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25 0 ME TODI DI ANALI SI DI FR\. ' ME NTO, FARI N t• • PA E E PASTE ITT - SEMOLA PrelPvamPnW dei campiom: Per il prclevamento dei campioni valgono le norme indicate per la farina . Analisi. l) Determinazione del glutine. - 25 g di semola si impa s tano in un mor- taio con circa mi l 5 della soluzione adop erata per la farina (vedi Il, 7), ri scal- data a 40° C. Si lavora l'impa s to a lungo ed energic ame nte in modo da ott r- ner e una pa s ta bent' amalgamata. Si lascia riposart• per circa 40 minuti entro il mo rtaio ric op e rto con vetro di orologio e si pro cede quindi a ll' estraziorw del glutine neUo stesso modo indi ca t o per la farina. 2) Determinazione dell' umidità . - Si esegue come indi cato per le farint· (II , 2), tenendo present e chf' con l'essicca mento a 105° C sono nr cessarit• circa 8 ore, mentre l'essiccame nto a 130° C d eve durare 90 minuti . 3) DeterminazionP dell' additò . - Si esegue come inclicato per le farirw (II , 14), ave ndo c ura però di rima cinare il ca mpioni' di se mola in mod o che esso pa ssi tutto attrav erso un seta cc-io di 1000 maglie/cm 2 4) Ricerca degli sfarinati di grano tenero . - Si esegue c ome sarà indi cato per le paste (V, A, 7) s ul campion e rimac'ina to in mod o che esso passi tutto attraverso un Sl' ta ccio di 700 maglie/ cm 2 n ma ssimo di ass orbimento deUa banda A non dovrà cad ere oltre 9,llf.L (1097,7 cm· 1 ). Il rapporto fra le arce non si considera. Tutte le altre determinazioni si eseguono appli cando i me todi indi cati per le fa rin e. Atm . / xl . :Su wr . .'illtt ilà ( 11107) 3, 23fo· 281L

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250 METODI DI ANALIS I DI FR\.' ME NTO, FARIN t • • PA E E PAST E

ITT - SEMOLA

PrelPvamPnW dei campiom:

Per il prclevamento dei campioni valgono le norme indicate per la farina .

Analisi.

l) Determinazione del glutine. - 25 g di sem ola si impastano in un mor­taio con circa mi l 5 della soluzione adoperata per la farina (vedi Il, 7), riscal­data a 40° C. Si lavora l'impasto a lungo ed energicamente in modo da ottr ­nere una pasta bent' amalgamata. Si lascia riposart• per circa 40 minuti entro il m ortaio ricoperto con vetro di orologio e si procede quindi all'estraziorw del glutine neUo st esso modo indicat o per la farina.

2) Determinazione dell' umidità. - Si esegue come indicato per le farint· (II, 2) , tenendo presente chf' con l 'essiccamento a 105° C sono nrcessarit• circa 8 ore, m entre l'essiccamento a 130° C deve durare 90 minuti .

3) DeterminazionP dell'additò . - Si esegue come inclicato per le farirw (II, 14), avendo cura però di rimacinare il campioni' di semola in modo che esso passi tutto attraverso un setacc-io di 1000 maglie/cm 2 •

4) Ricerca degli sfarinati di grano tenero . - Si esegue come sarà indicato per le paste (V, A, 7) sul campione rimac'inato in modo che esso passi tutto attraverso un Sl' taccio di 700 maglie/cm2 • n massimo di assorbimento deUa banda A non dovrà cadere oltre 9,llf.L (1097,7 cm· 1) . Il rapporto fra le arce non si considera.

Tutte le altre det erminazioni si eseguono applicando i metodi indicati per le fa rine.

Atm. / xl . :Suwr . .'illtt ilà ( 11107) 3, 23fo· 281L

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IV - PANE

Prelevamento dei campioni

Per il pane debbono prelevarsi tre campioni di pani interi ed il prelievo deve essere fatto tra i quantitativi posti nei locali della vendita al pubblico. I campioni debbono essere scelti avendo riguardo alla media delle caratte­ristiche del pane poste nel locale di vendita al pubblico.

La quantit~ di pane non d8vrà in nessun caso essere inferiore a g 200 per ciascun campione. Si prelevino sempre pani interi. I campioni debbono involgersi in carta resist ente e vanno pesati al lordo con bilancia sensibile almeno al decigrammo.

P er la chiusura di questo primo involucro dovrà escludersi la ceralacca . Non si dovranno mai adoperare sacchetti di materiale plastico (poli­

t cne, polivinile e simili). t bene che anche il Laboratorio, al quale è inviato il campione per l'ana­

lisi di prima istanza, appena questo è arrivato, ne controlli il peso segna­landolo sull'etichetta, unitamente alla data di esecuzione della pesata.

Il peso di ciascun campione, oltre che sull'etichetta, deve anche essere segnato sul verbale di prelevamento. Inoltre il prelevatore deve segnare sul verbale di prelevamento la percentuale di lievito compresso impiegata nella confezione del pane prelevato.

I campioni posti in involucro vengono suggellati e firmati dal det entore del pan e o da chi lo rappresenta e da chi esegue il prelevamento.

A nalisi

Prima di iniziare l'analisi si pesa esattamente al lordo il campione p er st abilire così la eventuale perdita di acqua e t enerne conto nel calcolo.

l) Esame organolettico. - Si osservano : il grado di cottura, l' unifor­mità ed il colore della crosta, la porosità e l'elasticità della mollica, l'odore, il sapore, la presenza di muffe ecc. ·

2) Determinazione dell'umidità. - A seconda del peso della forma in esame, la determinazione verrà eseguita sull' intero campione o su parte di esso, non adoperando mai quantità inferiori a g 100.

Ann. l sl. Super, Sa11i lò ( 1967 ) 3 , 23:>·286 .

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252 METODI DI ANALISI DI FRUMENTO, FARINE, PA ' E E PAS1E

P er le varie determinazioni analitiche da compiersi la crosta e la mollica devono essere il più possibili' mantenute nello st esso rapporto in cui sono contenute nel pane.

Le forme di peso inferiore a g 200 si tagliano a piccoli pezzi , si raccol­gono accuratamente le briciole, si pesa, si secca in stufa a l05°C fino a cost anza di peso (12 ore circa) . A questo scopo rispondono bene scatolt' di alluminio munite di coperchio.

Le forme da g 200 a 400 si dividono in 2 parti uguali ; una di queste si tratta come sopra.

Le form t' da g 400 a g 800 si dividon o in 4 parti con taglio a croct> e la det erminazione si esegu e su una parte.

Le form e di oltre g 800 si dividono in 4 parti, se ne preleva una che si sud­divide in fette dello spessore di circa cm l. Su tali fette, prese alternativamente a partire da quella est erna e tagliate a piccoli pezzi, si esegue la determinazione.

Il calcolo del contenuto in umidità, va riferito al peso del pane all'atto del prelevamento.

