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Istanza di permesso di ricerca “Carità” Pozzo esplorativo “Cascina Daga 1 dir” Studio di impatto Ambientale Sintesi non Tecnica San Donato Milanese, gennaio 2014

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  • Istanza di permesso di ricerca

    “Carità”Pozzo esplorativo

    “Cascina Daga 1 dir”

    Studio di impatto AmbientaleSintesi non Tecnica

    San Donato Milanese, gennaio 2014

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    Pozzo “ Cascina Daga 1 dir” Studio di Impatto Ambientale 

    Sintesi non Tecnica   

     

    Sommario 

    1. Premessa. .................................................................................................................................. 2

    2. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO. ......................................................... 4

    2.1. Pianificazione territoriale. .............................................................................................. 4

    3. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE. ............................................................... 4

    3.1. Attività in progetto e tempi di realizzazione ............................................................ 5

    3.1.1. Preparazione dell’area della postazione.............................................................. 5

    3.1.2. Perforazione. .......................................................................................................... 10

    3.1.3. Completamento del pozzo e prove di produzione............................................ 13

    3.1.4. Ripristino territoriale. ............................................................................................. 14

    4. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE................................................................... 17

    4.1. Inquadramento geologico e geomorfologico ............................................................ 17

    4.2. Sismicità. ........................................................................................................................ 18

    5. INTERVENTI DI PREVENZIONE E MITIGAZIONE ...................................................... 19

    5.1. Allestimento del cantiere. ............................................................................................ 19

    5.2. Fase di perforazione..................................................................................................... 20

    5.3. Ripristini totali o parziali. .............................................................................................. 21

    6. STIMA DEGLI IMPATTI. ..................................................................................................... 22

    6.1. Azioni di progetto. ......................................................................................................... 22

     

     

     

     

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    1.Premessa.Il presente documento costituisce la Sintesi non Tecnica dello Studio di Impatto

    Ambientale redatto per la procedura di VIA relativa alla variazione del programma

    lavori del permesso di ricerca “Carità”. (Figura 1.1) che prevede la perforazione di un

    secondo pozzo esplorativo. Tale variazione ha lo scopo di poter completare la fase

    esplorativa nel permesso, come dal mandato discendente dall’attribuzione dello stesso

    da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, iniziata con la perforazione del pozzo

    Sant’Andrea 1 dir ST1. Infatti la variazione del programma lavori presentata prevede la

    perforazione di un secondo pozzo, denominato Cascina Daga 1 dir, che viene definito

    come pozzo “appraisal” .

    I pozzi appraisal sono quei pozzi che vengono eseguiti subito dopo che il primo pozzo

    (detto esplorativo, o wildcat), ha individuato un giacimento e servono a determinarne

    le potenzialità produttive. Infatti nell’area in cui sarà perforato il pozzo Cascina Daga 1

    dir, sono stati eseguiti dall’ENI due pozzi, Nervesa 1 e Nervesa 1 dir ST, risultati

    mineralizzati a gas.

    L’area in cui sarà allestito il cantiere di perforazione è localizzata nel Comune di

    Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso (Figura 1.2).

    Il sito di intervento può essere individuato mediante i seguenti parametri geografici:

    • Regione: Veneto;

    • Provincia: Treviso;

    • Comune: Nervesa della Battaglia – Via dei Santi;

    • Riferimento I.G.M.: Tavoletta scala 1:25.000 “Spresiano” II NO del

    Foglio n. 38 “ Conegliano” della Carta d’Italia, scala 1:100.000;

    • Riferimento C.T.R.: n. 084150 (Nervesa della Battaglia), n. 084160

    (Santa Lucia di Piave);

    • Riferimento catastale: Foglio n. 33 SE della Carta catastale del Comune

    di Nervesa della Battaglia – Particella n.170. 

    L’ubicazione del pozzo è invece individuabile dalle seguenti coordinate: 

    Coordinate geografiche di superficie Lat. 45°47’ 58,98” N

    Long 00°12’ 04,72” W MM

    Coordinate geografiche di fondo pozzo

    Lat. 45°48’ 06,31” N

    Long. 00°12’ 17,31” W MM

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    come si può notare le coordinate di superficie non coincidono con quello di fondo

    pozzo poiché il pozzo è direzionato, è cioè perforato con una inclinazione e direzione

    precise per raggiungere l’obiettivo.

          

              

     

      

     Figura 1.1.Permesso di ricerca Carità. Carta indice

    CARITÀ

    Figura 1.2. Ubicazione geografica del sondaggio 

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    2. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO.

