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MARCELLO COLANINNO MARIANNA GIOVE Letture, scritture, immagini per il biennio DANIELA DI MARCO GIUSEPPINA ROGNONI Editori Laterza poesia SIa

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edizioneC.fh11 15-02-2008 9:53 Pagina 1

Colori compositi

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COLANINNO - DI MARCO

GIOVE - ROGNONI

LEGGI POSITIVO!

Poesia

Editori Laterza

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Letture, scritture,immagini per il biennio

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Poesia

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ISBN 978-88-421-0883-2

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ISBN 978-88-421-0894-8 ISBN 978-88-421-0892-4

ISBN 978-88-421-0895-5

Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o op-portunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), èda considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE GRATUI-TO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizionevietati: art. 17, c.2 l. 433/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R.26-10-1972, n. 633, art. 2, lett. d). Esente da bolla diaccompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n. 627, art. 4, n.6).

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MARCELLO COLANINNOMARIANNA GIOVE

Letture, scritture, immagini per il biennio

DANIELA DI MARCOGIUSEPPINA ROGNONI

Editori Laterza

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PREREQUISITI• possedere un lessico di base• capire il contenuto di un testo accompagnato da

introduzione, note e commenti• cogliere e selezionare le informazioni in base alla

funzione e all’importanza

OBIETTIVI

Comprendere• la differenza fra prosa e verso• l’origine e le caratteristiche principali della poesia• i rapporti fra poesia e musica• le specificità del linguaggio poetico• il contenuto denotativo e connotativo di un testo

poetico• le varietà storiche e di registro della lingua poetica• le scelte stilistiche di un autore

Analizzare• la struttura sintattica di un brano poetico • le scelte lessicali• il verso e il ritmo • la rima e lo schema metrico• l’uso figurato del linguaggio• i rapporti interni ed esterni al testo• le parole-chiave, i campi semantici e i motivi por-

tatori del tema• il messaggio complessivo di un testo poetico

Approfondire• operare approfondimenti sul contesto storico, sul-

la biografia o sulla poetica dell’autore• operare confronti fra brani e autori diversi• interpretare il testo in relazione al contesto storico-

culturale • rispettare i criteri di organizzazione dei contenuti

e correttezza formale

CONTENUTIScheda 1 Cos’è il testo poeticoLaboratorio P1 Scrittori, poeti e cantantidefiniscono la poesia

Scheda 2 Capire una poesia: la parafrasiLaboratorio P2 G. Leopardi, Alla luna •P3 S. Quasimodo, Nostalgia della Sicilia

Scheda 3 Verso e ritmoLaboratorio P4 S. Penna, Mi nasconda lanotte e il dolce vento • P5 S. Penna, Già miparla l’autunno

Scheda 4 Rima e strofaLaboratorio P6 V. Cardarelli, Sera di Liguria• P7 U. Saba, Trieste • P8 G. Carducci,Traversando la Maremma toscana

Scheda 5 Figure retoricheLaboratorio P9 G. Pascoli, Prima deltemporale • P10 G. Pascoli, Lavandare

Scheda 6 Comprendere la poesia: il commentoLaboratorio P11 U. Foscolo, A Zacinto •P12 G. Ungaretti, Fratelli

Scheda 7 In sintesi: come si analizza un testo poetico

P strumenti per l,analisi

del testo poetico

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723PP Strumenti per l’analisi del testo poetico

Cos’è il testo poeticoGentileEttore Serrapoesiaè il mondo l’umanitàla propria vitafioriti dalla parolala limpida meravigliadi un delirante fermento

Quando trovoin questo mio silenziouna parolascavata è nella mia vitacome un abisso

(Giuseppe Ungaretti, Commiato)

Nella mia poesia non c’è traccia d’odio per il nemico, né per nessuno: c’è la presa di coscienza della condizione uma-na, della fraternità degli uomini nella sofferenza, dell’estrema precarietà della loro condizione. C’è volontà d’espres-sione, necessità d’espressione. [...] Il Porto sepolto fu stampato a Udine nel 1916, in edizione di 80 esemplari acura di Ettore Serra. La colpa fu tutta sua. [...] Non ebbi il coraggio di non confidarmi a quel giovane ufficiale chemi domandò il nome, e gli raccontai che non avevo altro ristoro se non di cercarmi e di trovarmi in qualche parola,e ch’era il mio modo di progredire umanamente.

(Giuseppe Ungaretti, Vita d’un uomo)

Per introdurre un discorso sulla poesia, abbiamoriportato due brani di uno dei più famosi poeti italia-ni del Novecento, Giuseppe Ungaretti. Il primo è uncomponimento in versi posto a chiusura della sua pri-ma raccolta, nel quale espone all’editore Ettore Serrale sue idee sulla poesia; il secondo è un brano in pro-sa, scritto a molti anni di distanza, nel quale il poetaricorda come era nato quel libro, con quale spirito econ quali intenti. I testi affrontano il medesimo argomento, utilizzando a volte le stesse parole: ma nelbrano di Vita d’un uomo questa riflessione è espressa in forma discorsiva, nel Commiato è scritta in for-ma poetica. Ma allora qual è la differenza fra prosa e verso?

Una prima differenza fra prosa e verso è evidente fin dall’aspetto tipografico dei due brani: nellaprosa la scrittura scorre senza interruzioni e occupa quasi l’intero spazio bianco della pagina, andandoa capo al termine della riga; nella poesia la scrittura non procede linearmente lungo tutta la riga, ma vafrequentemente a capo creando delle pause.

1. Prosa e verso

Se guardiamo all’etimologia del termine, il verso (dal latino versus, «che torna indietro») si differenziadalla prosa (prorsus, «che va avanti») proprio perché è un discorso che non prosegue fin dove finisce ilrigo del foglio, ma con cadenze regolari va a capo. I segmenti di testo così evidenziati si dicono versi.

Questa distinzione determina una serie di conseguenze importanti:

• la poesia si presenta come un discorso frammentato, fatto di brevi frasi che esprimono la soggettivitàdel poeta;• le parole sono disposte nel verso secondo una successione di accenti più o meno regolare, che impri-me al testo un certo ritmo;

Scheda 1

La prosa indica unascrittura continua, cheprosegue fino al termine del foglio.Il verso indica una scrittura spezzata, chefa inversione andando a capo prima deltermine del foglio.

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• le parole collocate all’inizio o alla fine del verso sono in posizione di rilievo; tale posizione spesso è evi-denziata da corrispondenze di suoni, come la rima;• le parole sono disposte nel verso secondo un ordi-ne che non sempre coincide con quello comune; • la misura più concentrata del verso porta a utilizza-re meno parole rispetto al discorso in prosa, ma conmaggiori sfumature di significato, o a volte con piùsignificati insieme (si parla dunque di polisemia,‘molti significati’).

Sono queste le caratteristiche fondamentali dellapoesia, che impareremo a riconoscere e analizzarenel presente laboratorio.

2. Poesia: creare con le parole

La parola poesia deriva dal verbo greco poièin che significa «creare». Fare poesia significa, infatti,«creare con le parole». Se però è facile risalire all’etimologia del termine, più difficile è risalire alleorigini di questo particolare modo di esprimersi e comunicare.

Le prime testimonianze di poesia nella cultura greco-latina (dalla quale in gran parte deriva la nostra)sono associate a eventi importanti della vita pubblica e privata: cerimonie religiose e militari, occasio-ni di lutto o di festa. In tutte queste circostanze la poesia era accompagnata da musiche e danze, ed èprobabile che essa sia nata dalla necessità di adattare le parole a una melodia e a un ritmo ben precisi.Formule magico-religiose, canti militari, persino leggi e discorsi pubblici, ma anche lamenti funebri ecanzoni nei banchetti furono probabilmente le prime forme di parola recitata nell’antichità.

Una prima definizione del concetto di poesia e dei suoi generi è elaborata nel trattato Poetica di Aristo-tele, filosofo greco del IV secolo a.C., che individua il suo carattere distintivo nella «imitazione» della na-tura. La poesia infatti, secondo Aristotele, nasce perché «l’imitare è un istinto di natura comune a tutti gliuomini fino dalla fanciullezza». L’imitazione della natura avviene però in modi e forme diverse: secondol’oggetto che viene trattato, secondo il modo di trattarlo e secondo i mezzi espressivi impiegati dal poeta.

In base all’oggetto, cioè all’argomento trattato, il poeta dà un tono diverso al suo discorso, che puòessere:

• alto, tipico dei componimenti con tono e argomento solenni, come tragedie e poemi epici;• medio, tipico di componimenti con toni e argomenti comuni, quotidiani, come le commedie;• basso, tipico di componimenti con toni e argomenti semplici, come la poesia sentimentale.

I mezzi utilizzati dal poeta sono:

• il ritmo;• il linguaggio;• l’armonia.

I modi utilizzati dal poeta sono:

• forma narrativa, o diegesi (= «racconto» nel quale chi scrive riporta il contenuto dei discorsi e descri-ve gesti e situazioni), che può essere in prima o in terza persona;• forma drammatica, o mimesi (= «imitazione» in cui chi scrive riporta solo il contenuto dei discor-si e non riproduce gesti e situazioni, che vengono direttamente rappresentati in scena).

Il genere di poesia nel quale il poeta parla in prima persona esprimendo stati d’animo, sentimenti,riflessioni soggettive è detto poesia lirica. Il nome si ricollega alla consuetudine della poesia antica diaccompagnarsi con strumenti musicali, quali appunto la lira.

Scheda 1Cos’è il testo poetico

La poesia:

• è espressione della soggettività dell’indi-viduo [� P scheda 1];• sceglie e dispone le parole in modo diver-so dal linguaggio quotidiano [�Pscheda 2];• dà importanza all’aspetto ritmico e melo-dico delle parole [� P schede 3 e 4];• comunica contenuti e concetti densi di si-gnificato, che vanno interpretati [� P sche-de 5 e 6].

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3. Musica e poesia

Le leggende antiche attribuivano l’origine della poesia a personaggi avvolti nel mito: uno di essi, Orfeo,era spesso rappresentato con la lira in pugno, nell’atto di suonare incantando uomini, animali e persinoelementi naturali. La poesia anticamente era infatti recitata con l’accompagnamento musicale di stru-menti a fiato o a corda.

Sappiamo che anche i primi componimenti dei poeti medievali italiani nacquero con una veste musi-cale e Dante stesso – secondo una testimonianza di Boccaccio – «sommamente si dilettò in suoni e can-ti nella sua giovinezza». Alcune sue composizioni furono musicate da amici e collaboratori (uno di essi,Casella, viene ricordato da Dante nel Purgatorio). Insomma, Dante si comportava a volte come unmoderno paroliere: sceglieva alcuni componimenti più «orecchiabili» e li affidava ai suoi collaboratoriperché vi adattassero una linea melodica. Sicuramente, nella fase di composizione, i poeti medievalitenevano presenti gli effetti ritmici e melodici delle parole, che il canto poteva arricchire e valorizzare.

Successivamente, con la nascita del libro a stampa (1455), il distacco fra poesia e musica si accen-tuò: la poesia scritta e stampata si rivolse a un pubblico di lettori, piuttosto che di ascoltatori, capaci diapprezzare la raffinatezza delle parole e l’importan-za degli argomenti trattati; ciò determinò una mag-gior cura formale della parte scritta.

Nelle schede seguenti, analizzeremo dunque lapoesia dapprima nei suoi aspetti linguistici (lessico,sintassi, ecc.) e poi in quelli ritmici e musicali. La trat-tazione andrà necessariamente distinta in lezioni suc-cessive, ma occorre sempre ricordare che tali aspettiin una poesia sono compresenti e inseparabili.

4. Il tratto distintivo della poesia: lo «scarto linguistico»

Più recentemente, lo studioso russo Roman Jakobson (1896-1982) ha analizzato i fattori che caratteriz-zano la comunicazione poetica, sostenendo che essa si avvale di un elemento distintivo: l’uso libero e per-sonale di parole e costruzioni sintattico-grammaticali. Il testo poetico non segue le norme comuni che re-golano la comunicazione; questa modalità espressiva prende il nome di scarto linguistico, o scarto dallanorma, in quanto costituisce una vera e propria «deviazione» rispetto alle regole della lingua comune,

• sia per quanto riguarda la sintassi, cioè la costruzione della frase,• sia per quanto riguarda il lessico, cioè la scelta delle parole usate.

In poesia è raro che le parole siano disposte secondo l’ordine previsto dalla sintassi (soggetto, pre-

Scheda 1Cos’è il testo poetico

Aristotele nella Poetica dà una prima definizione di poesia:

a. stile alto1. l’oggetto b. stile medio

c. stile umile

Poesia = imitazione a. forma narrativa in 3a personadella natura secondo: 2. il modo b. forma narrativa in 1a persona lirica

c. forma drammatica

a. ritmo3. i mezzi b. linguaggio

c. armonia

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La poesia, • come la musica, va-lorizza l’aspetto ritmico-melodico delle pa-role;• come forma particolare di scrittura, cu-ra la scelta, la disposizione e il significatodelle parole.

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dicato, complemento), si utilizzano spesso termini astratti in luogo dei concreti, si modifica il significa-to delle parole secondo le esigenze del poeta.

Prendiamo ad esempio l’inizio dell’Infinito di Giacomo Leopardi:

Scheda 1Cos’è il testo poetico

Giacomo Leopardi, L’infinito

Sempre caro mi fu quest’ermo colle

Leopardi si riferisce al monte Tabor, un colle vicino la casa paterna che egli aveva scelto come luo-go delle sue riflessioni, perché silenzioso e solitario («ermo»). Il significato e il valore emotivo di que-sto verso è dato anche dalla disposizione e dalla scelta delle parole.

Se dicessimo «Quest’ermo colle mi fu sempre caro» ristabiliremmo l’ordine normale delle parole,ma il risultato non sarebbe lo stesso. Quelle parole, disposte in quel modo, imprimono al verso un rit-mo pacato e trasmettono una sensazione di calma, di familiarità, comunicandoci innanzitutto che quelvincolo affettivo è esistito da sempre («Sempre caro»).

Anche la scelta delle parole è importante. Se dicessimo: «Questo colle solitario mi è sempre piaciu-to» o «Come mi piace questo colle solitario» ridurremmo a zero la suggestione del verso creata dagliaggettivi «caro», «ermo» e «questo»:

• caro indica una predilezione, una vicinanza affettiva: il colle è sì un elemento del paesaggio, masoprattutto un luogo che ricorda al poeta particolari stati d’animo o momenti della sua vita;• ermo vuol dire «solitario» (dallo stesso aggettivo vengono le parole «eremo» ed «eremita»): comuni-ca quindi un’idea di raccoglimento interiore, di pace;• questo indica un oggetto vicino nel tempo o nello spazio: indica dunque che il colle è una presenzaconcreta, vicina a chi parla, ma anche legata ai suoi sentimenti.

Queste scelte particolari sono fondamentali per esprimere il senso della poesia e determinarne il mes-saggio, che è formulato in un preciso «codice» letterario.

mappa della scheda Cos’è la poesia

La poesia è una forma particolare di comunicazione che:

• riproduce la NATURA esterna e interna,• secondo la visione SOGGETTIVA dell’individuo;• fu in origine accompagnata dalla MUSICA;• poi si separò come forma particolare di SCRITTURA,• che si distingue dalla scrittura comune per lo SCARTO LINGUISTICO.

Dunque, la poesia:

• è scritta in VERSI;• non segue LESSICO e SINTASSI comuni;• segue un RITMO e un SUONO particolari;• ha un CONTENUTO denso di significati;• comunica un MESSAGGIO in un codice letterario.

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Dante Alighieri [La poesia] non è nient’altro checreazione fantastica composta secondo le regoledella retorica e della musica. (De vulgari eloquen-tia, II, IV, 2)

Alessandro Manzoni Renzo ringraziò la guida, etutti quegli altri che avevan prese le sue parti.«Bravi amici!» disse: «ora vedo proprio che i ga-lantuomini si danno la mano, e si sostengono».Poi, spianando la destra per aria sopra la tavola, emettendosi di nuovo in attitudine di predicatore,«gran cosa», esclamò, «che tutti quelli che rego-lano il mondo, voglian fare entrar per tutto carta,penna e calamaio! Sempre la penna per aria!Grande smania che hanno que’ signori d’adoprarla penna!».

«Ehi, quel galantuomo di campagna! voletesaperne la ragione?» disse ridendo uno di que’giocatori, che vinceva.

«Sentiamo un poco», rispose Renzo. «La ragione è questa», disse colui: «che que’

signori son loro che mangian l’oche, e si trovan lìtante penne, tante penne, che qualcosa bisognache ne facciano».

Tutti si misero a ridere, fuor che il compagnoche perdeva.

«To’» disse Renzo: «è un poeta costui. Ce n’èanche qui de’ poeti: già ne nasce per tutto. N’ho

una vena anch’io, e qualche volta ne dico dellecuriose... ma quando le cose vanno bene».

Per capire questa baggianata del povero Ren-zo, bisogna sapere che, presso il volgo di Milano,e del contado ancora più, poeta non significa già,come per tutti i galantuomini, un sacro ingegno,un abitator di Pindo, un allievo delle Muse; vuol di-re un cervello bizzarro e un po’ balzano, che, ne’discorsi e ne’ fatti, abbia più dell’arguto e del sin-golare che del ragionevole. Tanto quel guastame-stieri del volgo è ardito a manomettere le parole,e a far dir loro le cose più lontane dal loro legitti-mo significato! Perché, vi domando io, cosa ci hache fare poeta con cervello balzano? (I promessisposi, cap. XIV)

Federico García Lorca Ma cosa vuoi che ti dica del-la Poesia? Cosa vuoi che ti dica di queste nubi, diquesto cielo? Guardare, guardare, guardarle, guar-darlo e nient’altro. Capirai che un poeta non può dirnulla sulla Poesia. Lasciamo dire pure ai critici e aiprofessori. Ma né tu né io né alcun altro poeta sacos’è la Poesia. Sta qui; guarda. Ho il fuoco nelle miemani. Lo sento e lavoro con lui perfettamente, manon posso parlare di lui senza letteratura.

La poesia è qualcosa che va per le strade. Chesi muove, che passa al nostro fianco. Tutte le cosehanno il loro mistero, e la poesia è il mistero che

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P1Scrittori, poeti e cantanti definiscono la poesia

P Strumenti per l,analisidel testo poetico

Come primo approccio al mondo della poe-sia, ti presentiamo alcune definizioni che poe-

ti, scrittori, autori di varie forme d’arte (cinema, musica, ecc.) hanno datodella poesia. Ti accorgerai che è difficile trovare un parere unanime, ma chetutti sono concordi su una cosa: la poesia è per definizione impossibile dadefinire.

laboratorio

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contiene tutte le cose... Per questo non concepi-sco la poesia come astrazione, ma come cosarealmente esistente, che mi passa accanto.

Eugenio Montale «Che cos’è una poesia lirica? Perconto mio non saprei definire quest’araba fenice,quest’oggetto determinatissimo, concreto, eppureimpalpabile, questa strana convivenza del ragiona-mento e dello sragionamento». (Sulla poesia)

Vittorio Sereni Diffidate – dice il poeta – di tutticoloro che sanno troppo bene che cosa è la poe-sia, che hanno sempre la definizione pronta;lasciate passare qualche mese, forse appenaqualche giorno, e vedrete che quella definizionesarà già mutata, magari integralmente, e nonsarà per questo meno perentoria di quella chel’ha preceduta. In quanto ai poeti, essi ci appaio-no tentati, perennemente perplessi tra oppostedefinizioni e suggestioni: si direbbe che la loro,guardata attimo per attimo, metro per metro, è

più una strada di dubbi che di certezze. (Espe-rienza della poesia)

Franco Fortini Rispondere è come se si volesserispondere a «che cos’è l’uomo» o a «che cos’è ilmondo». Bisogna aggirare la difficoltà. [...]

Certo bisogna tener presente che quando siparla di poesia questa parola significa due cose: daun lato, appunto, un tipo particolare di discorsoparlato o scritto che si distingue da altri modi di co-municazione; dall’altro, invece, un’attribuzione divalore per cui si dice «poesia» per dire qualcosa dibello, di importante, di riuscito, di meritevole di sti-ma o di attenzione. Nel parlare comune, «poesia»significa due cose: per un verso è un discorso, o ra-gionamento, o una comunicazione dove prevalgo-no elementi di ritmo e cadenze, di ripetizioni, di im-magini che alterano i significati immediati e che gliconferiscono, oltre ai primi, anche significati inte-riori. Per un altro verso, quando noi diciamo «que-sta è poesia» intendiamo in genere qualcosa di ele-vato e di nobile, di rassicurante o di commoventeo di rasserenante, di vivace, pungente, ecc. (Checos’è la poesia?, Intervista dell’8 maggio 1993)

Francesco De GregoriVanno a due a due i poeti, traversano le nostre

[stagioni,e passano poeti brutti e poeti buoni.Ma quando fra tanti poeti ne trovi uno vero,è come partire lontano, come viaggiare davvero.(Poeti per l’estate)

Roberto Benigni Per fare poesia una sola cosa ènecessaria: tutto.

