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Istituto comprensivo G.B. Rubini Ari Saliha, Ayoku Barakat Modupe, Tadini Kevin. Il bullismo. IL BULLISMO. - PowerPoint PPT Presentation

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IL BULLISMO Il bullismo è una forma di comportamento violento attuato

tramite l'impiego di falsi metodi di opposizione e intimidazione nei confronti di sé stessi o nei confronti dei pari in particolare quando vi è una palese asimmetria di potere; può implicare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, dovute a discriminazioni etniche, confessionali, di genere. e si verifica in tutto il mondo,può verificarsi il bullismo a scuola, spesso nell’età dell’adolescenza e anche tra gli adulti.

Il bullismo si basa su tre principi:• Intenzionalità. • Persistenza nel tempo. • Asimmetria nella relazione. Vale a dire un'azione intenzionale eseguita al fine di arrecare danno

alla vittima, continuata nei confronti di un particolare compagno, caratterizzata da uno squilibrio di potere tra chi compie l'azione e chi la subisce. Il bullismo, quindi, presuppone la condivisione del medesimo contesto deviante.

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Adolescenza

I fenomeni di bullismo fanno parte della trasgressione adolescenziale. In tutte le epoche e in tutte le tappe,

l’adolescente fa paura all’adulto e lo preoccupa, ma non è una malattia incurabile. La parola magica per un docente o un

genitore è ASCOLTARE con empatia I loro bisogni,non ricattarli, umiliarli, disprezzare o redicolarizzarsi.

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Bullismo a scuolaLa scuola è la prima vera istituzione sociale dove gli

studenti devono essere incoraggiati a denunciare episodi di bullismo per un pronto intervento di

autorità. In tal senso è molto importante la fiducia che i ragazzi devono avere nelle istituzioni, ricordate la fiducia deve essere meritata. Genitori e istituzioni

sono chiamati per primi alla responsabilità che il loro ruolo comporta. ll bullismo è un problema serio e

frequente e sia la scuola che le organizzazioni giovanili devono affrontare il problema in maniera attiva. Un comportamento bullisto giustamente

punito tutela tutti forti, deboli, bulli e non. I ragazzi chiedono agli adulti di essere adulti responsabili,

anche quando questo li danneggia. Un adulto responsabile e coerente, ecco cosa chiedono:

cosa può fare la scuola contro il bullismo? E quali sono le armi per combattere il bullismo?

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Cosa può fare la scuola contro il bullismo.

Il bullismo è un problema serio e frequente e sia la scuola che le organizzazioni giovanili devono affrontare il problema in maniera attiva.Il problema va affrontato dalla più giovane età e tenuto regolarmente sotto controllo in modo tale che ognuno possa capire il problema senza sottovalutarlo o inquadrarlo come uno scherzo tra ragazzi.

Se c’è stata una lamentela da parte di un genitore o se si notano atteggiamenti di bullismo tra ragazzi, è bene organizzare una riunione del corpo insegnante sull’argomento con l’obiettivo di risolvere il problema o comunque di affrontarlo subito. A questo proposito si possono fare delle schede su cos’è il bullismo, sulle azioni che concretizzano comportamenti da bullo, sui sentimenti di isolamento e insicurezza che si insinuano nella vittima del bullismo e sui sentimenti e sulle azioni dell’oppressore e quindi sulle varie soluzioni che possano servire a fermare il bullismo dall’età. E ricordate che spesso la vittima del bullismo tende a nascondere l’atto di inciviltà che ha subito per paura di future rappresaglie e per sentimenti di estrema insicurezza.La scuola è la prima vera istituzione sociale dove gli studenti devono essere incoraggiati a denunciare episodi di bullismo per un pronto intervento di autorità. In tal senso è molto importante la fiducia che i ragazzi devono avere nelle istituzioni, ricordate la fiducia deve essere meritata. Genitori e istituzioni sono chiamati per primi alla responsabilità che il loro ruolo comporta. I ragazzi chiedono di essere gratificati, ma anche puniti se è necessario. Un comportamento giustamente punito tutela tutti forti, deboli, bulli e non. I ragazzi chiedono agli adulti di essere adulti responsabili, anche quando questo li danneggia. Un adulto responsabile e coerente, ecco cosa chiedono.

