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Introduzione dovute all’ingresso nel mondo del lavoro agricolo di tanti lavoratori stranieri (secondo una stima dell’INAIL circa 300.000). Così anche i dati sulle malattie professionali ufficialmente riconosciute non debbono trarre in inganno, perché se è vero che stanno diminuendo quelle inserite nelle tabelle delle malattie professionali (principalmente ipoacusia da rumore e malattie respiratorie), esistono ormai altre patologie riconosciute in ambito scientifico correlate al lavoro agricolo quali le dermatiti, le malattie muscolo-scheletriche (da esposizione a vibrazioni, alla movimentazione dei carichi e a fattori macroclimatici), le neoplasie (melanomi e linfomi) che non vengono rilevate come malattie professionali: patologie in cui il lavoro ha potuto svolgere un’azione di concausa anche se non esclusiva nel suo determinismo. Nel contempo sono andate modi- ficandosi le regole che riguardano la organizzazione della sicurezza in azienda, con il recepimento delle direttive comunitarie tradotte in Italia nel decreto legislativo n. 626/94 e successive modificazioni. Modifiche che si sono succedute in grande quantità, nel corso di questi anni dalla sua entrata in vigore. Regole che interessano in pieno il mondo del lavoro agricolo, in quanto si applicano a tutte le imprese che impiegano un lavoratore subordi- nato o ad esso equiparato, indi- pendentemente dalle dimensioni dell’azienda. Le aziende agricole a gestione familiare, pur basandosi su un rapporto di collaborazione con congiunti e affini conviventi, caratterizzato da un vincolo di subordinazione presente senza dubbio in forma più attenuata ed elastica, sono assoggettate all’intera disciplina antinfortunistica e di prevenzione, pur con le facilitazioni comunque previste per le aziende di piccole dimensioni.

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Introduzione

dovute all’ingresso nel mondo del lavoro agricolo di tanti lavoratori stranieri(secondo una stima dell’INAIL circa 300.000).Così anche i dati sulle malattie professionali ufficialmente riconosciute nondebbono trarre in inganno, perché se è vero che stanno diminuendo quelleinserite nelle tabelle delle malattie professionali (principalmente ipoacusia darumore e malattie respiratorie), esistono ormai altre patologie riconosciute inambito scientifico correlate al lavoro agricolo quali le dermatiti, le malattiemuscolo-scheletriche (da esposizione a vibrazioni, alla movimentazione deicarichi e a fattori macroclimatici), le neoplasie (melanomi e linfomi) che nonvengono rilevate come malattie professionali: patologie in cui il lavoro ha potutosvolgere un’azione di concausa anche se non esclusiva nel suo determinismo.Nel contempo sono andate modi-ficandosi le regole che riguardanola organizzazione della sicurezza in azienda, con il recepimento delledirettive comunitarie tradotte in Italianel decreto legislativo n. 626/94 esuccessive modificazioni. Modificheche si sono succedute in grandequantità, nel corso di questi annidalla sua entrata in vigore. Regoleche interessano in pieno il mondodel lavoro agricolo, in quanto siapplicano a tutte le imprese cheimpiegano un lavoratore subordi-nato o ad esso equiparato, indi-pendentemente dalle dimensionidell’azienda. Le aziende agricole a gestione familiare, pur basandosi su un rapportodi collaborazione con congiunti e affini conviventi, caratterizzato da un vincolodi subordinazione presente senza dubbio in forma più attenuata ed elastica,sono assoggettate all’intera disciplina antinfortunistica e di prevenzione, pur conle facilitazioni comunque previste per le aziende di piccole dimensioni.

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Numerose sono le peculiarità che distinguono l'agricoltura, ed in particolarel’olivicoltura, dai settori produttivi dell'industria e dei servizi, determinando condizionispecifiche di esposizione ai rischi.

SALUTE IN AGRICOLTURA

Salutein Agricoltura

Queste caratteristiche determinano i tratti salienti dell'esposizione: ad esempio,per quanto riguarda il rischio chimico da uso di fitofarmaci, la concentrazione inbrevi periodi intervallati da pause anche lunghe e la prevalenza dell'assorbimentocutaneo su quello inalatorio.

