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Italia Ebraica voci dalle Comunità n.4/2011 BEJAHAD 2011 Festa di popoli e culture È partito il countdown per Bejahad, il grande festival delle comunità ebraiche dell’ex Jugo- slavia che avrà inizio il 24 agosto ad Abbazia, suggestiva località di villeggiatura croata, per una rassegna anche quest’anno di grande in- teresse culturale e con un oc- chio verso l’Italia. Ospiti au- torevoli e contenuti di livello come da tradizione. “Solida- rietà, amicizia, umanità, gio- ia dell’incontro e cultura del dialogo”. Vladimir Salomon, vicepresidente della Comu- nità ebraica di Zagabria e organizzatore del Festival, riassume così l’atmosfera dei giorni di Bejahad. A disposizione delle co- munità ebraiche italiane 30 posti prenotabili al Grand Hotel Adriatic telefo- nando direttamente al personale dell’albergo (00385 51719 012, chiedere della signora Marija Paro) o inviando una mail a info@ho- tel-adriatic.hr. Lo staff dell’albergo, un quattro stelle molto vicino al centro di Abbazia, è pronto ad accogliere con trattamento di pen- sione completa circa 350 ospiti in arrivo da tutta Europa ed è inoltre disponibile per qual- siasi informazione relativa al periodo di sog- giorno. NOVITÀ QUESTIONARIO PAG. 8 SIMONE E L’EUROPA PAG. 8 Sembrava un affascinante azzardo di primavera e invece è realtà. Nato sulla scia delle origini ebraiche del padre, il progetto di band musicale in lingua bagitta del musicista livornese Matteo Scarpettini ha preso definitivamente avvio. A metà luglio si è infatti svolta la prima riunione dei membri della band (Scarpettini è il primo da sinistra) che musicherà la pittoresca parlata ebraico-livornese e altri idiomi caratteristici della città labronica. Una sfida affascinante, già descritta in queste pagine, che procede ormai spe- dita. “La prima riunione è andata alla grande. Sono usciti suoni e parole proprio come li avevo pensati” dice Scarpettini. Coinvolti nella band due percussionisti, un chitarrista e un violinista per un mix di suoni e calore imperdibile. Sarà della partita anche Alessandro Orfano, il giovane studioso che grazie a un finanziamento dell’UCEI ha da poco pubblicato l’archivio sonoro del bagitto dopo anni passati a interrogare i grandi vecchi della Co- munità ebraica livornese, ultimi testimoni di una parlata in via di estinzione che la magia della musica contribuirà a salvare dall’oblio. QUI LIVORNO - IL SOUND DELLA PRIMA BAND IN BAGITTO SIENA EBRAICA C ’è un filo rosso che da una stanza segreta di Fa‐ cebook ci conduce a un passato lontano, quando l’isola greca di Corfù ospitava una vivace comunità ebraica. A riannodare quel tempo ai nostri giorni è un’importante mostra che la Comunità ebraica di Trieste dedicherà agli ebrei corfioti in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. La ras‐ segna segue la storia degli ebrei corfioti attraverso ricordi famigliari, fotografie, documenti e oggetti. C ttà capofila della dodicesima edizione della Gior‐ nata Europea della Cultura Ebraica, Siena si pre‐ senta alla sfida della declinazione dell’ebraismo ai tempi del 2.0 con un ricco palinsesto di iniziative che apriranno varie finestre di approfondimento sul tema per una 24 ore di energia allo stato puro. Dal‐ l’installazione Facing the Future di Enrico Fink e Teo Paoli alle isole digitali interattive dedicate a temi pe‐ culiari dell’ebraismo in piazza del Mercato, passando per la risata “che corre nella rete” nel theater talk di David Parenzo e la lectio magistralis di Haim Ba‐ harier sul “mondo che viene”. I l risultato lo rende felice. Anche se l’auspicio è che in futuro “si possa procedere a un ricambio graduale dei vertici comunitari”. Pensieri a margine del voto per il confermato leader dell’ebraismo mantovano Fabio Norsa. Con lui in Consiglio entrano anche Ema‐ nuele Colorni e Miriam Jarè. Per il nuovo direttivo si annunciano adesso sfide importanti in campo storico e culturale. “Come il recente avvio dell’ultimo lotto dei lavori alla sinagoga di Sabbioneta”, dice Norsa. Iniziative anche nel segno della sette note dello spar‐ tito. A partire dalla magica serata del 30 luglio a Pa‐ lazzo Tè con un concerto di brani di Salomone Rossi nell’ambito delle riprese del film dedicato al grande musicista ebreo. Musica protagonista anche alla Gior‐ nata della cultura ebraica con la valorizzazione di un Qaddish sulle note di Verdi e, sempre in settembre, con la presentazione del volume Vox Organalis sui musicisti ebrei nel mantovano tra Cinque e Seicento. Il 27 settembre inoltre presentazione del Catalogo dell’Archivio storico della Comunità ebraica dal 1522 al 1861. Un progetto ad ampio respiro finanziato dalla Soprintendena archivistica della Regione Lombardia. GIORNATA DELLA CULTURA L o spazio web della Giornata Europea della Cul‐ tura Ebraica www.ucei.it/giornatadellacultura è quest’anno ammodernizzato e ricco di novità, tra social network e tour virtuali, siti di condivisione di contenuti audiovisivi, web cam e la possibilità di esplorare l’Italia ebraica (e le località che aderiscono alla Giornata) in modo tutto nuovo. Scopriamo linee guida e sfide di questo progetto che ha messo il pa‐ trimonio ebraico italiano a portata di click. L nunga intervista al neopresidente della Comunità ebraica di Torino Beppe Se‐ gre. Eletto nelle file di Anavim, gruppo che in occasione delle elezioni comunitarie svoltesi a metà giugno aveva sconfitto i ri‐ vali della lista maggioritaria uscente Co‐ munitattiva, Segre analizza le ragioni di un voto che ha sovvertito i rapporti interni al Consiglio e guarda alle sfide future che attendo‐ no la Comunità. Sfi‐ de interne, indiriz‐ zate cioè a una rapi‐ da risoluzione delle contrapposizioni che minano alla stabilità della colletività ebraica torinese (“Lavoreremo per la concordia e la cooperazione tra gli iscritti” promette Segre). E sfide esterne, volte cioè a tutelare anche nei prossimi anni il ruolo di grande protagonista della vita culturale da tempo assunto dalla Comunità ebraica del capo‐ luogo piemontese. TORINO EBRAICA La difficile sfida della coesione Norsa confermato presidente In Consiglio anche Colorni e Jarè MANTOVA EBRAICA a pag. 6 a pag. 4 a pag. 6 a pag. 2 HATIKWA Unione Giovani Ebrei d’Italia Countdown per la Giornata 2.0 TRIESTE EBRAICA Una mostra per gli ebrei di Corfù Italia Ebraica – attualità e cultura dalle Comunità ebraiche italiane ‐ registrazione Tribunale di Roma 220/2009 | [email protected] – www.italiaebraica.net | supplemento a Pagine Ebraiche ‐ n. 8 ‐ 2011 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037‐1543 (direttore responsabile: Guido Vitale) Un sito rinnovato aperto alla rete Cambio al vertice della Scuola ebraica di Torino. Dal primo settembre Sonia Brunetti prenderà in- fatti il posto della preside uscente Marta Morello (nella foto). Su questo numero vi proponiamo una ri- flessione di quest’ultima sugli anni tra- scorsi a capo della scuola torinese. Un la- voro appassionato e scandito dalle nume- rose riforme che hanno segnato la travagliata vi- cenda dell’educazione in Italia. Un lavoro che alun- ni, genitori, insegnanti e colleghi hanno avuto modo di apprezzare anche dal punto di vista squisita- mente umano. Come dimostrano ad esem- pio gli sgargianti ritratti che molti studenti le hanno fatto pervenire in occasione del suo prossimo pensionamento e di cui vi proponiamo una piccola selezione su que- ste pagine. Alla preside Morello un sincero augurio da parte della redazione per un futuro se- reno e gioioso. a pag. 5 TORINO EBRAICA STAFFETTA MORELLO-BRUNETTI: IL SALUTO DEI BIMBI

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Italia Ebraica voci dalle Comunità n.4/2011

BEJAHAD 2011Festa di popoli e cultureÈ partito il countdown per Bejahad, il grandefestival delle comunità ebraiche dell’ex Jugo-slavia che avrà inizio il 24 agosto ad Abbazia,suggestiva località di villeggiatura croata, peruna rassegna anche quest’anno di grande in-teresse culturale e con un oc-chio verso l’Italia. Ospiti au-torevoli e contenuti di livellocome da tradizione. “Solida-rietà, amicizia, umanità, gio-ia dell’incontro e cultura deldialogo”. Vladimir Salomon,vicepresidente della Comu-nità ebraica di Zagabria eorganizzatore del Festival,riassume così l’atmosferadei giorni di Bejahad. A disposizione delle co-munità ebraiche italiane30 posti prenotabili alGrand Hotel Adriatic telefo-nando direttamente al personale dell’albergo(00385 51719 012, chiedere della signoraMarija Paro) o inviando una mail a [email protected]. Lo staff dell’albergo, un quattrostelle molto vicino al centro di Abbazia, èpronto ad accogliere con trattamento di pen-sione completa circa 350 ospiti in arrivo datutta Europa ed è inoltre disponibile per qual-siasi informazione relativa al periodo di sog-giorno.

