Istituto Comprensivo di Travesio · questo terremoto? Che cos’è un terremoto? È stato sp...

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Istituto Comprensivo di Travesio A. S. 2015 - 2016 La voce della scuola n.3 SOMMARIO Primaria Travesio 6 maggio 2016… a 40 anni dal terremoto pag. 2 Un laboratorio con Christian: costruiamo un aquilone pag. 7 Il tempo delle mie parole lungo un anno pag. 15 Primaria Pinzano al T. Visita alla “Fire and safety school pag. 23 I miti spiegano il terremoto pag. 25

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Istituto Comprensivo di Travesio

A. S. 2015 - 2016

La voce della scuola

n.3

SOMMARIO

Primaria Travesio

6 maggio 2016… a 40 anni dal terremoto pag. 2

Un laboratorio con Christian: costruiamo

un aquilone pag. 7

Il tempo delle mie parole lungo un anno pag. 15

Primaria Pinzano al T.

Visita alla “Fire and safety school” pag. 23

I miti spiegano il terremoto pag. 25

2

6 MAGGIO 2016… A 40 ANNI DAL TERREMOTO

Classi quarte A-B

Un intervento in collaborazione con Sandy Smareglia per raccontare ai più piccoli cosa successe quella notte del lontano 1976. Si inizia con la visione del filmato realizzato dai bambini della Primaria di Pinzano e dell’Infanzia di Valeriano.

Per prima cosa gli alunni preparano le tante domande e curiosità….

----------------------------SCUOLA PRIMARIA di TRAVESIO ----------------------

3

Quante persone hanno dovuto provare il dolore causato dalla perdita dei propri cari?

Come sono avvenuti i soccorsi?

In quanto tempo hanno ricostruito le case?

Perché si ricorda questo terremoto?

Che cos’è un terremoto?

È stato spaventoso?

È morta tanta gente?

Quante persone sono state ferite?

Che cosa può avere causato il terremoto?

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I bambini hanno potuto ascoltare registrazioni dell’epoca, vedere filmati e ricostruzioni al computer, assistere ai racconti delle maestre che quella notte erano presenti e hanno vissuto quei terribili momenti.

Mi ha colpito il racconto della maestra Elena: lei era da sola in cucina e ad un certo punto ha sentito la scossa il 6 maggio del 1976 ed è andata via la luce, i genitori erano in stalla e stavano cercando l’interruttore: non lo sentivano perché… le pareti e loro si muovevano molto!

Sofia

Sono rimasta colpita dal racconto della maestra: dopo il terremoto ha dormito in un vagone ferroviario messo a disposizione dalle Ferrovie dello stato per permettere alle famiglie di avere un riparo . Silvia

Mi ha colpito la storia della maestra Elena perché è stato un segno che non se ne andrà mai.

Lara

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E le riflessioni sono state molte…

Quando è successo il terremoto la gente doveva allontanarsi verso le zone aperte per essere sicuri. Sono cambiate molte cose, ad esempio la mia casa aveva tre piani, ora solo uno. La chiesa di Venzone ora ha particolari più nuovi e meno antichi. La chiesetta a Travesio ha subito dei cambiamenti e non è esattamente come prima.

Arianna

Il numero di morti è stato altissimo. Ho anche pensato che molti genitori possono aver perduto i loro figli e viceversa. Mi ha colpito poter ascoltare la registrazione del terremoto fatta dal ragazzino e aver saputo quante case sono crollate.

Edoardo

La cosa che mi ha colpito di più è tutta quella gente che è venuta in Friuli ad aiutare la gente che aveva bisogno di ricostruire tutte le case distrutte. Ascoltare la registrazione della scossa mi ha messo un po’ di paura.

Filippo

Ho provato la tristezza della gente: che ha costruito le case ed il terremoto le ha distrutte quasi tutte.

Thomas

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Il terremoto non ha ucciso la speranza e la voglia di rinascere.

Il popolo friulano ha scoperto il senso profondo di fraternità e solidarietà,

simpri pront a dâ une man!

Dagli Alpini, militari e dalle altre regioni: tutti aiutavano a togliere i cadaveri da sotto le macerie delle case!!

Giacomo

Mi è rimasto impresso il numero di case crollate, ristrutturate e da riparare. Tantissime case danneggiate e da demolire. Veronica

Le tendopoli e i prefabbricati hanno attirato la mia attenzione perché se dovesse succedere a me non mi sentirei a casa.

Irene

Mi ha colpito la gente che ha aiutato tutte le persone.

Serena

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Un laborator io con Chr ist ian:

costru iamo un aqui lone

A n n o s c o l a s t i c o 2 0 1 5 – 2 0 1 6

C l a s s i I I I A - I I I B

S c u o l a P r i m a r i a “ D . C e r n a z a i ” d i T r a v e s i o

“Un'esperienza da non dimenticare”

