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Paolo Clemente, PhD Ingegnere Strutturista, Dirigente di Ricerca
ISOLAMENTO SISMICO DI EDIFICI ESISTENTI:
CRITERI DI PROGETTO E TECNICHE ESECUTIVE
PAOLO CLEMENTE
ISOLAMENTO SISMICO DI EDIFICI ESISTENTI: CRITERI DI PROGETTO E TECNICHE ESECUTIVE
RICOSTRUIRE, MIGLIORARE O ADEGUARE SISMICAMENTE adottando le moderne tecnologie antisismiche
Palazzo dei Capitani del Popolo, Sala della Ragione, Ascoli Piceno, 27 ottobre 2016
PROGETTAZIONE STRUTTURALE
• Analisi delle azioni, tra cui quelle sismiche “Freeman osservò che non ha senso parlare di progettazione
antisismica senza conoscere bene le azioni sismiche”
(George Housner, EERI Oral History p. 39)
• Modellazione e comportamento strutturale “L’ingegneria strutturale è l’arte di formare
con materiali, che nella realtà non si conoscono,
delle forme, che nella realtà non si possono analizzare,
per resistere a delle forze, che nella realtà non si possono valutare,
in modo che la gente non possa, nella realtà, sospettarlo”
(S. Kelsey)
PAOLO CLEMENTE
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RICOSTRUIRE, MIGLIORARE O ADEGUARE SISMICAMENTE adottando le moderne tecnologie antisismiche
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CALAMITÀ NATURALI IN ITALIA Nella seconda metà del secondo millennio (stima ENEA, 1999):
• Vittime dovute a eventi naturali = circa 1200 all’anno
• 75% durante eventi sismici
Terremoti Frane
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CALAMITÀ NATURALI: EFFETTI Nel passato ► una catastrofe causava essenzialmente vittime
Oggi ► una catastrofe può causare disastri ambientali e
danni all’economia
Terremoto Sicilia sudorientale del 1693
• disastro ambientale, oggi sede di molti
stabilimenti petrolchimici
2012: Terremoto Pianura Padana Emiliana
• gravi danni all'economia della regione e
dell'intero paese
Considerate
• l’estensione delle aree interessate
• la varietà del patrimonio edilizio esistente
la riduzione del rischio sismico richiede
un notevole impegno finanziario
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PREVENZIONE O RICOSTRUZIONE?
Prevenzione:
• Investimento necessario per riduzione rischio sismico su tutto il
territorio nazionale = centomila miliardi di lire (Stima GNDT dopo il
sisma dell’Irpinia del 1980)
• Somma non disponibile né utilizzabile in tempi brevi, né allora né adesso
• Investimento estremamente conveniente, tenuto conto dei costi di
gestione delle varie emergenze e ricostruzioni successive
E’ necessaria
un’oculata programmazione della spesa e degli interventi, stabilendo:
delle priorità, per quanto riguarda il patrimonio pubblico (opere
strategiche o di particolare rilevanza, quali prefetture, caserme,
ospedali, scuole, ecc.)
degli incentivi, per quanto riguarda il patrimonio privato
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LA SICUREZZA SISMICA IN ITALIA
In Italia il 70% dell’edificato non è adeguato al sisma di progetto al sito
Motivi:
• Evoluzione della classificazione sismica
• Evoluzione della normativa tecnica
• Qualità delle costruzioni
• Edifici storici, tra cui anche:
Edifici residenziali
Scuole, Ospedali, Musei
Strutture strategiche
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PREVISIONE DEI TERREMOTI
Interv. Tempo Utilità Commenti
Brevis
-simo pochi
sec/min early warning per impianti
RIR, treni AV, …
Possibile ma non utile in
Italia
Breve poche
ore ÷
qualche
mese
preparare le risorse per
emergenza e l’evacuazione
Al momento non siamo in
grado di fare ciò
Medio qualche
anno individuare aree dove
intervenire prioritariamente
per ridurre il rischio
Esperimenti di previsione:
aree di grandi dimensioni e
tempi lunghi, non
utilizzabili al momento per
scopi di protezione civile
Lungo decine
di anni ridurre vulnerabilità e
esposizione, preparare le popolazioni
Le mappe di pericolosità ci
danno questa informazione
Per salvare vite umane ► costruire edifici antisismici
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PGA: per ciascun sito in funzione della probab. di superamento PNCR in 50 anni
PNCR è correlata al periodo di ritorno TNCR
PNCR = 10% in 50 anni
TNCR = 475 anni
PNCR = 63% in 50 anni
TNCR = 50 anni
PNCR = 2% in 50 anni
TNCR = 2475 anni
PERICOLOSITÀ SISMICA DI BASE
PSHA: insieme di mappe ciascuna per un PNCR ≥2% (TNCR ≤ 2475 anni)
Tempo di osservazione To dovrebbe essere >> TNCR (ma: To=1000÷2000 anni)
L’estrapolazione a tempi maggiori tiene conto delle incertezze
Valori per PNCR ≥2% (TNCR ≤ 2475 anni) sono sufficentemente cautelativi ??
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PROBABILISTIC G.A.– DETERMINISTIC G.A. PGA
PNCR = 2% in 50a
DGA
Neo-deterministico
(Panza et al.)
(Panza et al.)
