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Mensile cattolico d'informazione fondato nel 1921 Poste Italiane sped. in abb. post. DL 353/2003 (conv. in Legge 27/2/2004 n° 46) Art. 1, comma 1, S1/BR - Aut. Trib. BR n. 38 del 21.7.1956 - Iscriz. R O C n° 5673 Dir. Resp.: Ferdinando Sallustio - LO SCUDO: C.so G. Garibaldi, 129 - Ostuni - Tel 0831 331448 - [email protected] - Tip.: Nuova GA srl - Ostuni MAGGIO 2013 N° 5 € 2,00 una copia La lunga fase politica cominciata con le dimis- sioni del Governo Monti ha portato a risultati inaspettati: la rielezione del Presidente Napoli- tano ed un Governo di “larghe intese”. Che prospettive potrà aprire questa situazione? Iurlaro: Credo sia accertato, oltre che condiviso da più parti, come fare il bene del Paese voglia dire fornire allo stesso più sviluppo e più lavoro. La dif- ficile situazione sociale ed economica è talmente urgente da lasciare poco spazio a voli pindarici o iniziative personalistiche. Piuttosto, è necessario che la politica non sia sorda al grido di dolore e sof- ferenza proveniente dai cittadini e dalle imprese, a cui non si possono più chiedere sacrifici. Allo stesso tempo, urgono profonde riforme che riavvicinino la politica ai cittadini. In primis, quella della legge elettorale, quindi il ritorno alle preferen- ze. In questo senso, ritengo che un governo di lar- ghe intese sia, appunto, una soluzione necessaria a consentire l’attuazione di quei punti di program- ma condiviso che richiedono un largo consenso e, soprattutto, tempi brevi e rapidi. L’unica alternativa sarebbe stata quella del voto, ma nonostante i son- daggi più che favorevoli per il Pdl, ritengo subordi- nata alla possibilità di provarci. Provarci davvero. Tomaselli: Sia la rielezione di Giorgio Napolitano che la nascita del governo Letta, con una maggio- ranza che vede insieme PD e PDL, sono entrambe due risposte eccezionali ad una situazione del Paese del tutto eccezionale. Da un lato, infatti, la gravità della situazione economico-sociale impone risposte urgenti, solide e non rinviabili! L'Italia, vive la più grave crisi economica e sociale dal dopoguerra ad oggi: questa affermazione ri- schia di essere ormai consunta se non se ne han- no chiari i caratteri di vera e propria devastazione con cui tale crisi si manifesta ormai da tempo con i crescenti livelli di disoccupazione, specie giovanile e femminile, il numero sempre più alto di chi rinun- cia a cercare lavoro, il calo dei consumi che da me- si interessa anche i consumi alimentari, l'aumento del numero di famiglie sotto la soglia di povertà, il progressivo e grave indebolimento del tessuto pro- duttivo ed industriale, il peggioramento delle pre- stazioni sociali e della qualità di funzioni pubbliche essenziali come scuola, sanità, sicurezza. Insom- ma, siamo di fronte ad una crisi di sistema del no- stro Paese che ha assunto caratteri strutturali. D'altro canto, il risultato del voto del febbraio scor- so va letto come una delle risposte dei cittadini ita- liani alla reiterata incapacità dell'attuale sistema politico di "autoriformarsi" (legge elettorale, sobrie- tà e costi della politica, lotta alla corruzione). In questo numero del giornale i nostri amici letto- ri trovano un gradito omaggio alla città da par- te di Lillo Zaccaria, un artista profondamente inna- morato della sua Ostuni, noto per la sua attività di musicista e cantautore, per le sue capacità pittori- che (ha esposto tra l’altro anche a Bruxelles con una personale dal titolo “Ostuni nel cuore” 90 oli su tela inneggianti ad Ostuni antica) e per la passione quarantennale per la radio: Radiostuni in…arte, do- ve tuttora con il suo amico musicista Rosario Bru- no, diffonde la musica e la cultura del popolo della nostra città. Dalla radio sono passati molti talenti di tutte le età: oggi Andrea Zaccaria, suo figlio di soli 10 anni, conduce un apprezzato programma. Ha pubblicato il suo primo album nel 1981, nel 1991 il “Quotidiano” di Brindisi distribuì la musi- cassetta “Nostalgie” in oltre trentacinquemila co- pie gratuite. Con RadiOstuni promosse il “Festival di Ostuni” nel 1996 al Teatro Roma con Bungaro e Tosca. Il concorso fu vinto dal compianto Antonio Legrottaglie e da Pasquale Capriglia. Nel 1997, Lillo realizzò un CD dal titolo “Peresem- pio” con la partecipazione di Tonio Giorgini, Nico Tanzarella ed Emilio Quaranta. “UAGNÙ” il nuovo Cd contiene 3 brani: “ Uagnù”, “Li pecceledde de Stune” e “Dedicato a…”. “Dopo anni di silenzio artistico – spiega Lillo - av- vertivo la necessità di comunicare nuove emozio- ni, orgogliosamente in dialetto, perché sono imme- diate e arrivano direttamente al cuore della gente. I testi sono nati da un’emozione, probabilmente per il mio cuore intenerito con gli anni, anche perché, quando si diventa papà la vita ti trasforma. Alfredo Cisternino ha curato egregiamente le musi- che; Giuseppe Semeraro ha messo a disposizione il suo sapere per la realizzazione del mastering. Le registrazioni sono avvenute presso gli studi di Ra- diostuni. La scintilla è partita quando la cara Presi- de Maria Longo mi invitò a scrivere una canzone da dedicare ai giovani insieme a Giampiera Quar- tulli che ha reso più saporito il testo. Giovani “ Ua- gnù”, contiamo su di voi per cambiare la nostra so- cietà, il nostro desiderio è vedervi realizzati, sfidan- do ingiustizie e imbrogli, con il coraggio e la grin- ta dei vostri anni più belli. Le ragazze di Ostuni (Li pecceledde de Stune), a mio parere sono particolarmente carine, belle ed affascinanti. Noi ostunesi appartenenti alla generazione precedente eravamo “costretti a emigrare” in ricerca dell’anima gemella e a raccoman- darci al Santo patrono “Oronzo”… Oggi i social network (Facebook) , di fatto, hanno reso ancor più arido e difficile il rap- porto sentimentale e le conseguenze sono evidenti… “Dedicato a…” è il risultato del divenire pa- pà. Riaffiorano i ricordi più belli. Un detto ostunese recita: “Na mamma e n’attane mantenene ciente filu ma ciente filu nnà mantenene na mamma e n’nattane”. Di qui la raccomandazione ai giovani affinché tutti abbiamo il massimo rispetto per i genitori . Oggi che sono papà, avverto ancora di più il senso del sacrificio di chi ci ha cresciuti. Ai miei compaesani dico: “Troviamo il tem- po per volerci bene”. (segue a pag. 2) Governo: dagli anni di lotta ai giorni di Letta Intervista doppia ai senatori Iurlaro e Tomaselli Nella scorsa tornata elettorale sono stati eletti senatori Pietro Iurlaro (PDL - nuovo entrato in Parlamento) e Salvatore Tomaselli (PD - giunto alla sua terza legislatura). Sono entrambi originari di Francavilla Fon- tana ma da lungo tempo residenti ad Ostuni con le loro famiglie. Abbiamo rivolto loro tre identiche doman- de che facciamo precedere da una citazione: La libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione (G. Gaber). L’Italia accessibile? Ostuni protagonista in uno spot internazionale, ma... L’ accessibilità architettonica di un luogo, di un paese, di una città rappresenta il biglietto da vi- sita della gente che in quel posto abita: esprime il li- vello di civiltà raggiunto da quelle persone, gli ideali in cui credono, quello in cui sperano e il loro grado di rispetto per gli altri. Un luogo accessibile alle perso- ne disabili è un posto che conquista subito e ti porta a pensare “qui è di casa l’umanità tutta!” Londra! Londra è una città straordinariamente a mi- sura di uomo, donna, bambino e persona disabile. Le strade sono fornite di scivoli non pericolosi, la me- tropolitana è accessibile, i bus si possono usare nor- malmente e le strutture pubbliche o aperte al pubbli- co possono essere visitate con facilità. E i bagni pub- blici? Ci sono anche quelli; sono riuscita a trovarne di accessibili anche nelle chiese e non in posti na- scosti, ma in prossimità dell’ingresso. Quando ti ca- pita questo miracolo al momento del bisogno pensi che Dio ci abbia messo lo zampino e ti faccia l’oc- chiolino! E in Italia? Beh in Italia dipende da dove de- cidi di andare: Venezia è bella e accessibile, Roma è caotica e molto poco accessibile, Padova è accessi- bile, Brescia è accessibile…Ostuni è pericolosa! Ostuni è inaccessibile in quasi tutti i luoghi aperti al pubblico, in tutte le strade piene di buche e di traffi- co selvaggio e caotico, ma possiede una particolari- tà tutta sua. Ci sono degli scivoli in prossimità di al- cuni marciapiedi che sono talmente ripidi (certamen- te non conformi alla pendenza del 15% prevista dalla legge) da meritare l’appellativo di “trappola dell’Am- ministrazione comunale”, perché, se non li affronti a marcia indietro con un esperto accompagnatore, ti puoi catapultare rischiando di far aumentare quel gra- do di invalidità riconosciuto, che per la verità molte persone disabili non possono più aumentare perché hanno ormai raggiunto il livello massimo del 100%. Altri marciapiedi, invece, hanno uno scivolo iniziale per salirci ma non hanno uno scivolo per scendere, quindi se vuoi proseguire devi tornare indietro, questi marciapiedi possiamo chiamarli “scherzetto dell’Am- ministrazione comunale”. Quando e se ne realizzere- te qualcuno come Dio vuole e la legge comanda, fa- tecelo sapere; verremo ad applaudirvi prima che il so- lito automobilista rispettoso del Codice della Strada ne accampi la proprietà con il suo bolide. Ho pensato a tutto questo quando ho visto in tv lo spot per la campagna informativa internazionale sul turismo accessibile intitolata “un paese ospitale”. Nello spot ci sono immagini di varie città turistiche e tra queste c’è anche quella di Ostuni; ma Ostuni è un paese nel quale una persona disabile è facilitata nel- la mobilità? Questo spot è ingannevole, non solo nel- le immagini ma anche nei contenuti perché punta so- lo sul buon cuore della gente tacendo sul mancato ri- spetto delle leggi che prevedono l’eliminazione delle barriere architettoniche e sull’inesistenza di un con- trollo serio che una Amministrazione rispettosa di tut- ti dovrebbe attuare. Sembra di essere tornati indie- tro nel tempo, in periodi di oscurantismo, quando al- la persona disabile si chiedeva di essere buona per poter ottenere la disponibilità e l’aiuto necessario; quando la persona disabile era vista come uno stru- mento attraverso il quale la gente di buon cuore po- teva guadagnare un posto in paradiso. Non scher- ziamo, lasciate la libertà alle persone disabili di esse- re buone o cattive quando ne hanno voglia senza co- stringerle a chiedere aiuto sorridendo per salire i gra- dini. Piuttosto applicate le leggi e fatele rispettare! Il turista disabile deve poter sorridere perché sente di trovarsi in un luogo che lo accoglie, lo considera e lo rispetta, cioè in un luogo in cui i responsabili del po- sto abbiano provveduto ad eliminare le barriere ar- chitettoniche. Evviva gli scivoli ben fatti! Evviva gli ascensori ac- cessibili! GIOVANNA NACCI Nuova stazione nella “Via Crucis” della politica italiana: nella vignetta del nostro Enzo Farina Napo- litano fischia la partenza per Letta, Berlusconi, Alfano, la Bonino e la Cancellieri Con Lo Scudo il nuovo CD di Lillo Zaccaria RICORDO DI GIULIO ANDREOTTI (Pag. 2) OSTUNI: IL BIANCO E L’ULIVO (Pag. 6)

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Mensile cattolico d'informazione fondato nel 1921Poste Italiane sped. in abb. post. DL 353/2003 (conv. in Legge 27/2/2004 n° 46) Art. 1, comma 1, S1/BR - Aut. Trib. BR n. 38 del 21.7.1956 - Iscriz. R O C n° 5673

Dir. Resp.: Ferdinando Sallustio - LO SCUDO: C.so G. Garibaldi, 129 - Ostuni - Tel 0831 331448 - [email protected] - Tip.: Nuova GA srl - Ostuni

MAGGIO2013N° 5

€ 2,00una copia

La lunga fase politica cominciata con le dimis-sioni del Governo Monti ha portato a risultatiinaspettati: la rielezione del Presidente Napoli-tano ed un Governo di “larghe intese”. Cheprospettive potrà aprire questa situazione?Iurlaro: Credo sia accertato, oltre che condiviso dapiù parti, come fare il bene del Paese voglia direfornire allo stesso più sviluppo e più lavoro. La dif-ficile situazione sociale ed economica è talmenteurgente da lasciare poco spazio a voli pindarici oiniziative personalistiche. Piuttosto, è necessarioche la politica non sia sorda al grido di dolore e sof-ferenza proveniente dai cittadini e dalle imprese, acui non si possono più chiedere sacrifici.Allo stesso tempo, urgono profonde riforme cheriavvicinino la politica ai cittadini. In primis, quelladella legge elettorale, quindi il ritorno alle preferen-ze. In questo senso, ritengo che un governo di lar-ghe intese sia, appunto, una soluzione necessariaa consentire l’attuazione di quei punti di program-ma condiviso che richiedono un largo consenso e,soprattutto, tempi brevi e rapidi. L’unica alternativasarebbe stata quella del voto, ma nonostante i son-daggi più che favorevoli per il Pdl, ritengo subordi-nata alla possibilità di provarci. Provarci davvero.Tomaselli: Sia la rielezione di Giorgio Napolitanoche la nascita del governo Letta, con una maggio-

ranza che vede insieme PD e PDL, sono entrambedue risposte eccezionali ad una situazione delPaese del tutto eccezionale. Da un lato, infatti, lagravità della situazione economico-sociale imponerisposte urgenti, solide e non rinviabili!L'Italia, vive la più grave crisi economica e socialedal dopoguerra ad oggi: questa affermazione ri-schia di essere ormai consunta se non se ne han-no chiari i caratteri di vera e propria devastazionecon cui tale crisi si manifesta ormai da tempo con icrescenti livelli di disoccupazione, specie giovanilee femminile, il numero sempre più alto di chi rinun-cia a cercare lavoro, il calo dei consumi che da me-si interessa anche i consumi alimentari, l'aumentodel numero di famiglie sotto la soglia di povertà, ilprogressivo e grave indebolimento del tessuto pro-duttivo ed industriale, il peggioramento delle pre-stazioni sociali e della qualità di funzioni pubblicheessenziali come scuola, sanità, sicurezza. Insom-ma, siamo di fronte ad una crisi di sistema del no-stro Paese che ha assunto caratteri strutturali.D'altro canto, il risultato del voto del febbraio scor-so va letto come una delle risposte dei cittadini ita-liani alla reiterata incapacità dell'attuale sistemapolitico di "autoriformarsi" (legge elettorale, sobrie-tà e costi della politica, lotta alla corruzione).

Inquesto numero del giornale i nostri amici letto-ri trovano un gradito omaggio alla città da par-

te di Lillo Zaccaria, un artista profondamente inna-morato della sua Ostuni, noto per la sua attività dimusicista e cantautore, per le sue capacità pittori-che (ha esposto tra l’altro anche a Bruxelles conuna personale dal titolo “Ostuni nel cuore” 90 oli sutela inneggianti ad Ostuni antica) e per la passionequarantennale per la radio: Radiostuni in…arte, do-ve tuttora con il suo amico musicista Rosario Bru-no, diffonde la musica e la cultura del popolo dellanostra città. Dalla radio sono passati molti talenti ditutte le età: oggi Andrea Zaccaria, suo figlio di soli10 anni, conduce un apprezzato programma.Ha pubblicato il suo primo album nel 1981, nel1991 il “Quotidiano” di Brindisi distribuì la musi-cassetta “Nostalgie” in oltre trentacinquemila co-pie gratuite. Con RadiOstuni promosse il “Festivaldi Ostuni” nel 1996 al Teatro Roma con Bungaro eTosca. Il concorso fu vinto dal compianto AntonioLegrottaglie e da Pasquale Capriglia.Nel 1997, Lillo realizzò un CD dal titolo “Peresem-pio” con la partecipazione di Tonio Giorgini, NicoTanzarella ed Emilio Quaranta.

“UAGNÙ” il nuovo Cd contiene 3 brani: “ Uagnù”,“Li pecceledde de Stune” e “Dedicato a…”. “Dopo anni di silenzio artistico – spiega Lillo - av-vertivo la necessità di comunicare nuove emozio-ni, orgogliosamente in dialetto, perché sono imme-diate e arrivano direttamente al cuore della gente. I testi sono nati da un’emozione, probabilmente peril mio cuore intenerito con gli anni, anche perché,quando si diventa papà la vita ti trasforma. Alfredo Cisternino ha curato egregiamente le musi-che; Giuseppe Semeraro ha messo a disposizioneil suo sapere per la realizzazione del mastering. Leregistrazioni sono avvenute presso gli studi di Ra-diostuni. La scintilla è partita quando la cara Presi-de Maria Longo mi invitò a scrivere una canzoneda dedicare ai giovani insieme a Giampiera Quar-tulli che ha reso più saporito il testo. Giovani “ Ua-gnù”, contiamo su di voi per cambiare la nostra so-cietà, il nostro desiderio è vedervi realizzati, sfidan-do ingiustizie e imbrogli, con il coraggio e la grin-ta dei vostri anni più belli. Le ragazze di Ostuni (Li pecceledde de Stune), amio parere sono particolarmente carine, belle edaffascinanti.

Noi ostunesi appartenenti alla generazioneprecedente eravamo “costretti a emigrare”in ricerca dell’anima gemella e a raccoman-darci al Santo patrono “Oronzo”…Oggi i social network (Facebook) , di fatto,hanno reso ancor più arido e difficile il rap-porto sentimentale e le conseguenze sonoevidenti…“Dedicato a…” è il risultato del divenire pa-pà. Riaffiorano i ricordi più belli. Un dettoostunese recita: “Na mamma e n’attanemantenene ciente filu ma ciente filu nnàmantenene na mamma e n’nattane”. Di quila raccomandazione ai giovani affinché tuttiabbiamo il massimo rispetto per i genitori .Oggi che sono papà, avverto ancora di più ilsenso del sacrificio di chi ci ha cresciuti. Ai miei compaesani dico: “Troviamo il tem-po per volerci bene”.

(segue a pag. 2)

Governo: dagli anni di lotta ai giorni di Letta

Intervista doppia ai senatori Iurlaro e TomaselliNella scorsa tornata elettorale sono stati eletti senatori Pietro Iurlaro (PDL - nuovo entrato in Parlamento)e Salvatore Tomaselli (PD - giunto alla sua terza legislatura). Sono entrambi originari di Francavilla Fon-tana ma da lungo tempo residenti ad Ostuni con le loro famiglie. Abbiamo rivolto loro tre identiche doman-de che facciamo precedere da una citazione: La libertà non è star sopra un albero, non è neancheavere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione (G. Gaber).

L’Italia accessibile? Ostuni protagonista in uno spot internazionale, ma...

