-sta giornata di festa.

Page 3: IX CENTENARIO DELLA TRASLAZIONE DELLA SEDE DIOCESANA … · 2010. 6. 21. · 2210 20 giugno 2010 C arissimi sacerdoti, fedeli e cittadini di Chioggia, siamo qui a fare memoria di

20 giugno 20102111

Rallegratevi, martiri di Cristo, Felice e Fortunato! La vostra vi-ta e la vostra morte è diventata messaggio che attraversa iconfini delle spazio e del tempo. Per voi non si compie quan-

to leggiamo nel libro della Sapienza 2,4: “Il nostro nome sarà dimen-ticato con il tempo e nessuno si ricorderà delle nostre opere”. Il vostromartirio è stato come una rinascita in Cristo piuttosto che come unamorte. Voi non avete scelto la morte, ma la vita. In questo senso pro-fondo e straordinario siete ‘martiri’, cioè testimoni del Dio invisibi-le, del Cristo risorto che avete scoperto come tesoro prezioso delvostro cuore, dello Spirito di fortezza datore di vita. In continuitàcon gli apostoli, siete stati testimoni delle opere e della risurrezionedi Gesù con la vostra condotta di vita. Per giungere a questa testi-monianza totale, a prezzo della vita, avete prima imparato a mette-re Dio e le sue promesse davanti ad ogni altra cosa, a rinunciare atutto ciò che distoglie da Lui e dalla sua Parola, fino a imitare il Cri-sto nell’accettare anche la morte a causa di Gesù Cristo. L’ultimo at-to consapevole della vostra vita è stato un atto di fede in Cristo enella sua promessa.Non avete contato su una vita effimera e vana. Avete guardato oltre.Ancora nel libro della Sapienza, dove si opera un confronto tra lescelte dell’uomo stolto e di quello sapiente, si descrive in questomodo il confronto tra l’uno e l’altro:

Ci siamo saziati nelle vie del male e della perdizione; abbiamo percorso deserti impraticabili,ma non abbiamo conosciuto la via del Signore.Che cosa ci ha giovato la nostra superbia? Che cosa ci ha portato la ricchezza con la spavalderia?Tutto questo è passato come ombra e come notizia fugace,come una nave che solca l’onda agitata, del cui passaggio non si può trovare traccia,né scia della sua carena sui flutti;oppure come un uccello che vola per l’aria e non si trova alcun segno della sua corsa,poiché l’aria leggera, percossa dal tocco delle penne e divisa dall’impeto vigoroso,è attraversata dalle ali in movimento, ma dopo non si trova segno del suo passaggio;o come quando, scoccata una freccia al bersaglio, l’aria si divide e ritorna subito su se stessae così non si può distinguere il suo tragitto:così anche noi, appena nati, siamo già scomparsi, non abbiamo avuto alcun segno di virtù da mostrare; siamo stati consumati nella nostra malvagità».La speranza dell’empio è come pula portata dal vento,

come schiuma leggera sospinta dalla tempesta, come fumo dal ventoè dispersa, si dilegua come il ricordo dell’ospite di un sol giorno.I giusti al contrario vivono per sempre, la loro ricompensa è presso il Signore, l’Altissimo ha cura di loro” (5,7-15).Il vostro gesto vi ha reso testimoni pronti a rendere ragione della

speranza che era in voi, ben consapevoli diColui nel quale avevate posto la vostra speran-za e certi del suo amore. Voi oggi state davan-ti a noi quale messaggio di sapienza non car-nale e terrena, ma spirituale e celeste. Voi oggistate sopra di noi quali amici intercessoripresso il nostro Signore. Voi oggi state dentrodi noi come maestri che ci hanno preceduto eche ci hanno parlato e parlano con una vita euna morte che ha mostrato con scelte concre-te ciò in cui avete creduto e per cui siete vissu-ti e morti. Possa la nostra Chiesa anche oggiannunciare coraggiosamente il Cristo e il Van-gelo per i quali voi avete donato la vita, e offri-re al mondo la speranza che non delude.

