Introduzione Alle Lettere Di Paolo

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29/VI/2008 – 29/VI/2009 29/VI/2008 – 29/VI/2009 TESTO: Antonio Rodríguez TESTO: Antonio Rodríguez Carmona Carmona MONTAGGIO: Antonio García Polo MONTAGGIO: Antonio García Polo MUSICA: J. S. Bach MUSICA: J. S. Bach

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29/VI/2008 – 29/VI/200929/VI/2008 – 29/VI/2009

TESTO: Antonio Rodríguez Carmona TESTO: Antonio Rodríguez Carmona

MONTAGGIO: Antonio García PoloMONTAGGIO: Antonio García Polo

MUSICA: J. S. BachMUSICA: J. S. Bach

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Paolo non era uno scrittore professionista. Il suo è l’apostolato ed il tratto diretto con la gente. Scrive quando non può parlare direttamente con le sue comunità e ha necessità di comunicare con esse.

- Vediamo come erano le lettere antiche.

I. Le LettereI. Le Lettere

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+ Mettiamo la data: Roma 15 ottobre 2008+ Nome ed indirizzo del destinatario (si elimina se la

lettera è familiare):Sig. Mario RossiVia Italia, 6500100 ROMA

+ Saluto: Gent. Sig…..Caro Mario (se è familiare)+ Contenuto che si desidera comunicare+ Frase di commiato

A presto, un abbraccio, un bacio….+ Firma

► Come si scrive una lettera:

► La lettera la scrive il mittente e scrive in prima persona, dirigendosi al destinatario in terza persona (o in seconda,se parente o amico), perché si suppone che sarà lui che la leggerà direttamente. 

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+ Questo spiega la struttura normale delle lettere dell’antichità, che consistevano di:1) Introduzione, composta da nome del mittente, destinatario e saluto. Il mittente in terza persona del singolare perché si suppone che la lettera la leggerà un’altra persona, quindi per esempio, nelle carte latine: Cicerone a Tullia, salute, che è come se il lettore dicesse a Tullia che ascolta: Cicerone ti saluta.2) Corpo nel quale si espone ciò che si vuole comunicare. 3) Finale con saluti.

► Nell’antichità

+ Non tutti sapevano leggere e non esisteva un regolare servizio postale. Quando si scriveva era normale chiamare uno scrivano al quale si dettava il contenuto della lettera. Si inviava al destinatario approfittando di una persona o una carovana che andava al luogo di residenza. Finalmente il destinatario ascoltava il contenuto letto da qualcuno che lo sapeva fare.

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+ Introduzione: mittente Paolo, che vuole aggiungere al suo nome il suo titolo di apostolo per giustificare l’autorità con la quale scrive. Aggiunge come co-mittente il nome del suo accompagnatore, se ne ha uno. Allo stesso modo aggiunge titoli ai destinatari. Il saluto è sempre cristologico

► Le lettere di Paolo hanno questa struttura:

Azione di grazie a Dio: per la situazione dei destinatari e petizione in loro favore. Serve a Paolo per entrare nel discorso.Corpo: di solito abbastanza ampio.Saluto: speciali ad alcuni membri della comunità da parte di Paolo e dei suoi accompagnatori.Saluto cristologico: la grazia del nostro signore Gesu Cristo sia con tutti voi.

“Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla chiesa di Dio che è in Corinto e a tutti i santi dell`intera Acaia: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo”.

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Il corpus paolinus come si chiama tradizionalmente consiste di 14 lettere: 9 dirette a 7 chiese (1 e 2 tessalonicesi, 1 e 2 corinzi, galati, romani, efesini, colossesi, filippesi) 4 particolari (filemone, 1 e 2 timoteo, tito) ebrei. Alcune furono scritte durante il ministero di Paolo 1 e 2 Tes, 1 e 2 Cor, Gal e Rom Altre mentre si trovava in prigione, si chiamano lettere della prigionia: Ef, Fil, Col, Fm Tre lettere hanno il nome di “Pastorali” perché sono rivolte a pastori: 1 e 2 Tim, Tit una agli Ebrei 

