Istituto Comprensivo di Castel Goffredo (MN) Viale Monte ... · A furor di popolo e con tante buone...
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È TEMPO DI SCRIVERE !! Giornalino
scolastico
A.S.2012/2013 Siamo tornati !!!!!
A furor di popolo e con tante buone idee i giornalisti
in erba vi terranno compagnia per tutto l’anno
Carissimi e affeziona-
tissimi lettori,
siamo tornati
quest’anno per pro-
porvi nuove iniziative
in cui sarete coinvolti
come mai prima
d’ora… con questo
progetto nessuno più
ormai potrà cedere al-
la noia ! In questa
nuova edizione trove-
rete, oltre ai nostri
fantastici articoli,
molti spunti letterari,
musicali e fumettisti-
ci, interviste doppie,
recensioni su video-
giochi e film, racconti
brevi e molto altro an-
cora ! Vi garantiamo
tanto divertimento e
risate a più finire, sen-
za però trascurare le
numerose notizie che
“affliggono” la nostra
beneamata vita scola-
stica. Se non vi abbia-
mo annoiato con que-
sti discorsi: voltate pa-
gina e buon diverti-
mento !!!
La redazione :)
All’interno…
Articoli di-
vertenti;
Racconti ap-
passionanti;
Interviste;
Recensioni;
Consigli;
E molto altro
ancora!!!! :-)
Istituto Comprensivo di Castel Goffredo (MN)
Viale Monte Grappa 94
2
2012/13 un intenso e fruttuoso anno scolastico.
Al termine di un intenso e labo-
rioso anno scolastico ritengo
mio dovere ringraziare i docen-
ti ed il personale ATA per
l’impegno profuso nel portare a
compimento la fase finale del
progetto Nazionale Valutazione
Sistema Qualità. E’ stata una
stimolante esperienza che ha
visto sperimentare numerose
attività didattiche laboratoriali
non solo nelle classi terze ( la
scuola sarà valutata anche in
base ai risultati delle prove In-
valsi, conseguiti dai nostri stu-
denti in sede di esami di licen-
za media) con buoni risultati
dal lato degli apprendimenti.
Elemento caratterizzante di
questa esperienza è l’aumentata
capacità di lavoro in gruppo dei
docenti e questo contribuisce al
passaggio alla scuola delle
competenze, una scuola moder-
na che faccia diventare i nostri
ragazzi artefici del loro appren-
dimento. Ma ha continuato ad
impegnarsi anche nella sua plu-
riennale impostazione di atten-
zione alla didattica ambientale
( siamo una Ecoscuola!), che
quest’anno è stata arricchita ol-
tre che da nuovi stimoli didatti-
ci ( progetto qualità delle ac-
que, prati aridi, prati umidi,
lombricoland, concorsi fotogra-
fici e …..) dalla realizzazione
di una serra didattica.
Un nuovo laboratorio che ci
permetterà di sperimentare tut-
to l’anno l’attenzione alla vita
nascente e che affiancherà i no-
stri orti scolastici in modo da
seguire le varie fasi di crescita
dei nostri alimenti per eccellen-
za, le verdure. Ciò che produr-
remo verrà consumato nelle
classi in modo da sperimentare
una corretta educazione ali-
mentare ma non solo, perché
impareremo a documentare e a
prendere appunti e misure per
poi rielaborali e problematiz-
zarli nell’ottica della conoscen-
za prima e poi della sostenibili-
tà ambientale.
La serra sarà inaugurata
l’ultimo giorno di scuola alla
presenza delle autorità locali
ma per noi sarà solo
l’ufficializzazione della parten-
za di un processo formativo
3
che mi auguro motivante e coin-
volgente tutto il nostro futuro I-
stituto Comprensivo. Un sentito
grazie va alle Associazioni locali
che ci hanno sostenuto finanzia-
riamente, ai docenti, ragazzi e
genitori del Comitato Ecoscuola,
al Consigli di Istituto ed a tutti
quegli studenti che si sono impe-
gnati nella produzione e vendita
in piazza di lavoretti e gadget
per contribuire alla realizzazione
della serra.
Questo modo di operare credo
risponda alla esigenza di qualifi-
care la nostra scuola sempre di
più, come patrimonio della col-
lettività attenta alle esigenze di
tutti e di ognuno, con l’obiettivo
primario di creare cittadini di un
domani ecosostenibile e solida-
le!
In prossimità delle vacanze esti-
ve non posso che formulare a
tutti, alunni, insegnanti e genito-
ri, l’augurio di un’estate impe-
gnata che rifugga dalla noia at-
traverso tanto sport, tante buone
letture ( libri da prendere in bi-
blioteca!), tanto sano ed intelli-
gente divertimento e per i ragaz-
zi del gruppo ambientale il rien-
tro settimanale per la tenuta de-
gli orti scolastici e della serra.
Il Dirigente Scolastico
Prof. Cesarino Marchioro
4
Kevin ha una rara malattia
che lo fa crescere dentro ma
non fuori, ed entrambi sco-
prono di avere qualcosa do-
nare all’altro.
Un libro e un film fantastici
che vi faranno commuovere
con un finale veramente ina-
spettato, facendovi capire il
reale valore della vita.
Annalisa Varini 3°B
Regista film: Peter Chel-
som
Anno di uscita del film:
1998
Autore libro: Rodman
Philbrick
Maxwell grande, grosso e
ignorante. Kevin piccolo
gracile e amante del sape-
re. Apparentemente molto
diversi i due si scoprono in
realtà molto vicini e uniti.
Tutto comincia quando Ke-
vin si trasferisce vicino a
casa di Maxwell. Max ha
un passato tragico per il
quale è costretto a vivere
con i suoi nonni materni, e
BASTA GUARDARE IL CIELO
Vi sarà capitato qualche volta di
visitare un museo e trovare qua-
dri di Picasso o di Van Gogh.
Bah, quelli sono solo carta strac-
cia da quattro soldi. Quei due ar-
tisti da strapazzo (ovviamente la
mia è ironia) non avevano ancora
conosciuto l'unica atre che supe-
ra di gran lunga il Discobolo e
addirittura la Divina Commedia:
I FUMETTI!!!...e guardate che
non scherzo mica,infatti i fumetti
sono arte (tecnicamente), oltre-
tutto l'unica che persino un bam-
bino di 7 anni riesce a capire. Ma
qual è il fumetto migliore in as-
soluto? Non si sa! Ciò dipende
dall'interesse del singolo lettore.
C'è Superman, Batman, Diabolik
persino le Winx.
W il fumetto!
5
da farsi per evitare la
deportazione, il consi-
glio degli anziani in-
sieme a Shlomo deci-
de di “mascherarsi”da
nazisti creando un fin-
to treno di deportati.
Inizia così un viaggio
pieno di imprevisti,
incontri simulati ami-
chevoli e non, per
concludere con un fi-
nale davvero sorpren-
dente.
Claudia Deidda &
Annalisa Varini 3°B
TRAIN DE VIE
UN TRENO PER VIVERE
Anno:1998
Regia: Radu Mihăile-
anu
Ironico, allegro, sor-
prendente e comico,
Train de vie affronta
l’argomento relativo
allo sterminio ebraico
in epoca nazista fa-
cendoci dimenticare la
dura realtà che ha fat-
to soffrire un’intera
popolazione di Ebrei.
Il tutto comincia con
Shlomo, il pazzo del
villaggio, che annun-
cia l’arrivo dei tede-
schi nei villaggi vici-
ni. Dopo mille discus-
sioni e indecisioni sul
Secondo me, che sono un
"grandissimo" intenditore di que-
sta categoria, il fumetto migliore
tra tutti è Topolino che qualche
settimana fa ha raggiunto le 3000
uscite. Certo è che nel 2113 in-
venteranno fogli con immagini in
in movimento, ma oggi ci gustia-
mo ancora quello che conquista
grandi e piccini: il fumetto, l'uni-
ca fantasia su carta.
Niccolò Taraschi I D
6
questo libro perchè fa
capire che una vera a-
micizia va oltre gli a-
spetti esteriori e che
molte persone hanno sa-
crificato la propria vita
pur portare avanti le
proprie idee.
Leonardo Capra 3°D
Autore: Fred Uhlman
Il libro narra la storia di
un'amicizia tra due ra-
gazzi,un ebreo di nome
Hans Schwarz e un te-
desco di nobili origini di
nome Konradin Van Ho-
hnfles.Tra i due nasce
un'amicizia profonda,
hanno in comune la pas-
sione di collezionare
monete e anche di leg-
gere. La loro amicizia
però sarà difficile, per-
chè i genitori di Konra-
din (il tedesco) non a-
mano gli ebrei e la loro
amicizia non è destinata
a durare… Consiglio
L’AMICO RITROVATO
Il nostro staff !!!
7
Un amore nato du-
rante una calda e-
state nella Carolina
del Sud, ambientato
negli anni quaranta.
Amore fatto di baci,
abbracci, tenerezze
e litigi. ‘Litigavano
spesso, ma una cosa
era certa: erano
pazzi l’uno
dell’altra.’ Lato ne-
gativo è il fatto che
i genitori della ra-
gazza non approve-
ranno la relazione.
Amore morto e poi
risorto nel bel mez-
zo della preparazio-
ne delle nozze di
Allie, la protagoni-
sta, con Lon, uomo
di cui si invaghisce,
convinta che Noah,
il suo grande amo-
re, l’abbia dimenti-
cata.
E’ un film che con-
siglio a qualsiasi
persona, dai dodici
anni in su , perché
vero e sincero nelle
sue manifestazioni
d’affetto. Un film
che strappa via un
pezzo di cuore. Di-
mostra che l’amore
vero esiste, anche
se spesso si ma-
schera dietro ad
un’estetica che non
rispecchia i nostri
canoni.
Un film toccan-
te,emozionante,i cui
protagonisti si in-
contrano e si perdo-
no in un crescendo
di emozioni… La
scena iniziale si a-
pre in una casa di
riposo, dove un uo-
mo anziano legge
giornalmente stralci
di un diario ad
un'anziana donna
affetta dalla demen-
za senile. La donna,
che non ricorda nul-
la di sé tranne un
preludio di Chopin
che suona a memo-
ria al pianoforte, si
appassiona all'av-
vincente storia d'a-
more raccontata nel
diario.
