Internicola - Vie Di Comunicazione

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VIE DI COMUNICAZIONE

Giuseppe Vito InternicolaRlcercstore - Castellammare del Golfo

L'uorno muove j suci passi, traccia

vie eel itinerari nel rerritorin in cui abita,non a CMS(');, rna spinto da raglcne, Vuol

soddisfare Te sue esigenze el i rapporto

nn1a11:0ed; tipo economico: Ie -yie gI L

consenWnm el i dominare il territ0rio,cli

gar.antiJ:e la sua sopravvlvenza, di eserct-

tare, le sue at: t!_vitf1 di tipo ~L'grlc01o e e li

allevamento, e li tipo industriale, ar'tigia~

nale 0 ·c0mmereiale. L'irrvestigare sulle

vie percorse dall'uerno nella sua storta

non puo flGI1 tenere conto el i una seriedi censiderazioni legate al vissuto qllOti-

diana eel in partleolare dei I.nezzi utillz-zati dalJ'OOlD.0 per i suoi spostamenti.

Tali mezzi (peroorsi a piedi, FJercOl:sl.n

dorsa el i cavallo, rrmle 0 asino, percorsi S,Uletrighe, percorsi $U carri 0 eau0Z·ze

ecc.) pe r secoli sorio rrmasti itnmutati ( tel 112 [n110 richiesto tracciati semplici, che

"tenev<l110C0l1CO e li corrdiziorri anrbientali pili favorevoli. Tale fatt€! ha cemportato

una certa perrnanenza del ttacciati nei secoli, L'introduzione degll aurovelcnli al-

l'Imzio del secelo ha richiesto selciatl ben sttuttnrati, assetti e li strade con curve

e pendil ben regolati: spe:$ ' :1> O isentleri 'di I)rim<l'avevano preferito 121via piu bre-

ve, rneutre le strade nuove cereano la via ph) cornotla.

Acoennero brevemente alla stortadelle vie dell'agro ericino per rapidi 'flash',

con rlferimenLo. brevissimo alle varie tappe della storta millenarla della Cittfl del

Monte.

P e rio d o e lir n oErice in quanta luogo elevate e domhnante, quale centro eli altura prevvisto di BO-

lide 1 . 1 1 1 ] 1 ' a , ebbenn propric rerritorio popolato c o n villaggi mirrori. Nel la vasta area

elima assume un molo signifiGltivQ per la presenza el i un 0en[1'O 1"@1ig ios( ) comune,

con il ruolo quasi cassaforte delle citra, per la massa (11doni votivi che custodiva. Le

vie e li colleganrento, tnt il centro encino .ed i villaggi mlnori (spessoattestatl cla nu-

rnerose uecropoll ritrovate).e tra le dtt~lelirne (tra cui Segesta in particolare) eel Eri-

oe,. ct dovevano. senz'altre essere, rna non ci sono note.

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Periodo fenidoDal IV secolo a.C. alla 2" guerra punica Erice entra 'riell'orhita dei Fenici che fan-

no sentire vivissima la lora presenza: il santuario viene dedicate alia dea Ienicia Astar-

te, it circuito delle rnura viene risistemato ed ampliato, s.orge un emporium FOrse nei

presstdell'artualeBonagia. Erice diventa una vamposto punico per la maggiore sicu-

rezza delle zone costiere. Fdrse sono di tale pedodo iresti e li una via ancora visibili

in prossimita e li Corriino e nella piana e ll Sanguigno: in parecchi punti si nota la roc-

cia cavata da solehi per il passaggio delle ruote di antichi earn, in 1111punto si nota-

no demarcazioni del ciglio della strada e tracce e li strutture e li contenimenro, coo cip-

pi di delinutazlone della stessacon incise n segno el i 'T ; :111it ' . La via sorge nella stes-

so tracciato in cui in periode recente .si colloco la 'traazera del pacecoio' e fa pensa-re ad un collegamento tra Erice e la baia el i Buguto e i t sito e li Eraclea. L'attraversa-

menta del f iurne era previs to nello stesso luogo, it p ili fa vo rev ole < ;I< :;:1 1aona, incui i

Romani costruiranno ilponte.

D'altra parte imarinai che glungevano ad Erice per onorare Astarte con doni. \'0-

tivi e partecipare ai 'rill dell'amore' con le sacre jerodule, dovevano giungere via

mare attraccando aile rade di Buguto 0e li Bonagia e raggiungere il santuario su viepredisposte. ' ,

Periodo romanoErice non perde la sua importanza, E' frequentara cia funzionari [Ql11~l11i eel e sede

delcuito a Venere Ericina, con I suoi miti che favorirono l'ascesa el i Augusto. Gli im-

peratori curano il temple ed ordinano lavon el i ricostruzione eel abbellimento.

