Intervento di Enzo Rullani al convegno Terziario Donna LAB

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SENSO, LEGAMI, VALORE L’INNOVAZIONE DELLE IMPRESE NELLA TRANSIZIONE IN CORSO Enzo Rullani Tlab CFMT Laboratorio del Terziario che Innova http://rullani.blogspot.it/ Palermo, 20 ottobre 2016

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SENSO, LEGAMI, VALORE

L’INNOVAZIONE DELLE IMPRESE NELLA TRANSIZIONE IN CORSO

Enzo Rullani

Tlab CFMT

Laboratorio del Terziario che Innova

http://rullani.blogspot.it/

Palermo, 20 ottobre 2016

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Un vero viaggio di scoperta non è visitare nuovi luoghi ma avere nuovi occhi (Marcel Proust)

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Avere nuovi occhi:

NON E’ UNA CRISI,

MA UNA TRANSIZIONE

PERCHE’

Sta prendendo forma un nuovo paradigma:

IL CAPITALISMO GLOBALE DELLA CONOSCENZA IN RETE

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DA UN PARADIGMA AD UN ALTRO

Nella storia della modernità, si succedono diversi paradigmi, ciascuno dei quali cambia il modo di vivere e di lavorare

- Il CAPITALISMO MERCANTILE 1750-1900

- Il FORDISMO 1900-1970

- Il CAPITALISMO DISTRETTUALE 1970-2000

- Il CAPITALISMO GLOBALE DELLA CONOSCENZA

IN RETE post-2000

OGNI VOLTA CHE CAMBIA IL PARADIGMA PRODUTTIVO SI APRE UNA STAGIONE DI MIS-MATCHING

IN CUI

IL VECCHIO NON FUNZIONA PIU’, IL NUOVO NON FUNZIONA ANCORA

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DIVERSI MODI DI VEDERE IL MIS-MATCHING ATTUALE

Per chi adotta la visione della CRISI, la modernità è malata e la crescita da essa innescata è destinata a regredire. In tre modi possibili:

depressione temporanea (la luce in fondo al tunnel) = i media e la main stream degli economisti del ciclo

decrescita felice (rinunciamo al superfluo per salvare il nostro benessere e il pianeta)= Serge Latouche

stagnazione secolare (crisi permanente, motore inceppato nelle sue basi fondamentali) = Robert Gordon

Per chi adotta la visione della TRANSIZIONE, la modernità sta preparando una fase nuova (il cambiamento di paradigma) attraverso l’energia potenziale di GRANDI TRASFORMAZIONI attraverso:

- innovazioni che siano in grado di catturare la forza delle nuove possibilità tecnologiche e dei trend che segnano la transizione

- investimenti e assunzioni di rischio nell’esplorazione del nuovo

- comportamenti responsabili e inclusivi per ricostruire un paradigma coerente mentre il vecchio viene de-costruito

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IL MONDO IN RIVOLUZIONE

PAESI 2000 2007 2014 Popolazione 2014 quota% densità ind.* Cina 8,3 14,3 32,8 18,9 174 India 1,7 2,8 2,7 17,8 15 Brasile 2,0 2,6 2,6 2,8 92 Russia 0,8 2,1 1,9 2,0 95 BRIC tot. 12,8 21,8 40,1 41,5 96 Stati Uniti 24,5 17,7 14,1 4,4 320 Giappone 16,0 9,5 6,2 1,8 344

Germania 6,7 7,5 5,3 1,1 481 Italia 4,2 4,5 2,5 0,8 312 Francia 4,0 3,9 2,5 0,9 278 Corea (sud) 3,2 3,9 3,7 0,7 529 Paesi avanzati tot. 72,4 60.0 43,7 12,9 339

* Numero indice della produzione manifatturiera pro-capite (media mondiale = 100)

ricavato come quota manifattura / quota popolazione (nostre elaborazioni) Dati Global Insight, elaborazioni CSC (Scenari industriali novembre 2015

Quote % su produzione manifatturiera mondiale a prezzi e dollari costanti

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IL MONDO CRESCE, MA L’ITALIA, DOPO IL 2007, ARRETRA IN MOLTI SETTORI CHIAVE

SETTORI M O N D O I T A L I A 2000=100 2007 2013 2007 2013 Elettronica 175,8 222,7 61,4 43,9 Computer 152,0 181,7 6,6 0,7 Macchine e appar. 140,5 160,4 102,8 68,6 Apparecchi elettrici 129,0 156,5 73,5 57,4 Prodotti in metallo 124,8 131,2 115,6 66,1 Metallurgia 144,0 168,5 110,8 90,9 Chimica 134,8 155,0 102,0 84,5 Alimentare 122,5 144,4 110,7 107,2 Auto 137,9 154,1 90,5 47,8 Tessile 118,9 139,6 79,4 51,9 Abbigliamento 99,8 117,0 101,2 82,0 Mobili 115,5 113,7 92,4 70,8 Pelletteria 99,9 124,6 67,9 51,4 ……… Totale manifattura 126,3 136,1 99,6 74,5

