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L’AFRICA ORIENTALE TEDESCA Storia e monetazione di Luca Persico 2011 © dell'autore - Distribuito in formato digitale da Lamoneta.it Premessa Quella che presento è una sintesi della storia del colonialismo tedesco, in Africa Orientale, con un occhio agli eventi più rilevanti, per lo sviluppo della sua monetazione. Lo stile utilizzato è quello del racconto, inframmezzato dalle schede e dai capitoli, relativi alla monetazione. I. Il cancelliere di ferro La storia dell’impero coloniale tedesco mostra singolari affinità ed intrecci, con le analoghe imprese italiane e britanniche ma, allo stesso tempo, specificità uniche, soprattutto nelle sue tempistiche. La sua breve avventura, però, si intreccerà spesso (non sempre in maniera pacifica) proprio con gli stabilimenti coloniali degli altri due paesi, cioè i più giovani ed i più grandi… Giunta tardi all’unificazione nazionale, sotto la spinta della Prussia e, soprattutto, del suo cancelliere Otto Von Bismarck, la Germania rimase, a lungo, fuori dalla grande corsa per la spartizione dell’Africa che, proprio a partire dagli anni ’70 del XIX secolo, avrebbe portato il continente nero, a subire la colonizzazione europea, con la scomparsa dei preesistenti regni africani ed islamici (seppur con celebri eccezioni). I piccoli e, sostanzialmente, pacifici stati tedeschi non erano stati in grado di sviluppare una flotta, che potesse rivaleggiare con i principali concorrenti europei e la Prussia stessa aveva privilegiato l’unificazione nazionale, rispetto alle imprese d’oltremare. Le piccole basi commerciali costituite da Austria, Prussia, Curlandia, in America Meridionale ed in Africa, erano state abbandonate (perse o vendute); la Compagnia Brandeburghese-Africana e la Compagnia di Ostenda avevano avuto vita breve. Il cancelliere di ferro, poi, considerava uno spreco di forze e di risorse, impegnarsi nel continente nero, ai danni dello sviluppo interno; questo, però, per ciò che riguardava la Germania… Allo stesso tempo, infatti, incoraggiò la terza repubblica francese ad espandersi oltremare, per placarne lo spirito di rivalsa, seguito alla perdita dell’Alsazia e della Lorena e per distoglierne le attenzioni, dai problemi europei. Le cose iniziarono a mutare, per due ragioni principali: la spartizione dell’Africa stava iniziando a creare attriti, che rischiavano di mettere in crisi il nuovo equilibrio europeo, grazie al quale la Germania si era, faticosamente, guadagnata una posizione favorevole e poi… la politica segue l’economia… Come accadde per il rinato interesse britannico, nei confronti dell’espansione coloniale, anche per la Germania furono mercanti ed avventurieri, a “forzare” i propri governi, ad intervenire, per proteggere e potenziare gli investimenti privati, in terre così lontane.

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L’AFRICA ORIENTALE TEDESCA Storia e monetazione

di Luca Persico

2011 © dell'autore - Distribuito in formato digitale da Lamoneta.it Premessa Quella che presento è una sintesi della storia del colonialismo tedesco, in Africa Orientale, con un occhio agli eventi più rilevanti, per lo sviluppo della sua monetazione. Lo stile utilizzato è quello del racconto, inframmezzato dalle schede e dai capitoli, relativi alla monetazione. I. Il cancelliere di ferro La storia dell’impero coloniale tedesco mostra singolari affinità ed intrecci, con le analoghe imprese italiane e britanniche ma, allo stesso tempo, specificità uniche, soprattutto nelle sue tempistiche. La sua breve avventura, però, si intreccerà spesso (non sempre in maniera pacifica) proprio con gli stabilimenti coloniali degli altri due paesi, cioè i più giovani ed i più grandi… Giunta tardi all’unificazione nazionale, sotto la spinta della Prussia e, soprattutto, del suo cancelliere Otto Von Bismarck, la Germania rimase, a lungo, fuori dalla grande corsa per la spartizione dell’Africa che, proprio a partire dagli anni ’70 del XIX secolo, avrebbe portato il continente nero, a subire la colonizzazione europea, con la scomparsa dei preesistenti regni africani ed islamici (seppur con celebri eccezioni). I piccoli e, sostanzialmente, pacifici stati tedeschi non erano stati in grado di sviluppare una flotta, che potesse rivaleggiare con i principali concorrenti europei e la Prussia stessa aveva privilegiato l’unificazione nazionale, rispetto alle imprese d’oltremare. Le piccole basi commerciali costituite da Austria, Prussia, Curlandia, in America Meridionale ed in Africa, erano state abbandonate (perse o vendute); la Compagnia Brandeburghese-Africana e la Compagnia di Ostenda avevano avuto vita breve. Il cancelliere di ferro, poi, considerava uno spreco di forze e di risorse, impegnarsi nel continente nero, ai danni dello sviluppo interno; questo, però, per ciò che riguardava la Germania… Allo stesso tempo, infatti, incoraggiò la terza repubblica francese ad espandersi oltremare, per placarne lo spirito di rivalsa, seguito alla perdita dell’Alsazia e della Lorena e per distoglierne le attenzioni, dai problemi europei. Le cose iniziarono a mutare, per due ragioni principali: la spartizione dell’Africa stava iniziando a creare attriti, che rischiavano di mettere in crisi il nuovo equilibrio europeo, grazie al quale la Germania si era, faticosamente, guadagnata una posizione favorevole e poi… la politica segue l’economia… Come accadde per il rinato interesse britannico, nei confronti dell’espansione coloniale, anche per la Germania furono mercanti ed avventurieri, a “forzare” i propri governi, ad intervenire, per proteggere e potenziare gli investimenti privati, in terre così lontane.

Il cancelliere Otto Von Bismarck (foto dal Bundesarchiv, da Wikipedia) Come per il Regno Unito, che acquisì il governo indiano, dopo l’amministrazione della Compagnia Britannica delle Indie Orientali o come per l’Italia che, con il quarto governo Deprestis, acquistò la Baia di Assab (primo nucleo dell’espansione italiana in Africa orientale) anche per la Germania, furono le imprese dei singoli, ad aprire la strada allo sviluppo coloniale.

Monumento a Otto Von Bismack, al Tiergarten, Berlino

II. Mercanti ed avventurieri. Gli eredi della Hansa. Le riforme politiche ed economiche del sultano di Zanzibar, Bargash bin Said Al-Busaid, avevano richiamato i primi stabilimenti commerciali britannici e statunitensi, ma gli “eredi della Hansa” non potevano, certo, essere da meno ed alcuni mercanti amburghesi avevano assunto il controllo, di buona parte dei traffici marittimi locali.

Il sultano di Zanzibar (foto da Wikipedia) Carl Peters apparteneva a quella schiera di europei, affascinati dall’idea di “missione” (non sempre in senso troppo elevato…) dell’uomo bianco e, a Londra, era stato folgorato dalla grandezza di quella che, allora, era la più importante metropoli del mondo, dove ogni angolo ricordava la potenza (anche coloniale) britannica. Ritornato in Germania, aveva fondato, a Berlino, la Gesellschaft für Deutsche Kolonisation (Società per la Colonizzazione Tedesca) con lo scopo di dare seguito, ai primi piccoli stabilimenti mercantili tedeschi, dell’Africa occidentale e del Pacifico. Peters si stabilì a Zanzibar e, da qui, nel novembre del 1884, si recò sulle coste, intrecciando rapporti e siglando trattati, con i capi locali.

Carl Peters (foto dal Bundesarchiv, in Wikipedia) Il cancelliere Bismarck, almeno inizialmente, ignorò l’impresa e, solo dopo la conclusione della Conferenza del Congo, a Berlino, il governo tedesco riconobbe le acquisizioni di Peters, avallando un sostanziale protettorato sull’area. Una squadra navale fu inviata nell’area, ma riuscì “soltanto” ad ottenere nuove concessioni, sulla terraferma, stante la fermezza del sultano, forte del protettorato britannico. I fratelli Clemens e Gustav Denhardt ottennero il Wituland, dal sultano locale Ahmed ibn Fumo Bakari, che sperava di svincolarsi, definitivamente, dal potere di Zanzibar. Il 27 maggio 1885, nasceva il protettorato tedesco del Deutsch-Witu, amministrato dai “residenti” locali (i fratelli Denhardt). Il cambiamento, dunque, fu repentino, ma sempre timoroso di creare attriti eccessivi, con la Gran Bretagna. L’abolizione della schiavitù guadagnò alla causa tedesca, le simpatie britanniche e rese il Wituland, un punto di passaggio forzato, per gli schiavi in fuga dai negrieri arabi; il territorio

divenne una sorta di zona multietnica, sulla falsariga di quanto già accaduto, nella Sierra Leone britannica. Nel frattempo, Peters, tornato in Germania, fondava la Deutsch-Ostafrikanische Gesellschaft (Società per l’Africa Orientale Tedesca) che, ottenuto il governo dell’area, tramite la “Patente Imperiale” del 27 febbraio 1885, iniziò una sistematica espansione territoriale. Nasceva, così, la colonia della Deutsch Ostafrika., Nel 1888, la Società Tedesca per il Wituland fu assorbita dalla Deutsch-Ostafrikanische Gesellschaft. Era l’inizio della razionalizzazione delle imprese coloniali, che avrebbe portato alla nascita di una colonia unitaria.

Bandiera della Società per l’Africa Orientale Tedesca (foto da Wikipedia) III. Istituzionalizzazione e consolidamento della politica coloniale. Sotto la spinta del nuovo Kaiser Guglielmo II e dopo il licenziamento, di fatto, del Bismarck, sembrava possibile l’affermarsi di una politica più aggressiva, ma il nuovo cancelliere Leo Von Caprivi, pur intendendo rafforzare la presenza tedesca nell’area, mirava ad una politica estera conciliante, nei confronti della Gran Bretagna e riteneva troppo dispendioso un impegno militare, diretto. Già dai primi anni, infatti, erano nate ribellioni, da parte della popolazione araba della zona, tenute a bada dai reparti coloniali di Askari e represse, anche, con l’aiuto britannico.

Il Kaiser Guglielmo II (foto da Wikipedia) Nel frattempo, la Germania stabiliva protettorati sul Camerun, sul Togo e nell’Africa sud-occidentale, costituendo un piccolo impero coloniale che, peraltro, appariva ancora risibile, rispetto alla consistenza dei domini francesi e britannici. Il limite politico (auto-imposto) alle conquiste territoriali, infatti, era proprio la volontà, di evitare pericolose sovrapposizioni, con le aree sotto l’influenza dei due paesi, che dominavano l’Africa. In questo quadro, Germania e Regno Unito firmarono il Trattato di Helgoland-Zanzibar, con il quale si definivano le reciproche sfere di influenza e si scambiavano territori. In particolare, il Wituland veniva ceduto alla Gran Bretagna, mentre i fratelli Denhardt venivano indennizzati, dal governo tedesco.