La viabtlita rornana, concepita per la prima volta in forma piu razionale su un pro-

gramma imposto dall'alto, con tracciati regolari, COli. solidissirno selciato, (;@11. stazioni

di sosta a determinati intervalli, doveva servire, oltre che al trasferimento dei procl.otti(ilgrana skiU,LHQnel nostro caso) e alla circolazione delle persone, innanzitutto al COi1-

trollo del territorio, consentendo lin rapido spostamento delle forze militari tra le citta

princlpali, [lingo il percorso piLl breve, perche gli ordini dati dal centro giungessero in

periferia il i )Lt l J'~iJji'd~ili1.enteossibile e perche degJi improvvisi eventi della periferia si

avesse notizia ne t 1 11 in6 r tempo. E' del 210 a.C, 1'1costruzione della via Valen;a che,at-

traversando la costa settentrionale della Sicilia, collegava Messana a Liliheum: ne ab-

biarno notizia elagli itinerari compilari in epoca Imperiale. Una diramazicne eli detta via

e confermara dalle fonti successive: dalla stazione "Aquae Segestanae" portava aile faI-

de del Monte Erice, sullo stesso rracclato sueui poi 51 artestera la "via ve(cMa r.hPa-

lermo', I collegamenti diretti Iinall can Ei'ice devevanoavvenire sugll stessi luoghi B U

cui 5 1 stabilizzeranno le successive "via S.Marco" e Ia "via del Pegno". L'lti1'lera1'iwn

Antonim: parla di un'altra via ''Per maritiima loca' che si doveva collocate pili prossi-

rna al mare, nel tratto Golfo e li Castellammare - Trapani, e cita come stazione "Aq u C 1 8

pertincianenses". Alcuni storici, seguiti da 1m gn~pp() e li geografi, tracciano I n via tutta

hJllg0 it mare, ponendo la srazione in prossimita e li San Vito, facendola quindl giun-

gere nella zona eli Custonaci e presso 11ponte che iRomani costrulrono it1 prossimira

della Linciasella. Altri, piu opportunamente termto conto delle difficolta naturali di ta-

luni versant: rnontuosi, ma anche delle distanze indicate nell'ltlnerariwn, hanna. col-

luca.to la stazione nella ZOO:;l tra Scopello e Visicari, ipotizzando un percorso sulle Ial-

de orrenrall del Monte Sparagio, presso cui in vade zone sono stati individuati iresti

el i numerosi insediamenti del periodo romano ed in particolare el i quello imperiale. Co-

munque ambedue ipossibili percorsi sl crmcludevano presso il ponte Citato, per at-

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travers are quindi 1 2 1 plana in cui e attestata una villa del perrodo Imperiale cia 1'l11a iscri-

zione can dedica 211proprietario Nlcornaco Giuliano, eta parte del suo procurators.La "via per maratima leu;d' doveva accedere ad Erice -tramite la "SCGl!r;t oecchis",

che ,sanl spesso nei perlodi successivi chiamata "via 1'01nCl11.d'.l Pugnatore, ad esem-

pic, nella sua Histaria di T ' ra p GWI : I ; del 1595, parlando della attivazione di una via cia

parte clegli Ericini per frequentare dagli inizi del sec. XIV Il santuario dell'Annunzlara

. e l i Trapani, fa presente che la via rornana fu in seguito quasi del tutto abbandonata.

Secondo le notizie date degli scrittori romani il territorio ericino cernprendeva l'in-

tera montagna.

Periodo medievaleNei periodi successivl delle invasienl barbariche e della. presenza bizantina, le vie

romane, non piu curate dane autorita, gradualmente decadono, rnentre si nota un ten-

tativo di creare structure fortificate a difesa delle poche fattorie e del pochi abitati ru-ran, dalla vita ormai un po' sterrtata,

Nel successivo periodo arabo Erice (chiamata Gebel Hamed). mantiene ilsuo sub-

stram cristiano, mentre la Z; C ) 113 agricola circostante e ampiamente bonificata con Il

sorgere e li numerosi casal] 0 'rnanzil', il cui nome ancora inuso ne tradisce l'origine

