ISSN 1830-6349 Aprile 2012/4 IT CESE info · Giornata europea del consumatore. I partecipanti...

4
www.eesc.europa.eu 1 EDITORIALE C’è spazio per la sostenibilità in tempi di crisi economica? Cari lettori, nell’ottobre 2010 i membri del Comitato economico e sociale europeo (CESE) mi hanno affidato il compito di guidare il Comitato. Adesso, giunto a metà del mio mandato, vorrei cogliere questa occasione per riflettere su quanto è accaduto nel frattempo e per fare il punto della situazione attuale, in un’ottica rivolta soprattutto al futuro. Non è un segreto per nessuno che la situazione dell’Unione europea (UE) sia peggiorata. Da tempo, ormai, la parola «crisi» riempie l’aria come un’eco che si ripete all’infinito, ma la crisi è anche cambiata e si è trasformata incessantemente, facendo emergere nuove crisi, sociali e di fiducia. Per superarle dobbiamo cercare di concentrarci su come possiamo uscire da questa situazione. Malgrado le sfide che ci attendono, questi tempi di crisi ci forniscono anche una piattaforma su cui basare il cambiamento, permettendo all’UE di rinnovarsi e di avanzare. In proposito vorrei rammentarvi due priorità del mio programma di lavoro, entrambe intese ad affrontare le crisi globali ed europee. Il 7 e l’8 febbraio scorsi oltre 300 persone hanno partecipato a un grande convegno intitolato «Go sustainable, be responsible!» (Diventa soste- nibile, sii responsabile!). Il nostro obiettivo era riunire i diversi attori della società civile, il cui apporto è essenziale per tradurre lo sviluppo sostenibile in realtà, e formulare un messaggio comune che i negoziatori dell’UE alla conferenza Rio + 20 potessero far proprio. Adesso la nostra marcia verso Rio + 20 continua. Stiamo perseguendo con decisione il dialogo con i nostri partner esterni, tra cui figurano i consigli economici e sociali di Brasile e Cina, nonché la camera civica russa, ma anche i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico. La strada non è affatto agevole, anzi, è irta di difficoltà, con molti alti e bassi, ed è necessario che la società civile faccia udire la propria voce. Alcuni di voi potrebbero forse nutrire dei dubbi sul ruolo della società civile. Ebbene, permettetemi di citare in proposito un blog pubblicato sul sito del quotidiano inglese «e Guardian»: «I vertici mondiali non s’impegnano in grandi promesse a meno che non sia la società civile a chiederlo». L’altra priorità riguarda la strategia Europa 2020, che ci impone anch’essa un calendario fitto di impegni. Tengo a ricordare che stiamo continuando a lavorare sulle priorità fissate dal mio predecessore Mario Sepi, incentrate sulla strategia di Lisbona. Oggi stiamo soprattutto monitorando l’attuazione della strategia Europa 2020, grazie al lavoro dell’apposito comitato direttivo e alla collaborazione con i consigli economici e sociali nazionali. Nelle conclusioni del 24 e 25 marzo 2011, il Consiglio ha chiesto al Comitato di dare il suo contributo al «semestre europeo». Un ambasciatore ci ha detto che è stata la stessa presidenza del Consiglio a insistere affinché il Comitato fosse menzionato nelle conclusioni. Spetta a noi adesso fare la nostra parte. La strategia Europa 2020 sarà al centro dei nostri interessi il prossimo 25 settembre, quando il CESE dedicherà una serie di seminari alle iniziative faro da essa previste, illustrando iniziative concrete della società civile che applicano concretamente tale strategia. Quelli cui ho accennato sono solo alcuni degli eventi di maggior rilievo. Ho tutta l’intenzione di procedere rapidamente, con fermezza ed equilibrio, riguardo a tutti gli ambiti prioritari per l’UE e dunque anche per il CESE, lavorando insieme a tutti i nostri membri e alle reti europee. Abbiamo ancora molto da fare per ottenere l’impegno dei cittadini a favore di un’Europa sostenibile. Staffan Nilsson Presidente 8 maggio 2012 CESE, Bruxelles: Giornata della società civile 2012 12 maggio 2012 CESE, Bruxelles: Giornata porte aperte 14 maggio 2012 CESE, Bruxelles: Convegno sul tema «Il costo della rete e i prezzi dell’energia» IN QUESTO NUMERO 2 Paradisi fiscali: l’UE deve agire con decisione 2 Grande successo per il primo concorso video del CESE 3 Sessione plenaria CESE 28 e 29 marzo 2012 4 La vostra Europa, la vostra opinione! Edizione 2012 DATE DA RICORDARE Il consumo di prodotti e servizi incide sull’ambiente in molti modi diversi. I prodotti che acquistiamo, ad esempio, contribuiscono direttamente o indiret- tamente, attraverso il loro ciclo di vita, ai cambiamenti climatici, all’inquina- mento, alla perdita di biodiversità e all’esaurimento delle risorse, in Europa come nel resto del mondo. È possibile, tuttavia, cambiare il nostro modo di consumare, come ha dimostrato il convegno «Consumo sostenibile in tempi di crisi», organizzato il 15 marzo dal CESE e dal Consiglio dei consumatori danesi in occasione della Giornata europea del consumatore. I partecipanti all’evento, ospitato dall’Agenzia europea dell’ambiente di Copenaghen, hanno esaminato le diverse possibilità di modificare l’eco- nomia al fine di promuovere forme di consumo sostenibili. La recessione in corso in Europa, ad esempio, rappre- senta per i responsabili politici che spe- rano di far fiorire l’economia «verde» sia un’opportunità che un limite. Il conve- gno non poteva essere organizzato in un momento migliore, perché l’economia «verde» sarà uno dei temi di discussione prioritari dello storico vertice sullo svi- luppo sostenibile che si terrà nel giugno prossimo a Rio de Janeiro. Il presidente del CESE Staffan Nils- son, intervenendo alla sessione di aper- tura del convegno, ha dichiarato: «Sono convinto che il difficile periodo che stiamo attraversando rappresenti un’op- portunità per promuovere un consumo sostenibile. Cambiare radicalmente le basi della nostra economia è il principale contributo che possiamo apportare alla costruzione di un futuro sostenibile, in cui i consumatori possano svolgere un ruolo attivo. Forniamo loro gli strumenti necessari per operare scelte intelligenti e ponderate e per essere meglio informati! Facciamo in modo che i consumatori abbiano veramente la possibilità di sce- gliere prodotti sostenibili!». Sapevate che… L’Europa consuma più risorse della maggior parte delle altre regioni del mondo. Gli abitanti del nostro con- tinente consumano in media il qua- druplo delle risorse degli africani e il triplo degli asiatici, ma soltanto la metà delle risorse consumate dagli americani, dai canadesi e dagli australiani. L’uso delle risorse in Europa è in aumento: tra il 2000 e il 2007 il consumo medio pro capite nell’UE a 27 è cresciuto del 9,1 %, arrivando a 17 tonnellate l’anno. Degli 8,2 miliardi di tonnellate di materiali utilizzati nell’UE nel 2007, oltre metà era costituita da minerali e metalli, mentre i combustibili fos- sili e le biomasse rappresentavano entrambi circa un quarto del totale. L’Europa potrebbe essere molto più efficiente nell’uso delle risorse. L’87 % dei cittadini dell’UE pensa che ciò sia possibile per quanto riguarda le risorse naturali, e il 41 % ritiene che il proprio nucleo fami- liare produca troppi rifiuti. Gli europei utilizzano superfici abi- tabili sempre più ampie. Dal 1990 la superficie media degli alloggi è passata da 81 a 87 m² e il numero medio di occupanti per alloggio è sceso da 2,8 a 2,4. Gli europei usano di più l’automo- bile. Se è vero che in generale le auto stanno diventando più efficienti, il consumo di carburante comples- sivo per i veicoli privati è calato di pochissimo, perché è aumentato il chilometraggio percorso. Si stima che ogni anno nell’UE fini- scano nei rifiuti 89 milioni di ton- nellate di prodotti alimentari, ossia una media di 180 kg a persona, spre- cati dalle famiglie, dal settore pro- duttivo, dagli esercizi commerciali e dai ristoranti. Nel Regno Unito viene gettato il 25 % del cibo acqui- stato e quasi due terzi di questi scarti potrebbero essere consumati. Il consumo comporta un uso indi- retto delle risorse idriche. Per pro- durre un cheeseburger, per esempio, ci vogliono 2 400 litri d’acqua, se si considerano il pane, la carne e il formaggio. I nostri consumi, inol- tre, sono indirettamente all’origine di emissioni di gas a effetto serra: si pensi che soltanto la produzione della carne contenuta in quel panino comporta più emissioni di carbonio che percorrere 15 km in un’auto di grossa cilindrata. I consumi attuali generano quan- tità insostenibili di rifiuti. Nel 2008, ogni cittadino europeo ha prodotto in media 444 kg di rifiuti domestici e ha generato indirettamente 5,2 ton- nellate di rifiuti nell’economia euro- pea. (ail) Aprile 2012/4 IT ISSN 1830-6349 CESE info Comitato economico e sociale europeo un ponte tra l’ Europa e la società civile organizzata