I due grandi cambiamenti che hanno mutato il volto dell'olivicoltura sonorappresentati dallo sviluppo vorticoso dell’uso dei prodotti chimici (fungicidi,insetticidi, diserbanti, concimi, disinfettanti) e dalla meccanizzazione di molteoperazioni prima effettuate manualmente. Se tali mutamenti hanno portato unaforte riduzione della fatica fisica e dell'impiego di manodopera, hannonel contempo provocato uno sconvolgimento nella gerarchia dei rischi.

Nel settore agricolo i rischi principali sono oggi, accanto a quello infortunisticoda meccanizzazione, quello da uso di fitofarmaci, con tutta la problematica diattualità legata alle possibili patologie cancerogene e degenerative e quello darumore legato all'uso delle macchine.

1) dispersione territoriale delle aziende e ridottonumero di addetti per azienda;

2) frequente sovrapposizione tra ambiente di vitae ambiente di lavoro;

3) dipendenza delle attività produttive dallecaratteristiche geografiche e meteorologiche;

4) scarsa rigidità delle mansioni e variabilità delleesposizioni a rischio in funzione dei cicli stagionali;

5) intreccio di attività (colturali, di trasformazione semi-industriale) econseguente difficoltà ad individuare i gruppi omogenei di esposti a rischioe i comparti produttivi.

Le più importanti sono:

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1° Gruppo

2° Gruppo

3° Gruppo

4° Gruppo

Fattori stancanti diversi dall'attività muscolare, come per esempio l'effettuazionedei turni, responsabilità, ritmi, orari di lavoro (in tempo di lavoro e in ore di inizioe di fine lavoro), assenza di pause e di giorni di ferie (organizzazione del lavoroin generale).

FATTORI DI RISCHIO PRESENTI NEGLI AMBIENTIDI LAVORO E/O DERIVANTI DALLE LAVORAZIONI

Fattori presenti negli ambienti di vita e di lavoro, che possono diventare nociviquando vi siano eccessi o carenze: temperatura, umidità, rumore, esposizione airaggi solari, precipitazioni atmosferiche. Negli ambienti confinati sono da considerareanche cubatura, dimensioni e numero di aperture, ventilazione.

Fattori che hanno origine in generale nelle lavorazioni agricole: polveri,liquidi e gas.Polveri: minerali (silice, argilla, calcio, ecc.) e di origine artificiale (fertilizzanti eantiparassitari).Liquidi: pesticidi, fertilizzanti.Gas: possono essere prodotti da antiparassitari (fumiganti), derivare dal letame,ecc.Rientrano in questo gruppo, come fattori biologici, gli agenti eziologici dellezoonosi, ad esempio:- tra le malattie batteriche: carbonchio, brucellosi, leptospirosi, tubercolosi;- tra le parassitosi: echinicoccosi e la toxoplasmosi;- tra le micosi o malattie da funghi: istoplasmosi, coccidiomicosi e sporotricosi.Il Decreto n. 626 del 1994 considera il rischio biologico in campo agricolo.

Rappresentato dall'attività muscolare che può comportare sforzi fisici dovuti, adesempio, a sollevamenti o spostamenti di pesi e al mantenimento prolungato e/oalla ripetizione di particolari posizioni di lavoro (carico di lavoro eccessivo). Ilfattore di rischio legato alla movimentazione manuale dei carichi deve essereconsiderato nella valutazione dei rischi ai sensi del D. Lgs n.626/94.

Salutein Agricoltura

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Il nuovo modello della organizzazione della sicurezza in azienda si basa sullapartecipazione attiva di vecchi e nuovi soggetti così come individuati dal decretolegislativo 626/94. La scelta partecipata deriva dalla indicazione, contenuta nelledirettive comunitarie come nel decreto, di definire obiettivo comune per i lavoratoricome per il datore di lavoro, la prevenzione. Obiettivo dell’impresa che vuole operareper la qualità, obiettivo dei lavoratori per evidenti motivi di tutela e promozione dellavoro. Obiettivo d’impresa, perché gli infortuni comunque incidono sui costiaziendali, per cui intervenire per la prevenzione rappresenta un investimento allastessa stregua dell’acquisto di una nuova macchina agricola. Si parte dallaconstatazione che una prevenzione fatta solo di comandi e controlli non ha funzionatoin passato, per cui si chiede un coinvolgimento dei lavoratori nella difesa della salute.Si chiede anche ai datori di lavoro, su cui grava la responsabilità della sicurezza inazienda (sotto il profilo anche penale), di adottare le misure concrete di prevenzionee di considerare questi costi come parte integrante e non accessoria del costo d’impresa.La prevenzione entra a pieno titolo nei modelli di organizzazione delle imprese chedeve essere organizzata al pari di ogni altro momento della vita aziendale.La valutazione dei rischi è lo strumento per raggiungere questi obiettivi.In questa prima parte verranno affrontati gli aspetti generali della organizzazione dellasicurezza in azienda. Verranno esaminati i ruoli, gli obblighi e le responsabilità dellediverse figure aziendali. Si tratta di figure e/o strutture che operano per la sicurezzacon specifiche capacità e competenze e che ricordiamo subito possono in alcuni casiessere svolte anche dal datore di lavoro stesso.