(Rachalgimir, Rachalas, Bumbuluni, Ruohalculeo, Handiriluara, ecc),

Conl'avvento. normanno ci e rramandato dai documenti dl l'6nclazione del vescovade

e li Mazara (1093) un assetto del territorio co n zone rurali occupate dagli arabi, ma dipen-

denti cia ' terre' o luoghi fortifieati, tenuti saldamente dai vincirori, collocati a gu t s a el i sta-

zioni lungo quello che restava dell'antica via Valeda, ed in' particolare nella nostra zona

Trapani e Calutarnerh. In ur i periodo immediatamente successive Eriee, ribattezzata Mon-

te San Giuliano, acqulsta un ruolo e e l un suo. territorio comprendente it t monragna, le pia-

ne .sottostantl e li Bonagia e Sangu igno, Ia zona che v a cia Custonaci a SanVito eel il corn-plesso del Monte Sparagio, E' adesso ).111 distretto indipendente in grade cUnutrire una

guarnlgione militare, per presidiare 1m territorio abitato Ingran parte dai musulrnani. Il ri -

pristinato legarne e li questi territori con ilcentro encino fece probabilrnente riprendere <In-

t:.id'li tracciati viari e sistemi el i spostarnento el i persone, prcdotti, rnerci e greggi,

Con Federico n 0$1eee aspro 10 scontro, gi'a laterite nei periodi precedenti, tra l'ele-

mento ambo e I'elernento latino, con la sconfitta del prlmo e l'abbandono dei casali ci-

tati, che con UJ] diploma dataro: 1241 vengono assegnati a Monte San Giuliano con un

arnpliarnento uotevole del suo territorio. Le vie nel nuovo ample territorio si sistema-

reno a mggjenl intorno alla cit ta sul Monte. SI scelgono percorsi natural! vantaggiosi,

funzionali in un .sistema per 1 0 pili chiuso, in cui le grandi 'vie' -han,no perse importan-

za, a favore el i spostamenti del. prodotti e delle merci solo in sede locale 0 'via mare'.

E' deldecennlo 1297-1300 il Reglstro del notaio ericino Giovanni Maiorana. In

parecchi documenti si acceuna a "viae regiae', come delimltazione di .determinatetenute agrieole, Prebabilmenre ci si riferisce ad ample strade sterrate, destinate alla

transumanza, dunque esentate dal pedaggio dovuto per l'attraversamento delle ter-

re od 1J cui usa comune era garantito appositamente dall 'autorita sovrana.

In un docurnentc si aocenna alla "scala uBccbiC;:' pel' Eries: eli un terrene sLd ice

che sl colloca "subtus de scala grande". Mettendo poi insieme le notizie e li vari do-

curnenti del. Registro, vengono alla luce nettarnentealcuni tracciati:

1 - Via Marittima: iriferimenti S0l10 Bonagia, Sant'Andrea, Sciare, Sanguigno, Custonacl;

2 - Via piu Interna ill collegarnento c1 ire t to con Erice: i riferimentl S0110 Ragosia,

Fico, Gianguzzo, Fontanarossa,

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3- Via coincidente con la 'via vecchia dt Palenho':i_ ufertrnenti sorio H~i.ndidl(Ja-

fa, Casalbianco, Milo, Difali.Da notare che della via veechia el i Palermo si ha unospecifico cenno nel docu-

mente til concessione del casali e li Federico II, come elemento e li delimitazione ad

oriente del tetritorie concesso alla U11.il letsitUs el i Monte San Giuliano.

E ta modernaLa situazione viaria non vario molto fino al 1600. E . riproposto all'attenzione un di-

segno che riproduce una pagina del manoscritto titolato "Erice antica e moderna ..."

e li Vito Carvinl della fine del 1600 (HiS, n.B Bibl, Com, Brice), perch€! quel che c'e e li

buono negli archivi non ritmlriga alimento el i pochi.

Seosserviamo lacarta, che da una visione corografica molto interessante dell'agro

encino, si nota subito il sistema delle terri sorte tra il '500 eel il '600 ad opera clegli

Spagnoli, per difendere II territClyio dalle S,cQrrerie turche e plratesche.

Trapani risulta ancora raccolta Dei suoibastioni rnurari e lontanada Erice. Sui ter-

ritorio pianeggiante spiccano il Santnario dell'Annunziara e la tonnara e terre e li San

Giuliano, Si nota la via vecchia di Palermo, che partendo dall'Annunziata inconrra

Dattilo, la fontana del Conte, la Pispisa, la Mendola,[)et giungere poi al flume che

scende cia Calataflmi e 211ponte presso le Aquae Segestanae.

