IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

22
IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Transcript of IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Page 1: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Page 2: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Coordinate generali

• La scuola si sviluppa tra fine Ottocento-inizio Anni Trenta del Novecento. Si tratta di un gruppo di intellettuali tedeschi legati al neokantismo e allo storicismo; non si può parlare di una vera e propria scuola sociologica, almeno alle origini

• Continuazione del dibattito sul metodo delle scienze sociali avviato dallo storico WilhemDilthey (1833-1911) nella seconda metà dell’Ottocento: scienze umane trattano non di cose, ma di uomini che sono esseri autonomi e liberi = non esistono leggi sociali! (anti-positivismo vs scuola francese: v. Durkheim)

• Contro il metodo nomotetico delle scienze naturali si propone il metodo idiografico (fenomeni storico-sociali sono unici, vanno compresi nella loro individualità e non attraverso leggi sociali): comprensione (Verstehen come immedesimazione intuitiva) vs spiegazione (Erklaren, individuazione di rigidi nessi causali)

Page 3: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Max Weber (1864-1920) e Georg Simmel (1858-1918)

• Riprendono questo dibattito metodologico, ma pur distinguendo tra scienze della natura e scienze della cultura, ritengono che comprensione e spiegazione siano due aspetti dello stesso processo cognitivo

• Simmel propone addirittura un monismo metodologico = stesso metodo per scienze della natura e scienze della cultura; a differenza dei positivisti (anche loro sostenitori di un unico metodo scientifico), però, crede che debbano essere le prime ad imitare le seconde e non viceversa: anche gli scienziati naturali selezionano dalla molteplice realtà solo alcuni aspetti, interpretano i fatti sulla base del contesto storico-culturale in cui agiscono (es. modificazioni dei paradigmi scientifici)

Page 4: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

L’azione sociale dotata di senso

• La sociologia di Weber è detta comprendenteperché individua come oggetto del suo studio L’AZIONE SOCIALE: le azioni umane sono tutte dotate di senso

• Le azioni sociali sono azioni dotate di senso, orientate all’altro, cioè fondate sul fatto che ego si rivolge a uno o più alter

• Differenze con Durkheim: aprire un ombrello quando inizia a piovere non è un’azione sociale per Weber, perché ego non si sta rivolgendo ad alter

Page 5: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

La cultura per Max Weber

Sezione finita dell’infinità priva di senso del divenire del mondo, alla quale è attribuito senso e significato dal punto di vista

dell’uomo (Weber, 1922)

Riflessione: Proviamo a riflettere sul senso delle nostre azioni quotidiane, proviamo a comparare ciò che noi facciamo con

quello che facevano i nostri coetanei 100 anni fa. Cosa è il senso? Cosa ha senso? Il senso è oggettivo o è sempre situato in un dato

contesto sociale, storico, e parte dal punto di vista del singolo calato in tale contesto?

Page 6: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Il metodo scientifico e il ruolo della cultura

• I concetti, nella scienza come nella vita ordinaria, sono strumenti di conoscenza della realtà: è l’uomo a dare senso (neokantismo) = ma i concetti sono un prodotto storico-sociale

• L’impulso a conoscere è generato dai nostri valori: la scienza segue un metodo impersonale, rigoroso, fondato sul riscontro empirico, ma a monte lo scienziato sceglie un dato oggetto di studio sulla base di valori e la sua interpretazione dei fatti è culturalmente orientata

• Non esistono fatti separati dalla mente degli uomini, ma esiste un contesto che l’uomo interpreta

• L’indagine non deve essere pilotata da assunzioni normative su ciò che secondo noi è giusto o desiderabile, ma nemmeno deve assolutizzare le conclusioni come le uniche oggettive (vero assoluto) = DOBBIAMO ESPLICITARE DA QUALE PUNTO DI VISTA SIAMO PARTITI (lo scienziato sociale deve esplicitare i presupposti della sua ricerca)

Page 7: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Il ruolo attivo delle idee