Era lunedì mattina, sono entrata in classe e ho trovato una persona nuova: era Christian. Christian ha lavorato con noi fino a ricreazione, abbiamo fatto merenda e siamo usciti a giocare. Al rientro siamo stati divisi in due gruppi e siamo saliti in aula insegnanti; la maestra ci ha dato un foglio e noi ci siamo attaccati i fogli sulla schiena. Scrivevamo parole gentili ai nostri compagni. I pennarell i erano di tutti colori, le parole erano di tutti i colori. Anche i fogli erano diventati di tutti i colori. Quando ci siamo tolti i fogli, ho visto che c'erano scritte parole gentil i su di me. Il giorno dopo, Christian ci ha consegnato dei cartell ini colorati e ci ha dato dei pennarelli neri per scrivere i complimenti che avevamo sul nostro foglio. Poi abbiamo scritto su dei pezzi di cartoncino altre parole gentil i. Una mattina, era appena suonata la campanella, siamo saliti in aula insegnanti con Christian e la maestra Dina. Sul tavolo c'erano un grande aquilone di stoffa, tanti cartell ini colorati e lunghe catene con le parole gentil i. Abbiamo incollato i cartellini e le catene colorate sull'aquilone. Quando abbiamo finito l'aquilone era molto bello, avevo il sorriso e il volto luminoso. Mi è piaciuto molto realizzare questo aquilone. Eravamo in 3aA, era l'ultimo giorno con Christian. In classe, c'erano tanti bambini, c'erano le maestre e c'era anche una grande scatola sulla cattedra. C'erano quattro bambine di 3aB che ci hanno donato una grande scatola ricoperta di carta marrone. Quattro bambine della 3aA hanno aperto lo scatolone e hanno trovato un aquilone. Lo hanno preso e lo hanno alzato poi hanno visto una catena di cartoncino: era lunga la catena e c'erano anche le istruzioni per montarla. I bambini hanno attaccato la catena all'aquilone. L'aquilone aveva un mucchio di parole, era a righe, colorato, aveva anche il f iore blu. Alla fine l'abbiamo salutato e lui ci ha detto: - Ciao, bambini, statemi bene!

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Pensieri liberi di volare …

Abbiamo costruito un aquilone, che abbiamo donato ai

compagni dell'altra classe …

• per stare insieme; possiamo usarlo per tenerci uniti l 'uno con l 'altro

perché noi siamo un gruppo di bambini tutti fel ici (Lucrezia)

• serve per ricordarsi del le persone che te l 'hanno donato (Kayla)

• per stare bene (Daniel)

• come Gnesute ha legato le case, così noi abbiamo legato l 'amicizia

(Mirco)

• ci si diverte (Mel issa)

• è stato donato al l 'altra classe (Franziska)

• serve a farmi tenere calmo perché tutte quel le parole genti l i mi fanno

stare bene (Andrea)

• per essere amici degl i altri (Anass)

• serve per capire che siamo uniti da un forte legame, l 'amicizia

(Alessandro)

• serve a renderci fel ici (Nicolas)

• per star bene tutti assieme (Davide)

• vuol dire che siamo amici (Mati lde)

• per dire che vogl iamo bene agl i altri e gl i altri vogl iono bene a noi (Sara)

• serve a legare la nostra amicizia (Tommaso)

• è un bel regalo, mi ha permesso di arricchire la val igia (Luca)

• parla del tema di quest 'anno (Nasiro)

• serve per fare amicizia con la 3aB (Letiza)

• per donare ai bambini di 3aB perché sono genti l i (Agyarato)

• è per ricordare i compagni (Noemy)

Penso all'aquilone …

• vorrei farlo volare anche se non può (Lucrezia)

• vorrei aver fatto un aqui lone tutta da sola e donarlo a qualcuno (Kayla)

• fa venire in mente la storia di Gnesute (Daniel)

• vola sotto lo stesso cielo (Mirco)

• mi fa venire in mente la vogl ia di volare (Mel issa)

• ci aiuta a stare bene (Franziska)

• vorrei farlo volare (Andrea)

• mi ha fatto conoscere persone nuove (Anass)

• io vorrei tenerlo in classe fino in quinta (Alessandro)

• fa venire in mente l 'amicizia tra noi (Nicolas)

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• fa pensare di stare uniti come nel la storia di Gnesute (Davide)

• penso a “Sotto lo stesso cielo” (Mati lde)

• la storia ci insegna che la col laborazione è una grande amica (Sara)

• per real izzarlo ci voleva i l lavoro di squadra (Tommaso)

• mi fa venire in mente i l cielo azzurro puro (Luca)

• è bel lo e con tanti colori diversi (Nasiro)

• sembrava i l cielo colorato di mil le colori (Letizia)

• è come l 'aqui lone di Gnesute (Agyarato)

• giocherei sempre con l 'aqui lone, lo farei volare, lo abbraccerei (Noemy)

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“Un'esperienza da non dimenticare”

Era un lunedì come tutti gli altri. Sono entrata in classe, c'era un ragazzo seduto su una sedia e io ho pensato: <<Strano, chi è?>> Mi sono ricordata che la settimana precedente le maestre ci avevano detto che sarebbe arrivato un ragazzo di nome Christian e che avrebbe realizzato assieme a noi un aquilone. Dopo la ricreazione siamo saliti in aula insegnanti e abbiamo fatto un gioco: Christian ci ha dato un foglio bianco e sopra abbiamo scritto il nostro nome e abbiamo attaccato il foglio dietro la schiena. Christian ci ha detto di girare per l'aula così ci siamo scritti parole gentil i, tipo bella, buffo, dolce, … Non vedevo l'ora di leggere le parole scritte sul foglio. Quando l'ho girato, ho visto il foglio pieno di parole gentili! Il giorno dopo siamo tornati in aula insegnanti e abbiamo preparato il materiale per fare l'aquilone. Abbiamo fatto lo scheletro dell'aquilone con il bambù; per le catene abbiamo usato della carta colorata e i bigliettini li abbiamo fatti di carta verde, rossa, blu, viola, gialla e di altri colori. Qualche giorno dopo, al rientro dall' intervallo, ci siamo divisi in due gruppi: acqua e aria; io facevo parte dell'acqua e insieme ai miei compagni sono salita in aula insegnanti. Lì c'erano delle catene viola, arancioni, blu, azzurre e verdi e dei bigliettini di colore giallo, giallo chiaro, arancione, blu, rosso, rosa, rosa chiaro, azzurro, viola, verde scuro e verde chiaro; c'era Christian che ci ha detto di andare a sederci. Ci ha fatto scrivere sui bigliettini delle parole positive che ci avevano scritto i nostri compagni sul foglio che ci eravamo appiccicati dietro la schiena, per esempio simpaticissima, divertente, tranquilla, solare, … Alcuni di noi hanno tagliato la scritta 3aA e l'hanno firmata, intanto altri bambini incollavano i bigliettini su cui avevamo scritto le parole positive. Abbiamo salutato Christian e siamo andati via. Venerdì pomeriggio era l'ultimo giorno che Christian restava a scuola. Dopo mangiato, siamo andati in classe 3aA. C'era un attimo di silenzio così ho notato che c'era uno scatolone di colore marroncino sulla cattedra. Le maestre hanno chiamato alcune bambine che dovevano aprire il regalo. Dallo scatolone è uscito un aquilone colorato. Io ho pensato: <<Ci hanno fatto un regalo!>> Quell'aquilone era pieno di parole positive: al centro c'era scritto 3aB, c'erano tantissime catene intorno all'aquilone. Le maestre scattavano foto. C'era un fiore attaccato al centro; l'aquilone era di tanti colori. Alla fine Christian ci ha salutati, anche noi abbiamo salutato Christian, l'abbiamo ringraziato e tutti abbiamo detto: - Arrivederci!

