INT Napoli IRCCS "Fondazione G. Pascale"

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advisory S.p.A. Bilancio Sociale 2010 | Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale

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1Bilancio Sociale 2010

Il “Pascale” presenta per la prima

volta il suo Bilancio Sociale. E’

un vero e proprio “numero zero”

che diverrà la base per un lavoro più pun-

tuale nel prossimo anno.

I valori forti dell’efficienza, dell’effi-

cacia e dell’eticità, che hanno già reso il

Pascale uno dei migliori Istituti per la Cura

del Cancro nel nostro Paese, ricevono dal-

la trasparenza un nuovo forte impulso che

renderà il Pascale ancora più amato e tute-

lato dai cittadini della Campania.

E’ doveroso ricordare che tutte que-

ste attività sono rese possibili solo grazie al

lavoro, altamente professionale permeato

di umanità e attaccamento al bene comune

che, silenziosamente e faticosamente, ogni

giorno, per tutti i giorni dell’anno, i compo-

nenti di questa meravigliosa comunità che

è “il Pascale”, portano avanti nell’esclusivo

interesse dei malati di cancro.

Grazie a tutti.

Tonino Pedicini

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale2

Caro lettore,

l’ Istituto Nazionale Tumori (di seguito anche INT o Istituto) “Fondazione Pascale” redige per l’esercizio 2010 la prima edizione del Bi-

lancio Sociale.Con questa iniziativa, si conferma la volontà di

continuare il processo di riorganizzazione già intra-preso nel corso dei precedenti esercizi.

Tale documento, realizzato con cadenza annuale, nasce con l’obiettivo di rendere visibile all’esterno le attività sanitarie e di ricerca che annualmente l’Isti-tuto pone in essere. L’idea di cimentarsi in tale nuova esperienza nasce proprio dall’esigenza di descrivere e raccontare l’attività dell’Istituto in modo alternativo usando un linguaggio chiaro per chiunque lo voglia leggere.

Negli ultimi anni, le amministrazioni pubbliche sono chiamate sempre più spesso a dar conto ai cittadi-ni del loro operato, nonché dei risultati conseguiti con l’uso delle risorse pubbliche. In tale senso, il processo di rendicontazione sociale rappresenta una delle prin-cipali forme di comunicazione, cui le amministrazioni pubbliche possono far ricorso per sottoporre alla visio-ne dei cittadini le proprie politiche di programmazione, le modalità di attuazione e gli impatti delle politiche di intervento in termini di risorse economico-finan-ziarie assorbite, ma soprattutto in termini di efficacia. In questo modo, il cittadino può “leggere” in maniera trasparente l’operato dell’Istituto e i risultati conseguiti con l’uso delle risorse pubbliche.

Il processo di rendicontazione sociale avviato dall’Istituto va così a colmare quel vuoto derivante dalla lettura del solo bilancio di esercizio, che potrebbe risultare di difficile inter-pretazione, per chi voglia individuare in maniera più diretta, i collegamenti tra le macro-attività dell’Isti-tuto (prevenzione, assi-stenza ospedaliera, ricerca, ecc.), le risorse messe a di-sposizione e le ricadute in termini assistenziali.

La rendicontazione so-ciale risponde però alle esigenze conoscitive e di condivisione di diversi interlocutori, siano essi singoli cittadini, famiglie, dipendenti, imprese, as-sociazioni, altre istituzio-ni pubbliche o private, in quanto consente di com-prendere e valutare gli ef-fetti dell’azione dell’Istitu-to, formulare un giudizio

su come lo stesso interpreta e realizza la sua missione istituzionale e partecipare al processo di miglioramen-to continuo che l’Istituto vuole realizzare nel tempo.

Per questo primo anno, in ragione della valenza spe-rimentale che si è scelta di attribuire al presente lavoro, si è avviato il processo di condivisione degli interessi solo con alcuni stakeholder. Si è utilizzato così lo stru-mento del focus group per “ascoltare” le associazioni di volontariato che hanno rapporti con l’Istituto. Inoltre, il gruppo di lavoro, nell’espletare il mandato di raccol-ta e selezione delle informazioni da inserire nel presen-te documento, ha indirettamente rappresentato anche “la voce” dei dipendenti, andando così a completare e rafforzare gli esiti dell’indagine effettuata sull’intera popolazione di dipendenti dell’Istituto nell’anno 2010, relativamente al benessere organizzativo.

Si è, inoltre, predisposto un questionario di rile-vazione del consenso, che è allegato al presente do-cumento, con il quale chiediamo alle varie categorie di lettori di esprimere il loro gradimento sull’operato dell’Istituto.

Ben consapevoli della necessità di migliorare il processo metodologico, volutamente adottato in via sperimentale, ampliando soprattutto il numero di sta-keholder coinvolti e le metodologie di rilevazione del consenso, ci riteniamo soddisfatti dei risultati ottenuti dall’aver “aperto” un varco di dialogo con alcuni inter-locutori che hanno risposto positivamente in termini di partecipazione e motivazione. Il prossimo obiettivo sarà quello di coinvolgere, in maniera continuativa sin dall’inizio dell’anno, i dipendenti e i pazienti, interlo-cutori d’eccellenza dell’INT “Fondazione Pascale”, nel processo di miglioramento delle attività di diagnosi e cura dei tumori.

Il documento, ispirato ai principi della trasparenza, accuratezza, attendibilità, verificabilità, comparabilità, nonché ai criteri della chiarezza espositiva e sinteticità,

descrive nella prima parte l’identità dell’Istituto, nella seconda il valore aggiunto generato con le risorse a disposizione e nella terza le relazioni sociali artico-late per stakeholder.

Un ringraziamento par-ticolare va a tutti coloro che hanno collaborato alla stesura di questo docu-mento con i loro suggeri-menti diretti. Si ringrazia anticipatamente chi vorrà fornirci ulteriori contri-buti sia in merito alla for-ma che al contenuto del documento, attraverso la compilazione dell’allegato questionario.

Il gruppo dI lavoro

per l’Istituto Nazionale Tumori IrCCS“Fondazione pascale”Tonino Pedicini, Aldo Vecchione, Sergio Lodato, Loredana Cici, Nicola Normanno, Giuseppe Castello, Daniela De Felice, Antonella Scarfone, Gianfranco De Feo, Fausto Piccolo, Sergio Russo, Virginia Rossi, Carla Napoli, Paola Del Prete, Valentina Belli e Roberto Samarelli.

per KpMg advisory S.p.a.Roberto Jannelli, Luca Cerri, Marco Virginillo, Saverio Petti.

Hanno contribuito inoltre, fornendo i dati necessari alla stesura di questo documento: Carmine Mariano, Vincenza Farinari, Elisa Regina, Domenico Bisogni, Pasquale Violetti, Gabriella Romanelli, Fabrizio Macario.

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3Bilancio Sociale 2010

Indice

Nota metodologica e guida alla lettura del documento 5

1 parTE prIMa - l’ IdENTITà dEll’aZIENda 7

1.1 Mission Aziendale, valori di riferimento e linee strategiche 8

1.2 Lo scenario ed il contesto di riferimento 10

1.2.1 Il contesto normativo 10

1.2.2 La storia dell’Istituto e la sua collocazione territoriale 11

1.2.3 La gamma delle attività 11

1.2.4 Le risorse umane dell’Istituto 12

1.2.5 Gli stakeholder 13

1.3 Assetto istituzionale, organizzativo e di governo 13

1.3.1 Il ruolo dei Ministeri della Salute e dell’Economia e delle Finanze 13

1.3.2 Il ruolo della Regione in termini di controllo 14

1.3.3 Assetto Istituzionale e di governo 14

1.3.3.1 Il Direttore Generale 15

1.3.3.2 Il Direttore Sanitario 15

1.3.3.3 Il Direttore Amministrativo 16

1.3.3.4 Il Direttore Scientifico 16

1.3.3.5 Il Consiglio di Indirizzo e Verifica 17

1.3.3.6 Il Collegio Sindacale 17

1.3.3.7 Il Comitato Tecnico Scientifico 17

1.3.3.8 Il Comitato Etico 18

1.3.3.9 L’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) 18

1.3.4 Assetto organizzativo 19

1.3.4.1 Il Modello Organizzativo 19

1.3.4.2 I Dipartimenti e le Strutture Complesse 22

1.3.4.3 Il CROM (Centro Ricerche Oncologico di Mercogliano) 23

2 parTE SECoNda - CrEaZIoNE E dISTrIBuZIoNE dEl valorE aggIuNTo 24

2.1 I finanziamenti dell’Istituto 25

2.1.1 Il Protocollo di intesa con la Regione Campania 25

2.1.2 Altre tipologie di finanziamenti destinati alle attività dell’Istituto 26

2.1.2.1 La ricerca corrente 26

2.1.2.2 La ricerca finalizzata 27

2.1.2.3 Sperimentazioni cliniche e studi osservazionali 28

2.1.3 Il 5 x mille 29

2.2 Il Bilancio dell’Istituto 30

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale4

2.2.1 La situazione patrimoniale 30

2.2.1.1 Lo stato patrimoniale attivo 31

2.2.1.2 Lo stato patrimoniale passivo 33

2.2.2 La situazione economica 34

2.2.2.1 Il conto economico previsionale 34

2.2.2.2 Il conto economico consuntivo 39

2.3 Il conto economico 2010 a valore aggiunto 42

3 parTE TErZa - la rElaZIoNE SoCIalE 45

3.1 Il processo di stakeholder reporting 46

3.2 I dipendenti dell’Istituto 46

3.2.1 Consistenza e caratteristiche del personale 47

3.2.2 Organizzazione del lavoro 48

3.2.3 Il turn-over annuale 48

3.2.4 Le attività sociali e i riconoscimenti 48

3.2.5 Sistemi di remunerazione, incentivazione e valorizzazione 49

3.2.6 Partecipazione e soddisfazione dei dipendenti 50

3.2.7 I sistemi di sicurezza interna 52

3.3 La nostra utenza 53

3.3.1 I risultati delle attività di ricerca 54

3.3.2 I risultati delle attività sanitarie 61

3.3.2.1 La soddisfazione dell’utente – Customer Satisfaction 68

3.3.2.2 La percezione della malattia e delle modifiche intervenute nella propria vita a seguito di essa 70

3.3.2.3 Strumenti di dialogo e comunicazione 75

3.3.3 Le associazioni 75

3.4 I fornitori 77

3.5 La Pubblica Amministrazione e gli altri enti e istituzioni 78

3.6 Le attività formative avviate dall’Istituto 83

3.6.1 Le attività formative e l’ECM (Educazione Continua in Medicina) 83

3.6.1.1 La formazione infermieristica 85

3.6.1.2 Corso laurea i livello in tecniche di laboratorio biomedico 86

3.6.1.3 I percorsi formativi post- laurea 86

4 parTE QuarTa - oBIETTIvI dI MIglIoraMENTo 89

4.1 Impegni di miglioramento 90

QUESTIONARIO DI GRADIMENTO 91

Indice delle figure 93

Indice

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5Bilancio Sociale 2010

Nota metodologicae guida alla lettura del documento

L e attività si sono svolte organizzando riu-nioni periodiche nel corso delle quali è stato assegnato ai componenti del gruppo di lavo-

ro il compito di raccogliere ed elaborare i dati relativi ai servizi erogati, nonché alle attività svolte.

Il gruppo di lavoro dell’Istituto si è avvalso del supporto tecnico e metodologico fornito dalla Società KPMG Advisory S.p.A.

Al fine di garantire una forte integrazione tra le varie risorse coinvolte nel processo di rendicontazio-ne è stata istituita una specifica cabina di regia, alla quale hanno partecipato sia il Direttore Generale che il Prof. Roberto Jannelli (KPMG) , con il compito di:

• verificare ed assicurare il coordinamento tecni-co ed organizzativo del progetto in relazione agli obiettivi prefissati dall’Amministrazione;

• verificare ed assicurare la coerenza e la qualità delle informazioni fornite nel modello di Bilan-cio Sociale Annuale, sia rispetto alla metodologia adottata, sia rispetto alla realtà del contesto in cui opera l’Istituto;

• assicurare il coinvolgimento ed il confronto con l’Amministrazione e con tutti i soggetti coinvolti nel progetto.

Il percorso seguito per la redazione del documento si è basato sull’integrazione di metodologie e stru-menti già collaudati in Istituti analoghi e risorse pro-fessionali esterne con competenze adeguate e cono-scenza specifica del contesto in cui opera l’Istituto.