Max Weber, in uno dei sui saggi più famosi, L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, analizza come un insieme di idee possano influire sull’organizzazione dell’assetto economico

«Gli interessi (materiali e ideali), non già le idee, dominano immediatamente l’agire umano. Ma le «immagini del mondo», create per mezzo di «idee», hanno molto spesso determinato le vie sulle quali poi la dinamica degli interessi continuò a spingere in avanti l’agire» (Weber, 1920, trad. it. 1965, p. 240)

Page 8: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1904-1906)• Il capitalismo è un fenomeno macro, effetto non voluto e sistemico derivante

dalla combinazione e aggregazione di azioni individuali. Molti sono i fattori che hanno dato origine al capitalismo moderno come lo conosciamo noi (organizzazione specialistica, calcolabilità diffusa, mercato del lavoro razionale e libero, etc.)

• Dottrina calvinista fornisce indirettamente un modello di comportamento: dall’esaltazione di Dio alla volontà di essere «santi»

• Etica protestante: senso del dovere e vocazione (professione/chiamata) = centralità opere nel mondo = lavoro e azione imprenditoriale

• NON desiderio di lusso, piacere, edonismo, ma parsimonia, sobrietà, “ascetismo intramondano”: impegno deciso nel mondo (fare/produrre) ma senza godere dei suoi frutti (no agiatezza fine a se stessa, avversione al consumo fine a se stesso)

Page 9: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Formazione della borghesia : imprenditori di ceto medio che credono nel lavoro non come mezzo per altri fini terreni, ma come principio di riconoscimento dei segni della salvezza (la predestinazione calvinista) e “chiamata”/vocazione (l’uomo serve Dio con

una professione: luteranesimo)

Sviluppo delle imprese e del mercato

Creazione del sistema capitalistico

Page 10: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Osservazioni

La spiegazione weberiana sulle origini del capitalismo è stata duramente criticata da diversi storici (si pensi al lavoro di Braudel che sottolinea le condizioni materiali che resero possibile il sorgere della

borghesia come classe orientata al profitto)

Tuttavia, va detto che Weber sostiene che è sbagliato sia assolutizzare la spiegazione economicista del capitalismo (calvinismo nato per trovare una giustificazione più consona all’agire economico del

capitalista), sia la spiegazione culturalista (calvinismo ha prodotto il capitalismo) = si tratta di 2 spiegazioni parziali, dipendenti dal punto di

vista da cui partiamo

Page 11: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

• Il principale merito di Weber non sta nella spiegazione culturalista in sé (cultura come causa dei fenomeni sociali) quanto nell’evidenziare come le idee retroagiscano sul mondo sociale che le ha prodotte

• Le concezioni del mondo sono pubbliche, socialmente condivise, e per questo hanno una forte influenza sull’azione sociale

• Es. le società sono andate sviluppandosi secondo un processo che ha posto al centro la ragione e le sue capacità di calcolo: il capitalismo affermandosi ha consacrato l’organizzazione sociale fondata sul metodo

• Weber riconduce la razionalizzazione alle trasformazioni delle religioni (intese come sistema di idee per definire e comprendere il mondo)

Page 12: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

La cultura può produrre cambiamento sociale: il caso della religione

La storia si muove grazie alle idee incarnate dagli uomini. Queste idee non sono enti a séstanti, in quanto sorgono dalla realtà concreta (interazione tra uomini che agiscono neiconfronti del mondo). Tuttavia, una volta create le idee influiscono sull’azione sociale.Weber evidenzia questo aspetto in particolare nei suoi studi sulla religione.

Molti studiosi ritengono che le istituzioni religiose siano conservatrici e sostengano lostatus quo. Weber nota come la religione serva anche a giustificare l’incongruenza tradestino e merito, legittimando (v. Marx) la stratificazione sociale attraversi la “teodicea”(es. dottrina della predestinazione e dottrina indiana del dharma).

