Introduzione - UniPDalvise/IA_2016/SLIDES/INTRODUZIONE_1617/... · Annalisa Cesaroni, ......
Transcript of Introduzione - UniPDalvise/IA_2016/SLIDES/INTRODUZIONE_1617/... · Annalisa Cesaroni, ......
Introduzione
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva
Universita degli Studi di PadovaDipartimento di Matematica
18 ottobre 2016
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 1/ 200
Insiemi
Un insieme e una collezione di oggetti detti elementi.
Usualmente gli insiemi si denotano con lettere maiuscole comead esempio A, B o X mentre gli elementi con lettereminuscole come ad esempio a, b o x .
La scrittura a ∈ A significa che l’elemento a appartieneall’insieme A.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 2/ 200
Insiemi
Un insieme puo essere rappresentato in maniera descrittivacome ad esempio
A = a, b, ccioe l’insieme A contiene esclusivamente gli elementi a, b, c ,oppure
N = 0, 1, 2, . . .cioe l’insieme dei numeri 0, 1, 2, eccetera (ovvero l’insieme deinumeri naturali,
oppure come predicato, come ad esempio
D = n ∈ N, n dispari
cioe l’insieme dei numeri naturali dispari, e quindi equivalentea
D = 1, 3, 5, 7, . . .Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 3/ 200
Insiemi
L’insieme dei numeri naturali dispari puo essere rappresentatoovviamente in vari modi. Ad esempio:
D = n ∈ N : ∃k ∈ N : n = 2k + 1.
Si legge che D e l’insieme dei numeri naturali n per cui esiste unnumero naturale k tale che n = 2 · k + 1.
Infatti
per k = 0, n = 2 · 0 + 1 = 1;
per k = 1, n = 2 · 1 + 1 = 3;
per k = 2, n = 2 · 2 + 1 = 5;
e cosı via.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 4/ 200
Alcuni simboli e notazioni
a ∈ A: l’elemento a appartiene all’insieme A;∀: per ogni;∃: esiste;@: non esiste;∃!: esiste ed e unico;⇒: implica;⇔: se e solo se;∈: appartiene;/∈: non appartiene;=:: definizione;:: tale che;∅: insieme vuoto.
Quale esempio, due insiemi A e B si dicono uguali, cioe A = B secontengono gli stessi elementi. Con notazione matematica,
∀x ∈ A⇒ x ∈ B e ∀x ∈ B ⇒ x ∈ A.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 5/ 200
Alcuni simboli e notazioni.
A ⊆ B: A e sottinsieme di B, cioe
∀x ∈ A⇒ x ∈ B;
A ⊂ B: A e sottinsieme stretto di B, cioe
∀x ∈ A⇒ x ∈ B e ∃x ∈ B : x /∈ A.
Esempio
L’insieme 1, 2, 3 e sottinsieme stretto di 1, 2, 3, 4.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 6/ 200
Operazioni insiemistiche.
A ∩ B := x : x ∈ A e x ∈ B;
Figura : Intersezione di due insiemi A, B.
.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 7/ 200
Operazioni insiemistiche.
A ∪ B := x : x ∈ A o x ∈ B;
Figura : Unione di due insiemi A, B.
.Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 8/ 200
Operazioni insiemistiche.
X (A) = X\A := x : x ∈ X e non x ∈ A;∅: insieme vuoto, privo di elementi; ovviamente, qualsiasi sial’insieme A, ∅ ⊆ A;
P(X ) := sottinsiemi di X: insieme delle parti di X .Esempio: X = a, b, c, allora
P(X ) = ∅,X , a, b, c, a, b, a, c, b, c.
Nel nostro caso X ha 3 elementi e P(X ) ha 23 elementi.In generale se X ha n elementi allora P(X ) ha 2n elementi.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 9/ 200
Insiemi numerici.
N := 0, 1, 2, . . .: numeri naturali;
Z := 0, 1,−1,−2, 2, . . .: numeri interi (relativi);
Q := mn ,m, n ∈ Z, n 6= 0: numeri razionali (frazioni);si possono scrivere in forma decimale e avere uno
p, α1α2 . . . αn sviluppo decimale finito
oppure, posto α∗n un numero finito di cifre,
p, α1α2 . . . α∗n sviluppo decimale periodico.
R: numeri reali, con sviluppo decimale generico, ancheinfinito.
Ovviamente:N ⊂ Z ⊂ Q ⊂ R.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 10/ 200
Insiemi numerici.
Esempio
Il numero3.98534
e un numero razionale.
Il numero3.3453476767676767676...
e un numero razionale.
Il numero π = 3.141592653589793 . . . e un numero reale, manon razionale.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 11/ 200
Prodotto cartesiano.
Siano A, B due insiemi. L’insieme
A× B := (a, b) : a ∈ A, b ∈ B)
si chiama prodotto cartesiano.
Ha per elementi le coppie ordinate (a, b).
Ovviamente se a ∈ A, b ∈ B, allora (a, b) ∈ A× B mentre(b, a) /∈ A× B a meno che b ∈ A e a ∈ B.
Si ha che (a, b) non coincide con (b, a) a meno che a = b.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 12/ 200
Esempio di prodotto cartesiano.
Siano A = 0, 1, B = 2, 3. Allora
A× B = (0, 2), (0, 3), (1, 2), (1, 3)
B × A = (2, 0), (2, 1), (3, 0), (3, 1)
e quindiA× B 6= B × A.
Se A = B allora si scrive A2 := A× A. Cosı , ad esempio:
R2 := R× R = (x , y) : x , y ∈ R).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 13/ 200
Esempio di prodotto cartesiano.
Piu in generale si possono definire insiemi del tipo
A1 × . . .× An = (a1, . . . , an) : a1 ∈ A1, . . . , an ∈ An
come ad esempio
R3 := R× R× R = (x , y , z) : x , y , z ∈ R)
o piu in generale
Rn := (x1, . . . , xn) : x1, . . . , xn ∈ R).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 14/ 200
Operazioni su insiemi numerici.
Dato un insieme X , un’operazione ⊕ in X associa a ogni coppiaordinata (x , y) ∈ X × X uno e un solo elemento di X . Un esempiosu N, Z, Q, R sono le operazioni di somma + e prodotto ∗.
Scriveremo con ⊕ : X × X → X l’operazione in questione.Vediamo alcune possibili proprieta.
Per ogni (x , y) ∈ X × X si ha x ⊕ y = y ⊕ x (proprietacommutativa);
Per ogni x , y ∈ X × X si ha (x ⊕ y)⊕ z = x ⊕ (y ⊕ z)(proprieta associativa);
Esiste un unico elemento detto zero tale che x ∈ X si hax ⊕ 0 = x (proprieta elemento neutro);
Per ogni x ∈ X × X esiste un unico elemento detto opposto,indicato con −x , tale che x ⊕ (−x) = 0 (proprieta inverso).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 15/ 200
Operazioni su insiemi numerici.
Se in X sono definite due operazioni, diciamo ⊕ e ⊗ si dice cheesse sono sono legate dalla proprieta distributiva se
∀x , y , z ∈ X : (x ⊕ y)⊗ z = x ⊗ z ⊕ y ⊗ z .
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 16/ 200
Operazioni su insiemi numerici: esempio.
Esempio
Relativamente all’operazione di somma + in Q:
Per ogni (x , y) ∈ Q×Q si ha x + y = y + x (proprietacommutativa);
Per ogni x , y ∈ Q×Q si ha (x + y) + z = x + (y + z)(proprieta associativa);
Esiste un unico elemento detto zero tale che x ∈ Q si hax + 0 = x (proprieta elemento neutro);
Per ogni x ∈ Q×Q esiste un unico elemento detto opposto,indicato con −x, tale che x + (−x) = 0 (proprieta inverso).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 17/ 200
Operazioni su insiemi numerici: esempio.
Esempio
Similmente, relativamente al prodotto · in Q:
Per ogni x , y ∈ Q si ha x · y = y · x (proprieta commutativa);
Per ogni x , y ∈ Q si ha (x · y) · z = x · (y · z) (proprietaassociativa);
Esiste un unico elemento detto unita e indicato con 1 taleche x ∈ Q si ha x · 1 = x (proprieta elemento neutro);
Per ogni x ∈ Q, x 6= 0 esiste un unico elemento dettoreciproco, indicato con x−1, tale che x · x−1 = 1 (proprietainverso).
Le operazioni di somma e prodotto in Q sono legate dalla proprietadistributiva
∀x , y , z ∈ Q : (x + y) · z = x · z + y · z .Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 18/ 200
Proprieta delle operazioni su insiemi.
Esempio (importante)
Se Y e un insieme, dotiamo l’insieme dei suoi sottinsiemi X = P(Y ) di
unione ∪,
intersezione ∩,
complementare XA.
Valgono le seguenti proprieta.
A ∩ B = B ∩ A (simmetrica intersezione);
A ∩ (B ∩ C) = (A ∩ B) ∩ C (associativa intersezione);
A ∪ B = B ∪ A (simmetrica unione);
A ∪ (B ∪ C) = (A ∪ B) ∪ C (associativa unione);
A ∩ (B ∪ C) = (A ∩ B) ∪ (A ∩ C) (distributiva, intersezione e unione);
A ∪ (B ∩ C) = (A ∪ B) ∩ (A ∪ C) (distributiva, intersezione e unione);
X (A ∪ B) = XA ∩ XB
X (XA) = A
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 19/ 200
Campi.
Definizione (Campo)
Un insieme si dice campo se:
esistono due operazioni (che chiameremo in generale somma eprodotto);
sono verificate le proprieta commutativa, associativa per ognioperazione;
vale la proprieta distributiva;
esiste l’elemento neutro;
esiste l’inverso di ogni elemento (ad eccezione dell’elementoneutro del prodotto).
Gli insiemi N e Z non sono campi, mentre lo sono Q e R (perche?).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 20/ 200
Campi ordinati.
Definizione (Relazione d’ordine)
Sia X un insieme. Si dice che su X e definita una relazioned’ordine ≤ tra elementi di X se vale la proprieta
riflessiva (cioe a ≤ a);
antisimmetrica (cioe se a 6= b, a ≤ b implica che non e veroche b ≤ a);
transitiva (cioe se a ≤ b e b ≤ c allora a ≤ c).
Definizione (Insieme totalmente ordinato)
Un insieme X dotato di relazione d’ordine ≤ e totalmente ordinatose
∀a, b ∈ X , a ≤ b o b ≤ a.
I campi con relazione d’ordine si dicono ordinati.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 21/ 200
Campi ordinati.
Esempio (1)
Si verifica facilmente che, relativamente alla classica relazioned’ordine, Q, R sono campi ordinati e che anzi sono perfinototalmente ordinati cioe
∀a, b ∈ Q, a ≤ b o b ≤ a
∀a, b ∈ R, a ≤ b o b ≤ a
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 22/ 200
Proprieta delle operazioni su insiemi.
Esempio (2)
Sia l’insieme R2 = R× R e definiamo la relazione d’ordine ≤∗ colsignificato
(x1, y1)≤∗(x2, y2) se e solo se x1 ≤ x2, y1 ≤ y2
dove ≤ e la classica relazione d’ordine di R.
Si verifica subito che ≤∗ e una relazione d’ordine in R2, ma cherelativamente a ≤∗, l’insieme R2 non e totalmente ordinato, inquanto non sono paragonabili
(10, 35), (5, 137).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 23/ 200
Logica elementare.
Nella maggior parte del corso discuteremo di proposizioni,dimostrazioni e negazioni di proposizioni. Torna comodo discuteredi notazioni.
Un esempio:∀x ∈ A, p(x)⇒ q(x)
dice che
per ogni x appartenente a A se e verificata la proposizione p(x)allora e pure verificata la proposizione q(x).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 24/ 200
Logica elementare.
Esempio
Verificare che∀n ∈ N, n dispari⇒ n2 dispari
Con riferimento a quanto detto nell’esempio
∀x ∈ A, p(x)⇒ q(x)
si ha
x ≡ n;
A ≡ N;
p(n) ≡ n dispari;
q(n) ≡ n2 dispari.
Usualmente si definisce la parte a sinistra di ⇒ come ipotesi,quella a destra come tesi.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 25/ 200
Logica elementare.