Claudia Deidda 3°B
LE PAGINE DELLA NOSTRA VITA
8
ci è stato conse-gnato l’abbiamo messo in una bot-tiglia tagliata a metà piena d’acqua invece a-desso l’abbiamo trapiantato in un vaso. Gli alunni sono anche impegnati a scrivere il dia-rio di bordo dove parlano dei passi di crescita del bulbo. La 1^F ha creato una rubrica sul TG della scuola dove parlano dei miglioramenti e cambiamenti del loro bulbo. La professoressa Tibaldi ha consi-gliato agli alunni di fotografarlo o-
gni settimana e al-le seconde l’ha fat-to disegnare. Anche se assomi-glia ad una rapa è pur sempre un in-dividuo importan-te!
I nostri amati bulbi
Un nuovo amico in classe
In ogni classe a-desso anche il bulbo è un indivi-duo importante. E’ stato conse-gnato in tutte le classi la prima settimana di Gen-naio però tanti sono morti per-ché non sono sta-ti curati molto bene consideran-dolo come se fos-se uno di loro! Al-cuni hanno perfi-no ricevuto an-che un fantastico nome. Questo ci ha inse-gnato a curare e non inquinare la natura, che pos-siamo anche mi-gliorare quello che è rimasto. Quando il bulbo
9
CORSO DI SCACCHI A SCUOLA
Avanti con la tua mossa !
Scacchi!
Voi di certo pensere-
te: “No! Che noia gli
scacchi!"
Ma non è vero! Un
incontro di scacchi
può essere un’ occa-
sione per incontrare
nuovi e vecchi ami-
ci, ma anche cono-
scere nuove persone
e nuovi appassionati
di questo gioco!
Guardiamo il lato po-
sitivo! Almeno se
perdete potete dire al
vostro avversario che
è un secchione e in
caso di vittoria potete
dire che siete dei gran
geni!
Allora, come stavo
dicendo, non ferma-
tevi alle apparenze,
pensate prima di dire
che una cosa è noiosa
e poco interessante.
Il 26 febbraio è ini-
ziato il corso di scac-
chi nella nostra scuo-
la e hanno partecipa-
to all’ incirca una
ventina di ragazzi di
prima, seconda e ter-
za media. Erano pre-
senti tre insegnanti
tra cui il professor.
Milazzo. Nella prima
lezione è stato mo-
strato loro un video
di una puntata di Su-
perQuarck in cui si
spiegava generalmen-
te come giocare a
scacchi. Gli inse-
gnanti hanno parlato
dei grandi campioni
di scacchi dei nostri
giorni.
Tra partite, regole e
scherzi siamo arrivati
al 12 marzo, ultima
lezione di scacchi, in
previsione del torneo
finale che avrebbe
decretato il vincitore
assoluto.
Il torneo è avvenuto
il 15 marzo ad Asola
ed è durato comples-
sivamente 6 ore. La
squadra di Belfiore si
è classificata prima,
mentre il gruppo
femminile della no-
stra scuola si è piaz-
zata quarta classifica-
ta su sei squadre e
quella maschile otta-
va su sedici squadre.
E’ stata un’ esperien-
za bellissima! Alla
prossima
Da Pavethira Kathira-
velu 3 B, Daniel O-
gunleye 1 F e Leo-
nardo Capra 3D
10
Forse non tutti ne
sono al corrente,
ma bisogna sape-
re che la musica
influisce notevol-
mente su ognuno
di noi e sul nostro
subconscio, è per-
ciò importante a-
scoltare della
buona musica.
Ecco i nostri con-
sigli:
Locked out
of heaven -
Bruno Mars,
Little Talks - Of
mosters and
men, Hall of
fame - The
Script, consi-
gliabili per
svariate situa-
zioni.
Imagine -
John Lennon e
We are the
w o r l d p e r
quando ci si
sente partico-
larmente pacifi-
ci;
Moves Like
Jagger - Maro-
on 5, We are
golden - Mi-
ka , se si ha vo-
glia di divertir-
si;
Higway to
hell- AC/DC e
Have a nice
day -Bon Jovi
per caricarsi;
I wash ere -
Beyonce, Eclis-
si del cuore -
L’Aura e Nek
per i meno agi-
tati che voglio-
no rilassarsi.
Buon Ascol-
to!!!
La Redazio-
ne ;)
CONSIGLI MUSICALI
11
Regia: Gabriele
Muccino
Anno: 2006
Paese: USA
ISPIRATO A UNA
STORIA VERA
Chris Gander è un
uomo che cerca di
fare fortuna inve-
stendo i risparmi di
una vita in scanner
da rivendere ai medi-
ci, ma purtroppo le
cose non vanno co-
me dovrebbero e po-
chi anni dopo si ri-
trova sommerso dai
debiti e senza soldi
per la sua famiglia,
composta dalla mo-
glie Linda ed il figlio
Christopher.
Un giorno dopo aver
scambiato due battu-
te con un broker di
successo Chris deci-
de di provare a stra-
volgere la sua vita
chiedendo un posto
come consulente fi-
nanziario alla Dean
Witter e la moglie,
stanca del lavoro che
pesa sulle sue spalle
e del marito che rin-
corre sogni irrealiz-
zabili, decide di la-
sciarlo.
Chris si ritroverà
quindi da solo con il
figlio e dovrà de-
streggiarsi tra la ven-
dita degli scanner, il
corso di sei mesi per
diventare broker e il
piccolo Christopher.
I soldi però non ba-
stano mai e i due so-
no costretti a lasciare
la loro abitazione per
rifugiarsi in un motel
dove in seguito
(sempre per i manca-
ti pagamenti) verran-
no cacciati.
A quel punto, senza
un posto dove andare
e senza soldi, padre e
figlio si ritrovano a
vagare per la città,
rifugiandosi nei dor-
mitoi per i senzatetto
e addirittura nel ba-
gno della metropoli-
tana, ma ecco che
quando tutto sembra
perduto un colpo di
scena risolverà la si-
tuazione …
Un film molto inten-
so e toccante, capace
di far commuovere
anche i meno sensi-
bili che con molta
semplicità racconta
quanto possa essere
dura la vita e come
allo stesso tempo
sorprendente.
Annalisa Varini 3° B
LA RICERCA DELLA FELICITÁ
12
Il giorno 29 Settembre 2012
le scuole elementari e medie
si sono riunite dentro il pa-
lazzetto dello sport per assi-
stere al concerto di benefi-
cenza dell’orchestra Fuori-
tempo,diretta dal maestro
Rizzoli dedicato alle città
terremotate per l’Emilia.
Il concerto si è tenuto alle o-
re 10.15 dove,come prima
cosa,ci hanno mostrato un
video che hanno girato
quando hanno fatto il viag-
gio a Nazareth e subito i ra-
gazzi hanno iniziato a diver-
tirsi ascoltando le colonne
sonore di: Harry Potter, La
vita è bella, Mamma Mia,
Mon Cherie e altri... Tra gli
strumenti che suonavano
c’erano i sassofoni, i violini,
un contrabbasso, i corni, le
viole, violoncelli, gli eufo-
nium e le percussioni.
Dopo finito il concerto i pro-
fessori hanno raccolto i soldi
per beneficenza e siamo ri-
tornati a scuola sotto quella
violenta ma armoniosa piog-
gia che bagnava i marciapie-
di e le strade.
Angelica Tellaroli e Pave-
Ah, la buona musica !!!
Una giornata al palazzetto dello sport per
ascoltare la fantastica Orchestra Fuoritempo...
LO SAPEVI CHE… Lo sapevate che con
l’avvento dell’Euro si
renderà necessario
modificare alcuni detti
popolari tipo “in tasca
non ho una lira” o “se
potessi avere mille li-
re al mese”?
Lo sapevate che negli
Stati Uniti il maggior
numeri di incidenti stra-
dali è dovuto al rove-
sciamento del bicchiere
del caffè lungo da parte
del conducente?
13
Dicembre 2012. Gli
alunni schiamazza-
no. La prof. entra.
Cala il silenzio. La
prof. si siede sulla
cattedra, occhi chini.
Alcuni trattengono il
fiato. La prof. inspi-
ra una boccata
d’aria, pronta a par-
lare...
-Ragazzi, oggi ini-
ziamo un nuovo pro-
getto: vi dividerete
in due gruppi e cer-
cherete di costruire
un’azienda!
Ancora loro non lo
sapevano, ma questo
progetto li avrebbe
occupati per gran
parte dell’anno sco-
lastico...
Prima di tutto, ci sia-
mo divisi in due
gruppi, quelli che at-
tuano l’azienda in I-
talia e chi, invece, la
facevano all’estero.
Il primo gruppo ha
scelto come sede
dell’azienda, che si
chiamerà “La Pogo
Infinity”, Milano, a
pochi chilometri dal
centro. Sarà un bar
a piano terra, una
sala giochi al secon-
do, con l’aggiunta
di una stazione ra-
dio all’ultimo pia-
no, per promuovere
l’azienda. I ragazzi
di questo gruppo,
per dare l’idea del
progetto anche agli
altri compagni, at-
tuarono un modelli-
no in scala
dell’edificio.
Il secondo gruppo,
invece, è
un’agenzia di viaggi
in Australia chiama-
ta “Aus-Ita Air” che
promuove delle of-
ferte e dei pacchetti
per viaggi in Italia.
Per rendere più ve-
ritiero tutto questo,
con il programma
Publisher hanno re-
alizzato un “sito”
con le offerte, i pac-
chetti e addirittura il
logo!
Dopo aver chiamato
tre piccoli giudici di
una seconda,
l’improvvisata com-
petizione la vinse
l’Aus-Ita Air, che
incassarono la noti-
zia con gioia sotto il
grande sorriso della
prof. Sabbetta.
Angelica Tellaroli e
Pavethira Kathira-
velu, 3°B
PICCOLI IMPRENDITORI CRESCONO...
I progetti della 3°B sembrano davvero
attuabili!!!
14
Il giorno Venerdì 26 Ottobre 2012
alle ore 9.20 i ragazzi di 3°media
si recarono nella palestra scolasti-
ca per conoscere e intervistare I-
gnacio Martínez de Pisón,il vinci-
tore della 20° edizione del pre-
mio Acerbi. Quando l’autore spa-
gnolo entrò nella palestra è stato
calorosamente accolto dalle 3°
che hanno suonato“Carmen” di
Bizet,“Luna bandolera” e
“Melodia catalana”alternati ai
canti della 5°elem. per poi cantare
tutti insieme l’Inno Italiano. Alla
fine di tutto ciò i presidi di en-
trambe le scuole hanno dato il
benvenuto ufficiale all’autore ve-
nuto per parlarci del suo libro.