Tuttavia, egli sottolinea che la religione è stata anche un potente fattore di mutamentosociale, un fattore di rottura della tradizione. Le idee religiose sono state storicamentedelle ‘potenze rivoluzionarie’ capaci di indurre profonde trasformazioni negli assetti socialie culturali

Page 13: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Religione e razionalizzazione: il disincantamentodel mondo• Weber ha evidenziato come la razionalizzazione consista in un

progressivo processo di differenziazione dei sistemi simbolici, con la religione che diventa un ambito tra gli altri

• Paradossalmente la religione (in particolare le religioni universali: ebraismo, cristianesimo, islamismo..) si è nel tempo trasformata perché non riusciva a rendere conto delle incongruenze rispetto alla realtà empirica, ma col tempo la tensione a una giustificazione sempre più razionale “l’ha fagocitata”

• Con la formazione delle società moderne la legittimazione dell’ordine sociale si fonda sempre più sulla scienza e il riscontro empirico. Tutto ciò comporta che gli individui confinino la religione, quando credono, nella sfera privata, peraltro separando la morale adottata nella pratica dalla dottrina religiosa. Ciò avviene anche per via di una minore partecipazione ai riti religiosi (si indeboliscono le reti sociali favorevoli a una maggiore coerenza tra azione e credo religioso)

Page 14: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

La secolarizzazione e la post-secolarizzazione

• Modernità fondata sul disincanto rispetto a qualsiasi tradizione: quali sono i valori ultimi? Riconoscimento dell’autonomia individuale vs costrizioni delle istituzioni (questo è un prodotto del processo di differenziazione sociale per Durkheim, della razionalizzazione per Weber)

• Secolarizzazione e pluralismo culturale e religioso

• Critica all’assolutizzazione anche della scienza e post-secolarizzazione: la religiosità privata piuttosto che l’ateismo

• Globalizzazione e incertezza economica e sociale: appartenenza senza credenza e tradizionalismo (avversione al pluralismo religioso e culturale)

Page 15: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Fondamentalismi: una questione di Stato

• Sviluppo dei fondamentalismi, che non sono ritorni al passato, ma rielaborazioni

• Il fondamentalismo (anche cristiano, induista, etc.) è spesso legato all’individualismo (orientamento valoriale) a sua volta radicato nel processo di differenziazione sociale e de-istituzionalizzazione (individualizzazione)

• Assenza di certezze e di orientamento istituzionale + frustrazione, malcontento, isolamento = chiusura identitaria

• Inoltre l’identitarismo (v. Modi in India, Orban in Ungheria, Salvini in Italia) si sviluppa anche come progetto politico fomentato da élite: nel caso del fondamentalismo wahabbita si pensi al grande ruolo dell’èlite economica dell’Arabia Saudita

Page 16: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Weber ed i processi culturali

L’analisi weberiana ci consente di considerare la Cultura come un Processoe non come un mero Oggetto immodificabile

Esempio: dall’ebraismo è sorto per rottura (e rielaborazione della tradizione) il cristianesimo, da quest’ultimo è sorta la religione islamica;

Inoltre vanno considerate le influenze di altre tradizioni su una data religione: il cristianesimo è stato influenzato dallo stoicismo e dai riti

orfici..etc.

Meglio parlare, dunque, di processi culturali = anche una cultura coesa e duratura è il risultato di ibridazioni (l’identità come meticciato..)

Page 17: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Neoweberiani

Gli studiosi che seguono l’approccio weberiano si concentrano sul ruolo della cultura, intesa come rete di significati che si sedimentano in idee, e vita pratica delle persone

Goldstone (1991) e lo studio culturale delle rivoluzioni nel XVII e XVIII secolo, con comparazione tra Europa e Asia: il ruolo delle religioni nelle concezioni del mondo, la differenza tra cristianesimo (concezione lineare) e religioni orientali (concezione ciclica)

Page 18: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Georg Simmel e la sociologia delle forme

• Altro esponente della scuola tedesca è l’eclettico Georg Simmel, filosofo e sociologo, dopo molti anni riconosciuto come uno dei padri fondatori della sociologia