Vogliamo mostrare che
∀n ∈ N, n dispari⇒ n2 dispari
Dimostrazione
Essendo n un numero naturale dispari, sappiamo che n = 2 · k + 1per un certo k ∈ N. Ma allora da (a + b)2 = a2 + 2ab + b2 si ha
n2 = (2k + 1)2
= 4k2 + 4k + 1
= 2(2k2 + 2k) + 1 (1)
Osserviamo che 2(2k2 + 2k) e pari e quindi necessariamenten2 = 2(2k2 + 2k) + 1 e dispari.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 26/ 200
Procedimento per assurdo.
Osserviamo che:∀x ∈ A, p(x)⇒ q(x)
e equivalente a
∀x ∈ A, non q(x)⇒ non p(x)
Quindi invece che provare l’asserto
∀x ∈ A, p(x)⇒ q(x)
si prova equivalentemente che
∀x ∈ A, non q(x)⇒ non p(x)
spesso detto informalmente per assurdo.Nell’esempio precedente, quindi per provare che
∀n ∈ N, n dispari⇒ n2 dispari
bastava provare, essendo non dispari equivalente a dire pari
∀n ∈ N, n2 pari⇒ n pari.Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 27/ 200
Nota (facoltativa)
Nota.
Dimostrare che∀n ∈ N, n2 pari⇒ n pari
e piu complicato che provare
∀n ∈ N, n dispari⇒ n2 dispari.
Essenzialmente se si fattorizza n in fattori primi
p1 < p2 < . . . < pm
alloran = p1
k1 · . . . · pmkm ⇒ n2 = p1
2k1 · . . . · pm2km .
Ma se n2 e pari, si vede facilmente che da n = 2 · k per qualche k,necessariamente p1 = 2 (vista l’unicita della fattorizzazione) e quindi
n = 2k1 · . . . · pmkm
per cui n e pari.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 28/ 200
Procedimento per assurdo: esempio.
Teorema (Euclide)
Non esiste r ∈ Q tale che r 2 = 2.
Dimostrazione.
Se per assurdo fosse vero esistesse r ∈ Q tale che r 2 = 2, visto chesi puo scrivere tale r come
r =n
m, n,m ∈ Z,m 6= 0, con n,m primi tra loro
allora da
r 2 =( n
m
)2=
n2
m2= 2,
avremo che n2 sarebbe pari in quanto
n2 = 2m2.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 29/ 200
Procedimento per assurdo: esempio.
Per quanto visto prima, se n2 e pari abbiamo che pure n e pari, equindi esiste un k ∈ Z per cui n = 2k. Ma ricordiamo che
n2 = 2m2
per cui semplificando
4k2 = (2k)2 = n2 = 2m2 ⇒ m2 = 2k2
cioe pure m e pari, cosa assurda perche’ avevamo richiesto che m,n fossero primi tra loro.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 30/ 200
Controesempi.
I controesempi si usano per dimostrare la falsita di unaimplicazione del tipo
∀x ∈ A, p(x)⇒ q(x).
Se trovo x ∈ A per cui vale p(x) ma non vale q(x), ho dimostratola falsita dell’implicazione.
L’asserto∀n ∈ N, n primo ⇒ n e dispari
e falso in quanto per x = 2 si ha che x = 2 e primo ma non dispari.
L’elemento x = 2 rappresenta un controesempio.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 31/ 200
Negazione delle proposizioni.
La negazione della proposizione
∀x vale p(x)
si scrive∃x : non vale p(x).
La negazione della proposizione
∀x vale p(x) e q(x)
si scrive∃x : non vale p(x) o q(x).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 32/ 200
Insiemi limitati.
Sia X un insieme totalmente ordinato (come ad esempio Q).
Il sottoinsieme E ⊆ X e limitato superiormente se esisteM ∈ X tale che x ≤ M per ogni x ∈ E . Tale M si dicemaggiorante.
Il sottoinsieme E ⊆ X e limitato inferiormente se esiste m ∈ Xtale che m ≤ x per ogni x ∈ E . Tale m si dice minorante.
L’insieme E e limitato se e limitato superiormente einferiormente cioe
∃m,M : m ≤ x ≤ M, ∀x ∈ E .
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 33/ 200
Massimi e minimi.
Vediamo alcuni esempi
Esempio
E = x ∈ Q : x < 5 e superiormente limitato da 5.
Esempio
E = x ∈ Q : −27 < x < 1 e inferiormente e superiormentelimitato risp. da −27 e 1 e quindi limitato.
Esempio
E = x ∈ Q : x = 1n , n 6= 0, n ∈ N e inferiormente e
superiormente limitato risp. da 0 e 1 e quindi limitato.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 34/ 200
Massimi e minimi.
Definizione (Massimo)
Sia E ⊆ X , con X totalmente ordinato.
L’elemento x e massimo per E se
x ∈ E ;
x ≤ x per ogni x ∈ E .
Definizione (Minimo)
Sia E ⊆ X , con X totalmente ordinato.L’elemento x e minimo per E se
x ∈ E ;
x ≤ x per ogni x ∈ E .
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 35/ 200
Massimi e minimi: esempi.
Esempio
E = [0, 1] = x ∈ R, 0≤x≤1 ⊆ R ha massimo in x = 1 e minimo in x = 0.
Esempio
E = (0, 1] = x ∈ R, 0<x≤1 ⊆ R ha massimo in x = 1 ed e limitatoinferiormente ma non ha minimo.
Esempio
E = x ∈ Q, x < −5 ⊆ R e limitato superiormente ma non ha massimo e none limitato inferiormente.
Nota.
Osserviamo che
Se esiste il massimo di E allora E e limitato superiormente;
Se E e limitato superiormente, non e detto che esista il massimo di E .
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 36/ 200
Massimi e minimi.
Teorema (Unicita del massimo)
Sia E totalmente ordinato. Se esiste il massimo di E , questo eunico.
Dimostrazione.
Supponiamo che per assurdo esistano due massimi di E, siano M1
e M2 con M1 6= M2. Dalle loro definizioni,
M1 ≤ M2 e M2 ≤ M1
il che, per la proprieta antisimmetrica della relazione d’ordine ≤,implica M1 = M2.
Teorema (Unicita del minimo)
Sia E totalmente ordinato. Se esiste il minimo di E , questo eunico.
La dimostrazione e analoga a quella del massimo.Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 37/ 200
Estremo superiore e inferiore.
Definizione (Maggiorante ed estremo superiore)
Sia E ⊆ X con X totalmente ordinato. Un elemento k ∈ X si dice maggiorantedi E, se x ≤ k per ogni x ∈ E. Si definisce estremo superiore di E (in X ), e losi indica con sup(E), il minimo dei maggioranti di E in X (se esiste).
Definizione (Minorante ed estremo inferiore)
Sia E ⊆ X con X totalmente ordinato. Un elemento k ∈ X si dice minorante diE, se k ≤ x per ogni x ∈ E. Si definisce estremo inferiore di E (in X ), e lo siindica con inf(E), il massimo dei minoranti di E in X (se esiste).
Nota.
Osserviamo che
se E ha un massimo, questo coincide con sup(E);
se E ha un minimo, questo coincide con inf(E).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 38/ 200
Estremo superiore e inferiore: esempio 1.
Esempio
Si consideri E = [0, 1]. Evidentemente
max(E ) = 1 = sup(E );
min(E ) = 0 = inf(E );
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 39/ 200
Estremo superiore e inferiore: esempio 2.
Esempio
Si consideri E = (0, 1]. Evidentemente
max(E ) = 1 = sup(E );
min(E ) non esiste;
inf(E ) = 0: i minoranti sono tutti i numeri x ≤ 0 eovviamente il loro massimo, che e inf(E ), e x = 0.
Esempio
Si consideri E = x ∈ Q : x < 5. Evidentemente
max(E ) non esiste;
min(E ) non esiste;
sup(E ) = 5: i maggioranti sono tutti i numeri 5 ≤ x eovviamente il loro minimo, che e sup(E ), e x = 5.
inf(E ): non esiste.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 40/ 200
Estremo superiore e inferiore: esempio.
Esempio
Si consideri E = (0, 1]. Evidentemente
max(E ) = 1 = sup(E );
min(E ) non esiste;
inf(E ) = 0: i minoranti sono tutti i numeri x ≤ 0 eovviamente il loro massimo, che e inf(E ), e x = 0.
Esempio
Si consideri E = x ∈ Q : x ≥ 0, x2 < 2. Evidentemente
max(E ) non esiste;
min(E ) = inf(E ) = 0;
sup(E ): non appartiene a Q ma esiste in R.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 41/ 200
Facoltativo. Estremo superiore e inferiore.
L’insieme X ha la proprieta dell’estremo superiore se per ogniE ⊆ X , non vuoto e limitato superiormente, questo possiede sup inX .
Nota.
Si noti che non e X ad avere estremo superiore, ma ogni E ⊆ Xlimitato superiormente.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 42/ 200
Facoltativo. Campo ordinato.
Teorema
L’insieme R e un campo ordinato che ha la proprieta dell’estremosuperiore.
Facoltativo.
Si dimostra che in questo caso, la proprieta dell’estremo superioree equivalente a dire che per ogni sezione A,B di R, cioe A, Btali che
A,B 6= ∅;A ∩ B = ∅;A ∪ B = R;
se a ∈ A, b ∈ B allora a < b,
esiste unico l’elemento separatore s (cioe tale che a ≤ s ≤ b perogni a ∈ A, b ∈ B).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 43/ 200
Facoltativo. Campo ordinato: R.
Esempio
SianoA = x ∈ R : x2 < 2
eB = x ∈ R : x2 ≥ 2.
Si verifica facilmente che i due insiemi A e B sono due sezioni eche esiste unico l’elemento separatore, che in questo caso e
√2.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 44/ 200
Facoltativo. Campo ordinato.
Proposizione.
Sia E ⊆ R limitato superiormente. Sia L = sup (E ) il minimo deimaggioranti.
Si ha che
L = sup (E )⇔
i) x ≤ L,∀x ∈ Eii) ∀ε > 0∃x ∈ E tale che x > L− ε
La condizione ii) dice che L + ε non e maggiorante di E.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 45/ 200
Facoltativo. Campo ordinato.
Proposizione.
Sia E ⊆ R limitato inferiormente. Sia l = inf (E ) il massimo deiminoranti.
Si ha che
l = inf (E )⇔
i) x ≥ l , ∀x ∈ Eii) ∀ε > 0 ∃x ∈ E t.c . x < l + ε
La condizione ii) dice che l + ε non e minorante di E.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 46/ 200
Facoltativo. Alcuni esercizi.
Esempio (Facoltativo)
Si consideri
E = x ∈ R : x =1
n, n ∈ N, n 6= 0.
Si mostri che E e limitato.
Dimostrazione.
Non e difficile mostrare che max (E ) = 1. Infatti1n ≤ 1 per ogni n ∈ N, n 6= 0;
1 ∈ E in quanto per n = 1 si ha 1n = 1.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 47/ 200
Facoltativo. Alcuni esercizi.
Mostriamo ora che inf (E ) = 0. Infatti1n > 0 per ogni n ∈ N, n 6= 0;
Per ogni ε > 0 esiste ε > 0 tale che x < ε. Infatti se n > 1ε
allora 1n < ε.
Di conseguenza l’insieme
E = x ∈ R : x =1
n, n ∈ N, n 6= 0
avendo massimo e superiormente limitato;
avendo estremo inferiore e inferiormente limitato;
e quindi e limitato.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 48/ 200
Facoltativo. Esercizio per casa.
SiaA = x ∈ R : x =
n
n + 1, n ∈ N.
Vediamo alcuni valori:
n = 0: x = nn+1 = 0
0+1 = 0;
n = 1: x = nn+1 = 1
1+1 = 12 = 0.5;
n = 2: x = nn+1 = 2
3 = 0.6666 . . .;
n = 3: x = nn+1 = 3
3+1 = 0.75;
n = 4: x = nn+1 = 4
4+1 = 0.8;
n = 100000: x = nn+1 = 100000
100000+1 = 0.9999900000999991 . . .;
Si capisce intuitivamente che il valore di x = nn+1 e positivo, cresce
al crescere di n e tende a 1 pur essendo inferiore poiche
n < n + 1⇒ n
n + 1< 1.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 49/ 200
Facoltativo. Esercizio per casa.