Transcript of ISSN 1830-6349 Aprile 2012/4 IT CESE info · Giornata europea del consumatore. I partecipanti...

Page 1: ISSN 1830-6349 Aprile 2012/4 IT CESE info · Giornata europea del consumatore. I partecipanti all’evento, ospitato ... a 27 è cresciuto del 9,1 %, arrivando a 17 tonnellate l’anno.

www.eesc.europa.eu1

EDITORIALE

C’è spazio per la sostenibilità in tempi di crisi economica?

Cari lettori,nell’ottobre 2010 i membri del Comitato economico e

sociale europeo (CESE) mi hanno affidato il compito

di guidare il Comitato. Adesso, giunto a metà del mio

mandato, vorrei cogliere questa occasione per rifl ettere su

quanto è accaduto nel frattempo e per fare il punto della

situazione attuale, in un’ottica rivolta soprattutto al futuro.

Non è un segreto per nessuno che la situazione dell’Unione europea (UE) sia peggiorata.

Da tempo, ormai, la parola «crisi» riempie l’aria come un’eco che si ripete all’infi nito, ma la crisi

è anche cambiata e si è trasformata incessantemente, facendo emergere nuove crisi, sociali e

di fi ducia. Per superarle dobbiamo cercare di concentrarci su come possiamo uscire da questa

situazione. Malgrado le sfi de che ci attendono, questi tempi di crisi ci forniscono anche una

piattaforma su cui basare il cambiamento, permettendo all’UE di rinnovarsi e di avanzare.

In proposito vorrei rammentarvi due priorità del mio programma di lavoro, entrambe

intese ad aff rontare le crisi globali ed europee. Il 7 e l’8 febbraio scorsi oltre 300 persone hanno

partecipato a un grande convegno intitolato «Go sustainable, be responsible!» (Diventa soste-

nibile, sii responsabile!). Il nostro obiettivo era riunire i diversi attori della società civile, il cui

apporto è essenziale per tradurre lo sviluppo sostenibile in realtà, e formulare un messaggio

comune che i negoziatori dell’UE alla conferenza Rio + 20 potessero far proprio. Adesso la

nostra marcia verso Rio + 20 continua. Stiamo perseguendo con decisione il dialogo con i

nostri partner esterni, tra cui fi gurano i consigli economici e sociali di Brasile e Cina, nonché

la camera civica russa, ma anche i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifi co. La strada non

è aff atto agevole, anzi, è irta di diffi coltà, con molti alti e bassi, ed è necessario che la società

civile faccia udire la propria voce. Alcuni di voi potrebbero forse nutrire dei dubbi sul ruolo

della società civile. Ebbene, permettetemi di citare in proposito un blog pubblicato sul sito del

quotidiano inglese «Th e Guardian»: «I vertici mondiali non s’impegnano in grandi promesse

a meno che non sia la società civile a chiederlo».