L’accessibilità architettonica di un luogo, di unpaese, di una città rappresenta il biglietto da vi-

sita della gente che in quel posto abita: esprime il li-vello di civiltà raggiunto da quelle persone, gli idealiin cui credono, quello in cui sperano e il loro grado dirispetto per gli altri. Un luogo accessibile alle perso-ne disabili è un posto che conquista subito e ti portaa pensare “qui è di casa l’umanità tutta!”Londra! Londra è una città straordinariamente a mi-sura di uomo, donna, bambino e persona disabile.Le strade sono fornite di scivoli non pericolosi, la me-tropolitana è accessibile, i bus si possono usare nor-malmente e le strutture pubbliche o aperte al pubbli-co possono essere visitate con facilità. E i bagni pub-blici? Ci sono anche quelli; sono riuscita a trovarnedi accessibili anche nelle chiese e non in posti na-scosti, ma in prossimità dell’ingresso. Quando ti ca-pita questo miracolo al momento del bisogno pensiche Dio ci abbia messo lo zampino e ti faccia l’oc-chiolino! E in Italia? Beh in Italia dipende da dove de-cidi di andare: Venezia è bella e accessibile, Roma ècaotica e molto poco accessibile, Padova è accessi-bile, Brescia è accessibile…Ostuni è pericolosa!Ostuni è inaccessibile in quasi tutti i luoghi aperti alpubblico, in tutte le strade piene di buche e di traffi-co selvaggio e caotico, ma possiede una particolari-tà tutta sua. Ci sono degli scivoli in prossimità di al-cuni marciapiedi che sono talmente ripidi (certamen-te non conformi alla pendenza del 15% prevista dallalegge) da meritare l’appellativo di “trappola dell’Am-ministrazione comunale”, perché, se non li affronti amarcia indietro con un esperto accompagnatore, tipuoi catapultare rischiando di far aumentare quel gra-do di invalidità riconosciuto, che per la verità moltepersone disabili non possono più aumentare perchéhanno ormai raggiunto il livello massimo del 100%.Altri marciapiedi, invece, hanno uno scivolo inizialeper salirci ma non hanno uno scivolo per scendere,quindi se vuoi proseguire devi tornare indietro, questimarciapiedi possiamo chiamarli “scherzetto dell’Am-ministrazione comunale”. Quando e se ne realizzere-te qualcuno come Dio vuole e la legge comanda, fa-tecelo sapere; verremo ad applaudirvi prima che il so-lito automobilista rispettoso del Codice della Stradane accampi la proprietà con il suo bolide.Ho pensato a tutto questo quando ho visto in tv lospot per la campagna informativa internazionale sulturismo accessibile intitolata “un paese ospitale”.Nello spot ci sono immagini di varie città turistiche etra queste c’è anche quella di Ostuni; ma Ostuni è un

paese nel quale una persona disabile è facilitata nel-la mobilità? Questo spot è ingannevole, non solo nel-le immagini ma anche nei contenuti perché punta so-lo sul buon cuore della gente tacendo sul mancato ri-spetto delle leggi che prevedono l’eliminazione dellebarriere architettoniche e sull’inesistenza di un con-trollo serio che una Amministrazione rispettosa di tut-ti dovrebbe attuare. Sembra di essere tornati indie-tro nel tempo, in periodi di oscurantismo, quando al-la persona disabile si chiedeva di essere buona perpoter ottenere la disponibilità e l’aiuto necessario;quando la persona disabile era vista come uno stru-mento attraverso il quale la gente di buon cuore po-teva guadagnare un posto in paradiso. Non scher-ziamo, lasciate la libertà alle persone disabili di esse-re buone o cattive quando ne hanno voglia senza co-stringerle a chiedere aiuto sorridendo per salire i gra-dini. Piuttosto applicate le leggi e fatele rispettare!Il turista disabile deve poter sorridere perché sente ditrovarsi in un luogo che lo accoglie, lo considera e lorispetta, cioè in un luogo in cui i responsabili del po-sto abbiano provveduto ad eliminare le barriere ar-chitettoniche.Evviva gli scivoli ben fatti! Evviva gli ascensori ac-cessibili!

GIOVANNA NACCI

Nuova stazione nella “Via Crucis” della politica italiana: nella vignetta del nostro Enzo Farina Napo-litano fischia la partenza per Letta, Berlusconi, Alfano, la Bonino e la Cancellieri

Con Lo Scudo il nuovo CD di Lillo Zaccaria

RICORDO DI GIULIO ANDREOTTI(Pag. 2)OSTUNI: IL BIANCO E L’ULIVO(Pag. 6)

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NOTIZIE DALL’OSPEDALENel pomeriggio del 29 aprile, l’assessore regionale alla Sanità, Elena Gentile, assieme ai direttorigenerale e sanitario della ASL BR, P. Ciannamea e G.Di Bella, al Sindaco della Città bianca, D.Tanzarella, ai consiglieri regionali G. Epifani e F. De Biasi, accompagnata dal direttore medico delP.O. Ostuni-Fasano, C. Saracino, ha voluto visitare i vari reparti dell’Ospedale civile di Ostuni e,soprattutto, verificare lo stato dei lavori della nuova ala. Durante lo stesso sopralluogo sono statiesaminati i motivi della mancata riapertura della Pediatria e della Pneumologia, prevista invecedalla delibera regionale n° 3006 del 27.12.2012.Per quanto riguarda la ripresa dei lavori di costruzione della nuova ala, attualmente fermi, è statoribadito che, a seguito di ulteriore stanziamento di 2.500.000 euro da parte della Regione Puglia,la ASL BR ha bandito regolare gara di appalto che prevede l’esecuzione di lavori edili ed impian-tistici atti al completamento della piastra stessa. Numerose ditte hanno presentato domanda dipartecipazione, e, dopo il rituale sopralluogo allo scopo di visionare lo stato del cantiere, dovran-no far pervenire le rispettive offerte entro il 14 maggio. Infine, a seguito di valutazione da parte del-la commissione preposta, saranno aggiudicati i lavori alla ditta dichiarata vincitrice, salvo eventua-li ricorsi. In sintesi, nonostante le lungaggini burocratiche, tipiche di ogni pubblica amministrazio-ne, sembra che il traguardo della ripresa dei lavori sarà, seppur faticosamente, raggiunto nel girodi pochi mesi.La riapertura della Pediatria era prevista per il 02 maggio 2013, ma ciò non è avvenuto per la man-cata disponibilità di un pediatra. Non appena verrà assicurata la presenza del professionista indi-cato, si procederà alla immediata ripresa dell’attività di un reparto essenziale ed indispensabileper tutta la zona nord della nostra provincia.Il trasferimento della Pneumologia da Fasano ad Ostuni, invece, comporta una serie di problemidi natura logistico-strutturali e, con ogni probabilità, potrà essere attuata al completamento dellanuova ala.Presso il servizio di Radiologia dell’Ospedale civile di Ostuni sarà attivata, entro il mese di mag-gio, anche l’apparecchiatura digitale diretta per lo studio delle arcate dentarie (ortopantomografoe telecranio). Questo centro, pertanto, disponendo anche di una nuova TAC di ultima generazio-ne, di una Risonanza Magnetica a basso campo magnetico, di un nuovo mammografo digitale,oltre che di altre apparecchiature di radiologia tradizionale ed ecografia, fornisce prestazioni al-l’avanguardia ed utili alla riduzione delle liste di attesa. Vi è tuttavia carenza di personale medicoe tecnico, che se in numero adeguato, potrebbe fornire un servizio ancor più efficace ed efficien-te.Passando ad altro argomento, infine, ci vediamo costretti, ancora una volta, ad evidenziare che leraccolte di sangue procedono saltuariamente e solo grazie ai volontari della locale sezione del-l’AVIS, mentre le pubbliche istituzioni latitano. Un accorato appello viene, pertanto, nuovamente ri-volto alla direzione della ASL BR, affinché venga riaperto il centro trasfusionale almeno un giornoalla settimana e cioè di venerdì, così come più volte assicurato e mai attuato.

ROSARIO SANTORO

Tocca al Governo Letta affrontare la drammaticità del-la situazione economia e sociale del paese. Tocca alParlamento e alle forze politiche, tutte, rispondere alladomanda di riforme della politica e delle istituzioni: perla politica italiana questa prova, come ha autorevol-mente e, per certi aspetti drammaticamente, sostenutoil Presidente Napolitano, può essere l'ultima!!! Cosa direste a quei cittadini che si sentono semprepiù lontani dalla politica?Iurlaro: A chi vede la politica come una sorta di bolla dicristallo cui è impossibile accedere, rispondo, più che aparole, con fatti concreti. Da sempre, sono un convintosostenitore del contatto diretto, con i cittadini e con glielettori. Questo mi rende cosciente sull’oggettivo climadi sfiducia che, in questo momento storico, colpisce lapolitica e i suoi protagonisti. Allo stesso tempo, però, ri-tengo possa esserci, da parte di chi è stato chiamato alcompito di rappresentare l’elettorato nelle sedi istituzio-nali, una sorta di “patto” con i cittadini. In campagnaelettorale non ho lanciato promesse da palchi o salottitelevisivi. Piuttosto, ho conosciuto e incontrato perso-ne, ho ascoltato le loro esigenze, ho capito e compre-so quali siano le enormi difficoltà sociali ed economicheche attanagliano il singolo individuo, le famiglie, le atti-vità commerciali e le imprese. Proprio in tal senso si in-quadra il primo disegno di legge presentato dal sotto-scritto e dall’amico senatore Massimo Cassano. UnDDL che limiterebbe i poteri di Equitalia, sospendendoi pignoramenti sulle abitazioni dei privati e sugli immo-bili delle attività imprenditoriali. Per ritornare alla do-manda, quindi, credo che i cittadini possano riavvicinar-si alla politica confrontandosi con la stessa, anche con-testandola quando, e i casi non sono purtroppo manca-ti, la politica si è negata al confronto. Ecco, la buona po-litica, deve tornare ad essere libertà di esprimere la pro-pria opinione e sentirsi parte attiva di un progetto. Tomaselli: La lontananza dei cittadini dalla politica évelocemente degenerata in questi ultimi anni verso l'an-tipolitica: un vero e proprio "corto circuito" tra "crisi de-mocratica", legata alla crescente distanza tra cittadini,politica e istituzioni, e "crisi sociale", con il gravissimoarretramento delle condizioni economiche e di vita diuna parte sempre più ampia del Paese. Nel corpo vivodi un Paese stremato da una crisi così grave e "arrab-biato" verso chi è apparso portarlo in questo stato nonrinunciando ad alcuno dei suoi privilegi, la politica é ap-parsa "tutta" colpevole e sempre più lontana ed ostile!Tutto ciò, però, non può e non deve portare a derive po-puliste e demagogiche, pena la stessa tenuta democra-tica dell'Italia intera. Credo che chiunque abbia a cuorel'interesse generale debba comunque "partecipare" allavita pubblica: nei modi e nei luoghi che ognuno ritiene ipiù utili, ma guai a perdere la speranza e a rinunciare!Una rinnovata voglia di partecipazione, quindi, che oggisi manifesta spesso fuori dai partiti o dalla politica tradi-zionale (penso alla "rete").Quali pensate possano essere, nell’anno pre-elet-torale per le Comunali, le proposte del vostro parti-to qui in Ostuni?

Iurlaro: Forti dell’incredibile successo registrato nellascorsa tornata elettorale, che ha visto il centrodestraattestarsi come primo forza politica nella Città Bianca,c’è grande fermento e grande voglia di presentarsi agliostunesi con un programma ricco, innovativo nei con-tenuti e nelle persone. Realmente attento, piuttosto, al-le esigenze di una città pregna di potenzialità, purtrop-po rimasse in gran parte inespresse nel corso degli ul-timi anni. Bisogna partire, ritengo, dalla partecipazionedemocratica, riattivando le consulte di settore e il forumdella società civile. Ma anche liberare l’imprenditoria el’associazionismo da un controllo politico inaccettabilema, purtroppo, diventato ormai prassi. Occorre, poi, tu-telare l’incredibile patrimonio artistico, storico, architet-tonico e naturale di cui Ostuni dispone. Un patrimonioche, allo stato dei fatti, necessità di una profonda riva-lutazione. Urbanistica, servizi sulla costa, piano spiag-ge con, annesso, il rilancio del porto di Villanova. Maanche, e soprattutto, il centro storico, una risorsa datempo trascurata e che deve tornare ad essere il fulcrodi una città leader per turismo ed attrattive. In tal sen-so, occorrerebbe incentivare, con opportune iniziative,la presenza dei commercianti e dei vacanzieri per tuttol’anno, grazie ad un’area più vivibile a ad una più atten-ta cura dell’arredo urbano. Con un occhio di riguardo,ovviamente, al prezioso e caratteristico “bianco”. Inol-tre, non dimentico le difficoltà e i disagi lamentati a piùriprese circa il servizio di gestione e raccolta rifiuti, la-cunoso tanto nel centro abitato quanto nelle aree ex-traurbane, in primis quelle marittime. Mi preme, infine,ricordare la necessità di un intervento sulla rete fogna-ria, da estendere e completare nelle zone della costa.Interventi, questi, renderebbero Ostuni una città più ap-petibile per i turisti e più vivibile per i cittadini. Tomaselli: Sono convinto che il centrosinistra ad Ostu-ni abbia garantito negli ultimi anni una lunga fase distabilità, di qualità nell'amministrare la città e livelli diservizi qualificati e accessibili nonostante le politiche diforte riduzione dei trasferimenti agli enti locali. Credoche sia necessario ripartire da quanto di buono fatto fi-nora per poter coltivare l'ambizione di fare ancora me-glio, in un rinnovato patto politico tra le forze dell'attua-le centrosinistra, a cominciare da PD e socialisti, per al-largarne i confini ad altre forze e movimenti, da UDC aSEL. Si tratterà, poi, di rinnovare un patto di fiducia conla cittadinanza immaginando una sorta di "Ostuni2020". Tutela e valorizzazione del patrimonio più im-portante della città che é rappresentato dal suo territo-rio, promozione turistica (in un mix tra infrastrutture, in-vestimenti, eventi, qualità dell'accoglienza...), piccole emedie imprese, efficienza e qualità dei servizi pubblici,solo alcuni dei titoli su cui costruire un programma perOstuni. Con un corollario, a mio parere, fondamentale:da ostunese "importato", come spesso mi viene ricor-dato, voglio sperare, sommessamente, che gli ostune-si amino un po' di più la loro straordinaria città e ne cu-rino, ognuno per quel che può, la sua immagine, laqualità del vivere quotidiano, i suoi vicoli, le sue spiag-ge o le sue campagne. Anche qui partecipando di più,nei modi che ognuno vorrà, alla vita pubblica e demo-cratica cittadina.

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Ilcinquantenario dell’avvio del Concilio Vati-cano II (1963-1965) non poteva non interro-

gare la Chiesa tutta – e quella italiana, nonchèogni chiesa locale – sul senso di un avveni-mento che rischia di appartenere alla memoriastorica e non più alla “memoria vivente” dellacomunità cristiana. È dunque tempo, se non dibilanci, almeno di una prima puntualizzazionedi ciò che il Concilio ha rappresentato per il no-stro tempo. E, come tutti i bilanci, quello delVaticano II può essere steso sotto due diversiprofili: quello delle attuazioni e quello delle ina-dempienze o, se si vuole - un poco più ottimi-sticamente, dato che mezzo secolo è un tem-po breve per la verifica, di un Concilio così vasto e, percerti aspettti, rivoluzionario – quello dei ritardi.Sotto il profilo della attuazioni, e dunque del contributoofferto ad un profondo rinnovamento della Chiesa, so-no sotto gli occhi di tutti i significativi passi avanti com-piuti per quanto riguarda il rinnovamento della liturgia,il ritrovato amore per la Scrittura, il forte slancio dato al-la teologia, gli apporti che dal Concilio sono venuti perun modello di vita religiosa più consono con il nostrotempo, e così via. In questi cinquant’anni la Chiesa ècambiata, e complessivamente è cambiata in meglio:nessun rilievo critico, per quanto fondato, su ciò chedella lezione del Vaticano II ancora non è passato puòfar dimenticare i molti ed importanti passi in avanticompiuti.Vi sono tuttavia anche i ritardi e su di essi non è fuoriluogo richiamare l’attenzione, non per una sterile vo-lontà polemica ma perché occorre prestare molta at-tenzione a non dilapidare quel prezioso patrimonio disperanze - e quell’importante “deposito” di idee innova-trici - che il Vaticano II ha rappresentato per l’interaChiesa. Tre, a giudizio di molti osservatori, sembrano

essere i punti critici di un bilanciocomplessivo del post-concilio in Italia.Da un primo punto di vista, è solo agliinizi quel processo di profondo rinno-vomento della Chiesa che il Concilioha avviato e che dovrebbe esprimersinella realtà di una Chiesa più povera,maggiormente distaccata dal potere,più vicina agli uomini e alle donne nelnostro tempo. Parte delle antichestrutture, e soprattutto dell’anticamentalità persiste e si impone dun-que un più rapido passaggio dagli au-spici alle realizzazioni.

Un secondo ambito di questo processo di cambiamen-to è la piena attuazione della riscoperta categoria di po-polo di Dio, con il superamento non della distinzionema della separazione di fatto per molti secoli intervenu-ta fra clero e laici: la “promozione” del laicato è solo inparte avvenuta e la attiva partecipazione dei laici allamissione evangelizzatrice della Chiesa e alla trasfor-mazione del mondo resta, per molti aspetti, una metanon ancora raggiunta.Un terzo problema irrisolto è quello della donna nelaChiesa, dalla piena valorizzazione del “genio femmini-le” tanto esaltato da Giovanni Paolo II nella scia delConcilio, in vista di un nuovo protagonismo delle don-ne che non è una semplice variante della “parità”, mala necessaria conseguenza della consapevolezza chela Chiesa intera ha bisogno di respirare “a due polmo-ni”, quello maschile e quello femminile.Molti problemi sono dunque sul tappeto, e dovrannoessere risolti: gli avvii del nuovo, e per molti aspetti in-novatore, pontificato di Papa Francesco fanno bensperare per il futuro: il Concilio non è soltanto dietro dinoi ma davanti a noi.

Parlare di Giulio Andreotti,uomo di Stato e cavallo di

razza della nostra avventurosapolitica e proprio per le tanteaporie della politica, non è co-sa di poco conto restando pur-troppo noi italiani da sempreGuelfi e Ghibellini se non ci sivuol fermare alla pur doverosaindicazione del suo straordina-rio curriculum di uomo politico,di statista. "Fu vera gloria?”.Non ai posteri l’ardua sentenzama a noi, uomini del suo tem-po, tenuti ad esprimere un giu-dizio se possibile senza le lenti deformanti dellacolorazione politica.Giovanissimo alla Costituente per la DC, sotto-segretario con De Gasperi, più volte ministro agliAffari esteri, alle Finanze, al Tesoro, alla Difesa,al Bilancio, per sette volte presidente del Consi-glio dei ministri ,infine senatore a vita, ha legatola sua il suo ruolo di cavallo di razza della politi-ca a tanta parte della nostra storia lasciandotraccia che non potrà essere cancellata.Tanti gli accadimenti che hanno segnato la pa-rabola politica della D.C. e la sua e tra questi ri-cordiamo la tragica vicenda di Aldo Moro con ilviolento attacco allo Stato delle BR, la sua purnecessaria e sofferta fermezza nel non volergiungere a patti per la stessa dignità dello Statodemocratico pur nella ridda delle diverse o con-trastanti opinioni.La vita di un uomo, di un politico ai suo livello ècome un diamante dalle tante sfaccettature e fraqueste anche quella dei suo travagliato percorsogiudiziario nel contrapporsi di contrastanti sen-tenze e delle verità processuali spesso ben di-stanti dalle verità storiche, influendo sui giudizi ilpensiero di uomini e la passionalità politica. Nonsiamo certo all'evangelico "nolite iudicare" mavorrei ricordare le parole di un grande uomo di fe-rie e di scienza, Blaise Pascal, che affidava a Dioil giudizio dicendo: "Ad tuum tribunal appello"...penso che anche Giullo Andreotti, uomo di fedelo abbia fatto.Mi ha molto colpito il commento di un magistra-to ben noto, che ha voluto precisare - a che pro-posito? - come Andreotti sia stato responsabiledi rapporti con "Cosa nostra” fino al 1980, salva-to dalla prescrizione e ... dalla Cassazione, nonvoglio invocare il "parce sepulto” perché sareb-be offendere la memoria di Andreotti ma eviden-

ziare fino a che punto può portare la passionali-tà politica.Andreotti è stato ed è oggetto di aspri attacchied altrettanto forti difese, di adesioni alla sua li-nea e di contrapposizioni ma sovente è ciò cheaccade e sempre accadrà nell’arena della politi-ca e mi piace ricordare il suo misurato replicare,la signorilità verbale, il sottile umorismo, il suomettersi sempre in un posizione giusta ed equi-librata, le sue acute diagnosi nelle sue tantepubblicazini sulla vita politica italiana.L'umana vicenda di Giulio Andreotti è parte am-pia della nostra storia recente e meno recente,la storia della nostra Italia a partire dai Padri co-stituenti alla fìne della prima Repubblica, alla fi-ne della DC, di De Gasperi, Fanfani, Moro, conil venir meno dei suoi dei suoi ideali, di tutto unmondo sotto la spinta del nuovo che urgeva,della seconda Repubblica che nasceva e cheora sta finendo per aprire la via alla terza cheverrà tra tanti interrogativi e tanti dubbi. E' la storia che non si ferma, che va avanti, madobbiamo guardare anche al passato perchénon si può far propria la storia che piace e re-spingere quella che non piace; la storia è un fat-to unitario di accadimenti che tutti ci riguardano,la storia nel bene e nel male, ed Andreotti è par-te essenziale di questa storia.Se ne va Andreotti come ha voluto in silenzio, sen-za trombe e discorsi, in Chiesa, tra parenti ed ami-ci veri, lontano dalle luci di facciata, da cristianoquale sempre stato andando oltre la porta cheapre al Mistero di Dio, per lui che ha creduto nelleparole di Gesù “lo sono la resurrezione e ia vita".Mi piacerebbe quindi che non vi fossero troppiclamori ma piuttosto rispettoso silenzio ed unapreghiera da parte di chi crede.

