Istituto Comprensivo “Marino Centro” Marino · - progettare percorsi comuni...

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Protocollo Inclusione I.C.”Marino Centro” a.s. 2014/2015 Istituto Comprensivo “Marino Centro” Marino PROTOCOLLO PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI A.S. 2014/2015 1

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Protocollo Inclusione I.C.”Marino Centro” a.s. 2014/2015

Istituto Comprensivo “Marino Centro”Marino

PROTOCOLLO PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI

CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

A.S. 2014/2015

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Protocollo Inclusione I.C.”Marino Centro” a.s. 2014/2015

PREMESSA

L’adozione del Protocollo per l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES), nascedall’esigenza di definire ed adottare pratiche condivise e comuni tra gli ordini di scuola che operanonello stesso istituto comprensivo e che sono pertanto accomunate dalla stessa complessità. Includere gli alunni con Bisogni Educativi Speciali, significa fare in modo che essi siano parteintegrante del contesto scolastico, sociale, culturale, alla pari degli altri alunni, insieme agli altrialunni, senza alcuna discriminazione; significa assicurare a tutti il diritto allo studio e al successoscolastico e formativo. In tale prospettiva, è necessario da parte della scuola non solo un impegno forte di conoscenza e divalorizzazione della realtà personale, umana, sociale e familiare degli alunni con Bisogni EducativiSpeciali, ma anche e soprattutto un impegno di sviluppo della loro formazione attraverso larealizzazione di un’organizzazione educativa e didattica personalizzata, sia negli obiettivi, sia neipercorsi formativi che nelle strategie didattiche.

FINALITA’

Al fine di facilitare l’inclusione scolastica e sociale degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) lanostra scuola si propone di raggiungere le seguenti finalità: - definire pratiche condivise tra i diversi ordini di scuola; - favorire l’accoglienza, l’integrazione e l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali; - progettare percorsi comuni d’individualizzazione o personalizzazione che assolvano sia gli aspetti

di socializzazione che di apprendimento; - incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari, durante il

percorso d’istruzione e di formazione; - adottare forme di verifica e valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti; - accompagnare adeguatamente gli studenti con Bisogni Educativi Speciali nel percorso scolastico. - fornire materiali e strumenti comuni d’indagine, osservazione, rilevazione e progettazione del

percorso formativo; - trovare forme di verifica e valutazione collegiali; - monitorare le azioni e gli interventi a livello territoriale;- proporre modifiche e aggiustamenti condivisi;- garantire a ciascun alunno il cui percorso scolastico lo consenta di ottenere il valore legale del

titolo di studio.L’inclusione degli alunni può essere realizzata solo in una scuola che è in grado di riconoscereeffettivamente i Bisogni Educativi Speciali.

IL PROTOCOLLO PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI BES è un documento articolato e dinamicocontenente i principi, i criteri e le indicazioni riguardanti le procedure e le pratiche per uninserimento ottimale degli alunni con Bisogni Educativi Speciali; definisce i compiti e i ruoli dellefigure coinvolte all’interno e all’esterno dell’istituzione scolastica. Esso costituisce un vero e propriostrumento di lavoro e pertanto, è integrato e rivisitato periodicamente, sulla base delle esperienzerealizzate e delle specificità proprie di ciascun ordine di scuola.

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Funzioni del GLI (C.M. 8 del 6/03/2013):

• rilevazione dei BES presenti nella scuola

• raccolta e documentazione degli interventi didattico – educativi posti in essere, anche in rapporto con reti di scuole o in base ad azioni strategiche dell'Amministrazione

• rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola

• focus/confronto sugli alunni con BES, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione della classe

• raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GL Opertativi sulla base delle effettive esigenze

• elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l'Inclusività da sottoporre al Collegio Docenti e da inviare agli Uffici competenti, anche per l'assegnazione delle risorse di sostegno

• adattamenti al suddetto Piano, in base alle risorse assegnate nel mese di settembre

• interazione con la rete di CTS (Centro Supporto Territoriale) e dei servizi sociali e sanitari territoriali per l'implementazione di azioni di sistema (formazione, tutoraggio, progetti di prevenzione, monitoraggio ecc)

• I rappresentanti dei genitori degli alunni e i rappresentanti dei servizi socio – sanitari esprimono valutazioni e proposte relativamente all'assetto organizzativo in relazione all'integrazione scolastica e all'inclusività realizzate dalla scuola.

Il GLI espleta inoltre le seguenti competenze specificamente dedicate all'area della disabilità:Competenze di tipo organizzativo

• gestione delle risorse del personale (criteri e proposte di assegnazione dei docenti alle attività di sostegno, richiesta e attribuzione ore di sostegno alle classi con alunni con disabilità, utilizzazione eventuali ore a disposizione; pianificazione di rapporti con Enti Locali e operatori esterni, modalità di collaborazione e organizzazione del personale non statale

• definizione delle modalità di passaggio dei minori da un scuola all'altra e modalità di accoglienza; gestione e reperimento delle risorse materiali (sussidi, ausili tecnologici …)

• censimento delle risorse informali (volontariato, famiglia ….).

