INTERVISTA A BRUNETTO BOCO SEGRETARIO...

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Periodico d’informazione e dibattito Turismo Commercio e Servizi UILTuCS UIL Anno XVIII - n. 2 febbraio-marzo 2015 - euro 1 - Autorizzazione Tribunale di Roma - n. 524 del 22-9-1997 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Roma www.uiltucs.it [email protected] INTERVISTA A BRUNETTO BOCO SEGRETARIO GENERALE UILTUCS INTERVISTA A CARMELO BARBAGALLO SEGRETARIO GENERALE UIL NOTA ECONOMICA PERCHÈ LE DONNE GUADAGNANO MENO? CONFERENZA EWPCC BONUS GARANZIA GIOVANI, ORA ANCHE PER GLI APPRENDISTI SICUREZZA INTERVISTA A BRUNETTO BOCO SEGRETARIO GENERALE UILTUCS INTERVISTA A CARMELO BARBAGALLO SEGRETARIO GENERALE UIL NOTA ECONOMICA PERCHÈ LE DONNE GUADAGNANO MENO? CONFERENZA EWPCC BONUS GARANZIA GIOVANI, ORA ANCHE PER GLI APPRENDISTI SICUREZZA

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Periodico d’informazione e dibattito Turismo Commercio e Servizi UILTuCS UIL

Anno X

VII

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INTERVISTA A BRUNETTO BOCOSEGRETARIO GENERALE UILTUCSINTERVISTA A CARMELO BARBAGALLOSEGRETARIO GENERALE UILNOTA ECONOMICAPERCHÈ LE DONNE GUADAGNANO MENO?CONFERENZA EWPCCBONUS GARANZIA GIOVANI, ORA ANCHE PER GLI APPRENDISTISICUREZZA

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2 partecipazione

sommario

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Intervista a Brunetto BocoSegretario Generale UILTuCS 3

Intervista a Carmelo BarbagalloSegretario Generale UIL 6

Nota Economica 9

Perchè le donne guadagnano meno? 12

Conferenza EWPCC 15

Bonus garanzia giovani, ora anche per gli apprendisti 18

Sicurezza 20

EDITORIALE

Notevoli le novità che si sono succe-dute in questo ultimo periodo. In par-ticolare il decreto sul Jobs Act con leconseguenti valutazioni delle parti isti-tuzionali e sociali; e le varie modifichee correzioni già in fase di esecuzione,e quest’ultime che alimentano il varie-gato contesto socio-politico redendonela lettura confusa e non facilmente in-terpretabile.

Allo scadere della validità di questonumero di “Partecipazione” la firma del-l’ipotesi di rinnovo del CCNL terziario di-stribuzione e servizi non consente l’ag-giornamento delle dichiarazioni in me-rito alla valenza del nuovo contratto edil suo rapporto con le previsioni del JobsAct. Delle stesse sarà dato ampio spa-zio nel prossimo numero nonché unainformativa su tutte le iniziative conse-guenti.

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Il Segretario Generale del-la UIL, Carmelo Barbagallo,ha detto che il 2015 deveessere l’anno dei contratti.Già da mesi, anche la vo-stra categoria è impegnatain difficili trattative per irinnovi contrattuali. Qual èlo stato dell’arte?

Sì, è vero, la UILTuCS è impe-gnata da più di un anno in va-ri confronti per il rinnovo di tut-ti i principali contratti della no-stra categoria. Sono coinvolti ilturismo, la cooperazione, il ter-ziario, gli studi professionali esono interessati circa tre milio-ni di lavoratori. Purtroppo, cisono alcuni ostacoli che si frap-pongono al conseguimento deinostri obiettivi. Le controparti sisono disunite e questa fram-mentazione sta creando molte difficoltà nel-le relazioni sindacali. Inoltre, sul piano delmerito, c’è il tentativo di destrutturare il si-stema attraverso un meccanismo che, di fat-to, genererebbe una riduzione salariale pernoi inaccettabile. Tutto ciò ha determinatouna situazione di stallo.

Il quadro, insomma, non è per nulla in-coraggiante. Intravedi qualche possibi-lità di sbloccare la situazione?

Ci sono alcuni deboli segnali che possono farsperare in un’inversione di tendenza. Innanzi-tutto, almeno un contratto siamo riusciti achiuderlo: è quello con la Federalberghi e conalcune Associazioni dei campeggiatori. Inoltre,il 20 marzo ci sarà un incontro con la Confcom-mercio e noi guardiamo a quell’appuntamen-to con una certa fiducia: se l’esito fosse posi-tivo, si aprirebbe un confronto dalle prospet-tive incoraggianti.

Quanto pesa la crisi economica sullostallo delle trattative?

Per il terziario privato, gli effetti della crisi so-no stati devastanti. I nostri settori dipendono

molto dai consumi interni. Inoltre, quando ar-riva, la ripresa si presenta sempre prima nelmanifatturiero e nel primario. Dunque, anchese registriamo un arresto nella caduta dei con-sumi, c’è ancora da attendere per poter par-lare dell’inizio della crescita. Ciò nondimeno,vogliamo guardare con ottimismo al futuro. Pe-raltro, le richieste che abbiamo avanzato so-no così prudenti e responsabili da rendere pos-sibile la conclusione dei contratti, anche in uncontesto economico ancora difficile e compli-cato.

Il confronto con la controparte è in pie-di da molto tempo e la conclusione deicontratti non può che essere fatta sul-la base delle regole esistenti. Tuttavia,la UIL ha avviato il dibattito sulla rifor-ma del sistema contrattuale. Qual è latua opinione al proposito?