Durante il suo discorso Pisòn
spiegò che il romanzo“Il fasci-
sta”,in origine chiamato“Denti da
latte”,è ambientato in un contesto
da lui stesso vissuto da ragazzo
durante la guerra civile spagnola
nella durante la dittatura di Fran-
cisco Franco.
La trama racconta di Raffaele Ca-
meroni che durate il fascismo,con
la scusa di arruolarsi,abbandona
l’Italia, sua moglie e una figlia ri-
tardata per andare a vivere in
Spagna dove si rifarà una nuova
vita con la nuova moglie Isabelita
e i loro tre figli. Dovrà però fare i
conti con il passato italiano che
ritornerà con un fatto del tutto i-
naspettato.
L’autore elogiò il nostro paese di-
cendo che vi era già stato prima
della premiazione. Durante la
breve permanenza dell’autore gli
alunni hanno potuto fargli svaria-
te domande:
-Come è nata la passione per la
scrittura ?
Da giovane con la macchina da
scrivere di mio padre.
-Cosa si prova a finire un roman-
zo ?
Si sente di dire addio a molto la-
voro e a una tappa della pro-
pria vita
-Cosa consiglia a chi vuole di-
ventare scrittore ?
Leggere molto e alimentare que-
sta passione.
- Ha pensato ad un particolare
destinatario per il suo libro ?
No, è molto personale.
L’autore ringrazia di essere stato
con noi e se ne va .
Annalisa Varini 3°B
Il premio Acerbi alle scuole medie
15
New super Mario bros wii u
Dopo le sue innumerevoli avventure contro
Bowser Mario e Luigi sono tornati con nuovi
livelli strabilianti e nemici imbattibili ma, so-
pratutto, con il potere u , in grado di evocare con il
tocco delle dita blocchi che aiutano il superamento
del livello. Il gioco è compatibile però solo per la
nuova wii u (peccato……).
Buon divertimento !!!
Anno uscita film: 2011
Autrice libro: Kathryn Stokett
In America negli anni ’60, mentre gran parte del
mondo si godeva il boom economico seguito alla
2° guerra mondiale a Jackson in Mississippi vive
ancora chi ogni giorno deve faticare per guada-
gnarsi da vivere. Minny e Abileen sono due came-
riere di colore come tante altre che ogni giorno la-
vorano e faticano a casa dei bianchi, accudendo i loro fi-
gli per poi vederseli rivoltare contro qualche anno dopo.
Skeeter è una giovane ragazza che appena laureata ritorna
a casa sua dove scopre una realtà che non ha senso e che
non può più sopportare. Insieme le nostre “3 eroine” deci-
dono di scrivere un libro per ribellarsi, ma la strada si ri-
vela più insidiosa del previsto…
Nonostante qualche differenza tra libro e film tutti e due
affrontano un tema importante con tanta simpatia e ironia.
Annalisa Varini 3°B
THE HELP
16
Giovedì 21 Gennaio 2013 le
classi prime dell’Istituto Virgilio
si sono recate alla Coop per in-
contrare la signora Paola che le
ha condotti in una stanza dove
hanno conversato. Dopo i ragaz-
zi sono andati a fare un gioco i-
struttivo chiamato “Caccia alla
merenda”. Ogni classe veniva
divisa in cinque gruppi e ognu-
no di loro doveva fare una spesa
seguendo il tema dato. Per ogni
argomento si potevano
“comprare” tre prodotti. I temi
erano:
-
Merenda per chi va a Scuola
-Merenda per Sportivi
-Merenda Economica
-Merenda Sana
-Bevande
Alla fine della spesa la signora
Paola ha regalato ai ragazzi ve-
nuti in visita dei succhi di frutta
e dei bignè ai mirtilli per fare
merenda. Finita la merenda le
classi sono ritornate a scuola.
Questa esperienza è servita ai
ragazzi per capire l’importanza
di alimentarsi in modo sano.
Scritto da Tuma Saha 1E
Visita alla Coop!!!
Caccia alla Merenda…
tempi della nascita
delle prime forme
di vita umana: pri-
ma erano sono delle
incisioni sui muri,
ma adesso è indi-
spensabile, come se
senza di essa re-
gnasse solo un fo-
glio vuoto! Perfino
uno dei grandi in-
ventori della storia,
Leonardo da Vinci,
per aiutarsi a ricor-
dare le brillanti idee
che apparivano nel-
la sua mente usava
l’arte degli schizzi.
Ma cos’è l’arte? Per
tanti è una forma
con cui esprimersi,
L’arte nel Giornalino
Ognuno dei parteci-
panti al corso di gior-
nalino ha un qualcosa
di “speciale”: ci sono
fumettisti, romanzieri,
poeti, scrittori, amanti
della musica o dei vi-
deogiochi e tra tutti
questi ci siamo anche
noi artisti. L’arte è sta-
ta scoperta già dai
17
Durante il periodo di
aprile-maggio le clas-
si III A-III D hanno
svolto un progetto
VSQ con lo scopo di
realizzare un video
tutorial sulle prove
Invalsi di italiano.
Gli alunni delle stes-
se sono stati divisi in
gruppi che hanno rea-
lizzazto il proprio vi-
deo tutorial basato
sui consigli sulla ge-
stione emotiva cioè
su come mantenere la
calma di fronte alla
pressione scaturita da
una prova così im-
portante; sulla gestio-
ne pratica ossia ri-
guardante lo svolgi-
mento materiale della
prova e sull'analisi
della struttura; infor-
mazioni cioè su come
può essere una prova
Invalsi.
Per realizzare ciò i
ragazzi hanno utiliz-
zato le proprie attrez-
zature montando i vi-
deo con l'ausilio dei
computer.
Il tutto poi condito da
una buona dose di i-
ronia che non deve
mai mancare per su-
perare al megliol le
difficoltà.
Il progetto è stato
molto divertente e in-
teressante,ha reso im
ragazzi molto più au-
tonomi e collaborati-
vi.
Mathuran Kirupaka-
ran 3ªA
sono presenti dise-
gni che rappresen-
tano l’argomento in
esso trattato, così
da renderlo più ac-
cattivante. Per quel-
lo abbiamo organiz-
zato un concorso
per esprimere una
di queste tante arti
cioè il fumetto:
consiste nel creare
un fumetto origina-
, per altri è solo una
cosa inutile, per altri
ancora è tutto il loro
mondo … ma di sicu-
ro è un tesoro da non
perdere! Ci sono molti
tipi di disegno con cui
esprimersi: da un solo
puntino a enormi graf-
fiti o opere d’arte fa-
mosissime, ma è sem-
pre arte. Infatti nelle
pagine del giornalino
le, che tratti qualsi-
asi argomento ..
<<La creatività è
permettersi di fare
degli errori.
L’arte, è sapere
quali di questi te-
nere>>
-Anonimo
Pavethira Kathira-
velu 3°B e Alessia
Busnardo 2°D
Progetto VSQ: Video tutorial prove Invalsi Italiano
18
Il 7 dicembre 2012 la classe 3^A
ha organizzato con il prof. Abra-
mo il famosissimo pranzo natali-
zio presso la mensa dell’Istituto
“Virgilio” di Castel Goffredo,
grazie all’aiuto del proprietario
del ristorante “La Pialla”.
Gli studenti hanno mostrato il lo-
ro talento culinario,ma soprattut-
to la propria propensione alla co-
noscenza della buona cucina af-
fondando letteralmente le proprie
grinfie in magistrali opere d’arti.
Gli alunni hanno invitato i pro-
fessori della propria classe a par-
tecipare al pranzo promettendo
sapori e non veleni;“purtroppo”
non tutti i docenti hanno potuto
essere presenti.
Gli studenti e il proprietario del-
la “Pialla” hanno provveduto
all’acquisto dei prodotti alimen-
tari e delle posate e dei piatti.
I ragazzi,sotto la guida attenta
del ristoratore , si sono impegnati
a cucinare i tortelli di zucca, di
spinaci e il “super dessert”:il
pandoro decorato con crema
chantilly.
Dopo aver terminato il pranzo gli
studenti si sono impegnati a puli-
re e a rimettere in ordine la men-
sa.
Il pranzo è stato molto istruttivo
perché ha insegnato agli studenti
l’arte della cucina.
Mathuran Kirupakaran e Pietro
Cavazini
I profumi inondano la scuola
I ragazzi della 3^A si cimentano nell’arte della cucina ...
Rieccoci !!
19
Romanzo di Ales-
sandro D’Avena,
questo libro racconta
di una sorta di
‘triangolo amoroso’
di cui il lettore sco-
prirà le trame solo
alla fine della storia.
Leo, il protagonista,
insieme al suo sogno
di nome ‘Beatrice’,
la più bella di tutte le
ragazze della sua
scuola bianca come
il latte, con capelli
color rosso sangue e
gli occhi verdi in cui
ci si poteva persino
perdere. Sarà la leu-
cemia a colpire Bea-
trice a avvicinarli
maggiormente, men-
tre Silvia, migliore
amica di Leo, lo so-
sterrà sempre, condi-
videndo il dolore, lui
per Bea e lei per
l’amore nascosto che
nutre verso Leo.
È un romanzo che
consiglio a tutte le
ragazze, perché è
prettamente incen-
trato su emozioni
forti, sentimenti con-
trastanti. È interes-
sante, vi posso assi-
curare che vi terrà
col fiato sospeso,
con gli occhi fissi
sul libro per tanto
tempo; vi darà la
possibilità di riflette-
re sui sentimenti, gli
stati d’animo e il so-
stegno reciproco che
ognuno di noi può
offrire incondiziona-
tamente all’altro.
Claudia Deidda, 3°B
Bianca come il latte rossa come il sangue
Just Dance 4 !
Ormai avrete già sentito nominare questo gioco e i
suoi precedenti, che hanno ispirato tanti altri vide-
ogiochi, e ora è arrivato addirittura al quarto capitolo!!! Compa-
tibile con wii,wii u e xbox360 con kinect,vi farà divertire con le
sue canzoni e il suo stile. “We no speak americano” , “What
makes your beatiful” e “Cercavo amore” sono solo poche delle
canzoni presenti in questo fantastico gioco e per chi ancora non
lo sapesse si può scaricare gratuitamente per questo videogame
la famosissima canzone GANGNAM STYLE!!!
