RASSEGNA STAMPA TERREMOTO
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Transcript of RASSEGNA STAMPA TERREMOTO
Testata: AvvenirePag: 28Diffusione: 107.285Data: 17/06/2012
Periodicità: quotidiano Informazione individuata su richiesta del fruitore per suo uso esclusivo. Riproduzione vietata.
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ma,soprattutto,gliequilibrielaserenitàdiuna
comunitàcoesaesolidale.Avevamogiàfattovi-
sitaaConcordiasullaSecchiaperdocumentare
idannimasoprattuttolesoluzionitrovatedalla
cooperativaall’indomanideldramma.Avevamo
constatatocomelaforzael’intraprendenzadel
gruppodirigenteedituttiidipendentinonfos-
sero state scalfite da quelle scosse. Avevamo
toccatoconmano,e impresso inalcuniscatti,
lavogliadirialzarsierestituiredignitàevigore
aduna impresafloridae innovativa.Avevamo
visto persone garantire, con il proprio lavoro,
la consegna degli stipendi in un momento in
cuiera fondamentale,praticamenteepsicolo-
gicamente,noninterrompereilregolareflusso
dellecose,ochiudere ilbilancioaziendalenei
tempi stabiliti, pur lavorando sotto le tettoie.
“Abbiamo pensato a due priorità in parallelo”
– racconta oggi il direttore generale operati-
voClaudioBonettini.“Unariguardavailmodo
per far ripartirealpiùpresto l’aziendaedare
rispostaallealtreareeterritorialidiCPL,dislo-
catenelrestod’Italia,lequaliovviamentenon
avevanosubìtoalcunabattutad’arrestoecon-
tinuavanoaoperare:adesseabbiamo fornito
adeguato supporto. L’altra priorità consisteva
neldareascolto,epossibilmenterisposta,agli
oltre 60 colleghi che avevano avuto problemi
a livello privato come inagibilità di casa o si-
stemazioneprovvisoria.Alivellodioperatività
aziendaleabbiamocominciatoimmediatamen-
teadelaborareunprogettoperallestireidue
campus operativi presso le sedi di Concordia
e Mirandola: due complessi autonomi ed effi-
cienti consistenti in 130 container coperti da
tensostrutture,dotatidi10kmdiretidati”.Nei
mesisuccessivi,comesottolineaBonettini“ab-
biamodispostotutti icontaineradusoufficio
Dove eravamo rimasti VIAGGIODICPLCONCORDIAVERSOLA“NORMALITÀ”DOPOILTERREMOTO
OBLIO. Un rischio reale. Quando si abbassa
il livello di “tensione” mediatica ogni evento
rischiadi rientrarenei ranghidi“trafiletto”o,
eventualmente, sparire, con la conseguenza
cheanchechidovrebbeoccuparsidellarisolu-
zionedelproblemapuòbeneficiaredell’effetto
“silenzio”. Quando questo processo interessa
unacircostanzadrammaticacomeunterremo-
to allora evitare di parlarne può determinare
unrallentamentodellaripresa,ascapitodella
riconquista del benessere per migliaia di per-
sone.Questopreamboloperdire chenoinon
intendiamoabbassareillivellodiattenzionesu
quantoaccadutonelmaggioscorsoinEmiliae,
unpo’partigianamente,aquantosta facendo
unanostraassociata,CPLConcordia,percan-
cellareprogressivamente i segnidevastantidi
un sisma che ha colpito le strutture aziendali
A Concordia la vita continua, forse anche più intensamente di prima. Riprendendo il capitolo aperto con un articolo pubblicato sul numero dello scorso giugno del nostro giornale, abbiamo rivolto la nostra attenzione al processo di ripresa delle attività della cooperativa CPL Concordia, raccogliendo alcune considerazioni del Direttore generale operativo Claudio Bonettini.
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di Giancarlo Strocchia
“ Il nuovo disegno
dell’azienda consentirà
il rientro di tutti i
dipendenti, compresi
quelli attualmente a
Mirandola, nella sede
di Concordia. ”
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raggruppandoliperservizi,eliabbiamodotati
ditutti icomfortpossibili. Inquestotipodidi-
sposizioneabbiamopensatoancheall’aspetto
di aggregazione, prevedendo luoghi nei quali
le persone potessero incontrarsi senza dover
per forzastareall’internodei container.Ciòè
statopossibilegrazieaglispazicheavevamoa
disposizionemasoprattuttograzieallacoper-
turadeicontainercontensostrutturedidimen-
sioni ragguardevoli, tipo tendoni da circo, per
intenderci”.Daquelmomentoinpoilapriorità
si chiama ripresa. “Dopo la demolizione degli
stabili irrecuperabili, ora i lavori variano dal
consolidamento delle strutture - tipo applica-
zionedipiastreinacciaio,pannellilaterali,ecc.
-alrifacimentoditutte lecontrosoffittaturee
paretiattrezzate,alfissaggiodituttigliarmadi.
Anchelepalazzinecheeranoinfasedicomple-
tamentonel2012avrannobisognodiunripri-
stinodellapartestrutturaleedell’allestimento.
Stiamoanchepensandoalfuturo,conunnuovo
capannoneda3000metriquadriadibitoadof-
ficinamultifunzione.L’occasionedelterremoto
hadatomododi ripensarea razionalizzazioni
nella disposizione e allestimento degli stabi-
li, non solo per rispondere agli adeguamenti
normativimaancheperintervenirealivellodi
efficientamentoenergeticodegliimmobili.Ildi-
segnocosiimpostatoconsentiràdidareseguito
alprogettooriginariocheprevedevailrientrodi
tuttiidipendenti,compresiquelliattualmentea
Mirandola, nella sede di Concordia”. Bonettini
sottolineaanchelescopertepositiveinqueste
condizioniestreme: “Unasu tutte, sicuramen-
te,l’impegnoditanti,nonaverdovutochiedere
allepersonediessercimavederlemettersiadi-
sposizione;ilpiaceredipotercontaresucolle-
ghicheiniziavanoalavorarealle7delmattinoe
chealle9diseraavevanolostessoentusiasmo,
lastessaenergia.Inquelmomentoc’erailsole
cocentemaanchelapioggia.Anchedallearee
esterneèvenutounimportantesupportologi-
sticoedibeniforniti–continuaBonettini–con
un contatto continuo e frequente: il supporto
deicolleghidellesediextramodenesièstatoin-
telligenteanchenellamisuraincuihatutelato
lanormaleproduttivitàdelleareenontoccate
daglieventisismici,oltreadospitareperdiversi
mesicirca80colleghimodenesidelocalizzati”.
Bonettiniharibaditoinfinechelastimadeico-
stidelterremotoèancoraquantificabilefrai15
ei20MilionidiEuro,datoilcalcolodifficiledei
rimborsi e l’evoluzione legislativa in materia.
Ciononostante il risultato semestrale, il pre-
consuntivo2012el’andamentodiacquisizione
dellecommesseinduconoladirigenzaCPLad
unmoderatoottimismo,espressoanchenell’as-
sembleadeiSocididicembre.