Il cancelliere Georg Leo Graf von Caprivi di Caprara di Montecuccoli (foto da Wikipedia) IV. Apogeo e crisi della “Società”. Nuovo ruolo mondiale della Germania. Dopo i primi embrionali esperimenti di governo, la “Società per l’Africa Orientale Tedesca” stabilì un controllo effettivo del territorio, iniziando l’organizzazione “politica” del paese. Il benevolo governo dei primi anni fu soppiantato, da un’amministrazione molto più rigida e vessatoria che, pure, rimarrà lontana dalle criminali politiche genocide, perseguite nella colonia “sorella” dell’Africa del Sud-Ovest, nel ventesimo secolo. La sede della “Società” fu posta a Bagamoyo e, in seguito, trasferita a Dar es Salaam. Furono organizzati i primi sistemi ferroviari e stradali e sviluppate la coltivazione intensiva del cotone e l’estrazione mineraria. Grazie a queste attività, le condizioni economiche dell’area migliorarono, ma non furono certo gli indigeni, costretti al lavoro forzoso per realizzarle, a trarne beneficio… Di pari passo con l’incremento delle attività e del controllo dell’amministrazione coloniale, che si facevano più capillari ed opprimenti, crebbe anche il malcontento delle popolazioni locali e le ribellioni si moltiplicarono. Furono gli arabi, con l’appoggio del sultano di Zanzibar, a mettere, definitivamente, in crisi il sistema di governo. La rivolta di Abushiri costrinse la Compagnia a richiedere l’intervento del governo tedesco, stante l’impossibilità di mantenere il controllo del territorio, con le proprie forze. La ribellione fu sedata, nel dicembre del 1889, ma risultò evidente, che la stagione politica della Società volgeva al termine. Nel 1891, il governo tedesco assumeva il controllo diretto della colonia, sotto la pressione di nuove organizzazioni di massa, quali la Deutsche Kolonialgesellschaft (Società Coloniale Tedesca) e la Alldeutscher Verband (Unione Pangermanica).

In questa svolta della politica coloniale tedesca, giocava un ruolo fondamentale, la nuova borghesia liberale, che aveva, ormai, scavalcato la vecchia nobiltà terriera prussiana, impegnata nel salvaguardare la propria “rendita di posizione” e che puntava all’espansione, su scala mondiale. Questo ben si sposava con l’umore delle masse; quel sentirsi una “nazione in ritardo”, nella corsa alla ripartizione del mondo e che veniva compensato, con l’emergere di un nazionalismo aggressivo1. Max Weber affermava, nel 1895, “Dobbiamo comprendere che l’unificazione della Germania è stata una ragazzata che la nazione ha compiuto in età avanzata e dalla quale, dati i suoi alti costi, avrebbe fatto meglio ad astenersi, se essa doveva rappresentare la conclusione e non il momento iniziale di una politica tedesca su scala mondiale”2

Bandiera dell’Africa Orientale Tedesca (foto dalla rete) Paradossalmente, nel momento stesso, nel quale vedeva sfaldarsi il proprio potere, la Società viveva il proprio apogeo “politico”. Nel 1890, acquisiva il diritto di battere moneta... V. Prima monetazione Alla fine del diciannovesimo secolo, l’Oceano Indiano si presentava, alla stregua di un lago britannico, stretto com’era, fra la Colonia del Capo, l’Africa Orientale Britannica, Aden, l’India, la penisola di Malacca e l’Australia. E’ comprensibile, quindi, come anche gli elementi socio-culturali britannici (e delle sue colonie) emergessero, nell’area. Nella seconda metà del secolo, la rupia indiana dominava sulle coste dell’Africa sud-orientale ed aveva soppiantato il tallero di Maria Teresa che restava, peraltro, di largo uso, nelle regioni interne. 1 Schulze, Hagen, Storia della Germania, Donzelli Editore, Roma, 2000, pp. 121-122, 241. 2 Max Weber, Freiburger Antrittsrede (1895), cit. in Schulze, Hagen, Storia della Germania, Donzelli Editore, Roma, 2000, p. 121.

Una rupia dell’India britannica (foto concessa da Worldcoingalley.com) Fu in questo contesto storico e culturale, che nacque la necessità di dotare la colonia, di una moneta propria. Negli altri stabilimenti d’Africa, infatti, circolò esclusivamente il Goldmark tedesco, mentre banconote locali furono emesse, in seguito, per la sola Africa del Sud-Ovest, che vide un’immigrazione di cittadini tedeschi, più consistente, all’inizio del XX secolo. La preesistenza, in Africa Orientale, di una valuta ampiamente utilizzata e la contemporanea (1882) emissione di una nuova moneta locale (il Ryal di Zanzibar) rese necessario seguire il solco, tracciato dagli arabi e dagli inglesi ed adattarsi agli usi dell’area. La “Società”, quindi, fece della “Rupia dell’Africa Orientale Tedesca” (Deutsche-Ostafrikanishce Rupie) l’unità monetaria della colonia, suddivisa in 64 pesa, secondo le stesse proporzioni della rupia indiana (1 rupia = 15 anna = 64 pice) e stabilì un cambio alla pari con la Rupia Indiana e con la valuta di Zanzibar. Fra il 1891 ed il 1903, invece, il cambio nei confronti del Marco Tedesco fluttuò, fra i valori di 1,48 e 1,06 Marchi per 1 Rupia. Materiali e dimensioni delle monete saranno analoghi, a quelli utilizzati nelle monete del Raj. Nella Zecca Imperiale di Berlino, furono coniate monete da 1 pesa; ¼ rupia; ½ rupia; 1 rupia; 2 rupie, per un valore complessivo di oltre 3.392.000 rupie. Le prime emissioni iniziarono nel 1890, ma proseguirono anche dopo la cessione del potere, al governo tedesco, sino al 1902.

Monete 3 Pesa

(immagine da collezione personale)

(foto concessa da Worldcoingalley.com) Anni di conio: dal 1890 al 1892. Materiale: Rame Peso: 6,52 grammi Diametro: 25,2 millimetri Assi: alla tedesca Contorno: liscio Segno di zecca: nessuno Sul dritto: Stemma Imperiale del Secondo Reich (Aquila e corona imperiale) Sul bordo del dritto: legenda DEUTSCH-OSTAFRIKANISCHE GESELLSCHAFT - millesimo Sul rovescio:su tre righe sharakat = Società = ةكارش Almania = Germania = ايناملا

3 Per i dati, relativi alle tirature, la preferenza è stata attribuita a :

Meyer, Claus-Peter, Das Geld-, Bank- und Währungswesen im ehemaligen deutschen Schutzgebiet Deutsch-Ostafrika, Verlag Augustinus Buchhandlung, Aachen, 1996; in MünzenRevue 5/2004. Scholz, Frank, Das Kolonialgeld Deutsch – Ostafrika“. Zusammenfassung eines Vortrages von Frank Scholz anlässlich des DGW-Sammlertreffens in Zeuthen am 12.04.2008, da dgwev.de.

Ai dati, è stata attribuita una lettura, preminentemente economica, accorpando le eventuali emissioni “proof”.

anno arabo Sul bordo del rovescio: corona d’alloro Valore nominale assente Tirature 1890: 1.000.000; 1891: 12.550.946; 1892: 27.541.389 Per il 1890 furono coniate anche monete proof. La compresenza, sul dritto, dello stemma imperiale (come sulle monete della madrepatria) e della denominazione della Società per l’Africa Orientale Tedesca sottolinea una condivisione dell’autorità di emissione.

Lo stemma imperiale tedesco (foto da Wikipedia)

1 marco Tedesco, con lo stemma imperiale (foto concessa da Worldcoingalley.com) ¼ rupia

(foto concessa da Worldcoingalley.com) Anni di conio: 1891, 1896, 1898, 1900, 1901 Materiale: Argento 0,9166 Peso: 2,916 grammi Diametro: 19,2 mm Contorno zigrinato Segno di zecca: nessuno Sul dritto: Busto dell’Imperatore Guglielmo II, nell’uniforme del Reggimento della Guardia del Corpo, con elmo sormontato dall’aquila degli Hohenzollern, rivolto a sinistra e legenda GUILELMUS II IMPERATOR Sul rovescio: stemma della Società per l’Africa Orientale Tedesca, con millesimo alla base Sul bordo del rovescio: denominazione della Società (DEUTSCH-OSTAFRIKANISCHE GESELLSCHAFT) e valore nominale ¼ RUPIE Tirature 1891: 60.000; 1896: 16.688; 1898: 50.000; 1900: 50.000; 1901: 350.000. Per il 1891 furono coniate anche monete proof.

Questa moneta, come le successive, è emessa in nome dell’imperatore, mentre la denominazione della Società è “relegata” sul rovescio e scompaiono legenda e millesimo arabi. La raffigurazione del Kaiser, quasi assente nelle monete tedesche, coniate per l’effettiva circolazione, è da ricercarsi nelle corrispondenti monete indiane, nelle quali era effigiata l’imperatrice Vittoria.