L’altra priorità riguarda la strategia Europa 2020, che ci impone anch’essa un calendario

fi tto di impegni. Tengo a ricordare che stiamo continuando a lavorare sulle priorità fi ssate dal

mio predecessore Mario Sepi, incentrate sulla strategia di Lisbona. Oggi stiamo soprattutto

monitorando l’attuazione della strategia Europa 2020, grazie al lavoro dell’apposito comitato

direttivo e alla collaborazione con i consigli economici e sociali nazionali.

Nelle conclusioni del 24 e 25 marzo 2011, il Consiglio ha chiesto al Comitato di dare il suo

contributo al «semestre europeo». Un ambasciatore ci ha detto che è stata la stessa presidenza

del Consiglio a insistere affi nché il Comitato fosse menzionato nelle conclusioni. Spetta a noi

adesso fare la nostra parte.

La strategia Europa 2020 sarà al centro dei nostri interessi il prossimo 25 settembre, quando

il CESE dedicherà una serie di seminari alle iniziative faro da essa previste, illustrando iniziative

concrete della società civile che applicano concretamente tale strategia.

Quelli cui ho accennato sono solo alcuni degli eventi di maggior rilievo. Ho tutta l’intenzione

di procedere rapidamente, con fermezza ed equilibrio, riguardo a tutti gli ambiti prioritari per

l’UE e dunque anche per il CESE, lavorando insieme a tutti i nostri membri e alle reti europee.

Abbiamo ancora molto da fare per ottenere l’impegno dei cittadini a favore di un’Europa

sostenibile.

Staff an Nilsson

Presidente

8 maggio 2012CESE, Bruxelles: Giornata della società civile 2012

12 maggio 2012CESE, Bruxelles: Giornata porte aperte

14 maggio 2012CESE, Bruxelles: Convegno sul tema «Il costo della rete e i prezzi dell’energia»

IN QUESTO NUMERO

2 Paradisi fi scali: l’UE deve agire con decisione

2 Grande successo per il primo concorso video del CESE

3 Sessione plenaria CESE 28 e 29 marzo 2012

4 La vostra Europa, la vostra opinione! Edizione 2012

DATE DA RICORDARE

Il consumo di prodotti e servizi incide sull’ambiente in molti modi diversi. I prodotti che acquistiamo, ad esempio, contribuiscono direttamente o indiret-tamente, attraverso il loro ciclo di vita, ai cambiamenti climatici, all’inquina-mento, alla perdita di biodiversità e all’esaurimento delle risorse, in Europa come nel resto del mondo.

È possibile, tuttavia, cambiare il nostro modo di consumare, come ha dimostrato il convegno «Consumo

sostenibile in tempi di crisi», organizzato il 15 marzo dal CESE e dal Consiglio dei consumatori danesi in occasione della Giornata europea del consumatore.

I partecipanti all’evento, ospitato dall’Agenzia europea dell’ambiente di Copenaghen, hanno esaminato le diverse possibilità di modifi care l’eco-nomia al fi ne di promuovere forme di consumo sostenibili. La recessione in corso in Europa, ad esempio, rappre-senta per i responsabili politici che spe-rano di far fi orire l’economia «verde» sia un’opportunità che un limite. Il conve-gno non poteva essere organizzato in un momento migliore, perché l’economia «verde» sarà uno dei temi di discussione prioritari dello storico vertice sullo svi-luppo sostenibile che si terrà nel giugno prossimo a Rio de Janeiro.

Il presidente del CESE Staff an Nils-son, intervenendo alla sessione di aper-

tura del convegno, ha dichiarato: «Sono convinto che il difficile periodo che stiamo attraversando rappresenti un’op-portunità per promuovere un consumo sostenibile. Cambiare radicalmente le basi della nostra economia è il principale contributo che possiamo apportare alla costruzione di un futuro sostenibile, in cui i consumatori possano svolgere un ruolo attivo. Forniamo loro gli strumenti necessari per operare scelte intelligenti e ponderate e per essere meglio informati! Facciamo in modo che i consumatori

abbiano veramente la possibilità di sce-gliere prodotti sostenibili!».

Sapevate che…

■ L’Europa consuma più risorse della maggior parte delle altre regioni del mondo. Gli abitanti del nostro con-tinente consumano in media il qua-druplo delle risorse degli africani e il triplo degli asiatici, ma soltanto la metà delle risorse consumate dagli americani, dai canadesi e dagli australiani.

■ L’uso delle risorse in Europa è in aumento: tra il 2000 e il 2007 il consumo medio pro capite nell’UE a 27 è cresciuto del 9,1 %, arrivando a 17 tonnellate l’anno.

■ Degli 8,2 miliardi di tonnellate di materiali utilizzati nell’UE nel 2007, oltre metà era costituita da minerali

e metalli, mentre i combustibili fos-sili e le biomasse rappresentavano entrambi circa un quarto del totale.

■ L’Europa potrebbe essere molto più effi ciente nell’uso delle risorse. L’87 % dei cittadini dell’UE pensa che ciò sia possibile per quanto riguarda le risorse naturali, e il 41 % ritiene che il proprio nucleo fami-liare produca troppi rifi uti.

■ Gli europei utilizzano superfi ci abi-tabili sempre più ampie. Dal 1990 la superfi cie media degli alloggi è passata da 81 a 87 m² e il numero medio di occupanti per alloggio è sceso da 2,8 a 2,4.