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COME SI MANIFESTA IL BULLISMO.

Sappiamo che il termine Bullismo ha molte differenti varianti ma tutte si condensano in uno stato d’animo di profonda

sofferenza.bambini, adolescenti ed adulti sintetizzano il bullismo in azioni quali: ricevere insulti o minacce, prendere calci e

pugni e alcuni atti di violenza, ricevere soprannomi antipatici ed essere presi in giro, subire la diffusione di voci maligne sul proprio conto, ricevere spintoni, venire fisicamente molestati,

essere forzati a donare soldi o proprietà personali, venire derisi per la propria religione, colore della propria pelle,

sessualità o status sociale, oppure il venire semplicemente ignorati e emarginati. Giuridicamente il bullismo rappresenta

un comportamento illecito (o illegittimo) verso un altro soggetto. Inoltre, si suole distinguere

il bullismo diretto ed indiretto, dove il secondo riguarda comportamenti che danneggiano in modo mediato la vittima, come nel caso di soggetti che diffondono voci infondate sulla

vittima, ovvero deridono la vittima al suo passaggio nei corridoi, e esistono anche gli spettatori.

Oltre al bullismo maschile c’è anche il bullismo femminile che si manifesta tra le ragazze.

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Il bullismo diretto e indirettoEsistono 2 diversi tipi di bullismo, che si dividono in bullismo diretto e bullismo

indiretto.Il bullismo diretto: è caratterizzato da una relazione diretta tra vittima e bullo e

a sua volta può essere catalogato come:bullismo fisico: il bullo colpisce la vittima con colpi, calci, spintoni, sputi o la

molesta sessualmente; bullismo verbale: il bullo prende in giro la vittima, dicendole frequentemente

cose cattive e spiacevoli o chiamandola con nomi offensivi, sgradevoli o minacciandola, dicendo il più delle volte parolacce e scortesie;

bullismo psicologico: il bullo ignora o esclude la vittima completamente dal suo gruppo o mette in giro false voci sul suo conto;

cyberbullismo o bullismo elettronico: il bullo invia messaggi molesti alla vittima tramite sms o in chat o la fotografa/filma in momenti in cui non desidera essere

ripreso e poi invia le sue immagini ad altri per diffamarlo, per minacciarlo o dargli fastidio.

Il bullismo indiretto: è meno visibile di quello diretto, ma non meno pericoloso, e tende a danneggiare la vittima nelle sue relazioni con le altre persone,

escludendola e isolandola per mezzo soprattutto del bullismo psicologico e quindi con pettegolezzi e calunnie sul suo conto.

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Cyberbullismo• Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia "bullismo" online) è il

termine che indica atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l'e-mail, la messaggistica istantanea, i blog, i telefoni cellulari, i cercapersone e/o i siti web.

• Il termine cyberbullying è stato coniato dall'educatore canadese Bill Belsey. I giuristi anglofoni distinguono di solito tra il cyberbullying (cyberbullismo), che avviene tra minorenni, e il cyberharassment ("cybermolestia") che avviene tra adulti o tra un adulto e un minorenne. Tuttavia nell'uso corrente cyberbullying viene utilizzato indifferentemente per entrambi. Come il bullismo nella vita reale, il cyberbullismo può a volte costituire una violazione del Codice civile, del Codice penale e, per quanto riguarda l'ordinamento italiano, del Codice della Privacy. esistono vari tipi di Cyberbullismo.

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Tipi di Cyberbullismo Flaming: messaggi online violenti e volgari (vedi "flame") mirati a

suscitare battaglie verbali in un forum.• Molestie (harassment): spedizione ripetuta di messaggi insultanti

mirati a ferire qualcuno.• Denigrazione: sparlare di qualcuno per danneggiare gratuitamente

e con cattiveria la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea, gruppi su social network ecc.

• Sostituzione di persona ("impersonation"): farsi passare per un'altra persona per spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili.

• Rivelazioni (exposure): pubblicare informazioni private e/o imbarazzanti su un'altra persona.

• Inganno: (trickery); ottenere la fiducia di qualcuno con l'inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici.

• Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per provocare in essa un sentimento di emarginazione.

• Cyber-persecuzione ("cyberstalking"): molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere paura.

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Vittima del bullismoPerché si è grassi, o magri, o alti, o bassi, o per il colore di capelli, o

per quello della pelle, perché si è silenziosi, per via degli occhiali, delle orecchie grandi o piccole o a sventola, per i denti sporgenti, per essere di un’altra cultura, per indossare i vestiti ‘sbagliati’, per non voler usare violenza per difendersi, o per qualsiasi altra scusa. Tutte le scuse hanno in comune un unico fattore, essere irrilevanti.

Il bersaglio è semplicemente un oggetto utile contro il quale scaricare la propria aggressività. Facciamo un esempio, se la scusa

è quella di essere grassi, dimagrire non farà alcuna differenza,e questi bulli non si chiedono come si sente la vittima del bullismo.

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Armi per combattere il bullismo- parlarne. - Praticare ciò che si deve dire, esprimere il proprio stato

d’animo. -Tenere un diario su cosa sta accadendo.- Parlarne con i propri genitori e chiedere loro di visitare la

scuola.- Parlarne con gli amici, con un insegnante, i genitori o con

chiunque di fiducia.Ricordiamo inoltre agli insegnanti di ascoltare il ragazzo che

appare vittima del bullismo, di ascoltarne anche i suoi messaggi nascosti.

E ricordiamo ai ragazzi vittime del bullismo che non c'è niente che non va in voi e che voi avete il diritto di essere felici e pertanto il diritto di raccontare la vostra sofferenza e di chiedere aiuto all’insegnante, alla famiglia, a una persona consapevole.

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Il bullismo nel tempoUna volta che persecutori e vittime si sono insediati nel loro ruolo, non è

facile uscirne. È molto frequente invece che continuino a recitare la stessa parte all’infinito, pena la perdita della propria identità.

Questo stile comportamentale produce effetti che si protraggono nel tempo tanto per chi agisce che per chi subisce prepotenze.

- I bulli vedono spesso abbassarsi il proprio rendimento scolastico, possono soffrire di disturbi della condotta legati all’incapacità di

rispettare regole e possono presentare difficoltà relazionali. Nel tempo tendono a subire ripetute bocciature, fare propri comportamenti devianti

ed antisociali come crimini, furti ed atti di vandalismo, diventare aggressivi in famiglia o sul lavoro.

- La vittima subisce i soprusi e le prepotenze, riportando spesso delle ferite psicologiche profonde. A causa del continuo stato d’allarme in cui è costretta a vivere, nel tempo finisce per sentirsi perennemente esposta al pericolo ed isolata dal gruppo, perde fiducia in sé stessa e non trova il

coraggio di denunciare l’accaduto per paura o per vergogna. Può lamentare sintomi fisici quali mal di testa o mal di stomaco o soffrire di

importanti sintomatologie reattive di ordine psicologico come attacchi di panico, ansia, o nei casi più gravi depressione.

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Il bullo.In questo assurdo gioco di potere sono coinvolti

due attori principali e più attori secondari. Il “bullo” è protagonista attivo di aggressioni e

prevaricazioni, che cerca di dominare i più deboli con la violenza e la prepotenza; maltrattando i compagni fisicamente e

verbalmente tende a porli in uno stato di soggezione e subalternità permanente.

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BULLISMO FEMMINILE

Il popolo femminile pratica un bullismo tutto particolare, forse molto più tagliente, incisivo nella vita della vittima. le ragazzine tendano a preferire il versante invisibile delle varie sevizie, che fa leva sulla parte più

strettamente psicologica della vittima. casi di bullismo femminile si incrementano col passaggio dall’infanzia all’adolescenza

Tipicamente femminili sono atti come la calunnia con malelingue piuttosto pesanti, le frasi e le “canzonette” in rima che hanno per oggetto la vittima, e, ovviamente, l’esclusione totale dal gruppo della classe, un certo ostracismo.

La bulla, seguita dal gruppo, riesce a capire quindi il punto debole della vittima, ed è su questo che infierirà maggiormente. Pare che la prevaricatrice riesca,

come sostiene la mamma disperata di una perseguitata, “a premere i tasti giusti psicologicamente, è insidiosa, e tutto ciò non è visibile alle insegnanti.