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Parole fra le nuvole Abbiamo costruito un aquilone, che abbiamo donato ai compagni dell'altra classe ...

• perché siamo come una catena, tutti uniti (El isa)

• per fare una specie di riconci l iazione fra le due classi, t ipo una

condivisione, come segno di pace e di amicizia (Giacomo)

• perché volevamo dimostrare che vogl iamo bene ai nostri compagni così

quando lo guardano pensano a noi (Ilenia)

• per essere l iberi e per lasciarci andare, per condividere l 'esperienza con

tutta la classe e le maestre (Elena S.)

• per lavorare assieme senza l i tigare (Maja)

• per far vedere che siamo una squadra (Ginevra)

• per stare bene (Anna - Alessia)

• fa star bene le persone con quel le bel l issime parole, t ipo aiutarsi, star

bene, bene, ti vogl io bene, … (Kristabel)

• perché ha tanti colori e parole che mi hanno fatto star bene (Valentina)

• perché vuol dire pace, simpatia, genti le, fel ice (Fabio)

• come ricordo del la 3aA (Valentino)

• per sentirsi megl io e per decorare l 'aula (Jasmine)

• perché i l tema di quest 'anno è “Sotto lo stesso cielo” (Manuel)

• perché è un dono al legro con i colori dell 'arcobaleno (Lisa)

• perché ha un significato, cioè che ci vogl iamo bene (Maikol)

• perché l 'unione fa la forza (Elena C.)

• per fare un dono d'amicizia (Edoardo)

• per tenerci insieme e insieme formiamo una grande squadra (Emil ia)

Penso all'aquilone ...

• quando sono triste perché guardandolo m ricordo che tante persone m

vogl iono bene e mi torna i l sorriso (El isa)

• mi fa venire in mente un gesto d'amore, una stretta di mano, un patto

(Giacomo)

• mi serve per ricordare l 'esperienza e per sorridere (Ilenia)

• fa venire in mente un pensiero bel lo (Elena S.)

• m fa venire in mente: l ibertà, gioia, arcobaleno, pace, stare insieme, …

(Maja)

• mi fa venire in mente la squadra che vola (Ginevra - Alessia)

• mi fa venire in mente la squadra che cammina per mano (Anna)

• mi ricorda tanti bambini messi assieme che formano l 'aqui lone (Kristabel)

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• vorrei fare tante cose bel le sopra l 'aqui lone (Valentina)

• la parola scritta che mi è piaciuta è stata amicizia (Fabio)

• a me viene in mente di far volare l 'aqui lone (Valentino)

• fa venire in mente parole come dolcezza, tenerezza, amicizia (Jasmine)

• se ne costruissi uno, lo farei volare in cielo e i l cielo sarebbe più colorato

(Manuel)

• i l mio cuore batteva forte forte per le bel le parole che mi stavano

attorno: solare, lunare, ti vogl io bene, disponibi le, dolce, bel la, … (Lisa)

• lo possiamo far volare nel cielo azzurro (Maikol)

• la sua forma mi ricorda i l cuore (Elena C.)

• fa venire in mente un uccel l ino che vola nel cielo (Edoardo)

• vorrei donarlo a tutt i quanti (Emil ia)

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Il tempo delle mie parole lungo un anno N e “ I l t e m p o d e l l e m i e pa r o l e ” … u n m o n d o d a s c o pr i r e t r a l e p a r o l e s c r i t t e d a i b am b in i , i n c o mp l e t a au t on o mi a , s o t t o l a d a t a p r i m a d i c o m in c i a r e l ’ a t t i v i t à g i o r n a l i e r a , s u t e m i i n d i c a t i d a l l ’ i n s e gn an t e o s u a r go m e n t i l e g a t i a e s p e r i e n z e p e r s o n a l i . È u n m o do d i v e r s o p e r a s c o l t a r e i l p e n s ie r o d e i p i ù p i c c o l i , p e r s v i l u p p ar e i l l e s s i c o , p e r a l l e n a r l i a s c r i v e r e , pe r c a p i r e c o n m e t o do l o g ie d i v e r s e qu e l l o c h e s i pu ò t r o v a r e n e l l a l o r o v a l i g i a … Gl i a r t i co l i

C i a o , o r a v i d i c o t u t t i g l i a r t i c o l i : i l , l o , l a , l ' , i g l i , l e ,

un , uno , una e un ' . C i s ono due t i p i d i a r t i c o l i : g l i a r t i c o l i

i n de t e rm ina t i v i e g l i a r t i c o l i d e t e rm ina t i v i . Sape te co sa

s ono g l i a r t i c o l i ? G l i a r t i c o l i s o no de l l e p i c co l e pa r o l e c he s i

me t t ono davan t i a un nome . G l i a r t i c o l i s e r vono a f a r

c ap i r e se è una c o sa qua l unque o p r op r i o que l l ' o gge t t o .