Lo stemma dell’Africa Orientale Tedesca, sotto il governo della “Società” (foto da Wikipedia) ½ rupia Anni di conio 1891, 1896, 1897, 1900, 1901. Materiale: Argento 0,9166 Peso: 5,8319 grammi Diametro: 24,42 millimetri Segno di zecca: nessuno Sul dritto: Busto dell’Imperatore Guglielmo II, nell’uniforme del Reggimento della Guardia del Corpo, con elmo sormontato dall’aquila degli Hohenzollern, rivolto a sinistra e legenda GUILELMUS II IMPERATOR Sul rovescio: stemma della Società per l’Africa Orientale Tedesca, con millesimo alla base Sul bordo del rovescio: denominazione della Società (DEUTSCH-OSTAFRIKANISCHE GESELLSCHAFT) e valore nominale ½ RUPIE Tirature 1891: 60.000;

1896: 8.342; 1897: 50.000; 1900: 25.000; 1901: 215.000 Per il 1891 furono coniate anche monete proof. Rupia

(foto concessa da Worldcoingalley.com) Anni di conio 1890-1894, 1897-1902. Materiale: Argento 0,9166 Peso: 11,6638 grammi Diametro: 30,50 millimetri Segno di zecca: nessuno Sul dritto: Busto dell’Imperatore Guglielmo II, nell’uniforme del Reggimento della Guardia del Corpo, con elmo sormontato dall’aquila degli Hohenzollern, rivolto a sinistra e legenda GUILELMUS II IMPERATOR Sul rovescio: stemma della Società per l’Africa Orientale Tedesca, con millesimo alla base Sul bordo del rovescio: denominazione della Società (DEUTSCH-OSTAFRIKANISCHE GESELLSCHAFT) e valore nominale EINE RUPIE Tirature 1890: 78.000; 1891: 202.652; 1892: 359.735; 1893: 88.724; 1894: 101.831; 1897: 244.030;

1898: 356.722; 1899: 226.754; 1900: 209.289; 1901: 319.022; 1902: 151.019. Per gli anni il 1891, 1892, 1893 furono coniate anche monete proof. 2 Rupie

(foto concessa da Worldcoingalley.com) Anni di conio 1893-1894 Materiale: Argento 0,9166 Peso 23,327 grammi Diametro: 35 millimetri Segno di zecca: nessuno Sul dritto: Busto dell’Imperatore Guglielmo II, nell’uniforme del Reggimento della Guardia del Corpo, con elmo sormontato dall’aquila degli Hohenzollern, rivolto a sinistra e legenda GUILELMUS II IMPERATOR Sul rovescio: stemma della Società per l’Africa Orientale Tedesca, con millesimo alla base Sul bordo del rovescio: denominazione della Società (DEUTSCH-OSTAFRIKANISCHE GESELLSCHAFT) e valore nominale ZWEI RUPIEN Tirature 1893: 3.504; 1894: 47.350. Per il 1893 furono coniate anche monete proof. VI. Controllo statale e delusioni demografiche. Il controllo diretto del territorio, da parte del governo, permise la modernizzazione economica e burocratica dell’area. I trasporti e l’agricoltura ricevettero notevole impulso ed anche l’impegno nel settore amministrativo fu notevole, nel tentativo di emulare l’efficienza del noto “civil service”, delle colonie britanniche. L’obiettivo era quello di cerare una colonia moderna ed “accogliente”.

Stemma dell’Africa Orientale Tedesca (foto da Wikipedia) Il desiderio di veicolare l’emigrazione tedesca, verso territori controllati dal governo centrale giocò, infatti, un ruolo importante. Gli emigranti tedeschi erano passati dai 626.000 del decennio 1871-1880 a 1.343.000 nei 10 anni successivi. 4 Se l’obiettivo fu parzialmente raggiunto, nell’Africa del Sud-Ovest, altrettanto non si può dire, per l’Africa Orientale. Come accadrà in seguito per la Libia italiana, i cittadini europei, costretti ad abbandonare le proprie terre, preferiranno altri lidi, primariamente gli Stati Uniti d’America, piuttosto che le terre africane. Su una popolazione di oltre 7,5 milioni di abitanti, stanziata su un territorio di quasi 1 milione di km², i cittadini tedeschi non raggiunsero, mai, le 6.000 unità. In questo quadro, di forte penuria di manodopera europea, il peso dello sviluppo fu pagato, ancora una volta, dalle popolazioni indigene. Le attenzioni furono rivolte, primariamente, alla produzione cotoniera, stabilendo contingenti di raccolta, che i villaggi erano tenuti a rispettare, come vera e propria forma di tassazione. Lo stravolgimento delle attività tradizionali e della stessa organizzazione dei villaggi accese la miccia della rivolta. Le popolazioni bantù insorsero, nel luglio del 1905, dando vita alla cosiddetta “Rivolta Maji Maji”. Missionari ed impianti cotonieri furono fra i primi obiettivi. Popoli tradizionalmente avversari avevano trovato, forse per la prima volta, un nemico comune. Occorsero circa due anni, per sedare la ribellione, al prezzo di centinaia di migliaia di africani caduti. La politica del governatore Gustav Adolf von Götzen fu pesantemente criticata, anche in patria, e portò ad una svolta epocale, nell’amministrazione della colonia e nei rapporti fra africani ed europei. In particolare, fu introdotto un sistema di istruzione pubblica, senza precedenti nell’area, che comprendeva anche l’insegnamento in idioma swahili, lingua franca delle popolazioni indigene dell’Africa Orientale. Questo contribuì a rafforzare i legami con la maggioranza bantù, a scapito della tradizionale élite economico-culturale araba. A trarne i maggiori benefici, sarà l’organizzazione militare dei fedeli reparti di Askari. La manodopera coatta fu sostituita dal lavoro salariato, che diventerà la base del nuovo sistema fiscale, fornendo gettiti molto alti, rispetto agli standard, di una colonia in via di sviluppo. Fra il 1905 ed il 1912, l’aliquota fiscale si attesterà fra il 34 ed il 40% del reddito5. La costruzione della Mittelland Bahn, già progettata nel 1894, per congiungere la capitale al Lago Tanganyika, iniziò nel 1906 e fu terminata nel 1914, alla vigilia del primo conflitto mondiale.

4 Schulze, Hagen, Storia della Germania, Donzelli Editore, Roma, 2000; pag. 87. 5 Illife, John, Tanganyka under German Rule 1905-1912, Cambridge University Press, London, 2009.

L’operazione impiegò una notevole forza lavoro locale, rafforzata anche da immigrati provenienti dal subcontinente indiano.

Il governatore Gustav Adolf von Götzen (foto da Wikipedia)

VII. Il sistema bancario 6 Nonostante l’Africa Orientale fosse stata all’avanguardia, fra le colonie tedesche, per le emissioni monetarie, non altrettanto può dirsi, per il sistema bancario. I principali istituti tedeschi seguivano il trend generalizzato, del commercio germanico, rivolto ai colossi capitalistici, piuttosto che alle nascenti colonie del Reich. Nel 1905, soltanto lo 0,81% delle esportazioni complessive tedesche, erano dirette verso le colonie e la tendenza era, ulteriormente, decrescente.7 La Deutsche Bank aveva aperto una propria filiale, a Londra, già nel 1873, seguita dalla Dresdner Bank, nel 1895 e dalla Disconto-Gesellschaft, nel 1899. Gli investimenti in Africa, invece, latitavano. All’inizio del XIX secolo, il governo imperiale assunse il controllo diretto dell’amministrazione finanziaria della colonia e delle emissioni monetarie, cercando anche di dare impulso, al sistema bancario locale. Con i decreti, firmati dal cancelliere Bernhard von Bülow, del 23 dicembre 1903 e 28 febbraio 1904, veniva conferito al governo della colonia, il compito di battere moneta.

6 I dati relativi ai decreti sono tratti da Deeken, Matthias, Das Geldwesen der deutschen Kolonien, Münster in Westfalen, 1913. 7 Jones, Geoffrey, Banks as multinationals, Routledge, Londra, 1990, pag. 111.

Il cancelliere Bernhard von Bülow (foto da Wikipedia) Il 10 settembre 1900, nasceva la Deutsch-Ostafrikanische Bank, con la forma della compagnia coloniale. L’istituto approvava il proprio statuto, il 30 ottobre 1904. I decreti8 del cancelliere del 15 gennaio 1905 e del governatore della colonia del 1 dicembre 1905 conferivano alla “Banca dell’Africa Orientale Tedesca” il diritto di operare, come una sorta di Banca Centrale, assegnandole il compito di emettere banconote. Il 23 giugno del 1905, la “Banca”, con sede sociale a Berlino e filiale a Dar Es Salaam, iniziava la propria attività. Banconote Fra gli anni 1905 e 1912, la Deutsch-Ostafrikanische Bank, tramite la casa madre a Berlino, emise banconote da 5 – 10 – 50 – 100 – 500 rupie, per un totale di oltre 21 milioni di rupie. Le banconote, come già le monete, erano prodotte in Germania ed inviate, via mare, nella colonia.

8 Si è usato il termine “decreto” per indicare provvedimenti diversi, previsti dall’ordinamento dell’Impero Tedesco.

Banconota da 5 rupie (foto da Banknoteworld.com)

Banconota da 50 rupie (foto da Banknoteworld.com)

Minore fortuna ebbe, invece, la Handelsbank für Ostafrika, creata a Berlino ed insediatasi a Tanga, il 1 dicembre 1911. Nelle intenzioni del consorzio di banche, che la creò, l’istituto avrebbe dovuto ricalcare il ruolo delle banche commerciali, insediatesi nella colonia dell’Africa Sud-Occidentale Tedesca, su impulso dei grandi gruppi, a partire dalla Dresdner Bank. Il monopolio de-facto della Deutsch-Ostafrikanische Bank, nell’emissione cartacea, però, ne limitò fortemente l’azione.

Bandiera di Tanga (foto da Wikipedia) VIII. Seconda monetazione Come detto, il governo assunse l’emissione di moneta, a partire dal 1904, affiancando la zecca di Amburgo, a quella della capitale. La valuta fu decimalizzata il 28 febbraio 1904 e la Rupia fu, così, suddivisa in 100 Heller. Allo stesso tempo, fu fissato un cambio verso il Marco tedesco di 1,33 (15 Rupie per 20 Marchi). Fra il 1904 ed il 1914, nelle zecche di Berlino ed Amburgo, furono coniate monete da ½ Heller; 1 Heller; 5 Heller; 10 Heller; ¼ rupia; ½ rupia; 1 rupia, per un valore complessivo di oltre 15.730.000 rupie.

Monete9 ½ Heller

(foto concessa da Worldcoingalley.com) Anni di conio: dal 1904 al 1906. Materiale: Bronzo Peso: 2,5 grammi Diametro: 17,5 millimetri Assi: alla tedesca Contorno liscio Segni di zecca: A (Berlino); J (Amburgo) Sul dritto: Corona imperiale; legenda DEUTSCH OSTAFRIKA; millesimo Sul rovescio: ghirlanda; valore nominale; segno di zecca Tirature 1904: 1.200.858; 1905: 11.192.410; 1906: 6.000.000 Le monete da ½ Heller furono coniate a Berlino, per gli anni 1904 e 1095 e ad Amburgo, per gli anni 1905 e 1906. Per il 1906, sono state coniate anche monete proof.

9 Per i dati, relativi alle tirature, la preferenza è stata attribuita a :

Meyer, Claus-Peter, Das Geld-, Bank- und Währungswesen im ehemaligen deutschen Schutzgebiet Deutsch-Ostafrika, Verlag Augustinus Buchhandlung, Aachen, 1996; in MünzenRevue 5/2004. Scholz, Frank, Das Kolonialgeld Deutsch – Ostafrika“. Zusammenfassung eines Vortrages von Frank Scholz anlässlich des DGW-Sammlertreffens in Zeuthen am 12.04.2008, da dgwev.de.

