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ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “U.

FOSCOLO”

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Tel. e fax 0823/859072 cod. min. Ceic818008

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INDICE LA TERRA: IL PIANETA CHE VIVE TRA TERRITORI, POPOLI E CULTURE

I principali climi della Terra

Le risorse e il lavoro: le fonti di energia

Le risorse della Terra e le attività umane

Gli ambienti della Terra:

le foreste pluviali

le regioni monsoniche

le savane

i deserti

le regioni a clima temperato

gli ambienti del freddo e del ghiaccio

gli oceani

LE AREE GEOGRAFICHE

Africa:

la regione mediterranea e sahariana: Egitto, Libia, Nigeria

la regione equatoriale: Kenya

la regione meridionale: Sudafrica.

Asia:

La regione indiana: India

Iran

Cina

Giappone

America:

la regione dell’America Settentrionale: Canada e Stati Uniti

la regione dell’America Centrale: Messico

America Latina: Brasile, Argentina

Oceania:

Australia

Nuova Zelanda

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CAPITOLO 1

LA TERRA: IL PIANETA CHE VIVE TRA TERRITORI, POPOLI E CULTURE

Il clima è il complesso delle condizioni meteorologiche che caratterizzano

una regione. Ma come e perché cambia il clima della Terra? Fino a qualche

decennio fa si pensava che i cambiamenti climatici dipendessero

esclusivamente da fattori naturali, come i movimenti astronomici del nostro

pianeta. Ora molti scienziati sono convinti che anche l'uomo è in grado di

alterare l'atmosfera e modificare il clima. Per questo motivo il dibattito sul

clima della Terra è balzato ai primi posti sia degli interessi scientifici sia di

quelli sociali. Ai problemi collegati al clima vengono dedicati ampi servizi

non solo dalle riviste specializzate, ma anche dai periodici d'informazione e

dai giornali quotidiani, poiché da esso dipendono la salute e il benessere

dell'uomo

Che cosa determina il clima di una regione?

Il clima ha un'importanza fondamentale per le società umane: le sue

condizioni in una determinata regione della Terra influenzano lo sviluppo

economico, l'uso del territorio e le stesse relazioni fra gli individui. È evidente

che un clima favorevole richiama gli insediamenti umani e costituisce

un'opportunità per il benessere di una popolazione; le grandi migrazioni dei

popoli spesso sono state indotte dalla ricerca di migliori condizioni

climatiche. Ma perché sul nostro pianeta il clima non è uguale dappertutto?

Quali fattori determinano le differenze che si riscontrano passando da una

zona all'altra della Terra?

Le condizioni climatiche dipendono dalla quantità di energia che arriva

dal Sole. A causa della forma della Terra le zone equatoriali o prossime

all'Equatore ricevono il massimo della luce e del calore, mentre le zone polari

o prossime ai Poli il minimo. Di conseguenza, la latitudine di un luogo è il

fattore principale da cui dipende il clima. Ma anche l'altitudine è importante,

perché salendo di quota diminuisce la temperatura e le precipitazioni

tendono a trasformarsi da piovose in nevose.

Un altro fattore che influisce sul clima è la vicinanza del mare o di grandi

bacini, come i laghi. Le masse di acqua, infatti, assorbono il calore solare e lo

restituiscono lentamente all'ambiente circostante, mitigando così le alte

temperature del periodo estivo e quelle basse del periodo invernale. Su scala

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regionale più ridotta, inoltre, una certa zona può essere esposta a

mezzogiorno e ricevere più calore dai raggi del Sole rispetto a una esposta a

settentrione, o può trovarsi in una vallata circondata da rilievi montuosi, e

dunque protetta dai venti, oppure può essere attraversata da correnti umide e

quindi soggetta a piogge. Anche la natura del suolo condiziona il clima.

Terreni formati da rocce scure, come quelle vulcaniche, si riscaldano di più e

rendono l'ambiente circostante più caldo; una copertura vegetale, soprattutto

se di folti alberi, ha invece l'effetto di abbassare le temperature locali e di

aumentare l'umidità.

Le zone climatiche della Terra

Si possono individuare sulla Terra almeno cinque principali tipi di clima a cui

corrispondono altrettante zone o fasce climatiche.

Climi freddi. Sono caratteristici delle regioni polari o vicine ai Poli. Le

temperature medie annue si mantengono sotto 0 °C, con inverni lunghi e

rigidi ed estati tiepide e brevi. Le precipitazioni assumono spesso carattere

nevoso. Si distinguono un clima polare, tipico dell'Artide e dell'Antartide, in

cui le temperature invernali possono scendere fino a −50 °C, e un clima

freddo continentale, proprio della Siberia e del Canada settentrionale, con

inverni rigidi e secchi ed estati tiepide e piovose.

Climi temperati freddi. Sono caratteristici delle alte latitudini e dominano

nelle zone settentrionali e centrali dei grandi continenti,

come Russia, Canada, Cile. Le temperature medie invernali si mantengono

sotto 10 °C, ma ci sono forti escursioni termiche (cioè sbalzi di temperatura)

da una stagione all'altra. Infatti gli inverni sono molto rigidi e le estati calde;

abbondanti le precipitazioni.

Climi temperati caldi. Sono comuni alle medie latitudini, come nel

Mediterraneo, in California e in alcune regioni della Cina. Gli inverni sono

miti, le estati calde. Nel Mediterraneo le precipitazioni si concentrano nei

mesi invernali, mentre in Cina in quelli estivi.

Climi aridi. Riguardano sia zone calde tropicali come i deserti dell'Africa,

dell'America del Sud e dell'Australia sia zone fredde continentali come la

Mongolia, il Tibet, le grandi pianure degli Stati Uniti e la Patagonia. Le

precipitazioni sono scarsissime. Forti le escursioni termiche fra il giorno e la

notte.

Climi caldo-umidi. Sono tipici delle zone a cavallo dell'Equatore, come le

regioni centrali dell'Africa, delle Americhe e del continente asiatico. Nelle

zone più propriamente equatoriali, per esempio l'Amazzonia, il Congo, le

Isole della Sonda, le temperature medie annuali superano 25 °C e le piogge

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sono abbondanti in tutte le stagioni. Nelle zone tropicali e subtropicali

temperatura e piovosità sono minori.

Il clima non è sempre lo stesso

"Le stesse parti della Terra non sono sempre state umide o aride, ma

cambiano, così come i fiumi si formano o si seccano. E cambiano anche le

relazioni tra la terra e il mare; e una località non rimane sempre terra o mare

nel corso del tempo […]. Noi dobbiamo supporre che questi cambiamenti

seguano un ordine o dei cicli".

Questo brano, tratto da un'opera del filosofo greco Aristotele, dimostra come

fin dall'antichità gli esseri umani si erano resi conto che il clima di una

determinata regione non rimane sempre uguale: subisce modificazioni col

trascorrere del tempo e probabilmente tali cambiamenti obbediscono a

fenomeni periodici. Se pensiamo che, all'epoca in cui questa ipotesi fu

formulata, non esistevano termometri, tanto meno archivi con registrazioni

delle temperature del passato, a maggior ragione ci appare ammirevole la

capacità di analisi di alcuni scienziati del passato. Tuttavia bisognerà

aspettare il Novecento perché uno studioso del clima, il croato Milutin

Milanković (1879-1958), riesca a mettere in relazione le periodiche variazioni

di alcuni movimenti astronomici della Terra con i lenti cambiamenti

climatici.

L'influenza dei fattori astronomici

Tre sono i fattori astronomici che, su tempi molto lunghi, sembrano

governare il succedersi delle fasi di maggiore o minore riscaldamento della

Terra. Il primo è l'eccentricità dell'orbita terrestre. L'orbita che il nostro

pianeta percorre attorno al Sole è un'ellisse che varia la sua eccentricità, cioè

la sua forma più o meno schiacciata, in un periodo di circa 100.000 anni.

Attualmente ci avviamo verso la fase in cui la forma è meno schiacciata, più

tendente a una circonferenza. Dall'eccentricità dell'orbita dipende la distanza

media dal Sole e la quantità di calore che riceviamo dalla nostra stella.

Il secondo fattore è la precessione dell'asse di rotazione della Terra. L'asse

terrestre, oltre a ruotare attorno a sé stesso, compie un lento movimento

(della durata complessiva di 21.000 anni) che descrive una sorta di cono

rovesciato, simile allo sfarfallio di una trottola. Da questo deriva il fatto che la

Terra non tocca la minima distanza dal Sole (perielio) sempre nella stessa

stagione. Attualmente, per l'emisfero Nord, il passaggio al perielio avviene

durante l'inverno.

Il terzo fattore è la nutazione dell'asse terrestre. Infatti l'asse terrestre è

soggetto anche a un movimento oscillatorio che si completa ogni 40.000

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anni. Cambia la sua inclinazione rispetto al piano dell'orbita da un minimo di

21°55′ a un massimo di 24°20′. Attualmente l'inclinazione è di 23°27′ e

siamo in fase ascendente. Maggiore è l'inclinazione dell'asse, maggiore la

differenza di temperatura fra estate e inverno.

Periodi glaciali e interglaciali

La combinazione di tutti questi moti millenari modifica la quantità di calore

solare che arriva sul nostro pianeta e sembra essere la principale causa del

succedersi di periodi freddi, lunghi decine di migliaia di anni, intervallati da

periodi caldi più brevi.

Nel corso dei periodi freddi, chiamati glaciazioni, le temperature medie

scendono a circa −10 °C, i ghiacciai si estendono fino alle medie latitudini (in

Italia sono arrivati fino alla Pianura Padana) e il livello dei mari si abbassa

perché una grande quantità di acqua si accumula sotto forma di nevi

permanenti. Durante i periodi caldi, chiamati interglaciali, le temperature

medie salgono a +15 °C, i ghiacci si sciolgono, limitandosi a ricoprire le due

calotte polari e le montagne più alte, mentre il livello dei mari si innalza.

Fra gli strati della Terra sono rimasti segni di tutte queste vicende. Sono ben

riconoscibili agli occhi esperti dei geologi che se ne servono per ricostruire la

storia del clima passato. Così è stato possibile accertare che in un lungo

periodo chiamato Quaternario (comprende gli ultimi 1,5 milioni di anni) si

sono susseguite cinque grandi glaciazioni, l'ultima delle quali è durata circa

60.000 anni e si è conclusa 10.000 anni fa. Dunque, attualmente ci troviamo

in un periodo interglaciale e forse anche a questo evento geologico è dovuto il

fiorire della civiltà umana.

Il clima del recente passato

Anche se ci limitiamo a considerare l'ultima fase interglaciale, è possibile

osservare che il clima da diecimila anni a questa parte è cambiato: si

riscontrano significative variazioni documentate, oltre che da studi di

carattere geologico, da testimonianze archeologiche e storiche.

Dall'8000 al 2000 a.C. si registrò un periodo di 'optimum climatico' con

temperature medie leggermente superiori a quelle attuali che favorirono lo

sviluppo dell'agricoltura e la nascita delle grandi civiltà. Seguì un'alternanza

di brevi raffreddamenti e riscaldamenti, accompagnati da spostamenti delle

fasce climatiche: quando la temperatura aumentava, anche le zone calde e

temperate salivano di latitudine, e viceversa.

Nel Medioevo, dall'800 al 1200 d.C. ci fu un altro periodo caldo in cui le

temperature erano, in media, di 1÷2 °C superiori alle nostre. Secondo gli

storici questo favorì l'espansione della civiltà vichinga, l'intensificarsi degli

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scambi fra la Cina e il Mediterraneo lungo la cosiddetta via della seta, ma

anche la diffusione della malaria dovuta all'innalzamento del livello del mare

e alla formazione di ampie zone paludose nelle aree costiere.

Tra il 1600 e il 1850, invece, si parla di piccola età glaciale. Le temperature

scendono, in media, di 1,5 °C rispetto a quelle attuali, i ghiacci si estendono e

i documenti storici registrano il dilagare di carestie, povertà ed epidemie. I

pittori fiamminghi del 17° secolo ci hanno lasciato preziose testimonianze

visive di questo periodo nei quadri che raffigurano i fiumi del Nord e del

Centro Europa trasformati in distese di ghiaccio su cui era possibile

pattinare. Notiamo come, riferendosi alla temperature medie, basta una

piccola variazione per passare dal clima caldo a quello freddo.

Le preoccupazioni per l'effetto serra

Fino alla metà del Novecento gli studiosi pensavano che le variazioni del

clima sul nostro pianeta fossero governate da fattori naturali: tra questi, oltre

che i moti astronomici della Terra a cui abbiamo già accennato, anche

l'attività del Sole che è soggetta a piccole oscillazioni nel corso dei secoli e le

grandi eruzioni vulcaniche che, liberando grandi quantità di gas e particelle,

possono variare le caratteristiche fisiche e chimiche dell'atmosfera.