Competenze di tipo progettuale e valutativo

• definizione dei criteri generali per la stesura del PDF (Profilo Dinamico Funzionale e PEI (Progetto Educativo Individualizzato)

• formulazione di progetti per la continuità fra ordini di scuole

• progetti specifici in relazione alle tipologie di disabilità

• progetti per l'aggiornamento del personale. Competenze di tipo consultivo

• documentazione e consultazione banche dati

• confronto con altre scuole

• indicazione e supporto per la stesura dei PDF e PEI.

Il GLI può riunirsi in seduta tecnica, con la sola presenza del personale scolastico e/o di esperti, qualora si debbano esaminare problematiche a carattere riservato, cioè che comportino il trattamento di dati personali o di dati sensibili

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CRITERI DI INDIVIDUAZIONE ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (Direttiva Ministeriale 27/12/2012 e Circolare n°8 del 06/03/2013)

• DISABILITA’ (L. 104/92) La Documentazione comprende:

1. Il Verbale di Accertamento della situazione di disabilità 2. La Diagnosi Funzionale 3. Il Profilo Dinamico Funzionale

4. Il Piano Educativo Individualizzato

• DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI: DSA, ADHD, Disturbo Oppositivo Provocatorio DOP, Borderlinecognitivo, Disturbo del Linguaggio DL, Deficit delle abilità non verbali, Deficit della coordinazionemotoria (Disprassia), Disturbo della condotta in adolescenza (L. 170/2010 con presenza dicertificazione sanitaria o in attesa di approfondimento diagnostico).

La Documentazione comprende: 1. Relazione clinica che includa la codifica diagnostica (ICD-10), il percorso di valutazione

effettuato, le indicazioni d’intervento, i riferimenti relativi alla presa in carico, l’indicazionedei test e dei punteggi ottenuti. La diagnosi di DSA deve essere effettuata dal servizioTSMREE delle strutture pubbliche, mentre le strutture private accreditate che, secondo icriteri previsti dalle Linee di Indirizzo regionali e dalla Consensus Conference nazionale per iDSA del 2007, rilasciavano diagnosi e valutazioni non sono più ritenute valide ai fini dellacertificazione come da nota n. 13348 del 20/05/2014,. Affinché la certificazione di DSApossa essere considerata valida per i benefici previsti, essa deve evidenziare chiaramenteche la diagnosi è avvenuta secondo i dettami della legge n. 170 del 2010.

2. Piano Didattico Personalizzato per DSA.

• SVANTAGGIO socio - economico: alunni seguiti dal servizio Sociale, situazioni segnalate dallafamiglia, rilevazioni del Team docente attraverso osservazione diretta.

La Documentazione comprende: 1. Eventuale segnalazione Servizi Sociali2. Considerazioni psicopedagogiche e didattiche del Team docente 3. Dichiarazione di accettazione della Famiglia4. Piano Didattico Personalizzato Semplificato

• SVANTAGGIO linguistico e culturale: alunni stranieri neo-arrivati in Italia o che non hanno ancoraacquisito adeguate competenze linguistiche.

La Documentazione comprende: 1. Protocollo di Accoglienza Alunni Stranieri in fase di elaborazione e approvazione da parte del

Collegio Docenti2. Considerazioni psicopedagogiche e didattiche del Team docente/Consiglio di Classe3. Dichiarazione di accettazione Famiglia 4. Piano Didattico Personalizzato Semplificato

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• DISAGIO comportamentale/relazionale: alunni con funzionamento problematico, definito in basealle conseguenze negative vissute effettivamente dall’alunno, prodotte verso gli altri e versol’ambiente (senza certificazione sanitaria).

La Documentazione comprende: 1. Considerazioni psicopedagogiche e didattiche del Team docente/Consiglio di Classe 2. Dichiarazione di accettazione Famiglia 3. Piano Didattico Personalizzato Semplificato

N.B. :

− Le situazioni di svantaggio socio-economico e culturale, sono considerate nella misura in cuicostituiscono un ostacolo per lo sviluppo cognitivo, affettivo, relazionale, sociale dell’alunnoe generano scarso funzionamento adattivo, con conseguente peggioramento della suaimmagine sociale.

− La mancata accettazione formale della Famiglia alla stesura del PDP, non solleva i docentidall’attuazione del diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, in quanto, la DirettivaMinisteriale, richiama espressamente i principi di personalizzazione dei percorsi di studioenunciati nella legge 53/2003.