I riferimenti normativi e dottrinali che si pongono alla base della metodologia del processo di rendicon-tazione sociale avviato dall’Istituto sono i seguenti:

• “Direttiva del Ministro della Funzione Pubblica sulla rendicontazione sociale nelle Pubbliche Am-ministrazioni” del 17 febbraio 2006, che si pone quale scopo principale quello di promuovere, dif-fondere e sviluppare nelle Amministrazioni Pub-bliche un orientamento teso a rendere accessibile, trasparente e valutabile l’operato delle ammini-strazioni da parte dei cittadini, mediante l’adozio-ne del bilancio sociale;

• “D.Lgs. n° 150/2009 – Riforma Brunetta” che ri-chiede, alle amministrazioni pubbliche di misurare in modo trasparente le loro performance, anche attraverso l’adozione di modelli di rendicontazio-ne in grado di favorire la misurazione e la comu-nicazione del contributo fornito al miglioramento degli aspetti economici, sociali e ambientali della

comunità e del territorio di riferimento;

• “Delibera n. 89/2010 della Commissione in-dipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche (CI-VIT)” che sulla base delle previsioni di cui agli artt. 13 e 30 del D.Lgs. 150/2009 delinea due ordini di ragioni che si pongono alla base di un sistema di misurazione della performance e di trasparenza: la prima relativa alla soddisfazione delle esigenze dei cittadini e la seconda relativa alla migliore capa-cità di scelta e di selezione da parte delle autorità competenti in ordine all’allocazione delle risorse;

• “Linee guida per la rendicontazione sociale de-gli Enti Locali dell’osservatorio per la finanza e la contabilità degli Enti Locali approvate nella sedu-ta del 7 giugno 2007” secondo le quali il bilancio sociale rappresenta: da un lato, un momento di verifica di quanto definito con riferimento alle li-nee programmatiche per azioni e progetti, al piano generale di sviluppo, alla relazione previsionale e programmatica ed al piano esecutivo di gestione; dall’altro, uno strumento fondante per l’avvio del percorso di pianificazione e programmazione rela-tivamente agli esercizi successivi.

Inoltre, tali linee guida tengono conto della co-municazione della Commissione europea 02/07/2002, COM (2002) 347 def., relativa alla “Responsabilità so-ciale delle imprese: un contributo delle imprese allo sviluppo sostenibile”, nonché, degli standard di ren-dicontazione sociale per il settore pubblico formulati dal Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale (GBS).

Pertanto, lo standard seguito è quello prodotto dal GBS e, in particolare, quello contenuto nei seguenti documenti:

• Standard definito dal GBS “La rendicontazione sociale nel settore pubblico”, che definisce le linee guida principali alla base del processo di rendicon-tazione sociale delle amministrazioni pubbliche;

• “Documento di Ricerca n. 9 “La rendicontazio-ne sociale delle Aziende Sanitarie” che definisce i contenuti minimi del Bilancio Sociale di un’ Azienda Sanitaria.

Il presente documento, costruito sulla base dei principi dettati dalla normativa, nonché dalle linee guida sopra riportate, si articola nelle seguenti sezio-ni:

• l’identità aziendale, che fa riferimento allo sce-

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale6

nario e al contesto economico - sociale in cui l’Isti-tuto è operante; al sistema di governance; all’as-setto organizzativo e alla cultura aziendale; alla missione e agli obiettivi; alle strategie e alle po-litiche;

• la riclassificazione dei dati contabili che eviden-zia le risorse utilizzate, investite e distribuite;

• la relazione sociale che espone, sinteticamente, i risultati ottenuti in relazione agli impegni, ai pro-grammi e agli effetti prodotti sulle varie categorie di stakeholder interessati.

Per ognuna di queste sezioni, seguendo una logi-ca di rendicontazione, sono state approfondite le linee di azione e le iniziative promosse nel corso del 2010 e sono stati individuati gli obiettivi intra-presi, le azioni necessarie al loro raggiungimento e i risultati raggiunti.

E’ inoltre stata raccolta, nella sezione “obiettivi di miglioramento”, la linea evolutiva che in termini pro-grammatici, gestionali e di rendicontazione si intende perseguire nel prossimo futuro.

Nota metodologicae guida alla lettura del documento

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7Bilancio Sociale 2010

L’ Identità dell’Azienda

Parte Prima

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale8

1.1 MISSIoN aZIENdalE, valorI dI rIFErIMENTo E lINEE STraTEgIChE

L’INT “Fondazione Pascale” riconosciuto, ai sensi della vigente normativa, quale unico Istituto oncologico a carattere scientifico con personalità giuridica di diritto pubblico della Regione Campania, costituisce un fonda-mentale riferimento per la definizione delle linee di programmazione regionale in campo oncologico, supporto tecnico ed operativo ineludibile per l’esercizio delle funzioni e per il perseguimento degli obiettivi del Piano Sanitario Regionale in materia di ricerca, assistenza, nonché formazione continua del personale del sistema sanitario regionale nella disciplina dell’oncologia.

La mission dell’INT “Fondazione Pascale” consiste nella prevenzione, diagnosi e cura dei tumori e nella ri-cerca sul cancro. I cittadini trovano nell’INT “Fondazione Pascale” un punto di riferimento ai propri bisogni di salute, sia dal punto di vista del mantenimento che da quello del recupero. La ricerca scientifica è fortemente integrata all’assistenza e garantisce l’erogazione di prestazioni di diagnosi e cura altamente qualificate, sia in regime di ricovero ordinario, di day hospital, di day surgery che in regime ambulatoriale. Nell’erogazione delle prestazioni, è assicurata l’interdisciplinarietà e l’integrazione tra gli specialisti e in generale tra tutti i profes-sionisti delle diverse discipline interessate. L’INT “Fondazione Pascale” si distingue per la qualità delle cure e la capacità di trasferire i risultati della ricerca e dell’innovazione nell’attività clinica quotidiana; i progetti di ricerca sono, infatti, fortemente orientati in senso traslazionale, presupponendo uno scambio continuo di infor-mazioni tra laboratorio e attività clinica, al fine di favorire il trasferimento tempestivo ed efficace dei risultati della ricerca stessa nella diagnosi e nella cura dei problemi di salute dei cittadini che si rivolgono al INT “Fon-dazione Pascale”.

L’Istituto, compresa l’importanza che assume il processo di rendicontazione sociale, intende rendere conto della propria identità, dei propri servizi, delle proprie scelte manageriali, dei propri comportamenti gestionali, nonché dei propri risultati ed effetti che sono conseguenza di un sistema di valori di riferimento che si pongono alla base della corretta gestione verso la quale è protesa l’attività del management aziendale.

I valori di riferimento per l’INT “Fondazione Pascale” sono di seguito rappresentati:

Parte Prima

L’ Identità dell’Azienda

FIGURA 1 - VALORI DI RIFERIMENTO DELL’ISTITUTO

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9Bilancio Sociale 2010

CENTralITà dEl CITTadINo-uTENTE rISpETTo all’orgaNIZZaZIoNE dEI SErvIZI SaNITarI

A seguito delle riforme che hanno interessato l’amministrazione pubblica, si è aperto un nuovo scenario relativamente ai rapporti tra il cittadino (destinatario dei servizi sanitari) e l’Istituto (ente erogatore dei servizi). In tale scenario, la figura del cittadino si pone quale presupposto essenziale intorno al quale ruotano i processi decisionali dell’Istituto. Tale centralità presuppone che compito fondamentale dell’Istituto sia quello di soddi-sfare la domanda di salute proveniente dall’utenza, offrendo ad essa servizi altamente qualificati ed erogati nell’ ottica di un’oculata gestione economica e finanziaria, così come richiesto dal Piano di Rientro dal disavanzo finanziario sanitario.

FlESSIBIlITà dElla prograMMaZIoNE IN allINEaMENTo CoN lE ISTaNZE dEI proprI INTErloCuTorI

Nell’ambito delle attività di programmazione, il management dell’Istituto tiene conto di tutte le esigenze e le richieste provenienti dal cittadino-utente. Il ciclo di programmazione definito dall’Istituto - sia quello plurien-nale che quello annuale – si basa su elementi e fattori altamente flessibili e adeguabili alle costanti varianti di servizi richieste dall’utenza, il tutto sempre nel rispetto degli elementi cardini posti alla base della programma-zione generale dell’Istituto.

La capacità di flessibilità del ciclo di programmazione, che tiene conto delle esigenze provenienti dall’uten-za, deriva anche dal fatto che le attività sanitarie, per loro natura, non sono sempre standardizzabili in quanto l’ambito discrezionale del contributo professionale è sempre presente in relazione al livello di responsabilità ed è in grado quindi di influenzare il risultato. Pertanto, il contributo professionale ai processi produttivi dell’Istituto rappresenta una variabile rilevante, tale da assumere inevitabilmente valenza strategica nel ciclo di program-mazione.

parTECIpaZIoNE dEll’uTENTE alla progETTaZIoNE E MoNIToraggIo dEllE aTTIvITà

Il cittadino-utente assume il ruolo centrale nella valutazione della rispondenza dei servizi erogati ai bisogni reali, così come percepiti dai soggetti fruitori. Tale ruolo di partecipazione del cittadino al processo di proget-tazione e monitoraggio dei servizi ricevuti era stato già delineato nel 1994 in una Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri che individuava la partecipazione e l’ascolto dei cittadini quali strumenti utili e costruttivi per verificare la qualità e l’efficacia dei servizi prestati. È in tale ottica che si pone il management dell’Istituto, al fine di migliorare sempre più la qualità dei servizi resi e di aumentare il livello di soddisfazione del cittadino-utente finale. La customer satisfaction consentirà, pertanto, all’Istituto di uscire dalla propria autoreferenzialità e, relazionandosi direttamente con il cittadino, potrà conoscere e comprendere sempre meglio i bisogni al fine di riprogettare, laddove necessario, il sistema di erogazione dei servizi.

aCCESSIBIlITà dEI SErvIZI E dEllE INForMaZIoNI SaNITarIE

L’Istituto, al fine migliorare e sviluppare ulteriormente il percorso di accesso ai servizi ed alle informazioni sanitarie da parte dei cittadini, ha avviato una serie di servizi innovativi sia interni che esterni all’Istituto stesso. La Carta dei Servizi Sanitari e la Carta dell’Accoglienza adottati nel corso del 2010 dall’Istituto sono, insieme ai servizi offerti dall’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico (URP), i principali strumenti che hanno favorito all’utenza finale e non, l’accessibilità ai servizi e alle informazioni sanitarie. Tali strumenti di natura tradiziona-le si affiancano a canali tecnologici di ascolto ed informazione (strumenti di customer satisfaction, portale web, ecc.) e rappresentano elemento di forte attenzione da parte dell’Istituto che rivela la sua capacità di mettersi al servizio del paziente.

CErTEZZa dElla QualITà dEl SErvIZIo SaNITarIo

Altro valore su cui si basa l’attività dell’Istituto è garantire la certezza della qualità dei servizi offerti. Il miglioramento della qualità dei servizi rappresenta da sempre un obiettivo primario per tutte le figure profes-sionali che operano all’interno dell’Istituto. Ne consegue che obiettivi, definizioni, caratteristiche e modalità di gestione delle prestazioni sanitarie sono definite nel rispetto della vigente normativa in materia e sulla base di adeguate strategie e scelte operative. L’Istituto crede nella qualità totale della propria attività derivante dalla capacità di promozione della salute pubblica, della trasparenza nell’uso di risorse pubbliche, della applicabilità della ricerca ai bisogni della propria comunità.

Tale sistema di valori rappresenta la cornice in cui l’Istituto definisce i contenuti e i parametri delle proprie

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale10

strategie di intervento. Per il biennio 2010/2011 le principali linee strategiche individuate sono:

• potenziamento delle capacità dell’Istituto di erogare prestazioni (sia assistenziali che scientifiche); • riorganizzazione e potenziamento del day Hospital che deve essere punto di forza dell’attività assistenziale dell’intero Istituto: miglioramento degli aspetti connessi all’accoglienza ed al comfort dei pazienti, dalla fase della prenotazione fino alla conclusione della prestazione, e connessi alla maggiore efficienza del sevizio di counseling psicologico;

• informatizzazione adeguata dell’Istituto (dalle attività scientifiche, assistenziali a quelle tecnico-ammi-nistrative), al fine di realizzare un sistema che permetta un’adeguata gestione delle informazioni inerenti alle attività di ricerca in essere, ai risultati della ricerca, ai dati del paziente, ai campioni biologici che si pongono alla base delle attività di ricerca. Inoltre, la maggiore informatizzazione consente di creare una rete informativa che non tiene solo conto dei servizi diagnostici e dei protocolli terapeutici, ma permette anche la gestione di informazioni contabili, connesse al costo delle prestazioni erogate, al contenimento della spesa sanitaria, ecc.;

• potenziamento adeguato della Terapia Antalgica attraverso il finanziamento e la realizzazione di Hospice intramoenia. Tale potenziamento va realizzato anche ricorrendo ad attività formative (a livello universitario) finalizzate ad individuare e ottenere la disponibilità di professionalità adeguate in tale campo;

• potenziamento delle attività di diagnosi e cura anche ricorrendo alla concentrazione di risorse umane, finanziarie, tecnologiche e strutturali nei settori oncologici che riguardano le cosiddette patologie “big killer”(in particolare, patologie che prevedono trattamenti dei tumori toraco-polmonari, dei tumori all’add-me, dei tumori al seno, ecc.).