■ Gli europei usano di più l’automo-bile. Se è vero che in generale le auto stanno diventando più effi cienti, il consumo di carburante comples-sivo per i veicoli privati è calato di pochissimo, perché è aumentato il chilometraggio percorso.

■ Si stima che ogni anno nell’UE fi ni-scano nei rifi uti 89 milioni di ton-nellate di prodotti alimentari, ossia una media di 180 kg a persona, spre-cati dalle famiglie, dal settore pro-duttivo, dagli esercizi commerciali e dai ristoranti. Nel Regno Unito viene gettato il 25 % del cibo acqui-stato e quasi due terzi di questi scarti potrebbero essere consumati.

■ Il consumo comporta un uso indi-retto delle risorse idriche. Per pro-durre un cheeseburger, per esempio, ci vogliono 2 400 litri d’acqua, se si considerano il pane, la carne e il formaggio. I nostri consumi, inol-tre, sono indirettamente all’origine di emissioni di gas a eff etto serra: si pensi che soltanto la produzione della carne contenuta in quel panino comporta più emissioni di carbonio che percorrere 15 km in un’auto di grossa cilindrata.

■ I consumi attuali generano quan-tità insostenibili di rifi uti. Nel 2008, ogni cittadino europeo ha prodotto in media 444 kg di rifi uti domestici e ha generato indirettamente 5,2 ton-nellate di rifi uti nell’economia euro-pea. (ail) ●

Aprile 2012/4 IT

ISSN 1830-6349

CESE infoComitato economico e sociale europeoun ponte tra l’ Europa e la società civile organizzata

Page 2: ISSN 1830-6349 Aprile 2012/4 IT CESE info · Giornata europea del consumatore. I partecipanti all’evento, ospitato ... a 27 è cresciuto del 9,1 %, arrivando a 17 tonnellate l’anno.

2

Il CESE si accinge ad aff rontare un tema che probabilmente sta molto a cuore a personaggi come il cantante Phil Collins, il pilota di Formula uno Lewis Hamilton e l’ereditiera della L’Oréal Liliane Betten-court: i paradisi fi scali e fi nanziari.

Tutti e tre questi ricchi europei, infatti, hanno grossi conti bancari in Svizzera, una meta scelta per il suo regime fi scale — più favorevole di quello del rispettivo paese di provenienza — e la discrezione dei suoi istituti fi nanziari.

Un regime, tuttavia, che, come quello degli altri paradisi fiscali, «provoca tra l’altro forti ripercussioni negative sulla fi scalità e l’occupazione degli altri paesi», come ha osservato Edgardo Maria Iozia, consigliere del CESE appartenente al gruppo Lavoratori, nel corso di un’audi-zione pubblica organizzata dalla sezione

Mercato unico, produzione e consumo (INT) il 21 marzo scorso.

In tale occasione Iozia, che è relatore di un parere del CESE su questo tema, ha inoltre ricordato che «i paradisi fi scali, per defi nizione poco o nulla trasparenti, sono utilizzati anche per riciclare denaro sporco e fi nanziare attività terroristiche».

Ecco perché, a dieci anni dall’adozione del suo primo documento in merito, il CESE ha deciso di tornare sulla questione in un parere d’iniziativa che sarà presen-tato all’Assemblea nella sessione plenaria di maggio.

«Desideriamo esortare le autorità europee ad agire. Sappiamo bene che non è possibile risolvere il problema in quattro e quattr’otto, ma vogliamo che l’UE adotti almeno un approccio più energico nei con-fronti dei paradisi fi scali, la cui segretezza minaccia il buon funzionamento del mer-cato unico», ha proseguito Iozia.

Per la sua bassa imposizione fi scale e per la discrezione off erta a chi cerca di occul-tare patrimoni per sfuggire a un fi sco più severo, all’autorità giudiziaria o a entrambi, la Svizzera rappresenta un classico esempio di paradiso fi scale.

«Ciò non vuol dire, però, che i para-disi fi scali si trovino solo nelle Alpi o nei Caraibi», ha osservato nel corso dell’audi-zione John Christensen, della Rete per la giustizia fi scale, un’organizzazione in cui

ricercatori di tutto il mondo lavorano per mettere in luce gli eff etti dannosi dell’e-vasione, dell’elusione e della concorrenza fi scali nonché dei paradisi fi scali veri e pro-pri, tra i peggiori dei quali la Rete annovera anche paesi come l’Austria, il Lussemburgo, il Regno Unito e gli Stati Uniti d’America.

La Commissione europea, da parte sua, ha per così dire le mani (quasi) legate, dato che le politiche fi scali rientrano tuttora nella competenza esclusiva degli Stati membri ed esulano quindi dalla sua sfera d’azione. Tuttavia, come spiegato nell’audizione da Thomas Neale della direzione generale della Fiscalità e dell’unione doganale della Commissione europea, raccomandazioni, codici di condotta e altre misure non vin-colanti possono dissuadere i paesi dell’UE dal cercare di sedurre i contribuenti di altri Stati membri.

«In campo legislativo, i progressi sono lenti ma costanti», ha aggiunto Neale, citando la direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio, un accordo tra Stati membri per lo scambio automatico e reci-proco di dati sui percettori di tali redditi in un paese dell’UE diverso da quello di residenza.

Christensen, secondo il quale il pro-blema dei paradisi fi scali «compromette l’integrità dell’UE», ha esortato a garantire maggiore trasparenza raff orzando le norme della direttiva e sanzionando i paesi che non le rispettano: una linea che il CESE è deciso a seguire nel suo parere. (eb) ●

Lavoro di qualità per i giovani: chiediamo troppo?