• PGA > DGA quasi ovunque ► PGA a vantaggio di sicurezza a volte con
scarti notevoli
• PGA < DGA in alcuni punti a volte con scarti notevoli
• Obiettivo ► proseguire gli studi fino a ottenere stime molto prossime con i
due approcci
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0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.01 0.10 1.00P
GA
(g)
PNCR
TERREMOTO DI PROGETTO
PNCR = 2% in 50a
PNCR = 10% in 50a
y = 0.55x
0.0
0.1
0.2
0.3
0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6
PG
AA
(g)
(PN
RC
50=
10
%)
PGAA (g) (PNRC50=2%)
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SLU CON PNCR=10% Progettare a SLU con PNCR = 10% in 50a vuol dire:
• Progettare edifici in grado di sopportare senza crollare un evento con
probabliità del 10% di essere superato in 50 anni
• Progettare edifici che nella loro vita possono sopportare al più un evento pari a
quello di progetto: in occasione di questo potrebbero danneggiarsi tanto da
dovere essere demoliti
e, quindi:
• Salvaguardare la vita fino a un’azione sismica << quella che potrebbe
verificarsi
• Non poter garantire nulla per eventi maggiori, per i quali possono verificarsi
Crolli parziali o totali e perdita di molte vite
0.0
0.2
0.4
0.6
0.8
1.0
0.01 0.10 1.00
PG
AA
/ P
GA
A(2
%)
PNRC50
0.05
0.20
0.35
0.50
0.64
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Ai 3 siti si hanno differenti risposte allo stesso evento sismico
RISPOSTA SISMICA LOCALE
Array velocimetrico a Belmonte Castello (FR): Receiver Functions
di registrazioni di aftershocks del sisma dell’Aquila, 2009
R
0
2
4
6
8
0 5 10 15f (Hz)
R - SN/UP
R - WE/UP
S
0
2
4
6
8
0 5 10 15f (Hz)
S - SN/UP
S - WE/UP
B
0
2
4
6
8
0 5 10 15f (Hz)
B - SN/UP
B - WE/UP
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MICROZONAZIONE SISMICA
Pianificazione territoriale
• Scelta siti per nuove
strutture
• Definizione priorità di
intervento su esistente
Livello I
•Zone instabili
•Zone stabili (pianeggianti, VS30 > 800 m/s)
•Zone stabili ma suscettibili di amplificazione
Livello II: coefficienti di amplificazione
attraverso abachi (situazioni semplici 1D)
Livello III: coefficienti di amplificazione
attraverso misure in sito e modellazione Livello III
MOPS ► Microzone Omogenee
in Prospettiva Sismica
(amplificative e non)
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0.0
0.5
1.0
0.0 1.0 2.0
Se
(g
)
T (sec)
Soft Soil
Rigid Soil
TCA TC
PGAA·F
PGA = PGAA·S
PGA·F
PGAA
0.0
1.0
2.0
3.0
0.0
0.5
1.0
0.2 0.4 0.6
T C/
T CA
T C(s
ec)
TCA (sec)
SOFTMEDIUMRIGID
EFFETTI LOCALI: S, TC
0.0
0.4
0.8
1.2
1.6
2.0
0.0 0.5 1.0 1.5
Soil
Fact
or
S
PGA·F (g)
SOFT
MEDIUM
RIGID
Coeff. amplificazione stratigrafica T inizio tratto a velocità costante
TCA ► TC
PGAA ► PGA= PGAA·S
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COSTRUZIONI ESISTENTI (C8)
Costruzione esistente = struttura completamente realizzata
• c.a. o acciaio: redatta relazione a struttura ultimata (art. 65 DPR 06.06.2001 n. 380)
• muratura: redatto certificato di collaudo statico (Cap.4 DM 20.11.1987 o NTC)
Sicurezza costruzioni esistenti: problema complesso a causa di
• elevata vulnerabilità, soprattutto rispetto alle azioni sismiche
• valore storico-architettonico-artistico-ambientale
• notevole varietà di tipologie e sub-tipologie strutturali
apparecchio murario, orizzontamenti, catene, tiranti e altri dispositivi
Complessità problematiche coinvolte determina
• difficile standardizzazione di metodi di verifica e di progetto e dell’uso
delle tecnologie di intervento tradizionali e moderne, perciò
• approccio prestazionale con
adozione di poche regole di carattere generale
alcune indicazioni importanti per la correttezza delle diverse fasi di
analisi, progettazione, esecuzione
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VALUTAZIONE SICUREZZA (C8.3)
Procedimento volto a:
• Verificare (in alternativa)
se la struttura è in grado di resistere alle azioni di progetto delle NTC
l’entità massima delle azioni che la struttura è capace di sostenere (nelle
combinazioni di progetto e con i margini di sicurezza delle NTC)
• Stabilire quali provvedimenti adottare affinché l’uso della struttura sia
conforme alle NTC (in alternativa)
Uso della costruzione possa continuare senza interventi
Uso debba essere modificato con
Declassamento
Cambio di destinazione
Imposizione di limitazioni e/o cautele nell’uso
Sia necessario intervenire (aumentare o ripristinare la capacità portante)
Relazione progettista deve specificare
• il livello di sicurezza prima e dopo l’intervento
• eventuali conseguenti limitazioni da imporre nell’uso della costruzione
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VALSIC: OBBLIGATORIETÀ (8.3)
• Obbligatoria se sono presenti variazioni nella struttura:
Riduzione evidente capacità resistente e/o deformativa dovuta a
azioni ambientali (sisma, vento, neve e temperatura)
degrado delle caratteristiche meccaniche dei materiali
azioni eccezionali (urti, incendi, esplosioni)
situazioni di funzionamento ed uso anomalo
deformazioni significative imposte da cedimenti del terreno
Provati gravi errori di progetto o di costruzione
Cambio destinazione d’uso, con variazione significativa dei carichi
variabili e/o della classe d’uso della costruzione
Interventi non strutturali che interagiscono (modificandone capacità o
rigidezza) con elementi aventi funzione strutturale
• Non obbligatoria se situazione determinata da variazione azioni per:
Revisione normativa (entità delle azioni)
Revisione zonazioni delle azioni ambientali (sisma, neve, vento)
Variazio
ni in
dip
endenti
dall’
uom
o
Varia
zio
ni
dip
endenti
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VALSIC: STRUTTURE PARTICOLARI
(C8.3)
Opere pubbliche strategiche
(protezione civile o suscettibili di conseguenze rilevanti in caso di collasso):
• le verifiche vanno esaminate anche da revisori non intervenuti nella
valutazione (date le possibili implicazioni economiche e sociali)
Beni tutelati
• interventi di miglioramento in linea di principio in grado di conciliare le esigenze
di conservazione con quelle di sicurezza, ferma restando la necessità di
valutare quest’ultima
• devono essere evitati interventi che insieme li alterino in modo evidente e
richiedano
l’esecuzione di opere invasive, come può avvenire nel caso di ampliamenti o
sopraelevazioni
l’attribuzione di destinazioni d’uso particolarmente gravose
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VALSIC: VERIFICHE (C8.3)
Verifiche non soddisfatte per
• Azioni controllate dall’uomo (carichi permanenti e altre azioni di servizio)
provvedimenti necessari e improcrastinabili
• Azioni ambientali, non controllabili dall’uomo e soggette ad ampia
variabilità nel tempo ed incertezza nella loro determinazione
per le problematiche connesse, non si può pensare di imporre
l’obbligatorietà dell’intervento o del cambiamento di destinazione d’uso
o, addirittura, la messa fuori servizio dell’opera, non appena se ne
riscontri l’inadeguatezza
Decisioni calibrate sulle singole situazioni in relazione a
• gravità dell’inadeguatezza e conseguenze
• disponibilità economiche
• implicazioni in termini di pubblica incolumità
Provvedimento più idoneo scelto
• da proprietari o gestori dell’opera (enti pubblici o privati o singoli cittadini)
• eventualmente individuando uno o più livelli delle azioni, commisurati alla
vita nominale restante e alla classe d’uso (rispetto ai quali si rende necessario
effettuare l’intervento di incremento della sicurezza entro un tempo prestabilito)
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CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI (8.4)
Riparazioni o interventi locali
• Intervento: elementi isolati, singole parti e/o elementi della struttura, porzioni
limitate della costruzione (aumento della sicurezza)
• Progetto e valutazione sicurezza: solo su parti interessate, documentando
che gli interventi:
non producono modifiche al comportamento delle altre parti e globale
comportano un miglioramento della sicurezza
Miglioramento
• Intervento: aumento sicurezza strutturale (anche se < livello nuove costr.)