Esercizio (Facoltativo)
Dimostrare che
1 min(A) = inf(A) = 0
2 sup(A) = 1.
3 Esiste max (A)?
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 50/ 200
Facoltativo. Esercizio su max, min, sup, inf.
Esercizio (Facoltativo)
Sia
A = x ∈ R : x =(−1)n
n, n ∈ N, n 6= 0.
Determinare max e min.
Esercizio
Sia
A = x ∈ R : x =1
n+ (−1)n, n ∈ N, n 6= 0.
Determinare max e min (se esistono), inf e sup (se esistono).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 51/ 200
Valore assoluto (o modulo).
Definizione (Valore assoluto)
Sia a ∈ R. Si definisce valore assoluto (o modulo), la quantita
|a| :=
a, se a ≥ 0−a, se a < 0
Si mostra facilmente che
|a| ≥ 0;
|a| = 0⇔ a = 0;
−|a| ≤ a ≤ |a|.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 52/ 200
Valore assoluto (o modulo).
Teorema (Studio |x | ≤ b)
Sia b ∈ R.
1 Se b < 0 allora non esiste x ∈ R tale che |x | ≤ b;
2 Se b ≥ 0 allora |x | ≤ b se e solo se
−b ≤ x ≤ b.
Nota. (Studio |x | < b)
Dal precedente si vede in modo analogo che se b ∈ R allora
1 se b ≤ 0 allora non esiste x ∈ R tale che |x | < b;
2 se b > 0 allora |x | < b se e solo se
−b < x < b.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 53/ 200
Valore assoluto (o modulo).
Svolgimento.
Se b < 0 allora non esiste x ∈ R tale che |x | ≤ b in quanto0 ≤ |x | per ogni x ∈ R e quindi se fosse |x | ≤ b sarebbe
0 ≤ |x | ≤ b < 0
il che non e possibile;
Se b ≥ 0 allora
Se x ≥ 0, allora |x | = x e quindi |x | ≤ b se e solo sex = |x | ≤ b;Se x < 0, allora |x | = −x e quindi |x | ≤ b se e solo se−x = |x | ≤ b (cioe x ≥ −b).
Raccogliendo i risultati si ha che per b ≥ 0 si ha
|x | ≤ b ⇔ −b ≤ x ≤ b ⇔ x ∈ R : x ∈ [−b, b]. (2)
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 54/ 200
Valore assoluto (o modulo).
Teorema (Studio |x | ≥ b)
Sia b ∈ R.
1 Se b < 0 allora per ogni x ∈ R si ha che |x | ≥ b;
2 Se b ≥ 0 allora |x | ≥ b se e solo sex ≤ −b oppurex ≥ b.
Nota. (Studio |x | > b)
Dal precedente si vede in modo analogo che se b ∈ R allora
1 se b < 0 allora per ogni x ∈ R si ha che |x | > b.
2 se b = 0 allora per ogni x ∈ R si ha che |x | > b = 0 per ogni x ∈ Reccetto x = 0.
3 se b > 0 allora |x | > b se e solo se
x < −b oppurex > b.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 55/ 200
Valore assoluto (o modulo).
Svolgimento.
Se b < 0 allora |x | ≥ b e sempre verificato in quanto|x | ≥ 0 > b per ogni x ∈ R;
Se b ≥ 0 allora
Se x ≥ 0, allora |x | = x e quindi |x | ≥ b se e solo se x ≥ b;Se x < 0, allora |x | = −x e quindi |x | ≥ b se e solo se −x ≥ b(cioe x ≤ −b).
Dai risultati, per b ≥ 0 si ha che |x | ≥ b se e solo se
1 x ≥ b oppure
2 x ≤ −b
cioe se e solo sex ∈ R : x ∈ (−∞,−b] ∪ [b,+∞). (3)
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 56/ 200
Valore assoluto (o modulo): disuguaglianza triangolare.
Teorema (Disuguaglianza triangolare)
Per ogni x , y ∈ R si ha che
|x + y | ≤ |x |+ |y |.
Dimostrazione.
Per quanto visto, per ogni x , y ∈ R
−|x | ≤ x ≤ |x |, −|y | ≤ y ≤ |y |e quindi
−|x | − |y | ≤ x + y ≤ |x |+ |y |.Ora
poniamo b = |x |+ |y | ≥ 0 e z = x + y;
osserviamo che −|x | − |y | = −(|x |+ |y |) = −b.
Di conseguenza cio equivale a dire −b ≤ z ≤ b cioe |z | ≤ b ovvero
|x + y | = |z | ≤ b = |x |+ |y |.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 57/ 200
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Esempio
Fissato il parametro α ∈ R determinare quando |x + 3| < α.
Svolgimento.
Se α ≤ 0, essendo 0 ≤ |x + 3|, cio non si realizza mai altrimenti
0 ≤ |x + 3| < α ≤ 0
che e assurdo.
Se α > 0, da |y | < α se e solo se −α < y < α abbiamo per y = x + 3
−α < x + 3 < α
o equivalentemente −α− 3 < x < α− 3.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 58/ 200
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Esempio
Fissato il parametro α ∈ R determiniamo quando |x + 3| > α.
Svolgimento.
Se α < 0, essendo 0 ≤ |x + 3|, cio si realizza sempre in quanto
α < 0 ≤ |x + 3|;
Se α > 0, da |y | > α se e solo y > α o y < −α abbiamo per y = x + 3che cio si realizza se e solo
x + 3 > α oppure α < −(x + 3)
da cui evidenziando il termine x
x > α− 3 oppure x < −3− α.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 59/ 200
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Esempio (|f (x)| ≤ g(x))
Se f , g sono due funzioni, vediamo quando |f (x)| ≤ g(x)
se g(x) < 0, |f (x)| ≤ g(x) non e verificata;
se g(x) ≥ 0, |f (x)| ≤ g(x) e verificata se e solo se −g(x) ≤ f (x) ≤ g(x);
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6−0.5
0
0.5
1
1.5
Figura : Grafico di f (x) = sin (x)− 0.5 (pois nero),g(x) = x3 − 2x + 0.75 (rosso), |f (x)| (verde), in [0, 1.6].
.Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 60/ 200
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Esercizio
Determinare per quali x vale la disuguaglianza
|6x2 − 13x − 15| ≤ 3− x .
−3 −2 −1 0 1 2 3 4−10
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Figura : Grafico di f (x) = |6x2 − 13x − 15| (nero), g(x) = 3− x (rosso).
.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 61/ 200
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Svolgimento.
Posto f (x) := 6x2 − 13x − 15, g(x) := 3− x, per quanto visto
se g(x) < 0, allora |f (x)| ≤ g(x) non e verificata. Nel nostrocaso g(x) < 0 se e solo se 3− x < 0, cioe
x > 3.
Di conseguenza per x > 3 la disuguaglianza non e verificata.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 62/ 200
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
se g(x) ≥ 0, |f (x)| ≤ g(x) e verificata se e solo se
−g(x) ≤ f (x) ≤ g(x)
.Nel nostro caso g(x) ≥ 0 se e solo se x ≤ 3 ed in tal caso ladisuguaglianza e verificata se e solo se
−(3− x) = −g(x) ≤ f (x) = 6x2 − 13x − 15 ≤ g(x) = 3− x
ossia −(3− x) ≤ 6x2 − 13x − 156x2 − 13x − 15 ≤ 3− x
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 63/ 200
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Visto che
−(3− x) ≤ 6x2 − 13x − 15⇔ 6x2 − 14x − 12 ≥ 0⇔ 3x2 − 7x − 6 ≥ 0
e6x2 − 13x − 15 ≤ 3− x ⇔ 6x2 − 12x − 18 ≤ 0⇔ x2 − 2x − 3 ≤ 0.
basta sia verificato il sistema di disequazioni quadratiche3x2 − 7x − 6 ≥ 0x2 − 2x − 3 ≤ 0.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 64/ 200
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Osserviamo che per risolvere
3x2 − 7x − 6 ≥ 0
basta calcolare gli zeri dell’equazione di secondo grado
3x2 − 7x − 6 = 0
che sono x1 = −2/3 e x2 = 3, e osservare che la parabola3x2 − 7x − 6 assume valori non negativi per x ≤ −2/3 e x ≥ 3.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 65/ 200
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
−10 −5 0 5 10−50
0
50
100
150
200
250
300
350
400
Figura : Grafico di 3x2 − 7x − 6.
.Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 66/ 200
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Similmente, osserviamo che per risolvere
x2 − 2x − 3 ≤ 0
basta calcolare gli zeri dell’equazione di secondo grado
x2 − 2x − 3 = 0
che tramite la ben nota formula sono
x1,2 = 1±√
1 + 3 = 1± 2
cioe x1 = −1, x2 = 3 e osservare che esclusivamente tra x1 e x2 laparabola x2 − 2x − 3 assume valori negativi, per dedurre chex2 − 2x − 3 ≤ 0 se e solo se −1 ≤ x ≤ 3.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 67/ 200
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
−10 −5 0 5 10−20
0
20
40
60
80
100
120
Figura : Grafico di x2 − 2x − 3.
.Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 68/ 200
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Raccogliendo i risultati, per x ≤ 3, la disuguaglianza
|6x2 − 13x − 15| ≤ 3− x
e verificata per i valori di x per cui contemporaneamente
−1 ≤ x ≤ 3
e
x ≤ −2/3 oppure
x ≥ 3.
Visto che si supponeva x ≤ 3, e −2/3 = 0.6666 . . ., ladisuguaglianza risulta verificata per
−1 ≤ x ≤ −2/3 oppure x = 3.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 69/ 200
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Esempio (|f (x)| ≥ g(x))
Se f , g sono due funzioni, studiamo quando |f (x)| ≥ g(x):
se g(x) < 0, |f (x)| ≥ g(x) e sempre verificata;
se g(x) ≥ 0, |f (x)| ≥ g(x) e verificata se e solo se−g(x) ≤ f (x) oppure f (x) ≤ g(x).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 70/ 200
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Esercizio
Determinare per quali x ∈ R si ha |x2 − 3x + 1| ≥ 2x − 2.
Svolgimento.
Definiti f (x) := x2 − 3x + 1, g(x) := 2x − 2, si tratta di vederequando |f (x)| ≥ g(x).
Osserviamo che g(x) < 0 se e solo se 2x − 2 < 0, cioe x < 1.In questo caso la disugualianza e sempre verificata.
Dal punto precedente se x ≥ 1 allora g(x) ≥ 0 e l’asserto everificato qualora f (x) ≤ −g(x) oppure g(x) ≤ f (x) cioe valealmeno una delle seguenti
x2 − 3x + 1 ≤ −(2x − 2) cioe x2 − 5x + 3 ≥ 0,
x2 − 3x + 1 ≥ 2x − 2 cioe x2 − x − 1 ≤ 0.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 71/ 200
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Con facili conti si vede che x2 − 5x + 3 = 0 ha radicix1,2 = 5
2 ±√
132 , cioe x1 ≈ 0.6972 e x2 ≈ 4.3028. Di conseguenza
x2 − 5x + 3 ≥ 0 se e solo se x < 52 −
√132 oppure x > 5
2 +√
132 .
Similmente si vede che x2 − x − 1 ≤ 0 ha radici x∗1,2 = 12 ±
√5
2 ,
cioe x∗1 ≈ 0.6180 e x∗2 ≈ 1.6180. Di conseguenza x2 − x − 1 ≤ 0 se
e solo se 12 −
√5
2 ≤ x ≤ 12 +
√5
2 .
Assemblando questi risultati, si vede facilmente che f (x) ≤ −g(x)oppure g(x) ≤ f (x) se e solo se x non appartiene a
( 12 +
√5
2 ,52 +
√132 ). Ricordando che deve pure essere x ≥ 1,
concludiamo dicendo che l’asserto e verificato nella regione
[1,1
2+
√5
2] ∪ [
5
2+
√13
2,+∞).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 72/ 200
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
In conclusione:
se x < 1 l’asserto |x2 − 3x + 1| ≥ 2x − 2 e sempre verificato;
se x ≥ 1, l’asserto |x2 − 3x + 1| ≥ 2x − 2 e verificato se e solo se
x ∈ [1, 12
+√
52
] ∪ [ 52
+√
132,+∞).