SI È SVOLTA lunedì 3 dicembre 2012, nel-
la sede di Borsa Italiana, la Cerimonia della
consegnadegli8OscardiBilancio2011edel
Premio Speciale della Governance, il Premio
promosso e gestito da FERPI – Federazione
Relazioni Pubbliche Italiana. Cpl Concordia è
stataconfermatanellarosadei3finalistiper
l’assegnazionedell’OscardiBilancionellaca-
tegoria “Società e Grandi Imprese Non Quo-
tate”,piazzandosidietroSorgeniaSpa,realtà
decisamentepiùconosciutaalivellonaziona-
le.Sitrattadiunriconoscimentodieccellenza,
soprattuttoinquestomomentodigrandecrisi
nonsoloeconomica,maanchedifiduciache
staattraversandoilPaese.
Nellamotivazioneriportatanelriconoscimento
espressodallaGiuriasileggeinfatti:“Facilmen-
tefruibileperiSocieglistakeholderingene-
rale, il bilancio di esercizio e consolidato for-
nisceampie informazioni,analisidettagliatee
rilevanti indicatori quantitativi extra-finanziari
sull’andamento della società. Particolarmen-
te apprezzabile l’informativa prospettica con
la redazione dei bilanci preventivi per il 2012,
2013e2014e“ilBilanciodiSostenibilità2011”,
incuisonoriportateutiliinformazionisullago-
vernancesocietariaesulleperformancesociali
eambientali”.
“Cpl Concordia ha nuovamente raggiunto un
ottimotraguardoottenendo lanominationfra
itrefinalistinellacategoria“Società&Grandi
Impresenonquotate”,hasottolineatoMassimo
Continati,DirettoreAmministrazioneeSistemi
Informativi di CPL. “Tale riconoscimento pre-
mia, ancora una volta, la qualità e la tenacia
dell’impegnoadottatodallerisorsedellanostra
cooperativache,perlachiusuradiquestoBilan-
ciohannosvoltounlavoroincondizioniestre-
mamenteprecarieacausadeglieventisismici
chehannocolpitolenostresediemilianeeche
cihannoimpostodilavorareanchedisabatoe
domenicasottoletettoiesolitamenteadibitea
copertura parcheggi, esposti sia al caldo che
alleintemperie.”
A testimonianza del desiderio di rialzarsi rapidamente è giunta la segnalazione di Cpl Concordia tra i finalisti dell’Oscar di Bilancio assegnato da Ferpi, la Federazione Relazioni Pubbliche Italiana. Un risultato ancor più importante e incoraggiante in un momento di difficoltà ma anche di ritrovato orgoglio.
di Giancarlo Strocchia
Un premio alla tenaciaCPLCONCORDIAFINALISTAALL’OSCARDIBILANCIO2011
Terreni i to Riuniti a Cavezzo, in Emilia, i leader delle aziende preparano la ripresa
Dieci imprenditori e il patto nella tenda di FRANCESCO ALBERTI
L a normalità, per ora, è una luce molto fioca a
Cavezzo, nel modenese, uno dei comuni più colpiti dal terremoto del 29 maggio. Ma la data della svolta c'è: giovedì 28 giugno, ore 15.30. Sotto un tendone bianco, con un caldo feroce, i principali imprenditori della zona si sono riuniti con un intento comune: ripartire.
ALLE PAGINE 22 E 23
D patto degli imprenditori nella tendopoli «Non ce ne andiamo, Cavezzo risorgerà» Quattromila pasti al giorno per gli sfollati. «Ma ce la faremo, anche da soli»
DAL NOSTRO INVIATO
CAVEZZO (Modena) — Al bar «Luna e Sole» del cinese Du Jinmin, il tifo è rigorosamente antisismico e ai gol di Ba-lotelli si esulta sottovoce: «Sai mai che venga giù qualcos'altro...».
La sera di Italia-Germania hanno messo la televisione sotto il portico («Metti che arrivi una scossa a tradimento...») con il risultato, affascinante e grottesco, di avere un occhio sui ragaz-
obbiai.ii.ci fir capire Roma che ogni euro ivestìto su. di noi inderà II doppio
Stefano Sraglietti sindaco
zi di Prandelli e l'altro sulle macerie di quello che è stato un supermercato e su una piazza, piazza Martiri, che sembra il set di un film di guerra. «Tengono botta», qui a Cavezzo, nel senso tutto modenese di gente che non si rassegna e
non si rassegnerà mai. Ma, accidenti, se sono messi male. Dei 7 mila e rotti abitanti, «più della metà», parole del sindaco Stefano Braghetti, non dormono in casa dalla botta del 29 maggio (5.8 di magnitudo), che qui ha avuto l'epicentro e ha fatto 4 morti.
Non è stato praticamente spostato
un mattone da quel drammatico martedì, ma c'è comunque un ordine in tanta devastazione: attorno agli edifici crollati hanno alzato recinzioni, le strade sono state ripulite, la viabilità adeguata ai morsi del sisma.
Anche la gente ha come interiorizzato il terremoto. «Non c'è più bisogno di ricordare agli abitanti di camminare lontano dai muri e da qualsiasi cosa possa crollare» dicono i vigili del fuoco. E soprattutto tra i giovani sta crescendo una nuova leva di esperti in crepe: «Quelle a croce sono le più pericolose perché hanno intaccato le strutture portanti» racconta Lucrezia, 21 anni, che ha seguito passo per passo la verifica d'agibilità dei tecnici nella sua abitazione («Com'è andata? Inagibile»). E all'ingresso del paese, tra due casolari azzerati e un pezzo di strada sfregiato da un'enorme crepa, hanno messo un cartello per gli automobilisti dall'accelera
tore facile: «Ragazzi, andate piano, che siamo già abbastanza scossi...».
La normalità, per ora, è una luce molto fioca. Incerta e tremolante come quelle poche che di notte balenano in qualche vicolo del centro storico a segnalare le rare presenze umane che sfidano la paura del sisma e i divieti della zona rossa «Però il cammino verso la normalità è iniziato» dice il sindaco Braghetti, 43 anni, pd al secondo mandato, nell'altra vita consulente legale di una grande azienda. E di questo inizio, che fino a qualche giorno fa non era per niente scontato (tante le Cassandre che parlano di «desertificazione industriale») ora si può con esattezza fissare il luogo e il momento: giovedì 28 giugno, ore 15,30.
Un tendone bianco, un caldo assassino, una decina di presenti e un tavolo di relatori che qui a Cavezzo nessuno avrebbe mai sognato di mettere insieme. Tutti imprenditori. E che imprenditori. «È come avere a tavola l'intero Pil della zona» gonfia il petto il sindaco. C'è Wainer Marchesini, presidente della Wam Group (meccanica, 57 filiali, 1800 dipendenti, 700 in Italia). Alberto Mantovani della Mantovanibenne (produce cesoie per abbattere gli edifici peri-
colanti), 60 dipendenti, stabilimenti in Brasile, Cina e Francia. E poi Roberto Casari, presidente del colosso cooperativo Cpl. E Rodolfo Barbieri di Menù (alimentari), 250 dipendenti, 30 mila clienti. E Marco Bombarda di Acetum. Tutta gente che ha lo stabilimento in zona e che in questo pomeriggio di afa e macerie è venuta qui per dire: «Noi non andiamo via, non delocalizziamo: rimettiamo in sesto le cose e ripartiamo». Lo sanno cosa li aspetta: «Una botta del genere fa invecchiare di colpo... — sospira Casari — Mi chiedo: se a Cavezzo ci sono voluti 20 anni per 7 chilometri di tangenziale, quanto ci vorrà ora per ripartire?». Ma non vogliono alzare bandiera bianca. Barbieri, titolare di Menù, ha 30 mila metri quadrati di capannoni da rifare, la produzione ferma e «la concorrenza che mi morde i piedi», ma è pronto a metterci una camionata di milioni «pur di ripartire in ottobre». Certo, lo Stato.