3) Determinazione delle ceneri . - Il pane seccato per la determina­zione dell' acqua si macina fino alla grossezza di un semolino, si tiene per 2 ore in stufa a 105° C e si conserva b en chiuso in pesafìltri entro essiccatore a cloruro di calcio . Si procede diversamente a seconda che il pane sia o no salato.

a) Pane non contenente sale. - Si procede co~e p er la farina (II, 3) .

b) Pane contenente sale (1). - In una beuta della capacità di circa ml 400, si portano g 2-3 di pane secco e finem ente macinato, si aggiungono non m eno di ml 100 di acqua, ml 5 di acido nitrico concentrato ed un eccesso di soluzione N/ 10 di nitrato d'argento ; si riscalda lentamente e si mantien«' a leggera ebollizione per non più di una diecina di minuti, agitando di fre­quente : dopo raffreddamento si diluisce, se occorre, per attenuare il colore

t]

giallo e si titola l'eccesso di nitrato di argento con solfocianato di ammonio

N/10, usando come indicatore una soluzione satura a freddo di allume fer­rico acidificata con acido nitrico. Bisogna aver cura di non prolungare il riscal­damento oltre il necessario e di evitare una vivace ebollizione per impedire chr la soluzione si colori in giallo intenso, il che rende disagevole la titolazione.

A parte si pesano in una cap sula di platino o di porcellana, tarata in pesafiltro, g 5 di pane secco e macinato, si carbonizzano a piccola fiamma e si lasciano poi in muffola riscaldata a 5500-600o C per 6 ore. Si pesa di nuovo la capsula, si riprendono le ceneri con acqua acidificata con acido nitrico, si porta la soluzione in una beuta della capacità di circa mi 300, si aggiunge

( 1) R. INTONTI & D. R ENZI. A n11 . Chim. Appl., 39, 331 (1949).

Am1. /81. 81tJiCI'. Suni lù (1967) 3 , 235·285 .

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un eccesso di soluzione N/10 di nitrato di ar gento, si riscalda qualche minuto agitando e, dopo raffreddamento, si rititola con solfocianato. Per differenza si ha il cloro perduto durante l'incenerimento che si aggiunge al peso delle ceneri ; da questa somma si detrae il cloruro di sodio ottenuto nella deter­minazione eseguita direttamente sul pane ; si ha così il VQlore delle ceneri del pane esenti da cloruro di sodio.

A questo valore si deve apportare una correzione per tenere conto del­l'ossigeno entrato in combinazione; basterà a tal fine sottrarre (da questo valore) il prodotto ottenuto moltiplicando 2,24 per la quantità di cloro, espressa in grammi, perduta durante l'incenerimento di g 5 di pane secco.

Dalla percentuale cosi ottenuta occorre ancora sottrarre l'apporto do· vuto alle ceneri del lievito.

ESEMPIO

l) Cloruro di sodio in g 5 di pane secco . 2) Cloro in g 5 di pane secco . . . . . 3) Peso delle ceneri di g 5 di pane secco 4) Cloro nelle ceneri . . . . . . . . . 5) Cloro perduto (0,0654 - 0,0447) . . . 6) Ceneri + cloro perduto (0,1334 + 0,0207) 7) Ceneri + cloro perduto - cloruro di Bodio (0,1541 - 0,1078) 8) Ceneri, ma riferite a g 100 di pane secco . . . . . 9) Correzione per l'onigeno (0,9260 - 0,046) . . . . .

(81 sottrae U prodotto: 0,0207 per 2,24)

IO) Correzione per le ceneri del lievito (0,8800 - 0,040)

g 0,1078 • 0,065.ft • 0,1334 • 0,0447 • 0,0207 • 0,1541 • 0,0463 • 0,9260 • 0,8800

• 0,8400

4) DetenninazioM della ullulo&a. -:- Si esegue come per la farina sul pane seccato e macinato (Il, 9).

5) DeterminazioM dell'azoto. - Si esegue come per la farina (II, 8) sul pane essiccato all'aria e macinato.

6) DeterminazioM de&li zuccheri e della de&trina. - 10 g di pane seccato e macinato si agitano per qualche tempo in pallone tarato da m1 500 con ml 400 di acqua a temperatura ambiente, si porta a segno e si filtra. Su parti aliquote del filtrato si eseguono le determinazioni come per la farina (Il, 10 e 11).

7) DeterminazioM dell'acidità. - Si esegue come per la farina (II, 14) operando sulla mollica secca macinata.

8) Determina::ioM dell'estratto etereo (!) . - Si esegue sul pane seccato c macinato. L'estrazione non si può eseguire direttamente come per le farine non riuscendo essa completa.

( 1) A. CESARI & G. DE GruLJ. L'IIalia Il i Cereali, n . 452 (1958).

A""· /31. Super. Sar&ilà (1967) 3 , 235·285 .

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:!.1 1 METODI 01 AI\ALI~I DI FIHIMl-; 1\'TO, ~'ARI'd·: . I'A I\' 1. l·! I'A~TJ..

Si OIHTI come· segue· :

5 g di pa1w seccato all'aria .- macinato finc·mentr, S I pongono t'litro una beuta da mi 300 insicml' a 2;) mi di HCl N/ 1. Si porta la beuta, munita di refrigerante a ricadere. su bagnomaria bollt·nte• t• iv i la i ticnt per 30 min.

Trascorsi i 30 min. , si raffrt·dda, si ncutrali:1.za con H 40H e, dopo ultt'­rion raffreddamento, si aggiungono 20 mi di alcool <.:tilico al 95 %· Dopo aver bene agitato si filtra alla pompa su imbuto di Buchne' r prcparato come· segue : si adatta al fondo ddl' imbuto un disco di carta da filtro da quanti­tativa (fascia nera) di egual diametro. Sul disco di carta , sotto blanda aspi­razione', si versa una sospension<· acquosa preparata con g 5 di farina di dia­tomee lavata e sgrassata, in modo ehC' si formi sul fond o uno strato di spes­son· uniformc.

Aume•ntata l'aspiraziont' , si vcrsa a poco a poco l' idrolisato sul tillro, lavando accuratamente· la beuta con acqua fredda ; la beuta si tiene· quindi da parte . In circa 30 min. si riesce· a ottcnen· un residuo umido e compatto che, con l' ausilio di una spatola, ~i trasferisce quantitati vamcnte in una cap­sula. Il residuo viene quindi mcseolato intimamentl' cou Na 2S0 4 anidro polverulento sino a ottenere una massa granulare asciutta, che si lascia riposare in essiccatore pt-r 2 ore (circa g 30 di solfato sodico anidro sono in gru ere su fficit'nti).

La massa si pone quindi in ditalt' da e•straziont· , che· si chiude con O\ a tta e si a vvolge in carta da filtro pure sgrassata, formando un in volto ch1' si ll'ga strettamente con filo metallico. L'in volto così preparato si trasferisc(• in Soxhlet c si estrae con eten· etilico, a vendo cura di lavan· con il solvente la beuta nella quale è stata effettuata l' idrolisi. 5 ore di estrazione continua sono sufficienti.

Il pallon cino nel quale si raccoglie· il liquido di estraziont· r che era st a to preventiva mente tarato dopo essiccamento in stufa a ] OOoC, fatto distil­lare il solvente, si secca in stufa a 900 ~- per un 'ora e, dopo raffredda meuto in essiccatore a cloruro di calcio, si ripesa. Dalla differenza tra le due pesate· si ha la quantità di grasso contenuta in g 5 di prodotto, quantità che· si ri­porta poi a 100 parti di sostanza secca.

9) Ricerca di tensioattivi poliossietilenici (1) . - 25 g di pane macinato (~) si trattano in pallone con refri gerante a ricade•rc per 30 minuti su bagno­maria bollente con 50 mi di alcool isopropilico . Si filtra a caldo per filtro a

( 1) F . .M ui\'TO~ I , C. lA CO BELLt-T URI & G. D E GIULI. Ra.~s. Chin1 .. 11 , fa~c. 4. 17 ( 1959). (2) Il quantitntivo di paue può naluralment!' varin re in pii• o in m eno a se•conda d el su o

contenu to in grasso. La quantità di alcool isop ropili<'o da usa re p<'r l't'~lruz ion !' varierà anche essa in proporzione.