20
L ’ANGOLO DELLE POESIE
Quest’anno abbiamo ricevuto un centinaio di poesie da svariati a-
lunni.
Non volendo deluderli, abbiamo pubblicato i loro scritti in questa
nuova rubrica...
Buona lettura!!!
ECCO L’INVERNO FRED-
DOLINO
L’inverno sta arrivando e
Alle porte sta bussando
Ha un odorino di cappuccino,
di panettone e di tante cose
buone:
di frittelle
di Natale e di novelle,
della neve che c’è per via,
dal calduccio che c’è a casa
mia,
adesso lo dobbiamo salutare
perché se ne deve andare...
e l’estate deve arrivare
il più presto possibile,
perché ci dobbiamo riscaldare.
Jennifer Cirillo 2°D
IL FUTURO
Sono già in terza media
ma non sto fermo sulla se-
dia
è finito il quadrimestre.
Le prof non sono brave co-
me le maestre
in attesa della pagella
non farò i dispetti alla bi-
della
ho paura per gli esami di
stato
che vergogna se sarò boc-
ciato.
Devo scegliere la scuola su-
periore
andrò io quella dove si stu-
dia meno ore.
che paura per il mio futuro
non mi sento ancora matu-
ro.
Federico Fontana 3°B
21
FORSE
Tu eri il mio angelo custode
La ragione per cui cantavo
La ragione per cui amavo
Però le tue ali hanno preso il vo-
lo
E non hanno mai fatto ritorno
Hai dimenticato il tuo passato
E ti sei allontanato
Ti sogno ancora adesso
Anche se non sono più me stesso
Hai preso con te i mie pensieri
Mi ricordo adesso come se fosse
ieri
Ti porterò sempre nel mio cuore
Mi hai dato la speranza di anda-
re avanti
Illudendomi che un giorno potrò
riabbracciarti.
Graur Andrea-Ramona 2°D
LA ROSA
La rosa è sbocciata,è appe-
na nata,
con tutto il suo splendore,
incanta tutti per ore.
Ed è colei che domina il
prato,
rossa,ardente,
incanta molta gente.
Dietro a quei petali,
nasconde molte storie,
molte stagioni,molte gioie.
Con tutto questo splendore,
modestamente, si può chia-
mare,
amore.
La rosa, purtroppo morirà,
ma maestosamente,
all’anno prossimo rigermo-
glierà.
Leonardo Capra 3°C
UNA NOTTE SILENZIOSA
È notte, il cielo è blu
e tante stelle stan lassù
a illuminare i tetti
e i bambini nei loro letti.
fuori è scesa tanta neve
e dentro c’è il respiro lieve
di chi sogna almeno un dono
perché è stato tanto buono!
Jennifer Cirillo
22
L’INCUBO
La testa ti sta scoppiando
Tutto intorno a te si sta annebbiando
Le lacrime scendono dolorosamente
Che cosa ti passa per la mente?
Sei confusa non vedi niente
Hai paura del presente
Il passato lo vuoi dimenticare
Il futuro ti fa spaventare.
Non sai più cosa fare
Non hai un posto dove andare
Tutti ti stanno ignorando. Ma...
una persona ti sta guardando
Si avvicina e ti guarda fisso
E come se sapesse il tuo viso
Comincia a volare
E per lo spavento inizi ad indietreg-
giare
Ti è accanto
Come d’incanto
Il suo viso è perfetto
Senza alcun difetto
Il suo viso ti è familiare
Perché ha gli occhi come il mare
La sua bocca è rossa
E parla senza averla mossa
È tua madre che ti sta parlando
E ti dice:”Tesoro svegliati, stai solo
sognando”
Apri gli occhi e ti senti sola
Ma sei felice d’averla rivista ancora.
Graur Andrea-Ramona 2D
VORREI ESSERE …
Vorrei essere il vento,
che soffia rami e foglie
con un gran movimento.
Vorrei essere un delfino,
che nuota lontano e di-
venta piccino.
Vorrei essere un fiore,
che dà affetto e tanto co-
lore.
Vorrei essere l’amore,
che continua a diffonder-
si nel mondo per ore e
ore.
Vorrei essere la neve,
che scende lieve lieve.
Vorrei essere una bambi-
na,
che aiuta la gen-
te,facendo magie come
una fatina.
Quante cose vorrei esse-
re!!!
Ridhita Bhowmik 1°E
23
AL MIO PRIMO LIBRO
Oh mio caro libro illustrato,
pieno di figure con cinque parole,
io, da subito, ti ho molto amato
e tu mi hai aperto luna, stelle, nu-
vole e sole.
Ero piccolina quando ti ho affer-
rato
E con la saliva un po’ ti ho sbava-
to;
quanti mesi avevo? Sei, sette, ot-
to?
Poco importa, io ti rosicchiavo
come un biscotto.
Non avevo il mio orsetto, né il
gatto Centouno,
al nido non ci sono mai stata
...tu mettevi il tuo “tutti” al posto
del mio “nessuno”.
Eri così buono, simile ad una cro-
stata...
Ma non è questo del mio amore il
punto uno,
fatto sta che sei l’avo di quella
che la mia passione è diventata...
Angelica Tellaroli 3°B
NATURA
Ed è l’unica cosa che si ascolta
già la mattina,
Ed è la nostra ispirazione,
Ed è la nostra unica ragione,
Per sentirci davvero umani.
È la prima cosa mia bella,
Ed è come una figlia di tutti
noi. Una figlia da amare e cu-
rare,
ma non da disprezzare.
Ed eccola che agita
I suoi capelli colorati.
Ed ecco che si sente il suo pro-
fumo.
Ed ecco che si mostra elegante
e maestosa
All’alba del nostro amato sol.
Ma ecco, bambina mia,
che non tutti ti curano
ma presto si accorgeranno
che cosa hanno commesso.
Io ho solo da ringraziarti,
non me la sento di disprezzarti,
Anzi, mi devo solo che scusar,
perché sono abbastanza nobile
per voler curarti.
Ti confesso,
non sempre ti ho rispettato,
E per questo mi vergogno,
a causa del mio grave reato.
Grazie.
Leonardo Capra
24
L’11 aprile 2013 le classi terze
si ritrovano alle 5.45 davanti al-
la loro scuola.
Attaccamento morboso
all’istruzione?
NO!
Gita scolastica all’isola d’Elba!
Dopo cinque ore di tortura den-
tro un caldissimo autobus, fi-
nalmente i reduci videro Piom-
bino e il traghetto che da lì li a-
vrebbe portati alla loro destina-
zione.
Dopo essere approdati i ragazzi
si sono rinfrancati del lungo vi-
aggio con un pranzo al sacco
vista mare. Nel pomeriggio un
“allegro trenino” li ha trasporta-
ti nella ricostruzione di una mi-
niera, installata nel ventoso pa-
ese di Porto Azzurro, per poi
tornare a ristorarsi e a dormire
nell’Hotel Massimo, a Portofer-
raio.
Dopo la cena i ragazzi euforici,
accompagnati dai professori, di-
gerirono facendo una lunga pas-
seggiata sul lungomare, alla
scoperta dei segreti della città.
Il giorno dopo, il 12, i ragazzi
un po’ stanchi (qualcuno ammi-
se di essere andato a letto alle
2) si presentarono a colazione
come tanti piccoli zombie.
Dopo essersi vestiti i ragazzi
salirono sul pullman e arrivaro-
no alla villa di Napoleone, e
che villa!
Un buco.
Meno male che uno degli am-
miratori più invasati di Napole-
one abbia costruito dopo la sua
morte sotto questa villetta un
palazzone niente male pieno di
reliquie napoleoniche, allora.
Dopo il pranzo sostanzioso i
tredicenni con i professori, un
autobus e una guida, solita ad
affibbiare soprannomi eloquenti
agli alunni, sono andati a fare
un giro dell’isola, scoprendo
paesaggi magnifici e grandi e-
mozioni.
Il giorno è finalmente cessato. I
ragazzi sovraccarichi sono ri-
partiti alla volta dell’Hotel
Massimo, ribattezzato Hotel
Minimo, per ristorarsi e dor-
mir... e no! I nottambuli sono
andati in un bar a fare karaoke,
mentre i più tranquilli a giocare
a carte o guardare la TV.
LA GITA DELLE CLASSI 3°
Tra l’Elba e Pisa... ci siamo noi!!!!
25
Il 13. Il ritorno. I teenager, incre-
duli del tempo centometrista, ca-
ricarono le valige, andarono in un
paesino chiamato Capoliveri (la
città di Faletti) a passarsi via pri-
ma del ritorno.
Il traghetto non fu mai così pun-
tuale. L’isola si allontanava ogni
secondo di più, e con quello le
nostre speranze...
Pisa si stagliò nella loro visuale
un’ora dopo, dietro i vucumprà, e
un’ora dopo ancora un capannel-
lo di morti viventi si arrampicava
sull’autobus preparandosi alla
grande viaggio.
Fortunatamente tutti sopravvisse-
ro al viaggio levaforze e al pro-
fessor Luongo con i suoi fastidio-
sissimi “un quarto d’ora”, tornan-
do a casa alle 9.30 mogi mogi.
Non ci sarà mai più un’uscita del
genere... :’(
Angelica Tellaroli e Claudia
Deidda, 3°B
Foto di
gruppoooo-
ooo !!!!!
26
Quando i miei se ne vanno per
me è il massimo, una pacchia.
Fin dalla più tenera età pratico
la comoda religione della negli-
genza quando nessuno mi vede.
Di solito i miei se ne vanno per
un determinato tempo tutti i
giorni dal lunedì al sabato fuori
casa. Mio papà tutta la giornata
per lavoro, mia mamma da un
quarto d’ora a due ore per fac-
cende varie, tra cui il trasporto a
pattinaggio o a musica di mia
sorella.
In quegli spazi di tempo io non
so che fare: so che, da un mo-
mento all’altro, la mater tornerà
al nido e, per non essere colta
con le mani nel sacco, non posso
praticare niente, se non qualche
sgarro che riguarda l’ora col
computer, o una o due partitine
col Nintendo scassato di mia so-
rella, calcolando il tempo e gli
eventuali fuori programma.
Se, invece, i miei sono via. Alla
domenica. Con la sorella. Perché
deve fare una gara a pattinaggio.
Tutto il giorno. Io mi sento
l’incredibile Hulk quando si
straccia la camicia sulla schiena.