    In questo capitolo sono riportati i principali strumenti di pianificazione territoriale che,

    oltre a fornire gli indirizzi per lo sviluppo e la gestione del territorio definiscono le tutele

    e identificano le aree protette.

    2.1. Pianificazione territoriale. Sono stati considerati i vari Piani e programmi insistenti sul territorio e dalla loro analisi

    si rileva che la zona in esame non rientra in aree soggette a vincoli Paesaggistici-

    Ambientali secondo il D.Lgs. 42/2004 e successive modificazioni, non è all’interno di

    Parchi o di Siti di interesse Comunitario o Zone di Protezione Speciale ai sensi della L.

    394/91 e della Direttiva Rete Natura 2000. L’area del cantiere di perforazione non

    rientra in nessuna classificazione PAI.

    L’area in esame si trova al limite dell’ambito della attività estrattive e l’ubicazione del

    pozzo rispetta le distanze di sicurezza da metanodotti, linee elettriche, oleodotti e

    viabilità esistente, come stabilito dal DPR 128/59.

    L’area interessata dal progetto si trova al margine del Piano di Area e non produce

    interferenze sull’Ambito Collinare de Montello.

    Nell’allegato 3.1. del SIA si evidenzia che nell’area in cui si svilupperà il cantiere di

    perforazione del pozzo Cascina Daga 1dir non insiste nessun tipo di vincoli che

    possano interferire con il progetto proposto.

     

    3. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE. Per poter confermare le potenzialità minerarie all’interno del permesso di ricerca,

    l’Apennine ha presentato al Ministero una variazione non significativa del vecchio

    programma lavori che prevede la perforazione di un secondo pozzo denominato

    Cascina Daga 1 dir, localizzato all’interno del Comune di Nervesa della Battaglia (TV).

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    Il pozzo Cascina Daga 1 dir ha lo scopo di confermare la potenzialità produttiva del

    giacimento di Nervesa scoperto da Eni negli anni ’80 con la perforazione dei pozzi

    Nervesa 1 e Nervesa 1 dirA.

    In particolare il sondaggio attraverserà una serie di livelli di arenarie della Formazione

    delle Marne di San Donà arrestandosi ad una profondità totale di 1999,86 m TVD

    (Total Vertical Depth = profondità verticale totale)

    3.1. Attività in progetto e tempi di realizzazione Le attività in progetto si svolgeranno secondo i seguenti punti:

    1. Predisposizione dell’area della postazione (circa 45 giorni lavorativi);

    2. Montaggio impianto di perforazione (circa 5 giorni lavorativi);

    3. Perforazione del pozzo (circa 40 giorni di cui realmente operativi circa 30);

    4. Accertamento minerario (circa 4 giorni);

    5. Smontaggio impianto (circa 5 giorni );

    6. Ripristino parziale per messa in produzione (circa 20 giorni);

    7. Eventuale chiusura mineraria (circa 15 giorni )

    8. Ripristino finale al termine delle attività produttive (circa 45 giorni).

    Dunque il tempo totale di intervento dipende dall’esito del sondaggio, cioè dal fatto che

    si trovi o meno il gas.

    3.1.1. Preparazione dell’area della postazione. L’area che ospiterà il cantiere di perforazione avrà forma irregolare e occuperà una

    superficie di circa 12.200 m2; attualmente tale superficie è adibita ad uso agricolo.

    I lavori si svolgeranno secondo le seguenti fasi operative:

    Sbancamenti, impermeabilizzazione del sottofondo e costruzione della

    massicciata;

    Opere in cemento armato (solettone e vasche);

    Area fiaccola;

    Recinzione piazzale;

    Strutture logistiche mobili - Impianto idrico ed elettrico;

    Impianto di messa a terra;

    Strada di accesso ed area parcheggio.

    Tutta l’area compresa anche la strada di accesso sarà rivestita con geotessili e

    geomembrane in polietilene ad alta densità (HDPE) per garantire

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    l’impermeabilizzazione, dopodiché sarà ricoperta da un riporto di 50 cm di terreno

    misto stabilizzato; intorno al perimetro del cantiere sarà realizzato un fosso di guardia

    che convoglierà le acque meteoriche ad una vasca di raccolta (figure 3.1 e 3.2).

    All’interno dell’area di cantiere sarà costruito il solettone a supporto dell’impianto,

    costituito da una piattaforma di cemento armato con dimensioni massime 60x15 m per

    una superficie massima di 450 m2 ed uno spessore di 40 cm.