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PANE 255

pieghe e si evapora in capsula su bagno-maria fino aU'eliminazione deU'alcool isopropilico. Il residuo si riprende con· lO ml di etere di petrolio che si tra· vasano in imbuto separatore, quindi si lava la capsula con 10 ml di acqua che si aggiungono nell'imbuto separatore e di nuovo, alternativamente per due volte con 5 ml di etere di petrolio e 5 ml di acqua. Dopo agitazione si lasciano separare entro l'imbuto separatore le due fasi e si raccoglie quella acquosa. L 'estratto acquoso si concentra in capsula su bagno-maria sino al volume di 2 ml che, in provetta, si trattano con 2 ml di soluzione satura di cloruro mercurico. La formazione del precipitato, dopo un' intorbidamento iniziale, è talvolta piuttosto lenta perchè la quao.tità di t ensioattivo estratta è piccola, ma nel t ermine di due o tre ore si osserva chiaramente il precipi­tato raccolto su fondo della provetta. La conferma della natura del pre­cipitato si effettua constatandone la solubilizzazione per aggiunta di cloruro sodico cristallizzato.

(\

Si noti che spesso il precipitato ottenuto dai tensioattivi estratti dal pane è leggermente colorato in giallo paglierino, forse per effetto della cottura.

lO) Delerminazione del maltosio (1). - In un palloncino tarato da 200 ml si pongono IO g di pane, seccato all'aria e finemente macinato e IOO-I50 mi di acqua a 400 C ; il tutto si mantiene, agitando di tanto in tanto, in ter­mostato a 40o C per mezz'ora ; si aggiungono 5 ml di soluzione di ferrocianuro di potassio (contenente 15 g di sale cristallizzato in 100 mi), agitando e raf­freddando prima di portare a volume e si filtra. Sul liquido cosi ottenuto si det erminano gli zuccheri riduttori e si calcolano in maltosio, riferendoli a 100 parti di sostanza secca. Per questa determinazione di zuccheri si può ricorrere al metodo volumetrico di Fehling eseguito su IO mi di soluzione di Fehling diluito con 40 mi di acqua in presenza di bleu di metilene.

Esame microscopico

Nel pane, a causa de] processo di fermentazione e della cottura, la forma dei granuli di amido viene notevolmente modificata. I granuli infatti si ci­gonfiano e spesso si spaccano, mentre quelli poliedrici tendono ad assumere una forma tondeggiante. P ertanto l'esame deve essere condotto con molta cura, adoperando preferibilmente la mollica, scegliendo La parte più interna del pane. Tali parti di mollica si spappolano con acqua e si prepara il ve· trino con una goccia del liquido. Per la identificazione dei granuli dei vari amidi vedi farina (esame microscopico).

(1) F. 01 STEFANO & A. VERCILLO Rass. Chim., 11 , fa s1·. l ( 1959) .

• 11111. 1•1 . .';lt/JU. Sa,.i/it ( 1967) 3, 235·285.

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256 MJ::TII IJI Ul ANAI.I"I 111 l'llliMENTO. f"Aill l'il; , I'AI'I·: ~; I'A~TI·,

\ ' - PASTE ALIMENTAHJ

PrelPtlam.entn dPi campioni

I campi011i, di circa g 300 ciascuno, devono essere costituiti interamente da pasta del medesimo formato, prelevata in modo corriSJJOtldt•nte alla media della partita, per le paste in pacchi prelevare possibilmente un pacco originale.

I campioni debbono involgersi in carta resistente e vanno pesati al lordo con bilancia sensibile almeno al decigrammo. P er la chiusura dell' involucro dovrà escludersi la ceralacca. È bene che anche il Laboratorio, al quale è inviato il campione per l'analisi di prima istanza, appena questo è arrivato ne controlli il peso, segnandolo sull'e tichetta, unitamcnte alla data di esecu­zione della pesata. I campioni si potranno confezionan· anche iu barattoli di vetro con chiusura a molla c guarnizione di gomma.

A nalisi.

P er le varie determinazioni il campione dovrà essere macinato flu ementt', in modo che passi attraverso un setaccio di almeno 400 maglie pt>r centimetro quadrato, a m eno che non venga altrimenti indicato.

A. - PASTE ORDINARIE.

l) Esame organolettico. - Si osservino : l'odore ed il saport·, che devono essere sempre gradevoli, non rancidi nè indicare presenza di mufl'c, il colore, l 'aspetto esterno se uniforme o no ; l'aspetto della frattura se vitreo o fari­noso.

Nel caso in cui l'aspetto della pasta si presentasse et erogeneo, è oppor­tuno scparart' meccanicamente le parti che apparissero diverse fra loro, osservandole poi singolarmente.

2) Le determinazioni dell'umidità, delle ceneri , dell'azoto e della cellulosa S I eseguono come pl'r la farina (II, 2 , 3, 8, 9).

I valori si riferiscono a 100 parti di sostanza st·cca.

3) Dctemu:nazione dell'acidità. - 70/100 g di pasta si macinano line­mentc sino a passan completamente attraverso un Sl'taccio con almeno

A1111. lsl . I:iU I Jfl'. i'ittnilti ( 1Uti7) 3, 235·28{> .

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PASTE ALIMENTARI 257

1.000 maglie per cm2 , ripetendo la maci~azionc di quanto rimane sul setaccio sino alla integrale riduzione a polvere fina di tutto il campione.

Su g 10 del campione cosi macinato si determina il contenuto di umidità, dato necessario per riferire a sostanza secca il valore dell'acidità.

4 g del campione polverizzato, esattamente pesati, si introducono in una beuta da 500 ml con tappo a smeriglio e si aggiungono ml 100 di alcool etilico al 50 % (controllato per misura della densità) esattamente neutraliz· zato, indicatore la fenolftaleina.

Si lascia in contatto per 3 ore, agitando blandamente di quando in quando, dopo di che si filtra per filtro Schleicher e Schull 589/2 c, quando tutto l'alcool è passato, se ne prelevano con pipetta ml 50 che si titolano con alcali N/50, dopo aggiunta di 3 gocce di soluzione alcolica di fenolftaleina all'l %· La titolazione ha termine con la comparsa di una colorazione rosa leggerissima ma persistente. C'

Il valore dell'acidità si esprime in gradi : il grado di acidità corrisponde al numero di ml di alcali normale necessari a neutralizzare g 100 di sos tanza secca. Il numero di mi di alcali N/50 usati per la titolazione dà direttamente, operando nel modo pescritto, il grado di acidità, che deve essere riferito a 100 parti di sostanza secca.

4) Prova di cottt,ra. - Si introducono g 50 di pasta in mi 500 di acqua distillata all'ebollizione contenente g 2,5 di cloruro di sodio e si fa bollire per 15 minuti. Si osservano il t empo di cottura, l'aspetto della pasta dopo i 15 mi· nuti di cottura, se o no rotta o spappolata, l'aspetto dell'acqua di cottura.

5) Determinazione del maltosio. - Si esegue, come per il pane (IV, 10) sulla pasta macinata finemente.

6) Ricerca dei coloranti artificiali : -

a) Ricerca dei coloranti acidi derivanti dal catrame (').

