Intervista su Avvenire: "La legge sugli educatori mette ordine tra due ruoli negli stessi ambiti"
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Il provvedimentoCi vorrà la laurea perdiventare educatore. Duei profili: educatore socio-sanitario, per operare neicontesti medici; e socio-pedagogico conspecificità più educative.Ma a chi già opera verràriconosciuta l’esperienzaacquisita sul campo
Sulla salute delle donne c’è «un profondo divario da col-mare». Il richiamo del presidente della Repubblica, Ser-gio Mattarella, giunge in occasione della prima Giornatanazionale sulla salute della donna, (promossa dal Ministerodella Salute su richiesta del comitato Atena Donna, co-stola della fondazione presieduta dal neurochirurgo Giu-lio Maira), che ieri ha focalizzato l’attenzione sulla stradaancora da fare. Il primo passo è però che le donne stes-se siano «più consapevoli della necessità di curarsi e fa-
re prevenzione», ha affermato il ministro Beatrice Loren-zin, che ha presentato un Manifesto con dieci priorità, u-na sorta di “canovaccio” per le iniziative dei prossimi 5 an-ni. Alla Giornata ha anche aderito Scienza & Vita, che inun messaggio della sua presidente Paola Ricci Sindoni ri-corda che «oggi appare impellente la necessità di ricon-durre a unità la frantumazione del femminile cui stiamo as-sistendo». Per questo l’associazione vuole «farsi inter-prete di un nuovo femminismo che rimetta al centro la pie-nezza e la bellezza dell’essere donna» riportando in evi-denza «le differenze sessuali» e ribadendo con forza che«le donne, nel perseguimento della propria piena realiz-zazione, non debbano rinunciare a essere anche madri».
L’iniziativa. Salute della donnaun “Manifesto” per promuoverla
Legge sugli educatori in arrivoIl sì della Camera a maggioLa relatrice Santerini: la norma non sarà retroattivaALESSIA GUERRIERIROMA
i affida loro il bene piùprezioso, perché si oc-cupino della loro for-
mazione. Lavorano a contat-to ogni giorno con la fragilitàumana: minori, anziani, car-cerati, immigrati. Hanno il dif-ficile compito di ampliare leloro conoscenze, la scopertadel mondo e della relazionecon gli altri, insomma la vita intutta la sua pienezza. A loro, e-ducatori socio-sanitari e pe-dagogisti, è dedicata la leggeappena licenziata dalla com-missione Cultura che fissacompetenze e ruoli.L’obiettivo di fondo è che nonci si improvvisi più né l’uno né
Sl’altro. Troppe volte, infatti, lacronaca racconta di maltrat-tamenti in asili nido e case dicura da parte di persone chepicchiano quando invece do-vrebbero proteggere. Un’esi-gua minoranza, certo, che tut-tavia mette in ombra il buonlavoro di tanti. Ecco perché diuna norma per fare ordine sisentiva la necessità. Soprat-tutto di una legge che tentas-se di mettere paletti nel per-corso universitario di chi la-vorerà in questi settori, speci-ficandone ruoli e compiti.Frutto di due proposte, la n.2656 con prima firmatariaVanna Iori (Pd) e la n. 3247 diPaola Binetti (Ap), il testo perla prima volta tenta di regola-mentare la figura dell’educa-
tore, facendola uscire dall’e-quivoco di un doppio percor-so di laurea – oggi in Italia siala facoltà di Medicina cheScienze della formazione sfor-nano educatori professionali –e dall’indistinto sbocco pro-fessionale.Dopo i quattro quinti dei vo-ti in commissione Cultura aMontecitorio due settimanefa, il testo unificato ha avutoora i pareri di tutte le altrecommissioni tranne di quel-la Bilancio, che «dovrebbe ar-rivare tra mercoledì e giovedì– spiega la relatrice MilenaSanterini (Demos-Cd)–. Au-spichiamo poi di riunirci incommissione per la primasettimana di maggio». Se an-che in quella sede, nel recepi-
mento dei pareri, sarà con-fermato il consenso di quat-tro quinti si potrà saltare l’e-same dell’Aula e andare di-rettamente al Senato. Ma i ti-mori di una mini-rivoluzione– c’è chi da anni fa l’educato-re anche senza titolo – hannofatto venire qualche mal dipancia, dentro e fuori il Par-lamento. Sia chiaro, tenta ditranquillizzare la deputata, «lanorma non è retroattiva, dun-que non cambia nulla per chiè già impiegato». Se non ba-stasse, si sta pensando a unemendamento "chiarificato-re". Le altre commissioni «ciinvitano a definirlo meglio ea ribadire che la norma nonpuò essere motivo di risolu-zione dei contratti».
