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Isp. Mario Maviglia - USR [email protected]

Borgo San Giacomo, 10 giugno 2008

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… per iniziare:

… Mike Bongiorno non si vergogna di essere ignorantee non prova il desiderio di istruirsi. Entra a contatto

con le più vertiginose zone dello scibile e neesce vergine e intatto, confortando le altrui naturali

tendenze all’apatia e alla pigrizia mentale. Ponegran cura nel non impressionare lo spettatore,

non solo mostrandosi all’oscuro dei fatti, ma altresìdecisamente intenzionato a non apprendere nulla…

U. Eco, Diario minimo, Bompiani, 1963

Nota a margine: attenzione al Mike Bongiorno che è dentro ognuno di noi…

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Dalla lettura dei documenti:alcuni elementi di interesseDalla lettura dei documenti:alcuni elementi di interesse

DEFINIZIONE DI UN QUADRO DI RIFERIMENTO COMUNE

INDIVIDUAZIONE DI CRITERI METODOLOGICI CONDIVISI

DECLINAZIONE DEGLI OBIETTIVI NELLE VARIE ANNUALITA’

CHIAREZZA ESPOSIVITA

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RAPPORTO TRA INDICAZIONI E CURRICOLO DI SCUOLA

TRE LIVELLI DI RELAZIONE

dalla CORNICE

al QUADRO

dalle COMPETENZE agli OBIETTIVI

dal GENERALE

al SITUATO

Individuazione divincoli / autonomie

/ risorse

Traduzione didattica dellecompetenze Rapporto con il contesto

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LA COSTRUZIONELA COSTRUZIONEDEL CURRICOLODEL CURRICOLO

Adozione delle scelte metodologiche

Organizzazione

spazio-temporale e

strumentale delle attività

Sviluppo di percorsi multidisciplinari

e trasversali

Elaborazione di criteriper la verifica

e la valutazione

Selezione delle esperienze Declinazione degli obiettivi

formativi per ogni anno scolastico

Scelta deicontenuti

PROTOCOLLI CONDIVISI

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Competenze

Indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni

di lavoro e di studio e nello sviluppoprofessionale e/o personale

Lavorare per competenze:alcune definizioni

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GLI ELEMENTI DELLA COMPETENZA

P. Bresciani, 2006

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COMPETENZA

“ORCHESTRAZIONE” DI UN INSIEME DI SCHEMI

Pellerey, 2001

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SCHEMA = MODELLO D’AZIONE

Un sistema di disposizioni durature e trasportabili che,integrando tutte le esperienze passate, funziona

in ciascun momento come una matrice dipercezioni, di apprezzamenti e di azioni, e rende

possibile il portare a termine compiti infinitamente differenziati

Bourdieu, 1972

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La natura complessa della competenza: 5 componenti(Wittorski, 1998)

Prestazioni osservabili e valutabili

Quadro di riferimento e “forma”delle stesse competenze

Riconoscimento da parte del contesto o dell’organizzazione

di appartenenza

Immagine di sé, investimentoemozionale, motivazione

Rappresentazioni, schemi e teorieattribuzioni di senso asituazioni e contesti

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Differenze nelle modalità di apprendere(Gardner, 1991)

Dimostra una competenza profonda, flessibile, “situata” del dominio di sua competenza, che gli

permette di affrontare felicemente problemi“mal definiti”; dimostra di ragionare “su modelli”

Manipola prevalentemente sistemi simbolici,dimostra di ragionare seguendo regole, procedure,

algoritmi definiti dall’esterno (insegnante), dà risposte corrette a compiti “ben definiti”, ritualizzati

e convenzionali (risposte che non sempre garantisconola vera comprensione del compito), elabora definizioni

formali e rigide

Persona che agisce, pensa e apprendequotidianamente dalle situazioniproblematiche che si trova ad

affrontare; apprende spontaneamentee in modo fluido; è creatore di proprie

teorie (ingenue), dimostra una comprensioneIntuitiva (a volta incompleta e protoscientifica)

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Chi è l’esperto

L’esperto dimostra di disporre di un repertorio ricco e flessibile di modalità e strategie di risoluzione

del problema, costruite nel corso di precedenti esperienze, repertorio che permette alle sue pratiche

di essere caratterizzate da un alto grado di flessibilità cognitiva (non viene applicata sempre la stessa procedura, o algoritmo,

per risolvere problemi simili – come fanno i principianti –, ma una strategia ritenuta

ottimale nel particolarecontesto di soluzione)

Varisco, 2004

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La rilevazione delle competenze

• La competenze si acquisiscono in ogni contesto esperienziale (non solo a scuola)

• Occorre valorizzare le competenze comunque acquisite (centrate sulla persona)

• Mettere in luce le competenze effettivamente acquisite (magari segnalando i loro livelli) più che la loro mancanza

Pellerey, 2006

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Un esempio di livelli di competenza in italiano all’inizio dellascuola secondaria di 1° grado - PARLARE

(Pellerey, 2004)

Si esprime con una pronuncia chiara; stabilisce conchi parla il contatto con gli occhi; usa frasi brevie complete senza interrompersi. L’espressione

è grammaticalmente corretta. Sa esprimersi conricche informazioni così da essere compreso da

colui che lo ascolta e con una certa caricaemotiva, richiamando interesse.