Le attività in cui si declinano le suddette linee strategiche sono descritte nel paragrafo 1.2.3.

1.2 lo SCENarIo Ed Il CoNTESTo dI rIFErIMENTo

1.2.1 Il CoNTESTo NorMaTIvo

L’Istituto è impegnato a contribuire alle politiche di risanamento del comparto sanitario campano e al Pia-no di Rientro dal disavanzo e di riqualificazione e razionalizzazione del Servizio Sanitario Regionale definito con la sottoscrizione dell’Accordo tra Stato e Regione Campania ai sensi dell’art. 1, comma 180, della legge n. 311/2004, adottato con Deliberazione n. 460 del 20 marzo 2007 pubblicata nel BURC n. 17 del 26 marzo 2007.

Tale Piano di Rientro ha previsto per tutte le Aziende Sanitarie, tra cui anche l’Istituto, l’adozione di misure adeguate a ridurre il debito sanitario accumulato nei vari esercizi.

Al fianco del contesto normativo regionale attualmente vigente, si pone anche tutta la normativa nazionale e regionale che va a regolamentare le attività degli IRCCS, di seguito sinteticamente illustrata.

Figura 2 – Riferimenti normativi

Decreto Legislativo n. 288 del 16 ottobre 2003

Accordo Stato-Regioni del 1 luglio 2004

Legge Regionale n. 24 del 29 dicembre 2005, art 7

Decreto del Presidente della Repubblica n. 42 del 26 febbraio 2007

Decreto del Presidente della Repubblica n. 213 del 13 febbraio 2001

Riordino della disciplina degli istituti di ricovero e cura a carattere scienti-fico, a norma dell’articolo 42, comma 1, della legge 16 gennaio 2003, n. 3.

Atto di intesa recante: “organizzazione, gestione e funzionamento degli IRCCS non trasformati in Fondazioni”, di cui all’art. 5 del D.Lgs. n. 288 del 16 ottobre 2003 e dell’art. 8 comma 6 della Legge n. 131 del 5 giugno 2003.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione Campania – Legge finanziaria 2006.

Regolamento recante disposizioni in materia di direttori scientifici degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.

Regolamento di semplificazione del procedimento per il finanziamento della ricerca corrente e finalizzata svolta dagli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, con personalità’ giuridica di diritto pubblico e priva-to (n. 38, allegato 1, legge n. 59/1997).

rIF. NorMaTIvI dESCrIZIoNE

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11Bilancio Sociale 2010

Decreto del Ministero della Salute del 23 settembre 2010

D.Lgs. n. 502 del 30 dicembre 1992

Legge regionale n. 32 del 1994

D.Lgs. n. 229 del 19 giugno 1999

Deliberazione Giunta Regione Campania n. 255 del 12 marzo 2010

Conferma del carattere scientifico dell’IRCCS Fondazione “Giovanni Pasca-le” di Napoli.

Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421.

Decreto Legislativo 30-12-1992, n. 502 e successive modifiche ed integra-zioni, riordino del servizio sanitario regionale.

Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, a norma dell’articolo 1 della legge 30 novembre 1998, n. 419.

Protocollo d’Intesa tra la Regione Campania e l’IRCCS Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei tumori “Fondazione Pascale”

rIF. NorMaTIvI dESCrIZIoNE

1.2.2 la STorIa dEll’ISTITuTo E la Sua ColloCaZIoNE TErrITorIalE

L’INT “Fondazione Pascale” con sede in Napoli, vanta una lunga storia nella diagnosi e cura delle malattie oncologiche ed è all’avanguardia nella prevenzione, diagnosi e cura di tali patologie.

Esso è stato costituito con R.D. n. 2303 il 19 ottobre del 1933 e nel 1940 ha avuto il primo riconoscimento di Istituto a carattere scientifico. Il suo fondatore e primo preside, fu il senatore Giovanni Pascale - Professore ordinario di chirurgia generale all’Università di Napoli, Preside della facoltà di medicina, Preside della società italiana di chirurgia e primo Presidente della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.

L’INT “Fondazione Pascale” è il principale IRCCS oncologico del Mezzogiorno ed è centro di riferimento per la rete oncologica nazionale e regionale.

Nell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli si conduce un’attività di ricerca innovativa prevalentemente clinica e di ricerca applicata nel campo biomedico e in quello dell’organizzazione e gestione dei servizi sanitari, dedi-cando grande impegno alle problematiche più ampie del paziente oncologico, che vanno dall’assistenza psico-logica ai problemi nutrizionali, alla terapia del dolore, alle cure palliative in genere fino alle fasi più delicate della malattia.

Al fine di fornire un’assistenza moderna e completa che utilizzi al meglio le attuali conoscenze scientifiche in campo oncologico, l’Istituto sta sviluppando un particolare impegno alla realizzazione di percorsi diagnostici multidisciplinari che consentano di realizzare programmi di cura integrati e coordinati tra le diverse professio-nalità presenti in azienda.

Negli anni, l’Istituto ha progressivamente ampliato i propri spazi e da un originario edificio, attualmente de-stinato ai laboratori di ricerca, si è ampliato in quattro fabbricati nei quali sono ubicati gli uffici amministrativi, i reparti di degenza, i laboratori di ricerca, gli ambienti per le attività ambulatoriali ed il day hospital.

L’Istituto è collocato nella zona collinare di Napoli, quartiere Rione Alto, cosiddetta “zona ospedaliera”.

1.2.3 la gaMMa dEllE aTTIvITà

attività assistenziale e di ricovero

In linea con gli obiettivi del vigente piano oncologico nazionale e del protocollo d’intesa tra la Regione Campania e l’INT “Fondazione Pascale”, l’Istituto si è impegnato a realizzare azioni finalizzate all’innalzamento degli standard qualitativi dell’attività assistenziale attraverso la realizzazione delle seguenti attività:

• partecipazione alla progettazione e realizzazione della rete oncologica regionale per la quale l’Istituto è riconosciuto come ente coordinatore (Hub);

• svolgimento delle attività di supporto alle strutture oncologiche regionali della rete per la diffusione ed implementazione di procedure diagnostiche e terapeutiche complesse, nonché alla formazione del personale;

• limitazione della migrazione extra-regionale, attraverso il potenziamento della rete tecnologica ed il con-seguente incremento dell’offerta di prestazioni ad elevata specializzazione e complessità;

• svolgimento delle attività di ricerca assistenziale quale struttura di secondo livello nell’ambito dei pro-grammi di screening attivati sul territorio regionale;

• svolgimento delle attività di assistenza, ricerca e formazione finalizzate al miglioramento della qualità della vita del paziente oncologico;

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale12

• implementazione delle attività di ricerca assistenziale applicata e traslazionale; in particolare attraverso la costituzione di un centro studi di Fase I in oncologia e la sperimentazione di tecnologie altamente inno-vative.

attività di supporto tecnico ed operativo in materia di ricerca sanitaria

L’Istituto è ente di supporto tecnico ed operativo della Regione sia per le attività assistenziali che di ricerca in campo oncologico. A tale fine, si impegna a:

• valutare prioritariamente le richieste regionali nella predisposizione dei progetti e programmi di ricerca, di formazione e specializzazione;

• condurre per la Regione studi di morbilità della malattia tumorale;

• svolgere attività di prevenzione oncologica e di ricerca biomedica d’intesa con la Regione;

• coordinare progetti di ricerca regionali nel settore oncologico;

• coordinare e supportare le attività istituzionali dei Registri Tumori delle Aziende Sanitarie della Regione, previa stipula di appositi protocolli e/o convenzioni con la Regione e/o l’ARSAN.

attività didattica e di formazione

Al fianco di tutte le attività sopra menzionate, l’Istituto svolge anche attività didattiche e di formazione del personale dedicato a vario titolo all’assistenza dei pazienti oncologici.

L’Istituto è dotato di un Polo Didattico per la formazione permanente del personale a vari livelli: universita-rio, post-universitario e specialistico.

I pacchetti formativi offerti consentono l’aggiornamento e la formazione anche degli operatori sanitari di altre entità sanitarie della Regione Campania.

Tale offerta formativa permette, tra l’altro, l’avvio di un corretto trattamento domiciliare dei pazienti onco-logici, finalizzato sia a migliorare la qualità di vita del malato sia a diminuirne il disagio.

L’Istituto, sulla base dell’attività di programmazione della formazione poste in essere nel 2010 e della reda-zione del Piano Formativo Aziendale, ha recentemente ricevuto l’accreditamento quale Provider ECM.

Attività per conto terzi e attività strumentaliL’Istituto esercita anche attività diverse da quelle istituzionali, ma sempre compatibili con le finalità di cui

al D.Lgs. n. 288/03. A tale fine, stipula accordi e convenzioni, costituisce e/o partecipa a consorzi e/o società scelti sempre nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria. I proventi che derivano da tali attività sono destinati, prevalentemente, all’attività di ricerca e alla qualificazione del personale.

1.2.4 lE rISorSE uMaNE dEll’ISTITuTo

Le risorse umane (sanitarie, amministrative, tecniche e professionali) operanti nell’Istituto, rappresentano una risorsa fondamentale, in considerazione del fatto che solo grazie al loro apporto l’Istituto può erogare i propri servizi ai pazienti.

Il personale è costituito da risorse accomunate da passione, entusiasmo e dedizione al lavoro, che garan-tiscono prestazioni sanitarie efficaci ai pazienti, sup-portate dalle attività di ricerca.

L’Istituto, per l’espletamento delle proprie funzio-ni, nel corso del 2010, oltre al management aziendale composto da Direttore Generale, Scientifico, Ammini-strativo e Sanitario, si è avvalso del seguente organico:

(1) Per la trattazione più approfondita del tema del personale dell’Istituto si

rimanda al paragrafo 3.2.

Figura 3 – Quadro generale dell’organico

Ruolo Sanitario

Ruolo Amministrativo

Ruolo Tecnico

Ruolo Professionale

Totale generale

654

68

40

4

766 (1)

dESCrIZIoNE N° uNITa’ al 31.12.2010

Page 14: INT Napoli IRCCS "Fondazione G. Pascale"

13Bilancio Sociale 2010

1.2.5 glI STaKEholdEr

Gli stakeholder dell’Istituto sono tutti coloro che entrano in relazione con l’lstituto, i cui diritti, bisogni e interessi ne motivano l’esistenza stessa e ne orientano lo sviluppo delle strategie e delle correlate attività.

Gli stakeholder intorno ai quali ruota l’attività di assistenza, di ricerca e di formazione dell’Istituto sono il paziente e la comunità scientifica che rappresentano i principali fruitori delle attività/servizi resi dal personale dell’Istituto stesso.

Inoltre, l’Istituto si relaziona anche con:

• Regione Campania, che definisce le linee di programmazione sanitaria e, insieme al Ministero della Salute, provvede al finanziamento dell’Istituto;

• Ministero della Salute, che valuta il possesso dei requisiti necessari per il riconoscimento del carattere scientifico degli IRCCS, finanzia e vigila l’attività di ricerca e nomina il Direttore Scientifico (sentito il Pre-sidente della Regione);

• Ministero dell’Economia e delle Finanze, che svolge funzioni di vigilanza e monitoraggio sull’andamento del Piano di rientro dal disavanzo sanitario;

• Dipendenti, che con la propria professionalità assicurano un servizio di elevata qualità;

• Fornitori di beni e servizi, (nazionali e non) che provvedono alla fornitura di beni e servizi sanitari e non;

• Associazioni/organizzazioni senza scopo di lucro, che investono nella cura del malato oncologico e nella ricerca contro il cancro;

• Collettività, rappresentata dal territorio di appartenenza, ossia la città di Napoli, e l’ambiente nei confronti dei quali l’Istituto è impegnato nel migliorare la gestione dei rifiuti pericolosi e delle immissioni di inquina-mento;

• Aziende Ospedaliere e Sanitarie, (regionali ed extra regionali) con le quali oltre ad intrattenere rapporti inerenti alle prestazioni sanitarie e svolge anche attività formative per le relative professionalità;

• Università, (regionali ed extraregionali) con le quali l’Istituto avvia percorsi formativi sia a livello univer-sitario che post-universitario (master di I e di II livello);

• Altri IRCCS, con i quali l’Istituto intrattiene rapporti finalizzati all’organizzazione di progetti di ricerca e cura;

• Aziende Ospedaliere Estere, con le quali si avviano percorsi comuni di ricerca;

• Altri Enti Pubblici (Inps, Inail, ecc.).