Paradisi fi scali: l’UE deve agire con decisione

Il 20  aprile scorso l’Osservatorio del mercato del lavoro (OML) del CESE e il Forum europeo della gioventù hanno organizzato congiuntamente un conve-gno sul tema «Quality jobs for youth: Are we asking too much?» (Lavoro di qualità

per i giovani: chiediamo troppo?). All’e-vento hanno partecipato circa 200 per-sone, compresi alcuni membri dell’OML e i rappresentanti degli oltre 90 consigli nazionali della gioventù e delle organiz-zazioni internazionali non governative dei giovani che compongono il Forum. I presenti hanno dato vita a un vivace dibattito, incentrato sulle opportunità

off erte dalle transizioni sul mercato del lavoro per agevolare l’accesso dei giovani al mercato stesso. Questo aspetto è stato aff rontato da due punti di vista: i diversi tipi di pre-occupazione — compresi i tirocini e gli apprendistati — e le nuove

forme contrattuali, con particolare atten-zione per le opportunità e i rischi che pre-sentano per i giovani. Nel pomeriggio si è svolto nelle sale di riunione del CESE il consiglio statutario dei membri del Forum europeo della gioventù. (mp) ●

Grande successo per il primo concorso video del CESEL’anno scorso la vicepresidente del CESE responsabile della comunica-zione, Anna Maria Darmanin, ha deciso di lanciare un nuovo progetto per rivolgersi ai giovani europei. È nato così, all’inizio di quest’anno, il concorso video «Europe Past Forward», che si è concluso poco meno di tre mesi più tardi con una cerimonia di premiazione veramente toccante, tenutasi presso la sede del CESE il 15 marzo 2012.

Il concorso ha dato modo ai giovani fra 18 e 30 anni di mostrare cosa signifi chi per loro l’Europa tramite un breve video amatoriale. Il video doveva presentare un collegamento con l’Anno europeo dell’in-vecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni 2012, anche includendo un rappresentante delle generazioni precedenti nell’équipe di produzione.

Su 67 video presentati, 43 sono stati ammessi alla votazione pubblica online (sono stati registrati quasi 7 800 voti), dopodiché una giuria composta da due membri del CESE (Marie Zvolská e Jane Morrice) e due professionisti del settore audiovisivo ha scelto i tre video vincitori.

Il concorso video «Europe Past Forward» ha fatto un uso attivo delle reti sociali per dialogare con il pubblico europeo: con i giovani al momento dell’invio dei loro video e con un pubblico più vasto che ha potuto vedere i video e poi partecipare al voto. Anna Maria Darmanin si è detta estremamente soddisfatta dei risultati e, rivolgendosi ai vincitori, ha dichiarato: «Sono felicissima di vedere che dei ragazzi giovani come

voi hanno partecipato al concorso. I video che avete presentato erano di eccellente qualità e il messaggio che veicolavano pieno di speranza nel futuro dell’Europa. Ripeteremo sicuramente l’iniziativa, anzi stiamo già pensando alla sua prossima edizione!».

I progetti vincitori

1. Zinnekes (Belgio) è un video che illustra diversi valori e convinzioni in modo creativo, attraverso l’uso di alcune parole fondamentali: si compone di immagini di persone riprese in strada, giovani e anziani che raccontano quelli che per loro sono i valori, le idee e i risultati fondamentali dell’Europa. Ne risulta un forte senso di interconnessione e di comunità, e il messaggio di fondo che viene comunicato è quello di speranza nel futuro dell’Europa. A questo video è andato il primo premio, di 5 000 euro.

2. Barre Barreras (Spagna) è un video che segue un approccio crea-tivo e simbolico per mostrare i confi ni e le diff erenze esistenti all’interno della società europea. Il video usa azioni semplici per dare un signifi -cato simbolico più ampio a molti problemi che l’Europa ha aff rontato nel passato e continua ad aff rontare nel presente. La sparizione dei confi ni mostrata nel video reca un messaggio generale di speranza e cambiamento positivo. Questo lavoro ha ottenuto il secondo premio, di 3 000 euro, che i suoi realizzatori hanno deciso di devolvere a un’or-ganizzazione umanitaria operante in Nicaragua.

3. It’s Our European Life (Ungheria) ha vinto il terzo premio, di 2 000 euro. Il video ricorre a elementi familiari e giocosi per creare un’atmosfera scanzonata e dinamica. I valori europei fondamentali sono comunicati per tutta la durata del fi lmato, mostrando anche chiaramente cosa l’Europa signifi chi per i giovani che l’hanno prodotto. (cc) ●

Per ulteriori informazioni: http://www.eesc.europa.eu/video-chal-lenge/

1º premio: Anke Harthoorn, Zinnekes (if Europe was a word...), http://vimeo.com/sinnekens/zinnekes

2º premio: Ana Zamorano Ruiz, Barre Barreras, http://vimeo.com/36721633

3º premio: Gergő Kalamár, It’s Our European Life, http://www.youtube.com/watch?v=92FCelNC9Ks

s

CESE info — Aprile 2012/4

Page 3: ISSN 1830-6349 Aprile 2012/4 IT CESE info · Giornata europea del consumatore. I partecipanti all’evento, ospitato ... a 27 è cresciuto del 9,1 %, arrivando a 17 tonnellate l’anno.

3

Il CESE si pronuncia sulla riforma della politica della pesca

Il CESE ha adottato un importante parere sul futuro della politica comune della pesca. Il relatore Gabriel Sarró Iparraguirre (gruppo Attività diverse, Spagna) ha spiegato che «in generale, il Comitato approva la proposta e ne condivide gli obiettivi», osservando però che «in alcuni punti il documento potrebbe essere migliorato».

Il Comitato condivide la proposta di varare dei piani pluriennali intesi a riportare e mantenere gli stock ittici al di sopra di livelli in grado di produrre il rendimento massimo sostenibile entro il 2015, ma si è espresso criticamente sulla questione dei rigetti e sulla creazione di un mercato dei diritti di pesca tra imprese private.