NOVITÀ QUESTIONARIO PAG. 8

SIMONE E L’EUROPA PAG. 8

Sembrava un affascinante azzardo di primavera e invece è realtà. Nato sulla scia delleorigini ebraiche del padre, il progetto di band musicale in lingua bagitta del musicistalivornese Matteo Scarpettini ha preso definitivamente avvio. A metà luglio si è infattisvolta la prima riunione dei membri della band (Scarpettini è il primo da sinistra) chemusicherà la pittoresca parlata ebraico-livornese e altri idiomi caratteristici della cittàlabronica. Una sfida affascinante, già descritta in queste pagine, che procede ormai spe-dita. “La prima riunione è andata alla grande. Sono usciti suoni e parole proprio come liavevo pensati” dice Scarpettini. Coinvolti nella band due percussionisti, un chitarrista eun violinista per un mix di suoni e calore imperdibile. Sarà della partita anche AlessandroOrfano, il giovane studioso che grazie a un finanziamento dell’UCEI ha da poco pubblicatol’archivio sonoro del bagitto dopo anni passati a interrogare i grandi vecchi della Co-munità ebraica livornese, ultimi testimoni di una parlata in via di estinzione che la magiadella musica contribuirà a salvare dall’oblio.

QUI LIVORNO - IL SOUND DELLA PRIMA BAND IN BAGITTOSIENA EBRAICA

C’è un filo rosso che da una stanza segreta di Fa‐cebook ci conduce a un passato lontano, quando

l’isola greca di Corfù ospitava una vivace comunitàebraica. A riannodare quel tempo ai nostri giorni èun’importante mostra che la Comunità ebraica diTrieste dedicherà agli ebrei corfioti in occasionedella Giornata Europea della Cultura Ebraica. La ras‐segna segue la storia degli ebrei corfioti attraversoricordi famigliari, fotografie, documenti e oggetti.

Cttà capofila della dodicesima edizione della Gior‐nata Europea della Cultura Ebraica, Siena si pre‐

senta alla sfida della declinazione dell’ebraismo aitempi del 2.0 con un ricco palinsesto di iniziativeche apriranno varie finestre di approfondimento sultema per una 24 ore di energia allo stato puro. Dal‐l’installazione Facing the Future di Enrico Fink e TeoPaoli alle isole digitali interattive dedicate a temi pe‐culiari dell’ebraismo in piazza del Mercato, passandoper la risata “che corre nella rete” nel theater talkdi David Parenzo e la lectio magistralis di Haim Ba‐harier sul “mondo che viene”. Il risultato lo rende felice. Anche se l’auspicio è che

in futuro “si possa procedere a un ricambio gradualedei vertici comunitari”. Pensieri a margine del votoper il confermato leader dell’ebraismo mantovanoFabio Norsa. Con lui in Consiglio entrano anche Ema‐nuele Colorni e Miriam Jarè. Per il nuovo direttivo siannunciano adesso sfide importanti in campo storicoe culturale. “Come il recente avvio dell’ultimo lottodei lavori alla sinagoga di Sabbioneta”, dice Norsa.Iniziative anche nel segno della sette note dello spar‐tito. A partire dalla magica serata del 30 luglio a Pa‐lazzo Tè con un concerto di brani di Salomone Rossinell’ambito delle riprese del film dedicato al grandemusicista ebreo. Musica protagonista anche alla Gior‐nata della cultura ebraica con la valorizzazione di unQaddish sulle note di Verdi e, sempre in settembre,con la presentazione del volume Vox Organalis suimusicisti ebrei nel mantovano tra Cinque e Seicento.Il 27 settembre inoltre presentazione del Catalogodell’Archivio storico della Comunità ebraica dal 1522al 1861. Un progetto ad ampio respiro finanziato dallaSoprintendena archivistica della Regione Lombardia.

GIORNATA DELLA CULTURA

Lo spazio web della Giornata Europea della Cul‐tura Ebraica www.ucei.it/giornatadellacultura

è quest’anno ammodernizzato e ricco di novità, trasocial network e tour virtuali, siti di condivisione dicontenuti audiovisivi, web cam e la possibilità diesplorare l’Italia ebraica (e le località che aderisconoalla Giornata) in modo tutto nuovo. Scopriamo lineeguida e sfide di questo progetto che ha messo il pa‐trimonio ebraico italiano a portata di click.

Lnunga intervista al neopresidente dellaComunità ebraica di Torino Beppe Se‐

gre. Eletto nelle file di Anavim, gruppo chein occasione delle elezioni comunitariesvoltesi a metà giugno aveva sconfitto i ri‐vali della lista maggioritaria uscente Co‐

munitattiva, Segreanalizza le ragionidi un voto che hasovvertito i rapportiinterni al Consiglioe guarda alle sfidefuture che attendo‐no la Comunità. Sfi‐de interne, indiriz‐zate cioè a una rapi‐

da risoluzione delle contrapposizioni cheminano alla stabilità della colletività ebraicatorinese (“Lavoreremo per la concordia ela cooperazione tra gli iscritti” prometteSegre). E sfide esterne, volte cioè a tutelareanche nei prossimi anni il ruolo di grandeprotagonista della vita culturale da tempoassunto dalla Comunità ebraica del capo‐luogo piemontese.

TORINO EBRAICA

La difficile sfidadella coesione

Norsa confermato presidenteIn Consiglio anche Colorni e Jarè

MANTOVA EBRAICA

a pag. 6

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HATIKWAUnione Giovani Ebrei d’Italia

Countdown perla Giornata 2.0

TRIESTE EBRAICA

Una mostra pergli ebrei di Corfù

Italia Ebraica – attualità e cultura dalle Comunità ebraiche italiane ‐ registrazione Tribunale di Roma 220/2009 | [email protected] – www.italiaebraica.net | supplemento a Pagine Ebraiche ‐ n. 8 ‐ 2011 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037‐1543 (direttore responsabile: Guido Vitale)

Un sito rinnovatoaperto alla rete

Cambio al vertice della Scuola ebraica di Torino.Dal primo settembre Sonia Brunetti prenderà in-fatti il posto della preside uscente MartaMorello (nella foto). Su questo numero vi proponiamo una ri-flessione di quest’ultima sugli anni tra-scorsi a capo della scuola torinese. Un la-voro appassionato e scandito dalle nume-rose riforme che hanno segnato la travagliata vi-cenda dell’educazione in Italia. Un lavoro che alun-

ni, genitori, insegnanti e colleghi hanno avuto mododi apprezzare anche dal punto di vista squisita-

mente umano. Come dimostrano ad esem-pio gli sgargianti ritratti che molti studentile hanno fatto pervenire in occasione delsuo prossimo pensionamento e di cui viproponiamo una piccola selezione su que-ste pagine. Alla preside Morello un sincero

augurio da parte della redazione per un futuro se-reno e gioioso. a pag. 5

TORINO EBRAICASTAFFETTA MORELLO-BRUNETTI: IL SALUTO DEI BIMBI

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SIENA EBRAICA

agosto 2011

24 ORE DI GRANDI EMOZIONIMEMORIA, MUSICA E FUTURO

Sarà l’eclettico talento di Eugenio De Giorgi adinaugurare, sabato 3 settembre alle 21.15 inpiazza del Mercato, la dodicesima Giornata Eu-ropea della Cultura Ebraica senese. De Giorgi siesibirà nello spettacolo teatrale Il padre...è terno,trilogia biblica con testi di Haim Baharier e regiadi Stefano Simone Pintor.

A teatro con De Giorgi

Facing the Future, installazione video a cura diEnrico Fink (nella foto) e Teo Paoli, sarà assiemealle isole digitali una delle at-trazioni principali per il visi-tatore in transito da piazzadel Mercato. Un’opera emo-zionale sul Talmud in cui con-tenuti e forma si fondono, unlegame forte tra tradizione e modernità cheemerge con chiarezza: Facing the Future è l’en-nesima prova di talento per la coppia Fink-Paoli.

Uno sguardo al futuro

La Giornata sarà un’ottima oc-casione anche per fare il puntosullo stato dei lavori in corsoalla sinagoga di Siena e al pro-getto di costruzione di un mu-seo ebraico in loco. Alle 11 alTempio, davanti alle autoritàcittadine e alla Soprintenden-

za, l’architetto Renzo Funaro si soffermerà sugliultimi sviluppi in tal senso.

Ormai i suoi sketch in coppia con Cruciani su LaZanzara fanno scuola. DavidParenzo sarà protagonista nelsegno dell’ironia e non potevaessere altrimenti. Ospiti delsuo theater talk di metà pome-riggio il vignettista MassimoCaviglia, il massmediologo

Klaus Davi, l’attore Moni Ovadia, l’editore DanielVogelmann e un rabbino a sorpresa.

Ridere sul web con Parenzo

A chiudere il programma l’incontro con uno deimaestri del pensiero ebraico contemporaneo:Haim Baharier. L’intel-lettuale di origine fran-cese terrà una lectiomagistralis sul tema “Ilmondo che viene”. A se-guire una conversazionecon Tobia Zevi: due ge-nerazioni a confronto sulle declinazioni dell’iden-tità ebraica e sul futuro dell’umanità.