1.3 aSSETTo ISTITuZIoNalE, orgaNIZZaTIvo E dI govErNo

1.3.1 Il ruolo dEI MINISTErI dElla SaluTE E dEll’ECoNoMIa E dEllE FINaNZE

Il Ministero della salute insieme al Ministero dell’economia e delle finanze pongono in essere tutte le azioni necessarie alla corretta ed adeguata gestione delle risorse finanziarie destinate alla spesa sanitaria. In partico-lare:

• procedono alla definizione delle attività che le singole regioni, in base al disavanzo sanitario, devono porre in essere, al fine di raggiungere l’equilibrio economico;

• individuano e finanziano le varie tipologie di progetti a destinazione vincolata;

• monitorano l’andamento della spesa sanitaria per le singole regioni, ne analizzano gli scostamenti rispetto ai periodi di riferimento ritenuti congrui per le attività di benckmarking;

• delineano le azioni necessarie alla riduzione della spesa sanitaria che dovranno poi essere avviate dalla singola regione di riferimento.

In particolare, il ruolo del Ministero della salute è fondamentale. Spetta, infatti, al Ministero istituire la sot-tocommissione di valutazione per il riconoscimento del carattere scientifico.

Il riconoscimento del carattere scientifico è la procedura attraverso cui alcune realtà ospedaliere vengono qualificate come IRCCS, al fine di fruire di un finanziamento statale (che va ad aggiungersi a quello regionale) finalizzato esclusivamente allo svolgimento delle attività di ricerca relative alle materie riconosciute. Il ricono-scimento e la riconferma sono soggetti al possesso dei seguenti requisiti:

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale14

• personalità giuridica di diritto pubblico o di diritto privato;

• titolarità dell’autorizzazione e dell’accreditamento sanitari;

• economicità ed efficienza dell’organizzazione, qualità delle strutture e livello tecnologico delle attrezza-ture;

• caratteri di eccellenza del livello delle prestazioni e dell’attività sanitaria svolta negli ultimi tre anni;

• caratteri di eccellenza della attività di ricerca svolta nell’ultimo triennio relativamente alla specifica di-sciplina assegnata;

• dimostrata capacità di inserirsi in rete con Istituti di ricerca della stessa area di riferimento e di collabora-zioni con altri enti pubblici e privati;

• dimostrata capacità di attrarre finanziamenti pubblici e privati indipendenti;

• certificazione di qualità dei servizi secondo procedure internazionalmente riconosciute.

Inoltre, relativamente agli IRCCS, il Ministero della salute esercita le funzioni di vigilanza e ha il compito di coordinare le attività di ricerca rendendole coerenti con i programmi nazionali. Infine, il Ministero della Salute ha il diritto di nomina del Direttore Scientifico.

1.3.2 Il ruolo dElla rEgIoNE IN TErMINI dI CoNTrollo

La Regione Campania - Assessorato alla Sanità - svolge un ruolo centrale per il sostegno delle attività dell’Istituto.

Compete, infatti, alla Regione:

• la redazione del piano sanitario regionale, che rappresenta il piano strategico degli interventi per gli obiet-tivi di salute e il funzionamento dei servizi per soddisfare le esigenze specifiche della popolazione regionale, anche in riferimento agli obiettivi del piano sanitario nazionale.

• la fissazione degli obiettivi di spesa annuali, cui devono attenersi le aziende sanitarie;

• il riparto del Fondo Sanitario Regionale sulle varie Aziende;

• l’attribuzione dei fondi destinati a progetti specifici;il monitoraggio trimestrale consistente nella verifica periodica, cosi come richiesto dal Ministero, dell’an damento dei costi;

• il monitoraggio dei conti finali di esercizio;

• l’individuazione di potenziali manovre finalizzate al risanamento del debito, nonché alla correzione di potenziali errori;

• la valutazione delle attività sviluppate dal management aziendale finalizzata alla conferma o alla sosti-tuzione del Direttore Generale;

• la definizione delle politiche inerenti la rete ospedaliera.

In particolare, il D.Lgs. n. 288/2003, che riordina la disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico stabilisce, all’art. 1 comma 2, che alle Regioni competono le funzioni legislative e regolamentari connesse alle attività di assistenza e di ricerca svolte dagli IRCCS da esercitarsi nell’ambito dei principi fonda-mentali stabiliti dalla normativa vigente in materia di ricerca biomedica e tutela della salute.

Inoltre, la Regione Campania, ai sensi dell’art. 7 comma 1 della L.R. n. 24/05, come modificato dall’art. 2 comma 1 della L.R. 20 marzo 2006, n. 4, esercita un’attività di controllo sugli IRCCS regionali, in conformità a quanto previsto per le aziende sanitarie regionali dalle disposizioni vigenti.

Al fine di regolamentare il rapporto con gli IRCCS di diritto pubblico, la Regione Campania, ai sensi dell’art. 16 della L.R. n. 32/94, stipula specifici protocolli d’intesa, nell’ambito della programmazione regionale.

1.3.3 aSSETTo ISTITuZIoNalE E dI govErNo

Sono Organi dell’Istituto:

• Il Direttore Generale;

• Il Direttore Scientifico;

• Il Consiglio di Indirizzo e Verifica;

• Il Collegio Sindacale;

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15Bilancio Sociale 2010

A questi si aggiungono ulteriori organismi collegiali:

• Il Comitato Tecnico e Scientifico;

• Il Comitato Etico;

• L’Organismo Indipendente di Valutazione.

1.3.3.1 Il dIrETTorE gENEralE

Dott. Tonino Pedicini, nominato con Decreto del Presidente Giunta Regionale della Campania n. 234 del 05 settembre 2009 e riconfermato con decreto del Presidente Giunta Regionale della Campania n. 142 del 11 luglio 2011.

Il Direttore Generale è il rappresentante legale dell’Istituto, ne assicura il perseguimento della mission avva-lendosi dell’attività dei vari dipartimenti (amministrativo, tecnico, sanitari e ricerca). Può essere nominato per un periodo non inferiore a tre anni e non superiore a cinque anni. Esercita i poteri organizzativi e gestionali attribuiti dalle leggi coerentemente ai principi, agli obiettivi, agli indirizzi e alle direttive definite dai diversi livelli di governo e di programmazione del sistema dei servizi sanitari. Supervisiona lo svolgimento di tutte le funzioni necessarie alla direzione, all’organizzazione e all’attuazione dei compiti di istituto nel rispetto dei prin-cipi di imparzialità e trasparenza, nonché dei criteri di efficacia, di efficienza e di economicità della gestione.

Si avvale della collaborazione di un Direttore Amministrativo e di un Direttore Sanitario da lui scelti. Assi-cura la coerenza degli atti di gestione con gli indirizzi proposti dal Consiglio di Indirizzo e Verifica ed è respon-sabile della gestione finanziaria, tecnica ed amministrativa dell’Istituto, incluse l’organizzazione e la gestione del personale.

Il Direttore Generale:

• adotta gli atti interni di organizzazione e funzionamento dell’ente;

• nomina il Collegio Sindacale sulla base delle designazioni della Giunta regionale;

• nomina il Direttore Sanitario e il Direttore Amministrativo;

• stipula il contratto con il Direttore Scientifico;

• nomina il Comitato Tecnico Scientifico, sulla base delle scelte del Consiglio di Indirizzo e Verifica;

• nomina il Comitato Etico Indipendente.

1.3.3.2 Il dIrETTorE SaNITarIo

Dott. Sergio Lodato nominato con Disposizione del Direttore Generale n. 30 del 16 marzo 2010.Il Direttore Sanitario è nominato direttamente dal Direttore Generale. Partecipa con la Direzione Generale

alla definizione delle linee strategiche e delle politiche aziendali finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di salute, nonché delle priorità della pianificazione strategica, al fine di combinare la migliore composizione tra le caratteristiche di efficacia, efficienza e qualità dei servizi sanitari dell’azienda.

Fornisce parere obbligatorio al Direttore Generale sugli atti pertinenti alle funzioni e alle attività a valenza sanitaria.

Ha la responsabilità della verifica delle modalità di raccolta e trasmissione dei flussi informativi e sanitari e vigila sull’appropriatezza degli interventi diagnostico-terapeutici.

È coordinatore di tutte le attività clinico assistenziali e della cura degli aspetti igienico sanitari e organizza-tivi secondo quanto previsto dalla vigente normativa.

Il Direttore Sanitario Aziendale per lo svolgimento delle proprie funzioni si avvale delle seguenti unità or-ganizzative:

• S.C. Direzione Medica di Presidio

• S.C. Farmacia Ospedaliera

• SSD Farmacoeconomia

• SSD Prevenzione e Protezione

• Direzione delle Professioni Infermieristiche

• Ufficio Relazioni col Pubblico.

Si avvale, inoltre, del supporto dei Direttori dei Dipartimenti clinici.

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale16

È coordinatore di tutte le attività clinico assistenziali e della cura degli aspetti igienico sanitari e organiz-zativi secondo quanto previsto dalla vigente normativa, avvalendosi anche del supporto dei Direttori dei vari Dipartimenti.

Il Direttore Sanitario è componente del Collegio di Direzione.

1.3.3.3 Il dIrETTorE aMMINISTraTIvo

Dott.ssa Loredana Cici nominata con Disposizione del Direttore Generale n. 30 del 16 marzo 2010.Il Direttore Amministrativo è nominato direttamente dal Direttore Generale e assiste la Direzione Generale

nella programmazione strategica e di indirizzo delle attività dell’Istituto, con particolare responsabilità nella gestione economica e finanziaria.

Si occupa della pianificazione dell’assetto organizzativo, coerentemente con la necessità di semplificare i processi amministrativi, razionalizza l’utilizzo delle risorse e procede alla revisione dei processi organizzativi esistenti, anche in relazione all’introduzione di tecnologie informatiche e all’implementazione di meccanismi di trasparenza amministrativa.

Per lo svolgimento delle proprie funzioni si avvale del Dipartimento Amministrativo e del Dipartimento Tecnico.

Il Direttore Amministrativo è componente del Collegio di Direzione.

1.3.3.4 Il dIrETTorE SCIENTIFICo

Prof. Aldo Vecchione nominato con Decreto del Ministero della Salute 3 ottobre 2005.Il Direttore Scientifico viene nominato dal Ministro della Salute, dopo aver sentito il Presidente della Regione

di riferimento. L’incarico ha durata quinquennale; è responsabile dell’attività di ricerca sperimentale e clinica dell’Istituto; provvede al coordinamento e alla promozione delle azioni da porre in essere; gestisce il budget assegnato dopo averlo concordato annualmente con il Direttore Generale e lo destina in considerazione degli indirizzi dati dal Consiglio di Indirizzo e Verifica sempre nel rispetto dei regolamenti di contabilità, degli atti di organizzazione e funzionamento dell’Ente, nonché della normativa vigente (regionale e nazionale).

Compito del Direttore Scientifico è anche quello di presiedere il Comitato Tecnico Scientifico e di esprimere obbligatoriamente parere in ordine agli atti concernenti le attività scientifiche delineate dal Direttore Generale.

Tra le attività principali della Direzione Scientifica si delineano le seguenti:

• identificare le linee di ricerca pre-clinica e clinica in grado di esperire le finalità dell’Istituto e gli indirizzi del Ministero della Salute;

• coordinare e verificare le linee di ricerca corrente;

• approvare i singoli progetti di ricerca ed i relativi budget;

• coordinare i progetti di ricerca finalizzata finanziati dal Ministero della Salute;

• coordinare collaborazioni e convenzioni tra l’Istituto ed altri IRCCS, Ministeri, Enti pubblici e privati di ricerca, ASL;

• coordinare collaborazioni scientifiche nazionali ed internazionali;

• elaborare e procedere alla stesura di relazioni sulle attività clinico-scientifiche dell’Istituto;

• quantificare la produttività scientifica mediante il calcolo dell’Impact Factor (IF);

• coordinare sperimentazioni cliniche e studi multicentrici;

• coordinare le attività inerenti la Site Visit per la conferma del carattere scientifico dell’Istituto;

• curare i rapporti con il Ministero della Salute.

Il Direttore Scientifico partecipa alla riunioni periodiche organizzate dal Ministero della Salute e con gli altri Direttori Scientifici degli IRCCS in modalità di videoconferenza grazie all’istituita Rete GARR.

La Direzione Scientifica gestisce inoltre:

• la Biblioteca “Ciro Manzo”;

• il Corso di Laurea in Infermieristica;

• il Corso di Laurea per Tecnico di Laboratorio Biomedico;

• la Struttura Semplice Dipartimentale che si occupa di Epidemiologia e Prevenzione.

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17Bilancio Sociale 2010

1.3.3.5 Il CoNSIglIo dI INdIrIZZo E vErIFICa

Componenti: Prof. Lucio Vizioli (Presidente), Dott. Albino D’Ascoli, Prof. Filiberto Cimmino, Prof. Catello Polito, Prof. Bartolomeo Merola nominati con Decreto del Presidente della Giunta Regionale della Campania n. 240 del 11 settembre 2009.

Il Consiglio di Indirizzo e Verifica è composto da cinque componenti di cui uno con funzioni di Presidente, nominati dal Presidente della Regione su proposta dell’Assessore regionale alla Sanità; dura in carica cinque anni, salvo revoca per giusta causa, ed i suoi componenti possono essere rinominati.