Negli anni più recenti si è fatta strada la convinzione che anche le attività

prodotte dalla civiltà umana sono capaci di modificare il clima,

surriscaldando l'atmosfera, e quindi tutto il Pianeta, con varie emissioni di

gas. Si è aperto così un nuovo capitolo delle emergenze globali a cui si dà il

nome di effetto serra di origine antropica, cioè umana.

L'effetto serra

L'effetto serra naturale. L'effetto serra naturale è un fenomeno

provvidenziale per la vita sul Pianeta. Nella parte più bassa della nostra

atmosfera sono presenti minute goccioline di vapore d'acqua e di altri gas che

agiscono come il tetto a vetrate di una serra per coltivazioni: fanno penetrare

il calore solare e ne trattengono una parte all'interno (se non ci fossero le

vetrate, specie di notte, il calore si disperderebbe). Grazie a esso le

temperature medie sulla Terra sono di circa 15°, invece che di −20 °C, e

l'escursione termica tra il giorno e la notte non è troppo violenta.

L'effetto serra di origine antropica. Altra cosa è la quota dell'effetto serra che

molti scienziati attribuiscono all'uomo. L'aumento della popolazione

terrestre, lo sviluppo dell'industria, dei trasporti, dell'agricoltura e

dell'allevamento degli animali fanno sì che anche le attività umane siano

fonte di notevoli quantità di gas, specialmente anidride carbonica (CO2) e

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metano (CH4), capaci di alterare i fenomeni atmosferici e di accrescere

l'effetto serra naturale.

A partire dagli anni Novanta del secolo scorso, un comitato scientifico

internazionale insediato dalle Nazioni Unite, l'Intergovernamental panel on

climate change(IPCC), ripete nei suoi rapporti periodici che l'uomo appare

come il principale responsabile di un aumento dell'effetto serra: nell'ultimo

secolo le temperature medie si sono innalzate di quasi 1 °C. Da questa

conclusione è nato un accordo internazionale, noto come Protocollo di

Kyōto (sottoscritto nel 1997 da moltissimi Stati, ma non da tutti, nella città

giapponese), che stabilisce una progressiva riduzione delle emissioni di gas

serra, nel tentativo di fermare il riscaldamento globale.

Lo stesso IPCC ritiene che, se non saranno ridotte le emissioni, entro il 21°

secolo si manifesteranno ulteriori aumenti di temperatura di alcuni gradi,

con conseguente scioglimento di ghiacci, innalzamento del livello dei mari,

cambiamenti delle fasce climatiche e incrementi dei fenomeni meteorologici

avversi, quali ondate di caldo e di freddo e cicloni. Tutta questa materia è

oggetto di un vivace dibattito scientifico nel quale emergono anche le

opinioni di studiosi scettici sulla capacità dell'uomo di interferire sul clima e

propensi ad attribuire i cambiamenti esclusivamente a fattori naturali ancora

non identificati.

Le risorse e il lavoro: le fonti di energia

In questa sezione cominceremo ad analizzare quali sono le principali fonti di energia. Le fonti di energia si dividono in due grosse categorie:

1. fonti primarie: si trovano in natura, ad esempio il petrolio, il carbone, il gas naturale, la legna, i combustibili nucleari, il sole, il vento, le maree, i laghi montani e i fiumi, il calore della Terra,

2. fonti secondarie: sono prodotte dall'uomo per le sue esigenze, ad esempio l'elettricità o la benzina.

Un'altra grossa distinzione tra le fonti energetiche è quella tra fonti rinnovabili, come acqua, sole, vento, calore della terra, legna (a patto di riforestare) e fonti non rinnovabili, come petrolio, carbone, gas naturale e uranio.

I combustibili fossili sono la fonte energetica più utilizzata. Le ragioni stanno nel fatto che sono facilmente utilizzabili, hanno alto rendimento e possono facilmente essere trasformati in fonti secondarie come benzina ed elettricità. Il problema principale dei combustibili fossili è legato all'inquinamento che producono. La combustione infatti genera anidride

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solforosa, polveri, ossido di azoto e anidride carbonica. Inoltre il prezzo e la disponibilità dei combustibili fossili sono soggetti a continue e costanti oscillazioni.

Una valida alternativa ai combustibili fossili che si sta utilizzando sempre più frequentemente è l'energia proveniente dal sole. Il Sole invia sulla Terra una quantità di energia pari a 15000 volte il consumo mondiale di energia da parte dell'uomo. L'energia proveniente dal Sole può essere utilizzata per il riscaldamento, ma anche per produrre elettricità via i pannelli fotovoltaici. Gli svantaggi dell'energia solare sono i costi e il fatto che si tratta di una fonte non continua.

Un'altra fonte di energia è l'uranio usato nella fissione nucleare: la disponibilità è molto grande anche se non illimitata. Si riescono a produrre grandi quantitativi di energia pulita: dalla fissione di 1 kg di uranio si riesce a produrre la stessa energia che deriva dalla combustione di 100 tonnellate di carbone. Il grosso problema della fissione nucleare rimane quello dello smaltimento delle scorie.

Un'altra importante fonte di energia pulita è costituita dal vento: in alcune zone del pianeta si possono infatti sfruttare le correnti ascensionali dell'aria calda per poi trasformare con degli aerogeneratori l'energia cinetica delle pale in elettricità. Molto utilizzata come risorsa è anche l'acqua: viene utilizzata l'energia cinetica dell'acqua proveniente da laghi, fiumi e bacini artificiali per produrre energia elettrica. Da qualche anno cominciano ad essere molto utilizzate per produrre elettricità anche le maree degli oceani. Sia l'energia eolica che l'energia idroelettrica hanno lo svantaggio di avere un forte impatto ambientale e di essere disponibili solo in un limitato numero di zone.

Parte dell'energia solare assorbita dalle piante si conserva sotto forma di energia chimica: questa energia viene poi restituita quando bruciamo la legna. Su questo principio si basa l'energia prodotta dalle biomasse utili per piccoli fabbisogni di energia locali. Infine vogliamo menzionare la geotermia. Scendendo verso il centro della Terra la temperatura aumenta di 3°C ogni 100 m. I vapori o l'acqua scaldati in profondità vengono sospinti fin sotto la crosta terrestre oppure emergono in superficie. Questi getti possono essere utilizzati per azionare delle turbine la cui energia cinetica di rotazione può poi essere convertita in energia elettrica. Anche in questo caso il principale limite è costituito dalla disponibilità di questa fonte di energia solo in un limitato numero di zone.

Le risorse della Terra e le attività umane

Le risorse naturali si dividono in:

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risorse energetiche;

risorse minerarie;

risorse biologiche.

A loro volta possono poi essere ulteriormente suddivise in:

risorse rinnovabili che si rigenerano costantemente ovvero non si esauriscono con l'uso e

sono dunque sfruttabili senza limiti teorici (vento, radiazione solare, terreno agricolo, alimenti

efibre tessili);

risorse non rinnovabili come petrolio, carbone, gas naturale, disponibili in quantità finita o

limitata ovvero destinate inevitabilmente all'esaurimento nel lungo periodo.

Per millenni l'uomo ha sempre utilizzato risorse che provenivano da "fonti rinnovabili". Ma il

concetto di rinnovabilità è relativo perché il sistema Terra è in grado di rigenerare molte cose ma a

volte impiega tempi molto lunghi perciò, un uso eccessivamente rapido, può rendere queste risorse

non rinnovabili. Ad esempio le risorse ittiche vengono continuamente generate dalla Terra, ma uno

sfruttamento eccessivo potrebbe superare la capacità di generazione.

Risorse energetiche

Con la rivoluzione industriale, avviata a partire dal XVIII secolo, le fonti di energia convenzionali

(legna) divennero non più sufficienti al nuovo sviluppo e così iniziò lo sfruttamento sempre più

intensivo dei combustibili fossili, dapprima il carbone per arrivare poi al petrolio ed al gas naturale.

Le riserve di questi combustibili fossili, formatisi nel nostro pianeta durante le ere geologiche,

seppure presenti in grandi quantità, sono limitate ed appartengono alle "fonti esauribili" di energia

come anche i minerali metalliferi e i prodotti per l'edilizia. Con la crisi petroliferadegli anni

settanta del XX secolo nasce il problema energetico mondiale, con una nuova sensibilizzazione

sull'uso razionale delle risorse, la ricerca di nuove fonti di energia alternative ai combustibili fossili e

lo sviluppo di nuove tecnologie che favoriscano il risparmio energetico.

Le più promettenti forme di energia alternativa sono:

l'energia nucleare;

l'energia solare derivabile dall'irraggiamento del Sole al suolo;

l'energia eolica derivabile dallo sfruttamento dei venti;

l'energia idroelettrica;

l'energia geotermica con cui viene utilizzato il vapore acqueo proveniente dal sottosuolo

soprattutto nelle zone geologicamente attive;

l'energia da biomasse proveniente da boschi e foreste naturali, piante coltivate e rifiuti

organici;

l'energia delle maree grazie alla quale, mediante lo sfruttamento del moto ondoso degli

oceani e dei flussi di marea, si generano grandi quantità di energia.

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Grande sviluppo hanno avuto gli impianti fotovoltaici che sono capaci di trasformare direttamente

l'energia solare in energia elettrica.

Nella società contemporanea, infine, il concetto di risorsa naturale è stato esteso anche alla risorsa

ambientale, come la conservazione della biodiversità, la lotta all'inquinamento, la tutela del

paesaggio, ecc. Un esempio, in tal senso, di risorse naturali è rappresentato dalle riserve marine,

che definiscono gli ambienti marini, costituite da acque, fondali e tratti di costa peculiari.

Risorse minerarie

Sono parte delle materie prime disponibili sul nostro pianeta attraverso un lavoro di estrazione

dalla crosta terrestre e dagli oceani a mezzo di risorse energetiche (ferro, rame, zinco, nichel,terre

rare, silicio, metalli preziosi ecc.). Rappresentano dunque la fonte iniziale attraverso la cui

lavorazione, trasformazione e utilizzo nei beni o prodotti di ogni giorno si permette la produzione

di ricchezza o valore nonché materiali utilizzati a loro volta per la realizzazione di macchinari adibiti

alla trasformazione di altre materie prime in prodotti finiti destinati al consumonella società.

Si tratta di risorse naturali utilizzate in maniera intensiva nella società moderna a partire dalla prima

rivoluzione industriale e per le quali sussistono, in alcuni casi, seri dubbi sul loro sfruttamento

sostenibile specie in un contesto di scarso riciclo alla fine del ciclo di vita del prodotto finale. La loro

limitata disponibilità a basso costo in rapporto alla crescente domanda ha portato, in alcuni casi,

alla crescita sensibile del loro valore sul mercato della materie prime (es. rame).

Risorse biologiche

Sono tutto ciò che proviene dalla biosfera e dal mondo animale sotto forma di risorse coltivabili o

sfruttabili (mari, foreste, pascoli, suolo agricolo) e che contribuiscono a dar vita ai prodotti

alimentari (carne, pesce, frutta e ortaggi) immessi nella catena alimentare umana e animale stessa

come fabbisogno primario di sopravvivenza. Fanno parte di questa categoria anche

illegname come materiale da costruzione e i materiali tessili prodotti dal mondo animale a vegetale

destinati in massima parte all'abbigliamento. Una particolare risorsa naturale biologica e vitale è

l'acqua sia per uso agricolo e industriale sia per uso alimentare sotto forma di acqua potabile. Un

dibattito ricorrente esiste sulla disponibilità di queste risorse in relazione alla crescente popolazione

mondiale nonché sull'impatto di queste sulle condizioni di vita generali (vedi malthusianesimo).

Risorse rinnovabili

Le risorse rinnovabili, sia di materia sia di energia, sono risorse naturali che, per

caratteristiche naturali o per effetto della coltivazione dell'uomo, si rinnovano nel tempo e risultano,

quindi, disponibili per la sopravvivenza umana pressoché indefinitamente cioè non esauribili.

Per quanto attiene alle risorse "coltivabili" - quali foreste, pascoli e suolo agricolo - il mantenimento

delle caratteristiche di rinnovabilità dipende dall'abilità e dall'attenzione del coltivatore.

Una risorsa rinnovabile si dice anche "sostenibile", se il tasso di riproduzione della medesima è

uguale o superiore a quello di utilizzo. Tale concetto implica la necessità di un uso razionale delle

risorse rinnovabili ed è particolarmente importante per quelle risorse - quali, ad esempio, le

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forestali - per le quali la disponibilità non è indefinita, rispetto ai tempi d'evoluzione della civiltà

umana sulla Terra, quali invece, ad esempio, le fonti solari o eoliche.