Ai dati, è stata attribuita una lettura, preminentemente economica, accorpando le eventuali emissioni “proof”.

Corona Imperiale tedesca (foto da Wikipedia) 1 Heller

(immagine da collezione personale)

(foto concessa da Worldcoingalley.com)

Anni di conio: dal 1904 al 1913. Materiale: Bronzo Peso: 4 grammi Diametro: 20 millimetri Assi: alla tedesca Contorno liscio Segni di zecca: A (Berlino); J (Amburgo) Sul dritto: Corona imperiale; legenda DEUTSCH OSTAFRIKA; millesimo Sul rovescio: ghirlanda; valore nominale; segno di zecca Tirature 1904: 12.755.763; 1905: 11.315.519; 1906: 6.069.694; 1907: 17.790.000; 1908: 12.205.366; 1909: 1.698.000; 1910: 5.096.439; 1911: 6.420.000; 1912: 7.011.789; 1913: 11.186.457; Le monete da 1 Heller furono coniate a Berlino, per gli anni dal 1904 al 1907 e per il 1913 e ad Amburgo, per tutti gli anni di coniazione. Sono state coniate anche monete proof, nella zecca di Berlino, per gli anni 1906 e 1913 e nella zecca di Amburgo, per gli anni 1906 e dal 1908 al 1913. 5 Heller (1908-1910)

(foto concessa da Worldcoingalley.com)

Anni di conio: dal 1908 al 1910. Materiale: Bronzo Assi: alla tedesca Contorno liscio Segno di zecca: J (Amburgo) Sul dritto: Corona imperiale; legenda DEUTSCH OSTAFRIKA; millesimo Sul rovescio: ghirlanda; valore nominale; segno di zecca Tirature 1908: 600.000; 1909: 756.106; 1910: 210.000 Questa moneta è stata coniata solo nella zecca di Amburgo. Per entrambi gli anni, sono state coniate anche monete proof. 5 Heller (1913-1914)

(foto concessa da Worldcoingalley.com) Anni di conio: dal 1913 al 1914. Materiale: Rame-nichel Peso: 3,125 grammi Diametro: 21 millimetri Assi: alla tedesca Segni di zecca: A (Berlino); J (Amburgo) Sul dritto: Foro centrale, che divide la data del millesimo; Corona imperiale; legenda DEUTSCH OST-AFRIKA, su due righe Sul rovescio: Foro centrale, che divide il valore nominale; ramoscelli laterali; segno di zecca Tirature 1913: 2.000.000; 1914: 1.000.000

Questa moneta fu coniata a Berlino, per il solo 1913 e ad Amburgo, per entrambi gli anni di coniazione. Sono state coniate anche monete proof, in entrambe le zecche ed in entrambi gli anni. 10 Heller

(foto concessa da Worldcoingalley.com) Anni di conio: dal 1908 al 1911; 1914. Materiale: Rame-nichel Peso: 6,25 grammi Diametro: 26 millimetri Assi: alla tedesca Segni di zecca: A (Berlino); J (Amburgo) Sul dritto: Foro centrale, che divide la data del millesimo; Corona imperiale; legenda DEUTSCH OST-AFRIKA, su due righe Sul rovescio: Foro centrale, che divide il valore nominale; ramoscelli laterali; segno di zecca Tirature 1908: 531.996; 1909: 1.468.530; 1910: 500.000; 1911: 500.000; 1914: 200.000 Le monete da 10 Heller furono coniate a Berlino, per gli anni dal 1911 e 1914 e ad Amburgo, per tutti gli anni di coniazione. Sono state coniate anche monete proof, in entrambe le zecche e per tutti gli anni di coniazione.

¼ rupia

(foto concessa da Orlando10 – Lamoneta.it)

(foto concessa da Worldcoingalley.com)

Anni di conio: 1904, 1906, 1907, 1909, 1910, 1912-1914 Materiale: Argento 0,9166 Peso: 2,916 grammi Diametro: 19,2 mm Segni di zecca: A (Berlino); J (Amburgo) Sul dritto: Busto dell’Imperatore Guglielmo II, nell’uniforme del Reggimento della Guardia del Corpo, con elmo sormontato dall’aquila degli Hohenzollern, rivolto a sinistra e legenda GUILELMUS II IMPERATOR Sul rovescio: legenda DEUTSCH OSTRAFRIKA; ghirlanda; valore nominale; segno di zecca Tirature 1904: 400.000; 1906: 400.000; 1907: 200.000; 1909: 300.000; 1910: 600.000; 1912: 400.000; 1913: 600.000; 1914: 200.000 Le monete da ¼ Rupia furono coniate a Berlino, per gli anni 1904, 1906, 1909, 1913 e ad Amburgo, per tutti gli anni di coniazione, eccetto il 1904 ed il 1909. Sono state coniate anche monete proof, nella zecca di Berlino, per gli anni 1904 e 1906 e nella zecca di Amburgo, per gli anni 1907, 1910, 1912, 1913 e 1914. ½ rupia

(foto concessa da Worldcoingalley.com) Anni di conio: 1904, 1906, 1907, 1909, 1910, 1912-1914 Materiale: Argento 0,9166

Peso: 5,832 grammi Diametro: 24,42 mm Segni di zecca: A (Berlino); J (Amburgo) Sul dritto: Busto dell’Imperatore Guglielmo II, nell’uniforme del Reggimento della Guardia del Corpo, con elmo sormontato dall’aquila degli Hohenzollern, rivolto a sinistra e legenda GUILELMUS II IMPERATOR Sul rovescio: legenda DEUTSCH OSTRAFRIKA; ghirlanda; valore nominale; segno di zecca Tirature 1904: 400.000; 1906: 100.000; 1907: 140.000; 1909: 100.000; 1910: 300.000; 1912: 200.000; 1913: 300.000; 1914: 100.000 Le monete da ½ Rupia furono coniate a Berlino, per gli anni 1904, 1906, 1909, 1913 e ad Amburgo, per tutti gli anni di coniazione, eccetto il 1904 ed il 1909. Sono state coniate anche monete proof, nella zecca di Berlino, per gli anni 1904 e 1906 e nella zecca di Amburgo, per gli anni 1907 e 1910. 1 Rupia

(foto concessa da Worldcoingalley.com) Anni di conio: 1904 - 1914 Materiale: Argento 0,9166 Peso: 11,664 grammi

Diametro: 30,50 mm Segni di zecca: A (Berlino); J (Amburgo) Sul dritto: Busto dell’Imperatore Guglielmo II, nell’uniforme del Reggimento della Guardia del Corpo, con elmo sormontato dall’aquila degli Hohenzollern, rivolto a sinistra e legenda GUILELMUS II IMPERATOR Sul rovescio: legenda DEUTSCH OSTRAFRIKA; ghirlanda; valore nominale; segno di zecca Tirature 1904: 1.000.000; 1905: 1.300.000; 1906: 1.650.000; 1907: 880.000; 1908: 500.000; 1909: 200.000; 1910: 2.700.000; 1911: 1.700.000; 1912: 300.000; 1913: 1.800.000; 1914: 500.000. Le monete da 1 Rupia furono coniate a Berlino, per gli anni 1904, 1905, 1906, 1909, 1911 e 1913 e ad Amburgo, per tutti gli anni di coniazione, eccetto il 1904 ed il 1909. Sono state coniate anche monete proof, nella zecca di Berlino, per gli anni 1904, 1905 e 1911 e nella zecca di Amburgo, per gli anni 1905, 1908, 1911, 1912 e 1913. IX. Guerra mondiale ed isolamento All’inizio del XX secolo, il Tanganyika si ergeva in mezzo a quella striscia, quasi ininterrotta, di domini britannici, che collegava, idealmente, Città del Capo con il Cairo.

(foto dalla rete) L’obiettivo di unire le due città, sotto un unico dominio, era stato ben rappresentato da Cecil Rhodes, già primo ministro della Colonia del Capo, con l’espressione “All-red route”, dal colore della croce di San Giorgio (colore che era anche il più utilizzato per indicare l’impero britannico, sulle mappe politiche).

Vignetta di Edward Linley Sambourne, che riproduce il piano di Cecil Rhodes, per una linea telegrafica diretta, da Città del Capo al Cairo. Nell’immagine stessa,è presente un evidente gioco di parole, fra il cognome Rhodes ed il Colosso di Rodi (in inglese Colossus of Rhodes) (foto da Wikipedia) Allo scoppio della prima guerra mondiale, le colonie tedesche, protette da esigue forze militari, capitolarono, una dopo l’altra, sotto gli attacchi della Triplice Intesa e dei suoi alleati. Soltanto l’Africa Orientale costituiva una fulgida eccezione. La difesa della colonia era affidata al comando del colonnello Paul Emil von Lettow-Vorbeck, veterano della rivolta dei Boxer e di quella Ottentotta. L’esperto ufficiale realizzò subito, come fosse impossibile mantenere un’iniziativa militare attiva, a lungo termine, anche in conseguenza della totale impossibilità di ricevere rifornimenti costanti, dalla madrepatria, in seguito al blocco navale britannico. Organizzò, quindi, la difesa di alcune zone strategiche ed adottò tattiche di guerriglia, che riscossero inattesi successi, contro le forze congiunte anglo-belghe.

Paul Emil von Lettow-Vorbeck (foto di Emil Giese, 1904, dal Bundesarchiv, in Wikipedia) Alle prime operazioni belliche, parteciparono anche alcuni italiani, residenti nel Tanganyika, arruolatisi nell’esercito dell’alleato tedesco10, sino alla proclamazione della neutralità italiana. In seguito, subiranno le conseguenze di tale azione, per mano delle autorità tedesche, britanniche ed italiane11, a causa del voltafaccia del governo italiano e non certo per colpe proprie. Nonostante i successi iniziali, però, Lettow-Vorbeck non poteva certo contrastare lo strapotere britannico sui mari…

10 Nel 1914, l’Italia aderiva ancora alla Triplice Alleanza, insieme a Germania ed Austria-Ungheria ed era “tecnicamente” loro alleata. 11 Paolo Zavattoni, Sotto le bandiere altrui, in Focus Storia n. 49, novembre 2010.