Non vi è dubbio che occorra individuare nuo-ve regole contrattuali per affrontare con mag-giore efficacia alcune questioni di merito. Iopenso, innanzitutto, che si debba puntare sul-la flessibilità per cogliere appieno il valore del-la produttività. Inoltre, ritengo che vada co-struito un meccanismo che determini una sor-

partecipazione 3

INTERVISTA A

BRUNETTO BOCOSEGRETARIO GENERALE UILTuCS

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ta di complementarietà tra il primo e il secon-do livello. L’accordo confederale, dovrebbemuoversi sulla base questi criteri di caratteregenerale attribuendo, ovviamente, alle singo-le categorie la gestione della contrattazione conle loro controparti.

Quale dovrebbe essere lo spirito costi-tutivo di questo nuovo modello contrat-tuale?

Io penso che dovrebbe essere costruito sullabase di un modello di relazioni sindacali effi-caci nella gestione del conflitto. Dovrebbe in-durre le parti a evitare lo scontro e, anzi, a in-contrarsi per trovare accordi e sottoscriverecontratti. Per noi sarebbe molto importante cheil nuovo modello contrattuale fosse figlio del-la politica della UIL e che tenesse nel giustoconto i temi della partecipazione.

Un’ultima domanda: parliamo di JobsACT. La UIL ha espresso giudizi moltoseveri sul provvedimento varato dal Go-verno. Condividi questa posizione?

Assolutamente sì. Il Jobs ACT potrebbe ave-re ripercussioni preoccupanti per i lavoratorianche per questioni mediaticamente menoevidenti, ma non per questo meno gravi diquelle che sono emerse nelle scorse settima-ne. Penso al capitolo del cosiddetto “discipli-nare”. Per alcune fattispecie non vi è propor-

zione tra la “mancanza” commessa dal lavo-ratore e la sanzione prevista: si potrebbe es-sere licenziati, ad esempio, anche per soli 5minuti di ritardo. Ma cosa succede se la cau-sa non è imputabile alla volontà del lavora-tore? Se, ad esempio, il ritardo fosse conse-guenza di un problema al mezzo di traspor-to? Si aprirebbe un contenzioso con risvoltiimprevedibili. Insomma, si pone un problemache non attiene solo alla verifica della sussi-stenza del fatto, ma anche alla dimostrazio-ne della colpevolezza. C’è poi un altro capitolo che coinvolge parti-colarmente la nostra categoria: quello degli ap-palti. Può succedere che una vecchia azienda,con lavoratori assunti precedentemente all’e-manazione del Jobs Act, sia costretta a con-correre con aziende disciplinate dalle nuovenorme. Così si falsa la concorrenza. Peggio,poi, se si dovesse ricorrere al trucco di far de-cadere i contratti. Insomma, tutta la vicendaè stata affrontata con troppa superficialità e c’èil rischio che si creino più problemi nella ge-stione di queste situazioni che per colpa del-l’abolizione dell’articolo 18 o dell’introduzionedelle cosiddette “tutele crescenti”. Se nella de-finizione del provvedimento, il Governo aves-se coinvolto il mondo del lavoro - che ha mag-giore dimestichezza con questo tipo di proble-matiche - non ci troveremmo di fronte a unariedizione, riveduta e corretta, della vicendadegli esodati.

A.P.

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Il Governo continua ad andare dirittoper la sua strada senza tenere contodelle indicazioni che giungono da piùparti. È così ha varato anche i decreti sulJobs Act. Cosa si sarebbe dovuto fare?

Quello che il Governo ha fatto in materia di la-voro non va nella direzione giusta. Bisognavaeliminare tutti i contratti di precarietà. Inve-ce, sono rimasti quelli a tempo determinato a36 mesi senza causale e si è estesa la possi-bilità di ricorrere ai voucher. Per quanto riguar-da poi le collaborazioni fonti di precarietà, nonè ancora chiaro se davvero spariranno o se cele ritroveremo sotto altre forme. Inoltre, restail fatto che si daranno decontribuzione e ridu-zione dell’Irap sino a 36 mesi senza che perle imprese ci siano vincoli o paletti sul frontedella stabilizzazione delle assunzioni. In so-stanza, non si sarebbe dovuto perdere tuttoquesto tempo semplicemente per favorire i li-cenziamenti, compresi quelli collettivi, pensan-do che questa fosse la soluzione per l’econo-mia del Paese. Il Governo sbaglia se ritiene diattivare la ripresa economica e l’occupazione

con i decreti legge. Così non si cambia verso.Lo ribadisco: è necessario restituire potered’acquisto ai lavoratori, rinnovando i contrat-ti, e realizzare investimenti pubblici e privati.Queste sono le due strade da seguire.

Il tuo giudizio è stato molto duro. Pen-si che le promesse non siano state man-tenute?

Con questo provvedimento sul lavoro, il Gover-no non ha avuto rispetto dei giovani, che so-no stati illusi dall’idea di presunte tutele cre-scenti mentre i contratti di precarietà non so-no stati cancellati; non ha avuto rispetto deilavoratori, a cui ha tolto diritti; non ha avutorispetto del Parlamento, che aveva chiesto dinon estendere la normativa ai licenziamenticollettivi. Questo Governo ha avuto rispetto so-lo della Merkel e degli imprenditori. Non si il-ludano, però, non ci rassegneremo: recupere-remo con i contratti tutto ciò che ci è stato tol-to con la legge. E faremo lotte crescenti e in-telligenti, a partire dalle imprese che fannoprofitti.

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INTERVISTA A

CARMELO BARBAGALLOSEGRETARIO GENERALE UIL

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Anche nel settore privato devono esse-re rinnovati molti contratti, penso aquello dei bancari o dei chimici, adesempio. È giunto il tempo di cambiarepolitica contrattuale?

