IO e i NUMERI Dalla scuola dell’infanzia ad oggi
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IO e i NUMERI
Dalla scuola dell’infanzia ad oggi
Pensando al mio rapporto con i numeri e
la matematica…Potrei iniziare la mia presentazione con frasi d’effetto ,
esprimendo il mio odio e la mia insofferenza verso questa materia, criticando gli insegnanti che ho avuto durante il
mio percorso scolastico ma……
NON RISPECCHIEREBBERO LA REALTA’!!
Con la matematica ho sempre avuto un
rapporto sereno e pacifico, con pochi alti
e bassi, dovuti a qualche problemino con la geometria.
Quindi posso dire che…
… MATEMATICA MI PIACEVAAA!!!!
Alla scuola dell’infanzia…
Devo ammettere che i ricordi riguardo la mia infanzia sono abbastanza sfocati ma vi sono alcune immagini che mi sono rimaste impresse nella mente.
Il mio rapporto con i numeri inizia
proprio dalla scuola materna
grazie alla piccola, nel fisico,
ma grande, nel cuore,
Suor BERNARDINA
Ci faceva giocare, tutti seduti in cerchio,
al gioco dell’ OROLOGIO:
lei nascondeva l’orologio e noi bambini dovevamo
dire dei numeri per indovinare che ore erano.
Era un gioco semplice,
ma a cui tutti partecipavano con entusiasmo.
Inoltre alla scuola materna adoravo giocare al
banco del mercato e a fare la spesa
(«costa 3 soldini», «ecco 2 soldini»)…
E ogni mattina ci contavamo
(«1,2,3,4……oggi siamo in…..ne mancano…»)
Preludio alle grandi operazioni matematiche della vita quotidiana!!
L’asilo era anche il mondo delle CONTE,
per decidere i turni di gioco:
A bi bone buccia di limone,
Buccia d’arancia,
Oh che mal di pancia!
Bevo il tè, non ce n’è,
Vado in bagno e conto fino a tre,
UNO, DUE, TRE,
Tocca proprio a te!
Alla scuola primaria…
Ecco il luogo dove si iniziava a fare la matematica «seria»
Durante la scuola elementare ho avuto la fortuna
di avere un’insegnante fantastica:
la maestra Arianna,
che tuttora insegna nella mia
vecchia scuola.
Allora era giovane, alla prima esperienza lavorativa e noi eravamo la prima classe in cui insegnava, forse per questo
ha messo tanta passione nel trasmetterci la materia.
Anche a distanza di anni,
provo ancora un grande affetto
nei suoi confronti.
Di quelle lezioni da scolaretta con il grembiulino bianco ricordo il piacere di fare i conti e le numerazioni, per me vissute come un gioco, poiché la maestra riusciva a farcele apparire così.
Ad esempio utilizzando nei primi anni disegni e storielle.
Ricordo anche che mi divertivo ad utilizzare i regoli,
quei rettangolini colorati con cui era possibile
non solo contare ma anche costruire
tante cose diverse,
oppure ancora fare i compiti a
casa disegnando le
palline colorate dell’abaco.
Dopo pochi anni, però, matematica
ha cominciato a voler dire:
IMPARARE LE TABELLINE A MEMORIA.
Qui la faccenda si è fatta
un po’ più noiosa…ma presto
sono riuscita a renderla più divertente.
Ricordo che per memorizzarle le
ripetevo cantando e
sfidavo familiari e compagni a chi ne
indovinava di più, come se fosse
un quiz!