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La Fenice, o Araba fe-nice, è un uccello mito-

logico che, secondo la leggenda, viveva percinquecento anni, unico esemplare sulla ter-ra, e dopo la morte rinasceva dalle proprieceneri. Di qui in senso figurato l’espressioneindica una persona o una cosa rara, se nonunica, o capace di rinnovarsi, «rinascere»anche dopo situazioni difficilissime.

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step1

Comprendi le definizioni di poesia Le definizioni sopra riportate appartengono a scrittori ita-liani e stranieri che, in epoche diverse, hanno provato a definire la loro poetica*, spiegando la loro per-sonale idea di poesia.

Per orientarti meglio, puoi anche svolgere ricerche sugli autori, cercando nell’indice del volume ereperendo informazioni biografiche essenziali. I brani e gli autori sono disposti in ordine cronologico,a partire da Dante Alighieri, che fu tra i primi a dedicare alla lingua e alla teoria letteraria dei trattati spe-cifici. Secondo Dante la poesia ha una sua precisa tecnica, che può essere appresa e riprodotta seguen-do le regole della lingua e della musica.

• Spiega con parole tue la definizione di Dante, e in particolare il riferimento alle regole di compo-sizione della musica [� P scheda 1, § 3].

A partire dall’Ottocento e per tutto il Novecento si afferma invece l’idea che la poesia sia frutto del-la libera creatività individuale, e dunque indefinibile e sfuggente a ogni classificazione.

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• Spiega con parole tue il significato dell’affermazione del poeta spagnolo García Lorca: «Ho il fuo-co nelle mie mani. Lo sento e lavoro con lui perfettamente, ma non posso parlare di lui senza letteratu-ra».

• Ricerca fra le definizioni riportate altre affermazioni a sostegno di questa seconda tesi.

La questione è stata riproposta dallo scrittore Franco Fortini che, in un’intervista del 1993, distinguei due aspetti del problema: da un lato c’è la poesia come tecnica, insieme di regole di composizione; dal-l’altro c’è la poesia come criterio di valore, che attribuiamo a tutte quelle creazioni letterarie che solle-citano i nostri sentimenti, ci emozionano, appagano il nostro senso estetico.

• Quali sono i due significati principali della parola «poesia» secondo lo scrittore Franco Fortini?Secondo te, di quale dei due ci occuperemo in particolare nel presente laboratorio?

step2

Analizza le varie accezioni della parola poesia Le affermazioni di Fortini mettono in eviden-za le varie accezioni con le quali la parola «poesia» è stata interpretata nel corso del tempo. Da un latoesiste una definizione «ufficiale» di poesia, come modalità espressiva che utilizza in maniera particola-re il ritmo e il suono, la disposizione e la scelta delle parole. Dall’altro lato esiste anche un’idea «comu-ne» di poesia, più diffusa a livello popolare, che attribuisce ai poeti capacità di inventiva e di espressio-ne fuori dal comune, tanto da distinguerli dal resto degli uomini.

Questa idea emerge dal brano dei Promessi sposi in cui Renzo, reduce dai tumulti scoppiati a Mila-no per il rincaro del pane, rilascia incautamente dichiarazioni «rivoluzionarie» in un’osteria. Dalle paro-le di Renzo, giovane semplice e popolano, vien fuori l’idea che il poeta sia uno spirito eccentrico, «bal-zano», singolare. Manzoni interviene subito a chiarire meglio le affermazioni del suo personaggio, spie-gando che presso il popolo milanese «poeta» significava piuttosto «cervello bizzarro» e non «sacroingegno», seguace delle Muse (divinità protettrici delle arti, che avevano sede sul monte Pindo). Il popo-lo, conclude Manzoni, a volte si diverte a stravolgere le parole, perché i poeti non hanno nulla a che farecon la follia. Ma sarà proprio così?

• Come ti sembra il tono delle affermazioni di Manzoni a proposito della concezione di poesia secon-do il popolo milanese?

a. ironico b. sconsolato c. serio d. distaccato

Motiva la tua risposta.

I poeti del Novecento si sono invece sottratti al tentativo di definire con precisione la poesia. Dueesempi di questa tendenza sono contenuti nelle affermazioni di Eugenio Montale e di Vittorio Sereni.Rileggile e rispondi alle seguenti domande.

• Perché Eugenio Montale definisce la poesia «araba fenice»? [� memo]• Perché il poeta Vittorio Sereni afferma che i poeti sono perennemente «perplessi»?

Infine, anche autori di musica o di cinema, come il cantautore Francesco De Gregori o il regista eattore Roberto Benigni, hanno provato a definire a modo loro la figura del poeta e il ruolo della poesia.Rileggi le loro affermazioni e rispondi alle domande seguenti.

• Che cosa significa secondo te l’affermazione che esistono «poeti brutti e poeti buoni»?• Che cosa significa che per fare una poesia occorre una sola cosa, cioè «tutto»?

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step3

Approfondisci una tua personale definizione di poesia Come vedi, da sempre la poesia èvista come un’attività così straordinaria e misteriosa da includere tutto e il suo contrario. I poeti posso-no essere ingegni straordinari o matti da legare, poeti per una stagione, magari solo per l’estate, oppureanimi nobili e sensibili, capaci di far «volare davvero». Adesso prova tu a dire la tua.

• Tra le definizioni di «poesia» o di «poeta» riportate, scegline alcune con le quali concordi e altreche non condividi e commentale spiegando i motivi della tua scelta e argomentando la tua opinione.

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731PP Strumenti per l’analisi del testo poetico

Capire una poesia: la parafrasiSu su, svelti eh, svelti veloci piano, con calma, non v’affrettate eh. Poi nonscrivete subito poesie d’amore eh, che sono le più difficili. Aspettate almenoun’ottantina d’anni. Scrivetele su un altro argomento, che ne so su... il mare,il vento, un termosifone, un tram in ritardo, ecco: che non esiste una cosapiù poetica di un’altra. Eh, avete capito? La poesia non è fuori, è dentro. Cos’èla poesia? non chiedermelo più: guardati nello specchio, la poesia sei tu.

E vestitele bene le poesie, cercate le parole! Dovete sceglierle! A volte civogliono otto mesi per trovare una parola! Sceglietele: che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha comincia-to a scegliere. Da Adamo ed Eva: lo sapete Eva quanto ci ha messo prima di scegliere la foglia di fico giusta? Comemi sta questa, come mi sta questa... come mi sta questa... ha spogliato tutti i fichi del Paradiso terrestre!

Innamoratevi! Se non vi innamorate è tutto morto: morto tutto è. Vi dovete innamorare e diventa tutto vivo, simuove tutto. Dilapidate la gioia! Sperperate l’allegria! Siate tristi e taciturni con esuberanza. Fate soffiare in facciaalla gente la felicità! E come si fa? Fammi vedere gli appunti che mi son scordato. Questo è quello che dovete fare...Non son riuscito a leggerli. Ora mi son dimenticato. Per trasmettere la felicità bisogna essere felici! E per trasmet-

tere il dolore bisogna essere... felici. Siate felici: dovete patire. Stare male soffrire; non abbiatepaura a soffrire tutto il mondo soffre. Eh? E se non avete i mezzi? non vi preoccupate, tanto perfare poesia una sola cosa è necessaria: tutto. Avete capito?

E non cercate la novità. La novità è la cosa più vecchia che ci sia. E se il verso non vi vieneda questa posizione, da questa, o da così, buttatevi in terra. Mettetevi così. Eccolo qua: è dadistesi che si vede il cielo, guarda che bellezza! perché non mi ci sono messo prima. Cosa guar-date? I poeti non guardano, vedono! Fatevi obbedire dalle parole: se la parola... muro! Muro!non vi dà retta...? non usatela più per otto anni! Così impara. Che è questo? Boh? Non lo so.Questa è la bellezza. Come quei versi là, che voglio che rimangano scritti lì per sempre! Forza,cancellate tutto. Che dobbiamo cominciare, la lezione è finita.

Cercare le parole: questa è la prima raccomandazione del professor Attilio De Giovanni (interpretato daRoberto Benigni nel film La tigre e la neve, del quale abbiamo trascritto una scena), che impartisce lezio-ni di poesia a una classe di studenti attenti e divertiti. Farsi obbedire dalle parole, entrare in sintonia conesse, oppure litigarci, a costo di non usarle per anni. Il poeta, infatti, sceglie le parole più vicine al pro-prio gusto e alla propria sensibilità, che abbiano un suono e un significato per lui particolari.

Ma chi si propone di analizzare una poesia deve innanzitutto semplificare le sue parole e le sue fra-si. Per questo la versione in prosa è la prima operazione da compiere sul testo di una poesia. Perché lapoesia va certamente letta e apprezzata così com’è scritta, a volte anche nella sua complessità; ma vainnanzitutto spiegata in termini semplici, perché risulti accessibile e significativa. E non sia come «par-lare a un muro».

1. Significante/significato

La poesia, come ogni atto comunicativo, è un insieme di segni (le parole) organizzati secondo le rego-le di un codice (il linguaggio letterario). Il linguaggio letterario è quindi la chiave di accesso che con-sente la codificazione (la scrittura) e la decodificazione (la lettura, l’interpretazione) del messaggio poe-tico. Questo messaggio è trasmesso dalle parole.

Ogni parola risulta dall’unione di:

• significante: è la forma esterna, concreta del segno linguistico, cioè l’insieme di suoni (fonemi) e dilettere (grafemi) che insieme compongono la parola; ad es. la parola luna è scomponibile nei grafemi/l/u/n/a/ oppure può essere trascritta nei fonemi che ne indicano la corretta pronuncia: [lúna];• significato: è il contenuto interno, l’immagine mentale alla quale la parola rinvia; quando ad esem-pio noi pronunciamo la parola luna pensiamo al satellite naturale della terra visibile in cielo di notte.

Scheda 2

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33 Leggere, comprendere, analizzare La poesia732

Ogni poesia, dunque, andrà analizzata

• a livello del significante, rilevando gli aspetti musicali e sonori delle parole;• a livello del significato, decifrando il senso e individuando i contenuti essenziali del testo.

In questa lezione ci soffermeremo sul significato (gli aspetti formali saranno esaminati nelle schedesuccessive).

2. Denotativo/connotativo

Riprendiamo l’esempio della parola luna. Tutti noi conosciamo il significato proprio della parola, ma sap-piamo anche che essa è utilizzata con significati diversi in particolari modi di dire: espressioni come chia-ro di luna, luna nel pozzo, volere la luna, abbaiare alla luna, ecc. ci suggeriscono di volta in volta parti-colari sfumature di significato della parola luna, come «astro caro agli innamorati», «desiderio irraggiun-gibile», ecc. La parola, cioè, ci fa venire in mente significati particolari che si sono aggiunti nel corso deltempo a quello proprio originario. Ogni parola, dunque, custodisce un duplice significato:

• denotativo: il significato reale, oggettivo della parola (= che cos’è per tutti);• connotativo: il significato figurato, soggettivo della parola (= che cosa può essere per me).

La poesia, poiché riguardaemozioni, ricordi, sensazioni le-gati all’esperienza individualedi chi scrive e di chi legge, utiliz-za soprattutto il valore connota-tivo, cioè soggettivo, del lin-guaggio. Fare poesia significadunque comunicare, condivide-re con i lettori questo valore.

3. Diacronia/sincronia

Il discorso poetico utilizza un linguaggio «altro», diverso dalla pratica quotidiana; e ciò è ancor più evi-dente per le poesie scritte nei secoli passati, in una lingua lontana da quella utilizzata oggi.

Ogni lingua, infatti, si differenzia in base a:

• diacronia (= «attraverso il tempo»): è l’insieme delle varietà linguistiche dovute al passare del tem-po; la lingua di Dante Alighieri, per fare l’esempio più ovvio, è certamente diversa da quella attuale;• sincronia (= «nello stesso tempo»): è l’insieme delle varietà linguistiche compresenti in un determi-nato momento; può dipendere dal livello di cultura di una persona, dalla sua provenienza geografica(pensa ai poeti che scrivono in dialetto), dalla situazione (familiare, ufficiale, ecc.) in cui si esprime.

Per comprendere le varietà di una lingua sul piano diacronico (cioè storico) ci si può avvalere del-le note a margine del testo, di un buon vocabolario, dell’ausilio dell’insegnante. Ma è bene anche comin-ciare ad acquisire un proprio vocabolario del linguaggio poetico, annotando le parole e le espressionipiù ricorrenti in poesia, che spesso gli scrittori riprendono da autori passati presi come modello.

4. Stile e registro

La lingua ha tante varietà anche sul piano sincronico: due scrittori contemporanei parleranno in mododiverso in base alla loro formazione culturale, alle loro idee, a ciò che intendono comunicare. Ad esem-pio, ciascuno di noi si esprimerà diversamente se parlerà con i suoi coetanei, con i suoi familiari, oppu-re con uno sconosciuto, o ancora se lo farà in forma parlata o scritta, rivolgendosi a un potenziale pub-blico di lettori. L’insieme delle scelte espressive adoperate in funzione della situazione comunicativasi chiama registro. Osserva degli esempi di registro:

Scheda 2Capire una poesia: la parafrasi

memo

SegnoLUNA

fonemi /lúna/

grafemi/l/u/n/a

denotativo(satellite naturale della terra)

connotativo(astro degli innamorati, ecc.)

Significato

Significante

+

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Quando oggi, riferendoci all’amore, ci sembra scontato parlare di «affari di cuo-re», «batticuore», «cuori solitari», non ci accorgiamo quasi più che torna a rivive-re nel nostro linguaggio quotidiano un motivo poetico molto antico, che aveva asso-ciato l’amore al cuore.

Uno dei primi componimenti della nostra letteratura recita infatti nel suo primoverso Amor è uno desio che ven da core [� R3]: l’amore è un desiderio che provie-ne dal cuore, perché il sentimento più importante della vita umana trova la sua sede

naturale nel centro vitale dell’individuo.L’amore è da sempre vissuto come un sentimento totalizzante capace di abbracciare tutto e il suo

contrario: è quella forza di attrazione che spinge gli uomini a stringere legami affettivi duraturi [� R9,R10], o a stravolgere le regole sociali, andando contro le convenzioni e la morale del tempo [� R1]; èun sentimento che si costruisce pian piano con l’esperienza quotidiana [� R10], o un istinto che fa agi-re d’impulso [� R8]; è la vita stessa [� R1] e l’odio più profondo [� R2]; è uno stato di estasi che avvi-cina a Dio [� R5] o un tormento interiore che getta nello sconforto [� R4]; è immaginazione e deside-rio [� R3] o piacere dei sensi [� R7, R8, R11]; è immagine nella memoria [� R6, R8] o «faccia a fac-cia» con l’altro [� R11]; è lenta costruzione [� R10] o colpo di fulmine [� R12]; inizio [� R12] e finedi ogni cosa [� R2].

L’amore è insomma motivo di continua ispirazione per i poeti di ogni epoca e nazione.In questo modulo ascolteremo le voci di poeti che, a partire dal mondo latino fino ai giorni nostri,

hanno cantato l’amore in tutte le sue sfaccettature, dalle più liete ed esaltanti alle più tristi e dolorose.

L,amore

PREREQUISITI• conoscere le principali carat-

teristiche del testo poetico

• saper effettuare la parafrasi diun testo poetico con l’ausiliodi note e commento

OBIETTIVI

Comprendere

• il valore connotativo di paroleed espressioni che riguardanoil vissuto personale

Analizzare

• le strofe e i sistemi strofici:

distico e sonetto

• le figure logiche e di significa-to: similitudine, metafora, si-neddoche, antitesi e ossimoronella rappresentazione dell’a-more

• le principali figure di pensie-ro: antitesi, iperbole, simbolo,personificazione, allegoria

• temi e motivi della poesia dal-le origini al Trecento

• temi e motivi della poesia con-temporanea, italiana e straniera

Riflettere

• valorizzare l’introspezione e

l’espressione anche creativadi sentimenti personali

• favorire la condivisione diemozioni e sentimenti con i pa-ri

Approfondire

• operare confronti fra testilegati dallo stesso tema dell’a-more, o con opere appartenen-ti ad altre espressioni artisti-che (pittura, musica, ecc.)

• effettuare ricerche su immagi-ni e motivi legati al tema del-l’amore

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841RR L’amore

R1Godiamoci la vita,o Lesbia mia Gaio Valerio Catullo

Il carme è considerato la «prima pagina»della storia d’amore fra Catullo e Lesbia. Ilpoeta esorta la donna a godere la vita e adabbandonarsi alla passione, sfidando le invi-die e lo scandalo dei benpensanti. Al terminedi una breve vita di piaceri e amori, l’uomo èinfatti atteso da una morte eterna.

Autore Gaio Valerio Catullo(poeta latino, 84-54 a.C. ca)Opera CantiGenere poesia liricaTemi il poeta esorta la donnaa vivere e amare, sfidando leinvidie e la brevità della vita: se gli uominisono destinati morendo a una notte senza fine,anche i baci devono essere senza fineStrumenti parafrasi [� P scheda 2]; figureretoriche [� P scheda 5]; tema e motivo [� Pscheda 6, § 2]

Godiamoci la vita, o Lesbia mia, e i piaceri d’amore;a tutti i rimproveri dei vecchi, moralisti anche troppo,non diamo il valore di una lira. Il sole sì che tramonta e risorge;

5 noi, quando è tramontata la luce breve della vita,dobbiamo dormire una sola interminabile notte.

3. non diamo il valore di una lira: non teniamo in nes-sun conto.

Puoi leggere un altrotesto di Catullo� R2.

link

Gaio Valerio CatulloGaio Valerio Catullo visse probabilmente fra l’84 e il 54 a.C. e morìall’età di trent’anni. Era originario della Gallia Cisalpina (corrisponden-

te alle regioni dell’Italia settentrionale, fra il Po e le Alpi), proveniente da una agiata famigliaveronese. Ma la sua patria di adozione divenne Roma, dove completò i suoi studi di retorica(l’arte di parlare bene), e dove conobbe, nel 62 a.C., la donna cantata nei suoi versi d’amore.Lesbia è un nome letterario [� approfondisci Il nome della donna, p. 842] dietro cui si nascon-de l’identità della nobildonna romana Clodia, una donna colta e indipendente, che amava laletteratura, i divertimenti, le danze. Da quel che sappiamo direttamente dalle poesie di Catul-lo, la vicenda d’amore attraversa fasi alterne: grandi passioni e grandi litigi, amore e odio,fino al momento della separazione. Lesbia, a detta di Catullo, si concede a troppi amanti eama troppo l’indipendenza; la passione diventa insopportabile e il poeta decide di allontanar-si da Roma, compiendo un viaggio in Bitinia, nell’Asia Minore, nel 57 a.C. Lì, fa visita allatomba del fratello, morto anni prima (a questo episodio si ispirerà anche Ugo Foscolo quan-do dedicherà un sonetto al proprio fratello morto: � U2). Dopo pochi anni, in difficoltà eco-nomiche, Catullo morì nella sua villa di Sirmione.

Il Liber («libro») di Catullo è composto da 116 carmi («componimenti poetici»), dei qualila maggior parte affronta argomenti di vita privata e l’amore per Lesbia. Nel definire la passio-ne Catullo è un innovatore del linguaggio: egli utilizza prevalentemente il verbo «amare», di-stinguendolo dal «voler bene»: i continui ripensamenti di Lesbia lo spingono a voler bene dimeno, ma ad amare sempre di più. Amore significa infatti passione irresistibile, e si identifi-ca con la vita stessa: «Viviamo, Lesbia mia, e amiamo» afferma il poeta in uno dei primi com-ponimenti della raccolta.

l’autore

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Dammi mille baci e poi cento, poi altri mille e poi altri cento, e poi ininterrottamente ancora altri mille e altri cento ancora.

10 Infine, quando ne avremo sommate le molte migliaia,altereremo i conti o per non tirare il bilancio o perché qualche maligno non ci possa lanciare il malocchio,quando sappia l’ammontare dei baci.

da Le poesie, a cura di F. Della Corte, Mondadori, Milano 1977

33 Leggere, comprendere, analizzare La poesia842

Malocchio(= «cattivo sguardo») è l’influsso maleficocon il quale si desidera il male diuna persona. Nel testo latino èusato il verbo invidere, cioè«guardare male», da cui deriva laparola italiana invidia, «il sensodi odio per la felicità altrui, unitoal desiderio che tutto ciò si tra-sformi in male».

memo

11. altereremo i conti: confonderemo il numero dei baci: secondo unacredenza degli antichi Romani, tenere il conto esatto dei baci portava

male, perché il numero poteva essere utilizzato in formule di malocchio(anche oggi si dice che porti male contare i soldi al tavolo da gioco).