* Dati Global Insight, elaborazioni CSC, a prezzi e dollari 2005

Numeri indice della produzione nel Mondo e in Italia (2000=100)

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Un sistema fuori equilibrio

Comparazione dei costi del lavoro tra diverse aree concorrenti nell’economia globale, US dollars, anno 2012*

Norvegia 63,4 Nuova Zelanda 24,8 Svizzera 57,8 Singapore 24,2 Svezia 49,8 Corea 20,7 Danimarca 48,5 Israele 20,1 Australia 47,8 Grecia 19,4 Germania 45,8 Argentina 18,8 Finlandia 42,6 Portogallo 12,1 Austria 41,5 Rep. Ceca 11,9 Francia 39,8 Brasile 11,2 Olanda 39,6 Taiwan 9,5 USA 35,7 Ungheria 8,9 Giappone 35,3 Polonia 8,2 ITALIA 34,2 Messico 6,4 Regno Unito 31,2 Filippine 2,1 Spagna 26,8 * Compensation costs orari (paga + oneri nella media dei dipendenti della

manifattura) in dollari USA (BLS, Department of Labor, USA, 2012)

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Fuori dal campo visivo sono per ora rimaste ….

CINA e INDIA: due elefanti entrati nel negozio delle cristallerie, che ora cominciano a cadere Costi orari del lavoro rilevati dal Department of Labor US Anno 2003 ……. 2006 2007 2008 CINA 0,62 0,81 1,06 1,36 - Aree urbane 1,07 1,47 1,83 2,38 - Aree non urbane 0,44 0,53 0,64 0,82 % su costo USA 2,2% 2,7% 3,4% 4,2% INDIA 0,81 0,95 1,17 NA

Un piccolo confronto: ITALIA 2011 = 36,2 * Compensation costs orari pagati nella manifattura in dollari USA (BLS, Department of Labor, USA, dec 19, 2012)

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CHE COSA STA SUCCEDENDO?

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LA FILIERA DIVENTA IL NUOVO ORGANISMO PRODUTTIVO

La conoscenza codificata – replicabile e trasferibile - è diventata MOBILE e viene ATTRATTA dai luoghi dove trova lavoro e altre risorse complementari a condizioni convenienti

Nei paesi di origine rimane la conoscenza generativa, che è difficilmente replicabile e trasferibile essendo legata alle persone e al contesto che l’hanno prodotta

Il valore viene co-prodotto con l’apporto di molti partecipanti (fornitori, terzisti, system integrators, distributori, comunicatori, operatori logistici, consumatori finali, ricercatori) che forniscono alla filiera il mix necessario di conoscenze codificate e generative

La co-produzione assegna queste attività a più paesi, aumentando così i moltiplicatori e sfruttando le differenze, e alla fine distribuisce il surplus co-prodotto tra di essi

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Avere nuovi occhi: DAL CALCOLO AD ALTRO: UNA RAZIONALITA’ PIU’

COMPLESSA

Il modello astratto del calcolo utilitaristico (homo oeconomicus) che semplifica il mondo in standard impersonali non reggono più, perché bisogna affrontare la vertiginosa crescita della complessità nella gestione di una filiera in cui aumentano – insieme - la varietà, la variabilità, l’interdipendenza e l’indeterminazione

Per gestire la complessità in aumento bisogna immaginare

il possibile, interpretare il nuovo, valutare le aspettative, assumere il rischio delle decisioni prese, trattare con gli altri soggetti della filiera la distribuzione del surplus: lo possono fare solo le persone, con le loro attitudini e la loro unicità

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MAN MANO CHE LA COMPLESSITA’ AUMENTA, L’ECONOMIA SI RI-PERSONALIZZA

PERDITA DI CONTROLLO sui processi

avviati

Circuiti che AMPLIFICANO

e energie LATENTI

Dobbiamo imparare a trarre valore dalla COMPLESSITA’

Ossia dalla VARIETA’, dalla VARIABILITA’ e dall’INDETERMINAZIONE del mondo

Paesi emergenti

(Cina, India, …) Finanza

Mass media Mode, stili di

vita Tecnologia

Dal mondo dei BISOGNI

a quello dei DESIDERI

Libertà soggettiva di scelta

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Per fronteggiare la complessità, usiamo la CONOSCENZA in due forme diverse

La conoscenza codificata ORDINA il mondo per renderlo

REPLICABILE

La conoscenza generativa CREA NUOVI MONDI

aumentando lo SPAZIO DELLE POSSIBILITA’

La conoscenza codificata delle MACCHINE (replicabile, trasferibile) deve integrarsi

con la conoscenza generativa degli UOMINI (unica e localizzata)