Il 2015 deve essere l’anno dei contratti, nelpubblico come nel privato, affinché il lavorosia valorizzato nell’interesse di tutti i cittadi-ni. E noi, in questo anno, siamo pronti a fa-re i rinnovi sia nel pubblico sia nel privato an-che con un nuovo modello contrattuale, chepossiamo definire in corso d’opera, legato al-l’incremento del PIL. Peraltro, gli aumenti sa-lariali servono per far riprendere l’economiain un Paese in cui il problema è rappresenta-to proprio dalla debolezza della domanda in-terna.

Niente contratti, ma anche niente inve-stimenti, mentre il fronte europeo del ri-gore resta sempre saldo. Si può conti-nuare così?

La politica sta dimostrando di essere incapa-ce sia di spendere le risorse che l’Europa ci de-stina sia, conseguentemente, di fare investi-menti pubblici e privati nelle infrastrutture.L’austerità e il rigore cistanno affossando e cistanno facendo tornare in-dietro di 50 anni, mentre ilGoverno ci vuole togliereanche i diritti conquistati inquesto stesso arco di tem-po. E allora anche noi tor-neremo a fare ciò che fa-cevamo 50 anni fa: lottecrescenti perché si rinnovi-no i contratti e si cambi

questa disastrosapolitica economi-ca europea e na-zionale.

Recentemen-te lo spread èsceso a quota100, un livelloche non siraggiungevada anni. Que-sta non è unabuona noti-zia?

Lo “spread” è unindicatore del-l’andamento del-le speculazioni fi-

nanziarie, non ha nulla a che vedere con lo sta-to dell’economia reale. È evidente, tuttavia,che gli effetti positivi della sua riduzione sul-l’esborso degli interessi può liberare importan-ti risorse da destinare allo sviluppo. Se que-ste risorse saranno utilizzate, come noi chie-diamo, per fare investimenti in infrastrutturemateriali e immateriali e per restituire potered’acquisto ai lavoratori e ai pensionati, allorasì che saremo di fronte a una buona notizia.

Un’ultima domanda. Hai proposto aCGIL e CISL di organizzare il 1° maggioa Lampedusa. Quali sono le ragioni diquesta indicazione?

Noi riteniamo che questo sia l’anno giustoper celebrare il 1° maggio a Lampedusa.Dobbiamo essere noi a sbarcare in quell’iso-la martoriata per dare solidarietà concreta aicittadini e ai profughi. Nel nostro Mediterra-neo c’è bisogno di cooperazione per evitaredi esportare le guerre con i carri armati e diimportare i terroristi con i barconi. Ecco per-ché mi auguro che possa essere fatta que-sta scelta.

A.P.

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L easpet-tat ive

di ripresa del-l ’ e c onom i aitaliana sistanno conso-lidando, an-che se i datidi marzo evi-d e n z i a n oqualche in-c r e s pa t u ranello scenariocongiuntura-le.

La “triadedell’espansio-ne”, costituitadal calo delprezzo delpetrolio, dallariduzione deitassi di interesse e dal deprezzamento delcambio, si associa a un netto miglioramentodelle aspettative di famiglie e imprese. Per leprime, l’indice di fiducia ha registrato un ve-ro e proprio balzo nell’ultima rilevazione, sa-lendo al valore massimo dalla fine del 2009;l’indicatore delle imprese è ugualmente au-mentato e ormai ha riassorbito quasi intera-

mante l’avvallamento registrato nella primaparte del 2014 (grafico 1).

L’indicatore CoinCer ha recuperato quat-tro decimi di punto a marzo e conferma ilsuo posizionamento nell’area dell’espansio-ne (grafico 2). Ciò avvalora una stima dicrescita del Pil nel primo trimestre 2015,che avrebbe alte probabilità di rafforzarsinei mesi primaverili. Le prospettive di cre-

scita poggia-no anche sul-la riduzionedell’indice didisagio so-ciale (miseryindex) elabo-rato dal Cer,che alla finedel primo tri-mestre è tor-nato sui va-lori di inizio2012. Nel-l’attuale fa-se, la discesadell’inflazio-ne compen-sa gli elevatilivelli dellad i soccupa-zione, il cui

NOTA ECONOMICA

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imprese consumatori (scala dx)

Grafico 1. Indici di fiducia (2005=100; 2009.01-2015.03)

Fonte: Istat

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espansione

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Grafico 2. Indicatore CoinCer

Fonte: elaborazioni CER su fonti varie.

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aumento appare in progressiva decelerazio-ne (grafico 3).

Simili andamenti mostrano come le misu-re varate con la legge di stabilità (bonus 80euro, decontribuzione per i nuovi assunti, ri-duzione Irap) e la riforma del mercato del la-voro si troveranno a operare in un contestofavorevole, che faciliterà il dispiegarsi degli ef-fetti moltiplicativi sul prodotto e sui redditi.

Tuttavia, le incertezze non sono del tuttofugate. In particolare, i dati comunicati amarzo sulla produzione industriale e sul com-mercio estero registrano inattese variazioninegative. Éprobabile cheabbiano incisoaccidentalitàdi natura sta-tistica e chead aprile tor-nino a preva-lere anda-menti cre-scenti. I risul-tati di primotrimestre ri-s u l t e r a n n operò indeboli-ti e ciò, inparte, po-trebbe com-promettere ilvalore di cre-scita dell’inte-ro 2015. A talriguardo deve

ricordarsi co-me il miglio-ramento con-g i u n t u r a l eitaliano si in-scriva in unas i t u a z i o n eeuropea tut-tora caratte-rizzata dae v o l u z i o n ipiù robustedelle nostre,fatto a cuiconsegue unulteriore al-largamentodei differen-ziali di cresci-ta. Un aspet-to, quest’ulti-mo, collegatoal protrarsi

della restrizione creditizia, con famiglie e im-prese che continuano a retrocedere risorseal sistema bancario (grafico 4). Il Quantita-tive Easing avviato a marzo dalla Bce facili-terà il superamento di questa situazione, maè impossibile dire ora quanto tempo occor-rerà per superare definitivamente il creditcrunch. Nella valutazione del CER, la ripre-sa italiana non potrà dispiegarsi appieno fin-tanto che la variazione degli impieghi con-cessi a famiglie e imprese permarrà in ter-ritorio negativo.

