Itinerari Romagna Toscana

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ITINERARI E LUOGHI DELLA VIA ARTUSIANA

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Una guida alle localit‡ attraversate dalla Via Artusiana

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IT INERARI E LUOGHI DELLA VIA ARTUSIANA

In viaggio tra Romagna e Toscana, sulle orme di Pellegrino Artusi…

In occasione del centenario della morte di Pellegrino Artusi, padre della cucina e divulgatore della lingua italiana, il Comune di Forlimpopoli, città che gli diede i natali (qui l’Artusi nacque il 4 agosto 1820), e il Comune di Firenze (dove visse sessant’anni), insieme a un nutrito gruppo di partner istituzionali, ha organizzato per tutto il 2011 un prestigioso calendario di iniziative per onorarne la figura.

Il Comune di Forlimpopoli, Casa Artusi e i Club di prodotto turistico della Romagna, con l’APT regionale, vogliono proporre, in collaborazione con la Provincia di Firenze, oltre all’aspetto culturale esaltato dalle celebrazioni, l’ “enoga-stronomia nel nome dell’Artusi”, esaltando luoghi ed itinerari tra Romagna e Toscana, affascinanti palcoscenici di escur-sione e di viaggio per gustare alla grande cucina, sapori e cultura dei territori !

Proposte ghiotte per turisti, viaggiatori, curiosi.

Forlimpopoli

Nel cuore della Romagna…

Le origini di Forlimpopoli (Forum Popilii ) risalgono all’opera del console romano Popilio Lenate (anno 132 a.C., circa). La posizione strategica, individuata dai romani lungo un percorso pedemontano favorevole ai grandi traffici (l’antica Via Aemilia), ne favorirono il rapido sviluppo; già nel periodo imperiale era particolarmente attiva la produzione di anfore vinarie, come attestano numerosi reperti conservati nel Museo Archeologico Civico.

Al centro del paese troneggia la maestosa Rocca del XIV secolo : una delle

fortezze meglio conservate di tutta la Romagna; al suo interno, oltre al municipio, sorge il citato Museo, che conserva preziosi re-perti (soprattutto di epoca romana) rinvenuti ripetutamente in tutti gli scavi del sottosuolo cittadino. Ma oggi Forlimpopoli, fiorente e strategico centro artigianale e commerciale fra le città di Forlì e Cesena, è famosa soprattutto per il suo illustre cittadino Pellegrino Artusi, riconosciuto maestro della buona cucina italiana, a cui è dedicata ogni anno a giugno la grande kermesse cultu-ral-gastronomica della Festa Artusiana.

Nella Rocca ha sede il Teatro Verdi, ove nella sala stile liberty è incisa la celebre e significativa epigrafe di Olindo Guerrini (Stecchetti): “La sera del 25 gennaio 1851, Stefano Pelloni detto il Passatore, guidando una masnada di ladri , invase la città, ed in questa sala decreto impunito taglie e ricatti, consacrando al riso ed alla vergogna la viltà dei governi non consentiti dal popolo libero e cosciente” L’impresa del Passatore (che dunque a Forlimpopoli non si mostrò affatto Cortese…) produsse un’ eco enor-me in tutta la Romagna : neutralizzata la gendarmeria, la cittadina rimase infatti per una intera notte in balia dei suoi sgherri…

Casa Artusi

Intitolata a Pellegrino è anche Casa Artusi, nel nucleo storico di Forlimpopoli innovativo centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana. Casa Artusi attraverso una biblioteca, un ristorante, la scuola di cucina e lo spazio eventi propone un percorso completo legato al cibo. E lungi dall’essere una semplice casa della memoria, è aperta a tutti coloro che, appassionati e curiosi, professionisti e cultori, studiosi e ricercatori, vogliano conoscere ed approfondire la cultura e la pratica della cucina domestica.

Nel complesso di Casa Artusi vi è anche la Chiesa dei Servi, con caratteristico e grandioso torrione circolare; l’interno, in cui sono conservati un’ “ Annunciazione” di Palmezzano del 1533 e l’organo del 1500 ancora funzionante, è periodicamente sede di convegni e manifestazioni culturali.

Pellegrino Artusi di Forlimpopoli…

Nacque il 4 agosto 1820 a Forlimpopoli, in una casa dell’attuale Piazza Garibaldi. Commerciante, letterato, cuoco per passatempo, Pellegrino solo nella terza età prese a disciplinare con rigore scientifico (e fantasia) la sua grande passione : nacque così il libro gastronomico per eccellenza che, a ben leggerlo, non è certo definibile come semplice ricettario, bensì come raffinata, gustosa ed anche spiritosa opera letteraria. Nonostante risiedesse da molti anni a Firenze, Pellegrino Artusi lasciò al Comune di Forlimpopoli gran parte delle sue ricchezze

Lo straordinario successo dell’opera principe di Pellegrino Artusi “LA SCIENZA IN CUCINA E L’ARTE DEL MANGIAR BENE” , uno dei libri più venduti nella storia della editoria, non è stato casuale. Perché non si trattò di un semplice ricettario, bensì una accurata rivisitazione e recupero delle disparate tradizioni culinarie del regionalismo e localismo peninsulare . Tra la cucina popolare di quel tempo fatto di freddo, fame e fatica (siamo sul finire dell’800), ed gli sfarzosi banchetti delle Corti e dei Palazzi , Artusi propose un modello di gastronomia misurato per le esigenze della nascente borghesia della giovane Italia post-unitaria. Per le consuetudini di quei tempi ,

l’innovazione di Pellegrino fu anche di associare l’arte della cucina a precisi canoni di igiene, risparmio e buon gusto.