Come dice Braghetti, «2,5 miliardi in tre anni non bastano: ci vogliono incentivi, sconti sull'Iva, ben altro: bisogna soprattutto far capire a Roma che un euro investito da noi renderà il doppio, anche se siamo consapevoli che il piatto piange...». Lo interrompe Marchesini: «Alla fine comunque faremo da soli. Tre giorni dopo la scossa, avevamo già scoperchiato i capannoni lesionati e messo al lavoro 100 persone e 8 gru: a settembre si parte».
Ci vorrà un po' di più per riaccendere i motori del paese. Balle recinzioni che delimitano piazza Matteotti e la zona rossa penzolano messaggi, biglietti e lenzuola colorate da graffiti. Non esistendo più edicole, in paese si comunica così. C'è l'elenco delle poche botteghe aperte («Presenza frammentarie e isolate» dice l'assessore Cristina Ferra-guti). C'è l'appello del pensionato che cerca il cane scappato durante il sisma. E quello della signora che protesta contro il Comune, reo di averle abbattuto la casa «senza avvertirmi». Il vecchio centro storico è ostaggio della chiesa e del campanile, entrambi pericolanti. Fuori uso 4 delle 5 scuole (due elementari, una materna e una media) e il sindaco Braghetti deve avventurarsi in una sorta di puzzle per incastrare tutto: «Bun-que, il Municipio sarebbe agibile se non fosse per una torre civica che rischia di crollare: se demoliamo la torre, riacquisto il Municipio, attualmente spostato nell'unica scuola materna rimasta intatta, e così mi si liberano alcuni locali...». Poi c'è da trovare un posto per lo storico mercatino domenicale, che risale al 700 e richiama una media di 8-10 mila presenze. Funzionano a pieno ritmo le due tendopoli ufficiali, ma il grosso degli sfollati si è organizzato autonomamente nei giardini, nei parchi, nei campi. «Siamo arrivati a preparare anche
4000 pasti al giorno. Non sarà semplice convincerli ad andarsene» sospira Braghetti. Lunedì le ruspe tireranno giù un condominio di tre piani. E dall'altra parte della strada, la gente già prepara la fila di sedie. Cinema Cavezzo.
Sperando nel lieto fine. Francesco Alberti
9H ia botta del genere fa. vecchiare di colpo... » importa, a ottobre
limito a ripartire Rodolfo Barbieri imprenditore
2,5 miliardi In tre anni Non sono sufficienti per ripartire secondo gli imprenditori del comprensorio che si sono riuniti giovedì a Cavezzo per parlare di ricostruzione (Cavicchi)
I numeri
Le aziende Sono 1.575 le aziende modenesi che hanno presentato domanda di accesso agli ammortizzatori sociali a causa del fermo produttivo provocato dal sisma, per un totale di oltre 19 mila lavoratori coinvolti Gli assistiti A un mese di distanza dalla scossa del 29 maggio, sono 12.003 le persone assistite dalla Protezione civile tra Emilia Romagna, Lombardia e Veneto In Emilia Romagna La maggior parte delle persone che dormono fuori casa vivono in Emilia Romagna e sono 11.554 Nello specifico, 8.960 sono ospitate nei campi tende, 674 nelle strutture al coperto e 1.920 negli alberghi
Macerie A sinistra, la signora Nadia Bassetti cerca qualche oggetto personale là dove un tempo c'era la sua casa in via Rossini a Cavezzo. Sopra, due ciclisti attraversano il centro in mezzo alle case distrutte dal terremoto (foto di Stefano Cavicchi)
Mirande
A22
Carpi
Dal sisma *-•-* del 29 maggio che ha provoc; 4 morti, più di dei 7.000 abit; non dorme ancora a casa
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Le imprese nell'area del terremoto/1
Una multiutility sotto il tendone Così Cpl Concordia continua l'attività
Energia Roberto Casari, presidente di Cpl Concordia
[o] L'identikit
L avorare in un capannone da circo di Nando Orfei, allestito in fretta e furia all'indomani
del sisma che ha colpito e devastato il cuore pulsante dell'Emilia produttiva. Proprio a metà strada tra Novi di Modena e Mirandola, Cpl Concordia, una multiutility dell'energia che gestisce reti gas in oltre 150 comuni italiani ed esteri, oltre ad impianti di biomassa, ha qui la sua sede dal 1899. Il sisma ha colpito le due sedi di Mirandola (100 dipendent i ) e C o n c o r d i a (600), per danni di 15 milioni, tra immobili e m a c c h i n e . Il presidente Roberto Casari ha solo voglia di andare avanti: «il t e r r emoto non ci spaventa». Tutti i dipendenti lavorano in un tendone «da c i r co che mi ha prestato mio cugino Nando Orfei, che ho subito montato, e nei 25 container allestiti per l'occasione a ridosso della zona rossa». E se anche gli uffici sono di nuovo agibili, si ha paura di nuove scosse e per questo si lavora dove si può, cercando di portare a termine le commesse. «Entro la fine dell'anno dobbiamo consegnare 40 impianti di biogas, in tutta Italia, con o senza il terremoto, visto che il conto energia scade entro
l'anno. Abbiamo poi firmato un contratto da 10 milioni per realizzare un impianto fotovoltaico da 6 MW, che coprirà il centro ortofrutticolo di Bologna. I lavori iniziano subito».
L'attività industriale non si può certo fermare, anche perché Cpl opera in tutto il mondo. «Distribuiamo gas in Argentina, Romania, Algeria. In Grecia abbiamo fornito il gas per ardere la fiaccola
olimpica. Ora, chiedo solo che lo Stato abolisca tutti i contributi per i neoassunti nelle zone terremotate per i prossimi 3 anni. Sarebbe un segnale di coraggio per gli i m p r e n d i t o r i che vogliono investire. Nell'ultimo anno ho assunto un'ottantina di giovani e vorrei impiegarne altrettanti».
All'indomani della tragedia, l'azienda, 12 sedi e 45 uffici, ha messo tutti i dipendenti in sicurezza, ridistribuendoli in altre sedi. «In 20 sono venuti a Milano, altri sono rimasti casa a lavorare al pc». Il sisma non ha per fortuna danneggiato le condutture del gas. Ma se l'azienda ha retto, è perché era stata adeguatamente messa in sicurezza, a differenza di tante altre.