► Il Corpo paolino

(collezione di scritti paolini)

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► Quando si cita un testo,

si utilizzano abbreviatura della lettera, virgola, numero del capitolo, virgola, numero del verso e versetto. Rm 4,24 significa: lettera ai romani, capitolo quattro, versetto 24 1 Cor 5,1-11 significa: prima lettera ai corinzi, capitolo cinque, versetti da 1 a 11 Non ci sono formule fisse per le abbreviazioni. Queste sono molto comuni: Rm=romani, 1 Cor= 1 Corinzi etc

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► Autenticità.Sono veramente state tutte scritte da Paolo? Perché il dubbio? Perche’ in questa epoca si attribuisce uno scritto ad una persona in 3 casi: 1 quando lo ha scritto veramente, 2 quando lo scrive un discepolo esponendo il pensiero del maestro, che questi lo sappia o no, 3 quando si vuol dare importanza. Sono i casi nella Bibbia. Per questo l’attribuzione di una lettera a Paolo puo’ avere 3 significati: Paolo la scrisse, la scrisse un discepolo, la scrisse un’altra persone e la attribui’ a Paolo per darle autorita’ apostolica Non si discute per questo né la canonicità o pertinenza della lettera agli scritti biblici, né l’ispirazione né il carattere di Parola di Dio. L’interesse per la questione si radica nel poter conoscere l’evoluzione teologica di Paolo e della chiesa primitiva.

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1) Sono autentiche, scritte dallo stesso Paolo 7 Lettere (dette protopaoline): Rm, Gal, 1e2 Cor, Fil, Fm, 1Ts (quelli che non considerano il resto autentiche le chiamano deuteropauline) 2) Negate da una minoranza di esegeti, accettata dalla maggioranza: 2 Ts e Col. 3) I critici sono divisi su Ef, una metà la difende in modi diversi, l’altra la nega 4) Negano la maggioranza degli esegeti le lettere pastorali 5) Negata da tutti: Ebrei. Fu sicuramente scritta da una persona diversa da Paolo.

► Non c’è accordo, però la maggioranza concorda che:

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 Ordine cronologico Durante il secondo viaggio: 1Ts (51-52), 2Ts? (51-52)Durante il terzo viaggio:Durante la permanenza in Efeso (54-57): Gal, Fil, Flm, 1 Cor (57);in Macedonia: 2Cor (57-58).in Corinto: Rm (58/59)

lettere della prigionia (Col, Ef): 54-57 in Efeso? 58-60 in Cesarea di Palestina? 61-62 in Roma?

Pastorali: 63-67 in Roma?

Quelli che negano l’autenticita delle deuteropaulinas: 2 Ts-Col-Ef fino al 70 e le Pastorali fino al 90

► Ordine. In che ordine cronologico furono scritte?

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 A partire dal secolo IV, ed e’ quello della chiesa romana, determinato dall’estensione di ogni lettera per dei destinari (prima si collocano quelle rivolte alle chiese e poi quelle dirette a persone particolari):  - Romani, 1Corinti, 2Corinti, Gálati, Efesini, Filippesi, Colossesi, 1Tessalonicesi, 2Tessalonicesi, 1Timoteo, 2Timoteo, Tito, Filemone. 

► L’ordine delle edizioni attuali:

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Di persona o dettando ad uno scrivano o dando istruzioni ad un segretario 

Paolo scrisse personalmente la fine della lettera ai Galati (6,11-18) e presumibilmente Filemone, le altre le dettò (Rm 16,22). 

Dio ordina che si scriva in suo nome? Cosi' alcuni vogliono difendere l’autorità paolina di Ebrei e di alcune lettere deuteropaoline.

► Come si scriveva nell’antichità:

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II. LA DOTTRINA DI PAOLOII. LA DOTTRINA DI PAOLO

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1. Giudaismo. Paolo, prima della sua conversione, era fariseo e come tale aveva una buona formazione nell’ebraismo, conoscendo e praticando le sue credenze.

Dove Paolo apprese la sua dottrina?