Baharier e il mondo che viene

La riscoperta del patrimonio

Città capofila della dodicesima edizionedella Giornata Europea della CulturaEbraica, Siena si presenta alla sfida del‐la declinazione dell’ebraismo ai tempidel 2.0 con un ricco palinsesto di ini‐ziative che apriranno varie finestre diapprofondimento sul tema per una 24ore di energia allo stato puro in direttastreaming in tutta Italia e sulle fre‐quenze di Radio Shalom. Dall’instal‐lazione Facing the Future di EnricoFink e Teo Paoli alle isole digitali in‐terattive dedicate a temi peculiaridell’ebraismo in piazza del Mercato,passando per la risata “che corre nel‐la rete” nel theater talk di David Pa‐renzo e la lectio magistralis di HaimBaharier sul “mondo che viene”. Poiun’abbuffata di musica e teatro, as‐saggi gastronomici e degustazionedi vini kosher. Con l’intervento tragli altri dell’architetto Renzo Funa‐ro, presidente dell’Opera del Tem‐pio ebraico di Firenze, che illustreràgli ultimi passaggi relativi al restau‐ro della sinagoga senese e allaprossima apertura di un museoebraico in loco. Le danze avrannoinizio con un gustoso aperitivo di‐gitale alla Fortezza da Basso di Fi‐renze il 10 agosto in compagniadi Enrico Fink e Giuseppe Bur‐schtein. Un modo nuovo per su‐scitare l’interesse del pubblico to‐scano verso la manifestazioneguadagnando visibilità mediatica inprevisione di una Giornata che si an‐nuncia memorabile. Una Giornata hagià attivato molte sinergie con istitu‐zioni politiche e sponsor storici comela Fondazione Monte dei Paschi di Sie‐na.“Ci stiamo sempre più avvicinando alla

data del quattro settembre e posso direche per noi, piccolissimo nucleo diebraismo italiano, si sta rivelando unasfida davvero appassionante che mettein moto energie e relazioni intense”spiega la referente della Giornata se‐nese Anna Di Castro. Elaborato da un

guru della comunica‐zione quale Giuseppe Burschtein, crea‐tivo ed ex uomo di punta dei gruppiEspresso e Rcs, il programma prevedeun ampio ventaglio di approcci al temae coinvolge tra le altre la suggestiva ecentralissima piazza del Mercato, gio‐

iello di architettura e paesaggistica dovesaranno poste sette isole digitali sul‐l’ebraismo e sull’identità ebraica. Ai ta‐volini, armati di tastiera e personalcomputer, siederanno giovanissimi in‐terlocutori che dialogheranno col pub‐blico rispondendo a ogni sorta di do‐manda e curiosità. È questo uno deipunti di forza della Giornata senese,che si annuncia nel segno del confronto,dell’apertura e della partecipazione at‐tiva della cittadinanza. “Nello spiritopiù autentico del tema scelto per questaedizione della Giornata – prosegue DiCastro – abbiamo pensato di svilup‐pare un programma che prevedesse ilpiù possibile contatti umani tra i visi‐tatori e il nostro staff culturale. Va dettoche Giuseppe Burschtein e le sue col‐laboratrici hanno fatto un lavoro ecce‐zionale su tutti i fronti. Aver coinvoltoun professionista di questo livello è sta‐ta una grande fortuna per noi tutti”. La Giornata sarà per il nucleo ebraicosenese una preziosa occasione di inte‐razione con la società esterna sulla sciadi un impegno che viene da tempo por‐tato avanti dalla stessa Di Castro e daun ristretto nucleo di volontari impe‐gnati nella divulgazione della storia edei valori di questa realtà. Una realtàsicuramente meno mediatica se para‐gonata alle vicine Firenze, Pisa e Livor‐no ma comunque ricca di sorprese easpetti interessanti. “Siamo pochi ma dalla nostra propriapiccola postazione di minoranza cre‐diamo molto nella sfida di dialogarecon la realtà che ci sta intorno riuscen‐do ad esprimere comunque una visioneebraica, un punto di vista ebraico dellecose” dice Di Castro. “In questo senso,ogni anno, al di là dell’essere capofilao meno, la Giornata richiede di inter‐rogarci per capire cosa abbiamo da direall’esterno. Direi quasi, pensando adalcune recenti riflessioni di Gadi Luz‐zatto Voghera sul tema Ebraismo 2.0,che la sfida è proprio quella di inter‐pretare, saper interrogare la tradizionee trovare risposte che possano esseredeclinate attraverso linguaggi contem‐poranei. Abbiamo abbracciato questoimpegno con grande passione e credoche l’espressione plurale dell’ebraismoche saremo in grado di proporre a set‐tembre risulterà vincente e apprezzatadal pubblico”.

Isole digitali e creatività: una Giornata da scoprire

Anna Di Castro, referente senesedella Giornata. Sullo sfondo larigogliosa campagna toscana.

Nuova location nel programma del-la Giornata senese. Si tratta di piaz-za del Mercato, uno dei luoghi piùsignificativi della città granducale.È là infatti che verranno poste le set-te isole digitali interattive elaborateda Burschtein e dal suo staff di col-laboratrici. Per l’occasione il luogosarà anche ornato da un lungo drap-po ricco di richiami al mondo del2.0 e alla tradizione ebraica nellostraordinario intreccio che è fil rou-ge di questa Giornata. Il drappo con-giungerà la piazza alla vicina sina-goga in vicolo delle Scotte. Animalaica e comunità ebraica cittadinasaranno quindi unite fisicamenteper una coreografia che si annunciaspettacolare e unica nel suo genere.“Sarà un colpo d’occhio stupendo”assicurano gli organizzatori.

NEW ENTRYDA FAVOLA

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NAPOLIEBRAICA

Italia Ebraica la voce delle Comunità

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FIRENZEEBRAICA

agosto 2011

La prospettiva si è ribaltata. La se-zione ebraica senese, piccolo nucleodi ebraismo italiano affiliato alla piùnumerosa realtà fiorentina, per unagiornata è protagonista con maggio-ri riflettori della “sorella maggiore”Firenze. Una giornata con mille ri-svolti simbolici: la Giornata, quellacon la G maiuscola. La Giornata Eu-ropea della Cultura Ebraica, il mas-simo appuntamento di divulgazioneculturale in cui l’ebraismo italianoda sempre eccelle con decine di mi-gliaia di visitatori che ogni primadomenica di settembre popolano si-nagoghe e luoghi ebraici dello Stiva-le. Malgrado la centralità di Siena,Firenze non sarà comunque da me-no. Come da tradizione, il calendariodi eventi sarà di spessore e rivoltoa una vasta gamma di pubblico.“Chiaramente quest’anno Siena è lagrande protagonista, ma anche a Fi-renze e a Monte San Savino sono inprogramma iniziative di alto livello”spiega il consigliere alla cultura dellaComunità ebraica fiorentina RenzoBandinelli. Iniziative che si decline-ranno sul filo del tema scelto perquesta Giornata: ebraismo ai tempidel 2.0, attualità degli insegnamentidel Talmud nell’epoca di wireless,iPhone e Ipad. “Racconteranno” ilTalmud tra gli altri Sandro Servi, Ste-fano Levi Della Torre, Sergio Piper-

no. Ugo Caffaz parlerà invece di“Umanità, responsabilità sociale edetica ebraica”. Alcune iniziative sa-ranno in condivisione con Siena co-me le isole digitali interattive elabo-rate da Giuseppe Burschtein, la po-stazione Facing the Future di EnricoFink e Teo Paoli, lo spettacolo tea-

trale di Eugenio De’Giorgi. “Sonomolto soddisfatto del programma diquesta dodicesima edizione dellaGiornata” prosegue Bandinelli. “Me-rito di persone speciali come Bur-schtein, un gigante della comunica-zione. Merito degli sponsor e dei col-laboratori che ci supportano anche

finanziariamente. Merito infine dellaSegreteria, che ha fatto come sempreun lavoro eccellente. All’inizio era-vamo un po’ titubanti per la singo-larità del tema scelto. Ma gradual-mente ci siamo accorti che era unasfida importante da cogliere. E pensoche lo abbiamo fatto al meglio”.

Cambiano i ruoli, ma la “sorella maggiore” non sfigura

di Claudia Campagnano

Durante la Giornata della Cultura Ebraica la sina‐goga di Napoli si riempie di turisti, curiosi e amici

affezionati, ognuno spinto dalla curiosità di vedere,scoprire le tradizioni, passare del tempo in Comunitàe assistere agli eventi. Tutto questo nonostante ilcaldo terribile che puntuale arriva ad accompagnarela manifestazione. Si tratta dunque di una bella festaallargata ai cittadini e quanti vogliano prenderne par‐te, un momento per incontrarsi e confrontarsi.Certamente la Comunità ebraica di Napoli fa un lavorocostante di apertura e conoscenza verso l’esterno du‐rante tutto l’anno, attraverso visite guidate, interventinelle scuole, conferenze, concerti. Nonostante questoe nonostante la sinagoga sia nello stesso luogo da150 anni, si resta comunque stupiti dalla mancanzadi conoscenza dei napoletani dell’esistenza degli ebreia Napoli. La Giornata della Cultura Ebraicadiventa quindi un mezzo per meglio co‐municare con il territorio e parlare alla so‐cietà aprendo le porte, come d’altra parterecitava il titolo del progetto di servizio ci‐vile svoltosi in Comunità nel 2008, del qua‐le a tutt’oggi ci restano alcune preziose col‐

laborazioni di ex volontarie che continuano a spen‐dersi per le nostre attività.Un momento importante dunque per una piccola co‐munità che facendo conosce la propria storia e iden‐tità contribuisce ad abbattere pregiudizi e stereotipiche tanto caratterizzano la nostra società per quantomultietnica e multiculturale essa sia.