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Grafico 3. Il misery index dell’economia italiana

Fonte: elaborazioni CER su dati Istat, Contabilità nazionale e Forze lavoro.

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Grafico 4. Variazione del credito bancario concesso a famiglie e imprese

Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia.

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“P erchè le donne guadagnano me-no?” è il titolo del convegno che siè tenuto il 26 febbraio presso la

Camera di Commercio di Ravenna, organizza-to dal Tavolo lavoro conciliazione e salute del-le donne di Ravenna e da Cigl, Cisl e Uil. Perla Uil è intervenuta la responsabile nazionaledella Uiltucs per le Politiche di Genere IvanaVeronese. I lavori sono stati coordinati dallaConsigliera di Parità provinciale, Arianna Orrùe conclusi da quella Regionale Maria Rosa Amo-revole.

Il tema del convegno è stato affrontato tra-sversalmente, investendo diversi settori e coin-volgendo sia le libere professioni che il lavorodipendente. Il Gender Pay Gap definito dal-l’OCSE come “la differenza in percentuale sul-la retribuzione oraria tra uomini e donne” vie-ne calcolato prendendo a riferimento tutte leretribuzioni maschili e tutte quelle femminili.La differenza della media di queste due tipo-logie di retribuzione costituisce la differenza sa-lariale tra uomini e donne.

Secondo uno studio del Consiglio NazionaleEconomia e Lavoro, la differenza di retribuzio-ni tra uomini e donne in Italia si attesta tra il10 ed il 18%. Il gap retributivo per le lavora-trici dipendenti risulta particolarmente elevatotra le donne meno scolarizzate (20%) ed oltre

il 15% tra quelle che posseggo-no la licenzia media. Ne soffro-no sia le giovanissime 8,3% chele lavoratrici adulte 12,1%, men-tre il fenomeno è più contenu-to nella

fascia di età compresa tra i 30/39 anni (3,2%).Nei settori di servizio alle imprese il dato rag-giunge il 26,1%.

Il settore pubblico evidenzia minori differen-ze rispetto a quello privato (6,4%) poiché l’in-gresso avviene tramite concorso, pertanto nonvi possono essere differenziazioni in accessoo inquadramenti a livelli inferiori rispetto allemansioni affidate.

In Italia il gap retributivo, sia nel settorepubblico che in quello privato, è inferiore allaGermania che arriva ad un divario del 14% nelpubblico e di un 25.7% nel privato. Come ri-portato dalla tabella

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Tale fatto è dovuto a due aspetti fondamen-tali. Il primo è che nel nostro Paese, in questianni, i settori a prevalenza maschile hanno as-sistito ad un abbassamento delle retribuzioni(manifatturiero) a causa delle crisi aziendali eal ricorso agli ammortizzatori sociali; il secon-do motivo va ricercato nel fatto che in Germa-nia la contrattazione è aziendale e viene svol-ta nelle grandi imprese manifatturiere (a pre-

valenza maschile), i restanti settori (quelli deiservizi) hanno solo il salario minimo che èquindi molto più basso. Anche il Governo ita-liano sta discutendo in merito al salario mini-mo ed il quadro fin qui esposto non fa che au-mentare le preoccupazioni sul futuro retribu-tivo delle donne lavoratrici.

Ivana Veronese

partecipazione 13

CPG (%) PUBBLICO PRIVATO CPG (%) PUBBLICO PRIVATO

BELGIO 3 13,8 PAESI BASSI 17,2 17,4

BULGARIA 20,9 12,6 POLONIA 3,7 16,1

REPUBBLICA CECA 21,2 22,7 PORTOGALLO 13,5 29,4

DANIMARCA 12,9 17,7 SLOVENIA 5,3 8,9

GERMANIA 14 25,7 SLOVACCHIA 15,6 23,1

IRLANDA 11,9 20 FINLANDIA 18,3 19,4

SPAGNA 13,4 21,5 SVEZIA 13,6 13,4

ITALIA 6,4 16,3 REGNO UNITO 19,7 24,5

CIPRO 0,3 24,3 NORVEGIA 13,5 17,8

LETTONIA 17,5 13,2 ISLANDA 16,2 18,5

LITUANIA 13,3 16,1 SVIZZERA 13,3 21,1

UNGHERIA 24,4 16,3

Divario retributivo tra i sessi

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N el quadro della serie di conferenze de-dicate dal Centro Europeo di Compe-tenza per la partecipazione dei lavo-

ratori (EWPCC) dell’Istituto sindacale Europeo(ETUI), il 26 e 27 febbraio 2015 si è svolto aBrussels un seminario di approfondimento su“Comprendere l’informazione, consultazione enegoziazione sul luogo di lavoro in Europa”.

L’iniziativa si poneva nel quadro di conferen-ze dedicate dall’EWPCC finalizzate a fornirestrumenti di approfondi-mento per una migliorecomprensione delle com-plesse dinamiche della par-tecipazione transnazionaledei lavoratori. La conferen-za aveva dunque lo scopodi analizzare le prassi abi-tuali di informazione e con-sultazione a livellolocale/aziendale in tuttaEuropa.

Com’è noto, la normati-va comunitaria che regola idiritti di informazione econsultazione si presentacome un corpus di normeeterogenee emanate inmomenti diversi in luogodella costituzione dell’inte-grazione sociale europea.

In questa prospettiva,con tali norme si è tentatodi garantire con maggiorecertezza il catalogo dei di-ritti sociali fondamentali dei lavoratori europei,da realizzarsi attraverso il metodo della “par-tecipazione”, in un disegno di coesione giuri-dica, sociale ed economica, tra i popoli e gliStati dell’Unione.