Sin dall’inizio del conflitto, la Royal Navy bloccava le coste degli Imperi centrali e delle colonie tedesche, imponendo loro un isolamento totale, che avrà un ruolo fondamentale nella vittoria finale. I rifornimenti erano sempre più scarsi. Il 17 marzo 1916, il mercantile Marie von Stettin, consegnava un carico di banconote, stampate dalla filiale di Lipsia della Giesecke & Devrient, per un valore di diversi milioni di rupie.12 Entro la fine dell’anno, però, le coste erano, integralmente, sotto il controllo britannico. La situazione militare era, se possibile, ancora peggiore. L’unica nave da guerra tedesca, presente nella zona era l’incrociatore leggero SMS Königsberg. Allo scoppio della guerra, la nave prese il mare, per evitare di essere sorpreso alla fonda. Dopo essere stato impegnato, nella vittoriosa Battaglia di Zanzibar e nella cattura del mercantile City of Westminster, la sua carriera si limitò ad operazioni di rifornimento, scorta e salvataggio, stante l’impossibilità di contrastare le crescenti forze navali britanniche. Uno squadrone della Royal Navy si lanciò alla ricerca del Königsberg, che si nascose nel delta del fiume Rufiji, ma non potè evitare il cannoneggiamento nemico ed il conseguente affondamento, nel luglio del 1915. Il dominio dell’Oceano Indiano era tornato, definitivamente, sotto la White Ensign della marina di Sua Maestà Britannica. Il prezioso armamento della nave tedesca, però, non andò integralmente perduto…

Il SMS Königsberg affondato (foto di Walther Dobbertin, dal Bundesarchiv, in Wikipedia)

12 Sandrock, John Edgar, A monetary History of German East Africa, in Thecurrencycollector.com.

X. Emissioni di necessità. Le interims banknote Già a partire dal 1915, la circolazione monetaria era entrata in crisi. Gli afflussi di monete, dalla Germania, erano bloccati, in conseguenza del blocco marittimo e della scarsa disponibilità di metalli, da destinare alle coniazioni, mentre le monete d’argento venivano tesaurizzate. Anche le banconote non affluivano, a sufficienza e, a partire dal 1916, gli invii terminarono, completamente. Per far fronte a tali necessità, il governatore della colonia, Heinrich Albert Schnee, commissionò alla Deutsche Ost-Afrikanische Bank l’emissione di banconote d’emergenza (interims banknote) valide per tutta la durata della guerra, da stampare presso le sedi di Dar es Salaam e Tabora.13

Il governatore Heinrich Albert Schnee (foto da Wikipedia) I macchinari furono forniti dal quotidiano locale, la Deutsche Ost-Afrikanische Zeitung e nel marzo dello stesso anno, furono stampate le prime banconote da 20 rupie.

13 Sandrock, John Edgar, A monetary History of German East Africa, in Thecurrencycollector.com.

Banconota da 20 rupie (foto da Banknoteworld) Sulle banconote, venivano riportate, fra l’altro, l’autorità emittente e la garanzia del governo della colonia.

Il primo numero della Deutsche Ost-Afrikanische Zeitung (foto dall’archivio digitale della Biblioteca di Stato di Berlino) Ben presto, entrarono in vigore i tagli da 1, 5, 10 e 50 rupie. Le emissioni, sempre più semplici nella loro foggia, furono stampate sino al 1917, ormai sommerse dalle relative contraffazioni, stampate dalle autorità britanniche, al fine di gettare nel caos la, sempre più fragile, economia locale.

Banconota da 1 Rupia (foto da Banknoteworld) XI. Terza monetazione. La zecca di Tabora Più complesso, risultò il problema della circolazione monetaria. Il blocco navale aveva reso sconveniente, oltre che troppo rischioso, l’invio di moneta metallica di basso valore nominale, in un momento, in cui la sua stessa produzione stava diventando antieconomica, data la penuria di metalli, sempre più dirottati verso l’industria bellica. Il governo coloniale e la Deutsche Ost-Afrikanische Bank tentarono di ovviare alla situazione, con mezzi di fortuna ed un notevole ingegno… Il paese era privo di una zecca propria, ma latitavano anche i materiali necessari, per installarne una ed i metalli, per le monete stesse. Dai relitti del Königsberg e di altri vascelli, fu recuperato tutto il possibile. L’ingegnere minerario Friedrich Schumacher ne ricavò i macchinari, per una zecca improvvisata, che fu situata a Tabora, nel 1916, all’interno di un vagone ferroviario, riadattato. Tutto era utile per recuperare il metallo necessario: arredi di casa, cavi elettrici e persino un cannone in ottone del Königsberg e le cartucce, in rame, dei proiettili britannici, che l’avevano affondato; per questo, le monete d’emergenza del Tanganyika passarono alla storia, come “gun metal coins”. I disegni delle monete venivano incisi, direttamente, sui conii, con il risultato di una molteplice varietà di emissioni. La qualità dei macchinari era tale, da creare non pochi intoppi e ritardi e l’accuratezza nella produzione era, necessariamente, approssimativa. In questo quadro è difficile parlare di veri e propri errori o difetti di conio, in quanto non esistevano neppure proporzioni ed immagini, rigidamente codificate. Nella descrizione di queste monete, quindi, ci limiteremo a descrivere le varianti più importanti ed evidenti.

Monete14 5 Heller

5 Heller bordo piatto sopra la corona (foto concessa da Worldcoingallery.com) Anno di conio: 1916 Materiale: Ottone Peso: 20 grammi Diametro: 23 millimetri Segno di zecca: T (Tabora) Sul dritto: Corona imperiale; millesimo; legenda D.O.A. Sul rovescio: ghirlanda; valore nominale; segno di zecca Tiratura: 302.000 Di questa moneta esistono due varianti : bordo piatto e bordo ovale al di sopra della corona La prima aveva uno spessore di 1 mm o meno, la seconda fra 1 e 2 mm. 14 Per i dati, relativi alle tirature, la preferenza è stata attribuita a :

Meyer, Claus-Peter, Das Geld-, Bank- und Währungswesen im ehemaligen deutschen Schutzgebiet Deutsch-Ostafrika, Verlag Augustinus Buchhandlung, Aachen, 1996; in MünzenRevue 5/2004.

20 Heller (rame)

(foto concessa da Worldcoingallery.com) Anno di conio: 1916 Materiale: Rame Peso: circa 11,5 grammi Diametro: 29 millimetri Segno di zecca: T (Tabora) Sul dritto: Corona imperiale; millesimo; legenda D.O.A. Sul rovescio: ghirlanda; valore nominale; segno di zecca Tiratura: 325.940

20 Heller (ottone)

(foto concessa da Worldcoingallery.com)

(foto concessa da Pesnad – Lamoneta.it) Anno di conio: 1916 Materiale: Ottone Peso: circa 11,5 grammi Diametro 29 millimetri Segno di zecca: T (Tabora) Sul dritto: Corona imperiale; millesimo; legenda D.O.A. Sul rovescio: ghirlanda; valore nominale; segno di zecca Tiratura: 1.307.760 Per entrambi i pezzi da 20 Heller esistono diverse varianti, nate dalla combinazione di dritti e rovesci differenti: Corona piccola (come nelle prime due monete in foto) o grande (come nella terza moneta foto); Entrambe le “L” di Heller dritte (come nella prima moneta in foto); entrambe decorate; la prima dritta interrotta e la seconda decorata (come nella seconda e terza moneta in foto).

XII. Le 15 rupie d’oro. “ Tabora Pound” Le pur ingegnose emissioni metalliche, però, non avrebbero risolto uno dei problemi più urgenti, per l’amministrazione coloniale: il pagamento dei soldati dei reparti di Askari. Tradizionalmente, la popolazione locale non riponeva alcuna fiducia, nella cartamoneta e questo era ancora più vero, in presenza di emissioni d’emergenza, da parte di un paese sull’orlo dell’implosione. Il 15 aprile 1916, il governatore Heinrich Albert Schnee firmò il decreto, che autorizzava l’emissione di una moneta, in oro, da 15 Rupie. Il valore nominale corrispondeva a 20 Marchi tedeschi ed a circa 1 Sovrana britannica. Per questo motivo, tale moneta è comunemente conosciuta con il nome di “Tabora Sovereign” o “Tabora Pound”. In realtà, nonostante il modulo corrispondesse, sostanzialmente, alla moneta tedesca da 20 Marchi, il suo contenuto in oro fino era, decisamente, inferiore. Ritenendo irrispettoso, ritrarre un’improvvisata effigie del sovrano, il disegno fu scelto, in base ad un concorso pubblico, vinto da R. Vogt. Un fabbro singalese preparò i conii e la produzione iniziò il giorno stesso, della firma del decreto. Il metallo non mancava, in quanto era ancora in funzione la miniera d’oro di Sekenke, collegata a Tabora, dalla Mittelland Bahn. L’oro veniva fuso nella fucina di un fabbro, mentre un mulino per la laminazione di fogli di gomma fu riadattato, per trasformarlo in lamine. Inizialmente, fu utilizzata una primitiva pressa manuale, fino alla sua rottura ed al trasferimento della zecca a Lulanguru. Una pressa a vapore, progettata per estrarre l'olio d’arachide, sostituì il lavoro manuale, incrementando la produzione.15

15 Il racconto delle tecniche di coniazione è basato, principalmente, su Sankey, John, The Tabora Gold Coin, in Tanzanian Affairs, Britain-Tanzanian Society, n. 88 – Sept. – Dec. 2007, basato su Yonge, D.D., in Tanganyika Notes and Records Number 62, March 1964.

(foto concessa da Salvatore 20 giugno – La moneta.it) Anno di conio: 1916 Materiale: Oro 0,7500 circa Peso: circa 7,1 grammi Diametro: 22,5 millimetri Segno di zecca: T (Tabora) Contorno: liscio Sul dritto: Stemma Imperiale del Secondo Reich (Aquila e corona imperiale); legenda DEUTSCH OSTAFRIKA; valore nominale Sul rovescio: elefante che barrisce; sullo sfondo una probabile rappresentazione stilizzata del monte Kilimangiaro; in esergo millesimo e segno di zecca Tiratura: 16.198 Esistono due varianti di questa moneta, a seconda che l’arabesco sopra l’ala sinistra dell’aquila (nella parte destra della moneta) termini sotto la “T” o sotto la successiva “A” della legenda OSTAFRIKA. Pur nella sua, sostanziale, semplicità, la qualità di queste emissioni è decisamente superiore a quella dei pezzi in Heller.

Per l’anno 1916 la zecca di Tabora coniò pezzi da 5 Heller, 20 Heller, 15 Rupie, per un valore complessivo di 584.810 rupie.