Il nome della donna

Nella poesia d’amore latina la donna era spesso cantata con uno pseudo-nimo (falsum nomen) che serviva a nascondere la sua identità. Questo perché, gene-ralmente, si trattava di amori clandestini, spesso per donne già sposate, che avrebberosuscitato scandalo nella società romana se fossero stati rivelati. La scelta del nome in codi-ce da utilizzare nei versi avveniva secondo precisi criteri. Catullo ad esempio scelse di chia-mare l’amata Clodia con lo pseudonimo di Lesbia per due motivi: il primo, che i due nomiavevano uguale numero di sillabe e dunque erano interscambiabili nei versi; il secondo, cheil nome Lesbia ricordava la poetessa Saffo di Lesbo, della quale entrambi erano ammirato-ri (Catullo ne tradusse alcune poesie dal greco).

Nella poesia provenzale del XII secolo, le stesse ragioni di discrezione imposero ai poe-ti cortesi di utilizzare un nome in codice (senhal, ‘segnale’, ‘pseudonimo’) per tutelare l’o-norabilità delle nobili signore alle quali dedicavano i loro versi d’amore.

Anche i poeti volgari italiani ripresero questa consuetudine. Ad esempio, Dante dà notiziache la donna amata dal suo amico Guido Cavalcanti, Giovanna (o monna Vanna), era chiama-ta anche Primavera, per alludere alla sua bellezza. Dante, però, introduce una novità. Eglispiega il nome Primavera come «colei che aveva preceduto» (= «prima verrà») Beatrice, cosìcome il predicatore Giovanni Battista aveva preceduto la venuta di Cristo. Insomma, lo pseu-donimo Primavera conferma indirettamente la natura divina di Beatrice.

Con Dante ha inizio la cosiddetta interpretazione del nome, che corrisponde alle doti ealle qualità della donna che lo porta: Dante interpreta il nome Beatrice come «colei che dàla beatitudine»; ugualmente Petrarca interpreta il nome Laura associandolo a una serie diparole di suono simile tutte di significato positivo (l’aura «l’aria»; l’aurora «l’alba»; l’au-ro «l’oro»; il lauro «la corona dei poeti»).

Nell’Ottocento sarà Giacomo Leopardi a utilizzare nomi fittizi per cantare le vicende difigure femminili così esemplari da risultare dei simboli: celebre è il caso di Silvia sotto cuisi nasconde l’identità di Teresa Fattorini [� S4], morta adolescente per un male incurabile.

Nel Novecento Gabriele d’Annunzio assegna all’attrice da lui amata Eleonora Duse ilnome mitologico Ermione [� S6], a testimoniare una volontà di distinguersi e di allonta-narsi dalla realtà quotidiana. Eugenio Montale userà più volte pseudonimi sotto cui sonoadombrate donne reali: con il nome di Clizia è cantata la studiosa americana Irma Brandeis,Volpe è la sensuale scrittrice Maria Luisa Spaziani, Mosca (per via delle grandi lenti degliocchiali) la moglie Drusilla Tanzi, alla quale è dedicata la raccolta Xenia [� R9].

approfondisci

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843RR L’amore

guida alla lettura

La struttura del testo Il testo può essere suddiviso in tre parti. Nella prima (vv. 1-3) il poeta rivol-ge un’esortazione alla sua donna perché goda della vita, amando e disinteressandosi delle chiacchiere

dei soliti vecchi brontoloni. Nella seconda parte (vv. 4-6) si rivela il vero motivo di quell’invito: la vita èbreve e quando la luce del giorno si spegne una notte perpetua attende l’uomo. Il rimedio a questo inesora-bile destino è indicato nella parte conclusiva (vv. 7-13): baciarsi mille e mille volte, senza tenere mai il con-to dei baci; qualche invidioso infatti, conoscendone il numero preciso, potrebbe approfittarne per lanciarecontro di loro il malocchio, un incantesimo maligno che interrompa la favola del loro amore.

Il tema e i motivi Per quanto ciò possa sembrare strano, l’amore non è uno dei temi più diffusi nel-la letteratura latina. Per di più, una relazione extraconiugale tra un uomo e una donna sposata, come

quella tra Catullo e Lesbia, sarebbe stata motivo di scandalo nella società romana. Il poeta cerca dunque ditenere il suo amore al riparo dalle «chiacchiere» delle malelingue e da occhi indiscreti che possano «guar-dare male» gettando il malocchio [� memo].

Nei versi successivi, però, si capisce qual è il vero ostacolo che impedisce il godimento di una vita spen-sierata: la brevità della vita umana. È questo un motivo* diffusissimo della letteratura antica, nella qualel’uomo appare consapevole della precarietà della sua esistenza rispetto all’eternità del tempo cosmico. Se ilsole può tramontare e risorgere ciclicamente, così non è per l’uomo al quale, al termine della giornata dellavita, tocca dormire un’unica buia notte. Queste riflessioni filosofiche si uniscono alla particolare situazionestorica in cui vive Catullo (sono gli anni che porteranno all’assassinio di Cesare e alla fine della repubblicaa Roma), accentuando nelle coscienze dell’epoca un senso di tristezza e di attesa angosciosa della fine.

Una notte senza fine, mille baci senza fine Ma in questa poesia di Catullo non c’è traccia di in-felicità né di autocommiserazione. La reazione anzi è spigliata e scanzonata: con una serie di iperboli*

il poeta chiede continuamente baci alla sua donna. Guai a tenerne il conto! I due amanti cadrebbero subito vit-time dell’invidia di qualcuno, o del tempo stesso che, contando i nostri baci, conta anche i momenti che ci re-stano da vivere.

attività

Comprendi

1. Esegui la parafrasi del testo, tenendo contro di quanto detto nelle note e nel commento.2. Spiega il significato della metafora* prolungata dei vv. 4-6:

...........................................................................................................................................................

3. Perché secondo te il poeta tiene il suo amore lontano da sguardi indiscreti? Segna la risposta cheritieni più opportuna e motiva la tua scelta:

a. perché teme che il suo amore clandestino sia scopertob. per timore delle dicerie della gentec. per timore del malocchio e dell’invidiad. per sottrarsi al tempo che passa

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Analizza

4. Quali figure retoriche di sintassi* e di pensiero* sono contenute nei vv. 7-9?

...........................................................................................................................................................

5. Ritrova nel testo le parole relative ai motivi* tipici della letteratura latina e completa la tabella:

33 Leggere, comprendere, analizzare La poesia844

motivo testo

godere la vita «Godiamoci la vita..., e i piaceri d’amore; Dammi mille baci...»

i vecchi brontoloni ...........................................................................................................

la brevità della vita ...........................................................................................................

la notte paragonata alla morte ...........................................................................................................

l’invidia delle persone ...........................................................................................................

Approfondisci

6. Leggi la scheda approfondisci qui sotto e confronta la poesia di Catullo con uno dei testi riporta-ti, rilevando analogie e differenze.

Un motivo della poesia d’amore e della musica leggera: i baci

Le molte migliaia di baci che Catullo chiedeva alla sua amata Lesbia per ingannarela morte e confondere gli invidiosi sono diventate un motivo ricorrente nella poesia d’a-more.

Il motivo si ritrova chiaramente in una quartina di Patrizia Valduga [� R11], accentua-to dalla caratteristica sensualità della sua poesia:

Baciami; dammi cento baci, e mille: cento per ogni bacio che si estingue,

e mille da succhiare le tonsille,da avere in bocca un’anima e due lingue.

Parallelamente, il motivo si diffonde anche a livello della musica leggera. A riproporlocon successo in una notissima canzone del 1961 è Adriano Celentano. Il numero dellemigliaia di baci viene finalmente contato: sono 24000.

Con 24000 baci oggi saprai perché l’amorevuole ogni istante mille baci,mille carezze vuole all’ora.

Con 24000 baci felici corrono le ored’un giorno splendido, perchéogni secondo bacio te.

approfondisci

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845RR L’amore

R2Odio e amoGaio Valerio Catullo

Ci troviamo nella fase della rottura del «pat-to» d’amore fra Catullo e Lesbia. Nonostan-te ciò, il poeta non riesce a smettere di ama-re: la passione continua a tormentarlo.

Autore Gaio Valerio Catullo(poeta latino, 84-54 a.C. ca)Opera CantiGenere poesia liricaTemi il poeta ha smesso divoler bene alla donna, ma nondi amarla; la passione è ancora forte, comeil suo tormento interioreStrumenti verso [� P scheda 3]; figure reto-riche [� P scheda 5]; tema e motivo [� Pscheda 6, § 2]

Io odio e amo. Ma come, dirai. Non lo so, sento che avviene e che è la mia tortura.

da I canti, trad. di E. Mandruzzato,Bur, Milano 2001

Odiare significa «ave-re in antipatia, consi-derare con disprezzo e fastidio». L’odio èil sentimento di profonda avversione, ini-micizia, contrarietà verso cose o persone.

memo

Puoi leggere un altrotesto di Catullo eapprofondire l’autore � R1.

link

guida alla lettura

Un distico malinconico Si tratta di uno dei distici* (coppia di versi) più noti della letteratura lati-na. È inserito nella terza parte del libro di Catullo, che contiene componimenti brevi, spesso di tono irri-

verente (contro i propri avversari) o malinconico e sofferto come questo.

Fine di un amore Siamo ormai nella fase della rottura del «patto» d’amore fra Catullo e Lesbia,che lascia il poeta nel più profondo sconforto. Eppure, egli ha smesso di «voler bene» («odio»), ma non

di «amare» («amo»): la forte attrazione per la donna non è cessata, e questo è il suo tormento maggiore. Eglisi domanda come ciò possa accadere, non sa darsi una risposta, ma sente che dentro di lui è così.

Amore e odio Si può amare e odiare la stessa persona contemporaneamente? Il poeta ci suggeri-sce di sì, accostando in un’antitesi* i sentimenti opposti per eccellenza, l’amore e l’odio. Anche la

nostra esperienza personale ci dice che talvolta è proprio così: amiamo una persona, ne siamo fortementeattratti, ma a volte proviamo fastidio per certi suoi comportamenti, modi di fare o di pensare. La straordina-ria sopravvivenza di questo motivo* nella letteratura contemporanea e persino nella musica leggera ci dàuna conferma. Il poeta cileno Pablo Neruda (1904-1973) scriveva in un sonetto del 1924: «Ti amo soloperché io te amo, / senza fine io t’odio, e odiandoti ti prego». E in un noto successo del 1971 Mina canta-va: «ti odio e poi ti amo e poi ti amo / e poi ti odio e poi ti amo... / non lasciarmi mai più».

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33 Leggere, comprendere, analizzare La poesia846

attività

Comprendi

1. A chi si rivolge secondo te il poeta in questa poesia? A un amico? A Lesbia? A se stesso? Da checosa lo capisci?

Analizza

2. Qual è la figura retorica su cui si basano i due versi?

...........................................................................................................................................................

Approfondisci

3. L’amore è sintesi di tutti gli opposti. Perciò racchiude anche il suo contrario, l’odio. Sei d’accor-do? Esprimi un tuo parere in proposito e dai una tua definizione di questo sentimento.

R3Amor è uno desioche ven da coreGiacomo da Lentini

Il poeta fornisce una dettagliata descrizione delmeccanismo dell’innamoramento, quasi fosseun trattato medico-scientifico: l’amore ha origi-ne dalla visione della persona amata, si impian-ta nel cuore, sede delle facoltà vitali dell’indivi-duo, e si alimenta di desiderio e immaginazione.Per facilitare la comprensione della poesia forniamo di seguito la parafrasi completa.

Autore Giacomo da Lentini(poeta italiano, XIII secolo)Opera RimeGenere poesia liricaTemi l’amore ha origine da unintenso piacere della donnaamata che, passando per gli occhi, sistabilisce nel cuore e si alimenta attraversol’immaginazione dell’innamoratoStrumenti parafrasi [� P scheda 2]; verso [�P scheda 3]; rima e sistemi strofici [� P sche-da 4]; figure retoriche [� P scheda 5]; parole-chiave e campi semantici [� P scheda 6, § 1]

Amor è uno desio che ven da coreper abondanza di gran piacimentoe li occhi in prima generan l’amore

4 e lo core li dà nutricamento.

Ben è alcuna fiata om amatoresenza vedere so ’namoramento,

1. desio: desiderio.2. piacimento: è il piacere soggettivo, avver-tito dai sensi dell’uomo che s’innamora, attrat-to dalla bellezza oggettiva della donna.4. nutricamento: alimento, nutrimento: è una

metafora* che indica come la passione cresce esi alimenta all’interno dell’uomo.5. Ben è alcuna fiata om amatore: è ben ve-ro che qualche volta (fiata) ci si innamora (om co-me nel francese ha valore impersonale, indica

dunque un’esperienza che riguarda tutti, indi-stintamente).6. senza vedere: il poeta allude polemicamen-te ad alcuni testi di poeti provenzali, in cui si rac-conta di uomini innamorati senza aver mai avu-

L’amore è un desiderio che nasce nel cuore a cau-sa di un grande piacere («piacimento») e gli occhigenerano da principio l’amore e il cuore lo alimen-ta («dà nutricamento»). È ben vero che talvolta(«alcuna fiata») qualcuno («om») s’innamorasenza vedere l’oggetto del suo amore, ma quel-l’amore che stringe con passione nasce dalla

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847RR L’amore

Giacomo da LentiniDavvero poche sono le notizie biografiche riguardanti questo poeta natoa Lentini, in Sicilia, del quale si hanno notizie certe solo dal 1233 al 1240.

Fu notaio a Palermo, alla corte dell’imperatore di Svevia Federico II, e con il titolo «il Nota-ro» si firma a chiusura di alcuni suoi componimenti. Dante lo cita come autorevole rappre-sentante della scuola siciliana nel XXIV canto del Purgatorio, elogiando la qualità delle suepoesie e la varietà delle forme metriche utilizzate. Di lui restano 38 componimenti, fra cuialcuni sonetti*, forma metrica di cui è considerato l’inventore.

l’autore

ma quell’amor che stringe con furore8 da la vista de li occhi à nascimento.

Che li occhi rapresentan a lo cored’onni cosa che veden bono e rio,

11 com’è formata naturalemente;

e lo cor, che di zo è concepitore,imagina, e piace quel desio:

14 e questo amore regna fra la gente.

La parola furore indica un impeto, una passione incontrollabile (a furor dipopolo, far furore, ecc.).

È sinonimo di furia, «pazzia»: anticamente infatti la passione era considerata una malattiadovuta all’eccesso di pensieri. Nell’Orlando furioso, ad esempio, l’omonimo protagonista è paz-zo per amore.

memo

visione degli occhi: poiché gli occhi trasmettonoal cuore tutto ciò che percepiscono, sia le qualitàbuone sia quelle cattive («bono e rio»), così comesono in natura; e il cuore, che accoglie («è con-cepitore») tutto ciò («zo»), comincia a immagina-re e a provare piacere di quel desiderio. E questoè l’amore che risiede tra gli uomini.

da Rime, XIX

to occasione di vedere la donna ama-ta. – ’namoramento: l’oggetto d’a-

more, quindi la donna.12. di zo: di tutto ciò, delle immagi-

ni trasmesse dagli occhi.

guida alla lettura

Rispondere per le rime Il sonetto* fu scritto da Giacomo da Lentini in risposta a una «tenzone» (nelDue-Trecento è così chiamato lo scambio di componimenti, a mo’di botta e risposta, tra due poeti su un

argomento specifico) con Pier della Vigna e Jacopo Mostacci. Quest’ultimo aveva posto ai poeti della cortesiciliana di Federico II (di cui Giacomo da Lentini è l’esponente più illustre: � approfondisci La lirica delle ori-gini, p. 850) un interrogativo sulla natura del sentimento dell’amore: esso infatti sembra invisibile, eppure fasentire gli effetti del suo potere. Pier della Vigna aveva confermato la realtà dell’amore, sostenendo che ha unpotere tanto maggiore proprio in quanto esercita una forza di attrazione misteriosa ma irresistibile. Giacomorisponde a entrambi, riprendendo i loro ragionamenti e persino lo schema metrico e le rime finali dei due so-netti. Da questa antica consuetudine deriva il nostro modo di dire «rispondere per le rime».

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Una fenomenologia amorosa La risposta di Giacomo da Lentini contiene una dettagliata descri-zione del fenomeno dell’innamoramento. L’amore – dice Giacomo – nasce dalla vista di una donna che

provoca un forte piacere nell’innamorato; gli occhi infatti distinguono le qualità positive e negative di ognicosa che vedono e ne forniscono al cuore un’immagine conforme al suo aspetto naturale; il cuore, infine, ri-ceve questi dati e li elabora, alimentandoli con l’immaginazione e il desiderio. Solo un amore che prende se-de nel cuore dell’individuo può stringere con «furore», con forte passione, e regnare fra le persone.

La rima «amore»-«core» Il sonetto*, forma metrica di cui Giacomo è ritenuto l’inventore, haschema ABAB, ABAB, BCD, BCD, con ripresa nelle terzine* della rima -ore e della parola-chiave

«core», che forma con «amore» un binomio indissolubile. I due termini compaiono infatti nel verso ini-ziale e poi si alternano ciascuno per ogni strofa fino a ricomparire insieme nella terzina conclusiva.

Il concetto fondamentale espresso nel componimento è appunto la stretta identificazione tra l’amore e ilcuore, che rappresenta la sede di tutte le facoltà vitali dell’individuo. In esso risiede quella che i filosofi anti-chi chiamavano l’anima immaginativa, cioè la facoltà che consente all’uomo di vivere pensando, immagi-nando, ricordando.

Gli occhi in prima Ciò che consente al cuore di innamorarsi è il senso della vista. Nel testo com-paiono sei parole appartenenti al campo semantico* della vista («occhi» per ben tre volte, due voci del

verbo «vedere» e poi il sostantivo «vista»), per ribadirne l’importanza: un amore «senza vedere» è impos-sibile, così come è impossibile senza immaginazione e desiderio.

Ma ciò comporta una conseguenza importante, che sarà poi tipica della letteratura successiva: l’amorediviene un fenomeno immaginativo e non solo istintivo e fisico. La lirica d’amore italiana sarà una poesiacon pochi riferimenti concreti e realistici (persino l’identità delle donne è a volte incerta o addirittura imma-ginaria), e con una forte idealizzazione della bellezza femminile.

33 Leggere, comprendere, analizzare La poesia848

attività

Comprendi

1. Ricostruisci il contenuto delle affermazioni di Giacomo da Lentini, distinguendole per strofa:

strofa contenuto

prima quartina ....................................................................................................................................

....................................................................................................................................

seconda quartina ....................................................................................................................................

....................................................................................................................................

prima terzina ....................................................................................................................................

....................................................................................................................................

seconda terzina ....................................................................................................................................

....................................................................................................................................

2. Quali sono le funzioni attribuite agli organi della vista e del cuore?

...........................................................................................................................................................

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849RR L’amore

3. Spiega e memorizza il significato delle seguenti parole:

«desio»: .....................................................................................................................................................

«piacimento»: ............................................................................................................................................

«nutricamento»: ........................................................................................................................................

«fiata»: ......................................................................................................................................................

«rio»: .........................................................................................................................................................

Analizza

4. Suddividi in sillabe i versi indicati, individuando le figure metriche presenti:

1 ... ... ... ... de- ... ... ven ... ... ...

... ...

5 ... ... ... -cu- ... ... ... ... -ma- ... ...

... sineresi ...

13 ... ... -gi- ... ... ... -ce ... ... ... ...

... ...

5. La scuola siciliana si contraddistingue per la ricerca di uno stile molto raffinato e musicale. Indi-vidua nel sonetto:

rime ricche*: ............................................ consonanze*: ............................................

6. Raccogli tutte le espressioni riconducibili alle parole-chiave del componimento:

amore-core vista

desio, ............, ............., ............, ............, ............,

piace

occhi, ............, ............, vista de li occhi ............,

...............................................................................

Approfondisci

7. Nel verso conclusivo, Giacomo da Lentini afferma che l’amore che regna fra le persone è quelloche nasce dall’immaginazione e dal desiderio, che è stato cioè interiorizzato. Ti proponiamo alcu-ne possibili interpretazioni di questa affermazione; scegli quella con la quale concordi e quella chenon condividi e commentale in un breve testo argomentativo sul tuo quaderno:

a. l’amore è un fatto puramente illusorio, in quanto nasce e si alimenta con l’immaginazione, ma nonsi realizza mai;

b. l’amore vero non è semplice attrazione fisica, ma deve coinvolgere le persone nel loro intimo, veni-re dal cuore;

c. l’amore vero regna quando la persona amata viene interiorizzata, diventa cioè un ideale completa-mento di noi stessi (quella che noi oggi definiamo «l’anima gemella»);

d. l’amore vero nasce dalla vista, ma deve poi trasformarsi in un sentimento puro e astratto, di cui èpossibile parlare solo in poesia.

