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Il Consiglio europeo nel 2012 GENNAIO 2013 IT

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  • Il Consiglio europeo nel 2012

    GENNAIO 2013

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  • Il Consiglio europeo nel 2012

    GENNAIO 2013

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  • Il presente opuscolo è realizzato dal segretariato generale del Consiglio.htt p://www.european-council.europa.euLussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2013ISBN 978-92-824-3762-9doi:10.2860/60793ISSN 1977-320X© Unione europea, 2013Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.Printed in BelgiumSTAMPATO SU CARTA ECOLOGICA

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    Il Consiglio europeo nel 2012a cura del presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy

    Sommario

    Un anno cardine 5

    La stabilità della zona euro 6

    Crescita e occupazione 10

    L’Unione nel mondo 14

    Da un continente marcato dalle guerre ad un continente di pace 17

    Le prospett ive 23

    Conclusioni del Consiglio europeo e dichiarazioni dei capi di Stato o di governo 25

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    Il Consiglio europeo, dicembre 2012.

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    Il 2012, sebbene sia stato un anno ancora diffi cile, ha segnato un punto di svolta: passo dopo passo, stiamo portando l’Europa fuori dalla crisi economica. Al termine dell’estate ci siamo lasciati alle spalle la minaccia alla sopravvivenza della zona euro. Tutt i e diciassett e i paesi che la compongono sono fermamente decisi a rimanervi: è un risultato eccezionale in termini di responsabilità e solidarietà. Abbiamo recuperato la stabilità fi nanziaria, condizione indispensabile per un ritorno alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro di cui, ci auguriamo, il 2013 segnerà la ripresa. Resta altro cammino da fare, ma i frutt i del lavoro svolto stanno già rendendo più forte la nostra Unione nel suo insieme.

    Il Consiglio europeo nel 2012 illustra le att ività svolte dall’istituzione durante il 2012. La stabilità fi nanziaria, la crescita e l’occupazione in Europa hanno richiesto tutt a la nostra att enzione, così come gli eventi che si sono verifi cati nel mondo che ci circonda, dai disordini scoppiati in Medio Oriente ai cambi di leadership nei paesi partner. Alla fi ne dell’anno l’att ribuzione del premio Nobel per la pace all’Unione è venuta opportunamente a ricordarci il nostro obiett ivo ultimo: lavorare assieme alla pace e alla prosperità sul nostro continente e al di là di esso.

    La nostra istituzione riunisce i più alti leader esecutivi dell’Unione: intorno a questo tavolo siedono i 27 capi di Stato o di governo, il presidente della Commissione e il presidente del Consiglio europeo. Il nostro compito consiste nel decidere la rott a strategica dell’Unione. Stabiliamo le priorità politiche e ci assumiamo le nostre responsabilità in situazioni di crisi. Il Consiglio europeo, nella sua piena effi cienza, è in grado di rispondere alle elevate aspett ative del pubblico grazie a una solida capacità decisionale, come abbiamo più volte dimostrato.

    Nel corso del 2012 abbiamo accolto fra di noi nuovi colleghi e salutato i loro predecessori, dopo i cambiamenti che si sono verifi cati nei governi sloveno, slovacco, greco e francese. In totale il Consiglio europeo ha tenuto quatt ro riunioni formali (il numero minimo previsto dal tratt ato di Lisbona) e tre altre riunioni, di cui due informali. Questo numero complessivo di sett e vertici, se paragonato alle non meno di dodici riunioni tenute nel 2011, è di per sé un’ulteriore dimostrazione del fatt o che la politica europea sta uscendo lentamente dalla modalità di crisi.

    Dall’entrata in vigore del tratt ato di Lisbona, viene elett o un presidente del Consiglio europeo per un mandato di due anni e mezzo, rinnovabile una volta. Essendo la prima persona ad avere ricoperto questa carica, mi sono sentito molto onorato quando il 1º marzo, a pochi mesi dallo scadere del mio primo mandato, i miei colleghi mi hanno chiesto di rimanere per un secondo mandato. Ho accett ato la loro manifestazione di fi ducia, poiché è un privilegio servire l’Europa in momenti così decisivi. Continuo a svolgere il mio lavoro nella convinzione che il mio compito sia quello di essere il depositario della fi ducia dell’Unione, vale a dire favorire la comprensione reciproca fra i leader riuniti att orno a questo tavolo, sapendo che il dovere di tutt i noi è mantenere viva la fi ducia dei citt adini nell’Unione.

    Un anno cardine

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    Sin dall’inizio i nostri sforzi sono stati guidati dalla ricerca della stabilità e della resilienza. E hanno dato dei frutt i. Alla fi ne dell’anno gli spread si sono ridott i, l’accesso al credito è migliorato e l’integrità della zona euro non era più in dubbio. Le minacce alla sopravvivenza della zona euro sembrano essersi dileguate.

    Sancire la responsabilità e la solidarietà.

    Sin dall’inizio della crisi, ci siamo mossi su due fronti paralleli: la responsabilità e la solidarietà. Da un lato abbiamo posto l’accento sulla responsabilità dei singoli paesi, ad esempio per quanto riguarda la conduzione di politiche di bilancio sane, e dall’altro abbiamo dato forma concreta alla solidarietà all’interno dell’Unione, ad esempio mett endo a disposizioni fondi per arginare il contagio fi nanziario. Nei primissimi mesi del 2012 abbiamo dato a questi principi un caratt ere più vincolante e più permanente.

    Il 2 marzo venticinque leader europei hanno fi rmato il tratt ato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance. È un tratt ato imperniato sulla responsabilità, che impegna ciascun paese partecipante

    L’inizio del 2012 è stato relativamente calmo. La decisione di stabilire regole di bilancio più rigorose in un nuovo tratt ato, presa nella nostra ultima riunione dell’anno precedente, aveva avuto ripercussioni positive sui mercati. Un’iniziativa concomitante della Banca centrale europea aveva contribuito ad att enuare i timori di una possibile contrazione del credito e di un aggravarsi della recessione. I nuovi governi formati ad Atene e a Roma in autunno avevano contribuito a questa cauta fi ducia. Tutt avia, sapevamo che la situazione rimaneva fragile e sarebbe stato necessario lavorare ancora per superare la crisi.

    E così è stato. La caduta del governo greco a febbraio e l’incertezza politica che ha preceduto le elezioni anticipate ha scatenato una nuova serie di eventi a volte sconvolgenti. In primavera sono affi orati anche dubbi sul sett ore bancario spagnolo. Ancora una volta abbiamo sperimentato come le sorti di un paese fossero in grado di incidere sulla zona euro nel suo insieme. Così, pur continuando ad aff rontare i problemi urgenti, a maggio abbiamo dato inizio ai lavori per l’eff ett ivo completamento dell’unione economica e monetaria, lavori che proseguiranno nel 2013.

    Firma del tratt ato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell’unione economica e monetaria, 2 marzo 2012.

    La stabilità della zona euro

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    economica. Questa è la ragione per cui abbiamo completato il patt o di bilancio con un patt o per la crescita e l’occupazione, approvato a giugno (e descritt o più diff usamente più avanti). Questi due strumenti procedono di pari passo.

    Verso un’autentica unione economica e monetaria

    Le incertezze della primavera hanno reso urgente la defi nizione di una prospett iva a più lungo termine. Per convincere gli elett ori e gli investitori, era diventato essenziale prospett are il futuro dell’euro zona nell’arco di dieci anni e il modo in cui intendevamo rimediare alle carenze strutt urali palesate dalla crisi.

    Ho deciso di tenere un dibatt ito per presentare tutt e le opzioni, senza alcun tabù. Nella nostra riunione informale di maggio, alcuni colleghi hanno espresso diversi pareri su questioni che andavano dal ricorso alle eurobbligazioni alla vigilanza nel sett ore bancario. Hanno convenuto che occorre commisurare la nostra unione economica all’unione monetaria e mi hanno chiesto di esaminare i mezzi per conseguire tale obiett ivo.

    ad inserire nella propria legislazione nazionale norme di bilancio rigorose («freno all’indebitamento»). Una simile credibile autodisciplina da parte di ciascun paese rispett o al debito e al disavanzo contribuirà a impedire che la crisi del debito sovrano si ripeta. Una volta fi rmato il «patt o di bilancio» (come viene anche denominato il suddett o tratt ato), tutt i i leader hanno dovuto convincere i rispett ivi parlamenti dei suoi vantaggi, cosa che hanno fatt o con successo: dopo una serie di ratifi che, il tratt ato è entrato in vigore il 1º gennaio 2013.

    Quanto alla solidarietà, essa è sancita dal meccanismo europeo di stabilità (MES), messo a punto all’inizio dell’anno. Forte di 500 miliardi di euro, tale meccanismo rappresenta per l’Europa uno scudo contro gli shock fi nanziari ed è la nostra arma di dissuasione comune. Il MES permanente, che si sostituisce al meccanismo temporaneo di salvataggio rappresentato dal Fondo europeo per la stabilità fi nanziaria (FESF), è diventato operativo in ott obre.

    Al tempo stesso, mentre perfezionavamo i nostri strumenti di gestione e prevenzione delle crisi, non abbiamo mai perso di vista il modo migliore per superare una crisi del debito, vale a dire la crescita

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    più importante dell’anno. Abbiamo altresì convenuto che, non appena sarà eff ett ivamente in funzione, il meccanismo europeo di stabilità potrà ricapitalizzare dirett amente gli istituti bancari. La creazione di una «unione bancaria» contribuirebbe a garantire stabilità e a migliorare le condizioni di prestito. Abbiamo così spezzato il circolo vizioso fra gli Stati e le banche.

    Con questa decisione, che ha colto molti di sorpresa, i leader europei hanno dato seguito a una conclusione essenziale della relazione che avevo appena presentato. La situazione del sett ore bancario spagnolo aveva fatt o sì che le menti fossero mature per pensare più in frett a. Una volta stabilita la rott a, tutt o ha funzionato corrett amente. Subito dopo l’estate la Commissione aveva già elaborato proposte legislative, e nel giro di tre mesi i ministri delle fi nanze hanno raggiunto un accordo, mentre il Parlamento ha adott ato la sua posizione in commissione. Ciò dimostra che l’Unione, quando vuole, è capace di agire in modo tempestivo e decisivo: una prova cruciale della nostra credibilità.