• Progetto e valutazione sicurezza: estesi alle parti interessate da modifiche
di comportamento e alla struttura nel suo insieme
• Beni di interesse culturale: è possibile limitarsi ad interventi di miglioramento
effettuando la relativa valutazione della sicurezza
Adeguamento
• conseguire i livelli di sicurezza previsti dalle norme per le nuove costruzioni
N.B.: Adeguamento e miglioramento devono essere sottoposti a collaudo statico
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OBBLIGO DI ADEGUAMENTO (8.4.1)
Adeguamento obbligatorio in caso di
a) Sopraelevazione
b) Ampliamento mediante opere strutturalmente connesse alla costruzione
c) Variazioni di classe e/o di destinazione d’uso che comportino incrementi
dei carichi globali in fondazione superiori al 10% (con obbligo di verifica locale delle
singole parti e/o elementi della struttura, anche se interessano porzioni limitate della costruzione)
d) Trasformazione che porti ad un organismo edilizio diverso dal precedente
Progetto di adeguamento (in ogni caso):
• riferito a intera costruzione
• verifiche dell’intera struttura post-intervento
(C8.4.1)
Sopraelevazioni e interventi che comportano un aumento del numero di piani:
ammissibili solamente ove siano compatibili con gli strumenti urbanistici
Una variazione dell’altezza dell’edificio, per la realizzazione di cordoli sommitali, sempre che resti
immutato il numero di piani, non è considerata sopraelevazione o ampliamento, ai sensi dei punti a) e b).
In tal caso non è necessario procedere all’adeguamento, salvo che non ricorrano le condizioni di cui ai
precedenti punti c) o d).
PAOLO CLEMENTE
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VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA
E REDAZIONE DEI PROGETTI (8.5)
Situazioni
riscontrabili
molto
diverse
Livelli di conoscenza (LC) dei parametri
di modellazione:
• Geometria
• Dettagli costruttivi
• Materiali
Valutazione basata su:
Analisi storico-critica
Rilievo
Caratterizzazione
meccanica materiali
Fattori di confidenza (FC)
ulteriori coefficienti parziali di sicurezza
che tengono conto delle carenze nella
conoscenza dei parametri del modello
• Impossibile prevedere regole specifiche per tutti i casi
• Modello per la valutazione della sicurezza definito e
giustificato dal Progettista, caso per caso, in relazione
al comportamento strutturale attendibile della
costruzione
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EDIFICI ESISTENTI
Edifici vecchi progettati
• con riferimento a standard di sicurezza meno severi di quelli attuali o
• senza tener conto delle azioni sismiche
Adeguamento sismico difficile o impossibile per ragioni:
• Tecnologiche
• Economiche
Tra le soluzioni va presa in considerazione:
• Demolizione e ricostruzione (non edifici storici)
Concetti strutturali sviluppati per le nuove costruzioni
• non possono sempre essere applicati agli edifici esistenti
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Tecniche tradizionali non adatte per adeguamento sismico edifici storici:
TECNICHE TRADIZIONALI E INNOVATIVE
Possono solo evitare il collasso
Non possono evitare gravi danni
Le moderne tecnologie, invece:
Riduzione azione sismica
No danni anche per eventi violenti
Scarsa interferenza con la
struttura
Incremento di resistenza e duttilità
Irreversibili
Materiali diversi e incompatibili
Modifica concezione strutturale
originaria
PAOLO CLEMENTE
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PROGETTAZIONE ANTISISMICA Scopo: assicurare che in caso di evento sismico
- sia protetta la vita umana
- siano limitati i danni
- rimangano funzionanti le strutture essenziali (Prot.Civ.)