RENATO SGURA

Il Concilio Vaticano II fra memoria e profezia*di Giorgio Campanini

* Il presente contributo rappresenta una sintesi della relazione tenuta dal Prof. Campanini (Docente di Storia delle dot-trine politiche nell’Università di Parma e di dottrina sociale della Chiesa nella facoltà teologica di Lugano) in occasionedel terzo incontro dei “Laboratori di cittadinanza attiva”, avente ad oggetto il tema “Il Concilio Vaticano II tra storia e pro-fezia”.

Ricordo di Giulio AndreottiE’ scomparso il 6 maggio a 94 anni il senatore Giulio Andreotti, indiscusso e controverso protagoni-sta della politica e della storia italiana. Ebbi l’opportunità di intervistarlo nel 1985 e mi colpirono lasua disponibilità ed il suo fulminante senso dell’ironia. “Il potere logora... chi non ce l’ha”, “A pensa-re male si fa peccato ma si indovina”, le sue battute più famose; purtroppo una frase molto infelicela pronunciò su Giorgio Ambrosoli, il liquidatore della Banca di Sindona assassinato nel 1979 (“Sel’andava cercando”). Anche in Puglia e in Ostuni la sua corrente “andreottiana” fu protagonista; af-fidiamo il suo ricordo di uomo di Stato al nostro concittadino generale Renato Sgura, anch’egli permolti anni e con onore al servizio dello Stato.

F.S.

Andreotti con Aldo Moro, tragicamentescomparso il 9 maggio 1978

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Sguardi sul percorso dei miei 90 anni (VII)di Sandro Massari

Convegno di studio sul centro storico di Ostuni (Palazzo di Città: 25/26/27 aprile 1975)L’Alberti nella sua “Descrittione di tutta l’Italia” -Venetia 1581 - così scrive della Ostuni della se-conda metà del ‘500: “Partendo da Brindisi e cam-minando fra terra 24 miglia di paese, si vede tuttopien di selve e di cespugli e poi la città di Ostunoben piena di popolo... Nel territorio di essa veg-gonsi gran selve di olivi e di mandorle, e belle vi-gne e ombrose selve per la caccia ad animali sel-vatici”.Il Pacichelli, all’inizio del ‘700, del nostro centrostorico ci dà la rappresentazione grafica che qui ri-portiamo. La sua immagine paesistica, rivestita dibianchi cubi sovrapposti, con le emergenze piùscure delle chiese e dei conventi, costituisce un“unicum” di straordinario fascino; un’immaginepaesistica che, a prima vista, non è molto diversada quella che oggi offre il nostro centro storico alvisitatore che lo guarda da valle. Questo a testimo-niare che la struttura della Ostuni medioevale è ri-masta sostanzialmente integra fino ai nostri giorni,perché la città, sin dal ‘600, si è estesa sulle colli-ne retrostanti, lasciando defilato il colle della vec-chia Ostuni (“La Terra”, il paese), delimitata dallacinta muraria fortificata dalla parte che guarda ilmare. Ha potuto conservare il suo tessuto urbanoantico (case a schiera a uno o due vani) sviluppa-tosi intorno al castello normanno dal XII sec., conle rilevanti sostituzioni (case a corte e a blocco)che si verificarono nel corso dei secoli XV e XVI,dopo che il castello normanno fu demolito e fu ele-vata la Cattedrale, pregevole e originale monu-mento dell’arte romanico-gotica pugliese.Alla conservazione della “Città bianca” ha concor-so il fatto che, fino agli anni ’50 del secolo scorso,il nostro Centro Storico è stato un rione, come scri-veva l’Alberti, pieno di popolo, che, nonostante lesue misere condizioni di vita, ha provveduto allasua manutenzione con ammirevole cura, essendosempre stato molto radicato nei residenti l’attacca-mento alla qualità della vita comunitaria e civile.

L’abbandono degli anni ’50-’60 del secolo scor-so e, nel ’75, un Convegno di studio per pren-dere coscienza delle ragioni di quell’esodoepocale e per elaborare, insieme ai residenti, lesoluzioni per la sua rivitalizzazione.Se si fosse tenuto un convegno sul centro storicodi Ostuni nella prima metà degli anni ’50 sarebbe-ro stati privilegiati gli aspetti estetici e turistici diquell’”Unicum” che ha sempre esercitato un gran-de fascino per i forestieri e che costituisce la ragio-ne dominante dello sviluppo turistico ed economi-co della nostra città. Ma, dopo l’esodo epocale e ilconseguente degrado materiale e soprattuttoumano degli anni che seguirono la prima metà de-gli anni ‘50, fu l’aspetto sociale ad essere privile-giato nel Convegno di studio promosso nel 1975. L’iniziativa del convegno, presa da me, quale as-sessore comunale all’urbanistica, e dall’amico Ste-fano Cavallo, quale assessore provinciale alla pro-grammazione del territorio, fu fatta propria dal-l’Amministrazione comunale di Ostuni e sponsoriz-zata dall’Amministrazione provinciale. L’ iniziativafu vissuta in sintonia con la proclamazione, per il1975, dell’ “Anno europeo del Patrimonio architet-tonico” e con la dichiarazione di Amsterdam, chesanciva la continuità sociale dei siti storici e il prio-ritario impegno della loro salvaguardia nella piani-ficazione urbanistica. E, a tale riguardo, c’è daconsiderare che il nostro Piano regolatore genera-le in quei giorni era stato definitivamente approva-to dalla Regione Puglia, sia pure con alcune preci-sazioni, e che occorreva passare alla elaborazio-ne dei piani di attuazione, fra i quali quello del cen-tro storico. La strategia operativa della preparazione del Con-vegno fu affidata all’ing. Marcello Fabbri di Roma,che aveva dato ottima prova nella elaborazionedegli studi programmatici territoriali della Pugliacentro-meridionale e particolarmente della nostraprovincia. Di tale strategia operativa, mirante a da-re nuova vitalità al nostro Centro storico dopo glianni dell’abbandono, due furono le linee orientati-ve concordate con l’ing. Fabbri: 1) far precedere ilConvegno di studio da un’indagine sociologica fat-ta con il coinvolgimento dei residenti del rione Ter-ra; 2) inserire questo studio sul Centro storico diOstuni nell’area culturale della Puglia centrale,che l’ing. Fabbri aveva già approfondito. L’indagine sociologica fu affidata al prof. Luigi Za,docente di Sociologia presso l’Università degliStudi di Lecce, che aveva già condotto un analogostudio per il Centro storico di Lecce con la collabo-razione di un’equipe di esperti. Per l’inserimentodel nostro studio in una più vasta area culturale il

compito fu affidato all’arch. Mario Carobbi, cheaveva condotto uno studio particolareggiato sulCentro storico di Taranto, che una Commissioneinternazionale europea aveva giudicato il miglioretra quelli esaminati. Per la mobilitazione degli abi-tanti del rione e il loro coinvolgimento sulle finalitàdel convegno provvide l’ing. Fabbri, che fece veni-re in Ostuni un esperto volontario dell’Arci (Asso-ciazione ricreativa e culturale italiana), che in pocotempo riuscì a mobilitare i residenti e ad avviare lacostituzione del Comitato di quartiere.Al Convegno i partecipanti furono 184. Protagoni-sti, oltre ai relatori, gli abitanti del rione Terra, per iquali intervenne nel dibattito, esprimendosi effica-cemente in lingua dialettale, il sig. Pietro Laghez-za, presidente del Comitato del quartiere “Terra”;intervennero i rappresentanti delle Amministrazio-ni comunale e provinciale; rappresentanti di asso-ciazioni culturali nazionali (prof. Bruno Gabrielli,segretario nazionale Associazione Centri Storici;arch. Fabrizio Giovenale, vice presidente naziona-le dell’associazione Italia Nostra); intellettuali, do-centi universitari, esperti e tanti giovani di Ostuni edi città anche lontane innamorati di Ostuni . L’ing. Fabbri, nell’introdurre con una sua relazionei lavori del Convegno, precisò il metodo di lavoro ela logica che impegnava tutti i partecipanti: “No al-la logica di un mercato governato dalla legge delmassimo sfruttamento di ogni risorsa. Le forzeproduttive, compresi gli intellettuali, i tecnici, gli uo-mini di cultura qui presenti, devono comprendereche, occupandosi del rione Terra, del centro stori-co di Ostuni, non si dedicano ad una disinteressa-ta attività estetico-culturale, buona per i giorni fe-stivi, ma sono direttamente coinvolti nella globalitàdi un processo da cui tutti i giorni rimangono con-dizionati. Prima del Centro storico, di loro qui siparla”.

I dati eloquenti della ricerca sociologica delprof. ZaNella prima giornata del Convegno alla relazioneintroduttiva dell’ing. Fabbri seguì la relazione delprof. Za, che presentò i dati della sua ricerca so-ciologica, per la quale si era avvalso della collabo-razione di Mario Pavone, Aldo Erriquez, FrancoMelpignano, dott.ssa Madia Proto e, per la elabo-razione dei dati, del prof. Italo Rolli, Mario Zacca-ria e dell’Istituto Tecnico Commerciale di Franca-villa Fontana. Ecco i dati eloquenti relativi allo spopolamento delrione Terra: “La parte del rione Terra esaminataaveva al censimento del 1971 una popolazionesuperiore ai 2200 abitanti. Da informazioni raccol-te circa 1000 in meno del 1961. Alla data della ri-levazione (1974) gli abitanti erano 1897, cioè altri300 abitanti andati via in meno di 4 anni, riducen-do l’incidenza della popolazione ad appena il 6%rispetto alla popolazione complessiva di Ostuni,mentre al 1961 ne rappresentava oltre il 10%. Vie-ne spontaneo qui ricordare come questo rione erauna volta una delle zone più vive, più densamentepopolate della città”.Non meno rilevanti i dati relativi al conseguenteimpoverimento umano e al degrado del rione Ter-

ra: “L’emigrazione ha comportato un progressivoinvecchiamento e conseguente depauperamentodel tessuto sociale del rione Terra. Mentre la clas-se di età oltre il 60° anno nel rione rappresenta il22% della popolazione, ad Ostuni è il 15,5%, con-tro il 13,4 della Provincia di Brindisi. Ad emigrareerano stati i capi-famiglia giovani, per lo più brac-cianti agricoli, che avevano trovato nuovo lavoro aBrindisi nel Petrolchimico o in industrie del Nordd’Italia. Questi avevano potuto godere di abitazio-ni più confortevoli (case popolari o abitazioni civili)nella nuova espansione urbana di Ostuni. I datidell’indagine registravano che nel rione Terra 149famiglie vivevano in un solo vano e 248 in due va-ni, per lo più privi di servizi igienici. “I dati riportati– concludeva il prof. Za - mi sembrano sufficientia dare un’idea della situazione preoccupante in cuiversa il rione Terra. Molte strade si stanno spopo-lando e sono solo luoghi pericolosi di giochi perbambini. Le abitazioni sfitte sono tante e moltegiacciono in stato di abbandono… Alcune abitazio-ni sono state acquistate da turisti (si calcola oltre100)… ma il turismo al di fuori di ogni controllo eseria programmazione territoriale, invece che por-

tare vitalità economica, si risolve in un fatto di ra-pina del territorio. Incoraggiare l’uso turistico indi-scriminato del Centro Storico di Ostuni, non solosignifica farne un ghetto per ricchi snaturandolo,ma anche precludere ogni possibilità di reale utiliz-zo”.La soluzione per dare nuova vitalità al nostro Cen-tro Storico, come sempre capita quando ci sonoprofondi cambiamenti strutturali nella società ( neabbiamo una riprova con la crisi che stiamo viven-do!), si presentava complessa e di non facile solu-zione. “La Terra – faceva rilevare il prof. Za – è na-ta e si è sviluppata in relazione al regime fondiariobasato sulla piccola proprietà e il bracciantato. Og-gi quel mondo contadino non esiste più o sta mo-rendo, quindi muore la “Terra”.A superare le difficoltà e dare nuova vitalità al rio-ne Terra, c’era però la ferma volontà degli abitantia rimanere nel rione per assicurare la continuitàcol passato, nel quale vedevano la loro identitàculturale, espressa in maniera chiarissima al prof.Za da un giovane operaio: “se ce ne andiamo,queste case bianche che vi piacciono tanto, chi leimbiancherà?”.“Gli abitanti della Terra –concludeva il professore -si battono non solo per la salvezza del borgo anti-co, per il miglioramento delle loro condizioni di vi-ta, ma anche e soprattutto per una gestione piùdemocratica del territorio”.La relazione sociologica del prof. Za fu resa piùpartecipata dalla proiezione di un audiovisivo ( unanovità per quegli anni ), che riportava varie intervi-ste con gli abitanti del rione, audiovisivo realizzatoe offerto da volontari dell’Arci. A questa relazione,nella prima giornata del Convegno, seguì la rela-zione dell’arch. Mario Carobbi: “Esperienze, meto-di ed obbiettivi di intervento nei Centri Storici diPuglia”. La mattinata della seconda giornata fu de-dicata agli interventi e il pomeriggio ad una visitaguidata nel rione Terra. Nella mattinata della terzagiornata ancora interventi e saluti delle autorità(per primo l’atteso intervento dell’avv. VincenzoPalma, Assessore regionale). Seguirono la rela-zione dell’avv. Stefano Cavallo “Gli strumenti giuri-dico-amministrativi di intervento nei Centri Storici”e la relazione dell’arch. Alfredo Castiglioni “Proble-mi del finanziamento per l’intervento nei CentriStorici”. Infine gli interventi conclusivi, quello mio edel sindaco Vittorio Ciraci, le repliche dei relatori ela lettura del Documento conclusivo del Conve-gno, che indicava le linee fondamentali di una po-litica da mettere in atto su scala regionale.

Ostuni ritratta in prospettiva nell’opera del Pacichelli (1701)

Palazzo di Città, 25 aprile 1975: il prof. Sandro Massari introduce i lavori del Convegno

N. B.A riandare a rievocare l’evento del Convegno sul Centro Storico di Ostuni, dopo circa mezzo seco-lo, ho provato un senso di nostalgia. Illusione di un vecchio novantenne prigioniero del suo pas-sato? No. E’ l’inquietante presente del nostro Paese che mi induce a guardare con nostalgia quel-l’evento da me e da tutti vissuto con tanta dedizione e passione per le sorti del rione Terra e diOstuni. Una passione politica – per la polis, la città – che oggi non c’è più. Cancellata dal tifo per illeader, dall’antipolitica dei tanti che protestano senza proporre soluzioni ragionevoli e impegnarsia tradurle politicamente;, dall’apolitica dei tanti che non partecipano al voto, che è regola essenzia-le nella vita delle istituzioni democratiche.Per la svolta radicale, di cui tutti parlano,in una società plurale e in un mondo che si è fatto sem-pre più globale, occorre che tutti, di fede cattolica o laica,ovunque schierati politicamente, ci sen-tiamo impegnati a partecipare, iniziando dall’impegno quotidiano per la ricostruzione della nostracomunità locale, la polis. Per maturare in questa esperienza oggi non basterebbe più un Convegno-Occorre affrontare in nuovi spazi la fatica quotidiana del pensare e agire per la polis, fatica alla qua-le nessuno si può sottrarre. E’ per questa ragione che gli sguardi di questo mio ricordare, chel’amico Ferdinando Sallustio mi ha richiesto, sono inseriti in questa mia Lazzatiana rubrica.

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L’UCIIM, l’associazione professionale di docenticattolici della sezione di Ostuni ha organizzato

un incontro di formazione sul tema “Ambienti e stra-tegie di comunicazione online: Blog web-forum so-cial network” tenuto da Maria Beatrice Ligorio, pro-fessore associato presso l’Università di Bari, doveinsegna Psicologia dell’Educazione e dell’Orienta-mento, Psicologia dell’Orientamento Sociale, Psi-cologia dell’Educazione e dell’E-learning.Già nell’ultimo congresso nazionale dell’UCIIM, sultema è stato Oltre la crisi: la scuola in dialogo,erano stati individuati alcuni ambiti nevralgici in cuila scuola deve promuovere o cambiare prospettivanella comunicazione. In particolare l’ultima frontieracon cui docenti sono chiamati a confrontarsi per mi-gliorare il dialogo educativo con i propri alunni èquella dei cosiddetti “non luoghi”.I luoghi, cui i docenti finora si riferivano quandopensavano alla socializzazione o all’educazione,erano quelli fisici, rappresentati dalle istituzioni dibase: famiglia, scuola, parrocchia, centri sportiviecc,; per le nuove generazioni, invece, i luoghi pri-vilegiati di socializzazione e di formazione sonoquelli virtuali: i “non luoghi”.La prof. Ligorio ha sostenuto che la scuola oggi hail dovere di guardare ai nuovi luoghi della comuni-cazione come a una risorsa educativa e l’educatoredeve sfruttare e capitalizzare le specificità di ognistrumento e tecnologia per rendere i “nativi digitali”capaci di “destrezza” in “saggi digitali”, offrendo lo-ro un modello positivo - ed educativo - delle tecno-

logie per sviluppare nuove competenze.La professoressa Ligorio ha articolato la sua rela-zione incentrandola su tre domande cui dare rispo-ste: Perché usare le tecnologie a scuola? A qualicondizioni? Quali sono i vantaggi?E’ stato evidenziato come le tecnologie costituisca-no valido supporto all’apprendimento, poiché com-portano un ruolo attivo degli studenti, in attivitàconcrete situate entro contesti che prevedono com-piti autentici e la collaborazione si situa dentro unaclasse scolastica.La docente ha quindi indicato vari strumenti tecno-logici che l’insegnante può utilizzare nella sua azio-ne didattica, soffermandosi in particolare sui cosid-detti “blog didattici” che costituiscono dei veri siste-mi di relazioni e permettono agli alunni di sentirsiparte di un gruppo senza perdere la propria identi-tà, consentendo loro la condivisione delle idee ededucandoli all’esercizio della funzione politico-de-mocratica.Trattasi di mezzi che la scuola ha a disposizione af-finché gli alunni, nativi digitali, vivano la modernacittadinanza di rete in modo attivo, consapevole ecritico.“Ascolta, clicca e guarda” è una nuova formula perinsegnare e comunicare meglio con i giovani chespesso vivono il loro mondo digitale come qualcosadi separato dalla scuola anche perché molti inse-gnanti ancora faticano ad aprirsi alle nuove tecnolo-gie.