Tra le prime novità inserite c’èl’obbligo della laurea per di-ventare educatore. Il quadrodi riferimento è il livello di co-noscenze stabilite dal Qeq,quadro europeo delle qualifi-cazioni professionali. Da que-sto punto di partenza si deli-neeranno due profili: quellodell’educatore socio-sanitario,con il compito di operare neicontesti in cui è richiesta an-che una preparazione medi-ca, e l’altro socio-pedagogico,con specificità più educative.Dieci gli ambiti previsti dallalegge (tra cui scolastico, socio-sanitario e della salute, dellagenitorialità e della famiglia,culturale, giudiziario; am-bientale, sportivo), 14 i servi-zi in cui potranno operare. E a
chi lavora senza titolo univer-sitario, la legge riconosce l’e-sperienza sul campo, ma pre-vede percorsi privilegiati perchi vorrà uniformarsi nellecompetenze ai laureati. Cosìper chi ha 3 anni nei servizi eha superato un concorso pub-blico per educatore, basta «uncorso intensivo di un anno,anche a distanza», spiega an-cora Santerini, «un percorsoaccettabile», e l’esonero perchi ha 25 anni di servizio o ol-tre 50 anni di età. Obiettivo difondo sarà «l’unificazione deititolo» tra due ambiti oggi di-stinti, perciò «viene agevolatal’acquisizione dei crediti nel-le università per prendere l’al-tro titolo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’intervista/1
Binetti (Ap): va difesala specificità socio-sanitaria
L’intervista/2
Iori (Pd): il testo mette ordinetra due ruoli negli stessi ambiti
A giorni il parere della commissione BilancioSe l’ampio consenso del primo via libera incommissione Cultura sarà confermato, si
passerà direttamente in Senato. In arrivo ilchiarimento nel testo che la norma non è
motivo di rescissione dei contratti in essere
ROMA
er cercare di mettereordine, nella «fretta» sirischia di fare più con-
fusione, andando a sovrap-porre gli ambiti di sbocco tragli educatori socio-sanitari esocio-pedagogici. Così da«cancellare la specificità» del-le due professioni e «rompereil principio di distinzione del-le professioni». Paola Binetti,deputata di Ap, solleva alcunidubbi sul testo licenziato dal-la commissione Cultura diMontecitorio.Cosa non va nel ddl?Ampliare a dismisura gli am-biti per l’educatore socio-pe-dagogico mi lascia perplessaper più di un motivo. Come sipuò, già con la laurea trien-nale, operare in ambiti comel’immigrazione, la dispersionescolastica, le carceri, l’am-biente e i beni culturali? È im-possibile avere un curriculumtriennale che possa fornire u-na alfabetizzazione in tuttiquesti settori. Credo che la so-vrapposizione degli sbocchivada a discapito di un compi-to ben delimitato e molto de-licato che è quello dell’educa-tore socio-sanitario. Dicendoche i laureati in Scienze dellaformazione possono fare tut-to, viene scippata la loro spe-cificità. Poi ancora: se si diceche tutti gli educatori posso-no operare anche in ambitosportivo, ambientale e dei be-ni culturali, che faranno allo-ra i laureati in Scienze moto-rie e Belle Arti? Si rischia dicreare una figura ibrida, chepotendo fare tutto non sa fa-re nulla.L’obbligo della laurea non ègaranzia di competenza?Non tutti si possono improv-visare educatori, certo. Ma cisono qualità e competenze ol-
Ptre la laurea che con questalegge vengono messe ai mar-gini. Pensiamo ad esempio atutti gli asili nido delle suore, inidi condominiali e tuttequella piccole realtà in cui lapresa in carico dei bimbi è af-fidata alle qualità umane nonnecessariamente alla laurea.Queste potrebbero essere fal-ciate.La legge prevede norme tran-sitorie per adeguarsi.Le norme transitorie, però,non risolvono i problemi dichi in questi anni, per aiutarei tempi di conciliazione casa-lavoro delle donne, ha messosu piccole realtà in cui lascituo figlio basandoti sulle ga-ranzie umane. Si è fatta in-somma una norma dal sapo-re demagogico e populista,non considerando le conse-guenze.La commissione Cultura ha