Ha una pronuncia chiara, stabilisce con chi parla il contatto con gli occhi. L’espressione è relativamente

ricca di particolari o di sfumature. Si fa facilmentecomprendere e non ha difficoltà a immedesimarsi

in colui che ascolta

Si esprime con una pronuncia chiara e con un vocabolario molto semplice e ridotto.

Costruisce frasi brevi, qualche volta incomplete,che includono errori con una certa frequenza.Sa esprimersi con informazioni sufficienti, cosìda essere compreso da colui che lo ascolta.Deve essere aiutato a completare la frase.

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LA COSTRUZIONELA COSTRUZIONEDEL CURRICOLODEL CURRICOLO

Adozione delle scelte metodologiche

Organizzazione

spazio-temporale e

strumentale delle attività

Sviluppo di percorsi multidisciplinari

e trasversali

Elaborazione di criteriper la verifica

e la valutazione

Selezione delle esperienze Declinazione degli obiettivi

formativi per ogni anno scolastico

Scelta deicontenuti

PROTOCOLLI CONDIVISI

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Protocollo condivisoProtocollo condiviso

Insieme di regole, procedure, algoritmi,sistemi codificati di relazioni che

consentono ad un gruppo docentedi affrontare in forme condivise i diversi problemi progettuali,

organizzativi e relazionalidi una scuola

I PROTOCOLLI CONDIVISI AIUTANOA COSTRUIRE UN’IDENTITA’ DI SCUOLA

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… intermezzo:

… Poi insegnando imparavo tante cose.Per esempio ho imparato che il problema degli

altri è uguale al mio.Sortirne tutti insieme è la politica.

Sortirne da soli è l’avarizia

Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, LEF, Firenze, 1967

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LE IDEE DI FONDO

Condivisione dell’idea di scuola / apprendimento / bambino (POF)Quale idea di scuola/apprendimento/bambino emerge da:

progettazioni didattiche

scale di reazione o indagini di contesto

schede di valutazione

CONDIVIDERE A LIVELLO DI ISTITUTO UN’IDEA DISCUOLA, DI BAMBINO, DI APPRENDIMENTO

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LE IMPOSTAZIONI METODOLOGICHE

Valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni

Attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità. (Quanto la scuola è inclusiva? Cfr. Questionario autovalutazione I CARE)

Favorire l’esplorazione e la scoperta

Incoraggiare l’apprendimento collaborativo

Promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere

Realizzare percorsi in forma di laboratorio

PER OGNUNO DI QUESTI PUNTI ELABORAREPROTOCOLLI CONDIVISI

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Un esempio di costruzione di protocollo riguardante la valorizzazione dell’esperienza

Un esempio di costruzione di protocollo riguardante la valorizzazione dell’esperienza

QUALI ESPERIENZE PROPORRE

STRUTTURAZIONE DELL’ESPERIENZA

RICOSTRUZIONE DELL’ESPERIENZA

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Da dove nasce l’esperienza?

Chi la propone

E’ dentro la disciplina o è interdisciplinare?

Valorizzazione dell’esperienza 1.Valorizzazione dell’esperienza 1.

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FASE RICOGNITIVA: cosa sanno già gli alunni

FASE ELABORATIVA: su cosa puntare l’attenzione

FASE ORGANIZZATIVA: definizione degli spazi/tempi/materiali

FASE REALIZZATIVA: messa in atto dell’esperienza

FASE RIELABORATIVA: raccolta e sistematizzazione dei dati

FASE RICOSTRUTTIVA / VALUTATIVA: come si sintetizza e si valuta l’esperienza

Valorizzazione dell’esperienza 2.Valorizzazione dell’esperienza 2.

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Che cosa hai fatto?

Perché l’hai fatto?

Come ti sei sentito durante l’esperienza?

Cosa ha / non ha funzionato?

Cosa hai imparato?

Valorizzazione dell’esperienza 3.Valorizzazione dell’esperienza 3.