Educare con i non luoghi:blog web-forum social network

di Teresa Lococciolo

Nonostante due faticosi pernottamenti in pullmaned una accoglienza alberghiera non proprio

esaltante, trattandosi di una località, Sanremo, chesi fregia di essere una delle perle del turismo italia-no, i ragazzi del nostro Liceo ce l’hanno fatta.Si: ci sono proprio riusciti a portare a casa quel“Delfino d’argento”, lo “School Creative Award”messo in palio alla XV edizione del “GEF” di San-remo, il Festival mondiale (avete inteso bene?!:MONDIALE!!!) di creatività scolastica, riuscendoad avere la meglio tra una miriade di scuole parte-cipanti; un riconoscimento che non meraviglia af-fatto molti di noi genitori che credono nella validitàformativa di tali esperienze ma, stando a quel che sivede, trova abbastanza freddo il mondo che circon-da questa realtà; quasi a voler puntualizzare checiò che conta è solo “altro” rispetto ad un premio disiffatta caratura.Il lavoro “ANIME IN RASSEGNA”, che ha coronatol’esperienza dello scorso anno scolastico dei parte-cipanti al progetto teatrale “Officina del sole”, èfrutto instancabile della pazienza di uno sparutogruppo di docenti che hanno a cuore la reale socia-lizzazione formativa di alunni provenienti da svaria-te classi del locale Liceo “CALAMO”.Alex FIORELLA con le sorelle Isabella ed Anto-nella AYROLDI e Mariella CUPERTINO anchequesta volta, con grande tenacia e passione, cihanno offerto una spettacolo magistrale: dalla scel-ta dei testi, all’assegnazione delle parti, all’incisivitàdei dialoghi, all’interpretazione teatrale e musicalevocale e strumentale, alla sceneggiatura, ai costu-mi e agli effetti di scena.La scelta dei contenuti di tale rappresentazione è

frutto della sapiente sintesi operata dai docenti nel-la rielaborazione di due corposi lavori di MarcTWAIN e di Stefano BENNI, rispettivamente“VIAGGIO IN PARADISO” e “ASTAROTH”.Non intendo, comunque, soffermarmi sui contenutidella manifestazione per non correre il rischio di es-sere molto riduttivo rispetto alla stessa pièce vinci-trice il prestigioso trofeo: di ciò hanno già scritto al-tri quotidiani nei giorni scorsi e, comunque, essa habisogno di essere assaporata attraverso una visio-ne attenta e carica di concentrazione, così come èstata proposta la scorsa estate nello stupendo sitodi Santa Maria D’Agnano, per apprezzarne tutto ilsuo effettivo valore.Ci terrei invece a sottolineare la professionalità e lecompetenze educative dei quattro docenti che han-no preso a cuore questa “patata bollente” del tea-tro scolastico; quattro docenti che, secondo il mioparere, hanno compreso nella quotidianità quantosia importante nella scuola d’oggi, al di là della va-lorizzazione dello studio delle singole discipline,puntare anche sulle capacità espressive di ragazziche, molto spesso, non vengono messe in eviden-za nel chiuso di una classe; perché non è detto chetutti noi docenti riusciamo a comprendere le esigen-ze di esseri umani con vissuti e problematiche so-cio-familiari di una certa entità, di persone con disa-bilità più o meno importanti, di adolescenti e giova-ni che sono in una fase esistenziale particolare, digente di fronte ad un bivio, pronta ad operare scel-te di vita talvolta errate o, addirittura, con esiti dram-matici.Interpretando i sentimenti di amici e genitori motiva-ti, vorrei davvero rendere pubblici i ringraziamenti

per Alex, Mariella, Antonella ed Isabella per l’at-tenzione “extra” e per quel briciolo di interesse inpiù che, rispetto ad altri colleghi, rivolgono ai nostrifigli: perché so, per esperienza personale, che nonè semplice lavorare simultaneamente con decine diragazzi, che non è facile ingoiare appena un bocco-ne per pranzo per poi ritornare a scuola a dedicarsia loro, e che a volte bisogna avere le chiavi dellastessa scuola a portata di mano perché sia disponi-bile anche di domenica mattina per continuare a li-mare le attività in cantiere; e che, ora più che mai,in questa strana situazione socio-economica nazio-nale, sappiamo che tali esperienze si portano avan-ti quasi gratuitamente.La ”Officina del Sole” ha appena riaperto i batten-ti in questi ultimi giorni di lezione poichè bloccataper quasi tutto l’anno dalla assenza di fondi, giunti

troppo tardi nelle singole Istituzioni da parte di unMinistero quasi sordo ad un reale miglioramentodell’offerta formativa.Si spera che il prossimo settembre la coop. Alex &Co. si rimbocchi le maniche e, come al solito, dia ul-teriore prova della voglia di stare vicino ai nostri ra-gazzi e di occuparsi della loro formazione. Non mol-late!!! Questa estate comunque ci aspettiamo di ri-vedere il pluripremiato “ANIME IN RASSEGNA” inqualche sito della nostra Città bianca, riproposto davincitore, nel cartellone della Estate Ostunese.Probabilmente altra gente si accorgerà di cosa stia-mo parlando; e, nel frattempo, renderemo giustiziaall’enorme lavoro che c’è a monte di tale riconosci-mento.

GIOVANNI FRANCIOSO

LA SCUOLA CHE CI PIACEI ragazzi del LICEO “CALAMO” di Ostuni

sul gradino più alto dell’ ”EUROTHEATRE” di Sanremo

Nell’auditorium “Luigi Greco” del Liceo scientifico“L. Pepe” di Ostuni il 26 aprile si è svolto nel

pomeriggio un significativo convegno dal titolo “Ladonna come motore della modernità”. Questo in-contro promosso dall’associazione “Amici di Ostuni”rientra in un progetto più grande della stessa asso-ciazione denominato “I grandi temi della conoscen-za” rivolto alla cittadinanza e agli studenti dellescuole secondarie superiori di Ostuni.Sono intervenuti nella manifestazione il Prof. Gae-tano Crepaldi, presidente Ass. “Amici di Ostuni” -Prof. Emerito di medicina Interna Università di Pa-dova, la prof. ssa Anna Maria Isastia, docente diStoria Contemporanea Università “La Sapienza” diRoma, l’On.Carla Mazzucca, presidente Club Une-sco di Roma e l’avv. Angela Matarrese, ass. al Bi-lancio, Programmazione e Pari Opportunità Comu-ne di Ostuni.Tutti gli interventi interessanti, ricchi di spunti econtenuti per le questioni affrontate, hanno riper-corso le tappe di affermazione della donna nel tem-

po, nei vari ambiti e settori lavorativi, ponendolaora al centro di una nuova realtà più complessa,quale protagonista di situazioni diverse, in cui con-seguire ulteriori traguardi non solo in Italia, ma an-che all’estero. Il futuro può fare la differenza perdeterminare qualità ed efficienza del processo lavo-rativo e del prodotto finale, accrescendo la compe-titività in generale e favorendo pari opportunità nel-l’ottica di una affermazione professionale che sia dirafforzamento delle competenze nel lavoro. Occorre quindi investire nelle politiche formative de-clinate in un’ottica di genere assolutamente neces-sarie per la crescita economica e sociale del nostroPaese, al fine di aumentare sia la quota delle occu-pate, ma anche la qualità della vita della donna edella sua occupazione con un grande senso di re-sponsabilità, tenendo conto delle sfide a cui la quo-tidianità chiama le donne, per affermare la parità evalorizzare le differenze di genere, unico punto dipartenza per garantire veramente la partecipazionee la crescita delle donne.

Il futuro cambia coloredi Maria Concetta Nacci

IL DIALETTO IN OSTUNIMartedì 30 aprile, presso l’Auditorium della Biblioteca Comunale “F. Trinchera Senior”, si è tenuta la ses-

sione conclusiva su “Le diversità linguistiche nell’area brindisina”, dal titolo “Il dialetto in Ostuni”, orga-nizzata dalla Sezione Provinciale della Società di Storia Patria in collaborazione con il Comune di Ostuni-Assessorato al Turismo, la Biblioteca Comunale, l’Associazione Ar. Tur Luoghi d’Arte e d’Accoglienza e ilConsiglio Comunale dei Ragazzi di Ostuni.Gli interventi sono stati abilmente diretti e coordinati dalla Dott.ssa Antonella Golia della Società di StoriaPatria per la Puglia.Dopo i saluti di rito dell’Assessore al Turismo, Agostino Buongiorno, del Dott. Antonio Caputo, quale rap-presentante della Sezione Provinciale della Società di Storia Patria e del Vice Sindaco Antonio Blasi, si èentrati nel vivo della serata con la declamazione in vernacolo, da parte di Maria Concetta Velardi, della Pa-rabola del figliol prodigo.Ha fatto seguito l’intervento di Maria Antonietta Moro, “Il dialetto espressione di una comunità e dell’areadi appartenenza”, che ha evidenziato come un dialetto sia una lingua geolocalizzata, che accumuna le co-munità presenti su un determinato territorio; quindi quello di Enza Aurisicchio, “Termini vernacolari nella Cit-tà Bianca”, ha spiegato come i nostri Toponimi (e quindi Idronimi, Zoonimi, Oronimi, etc.) traggano spessola loro origine da parole dialettali.Nello Ciraci ha ripercorso le tappe fondamentali della letteratura dialettale ostunese, citando importantipoeti, quali Don Arcangelo Lotesoriere, Don Pietro Pignatelli (Lu Barcarulu), Francesco Amerigo Nacci, etc.Tra un intervento e l’altro sono state declamate alcune poesie in vernacolo da Andrea Andrioli, Silvio Car-rino e Antonella Colucci. Un momento di grande emozione e partecipazione si è avuto con l’ultimo intervento, quello del cantore/ar-tigiano ostunese Tonino Zurlo, che ha recitato e cantato alcune sue composizioni dal marcato contenutosociale, intervallate dal commento letto nell’ordine da Gianmichele Pavone, Ginevra Viesti, Giada Mindellie Giacomo Mindelli.A conclusione della serata Dino Ciccarese, con un discorso di gran pregio, ha ribadito la fondamentale im-portanza di tali manifestazioni, sottolineando inoltre la necessità di dare sempre più spazio ai giovani e al-le loro capacità, senza trascurare però le loro necessità e problematiche e riconoscendo agli adulti un ruo-lo di guida e di sostegno.

• Venerdì 17 maggio - ore 18,00“I LONGOBARDI IN PUGLIA”. Prof. RosarioIURLARO.• Venerdì 24 maggio - ore 18,00“VINCENZO BRUNO: UN INTELLETTUALE

DI FINE ‘500”. Prof.ssa Angela MANGIAFICOe Raffaele NIGRO.• Venerdì 31 maggio - ore 18,00“IL CONCETTO DI NAZIONE TRA I PRO-MESSI SPOSI E PINOCCHIO”. Prof. MarcelloMONTANARI, Ordinario Storia delle DottrinePolitiche - Università di Bari.• Venerdì 7 giugno - ore 18,00“IL RIPARO DI AGNANO NEL PALEOLITI-CO SUPERIORE. LA SEPOLTURA DI OSTU-NI 1 E I SUOI SIMBOLI”. Prof. Donato COP-POLA, Università di Roma Tor Vergata.

UNIVERSITA’ DELLE TRE ETA’UNITRE - OSTUNI

PROGRAMMASede degli incontri:

AUDITORIUM BIBLIOTECA COMUNALE

Donna RataL'Azione Cattolica Ragazzi della Parrocchia

Madonna del Pozzo e l'Associazione Cultura-le Amici del Teatro di Ostuni presentano DONNARATA, commedia in due atti del prof. DomenicoColucci in vernacolo ostunese, con la regia di Gio-vanni Cariulo.Gli interpreti sono: Don Salvatore: Andrea Talien-te; Donna Rata: Giulia Polignino; Margherita: IlariaPolignino; Nenozza: Vittoria Cavallo; Lucrezia dePisse Pisse: Ester Iaia; Don Camillu: Roberto Pru-dentino. La presentatrice: Alessia Susco. Il sipario sarà alle 21,00 del 11 e 12 Maggio pres-so il Salone Parrocchiale MADONNA del POZZO.Il ricavato sarà devoluto in beneficenza.

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L’ambito tematico della toponomastica ostunese ri-guardante gli agionimi (dal greco aghìos santo) ov-vero contrade dedicate a santi, a titoli mariani o fi-gure teologiche, risulta ricco e interessante per os-servazioni e rimandi storici. Per rendere più chiarae puntuale l’analisi, si è pensato di suddividerlo peraree geografiche opportunamente segnalate damappe, soddisfacendo nel contempo la richiestaavanzata da alcuni lettori di visualizzare più preci-samente i luoghi citati.

* * *Inizieremo dalla zona degli orti limitrofa alla nostracittà: un circuito terrazzato che si sviluppa dalla pro-vinciale per Torre Pozzelle verso occidente ada-giandosi alle falde del monte di Ostuni. E’ questaun’area caratterizzata da una forte concentrazionedi agionimi, molti ancora in uso nel 1800 nella de-nominazione di alcuni terreni. I riferimenti a orti nel-le pertinenze di Sant’Eustasio, di Santa Elena, diSanta Sofia, di Sant’Agata, di San Gregorio e diSan Geronimo, di San Demetrio, di San Matteo, diSanta Brigida e della Maddalena, rammentano l’esi-stenza di villaggi e di cappelle devozionali di anticatradizione. In memoria di Santa Elena, madre del-l’imperatore Costantino sorgeva dal 1182, nelle vici-nanze del santuario della Madonna della Grata, uncasale ovvero un piccolo agglomerato di case af-fiancato da terreni che appartenevano al monaste-ro leccese di San Giovanni Evangelista (P.F. PA-LUMBO, I documenti della storia medioevale diOstuni, Fasano 1997, p. 46). Il toponimo si ravvisanell’intitolazione Sant’Elmo (Foglio di mappa 113),evidente alterazione dell’originale Sant’Elena, diuna strada vicinale limitrofa al parcheggio dell’edifi-cio Vitale. Le cappelle di Santa Sofia, di Sant’Agatae di San Matteo insistevano nella medesima zona.Il sacerdote Angelo Cavallo nel testo inedito sullastoria di Ostuni circa santa Sofia scrive: la chiesa emonastero de Greci noi portiamo ferma opinioneche furono ov’è oggi l’ampia casa dei Maresca edell’Ayroldi (oggi via Anna Carignano) e tuttavia esi-ste una nicchia alla publica venerazione sulla stra-da; e qui furono orto, giardinello, le due cisterne e lachiesa (A.V.D.C.C. di Ostuni, Manoscritto ineditodel sac. Angelo Cavallo, p. 542). Alla chiesa di San-ta Sofia, forse fondazione longobarda, accenna iltestamento di Pietro Caballerio del 1423(A.V.D.C.C.C., Visita Pastorale mons. Giovanni Bo-vio, 1558, copia del testamento a c. 19v): in perti-nentiis ipsius civitatis in loco ubi dicitur Santa So-phia prope osanna (nelle vicinanze della medesimacitta nel luogo detto Santa Sofia, vicino all’Osanna).Sulla base di questi dati, da vagliare compulsandoaltre fonti, l’area è da ritenersi prossima a PiazzaLanza. Frammenti superstiti della chiesetta di SanMatteo, fondata nel 1524 da Agostino Baniardo(IDEM, Bollario dei Benefici, vol. 2, p. 291) potreb-bero riconoscersi negli archetti intrecciati che deco-rano un caseggiato nella strada Lamacavallo, se-condo quanto scrive don Luigi Roma (Scudo, gen-naio1977).

* * * Nelle vicinanze di Porta San Demetrio sorgevanol’omonima cappella e quella di Santa Brigida, appel-lativo passato poi a indicare un giardino successivoa una struttura ristorativa realizzata in un frantoioipogeo. Di incerta ubicazione sono invece i toponi-mi di Sant’Eustasio e di San Gregorio (A.S.B., Attidel notaio A. De Giore 1647, orto alli carrari in locoSan Gregorio c. 47). Quest’ultima cappella legata

alla volontà della famigliaBaniardo di onorare un san-to di origine armena comeSan Biagio, cui era associa-to il culto di san Gerolamo,è così descritta nel 1607: èuna grotta fuori e vicina allemura della città nella qualetuttavia non fu mai celebra-ta messa. Accanto a questanota si legge sotto l’intitola-zione di chiesa nella qualevi è un altare vecchio ma sicelebra davanti l’immagine(A.V.D.C.C.C., Visita Pasto-rale mons. V. Melingi, cart.II, fasc. II, c. 108r). Proce-dendo verso occidente il to-ponimo della Maddalena haindicato fino al XIX secoloalcuni terreni che si esten-dono lungo il perimetro del-l’Opera Fuentes e dell’adia-cente chiesa di San Fran-cesco di Paola. Ricordal’antica chiesa della Madda-lena, primitivo centro spiri-tuale annesso al conventodei domenicani, ceduta agliinizi del 1600 ai paolotti eda questi trasformata nellaseconda metà del 1700 inun nuovo e più ampio edifi-cio ecclesiastico.

* * *Il percorso stradale che dal-l’Opera Fuentes prosegueverso occidente, diraman-dosi in prossimità di un’edi-cola votiva in due strade vicinali congiunte da unsuccessivo tratto stradale, individua un’area trian-golare contrassegnata da un’odonomastica tuttaagiografica (Foglio di Mappa 90): Santo Stefano,Sant’Angelo, San Leonardo cui va aggiunto il de-sueto San Nicola.Il toponimo Santo Stefano conserva la memoria diuna chiesa voluta nel 1091 da Alamintretius, affian-cata nel 1107 da un’abbazia dove dimorava unamodesta comunità di monache benedettine (P.F.PALUMBO, I documenti…op.cit. pp.9-10). Non èquesta la sede per ricostruire le complesse vicendedi questo nucleo monastico legato al leggendariotransito di San Francesco in Ostuni. La chiesettagià diroccata, fu abbattuta poco prima del 1866 e ilterreno venduto a privati dall’Amministrazione co-munale. Lungo la strada vicinale di San Leonardo, che finoagli anni 70 del 1900 terminava a contrada Citro,sorgeva in un punto non identificato la chiesa diproprietà della Commenda dei Cavalieri Teutoniciche nel 1260 avevano ricevuto dal papa, come se-de pugliese, l’abbazia foggiana di San Leonardodella Matina. Di quest’ordine abbiamo discusso nelnumero dell’aprile 2012 di questo giornale a propo-sito del Fiume Morelli, altro possedimento dei cava-lieri crociati in Ostuni. La chiesa, abbastanza ca-piente, era conclusa da un ambiente absidale sepa-rato dall’aula da un’iconostasi sulla quale era issatoun Crocefisso ed erano sospese catene di galeraper voti con un ferro e alcune altre catene di colloper devozione (A.V.D.C.C.C., Visita Pastoralemons. V. Melingi, Cart. II, fasc. IX, 1629, c. 42). Al-l’intercessione di San Leonardo, protettore dei car-cerati e dei prigionieri, si rivolgevano i condannati ailavori forzati su navigli militari e da trasporto. Nellastrada di San Leonardo, in un tratto in forte penden-za, denominato nel XVI secolo San Nicola de Pen-dino, è da situarsi un luogo di culto intitolato al san-to di Mira, divenuto nella metà del XIX secolo topo-nimo identificativo di un oliveto dell’istituzione di ca-rità detta Monte Visita Poveri (A. C. O., Postunita-rio, fondo Monte Visita Poveri). Il Capitolo possede-va sempre nella stessa contrada il trappeto ipogeoSan Nicola, forse una successiva trasformazionedel primitivo luogo di culto in rupe.Un altro insediamento sorto a breve distanza dal

centro medioevale di Ostuni era il casale Sant’An-gelo fondazione longobarda dell’VIII secolo (C.D.POSO, Ostuni…op. cit., p. 20). La chiesa dedicataall’arcangelo Michele rappresentò il centro materia-le e spirituale di una vasta area concessa dai longo-bardi, contrassegnata da terreni coltivati e da abita-zioni che hanno lasciato duratura memoria nella de-nominazione della strada e dell’omonima contrada.L’edificio ecclesiastico si elevava all’interno di unacorte ed era affiancato da una costruzione a duepiani. Nelle vicinanze erano stati realizzati due cimi-teri, separati da pareti e ombreggiati da pergolati.