Intelligenza tecnica

MACCHINE

Intelligenza creativa

PERSONE

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NELLA FILIERA GLOBALE, CAMBIA IL MODO DI USARE LA CONOSCENZA

1. I grandi moltiplicatori del valore ottenuti col ri-uso su grande scala delle conoscenze codificate nelle filiere globali generano enormi surplus per le filiere che si globalizzano e digitalizzano (ogni uso addizionale crea valore ma non costi)

2. Questi surplus sono però temporanei perché i prezzi (di concorrenza) dopo qualche tempo cadono verso i costi, abbattendo i margini: per ricostituirli serve l’uso di conoscenza generativa che innova, adatta o rinnova i prodotti

3. Il surplus generato dalla filiera viene distribuito in funzione del potere contrattuale dei partecipanti (imprese, lavoratori, paesi) = dipendente dal fatto di essere più o meno sostituibili

4. Chi possiede le conoscenze generative – che sono la risorsa scarsa e distintiva nelle filiere globali – è in grado di “catturare” una parte consistente del surplus, ma la deve re-investire = creando nuovi posti di lavoro qualificato e nuovo reddito nei paesi ricchi, in sostituzione di ciò che è stato delocalizzato

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A QUESTO FINE, SERVE PIU’ IMPRENDITORIALITA’, MA ANCHE UNA IMPRENDITORIALITA’ DIVERSA

L’IMPRENDITORE volente o nolente si trova al centro di queste trasformazioni, non solo come funzione (innovazione e investimento a rischio) ma anche come persona (visione, cultura, legami familiari e sociali, rappresentanza)

Globalizzazione e digitalizzazione stanno creando un nuovo ambiente di vita e di lavoro: i rischi di rimanere esclusi dal nuovo e invischiati nel vecchio ci sono per tutti: imprese, imprenditori, lavoratori, territori ecc.

Se i rischi crescono e il contatto col nuovo non viene praticato con iniziative coraggiose, c’è la concreta possibilità che in Italia si verifichi un gap qualitativo e quantitavo nell’offerta di imprenditorialità

Abbiamo bisogno di pionieri che traccino il cammino e lo rendano riconoscibile agli altri: abbiamo bisogno di nuove alleanze tra gli innovatori nei diversi ruoli

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IN UN MONDO INSTABILE E COMPLESSO

il futuro non si prevede, si fa

ATTREZZANDOSI PER ESPLORARE LO SPAZIO DEL POSSIBILE

ossia

- credendo nelle proprie idee

- investendo per la loro realizzazione e prendendosi i rischi relativi

- convincendo gli altri ad aderire ad una visione condivisa delle cose

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Nel fare il futuro, LE PERSONE CONTANO

L’intelligenza delle imprese dipende da quella della persone che le compongono e dalla forma della loro inter-azione organizzata, dialogica

• i giovani hanno idee e credono in progetti diversi dai più anziani: il ricambio personale e imprenditoriale nelle aziende costituisce un problema di prima grandezza non solo per la successione alla guida, ma per l’arricchimento culturale delle aziende

• la presenza attiva delle donne, in ruoli imprenditoriali, professionali o di lavoro dipendente comporta lo sviluppo di atteggiamento e di una sensibilità diversa da quella di un’azienda dove i posti di responsabilità sono assegnati soltanto a uomini

IL CLIMA AZIENDALE CREATO DAI RAPPORTI DIALOGICI TRA LE PERSONE E’ FONDAMENTALE CAMBIARE INSIEME

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QUALI TALENTI SERVONO?

Ad ogni tappa dello sviluppo servono attitudini e capacità differenti:

in parte questi “talenti” sono naturali, riguardando le singole persone o le varianti genetiche presenti in una certa popolazione

in parte possono essere appresi nel momento in cui servono

in larga misura attitudini e capacità derivano dai ruoli e dalle esperienze che hanno differenziato la storia dei generi, delle età, dei luoghi nei vari paradigmi produttivi

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PERSONE E TALENTI AL SERVIZIO DELLA GRANDE TRASFORMAZIONE

• La transizione attuale procede sulla spinta di alcune innovazioni dirompenti (disruptive) che modificano la nostra concezione dello spazio e del tempo, creando un nuovo ambiente di vita e di lavoro.

• Due soprattutto:

– la globalizzazione dei mercati;

– la digitalizzazione delle conoscenze.