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33 Leggere, comprendere, analizzare La poesia850

La lirica delle origini

Le prime testimonianze di lirica in volgare (le lingue derivate dal latino)sono attestate in Provenza, una regione della Francia meridionale, a partire dal XIIsecolo. La lirica provenzale si sviluppò nell’ambiente ricco e raffinato delle corti, a ope-ra dei cosiddetti «trovatori», che recitavano i loro componimenti a corte accompagnando-si con strumenti musicali. La loro poesia proponeva una particolare concezione dell’amoredetto «cortese» (appunto da corte), che trasferiva in forma letteraria i rapporti feudali allo-ra esistenti a livello economico-sociale:

• al centro della poesia c’è la donna (domina = ‘signora’), che il poeta loda e ama senzaaspettarsi alcuna ricompensa;• la donna è collocata in una sfera sociale e spirituale più alta di quella del poeta amante;• a lei il poeta deve un servizio incondizionato, come quello del vassallo al suo signore.

In Italia, i temi e le forme della poesia provenzale sono in parte ripresi dalla «scuola sici-liana», formatasi presso la corte dell’imperatore e re di Sicilia Federico II di Svevia nellaprima metà del Duecento. Si tratta di una cerchia ristretta di notabili, fra cui lo stesso Fede-rico II, che discutevano del sentimento d’amore dando vita talvolta a dispute, dette «tenzo-ni», in cui le opinioni dei diversi poeti erano esposte in versi. La donna era sognata, ammi-rata, celebrata e servita dal poeta innamorato, il quale assumeva nei suoi confronti un atteg-giamento di devota e totale sottomissione. I poeti della scuola siciliana ebbero il merito diintrodurre e perfezionare la forma del sonetto.

Alla fine del Duecento a Firenze si afferma la scuola poetica del «dolce stil novo», chia-mata così da uno dei suoi poeti più rappresentativi, Dante Alighieri. I due aggettivi riguar-dano le principali caratteristiche di questa poesia:

• dolce si riferisce alla forma, contraddistinta da raffinatezza di stile ed eleganza linguistica;• novo si riferisce ai contenuti, che rappresentano una novità rispetto alla tradizione prece-dente.

I punti fondamentali della nuova concezione d’amore sono così espressi dal maestro del-lo Stilnovo Guido Guinizelli:

• l’amore ha sede solo in un cuore gentile (cioè di animo nobile: � R5 memo);• la gentilezza è una virtù dell’animo, e non si eredita per nobiltà di famiglia: essa si mani-festa in una donna attraverso il suo comportamento «onesto» e si perfeziona nell’uomo attra-verso la poesia e l’amore puro;• l’amore per la donna è esclusivo e giustificato dal fatto che la donna ha sembianza diangelo.

Poeti come Guido Cavalcanti, Cino da Pistoia e il giovane Dante Alighieri approfondi-rono questa teoria, portandola verso sviluppi anche contrastanti. In Guido Cavalcanti laconsapevolezza della superiorità della donna mette l’uomo di fronte ai suoi limiti e l’amo-re diventa perciò un’esperienza traumatica e dolorosa [� R4]; in Dante Alighieri, la donnamanifesta la sua natura divina e l’amore si traduce in una esperienza di beatitudine [� R5].Beatrice, la donna amata da Dante, non ha soltanto la parvenza ma è a tutti gli effetti unadonna-angelo: sarà lei che nella Commedia [� Z] lo aiuterà a risalire dall’Inferno fino alParadiso e alla visione di Dio, del quale rappresenta la grazia.

approfondisci

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851RR L’amore

R4Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la miraGuido Cavalcanti

La raccolta di rime di Guido Cavalcanti,«primo amico» di Dante Alighieri, è caratte-rizzata da una concezione dell’amore comepassione distruttiva, che riduce il poeta qua-si in fin di vita. In questo famosissimo sonet-to si mostra l’apparizione della donna, crea-tura quasi sovrannaturale, e si descrivono gli effetti sconcertanti della sua presenza. Per facilitare lacomprensione della poesia forniamo di seguito la parafrasi completa.

Autore Guido Cavalcanti (poe-ta italiano, 1250 ca.-1300)Opera RimeGenere poesia liricaTemi la donna passa davantiagli sguardi stupefatti degliuomini che restano senza parole eincapaci di comprendere il mistero della suastraordinaria bellezzaStrumenti verso [� P scheda 3]; rima e siste-mi strofici [� P scheda 4]; figure retoriche [�P scheda 5]; motivi, parole-chiave, campisemantici [� P scheda 6]

Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira, che fa tremar di chiaritate l’âre e mena seco Amor, sì che parlare

4 null’omo pote, ma ciascun sospira?

O Deo, che sembra quando li occhi gira,dical’ Amor, ch’i’ nol savria contare:

1. Chi è questa che vèn: l’inizio del sonettoricalca formule espressive della Bibbia, quasi aconfermare la natura divina della figura femmi-

nile.3. seco: con sé, accanto a sé, ma potrebbeanche significare in sé, dentro di sé.

6. savria: saprei; è una forma antica di condi-zionale, come il successivo «poria» (‘potreb-be’).

Clip Art

Un motivo della poesia d’amore: il dono del cuore

Il cuore è la sede naturale del sentimento d’amore. Nelle raffigurazioni me-dievali, spesso l’innamorato è ritratto nel gesto di donare il suo cuore all’ama-ta. A volte l’immagine si unisce a particolari anche crudi e realistici: Dantenella Vita nova sogna il dio Amore che stringe nelle mani il cuore del poeta elo dà in pasto a Beatrice; Cavalcanti rappresenta il suo cuore nelle mani del-la Morte, tagliato a croce in quattro parti; Boccaccio in una novella del Deca-

meron racconta di Tancredi, principe di Salerno, che uccide l’amante della figlia Ghismunda ele manda il suo cuore in una coppa d’oro. La donna, in un gesto di estrema ribellione contro il pa-dre, versa del veleno in quella coppa e lo beve. Muore stringendo il cuore dell’innamorato al suo.

Il motivo ritorna in una canzone del 1974 di Fabrizio De André, La ballata dell’amore cieco.In essa l’amata chiede all’innamorato di darle prova di amore e fedeltà, strappando il cuore dal pet-to della propria madre. Ma questa dimostrazione d’amore non le basta: l’innamorato dovrà anchetagliarsi le vene ai polsi e versare per lei il suo sangue. L’uomo morirà contento del suo amore; maalla donna insensibile e crudele non rimarrà niente, solo il «sangue secco» di colui che ha ucciso.

«Il dono del cuore», inizi XIV secolo

[arazzo della manifattura di Arras, Muséede Cluny, Parigi]

Chi è questa donna che passa, che ognuno la guar-da con meraviglia, che fa vibrare l’aria («âre») displendore e porta con sé («mena seco») il dioAmore, al punto che nessuno («null’omo») riescea parlare, ma tutti sospirano? O Dio, che cosa sem-bra quando si gira a guardare! Lo dica Amore, cheio non lo saprei («savria») riferire: mi pare una

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cotanto d’umiltà donna mi pare,8 ch’ogn’altra ver’ di lei i’ la chiam’ ira.

Non si poria contar la sua piagenza,ch’a le’ s’inchin’ ogni gentil vertute,

11 e la beltate per sua dea la mostra.

Non fu sì alta già la mente nostrae non si pose ’n noi tanta salute,

14 che propiamente n’aviàn conoscenza.

da Rime, IV

33 Leggere, comprendere, analizzare La poesia852

Guido CavalcantiGuido Cavalcanti nacque a Firenze intorno alla metà del XIII secoloda una ricca famiglia aristocratica ed ebbe fama di uomo colto e lette-rato, ma dal carattere schivo e difficile (così lo ricorda Giovanni Boccaccio in una delle novel-le del Decameron). Nella Vita nova [� R5 approfondisci La «Vita nova»] Dante parla di luicome «primo amico» e a lui dedicò e inviò alcuni sonetti. Partecipò alla vita politica dellacittà, lacerata dalle ostilità prima fra Guelfi e Ghibellini, e poi all’interno della stessa parteguelfa divisa in Bianchi e Neri. Nel giugno del 1300, proprio per arrestare gli scontri semprepiù violenti, il Consiglio dei Priori (la più alta carica del Comune di Firenze) allontanò dallacittà i principali capi dei due opposti partiti, tra cui anche Guido; fra i priori c’era il suo ami-co Dante, costretto a prendere una drammatica decisione nell’interesse superiore della patria.Guido fu esiliato a Sarzana, una zona malarica al confine tra la Toscana e la Liguria, nellaquale ben presto si ammalò. Rientrato in città, morì il 29 agosto 1300.

La sua raccolta di Rime comprende 36 sonetti*, 11 ballate* e 2 canzoni*.

l’autore

8. ira: propriamente significa «superbia», qui è da intendersi in funzionedi aggettivo, «superba».9. piagenza: piacevolezza, bellezza; è un termine solitamente riferitoalle qualità esteriori della donna.

guida alla lettura

Una poesia cittadina Guido Cavalcanti descrive la figura femminile, non più riverita nell’ambien-te aristocratico della corte [� R3 approfondisci La lirica delle origini], ma ammirata mentre passa per le

vie di Firenze.

Il testo L’apparizione della donna provoca reazioni straordinarie nello spazio circostante (l’ariavibra) e negli uomini che la osservano senza parlare, sospirando (I quartina). Neanche il poeta è in gra-

Umiltà è la qualità dichi è umile, cioè «chi èconsapevole dei propri limiti e non si van-ta troppo delle sue qualità». Deriva dal lati-no humus ‘terra’. Chi è umile infatti si chi-na; ma chi si getta troppo «a terra» è umi-liato.

memo

donna di tale benevolenza, che ogni altra al suoconfronto io la definirei superba. Non si potrebbe(«poria») esprimere la sua bellezza, al punto chedi fronte a lei si inchina ogni virtù di gentilezza, ela bellezza la addita come sua dea. La nostra men-te non è mai stata tanto elevata e non è stata ripo-sta in noi tanta grazia, da poter averne una cono-scenza adeguata.

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853RR L’amore

do di descrivere la bellezza e l’umiltà della donna, al cui cospetto tutte le altre appaiono superbe (II quarti-na). Ogni virtù di gentilezza e persino la bellezza si inchinano a lei come fosse una dea (I terzina): per que-sto il poeta si dichiara incapace di comprenderne a pieno il mistero sovrannaturale (II terzina). Nel sonetto*è descritta una situazione tipica della poesia stilnovista, di cui Cavalcanti riprende parole e motivi.

Vocabolario stilnovistico Esaminiamo in breve le parole-chiave*. «Umiltà» è l’atteggiamentobenevolo, non sdegnoso della donna che concede all’innamorato il suo sguardo e il suo saluto; «salu-

te» è una parola polisemica (dai molti significati), in quanto indica il «saluto» della donna e i suoi effetti di«salute» fisica e di «salvezza» morale dell’individuo; «gentile» significa propriamente «appartenente a unagente, cioè a una famiglia importante», ma per i poeti dello Stilnovo la nobiltà non deriva dalla nascita ben-sì dallo spirito, dalle qualità interiori della donna [� R5 memo].

Motivi stilnovistici Tutto questo riguarda la donna. L’uomo, invece, di fronte a una tale bellezzasfolgorante appare in atteggiamenti fissi, che sono motivi tipici della poesia tradizionale. Esaminiamo

anche questi. L’innamorato guarda («mira») passare la donna come impietrito, incapace di parlare e didescrivere in modo adeguato la sua bellezza. È il motivo dell’ineffabile («qualcosa che non si può dire»):l’unica espressione consentita all’innamorato è quella dei «sospiri», che lo riducono quasi in fin di vita,abbandonato dai suoi spiriti vitali. Tale motivo è ripetuto più volte nel testo, con una serie di variazioni. Nel-la prima quartina, alla comparsa della donna tutti ammutoliscono; nella seconda quartina il poeta si rifiutaancora di parlare, cedendo la parola al dio Amore; ancora nella prima terzina il poeta ribadisce che la bel-lezza della donna non si può esprimere, poiché essa stessa è dea della bellezza; nell’ultima terzina conclu-de ammettendo l’inadeguatezza delle sue facoltà mentali.

Mente, non cuore Al poeta mancano l’altezza di ingegno («mente») e l’ispirazione divina («salu-te») necessarie per poter comprendere appieno il mistero soprannaturale della donna. Ma gli manca

soprattutto il cuore. La parola infatti è del tutto assente dal componimento e ciò rappresenta un’eccezionerispetto alla poesia dello Stilnovo. In questo modo Cavalcanti intende distinguersi dagli altri colleghi poeti,svelando non il lato piacevole e sentimentale della passione, ma quello troppo razionale e distruttivo.

attività

Comprendi

1. Elenca i termini del vocabolario stilnovista presenti nel testo dandone una spiegazione.2. Sottolinea nel testo tutte le espressioni relative al motivo* dell’ineffabile e poi spiega con parole

tue in che cosa consiste.

Analizza

3. Individua lo schema metrico del sonetto, le rime*, le consonanze*:

...........................................................................................................................................................

4. La figura retorica adatta a esaltare le doti della donna è l’iperbole*. Spiega in che cosa consiste erintracciane degli esempi nel testo.

...........................................................................................................................................................

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Approfondisci

5. L’amore per i poeti medievali si colloca fra estremi opposti: o passione che soggioga l’uomo o ele-vazione spirituale che lo avvicina a Dio; o avventura esaltante che nobilita l’animo, o esperienza di-struttiva dei sensi. Dai una tua personale definizione di questo sentimento, accogliendo o confutan-do una delle tesi esposte da Giacomo da Lentini [� R3] e da Guido Cavalcanti.

33 Leggere, comprendere, analizzare La poesia854

R5Tanto gentile e tanto onesta pareDante Alighieri

In questo sonetto, considerato uno dei capola-vori della letteratura italiana, Dante descrivei mirabili effetti che produce l’apparizione diBeatrice in chi la contempla.

Autore Dante Alighieri (poeta ita-liano, 1265-1321)Opera Vita novaData di composizione 1292-96Genere poesia liricaTemi il passaggio della donnaper la via e il suo saluto rivelano i modi ele fattezze di una creatura divina: la donna èinfatti un miracolo sceso in terraStrumenti parafrasi, diacronia [� P scheda2]; verso [� P scheda 3]; figure retoriche [�P scheda 5]; parole-chiave e campi semantici[� P scheda 6]

La «Vita nova»

La Vita nova è l’opera in cui Dante racconta la storia più significativa del-la sua giovinezza: l’amore per Beatrice, incontrata per la prima volta a Firenze al-l’età di nove anni e poi rivista esattamente nove anni dopo. Il libro appartiene al genere delprosimetro (prosa + verso): è strutturato cioè in modo da alternare testi poetici a brani di pro-sa che servono da introduzione e da commento. Il titolo Vita nova allude al significato ecce-zionale di questa esperienza e in particolare al rinnovamento interiore verificatosi nell’ani-mo del poeta dopo questo incontro. La presenza di Beatrice modifica completamente la suavita precedente e determina l’inizio di un’esperienza nuova, illuminata da un sentimento d’a-more che lo spinge a celebrare le virtù celestiali della donna, capace di renderlo migliore e diavvicinarlo a Dio. È evidente il significato simbolico* che Dante attribuisce alla donna:

• il nome Beatrice significa «colei che dà la beatitudine» [� R1 approfondisci Il nome del-la donna];• la ripetizione del numero nove che accompagna Beatrice significa che ella è un «mira-colo» prodotto dal numero tre (3 3 = 9), il numero della Trinità divina.

I punti essenziali della poetica dantesca presenti in quest’opera sono i seguenti:

• l’amore è un sentimento solo spirituale, che consiste nella contemplazione dell’amata;• il poeta attende dalla donna il saluto, che è fonte di «salute» fisica e di «salvezza» morale;• la poesia consiste nella lode della donna, cioè nell’esaltazione delle sue qualità fisiche esoprattutto spirituali.

approfondisci

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855RR L’amore

Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua deven tremando muta,

4 e li occhi no l’ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta; e par che sia una cosa venuta

8 da cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi sì piacente a chi la mira, che dà per li occhi una dolcezza al core,

11 che ’ntender no la può chi no la prova:

Puoi approfondirel’opera di Dante Ali-ghieri e leggere passi della Divina Comme-dia� Z.

link

Gentile per i latini e gliantichi significava «ap-partenente a una famiglia nobile», in latinogens (‘gente’, ‘stirpe’). Per gli stilnovistipassa a indicare un’alta qualità interiore; og-gi indica semplicemente chi ha modi garba-ti, educati, caratterizzati da gentilezza.

memo

1. gentile e... onesta: i due aggettivi hanno va-lore complementare e si riferiscono entrambi al-le virtù della donna: il primo riguarda la qualitàinteriore dei suoi sentimenti, il secondo l’aspettoesteriore dei suoi atteggiamenti. – pare: va in-teso come «si manifesta in modo evidente» enon «sembra».2. donna mia: Beatrice è signora (secondo l’e-timologia latina di domina «signora, padrona»)del suo cuore. – altrui saluta: porge il suo sa-luto agli altri, alla gente.

3-4. ch’ogne lingua... guardare: chiunquericeva il saluto di Beatrice è colto da un turba-mento che lo rende incapace di parlare e diguardare.5. si va: procede, avanza.6. benignamente... vestuta: con un atteggia-mento dolce e comprensivo, Beatrice è rivestitadi umiltà, espressione del bene interiore. Si trat-ta di una metafora* per sottolineare le virtù mo-rali della donna.7-8. e par... mostrare: Beatrice si manifesta

(par) in tutta la sua grazia come una creatura(cosa) scesa dal cielo in terra per testimoniare ilmiracolo della potenza e della benevolenza diDio.9. sì piacente: talmente bella. – mira: contem-pla, guarda con ammirazione.10. che dà... occhi: infonde, trasmette attra-verso gli occhi.11. che ’ntender... prova: che può conosceree comprendere soltanto chi la prova per direttaesperienza.

Dante AlighieriDante Alighieri, nato a Firenze nel 1265 da una famiglia della piccolanobiltà, partecipò fin da giovane alla vita politica della sua città, lacera-

ta da grandi contrasti interni. A Firenze, infatti, dopo la sconfitta dei Ghibellini, sostenitoridell’imperatore, erano saliti al potere i Guelfi, sostenitori del papa, a loro volta divisi in duefazioni: i Bianchi e i Neri. Nel 1285 Dante sposò Gemma Donati, alla quale era stato già pro-messo in tenera età (secondo la consuetudine dell’epoca) e dalla quale ebbe tre figli (Iacopo,Pietro e Antonia, ai quali va forse aggiunto un figlio naturale, Giovanni).

Ma al centro della sua poesia d’amore c’è la figura di Beatrice (da identificarsi con la figliadi Folco Portinari), che Dante incontrò per la prima volta nel 1274 e celebrò nella sua poesiafino e oltre la data della sua morte, avvenuta nel 1290. Le vicende dell’amore di Dante perBeatrice sono narrate nell’opera giovanile, la Vita nova, ma Beatrice è presente come guidaspirituale anche nell’opera della maturità, la Commedia [� Z].

All’inizio del Trecento Dante prese parte alla vita politica della sua città, schierandosi dal-la parte dei Guelfi bianchi e ricoprendo numerosi incarichi. Quando la fazione dei Guelfi neriprese il sopravvento a Firenze, Dante fu condannato da un tribunale in contumacia, cioè insua assenza (si trovava a Roma per un’ambasceria presso il papa), e costretto all’esilio (1302).Cominciò per il poeta un lungo peregrinare per le varie corti d’Italia: a Verona ospite di Bar-tolomeo della Scala, a Treviso, a Padova, nel Casentino, in Lunigiana. Durante questi anni diesilio compose il Convivio, la Monarchia, il De vulgari eloquentia («La lingua volgare») e sidedicò al suo capolavoro, la Commedia, che aveva già avviato a Firenze. Ospite a Ravennadi Guido da Polenta fu incaricato di recarsi a Venezia in qualità di ambasciatore, ma duranteil viaggio lo sorprese una febbre malarica. Ricondotto a Ravenna, morì nel settembre del 1321(e lì tuttora c’è la sua tomba) assistito dal conforto di un’altra Beatrice: la figlia Antonia, checon quel nome aveva preso gli ordini religiosi.

l’autore

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33 Leggere, comprendere, analizzare La poesia856

e par che de la sua labbia si mova un spirito soave pien d’amore,

14 che va dicendo a l’anima: «Sospira».

da Vita nova, XXVI

guida alla lettura

Il macrotesto: la «Vita nova» Il sonetto Tanto gentile è tratto dalla Vita nova [� approfondisciLa «Vita nova», p. 854]. Nel capitolo XXVI, il poeta ha appena ricordato nelle righe scritte in prosa in

quante occasioni Beatrice sia stata capace di suscitare con la sua sola presenza sentimenti di elevazione spi-rituale anche in persone che non la conoscevano direttamente. Per quanti non hanno mai potuto vederla,affinché possano conoscere di lei ciò che si può esprimere a parole, Dante abbandona la prosa per la poesiae comincia il sonetto («Allora dissi questo sonetto, lo quale comincia: Tanto gentile»).