A ml 250 di acqua portati all'ebollizione in capsula di porcellana, si aggiungono ml 20 di alcool al 95 %, ml 2 di ammoniaca al 10 % e g 30 di pasta grossolanamente macinata. Quando si giudica che il liquido sia suffi­cientemente colorato in giallo, si aggiunge poca acqua fredda per far deposi· tare La pasta, si decanta il liquido in altra capsula, si acidifica leggermente con acido cloridrico al 10 % (1), si aggiunge un filo di lana bianca sgrassata e si fa bollire per IO minuti. lh presenza di un colorante organico artificiale di natura acida, la lana resta colorata in giallo e la colorazione è più netta cd evidente dopo averla estratta dal bagno e lavata ripetutamente con acqua.

( 1) G. POSSETTO. Giorn. Farmacia e Chimica, pag. :l90 (1914). (~) Per ottenere una colorazione gialla più brillante è preferibile in alc11ni casi acidificare

lu sol11zione con una punta di spatola di acido tartarico, anzichè con acido cloridrico .

. l nn. !st. Supel". S anità ( l Y67 ) 3, 235·285.

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:!51.1 ~H;TOI) I III ANAI,I~ I 0 1 FR I FME 1'0. FARI NE, I'AI'I"E E l'ASTE

Puichè il saggio di Possetto non fornisce risult a t i molto ch iari nei casi in cui la pasta sia sta t a colo rata con m iscele d i colora nt i, a lcuni dei qua li non fissabili su lan a, è conveniente operare nel modo seguente :

20 g d i pasta m acinati molto fi nemente, in modo da passare per un set aecio di 1000 maglie per cm!, si estraggono per ott o ore in Soxhlet con b en­zolo. Si evapora complet a mente il benzolo e si tratta il residuo entro il pal­loncino con ml l O d i alcool etilico al 50 % per la durat a di l O minut i . Si fi ltra per un fil t ro a filtra zion e lenta Schleicher c Schull N. 602 del diametro d i cm 11 c si ripete il trattam ento del residuo del palloncino per alt re 4 volte, in modo da ottenere in tutto mi 50 di liquido alcoolico. Il fi ltra to si d iluisce a m i 150 con acqua distillata, si acidifica con acido tartarico e, con le modalità già descritte, si opera il fissaggio su d i un filo d i lana sgrassat a del colorante eventualmente present e.

b) Ricerca dt•ll'au rarnt:na (' ).

L' auramina viene ricercat a nel seguente modo : g 50 di pasta, ridotta in piccoli pezzettini , ven gono trattat i in beuta da ml 250 con mi 100 di alcool etilico al 50 %· Si agita fortem ente e si lascia in riposo p er 10-12 ore agitando di tanto in t an to. In t al modo si ottiene il liquido alcoolico colorato in giallo mentre la past a rimane di colore bianchissimo. L'estratto alcoolico si decanta attraverso un filtro in un b echcr da mi 100, si fa bolli re r apidamente per circa lO minuti per scacciare la maggior par te dell'alcool, e si lascia r affred­dare il liquido ridotto a circa un t erzo del suo volume inizia lr. Durante il raffreddamento si deposita buona parte delle sostan ze proteichc della pasta porta te in soluzione dell' alcool. Se si giud ica che il liquido non sia sufficiente­m ente limpido p er la fissazione su lana, lo si travasa in un tubo da centrifuga t ' si centrifuga a 3000 giri per ci rca un quarto d'ora. Durante la cen t ri fuga­zione avviene ancora la separazione di altra sostanza leggermente colorata in giallo perchè trascin a con sè un po' di_ colore. Si travasa in un bccher i! liquido quasi limpido, vi si immerge un filo di lana bianca sgrassata e si ri ­scalda a 60-70° per lO m inuti , badando di non oltrepassare la t empera tura di 70°. In t al m odo, in presenza di auramina, la lana resta colorata in giallo più o m t'no carico secondo l' intensità della soluzione d i parten za, ed il colon permane dopo conveniente lavaggio con acqua.

P er ulter iore conferma si può ripor tare il colore in solu zione facendo bollire la lan a tinta per qualche minuto con acqua acidulata con acido ace­tico, ovvero si sottopone la lana m edesima alle seguenti prove :

l ) B agnat a con acido cloridrico diluito si decolora lentamente cd il colore non ritorna neutralizzando.

(') F. DI S T E FANO & G. R OSAI'I"OVA.' Arw. Cht:m. Appl., 27, 571 (1937).

An11. Jsl. S-uJ)cr . • <;wrilà ( 1116i ) 3, 2:!5·28.; .

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PASTE ALIMENTARI 259

2) Bagnata con soluzione di idrato sodico al 10 % s1 decolora eù il colore ritorna per aggiunta di acido acetico.

3) Sospesa in acqua in un tubo da .saggio e trattata con idrato sodico si decolora. Si estrae la lana dal liquido, si lava con poca acqua che si ag· giunge a quella contenuta nella provetta e si estrae il liquido con etere in imbuto separatore. Dopo aver separato lo strato acquoso si aggiunge acido acetico diluito : i 'etere si colora in giallo; dibattendo con acqua leggermente acida per acido acetico, il colore passa nel liquido acquoso che resta colorato in giallo-verde. Questa soluzione, convenientemente concentrata, trattata con idrato sodico e polvere di zinco a caldo, si scolora riducendosi compie· tamente ; la soluzione incolora assume colorazione bleu per aggiunta di acido acetico glaciale.

c) Ricerca della ribo{lavina.

l) Ideneifìcazione con tecnica fii fluorescenza (1) .- 10 g di pasta macinata finemente sino a passare per setaccio di circa 1000 maglie per· cm• si spap· polano in tubo da centrifuga con ml 30 di acqua distillata fredda e si centri· fuga quindi per 15 minuti alla velocità di 4000 giri per minuto. Si decanta il liquido limpido in tubo da saggio, si aggiunge una goccia di fenoftaleina e si neutralizza con soluzione N/10 di idrato sodico. Osservando alla luce di W ood dopo qualche minuto il liquido, si nota una fluorescenza netta giallo· verde che indica la presenza di riboflavina aggiunta alla pasta.

Il saggio si può eseguire in confronto con una soluzione acquosa di ribo· flavina contenente mg 0,003 di riboflavina per ml che si prepara al momento dell'uso e che non deve essere neutralizzata.

2) Identificazione per via cromatosrafica (' ). - 25 g di pasta macinata c.s. si pongono in una beuta ml 250, con tappo a smeriglio e si aggiungono ml 60 di acetone acquoso (80 : 20, V/ V). Si lascia a contatto per 30 minuti, agi· tando di quando in quando, e si filtra per filtro a pieghe. Accertata alla luce di W ood la presenza di una fluorescenza dovuta probabilmente alla ribo· flavina, si concentra il filtrato su b.m. sin quasi a secco. Si riprende il residuo con ml 20 di acqua distillata e si filtra entro imbuto separatore. Si aggiun· gono ml 20 di et ere etilico e si raccoglie in capsula l'estratto acquoso che si concentra su b.m. sino a ottenere poche gocce, con le quali si praticano le macchie di partenza per la cromatografia ascendente su carta da eseguire nelle seguenti condizioni: carta Whatman l (fogli da cm 12 X 12), solvente iso· butanolo : piridina : acido acetico : acqua = 33 : 33 : l : 33, t emperatura 20o C. Il cromatogramma sviluppato si osserva alla luce di Wood per deter·

( 1) G. NEBBIA. Boll. Lab. Chim. Provinciali, 1, ll (1951). (') F . MuNTONI & M. G. DI CABW·MALAGODI. Rend. /~1. Super. Sanitd, lS, 563 (1962).