BARBARA MILLUCCI ©RIPRODUZIONE RISERVATA
CPL Concordia: uno "Smart Campus" per le emergenze
CPL Concordia Group, centenaria azienda modenese leader nell'utilizzo delle fonti rinnovabili, lo scorso maggio è stata colpita dal terremoto che ha devastato l'Emilia, rimanendo priva di sede amministrativa e di strutture operative. La complessa opera di ricostruzione di tali strutture e impianti è stata realizzata in soli 20 giorni, applicando tecnologie innovative, sperimentate fino a quel momento nei propri stabilimenti e applicate ad impianti e servizi commercializzati in tutto il mondo. Sono stati realizzati due Campus tecnologici con impianti e uffici per 600 dipendenti. Si è trattato di un vero e proprio banco di prova che ha permesso all'azienda di sviluppare ed intraprendere un nuovo settore di servizi. Sperimentato sul campo, in condizioni
CPL CONCORDIA
di emergenza, lo "Smart Campus" CPL è un villaggio autosufficiente per quanto riguarda energia elettrica, acqua, gas, servizi comuni, telefonia, internet e vigilanza. Da questa drammatica emergenza è stala sviluppata l'idea di ingegnerizzare il Campus e di mettere a disposizione tale struttura/servizio, non solo in caso di emergenze, ma anche per trasferimenti o inagibilità temporanee di edifici e complessi pubblici, residenziali e commerciali. La nuova unità di business dedicata ha già proposto i suoi servizi alle Pubbliche Amministrazioni dei Comuni terremotati, che hanno pressanti richieste di spazi pubblici sicuri ed efficienti. informazione commerciale
www.cpi.it
Il presidente di Legacoop Modena ammette: «Futuro nebuloso, soffrono tutti i settori, problemi per l'occupazione»
Da una parte lo strascico di una crisi economica che ormai si protrae da quasi quattro anni, dall'altra glii effettidelre-cente sisma e per l'economia provinciale non è certo uno dei periodi migliori. Non ne sono esenti le cooperative che -secondo le stime - potrebbero registrare nel 2012 (rispetto ai pre-consuntivi) una riduzione del volume di produzione pari a circa il 10%. L'allarme, e senza mezzi termini, è stato lanciato nei giorni scorsi da Maurizio De Santis, responsabile nazionale delle cooperative industriali Maurizio De Santis: «Il 2012 - ha detto il dirigente delle cooperative - doveva essere l'anno della ripresa ma sarà in realtà peggiore del 2011 e nel 2013 una vera e propria tempesta potrà abbattersi anche sul nostro settore, con particolare riferimento alle aziende medio-piccole».
L'argomento viene ora ripreso da Lauro Lugli, presidente provinciale di Legacoop Modena. Già le coop industriali, nella assemblea nazionale di Carpi, avevano parlato di tempesta in arrivo ma per gli altri settori le prospettive non sono più rosee. «Primo fra tutti -commenta Lugli - quello delle cooperative edili, già fin troppo martoriato dalla recessione economica. I ore-consuntivi
parlano di budget negativi, legati anche al problema dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni e per i mancati vantaggi fiscali».
Sugli effetti legati propriamente al terremoto, i danni complessivi ammontano a circa 170 milioni di euro, di cui 100 milioni solo nel settore agroindustriale, il più colpito insieme a quello dei consumi al dettaglio per le mancate vendite; anche se non mancano le coop sociali e quelle di produzione-lavoro (Cpl Concordia, ad esempio, ha registrato almeno 20 milioni di euro di danni). «Le coop agroindustriali - dice Lugli - costituivano il settore traino della nostra economia, ma il terremoto ha tarpato le ali a tutta la filiera lattiero-casearia e vitinicola. Tra danni diretti e indiretti parliamo di almeno 100 milioni di euro. Altro settore particolarmente colpito è quello dei consumi e dei dettaglianti, la Coop e il Conad per intenderci, dove molti negozi hanno avuto bisogno di importanti ristrutturazioni». La situazione è di grande preoccupazione, con un grafico che volge al negativo. Da qui le stime che, per quanto approssimative, parlano di una riduzione «del 10% del valore di produzione - af
ferma Lugli - anche se non nego che potrebbero esserci picchi che vanno oltre questo dato». Sul fronte occupazionale le cose sembrano non andare meglio. Sono 850, infatti, i dipendenti delle coop che in tutta la provincia sono soggetti a processi di cassa integrazione in deroga a causa del sisma e non si esclude che i numeri possano aumentare.
«Noi siamo imprese di persone - dice il presidente Lugli - e il valore massimo è dato dalle persone e dal loro posto di lavoro che faremo di tutto per mantenere intatto. I dati pre-terremoto dicevano che avevamo tenuto sul fronte occupazione, questo mettendo in gioco i nostri utili e il nostro territorio. Ma il terremoto ha inevitabilmente fatto venire meno questa certezza, anche se parliamo di scenari meno drammatici rispetto all'industria in generale. Ad oggi sono 850 le persone in cassa integrazione, ma non è escluso che il numero si innalzi. Una cosa che possiamo rilevare, tuttavia, in questo drammatico contesto, è l'aumento dei processi di solidarietà, dove persone, dai dirigenti ai soci- lavoratori, hanno scelto di autotassarsi per sostenere i colleghi e soci in cassa integrazione».
Fetida Buonomo
Lauro Lugli, presidente provinciale di Legacoop Modera
li obiettivi? Restare qui e salvare l'occupazione»
li imprenditori nell incontro di ieri a Cavezzo hanno ribadito le loro priorità «Stiamo rinrìrtpnrìo in sicurP77ri ma Io Stato ora dpvp intprvpnirp dawpro»
I CAVEZZO
Rimanere sul territorio, garantire l'occupazione locale, defiscalizzazione dell'area. Sono i punti salienti emersi ieri, in occasione della tavola rotonda organizzata dal Comune di Cavezzo, che ha visto la partecipazione di rappresentanti imprenditoriali dei territori colpiti dai sisma e i sindaci. Dal biomedicale, al metalmeccanico nessun settore è rimasto escluso dalia devastazione sismica, malavoglia di ripartire è la medesima. A partire da Alberto Mantovani, della Mantovani Benne di Mirandola, che afferma: «La prima cosa che abbiamo fatto e stata mettere in sicurezza! 1 Ornila metri quadrati di capannoni. Ma siamo fermi e questo significa preoccupazioni, per la perdita dei clienti da una parte e dei fornitori dall'altra, preoccupati, al di là della solidarietà espressa, del pagamento delle fatture». Fermare il territorio potrebbero prefigurare una sgradita desertificazione industriale. Perché i lunghi tempi significano «perdita di lavoro per il futuro - afferma Vainer Marchesini, delia Wam di Cavezzo - Contiamo di riavere i capannoni agibili tra agosto e settembre, ma nel frattempo non potevamo restare fermi e ci siamo temporaneamente spostati tra Modena e Ravenna. In questi giorni si è parlato molto dì attivismo delle aziende, di quello dei sindaci, mi domando se ugualmente attivi lo siano da Roma. Paghiamo circa 7 miliardi di euro di contributi e per l'emergenza il governo ce ne ha elargiti 2.5 miliardi. So
no ottimista per quanto riguarda le nostre capacità, ma pessimista invece per ciò che lo Stato farà per noi». Ha dovuto allestire ben 150 container invece Roberto Casari, della Cpl Concordia che afferma: «La domanda che tutti si fanno è: ci sarà ancora lavoro in una zona che, io dico, si è trovata industrializzata per caso? Il problema è che non abbiamo solo bisogno del ripristino delle nostre aziende, ma anche di una nuova viabilità, senza aspettare vent'anni prima di avere una strada. Poi chiediamo risorse, perché il terremoto non ha fatto altro che peggiorare la più pesante crisi in questi ultimi 40 anni ho conosciuto». Lavora giorno e notte, invece, Rodolfo Barbieri della Menti di Medolla, per ripristinare quei capannoni che ritorneranno operativi solo tra almeno 2-3 mesi. «Con quello che abbiamo in magazzino - dice - possiamo garantire il mercato per almeno sei mesi, ma poi dobbiamo produrre, al momento siamo fermi e la concorrenza incalza». Riparte il 25 luglio, invece, la Fonderia Scacchetti di San Felice, che dovrà riparare circa 4mila metri quadrati del tetto del capannone crollato sotto la spinta della prima forte scossa. «Avevamo 2-3 settimane di magazzino - afferma
Marco Battilani, direttore generale della Fonderia - come i concorrenti, siamo in dirittura d'arrivo, non potevamo rimanere fermi». Ripartire è l'imperativo, «garantendo il lavoro -afferma Stefano Braghetti, sindaco di Cavezzo - che per noi è fondamentale, anche derogan
do ai piani che normalmente caratterizzano l'ordinaria amministrazione», e mantenendo «quei piani a lungo termine - aggiunge Maino Benatti, sindaco di Mirandola - che vi erano anche prima del sisma, come la costruzione di una nuova viabilità, che potrebbe consentire la Cispadana, la cui costruzione deve essere accelerata. Nel breve termine, far ripartire le scuole e dare nuove case agli sfollati». Quali le richieste, dunque, che il mondo imprenditoriale formula per confermare la permanenza nel territorio? «Non abbiamo bisogno di grandi cose - dice Mantovani - né di inutili passerelle dei
ministri, anche I nostri sindaci possono portare le nostre richieste all'attenzione della politica. Chiediamo una moratoria della tassazione, non solo delle imprese che ci sono, ma che possono arrivare e finanziamento per la ricostruzione delle nostre fabbriche». «Una no tax area - aggiunge Marco Bombarda, dell'Acetum di Cavezzo - per ammortizzare gli investimenti che siamo costretti a fare per ripristinare i nostri stabilimenti».