• Nello spazio cadono le barriere politiche, logistiche e comunicative che separavano in precedenza i diversi ambienti di vita e di lavoro;

• Nel tempo aumenta la velocità dei processi di interazione, propagazione e produzione

• Ne derivano quattro grandi onde che muovono la transizione in base al potenziale di valore che contengono

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Le quattro onde innescate da globalizzazione e digitalizzazione nel mondo post-2000

ATTIVAZIONE DELLE

DIFFERENZE

AUTOMAZIONE

NETWORKING

GLOBALIZZAZIONE e DIGITALIZZAZIONE

WORLDMAKING

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ATTIVAZIONE DELLE DIFFERENZE

1) L’implosione dello spazio (trasporti, comunicazioni, smaterializzazione) e la velocizzazione del tempo di risposta (interazione in rete) creano le condizioni per un contatto ravvicinato tra diversità che nella storia si sono create sulla base di barriere e confini che non ci sono più (potenziale di conflitto e di valore)

2) Lo sviluppo di filiere e di reti cognitive globali favorisce la specializzazione/integrazione tra le parti nella logica di una più intensa e pervasiva divisione globale del lavoro intellettuale e materiale

3) Il contatto ravvicinato tra differenze storiche e culturali crea contaminazione (nel bene e nel male) e induce ciascuno a definire una identità nuova, che sia distintiva e utile (importante ma poco sostituibile) nelle filiere globali di appartenenza

4) Gli integratori (come le piattaforme connettive che organizzato la nuova divisione del lavoro: Google, Facebook, Booking, ecc.) hanno un ruolo decisivo nell’attivazione delle differenze, e ne prendono un vantaggio monopolistico conseguente (perché le reti connettive sono strutture a rendimenti crescenti, difficilmente scalzabili una volta affermate)

5) Diversity Management nelle organizzazioni e riconoscimento delle differenze tra territori nel management delle multinazionali

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NETWORKING

1) Economia dell’accesso invece del possesso proprietario

2) Condivisione possibile nella sharing economy

3) Service dominant logic come criterio universale di relazione nelle filiere (anche nella manifattura industriale) salvo beni low cost (commodities)

4) Importanza dell’interazione col cliente 5) Open innovation nei circuiti esterni e organizzazione

orizzontale (a rete) all’interno delle singole aziende

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AUTOMAZIONE

1) Produzione on demand (lotto uno, interazione decisionale col cliente, velocità comunicativa e logistica)

2) Distribuzione delle funzioni della filiera nello spazio globale, specializzazione delle unità e dei territori coinvolti

3) Riduzione della dimensione delle singole unità di filiera, con valorizzazione delle funzioni a valle di presidio del cliente finale

4) Makers, artigianato e flessibilità nel servizio personalizzato e creativo reso al cliente (specie nell’”ultimo miglio” della filiera): reti cognitive sempre più estese, reti operative corte, vicine alla domanda finale

5) Nuova interconnessione logistico-comunicativa delle filiere

6) Macchine intelligenti e uomini competenti alla ricerca di una nuova relazione capillarmente diffusa, in tutte le attività (compresi terziario e consumo) = nuova età delle macchine

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WORLDMAKING

1) Creazione di significati che si propagano nelle reti di comunicazione (con i moltiplicatori conseguenti)

2) Marchi e reputazione che creano valore per il consumatore finale (riconosciuto nel prezzo)

3) Social networks: un nuovo modo di vivere, e (talvolta) di lavorare, empatia (positiva o negativa) dello «stare in rete» con altri e con i «like»

4) Messaggi virali che si propagano in modo rapidissimo, destabiizzando precedenti assetti e convinzioni e creando opinioni spesso poco fondate

5) Comunità di senso che emergono e si auto-selezionano nelle reti generali, intorno ad un modo comune di leggere la vita e il lavoro

6) Condivisione etica, beni comuni, comportamenti responsabili sociale, sostenibilità ambientale e sociale

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Avere nuovi occhi:

LA NUOVA RAZIONALITA’

EMERGENTE

NECESSARIA PER GESTIRE LA COMPLESSITA’ con cui abbiamo a che fare

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Le scelte vengono fatte al crocevia tra i tre assi portanti una relazione circolare

SENSO Passaggio dai bisogni ai

desideri

LEGAME Condivisione della

conoscenza, dei commons e dei rischi

Ibridazione con mercato, welfare pubblico, reti profit per moltiplicare il

valore del servizio offerto

Reti, cooperazione, capitale sociale, dono

VALORE Investire in conoscenze che

sono sostenibili solo se replicate

Senso nel lavoro, nel consumo, nella produzione

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“Creating shared value. How to reinvent capitalism”

• Con questo titolo Porter e Kramer (su Harvard Business Review 2011) suggeriscono alle grandi imprese americane di “re-inventare” il capitalismo adottando una logica di shared value

• Il valore co-prodotto nelle filiere globali e nelle reti di collaborazione (con fornitori, clienti, lavoratori diversamente posizionati) deve essere distribuito tenendo conto del punto di vista e delle esigenze competitive dei diversi partners (non è più sufficiente usare in modo egoista il potere di mercato)

• Il senso che un prodotto ha per il consumatore (che lo paga) e per i co-produttori in filiera comprende anche la sostenibilità e la responsabilità ambientale e sociale

