Io e la matematica

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Io e la matematica Lucia Corbetta matricola 3707544 Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano Facoltà di Scienze della Formazione Primaria

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Io e la matematica

Lucia Corbetta matricola 3707544

Università Cattolica del Sacro Cuore – MilanoFacoltà di Scienze della Formazione Primaria

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La mia Matematica Commedia Nel mezzo del cammin

di questo esamin mi ritrovai in una selva oscura

e con un po’ di curiosità e paurainiziai a rifletter

in che posto la matematica volessi metter.State sereni non pensate a quello,

il mio rapporto con la matematica è sempre stato bello!

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E già sin da piccinaho preferito giochi matematici:LEGO per costruire una casina

per ospitar parenti e amici!Oppure i CHIODINI

messi sempre in ordine come soldatini!E i NUMERI da unire?

mi divertivan a non finire!

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All’asilo poco ci sono andata,la mia nonna mi ha curata.

Lei che penna in manofaceva i conti di che fin i soldi facevano.

Non capivo quei numeri scritti così,ma di certo li copiavo, quello sì!E la mamma con il calcolatoremi faceva aspettar per ore… quel rumore con lo scontrino

era per me un bellissimo giochino.

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I quasi sei anni,senza gravi malanni,

sono arrivatie i numeri tanto sognati

han preso significatoe la matematica ho sempre amato!

Con Antonia, la mia maestra,non ho mai fatto di numeri una minestra.

Lei che tutto mi insegnavaspesso mi sgridava

per un’acca tralasciatao una pagina pasticciata.

Ma mai e poi mai lo ha fattoper un calcolo inesatto

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Misure, problemi o equivalenzeerano veramente mie competenze

di questo ne ero fierae in matematica facevo sempre più carriera.Ciò che tra tutto preferivo era la geometria:

aree, perimetri, altezze e così viaMi facevan respirare

e mai affaticare.Di questo un grande grazie proprio a lei

mia maestra dare vorrei…

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Arrivati alle medie, ricordo ancoradi matematica la prima ora.La professoressa era entratae mi ha subito interrogata!

Tabelline e divisionihan messo subito in moto i miei neuroni.

Delle medie poc’altro ricordoma il gusto per la matematica non scordo.

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Il tempo delle scelte arrivòda settembre che farò?

La mia mamma mi vedeva ragioniera, mio papà studentessa del liceo che vicino a casa

era…Ma io le idee le avevo chiare:

volevo solo insegnare.Iniziò così la mia avventura,

ma stavolta con un po’ di paura,all’Istituto Magistrale

dove non volevo cominciar male!

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Stavolta un uom professor per la mia materia del cor.

Vero uomo di Siciliametteva veramente paura a tutta la squadriglia.

La classe prima bene andòe la paura a poco a poco scemò,

anche se il Prof. una risata sotto i suoi baffi simmetrici non l’ha mai fatta

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Arrivò la secondache non fu di certo feconda!

Latino, Filosofia, Storia e Italiano studiavo, a Matematica nemmeno ci pensavo!

Credevo di riuscir a sopravviver,ma invece il prof. cinque iniziò a scriver!

E mi ritrovai con un cinque e mezzo a fine maggio!!!

Mi disse un falso saggio:“Non preoccuparti, hai solo una lieve insufficienza

è una piccola, piccolissima carenzadi certo ti promuoveranno bene anche quest’anno!”

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Nulla di più falso e tendenzioso,

infatti accanto al mio nome vi era un cinque rossoe con batticuore a più non possolessi:” RECUPERA MATEMATICA”

non sentivo più questa materia come una grande amica.

L’estate da incubo iniziò e Pitagora con Euclide il mio miglior amico diventò.

A settembre mi presentaipiù agitata che mai!

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Tutto andò più che benee solo a questo punto capì che il prof. aveva fatto

bene.Mi rinnamorai della materia

e il nostro rapporto tornò ad essere una meraviglia.

Arrivò la maturitàmatematica uscirà?

Certamente!La portai all’orale ovviamente!

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E quando il commissiario,che non ricordo se si chiamasse Mario,

mi chiese il teorema delle tre perpendicolari avevo gli occhi che brillavan come fari!

Ora insegno, ma nè matematica nè disegno…come fare penso sia complicato

a far piacere la materia che il più delle volte ho amato!