−2 −1 0 1 2 3 4 5 6−10
−5
0
5
10
15
20
Figura : Grafico di |x2 − 3x + 1| (in verde) e 2x − 2 (in rosso). Risolvereil problema |x2 − 3x + 1| ≥ 2x − 2 e equivalente a vedere quando ilgrafico della funzione in verde e sopra quello della funzione in rosso.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 73/ 200
Principio per induzione: esempi.
Il principio per induzione viene utilizzato quale tecnica perdimostrare asserti del tipo
∀n ∈ N, n ≥ n0 vale la proprieta p(n).
Esempio
Per ogni n ∈ N, si dimostri che se n e pari allora n2 e pari.
In questo caso p(n) sta per se n e pari allora n2 e pari.
Esempio
Per ogni n ∈ N, si dimostri che 2n > n.
In questo caso p(n) sta per se n e numero naturale allora 2n > n.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 74/ 200
Principio per induzione.
Sia n0 ∈ N e supponiamo di dover dimostrare che p(n) e verificataper ogni n ≥ n0. Se si dimostra che
1 p(n) e vera per n = n0 (primo passo),
2 supponendo che p(n) allora p(n + 1) e vera (passo induttivo),
allora p(n) e vera per ogni n ≥ n0.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 75/ 200
Principio per induzione: esempio risolto.
Teorema
Per ogni n ∈ N, si dimostri che
1 + 2 + . . .+ n =n∑
k=1
k =n(n + 1)
2
Dimostrazione.
In questo caso p(n) sta per 1 + 2 + . . .+ n =∑n
k=1 k = n(n+1)2 .
n = 0: per definizione∑0
k=1 k = 0 ed facilmente 0(0+1)2 = 0,
come richiesto dall’asserto.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 76/ 200
Principio per induzione: esercizi.
supponiamo che sia per un certo n valga p(n)
1 + 2 + . . .+ n =n∑
k=1
k =n(n + 1)
2
e dobbiamo dimostrare che vale pure p(n + 1) cioe
1 + 2 + . . .+ n + (n + 1) =n+1∑k=1
k
=(n + 1)((n + 1) + 1)
2
=(n + 1)(n + 2)
2. (4)
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 77/ 200
Principio per induzione: esercizi.
D’altra parte
1 + 2 + . . .+ n + (n + 1) = (1 + 2 + . . .+ n) + (n + 1)
=n(n + 1)
2+ (n + 1)
=n(n + 1) + 2(n + 1)
2
=(n + 2)(n + 1)
2.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 78/ 200
Principio per induzione: esercizi.
Esercizio
Per ogni n ∈ N si ha che n2 + n e pari.
Esercizio
Per ogni n ∈ N, n ≥ 3 si ha che 2n + 1 < n2.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 79/ 200
Principio per induzione: disuguaglianza di Bernoulli.
Teorema (Bernoulli)
Per ogni x > −1, x ∈ R, n ∈ N si ha
(1 + x)n ≥ 1 + xn.
Dimostrazione.
Nel nostro caso la proposizione p(M) consiste in
per ogni x > 1 si ha (1 + x)M ≥ 1 + xM.
Proviamo l’asserto per induzione, osservando che l’induzione e inn (e non in x).
n = 0: essendo (1 + x)0 = 1, (1 + x · 0) = 1, il primo passo everificato;
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 80/ 200
Principio per induzione: disuguaglianza di Bernoulli.
supponiamo valga l’ipotesi induttiva p(n)
(1 + x)n ≥ 1 + xn
e mostriamo che vale pure p(n + 1) cioe
(1 + x)n+1 ≥ 1 + x(n + 1).
In effetti, essendo 1 + x > 0, dall’ipotesi induttiva
(1 + x)n ≥ (1 + xn)⇔ (1 + x)(1 + x)n ≥ (1 + x)(1 + xn)
e da x2n ≥ 0
(1 + x)n+1 = (1 + x)(1 + x)n ≥ (1 + x)(1 + xn)
= 1 + xn + x + x2n ≥ 1 + xn + x = 1 + x(n + 1).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 81/ 200
Sommatorie.
Per fare la somma di molti numeri, spesso si usa il simbolo∑
. Cosı
n∑i=n0
ai := an0 + an0+1 + an0+2 + . . .+ an
In questo caso, i si dice indice di sommatoria. Se n < n0 sisuppone che la sommatoria sia nulla.
Esempio
5∑i=1
1
i= 1 +
1
2+
1
3+
1
4+
1
5
Esempio
8∑k=3
1
k=
1
3+
1
4+
1
5+
1
6+
1
7+
1
8
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 82/ 200
Progressione geometrica.
Definizione (Progressione geometrica)
La sommatorian∑
k=0
qk = 1 + q + . . .+ qn
e nota come progressione geometrica di ragione q.
Esempio
n∑k=0
3k = 1 + 3 + 32 + . . .+ 3n.
Teorema
Per q 6= 1 (attenzione al denominatore a secondo membro!)n∑
k=0
qk = 1 + q + . . .+ qn =qn+1 − 1
q − 1,
altrimentin∑
k=0
1k = 1 + 1 + . . .+ 1n = n + 1.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 83/ 200
Sommatorie e coefficienti binomiali.
Per esempio, nel caso q = 3 si ha che da
n∑k=0
qk = 1 + q + . . .+ qn =qn+1 − 1
q − 1,
necessariamente
8∑k=0
3k = 1 + 3 + . . .+ 2n =38+1 − 1
3− 1=
39 − 1
2= 9841.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 84/ 200
Sommatorie e coefficienti binomiali.
Teorema
Per q 6= 1 si ha chen∑
k=0
qk = 1 + q + . . .+ qn =qn+1 − 1
q − 1=
1− qn+1
1− q
Dimostrazione.
Osserviamo che
(1− q)(1 + q + . . .+ qn) = 1 + q + q2 + . . .+ qn
−q − q2 − . . .− qn+1
= 1− qn+1 (5)abbiamo
(1− q)(1 + q + . . .+ qn) = 1− qn+1
da cui l’asserto, osservando che∑n
k=0 qk = 1 + q + . . .+ qn edividendo ambo i membri per 1− q 6= 0.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 85/ 200
Coefficienti binomiali e binomio di Newton.
L’intenzione e quella di calcolare, fissati a, b, n, la quantita
(a + b)n.
Esempi:
n = 0: (a + b)0 = 1;
n = 1: (a + b)1 = a + b;
n = 2: (a + b)2 = a2 + 2ab + b2;
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 86/ 200
Fattoriale.
Definizione (Fattoriale)
Si definisce il fattoriale di n ∈ N, la quantita
n! := 1 · 2 · . . . · n
Esempio
0! = 0 (per definizione);
1! = 1;
2! = 1 · 2;
3! = 1 · 2 · 3 = 6;
8! = 1 · 2 · . . . · 8 = 40320;
10! = 1 · 2 · . . . · 10 = 3628800.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 87/ 200
Fattoriale.
Teorema
Il fattoriale corrisponde al numero di permutazioni di n oggettidistinti.
Siano a, b, c e consideriamo le loro permutazioni:
1 (a, b, c);
2 (a, c , b);
3 (b, a, c);
4 (b, c , a);
5 (c , a, b);
6 (c , b, a).
Come anticipato sono 6, esattamente come il fattoriale del numeron degli oggetti (nell’esempio n = 3, visto che gli oggetti sono a, b,c). Ricordiamo che 3! = 1 · 2 · 3 = 6.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 88/ 200
Coefficienti binomiali.
Siano n, k ∈ N, con k ≤ n.Si definisce coefficiente binomiale Cn,k di n e k , la quantita
Cn,k =
(nk
)=
n!
k!(n − k)!
Alcuni esempi, ricordando che 0! = 1, 1! = 1, 2! = 2:
C2,1 =
(21
)= 2!
1!(2−1)!= 2!
1!1!= 2;
C0,0 =
(00
)= 0!
0!(0−0)!= 0!
0!0!= 1;
Cn,0 =
(n0
)= n!
0!(n−0)!= n!
0!n!= 1;
Cn,n =
(nn
)= n!
n!(n−n)!= n!
n!0!= 1;
Cn,n−1 =
(nn
)= n!
(n−1)!(n−(n−1))!= n!
(n−1)!1!= (n−1)!n
(n−1)!= n.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 89/ 200
Formula del binomio di Newton.
Teorema (Binomio di Newton)
Definito con
Cn,k =
(nk
)=
n!
k!(n − k)!
si ha per n ∈ N
(a + b)n = (a + b) · . . . · (a + b)︸ ︷︷ ︸n volte
=n∑
k=0
Cn,kakbn−k
Per esempio, nel caso n = 2, essendo C2,0 = 1, C2,1 = 2, C2,2 = 1,si ottiene il noto risultato
(a + b)2 =2∑
k=0
C2,kakb2−k = C2,0a0b2−0 + C2,1a1b2−1 + C2,2a2b2−2
= b2 + 2ab + a2. (6)
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 90/ 200
Triangolo di Tartaglia.
I coefficienti Cn,k = n!k!(n−k)! si calcolano col Triangolo di Tartaglia.
1
1 1
1 2 1
1 3 3 1
1 4 6 4 1
1 5 10 10 5 1
Il valore Cn,k e il (k + 1)-simo elemento della (n + 1)-sima riga.Cosı, dalla formula del binomio di Newton
(a + b)5 = a5 + 5a4b + 10a3b2 + 10a2b3 + 5ab4 + b5.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 91/ 200
Potenze e radici n-sime.
Teorema
Siano y ∈ R, y ≥ 0, n ∈ N, n ≥ 1. Allora esiste un unico x ≥ 0,x ∈ R tale che xn = y
Usualmente tale x si denota con y 1/n oppure n√
y e si chiamaradice n-sima di y ;
Si osservi che se y = 0, x = 0 soddisfa xn = y .
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 92/ 200
Potenze e radici n-sime.
Esempio√
4 = 2
Esempio
Per ogni x ∈ R si ha√
x2 = |x |.
in generale n√
y = x e definita solo se y ≥ 0;
se n e dispari e y < 0, n√
y = − n√−y . Esempio:
−2 = 3√−8 = − 3
√−(−8) = − 3
√8
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 93/ 200
Potenze a esponente razionale.
Definizione
Supposto r = mn ∈ Q, y ∈ R, y > 0, si definisce
y r = ymn = (ym)
1n
Nota.
Per y < 0, n dispari, questa definizione si puo facilmente estendere(vedere quanto detto in precedenza sulle radici n-sime).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 94/ 200
Alcune proprieta delle potenze.
Si supponga a, b ∈ R, a, b > 0, r , s ∈ Qar+s = ar · as ;
(ab)r = ar · br ;
(a)r ·s = (ar )s ;
a−r = 1ar ;
ar > 0;ar > 1 se a > 1, r > 0;ar > 1 se a < 1, r < 0;ar < 1 se a < 1, r > 0;ar < 1 se a > 1, r < 0;
r < s ⇒
ar < as se a > 1;ar > as se a < 1;
0 < a < b ⇒
ar < br se r > 0;ar > br se r < 0;
∀a 6= 1, ar = as ⇒ r = s.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 95/ 200
Alcune proprieta delle potenze (facoltativa).
Nota.
Per ogni a > 1 r ∈ R, si supponga che sia (in decimali)
r = p, α1 . . . αn . . .
con p ∈ Z e αk ∈ 0, 1, . . . , 9 per ogni n ∈ N Si definisce
ar := asup p,α1...αn,n∈N.
Con tale definizione, le precedenti proprieta delle potenze sonoverificate e inoltre coincidono le definizioni nel caso r ∈ Q.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 96/ 200
Logaritmo.
Definizione (Logaritmo)
Sia a > 0, a 6= 1, y > 0. Esiste un solo x ∈ R tale che ax = y.Tale x si chiama logaritmo in base a di y e si scrive x := loga y
Dalla definizione, se x = loga y necessariamente
aloga y = ax = y .
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 97/ 200
Logaritmo: proprieta.