DIRIGENTE SCOLASTICOIl Dirigente Scolastico ha in capo l’organizzazione ed è il punto di riferimento di tutti i soggetticoinvolti e responsabile dei percorsi di apprendimento di ciascun alunno. E' coadiuvato dalle figurestrumentali preposte.

FIGURA STRUMENTALE La Funzione Strumentale dell'Area “Supporto agli studenti”, coadiuvata da una Commissione didocenti con funzione di referenti della disabilità in ciascun plesso, ha il compito di divulgaremodalità operative inclusive per dare risposte efficaci alle reali esigenze di tutti gli alunni. A tal fine sioccupa di:

• Favorire l'inclusione di tutti gli alunni;

• Supportare docenti, genitori, personale educativo e non;

• Fornire informazioni circa le disposizioni normative vigenti;

• Curare i rapporti istituzionali con i referenti: FF.SS; EE.LL, uffici di segreteria, ospedali,associazioni, centri accreditati, Servizi sociali, Servizi pubblica sicurezza, cooperative,Provincia di Roma; TSMREE, Università, Reti di Scuole;

• Organizzare il GLI, i GLHI e gli Incontri tecnici;

• Organizzare e monitorare i progetti e i laboratori;

• Elaborare i documenti relativi alle diverse richieste per il servizio educativo ed assistenziale;

• Curare la procedura per l’adeguamento degli organici;

• Partecipare alle riunioni inerenti la gestione dell'Area;

• Diffondere e pubblicizzare le iniziative di formazione specifica o di aggiornamento;

• Gestire i fascicoli e la relativa documentazione;

• Gestire la biblioteca e dei software didattici specifici.

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REFERENTE DSAIl referente di istituto, così come recitano le Linee Guida del 12 luglio 2011, è un punto diriferimento all’interno della scuola e ha il compito di:

• fornire informazioni circa le disposizioni normative vigenti;

• fornire indicazioni di base su strumenti compensativi e misure dispensative al fine direalizzare un intervento didattico il più possibile adeguato e personalizzato;

• predisporre la stesura dello stesso;

• vigilare affinché i Consigli di ciascuna classe con alunno con DSA approntino, entro tre mesi,il Piano Didattico Personalizzato;

• collaborare, ove richiesto, alla elaborazione di strategie volte al superamento dei probleminella classe con alunni con DSA;

• offrire supporto ai colleghi riguardo a specifici materiali didattici e di valutazione;

• curare la dotazione bibliografica e di sussidi all’interno dell’Istituto;

• diffondere e pubblicizzare le iniziative di formazione specifica o di aggiornamento;

• fornire informazioni riguardo alle Associazioni/Enti/Istituzioni/

• Università ai quali poter fare riferimento per le tematiche in oggetto;

• fornire informazioni riguardo a siti o piattaforme online per la condivisione di buone pratichein tema di DSA;

• fungere da mediatore tra colleghi, famiglie, alunni, operatori dei servizi sanitari, EE.LL. edagenzie formative accreditate nel territorio;

• informare eventuali supplenti in servizio nelle classi con alunni con DSA;

• partecipare alle riunioni di Staff.

IL TEAM DOCENTE/CONSIGLIO DI CLASSE Il Team dei docente/Consiglio di classe, definisce gli interventi didattico/educativi ed individua lestrategie e le metodologie più utili, per realizzare la piena partecipazione degli studenti con BES alnormale contesto di apprendimento. E’ compito del Team docente/Consiglio di classe individuare gli studenti con Bisogni EducativiSpeciali per i quali è “opportuna e necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica edeventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in caricoglobale ed inclusiva di tutti gli alunni”. Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Team dei docente /Consiglio di Classemotiverà opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte, sulla base di considerazionipedagogiche e didattiche. Si evidenzia che l’attuazione dei percorsi personalizzati per tutti i BES, è di competenza eresponsabilità di tutti gli insegnanti del Team/Consiglio di classe.

ASSISTENTI COMUNALI E PROVINCIALIGli assistenti operano all'interno della scuola a sostegno del percorso di autonomia , di integrazionee di comunicazione degli alunni disabili svolgono un ruolo di supporto e di facilitazione.Tale figura professionale rappresenta l'espressione della volontà di costruire un patto territorialecomune e condiviso a favore dei diritti e delle specificità di ogni alunno. Essi compartecipanocondividendo le linee programmatiche del progetto inclusivo elaborato per ciascun alunno.

IL RUOLO DELLA FAMIGLIA Per quanto riguarda il coinvolgimento della famiglia, si sottolinea, non solo la necessità che essa siainformata dei bisogni rilevati dagli insegnanti, ma anche sul proprio ruolo di corresponsabilità (vedi

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éatto di Corresponsabilità) e sulla necessità di una condivisione e collaborazione. La modalità dicontatto e di presentazione della situazione alla famiglia è determinante ai fini di una condivisionedel percorso. In accordo con la famiglia verranno individuate le modalità e le strategie specifiche, adeguate alleeffettive capacità dello studente, per favorire lo sviluppo pieno delle sue potenzialità, nel rispettodegli obiettivi formativi previsti dal POF.