Nei secoli successivi, per la posizione periferica ri-spetto al centro urbano, il nucleo architettonico fudestinato a lebbrosario come lascerebbe intendereil testamento dettato da Pietro de Mola del 1494(A.V.D.C.C.C., Fondo benefici, cart. XIX, fasc. 25)nello spazio interno. Una ripresa del villaggio è daregistrarsi nel corso del XVI secolo, periodo nelquale è documentata l’attività di una locanda conannessi locali per il pernottamento dei viaggiatori intransito sulla principale direttrice di collegamentotra Ostuni e la via Traiana in seguito detta la stradadel Procaccio (si veda l’articolo nel giugno 2010).Ne abbiamo notizia da un atto notarile del 1592 nelquale s’inventariarono le suppellettili della strutturanel passaggio di locazione a Leonardo Cimino diContursi (Salerno) (A. S. B., Atti del notaio AntonioMelleo, 1592, c.6r). Doveva trattarsi di una locan-da modesta, capace di ospitare pochi clienti, concamere coperte da capriate lignee, bisognose dicontinue riparazioni e con una stalla per la custo-dia degli animali (IDEM 1600, c. 57). Del casale me-dioevale progressivamente spopolatosi, rimanevaancora nel 1614 una casa con torretta e colombaiamentre alcuni terreni conservavano tracce delle di-more preesistenti abbandonate e dirute (A.S.B., At-ti del notaio Francesco Aliano, 1589, c. 4r). Il luogodi culto non è mai annoverato nelle visite pastorali,indizio di un abbandono nel XVI secolo. La funzio-ne ricettiva della locanda fu poi trasferita al caseg-giato della Camposada, dislocato qualche centinaiodi metri più avanti.Poco oltre il casale Sant’Angelo in una grotta sca-vata in un orto, era praticata la devozione per SanClemente. Nel 1590 si ricorda il pomario ubi estgripta seu ecclesia Sancti Clementis (A.S.B., Attidel notaio Antonio Melleo, 1598 c 129v), sito rintrac-ciabile in un terreno di proprietà comunale che nonconserva vestigia pertinenti il sito liturgico. A SanPetito, patrono di Ascoli Satriano (FG) la cui devo-zione s’intreccia con la spiritualità benedettina, eradedicata una piccola cappella sin dal 1154 (L. RO-

MA, Le Pergamene…pp. 18-19) ricostruita proba-bilmente verso la fine del XVI sec.. Questo si ricavadalla visita compiuta nel 1629 dal vescovo Melingiche fu così informato: la chiesa non è antica mamoderna fatta dal padrone del giardino contiguocioè quondam Jacomo de Parisi. Et non ne ha pen-siero nessuno, ma le genti ci hanno devotione per-ché spesso si vede la lampa accesa sopra l’altareche ci è nel quale non si celebra. Per evitare che glianimali entrassero nella cappella, eretta nelle vici-nanze del campo Boario, il vescovo ordinò che sichiudesse l’accesso con una porta e il giardino conun cancello. Nel 1715 nella Platea delle Benedetti-ne, che possedevano un orto contiguo, si legge: nel1650 la suddetta chiesa fu dismessa, e si ridusse alBergo de zingari, ed in fine dal sig. Arciprete can.Don Agostino Ayroldi qual procuratore del monaste-ro delle Benedettine si fece deroccare il suddetto lo-cale perché insidioso ai passaggieri, essendo situa-to nella pubblica strada (A.S.B., Platea del mona-stero di San Pietro, c. 40). I ruderi della chiesa era-no ancora visibili nel 1715 quando nella descrizionedei confini di un ortale si precisa che è attiguo algiardino della chiesa vecchia di San Potito(A.V.C.C.C. fondo Benefici, vol. 1, c 71v). L’ultima chiesa localizzata nell’area degli orti è quel-la intitolata allo Spirito Santo, titolo attribuito al-l’omonimo comprensorio fondiario detto vecchio perdistinzione dalla chiesa urbana dello Spirito Santo.La cappella fu costruita dal capomastro Donato Sa-ponaro nel 1579 per iniziativa di Alessandro Roma-no di Mesagne (A.S.B., Atti del notaio Antonio Mel-leo 1579, c. 90r). Aveva il tetto a spioventi ed eradotata di due porte, una aperta sulla strada e l’altraverso l’attiguo giardino. L’altare era decorato conun’icona dello Spirito Santo ma versava nel 1629 inpessimo stato di conservazione tanto da sollecitarel’intervento del vescovo per apporre una porta allastruttura per evitare l’ingresso di bestie randagie nelluogo di culto (IDEM, Visita Pastorale mons. V. Me-lingi, Cart. II., fasc. IX, c. 45v).

ORIGINI DELLE CONTRADE DI OSTUNI X parte

GLI AGIONIMI DELLA ZONA DEGLI ORTIdi Enza Aurisicchio

Motivi decorativi appartenenti probabilmente al-l’antica cappella di San Matteo

Largo dove sorgeva l’antica chiesa di Santo Stefano

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Ostuni Informa

Intervista al Dott. Francesco Mario Zaccaria, Presidente della BCC di Ostuni a cura di Gianmichele Pavone

Inizia con questo numero una collaborazione stabile tra il nostro Giornale e la Banca di Credito Cooperativo di Ostuni, dasempre attiva nella promozione del nostro territorio. Intervistiamo, su questo numero, il Dott. Zaccaria, attuale presidentedel consiglio di amministrazione all’indomani dell’approvazione del bilancio del 2012.

DIFFERENTE PER FORZA

Dott. Zaccaria, il 21 aprile l’assemblea dei soci dellaBCC di Ostuni ha approvato un bilancio ben al di sopradelle aspettative in un periodo storico molto difficile perl’economia locale e nazionale. A cosa è dovuto questosuccesso?La Banca di Credito Cooperativo di Ostuni ha giocato unruolo fondamentale per il sostegno e la salvaguardia del ter-ritorio e, nonostante le note difficoltà congiunturali a livellonazionale, grazie a un lavoro di squadra in cui emergono laprofessionalità e la passione del personale, abbiamo otte-nuto un risultato di esercizio soddisfacente di circa 850 mi-la euro.Abbiamo agito, infatti, in controtendenza rispetto agli altriistituti bancari: la raccolta diretta del risparmio è aumentatadi 6,6 milioni di euro (passando da 91,5 milioni di euro del2011 a 98,1 milioni di euro del 2012) e, conseguentemente,abbiamo aumentato l’erogazione di credito a imprese e fa-miglie (rispetto all’anno precedente, gli impieghi netti sonocresciuti di circa 3,6 milioni di euro, passando da 64,7 milio-ni di euro del 2011 a 68,3 milioni di euro del 2012).Lo slogan della banca è “differente per forza”. In cosasiete diversi dagli altri?Abbiamo un’autonomia locale che ci consente una rapiditàdecisionale che le altre banche non hanno, pur operandonell’ambito di un sistema di rete che ci rende forti nel pano-rama nazionale. Nel corso dell’ultimo anno gli sportelli delleBCC sono aumentati dello 0,7% (31 unità) a fronte di un ca-lo dell’1% nel sistema bancario nazionale nel quale occupia-mo una fetta di mercato pari al 13,3%. Abbiamo raggiuntoquota 4442 sportelli, costituendo per 551 comuni l’unicapresenza bancaria.La nostra banca opera su Ostuni, Carovigno e Brindisi, co-prendo agevolmente la gran parte del terrotorio provinciale.

Attualmente attendiamo l’approvazione della Banca d’Italiaper l’apertura di una nuova filiale a Montalbano e a breve in-stalleremo un nuovo bancomat a Villanova al servizio dei re-sidenti e dei turisti.Quali sono i benefici per il territorio?Le Banche di Credito Cooperativo hanno un’impostazioneeconomica cooperativistica: hanno interesse a svilupparsiper operare al servizio delle comunità in cui sono ubicate.Mentre le altre banche riversano il denaro dei risparimatoriin altri luoghi e fanno investimenti anche speculativi, la BCCreinveste le somme di cui dispone sul territorio in cui opera.Soltanto una quota non superiore al 5% del totale delle atti-vità di rischio può essere assunta al di fuori della zona dicompetenza territoriale, come è previsto dallo statuto, maattualmente il nostro impegno all’esterno della provincia è li-mitato all’1,6% circa.Siamo sempre molto attenti, peraltro, ad evitare la finanzaspeculativa e le concentrazioni degli impieghi, frazionando,invece, il rischio in tanti piccoli finanziamenti.Quali sono le ultime iniziative della Banca?Abbiamo reso disponibile, presso la Sede di Ostuni in Lar-go Mons.I.Pignatelli, l’Area Self (ATM multifunzione) in cui èpossibile, gratuitamente, 24h su 24h e 7 giorni su 7, non so-lo eseguire le ordinarie operazioni di prelievo bancomat maanche effettuare versamenti di assegni e denaro contantesul proprio conto corrente.Da anni è istituito un premio di studi per chi consegua conrisultati eccellenti il diploma, la laurea triennale o specialisti-ca, il dottorato di ricerca, nonché per chi discuta una tesi dilaurea avente oggetto il “Credito Cooperativo” e anche que-st’anno abbiamo conferito i premi ai giovani meritevoli.Di questo e molto altro, è data notizia sul nuovo sito inter-net: www.bccostuni.it.

ESCURSIONE di PRIMAVERAai SASSI di MATERA

Siè appena con-clusa la prima

escursione destina-zione SASSI di MA-TERA del 5 maggioscorso, a cui hannoaderito soci e accom-pagnatori, anche configli. L’iniziativa faparte di un program-ma ripreso dopo de-cenni di stand-by,fortemente volutodall’amministrazione“Zaccaria”, in primisdal Presidente e dalVice Presidente, fi-nalizzato a rafforzareil legame con i soci ed a meglio perseguire il miglioramento delle condizioni morali, cultu-rali ed economiche degli stessi secondo i principi ispiratori dello statuto sociale (art.2).Nello specifico si tratta della programmazione di due uscite fuori porta a cui la Banca con-tribuisce con una porzione di quota a suo carico, della durata di una sola giornata cadau-na - una di cui qui si parla “Matera”, e l’altra a farsi Domenica 9 giugno 2013 a Casteldel Monte+Trani (programma presente sul sito internet www.bccostuni.it consultabile dachiunque fosse interessato). Un modo alternativo di trascorrere la domenica, un modo di-verso di incontrarsi, di chiacchierare, di conoscersi, di passeggiare nelle suggestive viuz-ze, per respirare il fascino dei vicinati, dei palombari, scoprire ancora una volta la piace-volezza dello stare insieme, di fare gruppo.MATERA: eccoci arrivati nella città preistorica, una delle più importanti al mondo, eppurea me sconosciuta, eppure a due passi da casa... L’incontro con la guida e l’inizio di unascoperta, almeno per me, e riscoperta per altri, di posti suggestivi, unici dal sapore anti-co, un groviglio di case e casette abbarbicate le une sulle altre, dal sasso caveoso al sas-so barisano, gravine, chiese rupestri ed arte rupestre magnificamente rappresentata nel-la “cripta del peccato originale” definita la cappella sistina dell’Altomedioevo, con le inso-lite scene della Genesi affiancate da dipinti murali di tipo più tradizionale, e poi la storica“casa grotta”, la neviera, la chiesa rupestre di Santa Lucia alle Malve, locata nel quartie-re albanese, sede dall’VIII al XIII secolo di monache benedettine. Arte, cultura, architettu-ra, strade, stradine muretti, camini,comignoli erano tutti lì, di fronte allo sguardo infinitodella Murgia vestita di tutti i colori che madre natura, in questa stagione, regala agli oc-chi del visitatore. Addentrarsi nella civita, calpestare i sassi delle tortuose stradine che al-tro non sono i tetti delle case sottostanti, sostare sulle tombe longobarde - uno dei pochiluoghi al mondo dove“i morti sono sui vivi” - è stato davvero magico. Anche il pranzo con-sumato in un suggestivo “sasso” ha suggellato la splendida giornata baciata dal sole. Orala giornata volge al termine, sa fa rientro, ammetto, un po’ stanchi, ma la compagnia del-l’ultima vista di Matera dal belvedere lenisce ogni cosa, e rende più dolce la fatica del quo-tidiano che di lì a poco ci aspetta. Alla prossima!

GIOVANNA TURCO

Proseguono anche in Ostuni le iniziative per abrogarela recente Legge regionale che compromette la tuteladegli olivi secolari. Una manifestazione in particolaresi è svolta domenica 12 presso la masseria Brancati.Come è ovvio l’ulivo ha un significato produttivo, cul-turale, sociale e addirittura filosofico. Riceviamo un gradito contributo sul tema dell’ulivocon la bellissima foto (Potatura del 1990) e una bre-ve poesia, entrambe opera del dott. Francesco PaoloVolpe.

ULIVOAlbero antico, immenso, vicino a Dio;le tue foglie dai riflessi argentei sono simbolo di pace,i tuoi frutti producono balsamo, luce e cibo.Fortunata è la terra dove affondano le tue radici,benedetti siano coloro che ti amano e hanno cura della tua vita.

Sul mare sventola bandiera blu, però la “Cittàbianca” non c’è più. Se, da un lato, siamo con-

tenti per l’ennesima riconferma del riconoscimen-to conferito al mare di Ostuni dalla FederazioneEuropea dell’Ambiente (FEE), prendiamo attoche, da alcuni anni, manca la tradizionale imbian-catura a calce in alcune delle parti più rappresen-tative del nostro Centro storico, così da trasforma-re il bianco famoso nel mondo in un grigio-marron-cino. E’ stato proprio il Sindaco di Ostuni, Tanza-rella, a sollevare pubblicamente il problema chia-mando a raccolta le associazioni del territorio perl’iniziativa “Adotta un vicolo”, alla quale hannoaderito diversi gruppi ed esercenti della città, con-sapevoli che è impossibile per la nostra Ostuni ri-nunciare al suo candore, celeberrimo biglietto davisita del Borgo antico, a causa delle difficoltà fi-nanziarie e della perdita dell’attaccamento al sim-bolo collettivo dell’imbiancatura, a cui tenevanofortemente gli ostunesi e al quale tengono moltomeno i residenti che stanno ad Ostuni per pochigiorni; va sottolineato anche che molti immobili (e

parti intere di strade) non sono più abitati, e che èsempre più complicato anche riproporre le ordi-nanze che imponevano l’imbiancatura. Si sperache lo sforzo congiunto di Comune, proprietari e“adottanti dei vicoli” consenta di mantenere il bian-co di Ostuni.Su questo, domenica 5 maggio, si èsvolta una manifestazione organizza-ta in rete (“flash mob”), con numerosipartecipanti ecco una parte del testoletto da Paolo Pecere, uno dei promo-tori: “ Ci ringraziano le nostre donneche avevano sempre “nu scuparièddecu llu sicchje o nu catine chjine decangia” pronte a imbiancare “lu scalo-ne”. Quella di oggi è la più grande di-mostrazione di come nel nostro san-gue circola l'amore per la nostra cittàe per il bianco, che ci contraddistin-gue da secoli. Quel bianco che salvòi nostri avi dal contagio della peste eche oggi ci permetterà di affrontare

con rinnovato vigore il momento di difficoltà che ciattanaglia.Non sarà una raccolta di fondi o unamera petizione popolare, bensì un autentico impe-gno per il bianco della nuova città. Saluti a tutti i fi-gli del bianco. La terra ringrazia”.

Ostuni: il bianco, il blu e di tutti i colori di Ferdinando Sallustio

Alla manifestazione a difesa del nostro bianco ha partecipato an-che la bellissima Nina

APPUNTAMENTI• Sabato 18 maggio, ore 19, ANGELA SEMERANO presen-ta il CD di “Amici” presso Discomania Mix. La brava cantanteostunese ha preso parte alla popolarissima trasmissione Tvdi Maria De Filippi; le auguriamo un successo sempre mag-giore.• Sabato 18 maggio, ore 20, Cinema Teatro Roma: festa peril quarantennale del Gruppo folk La Stella; torna ad aprirsiil palcoscenico del teatro ostunese, la cui paventata chiusurasembra esclusa da un accordo fra i proprietari e dei nuovi ge-stori, con l’intervento del Comune.• Venerdì 24 maggio, ore 10,30, il grande storico LucianoCanfora incontra gli studenti del Liceo Classico di Ostuni pre-sentando il suo libro “Il mondo di Atene”.• Sabato 1° giugno, Carovigno, Masseria Caselli, XXIX Con-vegno del Progetto Pluriennale Trulli-Mare: “Riutilizzo e pro-mozione dell’architettura rurale nel territorio del Trulli-Mare”.Intervengono: Mauro Magliozzi, Gianni Lanzilotti, MimmoSacco, Antonella Calderazzi, Antonio Prota, Pietro Talmesio,Mario Castellana. Le conclusioni saranno affidate al Gover-natore del Distretto 2120 del Rotary International, Rocco Giu-liani. Partecipano 12 Rotary Club tra cui quello di Ostuni.