Forlimpopoli è nel cuore della Romagna, cittadina esattamente baricentrica tra mare e montagna, tra Imola e Rimini…Dalla Toscana, da Firenze e da Arezzo , Forlimpopoli e Casa Artusi sono raggiungibili con tanti e variegati itinerari e percorsi, tutti inte-ressanti ed intriganti, ricchi di suggestioni e motivazioni di viaggio che hanno un solido …e gustoso filo conduttore nell’enogastronomia di qualità !

Lungo la Valle del Montone - Acquacheta

Portico di Romagna, Rocca San Casciano, Dovadola, Castrocaro Terme Terra del Sole…

La Valle dell’Acquacheta – Montone , che dal Passo del Muraglione scende verso Forlì, è forse il tratto storico-naturale della “Romagna Toscana”, che i fiorentini amministrarono con capitanati e podesterie

Come nel resto dell’alto Appennino romagnolo, i segni di questa storia della Toscana granducale sono rimasti nei tratti architettonici di rocche e palazzi, nei sapori della cucina e oggi fanno parte del tratto culturale distintivo della zona, divenendone risorsa da valorizzare in chiave turistica. In questa terra di confine il fiume Montone che nasce presso il Passo del Muraglione, ha disegnato una vallata di considerevole bellezza naturalistica e un paesaggio particolarmente suggestivo. Numerosi sono gli spunti per itinerari turistici, tra soggiorni dedicati al benessere termale e alla scoperta di sapori intensi. Partendo dalla Toscana e percorrendo dal valico del Muraglione la Statale 67 Tosco Romagnola verso Forlì, si incontrano i comuni innanzitutto i centri di Portico di Romagna e San Benedetto in Alpe, che rientrano all'interno del Parco delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.

San Benedetto in Alpe lega la sua storia a quella della vicina Abbazia Benedettina, una delle più antiche dell'Appennino. Nei dintorni , da non

perdere l’escursione alle Cascate dell’Acquacheta, che affascinarono anche il Sommo Poeta, citate come sono nel XVI canto dell’Inferno. Portico di Romagna : un borgo gioiello che conserva l’ antico assetto medioevale su tre piani degradanti verso il fiu-me, paese così bellissimo da scoprire a piedi con la passeggiata romantica fino al Ponte della Maestà, sul fiume ancora giovane; fra i suoi palazzi nobiliari di chiara fattura granducale, quello chiamato Portinari , tradizione vuole che sarebbe appartenuto a Fol-co Portinari, padre di Beatrice (Folco infatti nacque a Portico). A 7 Km da Portico, sulla strada per Tredozio (località Inferno) nella zona del Monte Busca, ecco la curiosità del “Vulcano più piccolo d’Italia” : sul terreno, un piccolo fuoco brucia in permanenza, co-me naturale emanazione di idrocarburi gassosi. Nella seconda domenica di ottobre si svolge la Sagra dei frutti del sottobosco e dell’artigianato artistico

Rocca San Casciano presidia la media Val Montone al fondovalle di un strategico quadrivio (strade dirette per Tredozio, Modigliana, Predappio, San Zeno). Con Leopoldo II di Lorena e la sua "Riforma giudiziaria", il Tribunale di Rocca San Casciano di-ventò competente per tutta la Romagna Toscana, e con la riforma amministrativa del 1859, quando alla cittadina fu assegnato il ruolo di Capoluogo della “Romagna – Toscana”, consolidò la posizione di principale centro appenninico del territorio. Nel centro del paese risplende la scenografica Piazza Garibaldi : risalente al 1200, con originale configurazione triangolare ed in leggera pendenza, ripavimentata in cotto toscano, è circonchiusa da bassi portici e palazzi dall’ aspetto armonioso, fra cui spiccano il Pa-lazzo Pretorio e la Torre Civica. Sul fiume Montone (nell’ultimo sabato di marzo si svolge qui la Festa dei Falò), dal Ponte Vecchio a due archi del 1600, il quale ha resistito a terremoti e memorabili piene, si ammira una pittoresca “Rocca San Casciano sul fiu-me”.