Credeva in un solo Dio, trascendente, creatore, salvatore, giudice del bene e del male, la resurrezione dei morti alla fine della mondo, accettava il carattere morale della religione, amore a Dio e al prossimo, Dio delle promesse che promette il messia, accettava la Torah come centro della religione e conosceva molto bene il suo contenuto. Gal 1,14 ricorda che era estremamente geloso delle tradizioni paterne.

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2. La visiione di Cristo resuscitato “Fecondò” questa serie di conoscenze e le “cristologizzò” 

Crede in un solo Dio, che è il Padre di nostro Signore Gesù Cristo; crede che Dio creò tutto per mezzo di Gesù Cristo, che Dio sarà giudice universale per mezzo di Gesù Cristo, che la Bibbia ha il suo compimento in Gesù Cristo…..

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In questa trasformazione fu molto importante la rivelazione di Damasco, dove Cristo stesso gli mostrò che il Nazareno crocifisso, quello che lui perseguitava, era stato resuscitato da Dio e che ora è il Vivente, il salvatore di tutti, la rivelazione definitiva di Dio, l’inizio della salvezza…e che ora è presente nella sua chiesa, che e’ il suo corpo, e occupa insieme a Dio il luogo che prima occupava la Torah, che perde il suo posto centrale (ugualmente la realta’ del compimento occupa il posto che prima occupava la promessa).

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“Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani …(Gal 1,15-16) “E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?". Rispose: "Chi sei, o Signore?". E la voce: "Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare". (At 9,3-6). 

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- cfr. At 9,18 che allude a una catechesi che Paolo riceve immediatamente dopo la sua conversione-vocazione - La chiesa primitiva diede in un primo momento, alcuni materiali per la catechesi e il culto: formule di fede e credo per riassumere quello in cui bisogna credere, dossologia e inni da cantare durante la liturgia. - Paolo conosce e cita tradizioni che ricevette e trasmise a sua volta 1Cor 11,23-25 (Última Cena); 15,1-2. 3-5 (morte e risurrezione). Etc.

3 La catechesi della chiesa primitiva

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“Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me". (1Cor 11,23-25)  “Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l`ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano! Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch`io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. (1Cor 15, 1-5)

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 Paolo nacque nel contesto culturale ellenista (Tarso) e lavorò specialmente tra persone di cultura greca. Naturalmente questa cultura lo influenzò, ma superficilamente. Il suo modo di pensare e agire non è ellenista ma giudeo ellenizzante. Le influenze dell’ellenismo sono molte, però non toccano il fondo del suo pensare giudeo. Per questo in principio si deve studiare Paolo nel suo contesto culturale del giudaisimo del suo tempo, tenendo in conto dei reali influssi ellenistici. 

Non è propriamente la fonte teologica bensì il contesto che obbliga Paolo a ripensare ed approfondire la tradizione ricevuta per poter risolvere i nuovi problemi. Da qui la sua evoluzione e progresso.

4. Ellenismo.

5. Vita Pastorale

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Si, però progresso omogeneo, senza contraddizioni. La rivelazione di Damasco è fondamentale, però le esperienze personali e le necessità pastorali gli fecero approfondire e scoprire aspetti nuovi che prima erano impliciti.

 C’è progresso nel pensiero di Paolo?

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2 Tappa ellenista (1e2 Cor; Fil e Fm) Quando Paolo predica nel mondo greco, la teologia precedente è insufficiente e Paolo si sforza di approfondirla per spiegare aspetti necessari a chi ascolta. 

Progresso nelle lettere di Paolo, 5 tappe.

1. Tappa primitiva o escatologica (1e2 Ts). Nelle sue prime lettere si percepisce la teologia della chiesa primitiva che aveva ricevuto, incentrata sulla parusia del Signore e Messia Gesù, Figlio di Dio.

Per esempio Paolo predica la resurrezione, però questo concetto non suona bene nel mondo greco, dove il corpo è concepito come carcere dell’anima… resuscitare è tornare in carcere? Paolo deve chiarirlo, approfondendo il concetto per il quale si intenda correttamente cosa vuol dire resuscitare.

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3. Tappa Antiogiudaizzante (Gal e Rom).