+ Adriano

11 GIUGNO. IL SOLENNE PONTIFICALE IN CATTEDRALEL’omelia del Vescovo Adriano Tessarollo nel ricordo vivo dei santi martiri Felice e Fortunato

“Atto di fede in Cristo e nella sua promessa”

“I Santi” a Pellestrina

Una sosta importante“Santi Felice e Fortunato, pregate per noi”

La fede e il martirioCosì l’abbiamo vissuta noi, in questa lingua

di terra, dove si è sentita l’importanza diquesta pubblica venerazione, iniziata mar-

tedì 8 giugno con partenza da Malamocco. Parlia-mo della rievocazione della storica traslazionedella Diocesi clodiense e delle reliquie dei SantiPatroni Felice e Fortunato da Malamocco a Chiog-gia con sosta a Pellestrina, la nostra isola, unatraslazione avvenuta 900 anni fa. L’ha ricordato ilnostro vescovo Adriano nell’omelia tenuta nellachiesa principale di Malamocco, da dove poi le re-liquie sono state trasportate a Pellestrina, su bar-ca via laguna, e deposte su un palco all’entratadella chiesa, sopra i gradini del Santuario dellaMadonna dell’Apparizione, dove è stata celebratala Santa Messa, con una massiccia presenza di fe-deli. La corale di Ognissanti con la banda locale hafatto sentire la sua presenza, mentre don Agosti-no Pieretti ha tenuto il discorso ufficiale. Termi-nata la celebrazione, le reliquie dei Santi Felice eFortunato sono state accompagnate nella chiesaMadre dell’isola, dove sono rimaste per due gior-ni, visitate e venerate da parecchi fedeli, onoran-do così questo straordinario evento, così bene co-ordinato da don Damiano, dal sig. Luca Mancin,assieme a don Pierangelo, ad Angelo e a tutti i sa-cerdoti e i laici della diocesi, che si sono prodigatiper la buona riuscita dell’evento. Alle 17 del gior-no 10 giugno, dopo la celebrazione nella chiesa diOgnissanti, mons. Alfredo Mozzato, vicario gene-rale della diocesi, con la preghiera ci ha accompa-

gnato con il battello nel trasferimento delle Reli-quie a Chioggia. Grande era l’attesa dei chioggiot-ti, assiepati nel molo di Vigo, che ci hanno ricevu-to insieme alle autorità civili e militari. È stata lacerimonia quasi una simbolica consegna di noipellestrinotti delle sacre reliquie ai fratelli chiog-giotti. Con l’augurio che, tramite l’intercessionedei nostri Santi Patroni Felice e Fortunato, il loromartirio abbia a portare nei nostri cuori la pace,quella vera, quella predicata da Gesù Cristo, in no-me del quale essi hanno sacrificato la loro vita.

Ugo Bergamasco

Santi Felice e Fortunatopregate per noi! Questeparole sono salite al cielo

più e più volte in questi giornidavanti all’urna preziosa conte-nente le spoglie dei nostri duepatroni. Quanta gente si è fer-mata in venerazione per unapreghiera personale e comuni-taria durante le numerose tap-pe percorse in quest’anno tuttospeciale nel quale ricordiamo inove secoli di storia e di fededella nostra diocesi di Chioggia.Che commozione vedere le la-crime di chi nel segreto ha affi-dato le proprie sofferenze e leproprie gioie alla potente inter-cessione dei due giovani vicenti-ni! Da Malamocco a Chioggia,quattro giorni di peregrinazio-ne e preghiera incessante cheha coinvolto le numerose comu-nità cristiane presenti nel terri-torio lagunare. La fede si mani-festa anche in gesti semplici,antichi e sempre nuovi: arrivatia Malamocco nella mattinata dimartedì scorso mai avremmopensato di trovare un nutritogruppo di fedeli pronti ad acco-

glierci con le palme, segno delmartirio. E che dire della folla digente accorsa a Pellestrina e poia Chioggia per seguire le reli-quie nel loro cammino verso laCattedrale gremita all’inverosi-mile! E i sacerdoti che a turnoassieme ad alcuni laici hannoportato fieramente le sante spo-glie, segni chiari di un affetto edi una comunione che trapassacielo e terra, tempo e spazio e siincarna nel mistero rivelato daCristo. Nove secoli di storia nonsono pochi, in essi vive il peso dimolte ombre e la gioia di tanteluci che hanno guidato i nostripadri sino ad oggi. Ricordo al-cune vecchie foto della proces-sione con il Cristo di San Dome-nico; in questi giorni ho vistorealmente con i mieiocchi quella foto inbianco e nero sbiadi-ta dal tempo. È Cristoe il suo mistero dipassione, morte e ri-surrezione che hatrasformato Felice eFortunato in martiridella fede. Siamo cri-