Il percorso di fondovalle conduce poi a Dovadola dove l’antica Rocca dei Guidi domina il paese quasi a controllare l'acces-so ai due “guadi” sul corso del Montone. Il comune presenta ancora il vecchio borgo fiorentino a topografia ortogonale compreso tra il letto del fiume e appunto la “Roccaccia” che risale al XII sec. Zona del tartufo bianco di Romagna (Tuber magnatum), Dova-dola lo celebra a ottobre con una famosa sagra.

Castrocaro Terme e Terra del Sole , antico capoluogo della Romagna Toscana, è oggi un noto centro termale e una vivace località turistica. La sua Fortezza medievale ospita numerose iniziative tra cui gli spettacoli di falconeria e le feste medievali ed è sede del Museo storico “L’aquila, le chiavi, il giglio” e dell’enoteca della Strada dei vini e dei sapori dei Colli di Forlì e Cesena. Castrocaro lega la sua storia a quella della medicea Terra del Sole, che conserva ancora intatto il suo impianto rinascimentale, così come la volle Cosimo de’ Medici. In entrambi i borghi i fasti passati rivivono grazie a prestigiose rievocazioni storiche come le Feste medievali a

Castrocaro e il Palio di Santa Reparata che si svolge nella grande piazza di Terra del Sole dominata dalla Chiesa di Santa Reparata.

Lungo la Valle del Tramazzo

Modigliana e Tredozio…

Ad ovest della Val Montone, è possibile raggiungere (attraverso valici di contro crinali da Portico, Rocca San Casciano e Dovadola) i centri di Modigliana e Tredozio, nella valle del fiume Tramazzo

A Tredozio, stazione climatica turistica a 334 metri slm. , ogni anno si svolge una simpatica Sagra e Palio dell’uovo dedicata in occasione della Pasqua alla tradizione della battitura delle uova. Nei dintorni merita un’escursione il lago di Ponte attraverso la sentieristica del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi in un ambiente forestale e faunistico appenninico conservato in modo ammirevole.

Le colline che si incontrano sulla strada per Modigliana sono in parte impiantate a kiwi, ma il bacino è vocato anche alla produzione di un vino Sangiovese assai caratteri-stico (Festa del Sangiovese 4° weekend d’aprile). In questa bella cittadina che ha dato i natali al pittore macchiaiolo Silvestro Lega (celebrato anche in occasione delle Feste dell’Ottocento con i Tableaux Vivants ispirati ai suoi dipinti) meritano una visita la Piazza Pretorio e la Pinacoteca, ed il Museo civico Don Giovanni Verità

La valle del Tramazzo scende verso Faenza e quivi l’omonimo torrente confluisce nel fiume Lamone . La splendida città di Faenza, e piccoli borghi-gioiello, possono essere raggiunti dalla Toscana col suggestivo e romantico percorso …del treno !

Lungo la Valle del Lamone

La ferrovia ”faentina” : Marradi Brisighella e Faenza…

“La Faentina” : è la linea ferroviaria Firenze-Faenza. Dalla stazione di Santa Maria Novella alla città romagnola 1 ora e 49 minuti di magnifico percorso appenninico in verdi valli romantiche , ricche di boschi e panorami. Le stazioni principali della linea sono: Firenze S. M. Novella, S. Piero a Sieve, Borgo S. Lorenzo, Marradi, Brisighella, Faenza.

Dopo Borgo San Lorenzo, una serie di gallerie proiettano il viaggiatore lungo la Valle del Lamone, bellissima.. Suggestivo il borgo di Marradi, paese natale del poeta Dino Campana, in novembre, la celebre Sagra delle Castagne di Marradi per quattro fine settimana.

Sulla romantica vettura conosciuta con lo storico nome di “Littorina” (che fra poco verrà soppiantato dal più moderno e tecnologico treno “Minuetto”) c’ è la possibilità di trasportare, la propria bicicletta col sistema Treno+Bici. (si veda sito della Fiab Federazione Italiana Amici della Bicicletta)

Sovrastato dalla Rocca posta sul poggio, l’abitato medioevale della magnifica Brisighella è caratterizzato da un’architettura civile tipicamente collinare, in cui spicca la cosiddetta "Via degli Asini", un camminamento sopraelevato protetto da un portico, che in passato aveva una funzione di difesa sino a diventare la sede dei birocciai locali, che tenevano i loro asini nei "cameroni" del Borgo.

A pochi chilometri da Brisighella, lungo il tracciato appenninico della "Faventina", si trova la Pieve di San Giovanni in Ottavo (più comunemente conosciuta come Pieve del Thò), che una leggenda vuole costruita per volontà di Galla Placidia.

L’ origine romana di Faenza (Faventia..) è testimoniato dal classico sviluppo urbanistico ortogonale.