Dialogo, conoscenza e comunica‐zione sono anche il tema di que‐st’anno della Giornata della Culturadal titolo Ebraismo 2.0, e proprioEbraismo2.0: spazio, tempo e co‐municazione si intitola la conferen‐za/colloquio che avrà luogo in Co‐

munità come primo evento della Giornata alle ore 11con Stefano Levialdi, professore ordinario di infor‐matica all’Università La Sapienza di Roma, e il nostrorabbino capo Scialom Bahbout, in un dialogo in cuici verranno spiegati i significati di web2.0, le diverseapplicazioni possibili e le questioni religiose che que‐ste comportano.Ampio spazio sarà dato alle visite guidate in sinagoga,della durata di 30 minuti, effettuate dagli iscritti allaComunità che racconteranno la storia della stessa etradizioni e cultura ebraica, rispondendo alle imman‐cabili e numerosissime domande fatte dal pubblico.A conclusione di questa bella festa, alle ore 19 il con‐certo di Susanna Canessa con Monica Doglione e LucaGuida, dal titolo Dona Dona. Un viaggio nelle sonoritàdella musica folk internazionale nelle quali SusannaCanessa ha ricercato canzoni della tradizione ebrai‐ca.Un concerto che attraverso storie d’amore, di donne,di libertà vuole anche essere un inno alla pace.Durante tutta la giornata gli ospiti potranno usufruiredi alcune postazioni internet per navigare nel nuovosito della comunità. Per il programma ed eventuali modifiche potete con‐sultare il sito www.napoliebraica.it.

Dona Dona, le curiose suggestioni del jewish folk

Piccolo borgo dell’aretino, MonteSan Savino rivela una storia ebrai-ca suggestiva (nella foto il cimite-ro ebraico in località Campaccio,recentemente riscoperto da JackArbib). La Giornata sansavineserenderà omaggio alla poetessa Le-ah Goldberg e alla storia di unafamiglia ebraica originaria diMonte San Savino, i Toaff.

Porte aperte alla poesia

Il primo appuntamento fiorentinodedicato al Talmud vedrà prota-gonista lo studioso Sandro Servi,che si soffermerà, aiutato da testie immagini, sulla vicenda di RabbiShimon Ben Yochai, celebre mae-stro che al tempo della domina-zione romana visse per 13 anniin una grotta immergendosi nellostudio dei testi sacri.

La grotta di Rabbi Shimon

Sempre a Firenze da segnalarel’incontro con Stefano Levi Della

Torre, tra gli autori del vo-lume Il forno di Akhnai (Ed.Giuntina). Il suo interventoverterà proprio sulla notadisputa talmudica, uno de-gli esempi più straordinaridella grande attualità dellatradizione ebraica.

Talmud babilonese e modernità

Un momento del concerto del gruppo The Sisters a che chiuse l’entusiasmante Giornata fiorentina due anni fa.Anche per il prossimo settembre sono in calendario eventi di alto livello sia a Firenze che a Monte San Savino.

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La prova elettorale ha decretato a Torino la vittoriadella lista Anavim nei confronti della lista maggiori‐taria uscente Comunitattiva. A Beppe Segre il Consiglioha affidato la guida dell’ente.

Quali ragioni, presidente, sono all’origine di que-sta significativa affermazione?Comunitattiva vince le elezioni del 2007, in un climamolto confuso, con 24 voti di scarto su un totale di3714. Però conquista nove seggi su tredici e compieatti che lo spirito dello Statuto, ma anche la semplicelogica, riserverebbero solo a maggioranze ampie etrasversali. Revoca il rabbino capo. Nomina un nuovorabbino letteralmente dall’oggi al domani e introducestili di vita comunitaria del tutto nuovi. Attua quellache essa stessa definisce come “il progetto strategico”.Non si accorge degli avvertimenti: duecento firmeraccolte in una settimana contro la re‐voca; le relazioni del Consiglio del 2010(dopo la revoca) e del 2011 (dopo unanno di “rivoluzione”) approvate da me‐no della metà dei votanti in assemblea;il Congresso UCEI (cioè tutti gli ebreid’Italia), che elegge nella Consulta Rab‐binica il rabbino appena revocato. Poi, al primo ap‐puntamento, alle elezioni del 2011 perde con 131voti di scarto su 3621. Non solo si scopre che la ri‐voluzione è minoritaria e che la Comunità è ancorae sempre più spaccata. Soprattutto si scopre che larivoluzione non ha quel consenso plebiscitario di cuiper quattro anni si è favoleggiato. Non è affatto raroche le rivoluzioni nascano nei movimenti delle avan‐guardie. Però dopo quattro anni la rivoluzione deveessere di massa. Se è ancora minoritaria non è unarivoluzione. Game over. La Comunità di Torino è si‐curamente attenta e disponibile alle sfide e ai cam‐biamenti. Ma non alle rivoluzioni preconfezionate.

Ci può fare una panoramica sulla Comunità ebrai-ca di Torino oggi? Come intendete lavorare perla concordia tra gli iscritti?I risultati elettorali parlano chiaro. La scelta di inter‐rompere una normale amministrazione, nel 2007,per forzare una soluzione che il Consiglio di alloranon permetteva, e poi quattro anni di scelte esaspe‐rate, di rivoluzioni pilotate ci consegnano una Comu‐nità spaccata in due come un melone. Secondo datiufficiosi, 314 elettori su 527 hanno consegnato unvoto ideologico, indicando tutti i nomi dell’una o del‐l’altra lista. Solo 213 hanno cercato soluzioni miste.

Però le “bulgare” di Anavim sono state 173 contro le141 di Comunitattiva. È il segno che una proposta dibuon pragmatismo è vista da molti come l’unica sceltaraffreddante. Basta con le visioni di comunità perfette! Ogni singola cosa va valutata e soppesata. Questo perquanto riguarda i numeri. Ma l’obiettivo che si trova

davanti questo Consiglio è quello di riap‐pacificare una Comunità divisa in due. Ilnostro obiettivo non è di sostituire ungruppo a un altro gruppo, ma di lavorare,tutti insieme, per il bene della Comunità.Sembra uno slogan elettorale, retorico ebanale. Ma ci proveremo effettivamente.

Nel programma elettorale abbiamo scritto che nonintendiamo fare una restaurazione. Qui a Torino,dopo la restaurazione, nel 1815, i torinesi discusseroseriamente se il grande e moderno ponte di pietrache attraversava il Po all’altezza di Piazza Vittorio, ri‐solvendo un sacco di problemi urbanistici e miglio‐rando la vita dei cittadini, dovesse essere distruttoperché era stato costruito dai soldati napoleonici. Eb‐bene, non abbiamo nessuna intenzione di distruggerei ponti, né per altro di edificare un nuovo monumentoimponente e costoso come la Basilica della Gran Ma‐dre. Nel programma elettorale abbiamo citato la mas‐sima: “Procurati un maestro, acquistati un compagnoe giudica tutti dal lato buono”. Che ci ricorda che ab‐biamo l’enorme responsabilità di individuare il Mae‐stro che guiderà la Comunità per gli anni prossimi,terminato l’attuale incarico triennale, ma ci imponeanche un obiettivo: di considerare di ogni persona lecaratteristiche positive, e che cosa può dare alla Co‐munità. Intendiamo chiedere la collaborazione ditutti. Perché la situazione è difficile da tanti punti divista, si tratta di prendere decisioni importanti perla vita nostra e dei nostri figli, e vogliamo condividerlecon tutti. E ragionare pacatamente.

Quali sono i punti essenziali del vostro programma?

La rivoluzione è stata bocciata dagli elettori. Ma inquesti anni molte innovazioni sono state apportatee ognuna andrà vagliata. Potrà essere conservata, oa volte migliorata. Solo in qualche caso sarà logicoeliminarla, ma sempre con l’attenzione a trovare alloraun’altra risposta al bisogno cui veniva incontro. L’ideadi Anavim è che la Comunità migliora aggiungendopunti di vista, non eliminandone alcuni e unificandogli altri a forza.Per venire a cose meno poetiche, la crisi economicanon ha certo lasciato indenne la Comunità. Il deficitè aumentato spaventosamente negli ultimi anni. Nonfaremo miracoli. Però faremo grande attenzione a razionalizzare lespese. E attueremo politiche di trasparenza per in‐formare e garantire tutti gli iscritti sui criteri con iquali spendiamo soldi che sono anche loro.

Come intendete porvi nei confronti dell’altra lista?

Ci sono possibilità di convergenze?Un esempio. Quattro anni fa, prima che si dedicassead altri hobbies, Comunitattiva era un tassello pre‐zioso. Organizzava attività facili, ma calde e coinvol‐genti. E l’idea di luoghi dove avere cultura ebraicafacile, informale, senza timori reverenziali, ma diqualità garantita, è una esigenza vera e sentita damolti. E lo faceva da sé, senza il bisogno di importareformat poco meditati. Sicuramente su questo unaconvergenza con il loro know how si potrà e si dovràtrovare.