E' accennata, oltre Lenzi, una traversa el i collegarnento con Erice el i tale via; e 1 (1

stessa che nelle carte posteriori e · delta Vi61 delle Lenei; che ragginngeva Erice toe-

cando il bevaio della Eico e quindi 121 "scala ueccbia".

La. carta individua poi una via interrnedia che scendeva tla Erice attraverso le fa-

M. Gebbia(f 1697), Pianta del territorio della ctua e li Monte SanGiuiiano, in V.Ccn.·Uil1i,

Erlee antica e ruoderna, Ms. 8 BCE

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rnose scale, oltrepassava S. Barnaba, rasentava la collina e li Ragosia, per dlrigersi al-

l'interno fino all'attuale zona di Crocevie e poi versoigrandi Ieudi ell Mocata, Bicci,Biro, Casrelluzzo e quindi verso la punta di S. Vito, gli antic hi feudi e1encati nella Isto-

ria della clUtt. del Monte Brice e li A. Cordici, vissuto tra il 1586 e il 1666.

E' tracciara anche una via, marirtima che, partendo cia oltre Bonagia, attraversa la

pianura e li Sanguigno, supera il flume chiarnato Custonacie continua fino alle pendi-

ci del monte Cofano. Da notare che nella zona mediana risulta ben elise-gnawed an-

cora in piedi it ponte romano ed e accennata una sorta e li viuzza el i collegamento tra

tale ponte e la via lunge 11mare.

1 tracciati .indicati nella carta non sono che strisce di tetra batture dal transite delle

greggj e che solo in alcuni rnomenti dell'anrio €! per brevissimi tratti erano percorribili

con piccelicarri. Nel disegno if : presente per Ja prima volta ilSantuariodi Custonaci (era

sorto cia cento anni appena) con la torre el i protezione. Era allora giii in LlSO it rita del

trasporto clel quadro ad Erice: il percorso seguito passa~:a per ilponte, seguiva la traz-

zera tiel Cavaliere clove prima e l i . giungere all'attuale VakLericeinca11tr~rva una SOJta (M

arco e li trionfo; l'A1T0 del C'c,IVtlt'iere, in. cui iporratori facevano scsta per essere ristosa-

ti al termine della salita dagli abiranri del peste (negli ultimi tempi da un quartuccio e li

vino e una pagnotta offerta dal barone Battiata). 11CfU1l111iflO riprendeva per la trazzera

sottostante Ragosla e quindi per la salita del Monte San Giuliano tramite la "scala sot-

tana", per giungere alia Chiesa della Grazia, presso cui iniziava Ia processione ed ll qua-

dro, estratto dana cassa che It) aveva contenuto nel trasporte, veniva portato ·alIa Matri-

ce, tenutoa spalla dal clero e dai rappresentanti delle farniglle pi:u nobill eli Erice,

n eonfronto can carte corografiche similari, presenti presso l'Archivio Municipale

(Ease. 9) 0 nel fonda della Biblioteca Comunale in Erice OV1s13 di B. Provenzani), COl,-

ferma in parte la struttura viaria descritta, Singolare l'Importanza data ill una e li que"

ste carte (Y. pagina seguenle) ad una via ehiamata via dellJ'lIon,te, via. e li cellegamen-

to fra la citra e il casrello el i Baida.Alrra cartadello stesso periodo viene data in esame per una documentazicne ph'! ampia.

Le v.ie fondamenrali non variarono malta fino al1700 .se osserviarno la jJ.rimacar-

tascientifica del 1724 cue interessa Ia zona. Si tratta della carra Schmettau e li recente

pubhlicata ria Liliana Doufour, Nella carra, che presenta anehe vie a percorrenza non

solo locale, non e plu segnara la ota oeccbia di Palermo, dopo le Aquae Segestanae

it tracciato risulra deviate piL l ad. ovest sulla linea Inici - S:ante jrin - Racab-Lentina -

Crocevie - Ragosia - Sca l a per Brice. E' presente nella carta un'altra via che, dopa. Ca-

stellummare e Scopello, sale sulla montagna per scendere verso la plana el J Castel-

luzzo, quindi Custonaci, u pl;ll1te 1 '0 . 1 . 1 1 a 11 , 0e le plane e li Sangnigno e Bonag i a ,

I clue nuovi tracciati (tra I'altro ripetuti in forma. sirnilare rille carte geografiche del

'700 e '800·, cbe per le deviazioni, le penclenze, icorsi d'ucqua superati, non pote-

vane che avere l'assetto cli trazzere, hanno un senso.Tl prime traceiato metre in CQ-

municazione con gli altri territor! le baronie di Inici e Baida, ,e icaricatori di Bonagia

'e Castellammare, per il rllievo economico acquistata dalle stesse, sia per g]j alleva-

m e n u che per la p1'OcluZiollC granada (Carlo Vnel 1535 fece sosta ad Inici prove-

nendo da Trapani), Il secondo tracciato o.on fa che percorrere, mettendola in eviden-

za, una via ritenuta Iondamenrale nel regime delle transumanze del bestiame.