COLLABORATORE SCOLASTICOI Collaboratori scolastici con funzioni aggiuntive assolvono al compito di accompagnamento eassistenza nell'uso dei servizi igienici e nella cura dell’igiene personale degli alunni diversamenteabili.

PROGETTO DIDATTICO PERSONALIZZATO (PDP /PDP semplificato) Il Progetto Didattico Personalizzato ha come punto di partenza l’osservazione sistematica, èelaborato sulla base della situazione di disagio e sulle effettive capacità dello studente. Il PDP puòavere carattere stabile o temporaneo configurandosi come progetto d’intervento limitato al periodonecessario per il raggiungimento degli obiettivi in esso previsti. Durante l’anno scolastico ogniverifica ed eventuale aggiustamento degli interventi dovrà considerare ed integrare quantocondiviso e riportato nel PDP (in particolare nella relazione fra obiettivi, risultati attesi evalutazione).

INDIVIDUAZIONE DI PROCEDURE CONDIVISE

1. RILEVAZIONE 2. DEFINIZIONE CRITERI DI INTERVENTO 3. PASSAGGIO DI INFORMAZIONI 4. MODALITA’ STRUTTURATE 5. MONITORAGGIO INTERMEDIO E FINALE

RILEVAZIONE DEI BISOGNI: procedura PARTE PRIMA: individuazione

• Osservazione pedagogica.

• Individuazione situazioni di criticità

• Identificazione e analisi del problema attraverso lo strumento scheda di individuazione deiBisogni

Educativi Speciali (ALLEGATO 1) da parte del Team/Consiglio di classe

• Individuazione delle possibili soluzioni comuni di intervento attraverso il coinvolgimento delTeam/ Consiglio di Classe, della Famiglia*, dello Sportello pedagogico/psicologico, delServizio Sociale - Famiglia.

(*Famiglia autorizza/non autorizza la stesura del PDP attraverso la firma )

PARTE SECONDA: strategie

• Stesura e messa a punto di un piano di intervento (PDP): si procede alla progettazione diazioni mirate, utilizzando le risorse e le competenze disponibili all’interno o all’esterno della

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scuola, agendo sull’alunno individualmente, in piccolo gruppo o sull’intero gruppo classe aseconda delle necessità, attraverso il coinvolgimento del Team, del Consiglio di classe, dellaFamiglia*, della Funzione Strumentale o del Referente BES. (*Famiglia firma il PDP)

PARTE TERZA: verifica interventi e aggiornamenti

• Valutazione dei risultati sulla base degli obiettivi indicati nel PDP (intermedia e finale): registrazione delle strategie utilizzate, degli esiti ottenuti ed eventuali ulteriori azioni da progettare, attraverso il coinvolgimento del Team, del Consiglio di classe, della Famiglia*, dellaFunzione Strumentale o del Referente BES.

STRUMENTI

1. SCHEDA DI INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (Allegato 1) 2. DICHIARAZIONE PER LA FAMIGLIA (Allegato 2 e 3) 3. PDP semplificato (Allegato 3) 4. PDP (Allegato 4)5. SCHEDA di classe riassuntiva alunni BES (Allegato 5 da inserire)6. MODELLO Piano Annuale per l’Inclusività (Allegato 6 da inserire)

DOCUMENTI E COMPITI

Documento Chi lo redige Quando

Certificazione ai sensi della Legge 104/92

Esclusivamente il servizio TSMREE della ASL di residenza dell'alunno surichiesta della famiglia(nota Regione Lazio n. 212522/2014)

La famiglia è chiamata a presentare la certificazione nel momento dell'iscrizione.

Diagnosi Funzionale Équipe multidisciplinare del servizio TSMREE

All'atto della presa in incarico.E' aggiornata in base all'evoluzione dell'alunno e viene redatta al momento della presa in incarico e ad ogni passaggio da un grado all'altro dell'istruzione.

Profilo Dinamico Funzionale

Docente referente individuato all'interno del Consiglio di Classe.Il Docente referente, avvalendosi dell'apporto dei docenti curricolari, dello specialista e con la collaborazione della famiglia, provvede all'elaborazione della proposta del PDF e PEI.Tutti i docenti della classe attuano lemisure degli interventi previsti nel PDF e PEI.

È redatto nel primo anno di certificazione dello studente e deve essere consegnato entro i primi tre mesi dell'anno scolastico. È aggiornato alla fine della scuola primaria, Secondaria di Primo Gradoe ogni qualvolta si verifichino circostanze che possono incidere suicontenuti dello stesso. Ogni aggiornamento non sostituisce ma integra il precedente.