G l i a r t i c o l i s o no pa ro l e c he s i me t t ono davan t i a i n om i

pe r s p i e ga re i l n ome che s egue . C i s ono a r t i c o l i

d e t e rm ina t i v i e i n de te rm ina t i v i . P o s sono e s s e r e masch i l i o

f emmin i l i , p l u r a l i o s i ngo l a r i .

G l i a r t i c o l i de te rm ina t i v i s ono : i l , l o , l a , l ' , i , g l i e l e e

s p i e gano qua l c o sa i n pa r t i c o l a r e , pe r e semp i o l a ma t i t a

g i a l l a e v e r de d i Ma t t i a ; i n ve ce g l i a r t i c o l i i n de t e rm ina t i v i

s ono : un , uno , una e d un ' . G l i a r t i c o l i mas ch i l i s ono : i l , l o

l ' , i g l i , un ; i f emmin i l i s o no : l a , l e , una e d un ' .

G l i a r t i c o l i s i ngo l a r i s ono : i l , l o , l a , l ' , un , uno , una e d un ' ;

i p l u r a l i s o no : i , g l i e l e .

Una vo l t a i n con t r a i i n o s t r i am i c i a r t i c o l i . P r ima t r o va i

i l , i l g i o r no dopo ho v i s t o l o e l a , i d ue geme l l i , ma i l l o r o

c ug i no l ’ p i a ngeva pe r ché aveva pe r s o s uo f r a t e l l o “o ” e

sua so r e l l a “a ” ; p e r ò a veva no t a t o una co sa c u r va a c c an to

a s è , a l l o r a d i s s e :

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- Ques t o s a r à i l s e gno che c h i ame rò apos t r o f o , r i c o r de r à

i l m i o f r a t e l l i no e l a ma s o r e l l i n a .

Una se t t imana dopo i n con t r a i un e uno e l e l o r o so r e l l e

un ’ e una .

T u t t i que s t i s i d i v i s e r o i n due g r upp i : masch i l i e f emmin i l i .

N e l g r uppo masch i l e s i i n t r u f o l a r ono i l , l o , un , uno , i g l i e

ne l f emmin i l e s i m i s e r o l a , un ’ una , l e .

Dopo s i d i v i s e r o i n a l t r i due g r upp i : de te rm ina t i v i e

i n de t e rm ina t i v i . N e l g r uppo de t e rm ina t i v i s i s i s t emar ono g l i

a r t i c o l i i l l o , l a , l ’ , i , g l i , l e e ne l g r uppo i n de t e rm ina t i v i

t r o va rono pos to un , uno , un ’ , una . Po i f e c e r o a l t r i due

g r upp i : s i ngo l a r i e p l u r a l i . Ne i s i ngo l a r i c ’ e r ano : i l , l o , l a ,

l ’ , un , un ’ , uno , una . I p l u r a l i e r ano : i , g l i , l e e g l i a r t i c o l i

p a r t i t i v i .

S c i – Sc e – Sc ie

Vog l i o s c i a r e

v og l i o e s s e r e uno s c i e nz i a to ne l f u t u r o

f a r e i una s cena o una s c i a ne l b o s co , c he d i ve r t e n te !

L e pa r o l e con s c i - s c e - s c i e s o no ve ramen te be l l e

a l l e pa ro l e c on s c i e s i de ve f a r e a t t en z i o ne .

Un g i o r no anda i d a l l o s c i e nz i a t o P ao l i n o c he m i d i s s e :

- Qu i v i c i no s go rga un r u s ce l l o p i e no d i pes c i .

N e l l abo r a to r i o l o s c i e nz i a to mo l t o c o sc i e nz i o s o m i f e ce

v ede re t an t i t i p i d i pe s c i .

P o i a nda i ne l pa r co e co r s i s ub i t o ve r so l o s c i v o l o , ma

l ’ e r ba e r a bagna t a e s c i vo l a i .

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I o e l o s c i e nz i a t o c i i n c amminammo pe r r agg i unge re l a

“ F e s t a deg l i s c i o c ch i ” . T u t t i e r ano ve s t i t i i n modo s t r ano :

c h i d a s ce r i f f o , c h i d a co s c i e nz i o s o , c h i d a as censo re , c h i

pu z z ava c ome l e a sce l l e .

I l g i o rno s eguen t e andammo a uno z oo , vedemmo i l

pe s ce s pada , l a s c imm ia e l o s c imm ione .

A l l o r a po sso d i r e c he è s t a t a una be l l a a vven tu r a da

“ s c i , s ce , s c i e ” .

A c h e c o s a s e r v e i l l av o r o d i o g g i s u l l ' i n t r o d u z i o n e e s u l l a

c o n c lu s io n e ?

I l l a vo ro d i o gg i s u l l ' i n t r o duz i o ne e s u l l a c on c l u s i o ne se r ve

a f a r c i impa ra r e a s c r i ve r e un ' i n t r o duz i o ne c he c a t t u r i

l ' a t t e nz i o ne de l pubb l i c o e una c on c l u s i o ne c he l a s c i i l

p ubb l i c o a bo cca ape r ta ; ma s e r ve sop ra t tu t t o a cap i r e d i

c he i n t r o duz i one o con c l u s i one s i t r a t t i e a r e nde r e i l t e s t o

p i ù be l l o .