Le risorse rinnovabili presentano numerosi vantaggi, di cui i maggiori sono senza dubbio l’assenza

di emissioni inquinanti durante il loro utilizzo (per questo sono dette “fonti pulite”) e la loro

inesauribilità. L'utilizzo di queste fonti non ne pregiudica la disponibilità nel futuro e sono

preziosissime risorse per creare energia riducendo al minimo l'impatto ambientale. In questo modo

si tutela la natura nel rispetto delle prossime generazioni e, oltretutto, si limitano i costi di

produzione e distribuzione di energia.

Per quanto riguarda le risorse rinnovabili di tipo energetico, si considerano tali (più

propriamente fonti):

l'irraggiamento solare (per produrre energia termica e elettrica);

il vento (fonte eolica d'elettricità);

le biomasse (combustione per generazione termica e cogenerazione di calore e elettricità);

i salti d'acqua (fonte idroelettrica);

le maree e le correnti marine in genere;

In senso lato, si possono considerare "fonti" rinnovabili anche i "pozzi" termici utilizzabili per

il raffrescamento passivo degli edifici: aria (se a temperatura inferiore a quella dell'ambiente da

raffrescare - raffrescamento microclimatico); terreno (raffrescamento geotermico); acqua

nebulizzata (raffrescamento evaporativo); cielo notturno (raffrescamento radiativo).

Le fonti di energia rinnovabili associate a tali risorse sono quindi l'energia idroelettrica,

quella solare, eolica, marina e geotermica, ovvero quelle fonti il cui utilizzo attuale non ne

pregiudica la disponibilità nel futuro. Al contrario, le energie "non rinnovabili", sia per avere lunghi

periodi di formazione, di molto superiori a quelli di consumo attuale (in particolare fonti fossili

qualipetrolio, carbone, gas naturale), sia per essere presenti in riserve non inesauribili sulla scala

dei tempi umana (in particolare l'isotopo 235 dell'uranio, l'elemento attualmente più utilizzato per

produrre energia nucleare), sono limitate nel futuro[senza fonte]

. Esse sono ancora allo stadio di ipotesi

o in fase di sviluppo; non è quindi sempre chiaro il loro costo a regime, nonché il reale potenziale o

peso sul fabbisogno di energia elettrica mondiale rispetto alle fonti di energia tradizionali

quali combustibili fossili ed energia nucleare, vuoi anche per la non programmabilità di alcune di

queste fonti (come fotovoltaico e eolico).[senza fonte]

E’ importante sottolineare come le forme di energia presenti sul nostro pianeta hanno quasi tutte

origine dall'irraggiamento solare, ad eccezione dell'energia nucleare, geotermica e delle maree.

Senza il Sole non ci sarebbe infatti il vento, causato dal non uniforme riscaldamento delle masse

d’aria, e con esso l'energia eolica. L'energia delle biomasse è energia solare immagazzinata

chimicamente, attraverso il processo della fotosintesi clorofilliana. L’energia idroelettrica, che

sfrutta le cadute d’acqua, non esisterebbe senza il ciclo dell'acquadall’evaporazione alla pioggia,

innescato dal Sole. Anche i combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale) derivano

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dall’energia del sole immagazzinata nella biomassa milioni di anni fa attraverso il processo della

fotosintesi clorofilliana, ma non sono rinnovabili in tempi storici.

Gli ambienti della Terra:

I PAESAGGI NATURALI DELLA FASCIA TROPICALE

Nella fascia tropicale ci sono tre paesaggi: la foresta pluviale, la savana, il deserto.

ZONA VICINO ALL’EQUATORE – FORESTA PLUVIALE

Clima: le temperature sono alte tutto l’anno (20°-25°), piove molto tutto l’anno.

Ambiente naturale

Nella zona dell’equatore ci sono grandi foreste.

Ci sono tantissimi tipi di piante: alberi alti, cespugli, erbe.

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Tutte le piante crescono vicine ed è molto difficile attraversare la foresta.

Le piante più diffuse sono: le palme, i bambù, le liane, le magrovie. Le magrovie sono piante che crescono vicino all’acqua. Le radici della magrovie vivono nell’acqua.

Nelle foreste vivono molti animali: uccelli, scimmie, rettili, insetti.

Le più grandi foreste pluviali del mondo sono vicino al fiume Rio della Amazzoni (Sud America) e vicino al fiume Congo (Africa).

Un’altra foresta pluviale si trova sulle isole dell’Indonesia e dell’Indocina (Asia).

L’uomo e la foresta pluviale

Nella foresta pluviale è difficile vivere. In Amazzonia e lungo il fiume Congo abitano poche persone. Queste persone vivono in modo semplice, fanno i cacciatori o raccolgono i frutti dagli alberi. Nella foreste pluviali dell’Asia abitano molte persone. In Asia gli uomini hanno tagliato molte foreste e le foreste sono diventate campi coltivabili.

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L’uomo sta distruggendo le foreste pluviali, taglia gli alberi. L’uomo usa il legno degli alberi per fare molti oggetti. L’uomo usa la terra senza alberi per coltivare.

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ZONA TRA L’EQUATORE E I TROPICI – SAVANA

Clima:

le temperature sono alte tutto l’anno, di giorno fa molto caldo e di notte la temperatura scende, piove molto per alcuni mesi e piove poco per altri mesi.

Ambiente naturale

Ci sono molti prati con alcuni alberi.

Nella stagione delle piogge il paesaggio è tutto verde, l’erba dei prati è verde. Nella stagione secca il paesaggio diventa tutto giallo, l’erba è secca. Gli alberi della savana sono i baobab. I baobab hanno dei grandi tronchi per tenere l’acqua.

Nella savana abitano tanti animali: giraffe, zebre, elefanti, leoni, tigri, leopardi. Ci sono anche molti insetti.

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L’uomo e la savana

Una volta gli uomini allevavano gli animali o coltivavano piccoli campi per dare cibo alla loro famiglia.

Oggi nella zona della savana ci sono grandi piantagioni: di canna da zucchero, cacao, caffè, tè, arachidi, cotone, caucciù, tabacco. Le piantagioni non sono degli abitanti della savana. Le piantagioni sono di alcune grandi multinazionali. Gli abitanti della savana lavorano nella piantagioni per pochi soldi. Approfondimento dall’agricoltura di sussistenza all’agricoltura di piantagione.

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ZONA LUNGO I TROPICI – DESERTI CALDI

Clima: le temperature sono molto alte tutto l’anno di giorno (fino a 60°), la notte la temperatura scende molto, piove pochissimo.

Ambiente naturale

I deserti sono formati da sabbia o rocce.

Nei deserti ci sono dei venti molto forti, ci sono pochissime piante.

Le piante crescono solo nelle oasi. Sotto le oasi c’è dell’acqua e possono crescere le palme.

I deserti più grandi sono: in Africa: il Sahara a nord e il Kalahari al sud, in Asia: la penisola arabica e l’Iran, in nord America, in sud America, in Australia.

L’uomo e il deserto

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Nel deserto è difficile vivere. Nel deserto vivono pochissime persone. In alcuni deserti c’è molto petrolio. Gli uomini hanno costruito pozzi per estrarre il petrolio.

I PAESAGGI NATURALI DELLA FASCIA TEMPERATA Nella fascia temperata ci sono paesaggi: la macchia mediterranea, le foreste di latifoglie e la prateria. ZONA MEDITERRANEA Clima: La zona mediterranea si trova vicino al mare e il mare influenza il clima: le estati sono calde e asciutte, gli inverni sono miti e un po’ piovosi.

Ambiente naturale

Ci sono molte piante che crescono nell’area mediterranea. Queste piante non sono molto alte: palme, olivo, vite, quercia da sughero, cipresso.

Ci sono anche piante basse come: rosmarino, lavanda.

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L’uomo e la zona mediterranea

Nella zona mediterranea abitano molte persone.

Nella zona mediterranea ci sono grandi coltivazioni di olivi, viti, agrumi (arance, limoni, pompelmi), grano.

ZONA FORESTE LATIFOGLIE Clima: La zona foreste latifoglie si trova vicino al mare e il mare influenza il

clima. le estati sono fresche e gli inverni sono freddi, piove molto tutto l’anno.

Ambiente naturale

Una volta c’erano grandi foreste di latifoglie.

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Le latifoglie sono piante con le foglie grandi. Le foglie in inverno diventano gialle e cadono.

Oggi gli uomini hanno tagliato molti alberi.

L’uomo e la foresta di latifoglie

Nella zona delle foreste di latifoglie abitano molte persone e ci sono grandi e importanti città e industrie.

ZONA LA PRATERIA Clima La prateria si trova lontano dal mare. Le estati sono calde e gli inverni sono freddi,

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piove poco tutto l’anno.

Ambiente naturale

Ci sono tanti prati e pochi alberi.

L’uomo e la prateria

Nella zona della prateria abitano molte persone.

Le persone allevano animali: mucche, cavalli, capre, pecore. Questi animali possono mangiare l’erba della praterie.

Gli uomini coltivano la prateria con cereali, patate, barbabietola da zucchero, girasole.

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I PAESAGGI NATURALI DELLA FASCIA FREDDA Nella fascia fredda ci sono paesaggi: la taiga, la tundra, e i poli LA TAIGA

Clima le estati sono brevi e fresche, gli inverni sono freddi, piove poco e solo in estate.

Ambiente naturale

Ci sono grandi foreste di conifere.

Le conifere sono piante con le foglie piccole e hanno una forma a punta . Le foglie delle conifere non cadono in inverno.

Nella foresta vivono molti animali con molto pelo: orsi, volpi, castori.

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L’uomo e la taiga

Nella taiga abitano pochi uomini. E’ molto difficile vivere nella taiga perché fa freddo e non c’è cibo.

Gli uomini pescano, cacciano gli animali e coltivano alcune piante.

LA TUNDRA

Clima l’inverno è lungo (nove mesi all’anno) e la temperatura è sempre sotto lo

zero, l’estate è molto breve e fredda, nevica.

Ambiente naturale

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La terra è coperta di neve e ghiaccio per molti mesi.

Ci sono alberi bassi e piccole piante chiamate muschi o licheni. In estate arrivano alcuni animali: uccelli, renne.

L’uomo e la tundra

Nella tundra abitano pochi uomini. E’ molto difficile vivere nella tundra perché fa freddo e non c’è cibo.

Gli uomini allevano le renne, pescano, cacciano gli animali.

ZONA ARTICA E ANTARTICA Clima Le temperature sono sempre bassissime, c’è sempre neve e ghiaccio.

Ambiente naturale

La terra è ricoperta sempre di neve e ghiaccio

L’uomo e i ghiacci

Nella zona polare non abita nessuno.

Solo alcuni scienziati abitano per pochi mesi.

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L’Africa

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L’Africa

La storia

Si dice che il primo uomo sulla Terra sia nato in Africa e che lì tutto

sia incominciato. In una terra vasta e misteriosa, ricca di diversità.

La storia dell‟Africa però è stata spesso trascurata per due motivi:

la scarsità di documenti scritti e la poca considerazione nei

confronti dei popoli considerati primitivi.

Durante il Medioevo la storia del continente però è testimoniata

dagli storici in lingua araba. A quel tempo nel continente africano si

svilupparono diversi regni. I più importanti precedenti alla conquista

araba furono quelli del Ghana e del Mali. Il più noto è il regno degli

Zulu. Già negli anni precedenti al dominio arabo però gli africani

venivano sfruttati. Venivano messi a lavorare nelle miniere, nelle

piantagioni oppure venivano venduti come schiavi.

I portoghesi avevano in Africa basi marittime e navi e avevano

stabilito rapporti con sovrani locali: questi fornivano gli schiavi

africani e in cambio ricevevano alcune innovazioni dei paesi

“sviluppati”. Ai portoghesi inoltre si aggiunsero anche gli spagnoli

che nelle colonie americane non riuscivano a trovare abbastanza

manodopera. Infine si aggiunsero anche gli inglesi che cercavano

anche loro manodopera.

La situazione era così normale all‟epoca che il litorale occidentale

dell‟Africa prese il nome di Costa degli Schiavi.

In due secoli furono esportati cinque milioni di schiavi.

Nella seconda metà dell‟Ottocento molti missionari ed esploratori si

schierarono al fianco dell‟Africa denunciando la tratta degli schiavi

benché il Congresso di Vienna ne avesse decretato l‟illegittimità.

In seguito l‟Africa dovette anche subire il periodo della

colonizzazione dove gli stati se la contendevano.

Questo movimento storico avvenne nel corso del XIX secolo.

Già in precedenza gli europei avevano posto sotto controllo alcuni

territori, soprattutto costieri, ma durante questo periodo si

realizza una vera e propria occupazione coloniale.

La decolonizzazione iniziò negli anni sessanta del XX secolo.