La struttura Il sonetto* è costituito da due quartine* a rima incrociata* (ABBA, ABBA) e da dueterzine* a rima invertita* (CDE, EDC). Le quattro strofe sono occupate ciascuna da un periodo.

Il testo Nella prima quartina Dante descrive le virtù interiori ed esteriori di Beatrice, che si mani-festano nel suo saluto e nel suo sguardo; gli effetti straordinari del suo passaggio provocano la paralisi

dei sensi: gli occhi non osano guardare, la lingua è incapace di esprimersi (ritorna qui il motivo dell’ineffa-bile, «ciò che non si può esprimere»: � R4 e R7 memo).

Nella seconda quartina, la donna passando fra le lodi unanimi dei presenti rivela la sua natura di mira-colo divino.

Nelle terzine si mostrano ancora gli effetti straordinari della sua vista e della sua bellezza, che infondepensieri di una dolcezza inesprimibile e fa sospirare gli uomini.

«Gentile» e «onesta» Per la comprensione letterale del testo, occorre tener presente la distanzache separa la lingua di Dante da quella attuale. Basta considerare il primo verso, per avere un esempio

di come le parole vadano interpretate in senso diverso da quello comune:

• «gentile» indica una caratteristica dell’animo e non un semplice comportamento educato [� memo, p.855];

• «onesta» indica la manifestazione esteriore di questa gentilezza, cioè la grazia dei gesti, dei comporta-menti e non un carattere giusto e rispettoso della legge;

• «pare» significa «si manifesta in modo evidente», e non «sembra».

Epifania e miracolo Proprio il verbo «pare» individua il campo semantico* fondamentale del com-ponimento, quello della vista («guardare», v. 4; «mostrare», v. 8; «mostrasi» e «mira», v. 9; «occhi»,

vv. 4 e 10). Il tema centrale di tutto il componimento è infatti quello dell’epifania, cioè dell’apparizione diuna creatura sovrannaturale inviata dal cielo sulla terra.

Dante riprende in parte un motivo* già caratteristico della poesia d’amore del Duecento, quello della vistache dà origine all’amore [� R3]. Ma non si ferma qui: in più gli attribuisce un significato religioso. Attra-verso il verbo mirare giunge alla parola miracolo. Beatrice è dunque un prodigio divino, che si impone allavista e all’ammirazione di tutti.

La «loda» Di fronte a questo miracolo, l’amore di Dante si accontenta semplicemente di celebrare conparole adeguate la bellezza della donna. Questo genere di poesia è definito da Dante stesso «poesia del-

12. e par... mova: e sembra che dal suo viso (labbia) emani, si diffonda.13. uno spirito... d’amore: una dolce ispirazione amorosa.14. va dicendo: suggerisce. – Sospira: il verbo che chiude il sonetto hala funzione di riassumere l’esperienza di dolcezza e di turbamento sugge-rita dalla contemplazione della donna.

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857RR L’amore

la loda». Nel capitolo XVIII della Vita nova, Dante si era riproposto di riporre la sua beatitudine «in quelle pa-role che lodano la donna mia». E all’inizio del XXVI, introducendo il sonetto Tanto gentile, afferma di voler«ripigliare lo stilo de la sua loda». La ripresa è segnalata anche dalla presenza del verbo «laudare» al v. 5 delsonetto.

attività

Comprendi

1. Individua i periodi in cui è suddiviso il componimento, poi, con l’aiuto delle note a margine, ese-gui sul quaderno la parafrasi.

2. L’apparizione di Beatrice avviene in un’atmosfera miracolosa. Individua gli elementi che concor-rono a creare questo effetto.

...........................................................................................................................................................

3. Con l’aiuto delle note a questo e al precedente componimento, assegna a ciascuna parola del voca-bolario stilnovista il suo significato:

«gentile»: ..................................................... «onesta»: .............................................................

«saluta»: ...................................................... «laudare»: ...........................................................

«umiltà»: ..................................................... «miracol»: ...........................................................

«piacente»: .................................................. «occhi»: ..............................................................

«dolcezza»: .................................................. «core»: ................................................................

«spirito»: ..................................................... «amore»: .............................................................

«sospira»: ....................................................

4. Completa lo schema inserendo opportunamente le proposizioni principali e le subordinate conse-cutive che a esse si riferiscono. Sottolinea poi quali elementi nelle principali descrivono Beatricee quali nelle subordinate le reazioni avvertite da chi la guarda.

proposizione principale subordinata consecutiva

1. .......................................................................... 1. ch’ogne lingua deven tremando muta ...........

........................................................................

2. .......................................................................... 2. ...................................... che ’ntender no la

può chi no la prova

Analizza

5. Individua le ripetute consonanze* che legano le rime delle strofe.

..................... : ..................... : .....................

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33 Leggere, comprendere, analizzare La poesia

strofa figura retorica effetto prodotto

I quartina

II quartina

I terzina

II terzina

allitterazione: Tanto gentile e tanto onesta sottolinea ....................................................

allitterazione: ............................................. esprime la difficoltà di vedere

allitterazione: ............................................. esprime la difficoltà nel .............................

metafora: .................................................... evidenzia l’umiltà della donna

poliptoto: .................................................... ripete il verbo fondamentale nel testo

allitterazione .............................................. ....................................................................

dieresi: ....................................................... ....................................................................

onomatopea: .............................................. riproduce la voce ........................................

7. Individua i punti del testo in cui si ritrova il motivo* dell’ineffabile [� R4 e R7 memo].

Approfondisci

8. Ritrova parole, motivi e temi comuni al sonetto di Cavalcanti Chi è questa che vèn [�R4]. Individuale somiglianze e le differenze che emergono soprattutto nella concezione dell’amore dei due poeti.

6. Individua le figure retoriche indicate nella tabella sottostante, segnalando l’effetto che producono:

Clip Art

Dante Gabriel Rossetti e la «sua» Beatrice

Dante Gabriel Rossetti (1828-1882), artista inglese di padre italiano, tra i fondatori delmovimento preraffaellita, che propone un ritorno alla semplicità dell’arte primitiva,precedente a Raffaello (XV-XVI secolo). Per questo si interessa ai poeti del dolce stilnovo, e a Dante in particolare, fin dalla giovinezza, tanto che fra il 1845 e il 1849 si de-dica alla traduzione di numerosi testi poetici del Duecento italiano, fra cui la Vita novadi Dante. In questi anni ha inizio un forte processo di immedesimazione con il sommopoeta, processo che culmina nel 1850 con l’incontro del pittore con la poetessa e mo-della Elizabeth Siddal, in seguito divenuta sua moglie. La donna, con i suoi tratti eterei, è destina-ta a diventare la più famosa incarnazione pittorica della Beatrice di Dante Alighieri. Nel febbraiodel 1862 Lizzie, come era meglio conosciuta, muore per una overdose di laudano (un potente op-piaceo) dopo aver dato alla luce un figlio morto, lasciando il pittore in profonda depressione. Inquesto periodo, avvertendo ancora di più le affinità della propria vicenda con quella di Dante, Ga-briel Rossetti si dedica soprattutto ai temi ispirati alle opere dantesche.

Risale a questo periodo l’opera Beata Beatrix, in cui l’amore idealizzato di Dante per Beatri-ce e il senso di perdita per la sua morte descritti nella Vita nova vengono riletti in chiave perso-nale e trasposti in pittura: Lizzie/Beatrice siede in una posa languida e sensuale; sulle sue manista per posarsi una colomba (simbolo di spiritualità) rossa (il colore dell’amore) che reca un fio-re di papavero (simbolo di sogni e di morte, ma anche riferimento al laudano che ha ucciso Liz-zie). A destra un orologio solare segna l’ora della morte di Lizzie e rimanda all’inesorabile pas-saggio del tempo e alla perdita che ne consegue. Alle spalle della donna, due figure si fronteg-giano: probabilmente raffigurano Dante (a destra) che osserva la personificazione dell’amore (asinistra), una donna vestita di rosso che sorregge un cuore circondato da una fiammella.

Dante Gabriel Rossetti,«Beata Beatrix», 1864-70

[Tate Britain, Londra]

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Francesco PetrarcaFrancesco Petrarca nacque nel 1304 ad Arezzo, dove suo padre SerPetracco – notaio fiorentino – era stato mandato in esilio. In seguito la

famiglia si trasferì in Francia a Carpentras, un piccolo centro presso Avignone, dove in que-gli anni risiedeva la curia papale. Qui Francesco si avviò agli studi di diritto che continuò conil fratello Gherardo a Bologna (all’epoca il più prestigioso centro universitario per gli studigiuridici). Alla morte del padre, nel 1326, tornò ad Avignone, dove la presenza della riccabiblioteca pontificia gli permise di dedicarsi alla sua principale passione: lo studio e la raccol-ta dei classici latini.

Ad Avignone, il 6 aprile del 1327, giorno di venerdì santo, Petrarca racconta di avere per laprima volta incontrato Laura, la donna che è al centro della sua raccolta di liriche, il Canzonie-re, morta probabilmente nel 1348 durante un’epidemia di peste. Nel 1330, di fronte a necessitàeconomiche, prese gli Ordini minori; scelta che, col solo obbligo di mantenere il celibato, gli

portava delle rendite senza svolgere tutti i doveri legati al culto (una carriera ecclesia-stica che consentì a molti intellettuali dell’epoca di potersi dedicare agli studi). Entròquindi al servizio del cardinale Giovanni Colonna e per lui compì numerosi viaggi inEuropa, ritirandosi quando possibile nei silenzi della Valchiusa, alle spalle di Avigno-ne. Nel 1341 a Roma in Campidoglio, venne incoronato poeta durante una solenne ce-rimonia. Dal 1353 al 1361 soggiornò a Milano presso la corte dei Visconti dove rico-prì importanti incarichi diplomatici; fu poi a Padova e a Venezia e infine si stabilì suiColli Euganei, ad Arquà, dove rimase fino al 1374, anno della sua morte.

l’autore

R6Erano i capei d’oroa l’aura sparsiFrancesco Petrarca

La lirica rievoca la figura di Laura, la suabellezza scomposta al vento, la luce dei suoiocchi, l’incarnato del suo volto, il suo incede-re e la sua voce angelica. Ora la bellezza del-la donna è sfiorita per lo scorrere del tempo,ma non per questo la ferita d’amore si placanell’animo del poeta.

Autore Francesco Petrarca (poetaitaliano, 1304-1374)Opera CanzoniereData di composizione 1348-74Genere poesia liricaTemi il poeta conserva nella memoriaun’immagine intatta della bellezza della suadonna; per questo, nonostante lo scorrere deltempo, avverte ancora le conseguenze dellaferita d’amoreStrumenti parafrasi [� P scheda 2]; verso [�P scheda 3]; rima e consonanza [� P scheda 4];figure retoriche [� P scheda 5]; parole-chiave,campi semantici, macrotesto [� P scheda 6]

Erano i capei d’oro a l’aura sparsiche ’n mille dolci nodi gli avolgea,e ’l vago lume oltra misura ardea

4 di quei begli occhi ch’or ne son sì scarsi;

1. capei d’oro: i capelli biondi di Laura sonoparagonati all’oro per colore e luminosità attra-verso una metafora* – a l’aura sparsi: scioltial vento. L’espressione richiama per omofonia,cioè per l’identico suono, il nome della donnaamata dal poeta (l’aura = Laura).

2. mille dolci nodi: l’espressione ha un dupli-ce significato; sul piano reale i «nodi» sono icapelli scomposti dal vento, sul piano simboli-co* sono i nodi d’amore di cui il poeta è prigio-niero.3. vago... ardea: la luce splendente degli occhi

(vago lume) ardeva in modo straordinario (oltramisura).4. ch’or... scarsi: luce di cui ora sono privi. Iltempo trascorso dal primo incontro ha reso gliocchi di Laura meno luminosi.

Aura è «l’aria, il soffioleggero di vento». Indi-ca anche la particolare atmosfera che si creaattorno a una persona o a una situazione(un’aura di pace, di sacralità).

memo

RR L’amore

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e ’l viso di pietosi color’ farsi,non so se vero o falso, mi parea:i’ che l’ésca amorosa al petto avea,

8 qual meraviglia se di sùbito arsi?

Non era l’andar suo cosa mortale,ma d’angelica forma, e le parole

11 sonavan altro che pur voce umana:

uno spirto celeste, un vivo solefu quel ch’i’ vidi; e se non fosse or tale,

14 piagha per allentar d’arco non sana.

da Canzoniere, XC

33 Leggere, comprendere, analizzare La poesia860

Puoi continuare lalettura delle liriche diPetrarca � S2.

link

5-6. e ’l viso... mi parea: e mi sembrava (mi parea), non so se fosserealtà o immaginazione (se vero o falso), che il suo viso mostrasse nei

miei confronti un atteggiamento benevolo e pietoso (’l viso di pietosicolor’ farsi).7-8. i’ che l’ésca... arsi: io che avevo l’animo predisposto all’amore edunque facilmente infiammabile. L’«ésca» è la materia infiammabile cheserve ad accendere il fuoco.9. andar suo: la sua andatura, il suo incedere tra la gente.11. sonavan... umana: avevano un suono diverso da quello di unavoce umana.12-13. uno spirto... tale: era una creatura divina colei che io vidi, eanche se ora non è più così luminosa (tale), perché la sua bellezza si èoffuscata.14. piagha... sana: la ferita prodotta dalla freccia non si rimargina, soloperché l’arco si è allentato, dopo aver scoccato la freccia. Cioè: la feritad’amore (piagha) prodotta dalla bellezza di Laura (l’arco che ha scocca-to la freccia) non può guarire solo perché tale bellezza è ora meno splen-dente (l’arco si è allentato).

Il «Canzoniere»

Petrarca scrisse la maggior parte delle sue opere in latino, e da queste siattendeva la consacrazione poetica. La sua fama, invece, è rimasta legata all’attivitàpoetica in lingua volgare, raccolta nel Canzoniere. Petrarca aveva scelto per il Canzonie-re il titolo latino Rerum vulgarium fragmenta («Frammenti di cose scritte in lingua volga-re») quasi a voler avvertire il lettore del loro carattere frammentario, di minore importanzarispetto alle opere latine. In realtà lavorò alle sue rime dal 1348 fino alla morte, con ben noveedizioni. L’edizione definitiva del Canzoniere comprende 366 componimenti poetici.

La prima importante novità del Canzoniere è nella sua struttura: esso non è una sempli-ce raccolta di poesie ma un’opera unitaria, una sorta di romanzo narrato attraverso le liriche.I componimenti raccolti sono infatti 366: il primo sonetto ha il valore di introduzione, i rima-nenti 365 costituiscono una sorta di «diario» giornaliero in cui il poeta racconta la sua storiad’amore per Laura, amata per tutta la vita, anche dopo la morte della donna, avvenuta nel1348. Il Canzoniere infatti si divide tradizionalmente in due sezioni: «in vita» e «in morte» dimadonna Laura. Petrarca racconta di aver conosciuto Laura (probabilmente la gentildonnafrancese Laura de Noves, moglie del marchese Ugo de Sade) il 6 aprile del 1327, venerdì san-to, nella chiesa di Santa Chiara ad Avignone. La morte della donna avverrà un altro 6 aprile,nel 1348, per un’epidemia di peste. Non per questo il poeta rinuncerà a cantare il suo amoreper lei: anzi, l’immagine della donna, serbata per sempre nel ricordo, apparirà sempre immu-tabile, rievocata in un’atmosfera quasi di sogno.

Qui sta l’altra importante novità della poesia di Petrarca: la sua vicenda d’amore è pove-ra di particolari concreti, tutta vissuta nell’interiorità del poeta. Questa che oggi ci sembrauna consuetudine, un dato normale, non lo era al tempo di Petrarca. Egli per primo mette alcentro della poesia il suo «io», con le sue debolezze, i dubbi, le speranze e le delusioni. L’a-more per Laura è infatti un’esperienza tormentata: alla dolcezza del sentimento e all’ammi-razione per la bellezza della donna si contrappone il senso di colpa per una passione consi-derata indegna dall’uomo maturo, che cerca di pentirsi avvicinandosi a Dio.

Tutto questo è raccontato in un linguaggio poetico molto vago ed evocativo: la sua linguaassai scelta e il suo stile raffinato diventarono un modello per i poeti dei secoli successivi, cheaddirittura nelle loro composizioni ne copiarono interi versi. Questo fenomeno (diffuso an-che in Europa, almeno fino alla fine del XVI secolo) è noto col termine di petrarchismo.

approfondisci

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861RR L’amore

Clip Art

Il ritratto di Laura

Della straordinaria bellezza di Laura non sono rimaste testimonianze diret-te, a parte i versi di Petrarca. Ma proprio nel Canzoniere l’autore ci informache un ritratto di Laura era stato eseguito da Simone Martini (1284-1344),pittore trasferitosi ad Avignone presso la curia papale e lì divenuto amico delpoeta. Il ritratto di Laura (perduto) fu molto lodato dal poeta, che a esso de-dicò due sonetti del Canzoniere (LXXVII e LXXVIII): in essi Petrarca affer-

ma che Simone ha ritratto l’immagine di Laura andando a ispirarsi direttamente in cielo.Successivamente l’immagine della donna comparve in

molte illustrazioni aggiunte alle edizioni del Canzoniere,rappresentata secondo i canoni estetici e l’abbigliamentodell’epoca.

Più curioso è notare come un pittore del Cinquecento,Lorenzo Lotto (1480-1556), si ispirò alla descrizione diLaura contenuta nella canzone Chiare, fresche e dolci ac-que (Canzoniere, CXXVI) per il soggetto di un suo qua-dro. Il dipinto fu prima intitolato Danae (la principessa che,secondo il racconto mitologico, fu amata da Zeus trasfor-mato in una pioggia d’oro) e poi Allegoria della castità oSogno di fanciulla.

La donna riposa in uno scenario naturale, accostata a untronco d’albero, ricoperta da una pioggia di fiori sparsi daldio Amore sul suo grembo, proprio come Petrarca ricordala sua Laura nei boschi di Valchiusa.

Lorenzo Lotto, «Allegoria della castità»(o «Sogno di fanciulla»), 1505 ca.

[National Gallery, Washington]

Ritratto di Laura

[da F. Petrarca, Canzoniere, Trionfi; Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze]

guida alla lettura

Il macrotesto Il sonetto* appartiene alla sezione «In vita di madonna Laura» del Canzoniere [�approfondisci «Il Canzoniere», p. 860]. In esso si avverte lo scorrere del tempo, che trascina via con sé

la bellezza esteriore della donna, ma non intacca il sentimento interiore del poeta.

Il testo Questi ricorda la bellezza della donna, con i biondi capelli mossi dal vento, gli occhi sfavil-lanti (I quartina), il viso che lascia appena intuire un timido rossore ma che basta a scatenare nel poeta

la scintilla dell’amore (II quartina), la sua andatura e la sua voce che paiono appartenere a un angelo (I ter-zina), tutte qualità straordinarie che la fanno assomigliare a un «sole» luminoso, a uno «spirto celeste». Perquesto, la freccia scoccata da Amore ha provocato nel cuore del poeta una ferita difficile da rimarginare,nonostante il tempo sia passato e la corda dell’arco (la bellezza di Laura) si sia ormai allentata (II terzina).

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33 Leggere, comprendere, analizzare La poesia862

La figura e il nome di Laura Di questa bellezza tuttavia non siamo in grado di tracciare un identikitpreciso (anche se esistono dei ritratti attribuiti alla nobildonna: � Clip Art Il ritratto di Laura, p. 861). La

descrizione di Petrarca lascia sempre la figura della donna in un alone indefinito, accresciuto dall’incertez-za del ricordo.

Lo stesso nome di Laura, per quanto reale e non inventato, è spesso utilizzato dal poeta non tanto perfavorirne l’identificazione quanto per il suo suono, che richiama per somiglianza altre parole:

• l’aura: il vento, ma anche l’aria vitale;• l’aurora: l’alba luminosa del giorno;• l’auro: l’oro, metafora* di oggetto prezioso e del biondo dei capelli della donna amata;• il lauro: l’alloro, pianta simbolo* della gloria poetica.