L a C o n f e s s io n e

I e r i h o p i an t o t an t o pe r ché m i s ono sen t i t a g r ande ;

m i o papà m i d i c e va : - Tu t t i d i v en t i amo g r and i ! M i è

p i a c i u t o t an to , s ono f e l i c e !

L a m i a P r ima Con fe s s i o ne è s t a t a un po ' emoz io nan te :

p r o vavo f e l i c i t à , p au r a … Po i quando s ono s a l i t a s u l l ' a l t a r e

m i s ono sen t i t a a m i o ag i o pe r ché sapevo che que l l o c he

a vevo de t to a l s a c e r do t e non l ' a v r e bbe ma i r a c con t a to a

ne s suno .

Ho un po ' d i p au ra pe r domen i c a pe r ché ho l a

Con fe s s i o ne , ma s ono an che f e l i c e pe r ché po s so d i r e a Don

Gab r i e l e i m ie i p e c ca t i .

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D o p o l a v i s i o n e d e l f i l m do c u m e n t a r io “ V a do a s c u o l a”

C ’e r a un bamb ino c he p r endeva l ’ a c qua e pe r me non e r a

be l l o c he anda s se da so l o . P o i c ’ e r ano due bamb in i che

andavano c o l c a va l l o e m i è p i a c i u t o pe r ché sono anda t i

i n s i eme .

Que i b amb in i f a nno f a t i c a pe r a r r i va r e a s cuo l a pe r

impa r a re ; s i a i u t a vano , r i de vano , s c he r z avano e g i o c avano .

P e r l o r o anda re a s cuo l a è vog l i a d i f a r e . An che se i p i ed i

f a c evano ma l e l o r o non s i f e rmavano ma i . Ques t i b amb in i

s udano !

No i a bb i amo be l l e ca se e l o r o hanno capanne e c a se d i

ma t t one e v anno a s cuo l a a p i e d i . Non hanno de i b anch i

b en c o s t r u i t i c ome i n o s t r i . Sono f e l i c i l o s t e s so an che se

hanno po co .

L o ro mang i ano que l l o c he c ' è e non s i l amen tano , no i s ì .

L o r o s i a i u t ano , no i n o . No i s i amo f o r t una t i s s im i pe r ché

po s s i amo anda r e a s cuo l a .

P e r l o r o a r r i va r e a s cuo l a è un t r agua r do , è vog l i a d i f a r e ,

d i a r r i va r e . Non m i p i a c e c he l o r o f a nno f a t i c a e no i i n ve ce

abb i amo l e mac ch i ne , l e b i c i c l e t t e ; no i a bb i amo que l l o c he

l o r o non hanno . I l 3 magg i o 2016 i l m io c uo re e r a az z u r r o e

dopo è d i ven t a t o g r i g i o pe r ché l o r o f a nno f a t i c a .

A i u t a vano i gen i t o r i a f a r l a vo r i c ome l a va re i p ann i ,

p r e nde re l ' a c qua c on bo t t i g l i e , p r e pa ra r e l a c a r bona i a , i o

no !

Samue l e r a d i sab i l e ma i s uo i f r a t e l l i s i s o no f a t t i c o r agg i o

e l o hanno s p in t o f i no a s cuo l a . L o ro sono a r r i va t i a s c uo l a

e hanno de t t o : - S i amo a r r i v a t i , s i amo a r r i v a t i ,

f un z i o n i amo come una s quad ra !

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I com p i t i a casa

Se condo me i c omp i t i p e r ca sa s ono u t i l i pe r ché c i a i u t ano

ad a r r i c c h i r e l a v a l i g i a e a cap i r e meg l i o l e i n f o rmaz i o n i .

P e r s vo l ge r e i c omp i t i s e r ve un amb i en te t r anqu i l l o ,

s i l e nz i o so e i l ma t e r i a l e ada t to : una penna o una ma t i t a , l a

gomma , i l t empe r i no , i c o l o r i … n i e n t ' a l t r o a l t r imen t i c i

“ s con cen t r i amo” .

I c omp i t i non sono un dove re , s ono un p i a c e r e . Quando c i

d anno i c omp i t i a c a s a , no i c i l amen t i amo ma s e om in c i amo

a f a r l i c i v i e ne vog l i a d i l a vo ra r e .

C i ò c he non m i pe rme t te d i f a r e i c omp i t i è l a pau ra d i

s bag l i a r e .

I o f a c c i o sempr e i c omp i t i , an che se s bag l i o non impo r ta ;

l a c o sa p i ù impo r t an t e è a ve re l a vog l i a d i f a r e i c omp i t i

p e r ché se non c e l ’ a bb i amo non s i po s sono f a r e i c omp i t i .

C i ò c he non m i pe rme t te d i s vo l ge r e i c omp i t i è i l b a c c ano

d i m i a s o r e l l a .

I o non vog l i o f a r e comp i t i quando c ’ è qua l co sa c he m i

p i a c e f uo r i d a l l a s c uo l a .

A l c un i c omp i t i s o no d i f f i c i l i : c i s o no pa r o l e che non s i

c ap i s c ono , può e s se r e d i f f i c i l e c e r c a r e l e pa r o l e ne l

d i z i o na r i o e f a r e l e a dd i z i o n i .

P e r me i c omp i t i n on se r vono a n i e n te . I o non r i e s co a

s vo l ge r e i c omp i t i p e r ché non ho vog l i a d i f a r e . Ma ne l l e

u l t ime se t t imane avevo t an ta vog l i a d i f a r e .

20

I n p r ima a l z a vo i mur i p e r ché non vo l evo f a r e i c omp i t i ,

v o l e vo anda r e a g i o c a r e con l a p i s t o l a ad a cqua .