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La conquista dell‟indipendenza africana fu molto tardiva rispetto

agli altri paesi colonizzati e questo ritardo ha avuto pesanti

conseguenze, sia sul piano economico che politico. Le formazioni di

una classe dirigente, i partiti o istituzioni democratiche sono

recenti e quindi molti paesi africani sono tuttora soggetti a ripetute

crisi, in alcuni casi dovuti a contrasti etnici.

L’Africa Fisica

Il clima e il territorio

L‟Africa è il secondo continente più grande per estensione e il suo

territorio fa parte del tropico del Cancro,del tropico del Capricorno

e della fascia equatoriale. Trovandosi in tre zone climatiche diverse

del mondo in conseguenza l‟Africa presenta diversi climi nel suo

continente. Il nord dell‟Africa è attraversato dal tropico del Cancro

e da una parte della fascia equatoriale. Il centro del‟Africa è

attraversato dalla fascia tropicale. Il sud dell‟Africa è attraversato

da una parte della fascia equatoriale e dal tropico del Capricorno.

In Africa ci sono zone piovose, aride e anche regioni desertiche.

Le regioni piovose sono ricoperte da foreste pluviali, le regioni aride

invece hanno solo piante che hanno bisogno di pochissima acqua e le

regione desertiche sono ricoperte da sabbia.

I principali climi africani sono quattro: il clima della foresta

tropicale, quello della prateria, del deserto e il clima equatoriale.

Il clima nella foresta equatoriale è molto caldo ed umido e non si

trovano molte variazioni tra le stagioni.

Il clima della prateria varia con le stagioni caratterizzandosi in

inverni molto freddi ed estati molto calde.

Il clima equatoriale è sempre abbastanza caldo, infatti, la

temperatura media oscilla tra i 26 e i 28 °C. In questa zona si rileva

una elevata piovosità annuale che si differenzia nelle stagioni.

Il clima dei deserti è arido con cambiamenti termici molto forti cioè

di giorno fa molto cado e di notte fa molto freddo.

Nell‟Africa mediterranea si trova il deserto più grande del mondo

che è il Sahara. Sahara in arabo vuol dire “vuoto”. Questo deserto è

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diviso in undici stati Il Sahara non è sempre stato un deserto ma ha

subito sensibili alternazioni climatiche. Ci fu un tempo in cui era

anche ricoperto dai ghiacciai nel periodo delle glaciazioni.

A confine del deserto, nella parte mediterranea dell‟Africa,

possiamo trovare la catena montuosa dell‟Atlante che attraversa la

Tunisia,l‟Algeria e il Marocco; essa facendo da confine con il deserto

presenta un aspetto arido e smussato. Sempre nell‟Africa

mediterranea si trova il Nilo il fiume più lungo della Terra, che

sbocca con un delta nel Mediterraneo ed è formato dal Nilo Bianco

che nasce nella regione dei Grandi Laghi, e dal Nilo Azzurro che

scende dalle montagne etiopiche.

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La Popolazione

In Africa ci sono circa 900 milioni di persone.

Il tasso di fertilità è il più alto del mondo ma è alta anche la

mortalità, specialmente quella infantile, causata da malattie che nei

paesi a reddito elevato sono state ormai vinte o controllate.

I raggruppamenti etnici sono numerosi e differenziati anche

all‟interno dei singoli paesi.

Le differenze più evidenti sono quelle fra le popolazioni dell‟Africa

settentrionale a nord del Sahara e quelle a sud del Sahara: le prime

hanno in prevalenza caratteri arabi e le seconde sono di pelle nera.

Nell‟area nord-orientale ci sono poi gli egiziani e gli etiopi, che

presentano caratteri distinti.

Le lingue sono del ceppo bantu e sono molto e diversificate fra loro.

Per gli scambi commerciali e culturali si deve adottare una lingua

“franca”, cioè comprensibile su vasta scala: servono allo scopo sia le

lingue degli ex colonizzatori come il francese, il portoghese ed

inglese.

La religione più praticata è musulmana a seguire c‟è la religione di

tipo animistico ed infine la cristiana che si divide in cattolica e

protestante.

La religione musulmana

Questa religione è stata fondata in Arabia da Maometto, ed è

praticata da circa un miliardo di fedeli. Confessione diffusa in

larghissima maggioranza, non solo in tutti i paesi del medio oriente,

ad eccezione di Israele, ma anche in Africa centro settentrionale.

"Islam" è una parola araba che indica il concetto di sottomissione

assoluta all'onnipotenza di Allah.

La religione cattolica

La religione cattolica, si contraddistingue dagli appartenenti ad

altre confessioni cristiane, oltre che per i contenuti della sua fede,

per la sua pratica culturale, specialmente per la fedeltà al magistero

della chiesa.

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La religione protestante

Conseguenza della dottrina teologica protestante, fu la negazione

della messa come sacrificio dei sacramenti della confermazione

della penitenza, dell' ordine del matrimonio dell'olio per gli infermi

e di tutti i sacramentali, così che la liturgia cattolica fu abolita in

gran parte , compreso il culto della Madonna e dei Santi: quasi tutti

i protestanti hanno conservato unicamente il battesimo e

l'eucaristia nella sola forma della cena.

Saltando gli anglicani hanno ripreso gran parte della liturgia

cattolica. Tuttavia la liturgia protestante accompagna i momenti

particolari della vita; come il matrimonio e la morte, con preghiere

derivate o ispirate sopratutto della Bibbia.

Animismo

L'animismo è una delle tante religioni Africane. Questa gente crede

che oltre agli dei esistono altri esseri di natura quasi divina, che

come demoni e spiriti possono essere benefici o malefici nei

confronti dell' uomo.

L’economia

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L‟Africa è ricca di risorse da cui gli europei vengono attratti come:

l‟argento, il rame, il cobalto, l‟uranio,i diamanti, l‟oro, il carbone, il

petrolio e gas naturale.

La povertà in alcun zone dell‟Africa quindi non è dovuta a scarse

risorse ma agli europei che si appropriano di queste risorse per poco

o niente. Gli europei inoltre non si limitano ad appropriarsi delle

risorse africane ma molto spesso sfruttano gli abitanti di questo

enorme continente.

I modelli di sviluppo economico

L‟economia africana si basa soprattutto sui lavori primari

come:l'allevamento, agricoltura, la pesca, piccoli lavori artigianali e

l'attività mineraria.

Anche se numerosi stati

svolgono scambi a lunga

distanza, commercio e reti

di comunicazione. Prima

della colonizzazione Europea

l'Africa esportava oro, noci

di cola, rame, piume di

struzzo e sale; ma quando

essi arrivarono crearono

confusione e scompiglio nella politica e società Africana.

Cominciarono la tratta degli schiavi in modo molto più continuo di

quello che era accaduto nell'epoche precedenti. Cominciarono a

introdurre tecnologie e culture europee che non sempre furono

vantaggiose.

Silvicoltura e pesca

Un quarto dell'Africa è coperto da foreste, infatti si esporta il

legno duro dalla Costa d'Avorio, Liberia, Ghana e Nigeria.

In Africa il legname è usato principalmente come combustibile.

La pesca è praticata soprattutto nei laghi della Rift Valley, ma

anche in mere aperto ed ha un rilievo commerciale importante in:

Marocco, Mauritania, Namibia, Mozambico e nella Rep. Sudafricana.

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Agricoltura e Allevamento

L'Africa è in prevalenza dedita alla pastorizia e all'agricoltura. A

nord si coltivano prevalentemente cereali, come: avena, orzo e mais,

ma anche datteri, olive e molte specie di ortaggi.

Nella regione del Sahara,

i nomadi allevano cammelli

e capre. Oltre a questi

animali in Africa, si

allevano pecore, asini,

cavalli.

Nelle regioni a sud del Sahara e nelle regioni costiere a nord

vengono bruciati piccoli pezzi di foreste per ripulirli

e poi coltivarli.

Negli altopiani costieri e nelle aree boscose si ha la produzione di

banane, gombo, manioca e igname; nelle foreste pluviali invece:

sorgo, miglio, riso e mais.

Molti prodotti come chiodi di garofano, caffè, ananas, cotone,

cacao, zucchero, tè, mais, caucciù, agave, arachidi, tabacco sono

diffusi in tutto il continente e destinate all'esportazione.

Attività mineraria

L'attività d'estrazione è molto importante in Africa per il

commercio estero e per le fabbriche del settore.

La Repubblica Sud Africana possiede miniere di oro, diamanti, rame,

cromo, carbone e amianto; si trovano anche giacimenti di Uranio.

La Libia esporta petrolio, la Nigeria petrolio, gas naturale, carbone e

stagno; la Namibia diamanti e uranio, l'Algeria petrolio, gas naturale

e minerali di ferro.

La flora africana

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La vegetazione nell'Africa è abbastanza ricca. Le piante

caratteristiche del continente sono: la palma da dattero e alcuni tipi

di banani.

Il Banano

I banani sono tra le più grandi piante

erbacee con radici perenni. Il fusto è

formato da foglie inserite una nell'altra.

Nella cima del fusto sbocciano fiori

maschili o femminili. Questi ultimi

producono il "casco" delle banane. I fusti

vengono tagliati dopo aver fatto i frutti,

perché muoiano. La radice crea nuovi fusti

quali maturano in meno di un anno.

Palma da dattero

Palma da dattero è il nome di una famiglia di piante che vive nelle

zone tropicali. Il suo fusto è

grosso e cilindrico, può essere

rampicante, cespuglioso e può

arrivare ai cinquanta metri di

altezza. La palma da dattero

produce la noce di cocco. Tra le

specie più importanti si

ricordano: la palma a fibra,

originaria del Madagascar, che

fornisce la rafia e la palma da olio. Molte specie sono coltivate a

scopo ornamentale.

La fauna

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La fauna è caratterizzata da molte specie di mammiferi differenti.

Caratteristici dell'Africa sono: i cammelli, i gorilla, le giraffe, gli

elefanti, il leone, ed altri, non presenti in ambienti omologhi di altri

continenti.

Il leone

Il leone è un animale carnivoro ed appartiene alla

famiglia dei felini. È diffuso in tutto il continente

africano. Raggiunge fino a un metro di altezza e

tre metri di lunghezza. Il suo mantello è liscio ed

è abbastanza scuro. Il maschio ha una grossa

criniera. Vive nelle savane e nelle steppe, ha

abitudini notturne e si nutrono di antilopi, zebre,

bufali ed altri. Quasi mai la femmina partorisce

più di due piccoli al giorno.

La giraffa

La giraffa è ruminante ed è il più alto degli

animali infatti può raggiungere i 6 metri di

altezza. Era molto diffusa in Africa.

Il mantello è giallastro con alcune macchie di

color marrone scuro. Si nutre di foglie delle

mimose, di acacie, e di altri alberi ad alto fusto.

L'elefante

L'elefante è il più grande mammifero terrestre.

L'elefante Africano supera i tre metri e mezzo

di altezza, ha una pelle rugosa e spessa e un

naso flessibile, chiamato proboscide con il quale

afferra il cibo e l'acqua portandoli alla bocca. Si

ciba di foglie e frutta. A 25 anni è considerato

giovane e a 50 vecchio. Da adulto può arrivare a un peso di 6

tonnellate.

Il cammello

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Il cammello è un mammifero ruminante

ed è molto usato come animale da sella

nelle regioni desertiche e la sua varietà

africana ha una solo gobba ed è chiamato

dromedario.

Il gorilla

Il gorilla è la più grande scimmia. Vive

nelle foreste equatoriale e può

raggiungere 2 metri di altezza e 3

quintali peso. Ha la pelle grinzosa,

coperto di peli neri folti sul capo e radi

sul petto. Il gorilla ha una bocca

grande, naso schiacciato e occhi

infossati. Le sue zampe sono molto

robuste e lunghe. Si nutre di frutta e radici. Le femmine e i piccoli

dormono sugli alberi.

L’Africa Mediterranea

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La fascia costiera del Mediterraneo è costituita dal Maghreb che in arabo

vuol dire occidente e serve ad indicare il territorio occupato dal Marocco,

Algeria, Tunisia. C‟è anche la Liba che però non rientra nei paesi del

Maghreb perché ha una posizione centrale. Sul mediterraneo si affaccia

anche l‟Egitto.

Dal punto di vista fisico si individuano due ragioni naturali: un ambiente di

tipo mediterraneo e un ambiente desertico sahariano. Gli unici fiumi

appartengono al versante mediterraneo. Nell‟Africa mediterranea l‟unica

religione praticata è quella musulmana.

Nelle oasi e nelle montagne del Sahara ci sono popolazioni berbere. I più

noti sono i cosiddetti “uomini blu” chiamati così per il colore dei loro

mantelli.