Il CESE deplora la scarsa attenzione prestata alla dimensione sociale nella proposta della Commissione, che inoltre non prevede nessuna misura concreta per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle comunità di pesca. Infi ne, il Comitato insiste sulla necessità di assicurare la piena tracciabilità «dall’acqua alla tavola» per tutti i prodotti ittici (sia dell’UE sia d’importazione) e chiede alla Commissione di adoperarsi per l’adozione di tale misura, che servirebbe anche a proteggere i prodotti UE dalla concorrenza sleale. (rdr) ●

Erasmus per tutti

Il CESE ha adottato un parere sulla proposta della Commissione che istituisce un programma unico per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport nel periodo 2014-2020: «Erasmus per tutti». Il parere sottolinea che il programma sarà uno strumento fondamentale per potenziare le competenze dei cittadini, contribuire a combattere l’alto livello di disoccupazione giovanile e rispondere alla necessità di manodopera qualifi cata. La relatrice Indrė Vareikytė (gruppo Attività diverse, Lituania), pur apprezzando il signifi cativo aumento del bilancio per questo programma rispetto ai predecessori, ha espresso preoccupazione per il fatto che alcune delle azioni che attualmente funzionano bene nel quadro del programma «Gioventù in azione» non sono contemplate da «Erasmus per tutti», una lacuna che può produrre un sensibile calo della cooperazione europea nel settore della gioventù. Fra le altre critiche sollevate, il parere del CESE sottolinea che, per realizzare i prin-cipali obiettivi strategici dell’UE, il nuovo programma dovrebbe ricercare una certa coerenza tra l’istruzione formale e l’apprendimento non formale e informale. Infi ne, il Comitato osserva che gli obiettivi fondamentali che possono essere raggiunti migliorando le competenze e le conoscenze, come lo sviluppo di una cittadinanza attiva e la coesione sociale, non sono trattati in modo suffi ciente dalla proposta. (rdr) ●

Il coinvolgimento della società civile nelle politiche di sviluppo dell’UE

In linea con il mandato conferito al CESE nel quadro dell’accordo di Cotonou, le attività internazionali del Comitato hanno contribuito al riconoscimento della dimensione istituzionale delle organizzazioni della società civile nel campo delle politiche di cooperazione. A questo proposito il parere REX/349, preparato dal relatore José María Zufi aur Narvaiza (gruppo Lavoratori, Spagna), raccomanda una cooperazione più strategica tra le istituzioni dell’UE e le organizzazioni della società civile attraverso il dialogo politico, accordi quadro e meccanismi più effi cienti per la destinazione dei fondi. (asp) ●

Problemi specifi ci delle isole

L’articolo 174 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea riconosce che le regioni insulari necessitano di un’attenzione particolare. Prendendo le mosse da questa base giuridica, nel parere ECO/300, elaborato dal relatore José María Espuny Moyano (gruppo Datori di lavoro, Spagna), il CESE chiede che si continui a lavorare

per adottare una strategia idonea ad aff rontare le specifi che necessità di tali regioni. Partendo dalla defi nizione stessa di «isola», che dovrebbe essere migliorata per tenere conto delle nuove realtà di un’UE allargata, le raccomandazioni formulate dal Comitato toccano argomenti quali i costi di trasporto, lo spopolamento, la necessità di un’attuazione specifi ca della strategia Europa 2020 e la crescita economica sostenibile. (asp) ●

Commercio transfrontaliero: il CESE è determinato a tutelare i cittadini

Grazie al sempre maggiore successo del mercato interno, le transazioni commerciali transfrontaliere (com-presi gli acquisti online) diventano sempre più diff use tra i cittadini europei. Il CESE è perciò determinato a tutelare i consumatori quando eff ettuano un acquisto all’estero e a creare un sistema adeguato a garantire un commercio equo.

Alla sessione plenaria del CESE di marzo, i membri hanno adottato un pacchetto a tutela dei consumatori formato da tre pareri, rispettivamente sui temi «Programma per la tutela dei consumatori 2014-2020» (rela-tore Reine-Claude Mader, gruppo Attività diverse, Francia), «Risoluzione alternativa delle controversie dei consumatori» e «Risoluzione delle controversie online dei consumatori» (relatore Jorge Pegado Liz, gruppo Attività diverse, Portogallo).

In questi tre pareri il CESE esorta a adottare un approccio che ponga i consumatori al primo posto, perché il mercato unico può avere davvero successo solo se essi sono forti. (ail) ●

Le PMI e la libera circolazione delle merci: verso il mercato unico

In questi tempi di crisi è assolutamente necessario proteggere le piccole e medie imprese (PMI), principale pilastro dell’economia europea. Con il suo parere sul programma per la competitività (relatore: Ronny Lannoo, gruppo Attività diverse, Belgio), il CESE punta a garantire alle PMI un accesso adeguato ai fi nanziamenti, nonché sostegno e consulenza, nel momento in cui cercano di entrare in nuovi mercati e di adattarsi alle nuove norme e ai nuovi standard europei.

Inoltre, il nuovo «pacchetto merci» raff orzerà la sorveglianza del mercato e metterà a disposizione un quadro comune per la commercializzazione dei prodotti. Il parere adottato dal CESE su questo tema (relatore: Bernardo Hernández Bataller, gruppo Attività diverse, Spagna) sottolinea la necessità di migliorare il coordinamento e di intensifi care le attività di sorveglianza del mercato, nonché di defi nire la natura delle sanzioni e di fi ssare una soglia minima da inserire nelle legislazioni degli Stati membri. Per quanto riguarda la protezione giuridica sul mercato dell’UE, essa dovrebbe evolvere verso un nuovo sistema atto a determinare l’origine dei prodotti e a consentirne la tracciabilità, in modo da migliorare l’informazione fornita ai consumatori. (ail) ●

Orizzonte 2020: al di là della ricerca e dell’innovazione

Orizzonte 2020 è lo strumento fi nanziario che attua l’iniziativa faro della strategia Europa 2020 dal titolo «Unione dell’innovazione», volta a garantire la competitività dell’UE a livello mondiale. Il nuovo programma dell’UE per la ricerca e l’innovazione, relativo al periodo 2014-2020 e dotato di un bilancio di circa 80 miliardi di euro, fa parte degli interventi di stimolo della crescita e della creazione di posti di lavoro in Europa. In esso confl uiranno tutti gli attuali fi nanziamenti per la ricerca e l’innovazione.