Ha suscitato polemiche il fatto che i vari assesso-rati siano stati assegnati esclusivamente a espo-nenti della lista maggioritaria. Come rispondealle accuse?Rispondo semplicemente che non è vero. Abbiamogià cercato, e ancora cercheremo, collaborazioni ampiesia tra i consiglieri di opposizione che tra sempliciiscritti che vogliano porre il loro amore per la Comu‐nità e le loro competenze al servizio del bene comune.Si tratta di stabilire il giusto equilibrio tra le esigenzedella governabilità e la volontà di allargare le com‐missioni, di coinvolgere tutti, di chiamare le personeper le loro competenze e non per la loro appartenenzaalla lista 1 o alla lista 2. Sono convinto che con il ra‐gionamento pacato e la trasparenza le tensioni si pos‐sano placare e le incomprensioni chiarirsi. Certo, sitratterà anche di votare a maggioranza, quando nonriusciremo a convergere tutti su una decisione. Ma

TORINO EBRAICA

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pag. 4 agosto 2011

CASALE EBRAICA

“Lavoreremo per la concordia tra gli iscritti”. Beppe Segre al timone

PRIMO OBIETTIVO? AGGREGARELe ragioni di un voto che fa discutere, gli obiettivi del nuovoConsiglio, la sfida della ricomposizione delle fratture internealla collettività torinese. Il nuovo presidente della Comunitàebraica di Torino Beppe Segre, ritratto a fianco nell’ufficiodi presidenza di piazzetta Primo Levi, delinea le future stra-tegie dell’ente comunitario. Con una promessa: “Lavoreremoper la concordia tra gli iscritti”.

Svoltesi nel giugno scorso, le elezio-ni per il rinnovo del Consiglio co-munitario hanno visto la vittoriadella lista Anavim nei confronti delgruppo Comunitattiva. Anavim èrappresentato in Consiglio dal pre-sidente Beppe Segre, dai vicepresi-denti Emanuel Segre Amar e DavidSorani, da Andrea Levi, GiacomoEmilio Ottolenghi, Giulio Tedeschi,Franca Mortara Nizza e Marco Mo-rello. I consiglieri di Comunitattivasono invece Edoardo Segre, ErnestoOvazza, Sarah Kaminski, Lidia Krie-ger e Alda Guastalla.

NUOVI EQUILIBRI, NUOVE SFIDE IN ARRIVO

C’è qualcuno per cui l’integrazione tra culture differenti non è un argomento politico,ma una cosa scontata: sono le giovani generazioni in età scolare tra i 6 e i 14 anni. Con-siderano normale avere compagni e amici con cognomi albanesi, magrebini, cinesi.Sono tutti cittadini italiani, parlano in classe la stessa lingua e spesso nell’Ipod si scam-biano musica che è un po’ come il loro accento: differente ma comprensibile.Non c’era modo di rendere più evidente la crescita di questa nuova società che quelloscelto da Erika Patrucco e Giulio Castagnoli insieme alla Comunità ebraica di CasaleMonferrato. Lei violoncellista con una grande capacità didattica, lui compositore diradici ebraiche, allievo di Bruni Tedeschi e insegnante al conservatorio di Torino. Sisono incontrati in una città con un grande passato di integrazione come testimonianonon solo le fiorenti attività culturali della Comunità ebraica, ma anche la recente inte-grazione di consistenti ondate di immigrati.È nato così il progetto Ghescer (in ebraico ponte), finanziato con i contributi dell’Ottoper Mille all’UCEI: un coro che raccoglie ragazzi provenienti da culture differenti, maugualmente cittadini casalesi. Il programma arriva dal folklore di un po’ di tutti i rap-presentanti e non importa se qualche intervallo suona un po’ strano perché si sa chela musica non ha bisogno di traduzione. Il coro ha debuttato nel dicembre 2010 nellaSala Consiliare del Comune di Casale Monferrato e da allora ha già al suo attivo unadecina di concerti. Il più emozionante è stato forse quello tenuto il 2 giugno 2011 alCoro S.Caterina a Casale Monferrato con lo spettacolo Cantiamo la Costituzione nel-l’ambito del Festival OyOyOy!. Si è trattato di una prima assoluta in cui 12 compositoricontemporanei di fama nazionale hanno composto altrettante liriche sui versi di RobertoPiumini contenuti ne Il grande libro della costituzione. È stato un tripudio di folla, dibandiere tricolori e di musica. Prossimo impegno del Coro al MITO Festival domenica11 settembre al Teatro Vittoria di Torino nell’ambito di una giornata sulla figura delgrande compositore e didatta di origini ebraiche Sergio Liberovici.

Ghescer, un coro per affermareil valore della multiculturalità

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Ho avuto la ventura di attraversare nel mio ruolo dipreside della scuola ebraica di Torino anni a dir poco

complicati. Ho affrontato un gran numerodi riforme scolastiche, Berlinguer, De Mauro,Fioroni, Moratti, Gelmini. Ho affrontato ilpassaggio delle nostre scuole da un regimedi scuola privata a quello di scuola paritaria.In questi anni si è cominciato a pensare alconcetto di “valutazione” in maniera più or‐ganica e approfondita, si è dato spazio allacultura dell’integrazione dei disabili e si è

cominciato a conoscere come affrontare le proble‐matiche dei DSA (dislessie, disgrafie, ecc.). L’infor‐matica è entrata con prepotenza in tutte le attivitàscolastiche sia nel campo amministrativo che nelladidattica. Altro aspetto, meno delineato ma altret‐tanto pervasivo, che ha influenzato non poco il nostromodo di fare scuola è stato ilcambiamento culturale, po‐litico e sociale che la societànel suo insieme si è trovataad attraversare. Sulla scuolasi sono rovesciate una serie dirichieste di tipo educativo chetradizionalmente, fino a unatrentina di anni fa, erano diesclusiva competenza delle fa‐miglie. L’istituzione si è trovataa dover costruire, senza esser‐ne preparata a monte, una pre‐parazione di tipo psicologico,di gestione del sociale, ed altro, che fino ad alloranon si richiedeva. Gli insegnanti e i presidi hanno dovuto provvederead ampliare e diversificare il loro profilo professio‐nale. In molti casi l’aspetto didattico ha dovuto esseremesso in secondo piano di fronte a emergenze dialtro tipo. Molte volte gli insegnantihanno dovuto fare attività di soste‐gno e di supporto a genitori smarritie confusi, consigliando e indirizzan‐do. Come scuola cosa abbiamo fat‐to? Ci siamo adeguati e ci siamopreparati. Abbiamo investito moltonella formazione, abbiamo messoin campo fantasia e creatività, ab‐biamo costruito re‐ti con altre scuoleper mettere insie‐me esperienze e so‐luzioni. Fondamen‐tale è stata l’azionecon i colleghi diret‐tori delle Scuoleebraiche di Roma,Trieste e Milano con i

quali si è costruito un gruppo eccezionalmente af‐fiatato e propositivo e con cui si è attuata una co‐stante collaborazione e condivisione di problemi eprogetti, attraverso il prezioso supporto del CentroPedagogico del Dec con Odelia Liberanome e DanielSegre. A tutto questo si è aggiunto, per quanto ri‐guarda la mia personale esperienza, anche l’aspettodel lavoro in ambito ebraico. Intorno al bambino

ebreo, infatti, come“agenzia educativa”non ci sono solo lascuola e la famiglia, maanche la Comunità, contutte le sue proposte ele sue organizzazioni.Succede che talvolta lafamiglia deleghi l’edu‐cazione ebraica quasitotalmente alla scuola.Essa, e quindi il preside,deve rispondere del suo

operato non solo al Ministero e alle famiglie,ma anche alla Comunità e al Rabbino Capo.E qui la faccenda si complica. Occorre mettered’accordo le diverse anime e le diverse opi‐nioni. Non sempre si riesce, a volte si creanolacerazioni di tipo ideologico, a volte di tipopolitico. Entrano nella gestione di questiaspetti tutte le questioni che nell’ebraismovia via sono venute in luce: famiglie miste,conversioni, cosa si insegna, come lo si in‐

segna, la storia ebraica, la Tefillah ‐ obbligatoria onon obbligatoria(!). Io personalmente mi sento diaver traghettato, indubbiamente con errori e suc‐cessi e insieme ai miei colleghi, la scuola, trasfor‐mandola da quella che era trent’anni fa, sicura disé ed immutabile, nella scuola che è ora immersa

nella complessità dellarealtà. Una scuola che hadovuto diventare flessi‐bile e capace di ascoltaree di far evolvere le suefunzioni e i suoi obiettiviin accordo col suo tempo.Auguri di buon lavoro achi prenderà il mio posto.

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pag. 5agosto 2011

Una scuola immersa nella complessità dei nostri tempi

Il coro Ghescer è nato nell’ottobre del 2010 e si propone, mediante la musica e il teatro musicale, di creare unponte fra varie culture, epoche storiche e luoghi geografici. La musica è infatti un linguaggio universale chenon ha bisogno di traduzioni per farsi capire perché arriva direttamente al cuore di ogni essere umano. L’intentodei fondatori di questa iniziativa è quello di far convivere in armonia i ragazzi e i bambini del territorio casaleseproprio come fanno le note sullo spartito di una bella musica.Il coro Ghescer, sostenuto con i fondi Otto per mille all’UCEI, ha già al suo attivo numerosi concerti e tra gli altricollabora con L’opera dei ragazzi, i Compositori associati – Torino, il 3° Circolo didattico e il Polo liceale Balbodi Casale Monferrato .