Il Consiglio ha il compito di:

• definire le linee strategiche e di indirizzo dell’Istituto;

• esprimere il parere sui programmi annuali e pluriennali di attività e verificarne l’attuazione;

• esprimere parere preventivo obbligatorio al Direttore Generale sul bilancio preventivo e il bilancio d’eser-cizio, sulle modifiche al regolamento di organizzazione e funzionamento, sugli atti di alienazione del pa-trimonio e sui provvedimenti in materia di costituzione o partecipazione a società, consorzi, altri enti e associazioni;

• scegliere otto componenti del Comitato Tecnico-Scientifico, con i criteri previsti dalla normativa vigente;

• verificare la coerenza delle attività svolte e dei risultati raggiunti dall’Istituto rispetto agli indirizzi e agli obiettivi predeterminati, dandone comunicazione alla Regione e proponendo eventuali misure da adottare al Ministero della Salute in ordine alle funzioni di vigilanza ad esso spettanti.

Il Consiglio stabilisce alla prima riunione le modalità del proprio funzionamento, si riunisce validamente con la presenza della maggioranza degli aventi diritto e delibera a maggioranza dei presenti. In caso di parità prevale il voto del presidente.

Partecipano alle riunioni, senza diritto di voto, il Direttore Generale, il Direttore Scientifico, i componenti del Collegio Sindacale e coloro i quali sono invitati dal Consiglio stesso.

1.3.3.6 Il CollEgIo SINdaCalE

Componenti: Dott. Roberto Trivellini (Presidente), Dott. Paolo Volgare, Dott. Gianfranco De Rosa, Dott.sa Olga Peluso, Dott. Raffaele Bruno, nominati con Deliberazione del Direttore Generale n. 341 del 20/04/2010.

Il Collegio Sindacale è un organo di controllo indipendente. La durata in carica è di tre anni ed è composto da cinque membri designati dalla Giunta Regionale sulla proposta dell’Assessore regionale alla Sanità.

Il Collegio Sindacale è convocato dal Presidente che è eletto nella prima seduta tra i suoi membri.

In particolare, svolge le seguenti funzioni:

• verifica l’attività dell’Istituto sotto il profilo economico;

• vigila sull’osservanza della legge, accerta la regolare tenuta della contabilità e la conformità del bilancio alle risultanze dei libri e delle scritture contabili;

• effettua periodicamente verifiche di cassa e svolge le altre funzioni al medesimo attribuite da leggi nazio-nali e regionali;

• riferisce almeno trimestralmente alla Regione, anche su richiesta di quest’ultima, sui risultati del riscontro

• eseguito, denunciando immediatamente i fatti se vi è fondato sospetto di gravi irregolarità.

Il Collegio Sindacale è convocato dal Presidente.

1.3.3.7 Il CoMITaTo TECNICo SCIENTIFICo

Componenti: Prof. Aldo Vecchione (Presidente), Dott. Nicola Mozzillo, Dott. Nicola Normanno, Dott. Adolfo Gallipoli D’Errico, Dott. Gaetano Rocco, Dott. Sandro Pignata, Dott. Virginia Rossi, Dott. Giancarlo Zotti, Prof. Sabino De Placido, nominati con Deliberazione del Direttore Generale n. 1055 del 4 novembre 2009.

Il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) è nominato dal Direttore Generale con durata quinquennale. E’ un or-ganismo che ha funzioni consultive e di supporto tecnico-scientifico all’attività scientifica.

Tale organo è presieduto dal Direttore Scientifico ed è composto da altri otto membri la cui scelta è fatta dal Consiglio di Indirizzo e Verifica: quattro membri vengono individuati tra i responsabili dei Dipartimenti; un

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale18

membro tra il personale medico dirigente; un membro tra il personale della professione sanitaria con incarichi dirigenziali; due membri tra esperti esterni. Ad essi si aggiunge il Direttore Sanitario che ha diritto a partecipare alla attività di tale organo.

Il Comitato è validamente costituito con la presenza della metà più uno degli aventi diritto e decide a mag-gioranza dei presenti. In caso di parità di voto prevale quello del Presidente.

Il CTS viene informato dal Direttore Scientifico sull’attività dell’Istituto e formula pareri consultivi e propo-ste sui programmi e sugli obiettivi scientifici e di ricerca dello stesso, nonché in via preventiva, sulle singole iniziative a carattere scientifico.

1.3.3.8 Il CoMITaTo ETICo

Componenti: Direttore Scientifico, Direttore Sanitario e Responsabile della Farmacia (membri di diritto), supportati da ulteriori figure professionali.

Il Comitato Etico opera in forza e in adempimento delle previsioni del Decreto Ministeriale del 15 luglio 1997 - Recepimento delle linee guida dell’Unione Europea di buona pratica clinica per l’esecuzione delle spe-rimentazioni cliniche dei medicinali e del decreto ministeriale 19 marzo 1998 - Modalità per l’esecuzione degli accertamenti sui medicinali utilizzati nelle sperimentazioni cliniche.

Il Comitato valuta sotto il profilo etico i programmi di sperimentazione scientifica e terapeutica avviati nell’Istituto; fornisce pareri sulle questioni a esso sottoposte dal Direttore Generale, dal Direttore Scientifico o dal Consiglio di Indirizzo e Verifica; formula proposte sulle materie di propria competenza.

Il Comitato Etico dura in carica fino all’insediamento del Direttore Generale successivo a quello che ha prov-veduto alla relativa nomina.

1.3.3.9 l’orgaNISMo INdIpENdENTE dI valuTaZIoNE (oIv)

Componenti: Prof.ssa Maria Triassi (Presidente), Dott. Paolo D’Argenio e Avv. Antonio Nardone, nominati con Disposizione del Direttore Generale. n. 82 del 29 dicembre 2010.

A decorrere dal 1 gennaio 2011 è stato istituito l’Organismo Indipendente di Valutazione della Performance (OIV) ai sensi dell’articolo 14 del D. Lgs. n. 150/09, in base al quale l’OIV assolve ai seguenti compiti:

• monitora il funzionamento complessivo del sistema della valutazione, della trasparenza e integrità dei controlli interni ed elabora una relazione annuale sullo stato dello stesso;

• comunica tempestivamente le criticità riscontrate ai competenti organi interni di governo ed amministra-zione, nonché alla Corte dei Conti, all’Ispettorato per la funzione pubblica e alla Commissione per la valuta-zione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche (CIVIT);

• valida la Relazione sulla performance e ne assicura la visibilità attraverso la pubblicazione sul sito isti-tuzionale dell’amministrazione;

• garantisce la correttezza dei processi di misurazione e valutazione, nonché dell’utilizzo dei premi, secondo quanto previsto dal Decreto Lgs. n. 150/09, dai contratti collettivi nazionali, dai contratti integrativi, dai regolamenti interni all’amministrazione, nel rispetto del principio di valorizzazione del merito e della pro-fessionalità;

• propone, sulla base del Sistema di misurazione e valutazione della performance, all’organo di indirizzo politico-amministrativo, la valutazione annuale dei dirigenti di vertice e l’attribuzione ad essi dei premi;

• è responsabile della corretta applicazione delle linee guida, delle metodologie e degli strumenti predisposti dalla CIVIT;

• promuove e attesta l’assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza e all’integrità;

• verifica i risultati e le buone pratiche di promozione delle pari opportunità.

L’ OIV è supportato dalla Struttura tecnica permanente per la misurazione della performance (STP), costituita ai sensi dell’art. 14 comma 9 del D.Lgs. 150/2009 e i cui componenti sono: Dott.ssa Daniela De Felice (Respon-sabile), Dott.ssa Carla Napoli, Dott.ssa Paola Del Prete e Dott.ssa Antonella Scarfone (Segreteria) nominati con Deliberazione del Direttore Generale n. 596 del 28 giugno 2011.

Tale struttura è stata costituita sulla base dei criteri definiti dai commi 9 e 10 dell’art. 14 del D. Lgs. n. 150/2009 e in modo da assicurare un carattere multidisciplinare delle professionalità dedicate alla valutazione della performance organizzativa e individuale, carattere che non può trovare sbocco unicamente nella com-

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19Bilancio Sociale 2010

posizione dell’Organismo Indipendente di Valutazione e che è stato espressamente previsto dalla Commissione Indipendente per la Valutazione, l’Integrità e la Trasparenza delle amministrazioni pubbliche. I componenti nominati appartengono infatti, rispettivamente alla Direzione Amministrativa, alla Direzione Sanitaria e alla Direzione Scientifica.

La Struttura si pone quale elemento di raccordo tra l’OIV e le Strutture dell’Istituto, al fine di garantire il corretto funzionamento del processo di valutazione e misurazione della performance.

1.3.4 aSSETTo orgaNIZZaTIvo

Dal 1 gennaio 2011, in prosecuzione del progetto di riorganizzazione approvato con DGRC n. 1739/07 e avviato nel corso dello stesso anno, con delibera del Direttore Generale n. 912 del 26 ottobre 2010, l’Istituto è stato oggetto di una riorganizzazione strutturale che ha coinvolto, in particolare le Strutture Complesse. Tale riorganizzazione sarà oggetto di specifica trattazione nel corso del bilancio sociale relativo al 2011.

Si anticipa, tuttavia, che la nuova organizzazione sperimentale dell’Istituto dei Tumori di Napoli è ispirata al modello dei “Comprehensive Cancer Center” statunitensi, quali “Centri di Eccellenza in Oncologia (CEO)”, così come definiti dalla delibera della Regione Campania n. 288/2003; tali Centri differiscono dagli altri, più che per la qualità delle prestazioni che forniscono, per la tipologia delle stesse. L’obiettivo che l’Istituto intende raggiungere è che tutti i Centri che operano sul territorio regionale eroghino “prestazioni eccellenti”, qualunque sia il loro livello.

Tale modello organizzativo è così composto:

• Direzione Generale;

• Direzione Scientifica;

• Consiglio di Indirizzo e Verifica;

• Direzione Sanitaria Aziendale;

• Direzione Amministrativa Aziendale.

Il modello organizzativo inoltre prevede una struttura Dipartimentale, a sua volta articolata in Strutture semplici e complesse. In particolare si compone di:

• n.1 Dipartimento Amministrativo;

• n.1 Dipartimento Tecnico;

• n.1 Dipartimento di Ricerca;

• n. 1 Dipartimento di Direzione Sanitaria, Farmacia e Qualità della Vita;

• n. 9 Dipartimenti d’Organo.

Il funzionamento di tali dipartimenti è disciplinato da un regolamento quadro approvato con delibera n. 79 del 14.02.2008 alle cui norme devono far riferimento regolamenti specifici che saranno predisposti ed adottati da ogni dipartimento.

1.3.4.1 Il ModEllo orgaNIZZaTIvo

Nel dettaglio, l’organizzazione per singola Direzione Azien-dale è articolata in:

• Direzione Generale Essa è supportata nella propria attività dalle seguenti fun-

zioni in staff: formazione, servizio prevenzione e protezione, medico competente, segreteria e addetto stampa.

Figura 4 - Direzione Generale

Legenda:

䐀䤀刀 䔀 娀䤀伀一䔀 䜀䔀 一䔀 刀 䄀 䰀 䔀

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale20

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• Direzione Sanitaria Aziendale

E’ supportata da strutture di staff sia amministrative che sanitarie. Si avvale del supporto del Dipartimento di Direzione Sanitaria, Farmacia e Qualità di vita e di nove Dipartimenti d’Organo:

• Dipartimento Melanoma, Tessuti molli, Muscolo - Scheletrico e Testa - Collo;

• Dipartimento Toraco - Polmonare;

• Dipartimento di Senologia;

• Dipartimento di Oncologia Addominale;

• Dipartimento Uro-Ginecologico;

• Dipartimento Ematologico;

• Dipartimento di Anestesia, Endoscopia e Cardiologia;

• Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Terapia radiante e metabolica;

• Dipartimento di Patologia Diagnostica e di Laboratorio.

Figura 5 – Direzione Sanitaria

Legenda:

• Direzione Amministrativa AziendaleOpera con la collaborazione del Dipartimento Amministrativo e del Dipartimento Tecnico che sono a loro

volta organizzati nelle seguenti strutture complesse:

— Dipartimento Amministrativo:— Gestione risorse umane;— Gestione beni e servizi;— Gestione risorse economiche e finanziarie;— Controllo di gestione e sistema informativo;— Gestione amministrativa della ricerca.

— Dipartimento Tecnico:— Programmazione e Manutenzione Impianti Tecnici;— Programmazione e Manutenzione Edile;— Affari Legali;— Affari Generali.

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21Bilancio Sociale 2010

Figura 6 – Direzione Amministrativa

Legenda:

• Direzione Scientifica: rappresenta negli IRCCS il centro di promozione, coordinamento, gestione e svilup-po della ricerca scientifica biomedica, finanziata da soggetti pubblici e privati, sia in ambito regionale che nazionale ed internazionale.