    Non erano trascorse ventiquatt ro ore dall’accordo dei ministri delle fi nanze sulle modalità tecniche della vigilanza, che il 14 dicembre procedevamo già alla tappa seguente: un meccanismo di risoluzione unico. Lo scopo è quello di far sì che gli eventuali fallimenti delle banche siano gestiti in modo rapido e ordinato e nell’interesse di tutt i, in modo da ridurre i rischi per i contribuenti e per l’economia. La realizzazione di progressi riguardo all’unione bancaria rimarrà una delle priorità del 2013.

    Un’inversione di tendenza

    Così come la nostra decisione di giugno sulle banche ci aveva collocato «all’avanguardia» (cosa inusuale, potrebbe dire qualcuno), la situazione stava evolvendo in senso più positivo anche su altri fronti. Particolarmente importanti sono state le

    La mia relazione di giugno dal titolo «Verso un’autentica unione economica e monetaria», preparata assieme a Manuel Barroso, Jean-Claude Juncker e Mario Draghi, presidenti della Commissione, dell’Eurogruppo e della Banca centrale europea, parte dall’assunto che dobbiamo trarre insegnamenti dalla nostra interdipendenza. Le politiche nazionali non possono essere decise isolatamente se i loro eff ett i sono in grado di propagarsi rapidamente alla zona euro nel suo insieme, ma devono rispecchiare ciò che signifi ca realmente la condivisione di una moneta. Abbiamo individuato tre sett ori fondamentali: il sett ore fi nanziario, le questioni di bilancio e la politica economica. Poiché le misure adott ate in questi tre sett ori possono infl uenzare il processo decisionale democratico e la responsabilità democratica, questo è stato il quarto aspett o esaminato.

    Come il Consiglio di giugno avrebbe ben presto dimostrato (per quanto riguarda le banche), è stato possibile adott are alcune misure a breve termine. Per altre misure, tutt avia, si è resa necessaria una rifl essione più approfondita. Questo è il motivo che ha spinto i miei colleghi a chiedermi di elaborare una tabella di marcia con scadenze precise per la fi ne dell’anno e di presentare una relazione intermedia in ott obre. Tutt i gli Stati membri, appartenenti o meno alla zona euro, e il Parlamento europeo hanno partecipato att ivamente a tale processo. Questo sforzo comune ha consentito di raggiungere il consenso su soluzioni nuove e cruciali per consolidare la zona euro.

    Un importante passo avanti nella questione bancaria

    28 giugno: i leader europei decidono di istituire un meccanismo di vigilanza unico che si applicherà a tutt e le banche della zona euro, cosa quasi impensabile solo alcuni mesi prima. A mio avviso è stata la decisione

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    all’Unione, sono confrontati a una dura realtà, e cioè che i vantaggi che essa offre comportano dei costi. Ad esempio, i costi e gli sforzi necessari per difendere una moneta comune. È anche la prima volta che i cittadini realizzano di trovarsi tutti nella stessa situazione e che quanto accade in un altro paese, che si tratti di banche, di bolle o di bilanci, ha ripercussioni anche su di loro.

    Scoprire di essere congiuntamente responsabili di un bene comune europeo può essere duro per persone che faticano, nel proprio paese, a trovare un lavoro o a sbarcare il lunario. Alcuni osservatori si sono aff rett ati a concludere che la crisi ha ucciso la solidarietà tra i paesi europei. Non sono assolutamente d’accordo. La crisi ha rivelato le implicazioni della partecipazione ad un’Unione. Si tratt a della prima vera prova di solidarietà nella storia dell’Unione. Naturalmente vi sono tensioni e condizionamenti, opposizioni e critiche. Eppure è in att o un gigantesco sforzo collett ivo, che vede impegnati tutt i i paesi della zona euro, tutt e le istituzioni europee e tutt i i citt adini, per mobilitare la volontà politica, le maggioranze parlamentari e i mezzi e le risorse fi nanziarie per aiutarsi reciprocamente ed uscire insieme dalla crisi. Se questa è una prova di corresponsabilità e di solidarietà, sono convinto che noi europei la supereremo.

    elezioni legislative greche del 19 giugno, seguite a una tornata non decisiva in maggio, da cui è scaturita una maggioranza dei partiti favorevoli a che il paese rimanesse nella zona euro. È stato un momento di sollievo, che ha anche dimostrato che, posti di fronte ad una scelta diffi cile, gli elett ori agiscono in genere in modo più responsabile rispett o alle previsioni delle cassandre.

    La fi ducia nella resilienza e nell’integrità della zona euro è ulteriormente cresciuta dopo l’estate, non da ultimo quando, il 6 sett embre, la Banca centrale europea, convinta che i leader stessero aff rontando risolutamente la questione della vigilanza bancaria, si è impegnata a fornire un sostegno illimitato, ma soggett o a condizioni, ai paesi sott oposti alla pressione dei mercati. Una sett imana dopo, la Corte costituzionale tedesca ha dichiarato la costituzionalità del meccanismo europeo di stabilità, mentre la stessa sera i risultati delle elezioni nei Paesi Bassi hanno inviato un altro segnale incoraggiante. Sulle orme di quanto fatt o dall’Irlanda in estate, il Portogallo ha preparato con successo il suo ritorno sui mercati del debito a lungo termine e a dicembre un’importantissima decisione dei ministri delle fi nanze ha contribuito ad assicurare la sostenibilità del debito greco. Alla fi ne dell’anno si è fi nalmente cominciato a capire che l’euro continuerà ad esistere.

    Superare la prova

    Per i leader politici europei elett i, il fatt o di sedere att orno a un tavolo e decidere strategie di azione comuni rappresenta in un certo senso solo la metà del lavoro. L’altra metà consiste nel convincere il pubblico che è al di fuori di queste decisioni. I presidenti e i primi ministri del Consiglio europeo sentono profondamente questa doppia responsabilità e agiscono di conseguenza.

    La crisi dell’euro ha cambiato le cose. È quasi la prima volta che i cittadini, rivolgendo lo sguardo

    Dibatt ito in sede di Consiglio europeo.

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    Stati baltici quest’anno si sono addiritt ura registrati cali record. Tutt avia la disoccupazione è cresciuta nella maggior parte degli altri Stati membri. La disoccupazione giovanile, che riguarda un giovane su quatt ro e addiritt ura un giovane su due in alcuni paesi, è particolarmente drammatica e mett e a rischio un’intera generazione. È per questo motivo che nel corso dell’anno ci siamo concentrati sul miglioramento delle condizioni per la crescita e l’occupazione, in particolare durante i quatt ro Consigli europei del primo semestre, due dei quali esclusivamente dedicati a tale questione.

    L’occupazione giovanile è stata il tema centrale in gennaio: lavorando fi anco a fi anco con la Commissione, i leader hanno deciso di riorientare i fondi disponibili dell’UE per aiutare i giovani mediante apprendistati, esperienze professionali, primi contratt i veri e propri, e per sostenere coloro che avviano un’azienda, gli imprenditori sociali e la creazione di posti di lavoro nelle piccole e medie imprese. A marzo abbiamo, fra l’altro, concordato l’introduzione di incentivi destinati ai datori di lavoro per l’assunzione di personale, ad esempio spostando l’onere fi scale dal lavoro o riducendo la burocrazia. A maggio, durante un pranzo informale, abbiamo esaminato varie altre possibili soluzioni, il che ha dato luogo a decisioni più compiute il mese successivo.

    Nel patt o per la crescita e l’occupazione da noi adott ato a giugno, i leader europei si sono impegnati a mobilitare tutt i i mezzi d’azione possibili per lott are contro la disoccupazione, aff rontare le conseguenze sociali della crisi e migliorare la competitività delle nostre economie. In particolare ci siamo impegnati a:

    — incoraggiare la creazione di posti di lavoro e la mobilità della forza lavoro e investire nello sviluppo delle competenze e nella formazione;

    Il ripristino della stabilità fi nanziaria, che è stata la preoccupazione dominante nel 2012, non è un fi ne in sé, quanto un mezzo per raggiungere un obiett ivo: la ripresa economica. Ridare fi ducia ai consumatori e agli investitori è essenziale per far prosperate le imprese e l’occupazione.

    Le riforme incessanti realizzate in tutt a l’Europa hanno svolto un ruolo importante aiutando ad accrescere la fi ducia. Quest’anno, ancora una volta, le decisioni coraggiose prese negli Stati membri hanno dimostrato la serietà dei nostri sforzi. Numerosi colleghi del Consiglio europeo hanno aff errato il toro per le corna, andando contro ogni sorta di interessi costituiti per portare avanti le riforme strutt urali, riforme che sarebbero state in ogni caso necessarie, con o senza la crisi, con o senza l’euro.

    Cambiamenti di questa portata richiedono necessariamente del tempo. Eppure, quest’anno le riforme hanno già dato qualche primo frutt o. In molti paesi, compresi quelli sott oposti alla pressione dei mercati, dalla Grecia al Portogallo, passando per l’Irlanda, l’Italia e la Spagna, la competitività sta migliorando, i bilanci sono più sani e le esportazioni sono in ripresa. Tutt avia ci vorrà tempo prima che gli eff ett i sull’economia si facciano pienamente sentire. C’è sempre uno scarto temporale: una volta tornata la stabilità, ci vuole tempo prima che essa si traduca in un aumento degli investimenti e della crescita. E anche quando ritorna la crescita, ci vuole tempo prima che abbia inizio la ripresa dell’occupazione.

    Lott are contro la disoccupazione

    Con 26 milioni di uomini e donne senza lavoro, i livelli di disoccupazione nell’Unione sono inaccett abili. È vero che alcuni Stati membri come l’Austria, i Paesi Bassi, il Lussemburgo e la Germania hanno ancora tassi di disoccupazione relativamente bassi, e che negli

    Crescita e occupazione

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    Membri del Consiglio europeo intervengono in parlamenti in Europa.

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    strutt urali europei, 5 miliardi di euro da un’iniziativa pilota sulle obbligazioni di progett o oltre ad un aumento di capitale di 10 miliardi di euro per la Banca europea per gli investimenti, che ha aumentato di 60 miliardi di euro la sua capacità totale di prestito. La maggior parte di questi fi nanziamenti sosterranno iniziative in sett ori quali i trasporti, l’energia e le reti digitali nonché la ricerca, aiutando altresì i paesi e le imprese ad att irare investimenti supplementari.

    Nella nostra riunione di giugno abbiamo inoltre dato una svolta decisiva alla creazione di un brevett o unico europeo, mett endo fi ne a decenni di negoziati, con sollievo di tutt i. Riducendo dell’80 % i costi dei procedimenti brevett uali in Europa, att ualmente 20 volte più elevati che negli Stati Uniti o in Giappone, il brevett o arrecherà grandi benefi ci alle imprese del continente.