Magnifica la piazza centrale, uno scenografico slargo battezzato con due nomi: Piazza della Libertà, illuminata dalla quattrocente-sca Cattedrale Manfrediana e la Fontana del XVII secolo; e l’attigua Piazza del Popolo, stupendamente porticata (portico degli Ore-fici), col Palazzo del Podestà e la retrostante Corte della Molinella, con il classico Teatro Masini

Tesoro fra i tesori cittadini, il Museo Internazionale delle Ceramiche, eccezionale mostra della fulgida tradizione di questa area per la creazione di autentici capolavori artistici, dall’epoca romana ai giorni nostri (“faenza-faience” in molti luoghi d’Europa è ancora utilizzato come sinonimo di maiolica). Nelle due grandi collezioni di ceramiche antica e moderna, sono presentate anche le altre regioni italiane e varie nazioni. Oggi ci sono oltre sessanta botteghe artigiane sparse tra centro storico e area comunale, dove valenti maestri realizzano e vendono le inimitabili “faenze”, altrove introvabili

In giugno, la città si mobilita per lo storico Palio del Niballo, lo spettacolare e scenografico torneo tra cinque cavalieri dei rioni cittadini, che rievoca lotte, fasti ed epopee della Faenza governata

dai Manfredi Cinque colori (bianco, giallo, nero, rosso e verde). Il terzo fine settimana di novembre a Faenza è protagonista Enologica e Salone del prodotto tipico, prestigiosa kermesse dei migliori vini e prodotti della regione Emilia Romagna

Lungo la Valle del Rabbi

Premilcuore e Predappio…

Premilcuore, da tempo frequentata stazione climatica per soggiorni estivi, col centro storico, aggrappato ad uno sperone sul fiume Rabbi, conserva oggi una delle più intatte strutture urbanistiche di borgo medioevale dell’appennino romagnolo (sugge-stiva cinta muraria, torri e stradine inerpicanti). Porta Fiorentina è oggi il simbolo del paese, con Orologio meccanico del 1593, azionato, all’antica maniera, dal movimento di due sassi che tendono una lunga corda di canapa per tutta l’altezza della torre ed imponenti edifici che riflettono lo stile architettonico della Romagna Toscana granducale; In estate, villeggianti usano prendere bal-neazione nel fiume Rabbi, in siti a monte del centro storico di Premilcuore, ove si trovano cascatelle, e pittoresche anse e spiag-gette. In Premilcuore (Sagra della Castagna seconda domenenica di ottobre) è collocato il Centro visita del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi-Monte Falterona-Campigna. In Fiumicello - 6 Km a sud di Premilcuore, da vedere lo stupendo Mulino Mengozzi (fermare l’autoveicolo nel parcheggio di Fiumicello davanti al ristorante; proseguire a piedi per i 400 metri di mulattiera).

Scendendo la vallata del fiume Rabbi, si giunge a Predappio, complesso urbano creato negli anni Venti-Trenta a rappresentanza di città ‘esemplare’ di “fondazione” avendo dato i natali a Benito Mussolini. Il vero emblema della città è la Casa del Fascio, un edificio di grande effetto progettato dall’architetto Arnaldo Fuzzi nel 1934 e sormontato dalla monumentale torre littoria. Di pregio anche Palazzo Varano (1927) oggi sede del municipio. Tre chilometri a monte di Predappio sorge Predappio Alta, con le antiche cantine Zoli ove è allestito l’ antico Museo del Vino, e dove è possibile assaggiare Sangiovese abbinato ad alcuni piatti tipici romagnoli. Durante il periodo natalizio un originale presepe è allestito nelle grotte della Solfatara, l’ex miniera di zolfo di Predappio Alta. Altro evento sono ‘La Tre giorni del Sangiovese’,

che a inizio settembre celebra la tradizionale culla di questo vitigno, che in queste terra dà vita ad un vino magnifico, robusto e strutturato.

Sulla Via Emilia

Forli

Gli itinerari provenienti dalla Val Montone e dalla val Rabbi confluiscono, come i rispettivi fiumi, alla periferia sud-ovest della città di Forlì. Per scoprire i tesori conservati nel centro storico, basta fare una passeggiata lungo un tragitto pedonale urbano che comprende i monumenti ed i luoghi più rappresentativi della città, dall’età medievale a quella contemporanea. La centrale Piazza Saffi rappresenta un punto eccezionale per sintetizzare la storia di Forlì: qui si possono ammirare l’ottocentesco Palazzo del Municipio, il Palazzo del Podestà in stile gotico, l’elegante palazzo quattrocentesco degli Albertini, il settecentesco Palazzo Ex Credito Romagnolo e il Palazzo delle Poste (1931-'32).

Ma il monumento che conserva il maggiore interesse è la Basilica di San Mercuriale, in stile romanico, costruita nel XII secolo sui resti di una chiesa paleocristiana: al suo interno sono conservate opere di pregio tra cui alcune tele del Palmezzano. Su piazza Ordelaffi si affacciano Palazzo Paolucci Piazza (XVII sec.) e l’ottocentesco Duomo di S. Croce in stile neoclassico. Interessanti gli itinerari in città legati agli interventi urbanistici ed architettonici operati nel Ventennio fascista. Di gusto prettamente littorio il complesso

di piazzale della Vittoria, con il Collegio Aeronautico affiancato da una maestosa statua di Icaro.