Barbieri, aggiunge un tassello, come il riconoscimento degli ammortizzatori sociali «anche ai nostri agenti - dice - che operano in zone lontane, perché il rischio è che vadano alla concorrenza». Un efficace «intervento pubblico - auspica Giorgio Mari, della biomedicale Fresenius - sulla ricerca e innovazione, campo fondamentale per continuare a garantire prodotti di alta qualità».
Fetida Biresrom®
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Dasinistra gli imprenditori Viari e Wtarchesini? il sindaco Braghetti, Bombarda e Casari
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iA¥ Giuseppe Bandirli Responsabile new business di Cpl Concordia. Sotto, il campo attrezzato dopo il terremoto in Emilia
Lezione terremoto Cpl Concordia inventa lo Smart campus
Se l'emergenza aguzza la newco D a una tragedia come
quella del terremoto, che ha devastato l'Emilia produttiva, può anche nascere un'idea di un nuovo business legato proprio alle soluzioni nelle emergenze e alla tradizione di chi è abituato a occuparsi di servire le comunità. Come la multiulilily dell'energia e dei servizi Cpl Concordia (1.500 dipendenti, 390 milioni di fatturato, gestisce reti gas in oltre 150 Comuni e impianti di biomassa) con base nell'epicentro del terremoto, tra Novi di Modena e Mirandola. «Abbiamo immediatamente ricostruito due campus fuori della zona rossa ancora oggi inagibilc, che ci hanno permesso di riprendere a lavorare il giorno dopo del sisma», racconta il responsabile del settore ict della società Giuseppe Bandini. Da qui l'idea di ingegnerizzare il campus da mettere a disposizione nei casi delle emergenze in Italia e all'estero. L'azienda modenese ha praticamente utilizzato delle tecnologie innovative, che fino a quel momento sperimentava nei propri stabilimenti e che poi commercializzava in tutto il mondo. «In poco tempo dovevamo creare un campus dove i dipendenti potessero subito lavorare. Abbiamo utilizzato delle onde convogliate su cavi elettrici per comunicare e gestire i dati e le informazioni necessarie alla continuità delle operazioni aziendali. In questo modo su uno
390 milioni fatturato di Cpl Concordia
1.500 I dipendenti del gruppo
150 I comuni serviti con reti
energetiche
80 Società controllate
o collegate
20 milioni I danni del terremoto
stesso doppino è stato possibile telegestire l'illuminazione, i segnali di sicurezza, controllare alcuni sensori in grado di avvisare se un cancello
era aperto o chiuso. In pratica Cpl ha messo in piedi un'azienda da zero, in poche ore. «Abbiamo diramato informazioni tutte insieme, senza riempire il campo di fili o cavi elettrici. In più. rispetto all'uso di tecnologie radio o wi-fì. costose, il risparmio è del 30%». La trovata, nata con un'emergenza, è così diventata un'unità di business. Si chiamerà Smart campus Cpl e sarà un villaggio autosufficiente per quanto riguarda l'energia elettrica, acqua, gas, servizi comuni, telefonia, internet e vigilanza. Il primo acquirente potrebbe
essere proprio la pubblica amministrazione. «A settembre. Mirandola dovrà riaprire le scuole. Se non saranno ancora agibili, cosa probabile, il Comune potrà utilizzare le nostre scuole-campus». Il progetto è già sul tavolo di chi deve decidere. «In soli dieci giorni si possono costruire 50 aule, operative da subito al 100%». Barbara Millucci
li imprenditori si fanno coraggio «Non ce ne andiamo, ma aiutateci» / 'big'''dell'economìa riuniti insieme ai sindaci: «Risorse e niente tasse»
di VIVIANA BRUSCHI
-CAVEZZO-
RASSICURAZIONI. A darle, ai sindaci e ai cittadini, sono gli imprenditori della Bassa modenese. L'idea è venuta al fondatore e titolare di WamGroup, Vainer Marchesini, dopo le voci insistenti di delocalizzazioni e di chiusura definitiva di molte aziende. «Si delocalizza solo temporaneamente — annuncia Marchesini nel corso della tavola rotonda che lui stesso ha organizzato a Cavezze con i sindaci dei paesi terremotati — per poi tornare qui, nelle nostre terre. Nessuno vuole andarsene, ma i nostri sforzi non devono essere inutili». I sindaci, presenti all'incontro, applaudono alla tenacia degli imprenditori, alla volontà di far ripartire le aziende e rimettere in modo l'economia, ma tutti sono consapevoli che «nessuno potrà farcela da solo, servono aiuti, risorse, finanziamenti per ripartire in tempi rapidi e non perdere i clienti». LE PROPOSTE lanciate sul tavolo da imprenditori del calibro di Marchesini, Giorgio Mari della biomedicale Fresenius, Alberto Mantovani di MantovaniBenne, Bombarda di Acetum, Roberto Casari di Cpl, Marco Battilani di Fonderie Scacchetti. Rodolfo Barbieri
dell'agroalimentare Menù puntano all'essenza, ma forse troppo in alto rispetto a un governo che con gli aiuti promessi, pochi e dilazionati, ha già fatto capire di virare in basso. Per il sindaco di Mirandola, Maino Benatti, «il governo deve rendersi conto che quest' area rappresenta un forte aiuto per il rilancio del Paese e dell'economia». Il sindaco di Cavezze, Stefano Braghetti, sottolinea «la deroga attuata in tutti i Comuni agli strumenti urbanistici esistenti in tempo di pace», fuori cioè dall'emergenza terremoto. «Se prima non si poteva concedere a un imprenditore di installare una tensostruttura a fianco dell'azienda, oggi si può», precisa. I Comuni sono in prima linea, al fianco di cittadini e imprenditori, ma per ricostruire e ripartire servono finanziamenti e risorse che oggi non ci sono. Ciascun imprenditore racconta la sua 'storia di terremoto' e ribadisce che non lascerà queste terre, ma a quale prezzo? «Inutile fare oggi sforzi giganteschi e domani inutili se entro breve non arrivano le risorse per ricostruire», dice Marchesini. «NESSUNO vuole andarsene — ribadisce Alberto Mantovani — ma per restare bisogna trovare le
condizioni. Servono finanziamenti a tassi agevolati. Fare impresa non è una opera pia. Per ricostruire in tempi brevi e non perdere i clienti, la via è una sola: risorse. Senza contare che senza lavoro non ci saranno nemmeno i soldi per ricostruire le case». Bombarda di Acetum chiede «no tax area per ammortizzare gli investimenti»; Barbieri di Menù «la detassazione per un certo numero di anni e la possibilità di cassintegrare anche gli agenti di commercio, prima che la concorrenza possa assumerli»; Battilani di Fonderie Scacchetti «risorse subito»; Casari di Cpl «buon senso da parte di tutti»; Mari di Fresenius «aiuti finanziari per innovazione e ricerca e risorse per consentirci di mantenere intatta la rete di connessione tra le varie aziende e l'indotto».