• La circolarità dei processi sostenibili aumenta l’efficienza nell’uso delle risorse potenziando i legami interni ed esteni all’azienda

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• Creazione di senso e costruzione di legami vanno bene per esplorare le situazioni complesse e nuove: ma sono costosi in termini di tempo, di attenzione, di investimenti richiesti

• Per giustificare l’investimento affettivo e finanziario richiesto, bisogna usare tutto ciò che è standardizzabile e riproducibile in modo efficiente, ossia riducendo al minimo i costi = per operazioni a bassa complessità occorre usare gli automatismi della modernità (tecnologia, macchine, mercato, calcolo, procedure e norme astratte)

• Bisogna anche trasformare il senso e i legami in un valore differenziale, spendibile sul mercato

• Il mercato - e con esso la tecnica, il calcolo ecc. - non sono dunque da contrapporre alla logica del senso, del legame e del valore utile (soggettivo), ma devono essere usati in sinergia, senza delegare agli automatismi il controllo totale della situazione

Ma gli automatismi che presidiano il CALCOLO DI EFFICIENZA servono ancora, purchè non

comandino sul resto

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1. in risposta alla domanda di senso, lo scambio di utilità (mercato) e la norma pubblica (servizio, regolazione) si affiancano con l’appartenenza comunitaria, la condivisione etica, il principio di responsabilità e reciprocità

2. In risposta alla domanda di legame il rapporto di indipendenza (privato) o di dipendenza (pubblico) evolve verso i LEGAMI DEBOLI delle reti di dialogo, interazione, comunicazione, personalizzazione

3. in risposta alla domanda di valore il calcolo di convenienza economica ad assumere il rischio di investimento si associa con la voglia di esplorare il futuro, di assumere rischi comuni, di mettere in valore i commons della conoscenza sociale e dell’ecologia naturale

Il crocevia tra senso, legame, valore genera continuamente significati nuovi

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Portatori di SENSO = NOI ci organizziamo per creare insieme un mondo da abitare

• l’Impresa Responsabile, il produttore ecologico, la Banca Etica, il professionista che segue una deontologia, la filiera che stabilisce un suo codice condiviso

• Smart cities e cittadinanza attiva che si auto-organizzano in funzione di visioni comuni

• Software open source: volontariato del programmatore intelligente, Wikipedia

• Welfare condiviso: iniziative individuali e aziendali nell’assistenza si giovani, agli anziani, ai malati, ai disabili ecc.

• Associazioni culturali, estetiche, ludiche, religiose ecc. che si ritrovano per fare esperienza insieme

= danno significato (senso) al FARE INSIEME per uno scopo comune

Come è affollato il crocevia (1)

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Portatori di LEGAME = noi e gli ALTRI

• La famiglia: assunzione di rischi e obiettivi comuni sulla basi di un legame parentale (impresa familiare, welfare familiare, cura, ecc.)

• La rappresentanza degli interessi, che genera azioni collettive

• la sharing economy e la cooperazione produttiva che mettono a fattor comune l’interesse per forme condivise di produzione di valore

• reti di imprese e legami stabili tra fornitori e clienti stabili di una filiera, tra i quali cui si stabilisce un legame fiduciario non soltanto contrattuale

• la comunità locale: gestire insieme i problemi, offrire e trovare aiuto negli altri

• reti professionali che aiutano a imparare il mestiere e possono evolvere in comunità professionali

• la cooperazione sociale che parte dai bisogni e crea i legami necessari per rispondervi

• il commercio equo e solidale e altre forme di socialità responsabile

= creano e arricchiscono di significato una relazione (legame)

Come è affollato il crocevia (2)

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Portatori di VALORE = RENDERE SOSTENIBILI GLI

INVESTIMENTI COMUNI

• rigenerare il capitale sociale: il territorio, che si trova in concorrenza con altri territori, si imprenditorializza e attrae gli investimenti esterni con la sua differenza

• vendere idee e non prodotti: il made in Italy che converge verso alcuni stili di vita, significati socialmente condivisi, modi riconoscibili di produrre e di vivere

• valorizzare i commons ambientali (acqua, aria, boschi, ecologie viventi) e sociali (paesaggio, storia, cultura, tradizione) anche attraverso il mercato o le reti che li apprezzano, attivando processi dotati di circolarità sostenibile

• valorizzare la conoscenza sociale dando valore economico al sapere collettivo in modo da poterlo rialimentare con investimenti appropriati

= traducono in valore il senso e il legame, rendendo convenienti gli investimenti fatti allo scopo e dunque rendendo sostenibile il processo nel corso del tempo

Come è affollato il crocevia (3)

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vivere lavorare consumare gestire insieme il mondo da abitare

Queste idee possono diventare: a) campi di impegno nel sociale o in esperienze comunitarie, ricche di identità b) business redditizi perché la capacità di spesa si mobilita ormai dal basso RENDENDO COSI’ CIRCOLARE E SOSTENIBILE IL