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    Il solettone contiene la “cantina”, cioè una vasca di dimensioni 4,5 x 4,5 x 3 m il cui

    centro è attraversato dal tubo guida dove viene intestata la perforazione e fornisce

    protezione alla testa pozzo (fig.3.3.)

    All’interno del cantiere sono presenti altre solette in calcestruzzo per un totale di circa

    560 m2, che ospitano i depositi di materiali utilizzati per confezionare e condizionare i

    fluidi di perforazione (fig. 3.4.). Intorno all’impianto sono disposti i prefabbricati degli

    uffici e del personale, i container adibiti ad officine e magazzini, più i materiali di

    perforazioni ingombranti: aste, casing, per le varie fasi di perforazione.

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     Figura 3.2. Esecuzione strada di accesso al cantiere (Area pozzo Sant’Andrea 1 dirST1 – Apennine Energy S.p.A.)

            Figura 3.3. Realizzazione cantina. (Area pozzo Sant’Andrea 1 dirST1 – Apennine Energy S.p.A.)

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     Figura 3.4. Solette in cemento armato e canalette di drenaggio. (Area pozzo Sant’Andrea 1 dir ST – Apennine Energy S.p.A.)

    Fosso di guardia

     Canalette 

     Figura 3.5. Vasca acque di processo (Area pozzo Sant’Andrea 1 dirST – Apennine Energy S.p.A.). Per il Cascina Daga le vasche saranno in cemento.  

    Vasca acqua di processo  

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    3.1.2. Perforazione. Per le attività di perforazione sono previsti circa 40 giorni (di cui realmente operativi

    circa 30). Solitamente nella perforazione di un pozzo di idrocarburi la tecnica usata è

    quella a rotazione (rotary) in cui l’azione di perforazione avviene attraverso il

    movimento rotatorio, generato da una tavola rotante o da una asta motrice, di uno

    scalpello fissato all’estremità di una batteria di aste. Lo scalpello man mano che

    avanza frantuma la roccia formando dei detriti (cuttings).

    La perforazione avviene con circolazione diretta di fluidi cioè il fluido di perforazione

    viene pompato attraverso la batteria di perforazione con la fuoriuscita a forte velocità

    attraverso gli ugelli dello scalpello. La risalita del fluido insieme ai detriti avviene lungo

    l’intercapedine fra aste e pareti del foro.

    Le apparecchiature che hanno il compito di separare i cuttings dal fango sono chiamati

    vibrovagli. I cutting sono stoccati in un vascone impermeabilizzato e periodicamente

    Figura 3.6. Area fiaccola (Area pozzo Sant’Andrea 1 dir ST – Apennine Energy S.p.A.)

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    vengono trasportati in discarica autorizzata mentre il fango passa in una vasca per

    essere aspirato da una pompa e reimmesso di nuovo in circolazione attraverso la

    batteria di perforazione. (fig. 3.7).

    La perforazione ed il raggiungimento dell’obiettivo minerario avviene per fasi

    successive, perforando tratti di foro di diametro via via decrescenti. (fig. 3.8).

    La prima fase della perforazione interessa terreni e formazioni rocciose caratterizzati

    da elevata porosità e spesso associati ad una rilevante circolazione idrica sotterranea.

    Pertanto è necessario prevenire ogni possibile interferenza con le acque dolci

    sotterranee per mezzo di misure di salvaguardia attuate fin dai primi metri di

    perforazione: attraverso l’infissione a percussione di un conductor pipe (tubo guida)

    (fig.3.9) nei primi 35 metri, con fluidi di perforazioni a base bentonitica come per i pozzi

    potabili fino alla base delle falde ed infine con la discesa di tubazione in acciaio

    (casing) e la loro successiva cementazione per l’isolamento definitivo prima di

    scendere a profondità maggiori.

     

    Figura 3.7. Circuito di circolazione del fluido di perforazione (Fonte Enciclopedia degli idrocarburi, Treccani).

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    La battitura del primo tubo è una operazione rumorosa ma dura mediamente sei ore

    distribuite nell’arco di un giorno e mezzo.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Figura.3.8 Rivestimento del pozzo o casings (Fonte Enciclopedia degli idrocarburi, Treccani).

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    Per la perforazione del pozzo Cascina Daga 1 dir, sarà usato un impianto idraulico

    automatico come quello in figura 3.10. Questo tipo di impianto occupa una superficie

    minore rispetto ad altri impianti, il rumore è ridotto in quanto i motori sono posizionati in

    container insonorizzati ed è più veloce nelle operazioni, essendo automatizzato

    (rispetto ad un impianto tradizionale i tempi di perforazioni si riducono del 20-25%).