Non mi riconosco più. Se in quel
lasso di tempo mi guardo allo
specchio, prima mi spavento a
morte per la mia immagine, poi
noto una certa somiglianza con i
miei parenti e, soprattutto, con
me stessa.
Fatto sta che la prima cosa che
penso io quando il rombo della
macchina dei miei si allontana è:
HO IL CAMPO LIBE-
RO!!! E lì iniziano le reazioni involon-
tarie. Per esempio, ora ti raccon-
to cos’è successo ieri. Mia sorel-
la la solita gara, i genitori mi
fanno le solite raccomandazio-
ni... Se ne sono andati.
Mi siedo sul divano. Apro un
cassetto lì vicino muovendo solo
i muscoli delle braccia. Tiro fuo-
ri il telecomando Wii. Lo guardo
come se fossi un’ex alcolizzata
che guarda la bottiglia in mano
sua e si rimette a bere.
Smorfia in volto, accendo la Wii
e mi metto a giocare.
A CASA DA SOLA
27
Straccio i miei record. Sono pri-
ma a tutto.
Improvvisamente sento un
piiiiiiiiiiii della Wii. E un FUMP!
La Wii si spegne. L’ho fusa? C’è
stato un calo di corrente?
E, cosa più importante: cosa fac-
cio adesso?
Vado su Internet col computer
portatile. Chatto su Facebook. Fi-
nisco di scrivere il Powerpoint di
storia. Do un’occhiata all’ora: c’è
tempo a volontà.
Ad un certo punto mi si apre una
finestra sullo schermo, che recita:
“Tempo residuo: 2 minuti.”
Il terrore mi attanaglia. Non ha
quasi più carica. Mi serve il cari-
cabatteria.
Mi fiondo (si fa per dire) in ca-
mera mia, e apro il cassetto dove
ci sono tutte le prese o cariche
delle mie cose. Ci sbircio dentro.
Cavi, fili, corde di qualsiasi ge-
nere sembrano quasi contorcersi,
sembrano vivi, dei serpenti elet-
trici. Do uno sguardo allo scher-
mo del computer: “Tempo resi-
duo: 1 minuto”.
Allora getto la mano destra den-
tro il groviglio, per poi ritrarla
subito inorridita: i fili le si sono
attorcigliati contro, formando una
specie di armatura impenetrabi-
le...
Mi libero di quel casino, ma è
troppo tardi.
Il computer si è spento.
Il caricabatteria è stato dichiarato
ufficialmente disperso.
Le luci si riaccendono, per fortu-
na. Un altro tiro di Wii?
La mia parte buona in uno scatto
disperato, prevale, e io decido di
no.
La mia parte praticante la religio-
ne della negligenza si riprende il
controllo: piuttosto guardo un
film.
Al buio.
Con i pop corn.
Scaricato illegalmente.
Mi butto giù i primi quindici mi-
nuti di film in un baleno.
Driiiiiin!
I miei mi chiamano per sapere
quando, dove, perché e come sto.
Io rispondo a tutto con diligenza
a tutte le loro domande e loro,
soddisfatti, riattaccano.
Mi ributto sul divano, e metto il
film da pause a play.
Un’ora e mezza dopo sento il
rombo di una macchina, ma non
mi preoccupo: è normale, le mac-
chine possono circolare davanti a
casa mia, non è vietato.
Manciata di pop corn.
La porta si apre.
28
Mi concentro sul film, sarà
un’impressione... certo che il
protagonista sembra Raffaella
Carrà...
Qualcuno sale le scale.
E il commissario Papa France-
sco I.
La porta della cucina si apre.
Un grido: - SONO TORNAA-
AATA! È la mamma.
Durante questi anni ho sviluppa-
to una certa velocità nel camuf-
fare le prove della mia religione
segreta. Nell’ordine: trasalgo,
spengo il video, chiudo il teleco-
mando della Wii nel suo casset-
to, nascondo i pop corn dietro al
divano, mi alzo dal divano, ac-
cendo la luce, con un salto sono
vicino alla libreria. Non sono
neanche atterrata che prendo un
libro a caso dalla mia libreria. A-
pro il libro quasi a metà. Così
capisce che non ho fatto altro
che leggere quello in tutto que-
sto tempo. Mi risiedo sul divano,
e sorrido a mia mamma
che ha appena aperto la
porta del salotto dove sono io.
Dietro di lei mia sorella brandi-
sce una coppa media, tipica di
chi è arrivato secondo. Sullo
sfondo, mio papà porta sulle
scale il trolley dove sono rin-
chiusi i pattini.
Mia mamma guarda se ci sono
stati eventuali bombardamenti,
dicendo contemporaneamente: -
Ciao, tesoro, com’è andata senza
di noi? Ti sono mancata?
E io, sorriso falso incastrato tra i
denti: -Sì, tanto! È stata una vera
noia senza di te!
Angelica Tellaroli, 3°B
Da un’idea di come mi sen-
to quando ho il campo libe-
ro ?!?
29
Il 5 aprile 2013 le classi 1B, 1E e
1F, verso le 7:30, sono partite per
recarsi a Soncino, accompagnate
dalle professoresse Enza Famà,
Francesca Cacciatore, Anna Tor-
nisello, Adelaide Grazioli, Cristi-
na De Vecchi e Donatella Nigel-
li.
Il viaggio è durato circa un'ora e
venti minuti.
Arrivati alla meta, le classi sono
entrate in un laboratorio accom-
pagnate dalle guide Francesca e
Ilaria.
Assieme a loro hanno attuato due
progetti: il primo consisteva nel-
la lavorazione antica dello stam-
paggio, scrivendo "Le acrobazie
della stampa", mentre il secondo
consisteva nello scrivere il pro-
prio nome e cognome senza la
lettera iniziale, con una penna
d'oca e poi i ragazzi con un pen-
nello hanno "disegnato" la lettera
iniziale decorandola con i colori
in polvere.
Finiti i laboratori, sono andati a
vedere il mulino di Soncino, che
un tempo portava l'acqua alla
gente.
Verso mezzogiorno, i ragazzi si
sono diretti all'oratorio di Sonci-
no, dove hanno pranzato e gioca-
to.
Finito la pausa-pranzo le classi si
sono recate alla rocca di Sonci-
no, insieme alle guide e alle pro-
fessoresse.
Le guide hanno spiegato e mo-
strato agli alunni i sotteranei, le
cantine, i pozzi, le prigioni e gli
affreschi.
Ilaria, la giuda, ha anche spiega-
to la differenza tra rocca e castel-
lo: La rocca ha funzione difensi-
va, mentre il castello sia difensi-
va che abitativa.
Finita la visita, verso le tre, le
classi sono ritornate al pullman.
Stavolta il tragitto è durato
mezz'ora, arrivati a destinazione,
la guida Morilena ha riferito agli
studenti della loro associazione
"NYMPHE" (se ne volete sapere
di più consultate Internet) e ha
mostrato il castello di Padernel-
lo.
Conclusa la visita i ragazzi sono
ritornati a casa "felici e conten-
ti".
Akshaya Vijayanathan 1 E, Tu-
ma Saha 1 E, Laura Turini 1 C
Una gita emozionante Soncino e Padernello
30
Giallo LE FORMICHE
“Le formiche e la loro meravigliosa storia”, lesse la detective Rosa
Blond, disgustata, guardando la copertina del libro che il suo col-
lega Igor Bravich aveva posato sulla sua scrivania. Ma non tanto
per il titolo: il libretto era strappato in più punti e inzaccherato di
fango.
-Cos’è questa roba, Bravich?- domandò, corrugando la fronte.
Il suo collega le rispose con la solita calma esasperante, che non
perdeva mai in nessuna situazione:- Non ti scaldare. È una prova.
Nel senso di prova, intendo prova di un omicidio.
Rosa, prima disinteressata, improvvisamente tese le orecchie:-
Davvero? Di chi? E dove è stato commesso? Chi è la vittima? Ci
sono prove ulteriori a queste? Ci sono sospettati? Feriti? Testimo-
ni? Chi ha avvisato del delitto? La vittima ha parenti? Conoscenti?
-Sta’ calma.- disse lui, sorridendo. -Ti spiegherò tutto. Ci hanno
appena assegnato questo caso.
-Come mai io non ne sapevo niente fino ad oggi?
-Probabilmente per i tuoi innumerevoli ingorghi che incontri sem-
pre sulla tua strada, venendo qui, in centrale. Ingorghi che, a mia
opinione, sono formati da un mucchio di tue scuse amalgamate in-
sieme.
Blond cambiò prontamente discorso:- Dimmi di questo omicidio.
Igor sospirò, lasciandosi cadere sulla sua sedia girevole:- Si chia-
ma Hector Layout. Entomologo. Nessun amico. Nessuna moglie.
Nessun figlio. Alcune persone, che lo conoscono di vista, dicono
che era ossessionato dalle formiche in tutti i loro aspetti. Alle
21.34 di ieri un poco di buono con dei precedenti per spaccio di
droga vede questo personaggio nel quartiere più malfamato di Mi-
lano che si aggira misteriosa- mente, guardandosi alle spalle come
aspettandosi di essere seguito. Addosso ha un impermeabile giallo
uovo. Tiene tra le mani un involucro di tela cerata.
31
Sembra molto nervoso. Passa davanti a un negozio abbandonato,
senza insegna, si mette a guardarlo con insistenza, come se aspet-
tasse chissà cosa. Ad un tratto sussulta e scompare nel- l’ombra.
Dopo cinque-dieci minuti si sente un urlo orrendo, ma non solo di
una voce, bensì di due. Un urlo, quello più acuto, cessa quasi subi-
to, l’altro dura ancora circa sette secondi. Poi, silenzio. Il delin-
quente rimane sotto shock per circa due paia di minuti, con l’urlo
nelle orecchie, poi si fa forza e va a guardare. Trova Layout in una
pozza di sangue, con una scheggia di vetro piantata in pancia. Trac-
ce di lotta. Il pacchetto di tela cerata non c’è più, e niente può sug-
gerire una seconda pre- senza. E questo libro-
e indicò il libricino se- mi coperto di fango:-
per terra, per metà in u- na pozzanghera. Il
poco di buono scappa, e alcuni agenti di poli-
zia lo pizzicano mentre tenta di rubare un
macchina, “per andare il più lontano possibi-
le da quello scempio”. O, alme- no, è quello
che mi hanno detto. Ah, il criminale, quando
lo hanno perquisito in centrale, aveva una
formica morta da poco in una tasca della ma-
glietta.- Bravich guardò Blond. -Abbiamo la testimonianza di un
criminale, forse sotto shock per aver esagerato con la cocaina. For-
se è stato proprio lui ad assassinarlo. È quasi buffo, l’unica nota
stonata è che è morto davvero qualcuno.