Sisma di media intensità: sopportarlo senza danni evidenti
Terremoto violento: non crollare, pur danneggiandosi anche irreparabilmente
0
0
Se (g)
Sd (g)
Spettro elastico =
accelerazioni effettive
Spettro di progetto =
accelerazioni ridotte
attraverso il
Fattore di comportamento q
“q” dipende dalla capacità della struttura di dissipare energia durante l’evento:
danneggiamento controllato, che coinvolga molti elementi
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PROGETTAZIONE NON SOSTENIBILE
Principio economicamente non sostenibile !! ► Costi di ricostruzione
Strutture strategiche
(strutture di protezione civile, ponti, ospedali, caserme, ecc.)
devono restare operative durante e dopo il sisma
Strutture a rischio di incidente rilevante
(Impianti nucleari, chimici, contenenti materiali pericolosi)
devono rispettare stringenti requisiti di sicurezza
TECNOLOGIE INNOVATIVE
si basano sulla drastica riduzione delle forze sismiche agenti sulla struttura,
piuttosto che affidarsi alla sua resistenza
Isolamento sismico
Incremento del periodo
fondamentale di vibrazione
Dissipazione di energia
Incremento di smorzamento
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INTRODUZIONE ALL’ISOLAMENTO SISMICO
Disaccoppiamento tra moto della struttura e del terreno
È possibile progettare in campo elastico
Riduzione azioni
sismiche
Se,is/Se,bf < 0.20
Aumento
spostamento
SDe > 0.20 m
alla base
Se (accelerazione) SDe (spostamento)
T Tbf Tis
Spettro di risposta elastico = massima accelerazione Se nella struttura in
funzione del suo periodo fondamentale di vibrazione T
Tbf = 0 ÷ 1 sec Tis ≥ 2 sec
Acc. al
suolo
Scelta sostenibile
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1 1
kis, cism0
k1, c1
m1
PORTALE SISMICAMENTE ISOLATO
11
2
2 2
is bf
2 2
bf is
T
T
1
1 0
m
m m
11 2
1
1 1
g11
2
11111 upp2p
g22
2
22222 upp2p
kis, cism0
ug
u0
k1, c1
m1
u1
0 bssbssss uukuucum
0 bssbssgbbgbbbb uukuucuukuucum
PAOLO CLEMENTE
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CONDITIO SINE QUA NON
Terreno non molto soffice
non deve amplificare componenti con
TTis
In alternativa si possono utilizzare sistemi di dissipazione dell’energia
Sovrastruttura rigida: Tbf << Tis
non deve amplificare le azioni trasmesse attraverso il sistema di isolamento
Giunti laterali realizzabili (per consentire gli
spostamenti dovuti al sistema di
isolamento)
Rispettare compatibilità con strutture adiacenti
0.0
0.2
0.4
0.6
0.8
1.0
0 1 2 3 4
Se
(g)
T (sec)
Soft Soil
Medium Soil
Rigid Soil
L'AquilaTR=475a
=5%
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RICOSTRUIRE, MIGLIORARE O ADEGUARE SISMICAMENTE adottando le moderne tecnologie antisismiche
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DISPOSITIVI ANTISISMICI
Isolatori
Isolatori a scorrimento a sup. piane (Sliding devices, SD)
Isolatori in materiale elastomerico e acciaio
a basso smorzamento (Low Damping Rubber Bearings, LDRB)
ad alto smorzamento (High Damping Rubber Bearings, HDRB)
con inserti (per es. piombo, Lead Rubber Bearings, LRB)
Isolatori a scorrimento a sup. curve (Curved Surface Slider, CSS)
Dispositivi di vincolo temporaneo
Dispositivi di vincolo del tipo “a fusibile”
Dispositivi (dinamici) di vincolo provvisorio
Dispositivi dipendenti dallo spostamento
Dispositivi a comportamento lineare
Dispositivi a comportamento non lineare
Dispositivi dipendenti dalla velocità o a comportamento viscoso
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CARATTERISTICHE DISPOSITIVI
Funzione di appoggio
che si esplica nel sopportare i carichi verticali in condizioni di esercizio e in
condizioni sismiche
Bassa rigidezza orizzontale
che permetta agli apparecchi di subire spostamenti relativi tra le due facce,
superiore ed inferiore, di una determinata entità, in caso di eventi sismici
Adeguata rigidezza nei confronti delle forze orizzontali di piccola entità
(vento, traffico o sismi di bassa energia)
Buona capacità dissipativa, di ricentraggio e di vincolo laterale sotto
carichi orizzontali di servizio (non sismici)
ISOLATORI
Funzioni di: dissipazione di energia
ricentraggio del sistema
vincolo laterale sotto carichi orizzontali di servizio
DISPOSITIVI AUSILIARI
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ISOLATORI ELASTOMERICI ARMATI (HDRB)
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HDRB: COMPONENTI E DIMENSIONI
Contropiastra sup.
Contropiastra inf.
Piastra
Piastra
Gomma
Armatura
Zanca d’ancoraggio
Zanca d’ancoraggio
Foro
Vu
lcanizzata
ts= 2÷4mm
ti = 4÷10mm
tssmin = 20÷25mm
24
eA D
24A D
e g it n t
14
iS A L D t
2 eS D t
e din eK G A t
v c eK E A t
v eK K
12
11 6 4 3c din bE G S E
i
L D t
Fattore di forma secondario
(instabilità globale)
Fattore di forma primario
(instabilità locale)
Rigidezza equivalente
Rigidezza verticale
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HDRB: COMPORTAMENTO
Es
i
d
t
1
1.5c
din r
V
S G A
23 / 4
2 i e
D
t t
2 arccos Ed
D
2
4 r
DA sen
s
dE V F
Taglio
V
Compressione c
M
Flessione
Ogni strato di gomma è soggetto a taglio, compressione e flessione, che
provocano le seguenti deformazioni angolari:
Area ridotta:
2 2 x y
Es
e
d
t
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HDRB: VERIFICHE
Tensione degli inserti in acciaio:
1 2
1.3
s yk
r s
t tV f
A t
Verifica di stabilità
2 crV
V
,max t c s t
Deformazione di taglio totale:
,maxs s
Deformazione di taglio per lo spostamento sismico totale:
* = valore massimo della deformazione di taglio raggiunto
nelle prove di qualificazione relative all’efficacia
dell’aderenza elastomero-acciaio, senza segni di rottura
,max 5t
2E ed t
1 rcr
e
GA S DV
t
*
,max 1.5 2 s
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HDRB: PARAMETRI CARATTERISTICI
Curve caratteristiche forza – spostamento:
• per ciascun ciclo, i due parametri sintetici
Rigidezza equivalente Ke (d=dmax)
din din e
e
din
e
G A G Ad tFK
d d d
AG
t
Coefficiente di smorzamento
viscoso equivalente ξ (Wd=energia
dissipata in un ciclo completo di carico)
2
d
e
W
Fd
Inoltre, fissato lo spostamento massimo d2, va definito:
Carico verticale massimo V in corrispondenza dello spostamento d2
F (kN)
d (mm)
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ISOLATORI GOMMA-PIOMBO
Uno o più nuclei in piombo
▼
Smorzamento viscoso equiv.