La musica dei popoli del mondo come magnifico ponte di dialogo

Cambio al vertice della Scuola ebraica diTorino. Dal primo settembre Sonia Bru­netti prenderà il posto dellapreside uscente Marta Morello(nella foto a fianco). Di seguito una riflessione diquest’ultima sugli anni tra­scorsi al vertice della scuola to­rinese. Un lavoro appassionatoche alunni, genitori, insegnantie colleghi hanno avuto modo di apprez­zare anche dal punto di vista delle rela­zioni umane.

sono le regole del processo democratico.

La Comunità ebraica è un grande attore nellavita culturale torinese. Ci può anticipare alcunelinee guida della prossima Giornata Europea del-la Cultura? Certo, la Comunità Ebraica è un ente ben conosciutoe stimato dalla popolazione e dalle istituzioni to‐rinesi. Sui grandi progetti culturali, sul tema dellastoria, della memoria, della difesa dei valori dellaResistenza e della Costituzione, la Comunità lavorainsieme con gli enti della Pubblica Amministrazionelocale, con l’Università, con i più prestigiosi Istitutidi Cultura. Per il 4 settembre stiamo lavorando eil programma è in via di definizione: certamenteun dibattito sul significato e l’importanza del Tal‐mud, da un lato, e dall’altro qualche dimostrazionedelle magie offerte da internet, delle risorse dispo‐nibili, specializzate sulla cultura e sulla vita ebraica,che permettono la comunicazione e lo cambio diconoscenze in una rete mondiale. Ma anche unospettacolo musicale a concludere la giornata, banchidi esposizione di libri e di dolci kasher, un workshopsulla musica ebraica a cura del coro dell’Associa‐zione ex‐allievi della Scuola Ebraica, perché voglia‐mo che sia una giornata di gioia. È una occasioneunica nell’anno di poter aprire le porte alla citta‐dinanza, di poterci presentare, di parlare della no‐stra storia, di illustrare la nostra identità, di farefesta insieme.

Molte le testimonianze d’affet-to giunte nelle scorse settima-ne alla preside Morello in oc-casione del suo prossimo pen-sionamento dalla scuolaebraica di Torino. In questapagina pubblichiamo alcunidisegni realizzati dai “suoi” al-lievi. Un saluto colorato e sin-cero, bello come solo i bambi-ni sanno fare.

L’affetto dei bambini

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Riscoprendo la Kehillah di Corfùdi Mauro Tabor

C’è un filo rosso che da una stanza segreta di Facebookci conduce a un passato lontano, quando l’isola grecadi Corfù ospitava una vivace comunità ebraica. A rian-nodare quel tempo ai nostri giorni è un’importantemostra che la Comunità ebraica di Trieste dedicheràagli ebrei corfioti e alla loro vicenda storica in occasionedella Giornata Europea della Cultura Ebraica. Fruttodi un accurato lavoro di ricerca documentale e negliarchivi e del coinvolgimento di numerosi iscritti dellaComunità, la rassegna segue la storia degli ebrei corfiotiattraverso ricordi famigliari, fotografie, documenti,oggetti in un continuo intreccio tra storie e memorie.Molte sono le tracce che accennano a una storia cheriteniamo interessante ricostruire affinché le nuove ele future generazioni non smarriscano il legame tra ilpresente e il passato. I fili che andiamo a riannodareci portano fino a Facebook, un mondo virtuale che ab-battendo tutte le barriere riesce a far vivere una Ke-hillah corfiota senza confini, in cui corfioti di Israele,di Trieste e di altri posti, assieme ad alcuni ashkenaziticuriosi fanno rivivere colori, odori, suoni di un passatoremoto tirandoli fuori dai ricordi della loro infanziapassata assieme a nonni nati sull’isola.Il tema della dodicesima edizione della Giornata Eu-ropea della Cultura Ebraica, dedicata all’Ebraismo 2.0,rappresenta così il punto d’arrivo di un’esperienza sto-rica fino ad oggi relegata in secondo piano e che purecostituisce un elemento fondante della Comunità ebrai-ca di Trieste in cui gli ebrei di origine corfiota rappre-sentano da ormai un secolo una parte significativa.

La mostra ci guida a Corfù, dove la presenza ebraicadata fin dal XII secolo. Composta originariamente daebrei greci romanioti, si arricchisce in seguito, dopo legrandi espulsioni medievali, di sefarditi e italiani (perlo più pugliesi e calabresi), con piccoli apporti ashke-naziti e levantini. Questo ricco melting pot, assieme alla lunga domina-zione veneta che dal 1386 giunge fino 1797, favoriscelo sviluppo di un dialetto giudeo-italiano del tutto par-ticolare (con influenze pugliesi, venete, calabresi, sici-liane e greche), di usanze, tradizioni e di altrettantooriginali pratiche liturgiche. Nel corso dell’Ottocento l’isola passa dalla dominazione

francese al protettorato britannico, divenendo infinenel 1864 parte del Regno di Grecia, che concede i diritticivili e politici ai circa 5 mila ebrei residenti. C’è unepisodio che ancor oggi gli ebrei di origine corfiota ri-cordano con dolore. È un’accusa di omicidio rituale aidanni di una bambina ebrea, che l’inferocita opinionepubblica ritiene invece di religione greco ortodossa.Le violenze scatenate da quell’evento costringono piùdi un migliaio di ebrei corfioti a rifugiarsi a Trieste,città eletta ad asilo assieme ad Alessandria d’Egitto e

TRIESTE EBRAICA

agosto 2011

MEMORIA AL TEMPO DI FACEBOOK: Larassegna dedicata agli ebrei corfioti si snoderàlungo un percorso di ricordi famigliari,fotografie, documenti e oggetti in un intrecciounico tra storie e memorie che è approdatoanche sulla comunità virtuale di Facebook.

di Giuseppe Burschtein

La rete delle relazioni si è messain moto. Un telefono, una mail:“Siena… la Giornata della Cul-tura ebraica”… e sei nella rete.Dentro. Parleremo di Rete. Conla Rete. Attraverso la Rete. Il nostro cervello funziona gra-zie a una fitta griglia di neuroniinterconnessi. Le informazioniscorrono veloci tramite stimolielettrici o chimici. È la rete neu-rale. L’origine e il modello fisicodel nostro vivere logico. È “ger-men” e “soma” di ogni scambiorelazionale. Oggi tutto è rete e tutto è in rete.È rete la Rete distribuita esat-tamente come un sistema ner-voso fatto di nodi, dove ogni no-do elabora i messaggi che ricevee li trasmette al nodo successi-vo. È la metafora del vivere sociale.Della rete sociale. Del “socialnetwork”. Della rete di corri-spondenze che ha a che fare conla conoscenza, l’amicizia, l’amo-re. È rete il lavoro che deve sem-pre più mettere assieme saperi

ed esperienze. ÈRete la fede chesi tramanda e at-traversa anime,corpi, scritture.È rete il sistemadei nostri movi-menti. Reti di bi-

nari, di strade. Reti che cercanodi modificare il loro comporta-mento al variare di stimoliesterni. Reti che apprendono eche evidenziano più vocazionebiologica che meccanica. Reti ditelecomunicazioni, reti elettri-che. Punti che si susseguono, sirincorrono, penetrano l’aria, laterra. Reti televisive, reti radio-foniche. Gangli di un organismoconnesso quasi umano. Doveogni pezzetto vive come ele-mento strutturale. Qualcosascompare ma il “network” so-pravvive. Reti politiche; che siadattano al sistema sociale e simodificano modificandolo. Retidi spionaggio, reti criminali, re-ti finanziarie. Reti spirituali.Impianti fisici e metafisici. Pen-sieri e azioni che si amplificanoin rete e ancora dati che pas-sano di punto in punto. Peer-to-peer, appunto. È Internetcon le sue allegorie di intellettocondiviso, di intelligenza ato-mizzata, distribuita, sicura. Èla Rete e la sua falsariga di re-ticoli sinaptici allo specchio.Reti di reti in rete. A Siena in-tanto, dobbiamo far rete.

A Sienadobbiamo far rete Chi ha meno di una ventina d’anni forse non riuscirà

a concepirlo, ma è esistito un mondo privo di internet,facebook, telefoni cellulari, smartphone, gps, googlee wikipedia. Pare incredibile, ma la vita connessa ecostantemente “dipendente” dalle nuove tecnologieche conosciamo oggi, nasce giusto una quindicinad’anni fa (la data di nascita ufficiale del World WideWeb è il 1994, ma dovettero passare diversi anni af‐finché si affermasse come fenomeno di massa). Inpoco più di un decennio, il mondo ha vissuto unavera rivoluzione tecnologica, cheha cambiato le abitudini di centi‐naia di milioni (se non miliardi) dipersone, segnando una svolta perl’umanità senz’altro pari all’avven‐to delle maggiori scoperte e inno‐vazioni tecnologiche e scientifichedella storia.È proprio pensando a questo stra‐ordinario progresso (e ai suoi im‐portanti risvolti sociali, culturali, antropologici) che,quale tema della Giornata europea della cultura ebrai‐ca 2011 in Italia è stato indicato il titolo Ebraismo2.0: dal Talmud a internet, evocando lo slogan Facingthe future scelto in sede europea. Di conseguenza, la scelta precisa del DipartimentoInformazione e Relazioni Esterne UCEI (di EmanueleAscarelli, che lo dirige, e della coordinatrice Sira Fa‐