    — preservare i motori della crescita, quali gli investimenti nell’energia, nell’innovazione e nell’istruzione;

    — raff orzare ulteriormente il nostro mercato unico, in particolare per le industrie digitali;

    — sostenere l’innovazione, la ricerca e la competitività industriale; e

    — sfrutt are le potenzialità del commercio quale motore della crescita.

    Investire nella crescita

    Il patt o per la crescita rappresenta anche un impegno per il fi nanziamento dell’economia. Abbiamo mobilizzato 120 miliardi di euro per investimenti immediati: 55 miliardi di euro provenienti dai fondi

    Primo semestre 2012: la Danimarca esercita la presidenza di turno del Consiglio dei ministri dell’UE.

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    Mantenere la rott a

    Nel l’Unione e nelle amministrazioni nazionali tutt i stanno lavorando senza tregua per tradurre gli impegni da noi assunti per la crescita e l’occupazione in azioni che cambino realmente le cose sul terreno. La priorità è la messa in att o. Essa è seguita att entamente dalla Commissione europea, che esamina i risultati e la situazione specifi ca di ciascun paese. E ritengo sia mio dovere rammentare ai colleghi, in modo gentile ma costante, le promesse da essi fatt e a livello individuale e gli impegni assunti collett ivamente, cosa che ho fatt o regolarmente per esaminare i progressi compiuti riguardo alle misure del patt o per la crescita.

    In un mondo globalizzato e con una popolazione che invecchia non possiamo permett erci di abbassare la guardia. Questo vale per tutt i i paesi. L’Europa deve rimanere un continente att raente in cui vivere e lavorare, creare ricchezza e spenderla, per tutt i i citt adini.

    Il nostro bilancio pluriennale comune, che quest’anno è stato oggett o di negoziati, può svolgere un ruolo importante nel fi nanziamento della crescita. Benché sia pari solo all’1 % del nostro PIL combinato, esso è sopratt utt o un bilancio di investimenti. Nel Consiglio europeo straordinario di novembre abbiamo dato avvio al nostro livello ai negoziati per il periodo 2014-2020. Oltre a fi ssare l’importo totale del fi nanziamento europeo per il resto del decennio, questi negoziati comportano scelte essenziali: quali sono le priorità per la prossima generazione, quali politiche sostengono meglio la crescita, in che modo sfrutt are al meglio le risorse? Come nei precedenti negoziati sul bilancio, non è stato possibile giungere a un accordo in una volta sola. Tutt avia vi sono state una volontà politica e una convergenza di posizioni suffi cienti a farmi credere che si potrà raggiungere una decisione all’inizio del 2013.

    Secondo semestre 2012: Cipro esercita la presidenza di turno del Consiglio dei ministri dell’UE.

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    il recente accordo di libero scambio con la Corea del Sud ha dato i primi frutt i, quest’anno si sono registrati progressi in numerosi negoziati in corso (fra cui quelli con il Giappone, Singapore e il Canada) ed è stato dato avvio ai negoziati con il Vietnam. Si sono rilevati anche sviluppi incoraggianti verso una maggiore apertura degli scambi con gli Stati Uniti, il che potrebbe stimolare la crescita su entrambe le sponde dell’Atlantico.

    Incontri asiatici

    Il commercio non è soltanto un motore di crescita, ma anche di cambiamento. Interventi di natura economica possono contribuire a realizzare obiett ivi di sicurezza. L’Europa ha imposto all’Iran sanzioni più severe di chiunque altro, fra cui un embargo di petrolio a partire dal 1º luglio, per riportare al tavolo negoziale le autorità iraniane, e l’alto rappresentante Catherine Ashton svolge un ruolo di primo piano al riguardo. Il vertice sulla sicurezza nucleare svoltosi a marzo a Seul è stata un’altra occasione per sott olineare che prendiamo estremamente sul serio la proliferazione nucleare e la minaccia del terrorismo nucleare. Decidere di revocare delle sanzioni è naturalmente più piacevole che imporne. A seguito dei progressi registrati in Birmania/Myanmar — rilascio di prigionieri politici ed elezioni suppletive in aprile — l’Unione europea ha sospeso le sue sanzioni e ha aperto un uffi cio a Yangon.

    Le discussioni con i partner asiatici hanno fi gurato tra le priorità del 2012. Mentre la Cina avviava un cambio di leadership che avviene solo una volta ogni dieci anni, i vertici di febbraio a Pechino e di sett embre a Bruxelles hanno aiutato a preparare il terreno per la nuova fase che si instaura nelle nostre relazioni. In ott obre, nel quadro dell’att enzione riservata ai partner strategici, il Consiglio europeo ha condott o un frutt uoso dibatt ito sul modo migliore per instaurare un dialogo con i nuovi leader cinesi e assicurare un migliore coordinamento tra

    Sott o molti aspett i il 2012 è stato un anno di transizione. Transizione politica per numerosi paesi, anche con cambi di governo negli Stati Uniti, in Cina e Russia. Transizione democratica per i paesi che hanno scelto elezioni libere e democratiche, come l’Egitt o e la Somalia. E anche transizione economica, dalle incertezze del 2011 al ritorno della crescita globale previsto per il 2013.

    Interdipendenza economica

    Il riequilibrio dell’economia mondiale e lo stimolo della crescita e dell’occupazione nel mondo intero sono stati i temi centrali di tutt i gli scambi con i nostri principali partner, in particolare al vertice del G8 tenutosi a Camp David in maggio e al vertice del G20 tenutosi a Los Cabos in giugno. È quindi comprensibile che l’att enzione si sia concentrata massicciamente sulla situazione nella zona euro.

    Spiegare le nostre linee d’azione, i vincoli politici che dobbiamo rispett are, rassicurare i partner sulla nostra capacità di continuare ad andare avanti è di importanza fondamentale. In fi n dei conti, però, niente è effi cace quanto dimostrare di essere capaci di presentare dei risultati, come hanno confermato i vertici tenutisi più tardi nel corso dell’anno. Non abbiamo smesso di ripetere che non è solo la zona euro a dover correggere i disequilibri. Anche altri devono farlo, non ultimi gli Stati Uniti, la Cina e il Giappone. Come ho più volte sott olineato, l’unica soluzione possibile sono sforzi coordinati fi nalizzati alla crescita e alla governance economica e fi nanziaria globale.

    Il commercio rimane il modo migliore per trasformare le interdipendenze in opportunità reciproche. L’accesso al nostro mercato comune, il più grande del mondo, è un premio molto ambito. Per noi, il commercio con il resto del mondo è un motore essenziale di crescita. Mentre

    L’Unione nel mondo

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    Vertici e riunioni con paesi terzi.

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    Le sfi de in materia di sicurezza

    La guerra civile che infuria in Siria è stata per tutt o l’anno una delle principali fonti di preoccupazione: una violenza assurda che miete innumerevoli vitt ime e minaccia di creare il caos nella regione. L’Europa, in prima linea negli sforzi internazionali volti a incoraggiare una transizione politica condott a dalla Siria, ha articolato il suo sostegno su tre livelli. Il livello politico: lavorando a strett o contatt o con i partner internazionali e l’opposizione siriana; il livello umanitario: in quanto principale fornitrice di aiuti; e tramite sanzioni mirate: colpendo duramente il regime. Il Consiglio europeo ha esortato Assad a dimett ersi e ha incaricato i ministri degli esteri di esaminare «tutt e le opzioni per sostenere e aiutare l’opposizione e consentire un maggiore sostegno alla protezione della popolazione civile». Ma dobbiamo essere onesti. Finora la comunità internazionale non è riuscita ad arrestare la violenza brutale. Per porre fi ne a questa tragica situazione, è necessario aumentare la pressione internazionale sul regime.

    Che si tratt i dell’instabilità in Medio Oriente, nella regione dei Grandi laghi o nel Sahel, il ruolo della nostra istituzione è quello di reagire agli eventi quando si richieda l’impegno dell’Unione al massimo livello. Dinanzi all’aggravarsi delle tensioni nel Mali, il Consiglio europeo di ott obre ha deciso di intensifi care la sua risposta umanitaria e accelerare i preparativi militari per prestare aiuto nella formazione delle forze maliane.

    A dicembre abbiamo avuto un’interessante discussione sulla nostra politica di sicurezza e di difesa comune, in preparazione di un dibatt ito più approfondito da me previsto per la fi ne del 2013. Era un certo tempo, di fatt o quatt ro anni, che tale questione non veniva discussa al nostro livello. Le nuove sfi de a livello geopolitico e in materia di sicurezza, così come le limitazioni di bilancio, mett ono in evidenza la necessità di una più strett a collaborazione. Quando ci è stato consegnato il premio Nobel per la pace a Oslo, abbiamo dett o che l’Unione europea è dalla parte di chi anela alla pace e alla dignità umana. Per esercitare tali responsabilità, dovremmo assicurarci di disporre dei mezzi necessari.

    le istituzioni e gli Stati Membri. Anche in questo caso dobbiamo giocare la nostra mano con tatt ica.

    Assieme a numerosi leader europei ho partecipato alla riunione Asia-Europa tenutasi a novembre a Vientiane, alla quale hanno preso parte 51 paesi e che mi ha anche fornito l’occasione di partecipare a incontri in Laos, Vietnam e Cambogia. Da tutt i questi incontri asiatici è emerso chiaramente che, asiatici o europei, siamo tutt i nella stessa barca.

    Vicinato

    Assicurare che il futuro dei Balcani occidentali sia europeo è una delle priorità del mio secondo mandato, e sono lieto che nel 2012 siano stati fatt i passi importanti in tale direzione. Nella nostra riunione di marzo abbiamo convenuto che la Serbia diventerà un paese candidato. A giugno i leader hanno approvato la decisione di aprire negoziati di adesione con il Montenegro, e per tutt o l’anno sono proseguiti i preparativi per l’adesione della Croazia all’Unione in qualità di ventott esimo Stato membro il 1º luglio 2013.

    Dall’assunzione del mio mandato ho visitato la maggior parte dei paesi del partenariato orientale e ho mantenuto contatt i regolari con i leader di tali paesi. All’inizio dell’estate mi sono recato nel Caucaso meridionale. L’Europa continua ad essere impegnata nella risoluzione dei «confl itt i congelati», come dimostra la presenza dell’Unione alle frontiere della Georgia. In tutt i gli sforzi compiuti da tali paesi per realizzare riforme economiche e politiche è riconoscibile la forza di att razione dell’Europa.