Si supponga a, b, x , y ∈ R, a, b, x , y > 0, a 6= 1, b 6= 1
aloga x = x ;
loga xy = loga x + loga y ;
loga1x = − loga x ;
logaxy = loga x − loga y ;
loga xγ = γ loga x per ogni γ ∈ R;
loga x = 1logx a
= − log 1a
x ;
loga x = logb xlogb a
;
x > y > 0⇒
loga x > loga y se a > 1;loga x < loga y se 0 < a < 1;
loga 1 = 0; loga a = 1; loga1a = −1;
Per ogni γ ∈ R, γ 6= 1, si ha1 ∀x 6= 0 : loga x2 = 2 loga |x |;2 ∀x , y , xy > 0 : loga xy = loga |x |+ loga |y |.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 98/ 200
Logaritmo: proprieta.
Esempio
Mostrare che loga x = 1logx a
= − log 1a
x.
Dimostrazione.
Se β = loga x e γ = 1logx a
, dalla definizione
aβ = x e xγ = a
implica che
x = aβ = (xγ)β = xβγ
e quindi βγ = 1 da cui β = 1γ . Essendo per definizione,
β = loga x,
γ = 1logx a
concludiamo che loga x = 1logx a
.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 99/ 200
Logaritmo: proprieta.
Similmente, dalle definizioni
se τ = log 1a
x allora ( 1a )τ = x,
se φ = logx a allora xφ = a,
da cui, essendo
x =
(1
a
)τ= a−τ
si ricavax = a−τ = (xφ)−τ = x−φτ
e quindi −φτ = 1 ovvero −τ = 1φ per cui, dalle definizioni
1
logx a=
1
φ= −τ = −log 1
ax .
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 100/ 200
Funzioni.
Definizione (Funzione)
Siano A, B insiemi. La funzione f e una legge che ad ognielemento di A associa uno e uno solo elemento di B, e si scrivef : A→ B.
Usualmente si dice f e definita da A a B;
Se x ∈ A, con f (x) si indica il valore di B associato a xmediante f .
A volte si scrive f : x → f (x) ∈ B. La variabile x si chiamavariabile indipendente.
L’insieme A si chiama dominio di f , mentre l’insieme B sichiama codominio di f .
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 101/ 200
Funzioni: esempi.
Esempio
Sia X = 1, 2, 3 e Y = a, b, c, d , e. Sia f : X → Y la funzioneper cui f (1) = a, f (2) = c, f (3) = d. Osserviamo che non tutti glielementi del codominio sono funzione di qualche elemento deldominio.
Figura : Esempio di funzione.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 102/ 200
Funzioni: esempi.
Esempio
Sia f : R→ R, definita da f (x) = x4. In questo caso, il dominio eR e il codominio R.
Esempio
Sia A = 1, 2, 3, 4, 5, B = 2, 3, 4, 5, 6, 7 e sia f : A→ B definitada f (x) = x + 1.
Esempio
Sia R+ = x ∈ R, x > 0. Sia f : R+ → R definita daf (x) = log10 (x).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 103/ 200
Funzioni: immagine.
Definizione (Immagine)
Sia f : A→ B. Si dice immagine di A attraverso f , il sottinsiemedi B definito da
f (A) = Im(f ) = y ∈ B : ∃x ∈ A : y = f (x).
Esempio
Sia f : R→ R, definita da f (x) = x4. In questo caso, il dominio eR e il codominio R. L’immagine di f e R+.
Esempio
Sia f : R→ R, definita da f (x) = x + 1. In questo caso, il dominioe R e il codominio R. L’immagine di f e R.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 104/ 200
Funzioni: immagine e grafico.
Esempio
Sia f : R2 → R, definita da f (x , y) = x + y. In questo caso, ildominio e R2 e il codominio R. L’immagine di f e R.
Esempio
Sia f : R→ R2, definita da f (x) = (x , 2 · x). In questo caso, ildominio e R e il codominio R2. L’immagine di f e una retta di R2
(cioe y = 2 · x).
D’ora in poi, qualora non detto esplicitamente, saraf : A ⊆ R→ R.
Definizione (Grafico)
Sia f : A ⊆ R→ R. Si dice grafico di f , il sottinsieme di R2
graf(f ) = (x , y) ∈ R2 : y = f (x), x ∈ A.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 105/ 200
Funzioni: grafico.
−5 −4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 5−1
−0.8
−0.6
−0.4
−0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
Figura : Grafico di funzione (e f (x) = sin(x), con f : [−5, 5]→ R).
.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 106/ 200
Funzioni: grafico.
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1−1
−0.8
−0.6
−0.4
−0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
Figura : Un esempio che non e grafico di funzione da [0, 1] ⊂ R in R. Adesempio in 0 assume due valori, −1 e +1
.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 107/ 200
Funzioni: sul dominio.
Di seguito consideremo, a meno di specificazioni, f : D ⊆ R→ Rcon D dominio naturale di f , cie tutti gli x per i quali ha sensoscrivere f (x).
Esempio
Sia f (x) =√
x. Allora D = x ∈ R : x ≥ 0.
Esempio
Sia f (x) = 1x . Allora D = x ∈ R : x 6= 0.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 108/ 200
Funzioni: sul dominio.
Le funzioni si possono rappresentare con piu formule.
Esempio
Sia
f (x) =
x se x > 0−x se x ≤ 0
Che funzione nota e f ?
−5 −4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 50
0.5
1
1.5
2
2.5
3
3.5
4
4.5
5
Figura : Grafico di f nell’intervallo −5 e +5.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 109/ 200
Funzioni: sul dominio.
Le funzioni si possono rappresentare con piu formule.
Esempio
Sia
f (x) =
1 se x ∈ Q0 se x ∈ R\Q
E’ il grafico della funzione f facilmente rappresentabile? In questocaso ovviamente abbiamo che l’immagine di f e 0, 1.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 110/ 200
Funzioni: successioni.
Definizione (Successione)
Si dice successione ogni funzione f in cui il dominio e N. Inparticolare ogni funzione f : N→ R si chiama successione reale.
Esempio
La funzione f : N→ R definita da
f (n) := fn :=n − 1
n + 1
e una successione. In particolare f0 = −1, f1 = 0, f2 = 1/3, etc. Siverifica facilmente che fn < fn+1 essendo n−1
n+1 <n
n+2 (risolvere unadisequazione di secondo grado!).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 111/ 200
Funzioni: limitate superiormente.
Definizione (Funzione limitata superiormente)
Sia f : D ⊆ R→ R. Tale funzione e limitata superiormente seesiste M ∈ R tale che
f (x) ≤ M, ∀x ∈ D.
o equivalentemente
Definizione (Funzione limitata superiormente)
Sia f : D ⊆ R→ R. Tale funzione e limitata superiormente sel’insieme immagine Im(f ) di f e limitato superiormente.
Esempio
La funzione f (x) = −x2 ha il grafico che consiste in una parabolaed assume esclusivamente valori non positivi. In questo caso si puoscegliere nella precedente definizione M = 0.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 112/ 200
Funzioni: limitate superiormente.
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10−100
−90
−80
−70
−60
−50
−40
−30
−20
−10
0
Figura : Grafico di f (x) = −x2 nell’intervallo −10 e +10
.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 113/ 200
Funzioni: limitate inferiormente.
Definizione (Funzione limitata inferiormente)
Sia f : D ⊆ R→ R. Tale funzione e limitata inferiormente seesiste m ∈ R tale che
f (x) ≥ m, ∀x ∈ D.
o equivalentemente
Definizione (Funzione limitata inferiormente)
Sia f : D ⊆ R→ R. Tale funzione e limitata inferiormente sel’insieme immagine Im(f ) di f e limitato inferiormente.
Esempio
La funzione f (x) = x2 ha il grafico che consiste in una parabola edassume esclusivamente valori positivi. In questo caso si puoscegliere nella precedente definizione M = 0.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 114/ 200
Funzioni: limitate inferiormente.
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 100
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Figura : Grafico di f (x) = x2 nell’intervallo −10 e +10
.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 115/ 200
Funzioni: limitate.
Definizione (Funzione limitata)
Sia f : D ⊆ R→ R. Tale funzione e limitata se e limitatasuperiormente e inferiormente, cioe esistono m,M ∈ R tali che
m ≤ f (x) ≤ M, ∀x ∈ D
che e equivalente a dire che esiste k ∈ R tale che
|f (x)| ≤ k
(basta scegliere k = max|m|, |M|).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 116/ 200
Funzioni: limitate, esempi.
Esempio
Sia f (x) = x3, f : R→ R. Si vede subito che Im(f ) = R e quindila funzione non e limitata ne inferiormente, ne superiormente.
−100 −80 −60 −40 −20 0 20 40 60 80 100−1
−0.8
−0.6
−0.4
−0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1x 10
6
Figura : Grafico di f (x) = x3 nell’intervallo −100 e +100. Attenzioneche e in scala 1 milione sull’asse y !
.Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 117/ 200
Funzioni: limitate, esempi.
Esempio
Sia f (x) = 11+x2 , f : R→ R. Si vede subito che Im(f ) = (0, 1] e
quindi la funzione e limitata (scegliere m = 0 e M = 1 nelladefinizione).
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 100
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.7
0.8
0.9
1
Figura : Grafico della funzione di Runge f (x) = 11+x2 nell’intervallo −10
e +10.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 118/ 200
Funzioni: simmetriche.
Definizione (Funzione pari)
Sia f : D ⊆ R→ R con D dominio simmetrico rispetto a 0. Lafunzione f si dice pari se
f (x) = f (−x)
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 100
20
40
60
80
100
120
Figura : Grafico della funzione pari f (x) = x4+x2+1001+x2 in [−10,+10].
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 119/ 200
Funzioni: simmetriche.
Definizione (Funzione dispari)
Sia f : D ⊆ R→ R con D dominio simmetrico rispetto a 0. Lafunzione f si dice dispari se
f (x) = −f (−x)
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10−20
−15
−10
−5
0
5
10
15
20
Figura : Grafico della funzione dispari f (x) = 3x5−1000x3
1000+10x4 in [−10,+10].
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 120/ 200
Funzioni: simmetriche, esempio.
Proposizione. (Rapporto di funzioni dispari con funzioni pari)
Sia f : D ⊆ R→ R con D dominio simmetrico rispetto a 0. Se F (x) = f (x)g(x)
con f , g : D ⊆ R→ R, f pari e g dispari (mai nulla!) allora F e dispari.
Dimostrazione.
Ricordando le definizioni, sappiamo che
f (x) = −f (−x), ovvero f (−x) = −f (x),
g(x) = g(−x),
e di conseguenza
F (−x) =f (−x)
g(−x)=−f (x)
g(x)= − f (x)
g(x)= −F (x),
cioe F e dispari in quanto F (x) = −F (−x).
Di conseguenza, la funzione f (x) = 3x5−1000x3
1000+10x4 e un esempio di funzione dispari,
in quanto il numeratore e una funzione dispari e il denominatore e una funzione
pari.Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 121/ 200
Funzioni: simmetriche, esempi.
Con dimostrazione simile alla precedente, di vede facilmente che
Proposizione. (Rapporto di funzioni pari con funzioni pari)
Sia f : D ⊆ R→ R con D dominio simmetrico rispetto a 0. SeF (x) = f (x)
g(x) con f , g : D ⊆ R→ R, f pari e g pari (mai nulla!)allora F e pari.
Nota. (Facoltativo)
Sia f : D ⊆ R→ R con D dominio simmetrico rispetto a 0. Sef : D ⊆ R→ R, e dispari allora f (0) = 0. Infatti, daf (x) = −f (−x) si ha che f (0) = −f (0) ovvero f (0) = 0.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 122/ 200
Funzioni: simmetriche, esempi.
Esempio
La funzione f (x) = x2 e pari. Infatti
f (−x) = (−x)2 = x2 = f (x).
Esempio
La funzione f (x) = x3 e dispari. Infatti
f (−x) = (−x)3 = −x3 = −f (x).
Esempio
La funzione f (x) = xn, n ∈ N e
dispari se n e disparipari se n e pari
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 123/ 200
Funzioni: simmetriche, esempi.
Esempio
La funzione f (x) = x − x3 − x17 e dispari.
Esempio
La funzione f (x) = x − x3 + 1 non e ne pari ne dispari. Adesempio f (2) = −5, f (−2) = 7 6= ±5 = ±f (2).
Nota.