I I sistema viario alia meta dell'OttocentoViene proposra una carta (v, retro di copertina del volume) ciame elaborate per la 1 ' 1 -

costruztone del sistema viarlo dell'agro encino alla meta dell'Ottocento. E' stata elaborata

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- ~,(

TeJ'rUorlb,tJleliCl tw a de! Nfante, in B. Proven!zfdhi, Cronica d'Ei"i'G:e,1'671.Ms.. 13 BOE

.1

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sulla base della mapps del XVIII $ceolo a cuisf e gL"i-accennato, rna soprattutto sulla

base d~n" 'E J@i1 .GO e classifieazicrre delle viecomurrali" redatto dal C{~l1ml;1edi Monte SanGiuliano nel 1867, cui doveea essere allegata una mappa.xltee Iorseandata smanita ..ndocumento attests una evoluziorre notevole del slst~ma viarle. poiche 11govemo borbo-

nico, all'inizio dell'Ottocentc, si pose l'obi,ettlVd e li introdurre 1 . 1 1 . 1 prirno sistem:a su:aclario

rnedeino, per sostirulre gradualmente le trazzere consrrade rotabili eel in tal modo age-

yo}are lacircol~Lzic>neinterna delle merci. Si ipOq; ; :Z0 'Lin sistema el i graodi strade per cal-

legare I centri pj(j, importanti C'le vie' col1seJarj ' I ' ) , rnenue e ra nc p t :e vis r e strade 'pt6viJ:nda-

Ir'quali traverse che 1o . 11ne t t e va no nelle cansclari e strade cemnnali el i interesse locale,

Per tali mot!'.'] dal documento appars una apo l og i a viaria piuttnsto dive:I'siffcat~l;

- la strada cousolsre e li cQl1e~~anlento tra Trapani e P a ~ e t 1 1 10 (la successrva st. t. tale

In), nel prime rratro GQincidel~te (da Trapani a Fulgatore) con la 'lila vecchia e li Pa-

Iermo, ():Ol1 una larg:bezza e ll rnetri 10,32;

-n, 4 strade cermrnal! definite rotabili, costruite in e t a . iYorbsnic8 O J docnraento, e .

redatro dopo l'unithl d'Italia e CI~11;IO la cessione el i parecehi territori ;11Comune ell Ca-

stellarnmare de l Golfo, 1846), mumte e li fondo lastncato con ciotol; e coperto e li gmaia;

1) Via del Cappuccini che collegava Erice ,,1 Trapani auraverso un tracciato tOJtLlOSO

sui versante meridionale della montagna Clarghezza m 10,32) costruita prima del JS5d;

2) Strada rota bile della Fico, costnuta tra il 1851 e i'l 1853\ per coilegare Paparel-

la, Immacol atella e Ragosia' con Trapani (larghezza 1 11 6, 19);

3) \ria rotabile di Bonagis , ancora in cosrruzion e riel 1867, per collegare Bonagla

alla strada rotabile della Fico (larghezsa m 6,19));

4) Strada rotabile e li San Marco, Ia prima costruita E ra Ie rotabili (neiI786), tra Erice e

Rag(1)ia della l a tghez(, ' . a di 111 0 , 19 , III strada.si trasformava quindi in trazzera per raggiun-

ge : r e ]a v i ti v e c ch la e li Pa leuno , dopa a ve r a nra ve rsa to zo ne ad allt9 sfrutrarnennsngricole,

- n. 1 trazzera "13.Via Marinifn:a" e li 145' palmi mmispoHclenll ameli 37,68, c1\€ G0~

$teggiava il litorale cia Scm Giuliano .1 Mazzo t i l l $C;i<lGGL vicino Scope 11o,per un tota-le circa ell )1 1 Krn;

- un sistema piuttosto ample el i trazzere C011 una larghezza di 100 palmi, coni-

spondentl a III 25,80, per un totale circa e li 350 Km;

- altre vie secondarie spesso in trasfermaziene in rotabili 'Con una larghez:za varia-

bile ela ll110,3.0 a 9,9.0, per un tctale circa e li 500 Km,

- vie rninori che per le ,diffl.Qoltil natural! avevano una lal'ghezza inferrere (Cia m

2,6.0 a 1,30) per uri totale el i 1 3 Krn ; .