tucci, che è l’anima della manife‐stazione dalla prima edizione), conil supporto del consigliere UCEI condelega alla Giornata Annie Sacer‐doti, è stata di dare quest’anno unparticolare valore al progetto del si‐to internet della Giornata. Lo spazioweb tradizionale www.ucei.it/gior‐natadellacultura è quest’anno rin‐

novato e ricco di spunti, tra social network e tour vir‐tuali, siti di condivisione di contenuti audiovisivi, webcam e la possibilità di esplorare l’Italia ebraica (e lelocalità che aderiscono alla Giornata) in modo tuttonuovo.Il progetto nasce allo scopo di sfruttare le immensepotenzialità della rete, per trainare una manifesta‐zione che è fatta soprattutto di eventi “tradizionali”,

che si toccano con mano e ai quali si assiste dal vivo:visite guidate e concerti, mostre e conferenze, degu‐stazioni e spettacoli teatrali. Esperienze da fare dipersona, nello spirito che da dodici anni anima laGiornata, fatto di quel “varcare le soglie” del mondoebraico, una formula tanto vincente da attrarre ognianno oltre 50mila visitatori. Esperienze delle qualiil sito internet può essere un utilissimo corollario,per diffondere e pubblicizzare la manifestazione; e,per chi fosse impossibilitato a fruirne dal vivo, per‐mettere una esperienza anche a distanza, da qualsiasiluogo dotato di un computer e di una connessione.Stiamo dunque utilizzando facebook e twitter, flickre youtube, google maps e street view, livestream perle web cam e le tecnologie streaming per la direttaradio, solo per citare alcune delle funzioni presentisul sito. Obiettivo: rendere più completo, “userfrien‐

Social network, tour virtuali e web cam a macchia d’olioil sito della Giornata si apre alle potenzialità di internet

RESTYLING: Alcuni screenshot del sito webrealizzato per la prossima edizione dellaGiornata Europea della Cultura Ebraica.Ricco di novità rispetto alle versionipredisposte in occasione delle passateedizioni, quest’anno il sito si appoggiaancor di più sulle molteplici potenzialitàdella rete. In piena sintonia con l’intrigantetema - Dal Talmud a internet - scelto perquesta edizione della Giornata.

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Italia Ebraica la voce delle Comunità

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Prosegue la campagna di solidarietàavviata dalla Comunità di Trieste a fa-vore dell’orfanotrofio di Pinsk, fondatoquasi dieci anni fa da rav Moshe Israeldi Yad Isroel. La situazione in Bielo-russia è ormai disastrosa: mancano igeneri alimentari di base, i prezzi sonosaliti alle stelle. Le scorte dell’orfanotrofio e dellestrutture che a Pinsk accolgono gli an-ziani sono in via di esaurimento: la co-munità ebraica, che conta circa 300persone, è ormai ridotta allo stremoe viene messa in discussione la stessasopravvivenza. La Comunità ebraica di Trieste, chegià nel 2006 aveva accolto nelle suestrutture le ragazze dell’orfanotrofioper una vacanza e si era fatta parte at-tiva di un sostegno che aveva poi coin-volto anche l’Ose, ha rinnovato un so-stegno a quella realtà e ha aperto unconto corrente su cui già stanno arri-vando i contributi da altre Comunità,tra quello generosamente messo a di-sposizione da Venezia, e da privati.Chi desidera partecipare può effettua-re il versamento con l’intestazione“Pro orfani Bielorussia” a ComunitàEbraica di Trieste - via S. Francesco 19- 34133 Trieste IBAN IT 10 L063 40022001 0000 0003 194

Emergenza PinskVenezia, tutti centri appartenenti alla vivace rete com-merciale che collegava le comunità ebraiche di diversecittà portuali. Quanto accade allora a Corfù è para-gonabile al crescente antisemitismo della Vienna al-l’alba del XX secolo ed è preludio a tutti i grandi pogromdell’Europa dell’Est a partire da quello di Kishinev del1904. Come in Das Lied von der Erde, Il canto dellaterra di Gustav Mahler appare prepotente e doloroso,all’indomani della Ghezzerà, il concetto tanto di matriceashkenazita quanto sefardita, di Der Abschied, l’addio.Le famiglie si smembrano, i giovani prendono direzionidiverse e il saluto dei figli ai padri è un lamento di do-lore per una famiglia che probabilmente non si rivedràpiù. Corfù che è stata un’isola/ventre per secoli, diventaun posto da cui scappare. Si lasciano le case in cui si ha amato e vissuto per meteignote e spesso ci si lascia alle spalle i propri cari. Al-l’inizio del secolo scorso un grosso numero di personearriva dunque a Trieste via mare portando con sé letti,masserizie e i ricordi di una vita. I corfioti si inseriscononon senza difficoltà in una comunità a prevalenzaashkenazita che all’epoca conta circa 4 mila iscritti.Di lì a poco, le leggi razziste fasciste colpiscono dura-mente questa recente immigrazione. Lo status legale degli ebrei corfioti, di cui ancora moltiformalmente di nazionalità greca, li espone in manieraparticolare alla politica discriminatoria del regime ela loro perdurante fragilità socio-economica si traducein una maggiore vulnerabilità alle deportazioni. Moltograve è pertanto la perdita di vite umane della com-ponente corfiota della Comunità: si calcola che, costi-tuendo approssimativamente un terzo del numero di

iscritti, furono circa la metà del numero complessivodei deportati. E analogamente tragici furono i destinidi quanti, espulsi dall’Italia fascista, caddero anch’essinelle mani dei nazisti. La riscoperta di questo complessopercorso è un momento importante per la nostra Co-munità che così vuole condividere con una parte im-portante dei suoi iscritti il significato di una vicendastorica e di un’identità ebraica che ancora oggi, comedimostra la Kehillah corfiota su Facebook, custodiscecon cura le proprie origini e tradizioni.

agosto 2011

Vento di novità nelle stanze della Comunità ebraica di Padova. Sono state infatti istituite nelle scorsesettimane sei commissioni che vedranno, nella gestione dell’ente, il coinvolgimento diretto di moltiiscritti. “Sarà un modo per distribuire il lavoro tra più persone e allo stesso tempo formare unanuova classe dirigente” spiega Davide Romanin Jacur, confermato presidente dellakehillah patavina nella seconda metà di giugno e a capo di un direttivo di cuifanno parte anche Gianni Parenzo e la new entry Gina Cavalieri, prima donnaconsigliere della Comunità di Padova. Le commissioni, che affronteranno dinamichesia prettamente interne sia rivolte alla società esterna, si riuniranno a necessitàcercando però di anticipare le problematiche da trattare, specie quelle di lungo

corso. “La programmazione è essenziale, soprattutto per una realtànumericamente piccola come la nostra. Mi auguro che questa ini-ziativa possa funzionare” commenta Jacur. Una sfida, quella dell’impostazione di linee gestionali ben definite,che è essenziale per una comunità come quella patavina che, casoquasi unico nel panorama dell’ebraismo italiano, vede un lieve macostante aumento dei propri iscritti grazie a un numero significativodi conversioni e a rari episodi di allontanamento dalla vita ebraicae comunitaria. “Il nostro segreto è quello di tenere la Comunità unita come unagrande famiglia” dice Jacur. Che poi aggiunge: “L’obiettivo deve

essere quello di proseguire sulla scia di quanto fatto finora operando con intensità anche su altrifronti”. Specie su quello della comunicazione in un incontro-confronto con la cittadinanza che possapermettere una corretta conoscenza dell’ebraismo e dei suoi valori. Accorgimenti verranno presianche per tutelare e rafforzare l’educazione ebraica in Comunità (“fortunatamente abbiamo ravLocci, un rabbino molto intelligente e acculturato”), lavorare sul fronte dei media UCEI e consolidarel’immagine della Comunità ebraica di Padova come importante attore culturale cittadino.

Decentramento e partecipazione

PADOVA EBRAICA

dly” e accattivante lo spazio web della Giornata, af‐finché funga da perno, mappa e “specchio” delletante attività e manifestazioni.Un esperimento che ci auguriamo darà i suoi frutti,contando sull’aiuto degli utenti internet: una dellepiù notevoli caratteristiche della rete è infatti il suoaspetto “social”, virale, di condivisione e diffusionea macchia d’olio di quei contenuti che risultano piùappetibili e interessanti. Insomma, se pure il sito èben fatto e funzionale, è poi l’affluenza del pubblicoa renderlo un successo… Ma non di sola tecnologia è fatto il web della Gior‐nata: la sezione Dal Talmud a internet comprendecontributi culturali, anche di rabbanim, che aiutano

a inquadrare il punto di vista ebraico in merito al“futuro”, al divenire, al progresso scientifico e tec‐nologico. Nella convinzione che la tradizione ebraicapossa contribuire in modo positivo al dibattito e al‐l’elaborazione dei temi più importanti di questacomplessa e affascinante modernità. La Giornata europea della cultura ebraica, alla qualeaderiscono ben ventisette Paesi d’Europa e ses‐santadue località solo in Italia, al di là dell’aspettotecnologico di quest’anno nasce proprio per dif‐fondere conoscenza. Ritenendo che il “fare cultura”sia, senza ombra di dubbio, un modo positivo e co‐struttivo di affrontare il domani.