fino a 25-30%
Vantaggio:
• L’isolatore può essere in gomma naturale, più resistente
Svantaggi:
• Processo di produzione più difficoltoso
• Minore capacità di ricentraggio
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ISOLATORI A SCORRIMENTO CON SUPERFICI PIANE (SD)
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SD
Appoggi acciaio-PTFE con bassi valori delle resistenze per attrito
• Coefficiente di attrito dinamico
in genere 6 ÷ 12% ► si riduce a 1 ÷ 2% mediante lubrificazione
è funzione di:
Pressione di contatto (lineare)
Velocità di scorrimento
Temperatura
Usura
pertanto la sua valutazione è molto incerta e viene trascurato, ossia si
assume attrito nullo, lasciando liberi gli spostamenti orizzontali
• Carico portato: indipendente dallo spostamento
• Non hanno capacità ricentrante ► sono necessari:
dispositivi ausiliari o
isolatori elastomerici
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ISOLATORE A SCORRIMENTO CON SUPERFICI
CURVE (CSS)
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CSS
Incorporano senza ausilio di altri elementi:
• Funzione ricentrante: data dalla superficie curva, che consente di far tornare
in posizione il dispositivo quando cessa l’azione orizzontale esterna
• Funzione dissipativa: superficie non lubrificata, attrito non ridotto
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ISOLATORI A DOPPIO E TRIPLO PENDOLO
Con la stessa azione laterale si può
avere uno spostamento maggiore.
Le superfici potrebbero avere
coefficiente di attrito diverso: in tal
caso il dispositivo comincia a scorrere
sulla superficie che offre minore
resistenza, poi si mette in moto anche
sull’altra
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Deriva da:
Friction Pendulum System (FPS)
• sviluppati in USA, utilizzando elementi
a scorrimento rivestiti da speciale
tessuto
Seismic Isolation Pendulum (SIP)
• sviluppati in Germania con materiali a
scorrimento polietilenici e
• applicazioni anche in Grecia, Turchia,
ecc.,
• in Italia, con materiali a scorrimento
simili e di altro tipo
CSS
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CSS: RIGIDEZZA, PERIODO, SMORZAMENTO
Equazione del pendolo: equilibrio tra F d’inerzia e F di richiamo del peso:
2R
Tg
0m R mg
mg Vk
R R
k g
m R
x R Rigidezza:
0mg
mR
Pulsazione
Periodo
R
Indipendenti
dalla massa
3 tipi di attrito:
• 𝝁𝒔𝒕𝟎 Attrito di primo distacco
• 𝝁𝒅𝒚𝒏 = 𝜇 attrito dinamico
• 𝝁𝒔𝒕𝟏 attrito al cambio di verso del moto
( 𝜇𝑑𝑖𝑛<𝜇𝑠𝑡1<𝜇𝑠𝑡0)
𝝁𝒔𝒕𝟎
𝝁𝒅𝒚𝒏 𝝁𝒔𝒕𝟏
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CSS: LINEARIZZAZIONE
max
1
eff
F V Vk
d R d
VR d
12
1effT
gR d
• L’attrito non deve essere eccessivo, altrimenti il sistema potrebbe non
ricentrarsi ► 20%
• Attrito statico > attrito dinamico ► garantisce una rigidezza nei confronti
dei carichi statici e sismi di piccola entità
2
1d
R
Smorzamento legato a
• attrito dinamico
• raggio R (e quindi al periodo T)
-4
-3
-2
-1
0
1
2
3
4
-6 -4 -2 0 2 4 6
F
d
F0
Fmax
Fmin
KeK
-F0
Modello lineare equivalente:
0F V
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CSS: DIMENSIONAMENTO PRELIMINARE
Si assumono cost:
Raggio R
Attrito
Carico verticale V
d2 = d ?
2
1is
d
R
12
1isT
gR d
Si assegna
d = d1
Si calcola Ke,
Tis , is
Spettro di risposta con is
d2 (Tis)
FINE
SI
NO
Si assume
d = d2
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DISPOSITIVI AUSILIARI A COMP. VISCOSO
trasmettono soltanto azioni orizzontali
hanno rigidezza trascurabile rispetto alle azioni verticali
Forza proporzionale a v, non contribuiscono alla rigidezza del sistema
La forma del ciclo è ellittica per α=1
Il valore massimo della forza viene sempre raggiunto in corrispondenza dello
spostamento nullo
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SISTEMI DI ISOLAMENTO
HDRB SD AUX CSS COMMENTI
A X
B X X
Spostamenti differenziali verticali in
corrispondenza di isolatori diversi:
• adottare dispositivi elastomerici con
elevata rigidezza verticale
• utilizzare gli isolatori in gomma
soltanto come dispositivi ausiliari,
ossia senza affidare loro carichi
verticali
C X X
D X X X
E X
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Interfaccia d’isolamento = superficie di
separazione sulla quale è attivo il sistema
d’isolamento
Sovrastruttura e Sottostruttura si devono mantenere sostanzialmente in
campo elastico. Per questo la struttura può essere progettata con riferimento ai
particolari costruttivi della zona 4 (con deroga sui dettagli costruttivi per strutture in c.a.)