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22001133Attualità

Pian piano ci disinteressiamo alle cose cheprima facevamo normalmente. Diventiamosempre più tristi e il nostro umore è grigio, senon addirittura nero. Non ci va più di uscire nédi avere contatti con altre persone. Iniziamo avedere il cosiddetto bicchiere sempre mezzovuoto. Il futuro a breve e a lungo termine, cisembra inutile, da evitare, fino ad arrivare avedere tutto irrimediabilmente catastrofico.Nulla ha più senso e tristezza, malinconia,pianto, ci assalgono senza una specifica cau-sa. Siamo depressi. Può accadere per un bre-ve periodo e per un motivo ben certo: morte diuna persona cara, separazione, perdita del la-voro e così via. In questi casi tutto si dovreb-be risolvere in pochi mesi e senza particolaricompromissioni. Altra cosa è il persistere deisintomi ‘covati’ o manifesti da molto tempo.Potrebbe essere il caso della donna ritrovatamorta suicida nel novembre scorso, nellecampagne di Ostuni. Così come di quello piùrecente accaduto a Carovigno agli inizi di apri-le, che ha avuto come protagonista una giova-ne madre e la figlia. Mi è stato chiesto di com-mentare i tragici episodi. Cercherò di farlo nelpur breve spazio di un articolo, evidenziandoeventuali correlazioni e differenze. La signoradi Ostuni soffriva da qualche tempo di depres-sione scatenata, pare, dalla separazione dalcompagno. Il problema è che le depressioni‘reattive’ (che insorgono, cioè, in seguito a unepisodio ben noto), raramente sfociano, comedetto prima, in forme gravi, dunque c’è dasupporre che l’evento (la separazione), abbiasollevato il coperchio di una situazione checovava già da tempo. Il gesto è stato medita-to e portato a termine senza platealità, in soli-tudine, diventata ormai sua compagna e com-plice inseparabile. Il caso creò molto scalporetra gli ostunesi: oltre i naturali dolore e sbigot-timento, le considerazioni riguardavano la bel-lezza della signora, la buona famiglia di pro-venienza, la ben avviata attività lavorativa.Nell’immaginario collettivo, all’orrore per il fat-to in sé, si sono aggiunte valutazioni di ordineestetico e sociale, quasi a rendere più inspie-

gabile il gesto estremo e, dunque, in un certosenso ad allontanarlo dal nostro personalevissuto: una sorta di esorcismo del problema,una barriera che evita il ’contagio’. Reazionedel tutto comprensibile solo se non porta allasottovalutazione dei sintomi, siano essi pre-senti in noi che in nostri amici e familiari. Il se-condo tragico episodio, più recente, è per cer-ti versi anche più inquietante, poiché coinvolgeuna bambina. La giovane madre di Carovigno,sembra anch’essa aver premeditato il suicidio.Come nel caso trattato prima, si era separatadal marito, ma le analogie, a parte un indiscu-tibile stato depressivo, finiscono qui. RicordaMedea, la maga moglie di Giasone che, dopoessere stata da lui ripudiata, uccide i propri fi-gli per colpire il marito. È difficile comprenderecon precisione le reali condizioni che portanoa decisioni così estreme, i giorni, le ore cheprecedono il momento. Sicuramente uno sta-to di profonda frustrazione e di angoscia asso-luta, oltre alla convinzione che portare con noichi abbiamo ‘creato’, decidere anche per esso,è l’unica possibilità che ci resta: «nessun altropotrà voler bene a mio figlio quanto gliene vo-glio io e, comunque, sicuramente vivrebbe unavita infelice con chi si è permesso di ridurmi inquesto stato». Tengo a specificare che queste sono solo di-squisizioni puramente accademiche, non es-sendo a conoscenza dei particolari riguardantii due episodi, ma con tutta la forza di cui di-spongo, consiglio chi personalmente ha (o co-nosce familiari e amici che ne abbiano), pro-blemi depressivi anche lievi, anche se ne co-nosce le cause, anche se non soffre da moltotempo, di confidarsi di là dalla vergogna (lastupida vergogna!). Parlarne con il proprio me-dico curante è la prima cosa da fare. Oggi di-sponiamo di farmaci e metodologie psicologi-che in grado di risolvere il problema nella mag-gior parte dei casi: dal baratro si può uscire.Per inviare domande: dott. Franco Sponziel-lo - info@psicologopuglia oppure direttamen-te alla redazione de “Lo Scudo” [email protected]

Il baratro di Franco SponzielloLLLL aaaa ppppaaaarrrroooo llll aaaa aaaa llll llll oooo ppppssss iiii ccccoooo llll ooooggggoooo

Una vera festa per i libri quella del 23 aprile. In casuale coincidenzacon la giornata internazionale del libro e del diritto d’autore, istituita

nel 1996 dall’UNESCO e celebrata in più di 100 paesi con manifestazio-ni tese a valorizzare la lettura, la Biblioteca Diocesana con il contributodegli Amici della Biblioteca Diocesana, ha organizzato una manifesta-zione incentrata sul libro antico.Dopo l’annuale rito liturgico di ringraziamento, officiato nella Concatte-drale di Ostuni dal vicario generale mons. Giuseppe Satriano, in memo-ria del vescovo fondatore della Biblioteca nel 1867 mons. Raffaele Fer-rigno e di quanti hanno contribuito all’arricchimento del fondo librariocon lasciti e donazioni, è stata inaugurata la Mostra dei libri antichi pres-so il salone del Palazzo Vescovile. Una ghiotta occasione per entrarenella storica sede di rappresentanza della massima autorità della dioce-si, generalmente chiusa al pubblico, offerta con generosa disponibilitàda S. Eccellenza mons. Domenico Caliandro e una piacevole sorpresaper la visione e la conoscenza di un patrimonio storico così ricco e im-portante.Un libro antico è come una persona che non può esprimersi con le pa-role ma che comunica attraverso un complesso sistema di elementi di-versi. L’impaginazione, l’organizzazione del testo, le lettere, le illustra-zioni, la coperta erano importanti quanto il contenuto, spesso elaboratida differenti artigiani. Ogni elemento del libro antico era concepito peresaltarne l’aspetto di oggetto prezioso, capace di dispensare conoscen-ze e saperi, ma anche emozioni e bellezza. La direttrice della Bibliote-ca prof.ssa Teresa Legrottaglie, alla quale va il merito della pregevoleiniziativa, presentando la mostra ha dato voce ai testi quasi fossero ani-mati, immaginandoli personaggi che raccontavano la propria vita, unastoria antica di centinaia di anni, dapprima intensa di contatti frequenticon gli uomini, venuti progressivamente meno con il passare del tem-po, fino ad un inesorabile abbandono sui ripiani impolverati dello scaf-fale della libreria. Il recente restauro li ha riportati in vita, li ha fatti rina-scere con tutta la forza e la bellezza dei loro anni. Pagine iniziali arric-chite da stampe illustrate con figurazioni allegoriche, con ritratti incorni-ciati da elaborati motivi decorati, libri stampati in prestigiosi laboratoriolandesi, veneziani, napoletani, realizzati da personalità che intrattene-vano rapporti con pontefici e con regnanti di mezza Europa. Questo èquanto si può ammirare nelle vetrinette della mostra che raccoglie unaparte del materiale restaurato dal laboratorio di legatoria e di restauroCodex di Guagnano. Giuseppe De Filippo l’artefice e responsabile delrestauro, insieme a un gruppo di appassionati tirocinanti frequentanti il“Corso di assistente restauratore” (Olga Armenise, Carmela Benedetti,Adele De Dominicis, Carla de Maglio, Maria dell’Anna, Anna Rita Forte,

Anna Frarrampina, Anna Idone, Carmelo Lega,Anna Maria Marino, Maria Rosaria Nobile, Car-melo Pallara, Massimo Pallara, Salvatore Qua-gnano, Marco Toraldo) che hanno voluto soste-nere l’iniziativa realizzando gratuitamente il re-stauro del Salterio Romano del 1722 stampato aVenezia dalla tipografia Baglioni. De Filippo haesposto attraverso una serie di immagini le variefasi della delicata operazione di restituzione li-braria. Un vero e proprio intervento chirugicocompiuto con bisturi e con pinze, con tamponi eattraverso indagini diagnostiche. Spogliati dellecopertine logore per l’uso, i volumi sono stati sot-toposti ad analisi spettroscopiche per identificarela natura dei pigmenti e la presenza di materialeorganico. Alcuni test con il tampone per verificare la stabilità e la solu-bilità degli inchiostri hanno preceduto la fase di pulitura vera e propriadelle pagine, liberate dai pezzi di lino e di cotone, posti a completamen-to del testo mancante in precedenti risarcimenti conservativi. Le paginesono state controllate nella numerazio, ricomposte in fascicoli e definiti-vamente rilegate, rispettando il formato originale con coperte in pelle ri-finite, come nel Salterio Romano, da borchie angolari metalliche. Il sin-daco avv. Domenico Tanzarella ha concluso la presentazione plauden-do l’iniziativa della Biblioteca che rappresenta nella nostra città un luo-go di incontro e di confronto indispensabile per costruire quel processodi sviluppo duraturo e stabile che da sempre èaffidato alla cultura. Questa importante opera-zione di salvaguardia libraria si è giovata delsostegno e della spontanea generosità di pri-vati e di enti benemeriti che hanno aderito en-tusiasticamente all’invito della Biblioteca. Laprof.ssa Franca Tanzarella che ha destinato ilocali dell’esercizio ristorativo di masseria Re-frigerio per le manifestazioni finalizzate allaraccolta dei fondi per il restauro, la Banca diCredito Cooperativo di Ostuni, Lions Club diOstuni, la Confraternita di Santa Maria dellaStella, La Nostra Famiglia, Lo Scudo: il nostrogiornale si è occupato del restauro di una cin-quecentina (Repertorium, IV, Venezia, 1590)di argomento giuridico dell’avvocato Bertac-chini. Alcuni componenti dell’Associazione

Amici della Biblioteca hanno infine illustrato con chiarezza e con com-petenza la tipologia dei volumi esposti, il contenuto testuale, il luogo diedizione, il nome del possessore. La presentazione del volume che te-stimonia e documenta la storia della Biblioteca e il suo ricco patrimoniolibrario, preventivato per 300 pagine ma consegnato alle stampe forte di900 pagine, sarà presentato il 13 maggio p.v. presso la Biblioteca Co-munale di Ostuni. Un degno coronamento per l’impegno costante e perl’alacre attività di promozione culturale e intellettuale che Teresa Legrot-taglie e gli Amici della Biblioteca perseguono da tanti anni.

Mostra dei libri antichi della Biblioteca Diocesanadi Enza Aurisicchio

Ivolumi saranno presentati il prossimoLunedì 13 Maggio dal direttore della Bi-

blioteca Provinciale di Lecce, AlessandroLaportaIl prossimo Lunedì 13 Maggio, alle ore18.30, presso la Sala Consiliare del Co-mune di Ostuni (Br), nel Palazzo S. Fran-cesco, in piazza della Libertà, sarà pre-sentato il libro “La Biblioteca DiocesanaPubblica ‘R. Ferrigno’ di Ostuni e il suofondo antico”, stampato dalla Nuova GAsrl di Ostuni. Si tratta di un ampio lavoroin due tomi, curato dalle studiose localiMaria Grazia Barnaba, ostunese, e ElenaGallo, brindisina, da tempo impegnate inun’importante e lodevole attività di risco-perta e catalogazione di alcuni dei più si-gnificativi fondi bibliotecari salentini. Allaserata di presentazione interverrà il prof.Alessandro Laporta, Direttore della Biblioteca Provinciale“N. Bernardini” di Lecce. Questo lavoro ha avuto per og-getto proprio il Fondo Antico della Biblioteca ostunese, ov-vero i testi stampati tra il XVI e il XVIII secolo. Con gran-de accuratezza, le due studiose hanno proceduto innan-zitutto alla selezione dei volumi, in quanto questi non era-no materialmente raccolti in scaffali a sé; sono, quindi,passate alla compilazione del catalogo in ordine alfabeti-co per autore. Le schede sono state redatte secondo le“Regole Italiane di Catalogazione” relativamente all’areadell’intestazione, dove è stata conservata la forma latinaper gli autori vissuti prima del XIII secolo. Ogni volume è

stato contrassegnato da un numeroprogressivo di scheda con l’indicazio-ne dell’anno di stampa. In manieraestremamente accurata è stata ripor-tata la trascrizione facsimilare del fron-tespizio, per la quale si è rispettatatanto la disposizione dei righi sulla pa-gina, quanto il carattere adottato, dan-do conto anche della presenza di mar-che tipografiche, fregi e altri segni astampa. Un’attenzione particolare èstata, poi, riservata agli esemplari mu-tili di frontespizio: per questi, gli ele-menti identificativi sono stati ricavatidal corrispondente esemplare comple-to presente nel fondo o dai repertoribibliografici e dai cataloghi più accre-ditati, sia cartacei che “on-line”. Un la-voro, dunque, estremamente com-

plesso e certosino, che ha ridato nuova vita a questo im-portante fondo librario locale. Grazie all’opera di MariaGrazia Barnaba ed Elena Gallo, infatti, il Fondo Anticodella Biblioteca “R. Ferrigno” di Ostuni potrà essere cono-sciuto, consultato e apprezzato da storici, bibliofili e stu-diosi in genere. Particolarmente importante e significativa,infine, la circostanza che questo lavoro sia stato condottocon la passione e la professionalità di due studiose brin-disine, che, anche in quest’occasione, hanno voluto dedi-care la loro attenzione ad un fondo librario locale, conl’obiettivo di divulgarlo e valorizzarlo.

GABRIELE DE BLASI

L’ampio lavoro curato dalle studiose Maria Grazia Barnaba e Elena Gallo

UN LIBRO SULLA BIBLIOTECA DIOCESANA DIOSTUNI E IL SUO FONDO ANTICO

Passàte lu pertòne t’àcchje ‘nnànze nu sòrta de scàloneE dòppe n’ànda porta tràse jnda a nu càmmarone.Cùsse sìne ca ìte lu luèche adàtte pe l’èsposezìoneDe li lìbbrette ca ìm’accùnzate e de lù lìbbrone.

‘mbrìma na scupàta e na lavàta ‘ndèrra,e po putìme accumenzaje la uèrrape sestemà li tàvule, li sègge e la tacèrra,li bachèche e li pànne giàllu fine ‘ndèrra.

A dàje la tènda appènne e vo jèsse accunzata;a quaje pàre ca stè na làmpadìna fulmenàta,a cùre candòne na felìscena vo jèsse luàtae a mèzzadìa la sala stèje arregestràta.

Cùsse tavulìne i’ jerte, mettìme cùre vàsce.‘na me piàsce, pertàmule arrèta abbàsce,scìnne cùsse e ‘nghjana cùre pe fàrli pàre pàree po’ vetìme tòtta la sala cùmme pàre.

A sestemàje li libbre te vògghje acchiànne:qua lu peccìnne e a cùre càndone lu grànne;jnda a quà mettìme chìre de lu stess’ànne.

Chisse vòne bòne ma arrezzàme lu pànne.Mu scià mettìme lu nàstre abbàsce‘nnanze a lu scalòne cchiù vàsce.La fòrbece sctè prònda sòbba a la uandièra Mu scìa’ mangiame e ne vetìme stasèra.

ENRICO CIOLA

Lu lìbbre àndìchePer la riuscita della mostra del libro antico hanno lavorato in molti: uno dei collaboratori ha riassunto il tutto in que-sta briosa poesia dilettale che pubblichiamo

LLLL AAAAUUUURRRREEEEEEEEIl 13 aprile 2013, nell’Università degli Studi“Aldo Moro” di Bari, ha brillantemente con-seguito la Laurea Magistrale in Giurispru-denzaGIACOMO EUGENIO MARIA

MINDELLIdiscutendo la Tesi sperimentale in Diritto delLavoro: «Il potere disciplinare e gli Auto-ferrotranvieri».Giacomo è un serio e bravo giovane che, an-che per la sua non comune preparazione, hadato la disponibilità a far parte della Reda-zione de Lo Scudo per il quale, già da diver-so tempo, collabora pubblicando interessan-ti articoli su vari argomenti.Dalla Redazione e Amministrazione de «LoScudo» formuliamo vivissimi auguri per lasua carriera professionale stimolandolo adesser sempre più preparato, competente e se-

rio non solo nel suo futuro lavoro ma anchenella sua concezione di vita per un futurosempre più importante e più intraprendente.

* * *Il 23 aprile 2013 nella Facoltà di Agrariadell’Università Cattolica del Sacro Cuore diPiacenza, ha brillantemente conseguito conla votazione di 110/110 la Laurea Magistra-le in Scienze e Tecnologie Alimentari

DONATO MOROdiscutendo la tesi sperimentale dal titolo:«Valutazione della sicurezza alimentare edambientale degli alimenti: il caso acqua mi-nerale».Relatore: Chiar.mo Prof. Ettore CapriCongratulazioni al neo dottore vengono for-mulate da mamma Giovanna, papà Paolo edal fratello Francesco. Un augurio particola-re viene dai nonni Wilma e Beppe, dagli ziiConsiglia, Maria ed Alberto.

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22001133Chiesa

BENEDIZIONE DI FRUMENTO, FARINA E LEGUMI

“Chiedo o Signore, che tu benedica questo alimen-to e così come benedicesti i cinque pani nel deser-to (Mc 6,30-44; Lc 9,10-17; Gv 6.1-13) che dia be-nessere alla semina e ai corpi scampo contro le af-flizioni e tutte le insidie del Diavolo. Infatti io tuo sa-cerdote in tuo nome lo benedico, santifico ed esor-cizzo, così come Elia benedisse la farina nella gia-ra della vedova e fece cuocere il pane sotto la ce-nere1; così lo santifico e benedico in tuo nome e af-fido a te la protezione della creatura, affinché tu ac-colga e conceda che si sradichino dal suo corpo,ogni maleficio, incantesimo, vincolo, traccia e operadiabolica, e gli stessi Demoni; e ogni febbre, ed ogniinfermità. O Signore Gesù Cristo, tu che sei panenato in Betlemme, Pane di vita, Benedici e Santificaquesto alimento (N.). Infatti io per il tuo Santo nome,distruggo ogni maleficio. Ancoraper lo stesso Santo nome, o Si-gnore Gesù lo benedico e santi-fico; perché l’alimento benedet-to sia presso di te; affinché siestinguano i veleni, si vanifichi-no le cose nocive, si debellinole avversità, si distruggano imalefici, si mettano in fuga i De-moni da questa creatura (N.) eda tutte le creature. O San Mi-chele benedici questo alimentoper la tua santa misericordia. OSanta Maria santificalo: in modoche quanti si nutriranno di esso,ricavino la salute e la tua santabenedizione. O Santo PadreUbaldo, infondi in questo ali-mento la tua santa benedizione,affinché sia fuoco ardente con-tro i Demoni, e distrugga le fat-ture e ogni loro opera malefica.Ti chiediamo o Dio Santo Padreper amore del Figlio tuo e la vir-tù dello Spirito Santo che bene-dica, infiammi ed esorcizzi que-sto alimento, affinché quanti si nutriranno di esso elo gusteranno nel nome tuo e del diletto Figlio tuo edello Spirito Santo, siano esentati da tutte le operedi Satana.O Dio Santo Padre Onnipotente Eterno Dio, chie-diamo ed imploriamo di ottenere ciò nel tuo nome edel Figlio tuo diletto e dello Spirito Santo”.Nella Bibbia attraverso la benedizione si riconosceche il cibo che colma il bisogno umano è dono dioDio, che ne è il bene-factor. Dio benedice l’uomocreando i beni (benedizione discendente), l’uomobenedice Dio riconoscendo ui suoi bene come dono(benedizione ascendente).Per la Scuola Medica Salernitana, “i piselli e gli altrilegumi hanno un alto valore nutritivo anche perl’elevata presenza di proteine e sono valida alterna-tiva alla carne. Consigliati in medicina sotto forma dibrodi densi accompagnati da buon vino rosso.

BENEDIZIONE DEL VINO O DELL’ACETO DI VINO

“Esorcizzo te creatura del vino (o dell’aceto) nel no-me del Padre, Figlio e Spirito Santo, perché sia im-mune da ogni spirito immondo, in onore di SantaMaria, di Sant’Ubaldo; di modiche chi devotamenteti berrà e gusterà, non riceva da te gli spiriti immon-di con le loro fatture. Parimenti esorcizzo e benedi-co te creatura del vino nel nome di Gesù Cristo eSant’Ubaldo; affinché sia purgata da tutti i malefici.Degnati o Santo Padre Ubaldo, di benedire e santi-ficare questo vino per liberare e sanare le creature

di Dio da tutti i malefici dei demoni. O Signore Ge-sù Cristo, così come convertisti in Cana di Galilea(Gv 2.1-12) l’acqua in vino, così degnati di benedi-re, esorcizzare e santificare con la tua misericordiaquesto vino, perché costituisca rimedio efficacecontro tutti i poteri dei nostri nemici; ed ancora con-tro tutte le fatture che sono fatte e che si faranno; eche nessuno spirito malvagio di qualunque generepossa albergare in questa creatura del vino.Chiedo, Signore, per la tua santa Passione, e Cro-ce, che chi berrà di questo vino benedetto, sia puri-ficato dagli spiriti immondi e da ogni maleficio; chesia scacciata ogni forza diabolica e che prevalga latua potenza, Minore, grazie alle tue parole. O Si-gnore infondi la tua santa benedizione su questo vi-no affinché siano impedite le offese di Satana, ed iolo benedico e lo santifico nel nome santo tuo; affin-ché siano distrutte, annientate e annichilite le volpi

infernali di struggitrici insiemecon le loro opere, malefici e fat-ture, lasciando in pace questatua vigna. Vieni in soccorso per-ciò Signore, e benedici e santifi-ca questo vino affinché sia ali-mento di grazia, scienza, sa-pienza, ardore e amore per sa-nare le tue Creature; ristori ecorrobori quanti lo gustano e lobevono; rischiari l’intelletto; al-lieti il cuore: espella ogni doloree tristezza: distrugga e allontanitutti i malefici dalle tue Creature.Benedico questo vino e lo santi-fico, affinché sia come il nettareche Cristo da’ ai suoi devoti nelsuo spirituale convivio. Ora obuon Signore pronuncia la Pa-rola; benedici e santifica questovino. Infine lo benedico e perquesto santo vino distruggoogni maleficio, e metto in fuga, iDemoni per colui che lasciatosolo ha calcato la croce”.Il vino per gli ebrei è bevanda di

vita e di immortalità2. Per i musulmani è bevandadell’amore divino, simbolo di vita piena, della cono-scenza di Dio, dell’eternità. Nell’Antico Testamentoè simbolo di tutti i doni provenienti da Dio, bevandadella vita che sa donare consolazione e gioia e cu-rare la sofferenza. Perciò nei banchetti non potevamancare il calice di vino, sul quale si pronunciavauna preghiera di ringraziamento. Nel linguaggioprofetico il grappolo d’uva pigiato nel torchio, è sim-bolo di passione e la vendemmia è un cantico del-l’amore di Dio per il suo popolo.SCUOLA MEDICA SALERNITANA “In caso di carestia o in-digenza si potrà fare a meno di tutto, ma di 2 ali-menti no: pane e vino. I requisiti di un buon pane:gustoso, lievitato, ben cotto, privo di impurità, sano,né troppo fresco, ma nemmeno raffermo, occhiuto epoco salato. Il vino si riconosce dall’odore, sapore,limpidezza, colore. Requisiti: limpido, vecchio, sotti-le, maturo”. Dosato e rispettato il vino dispensa sa-pori unici, vigoria rigeneratrice, aromi assortiti, sen-tori inebrianti. Il rosso sussume ardore, sensualità,brace di tramonti assolati; il bianco trasparenza diprofondità lusingatrici, chiarità di sensazioni, ine-brianze pervasive.1 Antico Testamento. 1Re, 17,1-16, Episodio della Vedovadi Zarepta, località controllata dalla città-stato di Sidone,attuale Sarafand, 15 km a sud di Sidone.2 Nel tempio di Gerusalemme il vino era versato sull’alta-re insieme ai sacrifici. Oggi è usato per salutare l’inizio e lafine del sabato ed è parte essenziale della Pasqua e del ri-to della circoncisione.