L’aura (v. 1) è dunque un senhal* [�R1 approfondisci Il nome della donna], un nome in codice che richiamal’identità della donna, lasciando intendere che per Petrarca ella rappresenta l’aria che respira, la vita stessa.

Passato e presente Lo scorrere del tempo è evidente anche dall’uso dei tempi verbali, che si alter-nano fra il ricordo e il presente. Nel testo prevalgono gli imperfetti descrittivi («erano... avolgea...

ardea... avea... era... sonavan»), che proiettano in un passato molto vago il ricordo della bellezza di Laura;seguono tre verbi al passato remoto («arsi... fu... vidi»), isolati e puntuali, che sottolineano il momento pre-ciso dell’innamoramento, che Petrarca spesso rievocherà come un punto fermo della sua vita. Infine i dueverbi al presente («son... sana») riportano il discorso al momento attuale («or»), in cui il poeta sperimentagli effetti dello scorrere del tempo: la bellezza è fragile e transitoria, ma il sentimento d’amore nei confron-ti della donna è costante, e il tempo non lo ha scalfito.

attività

Comprendi

1. Quali espressioni contenute nel sonetto dimostrano che l’immagine di Laura è filtrata attraverso lamemoria e il punto di vista del poeta?

...........................................................................................................................................................

2. Ci sono elementi del paesaggio naturale che fanno da sfondo alla visione della donna? Se sì, qua-li? Se no, perché secondo te?

...........................................................................................................................................................

3. Esegui sul quaderno la parafrasi del testo.

Analizza

4. Analizza di seguito lo schema metrico del sonetto, riconoscendo le rime* e la consonanza* presen-te nelle terzine.

...........................................................................................................................................................

5. Il sonetto è caratterizzato dalla presenza di tre metafore*; spiegale svolgendo in termini più sem-plici la similitudine abbreviata:

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863RR L’amore

Cavalcanti Dante Petrarca

metro sonetto ..................................... .....................................

schema ..................................... ..................................... ABBA, ABBA, CDE,DCE

opera di riferimento ..................................... ..................................... .....................................

ambientazione ..................................... ..................................... luogo imprecisato

protagonista femminile madonna Giovanna ..................................... .....................................

sintesi del contenuto il poeta mostra .............

.....................................

.....................................

il poeta mostra .............

.....................................

.....................................

il poeta rievoca ............

.....................................

.....................................

doti fisiche della donna ..................................... ..................................... .....................................

doti morali della donna umiltà, .........................

.....................................

gentile, ........................

.....................................

pietosi color, ................

.....................................

concezione dell’amore passione distruttiva e ...

.....................................

.....................................

.....................................

.....................................

.....................................

stato dell’innamorato .....................................

.....................................

.....................................

.....................................

.....................................

.....................................

«Erano i capei d’oro a l’aura sparsi» capelli biondi come il colore dell’oro ......................

«e ’l vago lume oltre misura ardea» ...................................................................................

«i’che l’ésca amorosa al petto avea» ...................................................................................

6. Un tratto caratteristico della poesia di Petrarca è l’uso della figura retorica dell’antitesi*, per rap-presentare la natura contraddittoria dell’amore. Completa la tabella sottostante associando alleparole indicate le corrispondenti contrarie presenti nel testo:

«oltra misura» .................................................... «vero» .................................................................

«non so» .............................................................. «cosa mortale» ....................................................

«voce umana» ..................................................... «fu» .....................................................................

Approfondisci

7. Confronta la lirica di Francesco Petrarca con i sonetti di Guido Cavalcanti [� R4] e di Dante Alighieri[� R5], evidenziando elementi comuni e differenze. Puoi aiutarti completando la tabella sottostante:

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86433 Leggere, comprendere, analizzare La poesia

R7Canzone castanaFederico García Lorca

Se la donna amata dal poeta fosse un paese,egli si perderebbe nei suoi occhi, fra le suebraccia, nelle oscure e sensuali profonditàdel suo corpo.

Autore Federico García Lorca(poeta spagnolo, 1898-1936)Opera Poesie d’amorePrima edizione 1927Genere poesia liricaTemi il corpo della donna diventa unintero paese in cui il poeta si perde, e in cuitutto, persino il vento, porta il colore e i segnidella sua bellezzaStrumenti denotativo/connotativo [� Pscheda 2, § 2]; figure retoriche [� P scheda5]; parole-chiave e campi semantici [� Pscheda 6, § 1]

2. paese castano: la donna è paragonata a un paese: è «castano» perassociazione col colore degli occhi e dei capelli della donna.5. occhi disabitati: continua la metafora* del paese: gli occhi sono«disabitati» perché selvaggi, o forse non ancora occupati dall’amore.6-7. suonando.. bocca: la bocca della donna è paragonata a una tastie-ra di pianoforte; suonare la tastiera è dunque sinonimo di baciare. – inef-fabile: che non si può esprimere a parole; il motivo della bellezza ineffa-bile della donna è da sempre molto diffuso in poesia [� R4 e R5].9-11. sarebbe castano... volto: ogni elemento naturale assumereb-be le caratteristiche della donna: il vento porterebbe i colori e la delica-tezza (velluto) del suo volto.14. profonde oscurità: il corpo della donna è come un mistero profon-do in cui perdersi.

Mi perdereinel tuo paese castano,Maria del Carmen.Mi perderei

5 nei tuoi occhi disabitati,suonando la tastieradella tua ineffabile bocca.Nel tuo abbraccio perpetuosarebbe castano il vento

10 e avrebbe la brezzail velluto del tuo volto.Mi perdereinei tuoi seni palpitanti,nelle profonde oscurità

15 del tuo corpo soave.Mi perdereinel tuo paese castano,Maria del Carmen.

da Poesie d’amore, Tea, Milano 1998

L’aggettivo ineffabilesignifica «che non sipuò dire, indescrivibile». Deriva dal verbolatino fari che significa «dire, parlare».Difatti l’infante è il bambino che non saancora parlare.

memo

Federico García LorcaFederico García Lorca nacque nel 1898 in Spagna, a Fuente Vaqueros,una cittadina nei pressi di Granada, figlio primogenito di un ricco pro-prietario terriero. Trasferitosi a Madrid dopo la laurea in Legge, frequentò i circoli culturali del-la capitale, incontrando tra gli altri il pittore surrealista Salvador Dalí, il poeta Rafael Alberti e ilregista cinematografico Luis Buñuel. Amante della letteratura e del teatro, suonava il pianofor-te e la chitarra flamenca, disegnava e dipingeva, rivelando in ogni ambito doti straordinarie.

Nel 1928 pubblicò la sua prima raccolta di liriche, Romancero gitano, poi nell’anno suc-cessivo, trasferitosi negli Stati Uniti, compose i versi di Un poeta a New York, dedicato ai nerie agli emarginati d’America, e il Poema del canto profondo. Ritornato in Spagna nel 1932, sidedicò alla messa in scena e alla scrittura di opere teatrali. Scoppiata in Spagna la guerra civi-le, fu arrestato per aver fondato l’Associazione degli intellettuali antifascisti e fucilato a Viz-nar, vicino a Granada, nel 1936 [� T11]. Solo nel 1954 l’intera produzione letteraria di GarcíaLorca fu raccolta e pubblicata a Madrid.

l’autore

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865RR L’amore

guida alla lettura

Il testo Se Maria del Carmen, la donna a cui è dedicata questa canzone, fosse un paese, il poeta si per-derebbe nel suo abbraccio, assaporando ogni delizia della sua bellezza: gli occhi freschi e ingenui, la boc-

ca sorridente, le braccia e il volto delicato, il seno palpitante, le «oscure profondità» del suo corpo magnifico.

Il corpo della donna Ci troviamo di fronte a un ritratto di donna diverso da quello spirituale e idea-lizzato tipico della letteratura medievale [� R3 guida alla lettura]: qui in primo piano c’è il «corpo»

della donna, descritto in tutta la sua prorompente fisicità. Il poeta ne esalta la bellezza e il mistero, passan-do dagli occhi (come sempre specchio dell’anima e prima porta di accesso del sentimento: � R3) fino alleparti più sensuali e intime.

Metafore e motivi Non si tratta però di una semplice descrizione realistica. Il poeta anzi fa ricorsoa una serie di metafore* molto particolari e insolite: la donna paragonata a un paese, la bocca come una

tastiera di pianoforte, il volto morbido come il velluto. Inoltre, compaiono motivi* tipicamente letterari,ripresi addirittura dalla poesia medievale: il sorriso della donna è «ineffabile», cioè indescrivibile, il suomistero è oscuro e profondo.

Il colore castano Su tutto poi spicca una notazione di colore che accompagna l’intera lirica: ilcastano degli occhi e dei capelli della donna si trasferisce sul paese, sul vento, sulla poesia stessa che

si intitola Canzone castana. Il carattere scuro e passionale della donna, come il colore bruno-rossiccio del-le castagne, impregna di sé ogni cosa: i luoghi, l’aria, le parole.

attività

Comprendi

1. Quali particolari del corpo della donna sono elencati dal poeta? Quali sono descritti realisticamen-te? Quali attraverso metafore* o soltanto allusi? Rispondi alle domande negli spazi sottostanti:

...........................................................................................................................................................

...........................................................................................................................................................

2. Spiega il significato del termine «ineffabile», anche in riferimento alle poesie dello Stilnovo checonosci.

...........................................................................................................................................................

3. Completa la tabella alla pagina seguente, specificando il significato proprio, denotativo*, e quellofigurato, connotativo*, che le parole assumono nella poesia:

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parola significato denotativo significato connotativo

«paese» piccolo agglomerato urbano ............................................................

«castano» del colore della ................................... ............................................................

«tastiera» insieme di ........................................... il sorriso della donna, che ..................

«velluto» tessuto ................................................ ............................................................

Analizza

4. Individua l’anafora* presente nel componimento e spiega in che cosa consiste questa figura retorica.

...........................................................................................................................................................

5. Come detto, la donna è descritta nei suoi aspetti sensuali, cioè che catturano e coinvolgono i sen-si del poeta. Suddividi le parole in base al campo semantico* interessato, completando la tabellasottostante:

vista udito olfatto tatto gusto

«castano»

.............................

.............................

.............................

«suonando»

.............................

.............................

.............................

«vento»

.............................

.............................

.............................

«abbraccio»

.............................

.............................

.............................

«bocca»

.............................

.............................

.............................

C’è un aggettivo che può essere inserito in ogni colonna, perché indica una sensazione di piacereriferita ai vari sensi. Esso rappresenta dunque, la sintesi finale della bellezza della donna. Sai indi-viduarlo?

...........................................................................................................................................................

R8Amo in teNazim Hikmet

Nel 1938 Hikmet fu condannato dal governoturco a 28 anni e 4 mesi di reclusione per la suaopposizione politica. Dalla prigione di Bursa,in Anatolia, scrisse poesie appassionate alladonna di cui era innamorato, Münevver An-daç. Nel 1950, grazie alle insistenze di un co-mitato di liberazione composto anche da intel-

Autore Nazim Hikmet (poetaturco, 1902-1963)Opera Poesie d’amorePrima edizione 1962Genere poesia liricaTemi l’amore per la donna haun carattere avventuroso, come un viaggiodi scoperta; l’amante ricerca l’impossibile enon si fa mai prendere dalla disperazioneStrumenti denotativo/connotativo [� Pscheda 2, § 2]; figure retoriche [� P scheda5]; motivi e parole-chiave [� P scheda 6]

33 Leggere, comprendere, analizzare La poesia866

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867RR L’amore

Amo in tel’avventura della nave che va verso il poloamo in tel’audacia dei giocatori delle grandi scoperte

5 amo in te le cose lontaneamo in te l’impossibileentro nei tuoi occhi come in un boscopieno di solee sudato affamato infuriato

10 ho la passione del cacciatoreper mordere nella tua carne.Amo in te l’impossibilema non la disperazione.

da Poesie d’amore, Mondadori,Milano 1963

Passione indica un sen-timento forte, in partico-lare un amore sensuale, appunto passionale.Può indicare anche un interesse, una predile-zione (la passione per la musica, ecc.).Nel significato proprio derivato dal latinoindica sofferenza (la Passione di Cristo),patimento.

memo

2. polo: indica le regioni estreme della terra; ma è anche il punto car-dinale che guida il viaggio della nave: allo stesso modo, la donna è stel-la polare per il poeta.4. audacia: coraggio, sfrontatezza.9. sudato affamato infuriato: il poeta è stanco, affamato e in predaall’impeto della passione.10. ho la passione del cacciatore: la ricerca d’amore è come una cac-cia appassionante.

guida alla lettura

Il testo Il testo può essere suddiviso in tre parti. Nella prima (vv. 1-6) l’amore per la donna è visto co-me una continua sfida per l’innamorato. Nella storia d’amore con lei egli rivive l’avventura dei viaggi per

mare, il coraggio di osare, l’ansia di continue scoperte. Per questo il suo amore appare proiettato verso traguar-di lontani e impossibili da realizzare. La seconda parte (vv. 7-11) è come un intermezzo descrittivo, nel qua-le si rappresenta una scena di caccia in una foresta. Il poeta è l’animale cacciatore, pronto a mordere la carnedella preda. La donna è la preda inseguita e puntata con lo sguardo. Lo scenario è una radura soleggiata, nel-la quale l’amante-cacciatore si aggira spinto da una sete inestinguibile e da una fame ardente. I due versi con-

lettuali e artisti dell’epoca, fu scarcerato e sposò la donna. Ma, a causa delle forti pressioni da parte delgoverno turco, fu costretto ad abbandonare la patria e trascorse il resto della sua vita in esilio. La mogliee il figlio però non poterono seguirlo. Questo testo risale al 1943, durante il periodo della prigionia.

Nazim HikmetNazim Hikmet nacque a Salonicco, allora parte dell’Impero turco, nel1902; tra il 1921 e il 1928 soggiornò a Mosca, entrando in contatto con

la cultura sovietica d’avanguardia. Visse in Turchia ma a causa delle sue idee politiche, chesi opponevano alla dittatura del generale Kemal Atatürk, nel 1938 fu condannato a 28 anni dicarcere. Nel 1950 fu liberato, lasciò il paese turco e si trasferì in Russia, dove morì a Moscanel 1963. Le principali raccolte della sua vasta produzione di poesie sono In quest’anno(1940) e Poesie d’amore (1933-62). Ha scritto anche opere teatrali come Ma non è mai esi-stito Ivan Ivanovic (1956), satira del burocratismo staliniano, e un romanzo autobiografico, Iromantici, pubblicato postumo in Francia nel 1963.

l’autore

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33 Leggere, comprendere, analizzare La poesia868

clusivi (vv. 12-13) riprendono l’espressione con cui si chiudeva la prima parte, completando il messaggio deltesto: l’innamorato cerca sempre l’impossibile, ma non per questo perde la speranza di raggiungerlo.

Immagini e motivi L’amore del poeta si esprime attraverso immagini molto concrete e dense dipassione. La nave che si lancia nel mare oceanico, il giocatore che sfida la sorte, la foga del cacciatore

comunicano immediatamente l’intensità del sentimento. La donna è rappresentata attraverso motivi* più omeno originali: è tradizionale quello degli «occhi» attraverso i quali si fa breccia la passione; più particola-re quello della «carne» pronta a essere aggredita dai morsi dell’amante.

L’allegoria del desiderio La scena centrale della poesia è un’allegoria* che rappresenta l’amorecome una caccia che non ha mai fine. Ma non per questo il poeta ha perso la speranza di ottenere l’a-

more della donna. Anzi, proprio questa tensione senza fine, questa ricerca delle cose lontane e impossibiliprolungano la passione all’infinito, mantenendo sempre vivo il desiderio.

attività

Comprendi

1. Quali sono le «cose lontane» che il poeta paragona alla ricerca della sua donna?

...........................................................................................................................................................

2. A quali figure viene paragonato l’innamorato? Che cos’hanno secondo te in comune queste figu-re?

...........................................................................................................................................................

Analizza

3. Ritrova nel testo l’anafora* presente e spiega in che cosa consiste questa figura retorica:

...........................................................................................................................................................

4. Spiega la similitudine* del v. 7:

...........................................................................................................................................................

Approfondisci

5. Hikmet è uno scrittore di cultura e tradizione «orientale». Noti somiglianze e/o differenze nellarappresentazione dell’amore, nella concezione della donna, nell’uso di immagini e motivi, rispet-to agli autori di tradizione «occidentale» che hai letto o conosci? O rispetto alla tua personale idea?Puoi approfondire il tema effettuando anche una ricerca sul ruolo della donna e dell’amore nellasocietà occidentale e orientale. La poesia rispecchia la società? Motiva la tua risposta.

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869RR L’amore

R9Ho sceso, dandoti il braccio, almenoun milione di scaleEugenio Montale

Montale ricorda la moglie Drusilla Tanzi,morta nel 1963. Quante volte la donna, affet-ta da una grave miopia, ha sceso le scalesostenendosi al braccio del marito! Ma soloadesso che la donna è morta il poeta com-prende l’importanza di quel gesto quotidia-no: in realtà era lei, con la «vista» del suobuon senso, che sorreggeva il marito nel dif-ficile cammino della vita.

Autore Eugenio Montale(poeta italiano, 1896-1981)Opera Satura Prima edizione 1971Genere poesia liricaTemi il poeta ricorda concommozione la moglie scomparsa ela sua apparente debolezza, che era inveceper lui un punto di riferimento importanteStrumenti verso libero [� P scheda 3, §4]; rima e assonanza [� P scheda 4]; figureretoriche [� P scheda 5]; parola-chiave [�P scheda 6, § 1]

Puoi approfondirel’opera e continua-re la lettura della poesia di Eugenio Monta-le � U6 e � V4.

link

Eugenio MontaleEugenio Montale nacque nel 1896 a Genova e lì si diplomò in ragione-ria. Alla scoppio della prima guerra mondiale venne richiamato alle ar-

mi e partecipò al conflitto, combattendo in trincea, in Trentino. Dopo il congedo rientrò aGenova e, seguendo le proprie inclinazioni letterarie e musicali (cantava da baritono), entròin contatto con gli ambienti intellettuali della città. Nel 1925 pubblicò la sua prima raccoltadi poesie, Ossi di seppia [� U6 approfondisci «Ossi di seppia»], che ebbe inizialmente unatiepida accoglienza. Nello stesso anno prese posizione contro il fascismo, firmando il Ma-nifesto degli intellettuali antifascisti promosso da Benedetto Croce. Trasferitosi a Firenze nel1926, s’inserì rapidamente nella vita culturale della città e lavorò in una casa editrice, fre-quentando il famoso caffè «Giubbe Rosse», dove si riunivano molti intellettuali di queglianni.

A Firenze Montale incontrò Drusilla Tanzi, la donna che divenne poi sua moglie, e IrmaBrandeis, una giovane studiosa americana con cui ebbe una relazione di alcuni anni; questedue donne influirono molto sulla sua vita e sulla sua poesia. Nel 1939 veniva pubblicata laseconda raccolta di poesie, Le occasioni. Alla fine della guerra Montale si trasferì a Milano,assunto dal «Corriere della Sera». Nel 1956 apparve la terza raccolta di poesie, La bufera ealtro. Nel 1962 sposò Drusilla Tanzi, che gli era sempre rimasta accanto ma che morì un an-no dopo. Divenuto ormai noto in tutto il mondo, ricevette importanti riconoscimenti nazio-nali e internazionali, culminati nel 1975 con l’assegnazione del premio Nobel per la lettera-tura. Qualche anno prima, nel 1971, era stata pubblicata la quarta grande raccolta montalia-na, Satura, che conteneva anche le precedenti poesie di Xenia (dedicate alla moglie e pub-blicate nel 1966).

Morì a Milano nel 1981 partecipando fino all’ultimo, nonostante l’aggravarsi del suo sta-to di salute, al dibattito culturale italiano.

l’autore

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Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scalee ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.Il mio dura tuttora, né più mi occorrono

5 le coincidenze, le prenotazioni,le trappole, gli scorni di chi credeche la realtà sia quella che si vede.Ho sceso milioni di scale dandoti il braccionon già perché con quattr’occhi forse si vede di più.

10 Con te le ho scese perché sapevo che di noi duele sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,erano le tue.

da Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1984, p. 161

2. è il vuoto ad ogni gradino: senza la presenza della moglie tutto apparevuoto e inutile.

Pupilla letteral-mente vuol dire«piccola pupa», cioè piccola immagi-ne riflessa nell’iride dell’occhio.È l’apertura nell’occhio che consente ilpassaggio della luce e dunque la vista.Per questo indica anche ciò che l’uomoha di più prezioso (la mia pupilla).

memo

3. Anche così... lungo viaggio: la vita è paragonata a un lun-go viaggio che, ora che la moglie è scomparsa, sembra esserestato troppo breve.4. mi occorrono: mi servono.5. le coincidenze: la metafora* del viaggio della vita continuacon l’uso di una tipica terminologia ferroviaria (le coincidenze,le prenotazioni).6. le trappole, gli scorni: gli inganni e le delusioni della vita.6-7. di chi crede... che si vede: chi crede che la realtà siacome appare si sbaglia; la vita non è mai come si crede.11. le sole vere pupille: i soli veri occhi, capaci di vedere larealtà delle cose. – sebbene tanto offuscate: nonostante lamiopia le avesse indebolite.