    Guardando verso sud, la primavera araba è stata l’evento più rilevante degli ultimi anni: la storia nel suo divenire. In marzo, ad un anno dall’inizio di tale processo, abbiamo discusso le evoluzioni regionali e riesaminato la nostra azione a sostegno delle riforme democratiche e dello sviluppo economico. Come ho sott olineato in sede di Nazioni Unite a sett embre, noi europei sappiamo bene che il cambiamento politico non avviene dall’oggi al domani. Il nostro è un impegno a lungo termine.

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    È spett ato al presidente della Commissione e a me l’onore di pronunciare congiuntamente il tradizionale discorso in occasione della consegna del Nobel. Nella parte conclusiva il presidente Barroso ha parlato con toni avvincenti della diff usione della democrazia nei paesi dell’Europa meridionale e successivamente in quelli dell’Europa centrale e orientale, e del modo in cui la nostra Unione difende i valori della pace e della democrazia nel mondo. Da parte mia, ho iniziato il discorso con una rifl essione sul posto che la pace oggi occupa nella nostra Unione. Ma piutt osto che presentarvi una sintesi scadente del mio intervento, preferisco fornirvi il testo integrale della parte del discorso da me proferita, poiché ritengo sinceramente che la pace sia al centro delle nostre att ività, quest’anno e tutt i gli anni a venire.

    La matt ina del 12 ott obre mi stavo recando a Helsinki per incontrare il primo ministro fi nlandese, quando improvvisamente è giunta una lieta notizia: il premio Nobel per la pace era stato assegnato all’Unione europea. Nel suo comunicato il Comitato del Nobel rammentava il fatt o che «l’Unione e i suoi precursori hanno contribuito per oltre sei decenni al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritt i umani in Europa». Questo omaggio alle conquiste del passato è stato accolto da tutt i i membri del Consiglio europeo anche come un forte appello a salvaguardare e raff orzare l’Europa per la prossima generazione.

    La cerimonia per l’assegnazione del Nobel ad Oslo il lunedì 10 dicembre è stata un fatt o saliente dell’anno, per l’Unione e per me personalmente. Ott ocento persone erano riunite nel municipio, fra le quali la famiglia reale norvegese e venti capi di Stato o di governo europei. Le trombe delle guardie, gli intermezzi musicali, le parole del presidente del Comitato: tutt o era scelto accuratamente ed era commovente. A nome dell’Unione europea, il presidente della Commissione e io stesso, assieme al presidente del Parlamento, abbiamo ricevuto la medaglia e il diploma del premio Nobel. Fra le persone del pubblico che avevamo congiuntamene invitato fi guravano dei giovani europei, tra cui i vincitori di un concorso organizzato per l’occasione sul tema «Cosa signifi ca per te la pace in Europa?».

    Da un continente marcato dalle guerre ad un continente di pace

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    Il presidente Van Rompuy, pronuncia, a nome dell’Unione europea, la prima parte del discorso di accett azione del premio Nobel per la pace.

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    Oslo, 10 dicembre 2012

    Maestà, altezze reali, capi di Stato e di governo, membri del comitato per il premio Nobel, eccellenze, signore e signori, siamo qui oggi per ricevere insieme, con umiltà e gratitudine, questa prestigiosa onorifi cenza a nome dell’Unione europea.

    In tempi di incertezze, questa giornata ricorda ai citt adini dell’Europa e del mondo la ragion d’essere dell’Unione: rinsaldare la fratellanza tra le nazioni europee, oggi come domani. Questo è il compito che siamo chiamati a svolgere. Come lo è stato per le generazioni che ci hanno preceduti. E come lo sarà per quelle che ci seguiranno.

    Permett etemi di rendere omaggio, da questa tribuna, a tutt i gli europei che hanno sognato un continente in cui regni la pace e a tutt i coloro che, giorno dopo giorno, fanno sì che questo sogno diventi realtà. Questo premio è il loro premio.

    La guerra è vecchia come l’Europa. Questa Europa che porta le cicatrici di lance e spade, cannoni e fucili, trincee e carri armati. La tragedia della guerra riecheggiava già nelle parole di Erodoto 25 secoli fa: «In tempo di pace i fi gli seppelliscono i padri, ma in tempo di guerra sono i padri a seppellire i fi gli».

    Eppure, dopo due guerre terribili che hanno gett ato nell’abisso il nostro continente e il resto del mondo, un’era di pace duratura è fi nalmente sorta in Europa. In quei tempi bui le nostre citt à erano ridott e in macerie e il lutt o e il risentimento animavano molti cuori. Quanto doveva sembrare diffi cile allora ritrovare «quelle semplici gioie e quelle speranze che rendono la vita degna di essere vissuta», come ebbe a commentare Winston Churchill.

    Nato in Belgio nell’immediato dopoguerra, sono cresciuto con i racconti della guerra. Mia nonna parlava della grande guerra. Mio padre raccontava che nel 1940, appena diciassett enne, aveva dovuto scavarsi la fossa con le proprie mani. Fortunatamente si salvò, altrimenti non sarei qui oggi.

    Quale ardita scommessa fu per i padri fondatori dell’Europa decidere di interrompere la spirale di violenza, mett ere fi ne alla logica di vendett a, costruire un futuro migliore, insieme. Quale potente forza immaginativa.

    L’Europa poteva vivere in pace anche senza l’Unione? Diffi cile a dirsi, non lo sapremo mai. Una cosa però è certa: non sarebbe stata la stessa pace. Vale a dire una pace stabile, non un cessate il fuoco deciso a tavolino.

    Ciò che la rende speciale ai miei occhi è la riconciliazione. In politica come nella vita, la riconciliazione è cosa ardua, perché non vuol dire solo perdonare e dimenticare, o voltare pagina.

    Francia e Germania avevano lunghi trascorsi alle spalle quando decisero di compiere quel passo, di fi rmare un tratt ato di amicizia. Ogni volta che sento queste parole, «Freundschaft », «amitié», mi commuovo. Parole della sfera privata, non adatt e a un tratt ato tra nazioni. Eppure, era tale la volontà di non lasciare che la storia si ripetesse, di fare qualcosa di radicalmente nuovo, che acquisirono un nuovo signifi cato. Per i popoli, l’Europa era una promessa che incarnava la speranza.

    Nel 1951 Konrad Adenauer era a Parigi per siglare il tratt ato sulla Comunità del carbone e dell’acciaio. Una sera in albergo ricevett e un regalo. Era una medaglia di guerra, una croix de guerre appartenuta a un soldato

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    ecco perché siamo qui riuniti, oggi. L’Europa deve mantenere la sua promessa di pace. Non ho dubbi che sia questo lo scopo ultimo dell’Unione. Ma questa promessa non basta da sola a coinvolgere i citt adini.

    Per molti, fortunatamente, la guerra è oramai un’eco lontana. Per molti, non certo per tutt i. La dominazione sovietica sull’Europa dell’est è fi nita da appena vent’anni. Ancora recentemente i Balcani sono stati teatro di orrendi massacri. L’anno prossimo i bambini nati ai tempi di Srebrenica avranno appena diciott o anni. Certo hanno già fratelli e sorelle nati dopo la guerra: la prima vera generazione post-bellica d’Europa. L’importante è che non ce ne siano altre.

    Presidenti, primi ministri, eccellenze, ebbene sì: dove prima c’era la guerra ora regna la pace. La storia però ci chiama a un altro compito: tenere viva la fi accola della pace anche quando essa regna. Dopotutt o, la storia non è un romanzo che chiudiamo una volta arrivati al lieto fi ne: ciò che può ancora accadere è nostra piena responsabilità.

    La conferma è proprio in quello che sta succedendo oggi: la crisi economica che viviamo, la peggiore delle ultime due generazioni, mett e a dura prova la vita dei citt adini e i legami politici su cui si regge l’Unione. Famiglie che arrivano a fatica alla fi ne del mese, lavoratori per strada, studenti che vivono nell’angoscia di non trovare lavoro, per quanto facciano: la prima cosa che viene loro in mente quando pensano all’Europa non è certo la pace.

    Quando la prosperità e il lavoro, fondamenta delle nostre società, sono in pericolo, è normale che i cuori si induriscano, gli interessi si ripieghino e vecchie fratt ure e stereotipi riemergano dal passato. E allora possono sorgere dubbi non solo sulle decisioni comuni, ma sul fatt o stesso di decidere insieme. Certo, bisogna

    francese. Gliela aveva recapitata la fi glia di quel soldato, una giovane studentessa, con un bigliett o che off riva la medaglia al cancelliere in segno di riconciliazione e speranza.

    Nei miei ricordi ci sono tante immagini commoventi. I leader di sei Stati riuniti nella citt à eterna per dare il via a un nuovo futuro, Willy Brandt che si inginocchia a Varsavia. I portuali di Danzica ai cancelli del cantiere navale. Mitt errand e Kohl che si danno la mano. Due milioni di persone che uniscono Tallinn, Riga e Vilnius in un’unica catena umana. Era il 1989. Sono questi momenti che hanno cicatrizzato le ferite dell’Europa.

    Ma i gesti simbolici da soli non bastano a cementare la pace. Ed è qui che l’Unione europea sfodera la sua «arma segreta»: un impareggiabile intreccio di interessi che rende la guerra materialmente impossibile. Al prezzo di continui negoziati, su un numero crescente di argomenti, tra un numero crescente di paesi. È la regola d’oro di Jean Monnet: «Mieux vaut se disputer autour d’une table que sur un champ de bataille» («Meglio litigare intorno a un tavolo che su un campo di batt aglia»). Se dovessi spiegarlo ad Alfred Nobel direi, parafrasandolo: non un congresso di pace, ma un congresso di pace permanente!

    Ammett o che alcuni aspett i suscitino perplessità, e non solo dal di fuori. Ministri di paesi senza sbocco sul mare si infervorano per le quote di pesca. Europarlamentari scandinavi discett ano sul prezzo dell’olio d’oliva. L’Unione è maestra nell’arte del compromesso. Non un teatro di vitt orie e sconfi tt e, ma una casa dove tutt i i paesi si riscatt ano nel dialogo. E se il prezzo da pagare sono discussioni interminabili, siamo disposti a pagarlo. Signore e signori, ebbene sì, ci siamo riusciti.

    La pace è realtà. La guerra è inimmaginabile. Ma «inimmaginabile» non vuol dire «impossibile»:

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    Lavoriamo tutt i per tramandare ai nostri fi gli e ai fi gli dei nostri fi gli un’Europa migliore. Perché i posteri possano dire un giorno: quella generazione — la nostra — ha mantenuto la promessa dell’Europa.

