Io sono Febbraio - Estratto

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12 | Shane Jones Si tennero per mano. Formarono dozzine di cerchi attorno alle braci dei loro palloni sgon- fi. Mongolfiere, globi di seta color magenta, verde erba e azzurro cielo, erano coperti di fango, bagnati di acqua santa e bruciavano neri attraverso le cuciture. Bianca disse Non capisco. Thaddeus disse Nemmeno io. È opera di Febbraio, chiese lei. Può darsi, disse Thaddeus mentre guardava il cielo. Un rotolo di pergamena venne affisso al tronco di una quercia: proclamava la fine di tutte le cose in grado di volare. In città tutti si raccolsero attorno all’albero per leggerlo. Trombe gemevano dal bosco. Uccelli ca- devano dai rami. I preti percorrevano la città branden- do asce. Bianca si attaccò alla gamba di Thaddeus e lui la afferrò sotto le braccia e la tirò su e le disse di tenersi stretta al suo collo come un albero bambino e poi si mise a correre. Dietro casa, i palloni erano distesi a terra. I cesti fatti a pezzi dalle asce. I preti intinsero le lanterne nel tessuto dei palloni. Thaddeus, Selah, Bianca e altri della città formaro- no un cerchio tenendosi per mano. Febbraio, ripeterono finché non divenne una can- tilena. Finché tutti non immaginarono un alberello germogliare dal centro dei loro palloni in fiamme.

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12 | Shane Jones

Si tennero per mano. Formarono

dozzine di cerchi attorno alle braci dei loro palloni sgon-fi. Mongolfiere, globi di seta color magenta, verde erba e azzurro cielo, erano coperti di fango, bagnati di acqua santa e bruciavano neri attraverso le cuciture.

Bianca disse Non capisco.Thaddeus disse Nemmeno io.È opera di Febbraio, chiese lei.Può darsi, disse Thaddeus mentre guardava il cielo.Un rotolo di pergamena venne affisso al tronco di

una quercia: proclamava la fine di tutte le cose in grado di volare. In città tutti si raccolsero attorno all’albero per leggerlo. Trombe gemevano dal bosco. Uccelli ca-devano dai rami. I preti percorrevano la città branden-do asce. Bianca si attaccò alla gamba di Thaddeus e lui la afferrò sotto le braccia e la tirò su e le disse di tenersi stretta al suo collo come un albero bambino e poi si mise a correre.

Dietro casa, i palloni erano distesi a terra. I cesti fatti a pezzi dalle asce. I preti intinsero le lanterne nel tessuto dei palloni.

Thaddeus, Selah, Bianca e altri della città formaro-no un cerchio tenendosi per mano.

Febbraio, ripeterono finché non divenne una can-tilena. Finché tutti non immaginarono un alberello germogliare dal centro dei loro palloni in fiamme.

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I preti scesero dalla

collina ed entrarono in città. Si fermarono a scuola e poi in biblioteca. Confiscarono i libri di testo e strap-parono le pagine che parlavano di uccelli, macchine per volare, dirigibili, streghe sulle scope, mongolfiere, aquiloni, creature mitologiche alate. Accartocciarono gli aeroplanini di carta che avevano costruito i bambini e gettarono le pagine in una fossa infuocata nel bosco.

I preti affondarono le pale rugginose e appuntite nel cumulo di terra e riempirono di nuovo la fossa. Alcuni dei preti sentirono le lacrime solcare le loro guance, ma non provarono tristezza. Altri imposero alla propria mente di disfarsi del ricordo del vento. In-chiodarono un secondo rotolo di pergamena a un’altra quercia. Dichiarava che tutte le cose che possedevano la capacità di volare erano state distrutte. Diceva che nessun abitante della città avrebbe dovuto parlare del volo, mai più.

Era firmato: Febbraio.

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Thaddeus, Bianca e Selah dipinsero

palloni dovunque fosse possibile. Staccarono le assi del pavimento e dipinsero file di palloni sul rovere polveroso. Bianca disegnò minuscoli palloni sul fondo delle tazze da tè. Dietro lo specchio del bagno, sotto il tavolo della cucina e all’interno delle ante degli ar-madietti, apparvero palloni. E poi Selah dipinse un in-treccio fitto di aquiloni sulle mani e sui polsi di Bianca, con le code che giungevano fin sulle braccia e attorno alle spalle.

Quanto durerà Febbraio, chiese Bianca, allungan-do le mani verso sua madre che le stava soffiando sulle braccia.

Non ne ho proprio idea, disse Thaddeus, guardan-do la neve cadere fuori dalla finestra della cucina.

In lontananza, la neve formava montagne sulla som-mità delle montagne.

Finito, disse la madre di Bianca. Dovrai portare le maniche lunghe, d’ora in poi. Ma non dimenticherai mai il volo. Potrai indossare vestiti bellissimi, ecco cosa potrai fare.

Bianca si esaminò le braccia. Gli aquiloni erano gial-li e le code nere. Il colore si fondeva con la pelle. Una brezza soffiò sull’inchiostro bagnato, attraverso i capelli di Bianca.

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Thaddeus

Avevo tenuto un aquilone nascosto nel mio labora-torio, dove i preti non potevano trovarlo. Lo tirai fuori dalla scatola polverosa e lo spiegai; dissi a Bianca che poteva farlo volare per qualche minuto. Provai a con-trollare se i preti erano nel bosco, ma vidi solo i gufi che si facevano strada nella neve.

Quando l’aquilone non riuscì a decollare dissi di provare di nuovo. Una mano lo spingeva verso il ter-reno. Bianca provò qualche altra volta e l’aquilone si abbatté a terra. Vidi una nuvola con la forma di una mano. Pensai a Bianca e alla sua felicità come mattoni nel fango.

È Febbraio, disse Bianca.Io dissi Mi dispiace che non abbia funzionato. Pos-

siamo provare di nuovo.Che senso ha, disse lei. È la fine del volo. È Feb-

braio.Il senso, dissi io, è continuare a provare per il gusto

di provare.Quella settimana tentammo di far volare l’aquilone

ogni sera. Ma quella che sulla pelle sembrava una folata di vento non era abbastanza per far partire l’aquilone. Rientrai nel laboratorio, presi alcuni barattoli di vetro e, una volta fuori, li passai a Bianca. Presi l’aquilone e corsi più veloce che potevo. Corsi come un pazzo, con

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la bocca aperta in un triste tentativo di ingoiare aria, sentii Bianca ridere in lontananza, cercai di vedere se i preti nel bosco stavano affilando le asce, sognai Selah e Bianca che tenevano Agosto per mano, portai l’aqui-lone sulle spalle finché non lo lasciai andare e me lo sentii crollare sulla schiena. Caddi con la faccia a terra, mangiai neve e fango, mi sbucciai il ginocchio su un sasso.

Sulla collina, Bianca stava facendo mulinare i ba-rattoli nell’aria. Gli aquiloni dipinti sulle sue braccia si contraevano.

Ecco, disse porgendomi i barattoli con le dita at-tente, coperte di piccoli aquiloni. Ora sono pieni. Forse il Professore riuscirà a capire che cosa non va nel no-stro cielo. Forse riusciremo a capire Febbraio.