La riqualificazione del complesso monumentale del San Domenico ha regalato a Forlì una splendida sede museale dove hanno trovato posto anche le collezioni della Pinacoteca civi-ca. I Musei di San Domenico ogni anno ospitano prestigiose mostre d’arte: fino al 12 giugno 2011 è ora aperta al pubblico la mo-stra "Melozzo da Forlì: L'umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello": la più completa esposizione che gli sia mai stata dedicata. Orari, costi, contatti ed indicazioni stradali della Mostra : per scaricare PDF clicca qui

Lungo la Valle del Bidente

S.Sofia, Galeata, Civitella di Romagna, Meldola…

Scendendo dal Passo della Calla, il fascino di Campigna (m 1068 slm), è dato dal tratto di foresta cupa e severa: come nel-le fiabe del Grande Nord, dominano qui gli altissimi e fitti abeti bianchi . Sono gli alberi impiantati ed amorevolmente curati dai frati camaldolesi secondo un loro rigoroso Codice Forestale, che servivano per le alberature delle galere degli arsenali di Pisa e di Li-vorno, oltrechè per usi civili (Duomo di Firenze, ecc.). Nascosti dalla foresta, i segni dell’abitato di Campigna: una chiesa di sasso, due alberghi in stile montanaro e la casa della Forestale: e così il luogo di caccia preferito dai Lorena...è rimasto proprio come qualche secolo fa! Da Campigna, dipartono sentieri e piste forestali, anche facili e suggestive, per i boschi, le foreste e le radure, incontrastati regni di rapaci, ungulati ed anche lupi…

In Corniolo, borgo e stazione climatica ai piedi del massiccio del Falterona, una deviazione di tre chilometri conduce in Valbonella al Giardino Botanico della Flora dell’Appennino, un museo scientifico all’aria aperta di oltre 500 specie arboree. In località Ridracoli, ecco la grandiosa Diga che sbarra un lago artificiale in fiabesca simbiosi con la fitta foresta. A valle della diga, l’antico micro-borgo di Ridracoli, oggi attrezzato di servizi e di casolari sparsi riconvertiti dall’abbandono. Da non perdere la visita a Idro l’EcoMuseo delle Acque di Ridracoli

S. Sofia attraversata dall’ampio alveo di fondovalle dei riunificati rami del fiume Bidente, sede della Comunità del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi-Monte Falterona-Campigna (con Centro Visita), dalla Romagna Toscana granducale ha ereditato una certa vivacità artistica e culturale, la cui massima espressione è il Premio

Campigna, prestigioso riconoscimento nazionale di pittura presso il Galleria di Arte Contemporanea “Vero Stoppioni”. Piazza Mat-teotti, sulla riva orografica sinistra del Bidente, rappresenta la parte “fiorentina” di S.Sofia, col Palazzo Comunale e Torre Civica (rimaneggiati in stile neogotico dopo il terremoto del 1918) ed il ristrutturato Palazzo Giorgi sede dell’ Ostello per visitatori e turi-sti

A tre km Galeata, centro ricco di storia…nel V secolo, con il governo del re Teodorico, la città faceva capo anche alla figu-ra carismatica del santo taumaturgo che fondò la famosa Abbazia di Sant’Ellero. I preziosi e antichi reperti provenienti dall’Abbazia di Sant’Ellero e dalla vicina necropoli di Mevanìola, l'antica e perduta città i cui resti sono ancora visibili a monte del paese, in fra-zione Pianetto, sono oggi custoditi presso il Museo archeologico.

Scendendo lungo la statale si arriva quindi a Civitella di Romagna, caratteristico borgo fortificato che conserva ancora la antica struttura urbanistica. I resti dell’antica Rocca (XII sec.) sono sormontati dalla Torre dell’Orologio, ricostruita in stile neogotico. Nella zona a sud del paese, svetta l’imponente Santuario della Beata Vergine della Suasia ; chiesa a croce greca, edificata nel 1560 sul luogo di ripetute apparizioni, sull’altare maggiore vi è conservata la venerata immagine della “Madonna con Bambino”, affresco di autore ignoto, di scuola toscana del XV secolo. La cittadina è nota per la produzione di ciliegie, a cui viene dedicata a giugno una grande mostra mercato.