Informazione e consultazione, dunque, so-no stati intesi in questo progetto di costruzio-ne di integrazione sociale come gli strumentinecessari ma non sufficienti per attivare queiprocessi di dialogo transnazionale tra lavora-tori, imprese ed istituzioni, al fine di istituireun nuovo modello di relazioni industriali.

Su tutte va ricordata la Direttiva2002/14/CE, che rappresenta uno dei testi le-

gislativi di maggiore lungimiranza prodotti inquesto ambito di applicazione.

Secondo la normativa comunitaria sopra ci-tata, la fase dell’informazione si esplica soprat-tutto per “favorire l’anticipazione dei rischi, svi-luppare la flessibilità dell’organizzazione del la-voro ed agevolare l’accesso alla formazionenell’ambito dell’impresa in un quadro di sicu-rezza, promuovere la sensibilizzazione dei la-voratori alle necessità di adattamento, aumen-

tare la disponibilità dei lavoratori ad impegnar-si in azioni intese a rafforzare la loro occupa-bilità, promuovere il coinvolgimento dei lavo-ratori nella conduzione dell’impresa e nella de-terminazione del suo futuro, nonché rafforza-re la competitività dell’impresa”.

Alla fase di informazione segue quella del-la consultazione, che dovrà tenersi in “tempoutile” al fine di potersi costituire come condi-zione preliminare del successo dei processi diristrutturazione e di adattamento alle nuoveprocedure di organizzazione del lavoro.

All’art.1. comma 2 si dice espressamenteche “le modalità di informazione e consultazio-

partecipazione 15

CONFERENZA EWPCC SUIDIRITTI DI INFORMAZIONE

E CONSULTAZIONE

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ne sono definite e applicate, in conformità del-la legislazione nazionale e delle prassi in ma-teria di rapporto di lavoro vigenti nei singoliStati membri, in modo da garantire l’efficaciadell’iniziativa”.

In questo modo, la Direttiva in oggetto ten-de a rappresentare i requisiti minimi che gliStati nazionali devono garantire nell’atto di re-cepimento della normativa comunitaria.

Punto fondamentale da sottolineare riguar-da l’applicazione del diritto di informazione econsultazione in relazione al contesto in cui sisvolge l’oggetto del confronto. Se l’argomen-to trattato riguarda questioni locali, allora sa-ranno interessate esclusivamente le parti so-ciali del paese in cui si sviluppa la tematica;se invece il problema si estende a più paesi inambito europeo, allora oltre alle già previsteparti sociali nazionali saranno investite anchequelle facenti parte il Comitato aziendale eu-ropeo dell’impresa (laddove costituito con ap-posito accordo) con l’applicazione della relati-va Direttiva di riferimento (2009/38/CE).

Di questi argomenti, e di altri ancora, si ètentato dunque di dare rappresentazione nel-la conferenza di Brussels, in cui si è cercato didare conto delle molteplici sfaccettature che ilcomplesso mondo del lavoro e delle impreseoffre in questo momento particolarmente dif-ficile di crisi economica.

Va tuttavia rilevato che, pur giudicando po-sitiva l’iniziativa di EWPCC di mettere a con-fronto esperienze e prassi riconducibili ad unaeterogeneità di situazioni verificatesi in paesidiversi, il risultato ottenuto non è sempre sta-to apprezzabile fino in fondo.

L’approccio comparativo adottato dagli or-ganizzatori

dell’evento non si è mostrato sempre rispon-dente alle attese; questo, per la mancanza diun criterio di rispondenza scientifica dei con-tributi apportati, sia in fase di presentazionein sessione plenaria di relazioni o studi di set-tore, sia in ordine allo svolgimento dei diver-si focus group realizzati come momenti di ap-profondimento ulteriore.

A nostro avviso, spesso si è confuso il pia-no di riferimento dell’esplicazione delle formedell’informazione, consultazione e negoziazio-ne nei diversi livelli di competenza: quello in-ternazionale in collegamento diretto con le pro-cedure previste per i Comitati Aziendali Euro-pei, quello del livello nazionale con le normeinterne ai diversi paesi e contemplate dai di-versi contratti collettivi di lavoro, ed infine,quello di livello aziendale, con prassi ed espe-rienze di carattere locale.

Questa sovrapposizione di interventi di na-tura diversa, non ha certamente contribuito adare chiarezza di contenuto ed omogeneità diposizioni, nonostante il ripetuto appello alla vo-lontà di potenziamento delle pratiche di infor-mazione e consultazione a tutti i livelli di con-fronto.

Risulta comunque evidente che tale approc-cio non può esaurirsi soltanto nella pratica del-l’esercizio a-critico, ma va costantemente irro-rato di visioni strategiche di politica sindacale.

Affinché si possano avere risultati concre-ti e probanti, bisogna dunque sostenere che ilfine ultimo è la costituzione di politiche indu-striali trasparenti e condivise, in cui l’informa-zione e la consultazione rappresentano unostrumento essenziale per affermare la parte-cipazione dei lavoratori nei processi di gestio-

ne e trasformazione delle imprese.

Massimo Forti

16 partecipazione

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I l Ministero del Lavoro e delle PoliticheSociali l’11 febbraio ha emanato il De-creto Direttoriale n. 11/SegrDG/2015

del 23/01/2015 che rettifica il Decreto Diret-toriale n. 1709\Segr D.G.\2014 del08/08/2014 che regola l’incentivo “bonus oc-cupazionale” previsto nell’ambito del pro-gramma Garanzia Giovani cofinanziato dalFondo Sociale Europeo.