    I giovani di oggi vivono già in un mondo nuovo. L’Europa è per loro una realtà quotidiana. Non l’obbligo di rimanere nella stessa barca, ma la fortuna di poter l iberamente scegliere per lo scambio, il viaggio e la condivisione. Condividere un continente, esperienze, l’avvenire e darvi forma insieme.

    Eccellenze, signore e signori, questo nostro continente, sorto dalle ceneri del 1945 e unitosi nel 1989, ha una grande capacità di rigenerarsi. Alla posterità il compito di portare oltre questa impresa comune. Mi auguro che i posteri sapranno assumersene la responsabilità con orgoglio. E che sappiano dire, come diciamo noi oggi: «Ich bin ein Europäer. Je suis fi er d’être européen. Sono fi ero di essere europeo».

    relativizzare — per quanto forti, queste tensioni non potranno mai riportarci indietro ai tempi bui —, ma l’Europa sta aff rontando un vero e proprio banco di prova. Parafrasando Abraham Lincoln ai tempi di un altro banco di prova in un altro continente, la domanda oggi è «se quell’Unione, o ogni altra Unione così concepita e così votata, possa a lungo perdurare».

    La risposta è nelle nostre azioni e siamo certi che ci riusciremo. Lavoriamo duro per superare le diffi coltà, per rilanciare la crescita e l’occupazione. E anche se agiamo sott o necessità pressanti, siamo guidati dalla volontà di rimanere padroni del nostro destino, da un senso di comunità e, in qualche modo, dall’idea stessa di Europa, che dai secoli ci parla.

    La presenza qui oggi di così tanti leader europei testimonia una convinzione profonda e condivisa: ne usciremo insieme e più forti. Più forti per difendere i nostri interessi e promuovere i nostri valori nel mondo.

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    Riunioni tra membri del Consiglio europeo in Europa.

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    se risponderemo ad un quesito fondamentale: come fare per assicurare all’Europa il sostegno dell’opinione pubblica? Nello scorso anno abbiamo ancora una volta constatato come la politica europea svolga un ruolo sempre più rilevante nei dibatt iti politici a livello nazionale. Inoltre, i leader nazionali si riuniscono di frequente, e questo è un segno evidente di un nuovo senso di corresponsabilità. Nei loro incontri portano con sé le speranze e le inquietudini dei loro paesi, echi dei dibatt iti che plasmano il futuro dell’Europa e che riguardano la prosperità e la protezione, la sovranità e l’identità, l’equità e la giustizia. Sono persuaso che in tutt i questi dibatt iti vi siano solide argomentazioni a favore dell’Europa, come già att estano numerosi leader, partiti e citt adini. E, naturalmente, i risultati concreti rimangono l’argomentazione più solida. In defi nitiva la nostra Unione riposa sulla volontà della gente, in quanto citt adini dei loro paesi e citt adini europei.

    Stiamo entrando nel 2013 animati da una cauta fi ducia. È una buona notizia, ma ancora non è il caso di rallegrarsene. Vi è ancora molto lavoro da svolgere. Con un anno cardine alle nostre spalle, dobbiamo far sì che il nuovo anno sia un anno di risultati, chiaramente visibili in tutt i gli Stati membri e per tutt i i citt adini.

    Non si devono risparmiare gli sforzi per portare le nostre economie verso la ripresa. Si tratt a innanzitutt o di perseguire riforme nazionali in ciascun paese. Insieme, all’interno del Consiglio europeo, continueremo a lavorare ponendo un forte accento sulla crescita e l’occupazione. La messa in att o rimarrà una priorità: è l’unico modo di tradurre le buone intenzioni in miglioramenti concreti per le famiglie e le imprese. Inizieremo ponendo l’accento su tre punti di forza essenziali per la crescita economica: il fi nanziamento dell’economia e la promozione degli scambi commerciali (a febbraio) e la garanzia di approvvigionamenti energetici abbordabili e sicuri (in maggio). Continueremo a dare maggiore solidità alla moneta unica adoperandoci per l’eff ett ivo completamento dell’unione economica e monetaria, compito questo urgente ma anche di portata storica.

    Dobbiamo far fronte a queste sfi de con determinazione, consci che in defi nitiva potremo avere successo solo

    Le prospettive

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    Verso un risanamento favorevole alla crescita e una crescita favorevole alla creazione di posti di lavoro Dichiarazione dei membri del Consiglio europeo — 30 gennaio 2012 27

    Comunicazione degli Stati membri della zona euro — 30 gennaio 2012 30

    Consiglio europeo — 1o e 2 marzo 2012 31

    Tratt ato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governanza nell’unione economica e monetaria — 2 marzo 2012 37

    Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro — 2 marzo 2012 43

    Verso un’autentica unione economica e monetaria Relazione del presidente Van Rompuy — 26 giugno 2012 44

    Consiglio europeo — 28-29 giugno 2012Incluso il «Patt o per la crescita e l’occupazione» 47

    Dichiarazione degli Stati membri della zona euro — 29 giugno 2012 52

    Verso un’autentica unione economica e monetaria Relazione intermedia del presidente Van Rompuy — 12 ott obre 2012 53

    Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro — 18 ott obre 2012 57

    Consiglio europeo — 18-19 ott obre 2012 58

    Consiglio europeo — 22-23 novembre 2012 63

    Verso un’autentica unione economica e monetaria Relazione e tabella di marcia del presidente Van Rompuy — 7 dicembre 2012 64

    Consiglio europeo — 13-14 dicembre 2012 72

    Conclusioni del Consiglio europeo e dichiarazioni dei capi

    di Stato o di governo

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    Stimolare l’occupazione, sopratt utt o per i giovani

    1. In Europa ci sono oggi più di 23 milioni di disoccupati. Se non miglioriamo i tassi di crescita, la disoccupazione resterà elevata. Dobbiamo mantenere i posti di lavoro esi-stenti e crearne di nuovi, anche nell’«economia verde». Ciò signifi ca intervenire concretamente per superare lo squilibrio tra domanda e off erta di competenze e lo squi-librio geografi co. Ciò signifi ca inoltre riformare i mercati del lavoro e aff rontare il costo del lavoro in relazione alla produtt ività. La questione è sopratt utt o responsabilità degli Stati membri, che devono sviluppare e att uare iniziative globali su occupazione, istruzione e competenze. Ciascuno

    Stato membro indicherà, nel programma nazionale di riforma, le misure concrete che adott erà per aff rontare tali questioni («piani nazionali per l’occupazione»), la cui att uazione sarà soggett a a un monitoraggio raff orzato, nel quadro del semestre europeo. Le misure volte a tagliare i costi indirett i del lavoro, come la riduzione del cuneo fiscale, possono avere un forte impatto sulla domanda di manodopera concernente lavoratori poco qualifi cati e giovani. Ridurre la segmentazione del mercato del lavoro può contribuire molto all’off erta di opportunità di lavoro ai giovani. Occorre compiere subito uno sforzo particolare a livello nazionale per migliorare l’off erta di lavoro e ridurre la disoccupazione giovanile:

    VERSO UN RISANAMENTO FAVOREVOLE ALLA CRESCITA E UNA

    CRESCITA FAVOREVOLE ALLA CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO

    DICHIARAZIONE DEI MEMBRI DEL CONSIGLIO EUROPEO1 —

    30 GENNAIO 2012

    Negli ultimi mesi si sono visti i primi segnali di stabilizzazione economica ma le tensioni sui mercati fi nanziari continuano a frenare l’att ività economica e l’incertezza resta notevole. I governi si stanno fortemente adoperando per correggere gli squilibri di bilancio in modo sostenibile ma sono necessari ulteriori sforzi per promuovere la crescita e l’occupazione. Non esistono soluzioni rapide. La nostra azione deve essere determinata, duratura e di ampia portata. Dobbiamo fare di più perché l’Europa esca dalla crisi.

    Sono state prese decisioni per assicurare la stabilità fi nanziaria e il risanamento di bilancio, condizione necessaria per tornare a tassi più elevati di crescita strutt urale e occupazione. Ma questo non è in sé suffi ciente: dobbiamo modernizzare le nostre economie e raff orzare la nostra competitività per assicurare una crescita sostenibile. Ciò è essenziale per creare posti di lavoro e preservare i nostri modelli sociali ed è al centro della strategia Europa 2020 e del Patt o euro plus. Questi sforzi devono essere compiuti in strett a cooperazione con le parti sociali, nel rispett o dei sistemi nazionali degli Stati membri. Crescita e occupazione riprenderanno solo se seguiamo un approccio coerente e ampio, combinando un risanamento di bilancio intelligente che preservi l’investimento nella crescita futura, politiche macroeconomiche solide e una strategia att iva per l’occupazione che tuteli la coesione sociale.

    Il Consiglio europeo di marzo fornirà orientamenti sulle politiche economiche e dell’occupazione degli Stati membri, ponendo in particolare l’accento sul pieno sfrutt amento del potenziale di crescita verde e sull’accelerazione delle riforme strutt urali per accrescere la competitività e creare nuovi posti di lavoro. In questo esercizio esso deve prestare la dovuta att enzione alle crescenti divergenze della situazione economica tra gli Stati membri e alle conseguenze sociali della crisi.

    Oggi ci siamo concentrati su tre priorità immediate. Gli sforzi compiuti a livello nazionale saranno, ogniqualvolta possibile, supportati dall’azione dell’UE, anche indirizzando meglio i fondi dell’UE disponibili verso occupazione e crescita, entro i massimali convenuti.

    * * *

    1 Per motivi di ordine parlamentare il Primo ministro svedese non è stato in grado di sott oscrivere la presente dichiarazione.

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    — la rapida att uazione del piano d’azione della Commissione sul commercio elett ronico, la presentazione di una nuova proposta sulla fi rma elett ronica entro giugno 2012 e un accordo sulle norme in materia di risoluzione delle con-troversie online e sul roaming entro giugno 2012;

    — per sfrutt are appieno il potenziale dell’economia digitale, la modernizzazione del regime europeo di proprietà intel-lett uale e la promozione delle migliori pratiche e modelli, contrastando con maggior effi cacia la pirateria e tenendo conto della diversità culturale;

    — progressi nelle discussioni strutt urate sul coordinamento delle questioni di politica fi scale e sulla prevenzione di pra-tiche fi scali dannose nel contesto del Patt o euro plus.

    4. Gli Stati membri partecipanti si impegnano a raggiungere entro giugno 2012 un accordo defi nitivo sull’ultima que-stione in sospeso sul pacchett o brevett i.