Continuando lungo il corso del Bidente si raggiunge infine Cusercoli, caratte-ristico borgo che si erge su uno sperone roccioso dominato dal castello medievale e dalla chiesa di San Bonifacio. Qui ogni anno, al Fungo prugnolo si dedica la sagra nel secondo e terzo weekend di maggio, mentre il ‘Tartufo bianco pregiato’ della Valle del Bidente è protagonista di una sagra che si svolge la seconda e la terza domenica di novembre. Allo sbocco della valle in pianura , ecco Meldola, col cuore della città rappresentato da piazza Orsini, su cui si affacciano il suggestivo Loggiato Aldobrandini (XVII sec.), la Casa Natale di Felice Orsini e l’elegante Teatro Dragoni (1826). Due gli interessanti e vivi musei cittadini legati alla natura: il Museo di Ecologia e centro

Visitatori e il Museo del Baco da Seta

Sulla Via Emilia

Bertinoro

Si “affaccia” sulla Via Emilia come …Balcone di Romagna. Ecco Bertinoro, arricchita da mura, torri e antiche dimore, dove Piazza della Libertà è suggestivo terrazzo panoramico, dove l’atmosfera medioevale si può cogliere passeggiando nel nucleo antico, tra edifici d’epoca, strette contrade acciottolate e gli antichi tetti che si stagliano all’orizzonte…La Colonna delle Anella è il simbolo ufficiale della città, e l’emblema stesso della tradizionale ospitalità romagnola. Una vocazione a cui è dedicata ogni anno la Festa dell’Ospitalità, la prima domenica di settembre, quando viene rievocato un antico rito duecentesco secondo

La Rocca (X sec.), che domina il borgo, si erge su un'altura dalla quale lo sguardo è catturato

dalla valle sottostante. Al piano terra è allestito il Museo Interreligioso, che testimonia la volontà di confrontare e studiare tre grandi religioni: l'Islam, il Cristianesimo e l'Ebraismo, oggi la Rocca è anche sede del Ceub, Centro Congressi e Centro Residenziale Universitario. Le forti tradizioni vitivinicole, il regno riconosciuto dell’Albana, ne fanno da sempre la capitale dell’enologia romagno-la, ora in grande fermento e riscossa qualitativa. E poi c'è Vini e Sapori in Strada, il distintivo evento enogastronomico che si tiene a Bertinoro la sera del primo sabato di giugno: una grande occasione per scoprire o riscoprire i prodotti tipici della Romagna, ri-nomati in tutta Italia per il loro sapore unico e la genuinità, e i vini Doc come il Sangiovese di Romagna, il Pagadebit e l’Albana. Un territorio dove ritrovare armonia ed equilibrio, anche grazie alle rinnovate Terme di Fratta, che denotano – assieme al recuperato splendido Grand Hotel - il territorio wellness, della dolcezza del paesaggio e del benessere del corpo: qui sgorgano sette sorgenti ricche di preziosi sali minerali, conosciute sin dall'epoca romana per i loro effetti benefici.

Lungo la Valle del Savio

Verghereto, Bagno di Romagna, Sarsina, Mercato Saraceno

Verghereto è il piccolo paese vicino allo storico "snodo" del valico di Montecoronaro: alla convergenza della strada che dalla Valle del Savio portava a Roma, con quella che giungeva dal Montefeltro. Interessante nel territorio lo splendido anello stradale Verghereto-Montecoronaro-Balze-Alfero-Acquapartita, attorno ai due grandi ed ubertosi massicci del Monte Comero e del Monte Fumaiolo (stazione sciistica, da cui nasce il fiume Savio, e quello più caro….a Roma ed ai romani!). Sul circuito, si sono sviluppati importanti poli di villeggiatura stagionale in Balze ed Alfero. Innumerovoli possibilità per il turista attivo e sportivo (lago Pontini o da Verghereto trekking alla vetta del Monte Comero, da Montecoronaro camminata alle sorgenti del fiume Savio, o all’Eremo di S.Alberico, immerso in una fantastica faggeta, raggiungibile da Balze

attraverso antica mulattiera)

Sul primo fondovalle ecco l’area di Bagno di Romagna dove si scoprono colori e sapori della montagna e della sua cucina, e le acque del benessere delle sue Terme. Il suo vasto territorio comprende foreste secolari, torrenti, fiumi e laghi, spazi naturali ricchi di flora e fauna, importanti fenomeni geologici e geotermici, e una parte ancora più pregiata e incontaminata, la Foresta della Lama con la riserva integrale di Sassofratino, racchiusa all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Nella piazza di Bagno la bella Basilica romanica di S. Maria Assunta (con opere d’arte di scuola toscana rinascimentale), con l’attigua via Fiorenti-na, in cui risplende lo storico Palazzo del Capitano. La gastronomia viva e gustosa, nasce da un peculiare matrimonio di sapori fra Romagna e Toscana; la cultura e le tradizioni rivivono ogni anno in rievocazioni storiche consolidate come I Giorni del Capitano. A S. Piero in Bagno, l’altro nucleo del Comune, centro vivace di commerci e servizi, hanno sede il Municipio e la Comunità Montana. Bella la Piazza S.Allende, coi settecenteschi palazzi di ispirazione toscana; da osservare il Ponte dei Frati , manufatto sulla via an-tica