La novità introdotta riguarda l’ammissioneall’incentivo ai contratti di apprendistato pro-fessionalizzante e ai contratti a tempo deter-minato che, grazie alle proroghe del contrat-to originario, abbiano raggiunto una durataminima di 6 mesi. Inoltre, il bonus occupa-zionale sarà cumulabile con gli altri incentiviall’assunzione di natura economica o contri-butiva non selettivi rispetto ai datori di lavo-ro o ai lavora tori e, nei limiti del 50% dei co-sti salariali, con quelli aventi natura seletti-va. In attesa della partecipazione alle singo-le misure a seguito degli avvisi regionali e del-l’avvio del bonus oc cupazionale, continua l’in-serimento “spontaneo” delle occasioni di la-voro da parte delle aziende.

I destinatari dell’Incentivo sono i datori dilavoro privati che assumono giovani registra-ti al “Programma Operativo Nazionale Inizia-tiva Occupazione Giovani”.

Sono ammessi al “Programma OperativoNazionale Iniziativa Occupazione Giovani-Mi-sura Bonus Occupazionale” i giovani di etàcompresa tra i 16 e i 29 anni, che abbianoassolto al diritto/dovere all’istruzione e forma-zione, se minorenni, non occupati né inseri-ti in un percorso di studio o formazione, in

conformità con quanto previsto dall’art. 16del Regolamento (UE) 1304/13.

Per gli effetti di cui al comma 2 sono con-siderati non occupati i giovani disoccupatio inoccupati, ai sensi del decreto legislativo21 aprile 2000, n. 181 e successive modifi-che e integrazioni;

Qualora, al momento dell’istanza prelimina-re di ammissione all’incentivo di cui all’artico-lo 9, comma 1, il giovane non sia ancora sta-to preso in carico dalla struttura competente,il Ministero del Lavoro interessa prontamentela regione di adesione ovvero, in caso di scel-ta plurima, quella ove ha sede il posto di la-voro; la regione in tal modo individuata pro-cede, nei successivi 15 giorni, alla presa in ca-rico e contestuale profilazione del giovane. De-corsi inutilmente i 15 giorni il Ministero del La-voro procede alla profilazione acquisendole informazioni mancanti mediante autodichia-razione del giovane. È fatto salvo l’obbligo del-la Regione competente di verificare, su basecampionaria, la veridicità dei dati dichiarati.

L’incentivo è riconosciuto per le assunzio-ni effettuate dal primo maggio 2014 e fino al30 giugno 2017.

18 partecipazione

BONUS GARANZIA GIOVANIORA ANCHE PER

GLI APPRENDISTI

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partecipazione 19

BANDI PER 106 BORSE DI STUDIOBANDI PER 106 BORSE DI STUDIOAnche quest’anno il Comitato Esecutivo dell’Ebinprof ha indetto i nuovi Ban-di di Concorso perl’assegnazione di 106 Borse di Studio da conferire ai figli(o parenti entro il terzo grado, a seconda del bando considerato) a carico didipendenti da proprietari di fabbricati.Il Bando di Concorso prevede l’assegnazione di:

✓ 35 borse di studio da € 1.500 cadauna a studenti di Istituti o Scuole Superiori che abbianosuperato l’esame di stato a conclusione dell’anno scolastico precedente il bando stesso;

✓ 35 borse di studio da € 2.000 cadauna a studenti universitari che abbiano sostenuto nel-l’anno accademico precedente il bando stesso, almeno il 70% degli esami previsti dal Pianodi Studi;

✓ 33 borse di studio da € 3.000 cadauna a neolaureati che abbiano sostenuto l’esame di lau-rea entro l’anno precedente il bando stesso;

✓ 3 borse di studio da € 4.000 cadauna a neolaureati che abbiano discusso la tesi in materiadi Diritto del Lavoro o Scienze Sociali.

Informazioni più dettagliate si possono trovare sul sito e www.ebinprof.it oppure possono es-sere richieste alla Segreteria dell’Ente, telefonando al numero 06.44239166 altrimenti invian-do una mail all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] domande di partecipazione dovranno pervenire all’Ebinprof entro e non oltre il 28 febbraio2015.L’esito del concorso sarà comunicato a tutti i partecipanti ed i vincitori saranno invitati a Ro-ma per la consueta cerimonia di premiazione.

ASSEGNI NASCITA, CONTRIBUTO PER FIGLI PORTATORI D’INVALIDITÀE PREMI DI LAUREAAncora aperti i termini per richiedere l’erogazione dell’assegno di nascita peri figli nati nel 2013 e 2014 ed il contributo per i figli portatori di invalidità.

Il contributo per la nascita è pari a 500 euro; ✓ il contributo, una tantum, per figli portatori d’invalidità, non inferiore al 74%, è pari a 700

euro lordi;✓ n. 10 premi di laurea dell’importo lordo di euro 1.500 che abbiano conseguito la laurea tra

il 1° ottobre 2013 ed il 30 settembre 2014.Sul sito dell’Ente (www.ebinvip.it) è possibile scaricare il modulo di domanda che andrà indi-rizzato con raccomandata con ricevuta di ritorno ad E.BI.N.VI.P, Via Gaeta 23 – 00185 Roma.Il contributo sarà corrisposto in forma di “una tantum” (una sola volta), vale a dire che a co-loro che ne hanno già usufruito precedentemente non verrà assegnato più alcun contributo.

ASSEGNI NASCITA E CONTRIBUTO PER FIGLI PORTATORI D’INVALIDITÀ

L’Ente Bilaterale Nazionale dei Servizi Ausiliari Fiduciari e Integrati ha indetto i bandi per ri-chiedere le prestazioni di assistenza integrativa. Nello specifico:✓ assegno per nascita (la domanda deve essere presentata entro e non oltre il terzo mese dal-

la nascita) di 500 euro lordi;✓ contributo, una tantum, per figli portatori d’invalidità di 700 euro lordi.Sul sito dell’Ente (www.ebinsafi.it) è possibile scaricare il modulo di domanda che andrà indi-rizzato ad E.BI.N.S.A.F.I., Via della Cava Aurelia 163 – 00165 Roma.