    3.1.3. Completamento del pozzo e prove di produzione. Se la perforazione avrà esito positivo, cioè avrà intercettato una o più zone in cui la

    quantità di gas è tale da poterlo estrarre, si passerà al completamento del pozzo ed

    all’esecuzione delle prove di produzione.

    Il completamento consiste nel discendere in pozzo le attrezzature che consentiranno

    l’estrazione di idrocarburi in modo funzionale e sicuro: si tratta di un tubo di piccolo

    diametro con valvole di sicurezza e isolatori (“packer”) per separare diversi settori del

    rivestimento più interno.

     Figura 3.10. Impianto HH 220 DRILLMEC.

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    Le prove di produzione, eseguite bruciando il metano in una apposita fiaccola per

    alcune ore registrando le variazioni di pressione in fondo al pozzo, hanno lo scopo di

    valutare la capacità produttiva del giacimento; tutti i pozzi nell’area hanno dato metano

    puro con tracce di umidità per cui non si prevedono altre tipologie di idrocarburo. Il

    cosiddetto “programma di completamento” unitamente a quello delle prove di

    produzione, viene normalmente elaborato e sottoposto all’Ufficio Minerario

    competente, che ne approva l’esecuzione, al termine della perforazione e della

    registrazione dei cosiddetti log di pozzo, cioè misure fisiche delle caratteristiche delle

    rocce attraversate e dei fluidi in esse contenuti (resistività elettrica, velocità delle onde

    acustiche ecc.).

    3.1.4. Ripristino territoriale. Il ripristino territoriale, cioè il riportare il luogo in cui è sorto il cantiere di perforazione

    alle condizioni originali, può essere parziale o totale.

    Il ripristino parziale della postazione si effettua nel caso in cui il pozzo è risultato

    positivo. La postazione viene mantenuta, sia pure eventualmente con ridotte

    dimensioni, in quanto è necessaria per l’alloggiamento delle attrezzature utilizzate per

    la messa in produzione. Si procederà alla pulizia ed alla messa in sicurezza della

    postazione, rimuovendo le opere non necessarie alla fase produttiva, come ad

    esempio, vasche fanghi, containers, canalette ed installando a protezione della testa

    pozzo contro urti accidentali una apposita gabbia metallica (fig.3.11)

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    Nel caso in cui il pozzo risultasse non mineralizzato o la cui produttività non fosse

    ritenuta economicamente valida si procederà alla sua chiusura mineraria, mediante

    cementazione di tappi successivi, asportazione del tubo guida e ripristino morfologico,

    al suo stato originario, ovvero agricolo. Tutti i manufatti in cemento armato saranno

    demoliti, la strada di accesso sarà dismessa e si procederà al rimodellamento della

    morfologia e la messa in posto di terreno agricolo precedentemente rimosso in fase di

    preparazione della postazione.

    Per le attività di ripristino saranno necessari 45 giorni.

    Produzione e gestione dei rifiuti Durante le operazioni in progetto saranno prodotti rifiuti di tipo diverso. In ogni caso i

    criteri generali di gestione dei rifiuti al fine di ridurre l’impatto ambientale sono così

    schematizzabili:

    Contenimento dei quantitativi prodotti (riduzione alla fonte/riutilizzo);

    Separazione e deposito temporaneo per tipologia;

    smaltimento ad impianto autorizzato.

    Tutti i rifiuti prodotti in cantiere saranno, seppur temporaneamente, depositati in

    strutture con modalità adeguate per ciascuna specifica tipologia, evitando in tal modo

    possibilità di mescolamento, favorendo il trattamento selettivo e predisponendone il

    successivo smaltimento.

    Non sono previsti scarichi su corpi idrici superficiali o in fognature pubbliche.

    3.7 Emissioni di inquinanti nell’atmosfera Le emissioni di inquinanti possono essere divise secondo le fasi necessarie alla

    realizzazione del pozzo:

    a. attività civili per la predisposizione della postazione e ripristino dell’area;

    b. perforazione e prove di produzione.

    Nella fasi di allestimento della postazione e ripristino, le emissioni sono dovute alla

    combustione dei motori e dei generatori utilizzati, in funzione dei tipi di macchinari,

    delle potenze, dei regimi, dei sistemi di abbattimento, ecc. Un ulteriore fonte di

    inquinamento atmosferico risulta essere la produzione di polveri, associata alle

    operazioni di movimento terra. In ogni caso le attività previste, per tipologia delle opere

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    e dei mezzi utilizzati, sono riconducibili a quelle tipiche di un ordinario cantiere di

    durata limitata e dunque non richiedenti di specifica autorizzazione alle emissioni.