Ann. lat. Super. Sanità (1967) 3, 235·285.

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:!()() METO D I 0 1 A A l,l~l DI I"II I' ME'ITIJ, FAIII I'iF., l'A "E ~- I'A~TI.

mman· la posiziont· ddla macchia. Nelle condizioni indicatt• la ribofia vina ha un Hr del valore di 0,65 .

3) Nt•l caso di campioni ' cechi (1) , nei quali la riboflavina abbia subìto la trasformazione' in lumicromo si opera nel scguentt• modo :

1 O g di past a m acinata si trattano con mi 20 d'a cqua distillata c, dopo 5 minuti, si centrifugano a 4000 giri per lO minuti . Il liquido limpido si decanta in una capsula dd diametro di 3 cm e si irra dia con lampada a vapori di mercurio da] ~ W att per un 'ora. Nel caso d i presenza di rib oflavina si nota alla luce di Wood una fluorescenza az:r.urra .

d) Ricerca del Giallo Somalia 2G (amminoazobenzolo) e del Giallo Somalia A ( p-dimetilamminoazobenzolo).

lO g di pasta finementt• macinata si lasciano a riposo per 12 ore in ci­lindro a t appo smerigliato con ml 15 di et ere etilico. Si decanta il liquido cht• si dibatte in un. altro cilindro con ml 5 di acido cloridrico a llO %· In presen za di Giallo Somalia 2G o Giallo Somalia A, lo strato acido assume una colora­zwne rosa .

1:') n,:cerca del mm.s (2) .

Dato che il mais viene aggiunto ai semolini per confezion are paste ali­mentari dj più intensa colorazion e gialla, la ricerca del m ais v iene descritta in questo capitolo. Questa ricerca è b asat a sulla presenza della zeina.

6 g di pasta macinata finem ente si introducono in una beuta da mi 100 e vi si aggiungono ml 20 di alcool etilico al 95 % in volume. La beuta si lascia quindi per un' ora in bagnom aria alla temperatura di 730.75° C, avendo l'av­verten za di ricoprire la b euta con un vetrino da orologio. Alla fin e dei 60 minuti, si toglie la beuta dal bagnomaria, c, dopo lieve a gitazione, la si lascia a riposo per almeno un'ora, dopo di che si agita fort emente c si trasporta il contenuto della b euta su di un filtro a filtrà.Zionc lenta (Schlcicher c Schull N . 602 duro) del diam etro di cm 10.

Si prelevano e si p on gono in un tubo da saggio ml 5 del filtrato limpido al quale si aggiungono ml 2 di idrato sodico N/ l e 0,4 ml di una soluzione al 5 % di solfato di rame cristallizzato.

Dopo aver agita to leggermente si pone il tubo da saggio per 15 minuti in b agno d 'acqua a 730-750 C, si raffredda c si aggiungono g 0,2 di carbone decolorante. Si agita bene il tubo da saggio c si filtra in alt ra provetta per filtro a pieghe del diametro di cm 7 a filtrazione rapida .

Dopo circa 30 minuti si ha ur. filtrato limpido più o m eno intensament t· colorato in violacco, a seconda dPlla quantità di m ais presente.

( 1) } ' . D1 S T EFANO & D. R ENZI . l<end. Jst. S uper. S anità , 19, 294 (1956). ( 2 ) D. EccuER DALL'Eco. A nu. Chim. A ppl., 29, 38 (1939).

Ann. / .st . ~111>cr . .'irw i l rì ( JUG7) 3, 23 5·2B5 .

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PASTE ALIMENTARI 261

f) Ricerca cromatografica dei coloranti sintetici.

l) (1) lO g di pasta finemente macinata si introducono in una colonna di vetro del diametro di cm 3 e dell'altezza di cm 24, con piastra filtrante di vetro di porosità 2. Si versano quindi ml 25 di butanolo saturo d'acqua, si lascia sgocciolare completamente in una beuta, si versano altri 25 ml di buta­nolo, mescolando con bacchetta di vetro, si lascia sgocciolare completamente e si trasferisce l'estratto in una capsula per evaporarlo a piccolo volume su bagnomaria bollente. Si sottopone una pasta sicuramente genuina allo stesso trattamento e gli estratti concentrati si sottopongono a confronto cromato­grafico. Per la cromatografia si applica il metodo ascendente, adoperando carta Schleicher e Schull MGI 2043 B in fogli di cm 12 x 12. Qualora si osser­vino per la pasta in esame macchie con R, differenti da quelli de1la pasta genuina si può tentare anche un'identificazione del colorante nel modo se-guente: (l

A diverse porzioni dell'estratto di pasta genuina si aggiungono piccole quantità dei coloranti che si intende confrontare. Si esegue la cromatografia nel modo descritto e si osserva quale di essi dia una macchia che abbia lo stesso Rr della pasta esaminata. Si esegue anche una controprova mesco­lando all'estratto della pasta in esame una piccola quantità del colorante che ha dato lo stesso Rr e si esegue un'altra cromatografia. Quando il colo­rante è lo stesso si deve ottenere una sola macchia, senza alcuna separazione.

Come solventi si adoperano le seguenti miscele :

butanolo - acido acetico - acqua = 4 : l : 5 (in volumi) ; butanolo - etanolo - acqua = 4 : l : 5 ; butanolo - etanolo - acqua = 2 : l : l.

2) {l) g lO di pasta finemente macinata si introducono in una 1leuta da 150 ml e si aggiungono m.l 25 di alcool etilico al 50 %· Si agita sino a scom­parsa dei grumi e, dopo un riposo di lO minuti, si centrifuga a 5000 giri per lO minuti. L 'estratto alcolico cosi ottenuto si decanta in un piccolo becher e si acidifica con ml 0,5 di acido tartarico al 2 % ; lo si fa quindi defluire len­tamente attraverso una colonnina di vetro del diametro di cm l , munita di rubinetto, nella quale sia stato precedentemente deposto uno strato di glutine secco macinato dell'altezza di circa l cm. Nel caso che il liquido de­fluisse troppo lentamente si può ricorrere a una blanda aspirazione.

Dopo che l'estratto è completamente defluito il colorante resta adsor­bito nello strato superiore del glutine. Si eluisce allora con ammoniaca a 1,5 %, della quale sono sufficienti circa lO gocce. Non appena l'eluato diviene colo-

(1) G. DE Grou, F. MuNTONI & C. TuRt-IACOBELLI. L'Italia e i Cereali, 13, 461 (1958). (t) F. M uNTONI & C. TAssr-Mrcco. R end. I~. Super. Sanitd, 25, 567 (1962).

Ann. 1st. Super. S<mità (1067) 3, 236·285.

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262 METOD I DI A "A LISI l) l FR UM EI\'TO. FARI'IF., l'A '<E E PASTF.

rato si raccoglie il liquido, cht• ser ve a praticare le macchie di partenza sulla carta da cromatografia .

La carta è la stessa indicata sotto J, l), il solventt• è una miscela di buta­nolo, etanolo e a cqua nelle proporzioni di 2 : l : l, la t emperatura 20oc.