Rosa fece la posa da Dylan Dog (per chi non lo sapesse,
“l’indagatore dell’incubo”,personaggio dell’omonimo fumetto)
quando ascolta i suoi clienti. -Nessuna moglie, conoscente, amico...
ma che razza di persona era Layout?- rivolgendosi di nuovo a Igor:
- La polizia ha perquisito la casa?
Lui annuì:- Niente che possa assomigliare a una minaccia: camino
pulito, cestino pulito, cassetti pieni di cianfrusaglie inutili, libri
senza nessun foglio dentro, nessun doppio fondo da nessuna parte,
stanza da letto linda e pulita, divano fatto a puntino, riquadri senza
fogli infilati tra il cartone e la foto, cassetto degli spilli a post...
32
-Dimmi se sbaglio.
Lei ritornò sull’argomento:- Tu sei andato a casa del professore?
Igor scosse la testa:- Mi hanno raccontato tutto quando sono arri-
vato qui, stamattina. Andiamo a fare un controllo noi?
-Mi hai letto nel pensiero!
La casa di Layout era una villa bianco marmo, ben tenuta, fuori
Milano, in prossimità di una piazza con la statua di Guido Grandi,
anch’esso un entomologo, e una fontana che i paesani azionavano
solo in primavera e in estate. Accesa, quindi.
L’abitazione, immensa, molto probabilmente ereditata da un ric-
chissimo familiare, aveva almeno due chilometri di foresta, un la-
ghetto e un campo da golf.
Blond e Bravich si avvicinarono con molta cautela.
-Perché non abbiamo detto niente al capo?- mormorò Igor.
Il capo era il Commissario Thor Antracite, leggenda vivente nei
bar della centrale di polizia, colui che, con la sua mole e i suoi baf-
foni, combatte la criminalità da ben vent’anni, dalla semplice re-
cluta a commissario. Chiunque lo contraddiceva andava incontro a
tre giorni a dirigere il traffico in centro Milano e, vi assicuro, non
è per niente una bella cosa trovare sedici incidenti di fila in una
sola carreggiata all’ora di punta.
Ritornando al racconto... appena sentito il nome del capo, Blond
impallidì, perdendo cinque anni di vita.
-Non... dovevi... dire... tutto... tu... a... lui...?- sillabò.
-Il capo stava mangiando il suo panino all’aglio che si ostina a
chiamare cipolla... non volevo correre il rischio di svenire ancor
prima di iniziare l’avventura...!
Blond sbuffò di preoccupazione:- Se non gliel’hai detto... se non
l’hai avvisato... siamo fritti, irrimediabilmente morti nel leggenda-
rio dodicesimo incidente che ha sconvolto e portato al degrado
l’agente Mariez il 30 luglio 1994!
Bravich fece una smorfia:- La tua mente si assottiglia, quando sia-
mo perduti... che facciamo? Ritorniamo?
33
Rosa ci pensò per un’obliosecondo, poi decise:- Ormai se ne sarà
accorto, che non siamo in centrale... dobbiamo morire subito o mo-
rire dopo aver fatto il nostro lavoro?
Il detective la guardò con due occhi strani, dove si combattevano ri-
schio del pericolo e la solita aria da ragazzo della porta accanto.
-Beh?- disse, dopo svariati secondi -Non entriamo?
-Se proprio insisti...- sorrise lei.
Non era così facile. La zona era circondata da nastro giallo e due a-
genti sonnacchiosi erano piazzati davanti all’ingresso, cercando di
mascherare la loro indisposizione con chiacchiere inutili quanto una
bicicletta regalata ad un pipistrello.
-Allora, Raven, tua moglie sta bene?- Disse il primo, basso e traca-
gnotto, reprimendo l’ennesimo sbadiglio.
Quello che portava il nome Raven, alto, allampanato e con porta-
mento da avvoltoio ma nero come un corvo, rispose, con voce im-
pastata:- Msì.
-Tuo zio? Mi è giunta voce cheeee- sbadiglio -che abbia un braccio
rotto. È guarito?
-Msì.
-E tua cugina? Si trova bene in Congo?
-Msì.
Blond e Bravich decisero di interrompere il discorso soporifero di
quei due: avrebbero adottato la tecnica dei bravi ragazzi che voglio-
no dare un’occhiata ulteriore al luogo del crimine per fare un piace-
re al capo.
-Buongiorno!- trillò Blond, apparendo come un fulmine davanti ai
due poliziotti.
Ora veniva la parte più difficile, dove tutto era lecito pur di adempi-
re ai fini prestabiliti, mentire, truffare, raggirare, tutti i trucchi erano
buoni. E che importava se erano detective? Alcune cose le devi
semplicemente ignorare.
-Io mi chiamo Rosa Blond!-, gridò la donna.
-E io Igor Bravich!-, urlò l’uomo, sentendosi molto stupido.
-E siamo detective specializzati nel ramo degli omicidi!!! strillarono
insieme, come se fosse il lavoro più divertente e interessante del
34
mondo.
Un cane che si era appostato lì vicino scappò, non si seppe mai per
cosa.
Il tizio tracagnotto bofonchiò, mezzo intontito:- Siete inviati del
capo?
-Sì!- dissero all’unisono i due.
-Allora va bene...- il tizio si spostò, quasi per farli passare.
-Aspetta, Marzio.- mormorò il tipo che all’anagrafe rispondeva co-
me Raven. -Qual era il test che Antry ci aveva consigliato di sotto-
porre ai ficcanaso?
Il tizio ci pensò un po’ su, poi si illuminò, gridando:- Aspetta, ci so-
no, lo sto per afferrare... ... ... ecco! ...no, mi è scivolato dalle ma-
ni! ... non me lo ricordo, amico.
L’altro poliziotto sospirò e ci lasciò passare, scambiando
un’occhiata semi minacciosa e un po’ addormentata ai due detecti-
ve.
I due entrarono dalla porta principale della casa.
L’ingresso era imponente: quadri, bassorilievi, arazzi, tappeto ros-
so, mobili antichi di legno... niente di tutto questo impressionò I-
gor, che si mise a esaminare tutto con poca cura.
Anche Rosa, dopo aver constatato che il metodo del suo collega era
efficace ma poco ortodosso, non si fece tanto scrupolo e lo seguì
nell’opera.
Dopo varie perquisizioni, tutto quello che trovarono di interessante
fu, nell’ordine:
Un barattolo con dentro un foglietto con una calligrafia decifrabile
a stento, con su scritto 7127;
Un sistema ingegnoso in cantina che, tramite il collegamento di al-
cuni oggetti che svolgevano a catena alcune azioni che ne provoca-
vano altre, che facevano cadere un enorme materasso vecchio e
pieno di molle, un bel sistema per scoraggiare i visitatori indeside-
rati, ma privo di scopo. Al di là della struttura, infatti, non si trova-
va niente, solo un paio di ciotole d’acqua, un mucchietto di terra e
un buco largo 20 cm;
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Un vaso PIENO di formiche morte e la maggior parte decomposte,
cosa che fece rabbrividire Rosa.
Nell’armadio della sua camera da letto, una
specie di rivestimento marroncino duro co-
me l’acciaio, un guscio vuoto, una pelle di
serpente smessa, così realistico da sembrare
vivo.
-Scommetto che sono tutte cose che ha visto
anche la polizia.- mormorò Bravich.
-Perlopiù abbiamo fatto luce su un paio di
cose.- aggiunse Rosa, sventolando ecces-
sivamente il suo inseparabile taccuino.
-Allora... Layout era così ossessionato dalle formiche da vivisezio-
narle. Una pratica orribile, a mio parere, dopo la scoperta dei raggi
X. Quella cantina sembra molto più importante di quanto sembri:
pare addirittura che Layout abbia un essere in cantina, che cambi
pelle che, magari, spinge Hector a uccidere formiche...
-Che...?- fece Igor.
-Un mostro. Qualcosa di oscuro e misterioso, apparso chissà dove,
che spinge il professore ad agire contro la sua volontà...
Fuori si mise a piovere. Le prime pesanti gocce caddero sul tetto e
rimbombarono per tutta la casa.
-Mi spiace smorzare il tuo entusiasmo, ma i mostri non esistono. Al
massimo un paio di mutazioni genetiche ogni centinaia di anni, da
sempre controllate. Non siamo entrati in Godzilla. Milano e dintor-
ni non è radioattiva. Non c’è nessun mostro. Tienitelo bene in men-
te. Odio quando fai così.
-Ok, ok- fece Blond, con uno sbuffo. -Ma se fosse vero... no, non
farmi quella faccia... abbandona tutto il tuo scetticismo e pensaci:
se ci fosse davvero un mostro, chi colpirebbe, ancora? Come sareb-
be fatto? Pensaci, potrebbe essere un pist...
-Ho già ascoltato abbastanza... la verità è che, magari, Layout ave-
va dei debiti in sospeso da troppo tempo e qualcuno gliel’ha fatta
pagare...
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-Non è così, non abbiamo trovato nessuna lettera intimidatoria e
nessuna ricevuta. Niente che faccia pensare a questo.
Bravich sospirò:-Questo caso è un vero rompicapo...- diede
un’occhiata al taccuino della sua collega:-E che significa settemi-
lacentoventisette?
Rosa storse la bocca:-Non mi sembra un numero... sembra un...
codice...
Igor alzò un sopracciglio:-Tipo?
-Prova a pensare che non sia un numero. Quel 7 non sembra un 7.
L’asta in alto non sembra più bassa? Immaginati mentre hai fretta
e devi scappare, devi avvisare qualcuno che sei andato via, noti un
pezzo di carta in cucina e inizi a scrivere le lettere quasi al contra-
rio perché sei in ritardo sparato, non riesci a ragionare, tradisci an-
che le più semplici regole della grammatica. Ti dimentichi di met-
tere “L’asta alla A”.
-Secondo te questo sgorbio è una A, quindi.- mormorò Bravich.
Rosa annuì, convinta:-Più che sicura.
-L’uno?
-Aguzza gli occhi: l’1 e il 2 sono troppo vicini: non saranno una
parola sola?