    Durante le operazioni di perforazione, la principale fonte di emissione è legata

    all’impiego dei gruppi elettrogeni alimentati a gasolio (normale gasolio da autotrazione

    con basso tenore di zolfo), necessari per il funzionamento dell’impianto. Il carattere

    temporaneo delle attività e la portata delle emissioni, comunque inferiori ai limiti statuiti

    dalla normativa vigente (D. Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.), consentono di escludere ipotesi

    di criticità attinenti alla propagazione di inquinanti in atmosfera rilasciati dalle attività di

    perforazione.

    4. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE. L’area oggetto dell’intervento è localizzata nel Comune di Nervesa della Battaglia, in un

    terreno agricolo, affittato da Apennine Energy e su cui sarà realizzata la postazione di

    perforazione del pozzo Cascina Daga 1 dir. Il sito, che sarà impermeabilizzato, è

    situato in corrispondenza di Via dei Santi. Si raggiunge agevolmente dalla S.S. n.13

    Pontebbana, su cui ci si immette dall’Autostrada A27 al casello di Treviso Nord tramite

    la S.P. 92. La viabilità di accesso è agevole poiché dedicata alla zona industriale ed ai

    mezzi di trasporto di inerti provenienti dal vicino ambito estrattivo e quindi di

    conseguenza strutturata per il transito di mezzi pesanti.

    4.1. Inquadramento geologico e geomorfologico Il territorio del Comune di Nervesa della Battaglia posto nella parte settentrionale della

    pianura veneta, si è formato in tempi geologicamente recenti per l’accumulo di

    materiale depositato dai fiumi e che ha dato origine a grandi conoidi (megafan). I

    materiali deposti sono generalmente costituiti da ghiaie a matrice sabbiosa e ghiaie a

    matrice limosa e argillosa ed orizzonti prevalentemente siltosi. Questi materiali sono

    presenti fino a 300 metri di profondità dove poggiamo sul “Conglomerato del Montello”,

    che può essere presente con facies arenaceo - siltose.

    Dal punto di vista morfologico la zona in esame si colloca nella porzione della pianura

    alluvionale del Fiume Piave e più precisamente nel cosiddetta “Conoide di Nervesa”

    che si sviluppa con modesta pendenza verso S-SSE. Nell’area in esame non si

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    rilevano particolari forme legate a fenomeni naturali, bensì forme più specificatamente

    legate all’attività antropica (cave).

    4.2. Sismicità. Dal punto di vista sismico la Regione Veneto presenta prevalentemente comuni

    classificati nella zona 3 e 4, tranne che per le province di Belluno e Treviso che hanno

    molti comuni ricadenti in zona 2. In particolare il Comune di Nervesa della Battaglia è

    classificato in zona 2, area in cui possono verificarsi terremoti abbastanza forti (fig.

    4.1).

     

     

     

    L’attività sismica non ha riflessi sulla perforazione data l’elasticità del sistema e

    l’assenza di terreni sabbiosi puri passibili di liquefazione. Viceversa la normale attività

    Figura 4.1. Particolare della Mappa di zonazione sismica (modificato dal sito internet: www.protezionecivile.it).

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    di perforazione non può avere nessun effetto sulle strutture sismogenetiche, profonde

    o superficiali che siano.

    5. INTERVENTI DI PREVENZIONE E MITIGAZIONE Per salvaguardare l’ambiente circostante da tutti quegli eventi accidentali che

    potrebbero modificare il suo stato, saranno adottate delle misure preventive che

    saranno messe in atto sia in fase di allestimento del cantiere che durante la

    perforazione.