D i s o l i t o f a c c i o i c omp i t i i l v ene r d ì o ppu re i l s aba t o , p e rò

non l i f a c c i o ma i l a domen i ca . I o ho f a t t o semp r e i c omp i t i

p e r ché se non l i f a c c i o sono i n an s i a .

I c omp i t i s o no s emp l i c i s e vuo i a r r i v a r e a l l a c ima de l l a

mon tagna , ma s e d i c i c he s ono d i f f i c i l i v uo l d i r e che non l i

v uo i f a r e .

Qua l c he vo l t a non f a c c i o i c omp i t i p e r ché m i d imen t i co

qua l c he l i b r o oppu re pe r ché m i d imen t i co d i f a r l i .

I l l a vo ro pe r ca sa se r ve a vede re s e no i a bb i amo cap i t o

c ome s i de ve f a r e , ma s e r ve an che a impa r a r e meg l i o l e

c o se .

Se qua l c uno è s t u f o d i f a r e i c omp i t i c i s o no t an t i r imed i :

anda re a s cuo l a s enza comp i t i , s o spende re e r i p r e nde r e a

f a r e i c omp i t i p i ù t a r d i .

Se condo me i c omp i t i p e r ca sa s ono u t i l i pe r ché ne l f i ne

s e t t imana non c ’ è s c uo l a , qu ind i l a t e s ta pe r de

i n f o rmaz i o n i , pe rò c i s ono i c omp i t i c he i o ch i amo

“Sa l v a i n f o rmaz i o n i ” .

I b amb in i c he non f anno i c omp i t i c r e dono d i imb r og l i a r e

l ’ i n s egnan t e , ma i n v e r i t à imbr og l i a no so l o l o r o s te s s i

p e r ché i n que l l a pag i na a s segna t a pe r c a sa può e s se r c i

qua l c he c o sa che f a c ap i r e meg l i o .

Qua l c he vo l t a m i c ap i t a d i a l z a r e un muro con l a mamma

pe r ché non vog l i o f a r e i c omp i t i , ma l e i d i c e “ Fa l l i ” pe r ché

l e mae s t r e l o f a nno pe r i l t u o bene . Ce r t e vo l t e s bag l i o i l

21

l a v o r o pe r ca sa pe r ché non m i c on cen t r o o ppu r e pe r ché non

ho vog l i a .

C e r te vo l t e a l z o i mur i c on l a mamma e con i l p apà pe r ché

i n ve ce d i f a r e i c omp i t i g i o c o c on i l c ompu te r e con a l t r e

c o se .

A vo l t e non s vo l g i amo adegua t amen te i l l a vo ro pe r ché

pens i amo a que l l o c he dobb i amo f a r e dopo .

No i c he s i amo f o r t una t i pe r ché po s s i amo anda re a s cuo l a

d i c i amo che è no i o so , a l t r i b amb in i c he non po s sono

pe rme t te r s i d i a nda re a s cuo l a d i c ono che ch i può anda r c i è

f o r t una t o e hanno r ag i o ne !

A t ema l i b ero . . .

Ogg i sono c on ten t a pe r ché i m i e i gen i t o r i m i hanno de t to

c he m i vog l i o no bene .

È p r imave r a e c ' è un be l s o l e !

È p r imave r a : i p e t a l i c adono g i ù dag l i a l b e r i e o gn i f i o r e è

un f r u t t o c he a r r i va !

Domen i c a s ono anda t o a pe s ca re a P r ada l don c on m io papà .

I o ho p r e so due t r o te Fa r i o e m i o papà s o l o una t r o t a .

Ogg i è un be l g i o r no pe r impa r a r e t an t e c o s e , s c r i ve r e ,

l e gge re e a s c o l t a r e !

Ogg i p i o ve , vo r r e i c he dopo u s c i s s e ro i l s o l e e l e nuvo l e

b i an che .

È p r imave r a con t an t i f o r i c o l o r a t i , c o n deg l i a l b e r i

s t upend i e d e rbe p r o f uma te .

I e r i h o f a t t o l a s pe sa con m i a mamma; abb i amo compra t o :

i l p ane , i b i s c o t t i , l a c a r t a i g i e n i c a , i l l a t t e …

22

Vog l i o bene a tu t t e l e mae s t r e !

Ogg i m i sen t o f e l i c e pe r ché ho un ga t t i n o nuovo .

I e r i e r o f e l i c e pe r ché m i hanno compra t o l e s c a r pe .

I e r i i l c i e l o e r a a z z u r r o , non c ' e r ano nuvo l e .

L a mamma s t a un po ' b ene , s i a l z a qua l c he vo l t a .

A me p i a c e g i o c a r e a c a l c i o pe r ché m i d i ve r t e e m i f a

s f o ga re .

A me p i a c e v en i r e a s cuo l a pe r ché t r o vo g l i am i c i .

Ogg i vog l i o f a r e t an te co se .

Senz a i t a l i a no non s i s t a pe r ché l ’ i t a l i a no m i f a sen t i r e

bene .

I e r i i o e i l papà abb i amo c amb i a t o l ' o l i o a tu t t i i t r a t t o r i .

Ogg i sono c on ten t o pe r ché ho do rm i t o bene .

Ogg i sono f e l i c e pe r ché c ' è t ea t r o , g i nna s t i c a e p a l l a v o l o .

Ques t a se t t imana è p i e na d i impegn i .

Ogg i a C l auz e t to v i e ne l a ne ve . E vv i v a !

I l s o l e ba t t e f o r t e s u l f i o r t u r c h i no

l e a p i f a nno i l n i d o

l e r o nd i n i vo l ano s u e g i ù pe r i l c i e l o

e b amb in i g i o cano t r a i ve r d i p r a t i

e b i a n ch i d i ma r ghe r i t i ne .