-1'1 E:arrozzata eli Libecclo peril trasporto dei blocchi el i marmo dal monte Libec-

eio alla Cala el i Cornino, ma h via era utiliazataanehe per i1bestinme, dato ehepre-

senta t razzere e li diramazione (Pi'a J.Y QE erle e Note),

E' clriaro che in questoquadro ha lH netra prevalenza il sistema delle trazzere. n

catalqgo'comunale del l t r67 elenea elementi adatti,< 1

definire ivari tracciati, Se Ie traz-zere sevtvano alle transumanse, giustamente non si poteva non accennate ai paseol!

ell riferlrnento che spesso erano el i l'ISD eomune e all'elemento 'acqua' €on lndicazio-ne delle sorgenn, degli abbeveratoi, delleacque pubbliche, delle 'glarrctte', dei pez-

:61comuni, dei gOl"ghl a elispuSizlone eli persone e e l arrnenti, che $pe,sso el i un deter-

roinatQ'percorso segnavano l ' iuizla e la f ine ,

Le trazzere ena110 CUdiritio publalico e costitulvano pertanto un sistema vi-ado di

lIS0 comune, anche le acque godevano molto spesso delle :(;tesse prerogative, e non

mancano net documento anuetazioriidi usurpazionl e diEf ico l t a nell'uso delle stesse,

Per agevolare I'uso delle acque, spesso vieino ad ogni sorgente, aljbeve~'atoioo poz-

20 comune, era presents nne slargo, nnterreno, un 'cClrtiglioio' eli LJsOCmTIune. Gli

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amrninistratori cornunali al mornento della 'censuazione dei fondi nel 1789 avevano

opportunamente trartenuto per Ie esigenze della collettivita tali spazi.La descrizione delle vie e spesso accempagnara dalla elencasione dei fondi priva-

ti artraversari, rnentre spesso S f accenna a ponti, corsi d'acqua 0 altri elementi natu-

rali caratteristici, Ben curata e l'annotazione el i edifici el i culto e talvolta eli.singole

cappelline rural]. Cornpaiono in bella vista imonaster! e le fondazionl religiose che

costellavano Ia montagna eric ina e Ie sue pendici: S. Luca, S. Elia, S. Maria Maggiore,

S. Nicola, S. Matteo, Sant 'Anna , con vente el i Martogna, S. Ippolito, S, Maria Maddale-

na, S. Barnaba, S. Giacomo, S. Marco, S. Croce, Misericordia.

Viene inoltre descritto una serta e li itinerarlo religiose che portava persone e

greggi verso Custonaci, su llo stesso tragitto del tradizionali trasporti, con sosta pres-

1;0 I'abbeveratoio vicino a.ll'Arco del Caualiere 0 al POZZQ della Madonna prossimo

al Santuario, che era circondato da eelifici e terreni eli usa comune per la sosta dei

pellegrini COn ilcroarrimali da 50111i'1, rna anche dei pastoricon i lora arrnentl, in

questo vposto obbligato' net transite verso ipascoll e fortemente seutito dal punto

el i vista rellgioso. Recenrernente e stata atrenzlonata una carta rnolto interessante

dell'Archivio Municipale (fasc, 9) che riproduce II rragitto del Trasportl (viene ri-

prodotta, per la sua alta significanza, alla fine del presente volume).

Le trazzere poi portavano verso Ie acque perenni e iP~SCQ1idel Monte Sparagio e

del Monte Monaco (dell'Acci, del Pianello, della Sake, di Grottazza) rna anche eli Ca-

stelluzzo e della Punta el i Sa n Vito. Riti propiziaron { :@n la benedizione delle greggi em-

no previstl al tempietto ell Santa Crescenzia, La flgura eli San Vitoe vista come santo che

libera le persone dallo 'scanto' e dalle Influenze diaboliche, clre preserva a sana dalle

malattie il bestiarne. Viene a sostituire nella piela popolsre cristlana I'intervento eli and-

chi nnmi rutelari e si presenta dal punto el i vista Iconografico in forma similare ail'antico

'cacciatore, che tiene al laccio 1cani, presente nelle anriche rnonete eli Erice e Segesta.