Sarsina, patria di quel Plauto padre della commediografia latina e moderna (a cui ogni estate è dedicata la rassegna tea-trale “Plautus Festival”), sede di un Museo Archeologico Nazionale (Mausoleo di Rufo e mosaico “Trionfo di Dioniso”) tra i più importanti dell’Italia settentrionale e della millenaria Cattedrale di San Vicinio, è crogiolo di storia, di arte e di cultura. In centro, da non perdere la visita alla Cattedrale Romanica di San Vicinio (possibilità di benedizione con apposizione della “Catena di San Vicinio”, in ogni momento della giornata). A piedi, dal centro di Sarsina, è possibile una facile escursione alle Marmitte dei Giganti: dalla strada statale per Bagno di Romagna, si accede ai due sentieri segnalati ed attrezzati, e poi al “Fosso del Lagaccio” fra ardite cascatelle e spettacolari erosioni fluviali

Risalendo la vallata del Savio, si incontra Mercato Saraceno, antico luogo di scambio e commerci, arroccato su tre terrazzi alluvionali sul fiume Savio: la tradizione dei mercati è rievocata ogni anno nella caratteristica Fiera di Maggio. Il cuore del paese è Piazza Mazzini, poco sopra la piazza si trova Palazzo Dolcini, caratteristico edificio in stile liberty oggi adibito a teatro e centro culturale polivalente. L‘evento che ogni anno attira in città il maggior numero di visitatori è il Palio del Saraceno, a settembre: una grande rievocazione storica che vede protagonisti i Cavalieri degli otto Castelli locali che si sfidano in un torneo di abilità a cavallo.

Sulla Via Emilia

Cesena

Cesena ovvero… la ‘Città Malatestiana’: racchiusa nello scorpione disegnato dalle sue mura tre-quattrocentesche, è una città vivace e culturalmente dinamica, come testimoniano la tradizionale festa di San Giovanni a fine giugno e gli appuntamenti gastronomici di piazza come Cesena a Tavola in autunno e a fine estate il Festival internazionale del Cibo di strada, con la sua ver-sione nazionale Saporie, nonché in anni più recenti la Notte della Cultura. In un itinerario cesenate ideale la prima tappa è rappresentata senza

dubbio dalla Biblioteca Malatestiana, iscritta nel prestigioso Registro Internazionale della Memoria del Mondo dell’Unesco per il suo gioiello umanistico: l'Aula del Nuti, voluta dal signore Malatesta Novello e conservata

intatta nei secoli. In Piazza del Popolo c'è la bella fontana in pietra d'Istria del Masini, con accanto Palazzo Albornoz, attuale sede del Municipio. Sul Colle Garampo si erge la Rocca Malatestiana, una delle fortezze più imponenti della Romagna, mentre sul colle Spaziano si staglia l’Abbazia del Monte, che oggi conserva una preziosa collezione di ex voto. Da ricordare il Teatro Bonci, splen-dido teatro ottocentesco che vanta un'acustica di prim'ordine e cartelloni di prosa di qualità e l’attività del Centro Cinema Città di Cesena, specializzato nella fotografia di scena.

Nelle Terre del Rubicone

Sogliano al Rubicone, Roncofreddo, Montiano, Longiano, Savignano sul Rubicone, Borghi…

Per chi viene in auto dall’area di Arezzo, le Terre del Rubicone sono direttamente raggiungibili (oltreché con percorsi in-terni alla Romagna) dalla E 45 (uscita Bivio Montegelli per Sogliano) e dalla strada di Badia Tedalda (per Sogliano via Novafeltria). Un viaggio lungo le Terre del Rubicone, permette di scoprire piccole valli interne quasi dimenticate ma nelle quali è ancora oggi possibile sentire il fascino discreto di un antico potere ormai decaduto: quello dei Malatesta, che regnarono in questa parte di Ro-magna lasciando tracce della loro magnificenza nelle rocche, nelle pievi e nei piccolissimi borghi che costellano il territorio…

Sogliano al Rubicone, è il “piccolo grandemente amato paese di Romagna”, come lo definì nei suoi versi Giovanni Pascoli: con questo paese il poeta ebbe un legame profondo, suggellato dalla cittadinanza onoraria conferitagli nel 1906. Seguendo il percorso pascoliano, che permette di scoprire i luoghi fisici che fecero parte della vita del poeta e che costituirono fonte di ispirazione, si arriva in Piazza Garibaldi, cuore del paese, dove ha sede il Palazzo della Cultura (Palazzo Marcosanti-Ripa), che ospita cinque interessanti mostre permanenti: Raccolta Veggiani, Collezione di Arte Povera, Museo della Linea Christa, Museo Leonardo da Vinci e la Romagna e Museo del disco.

Sogliano è noto in tutta Italia come cittadina delle Fosse: antichi antri tufacei scavati nel Medioevo dove dal XV secolo viene portata avanti la tradizione del formaggio di fossa, se-polto e lasciato fermentare per alcuni mesi nel tufo. A questo prodotto certificato con il marchio Dop è dedicata ogni anno la tradi-zionale Fiera del Formaggio di Fossa, a novembre, quando avviene il rito della “sfossatura”.