Ogg i è vene r d ì e m i sono mes so i p an t a l o n i c o r t i .

I o o gg i sono t r anqu i l l o e c a lmo pe r f a r e un buon l a vo ro .

Ques t o g i o ved ì a nd rò con l a m i a c l a s se a P r ad i s .

Io dopo a r i c r ea z i o ne vog l i o r i p a s s a r e l e mos se d i k a r a t e

c o s ì i l g i o r no de l l ' e s ame l e so t u t t e .

Ogg i c ' è v en to e f r a due g i o r n i a nd i amo i n g i t a a P r ad i s ; i o

v og l i o po r t a r e un r i c o r do a l l a nonna .

23

Visita alla “Fire and safety school”

Venerdì 29 gennaio 2016, noi bambini della scuola

di Pinzano siamo andati a Cervignano per

visitare la scuola che insegna comportamenti

corretti in caso d’incendio e di terremoto.

Appena arrivati abbiamo incontrato tre istruttori:

Maurizio, Roberto e Francesco. Al nostro gruppo è

stato assegnato il signor Maurizio, che ci ha

prontamente accompagnato nella sala video, dove

abbiamo fatto una breve merenda.

Immediatamente ci ha illustrato il programma della giornata e ci ha guidato fino al campo campo campo campo

di addestramento esternodi addestramento esternodi addestramento esternodi addestramento esterno. Lì ha cominciato la sua lezione, spiegandoci in quale modo

possono essere innescati gli incendi e quali sono i comportamenti corretti da adottare per

prevenirli e i mezzi da usare per spegnerli.

Lui ci ha detto che ogni tipo di ESTINTORE può spegnere un tipo

diverso d’incendio, in quanto, se si vuole spegnere un incendio con

un estintore non adeguato, il fuoco non si spegne, anzi finge di

spegnersi, ma poi torna più vigoroso di prima. Subito dopo ci ha fatto

assistere allo spegnimento di un fuoco vero. A noi è piaciuto molto!

Poi ci ha dimostrato che se non si punta l’estintore e l’autopompa

alla base delle fiamme, il fuoco non si spegne e si rischia di

consumare tutto il contenuto dell’estintore.

Maurizio ha spiegato di non togliere mai la chiave di sicurezza

dall’estintore, ma solo in caso di necessità. Ci ha detto anche che i

vigili del fuoco, prima di entrare in azione, devono indossare un

equipaggiamento speciale, composto da: un passamontagna, un

casco protettivo, un giaccone e i pantaloni ignifughi, i guanti

protettivi, che se si tocca il fuoco non ci si brucia, gli scarponi molto

resistenti, rinforzati con il ferro

nella parte anteriore.

Prima di finire la lezione ci ha gentilmente donato delle

chiavi di sicurezza di alcuni estintori dismessi.

A quel punto, noi ci siamo recati nella “stanza del

fumo” dove ci attendeva il vigile Roberto. Egli, appena

ci ha visto arrivare, ha azionato il fumo; qualcuno di noi

pensava che fosse tossico, ma l’istruttore ci ha

rassicurato dicendo che era profumato. Noi l’abbiamo

annusato ed era veramente profumato!

----------------------------SCUOLA PRIMARIA di PINZANO al TAGL.TO ----------------------

24

Roberto ci ha spiegato che le “gabbie” di ferro presenti nella stanza servivano alle

persone adulte per allenarsi e prepararsi al meglio per affrontare le difficoltà che ci

possono essere durante un salvataggio. Il vigile ci ha portato una specie di torcia che

“vede” attraverso il fumo e misura anche l’intensità del calore all’interno dei muri: era a

infrarossi.

In seguito abbiamo consumato il nostro pranzo al sacco, mentre veniva trasmesso un

documentario relativo al TERREMOTO DEL 1976.

Circa trenta minuti più tardi, ci siamo recati

nell’aula sismica.

Il nostro terzo istruttore, Francesco, ci ha subito

mostrato alcuni cartelli che indicavano l’uscita di

emergenza, poi ha attivato l’allarme antincendio e

noi, pensando fosse il terremoto, siamo andati …

sotto i banchi!

Successivamente ci ha fatto ascoltare il boato

originale del terremoto del 1976 e

contemporaneamente l’aula ha cominciato a tremare; noi siamo usciti seguendo i cartelli

descritti in precedenza, però abbiamo dimenticato la maestra e quindi abbiamo ripetuto la

prova.

Francesco ha insistito parecchio sull’importanza di “leggere”

scrupolosamente la segnaletica e di seguirne le indicazioni.

Alla fine della giornata abbiamo salutato e ringraziato i nostri

istruttori e loro ci hanno regalato delle mascherine antifumo.

Prima di andare via ci hanno chiesto di dar loro i voti e noi

abbiamo dato a tutti … dieci!!!

(cl 3a e 4a)

25

I MITI SPIEGANO IL TERREMOTOI MITI SPIEGANO IL TERREMOTOI MITI SPIEGANO IL TERREMOTOI MITI SPIEGANO IL TERREMOTO

(CL IV)

I popoli antichi non sapevano nulla di PLACCHE e FAGLIE. Ma cercavano lo stesso una risposta alla domanda angosciosa:

PERCHÉ PERCHÉ PERCHÉ PERCHÉ LA TERRA A VOLTE TREMA?LA TERRA A VOLTE TREMA?LA TERRA A VOLTE TREMA?LA TERRA A VOLTE TREMA?

Alcuni pensavano che il mondo fosse portato sulle spalle da un essere gigantesco che, inciampando di quando in quando, provocava i terremoti. Altri immaginavano cause ancora più strane.