n documenco del Comune del 1867 accuratarnente relaziona, inoltre, sugli usi ci-

Pianta del t(J1T(tOl·i9, xvms«; in Fasc. 9Arcoiuio Storico jJI!i.midpale

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vici esistenti nelle zone, aggiuntivi a quelli relativl al pascolo e all'uso delle acque. In

particolare l'uso eli far legna P[CSSO il Sanruario di Sant'Anna, il dintto el i dlsa,giuJll-mara, carbone e legna presso Grotrazza, il diritto dl stendere Ie red SlI terrene C01llLl~

fie sernpre a Grottazza, ildi..ritt€)eli legnae caceia presso il bosco dl Arcudaci, Udirit-

to eli 'rrar pietre' dalle 'perrere C0111un[' sulla 11l011tHgn3 ericina, Desta rneraviglia il fat-

10 che Grottazza, illuogo pili SHew pergli usl civiei comuni, in epoca recente sia di-

venrato il luogo pil l esclusivo ad LlSO del pr iva t i (Cala 'Mplsu).

n lavoro € ii clisegno e d .i annotazione della. toponomastica, la visita ad aleuni luoghi, iJ

confronto e li carte e documenti nil ha entusiasmato, poiche scoprire ipassi el i chi ci ha pre-

eeduto e seoprire Ie tensioni, Ie fatiche, le aspirazioni, 1modi el i vita, le usauze, imodi e li

pensare, Mi ha celpito particolarmente In razionallta eli.un sistema che ha peste al oentro

dell'interesse della comnntia la buena riuscita el i tutte le attivita connesse al mondo agrico-

la e dell'allevarnento, can ladesun:azione all'uso pubblico el i beni, can la tutela elelle acque,

con la disponibilita ampia el i vie e persorsi, Il manrenimenio el i parrlcolari usi civici. T a L L si-

stemi sono onnai superati, rna risulta interessante 10 stesso averne conoscenza, patch.€! da

essi ha preso Je.mosse 11plccole mondo che d circouda e la nostra vita attuale, in.cui si spe-

ra che interessl personal; ed attivita econorniche diverse, modalita innovative Elilavoro, mo-

el i nuovi ell intendere ilsense religioso e e li intessere irapporti sociali, eli orgartizzare il tem-

po libero, non travolgano .L I sense della respcnsahilira civrca e dell'impegno per Iacostru-

zione e la pratica di 'vie' che porrino al progresso del singolo e della eol le t ( iv i t a .

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STORIA E SVILUPPO DELL'AGGREGATO URBANO

Renata AgliastraIhgegnere Capo del Comune - Custonaci

I precedenti storici di Custonaci sono

pochi e e L i difficile ricerca, perche il SLiO

territorio I ' l l parte integrante del COJ111me li

Erice fino al 3 dicembre 1948, quando or-

tenne l'autonomiacomunale.

L'attuale centrr» urbanodl Custonaci fi-

no al rio Forgia costituiva it feudo Sangui-

gno, uno dei sette feudi in cui fu suddivi-

S a la riviera dei rnarrni.

Il piu importante evento della storia e li

Custonaci, I'll C0111UlJque rappresentato

dallo sbarco clell'unmagine c : l l una Marlon-

na, detta poi d i Custonaci ne l la baia e li B u-

guto.

H Santuario, costruito in fasi .successive

cd ultimate sol tanto nel secolo scorso, etutt'oggi i1 punto ell rlferimenro della societa custonacese e proprio intorno aquesto

nucleo nasce l'agglornerato urbane pili antico e pill consistente da cui sl sviluppa la

viahilita che 10 collega a tutte le piccole Irazioni costitueriti i'intero centro abitato.

Nel 1791 entre in vigore a Monte San Giuliano un decreto emanate da re Ferdi-

nanda di Borbone LUa proposto dal rninistm borbonico T0l.l1m3S0 Natale, in base al

quale sidisponeva che in prossimita dei Santuari el i Custonaci e di S'Ll1 Vito Lo Capo,

dove gfi esistevano piccoli insediamenti urbani, si lasciassero cia 15 a 20 salme el i ter-

ra (n. 50ettarj) sempre pertinenti al dernanio reale, S1J cui le categorie soeiali econo-

micamente modeste pntessero costruire le lora abitazioni, in prossirnira dena pro-

prieta che 51 coltivava. Tale decreta aveva 10 scope di popolare e colonizzare il terri-

torio al fine di lncrementare l'agricoltura, risoiievare iceti pili indigenti dalla miseriae consentire COS] cospicue entrate nelle casse borboniche derivanri dal maggiore get-

tito d i prcduziorre.