stiani: questa l’iscrizione dellaloro condanna a morte. E noi?Qui, oggi? Tante persone mihanno chiesto come abbianofatto a porgere la loro vita e illoro corpo ai carnefici di Aqui-leia e l’unica risposta possibile èche loro due e Cristo erano or-mai una cosa sola, erano ap-punto cristiani. Il segreto dellanostra esistenza è questo: unitiin Cristo nella sua Chiesa; unitinell’amore estremo capace didonarsi totalmente sino a sfio-rare la follia, quella follia dellacroce che ancora oggi ci provo-ca e ci inquieta. Una domandavive nel nostro cuore e attendeuna risposta: Santi Felice e For-tunato, pregate con noi!

don Damiano Vianello

Tanta gente e tanti applausi per il concerto che “I solisti ve-neti” diretti da Claudio Scimone hanno tenuto in Cattedra-le sabato 12 giugno.

Un concerto voluto anche dallo stesso Scimone che prima di sali-re sul podio ha detto che era da tempo un suo desiderio suonarecon questo complesso in questa magnifica cattedrale che è tra lepiù belle del Veneto.Un concerto che si è voluto a Chioggia proprio il 12 giugno, gior-no successivo alla solennità dei SS. Felice e Fortunato, per cele-brare i 900 anni del trasferimento della sede vescovile, compre-si i resti “aquileiesi” dei due santi, a Chioggia avvenuta nel 1110.Un concerto che si inserisce a pieno titolo all’interno del pro-gramma di cerimonie per ricordare il IX centenario della Diocesia Chioggia e, nel contempo, per onorare i due martiri vicentini.Mentre ascoltavo le musiche che “soavemente” uscivano dagli

strumenti degli orchestrali, ho pensato di collegare questo“omaggio in musica” fatto anche ai nostri Patroni con le Messe

solenni con accompagnamento orchestrale che veni-vano celebrate proprio l’11 giugno in Cattedralenell’800, come si può leggere nelle cronache del set-timanale cattolico “La fede” pubblicato a Chioggiatra il 1876 e il 1880.Un programma di musiche particolarmente venezia-ne con il Concerto in Fa Maggiore op. 5 n. 2 di Toma-so Albinoni e quelle composte da Antonio Vivaldiper la messa celebrata in Venezia nella Chiesa dellaPietà il 21 marzo 1740 per la visita del principe Elet-tore di Sassonia, la Sinfonia in Sol Maggiore RV 149 ei tre concerti in Re minore RV 540, in La MaggioreRV 552 e in Do Maggiore RV 558.Musiche che, ascoltandole, ti fanno rivedere Vene-zia, una barca che fende le acque del Canal Grande eincontrare le facciate di tanti palazzi; musiche che,se composte a quell’epoca, sarebbero state il giustoaccompagnamento al corteo acqueo che 900 anni fa

ha portato Vescovo, Reliquie, Capitolo e Clero da Malamocco nel-la nostra città. Giorgio Ranzato

Musica de “ I solisti veneti” per ‘onorare’ la traslazione

Note... elevate

Page 4: IX CENTENARIO DELLA TRASLAZIONE DELLA SEDE DIOCESANA … · 2010. 6. 21. · 2210 20 giugno 2010 C arissimi sacerdoti, fedeli e cittadini di Chioggia, siamo qui a fare memoria di

20 giugno 20102212

Fotocronaca Fotocronaca dell’dell’evento evento (foto Donaggio)(foto Donaggio)

8 giugno, partenza da Malamocco8 giugno, partenza da Malamocco

10 giugno, Primi Vespri in Cattedrale

11 giugno, il Pontificale in Cattedrale

11 giugno, inaugurazione del campanile della Cattedrale restaurato

Chioggia, 10 giugno, l’arrivo in piazzetta Vigo

12 giugno, il concerto de “I Solisti veneti”

10 giugno, Celebrazione a Ognissanti di Pellestrina