I paesi dell‟Africa mediterranea hanno un reddito pro capite più alto della

media africana però la popolazione analfabeta è ancora alta. Le attività

economiche principali sono l‟agricoltura e l‟allevamento ma in Marocco ed

Egitto è abbastanza rilevante l‟attività del turismo.

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ASIA

>AMBIENTE: l'Asia è il continente più vasto del mondo. Confina con l'Europa attraverso la catena degli Urali e del Caucaso, con l'America con lo stretto di Bering e con l'Africa con l'istmo di Suez. Morfologicamente si può dividere in tre aree: quella settentrionale, più antica e con pianure e bassipiani, quella centrale, formata da altipiani e alte catene montuose (Himalaya), e quella meridionale, costituita da tavolati e pianure alluvionali. IDROGRAFIA: si possono contare quattro gruppi di fiumi: quelli che sfociano nel mar Glaciale artico (Ob, Jenisej e Lena), nell'oceano Pacifico (fiume Giallo e fiume Azzurro), nell'oceano Indiano (Indo, Gange, Tigri ed Eufrate) e quelli che non raggiungono il mare ma alimentano i laghi interni. CLIMI E AMBIENTI: nella parte settentrionale il clima è freddo, ha come vegetazione la tundra, mentre più a sud si entende la taiga; nella parte centrale gli inverni sono molto freddi e le estati molto calde e la vegetazione è formata da steppe e deserti; infine, nella parte meridionale e orientale il clima è tropicale umido, caratteristica portata dai monsoni, e la vegetazione presente è quella della foresta pluviale. >POPOLAZIONE: supera i 3.7 miliardi di persone, circa il 60% della popolazione mondiale, disposte in aree più densamente abitate e in aree invece desertiche. negli ultimi anni c'è stato un notevole incremento demografico dovuto alla diminuzione del tasso di mortalità. ETNIE E LINGUE: prevalgono due gruppi etnici: quello mongoloide (pelle gialla e occhi a mandorla come cinesi, tibetani, birmani, giapponesi, coreani mongoli e siberiani, i quali parlano lingue

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sinotibetane) e quello europoide (pelle chiara e differenti tratti somatici come afghani, armeni, persiani e arabi, di lingua indoeuropea), minori sono invece le presenze australoidi e negroidi. RELIGIONI: sono le più antiche del mondo e sono: l'ebraismo (Israele), il cristianesimo (Armenia e Filippine), l'induismo e il buddhismo (India), il confucianesimo e il taoismo (Cina), lo scintoismo (Giappone) e l'islamismo (Arabia). >ECONOMIA: in Asia sono presenti situazioni economiche contrastanti: il Giappone si contende il primato con gli Stati Uniti mentre l'India nonostante l'industrializzazione a cui è andata incontro è soggetta a carestie e catastrofi naturali. AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO: nella regione monsonica si coltiva per lo più riso, nelle zone aride e semiaride, frumento e mais. Oltre a queste ci sono le colture di piantagione, importate dai colonizzatori, come tè, caffè, canna da zucchero, cacao, caucciù, arachidi, banane e cotone. INDUSTRIA: il Giappone tende a diventare una delle maggiori potenze mondiali in fatto economico, la Cina lo segue a ruota grazie all'introduzione dell'econoia di mercato e nonostante ciò, l'India è costituita da mercati finanziari più efficienti e trasparenti di quelli cinesi. l'elevata industrializzazione è dovuta al basso costo di manodopera e dalle agevolazioni fiscali. l'economia dell'area mediorientale è caratterizzata dall'estrazione del petrolio. >>IL MEDIO ORIENTE: I CARATTERI L'AMBIENTE: è dominato dall'altopiano desertico e circondato da catene montuose di cui il monte Ararat è il monte più alto. è caratterizzato inoltre dalla mezzaluna fertile, che corrisponde alla Mesopotamia (formata da Tigri ed Eufrate), dalle oasi della Siria e dalle coste di Libano e Israele. il fiume più importante è il Giordano, che sfocia nel mar Morto. la regione comprende tre ambienti climatici: desertico, stepposo e mediterraneo. ETNIE E RELIGIONI: ci sono tre etnie dominanti (quella dei semiti, degli anatolici e dei turchi) accompagnate da tre gruppi religiosi (ebraismo, cristianesimo e islamismo), dove non mancano tensioni politiche e militari. ECONOMIA: prima di scoprire i giacimenti di petrolio, l'economia era basata essenzialmente sull'agricoltura e sull'allevamento ovino, quest'ultimo collegato alla lavorazione della lana e alla produzione di tappeti e tessuti pregiati. >IRAQ L'AMBIENTE: l'Iraq è situato nella pianura mesopotamica, il territorio è principalmente costituito dalla zona caratterizzata dalla steppa e quella costituita da deserti. LA POPOLAZIONE: quella prevalente è araba, divisa tra sunniti e sciiti, mentre la minoranza è curda ECONOMIA: è sorretta dall'estrazione di petrolio e gas naturali, oltre che dall'industria petrolchimica e da un'agricoltura basata su coltivazioni cerealicole. CITTA': la capitale è Baghdad, il maggiore centro industriale e commerciale del paese. le altre città si basano sull'estrazione del petrolio e la principale è Bassora. >IRAN L'AMBIENTE: è il vasto e popoloso degli stati mediorientali. è costituito da un grande altopiano centrale, da un clima arido e da un ambiente desertico. LA POPOLAZIONE: è composta da una maggioranza di etnie iraniche e minoranze arabe, turche e curde. ECONOMIA: è basata sulla coltivazione di cereali e cotone e su un allevamento nomade. la principale risorsa è il petrolio. CITTA': la capitale è Teheran, le altre città important sono Mashad, Esfahan e Tabriz. >TURCHIA L'AMBIENTE: è costituito da un vasto altopiano circondato da montagne, si riconoscono inoltre

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due regioni climatiche: mediterranea sulle coste e la steppa più all'interno. LA POPOLAZIONE: è di origine turca e costituita anche da una minoranza curda. ECONOMIA: la produzione agricola è caratterizzata da colture mediterranee (frutta e agrumi) e da cereali, l'allevamento è per lo più ovino e caprino e la risorsa mineraria più importante è il cromo. CITTA': la capitale è Ankara, mentre tra le città più importanti si ricorda Istanbul, che è il maggiore e principale centro economico turco. UN PONTE TRA EUROPA E ASIA: la Turchia ha sempre cercato di instaurare rapporti con i paesi occidentali, proprio per questo motivo è entrata nella Nato ed è candidata all'ingresso dell'Unione Europea. >ISRAELE LA NASCITA DELLO STATO DI ISRAELE E I CONFLITTI CON I PALESTINESI: lo stato di Israele nasce nel 1948. verso la seconda guerra mondiale il desiderio di uno stato ebraico in quella zona crebbe, soprattutto causato dalle persecuzioni naziste. a discapito degli abitanti di sempre di quella zona, l'Onu riconobbe lo stato di Israele, e spartì i confini con lo stato palestinese. la guerra tra israeliani e palestinesi è sempre stata causata dal contendersi la strisca di Gaza che si trova al confine. L'AMBIENTE: la regione meridionale è pressochè desertica mentre quella settentrionale è caratterizzata da un clima mediterraneo e dalla presenza del fiume Giordano e del Mar Morto. LA POPOLAZIONE: per lo più ebrea ECONOMIA: l'agricoltura è estremamente produttiva; le colture prevalenti sono quelle mediterranee, le industrie sono quelle tradizionali (tessili, alimentari, abbigliamento) accanto alle quali si sono poste quelle petrolifere, siderurgiche e chimiche, oltre all'industria high-tech, facendo di questo paese una potenza tecnologica mondiale. CITTA': la capitale è Gerusalemme, ma la città più importante è Tel Aviv e il porto principale è quello di Haifa. > LIBANO, SIRIA, GIORDANIA E PENISOLA ARABICA L'AMBIENTE: altipiani non molto elevati, caratteristico clima arido e lungo le coste diventa mediterraneo. POPOLAZIONE: per prevalenza araba, dove le immigrazione forzate dei palestinesi hanno provocato forti contrasti interni. ECONOMIA: queste regione possiede scarse risorse naturali (fosfati, salgemma) e basa la propria economia su un allevamento nomade e su un'agricoltura tradizionale. CITTA': la capitale della Siria è Damasco, quella della Giordania è Amman, quella del Libano è Beirut. GLI ALTRI STATI DELLA PENISOLA ARABICA: sono gli stati che si affacciano sul golfo Persico, sull'oceano Indiano o sul Mar Rosso. l'ambiente è caratterizzato da deserti, dove sono ingenti le risorse petrolifere. la popolazione è per la maggior parte araba che pratica l'allevamento seminomade. l'Arabia saudita, con capitale Riyadh, è lo stato più esteso, poi ci sono gli EMirati Arabi Uniti (Kuwait, Bahrein, Qatar e Oman). poi c'è la Repubblica dello Yemen, con capitale San'a e la città più importante per la raffineria è Aden. LA RISORSA PETROLIO: i ricavi del petrolio hanno consentito l'irrigazione delle regioni desertiche. l'estrazione petrolifera, inoltre, ha contribuito a creare industrie petrolchimiche e raffinerie, oltre all'ampliamento delle industrie tessili e alimentari già presenti nel territorio. >>IL CAUCASO E L'ASIA CENTRALE: I CARATTERI L'AMBIENTE: è formato da un vasto altipiano arido e stepposo spazzato da venti e bufere. a ovest del mar Caspio c'è la catena del Caucaso. a sud si riprendono i rilievi con la catena dell'Hindukush e l'altopiano del Pamir. il clima è continentale caratterizzato da forti escursioni termiche, etstai torride e inverni gelidi. LA POPOLAZIONE: nei paesi transcaucasici la popolazione è formata da georgiani, azeri e armeni. i

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paesi dell'Asia centrale invece hanno una forte disomogeneità etnica anche se generalmente la popolazione è mongola. L'ECONOMIA: l'integrazione del sistema sovietico ha portato qualche beneficio, contribuendo alla realizzazione di imponenti reti idriche. il settore primario è caratterizzato dalla coltivazione del cotone e dall'allevamento. la presenza di importanti materie prima e risorse energetiche ha favorito l'installazione di fabbriche siderurgiche e meccaniche. >GLI STATI LE REPUBBLICHE CAUCASICHE: Armenia (con capitale Jerevan), Azerbaigian (con capitale Baku) e Georgia (con capitale Tbilisi) non sono molto estesi, e sono inoltre poco popolati. le colture prevalenti sono tabacco, cotone, cereali, riso e barbabietola da zucchero. l'allevamento è ben sviluppato. è rilevante la produzione di petrolio. LE REPUBBLICHE ASIATICHE: Turkmenistan (con capitale Asgabat), Uzbekistan (con capitale Taskent), Tagikistan (con capitale Dusanbe), Kirghizistan (con capitale Biskek) e Kazakistan (con capitale Astana e più importante centro scientifico-industriale Alma-Ata), si trovano nella zona della steppa che degrada nel deserto. I fiumi himalayani alimentano i grandi laghi (Aral, Balhas e Zajsan). Le cinque repubbliche hanno un territorio molto vasto, ma con scarsa popolazione. Si producono cotone, canapa, barbabietola da zucchero, riso e in Uzbekistan cereali, frutta e uva. L’allevamento è tipico di ogni zona: karakul in Turkmenistan e Kazakistan, yak e cammelli in Tagikistan e cavalli in Kirghizistan. le industrie disponibili sono quelle minerarie ed energetiche (petrolio, carbone, gas naturale, ferro e rame). L’Afghanistan è privo di sbocchi sul mare ed è un territorio montuoso. Il clima è continentale e caratterizzato da una forte aridità. Il paese è profondamente islamico e le condizioni di vita sono di estrema povertà. La capitale dell’Afghanistan è Kabul. >>IL SUBCONTINENTE INDIANO: I CARATTERI L’AMBIENTE: può essere distinto in quattro aree geografiche: quella a nord caratterizzata dalla montagna, come la regione del Belucistan (appartenente al Pakistan), dell’Himalaya e del Karakorum, con climi generalmente aridi; quella centrale dove si estende la pianura indogangetica composta dai fiumi Gange, Indo e Brahmaputra; quella a sud è composta dall’altopiano del Deccan mentre l’ultima è la parte peninsulare composta delle Maldive e dallo Sri Lanka, con vegetazione equatoriale. L’area orientale è caratterizzata dai monsoni. L’ECONOMIA: alla base dell’economia c’è l’agricoltura nonostante la presenza di alcune aree industriali. L’allevamento riveste un ruolo economico di primaria importanza. Il reddito procapite è uno dei più bassi del mondo poiché la crescita demografica e la forte urbanizzazione non consentono a buona parte della popolazione una vita dignitosa. >INDIA: LA POPOLAZIONE LA DOMINAZIONE INGLESE E L’INDIPENDENZA: nel 1858 l’India divenne una colonia inglese. Le prime rivendicazioni di autonomia si ebbero in seguito all’opera di Gandhi. Nel 1947 il paese ottenne l’indipendenza e si costituì in repubblica federale; ora in India si parlano circa 200 lingue, anche se la più diffusa è l’hindi. È il secondo paese al mondo per il numero di abitanti. L’INDUISMO E LA DIVISIONE IN CASTE: la religione qui ha un ruolo importantissimo: è una vera e propria filosofia di vita basata sulla reincarnazione delle anime. L’anima quando muore un corpo trasmigra in un altro, che può appartenere ad un’altra casta. Le caste sono alla base di tutta l’organizzazione sociale, politica ed economica indiana. La prima casta comprende i Brahmini, cioè i sacerdoti, poi ci sono i guerrieri, i commercianti, i coltivatori e un gruppo di fuori casta (i Parìa, cioè gli intoccabili), quelli che svolgono i lavori più umili. DIVERSI GRUPPI ETNICI E RELIGIOSI: in India esistono importanti minoranze religiose (musulmani, sikh, buddhisti e cristiani) che a volte entrano in contrasto con gli induisti, rendendo la convivenza difficile. I sikh chiedono la creazione di uno stato indipendente.