Il valori degli Rr dei coloranti più comunemf'nte adoperati suno, rwlle condi:r.ioni predette, i seguenti :

Azorubina Rosso solido E Amaranto Rosso scarlatto Vittoria Ponceau 6R

Scarlatto GN . Giallo tramonto FCF Tartrazina Giallo chinolina . . .

0,43 0,34 0,16 0,19 0,04 0,53 0,36 0,14 0,25

È pt>rÒ opportuno praticart· macchie di confronto con soluzioni dci colo­ranti puri.

g) Determinazione dell'aggiunta di ~-carotene.

20 g di pasta macinata in modo che passi attraverso un setaccio di 400 maglie per cm 2 si pongono entro una beuta da mi 300 con tappo a smeriglio t• si trattano con mi 50 di benzolo. Si lascia a contatto per 20 minuti, agitando spesso , e si filtra per filtro a pieghe. Sul filtrato si determina spcttrofotome­tricamentc l'estinzione alla lunghezza d'onda di 465 m f.l. , in vaschette da l cm, e sia k ' il valore determinato. Si prelevano quindi mi 25 del filtrato, misurati esattamente e si eluiscono su colonna di allumina per cromatografia Merck sec. Brockmann dell'altezza di cm 5 e del diametro di cm 1,5, prepa­rata a secco. Prima dell'eluizione della soluzione carotenica si fanno passart> per la colonna mi 30 di benzolo. L'eluato si raccoglie in un palloncino tarato da ml 50 e si continua l'eluizione sino a raggiungere il segno, aggiungendo ogni volta dopo lo sgocciolamento della soluzionue caroten.ica, por:r.ioni di b enzolo di mi 5 ciascuna. Si determina quindi l'estinzione, adoperando vaschettc di spessore conveniente a seconda della intensità di colorazione dell'eluato. Il valore dell'estinzione, raddoppiato p er tenere conto della diluizione, s1 TI­

porta allo spessorf' di 1 cm e si indica con k " . Dal rapporto:

100 k" = R

k'

si ottiene la percentuale dei pigmenti espreSSI m ~-carotene passati attra­verso la colonna dell'estratto benzenico totale. P er le past(~ non colorate con carott>nf' tale rapporto non dt've essen• superiore al valore di 15.

Ann. / Hl . .'iu,,tr. 8mdlrl ( I!HI7) 3 . 2:i 5· 28:i.

l l l

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PASTE ALIMENTARI 263

7) Ricerca degli sjarinati di grano tenero. - 30 g di pasta macinata (') in modo che passi tutta attraverso un setaccio di 700 maglie/cm• si intro­ducono in una beuta da 500 ml con tappo a smeriglio, si aggiungono 150 ml di acetone puro anidro, si agita per eliminare i grumi e si lascia a riposo per 24 ore a temperatura ambiente e al riparo della luce. Si agita la miscela e si filtra per filtro a pieghe, travasando la totalità del contenuto della beuta. Il filtrato si raccoglie in un pallone con tappo a smeriglio normalizzato da 200 ml e nel fondo del quale sia stata praticata una piccola cavità; si applica il pallone a un evaporatore rotante con tutti i giunti in vetro e si distilla a 450 C sotto un vuoto di 400 mm Hg. Se, allorchè l'evaporazione è presso­chè terminata, si nota che la soluzione è leggermente torbida per la presenza di tracce d'acqua, si aggiunge acetone puro av.idro in porzioni di 10 m1 alla volta e si continua la distillazione sino a· ottenere una soluzione limpida. Si

(\

completa l'eliminazione del solvente e si eliminano le ultime tracce di ace-tone tenendo il pallone per un'ora in stufa ad aria alla temperatura di 50°C.

Per mezzo di una pipetta capillare scaldata a 50° C si preleva l'estratto Lipidico che si trasferisce in una beutina con tappo a smeriglio da 10 ml, preventivamente tarata e, per pesata, si determina la quantità di estratto ; quindi si prepara una soluzione al 2 % con tetracloruro di carbonio per spet­trofotometria I.R. La soluzione così ottenuta si inietta con una microsiringa in una cella a pareti in NaCl, dello spessore di 0,4 mm. Come riferimento si adopera una cella eguale, ma di spessore lievemente inferiore (0,39 mm) riempita del solvente.

Dopo aver esposto le celle per 10 minuti alla radiazione di operazione, si procede alla registrazione dello spettro I.R. Le condizioni di lavoro variano a seconda dello strumento adoperato, ~a due debbono essere sempre le seguenti:

velocità di spostamento : 0,1 fl./min ;

trasmittanza: 60 % a 10 IJ.·

Nello spettro registrato si notano due bande significative : A compresa fra 9 e 9,5 f1. (1111 e 1052 cm"1) e B compresa fra 8,2 e 8,9 1.1. (1219 e 1123 cm·1).

Per le paste di grano duro il massimo di assorbimento della banda A non dovrà essere situato al di là di 9,11 1.1. (1097,7 cm"1), mentre per i prodotti di grano tenero esso si trova a 9,3 !.L (1075 cm·'). Nel caso di miscele il massimo ~i sposta proporzionalmente

Il rapporto B/A fra le aree delle due bande, determinato per mezzo di un planimetro polare, può esser utilizzato per determinare la quantità di sfari-

(') M. BROGIONI & U. FRANCONI. Boli. Lab. Chim. Provinciali, 14, 135 {1963) e 15, 557 (1964)

. hm. l sl . Super. Sanità (1967) 3 . 23!i ·285.

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264 METODI DI ANALIS I DI FRUMEN'I'O, FARINE, PANE E PASTE

nati di grano t enero presente in un prodotto di grar.o duro. Tale rapporto è inversamente proporzionale alla quantità di sfarinato di grano t enero.

È da notare ch e, m entre il massimo d ' assorbimento della banda signi­ficati va (A) resta invariato, qualunque sia il tipo di r egistrazione dello spettro, il rapporto B/A varia a seconda del tipo di registrazione : lineare in micron o lineare in numeri d 'onda. Sarà quindi opportuno procedere a una taratura deLlo strumento adoperato, utilizzando prodotti di natura certa.

~::: !~ : F~ i- ~:;~r: i*fu. ·~

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Lunghnza d 'onda mp

Fil!:. l. - Spettro du pusta di sulu semolu .

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' Lungfl~zza d'onda in p

Lunghtzza d 'onda in p

Fig. 2. - Spet t ro da pasta miscelatn 50 % scmoln e 50 % granito,

Fig. 3. - Spettro da pnstu di solo granito.

Gli spettri riportati nelle Figg. l , 2 e 3 sono stati registrati su carta linea ri' in micron .

A1111 . 1.,1. Supcr . .Sunilri ( 10fl 7) 3, 2 :15 ·28."t .