PROMESSA «Si delocalizza solo temporaneamente, nessuno vuole lasciare la Bassa»
ilCHIESTE «Ricostruire io tempi brevi per non perdere clienti Aiuti e buon senso»
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LE PAGELLE DI 1
di ALESSIA GOZZI
UN ITALIANO IN CIMA AL FONDO ROBERTO CASARI
C'è un 'Italia che si rialza. È successo nel cuore dell'Emilia colpita dal
terremoto. Dalla tragedia è nata una nuova idea di business. Cpl Concordia (390milioni di fatturato), multiutility guidata da Roberto Casari, ha iniziato la progettazione di Smart campus hi tech e autosufficienti da punto di vista energetico dedicati proprio alle emergenze. Ecco l'Italia che ci piace.
FABRIZIO PREDA '! Dal lusso al Gotha della finanza. Do
po aver messo il turbo alla crescita diEstée Lauder, l'ex ad del colosso cosmetico entra nella stanza dei bottoni / diBlackRock. tifando d'investimento I
più grande del mondo (3.700 miliardi | di dollari gestiti) ha messo nel suo board un italiano. Non ci sono solo i SuperMario.
TIM COOK Nel secondo trimestre 2012 Apple ha venduto 30,5 milioni di
smartphone contro i 50 di Samsung. L'erede di Steve Jobs ha trascinato in tribunale per plagio (con fortune alterne di paese in paese) il gigante coerano ma è uscito sconfitto nel match che più conta. Il Galaxy sarà anche meno 'cool'delmelafonino... ma vende di più.
LUCACREPACCIOLI Oltre 26 milioni di litri di petrolio risparmiati ogni anno.
Grazie all'olio di semi di soia. Dai ricercatori di Goodyear arriva il pneumatico verde, e dura anche il 10% in più. «Vantaggi per l'azienda, il consumatore e l'ambiente» sintetizza l'addi Goodyear Dunlop Tires Italia. C'è sempre un'alternativa ecologica. E a volte conviene pure.
Terremoto in Emilia. Imprese e sindaci lanciano la proposta al Governo: detassateci per 2,5 miliardi
Nasce il patto per non delocalizzare Dall'area colpita gettito di 7 miliardi - Ma servono regole certe
Ilaria Vesentini Paolo Tomassone CAVEZZO (MODENA)
«Detassateci per 2 miliardi e mezzo - l'importo dei fondi previsti dal decreto 74 nei prossimi tre anni per la ricostruzione - e noi resteremo qui, ci rialzeremo e investiremo». È la proposta al Governo Monti di industriali e sindaci terremotati che si sono dati appuntamento ieri a Cavezzo, nella Bassa Modenese, lontano dai riflettori sotto una tensostruttura, per siglare il "patto per la non delocalizzazione". Mentre a Roma la politica prepara gli emendamenti al decreto daportare in Parlamento, i referenti di alcune delle maggiori imprese locali di meccanica, biomedicale e alimentare (tra cui Wamgroup, Acetum, Menù, Fresenius, Fonderie Scac-chetti, Cpl Concordia, Mantova-nibenne, in tutto almeno 5 miliardi di fatturato) hanno formulato un accordo e un piano di rilancio che un investitore accorto non rifiuterebbe: rinunciare a 2,5 miliardi di entrate sapendo che ve ne frutteranno sette, ovvero il valore del gettito fiscale.
«Wamgroup è nata e cresciuta su questa terra, ha un legame consolidato con le banche, i comuni e gli enti sociali - spiega il fondatore e presidente Vainer Marchesini, promotore dell'iniziativa - è parte integrante della comunità. Contribuiamo al funzionamento di questo Paese con il pagamento di 7 miliardi di euro di tasse e ora rivendichiamo il patto sociale che lega lo Stato e il cittadino ».
La decisione di mantenere la
produzione nel Modenese non è solo un fatto affettivo. «Fare impresa non è un'opera pia», precisa Alberto Mantovani, ex presidente di ConfindustriaEmilia-Ro-magna, produttore a Mirandola di benne, le pale dentate che servono per tirare giù i palazzi pericolanti. La sua attività è ferma dal 20 maggio, 60 dipendenti aspettano di tornare al lavoro, ma Mantovani non chiede «elemosine, ma una moratoria per la tassazione, che già prima del terremoto era enorme, e tempi certi per gli interventi perché dopo la solidarietà iniziale i nostri fornitori e i nostri clienti non hanno tempo daperde-re». Così come non chiede scorciatoie, ma norme certe: «Non me ne faccio niente di un'antisi-smicità al 60% - aggiunge - io voglio che il mio capannone sia sicuro al 100% perché dentro ci lavora la mia gente. Sto solo aspettando il preventivo dei tecnici. Sono le aziende il motore di questo territorio e di migliaia di famiglie».
«Non abbiamo bisogno di tanti interventi- aggiunge Roberto Casari, presidente di Cpl Concordia - ma solo di semplificarli: elenchi dei progettisti che possono eseguire i controlli e tempi certi sull'arrivo di finanziamenti o moratorie. Bisogna mettere in campo il buon senso: se le aziende riprendono l'attività ci sarà più gente che paga le tasse». «Se chiediamo una sospensione della tassazione - gli fa eco Rodolfo Barbieri, presidente di Menù - è perché continuiamo a credere in questo distretto: qui nei prossimi anni vorremmo recuperare i 25 milioni che ci servono per la ristrutturazione dei nostri impianti».
Al "patto per la non delocalizzazione" hanno partecipato anche i sindaci di Mirandola, Concordia,
SanPossidonio e il vicesindaco di San Felice. «La proposta di questi imprenditori - commenta il primo cittadino di Cavezzo, Stefano Draghetti - riempie il cuore dei cittadini ed è la speranza per tutti di poter riprogettare qui il proprio futuro. Ogni livello istituzionale si assuma le proprie responsabilità: occorrono norme chiare e di univoca interpretazione e la consapevolezza che i 2,5 miliardi stanziati per la ricostruzione sono largamente insufficienti».
I problemi delle grandi imprese sono amplificati nelle piccole, «che hanno voce e risorse più deboli e mentre i big di fronte all'incertezza economica e normativa possono valutare la delocalizzazione, noi artigiani possiamo solo licenziare», commenta da San Fe-lice sul Panaro Giampaolo Palazzi, titolare della meccanica Bgp: un capannone di 1.000 mq demolito e sostituito da un tendone dove si lavorerà con 40 gradi anche in agosto, 25omila euro di spesa per far fronte all'emergenza che salirà a un milione con la ricostruzione (su un fatturato di 2 milioni). «Da soli non ce la facciamo - denuncia - e ci dobbiamo misurare non solo con norme capestro, ma con la difficoltà a trovare tecnici che si prendano la responsabilità di certificare il 60% di sicurezza antisismica e con la speculazione in atto daparte delle imprese edili contattate per i cantieri».