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>INDIA: L’ECONOMIA L’INTERVENTO DELLO STATO: dopo l’indipendenza, è stato scelto un sistema economico che pur mantenendo il libero mercato prevede un largo controllo dello stato sui principali settori produttivi. L’AGRICOLTURA: è alla base dell’economia indiana, nonostante la maggior parte della popolazione pratichi quella di sussistenza. I prodotti coltivati sono riso e frumento. Non mancano le grandi aziende capitalistiche spesso controllate da multinazionali straniere in cui si pratica la monocoltura di cotone, iuta, tè e spezie destinata all’esportazione. Per quanto riguarda l’allevamento, l’India dispone del più elevato numero di bovini al mondo, poiché per la religione sono animali sacri e quindi non possono essere mangiati. L’INDUSTRIA: l’India è la decima potenza industriale del mondo, anche se il miglioramento delle condizioni di vita è stato garantito solo da una minoranza di persone. Lo sviluppo è stato possibile da una buona disponibilità di risorse energetiche e minerarie, dai bassi salari pagati alla manodopera, dai forti investimenti statali e da una rete ferroviaria potenziata. Il settore più importante è il tessile, e molto sviluppato è quello dell’industria cinematografica e informatica. Inoltre sono stati investiti capitali per la ricerca del nucleare. >INDIA: LE CITTA’ AGGLOMERATI CON MILIONI DI ABITANTI: le aree più sviluppate sono Calcutta (mercato di sbocco per la produzione di cotone e iuta; è il principale centro industriale del Paese e ospita industrie cantieristiche, meccaniche, chimiche e metallurgiche), Bombay (dalla coltivazione del cotone sotto il governo britannico allo stanziamento di industrie tessili; è il più importante centro finanziario), Delhi (è la capitale politica dell’India; è formata da due nuclei, uno vecchio e uno nuovo chiamato New Delhi) e Madras, Bangalore e Hyderabad (i più importanti centri industriali) . La popolazione che abbandona le campagne si stabilisce nelle baraccopoli, ormai sovraffollate. >GLI ALTRI STATI IL PAKISTAN: è ancora molto arretrato dal punto di vista economico e l’agricoltura è l’attività prevalente. Sono presenti colture di piantagione, come cotone canna da zucchero e tabacco. L’incremento annuo della popolazione è uno dei più alti del mondo. La capitale è Islamabad, poi c’è il centro economico più importante situo a Karachi e quello agricolo a Lahore. IL BANGLADESH: è uno dei paesi più poveri e più densamente popolati del mondo. L’attività predominante è quella agricola, anche se le coltivazioni di sussistenza non riescono, ci sono gli aiuti umanitari stranieri per garantire l’autosufficienze del Paese. >>LA REGIONE CINESE E IL GIAPPONE: I CARATTERI TRE AREE DIVERSE: continentale (Mongolia e Cina), peninsulare (Corea del Nord e del Sud) e insulare (Giappone e Taiwan) LA PARTE CONTINENTALE: è la parte più estesa. Semplificando si possono distinguere una regione montuosa a ovest e una ricca di pianure a est. A nord c’è l’altopiano della Mongolia, è coperto dalla steppa e dal deserto sabbioso di Gobi. LA PARTE INSULARE: è situata tra il mar Cinese Orientale e il mar Cinese Meridionale. L’arcipelago giapponese è costituito da migliaia di isole montuose e vulcaniche (Honsu, Hokkaido, Kyushu e Shikoku), dove sono frequenti i terremoti. Le isole Ryukyu, di origine corallina, collegano il Giappone a Taiwan. >LA CINA: L’AMBIENTE LA REGIONE OCCIDENTALE: è essenzialmente montuosa, arida e poco popolata. Si divide in tre aree: a nord c’è l’altopiano della Mongolia e il deserto di Gobi, a nord-ovest c’è l’altopiano del Sinkiang attraversato dai monti Tian Shan, a sud-ovest c’è l’altopiano del Tibet, delimitato dalla catena dell’Himalaya e del Kunlun Shan. I fiumi della Cina non hanno corso completo perché vengono inghiottiti dalla sabbia prima che raggiungano il mare. Il più importante è il Tarim.

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LA REGIONE ORIENTALE: ricca di pianure attraversate da importanti corsi d’acqua; anch’essa si divide in tre zone: a nord-est si trova la Manciuria (in parte collinare e in parte pianeggiante, formata dal fiume Giallo che dà fertilità grazie all’accumulo di polveri fini), al centro si trova la pianura del fiume Azzurro (il più lungo dell’Asia e uno dei più importanti del mondo) e a sud ci sono colline e brevi pianure (dove sono presenti le principali riserve idriche che hanno reso possibile la coltivazione del riso); il clima di questa regione è caratterizzato da fortissime piogge stagionali. IL TIBET: quasi interamente occupato dalla catena più elevata del pianeta: quella dell’Himalaya. >LA CINA: POPOLAZIONE IL PAESE PIU’ POPOLATO DEL MONDO: gli abitanti sono circa un miliardo e 305 milioni. Questo incremento demografico che la Cina ha subito dalla seconda metà del Novecento è riconducibile all’elevato numero delle nascite e alla diminuzione delle morti, conseguenza del generale miglioramento delle condizioni alimentari e igienico-sanitarie. A partire dagli anni settanta, il governo ha intrapreso una campagna per la limitazione delle nascite, per cui è stata ritardata l’età del matrimonio e ridotto il numero dei figli (uno per coppia). Per questo motivo il tasso di natalità si è fortemente abbassato. >LA CINA: L’ECONOMIA L’AGRICOLTURA: alla fine degli anni settanta è stata introdotta l’economia di mercato. L’agricoltura oggi infatti ha raggiunto l’autosufficienza alimentare. I notevoli progressi sono dovuti anche alla meccanizzazione degli strumenti adoperati. Si coltiva riso, soia, tè, cotone e tabacco nella zona sud-orientale; grano, miglio, sorgo, soia e cotone a nord; la poca produzione nell’area occidentale dovuta al basso sviluppo. L’INDUSTRIA: dopo l’introduzione di un’economia di mercato la Cina è andata incontro ad una straordinaria crescita economica, che si basa su una forte industrializzazione, avvenuta grazie all’arrivo di ingenti capitali stranieri attirati in Cina sia dal basso costo della manodopera sia da alcune agevolazioni fiscali introdotte dal governo. GLI INSEDIAMENTI E LE CITTA’: Pechino, capitale della Cina, ospita numerose industrie attive in diversi settori produttivi. Altra importante città è Shanghai, capitale economica del paese, in cui è particolarmente sviluppato il settore tessile, e la zona della Manciuria che dispone di ingenti risorse minerarie ed energetiche come petrolio e carbone; qui ha sede il più importante nucleo dell’industria siderurgica cinese. >GIAPPONE: L’AMBIENTE UN LUNGO ARCO DI ISOLE VULCANICHE: l’arcipelago Giapponese è costituito da oltre 3000 isole, quasi tutte disabitate. Le principali sono quattro: Hokkaido, Honshu, Shikoku e Kyushu. Si collocano su una delle più importanti linee sismiche del pianeta, ricca di crateri vulcanici: il monte Fuji è il più alto cratere giapponese ancora attivo. La fertilità dei suoli lavici ha sempre comportato insediamenti umani. Le catene montuose occupano la quasi totalità delle isole giapponesi. IL CLIMA: la forma dell’arcipelago comporta diverse condizioni climatiche. Generalmente si può dire che è caratterizzato da correnti marine, calde o fredde, comportando rispettivamente piovosità abbondante con vegetazione tropicale (Kyushu e Shikoku) e un clima rigido (Hokkaido). LA NATURA E L’INTERVENTO DELL’UOMO: spesso vengono attuate industrie senza tutelare le risorse del paese. Numerose aree marittime risultano compromesse comportando anche l’inquinamento atmosferico. >IL GIAPPONE: LA POPOLAZIONE E LE CITTA’ LA POPOLAZIONE: il Giappone è abitato per la maggioranza da giapponesi e per la minoranza dagli ainu. È un paese molto industrializzato con un’alta densità di popolazione. Essendo montuoso all’interno, il Giappone è abitato maggiormente sulle coste. Il tasso di urbanizzazione è elevatissimo in tutto il paese, infatti sono poche le persone che vivono in campagna.

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TRADIZIONE E MODERNITA’ NELLA CULTURA GIAPPONESE:nonostante la modernità del paese, permangano molti elementi della cultura tradizionale (come vivere nel buraku, tipico villaggio nipponico formato da abitazioni che accerchiano il tempio scintoista). La religione di stato è lo scintoismo, che si basa sul culto degli avi e della natura. Le arti marziali vengono tuttora insegnate nelle scuole e durante le feste vengono simulate battaglie antiche. LE CITTA’: la capitale è Tokio. La conurbazione sorta attorno alla città comprende Yokohama e Osaka (seconda città industriale del paese). Qui hanno sede molti istituti bancari e le agenzie più importanti del paese, oltre a una delle principali Borse mondiali. Altre città importanti sono Kobe (il porto più importante per il commercio estero), Nagoya, Kawasaki, Fukuoka e Kyoto (ex capitale). >GIAPPONE: L’ECONOMIA IL SETTORE PRIMARIO: l’agricoltura giapponese è molto produttiva, grazie all’uso di fertilizzanti chimici e terrazzamenti che hanno reso coltivabili gran parte dei pendii. La coltura più diffusa è quella del riso, anche se vengono coltivati anche tè, ortaggi e legumi, nonché i bachi da seta. LA PESCA: il mare è un’importante fonte di ricchezza: le correnti calde e fredde permettono la riproduzione dei plancton, cibo per molte varietà di pesci. È praticata sia sotto costa che al largo con imbarcazioni attrezzate. È il sesto in graduatoria mondiale per quantità di pescato. L’INDUSTRIA: è all’avanguardia in numerosi settori (industria siderurgica, meccanica, chimica, di precisione (per gli strumenti ottici) ed elettronica) ed è la seconda potenza al mondo. IL TERZIARIO: la Borsa di Tokio è tra le principali al mondo e il Giappone è un centro finanziario di importanza planetaria. Notevole è anche il numero di addetti al commercio. >GLI ALTRI STATI MONGOLIA: occupa un territorio per lo più desertico con clima continentale. La maggior parte della popolazione è nomade. Oggi è una repubblica parlamentare con regime democratico che ha avviato il paese verso un’economia di mercato. Le attività economiche si basano sull’allevamento tradizionale e sulle risorse minerarie. LE DUE COREE: il territorio è in gran parte montuoso. Si divide in due Coree: la Corea del Nord (paese ad ordinamento socialista, che dispone di un certo potenziale industriale e di risorse minerarie, con un reddito però comunque nella fascia medio-bassa) e la Corea del Sud (adotta un modello economico di tipo capitalistico che ha fatto registrare nell’ultimo ventennio lo sviluppo economico più alto, favorito da capitali stranieri che sfruttano il basso costo della manodopera). TAIWAN: stato instaurato dai vecchi dirigenti della Cina. Basa la propria economia su uno sviluppo industriale, ultimamente orientato verso l’elettromeccanica e l’elettrotecnica. L’agricoltura è ancora largamente praticata sia per la sussistenza che per l’esportazioni.

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-Geografia- L’America IL CONTINENTE AMERICANO

Il continente americano viene tradizionalmente suddiviso in tre grandi regioni:

America settentrionale, America Centrale, America meridionale. Da un punto di

vista socio-culturale il continente può essere suddiviso in due grandi aree:

America settentrionale, America Latina. Il continente presenta una vastissima

gamma di paesaggi naturali, una grande diversità culturale ed enormi contrasti

economico-sociali.