Sistema d’isolamento deve garantire un’affidabilità superiore
Sottostruttura = parte della struttura
sotto il sistema d’isolamento (incluse le
fondazioni);
• ha, in genere, deformabilità orizzontale
trascurabile
• è soggetta agli spostamenti imposti dal
movimento sismico del terreno
Sovrastruttura = parte della struttura
isolata, ossia posta al di sopra
dell’interfaccia d’isolamento
REQUISITI GENERALI
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Deformabilità verticale degli isolatori
• deve essere messa in conto se Kv / Kesi < 800
Kv = rigidezza verticale del sistema di isolamento
Kesi = rigidezza equivalente orizzontale del sistema di isolamento
Sovrastruttura e Sottostruttura:
modellate come sistemi a comportamento
elastico lineare
Sistema di isolamento:
può essere modellato, in relazione alle sue
caratteristiche meccaniche:
• con comportamento visco-elastico lineare o
• con legame costitutivo non lineare
Coerentemente con i requisiti generali:
MODELLAZIONE
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PROGETTO PRELIMINARE
Scelta periodo di isolamento Tis
(da spettro elastico)
Modello
scatola rigida di massa M con molle orizzontali
Sistema 3 DOF (2 traslazioni + 1 rotazione)
Obiettivo (ottimale)
primi 2 modi traslazionali nelle 2 direzioni princ.
• HRDB + SD: disposti in modi che GKesi Gmassa
• CSS: sempre GKesi Gmassa
Kesi Kesi
Kz M
Calcolo rigidezza globale Kesi
• HDRB + SD: scelta numero e distribuzione
HRDB e calcolo rigidezza singoli Ke
• CSS: calcolo raggio curvatura
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.0
0.4
0.8
0 1 2 3 4
SD
e(m
)
Se
(g)
T (s)
ELASTIC SPECTRA
Superstructure - SLV
Spost
is
esi
MT 2
K
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0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.0
0.4
0.8
0 1 2 3 4
SD
e(m
)
Se
(g)
T (s)
ELASTIC SPECTRA
Superstructure - SLV
Spost
PGT PRELIMINARE: SCELTA DI Tis
Sistema isolamento: SLC
Sovrastruttura: SLV con q=1.5
Sottostruttura: SLV con q=1
isT
Si ricava Tis, verificando :
• Disaccoppiamento:
Tis >> Tbf ► Tis < 2.0 s
• Spostamento < limite accettabile
*
eS
Se* = corrisponde
all’azione sismica
che la
sovrastruttura
consolidata è in
grado si sopportare
in campo elastico
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PGT PRELIMINARE: RIGIDEZZA
Nota:
M = massa totale sovrastruttura
is
esi
MT 2
K
Fissato:
Tis = periodo fondamentale
edificio isolato
Kesi = rigidezza orizzontale sistema di isolamento
12
1isT
gR d
esie
KK
n
HDRB: rigidezza
singolo isolatore
CSS:
raggio
dispositivi
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MINIMIZZARE GLI EFFETTI TORSIONALI
Proiezione del centro di massa dell’edificio
sul piano degli isolatori e
Centro di rigidezza dei dispositivi di
isolamento (nel caso di sottostruttura
flessibile, centro di rigidezza del sistema
sottostruttura-isolamento)
debbono essere, per quanto possibile,
coincidenti
Se le sue capacità dissipative e ricentranti
rispetto alle azioni orizzontali sono affidate a
pochi dispositivi, occorre che tali dispositivi
siano, per quanto possibile, disposti
perimetralmente e siano in numero
staticamente ridondante
Ottimizzare il
comportamento
dinamico, ossia
primi due modi di
pura traslazione
Almeno 8 HDRB
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0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.0
0.4
0.8
0 1 2 3 4
SD
e(m
)
Se
(g)
T (s)
ELASTIC SPECTRA
Superstructure - SLV
Spost
EFFETTI SISMA Ex e Ey Dagli spettri, in corrispondenza di Tis, si ricavano:
eS
DeS
Se =
accelerazione su
sovrastruttura
SDe =
spostamento
isolatori
Se Gmasse = Grigidezze possiamo assumere per tutti gli isolatori:
A vantaggio di sicurezza potremmo assumere:
d0Ex,y = 0.1*SDe d0Ey,x = 0.1*SDe
Ex (sisma x) d0Ex,x = SDe d0Ex,y = 0
Ey (sisma y) d0Ey,x = 0 d0Ey,y = SDe
isT
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iF
ECCENTRICITÀ ACCIDENTALE
Rigidezza torsionale
i tot e isF m S T
,Ey i Ey accM F e
, 0.05Ex acc ye L , 0.05Ey acc xe L
2 2 2 2
0 0 0 0z ei i i e i ii iK K x y K x y
,Eyacc x Ey zd M K y
,acc Eye
EyM
,Ex i Ex accM F e
,Eyacc y Ey zd M K x
,Exacc x Ex zd M K y
,Exacc y Ex zd M K x
x
y
Componente spostamento lungo x
Forza d’inerzia
Eccentricità accidentale
Coppia torcente
Componente spostamento lungo y
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COMBINAZIONE SPOSTAMENTI
E x E y
Spettro d0Ex,x d0Ex,y d0Ey,x d0Ey,y
Comb. 1 dEx,x + 0.3*dEy,x = dE1,x
Ex+0.3Ey dEx,y + 0.3*dEy,y = dE1,y
2 2
E1 E1,x E1,yd d d
Spostamento di calcolo d2 = max(dE1,dE2)
Totali dEx,x dEx,y dEy,x dEy,y
Ecc. Acc. dExacc,x dExacc,y dEyacc,x dEyacc,y
Comb. 2 0.3*dEx,x + dEy,x = dE2,x
0.3Ex+Ey 0.3*dEx,y + dEy,y = dE2,y
2 2
E2 E2,x E2,yd d d
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SCELTA/PROGETTO ISOLATORI ELASTOMERICI
Kesi Disposizione
Ke = Kesi / n d2
in base a
• Spostamento spettrale
• Disposizione isolatori
Scelta dell’isolatore
Verifica carico verticale
sismico V
Volume
Costo
NO SI
0.0
1.0
2.0
3.0
4.0
100 200 300 400 500
Ke
(kN
/mm
)
dE (mm)
Gdin = 0.8 MPa
ti = D/100te = dE/2
1000
950
900
850
800
750
700
650
600
550
500
450
400
350
300
ng=25
0
5
10
100 200 300 400 500
V (
MN
)
dE (mm)
Gdin = 0.8 MPa
ti = D/100te = dE/2
1000/10
900/9
900/9
800/8
800/8
750/7.5
700/7
650/6.5
600/6
550/5.5
500/5
450/5
400/4
350/3.5
300/3
ng=25
Scelta tra più soluzioni tecnicamente possibili (n = 8, 12, 16, 20) ► sulla base
di considerazioni economiche
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MOVIMENTI INDESIDERATI E RICENTRAGGIO
Minimizzare le differenze di comportamento degli isolatori
• tensioni di compressione per quanto possibile uniformi
Evitare o limitare azioni di trazione negli isolatori
• Carico verticale V ≥ 0