A circa 11 km da Sogliano il piccolo borgo medievale di Montetiffi, noto per la produzione delle caratteristiche teglie in ar-gilla, arnesi da cucina utilizzati tradizionalmente per cuocere la mitica piadina.

Il borgo di Roncofreddo (sagra Piccola fiera d'autunno l’ultima domenica di novembre), appollaiato con vista sull’Adriatico, è Comune di un vasto territorio ricco di micro borghi sorti nelle vette dei poggi sui resti di castelli e fortificazioni di origine medioe-vale e della epopea malatestiana. In città l’interessante Museo del Fronte 1944, essendo per molti mesi Roncofreddo, con il territorio del Rubicone e del riminese, sulla “Linea Gotica” nell’epico scontro tra 8ª armata inglese e tedeschi in ritirata. Nelle immediate vicinanze di Roncofreddo si incontrano il castello di Sorrivoli (in agosto il Festival dei burattini), il borgo di Monteleone che affa-scinò Lord Byron, i micro paesi di Montereale, Montaguzzo, Ardiano…

Da Roncofreddo si può scendere a Montiano, balcone naturale sulla pianura cesenate, cittadina ricca di sapori ed antiche

vestigia. Dell’antica fortezza malatestiana, distrutta dagli eventi bellici del 1944, restano ancora visibili le imponenti mura con l'ori-ginario portale d'ingresso. Sulla piazza principale si affacciano la Porta Malatesta, edificata nel 1583, e la Chiesa dei Tre Monti. La seicentesca Chiesa di San Francesco è oggi un centro culturale polivalente e ospita gran parte delle proprietà comunali d’arte. Consigliabile una breve tappa anche nella vicina Montenovo, per vedere i resti dell'antico castello. A Settembre su queste colline si festeggiano i prodotti tipici del territorio con la Sagra de Grasol, dedicata ai gustosi ciccioli.

Da Montiano si prosegue in direzione Longiano, rag-giungibile in auto in pochi minuti. Appena entrati nel borgo si

notano l'ottocentesco Teatro Petrella - un palcoscenico prediletto per le prime teatrali, che svolge un'apprezzata attività in vari settori dello spettacolo - e l'imponente santuario del SS Crocifisso Un intrico di viuzze e piccole scalette conducono alla sommità del colle: qui attende, imponente e solenne, il Castello Malatestiano (XI secolo), posto a guardia della pianura sottostante e al tempo stesso elegante dimora signorile. Ora è sede della Fondazione Tito Balestra, poeta e artista romagnolo, ricchissima colle-zione di opere d'arte figurativa dedicate al 2° Novecento italiano. La settecentesca chiesa di Santa Maria delle Lacrime è sede del Museo Italiano della Ghisa, nel centro culturale San Girolamo si può invece visitare il Museo del Disco d'Epoca, una collezione unica in Italia. Fra i vari eventi ospitati ogni anno a Longiano, si ricorda la particolare rassegna Longiano dei Presepi, l’appuntamento biennale con il Festival dell’Antico Organetto e l’evento Vini e Sapori in Strada: una magica serata del secondo sabato di luglio sul-la scenografica piazza del Castello Malatestiano.

Da Longiano, si può percorrrere una spettacolare strada panoramica (sul percorso della Strada dei vini e dei sapori ) in discesa verso Savignano sul Rubicone, proprio il piccolo fiume attraversato nel 49 a. C., in direzione Rimini-Roma, da Giulio Cesare in armi al celebre grido “…alea iacta est !”. L’asse della via Emilia è storica via consolare che segna lo spartiacque tra la media col-lina e la pianura. Il Ponte sul Rubicone (II secolo a.C.) nel centro di Savignano (ricostruito dopo il minamento operato nel 1944 dai tedeschi in ritirata) può essere l’inizio ideale di un itinerario alla scoperta dei secoli di storia che convivono in questo territorio. Chiamata anche ‘l’Atene di Romagna’, Savignano vanta una folta schiera di studiosi, letterati ed archeologi e ogni anno dedica uno spazio particolare alla fotografia d’autore con la rassegna Si Fest. L’Accademia dei Filopatridi è una delle più antiche e prestigiose accademie di studi della Romagna e conserva un prestigioso nucleo di circa 2.000 incisioni.

Da Savignano si può infine salire a Borghi (sul crinale fra i fiumi Uso e Rubicone, ai confini con la provincia di Rimini) un piccolo agglomerato di struttura medievale, ancora oggi cinto da robuste mura quattrocentesche. Nel cuore del borgo medievale sorge la Chiesa di Santa Croce, mentre sul fondo della strada alta del castello si staglia la suggestiva Loggia Settecentesca. Tradizione vuole che qui sia nato uno dei dolci più caratteristici e antichi della Romagna, a cui il paese dedica ogni anno

una sagra a maggio: il Bustreng, una dolce prelibatezza preparata con farina di castagne, uvetta e pinoli…ed altri ingredienti del-la ricetta segreta..!