America settentrionale che comprende: Canada e Stati Uniti d‟America.

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America centrale che comprende: Antigua e Barbuda, Bahama, Barbados,

Belize, Costarica, Cuba, Dominica, Repubblica Dominicana, L Salvador, Giamaica,

Grenada, Guatemala, Haiti, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Saint Kitts

e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent, e Grenadine, Trinidad e Tobago.

America meridionale che comprende: Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia,

Ecuador, Guyana, Paraguay, Perù, Suriname, Uruguay, Venezuela.

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Il territorio e l’idrografia LA MORFOLOGIA DEL TERRITORIO

Un‟enorme e giovane catena montuosa si snoda lungo la costa occidentale, la

cosiddetta Dorsale Continentale Pacifica. Le regioni orientali sono occupo arte

da rilievi molto antichi che danno luogo ad altipiani o a catene basse e

arrotondate, come la Catena degli Appalachi. Nelle regioni centrali si estendono

grandi pianure: in America settentrionale le Pianure interne del Canada (Plains),

che proseguono negli Stati Uniti con le Grandi Pianure; in America meridionale

la Pianura dell‟Orinoco, la Pianura Amazzonica e quelle del Chaco e della Pampa. L’IDROGRAFIA E LE COSTE

Il continente si caratterizza per l‟enorme ricchezza idrica, i principali corsi

d‟acqua sono il Mackenzie, il Nelson - Saskatchewan e il San Lorenzo. Nelle

Grandi Pianure del Nord America scorrono il Missouri e il Mississippi, Colorado

e Rio Grande. In Canada si trovano numerosissimi laghi di origine glaciale; i

maggiori nella Regione dei Grandi Laghi, sono: Lago superiore, Michigan, Huron,

Erie e Ontario. Nell‟America del Sud domina il Rio delle Amazzoni, ma sono

importanti anche l‟Orinoco, il Paraguay, il Paranà, e il San Francisco. I profili

costieri sono differenziati: in America settentrionale sono molto articolati, in

America meridionale più compatti e uniformi. Alle estremità le coste sono

frastagliate. Le isole sono numerose: la Groenlandia, le Grandi e le Piccole

Antille e le Bahama.

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Il clima e gli ambienti naturali LATITUDINI E CLIMI

Il continente americano si sviluppa nei due emisferi. La sua estensione

determina una grande varietà di climi che si possono suddividere in tre grandi

regioni:

La regione fredda, all‟estremo nord;

La regione temperata, alle latitudini medie di entrambi gli emisferi;

La regione calda, che comprende la fascia tra in Tropico del Cancro e il

Tropico del Capricorno.

Si passa quindi dalle terre perennemente gelate al grande calore dei terreni a

clima equatoriale e tropicale umido. C‟è una notevole differenza fra le regioni

continentali e quelle costiere e fra la costa atlantica e quella pacifica. Questo è

dovuto alle correnti oceaniche e alla disposizione parallela alla costa dei ri lievi

più alti. GLI AMBIENTI NATURALI

Nell‟estremo nord domina la tundra, seguita dalla taiga o foresta boreale; le

pianure centrali temperate sono coperte dalle praterie; nella parte occidentale

degli Stati Uniti e nel Messico settentrionale si trovano steppe e deserti; sono

presenti anche climi tropicali. In America centrale predominano la foresta

pluviale e le zone di boscaglia e di savana. In America meridionale nelle aree a

clima tropicale, domina la foresta pluviale amazzonica e le savane. Il Chaco è

caratterizzato da steppe e savane, con foreste ad ovest; nell‟Argentina

centrorientale e in Uruguay troviamo la Pampa. A sud prevale la steppa.

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La popolazione e le città I NUMERI DELLA POPOLAZIONE

In America vivono circa 868.000.000 di abitanti. La densità media è di 21

ab/Km2. Un‟importante caratteristica è l‟irregolare distribuzione della

popolazione sul territorio:

Nell‟America settentrionale la popolazione aumenta nelle pianure centrali

e sulle coste;

Nell‟America centrale gli abitanti si concentrano nelle isole e sugli

altipiani;

Nell‟America meridionale resta disabitata l‟Amazzonia, mentre le coste

sono maggiormente abitate.

La speranza di vita alla nascita cresce in tutto il paese. IL PROCESSO DI URBANIZZAZIONE

Caratteristica comune a tutto il continente è l‟alto grado di urbanizzazione:

l‟80% della popolazione nell‟America settentrionale e il 77% in quella centrale e

meridionale si addensano nelle grandi metropoli e nelle megalopoli.

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Le etnie e le lingue L’AMERICA: UN CROCEVIA ETNICO

Una caratteristica del continente americano è l‟eterogeneità della sua

composizione etnica, risultato degli intensi processi migratori che sono avvenuti

a partire dal 500 quando gli europei si riversarono in massa verso il nuovo

mondo. I discendenti delle popolazioni originarie d‟America oggi, sono una

minoranza: la quasi totalità degli abitanti discende dai colonizzatori e dagli

immigrati. La popolazione nordamericana è costituita da una maggioranza

bianca, da un consistente numero di neri e da nuovi immigrati. La popolazione

dell‟America Latina è composta da circa per metà da bianchi e creoli (cioè nati

in America da genitori europei); per un terzo da neri, mulatti, zambos (incroci

fra Amerindi e Afro-americani). Gli abitanti originali, Amerindi o Indios sono

una piccola minoranza insieme a nuclei di popolazioni asiatiche. LE LINGUE

Accanto alla lingue dei colonizzatori (spagnolo, inglese, francese, portoghese),

convivono gli idiomi amerindi dei gruppi etnici autoctoni, i dialetti creoli, le

lingue delle immigrazioni più recenti, come l‟italiano, il cinese, il tedesco.

Purtroppo le numerosissime lingue indigene in molti casi vanno scomparendo

sotto il peso delle lingue maggiori e dell‟egemonia culturale statunitense. LE LINGUE (QUASI) SCOMPARSE

Nell‟America del Nord prevalgono l‟inglese, il francese e lo spagnolo; in quella

centrale e meridionale lo spagnolo e il portoghese. Dal punto di vista etnico, il

meticcio, cioè il processo di incrocio fra indigeni, Europei e neri, è uno dei

tratti caratteristici di questo continente, soprattutto nell‟America centrale.

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Le religioni LA RELIGIONE NELL’AMERICA SETTENTRIONALE

Il panorama religioso del continente americano è molto variegato e rispecchia

la diversità etnica e la storia della sua popolazione. Il Cristianesimo è la

principale religione dell‟America settentrionale, con una predominanza,

protestante; rilevante la presenza cattolica. Presente l‟Ebraismo; sono sempre

più consistenti delle minoranze islamiche, buddiste e indù. LA RELIGIONE IN AMERICA LATINA

L‟America Latina ha una predominanza Cattolica; ultimamente si stanno

rafforzando la presenza delle chiese protestanti soprattutto in centro

America. Una minoranza Ebraica nelle grandi città dell‟Argentina; ci sono

musulmani e induisti nella Guyana e nel Suriname. Nella chiesa cattolica

latinoamericana degli anni 70 del 900 si è diffusa la cosiddetta teoria della

liberazione cioè una corrente di idee che, a partire dal messaggio evangelico, ha

contribuito a rafforzare i movimenti popolari contro l‟oppressione in nome di

una chiesa schierata a favore dei poveri. LA SPIRITUALITÀ INDIGENA

Un elemento importante della religiosità americana è il sincretismo religioso,

cioè il mantenimento di alcuni elementi delle religioni indigena o africane nella

religione cattolica imposta dai colonizzatori. Il sincretismo continua tuttora a

far nascere nuovi culti quali l‟Umbanda brasiliana o la Chiesa Nativa Americana

nell‟America Settentrionale.

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L’economia IL NORD E IL SUD DEL CONTINENTE

Le condizioni socio-economiche e la qualità della vita delle popolazioni

americane presentano grandi disuguaglianze. Possiamo identificare due

Americhe molto diverse.

l‟America settentrionale, della quale fanno parte Stati Uniti e Canada,

Paesi industrializzati con un elevato Indice di Sviluppo Umano, ma con una

ineguale redistribuzione delle risorse fra ceti ricchi e ceti poveri, con un

certo livello di benessere diffuso;

l‟America Latina, i cui Paesi, si collocano spesso ai limiti del sottosviluppo.

Le loro economie sono frenate da una serie di problemi: PIL basso, forte

indebitamento, tecnologie e infrastrutture insufficienti. Quasi il 9% della

popolazione dell‟America Latina vive con meno di un dollaro al giorno. Il

Paese americano con il PIL più basso in assoluto è Haiti.

IL DIVERSO SFRUTTAMENTO DELLE RISORSE

Il continente americano ha consistenti risorse energetiche, grandi ricchezze

del sottosuolo e ingenti quantità di materie prime, però il controllo, l‟accesso e

il consumo di tutta questa ricchezza non sono garantiti a tutti in modo

omogeneo. Canada e Stati Uniti, fra gli otto Paesi più industrializzati del mondo,

sono grandi produttori e fra i maggiori consumatori di energia, mentre

l‟America Latina, ha un “deficit energetico” molto grande. I TRE SETTORI DELLA PRODUZIONE

Per quanto riguarda le materie prime, i giacimenti petroliferi, in particole in

Texas, assicurano agli Stati Uniti il terzo posto della produzione mondiale.

Significativa l‟attività estrattiva del petrolio anche in Messico (5° posto al

mondo), Venezuela (9°), Canada (12°). Nel secondario l‟industria raggiunge

spesso livelli di eccellenza (settori informatico, elettronico, aerospaziale), con

importanti produzioni specialmente nel campo della trasformazione alimentale.

In grande sviluppo, nel settore terziario, i servizi legati al commercio e i

settori assicurativi, finanziari e bancari. Per alcuni Stati dell‟America Latina il

turismo rappresenta la principale fra le risorse.

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L’America settentrionale LO SPAZIO FISICO

L‟America settentrionale è bagnata a nord dal Mar Glaciale Artico, ad est

dall‟Oceano Atlantico e a ovest dall‟Oceano Pacifico, mentre a sud è delimitata

da Messico. Il territorio si può dividere in tre fasce: le giovani catene delle

Montagne Rocciose a ovest, le grandi distese pianeggianti al centro, le catene

più antiche dei monti Appalachi a est. I fiumi più ricchi di acqua sono: il

Mississippi e il Missouri. I laghi sono estesi e numerosissimi, soprattutto delle

Pianure interne del Canada e fra il Canada e gli Stati Uniti, il territorio

presenta una grande varietà di climi e di ambienti, che vanno da quelli a nord

(caratterizzati dal gelo perenne e dalla tundra), ai climi temperati, regno delle

foreste boreali e delle latifoglie delle praterie. Aree desertiche si estendono

fra la Catena Costiera e le Montagne Rocciose. LA POPOLAZIONE

La popolazione dell‟America settentrionale è concentrata in grandi metropoli. La

popolazione è multietnica. La lingua più diffusa è l‟inglese, seguito dal francese.

La religione prevalente è il Cristianesimo (in particolare il Protestantesimo). L’ECONOMIA E LE RISORSE

Canada e Stati Uniti sono fra i Paesi più ricchi del mondo. Molto sviluppate sono

l‟agricoltura, le industrie e le risorse energetiche. In entrambi i Paesi il

terziario è il settore di gran lunga prevalente, con l‟80% circa di occupati. GLI STATI DELL’AMERICA SETTENTRIONALE

L‟America settentrionale comprende due grandi Paesi: il Canada e gli Stati Uniti

d‟America.

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Stati Uniti Lo spazio fisico I CONFINI

Gli Stati Uniti d‟America confinano a nord con il Canada e a sud con il Messico.

Il territorio è bagnato dall‟Oceano Atlantico a est e dall‟Oceano Pacifico a

Ovest. Fanno parte degli USA anche l‟Alaska e l‟arcipelago delle Hawaii nel

Pacifico. IL TERRITORIO

I rilievi sono costituiti a est dai Monti Appalachi, a ovest dalle Montagne

Rocciose. Nella parte centro-meridionale si estendono grandi tavolati e grandi

pianure, attraversate dal Mississippi con i suoi affluenti. IL CLIMA E GLI AMBIENTI

L‟esteso bacino del Mississippi, alimentato nel suo lungo corso dal Missouri, dal

Tennessee e dall‟Ohio, divide le fertili pianure e le praterie umide orientali dai

terreni più aridi e a tratti desertici dell‟Ovest. Nella regione noroentale si

trova la regione dei Grandi Laghi. Gli Stati Uniti presentano climi molto vari. Le

aree più a nord sono interessate dalle correnti d‟aria freddache provendono dal

Canada. La costa atlantica è caratterizzata da un clima temperato, con

temperature che aumentano verso sud, fino a trovare i climi caldi (clima

tropicale). Nei territori vicini alle Montagne Rocciose invece l‟umidità

diminuisce, clima arido. Gli ambienti naturali vanno dai bochi (conifere e

latifoglie) del centro-nord, a paesaggi di tipo mediterraneo e sud-tropicale a

sud. Praterie e zone desertiche sono presenti nelle pianure centrali anche in

relazione all‟entità delle precipitazioni.