Osserviamo che una funzione
pari ha un grafico simmetrico rispetto l’asse y ;
dispari ha un grafico che si ottiene applicando prima unasimmetria del grafico per (x , f (x)), con x ≥ 0 rispetto all’assey e poi all’asse x .
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 124/ 200
Funzioni: monotone.
Sia f : D ⊆ R→ R.
Definizione (Monotona crescente)
La funzione f e monotona crescente se
∀x1, x2 ∈ D, se x1 < x2 allora f (x1) ≤ f (x2).
Definizione (Monotona strettamente crescente)
La funzione f e monotona strettamente crescente se
∀x1, x2 ∈ D, se x1 < x2 allora f (x1) < f (x2).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 125/ 200
Funzioni: monotone.
Definizione (Monotona decrescente)
La funzione f e monotona decrescente se
∀x1, x2 ∈ D, se x1 < x2 allora f (x1) ≥ f (x2).
Definizione (Monotona strettamente decrescente)
La funzione f e monotona strettamente decrescente se
∀x1, x2 ∈ D, se x1 < x2 allora f (x1) > f (x2).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 126/ 200
Funzioni: monotone, esempi.
Esempio
La funzione f (x) = x3, f : R→ R, e strettamente crescente.
Esempio
La funzione f (x) = 1, f : R→ R, e crescente e decrescente.
Esempio
La funzione f (x) = 11+x2 , f : R→ R, non e ne crescente ne
decrescente.
−100 −80 −60 −40 −20 0 20 40 60 80 100−1
−0.8
−0.6
−0.4
−0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1x 10
6
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 100
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.7
0.8
0.9
1
Figura : Grafico di f (x) = x3, f (x) = 11+x2 .
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 127/ 200
Funzioni: monotone, esempi.
Esempio
La funzione f (x) = x2, f : R+ → R, e strettamente crescente. Lafunzione f (x) = x2, f : R− → R, e strettamente decrescente.
−5 −4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 5−5
0
5
10
15
20
25
Figura : Grafico di f (x) = x2.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 128/ 200
Funzioni: periodiche.
Definizione (Periodica)
La funzione f : D ⊆ R→ R e periodica di periodo T > 0 se T e il piu piccolonumero reale tale
f (x + T ) = f (x), ∀x ∈ D, x + T ∈ D.
Nota.
Usualmente D = R o piu raramente D = R\X conX = x : x = x0 + kT , k ∈ Z per un certo x0 ∈ R dove la funzione f non edefinita (si pensi alla tangente!).
Esempio
La funzione f (x) = sin (x), f : R→ R e periodica con periodo 2π in quanto enoto che
sin (x + 2π) = sin (x), ∀x ∈ R.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 129/ 200
Funzioni: monotone, esempi.
−15 −10 −5 0 5 10 15−1
−0.8
−0.6
−0.4
−0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
Figura : Grafico di f (x) = sin(x).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 130/ 200
Funzioni: periodiche.
Esempio
La funzione f (x) = cos (x), f : R→ R e periodica con periodo 2πin quanto e noto che
cos (x + 2π) = cos (x), ∀x ∈ R.
Nota.
Se f e periodica con periodo T , basta conoscere il grafico in unintervallo di ampiezza T per conoscere il grafico su tutto ildominio.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 131/ 200
Funzioni: monotone, esempi.
−15 −10 −5 0 5 10 15−1
−0.8
−0.6
−0.4
−0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
Figura : Grafico di f (x) = cos(x).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 132/ 200
Funzioni: elementari.
Definizione (Potenza)
La funzione f : D ⊆ R→ R definita da f (x) = xα, α ∈ R e notacome funzione potenza.
Si riconosce subito che
f (1) = 1;
Im(f ) = [0,+∞) se α ∈ N e pari;
Im(f ) = R se α ∈ N e dispari;
se α ∈ N e dispari allora f e crescente;
se α = 1/n con n ∈ N, n ≥ 1 allora Im(f ) = [0,+∞) se n epari;
se α = 1/n con n ∈ N, n ≥ 1 allora Im(f ) = R se n e dispari;
se α ∈ R allora R+\0 ⊆ Im(f );
se α ∈ R+ allora R+ ⊆ Im(f );
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 133/ 200
Funzioni: monotone, esempi.
Esempio
La funzione f (x) = x−1 = 1x , f : R\0 → R, e una iperbole, e
dispari non e monotona.
Esempio
La funzione f (x) = x−2 = 1x2 , f : R\0 → R, e pari ma non e
monotona.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 134/ 200
Funzioni: monotone, esempi.
−3 −2 −1 0 1 2 3−150
−100
−50
0
50
100
150
−3 −2 −1 0 1 2 30
2000
4000
6000
8000
10000
12000
Figura : Grafico di f (x) = x−1 e f (x) = x−2 in [−3,+3].
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 135/ 200
Funzioni: monotone, esempi.
Esempio
La funzione f (x) =√
x = x1/2, f : R+ → R, e monotona crescente.
Esempio
La funzione f (x) =3√
x2 = x2/3, f : → R, e pari ma non e monotona.
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 100
0.5
1
1.5
2
2.5
3
3.5
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 100
0.5
1
1.5
2
2.5
3
3.5
4
4.5
5
Figura : Grafico di f (x) =√
x = x1/2, f (x) =3√
x2 = x2/3,rispettivamente in [0, 10] e [−10, 10].
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 136/ 200
Funzioni: monotone, esempi.
Esempio
La funzione f (x) =√
x = x1/2, f : R+ → R, e monotonacrescente.
Esempio
La funzione f (x) =3√
x2 = x2/3, f : → R, e pari ma non emonotona.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 137/ 200
Funzioni: monotone, esempi.
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 20
0.5
1
1.5
2
2.5
3
3.5
4
Figura : Grafico di f (x) = x2 in rosso, f (x) = x in nero, f (x) = x1/2 inverde in [0, 2].
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 138/ 200
Funzioni: esponenziali.
Definizione (Esponenziale)
Sia α ∈ R+\0. La funzione f (x) = αx , f : R→ R si chiamafunzione esponenziale in base α.
Si osservi che il dominio e R;Im(f ) = (0,+∞);f (0) = 1 per ogni α
−3 −2 −1 0 1 2 30
1
2
3
4
5
6
7
8
Figura : Grafico di f (x) = 2x in rosso, f (x) = 1x in nero, f (x) = 1/2x inverde in [−3, 3].
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 139/ 200
Funzioni: logaritmi.
Sia D := R+\0 e a ∈ R+\0, 1. Sia f (x) = loga x . Allora
Il dominio di f e D = R+\0;
Im(f ) = R;
f (1) = 0 per ogni scelta di a;
Si ha che y = loga(x)⇔ ay = x ;
Se a = 1 allora il logaritmo non e definito.
Sia e := 2.718281828459046 . . . il numero di Nepero. Allora
loge x = ln(x) = log(x)
e noto come logaritmo naturale;
a = e ln (a);
ax = e ln (ax ) = ex ln (a).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 140/ 200
Funzioni: logaritmi.
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10−40
−35
−30
−25
−20
−15
−10
−5
0
5
Figura : Grafico di f (x) = loge(x) in (0, 10].
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 141/ 200
Funzioni trigonometriche.
Si supponga
Ω sia il disco di raggio 1 centrato nell’origine (disco unitario);
siano A = (1, 0), B = (0, 1);
sia P un punto sulla circonferenza, e si supponga che l’angoloAOP misuri x radianti (orientato antiorario!);
sia Q la proiezione di P sull’asse delle ascisse;
sia T il punto sulla retta r contenente O e P la cui proiezionesull’asse dell’ascisse sia A.
Allora
l’ascissa di Q si denota cos (x) (coseno di x);
l’ordinata di P si denota sen(x) (seno di x);
l’ordinata di T si denota tg(x) (tangente di x);
Si noti che talvolta si usa sin(x) e tan(x) invece di sen(x) e tg(x) .Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 142/ 200
Funzioni trigonometriche.
Figura : Funzioni trigonometriche sul cerchio unitario.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 143/ 200
Funzioni trigonometriche.
Poiche i triangoli OPQ e OAT sono simili, sia ha che
tg(x) =sen(x)
cos(x),
Si definisce poi cotangente la funzione
ctg(x) =cos(x)
sen(x).
Inoltre e facile osservare che
cos (0) = 1, sin (0) = 0;
cos (2π) = 1, sin (2π) = 0;
dal teorema di Pitagora, essendo il disco unitario,
sin2 (x) + cos2 (x) = 1, ∀x ∈ [0, 2π). (7)
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 144/ 200
Funzioni trigonometriche.
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8−1.5
−1
−0.5
0
0.5
1
1.5
Figura : La funzione sin (x).
La funzione sin (x)
e periodica con periodo 2π;
e dispari:sin (−x) = − sin (x)
ha dominio R ma immagine Im(sen(x))=[-1,1], (quindi| sin (x)| ≤ 1).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 145/ 200
Funzioni trigonometriche.
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8−1.5
−1
−0.5
0
0.5
1
1.5
Figura : La funzione cos(x).
La funzione cos(x)
e periodica con periodo 2π;
e pari: cos (−x) = cos (x);
ha dominio R ma immagine Im(cos (x)) = [−1, 1] (quindi| cos (x)| ≤ 1);
vale sin(x) = cos(x − π2 )
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 146/ 200
Funzioni trigonometriche.
Figura : La funzione tan(x).
La funzione tan(x)
e periodica con periodo π;
e dispari: tan(−x) = − tan(x) ;
non e definita nei punti xk = kπ con k ∈ Z;
ha dominio R\x : x = π2
+ kπ, k ∈ Z e immagine Im(tan (x)) = R.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 147/ 200
Funzioni trigonometriche: proprieta.
radianti 0 π6
π4
π3
π2
π 3π2
2π
sin(x) 0 12
√2
2
√3
21 0 −1 0
cos(x) 1√
32
√2
212
0 −1 0 1
tan(x) 0√
33
1√
3 − 0 − 0
ctg(x) −√
3 1√
33
0 − 0 −
Alcune proprieta importanti:
sin(−a) = sin(a);
sin(π/2− a) = cos(a);
sin(a + b) = sin(a) cos(b) + cos(a) sin(b);
cos(−a) = cos(a);
cos(π/2− a) = sin(a);
cos(a + b) = cos(a) cos(b)− sin(a) sin(b).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 148/ 200
Funzioni trigonometriche: esercizio.
Esercizio
Qual’e il periodo di f (x) = sin (3x)?
Da f (x + T ) = f (x) abbiamo per y = 3x
f (x + T ) = sin(3(x + T )) = sin(3x + 3T ) = sin(y + 3T ) (8)
f (x) = sin (3x) = sin (y). (9)
Il piu piccolo T per cui sin(y + T ) = sin(y) e T = 2π, per cui il piu piccolo Tper cui
f (x + T ) = sin(y + 3T ) = sin (y) = f (x)
e 3T = T = 2π da cuiT = 2π/3.
Con una dimostrazione simile si mostra che per ω > 0,
f (x) = sin (ωx)
e periodica con periodo T = 2π/ω.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 149/ 200
Funzioni iperboliche.
Definizione (Seno iperbolico)
Si definisce seno iperbolico la quantita
Sh(x) = sinh (x) :=ex − e−x
2.
Definizione (Coseno iperbolico)
Si definisce coseno iperbolico la quantita
Ch(x) = cosh (x) :=ex + e−x
2.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 150/ 200
Funzioni iperboliche.
Definizione (Tangente iperbolica)
Si definisce tangente iperbolica la quantita
Th(x) = tanh (x) :=sinh(x)
cosh(x)=
ex − e−x
ex + e−x.
Definizione (Tangente iperbolica)
Si definisce cotangente iperbolica la quantita
Cth(x) = coth (x) :=cosh(x)
sinh(x)=
ex + e−x
ex − e−x.
A volte sinh (x) si denota senh(x);
A volte tanh (x) si denota tgh(x);
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 151/ 200
Funzioni iperboliche: sinh.
−4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4−30
−20
−10
0
10
20
30
Figura : La funzione sinh(x) in [−4, 4].
La funzione sinh(x)
e dispari: sinh(−x) = − sinh(x) (verificarlo) ;
ha dominio R e immagine Im(sinh (x)) = R;
e strettamente crescente.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 152/ 200
Funzioni iperboliche: cosh.