Tappa contemporanea a quella precedente. I cristiani giudaizzanti affermano che i gentili che si convertono debbano farsi prima ebrei, ricevendo la circoncisione. Paolo approfondisce per mostrare che Cristo resuscitato occupa il posto che prima teneva la Legge e che l’uomo si puo’ salvare solo se ha fede in lui.

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Le religioni misteriche offrono la “perfezione”(vita e salvezza) attraverso la conoscenza salvifica che ottiene alla persona l’iniziazione ai misteri di un dio. In alcuni mezzi giudei si fa un adattamento a questa mentalità sostituendo dio con un angelo: conoscere il mistero di un angelo concede la perfezione. Questo adattamento influisce in alcuni circoli cristiani che dicono che Cristo è un angelo. e che ci sono altri esseri superiori il cui mistero concede una perfezione maggiore. Paolo e i suoi discepoli rifiutano fermamente questa idea, servendosi del medesimo vocabolo “mistero”, “conoscere” e “perfezione” come la conoscenza del mistero di Cristo che, proclama Paolo, eleva alla autentica perfezione 

4 Controversia contro gli errori che negano l’unica mediazione di Cristo (Col, Ef)

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5 Accreditazione dei successori di Paolo, che difendono il deposito della fede (lettere pastorali) necessità di ministri fedeli capaci di trasmettere e difendere il deposito della fede.

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Grandi linee di Teologia Paolina.

“Se confesserai con la bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo”. (Rm 10,9)

Centro di unità è la Risurrezione di Cristo Signore: tutti salvati per la morte e risurrezione di GesùIl tutto parte da qui:

“Noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore” (Rm 4,2)

- Dio Padre è quello che ha risuscitato Gesù

- Lo Spirito Santo è quello che ha risuscitato Gesù

“E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. (Rm 8,11)

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La chiesa è frutto della risurrezione

“Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose. E` lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo”(Ef 4,10-12)

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Il battesimo è incorporazione alla morte di Gesù Cristo per partecipare anche alla sua resurrezione

“O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. (Rm 6,3-5)

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La morale cristiana è vivere la morte di Gesù per partecipare alla sua resurrezione 

“Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. (Rm 8,9-11)

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“Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che la potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita. Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. (2Cor 4,7-14).

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- Nella risurrezione si rivela il potere di Dio (Rm 1,16).Si ricordi l’esperienza di Paolo in Damasco. Dopo questa esperienza solo desiderava sperimentarla pienamente di nuovo, quantunque implichi sofferenze:“E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti”. (Fil 3,10-11) 

Giunto al tema centrale della risurrezione insieme ne appaiono altri, strettamente correlati ad esso come il potere di dio, la gratuità, la gloria di Dio, la Sapienza di Dio.

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- Questo potere ci è dato gratuitamente. La grazia è una nozione caratteristica di Paolo: tutto procede gratuitamente dall’amore del Padre e si accetta per la fede. Paolo lo sperimenta nella sua vocazione: “mi chiamò con la sua grazia” (Gal 1,15). “Per grazia di Dio sono quello che sono” (1Cor 15,10)

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- La Gloria del Padre Gloria o splendore nella Bibbia è un segno della presenza del potere salvifico di Dio. Dio si glorifica salvando però presuppone che l’uomo riconosca la sua debolezza e la necessità di essere salvato. Glorificare è lasciarsi salvare e apprezzarlo. L’uomo non si può glorificare da sé (Ef 2,9) né nelle opere della Legge (Rm 3,27) ma solo in Dio (Rm 3,28); Ef 1,6.12.14)

“Dove sta dunque il vanto? Esso è stato escluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede. Noi riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della legge”. (Rm3, 27-28)

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“O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha potuto conoscere il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì che abbia a riceverne il contraccambio? (Rm 11,33-35)

- La Sapienza divina multiforme (Ef 3,10) che si rivela nella storia (Rm 8,28) e nella redenzione degli uomini per la morte e risurrezione di Gesù (1Cor 1, 18-25), sapienza indiscutibile (Rm 9,20) che fa esclamare:

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