    5. È di fondamentale importanza, da parte nostra, att uare rapidamente e interamente a livello nazionale quanto già concordato, al fine di esprimere il pieno potenziale del mercato unico. In particolare, occorre att uare con celerità e in maniera completa la legislazione UE in sett ori quali i servizi e il mercato unico dell’energia. Dobbiamo inoltre ovviare alle restanti carenze che ancora impediscono al mercato interno di esprimere tutt i i suoi benefi ci. Prima del Consiglio europeo di giugno 2012 il Consiglio valu-terà i progressi compiuti nell’att uazione della legislazione sul mercato unico in base al quadro di valutazione del mercato interno della Commissione. La Commissione presenterà relazioni annuali sui progressi compiuti per liberare il potenziale di creazione di crescita di un mercato unico pienamente integrato, anche per quanto riguarda le industrie di rete. La Commissione riferirà in giugno sui possibili modi per raff orzare l’att uazione della legislazione sul mercato unico e migliorarne l’applicazione.

    6. Proseguiremo gli sforzi multilaterali e bilaterali volti ad elimi-nare gli ostacoli agli scambi e a garantire un migliore accesso al mercato e condizioni di investimento appropriate per gli esportatori e gli investitori europei, in linea con le conclu-sioni del Consiglio europeo di ott obre 2011. Quest’anno dovrebbe essere decisivo per compiere passi avanti sugli accordi commerciali con i principali partner. Il gruppo di lavoro di alto livello UE/USA su occupazione e crescita dovrebbe prendere in considerazione tutt e le opzioni per potenziare gli scambi e gli investimenti UE/USA.

    Incrementare il fi nanziamento dell’economia, in particolare delle PMI7. È fondamentale adott are misure per evitare che l’att uale

    contrazione del credito limiti gravemente la capacità delle imprese di creare crescita e occupazione. A tale riguardo, le recenti misure adott ate dalla BCE in materia di prestito a lungo termine alle banche si rivelano estremamente utili. Le autorità di vigilanza nazionali e l’ABE devono garantire che la ricapitalizzazione delle banche non comporti una

    — intensifi cando gli sforzi per promuovere la prima esperienza lavorativa dei giovani e la loro partecipazione al mercato del lavoro: l’obiett ivo dovrebbe essere che entro alcuni mesi dal completamento del percorso scolastico i giovani ricevano un’off erta di qualità di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio;

    — accrescendo in maniera sostanziale il numero di apprendi-stati e tirocini per assicurare che essi rappresentino oppor-tunità reali per i giovani, in cooperazione con le parti sociali e, ove possibile, integrati nei programmi di istruzione;

    — rinnovando gli sforzi per avviare i giovani che abbandonano prematuramente la scuola a una formazione;

    — sfrutt ando appieno il portale della mobilità professionale EURES per facilitare collocamenti transfrontalieri di gio-vani; aprendo ulteriormente i sett ori protett i att raverso l’eli-minazione di restrizioni ingiustifi cate ai servizi professionali e al sett ore del commercio al dett aglio.

    2. L’UE sosterrà tali sforzi, in particolare:

    — collaborando anzitutt o con gli Stati membri in cui si riscon-trano i livelli di disoccupazione giovanile più elevati per riorientare i fondi UE disponibili off rendo ai giovani un sostegno per entrare nel mondo del lavoro o intraprendere una formazione;

    — accrescendo la mobilità degli studenti attraverso un notevole aumento del numero di collocamenti presso le imprese nell’ambito del programma Leonardo da Vinci;

    — utilizzando il FSE per sostenere la creazione di programmi analoghi all’apprendistato nonché regimi di sostegno per i giovani neoimprenditori e gli imprenditori sociali;

    — accrescendo la mobilità transfrontaliera della forza lavoro, att raverso la revisione delle norme UE in materia di ricono-scimento reciproco delle qualifi che professionali, ivi com-presi la carta professionale europea e il passaporto europeo delle competenze, l’ulteriore potenziamento di EURES e la realizzazione di progressi sull’acquisizione e la salva-guardia dei diritt i dei lavoratori migranti ad una pensione complementare.

    Completare il mercato unico 3. Il mercato unico costituisce un volano fondamentale per la

    crescita economica dell’Europa; è un sett ore in cui le azioni a livello dell’UE possono contribuire notevolmente a incre-mentare l’occupazione e la crescita. L’att o per il mercato unico, il mercato unico digitale e la riduzione in corso degli oneri normativi generali gravanti sulle PMI e sulle microim-prese costituiscono chiare priorità. Ricordando il nostro impegno a dare speciale priorità al rapido esame delle pro-poste con il maggior potenziale di crescita, chiediamo:

    — un accordo sulla normalizzazione, l’effi cienza energetica e la semplifi cazione degli obblighi contabili entro la fi ne di giugno 2012; un accordo sulla semplifi cazione delle norme in materia di appalti pubblici entro la fi ne dell’anno;

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    — esaminare celermente le proposte della Commissione su una fase pilota per l’utilizzo delle «obbligazioni di pro-getto» al fine di stimolare il finanziamento privato dei principali progett i infrastrutt urali;

    — garantire un migliore accesso al capitale di rischio in tutt a Europa concordando il passaporto UE entro giugno;

    — promuovere il ruolo dello strumento Progress di microfi -nanza a sostegno delle microimprese;

    — rinnovare gli sforzi per migliorare il contesto in cui operano le PMI, in particolare riducendo gli oneri amministrativi e normativi ingiustifi cati e facendo sì che tutt e le azioni a  livello di Unione europea sostengano pienamente la crescita economica e la creazione di posti di lavoro.

    9. I programmi nazionali di riforma degli Stati membri ter-ranno debitamente conto delle misure che richiedono un’azione a  livello nazionale. Il Consiglio riferirà entro giugno sull’att uazione delle misure da adott are a livello dell’UE.

    riduzione della leva fi nanziaria, che avrebbe eff ett i negativi per il fi nanziamento dell’economia. Le autorità di vigilanza dovrebbero assicurare un’applicazione rigorosa, da parte di tutt e le banche, della legislazione dell’UE che limita i bonus.

    8. I 23  milioni di PMI europee sono la spina dorsale del successo economico europeo e forniscono un numero considerevole di posti di lavoro. Pertanto, concordiamo le seguenti misure urgenti da att uare entro giugno:

    — mobilitare meglio i fondi strutt urali, accelerando l’att ua-zione dei programmi e progetti esistenti e, se del caso, riprogrammando fondi e impegnando rapidamente quelli non ancora assegnati a progett i specifi ci, concentrandosi sul potenziamento della crescita e la creazione di posti di lavoro;

    — raff orzare il sostegno della BEI alle PMI e all’infrastrutt ura; si invitano il Consiglio, la Commissione e la BEI a valutare le opzioni possibili per raff orzare l’azione della BEI a soste-gno della crescita e a formulare appropriate raccomanda-zioni, considerando anche le possibilità per il bilancio UE di moltiplicare la capacità di fi nanziamento del gruppo BEI;

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    nei prossimi giorni. Il ripristino della credibilità esige che tutt e le parti politiche siano irrevocabilmente impegnate nel nuovo programma. Esortiamo i nostri ministri delle finanze ad adottare tutte le misure necessarie all’attua-zione dell’accordo sulla partecipazione del sett ore privato e all’adozione del nuovo programma, misure prioritarie comprese, in tempo utile per lanciare tale partecipazione entro metà febbraio. Rammentiamo che la partecipazione del sett ore privato in Grecia è un caso unico ed eccezionale.

    4. Accogliamo con favore le ultime positive analisi dei pro-grammi irlandese e portoghese le cui conclusioni indicano che i criteri di prestazione quantitativi e i parametri strutt u-rali sono stati raggiunti. Continueremo a fornire assistenza ai paesi inseriti in un programma fi nché abbiano recuperato l’accesso ai mercati, a condizione che riescano ad att uare i programmi in questione.

    5. Accogliamo con favore le misure decise e già poste in att o dall’Italia e dalla Spagna per ridurre il disavanzo pubblico e stimolare la crescita e la competitività e le invitiamo a pro-seguire negli importanti sforzi di risanamento di bilancio e di riforme strutt urali. Tali riforme e la loro rapida att ua-zione rafforzeranno la stabilità finanziaria in Italia e  in Spagna nonché nell’intera zona euro.

    1. Il tratt ato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell’unione economica e monetaria è stato messo a punto e  sarà firmato a  marzo. Parallelamente si deciderà un accordo sulla procedura da seguire per adire la Corte di giustizia in caso di inosservanza del tratt ato.

    Si tratt a di un importante passo avanti verso una più strett a e irrevocabile integrazione di bilancio ed economica e una più forte governance nella zona euro. Migliorerà in modo signifi cativo le prospett ive di sostenibilità di bilancio e del debito sovrano della zona euro e potenzierà la crescita.

    2. Il tratt ato che istituisce il meccanismo europeo di stabilità è pronto per la fi rma e l’obiett ivo è che entri in vigore nel luglio 2012. Questo meccanismo permanente di gestione delle crisi contribuirà ad accrescere la fi ducia, la solidarietà e la stabilità fi nanziaria nella zona euro. Disporrà di un’am-pia gamma di strumenti e di una solida base fi nanziaria.

    Come convenuto in dicembre, rivaluteremo in marzo l’a-deguatezza delle risorse a titolo dell’EFSF e del MES.

    3. Per quanto riguarda la Grecia, rileviamo l’avanzamento nei negoziati con il sett ore privato per raggiungere un accordo in linea con i parametri convenuti in ott obre. Insistiamo presso le autorità greche e tutt e le parti interessate affi n-ché si portino a termine i negoziati sul nuovo programma

    COMUNICAZIONE DEGLI STATI MEMBRI DELLA ZONA EURO —

    30 GENNAIO 2012

    Oggi abbiamo compiuto importanti passi avanti nell’att uazione della nostra strategia globale di lott a alla crisi.

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    I. POLITICA ECONOMICA1. L’Unione europea sta adott ando tutt e le misure necessarie

    affi nché l’Europa riprenda la via della crescita e dell’occu-pazione. Questo richiede un duplice approccio che com-prenda sia misure intese a garantire la stabilità fi nanziaria e il risanamento di bilancio sia azioni volte a promuovere la crescita, la competitività e l’occupazione.