Piano Educativo Individualizzato

Il docente referente cura la redazione del PEI con cadenza

Formulato entro i primi tre mesi di ogni anno scolastico comunque

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Relazione finale

annuale, avvalendosi dell'apporto dei docenti curricolari in coerenza con il PDF.Il PEI è un patto tra scuola, famiglia e studente perché in esso si evidenziano gli obiettivi, i risultati attesi e la valutazione.La famiglia attraverso il PEI è a conoscenza di ciò che si fa a scuola e collabora per la parte che le compete. I docenti sottoscrivendolos’impegnano, ciascuno per la propria parte, a realizzare il percorso previsto per l'alunno.Per la compilazione del PEI è importante che il CdC:- stabilisca i livelli essenziali delle competenze e delle abilità di base riguardo alle capacità dell'alunno;- tenga conto degli obiettivi raggiungibili riguardo al punto di partenza dell'alunno e quanto stabilito dai Piano di Studio;- riconduca al programma di classe raccordandosi costantemente con gli obiettivi pianificati per il gruppo;- Individua modalità e tipologia per la verifica dei risultati raggiunti.La relazione finale, condivisa nel CdC, costituisce la base di partenza per il successivo anno scolastico.

dopo quindici gg dal primo GLHI.Il documento deve essere presentato dal Consiglio di Classe alla famiglia, firmato da tutti i docenti e dal/i genitore/i.Copia del documento deve essere fornita, su richiesta, alla famiglia.

Docente di sostegno e docenti curricolari

MODALITA' DI VERIFICA E VALUTAZIONELa valutazione è effettuata sulla base del PEI con riferimento alle discipline previste e alle eventualiattività aggiuntive programmate o alla sostituzione di discipline. Il CdC definisce i criteri didattici daadottare per le verifiche e per la valutazione. Le prove di verifica possono essere uguali oindividualizzate rispetto a quelle della classe; dove è possibile, si consiglia di non diversificare leprove scritte articolandole in richieste graduate di difficoltà crescente. I colloqui orali e le prove inattività pratiche o espressive hanno valore complementare e/o compensativo e concorrono aaccertare le competenze raggiunte. La valutazione intermedia e finale deve essere congruente con quanto definito nel PEI e nelrispetto del DPR 122 del 2009 recante le norme vigenti sulla valutazione degli alunni.Qualunque riferimento all’intervento didattico metodologico programmato per l'alunno non deveessere riportato sul documento di valutazione come da DPR sopracitato.

ESAME CONCLUSIVO NEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONENella scuola secondaria di primo grado le prove che svolgeranno gli alunni con disabilità certificata

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in sede d’esame devono essere organizzate e progettate in linea con gli interventieducativi/didattici programmati nel PEI e con riconducibilità ( se possibile ) alle prove e tracceproposte agli alunni esaminandi dell’istituto.Nel diploma e nei relativi certificati non verrà però fatta menzione delle prove differenziateaffrontate in sede di esame come da DPR sopracitato.Il CdC delibera come per ogni altro alunno se ammettere o no all'esame finale di scuola Secondariadi primo grado gli alunni con certificazione disabilità. Ove si accerti la necessità di consolidare gliobiettivi proposti nel PEI e sussistano le condizioni per motivare oggettivamente i benefici e ilraggiungimento a medio e lungo termine di traguardi che possano presupporre la giustificazionedella ripetenza piuttosto che la promozione , il CdC, in accordo con la famiglia e con le componentidel GHLO, può decidere che l'alunno permanga nella classe un ulteriore anno o che sia ammessoall'esame finale al solo fine dell'attestato di frequenza. L'attestato di frequenza documenta ilpercorso scolastico e formativo dell'alunno e permette l'iscrizione e la frequenza alla scuolaSecondaria di secondo grado o alla formazione professionale ed è rilasciato unicamente nei casi incui non trovino applicazione tutte le norme che consentono anche ai disabili intellettivi il rilasciodella licenza media con valore di titolo legale.

Documento Chi lo redige Quando

Certificazione ai sensi della Legge 170/10

Diagnosi funzionale: descrive il disturbo e ha valenza clinica. Fornisce le informazioni sul disturbo dell'alunno e le indicazioni riguardanti gli strumenti compensativi e misure dispensative da adottare.

Il servizio TSMREE della ASL di residenza dell'alunno, dai servizidi Neuropsichiatria infantile delle Aziende Sanitarie Ospedaliere e Universitarie e degli IRCCS su richiesta della famiglia(nota Regione Lazio n. 212522/2014)

È redatta all'atto della prima segnalazione. E' aggiornata in caso di passaggio di ordine di scuola o quando lo specialista loritenga necessario anche tenendo conto delle indicazioni del CdC o della famiglia.

Piano Didattico Personalizzato:

basato sulle caratteristiche evolutive dell'alunno e finalizzato ad adeguare, anche temporaneamente, il curricolo alle sue esigenze formative.Specifica le misure dispensative e gli strumenti compensativi definiti nella relazione clinica e adottati da tutto il CdC.