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Cosa possono fare I genitoriI genitori hanno un ruolo determinante, hanno il compito di

lavorare sugli importanti temi del rispetto e dell’aiuto reciproco, del sostegno e della partecipazione sociale.

Spesso sono gli unici a poter osservare i campanelli d’allarme, il che ha una grandissima rilevanza poiché difficilmente i

ragazzi parleranno esplicitamente: le vittime saranno reticenti a causa della paura, del giudizio o della vergogna, e i bulli non si esprimeranno per evitare paternali e prediche e perché non

considereranno quello del bullismo come un problema.Una volta riconosciuto il problema i genitori possono lavorare per favorire il dialogo senza atteggiamenti colpevolizzanti e/o punitivi, comunicare costantemente con la scuola, prestare

attenzione ai vissuti emotivi del proprio figlio. Sarà importante incoraggiare il ragazzo a sviluppare le proprie caratteristiche positive e le sue abilità, stimolandolo a stabilire relazioni con i

coetanei senza isolarsi.Alle volte può essere utile rivolgersi a degli esperti.

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Campanelli dall’allarmeÈ possibile individuare vari comportamenti che possiamo considerare veri e propri campanelli d’allarme.ginocchio

sbucciatoIl ragazzo vittima di bullismo potrebbe per esempio essere

riluttante ad andare a scuola (anche adducendo mal di stomaco, mal di testa etc.); avere frequenti sbalzi d’umore (per esempio

una ragazza potrebbe essere molto tesa, lamentosa e triste dopo la scuola); dormire male e/o fare brutti sogni; tornare a casa con i vestiti stracciati o sgualciti, oppure con i propri oggetti personali

rovinati; non portare mai a casa compagni di classe e non frequentarli mai oltre l’orario scolastico; diminuire il rendimento

scolastico.

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Come contrastarlo

Per combattere il fenomeno e' fondamentale intervenire precocemente finché sussistono le

condizioni per modificare gli atteggiamenti inadeguati. Tutti gli adulti di riferimento possono fare

qualcosa per prevenire e contrastate il bullismo: genitori, insegnanti, esperti in dinamiche relazionali.

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Attacchi di panicoL’attacco di panico è definito come un lasso di tempo in cui si è colti da grande ansia e paura in assenza di un vero pericolo; tale disagio dura alcuni minuti, finisce spontaneamente e può ripresentarsi nel

tempo, secondo una frequenza molto variabile.Chi ne soffre si trova a fronteggiare sintomi molto diversificati. In

alcuni casi, nonostante la presenza di alcuni sintomi riconducibili al panico non si arriva a manifestare un vero e proprio attacco nella sua

interezza.E' possibile suddividere i sintomi a seconda che riguardino l’apparato cardio-vascolare, l’apparato gastro-intestinale, il sistema respiratorio,

quello neurologico o quello neurovegetativo. Esistono inoltre sintomi di ordine psicologico. E' bene tener presente, tuttavia, che è molto raro

che si presentino tutti nello stesso caso.

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Il comportamentoGeneralmente sii tratta di un soggetto che ha difficoltà nel calarsi nei panni degli altri, con una forte motivazione al dominio ed alla

prevaricazione. È percepito come una persona aggressiva e spavalda, che provoca intenzionalmente sofferenza nell’altro e non

ne prova compassione, anzi ne può essere divertito. Provoca, sembra non aver paura di nulla del comportamento della vittima, è

litigioso e sottostà difficilmente alle regole. Mette in atto comportamenti ostili e svalutanti, picchia, sputa, insulta, ruba.

Tende a mettere in discussione le autorità, che siano i genitori gli insegnanti.

Il “bullo” ha un alto livello di autostima, si sente forte, superiore agli altri. È un ragazzo sveglio che riesce negli sport e nelle attività di gruppo. Generalmente ha un rendimento scolastico sufficiente, che tuttavia può abbassarsi nel tempo. Completano il profilo un basso livello di sopportazione delle frustrazioni e notevoli abilità

manipolatorie.Nel tempo il comportamento aggressivo e prevaricatore di questi soggetti può sfociare in altri comportamenti problematici, come

l’alcolismo, la criminalità o l’abuso di sostanze.