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Perché proprio in rima?Ho iniziato per gioco a scrivere questi versi pensando proprio a Dante, Sommo Poeta, che ha utilizzato tanta matematica per comporre il suo capolavoro.

La Divina Commedia è infatti composta da TRE cantiche

suddivise complessivamente in CENTO canti: il PRIMO canto dell'Inferno viene considerato un prologo a tutta

l'opera: in questo modo si ha 1 canto iniziale più 33 canti per ciascuna cantica, con un chiaro riferimento numerico alla Trinità.

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Tutti i canti sono scritti in terzine (TRE versi) incatenati

composti da 11 sillabe.

La lunghezza di ogni canto va da un minimo di 115 versi

ad un massimo di 160; l'intera opera conta

complessivamente 14.233 versi.

La MATEMATICA è stata quindi fondamentale per Dante. Probabilmente la Commedia non sarebbe così Divina se non ci fossero i riferimenti numerici della trinità e una divisione in versi e sillabe così precisa.

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In genere si dice che i matematici siano freddi, che non sappiano godersi la vita, ma la vita è anche fatta di matematica.

Se ci riflettiamo i “numeri” non pervadono e non danno solo significato alla “Divina Commedia”, ma a tutte le azioni che quotidianamente noi compiamo.

Per esempio… ecco la mia giornata tipo:

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Ogni mattina mi sveglio alle 6.30, mi lavo mi vesto. Verso le

7.00 esco di casa e con la mia automobile percorro 26 km per raggiungere la scuola dove insegno. Parcheggio la

macchina. Valico il cancello della scuola verso le 7.50.Firmo sul registro delle presenze: io sono l’insegnante numero

9. Insegno Religione Cattolica in 11 classi e ho 235 alunni. Organizzo il materiale che mi servirà nella giornata. Se mi servono delle schede, mi avvicino al fotocopiatore digito il mio

codice 11453 e selezionando il numero di fotocopie premo il tasto “star” .

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Aspetto che arrivi qualche mia collega e ci beviamo un caffè

alla macchinetta: costa € 0.35 e non è il massimo in fatto di

qualità. A scuola abbiamo due distributori di bevande uno

per le bevande fredde e uno per quelle calde. Alla 8.15 suona la campanella, i bambini allegramente entrano in classe. Controllo le presenze e le assenze e comunico il

numero dei bambini che si fermano in mensa per il pranzo. Si inizia a lavorare e se usiamo il libro comunico ai bambini il

numero della pagina. Alle 10.15 suona l’intervallo:

abbiamo 15 minuti di intervallo. In genere mi prendo un

caffè o mi mangio una mela. Si riprende a lavorare.

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Alle 12.15 terminano le lezioni del mattino: i bambini escono

due a due e vanno in bagno a lavarsi le mani. Uno dei

cinque bidelli accompagna fuori i bambini che pranzano a

casa. Sono pochi i bambini che vanno a casa: 7 su 261

totali. Il buono mensa costa € 4.20, i bambini mangiano

poco e spesso il 75% del pasto va buttato. Alle 14.15 si riprendono le attività con lezioni pomeridiane. I bambini sono

più stanchi è già 6 ore che sono a scuola. In genere nelle lezioni del pomeriggio cerco di proporre attività più simpatiche

e meno impegnative: leggo una storia o, a volte, guardiamo

una videocassetta. I 120 minuti del pomeriggio passano

ed ecco che suona la campanella delle 16.15.

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I bambini escono. La campanella a scuola suona 6 volte.

Sistemo le mie cose, se c’è qualche collega, davanti ad un caffè della macchinetta, ci raccontiamo la giornata.

Pensandoci bene bevo almeno quattro caffè della macchinetta.

Mi rimetto in macchina percorro 26 km per tornare a casa.

Ogni 10 giorni mi fermo a far rifornimento. In genere 49 litri

pagando circa 52 €. Pago con il Bancomat. Digito il codice

segreto 333333. E mi avvio verso casa.

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Di solito rincaso verso le 17.30.Se sono particolarmente stanca faccio un bagno nell’idromassaggio senza superare però i 20 minuti. Leggo o studio fino alle 19.30. Ceno. Accendo il computer… controllo la posta elettronica e poi studio. Se c’è qualcosa di interessante accendo la Tv e mi metto sul divano. Verso le 23.30 vado a letto.

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I NUMERI fanno parte della VITA