Il rituale delle benedizioni e la religiosità popolare (5ª parte)

di Dino Ciccarese

ELETTO IL NUOVO CONSIGLIO

DELLA CONFRATERNITA DELLA STELLA

Il20 gennaio 2013 nella Chiesa di Santa Maria della Stella, nelCentro Storico di Ostuni, si sono svolte le elezioni, secondo le

norme vigenti dello Statuto Diocesano delle Confraternite, per la no-mina del nuovo Consiglio di Amministrazione per il triennio2013/2016.L’Arcivescovo di Brindisi Ostuni, Mons. Domenico Caliandro, rite-nendo validi i risultati delle stesse e ascoltato il parere del DelegatoArcivescovile per le Confraternite, insieme al Cancelliere Arcivesco-vile Mons. Massimo Alemanno ha nominato Priore della Confraterni-ta di Santa Maria della Stella la Signora Michela FARINA che è risul-tata la prima eletta e componenti del Consiglio di Amministrazione isignori Luigi Ungaro, Pietro Saponaro, Maria Milone e Mario Panta-leo ed ha formulato al nuovo Consiglio ed all’intera Confraternita vi-vissimi auguri per un fecondo cammino cristiano.In una riunione successiva il nuovo Consiglio Direttivo ha nominatoSegretario Gianfranco Frascaro e Tesoriere Margherita Pellegrino.

PARROCCHIA SANTA MARIA MADRE DELLA CHIESA IN OSTUNII FIDANZATI SI PREPARANO A

CELEBRARE IL LORO MATRIMONIOTra mille pensieri, stress, adempimenti e impegni più o meno piacevoli che la preparazione al matrimo-

nio comporta, si inserisce anche un altro tassello…il corso prematrimoniale. Allora sorge l’interrogati-vo: ma in cosa consiste questo corso? Come si svolgerà e chi parteciperà? Qualcuno potrebbe pensare aqualcosa di noioso per poi, come noi, piacevolmente ricredersi. Per circa due mesi, in otto incontri, si sono alternati specialisti come l’avvocato dott.ssa Annarita Marzio, lapsicologa dott.ssa Consiglia Cardone, la mediatrice familiare dott.ssa Rosaria Leone, il ginecologo dott.Enrico Marseglia, ma anche la coppia Giovanna e Mario Pantaleo con alle spalle un solido matrimonio edon Giuseppe Satriano, coordinati dal parroco don Lillino Ciraci e Maria Morelli dell’Associazione “La Mis-sione”. Tutti hanno messo a disposizione la loro professionalità ed esperienza per trattare fondamentaliaspetti che ruotano attorno alla vita matrimoniale. Amore, confronto, ascolto, complicità, sintonia, dialogo, rispetto per se stessi e rispetto per gli altri sonostati alcuni dei temi affrontati durante gli incontri. Ogni appuntamento è stato sempre un momento di rifles-sione e confronto sia con le altre coppie che con il proprio partner, aprendo la mente e lo spirito a nuovi edifferenti modi di affrontare le situazioni che la vita ci riserva. Il corso si rivela uno strumento utile che per-mette in primis di ritrovare se stessi nel mondo che ci circonda e che quotidianamente ci trascina, fugace-mente lontano, da quei principi e valori che Dio ci ha voluto trasmettere; consente di mettere in discussio-ne il proprio “io” affinché ci si possa relazionare al meglio non solo con il proprio partner ma anche con co-loro che ci sono sempre accanto; fa accrescere la consapevolezza e la responsabilità della scelta che sista compiendo e sul ruolo fondamentale di Dio in questa nostra unione.A completare l’esperienza intrapresa è stata la presentazione delle coppie alla comunità parrocchiale inuna solare messa domenicale nel cui vangelo Gesù chiedeva: “Simone, mi ami?” la stessa domanda, an-che noi, non dobbiamo mai smettere ed aver voglia di chiedere poiché rappresenta una conferma che dob-biamo dare ed avere continuamente. Amare smisuratamente e senza limiti, donare noi stessi all’altro sen-za perder di vista chi siamo e come siamo permetterà all’io ed all’altro di incontrarsi e guardare insiemenella stessa direzione.In conclusione, pensiamo che questo corso possa arricchire, rafforzare e fortificare non solo le coppie chesi preparano al matrimonio ma anche coloro che sono già in “cammino”!

ARCANGELO FATTORE e TINA GRAVINO

Spettacolo su S. Francesco e S. Chiara

Il29 aprile, presso la Parrocchia S. Maria Madre della Chiesa, i ragazzi di quinta elementare con alcunibambini delle altri classi hanno messo in scena il Musical "L'amore...quello vero!". Una proposta teatra-

le per conoscere e soprattutto amare la figura di San Franceso d'Assisi e quella di Santa Chiara. Due per-sonaggi la cui dolcezza, umiltà, forza d'animo, grandezza interiore sono sopravvissuti e sopravviverannoal tempo, alle culture, alle mode. La narrazione ambientata nell'Assisi del 1200, ha privilegiato un generebrillante, affinche lo spettacolo risultasse piacevole e a tratti anche divertente. I personaggi sono stati: Fran-cesco, Chiara, le comari, Pietro di Bernardone, Madonna Pica, Agnese, il Vescovo gli abitanti di Assisi, ungruppo di uccellini, i fraticelli, il lupo, alcuni abitanti di Gubbio, un gruppo di clarisse, San Giuseppe, la Ma-donna e il Bambinello più il coro. Lo spettacolo si è svolto sul presbiterio, la scenografia è stata semplice edessenziale, l'impianto audio utilizzato è stato quello della parrocchia. La collaborazione con i genitori deibambini, la condivisione di un progetto che vedeva i ragazzi partecipi e interessati ha reso tutto il percorsodi preparazione ricco di momenti particolarmente importanti per la crescita spirituale e sociale di ogni ragaz-zo e di ogni adulto. Lo spettacolo è stato sicuramente emozionante, gli applausi che spesso hanno accom-pagnato la recitazione erano la testimonianza del livello di gradimento degli spettatori specialmente quandonel momento finale i ragazzi hanno cantato guidati dalla solista del coro parrocchiale: "Fratello Sole SorellaLuna". Ma la testimonianza più grande e autentica è stata quella di un ragazzo del gruppo teatrale che hadetto: “Non avevamo un palco, non avevamo dei microfoni costosi, non avevamo vestiti speciali, ma aveva-mo la cosa più bella, recitando vicino al tabernacolo sul presbiterio avevamo con noi Gesù”.

ANNA SORANNO

INIZIATIVE DELLE ACLI DI OSTUNIL’Associazione del Circolo ACLI di Ostuni e la Parrocchia di Santa Maria degli Angeli (Cappuccini) or-

ganizzano per domenica 9 giugno 2013 la “Giornata del rinnovo delle Promesse Matrimoniali” rivol-ta alle coppie appartenenti alla Comunità Parrocchiale dei Cappuccini che hanno raggiunto o che rag-giungeranno il 25° o il 50° anniversario di matrimonio nell’anno 2013 e che intendono riaffermare davan-ti a Dio il valore e la solidità di un legame profondo che li ha riuniti in un progetto di vita. Il rito religiosodella Santa Messa sarà celebrato alle 10 e nel corso della celebrazione saranno consegnati degli atte-stati. Al termine del rito religioso della Santa Messa gli sposi, con amici e parenti, saranno festeggiati nelsalone della chiesa.Gli interessati dovranno far pervenire le proprie adesioni entro il 30 maggio 2013 con-tattando direttamente la Parrocchia e per essa il Parroco don Domenico Melpignano o il Circolo ACLI.

L'opportunità offerta dalle ACLI il 9 maggio 2013 con un focus sul Consultorio di Ostuni è stata davve-ro ghiotta per conoscere la vocazione di prevenzione che riveste questa struttura. Infatti, il consulto-

rio è un posto aperto e rivolto all'estemo; ora, più che mai, deve essere in grado di guardarsi attorno perintercettare e rispondere ai bisogni di salute, di capire i cambiamenti della società per poi decidere qua-li interventi fare e come. Inoltre, gli operatori non sono solo specialisti di qualcosa (ginecologo, psicoio-ga, assistente sociale, ostetrica), ma figure in grado di agire in sinergia, consentendo alle donne ed allecoppie di prendere coscienza della necessità di tutelare la propria salute, sia per prevenire le interruzio-ni volontarie di gravidanze, che per controllare lo stato di benignità delle cellule della cervice uterina tra-mite il Pap-test. Infatti, il 90% dei tumori a carico del collo dell'utero, sono dovuti all'HPV; con lo scree-ning effettuato nei consultori italiani, si riesce ad individuare l'eventuale presenza di cellule "anomale" in-teressate dal virus, approfondendo, poi, con esami mirati, scongiurando per tempo possibili evoluzioniinfauste. Per raggiungere il più alto grado di coinvolgimento delle ragazze e donne da sottoporre ad in-formazioni preventive oltre che allo screening per il tumore del collo dell'utero, nel consultorio di Ostuni,sono state messe a punto dall'intera equipe delle strategie innovative che coinvolgono direttamente gliadolescenti in età scolare superiore. Si adotta, infatti, la tecnica informativa della Peer Education, se-guendo un progetto ministeriale; si attua così l'educazione tra pari, formando i ragazzi in modo orizzon-tale per non "subire" supinamente l'informazione su tematiche sensibili come: le malattie sessualmentetrasmesse e/o i metodi contraccettivi. Una volta ultimata la formazione i “peers”, divulgheranno presso iloro "pari" ciò che hanno appreso dall'equipe consultoriale. Ad Ostuni si è al secondo anno di questaesperienza tanto che alla fine del primo anno del progetto , il Ministero della salute ha inviato al consul-torio della città bianca, dei fondi prontamente investiti dall'equipe nella dotazione di un fornitissimo Spa-zio giovani, a disposizione dell'utenza adolescente.

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22001133RICORDI

Franco Valente con il suo infinitoamore per la moglieIMMACOLATA (Tina)

SARTOREdeceduta il 18giugno 2012,continua a ri-cordarla conimmensa tri-stezza. “…ogni seraguardo le stel-le nel cielo epenso al tuomirabile viso.…ogni voltache sento una musica che a te piace-va, sento la tua voce.…gli anni che abbiamo trascorso in-sieme, sono stati anni paradisiaci.…ora solo sono sprofondato nell’in-ferno a causa di quel crudele destinoche ti ha portata via da me che tantoti amavo”.

Dichiarazione d’amoreRicordo: era una sera d’estate;incontrai io tuo sguardo.Tacitamente ti comunicai,che non ti avrei lasciata mai.Volli farti una carezzaE tu, con tutta la tua dolcezza,mi dicesti: “Si ti amo anch’io”.L’unico ricordo che mi è rimasto:il tuo sguardo con il tuo grande amoreche nutrivi per me.“Tina” per me eri tutto: la gioia, la vita, la luce che illuminavail cammino della mia esistenza.Ora ti ho persa, non ti ho più“Amore mio”.Nel mio cuore sei rimasta come una stellaChe illumina il camminoE il mio pensiero è quello di continuareAd esternarti questi sentimentiD’amore che nutro per te “AMORE!”.

Tuo Franco

30 luglio 1927 27 aprile 2013«L’assenza non è assenza, abbiate fede,

colei che non vedete è con voi»A Roma, dove risiedeva, è venuta a mancare all’af-fetto dei suoi cariANGELA MARIA MARSEGLIA

vedova CavalloNe danno il triste annuncio Maria e Giovanni Ca-vallo, le nipoti Francesca, Silvia e Chiara Cavallo ei nipoti Giovanni, Mario e Angela Bagnulo.In suo suffragio verrà celebrata una S. Messa, in Ostuni, nella Chiesa di San-ta Maria Madre della Chiesa, alle ore 19 di mercoledì 22 maggio 2013, festadi Santa Rita.

22 maggio 200322 maggio 2013

Ricorre il decimo anniver-sario della scomparsa del

Prof. GIULIO SOZZI

In ricordo di un Padre af-fettuoso, nonno amorevo-le, onesto lavoratore, esempio di lealtà e moralità.

I tuoi cari

28.4.1938 1.6.2012FILOMENA NAPOLITANO

Cara mamma,è passato già un anno dal giorno in cui ci hai lasciato. Sai, non avrei maiimmaginato di scrivere queste parole per te. Hai affrontato la malattiache ti ha portato via da noi tutti con serenità e rassegnazione, donando-ci un esempio di fede incrollabile che ti ha accompagnata fino all’ultimorespiro.Sei stata una moglie, una madre ed una nonna esemplare ed è per questoche ti abbiamo voluto bene e te ne vorremo per sempre. Non Ti dimen-ticheremo mai, sei e sarai sempre nei nostri pensieri e continuerai a vi-vere nei nostri cuori, in quello di tuo marito ed in particolare in quello del tuo nipotino Manuel cheper soli pochi mesi non sei riuscita a conoscere, ma su cui sappiamo che vegli dall’alto dei cieli.Sei stata la colonna portante della nostra famiglia e ringraziamo il Signore di averci donato un An-gelo come Te qui sulla terra che ora, invece, ci protegge dal Paradiso.

I tuoi cari

8 maggio 2008 8 maggio 2013In ricorrenza del 5° anniversario dellascomparsa di

CARMELO PACIFICOla moglie Lu-crezia, i figlied i nipoti loricordano conimmutato af-fetto a parentied amici. Malgrado glianni passinovelocemente illoro pensiero èrivolto semprea Te perché non si può dimenticare coluiche ha sempre avuto un grande affettoper la propria famiglia ed una grande ge-nerosità che donava a tutti coloro che glistavano vicino. Tra l’altro tutti ricordanola Tua onestà e laboriosità e che hai ama-to il lavoro così come non tralasciavi laTua devozione verso la Fede.

2 giugno 2002 2 giugno 2013RICCARDO APRILE

Un dolce ricordo conservo nelmio cuore: la tua incessante atti-vità iniziava al mattino prestoquando ti avviavi in campagnaalla quale dedicavi attenzione ecura. Con gioia ci portavi i frut-ti del tuo lavoro o anche un sem-plice fiore. Per te era tutto nor-male, per noi erano gesti straor-dinari del tuo grande amore.

Con affetto Natalia

22 maggio 2012 22 maggio 2013È passato un anno dalla Tua salita al cielo an-che se continui ad essere sempre presente inmezzo a noi.

Dott. GINO MILONEIl Tuo affetto, i Tuoisaggi consigli e leTue premurose rac-comandazioni ci ac-compagnano ancoranel nostro camminoterreno. Il nostroamore verso di Te èsempre immenso edinesauribile. Grazieper l’affetto che cihai dato.Tua moglie Antonietta, i cari figli Adele, Ma-rilena, Angela, Domenico e Guido; i generi,la nuora e gli adorati nipotini, ti ricordano aparenti ed amici con una S. Messa che verràcelebrata giovedì 23 maggio 2013, alle ore19,00, nella Chiesa di San Luigi G.

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Nel panorama scientifico attuale l’embrioneumano è oggetto e quasi mai soggetto nella ri-

cerca e nella sperimentazione. Le tecniche di fe-condazione artificiale , le ricerche sulle cellule sta-minali embrionali, la clonazione pongono interro-gativi non facili da risolvere, se non si chiarisce be-ne: Chi è l’embrione umano precoce? E’ lui il “segno di contraddizione” (J. Lejeune”)Quando e come ha inizio la vita di un essere uma-no quale siamo noi?La questione è oggi molto dibattuta, non tanto per

il suo intrinseco interesse teorico, ma piuttosto, perle implicazioni pratiche che ne deriverebbero circail rispetto dovuto all’embrione e al feto umano e inmerito alla loro tutela giuridica. La domanda ontologica suppone dunque l’interes-se pratico per un’altra domanda, quella etica: Chetipo di rispetto - o, meglio, che cura, che amore,che accoglienza - dobbiamo avere nei confrontidell’embrione e del feto umano? Nella pratica isoggetti coinvolti da questa seconda questionesono diversi: la coppia generatrice, la gestante inparticolare, i medici ed il personale ostetrico; inol-tre, da alcuni anni,anche i medici e i biologi impe-gnati nelle tecniche di procreazione assistita ed i ri-cercatori che svolgono indagini sulla fertilizzazionee lo sviluppo umano prenatale ed infine anche il le-gislatore sanitario . Troppi ” interessi” ruotano in-torno all’embrione umano precoce.Ed ecco presentarsi i nemici giganti dell’embrio-ne: il riduzionismo, il relativismo, l’utilitarismo, ilsoggettivismo , che forti dell’aria di fiction e di vir-

tuale che si respira oggi propongono le domande:Qual è la verità? Qual è il bene? Se mancano ivalori etici di riferimento è facile scivolare in unasorta di torre di Babele interiore delle opinioni; nonsi percepiscono più la diversità e la gravità dellescelte umane ed il confine tra il bene ed il malediventa sempre più sfumato. Una decrescentescala dei grigi socio-culturale porta a definire dirit-to la soppressione di un essere umano debole edindifeso. Si impone perciò la domanda: L’embrione umanoè uno di noi? La risposta è inevitabile: l’embrio-ne umano è un essere umano a tutti gli effetti.E’ la stessa scienza moderna che ha scoperto ciòche prima era ignoto: il meraviglioso processodella fecondazione e dello sviluppo dell’embrioneumano precoce; una meraviglia ai nostri occhi. Lo zigote o embrione unicellulare rappresenta neltempo e nello spazio il punto esatto dove un indivi-duo umano inizia il suo ciclo vitale.Il processo di sviluppo inizia nella forma di rapidosuccedersi di cariocinesi mitotiche e segmentazio-ni cellulari e prosegue poi nelle modalità dellacompattazione, della cavitazione, della differenzia-zione delle linee cellulari embrioblastica e trofobla-stica, e della formazione dei tre foglietti cellulari daiquali si svolgeranno l’istogenesi e la morfogenesiche conducono, entro l’8ª e 9ª settimana, alla com-pleta definizione delle strutture somatiche fonda-mentali del feto. Tale processo prende avvio, senza soluzione dicontinuità, dalla fertilizzazione (singamia), e non

subisce - se non intervengono fattori negativi - al-cun arresto lungo tutta la fase che precede, ac-compagna e segue l’impianto dell’embrione nell’utero materno. Questo processo complesso, continuo, altamentecoordinato e ordinato teleologicamente alla forma-zione di un individuo adulto è frutto della gradua-le attivazione genetica del nuovo corredo cro-mosomico diploide. Indicato con il termine «svi-luppo» o «epigenesi», esso prevede la progressi-va, graduale e completa espressione del pianomorfofunzionale organismico già tutto “contenuto”(nel senso “informazionale” e non “materiale” o“preformistico” del termine) nel patrimonio geneti-co costituitosi con la singamia.Solo un cumulo di cellule? No, un reale individuoumano in sviluppo, individuo che ha la stessa di-gnità e gli stessi diritti fondamentali di ogni essereumano, tra cui il primo è il diritto alla vita. Ma è unapersona?L ‘essere attua la sua essenza nel tempo con il di-venire. Non abbiamo alcuna difficoltà oggi ad af-fermare che l’embrione è istantaneamente e simul-taneamente un individuo biologico e un individuometafisico, e che l’inizio nel tempo di un individuobiologico (organismo) coincide con l’inizio dell’indi-viduo metafisico (persona).L’Embrione ha dei diritti? Ha una sua dignità? Di-gnità e diritti sono indipendenti dalla età biologi-ca e da qualsiasi altra condizione biologicamente opsicologicamente limitanti.“La vita è un dono che ciascuno di noi eredita daun padre ed una madre. Spegnerla per qualsiasimotivo, a qualsiasi momento, è usurpare quell’ere-dità all’essere che l’ha avuta. Ci dovremmo forsechiedere: Se mi avessero usurpato la mia vita co-sa dovrei dire?” (P. Angelo Serra: L’ Uomo-embrio-ne Il grande misconosciuto, Cantagalli, 2003)

UNO DI NOIProsegue in tutta l’Unione Europea la raccolta di firme per la petizione “Uno di noi” volta a far riconosce-re i diritti del concepito come persona. Il 12 maggio sono state mobilitate tutte le parrocchie, ma si puòancora firmare sui siti oneforus.eu e firmaunodinoi.it. il 18 aprile scorso l’infaticabaile fondatore del Mo-vimento per la Vita e del Centro di aiuto alla vita di Ostuni, Dino Montanaro, ha organzzato un affollatoconvegno sul tema. Pubblichiamo un significativo contributo della genetista ostunese Grazia Bellanovarelatrice del convegno.