CIRCUITO SENSO-LEGAME-VALORE

In questo crocevia nascono le

COMUNITA’ DI SENSO

centrate sulla condivisione di una IDEA MOTRICE che riguarda il modo di:

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Avere nuovi occhi:

LA NUOVA MODERNITA’ DEI

SERVIZI

CAMBIANO I MODELLI DI BUSINESS

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LA NUOVA (possibile) MODERNITA’ DEI SERVIZI

Le tecnologie digitali (dal 2000 in poi: Internet) stanno cambiando alla radice il ruolo dei servizi, perché rendono stoccabile e trasferibile l’immateriale digitalizzato

Se la prestazione immateriale è ben codificata (ad esempio un’informazione, un programma, una app, un catalogo, un pagamento, il testo di un libro, una foto) essa può essere fornita a distanza (nel tempo e nello spazio) a costo zero, con effetti anche superiori a quelli del prodotto materiale

Se la prestazione immateriale non è codificata (ad esempio una lezione o una dimostrazione commerciale) essa può essere lo stesso comunicata a distanza (nel tempo e nello spazio) ma con un certo costo perché devono intervenire degli uomini per formulare il messaggio e interpretarlo

IN AMBEDUE I CASI I SERVIZI POSSONO ESSERE PRODOTTI E VENDUTI IN VOLUMI

PIU’ ELEVATI (con ri-uso della conoscenza) o PLASMATI INTERATTIVAMENTE CON LA DOMANDA (con aumento della

qualità e del valore unitario del servizio fornito)

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SALTANO I VECCHI CONFINI

L’industria tende a terziarizzarsi perché arricchisce di prestazioni immateriali (marchi, significati, esperienze) i prodotti materiali e sposta gli investimenti su queste funzioni;

Il terziario può adesso utilizzare una logica industriale, contando su economie di replicazione delle conoscenze che in passato gli erano precluse

In ambedue i casi si cerca di rendere flessibile il proprio modo di operare in modo da lavorare on demand

Questo presuppone una interazione stretta (comunicativa e anche operativa) tra tutti i livelli della filiera (dalla componentistica fino al consumatore finale): es. il settore della moda che viene a dipendere dalla velocità di riassortimento dei negozi e dunque dalla velocità logistica impiegata

TUTTI I PRECEDENTI POSIZIONAMENTI COMPETITIVI

ENTRANO IN MOVIMENTO

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TRE PERCORSI DI EVOLUZIONE PER I SERVIZI

La de-costruzione delle vecchie filiere e la ri-costruzione di nuove forme di divisione del lavoro può prendere tre strade: 1) DISINTERMEDIAZIONE DEL SERVIZIO che accorcia

la filiera stabilendo un contatto diretto tra gli operatori a monte e quelli a valle, e by-passando gli operatori delle fasi intermedie = ri-personalizzazione pilotata dall’industria e/o dal consumatore attivo

2) INDUSTRIALIZZAZIONE DEL SERVIZIO che sfrutta le nuove possibilità di relazione a distanza per aumentare l’ampiezza della domanda servita con l’uso di un prodotto standard = nuova spersonalizzazione per uso replicativo di conoscenza codificata

3) QUALIFICAZIONE DEL SERVIZIO che valorizza la prestazione personalizzandola, arricchendola di significati, associandola a esperienze coinvolgenti = ri-personalizzazione da intelligenza relazionale emergente nel terziario.

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L’INTERMEDIAZIONE COMMERCIALE E’ GIA’ STATA INVESTITA DA QUESTA TRASFORMAZIONE

Se sono gli altri a prendere l’iniziativa e a monopolizzare l’intelligenza relazionale il risultato, per gli attuali commercianti, può essere quello di ESSERE SEMPLICEMENTE BY-PASSATI = DISINTERMEDIAZIONE, che mette direttamente a contatto produttori di beni e servizi con gli users, senza bisogno di intermediari (in crescita nell’e.commerce e nelle catene proprietarie di vendita, gestite direttamente dalle imprese manifatturiere, nei farmer markets della filiera corta agricola)

Un’altra possibilità è l’INTERMEDIAZIONE LOW COST, che standardizza la funzione su alcune COMMODITIES e riduce i margini rendendo possibile solo una produzione di massa del servizio

Una terza possibilità è quella della INTERMEDIAZIONE DI QUALITA’ che assegna all’intermediario una funzione di auto-organizzazione riconosciuta dagli altri attori della filiera nella CO-INNOVAZIONE, nella creazione di SIGNIFICATI E LEGAMI, nella PERSONALIZZAZIONE, nelle GARANZIE per gli users, nella MODULARIZZAZIONE e CERTIFICAZIONE del servizio

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UN’EVOLUZIONE SIMILE RIGUARDA IL TURISMO