Elefanti di fronte al Kilimangiaro (foto dalla rete) XIII. Sconfitta e tramonto coloniale Nei mesi in cui la zecca di Tabora fu operante, però, la situazione militare si era, radicalmente, modificata. Nonostante le brillanti vittorie di Lettow-Vorbeck, nelle battaglie di Tanga e del Kilimangiaro (in seguito alle quali, i tedeschi erano penetrati in Kenya e Rhodesia) le poche migliaia di soldati tedeschi e di Askari non erano più in grado, di affrontare le soverchianti forze anglo-sudafricane, belghe e portoghesi.16

16 Il 9 marzo 1916, la Germania dichiarò guerra al Portogallo, a causa dell’appoggio logistico, fornito dal paese iberico al Regno Unito, suo tradizionale alleato, sin dal medioevo.

Soldati Askari (foto di Walther Dobbertin, in Bundesarchiv, da Wikipedia) Il 29 luglio 1916, il generale sudafricano Jan Smuts occupò Dodoma, interrompendo i collegamenti ferroviari, fra le principali città del paese e, due giorni dopo, la produzione della zecca cessò. Dopo la battaglia del Lago Tanganyika, con la quale gli anglo-belgi ottenevano il controllo del nord-ovest del paese, le forze dell’Intesa iniziarono a premere verso sud. Il Ruanda-Urundi fu occupato, nell’estate del ’16, mentre il 19 settembre, truppe belghe entrarono a Tabora. Le forze britanniche presero il controllo della capitale e delle coste ed i portoghesi invasero i territori più meridionali. La autorità belghe recuperarono le 1.500 monete, che Schumacher aveva depositato presso la Banca di Tabora, mentre i britannici scovarono 39 delle 40 monete, che l’ingegnere tedesco aveva con sé. Nel 1917 cessarono anche le ultime emissioni cartacee. Il margine di manovra di Lettow-Vorbeck era sempre più ridotte ma, nonostante ciò, le forze tedesche non capitolavano.

Bandiera coloniale del Reich (foto da Wikipedia) La situazione in Europa, però, era diventata insostenibile, per gli Imperi Centrali. Il blocco navale britannico aveva ridotto Germania ed Austria-Ungheria, alla fame; le razioni dei soldati dovettero essere ridotte, per sfamare la popolazione civile. Nel frattempo, gli Stati Uniti erano entrati in guerra, al fianco della Triplice Intesa, iniziando a sbarcare truppe fresche, sul fronte occidentale. Il conflitto non era più sostenibile. Il 14 agosto 1918, il comando supremo tedesco, riunito al Quartier Generale di Spa, escludeva la possibilità di mantenere l’iniziativa militare. Il 29 settembre, i Capi di Stato Maggiore Hindenburg e Ludendorff invitarono il governo, a chiedere l’armistizio, prima che le truppe nemiche invadessero il territorio del Reich. Ai primi di ottobre, iniziarono complesse trattative, ma la spallata finale arrivò dai soldati e dalla popolazione, esasperati dalle privazioni del conflitto. Il 29 ottobre si ammutinò la flotta a Wilhelmshaven; fra il 5 ed il 10 novembre la rivoluzione divampò, in tutte le principali città tedesche. La capitale insorse il 9 ed il Kaiser fuggì nei Paesi Bassi. Lo stesso giorno, fu proclamata la Repubblica, con a capo il Presidente del Partito Socialdemocratico (SPD) Friedrich Ebert. Il 10, si formò un nuovo governo (Consiglio dei Commissari del Popolo) che, per il tramite del deputato Erzberger, firmò l’armistizio, il giorno 11 novembre 1918. L’oscura profezia di Bismarck, si compiva: “ Jena arrivò vent’anni, dopo la morte di Federico il Grande; la catastrofe arriverà vent’anni dopo la mia dipartita”17

17 Taylor, A.J.P., Bismarck, The Man and The Statesman, Vintage Books Edition, New York, 1967, reprinted by arrangement with Alfred A. Knopf, Inc., p. 264.

Le operazioni belliche in Africa, però, continuavano e Lettow-Vorbeck si arrese, solo il 23 novembre (dopo che era pervenuta la conferma dell’armistizio). Le truppe dell’Intesa occuparono integralmente il paese, che cessava, de facto, di esistere. XIV. Trattati di pace. Fine della Deutsch-Ostafrika Nel gennaio del 1919, Lettow-Vorbeck, che il Kaiser aveva nominato generale, con uno dei suoi ultimi atti ufficiali, rientrò a Berlino, fra l’esultanza della folla. In un’epoca, nella quale non era ancora concepibile la sconfitta, mediata diplomaticamente, senza che le forze armate fossero realmente sopraffatte, il generale appariva come l’ultimo eroe nazionale. Il 2 marzo, gli venne tributata una parata della vittoria, sotto la Porta di Brandeburgo.

Lettow-Vorbeck alla parata, in suo onore (foto di Walther Dobbertin, 2 marzo 1919, in Bundesarchiv, da Wikipedia) Nel frattempo, il 18 gennaio si era aperta la Conferenza della Pace, nella Sala degli Specchi del Castello di Versailles. Data e luogo non erano stati scelti a caso… lì, precisamente quarantotto anni prima, i principi tedeschi avevano offerto a Guglielmo I, la corona di Imperatore del Deutsches Reich. Le condizioni, imposte dai governi alleati, erano pesantissime, tanto da indurre il Ministerpräsident Philipp Heinrich Scheidemann, a dimettersi, piuttosto che avallare il trattato, che fu, comunque, firmato il 28 giugno 1919, sotto la presidenza di Gustav Adolf Bauer.

Il trattato fu durissimo, si potrebbe dire spropositato, rispetto ad analoghe situazioni precedenti. L’ottusità dei governi occidentali (in particolare della Francia revanscista) nel pretenderne l’integrale applicazione, avrebbe avvelenato, pesantemente, la vita politica ed economico-sociale della Germania, per tutta la durata della cosiddetta Repubblica di Weimar, contribuendo al fallimento di questa esperienza.

Testo del Trattato di Versailles (foto da Wikipedia)

Con l’imposizione della rinuncia a tutte le colonie, da parte della Germania, terminava l’esperienza coloniale tedesca e, in particolare, la breve storia della Deutsch-Ostafrika. Il territorio del paese fu smembrato ed affidato alle potenze vincitrici, dalla neonata Società delle Nazioni.

L’ex-impero coloniale tedesco. Nei colori rosso e giallo, gli stabilimenti persi, prima della nascita dell’Impero; in colore blu le cessione, seguite al trattato di Versailles (foto da Wikipedia). Il piccolo Triangolo di Kionga fu annesso all’Africa Orientale Portoghese, l’odierno Mozambico, divenuto indipendente, solo nel 1975. Il Ruanda-Urundi passò, sotto mandato della Società delle Nazioni, al Belgio, fino alla sua indipendenza, nei due stati separati di Ruanda e Burundi, nel 1962. La maggior parte del Tanganyika fu affidata, sempre in mandato, al Regno Unito, che vi costituì un protettorato.

Bandiera del Territorio del Tanganyika (foto da Wikipedia) L’Italia, esclusa dalla spartizione, fu “compensata”, con la cessione di alcuni territori britannici e francesi, ai confini con la Somalia e la Libia, stante il rifiuto del Portogallo, ad accondiscendere alla stravagante richiesta italiana … la cessione dell’Angola! XV. Post finem La guerra e le sue conseguenze, più o meno dirette, incisero profondamente sulle strutture statali, dei paesi sconfitti ed anche sulle vite stesse, di milioni di persone. Fra queste, naturalmente, anche gli ultimi protagonisti della nostra storia. Carl Peters, già caduto in disgrazia a seguito dei processi subiti, nel 1897, per la violenta repressione coloniale, trascorse gli ultimi anni scrivendo testi di vario genere, fra cui i resoconti delle sue esplorazioni. Fu riabilitato dal Kaiser, che gli assegnò una pensione ed il titolo onorifico di Commissario Imperiale, ma non sopravvisse al conflitto e morì a Bad Hazburg, il 10 settembre del 1918. Vent’anni dopo la sua morte, fu un decreto personale di Adolf Hitler a riabilitarne l’operato. Il Kaiser Guglielmo II trascorse la sua vecchiaia nei Paesi Bassi, dove aveva ottenuto asilo politico, in cambio della completa astensione da ogni attività politica. Evitò, così, il processo, che gli alleati volevano intentare, contro di lui, in qualità di criminale di guerra. Morì a Doorn, il 4 giugno 1941. L’ultimo cancelliere imperiale, Massimiliano di Baden, si ritirò a vita privata e morì a Salem, il 6 novembre 1929. Il Ministro-Presidente del Reich Philipp Scheidemann, che rifiutò di avallare il Trattato di Pace, rimase in politica, senza incarichi di particolare prestigio e fuggì in Danimarca (dopo la presa del potere da parte dei nazisti) dove morì, il 29 novembre 1939.

Il suo successore, Gustav Bauer, sotto il cui governo fu ufficializzata la fine dell’Africa Orientale Tedesca, ricoprì altri incarichi ministeriali, dopo un periodo di allontanamento, seguito ad un celebre scandalo di corruzione. Morì a Berlino, il 16 settembre 1944. Il Presidente Friedrich Ebert, già primo cancelliere della Repubblica, mantenne la sua carica, sino alla morte, avvenuta il 28 febbraio 1925, nella capitale. Heinrich Schnee, ultimo governatore della colonia, fu eletto deputato al Reichstag, per il Partito Popolare Tedesco (DVP). In seguito, aderì al nazismo e fu deputato, per il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi (NSDAP) dal 1933 al 1945 e fondatore della Lega Coloniale Tedesca. Morì a Berlino, il 23 giugno 1949. Il generale Paul Emil von Lettow-Vorbeck si spese in favore dei reduci tedeschi e dei “suoi” askari, per i quali aveva emesso certificati di credito, presso la Deutsch-Ostafrikanische Bank.18 Divenne un attivista politico di destra e deputato al Reichstag, per il Partito Popolare Tedesco-Nazionale (DNVP) dal 1929 al 1930. Si oppose ai nazisti, che avrebbero voluto usarlo, come un’icona della fierezza germanica. Dopo la seconda guerra mondiale, si ritirò a vita privata e visitò, per l’ultima volta, il Tanganyika. Qui, ricevette una calorosa accoglienza, dai reduci sopravvissuti al conflitto e gli onori militari, dai vecchi avversari britannici. Morì ad Amburgo, il 9 marzo 1964. XVI. Sussulti coloniali ed epilogo La Repubblica di Weimar viveva la sua difficile stagione, compressa fra i moti rivoluzionari di destra e di sinistra. La crisi economica imperversava, fornendo un terreno fertile alla propaganda demagogica. Come in altri paesi sconfitti o, genericamente, insoddisfatti (quale, ad esempio, l’Italia) si moltiplicavano le istanze per una revisione del trattato di pace. La propaganda nazionalista mirava ad ottenere, in primis, la restituzione dei territori nazionali, ceduti ai vincitori. Per la Germania, però, c’erano state anche le colonie…