votato quasi all’unanimità.Non credo si siano resi contodi tutte queste implicazioni,per questo credo vada porta-ta in Aula perché si possa ap-profondire l’argomento, dareun consenso informato e per-ché tutti si rendano conto diciò che votiamo.Una legge sugli educatori puòevitare il ripetersi di eventi dicronaca sui maltrattamenti?Non basta né una legge né lacornice formativa, l’auspicioè che si eserciti in quei conte-sti il giusto livello di controlloe di formazione continua delpersonale per cui si possa sta-re sereni. Il testo non lo pre-vede e non dice nemmenoche queste persone si debba-no specializzare nella forma-zione con degli indirizzi perdiversi ambiti.
Alessia Guerrieri© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA
essuna confusionedi ruoli. Anche se gliambiti occupazio-
nali sono in parte simili,«sono i compiti a cambia-re. La legge serve per met-tere ordine», per mettere fi-ne «alla possibilità chechiunque s’improvvisi e-ducatore». La deputata PdVanna Iori, firmataria delddl sugli educatori unifi-cato con il testo di Paola Bi-netti, rivendica l’aver«riempito un vuoto nor-mativo» e l’aver voluto «ri-qualificare il livello educa-tivo, obbligando chi lavorain quel settore alla laurea».Il testo però non piace atutti.Chi solleva obiezioni è unapiccola minoranza, abbia-mo invece ricevuto un do-
Ncumento unitario dellaquattro maggiori associa-zioni di educatori e peda-gogisti a sostegno della leg-ge. Comprendo il timore diperdere spazio, dinanzi aqualcosa di nuovo, di chi e-ra in una posizione un po’più avvantaggiata. Ma larealtà è che eravamo inpresenza di una anomaliatutta italiana che consenti-va ad una facoltà di Medi-cina di formare degli edu-catori. In più con questalegge il titolo degli educa-tori è riconosciuto anchenel resto d’Europa.Non c’è il rischio di toglie-re sbocchi occupazionaliad altre lauree?No, nei primi articoli si de-finisce la figura professio-nale dell’educatore e delpedagogista e gli ambiti incui possono operare. Sono
settori in cui peraltro ope-rano già, ma con la speci-ficità del lavoro educativo.Se uno lavora in ambito sa-nitario, quindi, lo può faresolo limitatamente alle at-tività educative e relazio-nali. Anche se perciò gliambiti di sbocco occupa-zionali sono simili, sono icompiti ad essere diversi.E chi non ha la laurea?Chi opera senza titolo e la-vora da almeno tre anni,con un anno facilitato distudi anche con corsi onli-ne può conseguire la lau-rea. Chi ha più di 50 anni o25 anni di esperienza nonha bisogno nemmeno deltitolo universitario, perchéha accumulato esperienzache è importante tantoquanto il titolo universita-rio. È vero che la laurea nonbasta, ma educatori non cisi improvvisa. Almeno peròsi parta da lì. Non dico chela legge ci porrà al riparodagli episodi di maltratta-menti che la cronaca ci rac-conta, ma non guasterà.Certo so che è la formazio-ne permanente e il con-trollo la vera garanzia, mala legge non aveva questoobiettivo.La preoccupa l’Aula?In commissione il testo haavuto praticamente l’una-nimità ad eccezione dell’o-norevole Binetti, i pareriche stanno arrivando dal-le altre commissioni sonostati votati all’unanimità.Ecco perché non mi spa-venta il voto in assemblea,visto che abbiamo avutoun così ampio consensodalle commissioni, perchétutti hanno capito che è u-na legge di buon senso.(A.Guer.)