Se sono gli altri a prendere l’iniziativa e a monopolizzare l’intelligenza relazionale il risultato può essere quello di ESSERE SEMPLICEMENTE BY-PASSATI = TURISMO FAI-DA-TE con il minimo ricorso a servizi specializzati di accoglienza, ristorazione, divertimento, esperienza dei luoghi e della loro cultura (auto-organizzazione di chi domanda, che cerca e incontra chi offre case, auto, pasti, esperienze)

Un’altra possibilità è il TURISMO LOW COST, che standardizza la funzione su alcune COMMODITIES e riduce i margini rendendo possibile solo una produzione di massa del servizio

Una terza possibilità è quella del TURISMO DI QUALITA’ che assegna all’operatore turistico una funzione di auto-organizzazione riconosciuta dagli altri attori della filiera nella CO-INNOVAZIONE, nella creazione di SIGNIFICATI E LEGAMI, nella PERSONALIZZAZIONE, nelle GARANZIE per gli users, nella MODULARIZZAZIONE e CERTIFICAZIONE del servizio

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STESSE ALTERNATIVE PER I PROFESSIONISTI

Se sono gli altri a prendere l’iniziativa e a monopolizzare l’intelligenza relazionale il risultato può essere quello di ESSERE SEMPLICEMENTE BY-PASSATI = procedure e software ad hoc possono DISINTERMEDIARE il sistema, mettendo direttamente in contatto banche e clienti, fisco e contribuenti, istituzioni che rilasciano permessi e richiedenti degli stessi

Un’altra possibilità è il SERVIZIO PROFESSIONALE LOW COST, che standardizza la funzione su alcune PROCEDURE STANDARD e riduce i margini rendendo possibile solo una produzione di massa del servizio

Una terza possibilità è quella del SERVIZIO PROFESSIONALE DI QUALITA’ che assegna al professionista una funzione di auto-organizzazione riconosciuta dagli altri attori della filiera nella CO-INNOVAZIONE, nella creazione di SIGNIFICATI E LEGAMI, nella PERSONALIZZAZIONE, nelle GARANZIE per gli users, nella MODULARIZZAZIONE e CERTIFICAZIONE del servizio

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CAMBIARE I MODELLI DI BUSINESS

I precedenti assetti delle imprese, dei territori, del lavoro non reggono più:

• c’è un problema di costi (lavoro, energia, tasse, regole): come compensare lo svantaggio di costo nei confronti dei concorrenti low cost?)

• c’è un problema di qualità (competenze, capacità, innovatività): come superare il gap nei confronti dei competitors eccellenti a scala mondiale?

• La concorrenza di costo e di qualità riguarda certo le imprese (che l’avvertono per prime), ma riguarda ancora di più i territori e le persone, che sono ancorati ad una storia e ad un contesto assai difficile da cambiare

• Non c’è una risposta unica: il sentiero da percorrere è diverso a seconda della storia che si ha alle spalle, e che è diversa per ciascuna impresa e per ciascuna persona.

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LA SFIDA: SOPRAVVIVERE E PROSPERARE IN

UN MONDO DIVENTATO INSTABILE

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L’instabilità (che scoraggia la domanda di investimenti e di beni durevoli) è oggi diventata strutturale (oltre la crisi) perché negli ultimi decenni ha preso forma una massa di interdipendenze non governate: 1. La globalizzazione si è sviluppata in uno spazio non regolato (oltre i confini nazionali) in cui c’è economia globale ma non Stato. 2. I valori relativi alla conoscenza e agli assets immateriali sono basati non sull’esistente (costi di riproduzione) ma su attese del futuro che possono fluttuare senza limiti (una conoscenza può valere da zero a un milione a seconda di come evolve l’imprevedibile sistema dei possibili usi) 3. Il funzionamento degli automatismi che hanno reso efficiente la modernità ha dato luogo a esiti dissipativi che determinano situazioni di insostenibilità nell’ambiente e nella gestione di altri beni comuni (conoscenza sociale, cultura, storia, identità collettive ecc.)

Viviamo e vivremo in un mondo instabile

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La società del rischio è tra noi

dal 2000 in poi, e specialmente con la crisi 2008-14, vengono meno i precedenti ammortizzatori sociali del rischio (il potere di controllo della grande impresa, l’intervento correttivo dello Stato)

il RISCHIO torna sulle spalle del singolo lavoratore e della singola impresa. Con tutte le conseguenze del caso: = INSICUREZZA DEL LAVORO

L’instabilità genera PER TUTTI una condizione di rischio diffuso ma deve essere considerato ex ante, costruendo un sistema di relazioni che sia in grado di distribuire e condividere il rischio = flessibilità dei sistemi produttivi, prezzi e compensi legati ai risultati, partecipazione a progetti di innovazione condivisa