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Cosa possono fare gli insegnanti

Gli insegnanti d‘altro canto possono apportare interventi preventivi sul gruppo classe con il fine di promuovere e

favorire la mentalità del rispetto e Insegnante alla lavagnadella solidarietà fra i ragazzi. Possono collaborare con le famiglie per individuare i segnali più o meno sommersi che i

ragazzi manifesterebbero.Punire il bullo e iperproteggere la vittima non sembra dare risultati positivi duraturi e rischia di etichettare i ragazzi; in

questi casi è consigliabile dare rinforzi positivi rispetto al buon comportamento dei compagni, responsabilizzare la vittima ed aiutare il bullo nel cambiamento facendogli capire che quello

che si condanna non è lui ma il suo comportamento.

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Il comportamento della vittimaEsistono alcune caratteristiche maggiormente presenti in questi soggetti. Si tratta di ragazzi che si sentono più deboli dei coetanei e del bullo in bambino

che prova a difendersi con i pugni chiusi particolare; generalmente non mettono in atto comportamenti assertivi, sono contrari alla violenza e quindi

impossibilitati a difendersi; sono adolescenti che il più delle volte non eccellono negli sport e possono aver paura di farsi male; possono anche appartenere ad

una minoranza. Tra i tratti di personalità che li contraddistinguono vi sono sensibilità, prudenza, pacatezza e fragilità.

Nel tempo possono diventare ansiosi e insicuri, ed arrivare ad avere una bassa autostima;

le azioni di bullismo che subiscono, li portano all’esclusione dal gruppo, il rendimento scolastico tende a peggiorare e non parlano a nessuno di quello che subiscono. Le ragioni possono essere diverse: dall’auto-colpevolizzazione, alla

vergogna, fino alla paura delle ripercussioni da parte del persecutore.Una volta diventato bersaglio di molestie, il ragazzino eletto a vittima, potrebbe essere infastidito anche dagli altri compagni, perché ritenuto facile bersaglio,

questo rinforzerà il comportamento del bullo che non proverà sensi di colpa nei suoi riguardi.

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Bullismo maschileI maschi mettono in atto prevelentamente prepotenze di tipo diretto con aggressioni

per lo più fisiche ma anche verbali.Tali comportamenti sono agiti sia nei

confronti dei maschi sia delle femmine.I maschi hanno più difficoltà ad immediarsi

nella vittima e raramente si dimostrano dispiaciuti o in colpa dopo aver compiuto atti

di prepotenza.

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La variabile etàI soggetti implicati nel bullismo sono bambini adolescenti in una fascia d’età compresa tra sette-otto anni e i quattordici-

sedici anni. I soggetti coinvolti sono comunque i bambini delle scuole

elementari e delle scuole medie, dove il fenomeno sembra essere diffuso e persasivo.

Con la crescita del bambino diminuiscono sopratutto le manifestazioni di bullismo diretto fisico ovvero il ricorso alla forza, per sostituirle sempre più con espressioni tipiche del

bullismo diretto verbale ovvero del bullismo indiretto.

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Lo spettatore.

Il bullismo prevede un terzo protagonista molto importante, ossia lo spettatore. Si tratta di quei ragazzi che assistono all’episodio di bullismo e

che possono dar luogo a differenti comportamenti. In alcuni casi, più fortunati, intervengono a difesa della vittima. In altre

situazioni, più frequenti, possono scegliere una delle seguenti tre strade:

1. si alleano col bullo e diventano suoi complici;2. si allontanano più o meno velocemente;

3. osservano passivamente, senza intervenire in alcun modo.

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VIOLENZA• La violenza in generale è un'azione molto intensa che ha come fine il recare

danno grave a una o più persone o animali e compiuta da una o più persone che operano sinergicamente. Col termine si indica comunemente l'azione fisica o psichica esercitata da una persona su un'altra (anche si può, nella specificità del termine, includersi l'azione fisica e psichica di un uomo su un animale).