IL SISTEMA DELLA PREVENZIONE

Il Sistemadella Prevenzione

SIST

EMA

PUBB

LI

CO DI CONTROLLOE

PREV

ENZIO

NE

Dipartimentodi Prevenzione

Servizi di Sicurezzadegli Ambienti di Lavoro

SPESAL

SISTEMA AZIENDALEDELLA SICUREZZA

Datore di Lavoro

Responsabiledel Serviziodi Prevenzionee Protezione

Medico competente

Rappresentantedei Lavoratoriper la Sicurezza

Lavoratori

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La normativa definisce datore di lavoro il titolare dell’impresa e del rapporto di lavoro.Aggiunge, per rafforzare il ruolo, che datore di lavoro è colui che ha il potere diprendere decisioni e di spendere. Mancando uno solo di questi attributi viene menola effettiva titolarità del ruolo di datore di lavoro.

Il Sistemadella Prevenzione

Il datore di lavoro

Cosa deve fare per la sicurezza dell’azienda:Nomina il responsabile del Servizio di prevenzione e protezione eil medico competente;Valuta i rischi presenti in azienda mettendo in atto le misure diprevenzione conseguenti;Adotta il piano per l’informazione e la formazione dei dipendentiin merito ai rischi specifici e generali dell’impresa e per l’addestramentoall’uso delle macchine e attrezzature.

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Con le nuove normative i doveri e i diritti dei lavoratori non si sono modificatisostanzialmente. Tuttavia, essendo ampliata l’area dell’informazione e della formazione,si richiede ai lavoratori una partecipazione diversa e più consapevole su quantoattiene alla igiene e sicurezza sul lavoro.Ricordiamo che questo è uno dei punti cardine delle direttive comunitarie e del nuovosistema che si è delineato anche in Italia.

All’informazione generale e specifica;

alla formazione adeguata e sufficiente, mirata e periodica;

alla consultazione e alla partecipazione;

all’interruzione unilaterale dell’attività lavorativa in caso di pericolo grave,immediato (art. 14, c. 1);

all’adozione libera di misure di emergenza in caso di pericolo grave,immediato (art. 14, c. 2);

a richiedere al medico competente di essere sottoposto a visita medica,correlata ai rischi.

Il lavoratore

Il Sistemadella Prevenzione

DIRITTI SPECULARIAGLI OBBLIGHI

DEL DATOREDI LAVORO

D. Lgs n. 626/94

I lavoratori hanno diritto:

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Ruolo attivoe partecipe

DOVERI DEI LAVORATORI

... deve prendersi cura della propria sicurezza e della propria salutee di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro …

osservano le disposizioni e le istruzioni impartite;

utilizzano correttamente i macchinari, le apparecchiature;

utilizzano in modo appropriato i DPI;

segnalano immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o alpreposto le deficienze di mezzi, dispositivi e di eventuali condizionidi pericolo;

non rimuovono o modificano senza autorizzazione i dispositivi disicurezza o di segnalazione o di controllo;

non compiono di propria iniziativa operazioni o manovre che nonsono di loro competenza;

si sottopongono ai controlli sanitari previsti nei loro confronti;

contribuiscono all'adempimento di tutti gli obblighi impostidall'autorità competente o comunque necessari per tutelare lasicurezza.

a)

b)

c)

d)

e)

f)

g)

h)

In particolare i lavoratori:

Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è parte integrantedel sistema aziendale della sicurezza. Viene eletto dai lavoratorie svolge il compito di raccogliere le osservazioni degli stessi inmateria di igiene e sicurezza.Riceve informazioni sui rischi e sulle misure adottate per la sicurezza.Deve essere consultato nella fase della valutazione dei rischi edeve frequentare un corso di formazione specifico.

Il Sistemadella Prevenzione

Il rappresentantedei lavoratoriper la sicurezza