Tali insediamenti urbant avrebbero dovuto rispettare Ie regoledi ~111 apposite pia-

no e li costruzione. Ma ideputati della citta di Erice, vedendo Iesi iloro interessi, ma-

nipolarorio le assegnazloru a Iavore delle potenti Iamiglie che rappresentavano, COI1-

sentendo ai primi e pi'll grandi enfiteuti di fahbricare le case nei propri terreni a Ioro

piacimento, contravvenendo aile disposizioni della censuazione e al progetto urbani-

stico ordinate e predisposto dal Cornune e li Monte San Giuliano. Nacquero cos] le fra-

zionl e li Assieni, Sperone e Pagliaia e la distribuzione urbana di Custonaci rima neva

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disegnata disordinatamente da chi aveva gfa costruito sul proprio podere, creando 10

scheletro nasrnforrne e dif1:LLSO SU cui e creseiuta I'atruale cittadina.Opera della media ed alta borghesia frr invece la costruzione dei bagliche, rea-

Iizzati principalrnente durante i secoli l.'VIII e XIX, si conftgurarono come agglome-

Jati' e l i . falilbdche destinate ~111aesidenza erl all'attivlra agricola (baglio Moglibelle, ba-

gila Cantarre .e Baglio Vultaggio).

Oltreai bagli assunsero valore e l i : emergenza storica anche Ie due toni, della (on-

rrara e di S. Giovanni, risaleurt, rispettivamente, ai secoli XVI e XVII.

Attualmente il Cornune ell Custonaci si inserisce nel comprensorio costituito .dai

Comuni e l i . Valderice, Erice, Buseto Palizzolo, Paceco e Trapani. L'economla e ormai

basata fondarnentalrnente sull'estrazione e Iavorazione del materiali lapidei e l i pregio

ed in misura rnirtore sull'agricoltura e sulla zootecnia.

Seanalizziamo l'attuale impiante urbanistico risulra che 'Custonaci centro' presen-

ta In cornpattezza del tessuto urbane intorno al fulcro ccstituito dal Santuario. della

Madonna, la periferia e 'sfrangiara' in quanta risultanre dalla conurbazione delle Ira-

zioni el i Assieni, Sperone e Pagliaia.

L'espansione urbanlstica avviene in parte sulle fasce parallele alle .attuali corrine

edilizie nastriformi caraeterizzate da agglemerati ,eli abitazsoni unlfamiliari reallzzate su

lotu eli forma irregolare in funzione delle asperita del supporto fisico,

Sulla base el i tali dati e stato redatto ll disegno della strutrura urbana configurato

negli elaborati del Piano Regolatore Generate, nei quali possono identificarsi i se-

guenti crlteri diretrivi:

- la consewazioae clei caratteri morfologici dei centri eslstenti, cercando el i elirni-

nare la frammentarieta e li essi e tendendo all'accorpamento dei vari nuclei trarnite

aree residenzlali attrezzate e verdi;

- la realizzazione eli unsistema moderno per quanta riguarda l'offerta del servizi

e l'organizzazione spaziale e funzionale;- la realizzazione e li aree attrezzate nelle quali Ie attivita degli lnsedlamenti pro-

duttivi e dello sfmttamento del manno, che oggi interessano drsordinatamente 11ter-

ritorio urbane eel.extraurbano, possano rrovare occasion, per 1 0 sviluppo,

- la indivitlnazjone el i aree destinate all'espansione urbana entre i limitl determi-

nati dalla effettiva necessira abitativa prevedibile in un ventennio;

- Ia realizzazione di una rete viaria gerarchizzata che assicuri il rapido cullega-

mente extra urbane e, per quello urbane, la migliore possiblle relazione Irr termini

temporal] e li percorsi;

- I'lndividuazione e li aree e li particolare pregio storico, archeologico e paesaggisu-

co e la Iorocontemporanea valorizzazione e salvaguardia.

Nelle aree residenziali esistenti si propane il cornpletamento dell'edilizia e Ie aree

resirlenzlali el i espansione si afflancheranno alle <tree residenziali esistenti in rnodo da

realizzare volumetrie decrescenti tali cia modificare I'edilizia nastnforme esistente at-

testata sugli assi viari. Sana ipotizzabili aree ad usa pubblico conattrezzature ad uso

polivalente, al fine e li garantire ai privati la pubhlica frulzrone ed aree a verde attrez-

zato chs esaltinoil valore paesaggistico del luogo e. che potrarmo servire da polmo-

ne e luogo el i ritrovo per ivilleggianti della Zona.

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