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La popolazione, le città, l’economia IL “MELTING POT”

Negli Stati Uniti vivono 300.000.000 di persone, con una densità di 32 ab/km2.

Ci sono grandi città di grattacieli e vaste quasi disabitate. Gli Stati Uniti

divennero il Paese della mescolanza e della fusione di individui e gruppi. La

realtà odierna vede ancora convivere però grandi ricchezze ed estrema

povertà: non sono poche le comunità oggetto di pesanti discriminazioni, come

quelle nei riguardi dei migranti clandesini che provengono prevalentemente dal

Messico (i “Latinos”). LE CITTÀ

Città come New York rappresentano un esempio di convivenza fra gruppi e

culture diverse. Altre importanti città sulla costa atlantica, oltre alla capitale

Washington D.C. sono Boston, Philadelphia, Miami. Verso il centro: Chicago,

Houston. Sulla costa del Pacifico: Los Angeles, San Diego, San José e San

Francisco. Al confine col Canada Seattle. L’ECONOMIA E LE RISORSE

Gli Stati Uniti sono la prima potenza mondiale a livello economico. Sono ai primi

posti in tutte le graduatorie mondiali. L‟agricoltura è molto meccanizzata ed ha

un‟elevata produttività 8cereali, uva, agrumi, cotone, canna da zucchero e

tabacco). L‟allevamento e la pesca sono molto redditizi. L‟industria, è

all‟avanguardia, nei più diversi settori; favorita da grandi risorse minerarie ed

energetiche (rame, piombo, ferro, oro, argento, fosfati, nichel, petrolio,

carbone, gas naturale) e sostenuta da una ricerca scientifica ad alto livello. Si

raggiungono punte di eccellenza nell‟industria aerospaziale, aeronautica,

informatica, elettronica. Il terziario occupa la stragrande maggioranza della

popolazione. Molto sviluppati i settori delle banche, quelli finanziari, delle

assicurazioni e della new economy turistica.

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L’America centrale LO SPAZIO FISICO

L‟America centrale confina a nord con gli Stati Uniti e a sud con la Colombia. Si

compone di una parte continentale e di una insulare. Sul versante occidentale le

coste sono bagnate dall‟Oceano Pacifico. La regione, geologicamente giovane, è

prevalentemente montuosa particolarmente sismica. Fra i rilievi principali la

catena della Sierra Madre in Messico. Le pianure si trovano lungo le coste e

nella Penisola dello Yucatàn. I fiumi hanno corso breve; il più lungo è il Rio

Bravo. Dei numerosi laghi, il più importante è il Lago Nicaragua. Il clima è di tipo

tropicale, caldo umido sul versante atlantico, arido su quello pacifico. LA POPOLAZIONE

La popolazione della parte continentale dell‟America centrale è

prevalentemente amerinda e meticcia mentre in quella insulare è soprattutto

nera. L‟inurbamento è un fenomeno abbastanza recente. Notevoli sono i flussi

migratori, sia interni che verso gli Stati Uniti. La lingua comune è lo spagnolo,

ma sono parlati anche l‟inglese e il francese; le popolazioni amerinde parlano

lingue proprie; il creolo è la lingua delle popolazioni mulatte o nere. La religione

prevalente è quella cristiana cattolica. L’ECONOMIA E LE RICORSE

L‟America centrale ha risentito prima dell‟economia coloniale, poi della

dipendenza dagli USA. Tanto gli antichi colonizzatori come le attuali

multinazionali hanno sfruttato le abbondanti risorse. Ancora oggi l‟economia si

basa su l‟agricoltura di piantagione, mentre spesso la popolazione pratica

un‟agricoltura di sussistenza. Il paese maggiormente industrializzato è il

Messico, che dispone di importanti risorse minerarie. Le industrie sono quelle

tessili, agroalimentari e i cementifici; molto ricco è l‟artigianato. Nel terziario il

settore con maggiore sviluppo è quello turistico. GLI STATI DELL’AMERICA CENTRALE

L‟America centrale comprende 21 Stati.

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L’America meridionale LO SPAZIO FISICO

L‟America meridionale è bagnata a nord dal Mar delle Antille, a est dall‟Oceano

Atlantico e a ovest dall‟Oceano Pacifico, può essere suddivisa in tre grandi

regioni fisiche:

la stretta striscia occidentale sul Pacifico;

la estese pianure centrali;

i massicci di antica formazione a oriente.

Il clima diventa da equatoriale caldo e umido a tropicale. LA POPOLAZIONE

In America meridionale la popolazione è caratterizzata da una grande diversità

etnica e da una ineguale distribuzione: gli Amerindi sono concentrati sul

versante andino e nella regione Amazzonica, mentre negli altri territori sono

diminuiti nettamente. La componente meticcia è quella prevalente. Le lingue dei

colonizzatori sono quelle maggiormente parlate come lo spagnolo, il Portoghese

in Brasile; l‟inglese in Guyana, Guyana Francese e Suriname. Le popolazioni

amerinde parlano idiomi propri. La religione prevalente è quella cattolica. LE CITTÀ, L’ECONOMIA E LE RISORSE

Le città hanno agglomerati urbani fra i più esteti del mondo,in particolare sulla

costa atlantica. L‟economia è caratterizzati da notevoli contraddizioni, che

vanno dai segnali di ripresa di alcune economie locali, ai gravi problemi che

affliggono da sempre la regione. Il subcontinente è ricchissimo di risorse del

sottosuolo: idrocarburi e minerali. Fra le altre risorse ci sono quella forestale e

la pesca. L‟agricoltura è caratterizzata da colture per l‟esportazione sotto il

controllo delle multinazionali. Il settore industriale è legato soprattutto alla

lavorazione delle materie prime. Il turismo è una fonte importante di reddito in

diversi Paesi. GLI STATI DELL’AMERICA MERIDIONALE

L‟America meridionale comprende 12 Paesi: Guyana, Isole Falkland, Venezuela,

Suriname, brasile, Uruguay, argentina, Cile, Perù, Ecuador, Colombia e Bolivia.

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L‟OCEANIA

L‟Oceania è circondata quasi interamente dall‟oceano atlantico, da cui prende il nome.

Essa è costituita da una parte continentale (l‟Australia), da alcune grandi isole (Nuova

Zelanda e Nuova Guinea) e da una parte insulare suddivisa in tre raggruppamenti

(Melanesia, Micronesia e Polinesia).

CARATTERISTICHE FISICHE:

L‟Oceania è un continente geograficamente molto frammentato. Le varie terre che la

compongono hanno origini geologiche molto diverse. Si va dalla massa continentale

dell‟Australia, un tavolato molto antico con una forte depressione al centro, ai

territori di formazione più recente e perciò più instabili, come quelli della Nuova

Zelanda e della Nuova Guinea. Le isole dei tre grandi arcipelaghi sono nate da

un‟intensa attività vulcanica, con frequenti terremoti ed eruzioni.

I monti più elevati del continente si trovano in Nuova Guinea mentre in Australia, la

terra più antica e per questo con i rilievi meno elevati, si erge la Grande Catena

Divisoria.

Nell‟Oceania l‟idrografia è poco sviluppata. I fiumi più importanti sono il Darling e il

Murray (gli unici che superano i 2000 km di lunghezza). Quanto ai laghi se ne trovano

numerosi in Nuova Zelanda. In Australia sono presenti molti laghi salati, il maggiore

dei quali è l‟Eyre.

I CLIMI:

Quasi tutte le terre dell‟Oceania sono caratterizzate da temperature elevate durante

tutto l‟anno,solo nelle regioni meridionali dell‟Australia, in Tazmania e in Nuova

Zelanda le temperature diventano più miti. Le precipitazioni sono abbondanti sulle

isole, mentre l‟Australia è prevalentemente arida. Proprio la distribuzione delle piogge

permette di individuare in Australia tre regioni climatiche differenti: nella fascia

settentrionale domina un clima monsonico, che favorisce lo sviluppo della savana e

delle foreste di eucalipti, nella regione sudorientale il clima è di tipo mediterraneo,

mentre le vaste distese del tavolato interno hanno un clima arido che ha dato origine a

deserti come quello del Gibson.

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FLORA E FAUNA:

Molto diffusi in Australia sono i boschi di eucalipti. Sono alberi di grandi dimensioni e

molti producono legnami pregiati, colorati in rosso o in bruno. Le foglie danno oli

essenziali usati in profumeria e in medicina.

In Oceania sono presenti anche molte specie di animali non diffuse negli altri

continenti, tra cui:

-il canguro, un marsupiale che si trova soprattutto nella savana, nelle foreste aperte e

nelle boscaglie, in bande di varia entità. Di indole timida, è temibile quando viene

attaccato, perché difendendosi coi robustissimi arti posteriori, armati di un unghione

al 4º dito, può sventrare d'un colpo un grosso cane e anche un uomo.

-l‟ornitorinco, tipico dell'Australia e della Tasmania. ha testa piccola con muso

prominente, formante una sorta di becco largo e piatto. ha tronco appiattito, munito

di coda larga e depressa. Gli arti, corti, hanno estremità a 5 dita con unghie e palmate.

-il koala, un altro marsupiale, esclusivo dell‟Australia che si nutre solo delle foglie di

alcuni eucalipti. Il contatto con la madre è così importante che i piccoli separati da

esse si lamentano quasi di continuo. I mugolii del cucciolo, infatti, sono un segnale di

richiamo irresistibile per la madre, che in natura non lo abbandona mai fino a che non

si sia reso completamente indipendente.

-il kiwi, volatile. Grande come un pollo, ha capo minuscolo con becco lungo e sottile e

lunghe setole impiantate tra il becco e gli occhi; incapace di volare, ha ali ridottissime.

Il kiwi conduce vita notturna e si nutre di vermi e altri invertebrati che scova nel

terreno con il lungo becco.

L‟ECONOMIA:

Il territorio dell‟Australia può essere sfruttato solo per i 2/5 del totale. nelle zone

dell‟interno, alla carenza idrica si aggiungono i bruschi cambiamenti climatici e il

carattere torrenziale delle piogge. Notevoli problemi sono inoltre causati

all‟agricoltura dalle cavallette e dai conigli che distruggono periodicamente una parte

del raccolto. La realizzazione di opere irrigue come laghi e pozzi artificiali e

l‟applicazione di tecniche avanzate permettono di raggiungere una produzione

sufficiente a coprire il fabbisogno interno.

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L‟agricoltura è basata sulla produzione di grano, riso, avena, mais e, nelle zone irrigue,

è molto diffusa la frutticoltura.

Una delle principali ricchezze dell‟Australia è rappresentata dall‟allevamento. Prima

nella classifica mondiale per la produzione di lana, l‟Australia pratica prevalentemente

l‟allevamento ovino, mentre quello bovino alimenta l‟esportazione di carni surgelate.

Il continente australiano possiede una grande ricchezza di risorse minerarie:

giacimenti di oro, ferro, rame… sono presenti in grande quantità i combustibili fossili

come carbone, gas naturale e petrolio.

POPOLAZIONE:

L‟Australia è uno dei paesi meno densamente popolati al mondo(2,3 ab/km2). Se si

osserva la distribuzione della popolazione sul territorio si può notare che essa è

concentrata quasi completamente sulla costa orientale dove sono anche situate le

città più importanti, fatta eccezione per Perth, situata sul versante occidentale. Le

città principali sono: Camberra (la capitale), Sidney, Melbourne, Brisbane, Adelaide e

Perth.

Gli abitanti indigeni dell‟Australia sono gli Aborigeni, popolazione che abitava il

continente da oltre diecimila anni. La colonizzazione ha segnato in modo irrimediabile il

destino di questi popoli, che sono via via diminuiti fino a rischiare l‟estinzione. Quasi

tutti gli abitanti del continente australiano sono quindi di origine europea, in gran

parte discendenti dei primi colonizzatori o immigrati che ai giorni nostri si sono

trasferiti in questo paese in cerca di lavoro. Dalla seconda metà del „900

l‟immigrazione da altri paesi europei ha aumentato di ben 10 milioni di individui la

popolazione dell‟Australia. La lingua ufficiale è l‟inglese, ma all‟interno delle singole

comunità sono molto diffuse anche le altre lingue europee.