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Un esempio di costruzione di protocollo riguardante l’apprendimento cooperativo

Un esempio di costruzione di protocollo riguardante l’apprendimento cooperativo

FORME DI INTERAZIONE E PARTECIPAZIONE

ORGANIZZAZIONE DELLA CLASSE

STRUTTURAZIONE DEL COMPITO

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Condivisione di regole per gestire il lavoro cooperativo

Contratto didattico (ruolo del docente e degli allievi)

Stili comunicativi privilegiati

Apprendimento cooperativo 1.Apprendimento cooperativo 1.

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Lavoro a coppie: quando?

Lavoro a gruppi: quando?

Prodotto del singolo / prodotto del gruppo

Apprendimento cooperativo 2.Apprendimento cooperativo 2.

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Quali compiti proporre

Gestione dei tempi

Prodotti attesi / processi attivati

Apprendimento collaborativo 3.Apprendimento collaborativo 3.

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Un esempio di costruzione di protocollo riguardante la l’integrazione delle diversità

Un esempio di costruzione di protocollo riguardante la l’integrazione delle diversità

STRATEGIE INTEGRANTI E RELAZIONI D’AIUTO

MODALITA’ DI INDIVIDUALIZZAZIONE DEI SAPERI

PROCEDURE DIDATTICHE

PROGETTUALITA’ COLLEGIALE

RAPPORTI CON IL TERRITORIO

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Procedure di accoglienza

Attività di conoscenza rivolte agli allievi

Aiuto nelle attività quotidiane

Integrazione delle diversità 1.Integrazione delle diversità 1.

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Mediatori utilizzati

Tempi e spazi per l’apprendimento

Lavoro individuale / lavoro di gruppo

Integrazione delle diversità 2.Integrazione delle diversità 2.

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Distribuzione delle attività nella giornata

Uso delle tecnologie

Semplificazione / differenziazione dei percorsi

Integrazione delle diversità 3.Integrazione delle diversità 3.

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Suddivisione dei compiti nel gruppo docente

Gestione delle attività di sostegno

Gestione del P.E.I.

Integrazione delle diversità 4.Integrazione delle diversità 4.

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Procedure di coinvolgimento delle famiglie

Interazione con servizi del territorio

Accordi in rete con altre scuole

Integrazione delle diversità 5.Integrazione delle diversità 5.

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I TRAGUARDI DI SVILUPPO DELLE COMPETENZE

Condivisione dell’idea di competenza

Elaborazione di profili d’uscita di ogni ciclo

Comparazione tra profili di uscita di scuola e traguardi di sviluppo delle competenze

Come sviluppare longitudinalmente gli obiettivi di apprendimento (es. Italiano) nel passaggio da un settore scolastico all’altro e da una classe all’altra

Costruire un curricolo di scuola

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Leggere testi (narrativi, descrittivi, informativi) cogliendo l’argomento centrale, le informazioni essenziali, le intenzioni

comunicative di chi scrive

Declinazione longitudinale nelle diverse classi

1^ 3^2^

Un esempio di declinazione degli obiettivi di apprendimentoUn esempio di declinazione degli obiettivi di apprendimento

ITALIANO: LEGGERE(al termine del terzo anno di scuola primaria)

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Leggere testi narrativi e descrittivi, sia realistici siafantastici, distinguendo l’invenzione letteraria

dalla realtà

Declinazione longitudinale nelle diverse classi

4^ 5^

Un esempio di declinazione degli obiettivi di apprendimentoUn esempio di declinazione degli obiettivi di apprendimento

ITALIANO: LEGGERE(al termine della classe quinta di scuola primaria)

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Non è importanteNon è importanteil modello il modello progettualeprogettualepresceltoprescelto

che venga condiviso

è importanteè importante

La condivisione avviene elaborando schemi,procedure e comportamenti

ritenuti fondamentali e comuni (protocolli condivisi).

QUALE MODELLO PROGETTUALE ADOTTARE?

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LINEE DI LAVORO:UN ESEMPIO DI PROTOCOLLO DI PROGETTAZIONE

SAPERI NATURALI “Che cosa sai?”

MAPPING

APPLICAZIONE

“Devi sapere che”

“Quel che devi fare”

U. Margiotta,Riforma del curricolo e formazione dei talenti, Armando, 1997

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TRANSFER“Prova anche tu”

RICOSTRUZIONE

GENERALIZZAZIONE

“Che cosa hai fattoe perchè”

“Inventa una regola”

U. Margiotta,Riforma del curricolo e formazione dei talenti, Armando, 1997

LINEE DI LAVORO:UN ESEMPIO DI PROTOCOLLO DI PROGETTAZIONE

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Costruire un Curricolo di scuola 40

… per finire:

… un uomo ha il diritto di saperea cosa serve il suo lavoro …

Dal film La classe operaia va in paradiso, regia di Elio Petri, 1971