-Così attaccati, quasi uniti, scritti di fretta... afferro il concetto...
-È... ?
-Una N?
-Bingo.
-A-N?
Rosa quasi non l’ascoltò:-Hm. Ultima lettera. Un altro sette. Ma
non sembra quello di prima. È più dritto. A cosa somigliano i sette,
in termini letterali?
-Ahm... non saprei...
-A delle T. Lezione di grafologia, due anni fa, lezione tre, del
13/04 che, guarda caso, era un venerdì, come oggi.
-A-N-T. Ant.
-Inglese. Traducendolo... Formica.- disse Bravich.
-Era terrorizzato dalla sua passione?- bisbigliò Rosa.
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-Un’organizzazione chiamata “Ant”?
-Il mostro lo aveva attaccato.- sentenziò Rosa. -E l’aggressione si
sarebbe ripetuta.
Bravich non riuscì neanche a ribattere: un enorme lampo ruppe
tutti i loro pensieri.
-Igor... penso che ce ne dobbiamo andare... si è fatto troppo tardi...
- mormorò Rosa.
-Concordo.
Si incamminarono verso l’uscio buio. Attraverso il vetro, Blond
vide che i due agenti non erano più lì, forse a casa, al caldo. Beati
loro.
I quadri sembravano spettrali, i visi di marmo delle statue sembra-
vano disapprovare la loro presenza, gli animali impagliati pareva-
no seguirli con lo sguardo. Ad un tratto si sentì un ticchettìo, che li
fece sobbalzare. Prima debole, poi molto più forte, fino ad essere
assordante. Proveniva dalla cantina.
Rosa interrogò con gli occhi il suo collega: “Andiamo a vedere?”,
sillabò.
Bravich controllò la carica della sua inseparabile pistola da agente,
poi fece segno di sì.
Si incamminarono lentamente verso la stanza, Rosa pronta a tutto
con il suo taccuino, Igor con la pistola vicino alla spalla e alla
guancia.
Nel momento in cui i due detective si sporsero a controllare, il ru-
more cessò.
Non c’era nessuno.
Adesso il ticchettìo proveniva dalla porta d’ingresso.
Mantenendo la stessa postazione di prima, i due arrivarono
all’ingresso. Il ticchettìo era diventato una cosa insopportabile. E
ancora, non si sentì più nulla. Questa volta il rumore non si ripeté.
Blond e Bravich restarono cinque secondi immersi nel silenzio più
totale.
-Beh?- disse Rosa.
Ci fu un boato assordante, e la porta si spezzò esattamente in due
pezzi sovrapponibili.
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Pezzi di calcinacci, muro, pittura, marmo, travolsero i due detecti-
ve, e un enorme insetto si stagliò alla luce dei lampioni. Ma non
era un normale insetto.
Era una formica gigante.
E in strada non c’era nessuno.
Rosa gridò, terrorizzata.
-Giù!- gridò Bravich alla sua collega, spingendola tra i pezzi di
muro. Poi, non perdendosi d’animo, fece fuoco contro il mostro.
Il proiettile non scalfì minimamente la corazza, rimbalzando con-
tro quello che rimaneva del muro.
Il ticchettio, assordante, divenne furioso, mentre l’insetto fuori
controllo, schiacciava statue, distruggeva vetri, sfondava tele,
sembrando alla ricerca di qualcuno.
Rosa e Igor lo intuirono subito: cercava il defunto Layout!
Blond scoccò un’occhiata terrorizzata verso la formica, poi inter-
pellò Igor con lo sguardo: “Che fare?”
Bravich la guardò, non sapendo come risponderle: “Io? Io che do-
vrei fare? Invitarla a ballare?”
La formica ticchettava come impazzita. Poi, d’improvviso, si girò
e fece un suono gutturale, qualcosa di totalmente terrificante, do-
podiché si fermò davanti ai due detective. Immobile. Poi fece an-
cora quel ruggito e Bravich, in uno scatto di coraggio, si alzò tra i
calcinacci e sparò tra le mandibole della for-
mica.
Tonk!
Fu quello che il proiettile produsse, cozzando
nel “palato” dell’insetto. Il mostro sputò una
boccata di sangue e, impazzito, diede un col-
po con una zampa a Igor, con una forza mo-
struosa, che lo fece volare alla fine del corri-
doio, dove sbatté la testa e restò privo di sen-
si.
Rosa era sola. Davanti a un mostro. Che la poteva uccidere. Da un
momento all’altro.
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Lei si guardò attorno, cercando qualcosa, qualsiasi cosa, che la po-
tesse aiutare a sconfiggere il mostro.
La pistola del suo socio. Era ad un passo da lei, doveva essere ca-
duta mentre la formica tramortiva Bravich.
Prese un calcinaccio, si alzò lentamente, e lo lanciò dall’altra parte
della parete. Il rumore fece distrarre la formica.
Ora o mai più. Si tuffò e prese la pistola.
Ahi ahi... non ci sapeva fare con le armi da fuoco, era quasi stata
bocciata al corso di addestramento per incapacità nell’usare le pi-
stole. Aveva una mira pessima.
Cavolo, ma qui era questione di vita o di morte!
Sparò il primo colpo, tra le zampe. La formica si girò, fece il ruggi-
to inumano e cercò di colpirla.
Fu solo per una botta di fortuna se la zampa pelosa non prese
Blond.
-Rosa!- gridò Igor, appena ripresosi, con una ferita visibile alla
tempia. –Attenta!
Rosa sparò ancora in bocca. La formica sprizzò sangue, gridando a
più non posso.
Blond ripeté l’operazione. E ancora. E ancora. E ancor... click.
La paura si impadronì di lei. La pistola non aveva più cartucce! Era
finita. Chiuse gli occhi, aspettando il peggio...
Bang!
Mai Adele, il fucile d’assalto del capo, suonò più gradita alle orec-
chie di un’agente.
Il Commissario Antracite, davanti ad una schiera di poliziotti, ave-
va sparato il colpo fatale alla formica gigante radioattiva!
L’incubo era finito.
Ma come poteva la polizia sapere che Rosa e Igor erano in quello
che restava della casa di Layout? Accadde che Raven e Marzio, i
due poliziotti, si erano insospettiti a tal punto degli agenti da chia-
mare il capo per accertarsi della veridicità delle parole dei due de-
tective.
Antracite, furibondo per non essere stato avvisato, era andato per-
sonalmente a dare una lezione a Blond e Bravich, appena in tempo
40
per salvargli la vita.
A Bravich vennero fatti i dovuti con-
trolli e si ristabilì in poco tempo.
Ai due detective venne dato un consi-
derevole aumento per aver rischiato
seriamente la vita.
Al tribunale, per giustificare la morte
di Layout, vennero esposte alcune
prove, tra cui il librettino che a Rosa pareva orrendo, “Le formiche
e la loro meravigliosa storia”, alcune intuizioni di Bravich e
Blond, e una cosa che voi lettori ancora non sapete; cioè la rico-
struzione dell’assassinio.
Layout uccideva e vivisezionava le formiche, ma una di quelle
creature sopravvisse e andò a contatto con rifiuti tossici diventan-
do radioattiva: una formica gigante con capacità intellettive fuori
dal comune (per le formiche), che tentò di vendicare le sue sorelle
attentando al professore. Costui era spaventato ma anche affasci-
nato da quel fenomeno, e rinchiuse il mostro in cantina. La formi-
ca cambiò pelle, diventando più grossa, e si liberò scavando un
buco nella parete, e tentò di uccidere ancora il professore. Hector
scappò a Milano con il suo bene più prezioso, le formiche, avvolte
in un pacchetto di tela cerata, chi se ne frega se muoiono, tanto si
possono ancora sezionare. La formica lo inseguì, furibonda.
Layout fuggì nei bassifondi, tentando di incontrare uno dei suoi
pochi amici. Ma lui non c’era, si era trasferito da pochissimo e il
professore non se lo ricordava.
La formica lo raggiungeva, e insieme ingaggiarono una lotta mor-
tale. Hector riuscì a ferire l’insetto, e quello, per vendicarsi di tut-
to, lo trafisse con una scheggia appuntita. Poi scappò e, a furia di
morsi, riuscì a liberare le sue amiche. Erano tutte morte. Accecata
dal dolore, vorrebbe sfasciare tutto, e quale miglior modo di ini-
ziare, se non dalla casa del professore?
Questo è stato il pensiero ricostruito della formica.
41
La natura finalmente si è ribellata. Attenta a te, umanità, perché la
prossima volta non sarà così clemente...
Fine.
Angelica Tellaroli, 3aB
LO SAPETE CHE…
Lo sapevate che una so-
la tribù dello Zambesi
non è stata mai ripresa
dalle telecamere di
Quark?
Lo sapevate che una na-
ve da crociera del Mis-
sissipi ha viaggiato per
ben tre volte prima che
il suo progettista si fos-
se accorto che aveva
montato la cloche inve-
ce del timone?
Lo sapevate che mentre
leggete questa frase nel
mondo stanno nascendo
26 nuovi siti Internet?
Lo sapevate che uno fi-
losofo belga di nome
Touerez Pouvent ha
passato la vita a capire
cosa c’è dietro la televi-
sione?
Lo sapevate che la can-
zone più lunga del mon-
do dura 6 giorni?
Lo sapevate che un più
fans di Bruce Lee si è
rovinato l’esi stenza per
far volteggiare il nun-
chaku come il suo mito?
Lo sapevate che un in-
gegnere meccanico di
Zulawesi ha brevettato
nel 92 l’acqua calda?
Lo sapevate che ogni
mattina un uomo su tre
si taglia per farsi la bar-
ba?
Lo sapevate che il ru-
more prodotto da un ae-
reo che oltrepassa il mu-
ro del suono non è infe-
riore a quello di una
macchina che oltrepassa
il muro di casa?
42
LA SCUOLA VISTA DA NOI !!!
Un giorno mentre pensavo mi sono chiesta: cosa pensano veramente
gli altri alunni e le bidelle di questa scuola ??
Mi sono fatta carico di questo problema e armata di block notes e
penna ho fatto qualche domanda qua e la, mettendo insieme le idee
più comuni per poi dividerle per classi 1°, 2° e 3°.
Ecco a voi il risultato:
(I nomi sono puramente inventati
per garantire la massima
libertà di risposta)
ALE 2: Come vedi la scuola?