Relazione finale

Per ciascun alunno DSA è individuato all'interno del CdC un docente referente il quale avvalendosi dell'apporto di tutti i docenti del Consiglio, degli specialisti e della famiglia provvede all'elaborazione della proposta del PDP.Il referente è garante di quanto concordato nel PDP e a tal fine attua azioni di monitoraggio periodico (intermedio e finale).

Docente referente e docenti curricolari.

Formulato entro i primi tre mesi di ogni anno scolastico.

Fine anno scolastico.

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MODALIA' DI VERIFICA E VALUTAZIONELa valutazione degli alunni è effettuata sulla base del PDP in relazione sia alle misure dispensative sia agli strumenti compensativi adottati, anche in via temporanea. La strutturazione delle verifiche dovrà consentire all'alunno di poter raggiungere il massimo grado di prestazione. E' opportuno che ciascun docente, per la propria disciplina, definisca le modalità più facilitanti con le quali le prove, anche scritte, siano formulate (organizzazione percettiva nelle informazioni nello spazio pagina, ripasso poco prima della verifica, formulazione della stessa domanda in differenti modalità ….).Le verifiche vanno programmate informando l'alunno.Le prove scritte in lingua straniera vanno progettate e valutate secondo modalità compatibili con le difficoltà che presenta l'alunno. Va privilegiata la prestazione orale.Le verifiche devono essere organizzate e strutturate utilizzando strumenti compensativi e attuando le misure dispensative facenti parte del PDP dell'alunno.La valutazione intermedia deve essere congruente con quanto definito nel PDP e con riferimento al DPR 122 del 2009 recante le norme vigenti sulla valutazione degli alunni.Qualunque intervento didattico metodologico programmato per l'alunno non deve essere riportatosul documento di valutazione come da DPR sopracitato.

ESAME CONCLUSIVO NEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONEIn sede di esame le prove non possono essere differenziate. Ciò significa che l'alunno dovrà in ogni caso sostenere tutte le prove scritte, ma dovrà avvalersi delle misure dispensative e degli strumenticompensativi utilizzati nel corso dell'anno.La valutazione finale deve essere congruente con quanto definito nel PDP e con riferimento al DPR 122 del 2009 recante le norme vigenti sulla valutazione degli alunni.Qualunque intervento didattico metodologico programmato per l'alunno non deve essere riportatosul documento di valutazione come da DPR sopracitato.

Documento Chi lo redige Quando

Situazione di svantaggio e di disagio (nessuna certificazione)

Piano Didattico Personalizzato:

basato: sulla conoscenza della situazione di svantaggio e/o disagio fondamento essenziale da cui partire per costruire un piano d’intervento volto, alla massima espressione delle potenzialità e capacità dell'alunno, favorendo, in primisla piena partecipazione alla vita scolastica.Indica: gli interventi volti a favorire il superamento delle situazioni di svantaggio/disagio come prevenzione per

Per ciascun alunno in situazioni di svantaggio/disagio il CdC, nell'assumere la responsabilità della personalizzazione del percorso formativo, garantisce ildiritto allo studio e promuove il successo formativo, avendo anche riguardo a quegli elementi utili di valutazione, messi a disposizione della famiglia, da specialisti pubblici eprivati (nota Regione Lazio n. 212522/2014). È individuato all'interno del CdCun docente referente il quale avvalendosi dell'apporto di tutti i docenti del Consiglio, della famiglia e di eventuali operatori socio-assistenziali, provvede

Ogni qualvolta il CdC rileva una situazione di svantaggio tale da compromettere in modo significativo la frequenza e il positivo svolgimento del percorso d’istruzione e formazione.La condizione di svantaggio può essere determinata da:- particolari condizioni sociali.- difficoltà di apprendimento.

Formulato entro i primi tre mesi di ogni anno scolastico.

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l'abbandono scolastico o dispersione scolastica.

Relazione finale

all'elaborazione della proposta del PDP.Il referente è garante di quanto concordato nel PDP e a tal fine attua azioni di monitoraggio periodico (intermedio e finale).

Docente referente e docenti curricolari.

Fine anno scolastico.

MODALITA' DI VERIFICA E VALUTAZIONELa valutazione degli alunni è effettuata sulla base degli obiettivi indicati nel PDP in relazione sia alle misure dispensative sia agli strumenti compensativi adottati, anche in via temporanea. La strutturazione delle verifiche dovrà consentire all'alunno di poter raggiungere il massimo grado di prestazione. E' opportuno che ciascun docente, per la propria disciplina, definisca le modalità più facilitanti con le quali le prove, anche scritte, siano formulate.Le verifiche devono essere organizzate e strutturate utilizzando strumenti compensativi e attuando le misure dispensative facenti parte del PDP dell'alunno.La valutazione intermedia deve essere congruente con quanto definito nel PDP e con riferimento al DPR 122 del 2009 recante le norme vigenti sulla valutazione degli alunni.Qualunque intervento didattico metodologico programmato per l'alunno non deve essere riportatosul documento di valutazione come da DPR sopracitato.