«Satura»

Satura (1971) è una delle ultime raccolte di Montale e comprende anchele sezioni di Xenia dedicate alla moglie Drusilla Tanzi morta qualche tempo prima(gli xenia erano nell’antichità i doni fatti agli ospiti che andavano via: così Montale conla sua poesia rende l’ultimo delicato omaggio alla moglie scomparsa). Gli argomenti sonospesso attinti dalla quotidianità, il tono è disincantato, satirico, di irrisione e rifiuto verso unmondo che il poeta non capisce più e nel quale ha perso i suoi punti di riferimento.

approfondisci

guida alla lettura

La raccolta: gli «Xenia» La lirica appartiene a una delle ultime raccolte pubblicate da Montale,Xenia. Il titolo intende ricollegarsi alla consuetudine latina di fare doni agli stranieri (chiamati xenia)

che andavano via dopo essere stati ospiti in casa. In questo caso il dono è quello dei versi; l’ospite che nonè più su questa terra è la moglie del poeta Drusilla Tanzi, scomparsa nel 1963. La donna, a causa di una for-te miopia, portava grossi occhiali ed era affettuosamente soprannominata Mosca dal poeta [� R1 approfon-disci Il nome della donna].

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871RR L’amore

Il testo Il testo, composto da versi liberi*, può essere suddiviso in due parti introdotte da un’afferma-zione che si ripete quasi identica («Ho sceso...», vv. 1 e 8).

Nella prima parte (vv. 1-7) il poeta ricorda quando la donna, per via della debole vista, scendeva le sca-le reggendosi a lui: un’azione abituale ripetuta milioni di volte che ora, senza la sua compagna, non ha piùsenso. Nella sua solitudine il poeta ripensa a quel gesto e al lungo cammino della vita: quella vissuta insie-me sembra passata in fretta, quella da vivere da solo è ormai un penoso stillicidio. Non c’è più voglia di illu-dersi, la vita ha svelato già le sue «trappole» e i suoi inganni.

Nella seconda parte (vv. 8-12) il ricordo è interpretato alla luce dell’esperienza presente: la grave miopiache obbligava la donna ad appoggiarsi al braccio del marito la rendeva apparentemente debole, ma in realtàil suo sano senso pratico le consentiva di «guardare» oltre le apparenze.

La situazione appare quindi rovesciata: era il poeta a reggersi alla donna, al suo carattere forte che lo gui-dava nelle difficoltà della vita.

Il cammino della vita Con una metafora* molto comune il poeta paragona la vita a un cammi-no, nel quale si intrecciano i diversi aspetti dell’esistenza. Questo contrasto emerge dalle frequenti anti-

tesi* («un milione» / «il vuoto»; «breve» / «lungo»; «vede» / «offuscate») presenti nel testo. La vita apparecosì come un percorso accidentato, da affrontare insieme, reggendosi e sostenendosi a vicenda per sfuggi-re alle «trappole», agli «scorni», all’aspetto ingannevole delle apparenze.

Le pupille In questa vita Montale non trova più un senso e una direzione perché ha perso il faro, lasua guida. Mosca infatti era capace di gettare uno sguardo lucido e lungimirante sulla realtà, nonostan-

te le sue «pupille... offuscate». Ma la parola «pupilla» [� memo] richiama anche la dolcezza del ricordodel poeta, per il quale la donna era quanto di più caro e prezioso egli avesse.

Clip Art

L’amore secondo Chagall

Nato in Russia, il pittore di origini ebree Marc Chagall (1887-1985) in-carna perfettamente il tipo dell’artista eccentrico e originale, poeta e so-gnatore. Fra i temi della sua produzione l’amore occupa un posto partico-lare. Ancora giovane, nel 1909 Chagall incontra Bella Rosenfeld, di cui siinnamora profondamente e a cui dedica molte delle sue tele. Riesce a spo-sarla nel 1915 e da quel momento l’influenza di questo felice rapporto è

facilmente riscontrabile nell’armonia figurativa che permea le sue opere: il quadro intitolato Ilcompleanno ne è un esempio. Dipinta a un anno dallo scoppio della prima guerra mondiale, l’o-pera non lascia trasparire nulla degli sconvolgimenti che circondavano l’artista: ciò che emergecon forza e leggiadria allo stesso tempo è il sentimento reciproco della coppia, un tenero bacio chefa perdere peso, ma non consistenza, ai due amanti. La descrizione minuziosa dei dettagli dell’ap-partamento rimanda alla felicità di cui evidentemente quel luogo è testimone, alla concretezza diun amore che esiste nella realtà. «Bastava che aprissi la finestra della stanza – scriveva Chagall –e subito entravano d’impeto insieme a lei l’azzurro, l’amore ed i fiori. Vestita tutta di bianco o tut-ta di nero, già da tempo lei si aggira come uno spirito nei miei quadri, come ideale della mia arte».

Marc Chagall, «Il compleanno», 1915

[Museum of Modern Art, New York]

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attività

Comprendi

1. Riassumi il contenuto delle due parti, sintetizzando il messaggio trasmesso dal poeta.

Prima parte: il poeta ricorda ...........................................................................................................

...........................................................................................................................................................

...........................................................................................................................................................

Seconda parte: il poeta interpreta quel ricordo ...............................................................................

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2. Gli occhi di Drusilla Tanzi, moglie di Montale, sebbene offuscati da una grave miopia, erano una gui-da per il poeta. Che cosa erano in grado di cogliere? Quale senso profondo della vita percepivano?

...........................................................................................................................................................

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Analizza

3. La poesia si apre con un’iperbole*: individuala e spiega in che cosa consiste questa figura retorica.

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4. Osserva il livello metrico della poesia: ci sono versi regolari? Ci sono rime*? E assonanze*?

...........................................................................................................................................................

...........................................................................................................................................................

5. «Pupille» è una parola-chiave del componimento: che significati rappresenta per Montale?

...........................................................................................................................................................

...........................................................................................................................................................

Approfondisci

6. La poesia ci invita a riflettere sui tanti gesti quotidiani che spesso compiamo con noncuranza. Pen-sa a qualcosa che compi meccanicamente ogni giorno (andare a scuola, parlare con gli amici, guar-dare la televisione, ecc.) e rifletti sul valore di quei gesti. Quale particolare significato assumono?

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873RR L’amore

R10Ricevo da te questa tazzaValerio Magrelli

L’amore è un’opera paziente di mosaico, cheincolla i pezzi di memoria e di sentimentifrantumati e dispersi dal tempo.

Autore Valerio Magrelli (poe-ta italiano, nato nel 1957)Opera Nature e venature Prima edizione 1987Genere poesia liricaTemi il poeta ritrova in unoggetto d’uso quotidiano l’idea del-l’amore come dono e come opera paziente dicostruzioneStrumenti verso [� P scheda 3]; assonan-za/consonanza [� P scheda 4, § 3]; figureretoriche [� P scheda 5]; motivo [� P sche-da 6, § 2]

Ricevo da te questa tazzarossa per bere ai miei giorniuno ad unonelle mattine pallide, le perle

5 della lunga collana della sete.E se cadrà rompendosi, distrutto,io, dalla compassione,penserò a ripararla,per proseguire i baci ininterrotti.

10 E ogni volta che il manicoo l’orlo si incrinerannotornerò a incollarlifinché il mio amore non avrà compiutol’opera dura e lenta del mosaico.

da Poesie (1980-1992) e altre poesie, Einaudi, Torino 1996

2-3. ai miei giorni uno ad uno: giorno dopo giorno, quotidianamente.4. nelle mattine pallide: all’alba, o nei mattini di nebbia: l’amore delpoeta andrà avanti pazientemente con qualunque tempo o in qualunquemomento del giorno.4-5. le perle... della sete: l’immagine è composta di due diversemetafore*: l’amore è visto come una sete, un’esigenza vitale da soddi-sfare ogni giorno; per questo è anche come una lunga collana di perle,di giorni da infilare l’uno dietro l’altro.11. si incrineranno: si creperanno con una fenditura sottile.14. dura e lenta: faticosa e paziente. – mosaico: composizione deco-rativa realizzata con tasselli di pietra, vetro o ceramica variamente colo-rati e incollati l’uno accanto all’altro.

Il mosaico è una tecni-ca decorativa per pare-ti o pavimenti. Il nome deriva dal latino mu-saicum opus, cioè «opera delle Muse». LeMuse erano le divinità protettrici delle arti.Il museo è infatti il tempio delle Muse, illuogo dove sono custodite le opere d’arte.

memo

Valerio MagrelliValerio Magrelli è nato a Roma nel 1957. È docente presso l’Universitàdi Pisa di Letteratura e lingua francese, dalla quale ha tradotto poeti

importanti come Stéphane Mallarmé, Paul Verlaine e Paul Valéry. Ha esordito con la raccol-ta di poesie Ora serrata retinae (1980), cui sono seguite Nature e venature (1987) ed Eserci-zi di tiptologia (1992) poi riunite, con aggiunte, in Poesie e altre poesie (1996). Collabora aquotidiani e riviste (nel 1999 è uscito il volumetto Didascalie per la lettura di un giornale1999) e ha ultimamente pubblicato il testo narrativo Nel condominio di carne (2003). Ha cura-to l’antologia Poeti francesi del Novecento e dirige una collana di poesia contemporanea.

l’autore

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guida alla lettura

Struttura del testo Il testo è in versi liberi*, raggruppabili in tre strofe: due di 5 versi, una centra-le di 4 (endecasillabi* e settenari*).

Il testo: il dono e la cura La prima parte (vv. 1-5) si concentra su un oggetto della vita quotidia-na: una tazza rossa ricevuta in dono dalla quale ogni giorno il poeta berrà per placare la sua sete.

Nella seconda parte (vv. 6-9) Magrelli afferma che avrà cura di questo oggetto e sarà pronto a ripararlo secadendo si infrangerà. Andando in pezzi quell’oggetto, simbolo di un rapporto d’amore, si infrangerebbe in-fatti anche la lunga catena di baci degli innamorati e il poeta stesso si sentirebbe «distrutto» dal dolore.

Nell’ultima parte (vv. 10-14) egli si dichiara disponibile a proseguire la sua paziente opera di restauroogniqualvolta le crepe dell’usura minacceranno di rompere l’orlo o il manico della tazza.

Una poesia su una tazza? Protagonista di questa lirica è un oggetto in apparenza «poco poetico»,legato all’uso quotidiano: una tazza. Ma si capisce subito che essa rappresenta qualcos’altro: è simbolo*

di un rapporto sentimentale, che potrà appagare ogni desiderio d’amore a patto che si conservi intatto nel tem-po. Ogniqualvolta si manifesteranno le prime incrinature, che inevitabilmente si fanno breccia nei sentimen-ti, il poeta sarà sempre pronto a ricostruire i pezzi di questa storia d’amore, per non interrompere un lungo rap-porto di affetto.

La fragilità dell’amore Un’interpretazione della poesia in questa direzione è per altro confermatada due citazioni che Magrelli inserisce all’inizio dei versi: la prima è dell’inglese W.H. Auden, tratta

da un lungo poema nel quale accanto a una serie di immagini che riguardano lo scorrere del tempo, si leg-ge: «e la crepa nella tazza apre / un sentiero alla terra dei morti»; la seconda è di R.M. Rilke [� U4], cheutilizza il paragone «come quando una crepa / attraversa una tazza» per rendere l’idea delle cose che espo-ste all’usura del tempo si consumano. L’amore è come questo fragile recipiente, del quale la donna fa donoall’uomo, a patto che lui se ne prenda cura, proteggendolo dalle crepe del tempo.

Lo scorrere del tempo L’idea del passare del tempo è espressa anche da una serie di metafore*che richiamano la catena di eventi, lo scorrere delle cose: la «lunga collana» di perle, la catena di «baci

ininterrotti», le tessere del «mosaico» pazientemente accostate l’una accanto all’altra.

attività

Comprendi

1. Alla luce del commento letto, che cosa rappresenta secondo te il colore rosso della tazza?

...........................................................................................................................................................

2. Che cosa si ripromette di fare il poeta, una volta ricevuta la tazza?

...........................................................................................................................................................

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875RR L’amore

3. Nei vv. 6-7 da che cosa si capisce lo stretto legame fra l’uomo e l’oggetto?

...........................................................................................................................................................

Analizza

4. Il testo è in versi liberi*, ma si individuano anche misure tradizionali. Trova esempi di:

settenari: v. ..., 7, ...

endecasillabi: v. ..., 4, ...

Che particolarità ha il v. 10? .............................................................................................................

5. È possibile anche individuare alcune assonanze* e consonanze*:

assonanze: perle : ... ...; ... ... : mosaico

consonanze: uno : ... ...; ... ... : ... ...

Approfondisci

6. L’idea fondamentale della poesia è la necessità di conservare intatti i propri sentimenti dal passa-re del tempo. Il tema è analogo a molte altre poesie, soprattutto d’amore. Confronta questa poesiacon il carme del poeta latino Catullo [� R1] e individua anche un motivo in comune.

...........................................................................................................................................................

R11Quartine d’amorePatrizia Valduga

Patrizia Valduga ha innovato la poesia d’a-more pur utilizzando forme tradizionali comela quartina, di cui presentiamo due esempitratti da Cento quartine e altre storie d’amore.Si tratta di un dialogo fra due amanti: l’uomoinvita la donna ad abbandonarsi al piacere dell’amore fisico; ma la donna ha bisogno di un coinvolgi-mento anche emotivo e intellettuale.

Autrice Patrizia Valduga (poe-tessa italiana, nata nel 1953)Opera Cento quartine e altrestorie d’amorePrima edizione 1997Genere poesia liricaTemi dialogo tra uomo e donna: l’amorecoinvolge solo i sensi o anche il cervello?Strumenti verso [� P scheda 3]; rima e siste-mi strofici [� P scheda 4]; figure retoriche [�P scheda 5]; motivo [� P scheda 6, § 2]

Patrizia ValdugaPatrizia Valduga è nata a Castelfranco Veneto nel 1953 e vive a Milano. Hatradotto i sonetti di John Donne, Stéphane Mallarmé, Paul Valéry, ed è sta-

ta compagna del poeta Giovanni Raboni [� T9]. Ha pubblicato le raccolte Medicamenta (1982),Medicamenta e altri medicamenta (1989), Donna di dolori (1991), Requiem (1994), Corsia degliincurabili (1996),Cento quartine e altre storie d’amore (1997), Quartine. Seconda centuria (2001).

l’autrice

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2. «Tu mandali a dormire i tuoi pensieri, devi ascoltare i sensi solamente; sarà un combattimento di guerrieri:

4 combatterà il tuo corpo e non la mente.»

3.Ho paura di te: sei così bello! Non affogarmi in notti tanto nere se prima non mi apri nel cervello

4 la porta che resiste del piacere.

da Cento quartine e altre storied’amore, Einaudi, Torino 1997

L’immagine della por-ta è spesso utilizzatacon valore simbolico. Essa rappresenta unpassaggio da una condizione a un’altra. L’e-spressione doors of perception del poeta in-glese William Blake (1757-1827), per indi-care l’accesso a un’altra dimensione, diedel’idea al cantante Jim Morrison (1943-1971)per il nome della band musicale The Doors.

memo

1-4. «Tu mandali... la mente»: il discorso dell’uomo è riportato fravirgolette; egli invita la donna a un «combattimento» di «sensi», unamore esclusivamente fisico vissuto senza sensi di colpa.1-4. Ho paura... del piacere: la donna esita ad abbandonarsi al «pia-cere», e chiede all’uomo di vincere le resistenze della sua mente (cervel-lo), in modo da potersi gettare a capofitto in una passione travolgente(affogarmi in notti tanto nere).

guida alla lettura

La struttura Cento quartine e altre storie d’amore raccoglie cento quartine* di endecasillabi* inrima*, che riportano le battute di un dialogo immaginario fra due amanti.

Il testo: l’invito dell’uomo Nella prima quartina, a parlare è l’uomo che invita la donna ad ascol-tare il richiamo dei sensi senza farsi troppi problemi: per lui l’amore è un combattimento fisico, e non

uno scontro di intelligenze.

La risposta della donna La donna dapprima manifesta la sua paura ad affidarsi totalmente tra lebraccia di un uomo di cui teme il fascino: accetterà di farsi coinvolgere in notti d’amore appassionate

solo quando l’amante avrà trovato la chiave di accesso al suo «cervello», per lei importante fonte di piace-re al pari del corpo.

L’amore è una lotta Nelle due quartine si fronteggiano due opposti punti di vista, uno per così diretipicamente «maschile», l’altro «femminile». L’uomo vive la passione senza sensi di colpa, liberando-

si degli scrupoli di coscienza con modi sbrigativi («Tu mandali a dormire...»). L’autrice esprime questa men-talità attraverso una metafora* molto comune fin dalla letteratura antica, quella dell’amore come «combat-timento» dei corpi.

L’amore è una porta La donna vive un maggior coinvolgimento emotivo e mentale; per lei la pas-sione più totale sarà possibile solo quando il compagno sarà riuscito a entrare in sintonia col suo «cervel-

lo». Il punto di vista femminile è più complesso e meno impulsivo. L’autrice utilizza per questo una metafo-ra* più difficile, quella della «porta» del piacere che gli innamorati devono varcare per accedere insieme al-la passione.

Un linguaggio colloquiale All’interno di una forma letteraria tradizionale come la quartina diendecasillabi, la Valduga riesce a proporre un discorso attuale, in termini chiari e con un linguaggio

esplicito e colloquiale («Tu mandali a dormire... Ho paura di te: sei così bello...»). Ma il tono si mantiene

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877RR L’amore

sempre sostenuto, soprattutto nelle parole della donna: compaiono infatti un’allitterazione* («in notti tan-to nere») e un iperbato* che, invertendo l’ordine normale del discorso, riproduce la complessità del pen-siero femminile («la porta che resiste del piacere»).

attività

Comprendi

1. A chi appartengono le voci che si parlano in queste due quartine?

...........................................................................................................................................................

2. Perché secondo te l’autrice riporta solo il discorso dell’uomo fra virgolette?

...........................................................................................................................................................

3. Riassumi in breve le posizioni espresse dai due interlocutori sull’amore, completando la tabella:

per lui... per lei...

l’amore è... un istinto, ..................................

...................................................

una passione che .......................

...................................................

la metafora* utilizzata ................................................... ...................................................

il linguaggio usato ................................................... ...................................................

Analizza

4. Attribuisci all’uomo o alla donna (o a entrambi) le caratteristiche sotto riportate, motivando la tuascelta come nell’esempio:

a. Impulsività: atteggiamento di chi agisce istintivamente.L’uomo è impulsivo perché dà la preminenza ai sensi

b. Risolutezza: ......................................................................................................................................

...........................................................................................................................................................

c. Timore: .............................................................................................................................................

...........................................................................................................................................................

d. Sensualità: .........................................................................................................................................

L’uomo è sensuale perché .................................................................................................................

La donna è sensuale perché ..............................................................................................................

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5. La Valduga utilizza forme e versi tradizionali: individua nello spazio sottostante lo schema metri-co delle quartine.

...........................................................................................................................................................

Approfondisci

6. In un’intervista del 2000 Patrizia Valduga ha dichiarato: «Non so mai di che cosa parlerò nei mieiversi [...] che vengono fuori da soli. Scrivere non è per me un mestiere: come quando si sta talmen-te male che bisogna prendere qualcosa [...] scrivere per me è dunque davvero una medicina». Par-tendo dalla poesia letta e da questa citazione, scrivi un testo argomentativo seguendo le afferma-zioni riportate nella seguente scaletta:

a. la scrittura fa emergere ansie, problemi e preoccupazioni talvolta inconsapevoli;b. mettere nero su bianco le proprie emozioni rende capaci di osservarle e analizzarle dall’esterno,

con maggiore imparzialità e con minore coinvolgimento emotivo;c. alcune forme di scrittura autobiografica (la poesia, il diario personale, la lettera, ecc.) hanno un

valore terapeutico, cioè servono a riconoscere un disagio e a curarlo;d. le forme di scrittura autobiografica hanno grande successo presso i giovani e gli adolescenti, per-

ché essi attraversano un’età critica in cui è più facile vivere momenti di disagio.