a tal fine si può agire sugli interassi della maglia strutturale
• Se dall’analisi V<0:
isolatori elastomerici: tensione di trazione < min (2G, 1.0 MPa)
isolatori di altro tipo: prove sperimentali a trazione oppure opportuni
dispositivi in grado di assorbire integralmente la trazione
Ricentraggio dei dispositivi
• Vanno previsti adeguati sistemi di contrasto per eliminare spostamenti
residui incompatibili con la funzionalità dell’edificio e/o con il corretto
comportamento del sistema d’isolamento
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ISPEZIONABILITÀ – RIGIDEZZA
L’alloggiamento dei dispositivi d’isolamento ed il loro collegamento alla
struttura devono essere concepiti in modo da:
• assicurarne l’accesso
• rendere i dispositivi stessi ispezionabili e sostituibili
Strutture del piano di posa degli isolatori e del piano su cui appoggia la
sovrastruttura devono avere un comportamento rigido nel piano suddetto:
• diaframma rigido, sia sopra che sotto il sistema di isolamento
• elementi verticali con spostamento orizzontale in condizioni sismiche <
1/20 dello spostamento relativo del SI
PAOLO CLEMENTE
ISOLAMENTO SISMICO DI EDIFICI ESISTENTI: CRITERI DI PROGETTO E TECNICHE ESECUTIVE
RICOSTRUIRE, MIGLIORARE O ADEGUARE SISMICAMENTE adottando le moderne tecnologie antisismiche
Palazzo dei Capitani del Popolo, Sala della Ragione, Ascoli Piceno, 27 ottobre 2016
PROTEZIONE DAL FUOCO
In alternativa, occorre prevedere dispositivi che, in caso di distruzione
degli isolatori, siano idonei a trasferire il carico verticale alla sottostruttura
San Francisco Emergency
Management Center (M=8.3)
Ove necessario, gli isolatori dovranno essere protetti da possibili effetti
derivanti da attacchi del fuoco, chimici o biologici
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GIUNTI
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IMPIANTI
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COLLAUDO
Il collaudo statico deve essere effettuato in corso d’opera
È di fondamentale importanza il controllo di:
posa in opera dei dispositivi, nel rispetto delle tolleranze e delle modalità di
posa prescritte dal progetto
completa separazione, con i giunti di progetto, tra la sovrastruttura e la
sottostruttura le altre strutture adiacenti con il rigoroso rispetto delle distanze
di separazione (gap) previste in progetto
corretta installazione delle protezioni dei giunti strutturali
elementi di interfaccia flessibili per le tubazioni (gas e acqua)
Il collaudatore può disporre l’esecuzione di speciali prove per la
caratterizzazione dinamica del sistema di isolamento atte a verificare, nei
riguardi di azioni di tipo sismico, che le caratteristiche della costruzione
corrispondano a quelle attese
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PROVE DI RILASCIO
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MONITORAGGIO
Input al bedrock
• almeno una terna accelerometrica in profondità in prossimità dell’edificio
Input in superficie
• almeno una terna accelerometrica in superficie in prossimità dell’edificio
Input in fondazione
• almeno una terna accelerometrica sull’estradosso della fondazione
Risposta della struttura
• almeno 4 accelerometri al primo impalcato e 4 in sommità (se gli impalcati
sono infinitamente rigidi)
• eventuali altri accelerometri ai piani intermedi
Comportamento degli isolatori
• sensori di spostamento relativo nelle due direzioni per un significativo numero
di dispositivi di isolamento
Monitoraggio delle parti non strutturali
• al fine di verificare l'assenza di amplificazioni locali
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APPLICAZIONI A EDIFICI ESISTENTI
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EDIFICIO IN VIA LATINI, FABRIANO
Progetto: G. Mancinelli
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EDIFICIO IN VIA LATINI, FABRIANO (AN)
Progetto: G. Mancinelli
Sottofondazione: Inserimento dei dispositivi tra la fondazione esistente
(rinforzata) e la nuova (al di sotto della vecchia)
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EDIFICIO IN VIA LATINI, FABRIANO (AN)
Progetto:
G. Mancinelli
Sottofondazione: dispositivi tra fondazione esistente (rinforzata) e la nuova
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Progetto G. Mancinelli
EDIFICIO VIA LATINI, FABRIANO
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CENTRO POLIFUNZ. (R. TRAIANO SOCCAVO, NA)
Adeguato sismicamente con 600 HDRB
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Struttura ultimata negli anni 70, prima del terremoto campano-lucano del 1980
(quando l’area non era classificata sismica). Fondazioni su pali
C. P. TRAIANO – ANTE OPERAM
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FEM del Centro Polifunzionale Rione Traiano
si noti la struttura fortemente asimmetrica
C. P. RIONE TRAIANO SOCCAVO (NA)
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CENTRO POLIFUNZ. (R. TRAIANO SOCCAVO, NA)
Taglio dei pilastri : inserimento dei dispositivi lungo i pilastri del
primo livello e inserimento di un piano rigido
Courtesy by ALGA
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C. P. RIONE TRAIANO SOCCAVO (NA) Disconnessione delle pareti portanti
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Impalcato unico su isolatori sismici
26 HDRB (Ke=744 kN/mm) + 55 SD
T = 2.96 s, dE= =300 mm, V = 1000 kN
EDIFICIO VIA TIGLI, PIANOLA (AQ)
Progetto G. Mancinelli
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• Crollo della tamponatura al primo livello
• Danni pesanti alle temponature ai livelli superiori
DANNI BLOCCO 1
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Lievi danni (blocco più regolare degli altri).