ESAME CONCLUSIVO NEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONELa valutazione finale deve essere congruente con quanto definito nel PDP e con riferimento al DPR 122 del 2009 recante le norme vigenti sulla valutazione degli alunni.Qualunque intervento didattico metodologico programmato per l'alunno non deve essere riportato

sul documento di valutazione come da DPR sopracitato.

N.B. In attesa del “Protocollo di Accoglienza alunni stranieri” si terrà conto di quanto proposto nel documento per la formazione delle classi.

INSERIMENTO NELLE CLASSI DEGLI ALUNNI NON ALFABETIZZATI O IN VIA DI ALFABETIZZAZIONE. I minori stranieri soggetti all’obbligo scolastico vengono iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica, salvo che una commissione eletta in seno al Collegio dei Docenti, composta da tre membri dei diversi ordini di scuola, deliberi l’iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto:

• dell’ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell’alunno, che può determinare l’iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella corrispondente all’età anagrafica

• dell’accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell’alunno

• del corso di studi eventualmente seguito dall’alunno nel Paese di provenienza

• del titolo di studio eventualmente posseduto dall’alunno

• dell’analisi della documentazione in traduzione giurata, prodotta dal genitore .

Il collegio dei docenti, con le modalità che riterrà più opportune, formula proposte per la ripartizione degli alunni stranieri nelle classi: “la ripartizione è effettuata evitando comunque la

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costituzione di classi in cui risulti predominante la presenza di alunni stranieri”. (D.P.R.n. 394 del 31 agosto 1999).

1. Le prove di accertamento di cultura saranno sostenute di fronte ad una commissione nominata dal Dirigente Scolastico composta da due docenti, di disciplina diversa, in servizio nell’Istituto.

2. In mancanza di documentazione scolastica il Dirigente Scolastico procede, previa deliberazione del consiglio di Interclasse all’iscrizione con riserva, chiedendo ai genitori una dichiarazione attestante gli studi compiuti nel paese di origine (C.M. n. 5/1994).

VISITE DIATTICHE E VIAGGI DI ISTRUZIONE In relazione alle uscite educativo – didattiche e ai viaggi di istruzione degli alunni BES si deve far riferimento all’ art. 6 del Regolamento (da modificare).

SOMMINISTRAZIONE FARMACIIn relazione alle procedure per la somministrazione dei farmaci a scuola si deve far riferimento ai seguenti documenti normativi: - Linee – Guida del 25/11/2005 del Ministero dell'Istruzione e dell'Università e della Ricerca e del

Ministero della Salute- Circolare Prot. 1128 del 14/02/06 del MIUR- Circolare Prot. n. 265 del 29/11/07 Azienda USL Roma H

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CRONOGRAMMA DEL PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE (PAI)

Cronogramma Incontri Istituzionali Sett Ott Nov Dic Gen Feb Mar Apr Mag Giu

Adattamento Piano per l'Inclusione inrelazione alle effettive risorse presenti(a cura del GLI)

Assegnazione delle risorse specifiche

Consigli di Classe e GLHI per larelazione e/o l'implementazione delPEI e dei PDP (anche in assenza didiagnosi) specificando modalitàorganizzative e orarie

Rilevazione BES

Incontri periodici GLI per confronto(focus dei casi, azioni di monitoraggio eformazione)

Verifica e valutazione del livellod’inclusività della scuola (a cura delGLI)

Redazione del Piano Annuale diInclusività (a cura del GLI)

Delibera Piano Annuale di Inclusivitàda parte del Collegio Docenti

Invio all'ATP del Piano Annuale diInclusività

Nei tempi stabiliti dall'ufficio competente

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Cronogramma Piano Accoglienza

Fasi Tempi Attività Persone coinvolte

Iscrizione Entro i tempi stabiliti

L'Istituto organizza, prima dell'iscrizione, un incontro per uno scambio di informazioni con le famiglie Open – Day rispetto alla filosofia di lavoro dell'Istituto.Su richiesta le famiglie potranno visitare la scuola e vedere l'ambiente in cui verrà inserito il proprio figlio (soprattutto in caso di disabilità grave in cui sono necessarie particolari attenzioni e adattamenti strutturali).La famiglia procede all'iscrizione online presentando direttamente in segreteria, se presente, la certificazione o la diagnosi del figlio.

Dirigente,Vicepresideresponsabili di Area, responsabili di plesso, docenti coinvolti e genitori.

Pre - accoglienza Entro maggio

Nell'ambito dei percorsi di continuità tra le scuole, vengono organizzate una serie di attività eincontri di continuità, funzionali alla reciproca conoscenza tra l'alunno e l'ordine di scuola successiva.