−4 −3 −2 −1 0 1 2 3 40
5
10
15
20
25
30
Figura : La funzione cosh(x) in [−4, 4].
La funzione cosh(x)
e pari: cosh(−x) = cosh(x) (verificarlo) ;
ha dominio R e immagine Im(cosh (x)) = [1,+∞) (cioe cosh(x) ≥ 1);
e strettamente decrescente per x ≤ 0 e strettamente crescente per x ≥ 0;
similmente alla (7) vale cosh2(x)− sinh2(x) = 1.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 153/ 200
Funzioni iperboliche: tanh.
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10−1
−0.8
−0.6
−0.4
−0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
Figura : La funzione tanh(x) in [−10, 10].
La funzione tanh(x)
e dispari: tanh(−x) = − tanh(x) (verificarlo) ;
ha dominio R e immagine Im(tanh (x)) = (−1, 1) (cioe tanh(x) elimitata);
e strettamente crescente.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 154/ 200
Funzioni iperboliche: coth.
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10−150
−100
−50
0
50
100
150
Figura : La funzione coth(x) in [−10, 10].
La funzione coth(x)
e dispari: coth(−x) = − coth(x) (verificarlo) ;
ha dominio R\0 e immagine Im(coth (x)) = R\0 (cioe coth(x) eillimitata);
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 155/ 200
Operazioni sui grafici.
Domanda: Si conosce il grafico di f (x). Qual e il grafico diy = f (x) + a?
Risposta: Si trasla verticalmente di a il grafico di f (x).
−1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5−2.5
−2
−1.5
−1
−0.5
0
0.5
1
1.5
2
2.5
Figura : Grafico di y = x + 1 (rosso), y = x (nero) e y = x − 1 (verde).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 156/ 200
Operazioni sui grafici.
Domanda: Si conosce il grafico di f (x). Qual e il grafico diy = f (x + a)?
Risposta: Si trasla orizzontalmente di −a il grafico di f (x).
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8−1
−0.8
−0.6
−0.4
−0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
Figura : Grafico di y = sin (x + 1) (rosso), y = sin (x) (nero) ey = sin (x − 1) (verde).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 157/ 200
Operazioni sui grafici.
Domanda: Si conosce il grafico di f (x). Qual e il grafico di y = −f (x)?
Risposta: Si simmetrizza il grafico di f (x) rispetto l’asse x.
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8−1
−0.8
−0.6
−0.4
−0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
Figura : Grafico di y = sin (x) (nero), y = − sin (x) (rosso).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 158/ 200
Operazioni sui grafici.
Domanda: Si conosce il grafico di f (x). Qual e il grafico di y = k · f (x)?
Risposta: Si stira o si contrae di un fattore k il grafico di f (x) (rispetto l’assey).
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8−2
−1.5
−1
−0.5
0
0.5
1
1.5
2
Figura : Grafico di y = sin (x) (nero), y = 2 sin (x) (rosso) ey = 0.5 · sin (x) (verde).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 159/ 200
Operazioni sui grafici.
Domanda: Si conosce il grafico di f (x). Qual e il grafico di y = f (kx)?
Risposta: Si stira o si contrae di un fattore 1/k il grafico di f (x) (rispettol’asse x).
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8−1
−0.8
−0.6
−0.4
−0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
Figura : Grafico di y = sin (x) (nero), y = sin (2x) (rosso) ey = sin (0.5x) (verde).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 160/ 200
Operazioni sui grafici.
Domanda: Si conosce il grafico di f (x). Qual e il grafico di y = |f (x)|?
Risposta: Se f (x) ≥ 0 non si fa niente, altrimenti lo si riflette sull’asse x.
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8−1
−0.5
0
0.5
1
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8−1
−0.5
0
0.5
1
Figura : Grafico di y = sin (x) (nero), y = | sin (x)| (rosso).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 161/ 200
Operazioni sui grafici.
Domanda: Si conosce il grafico di f (x). Qual e il grafico di y = f (|x |)?
Risposta: Si riflette il grafico della parte in cui x ≥ 0 rispetto l’asse y.
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8−1
−0.5
0
0.5
1
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8−1
−0.5
0
0.5
1
Figura : Grafico di y = sin (x) (nero), y = sin (|x |) (rosso).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 162/ 200
Operazioni sui grafici.
Nota. (Sugli zeri (facoltativa))
Si supponga di conoscere che f (x∗) = 0. Allora
posto g(x) := f (x + a), y∗ = x∗ − a, si ha facilmente che g(y∗) = 0 eviceversa se g(y) = 0 si ha che f (y − a) = 0;
posto g(x) := −f (x), si ha che g(x∗) = 0 e viceversa se g(y) = 0 si hache f (y) = 0;
posto g(x) := k · f (x) (con k ∈ R), si ha che g(x∗) = 0 e viceversa seg(y) = 0 si ha che f (y) = 0;
posto g(x) := f (k · x) (con k ∈ R\0), si ha che g(x∗/k) = 0 eviceversa se g(y) = 0 si ha che f (y k) = 0 con y k = k · y;
posto g(x) := |f (x)| si ha che g(x∗) = 0 e viceversa se g(y) = 0 si hache f (y) = 0;
posto g(x) := f (|x |), se x∗ ≥ 0 e y∗ = x∗ si ha che g(y∗) = 0 eviceversa se g(y) = 0 con y > 0 si ha che f (y) = 0.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 163/ 200
Funzioni composte.
Definizione (Funzione composta)
Sia f : E → R, g : F → R tale che Im(f ) ⊆ F . La funzione h = g f tale che
h(x) = (g f )(x) = g(f (x))
si chiama funzione composta.
Figura : Esempio di funzione composta. In giallo, l’insieme Im(f ) ⊆ F .
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 164/ 200
Funzioni composte.
Nota.
Si noti che:
E’ fondamentale che Im(f ) ⊆ F ;
In generale f g 6= g f ;
Si possono comporre piu funzioni
((f g) τ) (x) = f (g(τ(x))) = f (g τ)
(verificarlo!).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 165/ 200
Funzioni composte: generalizzazione.
La definizione, piu generale consiste in
Definizione (Funzione composta (def. generale))
Siano X ,Y ,V ,W insiemi. Siano f : X → Y , g : V →W tali cheIm(f ) := f (X ) ⊆ V . Allora si puo definire la funzione h = g ftale che
h(x) = (g f )(x) = g(f (x)).
Tale h si chiama funzione composta.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 166/ 200
Funzioni composte: esempio 1.
Esempio
Sianof (x) = x2 + 1, g(x) =
√x
Si vede che
(g f )(x) = g(f (x)) =√
x2 + 1
Si osservi che da Im(f ) = [1,+∞), Dom(g) = [0,+∞), lacomposta e ben definita e da Dom(f ) = R, (g f ) : R→ R.
Si vede che
(f g)(x) = f (g(x)) = (√
x)2 + 1 = |x |+ 1.
Osserviamo che Dom(g) = R+ = [0,+∞) e in R+ si ha che|x |+ 1 = x + 1. Inoltre essendo Im(g) = [0,+∞) eDom(f ) = R, la composta e ben definita. Quindi(f g) : R+ → R e f g 6= g f .
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 167/ 200
Funzioni composte: esempio 2.
Esempio
Sianof (x) = −x2, g(x) = 4
√x
Si vede che
(g f )(x) = g(f (x)) =4√−x2
Si osservi che da Im(f ) = (−∞, 0], Dom(g) = [0,+∞), lacomposta non e ben definita. L’unico punto in cui la funzionee ben definita e x = 0 e la composta vale 0.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 168/ 200
Funzioni composte: esempio 2.
Si vede che
(f g)(x) = f (g(x)) = −( 4√
x)2.
Osserviamo che Dom(g) = R+ = [0,+∞),Im(g) = [0,∞) = R+, Dom(f ) = R+ e quindi daIm(g) ⊆ Dom(f ) la composta e ben definita.
Da Im(f ) = (−∞, 0] = R− abbiamo f g : R+ → R−.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 169/ 200
Funzioni composte: esempio 3.
Esempio
Siano
f (x) =
1, x ≥ 03, x < 0
g(x) =
x2, x > 1−x , x ≤ 1
Calcoliamo (f g)(x) = f (g(x)).
Supponiamo x ≤ 1. Allora g(x) = −x ed e g(x) ≥ 0 perx ≤ 0 altrimenti, per x ∈ (0, 1], si ha che g(x) < 0. Se x ≤ 0abbiamo f (g(x)) = 1 mentre per x ∈ (0, 1] si ha f (g(x)) = 3.Supponiamo x > 1. Allora g(x) = x2 > 1 > 0 e quindif (g(x)) = 1.
Studiare per casa (g f )(x) = g(f (x)).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 170/ 200
Funzioni composte: monotonia.
Teorema
Siano f : D ⊂ R→ R, g : E ⊂ R→ R con Im(f ) ⊆ Dom(g) = E.
Se f crescente, g crescente allora g f e crescente.
Se f crescente, g decrescente allora g f e decrescente.
Se f decrescente, g decrescente allora g f e crescente.
Se f decrescente, g crescente allora g f e decrescente.
Dimostrazione.
Dimostriamo il primo asserto. Se x1 > x2, essendo f crescente, f (x1) > f (x2).Siano y1 = f (x1) e y2 = f (x2). Allora essendo g crescente
g f (x1). = g(f (x1)) = g(y1) > g(y2) = g(f (x2)) = g f (x2),
cioe g f e crescente.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 171/ 200
Funzioni composte: monotonia, esempio 1.
Esempio
Discutere la monotonia di F (x) = log(sinh(x3)).
Svolgimento.
Posto h(x) = log (x), g(x) = sinh(x), f (x) = x3, si vede subito che f , g , h sonofunzioni crescenti e che F (x) = (h (g f )) = h(g(f (x)). Inoltre
G := g f e crescente perche composizione di funzioni crescenti;
F = h (g f ) = h G, dove e definita, e crescente perche composizionedi funzioni crescenti.
Essendo x3 dispari, sinh dispari, G(x) = sinh (x3) e dispari essendo
G(−x) = sinh ((−x)3) = sinh (−(x3)) = − sinh (x3) = −G(x)
Essendo G(x) ≥ 0 per x ≥ 0 ne consegue, dalla disparita che G(x) ≤ 0per x ≤ 0 e che quindi log(sinh(x3)) e definita esclusivamente per x > 0.
Quindi F e una funzione crescente (per x > 0).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 172/ 200
Funzioni composte: monotonia, esempio 2.
Esempio
Discutere la monotonia di F (x) = 1log (x)
.
Svolgimento.
Posto g(x) = 1x
, f (x) = log (x), si vede subito che g e una funzionedecrescente in (−∞, 0) e (0,+∞) ed f crescente in (0,+∞), e cheF (x) = (g f ) = g(f (x)).
Quindi F e una funzione decrescente in (0, 1) e (1,+∞).
Possiamo dire che F e decrescente in R+\0, 1? Qualche problema traimmagini e domini?
Nota.
Nell’esempio bisogna aver cura dei domini. Infatti Im(f ) = R+ che noncontenuto in Dom(g) = R\0. Ma se restringiamo il dominio di f a R+\1allora Im(f ) = R\0 = Dom(g).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 173/ 200
Funzioni composte: monotonia, esempio 2.
−2 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2−100
0
100
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2−50
0
50
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2−200
0
200
0.9 0.95 1 1.05 1.1 1.15−2
0
2x 10
4
Figura : Dall’alto in basso: 1/x , log(x), 1/ log(x) e zoom di 1/ log(x).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 174/ 200
Funzioni invertibili e inverse.
Definizione (Funzione invertibile)
Una funzione f : D → f (D) e invertibile in D se e solo se per ogniy ∈ f (D) esiste uno e uno solo x ∈ D tale che f (x) = y.
Definizione (Funzione inversa)
Sia la funzione f : D → f (D) invertibile in D.
La funzione f −1 : f (D)→ D che associa ad ogni y ∈ f (D)l’elemento x ∈ D tale che f (x) = y si chiama funzione inversa di f.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 175/ 200
Funzioni invertibili e inverse.
Figura : Dall’alto in basso: una funzione non invertibile e una invertibile.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 176/ 200
Funzioni invertibili.
Definizione (Funzione identica)
La funzione Id : D → D tale che Id(x) = x si chiama funzioneidentica.