DANNI BLOCCO 2
Block 1 Block 2
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Lesioni nelle tamponature come nel blocco 1 ma senza crolli
DANNI BLOCCO 3
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Seismometri Acquisitore
CARATTERIZZAZIONE DINAMICA
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EDIFICIO VIA TIGLI, PIANOLA (AQ)
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EDIFICIO VIA TIGLI, PIANOLA (AQ)
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EDIFICIO VIA TIGLI, PIANOLA (AQ)
Progetto G. Mancinelli
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Destroid by the earthquake of 1906
Recostructed in 1912
Damaged during the earthquake of
Loma Prieta in 1989
Retrofit, 2000 (530 LRB, 62 SD)
CITY HALL DI SAN FRANCISCO
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SCUOLA A VANADZOR (ARMENIA)
Edificio in muratura, 4 piani (55 anni)
Adeguamento con “Medium Damping Rubber Bearing” (MDNB), 2002
(Progetto: M. Melkumyian)
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SCHOOL BUILDING IN VANADZOR, ARMENIA
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Progetto: M. Melkumyian
SCUOLA A VANADZOR (ARMENIA)
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IRAN BASTAN MUSEUM (TEHRAN)
(P. Clemente, A. Santini, M.G. Ashtiany)
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ST. CATHOGHIKEH (YEREVAN, ARMENIA)
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EDIFICI STORICI, MONUMENTI Demolizione e ricostruzione non possono essere considerate
Edifici affollati da turisti ► è richiesto un grado di sicurezza elevato
Interventi tradizionali:
• spesso inappropriati dal punto di vista architetonico,
• possono causare la perdita dl valore storico
Soluzioni con tecniche tradizionali:
• scelta dell’intervento che rispetti la concezione strutturale originaria
e/o i requisiti di non invasività e di reversibilità e verifica del grado di
sicurezza raggiungibile
• miglioramento della struttura rafforzando i suoi elementi costruttivi e,
quindi, il suo comportamento originario
Problemi
• definire il minimo accettabile
• definire concetti enorme diversi da quelli per le nuove costruzioni
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TEMPIO DI DIANA A EFESO
“Grecae magnificentiae vera admiratio extat templum Ephesiae Dianae CXX
annis factum a tota Asia. In solo id palustri fecere, ne terrae motus sentiret
aut hiatus timeret, rursus ne in lubrico atque instabili fondamenta tantae
molis locarentur, calcatis ea substravere carbonibus, dein velleribus lanae”
Gaio Plinio Secondo, Naturalis Historia, Libro XXXVI, §95
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POSEIDONIA (PAESTUM - 273 A.C)
tre templi dorici le cui fondazioni sono separate dalla
roccia di base da uno strato di sabbia
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Asian Art Museum, San
Francisco (HDRBs)
Salt Lake City & County Bldg. (1894)
retrofit in 1989, 447 LRBs & LDRBs,
cost=4.4 MUS$
RETROFIT DI EDIFICI STORICI CON ISOLAMENTO SISMICO
Wellington Parliament, built in 1921
(retrofit with LRBs in 1992-93)
National Western Art Museum
(Le Corbusier), Tokyo
Retrofit with sub-foundation (1999)
1st retrofit of museums with I.S.)
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STRUTTURA ISOL. SISMICO EDIFICI ESISTENTI
Nuovo sistema di isolamento sismico per edifici esistenti
• Piattaforma isolante al di sotto delle fondazioni
• Edificio non modificato anche nei piani interrati
• Tunnel utilizzabili per passaggio pedonale o parcheggio
Applicazioni
• Edifici di interesse storico artistico
• Centri storici: aggregati edilizi complessi
• Impianti chimici e nucleari (edifici con tubazioni e altro)
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SISEB: INSERIMENTO DEI TUBI
Scavo trincea
Inserimento tubi mediante spingitubo o micro-tunnelling (no dig
techniques – diametro tubi ≥ 2 m, per consentire l’ispezione)
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SISEB: TUBI
• Forma particolare
• Composti da:
settori circolari inferiori
settori circolari
elementi removibili che li
connettono
Elementi rossi: sostituiti
dagli isolatori
Elementi grigi:
da rimuovere
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SISEB: ISOLATORI
Rimozione elementi rossi
Connessione tubi adiacenti con elementi in c.a. o acciaio
Posizionamento dei sispositivi di isolamento
Rimozione elementi grigi
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Pareti verticali
Irrigidimento terreno o connessioni rigide tra edificio e sistema
di isolamento
SISEB: PARETI
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Parete
interna
Isolatori
Inseriti previa rimozione degli
elementi di connessione
Settore cilindrico
superiore
Settore cilindrico inferiore
Tubi in c.a. inseriti a con tecnica
spingitubo o microtunnelling (D ≥ 2 m)
Terreno
Gap
STRUTTURA ISOL. SISMICO EDIFICI ESISTENTI Brevetto internaz.: P. Clemente (ENEA), A. De Stefano, G. Barla (POLITO)
Parete
esterna Connessione rigida
tra l’edificio e il
sistema di isolamento
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CASE STUDY: PALAZZO MARGHERITA (PM)
Caratterizzazione dinamica
Miglioramento sismico
convenzionale per sopportare
almeno 0.05g
Isolamento sismico
Attenzione a: Vibrazioni indotte
Cedimenti del suolo
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PALAZZO MARGHERITA: PLANIMETRIA
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PALAZZO MARGHERITA - PIANTA
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PALAZZO MARGHERITA - SEZ. LONGITUDINALE
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PALAZZO MARGHERITA - SEZ. TRASVERSALE
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PREVENZIONE = INFORMAZIONE
EDIFICIO NON
ANTISISMICO
Edifici non adeguati:
• No scuole
• No ospedali
• No edifici strategici
Edifici vecchi (non storici):
• Demolizione e ricostruzione