INTEGRALI DEFINITI · 2018-12-27 · INTEGRALI DEFINITI
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INTEGRALI INDEFINITI
Se F(x) è una primitiva di f(x), allora le funzioni F(x) + c , con c numero reale qualsiasi, sono tutte e sole le primitive di f(x). Precisamente:
! se F(x) è una primitiva di f (x), allora anche F(x) + c lo è; ! se F(x) e G(x) sono entrambe primitive di F(x), allora
G(x) - F(x) = c . Tutte le funzioni hanno la stessa derivata perché nei punti con la stessa ascissa hanno tangente parallela.
La funzione integranda è 𝑓(𝑥) mentre la variabile di integrazione è la variabile x. La funzione primitiva 𝐹(𝑥) che si ottiene per 𝑐 = 0 si chiama primitiva fondamentale. Significato del simbolo: la “ ” ricorda una S allungata, mentre “dx” indica la variabile rispetto alla quale si fa l’operazione di integrale indefinito. Una funzione che ammette una primitiva, ne ammette infinite e si dice integrabile. TEOREMA di CONTINUITÀ/INTEGRABILITÀ HP) Sia f una funzione continua in [ ];a b
TH) Allora f è integrabile in [ ];a b Quindi: f è derivabile ⇒ f è continua ⇒ f è integrabile La continuità è una Condizione Sufficiente per l’integrabilità (mentre non tutte le funzioni continue sono derivabili; basta pensare alle funzioni con i punti angolosi…)
Le proprietà di linearità si possono sintetizzare come: 𝑐!𝑓 𝑥 + 𝑐!𝑔(𝑥) 𝑑𝑥 = 𝑐! 𝑓 𝑥 𝑑𝑥 + 𝑐! 𝑔 𝑥 𝑑𝑥 , ∀𝑐!, 𝑐! ∈ ℝ. In sintesi, l’integrale è un operatore lineare.
INTEGRALI DEFINITI
<=Il Trapezoide Area trapezoide compresa tra il plurirettangolo inscritto e il plurirettangolo circoscritto.
TEOREMA introduttivo all’integrale definito HP) Se una funzione f è continua in [ ];a b
TH) Allora i limiti per n→ +∞ delle successioni e n ns S (successione delle aree dei plurirettangoli inscritti e circoscritti rispettivamente) esistono finiti e sono uguali fra loro: lim limn nn n
s S→+∞ →+∞
=
Il valore comune di tale limite viene indicato con la scrittura ( )b
af x dx∫
a si chiama estremo inferiore; b si chiama estremo superiore. L’integrale definito è sempre un numero reale (positivo, negativo o nullo), diversamente dall’integrale indefinito che è un insieme di funzioni. Per convenzione si pone:
Proprietà dell’integrale definito:
Es. 𝑓 𝑥 = ln 𝑥 in 0,1; 𝑒
TEOREMI DEL CALCOLO INTEGRALE (1)
Dim. pag. 2008 (usa il T di Weierstrass e il T. dei valori intermedi) Interpretazione geometrica: se la funzione è positiva in 𝑎; 𝑏 , il Teorema della Media Integrale esprime l’uguaglianza fra l’area del trapezoide (indicata da 𝑓(𝑥)!
! 𝑑𝑥) e l’area del rettangolo di base 𝑏 − 𝑎 e altezza 𝑓(𝑧) dove z è un particolare valore in 𝑎; 𝑏 .
Il valore 𝑓(𝑧) si chiama appunto valor medio della funzione 𝑓 𝑥 in 𝑎; 𝑏 : f z( ) = f x( )dx
a
b
∫b− a
Definizione Sia 𝑓 𝑥 una funzione continua in 𝑎; 𝑏 e sia 𝑥 ∈ 𝑎; 𝑏 un generico valore. Si chiama Funzione Integrale di f in
𝑎; 𝑏 , la funzione: F x( ) = f t( )dta
x
∫ che associa ad ogni 𝑥 ∈ 𝑎; 𝑏 il numero reale f t( )dta
x
∫
Se la funzione f è positiva in 𝑎; 𝑏 , la funzione integrale F(x) rappresenta l’area del trapezoide ABCD e dipende da x. (2) N.B. Questo teorema collega il concetto di integrale definito con quello di integrale indefinito (*)
Dim. pag. 2011 (usa il T della media integrale) (*) La derivata di F(x) coincide con il valore che la funzione integranda f assume nell’estremo variabile x di integrazione, ossa
D f t( )dta
x
∫ = f x( ) . Pertanto l’integrale indefinito della funzione f, inteso come totalità delle sue primitive, si esprime come
f x( )dx =∫ f t( )dta
x
∫ + c , con 𝑐 ∈ ℝ.
(3) FORMULA DI NEWTON LEIBNIZ (riduce il calcolo di integrali definiti a quello di integrali indefiniti) L’integrale definito di una funzione continua f(x) è uguale alla differenza tra i valori assunti da una qualunque primitiva 𝜑(𝑥) di f(x) rispettivamente nell’estremo superiore e nell’estremo inferiore:
f x( )dx
a
b
∫ =ϕ b( )−ϕ a( ) = ϕ x( )⎡⎣ ⎤⎦x=a
x=b Dim. pag. 2012 (usa il T fondamentale del calcolo integrale)
CALCOLO DELLE AREE DI SUPERFICI PIANE Per calcolare le aree, è opportuno avere il grafico della funzione Se f(x)>0: Se f(x)<0: Se f(x) ha segno variabile:
N.B. Tale formula non cambia se entrambe le funzioni sono traslate in verticale.
CALCOLO DEI VOLUMI DEI SOLIDI (di rotazione e non)
“Metodo delle fette” per il calcolo di volumi di solidi
V = S x( )dxa
b
∫ dove S (x) è il valore dell’area di una generica sezione piana
ottenuta tagliando il solido in questione con un piano perpendicolare all’asse x in suo punto generico.