La Direzione Scientifica è supportata direttamente da un Ufficio Amministrativo e dalla struttura complessa di Epidemiologia; inoltre dipende dalla stessa direzione il Dipartimento di Ricerca che coordina i progetti di ricerca di volta in volta definiti. Il suddetto Dipartimento si articola in 5 strutture complesse e 2 strutture sem-plici quali:

Figura 7 – Direzione Scientifica

• Biologia Molecolare ed Oncogenesi;

• Farmacologia Sperimentale;

• Genomica Funzionale;

• Biologia Cellulare e Bioterapie;

• Sperimentazioni Cliniche;

• Progressione Neoplastica;

• Sperimentazione Animale.

Legenda:

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale22

1.3.4.2 I dIparTIMENTI E lE STruTTurE CoMplESSE

Il Dipartimento è un modello organizzativo costituito da strutture semplici e complesse e da funzioni profes-sionali che perseguono comuni finalità e sono quindi tra loro interdipendenti.

Il Dipartimento:

• assicura la produzione di prestazioni e servizi assistenziali centrati sul bisogno della persona e caratteriz-zati da elevati livelli di appropriatezza, di efficacia, di qualità tecnica e di umanizzazione dei servizi;

• migliora l’efficacia della didattica e promuove il mantenimento e lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze tecniche e professionali che a vario titolo e livello di responsabilità operano nell’ambito del Dipartimento, attraverso la programmazione, la formazione, l’aggiornamento e l’attività di ricerca;

• garantisce la partecipazione dell’insieme dei professionisti al processo decisionale relativo alle scelte stra-tegiche, organizzative e gestionali, finalizzate al miglioramento della qualità dei servizi e del rendimento delle risorse disponibili;

• garantisce, nel rispetto dei principi di efficacia, efficienza ed equità, la gestione globale del caso clinico e degli aspetti sociosanitari allo stesso correlati attraverso la definizione e l’applicazione di linee guida, il coordinamento e l’integrazione tra le diverse fasi assistenziali e i diversi professionisti.

I Dipartimenti d’organo, in cui è strutturato l’Istituto, rispetto all’accoglienza dei pazienti, sono i seguenti:

dIparTIMENTo STruTTurE CoMplESSE

Dipartimento Melanoma, Tessuti molli, Musco-lo - Scheletrico e Testa - Collo

Dipartimento Toraco Polmonare

Dipartimento di Senologia

Dipartimento di Oncologia Addominale

Dipartimento Uro-Ginecologico

Dipartimento Ematologico

Dipartimento di Anestesia, Endoscopia e Cardiologia

Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Terapia radiante e metabolica

Dipartimento di Patologia diagnostica e di Laboratorio

DipartimentodellaRicerca

Dipartimento di Direzione Sanitaria, Farmacia e Qualità della vita

- S.C. Chirurgia Oncologica Melanoma- S.C. Chirugia Oncologica Maxillo - Facciale ed ORL- S.C. Oncologia Medica

- S.C. Chirurgica Oncologica Toracica- S.C. Oncologia Medica Toraco - Polmonare

- S.C. Chirurgia Oncologia Senologica- S.C. Oncologia Medica Senologica

- S.C. Chirurgia Oncologica Addominale ad indirizzo Epato – biliare- S.C. Chirurgia Oncologica Addominale ad indirizzo Colo – rettale- S.C. Chirurgia Oncologica Addominale ad indirizzo Gastro – pancreatico- S.C. Oncologia Medica Addominale

- S.C. Chirurgia Oncologica Ginecologica- S.C. Chirurgia Oncologica Urologica- S.C. Oncologia Medica Uro - Ginecologica

- S.C. Ematologia Oncologica- S.C. Medicina Trasfusionale

- S.C. Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica- S.C. Cardiologia- S.C. Endoscopia Diagnostica ed Operativa

- S.C. Medicina Nucleare e Terapia Metabolica- S.C. Radiodiagnostica – Degenze- S.C. Radiodiagnostica - day hospital- S.C. Radiologia Interventistica- S.C. Radioterapia

- S.C. Anatomia, Patologia e Citopatologia- S.C. Medicina di Laboratorio

- S.C. Biologia Cellulare e Bioterapie- S.C. Biologia Molecolare e Oncogenesi Virale- S.C. Farmacologia Sperimentale- S.C. Genomica Funzionale- S.C. Sperimentazioni Cliniche

- S.C. Direzione Medica di presidio- S.C. Farmacia

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23Bilancio Sociale 2010

Figura 8 – l dipartimenti e le strutture complesse

1.3.4.3 Il CroM (CENTro rICErChE oNCologICo dI MErCoglIaNo)

Il CROM nasce come struttura sostitutiva dell’ex CROP (Centro Ricerche in Oncologia Pediatrica) che fu istituito con DGRC n. 3639/99 ma mai attivato. Successivamente, la Giunta Regionale, valutata la congruenza dell’attivazione, da parte dell’INT “Fondazione Pascale”, del CROM (Centro di Ricerca Oncologica di Merco-gliano) con gli obiettivi di pianificazione sanitaria regionale, con DGRC n. 1630/06 ha approvato il progetto dell’INT “Fondazione Pascale” che prevedeva la costituzione e la gestione del CROM per lo svolgimento dell’at-tività di ricerca sulle malattie neoplastiche, con particolare attenzione ai nuovi farmaci anti-tumorali ed alle strategie innovative per la prevenzione, la diagnosi e la terapia dei tumori umani.

Il Direttore Generale dell’INT “Fondazione Pascale” provvede alla gestione del CROM dal punto di vista organizzativo-funzionale e la Regione Campania lo finanzia ed esercita le funzioni di vigilanza e controllo sulle sue attività; infine, la Provincia di Avellino assicura l’adeguamento e la funzionalità dell’immobile, ivi inclusi i servizi.

La struttura dispone di un sistema organizzativo molto snello e ad elevata integrazione orizzontale, capace di garantire allo stesso tempo piena autonomia, nel rispetto delle direttive ricevute, e responsabilizzazione.

Di seguito, si riporta l’organigramma del Centro che ne fornisce una chiara rappresentazione della struttura organizzativa:

Nel dettaglio il CROM:

• svolge attività di ricerca oncologica pre-cli-nica, prettamente in farmacologia molecolare, e di trasferimento tecnologico;

• è una struttura aperta per progetti a ricer-catori di alta qualificazione professionale di qualsiasi nazionalità, nonché alle Università, Centri di Ricerca ed Enti pubblici e privati, re-gionali, nazionali ed internazionali;

• investe sul capitale umano, operando sul ricambio e sulla mobilità del personale, favo-rendo il rientro di giovani ricercatori italiani che lavorano produttivamente all’estero;

• privilegia l’alta formazione e l’aggiorna-mento professionale;

• cura la diffusione delle conoscenze.

Il CROM si propone, quindi, quale struttura di raccordo, strutturale e virtuale, capace di stabili-re, nel rispetto della programmazione regionale, sinergie con le altre strutture di ricerca e di as-sistenza sanitaria, pubbliche e private e con le Università, al fine di elaborare e attuare programmi comuni di ricerca, assistenza e formazione.

Dipartimento Amministrativo

Dipartimento Tecnico

- S.C. Controllo di Gestione e Sistema Informativo- S.C. Gestione Beni e Servizi- S.C. Gestione Risorse Economico - Finanziarie- S.C. Gestione Risorse Umane- S.C. Ricerca

- S.C. Affari Generali- S.C. Affari Legali- S.C. Progettazione e Manutenzione Edile- S.C. Programmazione e Manutenzione Impianti Tecnici

dIparTIMENTo STruTTurE CoMplESSE

Figura 9 – Organigramma del CROM

RESPONSABILEDEL PROGETTO

RESPONSABILEDEL PROGETTO

RESPONSABILEDEL PROGETTO

RESPONSABILEDEL PROGETTO

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale24

Creazione e Distribuzione del ValoreAggiunto

Parte Seconda

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25Bilancio Sociale 2010

Il bilancio dell’Istituto viene redatto in conformità ai principi contabili e della vigente normativa, nonché in base alle disposizioni impartite dall’Assessorato alla Sanità della Regione Campania.

Il Bilancio si compone di:

• Stato Patrimoniale (attivo e passivo);

• Conto Economico;

• Nota Integrativa ed allegati.

Di seguito, al fine di illustrare le risultanze economiche, finanziarie e patrimoniali dell’Istituto, si riportano gli schemi di bilancio, patrimoniale ed economico, con un confronto rispetto all’annualità 2009, delle principali poste patrimoniali ed economiche. La scelta di operare una comparazione con la sola annualità precedente, se da un lato consente solo parzialmente di identificare il trend che caratterizza le poste patrimoniali e finanzia-rie, dall’altro deriva dalla considerazione della natura omogenea delle due annualità che rende significativo il confronto. In particolare, si rileva che nel 2009 è partita la nuova gestione pluriennale affidata agli attuali or-gani di governance e, quindi, diviene diretto il legame tra i risultati della nuova gestione con i relativi impegni programmatici.

Si intende, inoltre, mettere in evidenza:

• la modalità di finanziamento dell’Istituto;

• la capacità dell’Istituto di generare e distribuire valore aggiunto.

2.1 I FINaNZIaMENTI dEll’ISTITuTo

L’Istituto svolge le sue attività ricorrendo alle varie fonti di finanziamento previste dalla vigente normativa. Di seguito, si riportano sinteticamente le tipologie di finanziamento destinate all’esercizio 2010.

2.1.1 Il proToCollo dI INTESa CoN la rEgIoNE CaMpaNIa

Il protocollo di intesa firma-to con la Regione Campania per il triennio 2010 – 2012, oltre a definire gli obiettivi che l’Istitu-to deve perseguire nel triennio, individua anche le modalità di finanziamento che la Regione rende disponibile all’Istituto in base al ruolo che quest’ultimo, in quanto IRCCS di diritto pubblico, ha nel sistema sanitario regiona-le.

Per consentire all’Istituto il raggiungimento dei prefissati obiettivi istituzionali, sia in ter-mini assistenziali che in termini di ricerca, i finanziamenti per l’esercizio 2010, assicurati dalla Regione ai sensi di quanto disposto dall’art. 10 del D.Lgs. 288/03 nonché dall’art. 8 quinquies del D.Lgs. 502/92 e ss.mm.ii., sono indicati di seguito, Si precisa che essi non sono variati rispetto a quelli erogati per l’annualità precedente (2009):

Parte Seconda

Creazione e Distribuzionedel Valore Aggiunto

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Figura 10 - Composizione delle linee di finanziamento (Protocollo di Intesa 2010 – 2012)

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale26

Il finanziamento di cui alle lettere a) e b) viene erogato dalla Regione in dodici rate mensili che vanno a ricoprire il 95% del totale previsto dal protocollo. Il conguaglio è erogato entro 30 giorni dall’approvazione del bilancio consuntivo.

Il finanziamento relativo alla lettera c) viene erogato con le seguenti modalità:

• 50% entro 30 giorni dall’approvazione del bilancio gestionale della Regione Campania, subordinatamente all’approvazione della relazione programmatica delle attività dell’Istituto;

• 50% entro 30 giorni dall’approvazione del bilancio consuntivo dell’esercizio di competenza del finanzia-mento e della relazione consuntiva dell’Istituto.

2.1.2 alTrE TIpologIE dI FINaNZIaMENTI dESTINaTI allE aTTIvITà dEll’ISTITuTo

Oltre ai finanziamenti derivanti dal Protocollo di Intesa stipulato con la Regione Campania, l’Istituto si av-vale di altre fonti di finanziamento destinati alle attività di ricerca, quali:

• Ministero della Salute (Ricerca Corrente);

• Ministero della Salute, MIUR, Regione Campania, AIRC, AIFA, Unione Europea, Aziende Farmaceutiche, etc. (Ricerca Finalizzata);

• Donazioni, erogazioni liberali;

• Ministero della Salute per contributi in c\capitale.

Si evidenzia che le attività di ricerca di seguito descritte sono state attuate anche attraverso la collaborazione di professionalità esterne. A tal fine, l’Istituto ha stipulato circa 130 contratti di collaborazione, reclutando i collaboratori attraverso procedure di evidenza pubblica e utilizzando solo ed esclusivamente fondi destinati alle varie tipologie di ricerca.

2.1.2.1 la rICErCa CorrENTE

La Ricerca Corrente è l’attività di ricerca scientifica diretta a sviluppare nel tempo le conoscenze fondamen-tali in settori specifici della biomedicina e della sanità pubblica, per i quali vi è stato il riconoscimento di IRCCS.

L’attività di ricerca corrente svolta presso l’Istituto è finanziata dal Ministero della Salute sulla base di pro-grammi pluriennali predefiniti.

I progetti di Ricerca Corrente sono attuati attraverso la programmazione triennale dei progetti istituzionali, con riferimento agli indirizzi del programma nazionale di ricerca sanitaria (cfr. D.Lgs n. 229/1999, art.12/bis comma 5).