Nel parere del CESE su Orizzonte 2020 (relatore Gerd Wolf, gruppo Attività diverse, Germania) si aff erma che questo strumento fi nanziario dovrebbe contribuire a colmare la distanza tra la ricerca e il mercato. La ricerca dovrebbe essere strettamente legata alla crescita e ai posti di lavoro, con il raff orzamento delle sinergie tra università, enti pubblici e investitori privati. Il CESE sottolinea inoltre l’esigenza di individuare le eventuali contraddizioni tra gli obiettivi di una politica di ricerca a vocazione scientifi ca e una politica industriale e della concorrenza propizia all’innovazione, al fi ne di trovare di volta in volta le soluzioni appropriate. (ail) ●

Educazione all’energia

L’effi cienza energetica, quale centro della strategia Europa 2020, darà un forte impulso all’economia moderna. Gli eff etti congiunti della piena attuazione delle misure esistenti e dei nuovi provvedimenti potranno generare risparmi annuali alle famiglie, potenziare la competitività dell’industria europea, creare posti di lavoro e ridurre le emissioni di gas a eff etto serra.

Come evidenziato nel suo parere sul tema «Educazione all’energia» (relatore Edgardo Maria Iozia, gruppo Lavoratori, Italia), il CESE è fermamente convinto che l’educazione possa svolgere un ruolo fondamentale in questo processo e mette in risalto l’idea secondo cui «la migliore energia è quella risparmiata», un concetto che può fare veramente la diff erenza in termini di risparmio energetico. Uno sforzo comune europeo verso una politica energetica sostenibile richiede non solo un quadro giuridico molto forte e strutturato, che necessita di un’applicazione puntuale, ma soprattutto una larga partecipazione, comprensione e accettazione da parte di tutti i cittadini degli Stati membri. (ail) ●

LA SESSIONE PLENARIA IN SINTESI

Sessione plenaria CESE di marzo 2012 alla presenza di Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo

Indrė Vareikytė, consigliere del CESE

Bernardo Hernández Bataller, consigliere del CESE

CESE info — Aprile 2012/4

Per ulteriori informazioni : http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.opinionsp

Page 4: ISSN 1830-6349 Aprile 2012/4 IT CESE info · Giornata europea del consumatore. I partecipanti all’evento, ospitato ... a 27 è cresciuto del 9,1 %, arrivando a 17 tonnellate l’anno.

Caporedattrice:Karin Füssl (kf)Tomasz Jasiński, rappresentante dei membri del CESE nel comitato editoriale (gruppo Lavoratori, Polonia)

Hanno collaborato

a questo numero:Alejandro Izquierdo Lopez (ail) Antonio Santamaria Pargada (asp) Catherine Cieczko (cc) Coralia Catana (cca) Eszter Balázs (eb) Makeda Peter (mp)

Raff aele De Rose (rdr)

Coordinamento generale:Nadja Kačičnik

Indirizzo:Comitato economico e sociale europeoEdifi cio Jacques Delors, 99 Rue Belliard, B-1040 Bruxelles, BELGIOTel. +32 25469396 o +32 5469586Fax +32 25469764E-mail: [email protected]: http://www.eesc.europa.eu/

CESE info viene pubblicato nove volte l’anno in occasione delle sessioni plenarie del CESE.

Le versioni a stampa di CESE info in francese, inglese e tedesco possono essere ottenute gratuitamente presso il servizio Stampa del CESE.

CESE info è inoltre disponibile in 22 lingue, in formato PDF, sul sito Internet del CESE all’indirizzo http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.eesc-info

CESE info non può essere considerato come un resoconto uffi ciale dei lavori del CESE. A tal fi ne si rimanda alla Gazzetta uffi ciale dell’Unione europea o ad altre pubblicazioni del CESE.

La riproduzione, con citazione della fonte, è autorizzata a condizione di inviare una copia alla redazione.

Tiratura: 15 500 copie

Prossimo numero: maggio 2012

La vostra Europa, la vostra opinione! – Edizione 2012

Tra pochi giorni (26-28 aprile) Anna Maria Darmanin, vicepresidente del CESE, avrà l’onore di aprire le porte del CESE per accogliere gli studenti che par-teciperanno alla terza edizione di «YEYS! La vostra Europa, la vostra opinione!». Delle 933 domande pervenute da altret-tante scuole, ne sono state selezionate 27, una per ogni Stato membro dell’UE. Tre studenti e un insegnante di ogni scuola selezionata rappresenteranno il rispet-tivo paese di provenienza in una sessione plenaria simulata. Il tema selezionato per quest’anno è la conferenza Rio + 20. Questo evento fornisce l’opportunità di esprimere il proprio punto di vista nel centro dell’Europa e consente inoltre ai partecipanti di esplorare e scoprire altre culture in un ambiente multiculturale.

Karen Thomsen, l’insegnante che l’anno scorso ha rappresentato la Ger-mania, ha ricordato l’importanza di coinvolgere gli studenti in attività inter-nazionali. Facendo riferimento alle sfi de che si profi lano, ha spiegato che il compito è assai arduo e, soff ermandosi sull’imminente edizione di YEYS!, ha affermato che le «sarebbe molto pia-ciuto partecipare anche all’edizione di quest’anno».