E.Bi.N.Vi.P.

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SICUREZZA MACCHINE E ATTREZZATURELAVORO, I DUE SOFTWARE INAIL SUNORME E PARAMETRI

Il Dit INAIL – Dipartimento Innovazioni Tec-nologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodottie Insediamenti Antropici, in collaborazione conMinistero del Lavoro e delle Politiche Sociali,

ha realizzato e rilasciato due applicativi onli-ne per la conoscenza immediata di norme e pa-rametri di riferimento per la sicurezza dellemacchine e l’incolumità degli operatori.

DANNO BIOLOGICO TRA CRITICITÀ EPROSPETTIVE

È online sul portale dell’Istituto un nuovo nu-mero dei Quaderni di ricerca dal titolo “Dannobiologico: monitoraggio, criticità e prospettived’interesse medico-legale a dieci anni dall’intro-duzione della nuova disciplina”. Il testo analizzail sistema di tutela degli infortuni e delle malat-tie professionali secondo il D.lgs. n.38/2000, al-la luce delle risultanze dell’apparato di monito-raggio attivato dall’Istituto da oltre un decennio.

COME USARE CORRETTAMENTE SCALE ESGABELLI GRAZIE AL QUADERNO INAIL

L’INAIL ha pubblicato una pratica guida il-lustrata su scale portatili e sgabelli, utile siaai tecnici impegnati nella sicurezza sui luoghidi lavoro che ai datori di lavoro, ai lavoratorie agli stessi abitanti della casa.

Il Quaderno ha l’obiettivo di informare suirischi di caduta e di fornire indicazioni circa ilcorretto uso di scale portatili e sgabelli.

L’ADDETTO AL PRIMO SOCCORSO DEVE SEGUIRE UN CORSOSPECIFICO?

Per gli addetti al primo soccorso è richiesto il corso previstodal DM 388 del 2003.

COM’É NOTO L’ART. 37, COMMA 11, DEL D.LGS. 81/08STABILISCE GLI ASPETTI RELATIVIALL’AGGIORNAMENTO DELLA FORMAZIONE PER GLI RLSDELLE AZIENDE SOPRA I 15 LAVORATORI, COME SIDEVONO COMPORTARE LE AZIENDE CHE HANNO UNNUMERO DI LAVORATORI INFERIORI A 15?

In questo caso, è la contrattazione collettiva nazionale a dover disciplinare le modalità del-l’obbligo di aggiornamento periodico.

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SICUREZZADOCUMENTAZIONE

QUESITI

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UN ISTITUTO DI VIGILANZA CHEUTILIZZA ADDETTI (CD GUARDIE) CHEOPERANO DA SOLI NELLE ATTIVITA’PRINCIPALE DELL’AZIENDA - QUESTIULTIMI HANNO L’OBBLIGO DIFREQUENTARE I CORSI DI PRIMOSOCCORSO?

Il datore di lavoro, in questo caso, deve de-finire le procedure di primo soccorso e deve in-dividuare gli addetti che devono essere forma-ti tenendo conto delle particolarità del servi-zio, che comporta il lavoro in solitudine e inluoghi isolati.

QUALI SOGGETTI POSSONO EROGARE ICORSI STRESS LAVORO CORRELATO?

La formazione dei lavoratori in materia disalute e sicurezza del lavoro e non solo in ma-teria di stress lavoro correlato può essere ero-gata dal datore di lavoro o da persone da luiincaricate in possesso di adeguate competen-ze (vedi Accordo Stato Regioni n. 221 del21/12/2011). I docenti formatori devono pos-sedere i requisiti previsti dal Decreto Intermi-nisteriale del 6 marzo 2013.

LA FORMAZIONE DI BASE AILAVORATORI ALL’ATTODELL’ASSUNZIONEEFFETTUATA DA UNRSPP DEVE ESSEREFATTA INCOLLABORAZIONECON GLI ORGANISMIPARITETICI?

Il comma 12, dell’art.37 del D.lgs. n.81/08 re-cita che “La formazionedei lavoratori e quella deiloro rappresentanti deveavvenire, in collabora-zione con gli organismiparitetici, ove presentinel settore e nel territo-rio in cui si svolge l’atti-vità del datore di lavoro, durante l’orario dilavoro e non può comportare oneri economi-ci a carico dei lavoratori”, quindi questa di-sposizione normativa include anche la forma-zione in fase di assunzione. Circa i contenu-ti della collaborazione questa non è definitadall’Accordo Stato Regioni del 21/12/2011n.221 pertanto le parti hanno ampia libertàdi scelta. Ci sono alcune regioni che hannodefinito i contenuti minimi.

PERIODICITÀ DELLE VISITE MEDICHE QUAL È LA PERIODICITÀ DELLE VISITEMEDICHE OBBLIGATORIE?

Normalmente in quasi tutte le Aziende lasorveglianza sanitaria si svolge in un periodopreciso dell’anno.

È il medico competente, nel redigere il Pia-no Sanitario, che definisce la cadenza delle vi-site periodiche previste dal D.lgs. n.81/2008– art.41 lettera b), - e indica le modalità di ef-fettuazione da parte del lavoratore (vedi an-che lettera c), anche al di fuori dei giorni pro-grammati per l’esecuzione delle visite periodi-che nel corso dell’anno.

Lo stesso Piano Sanitario dovrà prevederele modalità attraverso cui sia possibile sotto-porre a nuova visita i lavoratori in occasionedel cambio di mansione (lettera d).

L’interpretazione più corretta vuole che il la-voratore sia visitato di nuovo ogni volta che icompiti assegnatigli prevedano una esposizio-ne a rischi professionali diversi da quelli delpassato.