Le attività di ricerca corrente dell’INT “Fondazione Pascale” sono organizzate in Macroaree che raggruppano progetti clinici e traslazionali. Questa organizzazione ha consentito di focalizzare le attività dell’Istituto sulle tematiche più importanti ed attuali della ricerca a livello nazionale ed internazionale, ha favorito l’interazione tra ricercatori di diversa estrazione (clinici e laboratoristi) e ha creato “massa critica” su progetti di largo respiro che hanno coinvolto le diverse componenti dell’Istituto.

Le Macroaree sono state individuate e selezionate dal Direttore Scientifico, sulla scorta degli indirizzi del Consiglio di Indirizzo e Verifica, e rappresentano un punto di riferimento non solo per la ricerca ma anche per le attività assistenziali. Le Macroaree in cui è attualmente organizzata la attività di ricerca dell’Istituto sono:

• “Macroarea 1 - Prevenzione e Fattori di Rischio nella Patologia Neoplastica”: questa area riguarda, in par-ticolare, l’individuazione di fattori di rischio correlati con alcune delle neoplasie più frequenti, quali i carcinomi della mammella, della prostata, dell’ovaio ed i linfomi. In tale macroarea, inoltre, sono condotti studi sull’asso-ciazione tra virus e tumori e sulle possibilità di prevenzione mediante strategie di immunoterapia.

• “Macroarea 2 - Marcatori Tumorali e Procedure Diagnostiche Innovative”: le attività di ricerca di questa macroarea sono focalizzate principalmente sulla valutazione di nuovi fattori prognostici nei carcinomi della tiroide, della mammella, dell’ovaio e nel melanoma, sulla identificazione ed isolamento di cellule staminali da tumori primitivi e sullo sviluppo di nuove procedure diagnostiche.

• “Macroarea 3 - Trattamenti Integrati in Oncologia”: si occupa di studi traslazionali che vanno dalla valu-tazione pre-clinica di terapie basate su combinazioni di farmaci bersaglio-specifici a studi clinici nel carcinoma della mammella, del colon-retto e del polmone, in una ottica di integrazione delle diverse competenze presenti in Istituto.

• “Macroarea 4 - Strategie Terapeutiche Innovative nella Malattia Avanzata”: le attività di questa macro-

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27Bilancio Sociale 2010

area comprendono ricerche rivolte ad identificare nuovi approcci terapeutici in neoplasie poco rispondenti ai trattamenti disponibili, tra cui i sarcomi, il carcinoma della prostata ormono-indipendente, alcune neoplasie ematologiche, le metastasi ossee, le neoplasie localmente avanzate.

L’attività di ricerca viene espletata nel pieno rispetto della personalità del paziente e sempre con la sotto-scrizione del consenso informato da parte del paziente o di chi ne esercita la potestà, secondo gli indirizzi del Comitato Etico dell’Istituto ed in conformità della vigente normativa in materia di sperimentazioni cliniche.

Le somme spese destinate alle attività di ricerca corrente e rendicontate per l’esercizio 2010 sono state pari a 3 C/mln.

2.1.2.2 la rICErCa FINalIZZaTa

La ricerca finalizzata è attuata attraverso specifici progetti ed è diretta al raggiungimento dei particolari e prioritari obiettivi, biomedici e sanitari, individuati dal Piano Sanitario Nazionale. Essa si sviluppa attraverso la partecipazione a specifici bandi regionali, nazionali ed internazionali promossi da enti ed istituzioni pubbliche o private ed anche tramite l’effettuazione di ricerche su commissione o sponsorizzate. Le fonti di finanziamento a sostegno delle attività di ricerca finalizzata, la cui durata nella maggior parte dei casi è pluriennale, sono erogate da vari Enti:

• Ministero della Salute;

• Istituto Superiore di Sanità;

• Regione Campania;

• Soggetti privati;

• Associazioni/Fondazioni;

• Altri Enti.

Nel corso del 2010, le attività di ricerca finalizzata hanno riguardato sia progetti avviati nel corso dell’eser-cizio in esame, sia progetti avviati nel corso dei precedenti esercizi. Nella tabella sottostante non sono riportati i finanziamenti ricevuti per sperimentazioni che, invece, si dettagliano nei paragrafi successivi.

Di seguito, si riporta una breve sintesi di tali progetti, evidenziando l’anno di avvio della ricerca, il numero di progetti avviati nei vari anni, la durata media prevista per singolo progetto (che comunque potrebbero essere interessati da eventuali proroghe), l’importo totale previsto per il finanziamento (da tener presente che molti progetti vengono sviluppati in collaborazione con soggetti terzi: enti, IRCCS, soggetti privati e pubblici; pertan-to l’importo complessivo del finanziamento comprende anche la quota destinata a questi ultimi per le attività che svolgono in collaborazione dell’Istituto); l’importo destinato alle attività di ricerca svolte presso l’Istituto e quello destinato ai soggetti terzi.

Figura 11 – Importo dei finanziamenti per ricerca finalizzata in essere al 31.12.2010

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale28

2.1.2.3 SpErIMENTaZIoNI ClINIChE E STudI oSSErvaZIoNalI

Presso l’Istituto vengono svolte sia sperimentazioni cliniche (ovvero qualsiasi studio sull’uomo finalizzato a scoprire o verificare gli effetti clinici e/o farmacologici e/o a individuare qualsiasi reazione avversa ad uno o più medicinali sperimentali) che studi osservazionali (ovvero studi nei quali i medicinali sono prescritti secondo le indicazioni dell’autorizzazioni in commercio).

Sia le sperimentazioni cliniche che gli studi osservazionali possono essere promossi dall’Istituto o da altri soggetti pubblici (studi “no-profit”) che, in alcuni casi, possono essere “supportati” economicamente oppure essere promossi da Aziende Farmaceutiche (studi “profit”).

In entrambi i casi l’Istituto, con cadenza semestrale, procede al monitoraggio delle attività svolte e del nu-mero di pazienti arruolati (che nel caso degli studi profit è l’elemento necessario affinché lo Sponsor proceda all’erogazione della quota destinata allo studio).

Di seguito, si riporta un’analisi delle sperimentazioni cliniche e degli studi osservazionali (profit e no-profit) avviati dall’Istituto nel corso del 2010.

Figura 14 – Composizione delle sperimentazioni

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Figura 12 – Distribuzione percentuale delnumero di progetti avviati nei vari annie ancora in corso nel 2010

Figura 13 – Distribuzione delle quote di finanziamento per ricerca finalizzata tra unità interne ed unità esterne all’Istituto

Tipologia di sperimentazione N. Sperimentazioni

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29Bilancio Sociale 2010

Figura 15 – Composizione degli Studi Osservazionali

2.1.3 Il 5 x MIllE

La legge finanziaria 2006 ha previsto che il 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche fosse destinata ad alcune finalità individuate dalla legge stessa (sostegno del volontariato, finanziamento della ricer-ca scientifica e dell’Università, finanziamento della ricerca sanitaria, attività sociali dei comuni di residenza).

L’ INT “Fondazione Pascale” è stato inserito, come possibile destinatario del 5 per mille, tra gli enti di ricerca sanitaria.

I fondi provenienti dal 5 per mille, equiparati a quelli di ricerca corrente (in parte legati a specifiche scelte dei contribuenti, in parte derivanti da una proporzionale suddivisione delle scelte generiche), vengono erogati all’Istituto dal Ministero della Salute, al quale occorre comunicare, entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello in cui i fondi sono stati ricevuti, i progetti che si intendono finanziare, nonché rendere specifico rendi-conto sull’utilizzazione degli stessi, con le modalità specifiche stabilite dal Ministero.

L’Istituto ha ricevuto, come finanziamento della ricerca sanitaria derivante dal 5 per mille, l’importo com-plessivo – per gli anni 2006-2009 – di C/000 3.579. Nella tabella che segue, sono riportati i finanziamenti ricevuti per ciascun esercizio e le somme ancora disponibili al 31.12.2010.

Figura 16 – Finanziamenti derivanti dal 5 x mille (annualità 2006 – 2009)

Relativamente all’esercizio 2010, non ancora è pervenuta la comunicazione di quanto spettante, in quanto l’importo è calcolato sull’imposta IRPEF pagata sulle dichiarazioni di competenza 2010 e presentate all’erario nel corso del 2011.

Le somme di cui sopra sono state destinate ai seguenti progetti:

• quota 2006 - acquisto di un tomografo a risonanza magnetica da 3.0 tesla (procedura in corso);

• quota 2007 - finanziamento dei seguenti progetti:

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale30

— DCE-MRI a 3 Tesla: uso del Tamoxifene per la riduzione dei falsi positivi nello studio dei tumori mam-mari;valutazione comparativa del ruolo diagnostico e prognostico della risonanza magnetica morfologica e funzionale da 3T nei pazienti con sospetto di tumore prostatico, attraverso la valutazione combinata di: MRS (Magnetic Resonance Spectroscopy, DCE (Dynamic Contrast Magnetic Resonance Imaging), DVVI-MRI (Diffusion Weighted Magnetic Resonance);— MRI con tomografo da 3T: Tracking e mapping del “Chemo-brain” post – chemioterapia;

• quota 2008: cofinanziamento Officina Farmaceutica Produzione Radiofarmaci INT Pascale (in corso di realizzazione);

• quota 2009: la Direzione scientifica sta selezionando i progetti da sostenere che dovranno essere comuni-cati al Ministero della Salute entro il 31 gennaio 2012.

2.2 Il BIlaNCIo dEll’ISTITuTo

Nel corso del 2010 si è proseguito il processo di riorganizzazione e consolidamento già intrapreso qualche anno addietro. Gli sforzi gestionali profusi nell’anno in questione hanno portato l’Istituto, per il 4° anno con-secutivo, a chiudere il bilancio di esercizio in utile (esercizio 2010: C/000 4.574; esercizio 2009: C/000 6.830; esercizio 2008: C/000 2.644; esercizio 2007: C/000 1.259).

L’Istituto si è posizionato ai primi posti in Regione Campania per le migliori “performance” in termini di contenimento dei costi, di efficacia ed efficienza gestionale ed economica. Tali risultanze sono emerse anche nel corso delle verifiche trimestrali da parte dell’Assessorato alla Sanità e sono state perseguite attraverso l’adozione di strumenti di controllo della spesa capaci di far emergere e correggere alcune lacune strutturali.

È opportuno precisare che il “management” del Pascale non ha avuto e non ha come obiettivo la mera ri-duzione dei costi, né tanto meno il perseguimento di “profitti” ma, al contrario, ha inteso utilizzare l’approccio economico come strumento gestionale per l‘individuazione delle disfunzioni, la redistribuzione delle risorse, la valutazione della produttività dei servizi, in un’ottica di costi-benefici-opportunità.

Proprio in attuazione di questa politica gestionale, in mancanza di specifici finanziamenti in conto capitale si è ritenuto opportuno ricorrere all’autofinanziamento aziendale destinato al graduale rinnovo tecnologico. In tal senso, sono stati avviati numeri progetti di rinnovo; di seguito se ne segnalano alcuni:

• la realizzazione, presso il CROM di Mercogliano, di un laboratorio per la produzione di radiofarmaci, ivi incluse apparecchiature ad alto contenuto tecnologico (ciclotrone e PET-TAC per piccoli animali);

• l’acquisizione di apparecchiature di alta tecnologia per la Radioterapia Oncologica (un sistema completo per la Brachiterapia intraoperatoria, un sistema completo per la radiochirurgia encefalica);

• l’acquisizione di tecnologie inerenti la videochirurgia mini-invasiva robotica;

• l’acquisizione di attrezzature sanitarie di rilevante importo, quali sistemi di video ed eco endoscopia, un sistema ibrido Spet-Tc e un sistema TC-simulatore di ultima generazione;

• la realizzazione del nuovo reparto di terapia intensiva e la sistemazione del reparto di Medicina nucleare;

• la finalizzazione delle opere inerenti la prima triennalità dell’art. 20, precedentemente contabilizzate a lavori in corso;

• lo start up del processo di informatizzazione dell’intero Istituto;

• la realizzazione di interventi di ristrutturazione e adeguamento funzionale di alcuni reparti di cura.

Il risultato economico positivo realizzato è conseguenza di una costante attività di razionalizzazione delle voci di spesa, contestuale al mantenimento di elevati standard qualitativi e quantitativi nei processi gestionali.

Il risparmio più significativo si è registrato relativamente alle seguenti voci di spesa: manutenzioni e ripara-zioni, oneri diversi di gestione, beni sanitari e non sanitari, servizi sanitari e non sanitari, personale.

Lo stato di salute economica prima descritto trova analoga situazione nell’area patrimoniale e finanziaria dell’Istituto.

2.2.1 la SITuaZIoNE paTrIMoNIalE

Lo Stato Patrimoniale dell’Istituto illustra gli elementi attivi e passivi inerenti al patrimonio dello stesso. La normativa vigente prevede la redazione dello stato patrimoniale consuntivo alla fine di ogni esercizio.