    5.1. Allestimento del cantiere. In fase di allestimento del cantiere per ridurre i potenziali rischi ambientali si procederà

    alla realizzazione di:

    una superficie impermeabile con geotessili e geomembrana in HDPE al fine di

    proteggere il terreno, la falda superficiale e agevolare le future operazioni di

    ripristino conclusive;

    solettone in cemento armato al centro del piazzale che avrà la funzione di

    distribuire le sollecitazioni dell’impianto di perforazione sul terreno. Inoltre isola

    il terreno sottostante dall’eventuale infiltrazione di fluidi;

    solette in calcestruzzo armato per l’appoggio dei motori, delle pompe fango, con

    funzione di sostegno delle strutture e di protezione del terreno sottostante;

    canalette per la raccolta delle acque di lavaggio impianto lungo il perimetro

    delle solette e loro convogliamento nelle vasche di stoccaggio evitandone il

    contatto con le superfici del piazzale;

    canalette perimetrali al piazzale di perforazione per la raccolta delle acque

    meteoriche e loro convogliamento ad apposita vasca impermeabile, ad ulteriore

    tutela dell’ambiente circostante e della falda;

    impermeabilizzazione con geomembrane in HDPE del bacino della fiaccola;

    conferimento di tutte le acque raccolte a smaltimento presso impianto di

    depurazione autorizzato.

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    5.2. Fase di perforazione. Il cantiere di perforazione sarà aperto per breve tempo, per cui l’impatto visivo sarà

    estremamente limitato data l’altezza ridotta della torre e la distanza dalle vie di transito,

    nonché la presenza di filari alberati. Complessivamente, le dimensioni dell’impatto non

    sono superiori a quelli di un qualunque cantiere di medie dimensioni e quindi gli impatti

    ambientali ad esso legati sono a breve termine, reversibili e mitigabili.

    La produzione di rumore e vibrazioni è legata ai mezzi ed agli strumenti utilizzati nel

    cantiere. Si tratta quindi del rumore prodotto dal passaggio dei mezzi d trasporto, delle

    attrezzature azionate dai motori e dalle attrezzature di perforazione.

    Per minimizzare i possibili impatti indotti, particolare cura deve essere posta nella

    applicazione di una serie di tecniche che abbiano come obiettivo la prevenzione di

    eventi accidentali con effetti sull’ambiente e la sicurezza sul lavoro.

    In linea generale, le tecniche di salvaguardia ambientale avranno pertanto i seguenti

    obiettivi finali:

    prevenire il rischio di emissioni di fluidi (il cosiddetto blow out) attraverso

    l’utilizzo di due barriere permanenti, il tubaggio del foro ed il fluido di

    perforazione, e da una barriera di emergenza costituita dai Blow Out

    Preventers. Per quanto riguarda le emissioni di gas nel progetto di perforazione

    del pozzo Cascina Daga 1 dir, non è realistico che si possano verificare

    manifestazioni relativi alla presenza di H2S e di CO2 in quanto già dai pozzi

    Nervesa 1, Nervesa 1 dirA e Sant’Andrea 1 dir ST1, il gas monitorato in

    perforazione o prodotto è sempre stato metano puro al 99,7% con umidità, e

    privo di questi gas accessori. In ogni caso sono obbligatoriamente presenti per

    legge reti di sensori in grado di individuare tali gas nei punti strategici

    dell’impianto, al separatore del gas, all’uscita del fango dai vibrovagli, al piano

    sonda e alla testa pozzo.

    salvaguardare eventuali falde idriche attraverso l’infissione nei primi metri della

    perforazione di un conductor pipe, l’utilizzo di fluidi di perforazione idonei (per il

    pozzo Cascina Daga 1dir saranno usati dei fanghi a base di bentonite, usati

    anche nella perforazioni dei pozzi ad uso idropotabile) ed infine con la discesa

  •  

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    Sintesi non Tecnica   

     

    di tubazioni in acciaio (casing) e la loro successiva cementazione alle pareti del

    pozzo.

    evitare lo sversamento dei fluidi e dei rifiuti manipolati in superficie. Le acque

    meteoriche, le acque di lavaggio impianto, i cuttings saranno temporaneamente

    stoccati in strutture impermeabilizzate evitando che si mescolino tra loro. Il

    prelievo sarà effettuato da ditte specializzate e abilitate che trasporteranno i

    rifiuti in discariche autorizzate o presso centri di recupero autorizzati

    all’accumulo, al riciclaggio e al reimpiego.

    5.3. Ripristini totali o parziali. Le operazioni di ripristino consistono nel riportare il suolo alle condizioni originarie e nel

    caso di un terreno agricolo occorre ristabilire la medesima capacità d’uso e fertilità

    agronomica riscontrata prima degli interventi.

    Il ripristino parziale si esegue nel caso in cui il pozzo è produttivo. La postazione viene

    mantenuta, sia pure di ridotte dimensioni, per ospitare le attrezzature utili per la messa

    in produzione ed il terreno accantonato nella fase di allestimento del cantiere viene

    utilizzato per il riempimento delle vasche in terra ed in cemento armato.