    2. Europa 2020 è la strategia per la crescita e l’occupazione adott ata dall’Europa per rispondere in modo articolato alle sfi de che sta aff rontando. In particolare, i cinque obiett ivi enunciati per il 2020 continuano a valere pienamente e a guidare l’azione degli Stati membri e  dell’Unione nel pro-muovere l’occupazione, migliorare le condizioni a favore dell’innovazione, la ricerca e  lo sviluppo, raggiungere i nostri obiett ivi in materia di cambiamenti climatici ed energia, migliorare i livelli d’istruzione e promuovere l’in-clusione sociale, in particolare att raverso la riduzione della povertà.

    3. Tutt avia, gli sforzi intrapresi sino ad oggi rimangono insuf-fi cienti per conseguire gran parte di tali obiett ivi. È pertanto

    urgente concentrarsi sull’att uazione di riforme, prestando particolare att enzione alle misure che hanno eff ett i a breve termine sulla crescita.

    4. Per il 2012 il Consiglio europeo approva le cinque prio-rità di azione a livello dell’UE e nazionale enunciate dalla Commissione nella sua analisi annuale della crescita:

    — portare avanti un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita,

    — ripristinare la normale erogazione di prestiti all’economia,

    — promuovere la crescita e la competitività,

    — lott are contro la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi e

    — modernizzare la pubblica amministrazione.

    Azioni a livello nazionale

    5. Il Consiglio europeo ha discusso i risultati preliminari e le migliori prassi concernenti l’att uazione delle raccomanda-zioni specifi che per paese del 2011 e degli impegni assunti nell’ambito del Patt o euro plus.

    CONSIGLIO EUROPEO — 1O E 2 MARZO 2012

    Il Consiglio europeo ha discusso l’att uazione della strategia economica dell’UE. Tale strategia mira sia a proseguire il risanamento di bilancio sia ad intraprendere azioni determinate per potenziare la crescita e l’occupazione; da una situazione caratt erizzata da disavanzi e livelli eccessivi di debito non è possibile generare una crescita sostenibile e occupazione. Le misure adott ate per stabilizzare la situazione nella zona euro stanno dando frutt i.

    Il Consiglio europeo ha approvato le cinque priorità per il 2012 enunciate dalla Commissione nella sua analisi annuale della crescita ed ha esaminato le iniziative che devono essere intraprese a livello nazionale. Gli Stati membri devono avanzare più rapidamente verso gli obiett ivi della strategia Europa 2020 e intensifi care gli sforzi per att uare gli impegni di riforma contenuti nelle raccomandazioni specifi che per paese del 2011. Essi dovrebbero indicare le misure che intendono adott are a tal fi ne nei rispett ivi programmi nazionali di riforma e programmi di stabilità o convergenza. Il Consiglio europeo ha inoltre discusso le azioni necessarie a livello dell’UE per portare avanti il completamento del mercato unico in tutt i i suoi aspett i, sia interni sia esterni, e promuovere l’innovazione e la ricerca.

    Ai margini del Consiglio europeo gli Stati membri partecipanti hanno fi rmato il tratt ato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell’unione economica e monetaria.

    Il Consiglio europeo ha fi ssato le priorità dell’UE per la prossima riunione del G20 e della conferenza delle Nazioni Unite Rio+20, ponendo in particolare l’accento sulle misure e sulle riforme volte a raff orzare la crescita. Ha preso att o degli sviluppi riguardanti la primavera araba e ha defi nito orientamenti per l’azione futura dell’UE al fi ne di appoggiare tale processo.

    Il Consiglio europeo ha concesso lo status di candidato alla Serbia.

    Ha convenuto sulla necessità che il Consiglio torni sulla questione dell’adesione della Bulgaria e della Romania allo spazio Schengen al fi ne di adott are la sua decisione in sett embre.

    Infi ne, il Consiglio europeo ha rielett o come proprio presidente Herman Van Rompuy.

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    particolare, sulla disoccupazione giovanile e l’elabora-zione dei piani nazionali per l’occupazione nel quadro dei rispett ivi programmi nazionali di riforma. Per contrastare povertà ed esclusione sociale è necessario att uare strategie att ive e inclusive che comprendano misure di att ivazione del mercato del lavoro. In linea con le conclusioni del Consiglio del 17 febbraio 2012 e rispett ando il ruolo delle parti sociali e i sistemi nazionali di formazione dei salari, gli Stati membri dovrebbero:

    — moltiplicare gli sforzi per rendere l’assunzione di perso-nale più agevole e più att ratt iva per i datori di lavoro, se necessario att raverso il miglioramento dei meccanismi di determinazione dei salari;

    — eliminare gli ostacoli alla creazione di nuovi posti di lavoro;

    — att uare politiche att ive del mercato del lavoro, segnata-mente con l’obiett ivo di raff orzare la partecipazione dei giovani, delle donne e dei lavoratori anziani.

    11. Il Consiglio europeo attende con interesse il prossimo pacchett o occupazione della Commissione incentrato sul potenziamento della crescita att raverso la mobilitazione della forza lavoro europea, sulla promozione della creazione di posti di lavoro in sett ori chiave dell’economia, sul miglio-ramento della gestione della domanda di lavoro intesa in termini di competenze, sulla promozione delle transizioni sul mercato del lavoro e sul miglioramento della mobilità geografi ca. Sott olinea l’importanza di compiere progressi nel raff orzamento del riconoscimento reciproco delle qua-lifi che professionali, di ridurre il numero delle professioni regolamentate e di eliminare gli ostacoli regolamentari ingiustifi cati.

    12. È estremamente importante che gli Stati membri rispec-chino appieno queste priorità e sfi de, att raverso impegni più precisi, operativi e misurabili, nei loro rispett ivi programmi nazionali di riforma e programmi di stabilità o convergenza. Gli Stati membri che partecipano al Patt o euro plus dovreb-bero includere inoltre nuovi impegni incentrati su un numero limitato di riforme essenziali, tempestive e misu-rabili per conseguire gli obiett ivi del patt o.

    13. In questo processo, nel quale le parti sociali e le regioni hanno un ruolo importante da svolgere, saranno sfrutt ati appieno gli strumenti off erti dalla nuova governance eco-nomica dell’Unione europea. Il Consiglio europeo chiede che siano adott ate entro giugno le due proposte in sospeso volte a raff orzare ulteriormente la sorveglianza della zona euro.

    Azione a livello dell’UE

    14. Nelle riunioni di ott obre e dicembre 2011, il Consiglio europeo ha defi nito un quadro chiaro per una serie di pro-poste intese a raff orzare la crescita. La riunione informale del 30 gennaio 2012 ha esaminato alcune misure partico-larmente urgenti sulle quali il Consiglio riferirà il prossimo giugno. Occorre proseguire i lavori su tutt i i fronti per por-tare avanti con decisione questo pacchett o di misure.

    6. Sebbene tutt i gli Stati membri abbiano adott ato misure importanti, le riforme in alcuni settori procedono a rilento e il processo di att uazione è disomogeneo, come descritt o nell’analisi annuale della crescita presentata dalla Commissione e nella relazione della presidenza sul seme-stre europeo.

    7. Inoltre, la recente relazione della Commissione sul mec-canismo di allerta, che costituisce la prima fase della nuova procedura sulla prevenzione e la correzione degli squili-bri macroeconomici, evidenzia una serie di sfi de e rischi potenziali posti dagli squilibri macroeconomici in alcuni Stati membri. Il Consiglio esaminerà attentamente la relazione. Il Consiglio europeo invita il Consiglio e  la Commissione ad att uare in maniera completa, rapida ed effi cace la procedura, nonché gli Stati membri ad agire di conseguenza.

    8. Il risanamento di bilancio è una condizione essenziale per tornare a un livello più elevato di crescita e occupazione e deve essere diff erenziato in funzione della situazione degli Stati membri. Occorre che tutt i gli Stati membri continu-ino a rispett are gli impegni assunti nel quadro delle norme del patt o di stabilità e crescita, che consentono il funzio-namento degli stabilizzatori automatici in parallelo al per-corso convenuto dell’aggiustamento strutt urale di bilancio, assicurando al contempo la sostenibilità a lungo termine delle fi nanze pubbliche. Occorre che i paesi benefi ciari di un programma di assistenza si att engano agli obiett ivi e alle riforme strutt urali concordati nel programma. In modo analogo, gli Stati membri che subiscono pressioni di mer-cato dovrebbero rispett are gli obiett ivi di bilancio concor-dati e prepararsi ad att uare, se necessario, ulteriori misure di risanamento. Parallelamente agli sforzi di risanamento, occorre prestare particolare cura nell’att ribuire priorità alla spesa che rappresenta un investimento nella crescita futura, ponendo in special modo l’accento su istruzione, ricerca e innovazione.

    9. La politica tributaria può contribuire al risanamento dei bilanci e alla crescita. In linea con le conclusioni del Consiglio del  21  febbraio, e  riconoscendo le compe-tenze degli Stati membri in questo settore, il Consiglio europeo invita gli Stati membri, ove opportuno, a riesa-minare i rispett ivi sistemi tributari al fi ne di renderli più effi caci ed effi cienti, eliminando le esenzioni ingiustifi cate, ampliando la base imponibile, spostando l’onere fi scale dal lavoro, migliorando l’effi cienza della riscossione delle imposte e combatt endo l’elusione fi scale. Il Consiglio e la Commissione sono invitati a sviluppare rapidamente solu-zioni concrete per combatt ere meglio frode ed elusione fi scali, anche in relazione ai paesi terzi, e a riferire entro giugno 2012.

    10. Portare il tasso di occupazione al  75% entro il 2020 richiede azioni energiche. Gli orientamenti stabiliti il 30 gennaio dai capi di Stato o di governo forniscono agli Stati membri ulteriori indicazioni specifiche, in

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    Ricordando le sue conclusioni del dicembre 2011, chiede anche che siano compiuti rapidi progressi sulla strategia di riduzione delle emissioni di CO2 all’orizzonte 2050 e sull’att uazione della tabella di marcia verso un’Europa effi ciente nell’impiego delle risorse.