• La violenza, quindi, non necessariamente implica un danno fisico. Essa può anche avere lo scopo di indurre a un certo comportamento. Alcuni esempi di violenza non fisica:

• .la minaccia;• .il plagio;• .l'imposizione d'autorità contro la volontà del soggetto;• La vasta tipologia di azioni del tipo sopra indicato si esprime in un'attività

chiamata coercizione o coartazione, in termini immediati, a lunga scadenza, subdolamente, con secondi fini, ecc. In tutti questi casi la violenza ha lo scopo di indurre nell'altro comportamenti che altrimenti non avrebbe.

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Flame• Nel gergo delle comunità virtuali di Internet come newsgroup, forum, blog, chat

o mailing list, un flame (dall'inglese per "fiamma") è un messaggio deliberatamente ostile e provocatorio inviato da un utente alla comunità o a un altro individuo specifico; flaming è l'atto di inviare tali messaggi, flamer chi li invia, e flame war ("guerra di fiamme") è lo scambio di insulti che spesso ne consegue, paragonabile a una "rissa virtuale".[senza fonte]

• Il flaming è contrario alla netiquette, ed è uno degli strumenti utilizzati dai troll per attirare l'attenzione su di sé e disturbare l'interazione del gruppo.

• Come gran parte del gergo di Internet, il termine "flame" si diffuse inizialmente nella comunità di Usenet (e ancora prima probabilmente venne usato nelle reti WWIVnet e FidoNet). Il termine sembra essere stato inizialmente mediato dal mondo dei fumetti Marvel. Flame On è infatti l'urlo di battaglia della Torcia Umana dei Fantastici Quattro quando si incendia. Un flame può avere elementi di un messaggio normale, ma si distingue per il suo intento: non è generalmente concepito per essere costruttivo, o per chiarire meglio una discussione, o persuadere le altre persone, ma solo per provocare la loro reazione. Il flaming è l'espressione di uno stato di aggressività mentre si interagisce con altri utenti di Internet. La Rete aumenta la possibilità di fraintendimenti nella comunicazione tra le persone rispetto alle situazioni faccia a faccia, ma incrementa enormemente anche la possibilità di inserirsi in nuove situazioni ed ambienti, in cui ogni utente tende a ritagliarsi un proprio spazio. Cont.flame

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Cont.flame• Frequentando una chat o un forum, nel tempo l'attaccamento

dell'utente al proprio spazio diviene sempre maggiore; spesso l'utente cerca di intensificare la propria presenza nell'ambiente, postando più messaggi (in un forum) o chattando per ore (in una chat room). Ne consegue che per alcuni individui il fatto stesso di trovarsi in quel luogo diventa un vero e proprio bisogno. Quando un altro utente o una situazione particolare mette in discussione lo status acquisito dall'utente, questo si sente minacciato personalmente.

• La reazione è aggressiva, e a seconda dei casi l'utente decide di abbandonare lo spazio definitivamente (qualora abbia uno spazio alternativo dove poter andare), oppure attua il flaming (qualora ritenga necessario rimanere nel "suo territorio" dove si è faticosamente creato uno status).

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INTERNET• Internet è una rete mondiale di reti di computer ad accesso pubblico,

attualmente rappresentante il principale mezzo di comunicazione di massa, che offre all'utente una vasta serie di contenuti potenzialmente informativi e servizi. Si tratta di un'interconnessione globale tra reti informatiche di natura ed estensione diversa, resa possibile da una suite di protocolli di rete comune chiamata "TCP/IP" dal nome dei due protocolli principali, il TCP e l'IP, che costituiscono la "lingua" comune con cui i computer connessi ad Internet (gli host) sono interconnessi e comunicano tra loro indipendentemente dalla loro architettura hardware e software, garantendo l'interoperabilità tra sistemi e sottoreti fisiche diverse. L'avvento e la diffusione di Internet e dei suoi servizi hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione tecnologica e sociologica dagli inizi degli anni 90 (assieme ad altre invenzioni quali i telefoni cellulari e il GPS) nonché uno dei motori dello sviluppo economico mondiale nell'ambito dell'Information and Communication Technology (ICT) e oltre.e alcuni ragazzi lo usano per atti di bullismo.