Nota.
Se la funzione f : D → f (D) e invertibile allora
f −1 f (x) = f −1(f (x)) = x , ∀x ∈ D
e quindi f −1 f = Id.
Se la funzione f : D → f (D) e invertibile allora
f f −1(y) = f (f −1(y)) = y , ∀y ∈ f (D).
Successivamente questa proprieta tornera utile in varie circostanze.Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 177/ 200
Funzioni invertibili.
Nota. (Funzioni pari e periodiche non sono invertibili)
Sia D ⊆ R un dominio simmetrico e f : D → R una funzionepari. Allora f non e invertibile.
Se e pari infatti f (x) = f (−x) ed essendo il dominiosimmetrico x ,−x ∈ D.
Sia f : R→ R una funzione periodica. Allora f non einvertibile.
Se e periodica di periodo T infatti f (x + T ) = f (x).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 178/ 200
Funzioni iniettive e suriettive.
Definizione (Funzione iniettiva)
Una funzione f : D → E e iniettiva in D se e solo se per ognix1, x2 ∈ D, x1 6= x2 si ha che f (x1) 6= f (x2)
Nota.
La definizione di funzione iniettiva e equivalente a dire che sex1, x2 ∈ D, f (x1) = f (x2) allora x1 = x2.
La definizione di funzione iniettiva e equivalente a dire che perogni y ∈ f (D) esiste un unico x ∈ D tale che f (x) = y.
Una funzione invertibile deve essere iniettiva.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 179/ 200
Funzioni iniettive e suriettive.
Definizione (Suriettiva)
Una funzione f : D → E e suriettiva se e solo se per ogni y ∈ E esiste x ∈ Dtale che f (x) = y.
Definizione (Biettiva)
Una funzione f : D → E si dice biettiva se e solo se iniettiva e suriettiva.
Nota.
Sia E = f (D). Allora f : D → E e sicuramente suriettiva perche, perdefinizione di immagine, per ogni y ∈ f (D) esiste x ∈ D tale chey = f (x). Quindi una funzione f : D → f (D) e biettiva se e solo seiniettiva.
Se E non coincide con f (D) quest’ultima affermazione non e vera.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 180/ 200
Funzioni iniettive: esempi.
Esempio
La funzione f (x) = x2 non e iniettiva in R. Infattif (−1) = f (1) = 1.
Esempio
La funzione f (x) = x3 e iniettiva in R. Infatti se f (x1) = f (x2)allora x3
1 = x32 e i cubi di due numeri sono uguali se e solo se i
numeri coincidono.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 181/ 200
Funzioni invertibili: le funzioni monotone.
Teorema
Sia f : D ⊂ R→ f (D) ⊆ R strettamente monotona. Allora f : D → f (D) einvertibile in D.
Dimostrazione.
Sia f : D ⊆ R→ R strettamente crescente e quindi
x1 < x2 ⇒ f (x1) < f (x2).
Dimostriamo che e iniettiva, cioe x1 6= x2 ⇒ f (x1) 6= f (x2). Visto che x1, x2
sono arbitrari e distinti, possiamo supporre x1 < x2. Ma allora essendocrescente f (x1) < f (x2) e di conseguenza f (x1) 6= f (x2).
La dimostrazione del caso in cui f e strettamente decrescente e analoga (percasa).
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 182/ 200
Funzioni invertibili: le funzioni monotone.
Teorema
Sia f : D ⊆ R→ f (D) ⊆ R e strettamente monotona allora f −1 : f (D)→ D estrettamente monotona.
Nota.
Se f : D ⊂ R→ R e invertibile, allora non e detto che f sia strettamentemonotona. Ad esempio si consideri
f (x) =
− 1
xse x < 0
x se x ≥ 0.
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10−100
−80
−60
−40
−20
0
20
Figura : Una funzione invertibile e non monotona.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 183/ 200
Funzioni invertibili: le funzioni monotone. Esempio 1.
Esempio
Sia a > 1. La funzione f (x) = ax e tale che f : R→ (0,+∞). E’ strettamentemonotona e invertibile perche se ax1 = ax2 allora x1 = x2. L’inversaf −1 : (0,+∞)→ R e per definizione
f −1(y) = loga(y).
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 100
200
400
600
800
1000
1200
Figura : La funzione f (x) = 2x .
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 184/ 200
Funzioni invertibili: le funzioni monotone. Esempio 2.
Esempio
La funzione f (x) = x3 e tale che f : R→ R. E’ strettamentecrescente e invertibile perche se x3
1 = x32 allora x1 = x2. L’inversa
f −1 : (0,+∞)→ R e per definizione
f −1(y) = 3√
y .
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10−1000
−800
−600
−400
−200
0
200
400
600
800
1000
Figura : La funzione f (x) = x3 in [−10, 10].
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 185/ 200
Funzioni invertibili: le funzioni monotone. Esempio 3.
Esempio
La funzione f (x) = x2 e
non e invertibile se f : R→ R (funzione pari!);
e invertibile se f : R+ → R+ ed e f −1(y) =√
y.
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 100
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Figura : La funzione f (x) = x2 in [−10, 10].
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 186/ 200
Funzioni invertibili: grafico e bisettrice.
Nota. (Grafico funzioni inverse)
Osserviamo che
(x0, y0) ∈ graf(f )⇔ f (x0) = y0.
Inoltre, visto che se y0 = f (x0) allora f −1(y0) = x0 (altrimenti f −1
non e definita), il grafico dell’inversa f −1 e caratterizzato da tuttele coppie (y0, x0) con y0 = f (x0). Cosı ,
(x0, y0) ∈ graf(f )⇔ (y0, x0) ∈ graf(f −1).
Questo comporta che i grafici delle funzioni f , f −1, sonosimmetrici rispetto alle bisettrici del primo e terzo quadrante.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 187/ 200
Funzioni invertibili: il suo grafico.
0 1 2 3 4 5 6 7 80
1
2
3
4
5
6
7
8
Figura : La funzione f (x) = ex in [0.05, 2] (nero), f −1(y) = loge(y)(rosso). In blue la bisettrice del primo e del terzo quadrante.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 188/ 200
Funzioni invertibili: il suo grafico.
−1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1−1
−0.8
−0.6
−0.4
−0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
Figura : La funzione f (x) = x3 in [−1, 1] (nero), f −1(y) = 3√
y (rosso).In blue la bisettrice del primo e del terzo quadrante.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 189/ 200
Funzioni invertibili: il suo grafico.
La funzione f : [0, 1]→ [0, 1] con f (x) = x2 e invertibile e la suainversa e f −1(y) =
√y .
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 10
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.7
0.8
0.9
1
Figura : La funzione f (x) = x2 in [0, 1] (nero), f −1(y) =√
y (rosso). Inblue la bisettrice del primo e del terzo quadrante.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 190/ 200
Funzioni trigonometriche e le loro inverse.
La funzione f (x) = sin (x), se considerata come f : R→ R non einvertibile (in quanto periodica).
Se invece la si restringe all’intervallo (di periodicita )[−π/2, π/2], cioe come f : [−π/2, π/2]→ [−1, 1], essendostrettamente crescente e Im(f ) = [−1, 1], risulta invertibile.
La sua inversa si chiama arcoseno ed e denotata con arcsin(x)(talvolta arcsen(x)).
Per definizione di inversa, si ha chef −1 : [−1, 1]→ [−π/2, π/2].
Per definizione, per x ∈ [−π/2,+π/2], arcsin (sin (x)) = x .
Per definizione, per y ∈ [−1, 1], sin (arcsin (y)) = y .
Si mostra chearcsin(−x) = − arcsin(x)
cioe che arcsin e una funzione dispari.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 191/ 200
Funzioni trigonometriche e le loro inverse.
−2 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2−2
−1.5
−1
−0.5
0
0.5
1
1.5
2
Figura : La funzione f (x) = sin (x) in [−π/2, π/2] (nero),f −1(y) = arcsin y (rosso). In blue la bisettrice del primo e del terzoquadrante.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 192/ 200
Funzioni trigonometriche e le loro inverse.
Nota.
Cosa succede se invece di prendere quale intervallo di periodicita[−π/2, π/2] considero un altro intervallo in cui sin (x) e monotona?Supponiamo si consideri f (x) = sin (x) come funzionef : [π/2, 3π/2]→ [−1, 1]. Sicuramente f e invertibile, ma il valoredell’inversa sara in [π/2, 3π/2] e non in [−π/2, π/2].
−2 −1 0 1 2 3 4 5−2
−1
0
1
2
3
4
5
Figura : La funzione f (x) = sin (x) in [π/2, 3π/2] (nero), f −1(y) (rosso).In blue la bisettrice del primo e del terzo quadrante.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 193/ 200
Funzioni trigonometriche e le loro inverse.
La funzione f (x) = cos (x), se considerata come f : R→ R non einvertibile (in quanto periodica).
Se invece la si restringe all’intervallo (di periodicita ) [0, π],cioe come f : [0, π]→ [−1, 1], essendo strettamentedecrescente e Im(f ) = [−1, 1], risulta invertibile.
La sua inversa si chiama arco coseno ed e denotata conarccos(x) (talvolta acos(x)).
Per definizione di inversa, si ha che f −1 : [−1, 1]→ [0, π].
Per definizione, per x ∈ [0, π], arccos (cos (x)) = x .
Per definizione, per y ∈ [−1, 1], cos (arccos (y)) = y .
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 194/ 200
Funzioni trigonometriche e le loro inverse.
−1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5−1.5
−1
−0.5
0
0.5
1
1.5
2
2.5
3
3.5
Figura : La funzione f (x) = cos (x) in [0, π] (nero), f −1(y) = arccos y(rosso). In blue la bisettrice del primo e del terzo quadrante.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 195/ 200
Funzioni trigonometriche e le loro inverse.
La funzione f (x) = tan (x), se considerata come f : R→ R non einvertibile (in quanto periodica).
Se invece la si restringe all’intervallo (di periodicita )[−π/2,+π/2], cie come f : [−π/2,+π/2]→ R, essendostrettamente crescente e Im(f ) = R, risulta invertibile.
La sua inversa si chiama arco tangente ed e denotata conarctan(x) (talvolta atan(x)).
Per definizione di inversa, si ha che f −1 : R→ [−π/2,+π/2].
Per definizione, per x ∈ [−π/2,+π/2], arctan (tan (x)) = x .
Per definizione, per y ∈ R, tan (arctan (y)) = y .
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 196/ 200
Funzioni trigonometriche e le loro inverse.
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10−4
−3
−2
−1
0
1
2
3
4
Figura : La funzione arctan (y) in [−10, 10]
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 197/ 200
Funzioni trigonometriche e le loro inverse: esercizio.
Esercizio
Dire per quali valori di x e definita
f (x) = arccos (x3 − 8).
La funzione e definita per
|x3 − 8| ≤ 1⇔ −1 ≤ x3 − 8 ≤ 1.
Con facili conti si ottiene che devono valere entrambe lex3 ≤ 9x3 ≥ 7
e quindi dalla monotonicita stretta di x3, per 3√
7 ≤ x ≤ 3√
9.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 198/ 200
Esercizio 1 sui domini di una funzione
Esercizio
Calcolare il dominio di f (x) = cosh(log |x2 − 1|).
Essendo R il dominio naturale di cosh, basta sia definitalog |x2 − 1| e quindi che sia |x2 − 1| > 0. Essendo |a| = 0 se e solose a = 0, basta x2 − 1 6= 0, cioe x 6= ±1.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 199/ 200
Esercizio 2 sui domini di una funzione
Esercizio
Calcolare il dominio di f (x) = arcsin(e|x+2|
x ).
La funzione arcsin e definita per argomenti y tale che |y | ≤ 1. Di conseguenzabisogna richiedere che
|e|x+2|
x | ≤ 1ed essendo l’esponenziale di un numero sempre positivo, basta
e|x+2|
x ≤ 1.Essendo il logaritmo una funzione crescente, cio e vero se e solo se
log(e|x+2|
x ) ≤ log (1) = 0
cioe |x+2|x≤ 0, in quanto log(e
|x+2|x ) = |x+2|
x.
Essendo |x + 2| ≥ 0, cio e possibile se |x + 2| = 0 cioe x = −2, oppure x < 0.
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 200/ 200