• La sociologia è lo studio delle forme di associazione tra gli uomini

• Sociazione = formazione di gruppi e istituzioni attraverso l’interazione tra gli individui

• La società è il nome con cui si indica una cerchia/gruppo di individui legati gli uni agli altri da legami di reciprocità

Idee e società si influenzano

reciprocamente

Page 19: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Filosofia del denaro (1900)

• Il denaro come equivalente universale (Marx) è la forma simbolica per eccellenza della modernità perché è il principale fattore di de-materializzazione che connota la nostra società

• Il denaro rinvia alle relazioni tra gli uomini, non ha più valore in sé (come ce l’avevano le monete medievali)

• Contribuisce al processo di INTELLETTUALIZZAZIONE del mondo (concetto elaborato da Weber, 1920; ripreso da tanti, anche da studiosi della Scuola di Francoforte: v. seconda parte del corso)

L’intelletto (capacità di calcolo e astrazione) prevale sulla ragione. L’intelletto favorisce l’azione strumentale (che in quanto tale è universalistica) e distacco dell’individuo dai molteplici stimoli esterni

Page 20: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

L’uomo blasé nella metropoli moderna

L'individuo blasé ostenta indifferenza e scetticismo e risponde in maniera

smorzata a un forte stimolo esterno a causa di una precedente

sovrastimolazione a cui si è così abituato da divenire meno ricettivo.

Il blasé ha già visto tutto, è disincantato, tutto gli scivola addosso a differenza

di chi provenendo dalla campagna può sentirsi disorientato ed anche incantato dalla città.

Gli aspetti economici, l'economia monetaria e la divisione del lavoro alimentano anch'essi l'atteggiamento blasé. Il denaro è l'equivalente, l'unità di misura e spesso l'unico termine di confronto, di tutti gli innumerevoli oggetti, fra loro molto diversi, di cui dispone l'uomo. Oggetti per altro acquistati da un mercante e non da chi con fatica ed intelligenza li ha prodotti. Naturale conseguenza è la perdita dell'essenza e del significato delle cose. Tutto diventa opaco, la valutazione pecuniaria dell'oggetto finisce col divenire più importante delle sue stesse caratteristiche. Così l’individuo acquisisce l'insensibilità ad ogni distinzione qualitativa.

Page 21: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Individuo e Società: la dialettica hegeliana in Simmel e il concetto di «eccedenza culturale»

In generale:

Rapporto di reciproca costituzione, ma anche opposizione dialettica, tra individuo e sistema sociale

Capacità dell’individuo di pensarsi altro, di sottrarsi alla società da cui pure dipende la sua azione e identità

In particolare cosa avviene nella società moderna:

• Culture moderna ipertrofica = innovazione tecnologica e produzione crescente di sistemi informativi, prodotti artistici e tecnici

• Cultura oggettiva eccede la Cultura soggettiva, ossia la capacità di produzione di significati, di apprendimento e di memoria del singolo (si pensi oggi alle informazioni presenti in rete)

• Omologazione sociale e spinta all’eccentricità individuale = la moda (Simmel, 1908): v. culto della individualità in Durkheim (slides precedenti)

Page 22: IV. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca

Dall’eccedenza al ritardo culturale

• La sociologia simmeliana ci aiuta a capire il soggetto moderno e il suo «io radicale»: noi possiamo immaginare di vivere più vite; nonostante l’aumento delle scelte, va detto che molte altre possibilità sono solo immaginate. Questo aspetto crea attese che sono spesso frustrate: i media aumentano l’immaginazione

• Simmel influenzò i sociologi della scuola di Chicago, come ad esempio Park e Ogburn

• Ogburn e la teoria del ritardo culturale (1922, 1957): la cultura materiale (tecnologia) si modifica più velocemente della cultura adattiva (ossia istituzioni, valori, credenze, etc.)

• La tendenza delle persone all’inerzia e la presenza di interessi contrapposti sono tra le cause del ritardo culturale