L'INIZIATIVA Il primo cittadino di Cavezzo: la proposta di questi imprenditori riempie i cuori e riaccende la speranza di riprogettare il futuro
Il consuntivo del sisma
L'area interessata dalle scosse e l'impatto economicoe occupazionale
%
Lombardia
Novi di Modena
Cavezzo
Reggio Emilia
10km ©
§3 AZIENDE
Imprese industriali danneggiate
Finale Emilia
• • A
Medolla Ferrara
GEI
DANNI
In miliardi di euro
Danni economici complessivi
Danni al sistema industriale
Danni per mancata produzione (per 5 mesi)
Modena E m n i a
Romagna
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nin i 1 LAVORATORI IL PESO SPÉd'HCO
In % Lavoratori Totale in cassa nazionale integrazione _ a c a " s a ^ ™ w * p -y del sisma 1 6 . 0 0 0 a rea 2
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Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore su dati Confindustria
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blocchi di produzione, avendo imme-diatamente delocalizzato servizi e per-sonale nelle sedi più vicine, trovando disponibilità nei lavoratori e sostegno dai colleghi.
Alla ferma volontà di riprendere al più presto la piena funzionalità produttiva si contrappone il timore che dove non è riuscito il terremoto riesca la burocrazia. Una burocrazia non governata dalla poli-tica (che pure vorrà «mettere il cappello» alla ricostruzione piuttosto che pensare innanzitutto a come assecondarla al me-glio) che blocchi la ripresa delle attività con le motivazioni più varie e che magari pensi di restituire le imprese tra 6 me-si o un anno: il rischio è avere cattedra-li nel deserto, perché a quel punto sarà troppo tardi per conservare un merca-to che avrà già trovato nuovi sbocchi e nuovi interlocutori in altre parti d’Italia e del mondo.
La Cooperativa si sta facendo carico an-che dell’assistenza a soci e dipendenti (e familiari) in particolare diffi coltà per la perdita dell’abitazione o di altri mezzi di sussistenza: a questo scopo ha immedia-tamente approntato un team di supporto di 3 persone che si occupa esclusivamente di questo servizio ai colleghi.
Si tratta di un’autentica «Protezione Ci-vile Cpl» che ha provveduto alle prime ne-cessità (alloggi, container, camper, generi di primo aiuto per vestiario, casa, ecc.) e continuerà a curare questi aspetti «socia-li» che rappresentano la vera forza e la so-stanza dell’agire cooperativo. •
Dopo il terremotoCpl Concordia riparte
I l sisma che recentemente ha colpito l’Emilia ha interessato anche soci e dipendenti di Cpl Concordia con le loro famiglie, fornitori e clienti,
coinvolti in vario modo nella perdita del-la casa, del lavoro, dei servizi essenziali e dei luoghi di culto e ritrovo.
Le sedi di Cpl a Concordia sulla Sec-chia e Mirandola, pur se colpite in ma-niera non lieve dal sisma, sono però ri-tornate immediatamente operative.
Lo sforzo logistico e organizzativo ap-prontato, anche grazie al fondamentale contributo delle 10 sedi di Cpl dislocate in tutta Italia, ha consentito di riprendere immediatamente le attività, che nelle se-di modenesi sono state garantite da per-sonale organizzato in container cablati e tensostrutture attrezzate.
Grande solidarietàLe squadre dell’azienda hanno por-
tato il loro contributo al ripristino dei servizi essenziali – reti del gas, reti idri-che ed elettriche, centrali termiche – in tutti i Comuni colpiti dal sisma (presso ospedali, scuole, vie di comunicazione, edifi ci pubblici e privati) con l’ausilio di automezzi e tecnologie dedicate: solo in un secondo tempo si sono adoperate per il ripristino di tutte le principali funzio-nalità dell’azienda.
La diff usione territoriale di Cpl in tutta Italia ha consentito di non avere
RIPRESA IMMEDIATAMENTE L’ATTIVITÀ LAVORATIVA●
Container cablati e tensostrutture attrezzate hanno permesso di proseguire il lavoro. I tecnici dell’azienda prima però hanno collaborato con le autorità per ripristinare i servizi essenziali
PIÙ QUANTITÀ E QUALITÀ
Ibridi poliploidi nel futurodel grano tenero
Le varietà ottenute da Saaten Union e Kaiima in Italia saranno distribuite da RV VenturoliIn occasione dell’evento «Quale frumento coltiveremo nel 2025?», organizzato lo scor-so 7 giugno nei pressi di Parigi da Saaten Union per i suoi clienti francesi ed europei, è stato uffi cialmente annunciato il progetto in comune con la società israeliana Kaiima per l’ottenimento di una nuova generazione di frumenti ibridi, combinando l’utilizzo di Croisor® di Saaten Union con la tecnologia Enhanced Ploidy (EP™) di Kaiima. Il risultato è uno spettacolare incremento di produzio-ne di biomassa, sia come granella sia paglia, oltre a un contenuto proteico nettamente migliorato per quantità e qualità. I primi ibridi poliploidi inizieranno la proce-dura per l’iscrizione in Francia entro 3 anni e si prevede che entreranno in commercio dal 2017. Questi innovativi prodotti sono
destinati a soddisfare le esigenze dei cereali-coltori europei, inclusi gli italiani. «Siamo molto emozionati – ha affermato Guilla-me De Castelbajac, general manager di Saaten Union Recherche, la fi liale francese del grup-po sementiero – da questo progetto d’avan-guardia, che può dare un grande impulso allo sviluppo dei nostri ibridi». «Siamo felici – ha commentato dal canto suo Doron Gal, ceo di Kaiima – di poter fornire la nostra tecnologia alla ricerca di Saaten Union e di dare un importante contributo al miglio-ramento di una coltura fondamentale come il frumento». Kaiima, il cui nome in ebraico signifi ca «svilup-po sostenibile», è un’ innovativa società israe-liana di ricerca sulle sementi con metodi non-ogm. Saaten Union nasce dalla cooperazione di 7 società sementiere tedesche, impegnate nel breeding di varie specie. È leader mondiale del frumento ibrido e ha assegnato a RV Ven-turoli di Pianoro (Bologna) l’esclusiva dei suoi prodotti per l’Italia. •••
Per ulteriori informazioni:RV Venturoli srl Via del Fiff o, 1 40065 Pianoro (Bologna) Tel. 051.777048www.rv-venturoli.com
Sotto la tensostruttura il personale di Cpl Concordia lavora in container cablati
AGRO INDUSTRIA
74 27/2012L’Informatore Agrario •
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HTTCMil Dopo il sisma il cuore dell'azienda emiliana è stato spostato in 128 container posizionati sotto un tendone da circo. E il management non si arrende
Cpl non trema Pagina a cura
di Stefano Catellani
Un margine operativo lordo di 44,7 milioni, in crescita dai 34,2 del 2010. È questo il bilancio 2011 di Cpl