Referenti di AreaDocenti coinvolti dei due ordini di scuola.

- Condivisione e passaggio di informazioni- Formazione classi

Entro maggio/giugno

Entro la fine dell'anno scolastico l'Istituto organizza, per gli alunni con gravi disabilità, un ultimo incontro di GLHI con la presenza del referente di Area della scuola accogliente. Nel caso di alunni di nuova iscrizione, l'Istituto predispone un incontro con il referente di Area della scuola di provenienza dell'alunno. La formazione delle classi avverrà a seguito della presentazione di tutti gli alunni e in particolare di quelli con Bisogni Educativi Speciali.Il gruppo classe si costruirà sulla base dei criteri individuati nel documento “Criteri per la formazione delle classi”

Persone coinvolte nel GLHI.

Preside o suo delegato, referente di Area e docenti coinvolti.

Accoglienza Inizio anno scolastico

Prima dell'inizio delle lezioni il CdC o il suo Coordinatore o il docente tutor incontra i genitoriper uno scambio di informazioni riguardo ai bisogni, abitudini, interessi etc... dell'alunno. In tale occasione la persona preposta consegna e illustra ai genitori il protocollo di accoglienza. Entro un mese dall'inizio dell'anno scolastico, il referente Cdc convoca tutti i docenti per presentare, in maniera dettagliata, il profilo di ciascun alunno. In presenza di alunni BES, sono contattati successivamente gli operatori sanitari o sociali

Consiglio di Classe,Coordinatore,docente tutor,docenti curricolarie sostegno,genitori, equipe medica

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per la programmazione di un primo intervento didattico da definirsi entro i primi tre mesi di scuola con la compilazione del PDP.La scuola organizza il primo incontro di GLHI per gli alunni diversamente abili, che hanno effettuato il passaggio nell'ordine successivo, con la presenza dei docenti dell'ordine precedente.

Come facilitare il passaggio degli alunni da un ordine di scuola all'altro

Osservazione pedagogica

Invio relazione per valutazione clinica

L'osservazione pedagogica è competenza professionale di tutti i docenti del Consiglio di Classe e agli operatori che affiancano l'alunno. La stessa ha la finalità di raccogliere informazioni sugli aspetti cognitivi, emotivi, comportamentali e relazionali dell'alunno. La normativa vigente richiama con forza la competenza del Consiglio di Classe perl'analisi della situazione e la definizione dei bisogni dell'alunno.Ciascun Consiglio di Classe deve prevedere tempi efficaci per:- l'osservazione oggettiva - l'analisi della situazione- la progettazione del percorso di apprendimento- la condivisione dei progetti personalizzati.L'osservazione pedagogica è funzionale alla stesura della documentazione richiesta e, nel corso dell'anno, al monitoraggio degli esiti dell'azione educativa e alla verifica dell'efficacia del percorso progettato.

Nel caso vengano rilevate dal CdC difficoltà tali da rendere necessario una valutazione clinica è basilare che:- i docenti verbalizzino le difficoltà riscontrate dall'alunno e le strategie didatticheadottate;- il docente coordinatore, previa condivisione con il Dirigente e/o Referente BES, contatti la famiglia per invitarla a prendere contatti con i servizio sanitario.

I docenti redigono una relazione, nella quale si descrivono le difficoltà di apprendimento rilevate e le azioni educativo – didattiche messe in atto fino a quel momento. Sarà compito della famiglia consegnarla allo specialista.

RUOLO DEI CTI TERRITORIALI I Centri Territoriali per l’Inclusione (CTI) risultano strategici per: • Definizione di un organico dell’autonomia • Costituzione di reti di scuole per la gestione ottimale delle risorse umane, strumentali e finanziarie • Definizione di un organico di rete tra i diversi ordini di scuola corrispondente ai fabbisogni concarattere almeno triennale da proporre all’USR • Formazione permanente, prevenzione dell’abbandono, contrasto dell’insuccesso scolastico e del bullismo.

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ADEGUAMENTO POF DELLA SCUOLA All’interno del POF della scuola occorre illustrare:

• un concreto impegno programmatico per l’inclusione basato su una attenta lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento, da perseguire nel senso della trasversalità delle prassi di inclusione negli ambiti dell’insegnamento curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie; • criteri e procedure di utilizzo “funzionale” delle risorse professionali presenti, privilegiando, rispetto a una logica meramente quantitativa di distribuzione degli organici, una logica “qualitativa”, sulla base di un progetto di inclusione condiviso con famiglie e servizi sociosanitari che recuperi l’aspetto “pedagogico” del percorso di apprendimento e l’ambito specifico di competenza della scuola; • l’impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate a livello territoriale.

MARINO, 6 ottobre 2014 il Dirigente Scolastico

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