18 Solo dopo la morte del generale, il governo della Repubblica Federale Tedesca iniziò ad indennizzare i reduci askari.

Un notgeld da 75 pfennig, emesso a Berlino, con l’immagine di Lettow-Vorbeck. Sotto al volto del generale, si legge “Gedenkt unserer kolonien” (Ricordate le nostre colonie) (foto dalla rete) Già a partire dal 1923, sorsero le prime organizzazioni filo-coloniali, fra le quali, emerse la Koloniale Reichsarbeitsgemeinschaft, fondata nel 1925. Con l’avvento del regime nazista, tali associazioni trovarono anche l’appoggio politico, del governo. La Koloniale Reichsarbeitsgemeinschaft si fuse con altre associazioni minori, dando vita al Reichskolonialbund (Lega Coloniale Tedesca) sotto l’azione di Heinrich Schnee, ultimo governatore dell’Africa Orientale Tedesca. Presieduta da Franz Ritter von Epp, vecchio ufficiale imperiale, la “Lega” fu inglobata all’interno del Partito Nazionalsocialista. L’ufficio Politico Coloniale del partito aveva, come obiettivo primario, la ricostituzione di un impero, ancor più vasto del precedente.

Stendardo della Reichskolonialbund, che unisce la vecchia bandiera della Deutsch-Ostafrikanische Gesellschaft, con il simbolo del Partito Nazionalsocialista (foto da Wikipedia)

Luglio 1940, la guerra si è spostata sul fronte occidentale. Le armate tedesche hanno invaso la Francia, che si è arresa il 22 giugno. Il Regno Unito si trova, solo, ad affrontare le forze dell’Asse. Il Führer invia la sua offerta di pace al governo britannico, in modo da poter muovere guerra all’URSS, coprendosi le spalle. La richiesta principale è quella di riconoscere le conquiste tedesche all’est, come all’ovest e la restituzione delle colonie, perse nel 1919. La risposta del Prime Minister Winston Churchill è più orgogliosa, che spocchiosa… Stante il mancato accoglimento delle richieste britanniche (la resa incondizionata della Germania!!!) l’offerta di pace è rifiutata, il 22 luglio 1940. Sarà questo l’ultimo sussulto coloniale tedesco. Nel 1943, il Reichskolonialbund viene sciolto e nessuna istanza espansionistica potrà seguire la disfatta del 1945. XVII. Conclusione. La Tanzania, oggi Il Territorio del Tanganyika divenne indipendente, come Reame del Commonwealth, nel 1961 e repubblica, nel 1962. Nel 1964, si fuse con Zanzibar, dando vita alla Repubblica Unita di Tanganyika e Zanzibar, poi Tanzania.

Bandiera del Tanganyika indipendente (foto da Wikipedia) Dopo la grezza, ma ingegnosa, attività della zecca di Tabora, non furono più coniate monete, in Tanzania, rendendo quell’esperienza un unicum, nella storia del paese. Con il mandato britannico, iniziarono a circolare le monete dell’Africa Orientale britannica e, dopo l’indipendenza, fu adottato lo scellino tanzaniano. Le monete furono fatte coniare dalla Royal Mint di Londra, che rimane, ad oggi, il fornitore ufficiale della Repubblica.

In questa moneta da 1 Scellino dell’Africa Orientale, l’iconografia del rovescio non è troppo diversa da quella del Tabora Pound (foto da collezione personale). Che Vogt si sia ispirato a questa moneta, preesistente?

Moneta da 5 scellini della Tanzania raffigurante il primo Presidente della Repubblica, Julius Kambarage Nyerere e la sede della Banca Nazionale di Tanzania (foto concessa da Worldcoingallerey.com)

Moneta da 1 Scellino (foto da collezione personale)

Ancora gli elefanti, raffigurati su questa moneta da 100 scellini (foto concessa da Worldcoingallery.com)

Bandiera della Tanzania (foto da Wikipedia)

Appendice19 Elenco dei Capi di stato del Deutsches Reich 1871 - 1925 Imperatori di Germania e re di Prussia Guglielmo I (Wilhelm Friedrich Ludwig von Hohenzollern) Nato a Berlino, il 22.3.1797 Principe ereditario di Prussia, dal 16.11.1797

Rappresentante del sovrano, invalido, dal 1857 Principe reggente, dal 1858

Re di Prussia, dal 2.1.1861 Incoronato a Königsberg, il 18.10.1861 Proclamato Imperatore di Germania a Versailles (Francia) il 18.1.1871

Morto a Berlino, il 9.3.1888

Federico III (Friedrich Wilhelm Nikolaus Karl von Hohenzollern) Nato a Potsdam, il 18.10.1831 Principe ereditario di Prussia dal 2.1.1861 Principe ereditario di Germania dal 18.1.1871 Imperatore e re, dal 9.3.1888 Morto a Potsdam, il 15.6.1888 Guglielmo II (Friedrich Wilhelm Viktor Albrecht von Hohenzollern) Nato a Berlino, il 27.1.1859 Principe ereditario di Germania e di Prussia dal 9.3.1888 Imperatore e re, dal 15.6.1888 Abdica dal titolo di imperatore (decisione non formalizzata) il 9.11.1918

Deposto de facto, il 9.11.1918 Abdica, ufficialmente, il 28.11.1918

Morto a Huis Doorn (Paesi Bassi) il 4.6.1941

Carica di Capo dello Stato vacante Dal 9.11.1918 al 11.2.1919 Presidente del Reich Friedrich Ebert Nato a Heidelberg, il 4.2.1871 Segretario generale del Sozialdemokratische Partei Deutschlands (SPD) dal 1905 Co-presidente del Sozialdemokratische Partei Deutschlands (SPD) dal 1912 Membro del Governo del Reich, dall’ottobre del 1918 Cancelliere del Reich, dal 9.11.1918 al 10.11.1919

19 I dati biografici salienti e, in particolare, le date di inizio e fine mandato sono tratte, principalmente, da:

The Electors of Brandnburg, Kings of Prussia, German Kaisers, Edition Rieger, Karwe, 2005. Worldstatesmen.org Wikipedia.de

Co-Presidente del Consiglio dei Rappresentanti del Popolo, dal 10.11.1918 al 11.2.1919 Presidente del Reich, dal 11.2.1919 al 28.2.1925 Morto a Berlino, il 28.2.1925

Elenco dei Capi di Governo del Deutsches Reich 1871 - 1920 Cancellieri Imperiali Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen Nato a Schönhausen, il 1.1.1815 Ministro-Presidente di Prussia, dal 23.9.1862 al 1.1.1873 Conte di Bismarck-Schönhausen, dal 1865 Ministro degli esteri di Prussia, dal 23.11.1862 al 20.3.1890 Ministro-Presidente di Prussia, dal 9.11.1873 al 20.3.1890 Cancelliere Federale della Confederazione Tedesca del Nord, dal 1867 al 1871 Principe von Bismarck, dal 1871 Cancelliere del Reich, dal 21.3.1871 al 20.3.1890

Duca di Lauenburg, dal 1890 Morto a Friedrichsruh, il 30.7.1898

Georg Leo Graf von Caprivi di Caprara di Montecuccoli Nato a Charlottenburg (Berlino) il 24.2.1831 Cancelliere del Reich, dal 20.3.1890 al 26.10.1894 Ministro-Presidente di Prussia, dal 20.3.1890 al 23.3.1892 Ministro degli Esteri di Prussia, dal 20.3.1890 al 29.10.1894 Conte (Graf) dal 1891 Morto a Skyren, il 6.2.1899 Chlodwig Karl Victor zu Hohenlohe-Schillingsfürst Nato a Rotenburg an der Fulda, il 31.3.1819 Principe di Hohenlohe-Schillingsfürst Principe di Ratibor e Corvey Primo Ministro di Baviera, dal 1866 al 1870 Ministro degli Esteri del Reich, dal 20.4.1880 al 1.9.1880

Luogotenente Imperiale in Alsazia-Lorena, dal 1885 al 1894 Cancelliere del Reich e Ministro-Presidente di Prussia, dal 29.10.1894 al 17.10.1900

Morto a Bad Ragaz (Svizzera) il 6.7.1901 Bernhard Heinrich Martin Karl von Bülow Nato a Klein Flottbek, il 3.5.1849 Ministro degli Esteri di Prussia dal 19.10.1897 al 10.7.1909

Ministro degli Esteri del Reich, dal 20.10.1897 al 23.10.1900 Conte, dal 1899

Cancelliere del Reich e Ministro-Presidente di Prussia, dal 17.10.1900 al 14.7.1909 Principe, dal 1905 Morto a Roma, il 28.10.1929

Theobald Theodor Friedrich Alfred von Bethmann Hollweg Nato a Hohenfinow, il 29.11.1856

Ministro degli Interni di Prussia, dal 1905 al 1907

Ministro degli Interni del Reich, dal 1907 al 1909 Cancelliere del Reich, Ministro-Presidente di Prussia e Ministro degli Esteri di Prussia, dal 14.7.1909 al 13.7.1917

Morto a Hohenfinow, il 1.1.1921 Georg Michaelis Nato a Haynau, il 8.9.1857

Sottosegretario al Ministero del Tesoro di Prussia, dal 1909 Cancelliere del Reich, dal 14.7.1917 al 1.1.1917 Ministro-Presidente di Prussia, dal 14.7.1917 al 2.12.1917 Primo Presidente della provincia prussiana di Pomerania, dal 1.1.1918 al 31.3.1919

Aderisce al Deutschnationale Volkspartei (DNVP) dopo la fine del cancellierato Morto a Bad Saarow, il 21.7.1936 Georg Friedrich Graf von Hertling Nato a Darmstadt, il 31.8.1843 Conte Segretario del Deutsche Zentrumspartei (Z) nel 1909 Ministro-Presidente della Baviera dal 1912 al 1917 Cancelliere del Reich, dal 1.1.1917 al 30.9.1918 Ministro degli Esteri di Prussia, dal 16.7.1917 al 2.12.1917 Ministro-Presidente di Prussia, dal 2.12.1917 al 30.9.1918 Morto a Ruhpolding, il 4.1.1919 Prinz Maximilian Alexander Friedrich Wilhelm von Ba den Nato a Baden-Baden, il 10.7.1867 Principe ereditario del Baden, dal 28.9.1907