Concordia, una fra le aziende più danneggiate dal sisma che ha sconvolto l'Emilia. Casco di sicurezza in testa il presidente Roberto Casari non si è fermato un momento: «Noi non dobbiamo ripartire, noi in realtà non ci siamo bloccati», spiega a Milano Finanza «il cuore dell'azienda è operativamente spostato in 128 container posizionati sotto un tendone da circo (fornito da Nando Orfei, cugino di Casari ndr) che è diventato un paesino con strade e piazze. Andiamo avanti. Non ci spaventano i danni (capannoni produttivi distrutti e uffici direzionali inagibili) abbiamo 110 anni di storia e 129 milioni di patrimonio netto (a fine 2011 contro i 120 del 2010) ma all'assemblea di bilancio ho proposto di mettere a riserva le tasse sull'utile (circa 6 milioni di euro) e di rifare i conti a ricostruzione avvenuta. Se dovremo dare soldi allo Stato lo faremo ma in Cpl per vedere se potevamo tornare a lavorare non è venuto nessuno, così ci siamo arrangiati da soli. Abbiamo da consegnare 40 impianti di biogas in tutta Italia e abbiamo appena ottenuto la com
messa dal mercato ortofrutticolo di Bologna, per un impianto fotovoltaico da 10 milioni di euro». Il gruppo Cpl Concordia ha chiuso il 2011 con un valore della produzione pari a 388 milioni di euro, in
aumento rispetto ai 383 milioni del 2010. Il 59% deriva dalle soluzioni legate all'energia da fonti rinnovabili, il 13% dalle costruzioni e manutenzione reti gas e acqua, 111% dalla distribuzione e vendita gas. I ricavi conseguiti all'estero sono stati nel 2011 pari a 13 milioni di euro. Al 31 dicembre 2011 il gruppo Cpl contava settanta società operanti per la maggior parte in ambito energetico e in aumento sono anche i soci della cooperativa capogruppo, i quali, tra soci cooperatori, sovventori e onorari, sono arrivati a quota 760, con un incremento di 62 unità rispetto al 2010. «Abbiamo riscritto il bilancio dopo il terremoto», spiega Casari, «cambiando la distribuzione dell'utile. Abbiamo ridotto i compensi degli amministratori, i ristorni e altri parametri. Tutto all'unanimità». Cpl garantisce lavoro a 1.272 addetti, 28 in più rispetto all'anno
Roberto Casari
precedente. «E tutti sanno che quel lavoro lo garantiremo a tutti costi sotto il tendone e nelle dieci sedi di Col dislocate in tutta Italia», con
ferma Casari. Come sarà il 2012? Casari è sereno: «Continueremo a crescere all'estero e contiamo di acquisire nuove quote di mercato in Nord Africa e in Asia, mantenendo una solida struttura finanziaria e patrimoniale, perseguendo l'efficienza operativa e nell'impiego di capitale e utilizzando la leva della ricerca e dell'innovazione». Nell'ambito della costruzione, gestione e manutenzione reti gas, proseguiranno i lavori di metanizzazione dei bacini in Sardegna: per il 2012 il gruppo sarà impegnato nella costruzione di 3 dei 12 bacini in concessione. Proseguirà, inoltre, l'impegno nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi: è dell'esercizio 2012, infatti, l'introduzione di un nuovo settore denominato «Oil&Gas and Power Service» che si occupa di servizi tecnologicamente avanzati in Italia e all'estero come la manutenzione di turbine gas oleodinamiche. Nel corso del 2011 Cpl ha perfezionato l'acquisto di una partecipazione paritaria in Polargas, società attiva nella commercializzazione del Gas Naturale Liquido sul territorio nazionale: dal prossimo settembre l'azienda sarà attiva nel settore industriale in aggiunta alle tre stazioni di rigassificazione per autotrazione già operative dal 2011. «L'età media dei lavoratori del Cpl Concordia è di 36-40 anni non c'è nessuno che si arrende e nessuno mi ha chiesto come saranno pagate le ore di lavoro servite per mettere in funzione una nuova azienda sotto una tenda da circo che ora ha 300 posti ufficio e 10 mila metri di reti dati», conclude Casari, (riproduzione riservata)
perai e dirigenti sono già pronti La Cpl Concordia non si ferma // titolare della Cima: «Attivi in due settimane» Le chiese e le fabbriche, i luoghi più colpiti dai terremoto, sono anche i luoghi centrali dell'identità emiliana. Un'identità che ha fatto del culto del lavoro uno dei fondamenti del suo vivere civile. E se restare senza lavoro è un po' «come morire» allora non stupisce che anche dopo la seconda botta di martedì imprenditori e lavoratori siano già pronti a ripartire. In via di Mezzo a San Giacomo Roncole, a pochi passi dalla Bbg, che ha sepolto due operai e un socio, si trova la Cpl Concordia, multiutility cooperativa con 600 dipendenti a Concordia e 150 nella zona industriale di Mirandola. In questi giorni i dipendenti dell'ufficio sono stati in parte trasferiti a Milano, Padova e Bologna e hanno continuato a lavorare. All'esterno della ditta, all'apparenza poco danneggiata, sono stati piazzati dei container per allestire gli uffici e una grande tensostruttura, già montata dopo la scossa del 20 maggio. «Noi stavamo lavorando perché abbiamo dei contratti da rispettare e 40 impianti di green power da consegnare entro la fine dell'anno» aveva detto il presidente Roberto Casari martedì
mattina dopo la serie spaventosa di scosse luttuose. Ieri il sindaco di Mirandola Maino Benatti ha emanato una nuova ordinanza che consente di avviare le verifiche strutturali nelle aziende con il personale tecnico abilitato. Nel frattempo alcuni operai si sono presentati nelle ditte per mettersi a disposizione. «Non possiamo perdere il lavoro. Non possiamo permettercelo. Bisogna andare avanti» dice un operaio di fronte alla Cpl. Un operaio che in questi giorni fa avanti e indietro dall'ospedale, dove si trova un parente ricoverato, e che dorme in auto come tanti altri nella zona. Al suo fianco c'è la madre, titolare di un negozio andato distrutto a San Possi-donio: «Un negozio bellissimo. Avviato 30 anni fa. Capisco mio figlio che vuole andare avanti. Se non io facciamo tutti qui finisce l'Emilia Romagna». Di fianco alla Bbg si trova la Cima, che produce macchine per la gestione del contante e che è fornitore dei più importanti gruppi bancari italiani. Il titolare Vittorio Razzaboiii ieri era al Centro operativo di Mirandola in attesa della nuova ordinanza del sinda
co che consentisse l'accesso alla zona industriale, che da martedì era zona rossa. «In due settimane dobbiamo tornare operativi. Altrimenti cosa facciamo? Andiamo via? Ci dobbiamo impegnare per ripartire». La Cima ha due capannoni. Uno in ferro da 3mila metri quadrati, costruito dal padre Giuseppe nel 1974, e uno da mille in cemento armato realizzato nel 2002. «E' caduto quello in cemento armato. Dunque se lo ricostruirò io farò in legno o in ferro, che sono gli unici materiali che hanno retto». Nella zona industriale anche ieri era un via vai di operai, oltre che di imprenditori: lungo le strade tante persone ferme a guardare le aziende. «La preoccupazione reale - dice il sindaco Benatti - è che le multinazionali possano decidere di delocalizzare. Per questo noi stiamo velocizzando tutte le procedure. Lo stiamo facendo per avere un futuro. Il biomedica-ie produce macchinari per gli ospedali e gli ospedali non possono fermarsi. Per questo faremo di tutto per far ripartire l'economia.In sicurezza».
B Jacopo Della Porta
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