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PASTE ALDIENTARI 265

8) Ricerca dell'aggiunta di proteine animali ( animal compound) per mezzo della si~roprecipitazione (1) :

a) Preparazione del siero immune. - A un coniglio maschio giovane, del peso di kg 2-3 si praticano per endovena 4 inoculazioni (le prime 3 da l ml, l'ultima da 2 ml) di siero di sangue dell'animale del quale si vogliano ricercare le proteine. 10 giorni dopo l'ultima inoculazione il coniglio si lascia a digiuno per 24 ore e si salassa in bianco, si ricava il siero e lo si depura dalle precipitine aspecifiche mediante saturazione con proteine eterologhe (siero) verso le quali il siero immune abbia dimostrato un potere precipitante secondario . Il precipitato che si forma si elimina per centrifugazione e il siero immune si tratta sino a che non dia più precipitazioni immediate.

h) Preparazione dell'antigene dalle paste. - 30 g di pasta macinata s1 agitano per 2 ore a 30° C con 60 ml di soluzione fisiologica e si lasciano ripo­sar e per 22 ore a 4° C. Si centriffiga per 30 minuti a 3000 giri e si filtra per Seitz sino a ottenere una soluzione limpida. Questa soluzione dovrà essere diluita L : 2 o l : 4 in modo che il siero immune possa stratifìcarsi sotto di essa.

c) Esecuzione della siero-precipitazione. - In una provetta sterilizzata del diametro di cm 0,5 si pongono ml 0,5 di antigene estratto dalla pasta. Per mezzo di nna pipetta capillare si stratificano al disotto dell'antigene poche gocce del siero immune precipitante. All'interfase, in caso di specificità fra antigene e siero immune, si forma in pochi minuti un anello biancastro che resta sospeso fra i due liquidi. Le reazioni istantanee o tardive (dopo oltre 30 minuti) sono aspecifiche.

B. - PASTE ALL'uovo.

l) Dosaggio delle uova.

a) Metodo al digitonide (1). -Si macina la pasta in modo che passi attra­verso un setaccio di almeno 600 maglie per cm1 ; g 5 del macinato si pongono in una beuta da ml 300 e si aggiungono ml 20 di HCl dil. l : l. Si lascia per 30 minuti su h .m. bollente, agitando di frequente. Si raffredda quindi sotto il rubinetto e, durante il raffreddamento, si aggiungono g 20 di KOH in pa­stiglie a poco per volta, in modo che il liquido non bolla emettendo spruzzi. Si raffredda del tutto e si aggiungono ml 20 di alcool etilico al 95 % lavando le pareti della beuta, che si tiene quindi per 45 minuti su h.m. bollente, appli­cando un refrigerante a ricadere e agitando spesso. Dopo 45 Ininuti si leva la beuta dal b.m., si aggiungono ml 25 di acqua fredda, si mescola bene e si raffredda. Dopo aggiunta di ml 50 di etere etilico si agita e si trasferisce in separatore da ml 500. Si lava la beuta com ml 25 di etere e una seconda volta

( 1) V. MAZZARACCBIO, L. RAVAJ OLI & E. GJOVENALI. Zooprofilassi, 11, 655 (1963) ; V. MAZZARACCHIO. Rend. / st. Super. Sanità, 1, 540 (1938).

( 2 ) J. Auoc. O.tfic. Agr. Chemist&, 37, 92 (1954); li, 573 (1955).

· ' '"'· !st. ~uwr. Hmtilà ( 1!1117) 3. :?35-285.

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..

266 METODI DI Ai'iA LIS J DI FRl!I'IENTO, FARli'iE, PANE E PASTE

con altri ml. l O ru et ere e quindi con mi 50 di KOH l % -Si fa ruotarc il S('pa­ratore p er circa un minuto ,. quindi si lasciano separare le fasi. Lo strato inferion· si fa cad(•rc in un a lt ro separatore da mi 250 avendo cura di far pas­sare solo liquido limpido l ' non t•vcntuali particelle sospese o emulsioni. Lo strato 1•t en •o rimasto n el primo separatore si la va con mi 5 di HOK l % , che si raccolgono nf'l secondo separatore, n el qualf' si versano ml 25 di etere etilico P si agita pPr un minuto. Dopo conveniente riposo, lo s trato inferiorP si elimina e quello et ereo si traYa a nel Sl'paratore grande, lavando il SPpara­torc con mi 10 di etere . La soluzione eterea si lava per tre volte con ml 50 di KOH l %, trattenendo sempre nel separat orc le particelle solid1• o l'emul­sione, si lava per altre due volte con mi 50 di acqua distillata e l'etere si fa scolare quindi in una b euta da mi 300, lavando tre volte il separatore con mi 5 di etere . Si fa evaporare su b . m., si completa l'essiccamento t enendo la beuta per 30 minuti in stufa a lOOoC e il residuo si scioglie in mi 5 di acetone. Si filtra quindi solto vuoto attraverso filtro di vetro poroso (porosità 2 punti) lavando 3 volte con mi 5 di acetone (non si devono sorpassare i 20 ml di ace­tone in totale). Si aggiungono quindi m g 40 di digitonina sciolti al momento in ml 5 di alcool etilico all'SO % (scaldare leggermente a 50-40° per facilitan· la soluzione) . Si lascia riposare per 30 minuti a gi tando di quando in quando, si aggiungono quindi mi 50 di aqua distillata riscaldat a a 60° C e si lascia raffreddare a t emperatura ambiente. Si filtra per crogiolo di vetro a fondo poroso, seccato e pesato, (.Jena l G 3) lavan do parecchie volte la beuta con pochi mi di acetonr. Il crogiolo si lava tre volti' con mi 5 Ji acet one c due volte con ml 5 di e tere, si essicca per 45 minuti in stufa a 100° C e, dopo raffredda­m ento in essicca tore, si ripesa. La differenza tra le due pesate dà la quantità di digitonidc . Il peso del precipitato moltiplicat o per 0,243 dà la quantità di st eroli, che si riferisce a 100 parti di sostanza secca.

Tenendo · presente eh P la quantità di stcroli che si trova naturalmente negli sfarin ati di frumento è in media pari al 0,050 % sul secco, dalla quan­tità di digitonide trovata si può risalire al numero dellt· uova impiegate

" applicando la Tah . 1. TABELLA l.

Calcolo del numero di uova per kg di semola in base alla quantità di steroll.

Su l 00 parti di sostanzn sooca ------------------ Numero di uovfL ( 0 )

per kg d i scrnoln ll i~oti tonldc

0,2057 0,3086 0,411 5 0,5144 0,6173 0,7202

St.croii

0,050 0,075 0, 100 0, 125 0,150 0,175

o l 2 3 4 5

(*) Il nnmero delle uova è calrolato sulla bnse di uova dul peso medio di g 50.

Am>. Tsl. l:ittper. l:ianilù ( l!IG7) 3 , 235·285.

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PASTE ALIMENTARI 267

b) Dosaggio per via gascromatografìca (1). - 50 g di past~ macinata come in a) si mescolano con g 50 di solfato sodico anidro e si introducono in un ditale da estrazione. Dopo una notte di riposo entro essiccatore si estrae in Soxhlet con acetone per 12 ore. Si distilla il solvente e si essicca in stufa, a temperatura non superiore a soo c; sino a eliminazion·«; dell'acetone. II residuo si tratta con ml 50 di potassa alcolica all'8 % su b .m . bollente per 30 minuti. Si raffredda, si riprende con ml 60 di acqua distillata e si travasa m imbuto separatore. Si estrae l'insaponificabile con 4 porzioni successive di et ere di petrolio (P .E. 400-600C) raccogliendo tutte le porzioni di etere di petrolio in un altro imbuto separatore ovc l'estratto etereo si lava per 3 volte con ml 50 di alcool etilico al 50 %· Si filtra quindi l'estratto etereo entro un pallone da distillazione c, doJ?O aver eliminato il solvente, si essicca in

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Fig. 4. - Colest erolo da uovo : gascroma­togramma.

stufa a 80° C. Il residuo viene ripreso con cloroformio sino a completa solu­bilizzazione (meno di ml 2 sono di solito sufficienti) e la soluzione clorofor­mica si inietta nel gascromatografo.