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Il rimedio all’instabilità passa oggi per una innovazione di fondo, che interessa il modo di relazionarsi di imprese, persone e istituzioni: il recupero della GOVERNANCE del sistema affidato a processi di auto-organizzazione che nascono dal basso, dai diretti protagonisti (imprenditori, lavoratori, risparmiatori banche, istituzioni locali ecc.) Il punto di partenza dell’auto-organizzazione è dato dai legami (distretto, filiere, associazioni, reti, cooperazione, città, Stati nazionali), che si stabiliscono al di là del rapporto di puro mercato I legami possono favorire comportamenti collaborativi che superano l’”impazienza” dei rendimenti a breve (capital venturing, fondi) e favoriscono investimenti in innovazione sostenibile e la responsabilità sociale

La cura dell’instabilità: l’auto-organizzazione

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La rete è la forma di coordinamento necessario per gestire la produzione, lo scambio e l’uso della conoscenza Nella rete si rimane autonomi, ci si specializza ma la condivisione delle conoscenze avviene entro la cornice di una relazione di reciproco interesse a favorire l’apprendimento degli altri e a rendere durevole il rapporto La rete non è né puro mercato (indipendenza) né pura gerarchia (dipendenza), ma una forma dialogica di interdipendenza Quello che conta, per uscire dalla crisi, è imparare ad usare bene la conoscenza in rete, sfruttando i vantaggi della sua moltiplicazione e condivisione.

….. poi, ovviamente, bisogna guadagnarci e investire nella sua ulteriore produzione

Ad esempio: IMPARARE A LAVORARE IN RETE

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Ad esempio: IMPARARE A CONDIVIDERE IL RISCHIO

L’instabilità genera una condizione di rischio diffuso che non possiamo limitarci ad affrontare ex post con rimedi eccezionali (interventi dei governi, ammortizzatori sociali) IL RISCHIO DEVE INVECE ESSERE CONSIDERATO EX ANTE = costruire le ISTITUZIONI DEL CAPITALISMO FLESSIBLE Ossia: un sistema di relazioni e di regole che è in grado di distribuire e condividere il rischio nel suo normale funzionamento = INNOVAZIONI RICHIESTE: Flessibilità e creatività nei sistemi produttivi (produzione on

demand, co-creazione di significati e di valore) Distribuzione concordata del surplus co-prodotto (prezzi e

compensi legati ai risultati) Co-investimento impresa-lavoro sulle capacità professionali a

medio-lungo termine (contratti di partnership) partecipazione di fornitori, clienti, professionisti, banche a

progetti di innovazione condivisa

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E’ PIU’ FACILE INVESTIRE E ASSUMERE RISCHI SE IL PROGETTO DI COSTRUZIONE DEL FUTURO E’ CONDIVISO, SE I COSTI SONO DISTRIBUITI E I BENEFICI O LE PERDITE SONO APPOGGIATE AD

UNA PLATEA AMPIA DI PARTECIPANTI =

SOCIETA’ IMPRENDITORIALE CONSAPEVOLE

che dà spazio all’intelligenza diffusa delle reti imprenditoriali e del lavoro che innova recupera il ruolo delle persone e dei legami nell’organizzare reti capaci di reggere alla complessità acquisisce una visione sperimentale, pro-attiva del futuro possibile, impegnandosi nella sostenibilità e responsabilità delle soluzioni adottate crea visioni condivise del mondo, mete comuni da raggiungere, regole di distribuzione dei rischi e degli investimenti fatti da ciascuno torna ai COMMONS (beni comuni) come forma essenziale della produzione cognitiva di oggi Stabilisce forme di governance non burocratiche e non rituali di queste risorse

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Rullani E, Sebastiani R., Corsaro D., Mele C. (2015), Intelligenza relazionale. Nuove idee per l’economia dei servizi, tLab CFMT, Angeli, Milano

Rullani E., Sebastiani R., Corsaro D., Mele C. (2014), Sense-Making. La nuova economia del valore, Franco Angeli, Milano, 2014

• Rullani E. (2014), “Territori in transizione”, in Cappellin R., Marelli E., Rullani E. e Sterlacchini A. (a cura di), Crescita, investimenti e territorio. Il ruolo delle politiche industriali e regionali, Website “Scienze Regionali” (www.rivistasr.it), eBook

• Rullani E., Modernità sostenibile. Idee, filiere e servizi per uscire dalla crisi, Marsilio, Venezia, 2010

• Bonomi A., Rullani E., Il capitalismo personale. Vite al lavoro, Einaudi, Torino, 2005

• Rullani E., La fabbrica dell’immateriale, Carocci, Roma, 2004

• Rullani E., Economia della conoscenza. Creatività e valore nel capitalismo delle reti, Carocci, Roma, 2004, traduzione tedesca Ökonomie des Wissens. Kreativität und Wertbildung im Netzwerkkapitalismus, Verlag Turia Kant, Vienna, 2011