Quale ambasciatrice del progetto YEYS!, Judy McKnight, membro del CESE, ha aff ermato che l’evento «cat-tura giustamente l’immaginazione dei giovani e li spinge a riconoscere che è

Prossimamente al CESEGiornata della società civile

Democrazia in Europa: a che punto siamo? Il punto di vista della società civile

Il CESE e il suo gruppo di collegamento con le organizzazioni e le reti della società civile europea stanno organiz-zando una Giornata della società civile per martedì 8 maggio. Il tema dell’edi-zione di quest’anno, che si svolgerà a Bruxelles, presso la sede del CESE, dalle ore 9.30 alle ore 17.30, è «Democrazia in Europa: a che punto siamo? Il punto di vista della società civile».

La manifestazione aff ronterà le sfi de principali che si presentano alla demo-crazia in Europa nel contesto della crisi fi nanziaria, economica e sociale ed esa-minerà concretamente la questione della democrazia partecipativa e del dialogo civile. Al centro dei lavori vi saranno le pratiche democratiche e partecipative e il ruolo della società civile nel promuo-vere l’interesse, l’impegno e il benessere dei cittadini. Approfondendo la rifl es-sione sulla partecipazione della società civile alla defi nizione delle politiche e ai processi decisionali dell’UE e degli Stati membri, il convegno intende sfruttare l’occasione politica creata dalla crisi per ripensare i principi democratici alla base della costruzione europea, in modo da rendere il processo più conforme alle aspirazioni dei cittadini. (mp) ●

Il programma particolareggiato del convegno è disponibile all’indirizzo http://www.eesc.europa.eu/civilso-cietyday2012

Per ulteriori informazioni, contattare [email protected]

www.eesc.europa.e

u

2012

Civil Society Day2012

Democracy in Europe:Where do we stand? A civil society perspective

una sfi da e, al tempo stesso, una fonte di eccitazione lavorare assieme» sulle realtà che la cittadinanza dell’UE implica, oltre a vivere l’esperienza unica di infl uenzare e forgiare la politica dell’UE. McKnight è «consapevole del ruolo importante svolto dall’Europa sociale» e sottolinea «la necessità di dare ai giovani i mezzi per realizzarsi». Irini Pari, anch’essa membro del CESE e fondatrice del progetto YEYS!, ha dichiarato che «i giovani sono il nostro futuro» e che «il CESE rappresenta le forze economiche e sociali dei 27 Stati membri e, sebbene al nostro interno vengano appoggiati inte-ressi diff erenti, riusciamo a parlare con una voce sola e questo è il messaggio più importante che vogliamo trasmettere ai giovani».

Dopo aver ascoltato le risposte degli studenti alle varie domande loro for-mulate, è risultato evidente che molti condividono punti di vista simili: atten-dono con grande interesse di poter con-dividere le loro opinioni, di conoscere ed entrare in contatto con altre culture, scoprendo e prendendo parte ai lavori dell’UE e a quelli del CESE in particolare. Gli studenti non sono soltanto eccitati all’idea di incontrare altri studenti e di scambiare opinioni, ma anche, come sottolinea Tudor Boancă della Romania, «spero inoltre di divertirmi a Bruxelles, perché è la prima volta che lascio il mio paese». Questo desiderio è sicuramente condiviso dagli altri studenti. Dimitar

Stoynev della Bulgaria aggiunge: «Vedrò di persona l’apparato politico europeo e potrò così tornare al mio paese con qual-che brillante idea». Queste dichiarazioni fanno facilmente comprendere perché sia indispensabile realizzare iniziative come YEYS!.

Per Dafni Prodromou di Cipro, «i giovani dovrebbero poter partecipare alle discussioni che infl uiranno sul loro futuro». Prodromou è «ottimista sul futuro dell’Europa» e aff erma di imma-ginare «un’Europa unita in cui le persone lavoreranno assieme e rispetteranno le diff erenze nazionali». Marie Claire Dalli di Malta vorrebbe vedere «un’Europa più unita, senza crisi, confl itti e odio raz-ziale. Spero anche che l’Europa possa dif-

fondere ulteriormente i suoi valori oltre i suoi confi ni e promuovere le relazioni internazionali e la pace». Shaun Duncan della Finlandia aggiunge che si augura che «l’Europa stringa rapporti più stretti con le nazioni potenti, ad esempio la Cina». Tuttavia, quando si soff ermano a

considerare il CESE, sia Shaun che il suo connazionale Lumi Nurmi — per non menzionare che alcuni studenti — sono impazienti di capire «quello che il CESE fa eff ettivamente nell’UE» e vedere «se veramente fa in modo che le decisioni dell’UE vengano maggiormente incon-tro alle necessità della società civile». Pertanto, Tommi Salminen, anch’egli fi nlandese, spera e confi da che «la visita al CESE mi mostri che il futuro è in mani abili e competenti».

Il progetto YEYS! non è incentrato soltanto sul lavoro; è indispensabile che questi giovani vivano un’esperienza a tutto tondo. Alcuni hanno anche pen-sato al segno che questo evento lascerà nelle loro vite. Per Almudena Pascual Viñuales della Spagna «l’incontro con il CESE apre le porte al futuro». Patri-cia, Matevž e Anja della Slovenia aff er-mano — come molti altri giovani — che vogliono mostrare che gli «sta a cuore quel che succede in Europa». Parlando del futuro, Patrycja Sobka della Polonia aff erma di immaginare «una coopera-zione migliore tra i paesi in campo poli-tico, economico e culturale. Spero che i giovani avranno più opportunità di partecipare alla vita dell’Europa».

«Al CESE crediamo nell’Europa e lavoriamo duramente ogni giorno per avvicinare l’Europa alle persone e alle loro necessità e aspettative», afferma Irini Pari. Difatti, l’iniziativa YEYS! contribuisce a gettare un ponte tra l’UE e i suoi cittadini. (mp) ●

/civ

QE

-AA

-12

-00

4-IT

-N

Il CESE info è inoltre disponibile in 22 lingue, in formato PDF, sul sito Internet del CESE: http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.eesc-info

CESE info Aprile 2012/4

, sul sito