    Nel caso in cui il pozzo sia risultato sterile o il giacimento non sia considerato

    economico per la produzione si procederà al ripristino totale dell’area che sarà

    preceduto dalla chiusura mineraria del pozzo, il cui programma sarà sottoposto

    all’Ufficio Minerario competente per approvazione. L’intera area sarà riportata alle

    condizioni originarie. Ciò è eseguito con la demolizione dei manufatti in cemento

    armato (compresa la pavimentazione stradale), il rimodellamento della morfologia e la

    messa in posto del terreno agricolo rimosso in fase di preparazione della postazione.

  •  

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    6. STIMA DEGLI IMPATTI. Il progetto di perforazione del pozzo Cascina Daga 1 Dir si può considerare come un

    piccolo progetto a bassissimo rischio e a bassissimo impatto ambientale.

    Il bassissimo rischio deriva principalmente dal fatto che le caratteristiche dei terreni attraversati e la composizione del gas sono noti (infatti nell’area sono stati perforati tre

    pozzi: Nervesa 1, Nervesa 1 dirA e Sant’Andrea 1 dir ST), non sono presenti

    sovrappressioni di strato e non sono presenti idrocarburi liquidi.

    Il bassissimo impatto ambientale deriva dal bassissimo rischio su citato, dalla ridotta profondità e durata di perforazione, dall’utilizzo di impianti ormai all’avanguardia dal

    punto di vista tecnologico, dalla limitata occupazione di suolo.

    6.1. Azioni di progetto. Nella seguente tabella si riportano le azioni che derivano dall’esecuzione del progetto. 

    FASI  AZIONI 

    Uso mezzi di trasporto pesanti 

    Uso macchine movimento terra 

    Realizzazione del  rilevato 

    Realizzazione opere in cemento 

    1. Allestimento del Cantiere 

    Infissione conductor pipe 

    Trasporto impianto 

    Montaggio impianto 2. Montaggio Impianto 

     Mezzi meccanici pesanti (Autogru) 

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    Perforazione 

    Manovra 

    Separazione fanghi e detriti 

    Acque: trattamento, stoccaggio e smaltimento 

    Rifiuti e liquami: produzione e smaltimento 

    3. Funzionamento impianto di perforazione 

    Uso mezzi meccanici 

    Stoccaggio detriti di perforazione 

    Smaltimento detriti di perforazione (trasp.) 

    Stoccaggio fanghi di perforazione 

    Smaltimento fanghi di perforazione (trasp.) 

    Stoccaggio oli e liquidi esausti  

    3.a. Stoccaggio e smaltimento fluidi di perforazione 

    Smaltimento oli e liquidi esausti (trasp.) 

    Separazione detriti e fanghi di perforazione 3b Trattamento durante la perforazione 

    Stoccaggio carburanti e prodotti di perforazione 

    Stoccaggio acque di cantiere 

    Smaltimento acque di cantiere (trasp.) 

    Stoccaggio liquami civili  

    Smaltimento liquami civili (trasp.) 

    Stoccaggio RSU 

    3c . Smaltimento acque e rifiuti 

    Smaltimento RSU (trasp.) 

    Uso mezzi meccanici pesanti 3 d. Attività ausiliaria durante la perforazione  Uso mezzi meccanici leggeri 

    4. Prove di produzione  Fiaccola 

    Smontaggio impianto 

    Trasporto impianto 

    Mezzi meccanici pesanti (Autogru) 

    Riduzione area cantiere 

    5. Smontaggio impianto/ripristino territoriale a fine perforazione 

    Protezione testa pozzo 

    6. Chiusura mineraria in caso di pozzo  Chiusura mineraria 

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    Demolizione opere in cemento armato 

    Smaltimento residui liquidi prodotti (trasp.) 

    sterile 

    Smaltimento residui solidi prodotti (trasp.) 

     

    In tutte queste azioni gli unici impatti riguardano principalmente:

    Aumento del traffico;

    Consumo di materie prime;

    Emissioni in atmosfera;

    Emissioni acustiche;

    Produzione rifiuti.

    Le componenti ambientali potenzialmente coinvolti sono:

    il suolo;

    l’atmosfera;

    l’ambiente antropico in quanto non sono presenti elementi naturalistici di

    particolare rilievo nelle immediate vicinanze. Le aree di interesse naturalistiche

    più prossime sono quelle localizzate nell’alveo del Fiume Piave.

    La tabella seguente mostra le interferenze potenziali sulle componenti ambientali.