Per estensione, può essere necessaria unanuova visita anche quando, pur restando ugua-le la mansione, si abbia un importante cam-biamento del luogo di lavoro e dei rischi in es-so presenti, ovvero (ma questo aspetto è an-cora controverso) quando siano intervenuti fat-tori che richiedono una visita per motivato so-spetto, come dopo episodi che potrebbero ri-

guardare l’uso di alcol o droghe o altri com-portamenti anomali.

Il Piano Sanitario redatto dal medico com-petente dovrà prevedere tutte queste possibi-lità, così come, quando necessario, le moda-lità di realizzazione della visita medica alla ces-sazione del lavoro (lettera e), che è previstasolo per un limitato numero di lavoratori espo-sti a rischi particolari, come le radiazioni ioniz-zanti e gli agenti cancerogeni, o della visita

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medica pre-assuntiva (lettera e-bis), nelleAziende che la effettuano.

PAUSE DAL VIDEOTERMINALE, LEMANSIONI ALTERNATIVE IL DATORE DI LAVORO PUÒ SOSTITUIRELE PAUSE OBBLIGATORIE DAL VIDEOTER-MINALE PREVISTE DALLE NORME SULLASICUREZZA SUL LAVORO CON MANSIONIALTERNATIVE SENZA USO DEL PC: LASENTENZA DELLA CASSAZIONE?

Il datore di lavoro può sostituire le pausedal videoterminale, obbligatorie per i dipenden-ti che trascorrono continuativamente tempodavanti al PC, con mansioni diffe-renti che non prevedano l’uso delcomputer: lo ha stabilito una sen-tenza di Cassazione, la numero2679 dell’11 febbraio 2015, riferi-ta al caso di una dipendente di Te-lecom Italia. Com’è noto le normesulla sicurezza sul lavoro prescri-vono una pausa di un quarto d’o-ra ogni 120 minuti (due ore) pas-sati davanti al PC.

SOSTITUIRE LE PAUSE AL PC

L’azienda non aveva riconosciu-to queste pause, poiché la dipen-dente oltre alle mansioni con uti-lizzo di VDT, aveva anche compitidi back-office, di tipo amministra-tivo, che non richiedevano l’utiliz-zo del PC stesso. La sentenza diprimo grado aveva dato ragionealla lavoratrice, stabilendo un in-dennizzo di circa 4mila euro, così l’azienda hapresentato ricorso.

Va segnalato che la vicenda si riferisce allafine degli anni ’90 e, dunque, la legge di rife-rimento per quanto riguarda i lavori davanti alvideoterminale è l’articolo 54 del D.lgs.n.626/1994 (oggi sostituito dall’articolo 175 delD.lgs., n.81/2008).

La “vecchia” 626, prevedeva che il lavora-tore che svolgeva la sua attività al VDT per al-meno quattro ore consecutive avesse diritto aun’interruzione «mediante pause ovvero cam-biamento di attività».

Le modalità dovevano essere definite dallacontrattazione collettiva o aziendale. In man-canza di accordi contrattuali, la norma avevadefinito una pausa di 15 minuti ogni 120 tra-scorsi al videoterminale (come la nuova leg-ge). Comunque sia, il punto fondamentale èl’esplicito riferimento alla possibilità di sosti-

tuire le pause con diverse mansioni, che rap-presentassero un cambiamento di attività.

La Corte, si legge nella sentenza: «Ha ac-certato che nella fattispecie non sussisteva lacontinuità dell’applicazione al videoterminale eche, peraltro, lo svolgimento, seppur in manie-ra minore, dell’attività amministrativa nellastessa giornata comportava un cambiamentodi attività, idonea a integrare la prevista inter-ruzione». Risultato: la Corte di Cassazione hadato ragione all’azienda. Il precedente è im-portante, perché sancisce appunto che una di-versa mansione, che non preveda l’uso del PC,possa essere considerata alla stregua dellepause.

Normativa

Si tratta di un punto sul quale la vecchia ela nuova normativa sono relativamente simi-li, nel senso che anche il copra citato articolo175 del D.lgs. n. 81/2008 prevede per il lavo-ratore il diritto «ad una interruzione della suaattività mediante pause ovvero cambiamentodi attività». Le modalità delle interruzioni de-vono essere stabilite dai CCNL e in caso con-trario vale la pausa di 15 minuti ogni due oredavanti al PC. Sottolineiamo che nei tempi diinterruzione non sono compresi quelli di atte-sa della risposta da parte del sistema elettro-nico (considerati, a tutti gli effetti, tempo di la-voro) e che la pausa è considerata parte inte-grante dell’orario di lavoro e, come tale, nonè riassorbibile all’interno di accordi che preve-dono la riduzione dell’orario complessivo di la-voro.

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ENTI BILATERALI

www.ebinter.it www.ebnt.it www.quadrifor.it www.ebitnet.it

www.ebinsafi.it

www.ebipro.it

www.ebntur.it www.ebnter.itwww.ebinvip.it www.ebinprof.it

ENTE BILATERALE INDUSTRIA TURISTICA

E.Bi.N.Vi.P.Ente Bilaterale Nazionale

Vigilanza Privata

FONDI DI ASSISTENZA SANITARIA INTEGRATIVA

www.fondoest.it www.quas.it www.cadiprof.it www.fondofast.it

www.cassaportieri.it www.fasiv.it

www.cassacolf.it

www.coopersalute.it www.fontur.it www.fondoassi.it

www.enteaster.it

FONDI PREVIDENZA COMPLEMENTARE

www.fondofonte.it www.previcooper.it -www.cooperlavoro.it

www.fondapi.it www.previambiente.it

FONDI INTERPROFESSIONALE DI FORMAZIONE CONTINUA

www.fondoforte.it www.fonter.it www.fonder.it

www.fondoprofessioni.it

www.fondartigianato.it

www.fondimpresa.it

www.foncoop.it

ASSISTENZASANITARIA

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