It.wikipedia.org Wiki Selene
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Selene, Hesperos, Phosphoros, Louvre,
Parigi
Sebastiano Ricci, Selene e
Endimione, Londra, Chiswick
House
Selene
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Nelle religioni dell'Antica Grecia Selene (in greco
, "luna"; etimo: "la risplendente"[1]) la dea della
Luna, figlia di Iperione e Teia, sorella di Elio (il Sole) ed
Eos (l'Aurora).
Selene la personificazione della Luna piena, insieme ad
Artemide (personificazione della Luna crescente) e ad
Ecate (personificazione della Luna calante). Similmente,
viene associata al satellite anche nella mitologia romana[2]; proprio a Roma, sull'Aventino, si trovava il tempio
della Luna.
La dea viene generalmente descritta come una bella
donna con il viso pallido, che indossa lunghe vesti fluide
bianche od argentate e che reca sulla testa una luna
crescente ed in mano una torcia. Molte rappresentazioni la
raffigurano su un carro trainato da buoi o su una biga tirata da
cavalli, che insegue quella solare. Le si attribu una relazione
con Zeus, dal quale ebbe Pandia ed Ersa (la rugiada) ed un'altra
con Pan, che per sedurla si travest con un vello di pecora bianca
e Selene vi sal sopra.
Un altro mito che la riguarda quello dell'amore per Endimione,
re dell'Elide. Selene si innamor del bellissimo giovane.
Secondo i Greci, poi, questi fu condannato da Zeus ad un sonno
di 30 anni, da scontare in una grotta del monte Latmo, in Asia
Minore; la sua innamorata lo andava a trovare ogni notte.
Secondo il mito romano, invece, Selene vide in una grotta un
giovane addormentato, appunto Endimione, e se ne innamor
perdutamente. Da questo grande amore vennero alla luce ben
cinquanta figli; ma Selene non sopportava l'idea che un giorno il
suo amante potesse morire, e lo fece sprofondare in un sonno
eterno per poi andare a trovarlo ogni notte. Endimione dormiva
con gli occhi aperti, per poter vedere l'apparizione della sua
donna.
Altre versioni meno romantiche della storia sostengono che
Endimione avesse chiesto a Zeus di dormire per non perdere la
sua giovanile bellezza, o addirittura per evitare
che Selene rischiasse un'ulteriore gravidanza.
Fonti
Pseudo-Apollodoro 1.2.2
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07/08/2013http://it.wikipedia.org/wiki/Selene
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Selene, Pergamonmuseum, Berlino
Esiodo, Teogonia 371
Nonno di Panopoli, Dionysiaca 48.581 Pausania, Periegesi della Grecia V 1.4 Strabone, Geografia, XIV 1,6
Marco Tullio Cicerone,De natura deorum, II,27
Agostino di Ippona, La citt di Dio, IV,23
Note
1. ^ Secondo i pi (Chantraine, Frisk, Carnoy:
G.R.I.M.M. (http://demgol.units.it/lemma.do?id=43)): personalizzazione di selas (splendore,
probabile radice indoeuropea SWEL, bruciare [1] (http://www.etymonline.com/index.php?
term=Selene)); oppure (ad es. Pianigiani [2] (http://www.etimo.it/?term=selene)) da selas + nea(nuovamente splendente).
2. ^ Augustinus, "De Civitate Dei contra paganos" IV,23 [3](http://www.augustinus.it/italiano/cdd/index2.htm).
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