     

     

     

     

     

    Ambien

    te 

    idrico 

    supe

    rficiale 

    Suolo e 

    sottosuo

    lo 

    Acqu

    sotterrane

    Amb. biotico 

    EcosIistemi 

    Paesaggio 

    Popo

    lazio

    ne 

    Atmosfera 

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    Fattori di pertubazione 

    per componente 

    ambientale 

     

     

     

     

     

    Azioni di progetto 

    Varia

    zioni di portata 

    Immissione

     di solidi sospe

    si 

    Immissione

     di con

    taminanti 

    Sottrazio

    ne di suo

    lo da usi in atto 

    Immissione

     di con

    taminanti 

    Varia

    zione

     caratteristiche

     geo

    tecniche

     

    Impianti di trattamen

    to e stoccaggio rifiu

    ti 

    vibrazioni 

    Alterazio

    ne fluidi di strato 

    Immissione

     di con

    taminanti 

    Effettu sullaflo

    ra 

    Effetti sulla faun

    Effetti sugli ecosistem

    Cambiam

    ento delpaesaggio 

    Aumen

    to del traffico 

    Aumen

    to estrazio

    ni inerti 

    Effetti sulla sa

    lute pub

    blica 

    Effetti sulle attività

     econo

    miche

     

    Immissione

     di gas di scarico 

    Emissioni acustiche

     

    Illum

    inazione

     artificiale 

    Immissione

     polveri 

      FASE 1 – ALLESTIMENTO DELLAPIAZZOLA 

    Uso mezzi di trasporto pesanti        1                      1          1    1 

    Uso macchine movimento terra        1        1              1          1    1 

    Allestimento rilevato        1                      1          1    1 

    Realizzazione opere in cemento        1                      1          1    1 

      FASE 2 ‐ MONTAGGIO IMPIANTO DI PERFORAZIONE 

    Trasporto impianto                              2        2  2     

    Montaggio impianto                3            3            3     

    Mezzi meccanici pesanti (autogru)                3            3          3  3     

      FASE 3 ‐ FUNZIONAMENTO IMPIANTO DI PERFORAZIONE 

    Infissione conductor pipe                4                      5  4    5 

    Perforazione                                      5  5     

    Manovra                                      5  5     

      FASE 3a ‐ STOCCAGGIO E SMALTIMENTO FLUIDI DI PERFORAZIONE 

    Stoccaggio detriti di perforazione                                             

    Smaltimento detriti di perforazione 

    (trasp.)             6                6               

    Stoccaggio fanghi di perforazione                                      6       

    Smaltimento fanghi di perforazione 

    (trasp.)             6                6               

    Stoccaggio oli e liquidi esausti                                             

    Smaltimento oli e liquidi esausti 

    (trasp.)             6                6          6     

      FASE 3b ‐ TRATTAMENTO DURANTE LA PERFORAZIONE 

    Separazione detriti e fanghi di 

    perforazione.               7                        7     

    Stoccaggio carburanti e prodotti di 

    perforaz.                                            

      FASE 3c ‐ SMALTIMENTO ACQUE E RIFIUTI 

    Stoccaggio acque di cantiere                                             

    Smaltimento acque di cantiere              6                6          6     

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    (trasp.) 

    Stoccaggio liquami civili                                             

    Smaltimento liquami civili (trasp.)                                             

    Stoccaggio RSU                                             

    Smaltimento RSU (trasp.)              6                6          6     

      FASE 3d ‐ ATTIVITA’ AUSILIARIA DURANTE LA PERFORAZIONE 

    Uso mezzi meccanici pesanti                              9        9  9    9 

    Uso mezzi meccanici leggeri                              9        9  9    9 

      FASE 4 ‐ PROVA DI PRODUZIONE 

    Esecuzione della prova di 

    produzione                                     10  10     

      FASE 5 ‐ SMONTAGGIO IMPIANTO/ RIPRISTINO TERRITORIALE A FINE PERFORAZIONE 

    Smontaggio impianto                3            11            2     

    Trasporto impianto                              2          3    3 

    Mezzi meccanici pesanti (autogru)                3                        3    3 

    Riduzione area cantiere        11        11            3            3     

    Protezione testa pozzo        12        11            11            3     

      IN CASO DI POZZO STERILE 

    Chiusura mineraria                                             

    Demolizione opere in cemento                13                      13  13    13 

    Smaltimento residui liquidi. prodotti 

    (trasp.)                             7        13  13    13 

    Smaltimento residui solidi prodotti 

    (trasp.)                             7        13  13    13 

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