-Mi piace, mi trovo bene
Cosa ne pensi dei progetti che si fanno?
-I prof. Sono organizzati ma non si riesce mai a concludere niente, si
potrebbe fare molto meglio.
Com’è il tuo rapporto con i prof.? Cosa ne pensi di loro?
-Io personalmente bene, ma gli altri non penso…
Una cosa fatta a scuola che non si può fare?
-Nessuna.
Come vorresti la scuola?
-Con la ricreazione più lunga e la LIM.
Cosa ne pensi delle gite?
-Dovrebbero scegliere mete più avvincenti e farle durare di più.
Tutti i corsi pomeridiani sono utili?
-Si, ma dovrebbero iniziare prima.
Vorresti la LIM ?
-Certo!
Cosa pensi dell’orto e dei bulbi?
-Che servono poco.
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CLARA 3°:
Come vedi la scuola?
-Brutta, non mi piace
Cosa ne pensi dei progetti che si fanno?
-Servono per imparare di più e mi piacciono perché si saltano le
ore.
Com’è il tuo rapporto con i prof.? Cosa ne pensi di loro?
-Alcuni dovrebbero andare in pensione, ci servono più giovani.
Una cosa fatta a scuola che non si può fare?
-Cibo, cellulare e smalto.
Come vorresti la scuola?
-Più libera e magari con meno ore.
Cosa ne pensi delle gite?
-Più organizzazione e posti più interessanti.
Tutti i corsi pomeridiani sono utili?
-Dovevano partire ma non è mai successo …
Vorresti la LIM ?
-Ce l’ho già.
Cosa pensi dell’orto e dei bulbi?
-Potevano spendere meno soldi per quelle cose e usarli per i
computer o cose migliori.
PAOLO 1°:
Come vedi la scuola?
-Abbastanza bella.
Cosa ne pensi dei progetti che si fanno?
-Sono carini, ma poi va sempre a finire che si conclude poco o
niente.
Com’è il tuo rapporto con i prof.? Cosa ne pensi di loro?
-Con alcuni molto buono, con altri un po’ meno. Servirebbero più
giovani.
Una cosa fatta a scuola che non si può fare?
-Cellulare e chewing gum.
Come vorresti la scuola?
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-In alcuni momenti non la vorrei proprio, ma in generale con me-
no ore.
Cosa ne pensi delle gite?
-Sarebbe bello andare in posti più interessanti.
Tutti i corsi pomeridiani sono utili?
-Si, penso di si.
Vorresti la LIM ?
-Si.
Cosa pensi dell’orto e dei bulbi?
-Sono carini, è una bell’idea ma a tanti purtroppo non interessa .
BIDELLA:
Cosa pensi degli alunni e del loro
comportamento?
-Sono meravigliosi.
Cosa cambieresti di questa scuola?
-Alcune bidelle.
I ragazzi di oggi sono davvero così
diversi da quelli di ieri?
-Si completamente, sono più svegli e
più emancipati.
Tutti i progetti fatti in orario
scolastico servono?
-Dipende, se sono didattici si.
Cosa pensi dell’orto e dei bulbi?
-È una bella cosa, mi piace molto.
Com’è il tuo rapporto con i colleghi?
-Da schifo.
Pensi che alcuni comportamenti dei docenti siano corretti nei
confronti di tutti ?
-No, ci sono molti ruffiani.
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LO SAPEVI CHE… La Coca-Cola, originariamente, era verde.
La prima coppia mostrata a letto insieme in TV fu Fred e
Wilma Flintstone.
Negli Stati Uniti ogni giorno vengono stampati più soldi
per il gioco del Monopoli che per la Tesoreria.
La parola "cimitero" deriva dal greco "koimetirion" che
significa "luogo per dormire".
Durante la guerra di secessione, quando le truppe torna-
vano agli accampamenti dopo una battaglia, veniva scrit-
to su una lavagna il numero dei soldati caduti; se non
c’erano state perdite, si scriveva "0 killed", da cui
l’espressione OK nel senso di "tutto bene". E’ impossibile starnutire con gli occhi aperti (… ci state
provando?!) Potreste rompervi una costola, far uscire u-
no o entrambi gli occhi dalle orbite. Mentre ogni volta
che tentate di trattenerlo POTRESTE CAUSARVI LA
ROTTURA DI UNA VENA NEL CERVELLO O NEL-
LA NUCA E POTRESTE MORIRE.
Il cuore di un gamberetto è nella
testa.
La formica può sollevare pesi pa-
ri a 50 volte quello del suo corpo,
e spingere oggetti 30 volte più
pesanti di lei e cade sempre sul
fianco destro quando è inebriata.
Come le impronte digitali,
l’impronta della lingua è diversa
per ogni uomo.
In uno studio effettuato su circa
200.000 struzzi, durato più di 80
anni, non si è mai visto uno
struzzo mettere la testa nella sab-
bia.
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Gli studi degli alimentaristi di-
mostrano che un adolescente ha
bisogno di circa 2000 kcal al
giorno in relazione alle numero-
se attività fisiche che svolge…
studio, sport, diversi impegni di-
stribuiti durante la giornata ri-
chiedono non solo uno sforzo
mentale, ma anche e soprattutto
fisico.
Non siete stanchi di sentire sem-
pre le solite cose? Ok, cerchiamo
di essere pratici.
Giusto per cominciare vi
offriremo10 utili consigli su co-
me avere una corretta alimenta-
zione:
1. Quando si compra un qua-
lunque tipo di cibo bisogna
controllare sempre gli ingre-
dienti e la quantità di calorie
che contiene!
2. Bisogna mangiare molta
frutta e verdura ogni giorno
secondo le dosi consigliate.
3. Bisogna mangiare anche i
dolci
se-
condo le dosi consigliate.
4. Ogni giorno bisogna fare
sempre una colazione appro-
priata.
5. Ogni giorno bisogna bere al-
meno 2L d’acqua ma non
tutta nello stesso momento
altrimenti correrete subito al
bagno.
6. Scegliete sempre cibi freschi
con meno conservanti possi-
bili.
7. Vi consigliamo di bere il lat-
te perchè contiene tutti i
principi nutritivi
8. Vi consigliamo di mangiare
pesce per le proteine.
9. Mangiare carne almeno due
volte alla settimana!
10. Ultimo consiglio ma non me-
no importante, non bevete al-
colici perché danneggiano
l’intero organismo !
Daniel Ounleye 1°F
Gnam gnam style…
10 utili consigli per una corretta, sana, ma soprattutto…
divertente alimentazione
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E SAPETE ANCHE CHE… Lo sapevate che, in aereo, è molto più sicuro volare vici-
no alle ali che volare vicino a Leali?
Lo sapevate che nel 1952 a Boston un uomo ha tentato di
entrare nel guinnes del primati per la scoreggia più lunga
in assoluto e che il record non è mai stato convalidato
perché i giudici sono scappati nauseati prima della fine
dell’esecuzione?
Se uno grida per otto anni, sette mesi e sei giorni, produce
una quantità di energia sonora sufficiente a riscaldare una
tazza di caffé.
Se uno scorreggia senza soluzione di continuità per sei
anni e nove mesi, Produce gas a sufficienza per creare
l’energia di una bomba atomica.
Sbattere la testa contro il muro fa consumare 150 calorie
l’ora.
Una pulce puo’ saltare una distanza pari a 350 volte la
lunghezza del suo corpo. E’ come se un uomo potesse sal-
tare da un capo all’altro di un campo di calcio.
Le farfalle sentono i sapori con i piedi.
Il muscolo più forte dell’organismo è la lingua.
L’occhio dello struzzo è più grande del suo cervello.
Le stelle marine non hanno cervello.
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49
Siamo ormai giunti alla fine di un nuovo fantastico giornalino an-
nuale, durante il quale non sono mancate esplorazioni in angoli
sconosciuti della scuola, fatiche, salite impervie che neanche il
monte Everest può provocare e tanto, tanto, e ancora! tanto diver-
timento!!!
È stato un anno MOLTO impegnativo e ogni tanto le forze sono
venute meno, ma NOI, agguerriti giornalisti, non ci siamo persi
d’animo per regalarvi un’altra volta articoli, recensioni, racconti e
interviste.
Siamo partiti in pochi: i soliti assidui e qualche nuova recluta ma
nel giro di poche settimane si è sparsa la voce che ha portato a noi
molti ragazzi nuovi pieni di idee e voglia di fare.
Quest’ anno grazie al “volantinaggio”, all’ indirizzo e-mail ed alle
migliaia di idee che arrivavano da fuori ci siamo sentiti parte del-
la scuola e della sua vita, con tutti i suoi progetti.
Dispiace perciò molto ai ragazzi di terza media di non poter anco-
ra scrivere per questa (tutto sommato) bella scuola, ma sono stati
felici di concludere l’anno con questo bellissimo lavoro.
Noi più grandi speriamo che i piccoli continuino il lavoro da noi
iniziato con la stessa passione e fiducia nelle loro possibilità, rea-
lizzando lavori sempre migliori, “degni di noi”.
Un ringraziamento va alla prof. Sabbetta che, con la sua enorme
pazienza, si è resa disponibile ad ogni lavoro, e che ci ha soppor-
tato con coraggio anche nei momenti più critici.
Un ringraziamento va anche alla coordinatrice del lavoro su com-
puter, Annalisa Varini, che si è quasi ammazzata di fatica ma è
stata sempre molto felice di farlo, e a tutti i piccoli scrittori che
hanno contribuito con idee sempre nuove e originali aiutandoci a
realizzare un giornalino sempre più bello.
Ed infine un grazie anche a tutti gli alunni che sebbene non
GLI ULTIMI SALUTI PRIMA DELLE TANTO
ATTESE VACANZE !
I due “piloni” del giornalino raccontano la storia di “
È tempo di scrivere” e della sua redazione.
50
partecipassero hanno sempre contribuito con poesie e racconti.
Seriamo che il giornalino vi sia piaciuto !
Buone Vacanze a tutti!!!
Da:
Laura Turini
Angelica Tellaroli
Annalisa Varini
Alessia Busnardo
Claudia Deidda
Pavethira Kathiravelu
Nicolò Taraschi
Akshaya Vijayanathan
Daniel Ogunleye
Leonardo Capra
Mathuran Kirupakaran
Pietro Cavazzini
Tuma Saha
Nouhaila Fal
Ridhita Bhowmik
Ci ri-
vediamo l’anno
prossimo !!! :))