Premio Studio “Avv. Pietro Colucci”Lamemoria del giovane e stimato avvocato ostunese Pietro Colucci è sostenuta, oltre che dal ricordo dei suoi famiglia-

ri ed amici, da una meritoria iniziativa universitaria: si è svolta presso il Dipartimento di Medicina Interna ed Oncolo-gia Clinica del Policlinico di Bari la cerimonia di consegna dei Premi di Studio “Avv. Pietro Colucci” per le due migliori tesidi Specializzazione in Oncologia nell’anno accademico 2010-2011.Dopo l’intervento del Prof. Franco Dammacco, già Ordinario di Medicina Interna presso l’Università di Bari, che ha illustra-to le finalità del premio e le motivazioni per cui, su richiesta della famiglia, è stato istituito, ha preso la parola il Prof. Fran-co Silvestris, Direttore della Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica e Presidente della Commissione che ha asse-gnato i premi.Dopo aver illustrato i criteri adottati per l’esame delle varie tesi pervenute a seguito di regolare bando, ha invitato i due gio-vani medici vincitori ad illustrare il contenuto delle loro tesi di Specializzazione.La dott.ssa Vincenza Conteduca ha relazionato su: “Premalignant disorders of the gastrointestinal tract and their potentialmalignant evolution”. Il dott. Vito Longo ha relazionato su: “Tumori di origine sconosciuta”.Il dottore Giuseppe Colucci ha consegnato i due premi di studio ai due medici specialisti in Oncologia e ricercatori presso lo stesso Dipartimento di Oncolo-gia della Università di Bari invitandoli a proseguire nella ricerca per cercare di trovare nuovi traguardi nella cura delle malattie neoplastiche e ha ringraziatotutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questi due premi di studio dedicati alla memoria del figlio avvocato Pietro e tutti gli intervenuti alla ce-rimonia.

12 maggio 2003 12 maggio 2013«Sono giunte le nozze dell’Agnello;

la sua sposa è pronta». (Ap. 19)Ricorre il 10° anniversario delladolorosa scomparsa di

CRISTINAMELPIGNANO

vedova RizzoNel Cielo, dove vivi la tua felicità, sei come una sposa alcospetto dell’Agnello che dieci anni fa ti ha attirata a luiper farti gioire del suo amore infinito.Ti preghiamo, ricordati di noi e che la tua bontà ci inebri deltuo amore; il tuo sguardo ci illumini, specialmente in dife-sa e con smisurata dolcezza, sulla strada di Pietro ed Edo-ardo nati sei mesi fa, troppo tardi per poterti conoscere.Con infinito affetto vivi nei cuori dei tuoi figli Carmela,Luca, Tonino con Caterina ed i figli Cristina e Giuseppe,Domenico con Monica ed i gemellini Pietro ed Edoardo.

6 giugno 2005 6 giugno 2013Ricorre l’8° anniversario della dolo-rosa scomparsa diFELICE GHIONDA

sartoIl tuo lavoro preciso, paziente emeticoloso veniva apprezzato estimato dai clienti che riconosceva-no in Te un uomo serio, operoso e ri-spettoso dell’amicizia e del rigore mo-rale; ancora il Tuo ricordo è vivo e since-ro tra coloro che Ti hanno conosciuto e frequentato.La moglie Giovanna, il figlio Gianni, la nuora Antonella,il nipotino Simone lo ricordano a parenti ed amici con unaSanta Messa che sarà celebrata nella Chiesa Parrocchia-le di San Luigi G. giovedì 6 giugno 2013, alle ore 19,00.

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NNNNOOOOZZZZZZZZEEEE DDDD’’’’OOOORRRROOOOGiovedì 21 marzo 2013 nel corsodella Santa Messa celebrata dal Par-roco Padre Derek Misquita, nellaChiesa di Sant’Antonio da Padova,hanno ricordato la ricorrenza del loro50° anno di matrimonioANGELO LACORTE e CARMELA SUMA

Si sono stretti affettuosamente intor-no agli sposi i figli, nipoti, fratelli eparenti che, amorevolmente, hannosottolineato che Angelo e Carmela costituiscono un grande esempio di amore coniugale,unità, fedeltà e generosità, auspicando che la loro esperienza di vita possa rappresentare unaparte fondante della loro vita.Ed è proprio con questo spirito di amore e di fede che gli sposi hanno voluto condividere laricorrenza con tutti i loro cari, con la speranza di prolungare nel tempo la loro gioia e di vi-vere giorni di prosperità e felicità, fino a quando il Signore lo vorrà.

Domenica 28 aprile 2013, nellaChiesa di Santa Maria Madre dellaChiesa, nel corso della CelebrazioneEucaristica presieduta dal Parrocodon Angelo Ciraci, circondati dai fa-migliari, parenti e da numerosi ami-ci, hanno festeggiato il loro Cin-quantesimo anno di matrimonio i co-niugiGIOVANNI SPENNATI

e GRAZIA ROMADurante la Santa Messa è stato ricor-dato il percorso di vita degli sposi,caratterizzato dalle inevitabili gioie e dolori superati grazie alla fedeltà, virtù e tenacia ver-so i precetti del Vangelo e le attenzioni alla Sacra Famiglia.La cognata Teresa Legrottaglie nel ricordare che 50 anni fa è stata lei l’artefice della feliceunione di Giovanni e Grazia, ora desidera attestare la sua profonda ed immensa stima, au-gurando vivissime felicitazioni e affidandoli al Signore perché li conservi a lungo e conamore.

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CRONACABREVE

Riservato agli abbonatiInformativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs.196/2003 e dell’art. 10 Legge31.12.1996, n. 675.Informiamo gli abbonati che i dati ana-grafici, a noi conferiti per la gestionedel rapporto contrattuale d’abbonamen-to al nostro periodico, non saranno og-getto di diffusione a terzi, senza il con-senso degli interessati.

Ilconsorzio del Villaggio Rosa Marina ha un nuovoconsiglio di amministrazione. e’ stata eletta Presi-

dente la docente universitaria, di origini ostunesi,Marina Calamo Specchia, che ha ricevuto 300 pre-ferenze. Il presidente uscente, l’avv. Salvatore Tar-taro ha ottenuto 287 voti. La nuova amministrazionesarà in carica per i prossimi tre anni, e in questigiorni sta effettuando un duro lavoro per prepararela prossima stagione estiva.

* * *

Con decreto n 13602 del 29 aprile scorso, il Sin-daco di Ostuni, Domenico Tanzarella, ha nomi-

nato i nuovi componenti del Nucleo di valutazionedelle performance. Presidente è Giuseppe Macchi-tella mentre componenti sono il Paolo Papapietro eMarilisa Pecere. I componenti del Nucleo di valuta-zione, in maniera più incisiva, collaborano con gli or-gani di governo e di gestione nonché con gli altri or-gani di controllo interno e di revisione dei conti al fi-ne di contribuire al miglioramento della qualità del-l’attività e dei risultati dell’Amministrazione.

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Danni economici agli operatori commerciali e turi-stico-alberghieri a Camerini e Fontanelle, sulla

costa marina di Villanova, a causa di un ponte sullalama di Mangiamuso che da dicembre scorso adoggi, ancora non è stato completato da parte di unaimpresa incaricata dal Consorzio dell’Arneo.

* * *

Protestano coloro che vivono in quelle case (co-stretti a fare un lungo giro dalla complanare del-

la 379) così come gli operatori del Faro, Barbara, gliArchi, Fontanelle, ristorante Holiday, Bar del Sole,penalizzati dal fatto che via Consolato Veneziano ri-mane interrotta e che l’opera sarà consegnata e ria-perta il 26 giugno. Sulla questione è intervenuto an-che il sindaco di Ostuni Domenico Tanzarella.

* * *

Panico nei pressi di Torre Pozzelle per un rappre-sentante tarantino di bigiotteria di oro e argento.

L’agente di commercio, di 50 anni, fermo in unapiazzola di sosta, è stato raggiunto da due rapinato-ri, minacciato e costretto a consegnare un borsonecontenente con oltre 25 mila euro di gioielli. I duebanditi subito dopo la rapina hanno fatto perdere leproprie tracce continuando sulla 379 in direzionenord. Sul caso indagano gli agenti del Commissaria-to di Ostuni. Arrestati dai poliziotti, invece, i due gio-vani pregiudicati Cosimo S. e Fausto V., accusati di

aver rapinato e picchiato nella sua bottega del Cen-tro storico l'artigiano Giuseppe Roma, noto per isuoi cucchiai in legno.

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Tragico incidente sulla Ostuni-Francavilla: esitofatale per l'83enne Eugenio Apruzzi, sbalzato

fuori dalla sua Ape per il violentissimo urto conun'auto.

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Sono Ivan Di Mario della Polisportiva Molise (MM35 in 1h 09’ 46”) in campo maschile e Palma De

Leo della G.S. Lammari Lucca (MF 35 in 1h 24’ 39”)in campo femminile i vincitori del Campionato italia-no master di mezza maratona valevole disputato inOstuni. Circa 3000 atleti hanno partecipato all’even-to organizzato dalla società dell’”Atletica Città Bian-ca” con l’ausilio del comitato regionale Fidal e con ipatrocini del Comune di Ostuni e della Regione. In-dispensabile il lavoro di oltre 90 uomini delle Forzedell’ordine di tutte le armi (diretti dal dott. FrancescoAngiuli) ma anche con i Vigili urbani di Ostuni, S. Mi-chele e Ceglie, e 30 uomini della protezione civile etutto il personale degli istituti di vigilanza notturna.Centinaia i volontari che hanno permesso la buonariuscita della manifestazione sportiva. Madrina del-l’iniziativa la cantante ed atleta paraolimpica Annali-sa Minetti.

Notizie flash di Danilo Santoro

Mensile Cattolico d'InformazioneAnno XCI - Numero 5 - MAGGIO 2013

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Direttore Responsabile: Ferdinando SallustioRedazione

Enza Aurisicchio - Gianfranco Ciola - Domenico ColucciPaola Lisimberti - Giacomo Mindelli

Gianmichele Pavone - Alfredo Tanzarella jr.

Hanno collaborato a questo numero:Giorgio Campanini - Dino Ciccarese - Nello Ciraci

Gabriele De Blasi - Francesca EpifaniArcangelo Fattore - Giovanni Francioso - Tina GravinoTonino La Centra - Teresa Lococciolo - Sandro Massari

Domenico Moro - Giovanna NacciMaria Concetta Nacci - Danilo Santoro

Rosario Santoro - Renato Sgura - Anna Soranno Franco Sponziello - Giovanna Turco

Direttore Amministrativo: Armando Saponaro

Foto della testata:Fotolandia di Giuseppe Cisaria - Ostuni

Impaginazione: Roberta Iaia

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OSTUNI CALCIO di Tonino La Centra

Con la vittoria ottenuta nell’ultima gara dellastagione regolare contro un indomito Gae-

ta, l’Assi Ostuni ha staccato il biglietto per l’ulti-mo posto disponibile per aggiungersi alle giàdesignate sette sorelle per la disputa dei playoff: uno storico traguardo quello raggiunto daMorena e compagni, dopo che ha la formazionegialloblu ha dovuto arrampicarsi sugli specchiper i tanti problemi che hanno caratterizzatouna stagione iniziata con grandi proclami, mache strada facendo ha dovuto rivedere i pro-grammi di un pronto riscatto dopo che la FIPaveva retrocesso la squadra della città biancadalla Lega Due al campionato di DnB.Con un roster ridimensionato nella prima garadei quarti di finale play off l’Assi Ostuni ha do-vuto affrontare la corazzata Madogas NaturalBNB, una squadra che durante la stagione re-golare ha messo insieme venticinque vittorie sutrenta (le prime 18 consecutive) un primato inclassifica mai messo in discussione dando lachiara impressione agli addetti ai lavori di esse-re una corazzata costruita solo per vincere, unasquadra completa in ogni reparto tanto da in-cassare solo 1949 punti risultando la miglior di-fesa del campionato.Gara uno si giocava al Pala Colombo di Ruvo,una partita sulla carta a senso unico dove la for-mazione di coach Cadeo si è dimostrata troppoforte per i gialloblu. Il divario finale di 29 puntiforse ha penalizzato severamente Morena ecompagni che hanno lottato per tre quarti di ga-ra senza mai cedere l’onore delle armi, dimo-strando di essere desiderosi e vogliosi di ben fi-gurare al cospetto della formazione barese; l’ul-timo quarto purtroppo è stato un autentico blac-kout per i gialloblu che puniti anche da decisio-

ni arbitrali abbastanza dubbie ha regalato allaMadogas Natural BNB il parziale decisivo che inun solo minuto si è trovata avanti di 18 lunghez-ze chiudendo definitivamente il match raggiun-gendo il + 29 nel finale di gioco con i giallobluche forse pensavano già a gara due da giocar-si al Pala Gentile della città bianca.Certamente giocarsela si può, a patto che lasquadra ritrovi le giuste motivazioni per l’impor-tanza della posta in palio e coach Romano tro-vi le giuste contromisure, dato che la gara unoha permesso ai gialloblu di mettere a referto so-lo 45 punti; naturalmente ci vuole tutto il soste-gno di una tifoseria che ormai latita dal Pala-sport ostunese che ha perso tutto l’interesseverso questa squadra e questi colori ed è unlontano ricordo quando il Pala Gentile superavale 2000 unità di presenza sulle gradinate ren-dendolo un fortino inespugnabile per ogni squa-dra che scendeva sul nostro rettangolo di gioco.Non tutte le colpe comunque sono da addossa-re alla tifoseria che trovandosi di fronte ad unasocietà che ha deluso le aspettative della piaz-za ha preferito rivolgere i propri interessi sporti-vi verso altri orizzonti. In attesa di sapere laprossima stagione quali saranno i programmidella società gialloblu, se saranno ancora ridi-mensionati o se si cercherà di riportare il mon-do della palla a spicchi della città bianca nell’élite del basket che conta con le varie rivoluzio-ni che nella prossima stagione subiranno i cam-pionati. Ormai il sipario sta calando sulla stagio-ne 2012-13, quindi è già tempo di sedersi e pro-grammare il futuro, capire e dare risposte aduna piazza innamorata di questo sport ma in cuil’incertezza ha provocato l’allontanamento ed ildisinteresse. Ai posteri l’ardua sentenza.

ASSI OSTUNI: RAGGIUNTO IL TRAGUARDO PLAY-OFF

di Domenico MoroCome avevamo pronosti-cato, il mese di aprile

sarebbe stato il periodo du-rante il quale l’Ostuni 1945avrebbe messo in mostra ilsuo valore. Superare gliostacoli a cui si andava in-contro avrebbe permessoai ragazzi del presidenteMarzio di guardare con otti-mismo ad un eventualepassaggio alla serie supe-riore. Invece no! E’ succes-so tutto ed il contrario di tut-to. Il 7 aprile un pareggiointerno 1-1 contro un mode-sto Lizzano, poi la sconfittaesterna 2-1 contro la VirtusFrancavilla, diretta antago-nista per la conquista del secondo posto, quindi un ul-teriore pareggio interno (0-0) contro il Latiano, ultimo inclassifica; il 28 aprile: confitta esterna 1-0 a Leverano,quarta forza del campionato,s confitta che comporteràun distacco di ben 8 punti dalla seconda poltrona, me-ta ambita per il passaggio in Eccellenza,divario difficil-mente colmabile vista la regolare marcia dei cuginifrancavillesi. Restano da disputare cinque gare alla finedel campionato che si concluderà il 9 giugno.Domenica 12 maggio: Ostuni-Otranto; domenica 19:San Vito - Ostuni; domenica 26: Ostuni-Maglie; dome-nica 2 giugno: Massafra-Ostuni; domenica 9 giugno:Ostuni-Stella Jonica.Mentre il nostro mensile è in stampa, l’Ostuni è impe-gnato contro la capolista Casarano nella gara di recu-pero non disputata il 24 marzo. Naturalmente c’è gran-de amarezza nella tifoseria locale che fino a qualchesettimana fa sperava di vedere la propria squadra ritor-nare nella massima serie regionale.I tifosi si stanno consolando gustando in massa il pre-stigioso torneo ”Città di Ostuni” riservato ai giovani cal-ciatori delle formazioni “Primavera Professionisti” giun-to al suo 10° appuntamento e a cui partecipano: Milan,Juventus, Cagliari, Parma, Modena, Bari, Spezia, JuveStabia, Andria, Taranto, Brindisi, R.Ostuni. Il torneo èdedicato alla memoria dell’indimenticata Carla Amalfita-no, consorte dell’organizzatore Antonio Marzio, da po-co scomparsa.Nella gara inaugurale, disputata martedì 7 allo stadioostunese, alla presenza di un folto pubblico, compostosoprattutto da una grande rappresentanza di studenti, ilMilan ha battuto il Modena per 3-0.

Le gare, oltre al campo comunale ostunese si dispute-ranno a Taranto, Brindisi, Andria, S an Pancrazio Sa-lentino e Francavilla Fontana nei giorni di martedì 7,mercoledì 8, giovedì 9 sabato 11: lunedì 13 alle ore 21allo Stadio Comunale di Ostuni si disputerà la finale.

La formazione del Milan nella gara vinta contr il Modena 3-0

“TUTTICAMPIONI”: A RACCOLTA580 figurine con i ragazzi e i colalboratori delle associa-zioni sportive di judo, atletica, calcio, ginnastica, basket,volley, taekwondo di Ostuni: la bella idea è delle Edizio-ni Soqquadro e rende protagonisti tutti i giovani parteci-panti alle varie discipline agonistiche e tutti coloro chededicano il proprio tempo e la propria passione e com-petenza alla gestione e alla cura delle società. L’album èin edicola al prezzo di € 3,50, mentre le bustine costano60 centesimi.