Cancelliere del Reich, Ministro-Presidente di Prussia e Ministro degli Esteri di Prussia, dal 3.10.1918 al 9.11.1918 Capo della Casa di Baden, dal 9.8.1928 Morto a Salem, il 6.11.1929

Cancellieri della Repubblica, Presidenti del Consiglio dei Rappresentanti del Popolo, Ministri-Presidenti Friedrich Ebert Vedi sopra (Elenco dei Capi di Stato del Deutsches Reich) Hugo Haase Nato a Allenstein, il 29.9.1863 Co-Presidente del Sozialdemokratische Partei Deutschlands (SPD) dal 1911 al 1916

Presidente del Unabhängige Sozialdemokratische Partei Deutschlands (USPD) dal 1917 al 1919 Co-Presidente del Consiglio dei Rappresentanti del Popolo, dal 10.11.1918 al 29.12.1918

Morto a Berlino, il 7.11.1918 Philipp Heinrich Scheidemann Nato a Kassel, il 26.7.1865 Membro del Governo del Reich, come esponente del SPD, dall’ottobre del 1918 Co-Presidente del Consiglio dei Rappresentanti del Popolo, dal 29.12.1918 al 7.2.1919

Ministro-Presidente del Reich, dal 13.2.1919 al 20.6.1919 Si dimette il 20.6.1920, rifiutando la firma del Trattato di Versailles Esule in Danimarca, dal 1933, in seguito alla presa del potere da parte di Adolf Hitler Morto a Copenaghen (Danimarca) il 29.11.1939 Gustav Adolf Bauer Nato a Darkehmen, il 6.1.1870 Ministro del Lavoro del Reich, come esponente del SPD, dall’ottobre del 1918 Ministro-Presidente del Reich, dal 21.6.1919 al 14.8.1919 Il 28.6.1919, firma il Trattato di Versailles Cancelliere del Reich, dal 14.8.1919 al 26.3.1920 Ministro dei Trasporti del Reich, come esponente del SPD, nel 1920 Vice-Cancelliere del Reich, dal 1921 al 1922 Morto a Berlino, il 16.9.1944 Commissari e Governatori dell’Africa Orientale Tedesca Carl Peters Nato a Neuhaus sull’Elba, il 27.9.1856 Fonda la Società per la Colonizzazione Tedesca, il 20.3.1884 Fonda la Società Tedesca per l’Africa Orientale, nel 1885 Amministratore della Società Tedesca per l’Africa Orientale, dal1885 Commissario del Reich per l’Africa Orientale Tedesca, dal 27.5.1885 al 8.2.1888 Impiegato all’Ufficio Coloniale del Reich, dal 1893 al 1895 Condannato per abuso di potere, nel 1897, in seguito alle repressioni coloniali Morto a Bad Harzburg, il 10.9.1918 Hermann Wilhelm Leopold Ludwig Wissmann Nato a Francoforte sull’Oder, il 4.9.1853 Commissario del Reich per l’Africa Orientale Tedesca, dal 8.2.1888 al 1.1.1891 Governatore dell’Africa orientale Tedesca, dal 25.4.1895 al 3.12.1896 Morto a Weißenbach bei Liezen, il 15.6.1905 Julius Freiherr von Soden Nato a Ludwigsburg, il 5.2.1846 Alto Commissario per il Togo, nel 1884 Governatore del Camerun, dal 1885 al 1891

Governatore dell’Africa Orientale Tedesca, dal 21.2.1891 al 15.9.1893 (con Rüdiger, facente funzioni, nel 1891)

Capo di Gabinetto e Ministro degli esteri del Württemberg, dal 1899 al 1900 Morto a Tübingen, il 2.2.1921 Friedrich Rabod Freiherr von Schele Nato a Berlino, il 15.9.1847 Governatore dell’Africa Orientale Tedesca, dal 15.9.1893 al 25.4.1895

Morto a Berlino il 20.7.1904 Eduard Wilhelm Hans von Liebert Nato a Rendsburg, il 16.4.1850 Governatore dell’Africa Orientale Tedesca, dal 3.12.1896 al 12.3.1901

Morto a Tscheidt, il 14.11.1934 Gustav Adolf Graf von Götzen Nato a Schloß Scharfeneck, il 12.5.1866 Governatore dell’Africa Orientale Tedesca, dal 12.3.1901 al 15.4.1906 Morto ad Amburgo, il 2.12.1910 Georg Albrecht Julius Heinrich Friedrich Carl Ferdi nand Maria Freiherr von Rechenberg Nato a Madrid (Spagna) il 15.9.1861 Governatore dell’Africa Orientale Tedesca, dal 15.4.1906 al 22.4.1912 Morto a Berlino, il 26.2.1935 Heinrich Albert Schnee Nato a Neuhaldensleben, il 4.2.1871 Governatore dell’Africa Orientale Tedesca, dal 22.4.1912 al 14.11.1918 Decade ufficialmente dalla carica, nel 1919, con la ratifica del Trattato di Versailles Morto a Berlino, il 23.6.1949 Residenti tedeschi per il Wituland Gustav Denhardt Nato a Zeitz, il 16.6.1856 Residente tedesco per il Deutsch Witu, dal 8.4.1885 al 1.7.1890 Morto a Lipsia, il 17.7.1917 Clemens Denhardt Nato a Zeitz, il 3.8.1852 Rappresentante del fratello Gustav, residente tedesco, dal 8.4.1885 al 1.7.1890 Morto a Bad Sulza, il 7.6.1929 Cronologia degli eventi salienti 1871, 18 gennaio. Nella sala degli spechi di Versailles, i principi tedeschi offrono al Re di Prussia, Guglielmo I, la corona di imperatore del Deutsches Reich. 1884. Carl Peters e Felix Wilhelm Leonhard Graf Behr-Bandelin fondano la Deutsch-Ostafrikanische Gesellschaft. Inizia la colonizzazione dell’Africa Orientale. 1885, 27 febbraio. Con la Patente Imperiale, nasce la Deutsch-Ostafrika. 1885, 27 maggio. Nasce il protettorato del Deutsch Witu. 1887, 10 dicembre. Viene fondata la Deutsche Kolonialgesellschaft. 1888. La “Società“ assorbe la Società tedesca per il Wituland. 1889. Repressione della Rivolta di Abushiri. 1890. Licenziamento del Bismarck. Leo Von Caprivi è il nuovo cancelliere. Trattato anglo-tedesco di Helgoland-Zanzibar. La “Società“ acquisisce il diritto di battere moneta. 1890, 1 luglio. Il Wituland è ceduto al Regno Unito. 1890 – 1902. Prima monetazione. 1891. Fondazione della Alldeutscher Verband. Il governo tedesco assume il controllo diretto della colonia. Gustav Adolf von Götzen è il primo governatore. 1900, 10 settembre. Nasce la Deutsch-Ostafrikanische Bank.

1904, 28 febbraio. Decimalizzazione della valuta. Al governo della colonia viene conferito l’incarico di battere moneta. 1904 – 1914. Seconda monetazione. 1905. La Deutsch-Ostafrikanische Bank, ottiene l’incarico di emettere banconote. Rivolta Maji Maji e repressione. Riforme amministrative e fiscali. 1905 - 1912. Emissione di banconote, da parte della Deutsch-Ostafrikanische Bank. 1911. Fondazione della Handelsbank für Ostafrika. 1914. Scoppia la Prima Guerra Mondiale. 1915 – 1917. Emissioni di banconote di emergenza (Interims Banknote). 1916. A Tabora viene creata una zecca improvvisata. Emissione di monete di emergenza. Tabora Pound. Belgi e britannici occupano le città più importanti del paese. 1918, 11 novembre. La Germania firma l’armistizio; le truppe dell’Intesa occupano la colonia. 1919, 28 giugno. Viene firmato il Trattato di Versailles. L’Africa Orientale Tedesca cessa di esistere. Bibliografia essenziale e principali fonti fotografiche. Atlante Storico Garzanti, Garzanti Editore, 1994. Barret Whale, P., Joint Stock Banking in Germany, A Study of the German Creditbanks Before and After the War, Frank Cass and Company Limited, London, 1930. Banknoteworld.com Bundesarchiv.de Calendario Atlante De Agostini 1912,Istituto Geografico De Agostini, Novara. Crankshaw, Edward, Otto Von Bismarck e la nascita della Germania moderna, Mursia, Roma, 1988. Deeken, Matthias, Das Geldwesen der deutschen Kolonien, Münster in Westfalen, 1913. deWardt Lane, Roger, Encyclopedia of Small Silver Coins, second edition, 2007. Gann, L.H. & Duignan Peter, The Rulers of German Africa 1884-1918, Stanford University Press, Stanford, 1977. Henderson, William Otto, Studies in German Colonial History, Frank Cass and Company Limited, London, 1976. Illife, John, Tanganyka under German Rule 1905-1912, Cambridge University Press, London, 2009. Jones, Geoffrey, Banks as multinationals, Routledge, Londra, 1990. Meyer, Claus-Peter, Das Geld-, Bank- und Währungswesen im ehemaligen deutschen Schutzgebiet Deutsch-Ostafrika, Verlag Augustinus Buchhandlung, Aachen, 1996; in MünzenRevue 5/2004. Sandrock, John Edgar, A monetary History of German East Africa, in Thecurrencycollector.com. Sankey, John, The Tabora Gold Coin, in Tanzanian Affairs, Britain-Tanzanian Society, n. 88 – Sept. – Dec. 2007, basato su Yonge, D.D., in Tanganyika Notes and Records Number 62, March 1964. Schulze, Hagen, Storia della Germania, Donzelli Editore, Roma, 2000. Staatsbibliothek-berlin.de Standard Catalog of World Coins 1801-1900, kp books, 2004. 2010 Standard Catalog of World Coins 1901-2000, Krause Publications, 2009. Scholz Frank, Das Kolonialgeld Deutsch – Ostafrika“. Zusammenfassung eines Vortrages von Frank Scholz anlässlich des DGW-Sammlertreffens in Zeuthen am 12.04.2008, da dgwev.de.Taylor, A.J.P., Bismarck, The Man and The Statesman, Vintage Books Edition, New York, 1967, reprinted by arrangement with Alfred A. Knopf, Inc., p. 264. The Electors of Brandnburg, Kings of Prussia, German Kaisers, Edition Rieger, Karwe, 2005. Wikipedia.de

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