Il gascromatografo deve essere equipaggiato con colonna di vetro da m 1,80, del diametro di cm 0,2, munita di un imboccamento frontale, pure in vetro, che permette l' iniezione diretta della soluzione cloroformica entro

( 1) F. M uNTONl , E. TlSCORNIA & C. TASSI-Mtcco. RaM. Dir. Tecnica Alimentaz., 1, 29 (1966).

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2611 ~IETODI DI A''IALI~ I 01 l'lll' ME:'ITO , FAIII:'I I, , l'Ai'òE E PA~TI·:

la colonua, allo scopo di evitare che gli St f' roli possano venire a con la lto çou parti m etalliche, venendo a subire fenomeni di decomposizione. La colonna

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Fig. 5. - Steroli d el frumento, gascromatogramma : l ) campesterolo, 2) (3-sitost erolo.

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Fig. 6. - Gascromatogramma di pasta con l uovo per kg. : l) colesterolo, 2) Cu111pesterolo, 3) (3-sitost erolo.

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l'ASTE ALIMENTARI 269

S I rtcmpie con Gaschrom P 100/120 mesh, lavato c silanizzato con SE 30 a l %. La temperatura della colonna è di 250° C e come gas di trasporto si

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F ig. 7. - Gascromatogramma di pasta con 3 uova per kg: l colest erolo, 2 carnpestcrolo, 3 (3-sitost erolo .

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Fig. 1:1. - Gascromatogramma d i pasta con 5 uova per kg: l) colest erolo, 2) t·ampest crolo, 3) (3-sitosterolo.

. l ltlt. / Hl. 8t111er. Sanilù ( IUG7) 3. 235·286.

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:!70 ME TODI 1)1 ANAI, I ,OI DI FIH' ME NTO , FARI NE, I'ANF: F. I'A~TE

usa elio alla velocità di efHusso di 20 mi/ min. Soluzioni' iniettata : 0,2/0,3 microli tri.

l cromatogrammi dovranno essen • ottenuti con perfetta separazione· degli st eroli utilizzati per la dett>rminazione {colest erolo, ca mpest erolo <'

fj -sitost crolo) e avendo particolare cura che le· basi dci picchi r elativi vengano a trovarsi su di una stessa retta (Fig. 4-8) . Ottenuto il cromatogramma, si misurano i rapporti fra colest erolo e campesterolo (A) c fra coletSterolo e r~ ­

sitostcrolo (B) che variano linearmentt> con il variare del numero di uo va pre­senti nella pasta secondo la Tab . 2.

T A ilF.I.I, A 2.

Rapporti tra colesterolo c campesterolo {A) e tra colesterolo e ~-sltosterolo (8) In funzione del numero di uova nella pasta

1\nnlur·o di uovn t•t·r· k~o< d i semo la •

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J Equivalente In 1------Jt_ A_P_ l..,.' _O_ H_ T_J __ l gmmmi d i uovn lntoo·c A B

-~--------~----------

50 2,75 1 ,55

JOO 5,45 3,00

150 8 , 15 4,45 200 10,85 5,90 250 13,55 7,:15

• Il numero d elle uo va è calcolato sulla bnsc· di uo va dal pe>o medio di g 50.

2) Ricerca de1: coloranti artificiali. - Due porzioni di 10 g di pasta ma­cinat a finement e si introducono in due grossi tubi da saggio con tappo a sm e­riglio ; in uno di essi si aggiungono mi 15 di etere etilico, nell'altro ml 15 di alcool al 70 % ; si agita fortemente c si lascia in riposo per 12 ore.

Se l 'etcrt' resta incolore o colorato debolmente, m entre l 'alcool è netta­mente colorato, è presente una sostanza colorante estranea, c ciò è confer­mato dal fatto che m entre il residuo solido che trovasi depositato al disotto dello strato di alcool è bianco, quello al disotto dello strato di et ere, a causa della insolubilità della sostanza colorante, conserva il suo primitivo colore giallo.

Se tanto l 'alcool che l'et ere r estano colorati, allora pu ò essere present1· o la sola luteina, m ateria colorante del giallo d 'uovo, ovvero luteina accanto a poco colorante estraneo solubile in etere. In questo caso si eseguono lt· seguenti prove :

a) Una parte del soluto et ereo viene trattata con soluzione acquosa di acido nitroso (reazione di Wcyl) : in presen za di luteina la soluzione si decolora. Se non si ha subito la decolorazione, può essere presente un colo­rante estraneo solubile in et ere.

Anu. t sl. &UJJtr. 8onilri ( 19U7) 3, 2~5·28f• .

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PASTE ALIMENTARI 271

b) Si paragonano i colori dei residui che si trovano sotto gli strati liquidi: se quello dell'alcool è decolorato e quello dell'etere no, allora accanto alla luteina vi è qualche colorante estraneo che può identificarsi nel modo seguente:

g 20-30 di pasta vengono dibattuti con ml 40-50 di etere etilico, si lascia depositare, si decanta l'etere, se ne aggiunge dell'altro ripetendo l'operazione finchè l'etere rimane incoloro : in tal modo la luteina viene allon­tanata completamente. Il residuo viene poi utilizzato per la ricerca delle sostanze coloranti artificiali, come indicato per le past e ordinarie (V, A, 6).

3) Determinazione dell'aggiunta di ~-carotene. - Si esegue nello stesso modo indicato per le paste ordinarie (V, A, 6).

C. - PASTE CON RIPIENO (tortellini, agnolotti C simili).

l) Determinazione delle uova negli involucri di pasta. - Dopo avere accu­ratamente separato il ripieno dall'involucro, su aliquote di quest'ultimo si procede come indicato per le paste all'uovo (V, B, l).

2) Ricerca dell'acido sorbico nel ripieno ('). - 15 g di ripieno, liberato dalla pasta, si sminuzzano in un mortaio e si trasferiscono in un palloncino per distillazione in corrente di vapore aggiungendo 60 ml di acqua distillata e l ml di acido fosforico all'SO %· Si distilla in corrente di vapore sino a raccogliere in un provettone 50 ml di distillato che, dopo avere aggiustato il pH al valore di 8 con NaOH N/ 10, si trattano con 2,5 ml di KMnO. N/ 10. Si tappa il provettone con un disco di carta da filtro, al centro del quale si deposita una goccia di reattivo di Simon (da preparare al momento aggiun­gendo 3 gocce di dietanolammina a 5 ml di nitroprussiato sodico al 5 % in acqua) . Si pone quindi il provettone i~ b.m. bollente per lO minuti: entro questo t ermine, in caso di presenza di acido sorbico, la macchia di reattivo di Simon si colora, più o meno intensamente, in bleu.

3) Dosaggio dell'acido sorbico nel ripieno. - 15 g di npteno, trattati come indicato in V, C, 2, si distillano in corrente di vapore sino a rac­cogliere 50 ml di distillato. Si porta al volume di l litro con acqua d.istillata e si legge, contro acqua distillata allo spettro fotometro nell'U .V. alla lun­ghezza d'onda di 225 mf!.

Nelle condizioni indicate l'assorbimento specifico E} t~ dell'acido sor­bico ha il valore di 2300.

(•) A. CESARI, C. ]ACOBELLI-TU RI e M. G. MALACODl. Rend. Ist. S uper. Sanitd, 24, 657 (1961).

. l tw. 181. S~tper. Swtità ( 1!1117 ) 3 , t35-285.