Anche noi abbiamo provato a inventarne alcune …

L’ ORCOLATL’ ORCOLATL’ ORCOLATL’ ORCOLAT

Tanto tempo fa, gli abitanti di Pinzano credevano che sulla COLLINA, dove

oggi sorge il castello, vivesse un gigante enorme.

Egli aveva due gambe possenti, il

corpo grande come un elefante, il

naso a patata, le orecchie simili a

panchine e gli occhi come

mappamondi. La sua faccia era

orribile come quella di uno zombi e i

capelli sembravano aculei.

Di tanto in tanto, l’Orcolat, quando si

arrabbiava perché non pioveva, tirava pugni e calci alla collina e così tutto il

suolo TREMAVATREMAVATREMAVATREMAVA.

(Alessandro)

26

IL GIGANTE DEL CASTELLOIL GIGANTE DEL CASTELLOIL GIGANTE DEL CASTELLOIL GIGANTE DEL CASTELLO

Tanto tempo fa, gli abitanti di Pinzano al Tagliamento credevano che nel

CASTELLO del paese abitasse un grosso gigante. Egli aveva una testa

enorme con i capelli ritti, gli occhi scuri e sporgenti, i denti come zanne, storti

e spezzati.

Indossava una maglia verde

scuro come la foresta e un

paio di pantaloni larghi e

sdruciti.

Il gigante, di tanto in tanto, di

notte scendeva verso il fiume

Tagliamento per bere,

mentre di giorno dormiva.

Una sera come tante si avviò

verso il corso d’acqua, ma

purtroppo il fiume era …

asciutto.

Il gigante per la rabbia

cominciò a battere i pugni

contro la collina e ad

emettere un urlo cavernoso;

tutto il terreno intorno cominciò a TREMARE …

ERA LA SERA DEL 6 MAGGIO 1976.ERA LA SERA DEL 6 MAGGIO 1976.ERA LA SERA DEL 6 MAGGIO 1976.ERA LA SERA DEL 6 MAGGIO 1976.

(Erald)

27

LA NINFA DEL FIUMELA NINFA DEL FIUMELA NINFA DEL FIUMELA NINFA DEL FIUME

Tanti anni fa qui a Pinzano, nelle acque fresche e trasparenti del fiume

Tagliamento abitava una ninfa bellissima e dolce, che allietava le persone

con il suo gradevole canto.

Sulla collina del castello invece

viveva un DRAGO feroce, che

voleva catturarla.

Una sera di maggio, il drago

decise di scendere verso il fiume

per mettere in atto il suo piano.

L’acqua del Tagliamento,

intuendo il pericolo, incominciò a

gonfiarsi e ad agitarsi

permettendo alla ninfa di

immergersi e di scomparire.

Quando il terribile drago giunse sulla riva del fiume e non trovò la ninfa, si

adirò e cominciò a battere i pugni contro i ciottoli emettendo un verso

spaventoso.

La sua potenza era talmente fuori controllo che

tutta la TERRA TREMÒTERRA TREMÒTERRA TREMÒTERRA TREMÒ.

(Baftjar)

28

LA BALENALA BALENALA BALENALA BALENA

Al tempo dei tempi, nel fiume Tagliamento viveva una grande balena.

Essa era nera, forte e golosona!

La balena quando aveva fame mangiava di tutto.

Un giorno sua mamma le tolse il cibo perché stava scarseggiando, ma lei di

nascosto prese quelle poche vivande e se le divorò tutte.

Il giorno seguente non c’era da mangiare proprio niente di niente, perciò la

balena cominciò ad addentare i sassi del greto del TAGLIAMENTOTAGLIAMENTOTAGLIAMENTOTAGLIAMENTO.

Sentendo che erano durissimi, saltò in aria e da lassù in alto sputò i sassi,

provocando un terremoto.

Il fatto che il suolo tremasse la divertiva molto e così, di tanto in tanto,

continuò a farlo.

Ancora oggi, l’ormai vecchia balena, salta in alto e lascia cadere i sassi sul

greto del fiume, facendo muovere il terreno.

(Fatao)

29

IL GIGANTEIL GIGANTEIL GIGANTEIL GIGANTE

Tanto tempo fa, a Pinzano, sopra la collina del castello, viveva un mostro

gigantesco.

Abitava lì proprio per catturare gli uccelli e metterli nella sua enorme gabbia,

perché gli piaceva ascoltare il loro canto melodioso.

Qualche volta questo mostro orribile scendeva con le sue zampone verso il

FIUMEFIUMEFIUMEFIUME TAGLIAMENTOTAGLIAMENTOTAGLIAMENTOTAGLIAMENTO per bere e per attingere l’acqua da

portare ai suoi uccellini. Qualche volta pescava anche qualche trota, poi

saliva di nuovo sulla collina.

In alcune occasione però trovava il

letto del fiume asciutto, si infuriava

immensamente e cominciava a

pestare i piedi a terra con tanta forza

che tutto il suolo tremava.

(Andrea)

30

IL TROLLIL TROLLIL TROLLIL TROLL

Al tempo dei tempi, a Pinzano viveva un Troll, che aveva l’abitudine di tuffarsi

dalla collina del castello fin dentro le acque cristalline del fiume

Tagliamento.

A volte però non riusciva a calcolare perfettamente la distanza e sbatteva la

sua testa dura contro i sassi, facendo muovere tutta la Terra e provocando il

TERREMOTOTERREMOTOTERREMOTOTERREMOTO.

Passarono gli anni e arrivò suo figlio, che si tuffava a chiodo, ma anche lui,

quando sbagliava la traiettoria, provocava il terremoto.

Una sera provarono a tuffarsi tutti e due insieme, ma si scontrarono in aria e

caddero rovinosamente sul greto del fiume.

Il grande botto provocò il terremoto del 6 maggio 1976.