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Dicendo chei laureati in Scienzedella formazionepossono fare tutto,viene scippatala loro peculiaritàCi sono qualitàe competenzeoltre la laurea,messe ai margini
«Chi solleva obiezioniè una piccolaminoranza, abbiamoinvece ricevutoun documentodelle quattro maggioriassociazionidi educatorie pedagogistia nostro sostegno»
Maltrattamenti. A Milano e Rimini nuovi casi di violenzeuovi, inquietanti casi di maltrat-tamenti a carico di anziani e bam-bini. Stavolta tocca a Milano e Ri-
mini fare i conti con il “lato oscuro” del-l’assistenza sanitaria ed educativa, sco-prendo degli aguzzini al posto dei pro-fessionisti che dovrebbero prendersi cu-ra dei più fragili.Pugni in faccia, strattoni, botte, umilia-zioni continue, compreso l’uso di conte-nitori di feci e urine, tirati addosso o u-sati come oggetto contundente. È solo u-na parte della lunga serie di maltratta-menti subiti dai pazienti di una struttu-ra sanitaria per persone affette da pato-logie psichiatriche a Milano. La Polizia diStato del capoluogo lombardo è interve-nuta, ha arrestato in flagranza di reato unoperatore sociosanitario e ne ha indaga-ti in stato di libertà altri tre, con l’accusadi maltrattamenti e lesioni.L’indagine ha preso il via da un esposto
N
presentato verso la fine del 2014 dai re-sponsabili della comunità, struttura con-venzionata con la Asl di Milano, che se-gnalavano episodi di maltrattamenti acarico dei pazienti, alcuni immobilizza-ti a letto, altri del tutto inoffensivi. La vi-cenda è stata ricostruita grazie alle testi-monianze dei parenti dei degenti e di unoperatore che più volte all’inizio del suoturno aveva constatato lesioni sospette.Tutti elementi che hanno portato all’in-
stallazione di una serie di telecamere al-l’interno della struttura grazie alle quali,nei primi mesi del 2015, sono state regi-strate le violenze.E le telecamere sono state decisive ancheper portare alla luce quello che accade-va in un asilo di Rimini. Bambini sgrida-ti e minacciati, strattonati più volte soloperché non erano in grado di tirarsi su dasoli i pantaloni oppure perché non riu-scivano a raggiungere in tempo un luo-go nell’aula dove l’insegnante aveva de-ciso di radunarli. Sono alcuni dei com-portamenti di una maestra 61enne di u-na scuola materna arrestata sempre ieri.La donna non era nuova a questi episo-di: era già stata sospesa dal servizio per10 giorni nel 2010 proprio per la sua ag-gressività.Le indagini dei militari, condotte attra-verso sistemi di intercettazione video-ambientali, erano iniziate su segnalazio-
ne di un’altra insegnante che aveva rac-contato di aver assistito in diverse occa-sioni a una serie di condotte violente te-nute dalla collega nei confronti dei pic-coli a lei affidati nella sua sezione. Talicomportamenti stavano ingenerando neibimbi stati di ansia e terrore. Le dichia-razioni della collega hanno trovato fin dasubito un riscontro nelle immagini ac-quisite dai carabinieri a partire dal feb-braio di quest’anno, e dalle quali è emersoil comportamento della donna con i mi-nori. I bambini venivano quotidiana-mente maltrattati e mortificati dalla don-na: una situazione “abituale” di insoste-nibile disagio fisico ma soprattutto psi-cologico, che può, a dire del perito no-minato dal pubblico ministero, causare«danni irreparabili nelle relazioni com-portamentali e sul sistema cognitivo e diapprendimento di soggetti in età evolu-tiva» quali appunto i bimbi in questione.
6 Sabato23 Aprile 2016P R I M O P I A N O A FIANCO
DEI PIÙ FRAGILI
Botte e umiliazioni sui pazientimalati in una clinica del
capoluogo lombardo: arrestatoun operatore. In manette anche
un’altra maestra d’asilo
Paola Binetti Vanna Iori