Marco Di Porto

Page 8: Italia Ebraica HATIKWA - Moked · nuele Colorni e Miriam Jarè. Per il nuovo direttivo si annunciano adesso sfide importanti in campo storico e culturale. “Come il recente avvio

Cari amici e care amiche UGEI, tiraaria di test! Qualche tempo fa, Moshè Polacco,il consigliere UGEI responsabileper le piccole Comunità, ha lanciatol’iniziativa, subito condivisa da noitutti, di proporre ai giovani ebreidi Italia un questionario sulla no‐stra associazione che arriverà viamail a tutti gli iscritti all’indirizza‐rio. Si tratta di un test molto sem‐plice e generale. L’idea è quella difare un po’ il punto della situazionesu quello che i giovani pensano siao dovrebbe essere l’UGEI, in modoche si possano verificare, incre‐mentare, meglio calibrare e otti‐mizzare le varie iniziative proposte.Non si tratta, in primo luogo, di unaverifica di quanto è finora stato fat‐to durante il mandato dell’attualeConsiglio, bensì di un’indaginemolto generale su quello che negliultimi anni avete avvertito e con‐siderato riguardo ai servizi offerti.Vi siete sentiti coinvolti o no? En‐tusiasmati, depressi o completa‐mente indifferenti? Ritenete azzec‐cate e utili le attività svolte? Cosamigliorare? Che critiche, anche sco‐mode e dure, muovere? A che pub‐blico rivolgersi? Chi vi sembra noncoinvolto? Cosa e come fare percoinvolgerlo? Queste, insomma, ledomande che vi chiediamo di porvinel rispondere a questo breve que‐

stionario, la cui compilazione ri‐chiede davvero pochissimo tempo.Considerando che ci stiamoprogressivamente avvici‐nando al prossimo Con‐gresso UGEI, a tutti noiè parso utile e signifi‐cativo proporvelo conampio anticipo. E que‐sto per almeno due mo‐tivi. Muovendoci cosìpresto, dovremmo avere la possi‐bilità di avviare iniziative ‐ almeno

della seconda parte del nostromandato ‐ che sentiate a voi più

vicine e che si attaglino maggior‐mente ai vostri interessi e alle vo‐stre aspettative. Lo strumento delquestionario, in secondo luogo, cipermette di raggiungere molte piùpersone. E, in particolare, queitantissimi ugeini che non rie‐

scono a essere presenti, perinfiniti motivi (lavoro e stu‐dio, mancanza di tempestiva

e sufficiente comunicazione del‐l’evento da parte nostra o, ancora,perché non lo ritengono interes‐

sante o perché sono disillusi), alCongresso invernale. A conclusionedel questionario, c’è il classico ri‐quadro per i “suggerimenti”. L’in‐vito che vi facciamo è di coglierel’occasione per scrivere suggeri‐menti, consigli, critiche: quello chepensate non è solo importante, marealmente fondamentale ed essen‐ziale.Ancora una cosa. Come ogni “isti‐tuzione” che si rispetti, anchel’UGEI deve garantire un rinnova‐mento e una continuità al suo in‐terno. C’è un po’ di ironia, forse,considerata la piccola realtà e l’esi‐guità numerica nostra e dell’ebrai‐smo italiano in sé, ma c’è anche delvero. Come vedrete, vi chiediamosin d’ora, di segnalarci chi di voi èinteressato a collaborare, tanto inmaniera continuativa e impegnata,come pure solo qualche ora saltua‐riamente. Sperando che questasemplice iniziativa si riveli efficace,vi auguriamo un’ottima estate e vichiediamo, se potete, di far girarequesto questionario alle vostreamiche e ai vostri amici in età UGEI(18‐32) che potrebbero esserecoinvolti, ma che sono lontani millemiglia dai soliti circuiti giovanili eche forse non rientrano nei nostriindirizzari.

Vittorio Robiati Bendaud

HATIKWAUnione Giovani Ebrei d’Italia

UN GIORNALE APERTO AL LIBERO CONFRONTO

DELLE IDEE

direttore Sharon Reichel

Siamo lieti di annunciare che il nostro SimoneMortara è stato eletto Segretario del Consigliodell’European Council of Jewish Communities(Ecjc), l’associazione rifondata quest’anno che sipropone di riunire le comunità ebrai-che europee, favorire progetti con-giunti e promuovere attività sulla cul-tura, l’identità, l’educazione ebraicae nel sociale.Simone è un pilastro dei movimentiebraici in Italia: la sua militanza inizianell’Hashomer Hatzair e proseguecon l’UGEI. La vocazione internazio-nale lo porta poi a rappresentarel’Italia dal 2006 al 2008 nel Presi-dium (il parlamentino) della Eujs.Di recente si è presentato ed è stato eletto nel Con-siglio della Comunità Ebraica di Milano.Non contento figura nel consiglio direttivo dell’As-

sociazione di Cultura Ebraica Hans Jonas, dovetenta di contagiare con la sua energia i ragazzi chepartecipano ai corsi di formazione per leader co-munitari. Chi avesse avuto la fortuna di conoscerlo

sarà sicuramente rimasto colpito dal-la gentilezza, dai modi garbati e dallagenerosità di Simone. Nella vita realeè laureato in ingegneria gestionale,lavora all’Eni, dove si occupa di healthcare management vagando per ilmondo impegnato in progetti di so-stenibilità sul territorio.L’orgoglio di avere Simone Mortarasul tetto d’Europa è grande, il suo èl’esempio dell’importanza del contri-

buto che possono dare i giovani a plasmare l’iden-tità e la società ebraica. L’augurio che il Consiglioe tutto l’UGEI vorrebbero rivolgergli è di conqui-stare tutti all’estero come ha già fatto con noi qui.

In seguito alle gravi dichiarazioni rilasciate dal presidente deiGiovani Musulmani d’Italia Omar Jibril su Israele, in occasionedella manifestazione Unexpected Israel tenutasi a Mi-lano, si è subito levata la voce di condanna dell’UGEI.La risposta del presidente Daniele Massimo Regard hasollevato un vivace dibattito all’interno dell’ebraismoitaliano. Qui di seguito riportiamo uno stralcio dell’in-tervista all’onorevole Fiamma Nirenstein, che ha accet-tato di rispondere ad alcune domande sulla questione e suirapporti tra Israele, ebraismo ed Europa.L’intervista integrale è disponibile sul sito www.hatikwa.it

Onorevole Nirenstein, cosa pensa delle affermazioni da partedegli esponenti del gruppo Giovani Musulmani Italiani ri‐

guardo Unexpected Israel? Ciò che colpisce di più è il linguaggio. Un linguaggiocarico di menzogne, così aggressive e piene di cul‐tura dell’odio. Una cultura quasi omicida nei con‐fronti di Israele. Si capisce che questi ragazzi nonsanno niente, penso che siano stati indottrinati, che

sia colpa di adulti irresponsabili che li hanno riempiti di falseinformazioni, di bugie e che, quindi, loro s’immaginino gliebrei e Israele secondo gli stilemi più classici dell’antisemi‐

tismo. Come ad esempio, il Blood Libel (“Oltraggio del san‐gue”, l’accusa rivolta agli ebrei di praticare omicidi allo scopodi utilizzare il sangue per i riti, Nda) che vede in Israele enegli ebrei degli assassini di bambini e innocenti. Assassini che non cercano altro che la loro morte. Credoquindi che siano antisemiti inconsapevoli, che siano statistrumentalizzati da una cultura dell’odio che ne ha fatto degliignoranti e delle persone pronte a tutto. Ciò che mi fa im‐pressione di questa vicenda è la possibilità che dei ragazzipossano essere privi di curiosità e pieni di odio (…)

Benedetta Rubin

Israele, identità ebraica e le sfide del dialogo interreligioso: Fiamma Nirenstein a tutto campo per i nostri lettori

AIUTATECIA CRESCEREQuesto mese vi raccontiamoi nostri sforzi di avvicinarci esoddisfare il più possibile lerichieste e le volontà dei ra-gazzi UGEI. Il questionarioelaborato dai consiglieri at-tende solo di essere compilatodai destinatari. Vi chiediamouno spicchio del vostro tempoper aiutare questo Consiglioa migliorare e per indirizzarequelli futuri.I mesi passati hanno vistol’impegno dell’UGEI nella ge-stione della delicata situazio-ne creatasi a partire dalle di-chiarazioni del Presidente delGmi Omar Jibril. In passato le nostre associa-zioni hanno lavorato assieme,unite nel tentativo di instau-rare un dialogo importantee arricchente.Purtroppo la relazione, comeaccade anche fra le persone,attraversa un periodo burra-scoso. L’interesse e i messaggidi sostegno ricevuti da ognidirezione, fra cui quello diDounia Ettaib, presidentedell’Associazione Donne Ara-be d’Italia, ci hanno sostenutoe hanno rinnovato la nostravolontà di lavorare perché ilrapporto si possa ricomporreal più presto, consci dell’im-portanza di una collabora-zione basata sul reciproco ri-spetto. La vicenda ha anche rappre-sentato il punto di partenzaper una interessante intervi-sta all’onorevole Fiamma Ni-renstein di cui vi riportiamoun assaggio. In chiusura vorrei esprimerela mia felicità e i miei auguripersonali a Simone Mortara,un amico sincero che ho avu-to l’onore di conoscere grazieall’UGEI.

Sharon Reichel

HaTikwa – periodico di attualità e cultura dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia | [email protected] – www.ugei.it | supplemento a Pagine Ebraiche - n. 8 - 2011 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037-1543 (responsabile a termine di legge: Guido Vitale)

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Simone sul tetto dell’Europa ebraica

I vostri suggerimenti per una UGEI di tutti