IO E LA MATEMATICA

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IO E LA MATEMATICA. Il primo ricordo che ho della matematica risale alle elementari quando passavo interi pomeriggi a divertirmi con mio nonno che mi interrogava sulle tabelline. Mi mostrava tanti piccoli trucchetti per aiutarmi a ricordarmele meglio. - PowerPoint PPT Presentation

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Il primo ricordo che ho della matematica risale alle elementari quando passavo interi pomeriggi a

divertirmi con mio nonno che mi interrogava sulle tabelline.

Mi mostrava tanti piccoli trucchetti per aiutarmi a ricordarmele meglio. La matematica era per me un gioco e

mi piaceva perché organizzavamo delle sfide con mia sorella più grande e quasi ogni volta io riuscivo sempre a

vincere!

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Alle elementari avevo una maestra che ricordo con dolcezza, mi divertivano soprattutto i compiti delle vacanze

estive, le equivalenze e i problemi con gli insiemi erano i miei preferiti.

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Ricordo ancora oggi quando la maestra ci chiese di portare a scuola

la frutta di plastica che noi utilizzavamo per giocare.

Il giorno dopo ci divise in gruppi dicendoci che noi eravamo dei grandi

supermercati e che dovevamo vendere e comprare la merce che avevamo

portato a scuola.Questo per farci capire un argomento che mi è rimasto molto impresso come quello della vendita, del guadagno e

del ricavo ecc.

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Ricavo = Guadagno + Spesa

Guadagno = Ricavo − Spesa

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Le mie prime difficoltà sono incominciate negli ultimi anni della

scuola media. I problemi di geometria erano per

me incomprensibili.L’ insegnante a scuola e mio papà a

casa cercavano in ogni modo di spiegarmeli con disegni e schemi ma, ogni loro sforzo era vano …

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Al liceo le cose non andarono molto meglio, scelsi il liceo classico anche perché le ore di matematica erano

poche rispetto agli altri licei.Cambiai più volte insegnante, i

programmi non erano ben organizzati ed io facevo sempre più

fatica a capire la matematica.Il rischio di prendere il debito a fine

anno era molto alto ma fortunatamente me la cavavo

sempre!

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In quinta superiore decisi di frequentare il corso di Lettere

moderne dove non c’erano esami di matematica. Alla fine del primo anno però capii che anche se la

matematica non era compresa nel mio curriculum di studi, quella non

era la mia strada. Decisi così di cambiare facoltà.

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Durante l’estate mentre preparavo il test d’ingresso, mi appassionai moltissimo agli esercizi di logica e di matematica.

Divennero per me una sfida anche perché avevo capito che quella era la mia strada

e volevo farcela ad ogni costo.Mi appassionarono moltissimo anche i

giochi di matematica della Nintendo DS e mi diverto tuttora a sfidare i miei amici!

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Grazie al mio lavoro, ho creato un sito web di cui curo anche la parte grafica ed ho capito che alla base

dell’informatica c’è la matematica.Ogni giorno imparo cose nuove e mi piace aggiornare il sito molto spesso

ma anche tenermi aggiornata.

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Credo che l’ insegnamento della matematica sia più che mai

fondamentale ai giorni nostri, dove la tecnologia condiziona sempre di più la nostra vita!Se non riusciamo a capirne

l’importanza non potremo mai rimanere al passo con il mondo

che ci circonda, oggi tutto è regolato dal computer, i genitori

ad esempio possono essere informati in tempo reale circa i voti e il comportamento dei loro

figli e il tutto è possibile stando in rete.

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I matematici sono grandi pensatori che hanno cambiato il nostro modo

di vivere e di pensare, troppo spesso dimenticati e “odiati” da molti

studenti. Ma dove saremmo senza di loro? Sicuramente alla preistoria.Basta ricordarne alcuni Pitagora,

Euclide, Einstein, Pascal, Leibniz e Ruffini.

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E’ dunque molto importante, per un insegnante, non solo saper bene la matematica ma anche

aiutare i ragazzi a capirla cercando di trasmettere la propria passione

per la materia e la propria creatività.

Solo così si riuscirà a ricordare con gioia e con il sorriso le attività

svolte molti anni prima.

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“Le forme create dal matematico, come quelle create dal pittore o dal poeta, devono essere belle; le idee,

come i colori o le parole, devono legarsi armoniosamente. La bellezza

è il requisito fondamentale: al mondo non c’è un posto perenne per

la matematica brutta.”

Godfrey Harold Hardy, Apologia di un matematico,

1940.