R12Amore a prima vistaWislawa Szymborska

Come comincia un amore? Esiste il colpo difulmine? Gli innamorati sono convinti di sì.Ma la poetessa, capace di leggere nel «librodegli eventi», sa che ogni cosa che accade èsolo la diretta conseguenza di tanti atti pre-cedenti, magari involontari, apparentementeirrilevanti. E quando il caso si trasforma in destino, le vite degli innamorati finalmente si incontrano esi uniscono.

Autrice Wislawa Szymborska(poetessa polacca, nata nel1923)Opera Vista con granello disabbiaPrima edizione 1957Genere poesia liricaTemi gli innamorati credono che l’amore aprima vista esista e nasca all’improvviso; inrealtà una sottile catena di eventi già da tem-po li stava avvicinando...Strumenti figure retoriche [� P scheda 5];tema e motivo [� P scheda 6, § 2]

Ma che ne pensano le strade, le scale, i [corridoi

dove da tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro10 se non ricordano –

una volta un faccia a faccia

Sono entrambi convintiche un sentimento improvviso li unì.È bella una tale certezzama l’incertezza è più bella.

5 Non conoscendosi, credonoche non sia mai successo nulla tra loro.

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879RR L’amore

Wislawa Szymborska Wislawa Szymborska è nata a Kornik, in Polonia, nel 1923. La sua primapoesia è del 1945, e la prima raccolta Per questo viviamo del 1952. Fra gli

anni Cinquanta e Sessanta diresse la rivista Vita letteraria, ma perse l’incarico dimettendosi dalPartito comunista con il quale era entrata in contrasto. Cominciarono anni di gravi conflitti so-ciali all’interno della Polonia, sfociati con lo sciopero del sindacato indipendente Solidarnosc(«Solidarietà») e la proclamazione del colpo di Stato del generale Wojciech Jaruzelski. La Szym-borska si legò agli ambienti dell’opposizione, rifiutando un premio statale per la raccolta Gentesul ponte (1986) e ricevendone invece uno organizzato da Solidarnosc. Dopo la proclamazionedella Repubblica democratica polacca, la Szymborska ha pubblicato La fine e l’inizio (1993) enel 1996 ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura. Oggi vive a Cracovia.

In Italia, soprattutto dopo il conferimento del Nobel, sono state pubblicate alcune sue rac-colte o antologie che hanno contribuito a far conoscere la sua poesia: Vista con granello disabbia (1993), 25 poesie (1998), Taccuino d’amore (2002), Posta letteraria, ossia comediventare (o non diventare) scrittore (2002).

Della sua opera ha detto: «Preferisco il ridicolo di scrivere poesie al ridicolo di non scri-verle».

l’autrice

in qualche porta girevole?uno «scusi» nella ressa?un «ha sbagliato numero» nella cornetta?

15 – ma conosco la risposta.No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapereche già da parecchio tempoil caso stava giocando con loro.

20 Non ancora del tutto prontoa mutarsi per loro in destino,li avvicinava, li allontanava,gli tagliava la stradae soffocando una risata

25 si scansava con un salto.

Vi furono segni, segnali,che importa se indecifrabili.Forse tre anni fao lo scorso martedì

30 una fogliolina volò viada una spalla a un’altra?Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.Chissà, era forse la pallatra i cespugli dell’infanzia?

35 Vi furono maniglie e campanellisu cui anzitempoun tocco si posava sopra un tocco.Valigie accostate nel deposito bagagli.Una notte, forse, lo stesso sogno,

40 subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infattiè solo un seguito,e il libro degli eventiè sempre aperto a metà.

da Vista con granello di sabbia,Adelphi, Milano 1993

13. ressa: folla di persone.14. cornetta: il ricevitore del telefono.19-21. il caso... in destino: la poetessadistingue fra «caso», la successione caotica edisordinata degli avvenimenti, e «destino», cheindirizza quegli eventi verso un certo fine; finoa che i due si sono incrociati per sbaglio in unaporta girevole, tra la folla, per un disguidotelefonico, il caso giocava con loro, pronto a tra-

sformarsi in destino.24-25. e soffocando... con un salto: all’ulti-mo momento si dileguava con una risata; il caso«gioca», scherza con le vite degli uomini facen-do apparire casuale quello che non lo è.26-27. segni... indecifrabili: il destino fupreparato da piccoli segni, avvertimenti difficilida interpretare: una foglia volata da una spallaa un’altra, una palla finita tra i cespugli in un

gioco d’infanzia.35-37. Vi furono... un tocco: gli innamoratihanno forse attraversato le stesse porte (mani-glie e campanelli), frequentato gli stessi luoghima in tempi diversi (anzitempo).43. il libro degli eventi: la vita è paragonata aun libro, dove gli eventi sono già scritti e le pagi-ne aperte; perché ogni fatto è conseguenza di unaltro, ogni «inizio» è solo una prosecuzione.

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guida alla lettura

Come comincia un amore: il colpo di fulmine Tutti noi speriamo che prima o poi ci possacapitare il «colpo di fulmine». Ma esiste davvero l’«amore a prima vista»? È quello che si chiede la

poetessa osservando due giovani innamorati talmente presi dall’intensità del loro sentimento che gli attri-buiscono un carattere di unicità: pensano che sia stato «un sentimento improvviso», una scintilla che ha fat-to accendere i loro cuori. Ma la poetessa, consapevole che la vita assume molto spesso la forma del dubbio,oppone a questa «certezza» la sua «incertezza», e si domanda se le cose siano davvero andate così.

Il caso e il destino Gli innamorati sono sicuri di non essersi mai visti prima? A questa domandapossono rispondere solo le strade, le scale, i corridoi per i quali già le loro vite si erano incrociate tan-

te volte, come in un gioco di combinazioni (I e II strofa).Gli innamorati infatti non lo ricordano, ma già da tempo il caso stava giocando con le loro vite, facendo

incontrare i loro cammini in circostanze fortuite: ponendoli faccia a faccia in qualche porta girevole, facen-doli urtare tra la folla, mettendoli in contatto per un numero di telefono sbagliato (III e IV strofa).

Poi lentamente il caso si è trasformato in destino, che si divertiva ad allontanarli e riavvicinarli dileguan-dosi proprio nel momento cruciale. Dapprima il destino si è manifestato attraverso segnali impercettibili,difficili da interpretare: una foglia volata da una spalla all’altra, un oggetto perduto e raccolto da terra, unapalla finita fra i cespugli e ripresa, ingressi e luoghi attraversati in tempi diversi, valigie accostate insiemein un deposito bagagli, persino sogni uguali ma poi dimenticati al mattino (V, VI e VII strofa). I due inna-morati erano più vicini di quanto non credessero, e la loro storia non è mai iniziata: è solo continuata, per-ché il libro della vita è sempre aperto a metà, non si sfoglia mai dalla prima pagina (VIII strofa).

Il libro degli eventi Il mondo, per la Szymborska, è rappresentato dalla metafora* del libro aper-to: un libro fatto non di caratteri chiari, bensì indecifrabili, che non si può mai cominciare a leggere dal-

l’inizio, perché gli eventi scorrono continuamente e si concatenano gli uni agli altri. Così, una foglia mossadal vento può essere il primo insignificante evento che fa nascere un amore; così il caso che governa la nostravita è sempre pronto a trasformarsi in destino. Gli innamorati, che vivono sensazioni nuove e spensierate,credono di vivere tutto per la prima volta, di guardare il mondo con occhi nuovi, pensano che la loro storiasia unica e irripetibile. Ma la poetessa, che sa leggere nei «segni, segnali» impercettibili dei mutamenti incorso, sa che non è così.

La forma dubitativa Secondo la Szymborska nel mondo non esistono certezze. L’unico approcciopossibile alla realtà è la forma del dubbio. Si spiega così l’utilizzo frequente della forma interrogativa

(nel testo compaiono ben sei punti di domanda), di un tono spesso dubitativo («forse», vv. 28 e 39; «chissà»,v. 33), di verbi che esprimono possibilità, e non certezze («Vorrei chiedere... Li stupirebbe molto sapere»).

attività

Comprendi

1. Riassumi brevemente il contenuto delle otto strofe di cui è composta la poesia, completando latabella alla pagina seguente:

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strofa versi contenutoI 1-4 gli innamorati hanno la certezza di essersi innamorati a prima vista; ma non è così

II ............. ....................................................................................................................................

III ............. ....................................................................................................................................

IV ............. ....................................................................................................................................

V ............. ....................................................................................................................................

VI ............. ....................................................................................................................................

VII ............. ....................................................................................................................................

VIII ............. ....................................................................................................................................

2. Riepiloga tutti gli eventi fortuiti in cui, secondo la poetessa, i due si erano già visti e incontrati.3. Spiega la differenza fra «caso» e «destino».

Analizza

4. «È bella una tale certezza / ma l’incertezza è più bella»: quale figura retorica di sintassi disponein maniera incrociata gli aggettivi e i sostantivi in questi due versi?

...........................................................................................................................................................

5. «Il caso stava giocando con loro / [...] gli tagliava la strada / e soffocando una risata / si scansa-va con un salto»: quale figura retorica compare in questi versi, in cui il caso assume comportamen-ti tipicamente umani?

...........................................................................................................................................................

6. Spiega il significato di questa metafora*, «il libro degli eventi / è sempre aperto a metà»:

...........................................................................................................................................................

Approfondisci

7. Secondo te esiste l’amore a prima vista? Condividi il pensiero della poetessa? Motiva le tue risposte.8. Rileggi quante più poesie di questo modulo e completa la sottostante tabella riassuntiva:

testo secondo l’autore l’amore è...

R1 Gaio Valerio Catullo ..............................................................................................................

R2 ...................................... ..............................................................................................................

R3 ...................................... ..............................................................................................................

R4 ...................................... ..............................................................................................................

R5 ...................................... ..............................................................................................................

R6 ...................................... ..............................................................................................................

R7 ...................................... ..............................................................................................................

R8 ...................................... ..............................................................................................................

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R9 ...................................... ..............................................................................................................

R10 ...................................... ..............................................................................................................

R11 ...................................... ..............................................................................................................

R12 ...................................... ..............................................................................................................

Quali fra queste affermazioni condividi di più? Su quali non sei d’accordo? Motiva le tue risposte.9. Adesso la parola spetta a te: prova a esprimere in versi i tuoi sentimenti! Puoi cominciare anche

mettendo insieme citazioni dalle varie poesie lette o da altre che conosci, poi lentamente provarea scrivere qualcosa di più originale.

in sintesiR l,amore

i concetti

L’amore è il sentimento più importante della vita di un uomo: perquesto, fin dalle origini, esso è stato identificato con la vita stessa,giungendo addirittura a includere il suo sentimento opposto, l’odio.

I poeti medievali cantano l’amore come un’esperienza soprattutto in-teriore, che ha sede nel cuore (centro vitale dell’individuo) e coinvol-ge l’immaginazione e il desiderio. La donna è la figura ideale versocui si concentrano tutti i pensieri, le parole e gli sguardi dell’innamora-to. Essa può rimanere inconoscibile, e l’amore può trasformarsi nel peg-gior tormento; oppure viene paragonata a un essere divino, e l’amorediviene fonte di serenità e beatitudine; oppure ancora è solo un’imma-gine della memoria, ma non per questo l’amore perde la sua intensità.

Nella letteratura straniera, questa forte idealizzazione del sentimentoamoroso non esclude l’esaltazione della sua carica erotica e passio-nale. Alcuni poeti accentuano la natura sensuale del rapporto con ladonna, che appare come una inebriante scoperta del corpo femmini-le o come un’avventura, una perenne caccia del desiderio.

Nel Novecento, il sentimento è analizzato nella sua dimensione pri-vata e intima. Assume per questo sfumature più delicate e riflessive.I poeti si interrogano sul senso di una storia d’amore che sta nascen-do, sulla vita di coppia che deve affrontare le insidie del tempo; o suuna storia finita che lascia l’uomo da solo alle prese con il dolore dellutto e le delusioni della realtà.

L’amore visto dalle donne è osservato da una prospettiva nuova: tal-volta ironica e capace di insinuare il dubbio nelle certezze degli inna-morati; talvolta intima e passionale, capace di avviare un dialogo ser-rato con il partner maschile.

i brani

R1 Godiamoci la vita, o Lesbia miaR2 Odio e amo

R3 Amor è uno desio che ven da coreR4 Chi è questa che vèn,ch’ogn’om la miraR5 Tanto gentile e tantoonesta pareR6 Erano i capei d’oro a l’aura sparsi

R7 Canzone castanaR8 Amo in te

R10 Ricevo da te questatazzaR9 Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

R12 Amore a prima vistaR11 Quartine d’amore

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883RR L’amore

R13La curaManlio Sgalambro • Franco Battiato

musicaR l,amore

Testo Manlio Sgalambro(filosofo italiano, nato nel1924), Franco Battiato (cantau-tore italiano, nato nel 1945)Musica Franco Battiato Interprete Franco BattiatoAlbum L’imboscataAnno 1996Genere rockCasa discografica Polygram

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via. Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.

5 Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore, dalle ossessioni delle tue manie. Supererò le correnti gravitazionali,lo spazio e la luce per non farti invecchiare. E guarirai da tutte le malattie,

10 perché sei un essere speciale, ed io, avrò cura di te.

Vagavo per i campi del Tennessee(come vi ero arrivato, chissà). Non hai fiori bianchi per me?

15 Più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza. I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi,

20 la bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi.Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto. Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono. Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare.

25 Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te... Io sì, che avrò cura di te.

1. ipocondrie: disturbo nervoso caratterizzato dauna forte malinconia e dalla falsa opinione di esse-re affetto da altre gravi malattie.7. correnti gravitazionali: in fisica, la reciprocaattrazione dei corpi celesti, in proporzione direttaalle loro masse e inversa della loro distanza.12. Tennessee: Stato centro-orientale degli StatiUniti, prima vera frontiera tra i coloni europei e gliIndiani d’America. 18. all’essenza: alla parte più importante dellavita.20. bonaccia: termine marinaro che indica lo sta-to del mare calmo e la totale assenza di vento, carat-teristiche della stagione estiva.

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guida alla lettura

Una personalità eclettica Franco Battiato, catanese di origini, è una delle personalità più ecletti-che nel panorama della musica italiana degli ultimi decenni: ha infatti spaziato dalla musica beat degli

anni Sessanta a quella etnica e rock, dalla classica alla leggera, fino a quella sperimentale con l’impiego distrumentazioni elettroniche.

È anche un affermato pittore, e recentemente si è imposto come regista di film. Apartire dal 1994 si è avval-so nella stesura delle sue canzoni della collaborazione del filosofo Manlio Sgalambro, coautore anche di que-sto testo.

La complessità del testo Il testo, in effetti, non risulta di immediata e facile comprensione, pro-prio perché intriso di riferimenti a più discipline (storia, geografia, fisica, astronomia, ecc.).

Nella prima e nella terza strofa, l’uomo innamorato, che si esprime in prima persona («Io sì, che avròcura di te»), elenca una serie di propositi attraverso i quali, nel presente e nel futuro, vuole prendersi curain modo totalizzante della donna amata. Vuole innanzitutto proteggerla da ogni forma di male («Dalle ingiu-stizie e dagli inganni del tuo tempo / dai fallimenti... / dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore / dalle ossessio-ni delle tue manie»), poi trasferirla in un luogo senza tempo dove renderla eternamente giovane («Supereròle correnti gravitazionali, / lo spazio e la luce per non farti invecchiare»). La scrittura fa uso di tipici artifi-ci poetici, come l’iperbole* («Supererò le correnti gravitazionali, / lo spazio e la luce per non farti invec-chiare»), la metafora* e la similitudine* («Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto»).

Tutte le immagini tendono ad esaltare la devozione (la «cura») dell’uomo verso la donna di cui è inna-morato, secondo una consuetudine tipica della poesia medievale italiana (Battiato, in una canzone del1999 dal titolo Medievale, ha persino ripreso il testo di un poeta fiorentino del Duecento).

Indietro nel tempo... Nella strofa centrale l’innamorato appare smarrito nello spazio («Vagavo peri campi del Tennessee / (come vi ero arrivato, chissà)») e nel tempo. La citazione del Tennessee, richia-

ma infatti alla memoria la storia degli Indiani d’America. Nel XVIII secolo il territorio del Tennessee fu laprima vera frontiera geografica tra i coloni, desiderosi di occupare le fertili pianure del Nordamerica, e gli In-diani, che furono costretti a retrocedere verso ovest: qui si consumarono sanguinose battaglie, simbolicamen-te rievocate dai «fiori bianchi» destinati ai caduti. Dunque, l’autore sottolinea come la sua esistenza abbia unsenso e una direzione solo se sostenuta dalla donna amata: solo la forza del pensiero d’amore è in grado di ri-portarlo al presente, lontano da ricordi dolorosi, sulle ali veloci del sogno («Più veloci di aquile i miei sogni /attraversano il mare»).

Fuori dal tempo... Nell’ultima strofa, la prepotenza del sentimento d’amore si afferma nuovamen-te: l’autore e la sua donna appaiono in preda a un’esperienza irresistibile dei «corpi» e dei «sensi»: la

passione infatti coinvolge le percezioni sensoriali dell’innamorato («silenzio», «profumi», «luce»), fino afargli superare i limiti del tempo, dello spazio, della morte stessa («Supererò le correnti gravitazionali, / lospazio e la luce per non farti invecchiare. / E guarirai da tutte le malattie»).

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885RR L’amore

attività

1. Con quali propositi l’innamorato intende prendersi cura della donna che ama? 2. Perché l’autore predilige nella prima e nella terza strofa l’uso dell’indicativo futuro?

Supererò le correnti gravitazionali, / lo spazio e la luce per non farti invecchiare.3. Perché per celebrare la donna amata l’innamorato intende compiere azioni umanamente impossi-

bili?4. Poni a confronto questa canzone con le liriche di Giacomo da Lentini [� R3] e Dante Alighieri [�

R5]. Anche se secoli separano questi testi, è possibile ritrovare elementi comuni? Quali?

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R14Il Bacio Francesco Hayez

arteR l,amore

Autore Francesco Hayez (pittore ita-liano, 1791-1882) Opera Il BacioAnno 1859Tecnica olio su tela Dimensioni 110 x 88 cmDove si trova Pinacoteca di Brera,Milano

guida alla lettura

Un bacio struggente tra due amanti è il soggetto di questo quadro. I due personaggi, vestiti in abiti medie-vali, sono raffigurati in una particolare situazione: è il momento dell’addio furtivo, che prelude alla par-tenza del giovane dal cappello piumato. Al riparo da sguardi indiscreti, con i volti parzialmente celati, i

due si abbandonano l’un l’altra e il loro bacio suggella una promessa di eterno amore. L’immagine è immediata, e sembra essere stata colta «dal vivo», quasi fosse una fotografia: il giovane ha

già un piede sulla scala, pronto a partire o a fuggire se qualcuno lo scoprisse; con un gesto tenero e posses-sivo, tiene tra le mani il viso dell’amata, baciandola lungamente.

L’intimità della scena è sottolineata dai morbidi passaggi chiaroscurali e dalla luce che dolcemente illu-mina la veste azzurra della ragazza. L’ambiente, sullo sfondo, è solamente accennato: una porta aperta, unaparete, una scala.

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887RR L’amore

Il sentimento assume in questa opera un valore centrale, dominante; l’artista ha saputo tradurre inimmagine l’idealizzazione dell’amore, e l’ha descritto per suscitare in chi guarda la consapevolezzadel valore di questo sentimento. Nulla sappiamo dei due giovani, né del motivo per cui si devono sepa-

rare: il pittore non vuole raccontarci la loro storia, ma indicare come l’amore sia un’esperienza preziosa, uni-versale.

Il quadro, molto famoso, ebbe ai suoi tempi un successo grandissimo tanto da far affermare ad un criticoche «quando ti fermi e lo guardi a lungo, quei visi e quegli atti parlano al tuo cuore, e quasi dimentichi diessere innanzi ad una fredda tela».

attività

1. Qual è il soggetto del quadro?2. L’immagine suscita una sensazione di melanconia oppure di felicità?3. I due innamorati sono personaggi realmente esistiti oppure rappresentano l’amore ideale?4. Perché l’ambiente sullo sfondo è disadorno, poco evidenziato?5. Secondo te, l’immagine creata da Hayez rappresenta al meglio il sentimento d’amore? È ancora

attuale?6. Molti artisti hanno raffigurato nelle loro opere questo sentimento. Te ne elenchiamo alcuni, con le

relative opere:

a. Auguste Rodin (scultore francese, 1840-1917), Il Bacio, 1889 [� Z2 Clip Art «Il bacio» di Rodin]b. Gustav Klimt (pittore austriaco, 1862-1918), Il Bacio, 1907-8c. Jean-Honoré Fragonard (pittore francese, 1732-1806), Il bacio rubato, 1788

Confronta questi o altri dipinti e sculture (puoi cercarli su Internet) con Il Bacio di Francesco Hayeze discutine in classe.

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