    18. Innovazione e ricerca sono al centro della strategia Europa 2020. L’Europa è dotata di una solida base scientifi ca ma occorre migliorare la capacità di trasformare la ricerca in nuove innovazioni orientate alle esigenze del mercato. Basandosi su una relazione presentata dalla presidenza, il Consiglio europeo ha preso att o dei progressi realizzati nell’att uazione delle sue conclusioni del febbraio 2011 e ha convenuto che occorre intensifi care gli sforzi al fi ne di:

    — completare lo Spazio europeo della ricerca entro il 2014; a questo proposito, il Consiglio europeo ha accolto con favore l’intenzione della Commissione di proporre un qua-dro per lo spazio europeo della ricerca nel giugno 2012;

    — migliorare la mobilità e  le prospettive di carriera dei ricercatori;

    — realizzare e attuare rapidamente l’inventario delle atti-vità di R&S finanziate dall’UE e  l’indicatore unico per l’innovazione;

    — uno strumento per la valorizzazione dei diritt i di proprietà intellett uale a livello europeo;

    — far sì che gli Stati membri partecipanti raggiungano, al più tardi entro giugno 2012, un accordo defi nitivo sull’ultima questione in sospeso sul pacchett o brevett i;

    — creare il migliore contesto possibile affi nché gli impren-ditori commercializzino le proprie idee e creino posti di lavoro e far sì che l’innovazione trainata dalla domanda diventi uno dei motori principali della politica europea in materia di ricerca e sviluppo; in particolare, creare a livello dell’UE un effi cace regime per il capitale di rischio, com-prendente un «passaporto dell’UE», un regime di fi nan-ziamento a sostegno delle PMI innovative, prendere in esame un «fondo di fondi» per fornire capitale di rischio transfrontaliero e fare un uso più effi cace degli appalti pub-blici precommerciali a sostegno delle imprese innovative e ad alta tecnologia;

    — raff orzare le tecnologie abilitanti fondamentali che rive-stono un’importanza sistemica per la capacità innovativa dell’industria e dell’intera economia.

    19. Nel sett ore energetico, è importante att uare gli orienta-menti concordati nel febbraio e  dicembre 2011, man-tenendo l’impegno assunto di completare il mercato interno dell’energia entro il 2014, anche mediante la piena att uazione del terzo pacchett o energia, nel rispett o delle scadenze convenute, e realizzare l’interconnessione transfrontaliera delle reti. Il Consiglio europeo att ende con interesse la comunicazione della Commissione, prevista entro giugno, che valuta il grado di liberalizzazione ed inte-grazione del mercato interno dell’energia.

    15. In particolare saranno proseguiti gli sforzi volti a:— portare il mercato unico in una nuova fase di sviluppo,

    rafforzandone la governance e  migliorandone l’attua-zione e l’esecuzione; in tale contesto, il Consiglio euro-peo att ende con interesse la comunicazione sul mercato unico che la Commissione presenterà il prossimo giugno e le sue relazioni, rispett ivamente, sulla dirett iva sui servizi e sui risultati dei test di effi cacia a livello sett oriale. Accoglie con favore l’intenzione della Commissione di proporre, nel secondo semestre di quest’anno, una nuova serie di misure concepite per creare nuovi sett ori di crescita nel mercato unico. A questo proposito, il Consiglio europeo sott olinea l’importanza del completamento del mercato unico e dell’eliminazione degli ostacoli rimanenti;

    — completare il mercato unico digitale entro il 2015, in parti-colare adott ando misure volte ad incrementare la fi ducia nel commercio elett ronico e fornendo una migliore copertura della banda larga, anche riducendo i costi dell’infrastrutt ura a banda larga ad alta velocità; il Consiglio europeo att ende con interesse le imminenti proposte della Commissione in materia di diritt i d’autore;

    — ridurre gli oneri amministrativi e normativi a livello UE e nazionale; il Consiglio europeo accoglie con favore l’in-tenzione della Commissione di presentare una comuni-cazione su ulteriori misure per ridurre al minimo gli oneri normativi, fra cui misure a sostegno delle microimprese. Invita la Commissione a  prendere in esame obiettivi sett oriali;

    — eliminare gli ostacoli all’interscambio, nonché garantire un miglioramento dell’accesso ai mercati e delle condizioni di investimento in linea con le conclusioni dell’ott obre 2011 e la dichiarazione del gennaio 2012; il Consiglio europeo si compiace della nuova relazione della Commissione sugli ostacoli al commercio e agli investimenti. Il prossimo giu-gno il Consiglio europeo farà il punto sui progressi com-piuti e discuterà i modi in cui l’Unione può approfondire le sue relazioni di interscambi e di investimenti con partner chiave.

    16. Il Consiglio europeo ritiene che un sistema raff orzato di «pressione tra pari» possa contribuire ad accrescere tito-larità e responsabilità a livello di capi di Stato o di governo in relazione al ruolo che il Consiglio e i singoli Stati membri svolgono nello sviluppare il mercato unico e nel confor-marsi alle sue regole. A tal fi ne, il Consiglio europeo invita:

    — la Commissione a fornire quadri di valutazione trasparenti sulla cui base impostare analisi comparative adeguate;

    — il presidente del Consiglio europeo a promuovere il moni-toraggio periodico da parte del Consiglio europeo dei pro-gressi conseguiti sulle proposte chiave relative al mercato unico nell’ambito delle varie formazioni del Consiglio.

    17. È fondamentale promuovere un’economia più effi ciente sott o il profi lo delle risorse, più verde e più competitiva. Il Consiglio europeo chiede che si raggiunga un accordo in merito alla dirett iva sull’effi cienza energetica entro giugno.

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    — att uare gli impegni assunti nell’ambito del G20 riguardo alla riforma dei mercati fi nanziari, compreso un rigoroso moni-toraggio, per assicurare pari condizioni su scala mondiale;

    — att uare il piano d’azione del 2011 sulla volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari e  sull’agricoltura; accrescere la trasparenza dei mercati dei prodott i di base; att uare ulte-riormente il piano d’azione di Seul per lo sviluppo con particolare riguardo a infrastrutt ure e crescita verde;

    — promuovere la crescita verde e lo sviluppo sostenibile; com-batt ere i cambiamenti climatici in particolare e mobilitare fonti di fi nanziamento per le misure intese a contrastare i cambiamenti climatici;

    — opporsi al protezionismo e sostenere un’agenda att iva per i negoziati nell’ambito dell’OMC, anche per i paesi meno sviluppati;

    — aff rontare la dimensione sociale della globalizzazione, in particolare la disoccupazione giovanile.

    26. Il Consiglio europeo è stato informato delle discussioni a livello del G20 sull’incremento sostanziale delle risorse dell’FMI. Ha ricordato che gli Stati membri della zona euro si sono già impegnati a fornire 150 miliardi di EUR, att ra-verso prestiti bilaterali, al Conto risorse generali dell’FMI e che altri Stati membri dell’UE si sono altresì dett i dispo-nibili a prendere parte al processo di raff orzamento delle risorse dell’FMI. Ha incoraggiato i ministri delle fi nanze del G20 a proseguire i lavori al fi ne di raggiungere un accordo su un incremento delle risorse dell’FMI nella loro prossima riunione in aprile, affi nché si accresca la capacità del Fondo di far fronte alle sue responsabilità sistemiche a sostegno dei membri che lo compongono su scala mondiale.

    27. Il Consiglio europeo è stato informato dello stato dei pre-parativi del vertice del G8.

    Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile Rio+20

    28. Il Consiglio europeo ha sott olineato il suo fermo sostegno ad un esito ambizioso della conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile Rio+20. Ha rilevato la necessità di una forte partecipazione del sett ore privato e della società civile alla conferenza. Ha enunciato alcuni principi fonda-mentali che guideranno l’UE nei suoi preparativi:

    — la conferenza dovrebbe far progredire la transizione glo-bale verso un’economia verde, così da promuovere la tutela dell’ambiente, contribuire all’eradicazione della povertà e stimolare una crescita a basse emissioni di CO2 ed effi -ciente sott o il profi lo delle risorse;

    — dovrebbe lavorare in direzione di traguardi operativi chiari e azioni concrete a livello nazionale e internazionale entro i tempi concordati;

    — dovrebbe contribuire al raff orzamento del quadro istitu-zionale globale per lo sviluppo sostenibile, che dovrebbe comprendere la trasformazione dell’UNEP in un’agenzia specializzata;

    20. Il Consiglio europeo sott olinea l’importante ruolo svolto dall’industria a favore della crescita, la competitività, le esportazioni e la creazione di posti di lavoro europei non-ché quale motore di produtt ività e innovazione.

    21. Dovrebbero essere portati avanti i lavori e le discussioni sulle proposte della Commissione riguardanti la tassazione dell’energia, la base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società, l’imposta sulle transazioni fi nanzia-rie e la revisione della dirett iva sulla tassazione dei redditi da risparmio. Dovrebbero essere celermente adott ate le diret-tive di negoziato per gli accordi sulla tassazione dei redditi da risparmio con paesi terzi. Il Consiglio e la Commissione riferiranno regolarmente, a partire dal giugno 2012, sullo stato dei lavori in questo sett ore.

    22. È altrett anto importante completare rapidamente la riforma della regolamentazione del sett ore fi nanziario. Muovendo dall’accordo politico recentemente raggiunto, il regola-mento sulle infrastrutt ure del mercato europeo dovrebbe ora essere adottato il più celermente possibile. Inoltre, anche le proposte relative ai requisiti patrimoniali delle ban-che e ai mercati degli strumenti fi nanziari dovrebbero essere approvate, rispett ivamente entro giugno e dicembre 2012, tenendo conto dell’obiett ivo di avere un corpus unico di norme e di garantire l’att uazione tempestiva e coerente di Basilea III. Le modifi che del regolamento relativo alle agenzie di rating del credito dovrebbero essere adott ate quanto prima. Il Consiglio europeo att ende con interesse i risultati dell’esame in corso da parte della Commissione dei riferimenti obbligatori ai rating emessi da agenzie di rating del credito nella legislazione dell’UE.

    23. È importante ripristinare la fi ducia degli investitori nel set-tore bancario dell’UE e garantire il fl usso di credito all’e-conomia reale, in particolare mediante il consolidamento delle posizioni patrimoniali delle banche senza un’eccessiva riduzione della leva fi nanziaria e, ove necessario, misure per agevolare l’accesso delle banche ai finanziamenti. Il Consiglio vigilerà con att enzione sull’att uazione delle decisioni adott ate al riguardo lo scorso ott obre. Si invita la Commissione a valutare l’eventualità di raff orzare l’att uale quadro relativo alla retribuzione dei dirigenti.

    24. Considerata la necessità di stimolare il fi nanziamento pri-vato dei progett i infrastrutt urali chiave, sarebbe opportuno intensifi care i lavori relativi alla fase pilota dell’iniziativa «Prestiti obbligazionari Europa 2020 per il fi nanziamento di progett i», al fi ne di raggiungere un accordo entro giugno.

    II. VERTICI INTERNAZIONALI

    G20 e G8

    25. Il Consiglio europeo ha convenuto che occorrerebbe per-seguire le seguenti priorità in vista del vertice del G20:

    — assicurare un effi cace coordinamento a livello mondiale per una crescita forte, sostenibile ed equ