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31Bilancio Sociale 2010

2.2.1.1 lo STaTo paTrIMoNIalE aTTIvo

Lo stato patrimoniale attivo finale espone il valore delle immobilizzazioni, dei crediti, dei debiti, delle rima-nenze di magazzino.

Di seguito, si riportano le risultanze patrimoniali attive 2010, messe a confronto con quelle del 2009.

Figura 17 – Stato Patrimoniale Attivo - Consuntivo

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Dall’analisi dei dati, come riportato nel grafico seguente, emerge che:

• le immobilizzazioni immateriali risultano essere in linea con il dato registrato nell’esercizio precedente;

• le immobilizzazioni materiali presentano uno scostamento in aumento rispetto all’anno precedente pari a C/000 3.435. Nonostante la diminuzione di C/000 956 relativa ad impianti e macchinari, le immobiliz-zazioni materiali riscontrano un aumento dovuto principalmente alle immobilizzazioni materiali in corso e acconti (C/000 3.666) e, alle attrezzature sanitarie e scientifiche (C/000 455);

• i crediti relativi all’anno 2010 aumentano rispetto all’anno 2009 di C/000 5.950. Tale scostamento si deve

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale32

all’incremento dei crediti verso Stato Regioni e Province autonome pari a C/000 9.077; al contrario, i crediti verso altri registrano una diminuzione pari a C/000 3.406;

• le disponibilità liquide diminuiscono di C/000 17.947.

Il grafico che segue riporta l’andamento delle principali voci dello stato patrimoniale attivo mettendo a con-fronto le risultanze del 2010 con quelle del 2009.

Figura 18 – Composizione degli elementi patrimoniali attivi 2009 e 2010

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33Bilancio Sociale 2010

2.2.1.2 lo STaTo paTrIMoNIalE paSSIvo

Lo stato patrimoniale passivo finale espone, principalmente, il valore del patrimonio netto e quindi gli utili o le perdite realizzati sia nell’esercizio corrente sia in quelli precedenti, gli accantonamenti effettuati nel corso dell’esercizio a vario titolo, nonché il livello di indebitamento aziendale. Esso, messo a confronto con l’esercizio precedente, permette di verificarne l’andamento per le varie voci patrimoniali passive, permettendo di indivi-duare quali dovrebbero essere interessati da azioni correttive.

Di seguito, si riportano le risultanze patrimoniali passive 2010 messe a confronto con quelle del 2009.

Figura 19 – Stato Patrimoniale Passivo - Consuntivo

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Dall’analisi dei dati, come riportato nel grafico seguente, emerge che:

• il patrimonio netto registra un aumento pari a C/000 1.306 rispetto l’esercizio 2009. Tale risultato è l’ef-fetto netto relativo all’aumento degli utili portati a nuovo (C/000 6.830) contro la diminuzione dell’utile di esercizio (C/000 3.239) e dei finanziamenti per investimenti (C/000 2.256);

• il fondo rischi e oneri riscontra una diminuzione pari a C/000 1.506 rispetto l’esercizio 2009. Tale risultato è l’effetto netto della diminuzione di altri fondi per oneri e spese (C/000 3.402) e dell’aumento dei fondi per rischi (C/000 1.896);

• i debiti diminuiscono di C/000 7.300 grazie alla riduzione dei debiti verso l’istituto tesoriere di circa C/000 7.000;

• i ratei e risconti passivi diminuiscono di C/000 1.166; ciò si deve ad un decremento, di pari valore, dei risconti passivi.

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale34

Il grafico che segue riporta l’andamento delle principali voci dello stato patrimoniale passivo, mettendo a confronto le risultanze del 2010 con quelle del 2009.

Figura 20 - Composizione degli elementi patrimoniali passivi 2009 e 2010

2.2.2 la SITuaZIoNE ECoNoMICa

Il conto economico dell’Istituto riporta i costi che quest’ultimo sostiene per il perseguimento dei fini istitu-zionali, nonché i ricavi necessari alla copertura di tali costi.

2.2.2.1 Il CoNTo ECoNoMICo prEvISIoNalE

Come previsto dalla vigente normativa, l’Istituto, entro il 30 settembre di ogni anno, è tenuto alla redazione del conto economico previsionale, nel quale espone i costi che prevede di sostenere nell’esercizio successivo, nonché i ricavi che prevede di realizzare, necessari alla copertura dei costi stessi.

Il conto economico previsionale alla fine dell’esercizio diventa strumento essenziale per la verifica del ri-spetto degli obiettivi.

Di seguito, sia per l’esercizio oggetto del presente bilancio sociale (2010) che per quello precedente, si riporta per singola voce di costo e di ricavo la capacità di previsione rispetto all’andamento effettivo della gestione.

Page 36: INT Napoli IRCCS "Fondazione G. Pascale"

35Bilancio Sociale 2010

lE prEvISIoNI 2010

Figura 21 – Conto economico 2010 (Previsionale vs Consuntivo)

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Dall’analisi dei dati sopra riportati emerge come l’Istituto riesca, seppur non rilevabile dai dati previsionali, a realizzare un utile dipendente soprattutto dalle adeguate e corrette politiche di gestione poste in essere dal management aziendale.

I grafici di seguito riportati mettono in evidenza come le previsioni poste in essere dall’Istituto, sia per i ricavi che per i costi della produzione, siano in linea con le risultanze finali d’esercizio.

Page 37: INT Napoli IRCCS "Fondazione G. Pascale"

Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale36

Figura 23 - Capacità previsionale dei costi della produzione (Esercizio 2010)

Figura 22 – Capacità previsionale dei ricavi della produzione (Esercizio 2010)

Page 38: INT Napoli IRCCS "Fondazione G. Pascale"

37Bilancio Sociale 2010

lE prEvISIoNI 2009

Figura 24 - Conto economico 2009 (Previsionale vs Consuntivo)

䌀 伀一吀 伀 䔀䌀 伀一伀䴀䤀䌀 伀 䔀匀 䔀刀䌀 䤀娀䤀伀 ㈀  㤀 ⴀ 倀刀䔀嘀 䤀匀 䤀伀一䄀 䰀 䔀 䔀 䌀 伀一匀 唀一吀 䤀嘀 伀

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吀 漀琀愀氀攀 挀漀猀 琀椀 搀攀 氀氀愀 瀀爀 漀搀甀稀 椀漀渀攀 ⠀䈀⤀ 㔀⸀㤀㌀㠀  㤀⸀㤀㔀㜀 ⠀㔀⸀㤀㠀⤀  㔀Ⰰ㐀㐀─

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L’analisi dei dati relativi al 2009, come anche per il 2010, mostra la capacità dell’Istituto di procedere sia ad un’adeguata programmazione aziendale che ad adeguate politiche di risparmio.

Di seguito, si riportano i grafici che mettono in evidenza come, per il 2010, le previsioni poste in essere dall’Istituto siano in linea con le risultanze finali d’esercizio.

Page 39: INT Napoli IRCCS "Fondazione G. Pascale"

Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale38

Figura 26 - Capacità previsionale dei costi della produzione (Esercizio 2009)

Figura 25 - Capacità previsionale dei ricavi della produzione (Esercizio 2009)

Page 40: INT Napoli IRCCS "Fondazione G. Pascale"

39Bilancio Sociale 2010

2.2.2.2 Il CoNTo ECoNoMICo CoNSuNTIvo

Il conto economico consuntivo fornisce le risultanze finali dell’esercizio sia in termini di ricavi che di costi. Esso mette in risalto i contributi ricevuti, i ticket incassati, gli acquisti di beni e servizi sanitari, il costo del per-sonale impiegato nell’espletamento delle funzioni istituzionali, nonché gli altri oneri diversi di gestione.

Figura 27 – Conto economico consuntivo (2010 vs 2009)

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Page 41: INT Napoli IRCCS "Fondazione G. Pascale"

Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale40

Di seguito, si rappresenta graficamente l’andamento delle principali voci di ricavo e di costo evidenziando le variazioni intervenute tra un esercizio 2009 e l’esercizio 2010.

Figura 28 – Distribuzione del valore della produzione

Figura 29 – Distribuzione dei costi della produzione (Esercizio 2010)

Dall’analisi del grafico sopra riportato, si evince che la distribuzione del valore della produzione nell’eserci-zio 2010 non ha subito significative modifiche rispetto all’esercizio 2009. Il valore della produzione è costituito principalmente da contributi in c/esercizio (86,7%) e in piccola quota da proventi e ricavi diversi (9,07%).

Page 42: INT Napoli IRCCS "Fondazione G. Pascale"

41Bilancio Sociale 2010

Figura 30 – Distribuzione dei costi della produzione (Esercizio 2009)

Come si può evincere dall’analisi dei grafici sopra riportati, il peso relativo delle singole classi di costo nell’esercizio 2010 non ha subito rilevanti scostamenti rispetto all’esercizio 2009. I costi della produzione, rela-tivamente all’anno 2010, sono costituiti principalmente da: personale del ruolo sanitario (36,15%); acquisti di beni (27,98%) e acquisti di servizi (14,99%).

Page 43: INT Napoli IRCCS "Fondazione G. Pascale"

Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale42

2.3 Il CoNTo ECoNoMICo 2010 a valorE aggIuNTo

Al fine di rappresentare la capacità dell’Istituto di produrre ricchezza, di seguito si rappresenta il valore ag-giunto prodotto dalla gestione aziendale.

Il parametro del valore aggiunto misura la ricchezza prodotta dall’azienda, con particolare riferimento agli interlocutori (stakeholder) che partecipano alla sua distribuzione. Il processo di calcolo del valore aggiunto riclassifica i dati del conto economico consuntivo precedentemente descritto, in modo da evidenziare la produ-zione e la successiva distribuzione del valore aggiunto agli stakeholder di riferimento.

Considerata la fase sperimentale di rendicontazione sociale avviata dall’Istituto, si rappresenta che per l’an-nualità 2010 la determinazione del valore aggiunto e la sua distribuzione sono state effettuate in base al dettato dei principi del Gruppo Bilancio Sociale (GBS). Tenuto conto di quanto menzionato è intenzione dell’Istituto ampliare, in coerenza con le linee evolutive del GBS, il numero delle categorie di stakeholder in relazione alle quali calcolare il valore aggiunto.

Il processo di analisi del valore aggiunto prende in considerazione:

• il prospetto di determinazione del valore aggiunto, individuato dalla contrapposizione dei ricavi e dei costi esterni che rappresentano quote di valore distribuito ad alcune importanti categorie di stakeholder come i pazienti ed i fornitori;

• il prospetto di distribuzione o di riparto del valore aggiunto, ricomposto quale sommatoria delle remune-razioni percepite dagli interlocutori dell’Istituto.

Figura 31 – Prospetto determinazione del valore aggiunto

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43Bilancio Sociale 2010

Il prospetto a lato riportato mostra la riclassificazione del conto economico per macroaree con la determina-zione del valore aggiunto. La prima parte riassume le voci di ricavo e di costo inerenti la gestione caratteristica e mostra come, rispetto all’esercizio precedente, il valore aggiunto caratteristico lordo si sia ridotto. La seconda parte della tabella espone invece i saldi attinenti alla gestione accessoria e straordinaria, nonché gli ammorta-menti attinenti alla gestione dell’Istituto. Come si evince dalla tabella, il valore aggiunto globale netto è aumen-tato nel 2010 rispetto al 2009 in ragione della minore incidenza in termini di costi della gestione accessoria e straordinaria rispetto all’anno precedente.

Figura 32 – Incidenza dei costi intermedi della produzione e del valore aggiunto sul valore della produzione

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Il grafico sopra riportato evidenzia in che misura i costi intermedi della produzione ed il valore aggiunto globale netto incidono sul valore della produzione.

Si precisa, infatti, che considerata la fase sperimentale della rendicontazione sociale avviata, l’Istituto inten-de studiare una modalità di identificazione del valore aggiunto prodotto e distribuito che evidenzi la partecipa-zione allo stesso, dei contributi erogati in favore di altre categorie di stakeholder: pazienti, fornitori, comunità scientifica, ecc..

La lettura del prospetto di riparto del valore aggiunto tra le varie categorie di stakeholder va, infatti, letto in tale ottica tenendo cioè presente che il valore aggiunto distribuito prende in considerazione l’effetto netto risultante a seguito della erogazione dei servizi ai pazienti, di ricerca e di approvvigionamento.

Di seguito, si riporta il valore aggiunto ripartito tra le varie categorie di stakeholder.

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale44

Figura 33 – Prospetto distribuzione del valore aggiunto

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Di seguito, si rappresenta graficamente la distribuzione del valore aggiunto.

Figura 34 – Distribuzione del valore aggiunto

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45Bilancio Sociale 2010

LaRelazione Sociale

Parte Terza

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale46

3.1 Il proCESSo dI STaKEholdEr rEporTINg

Il processo di stakeholder reporting rappresenta un momento qualificante del percorso di social accounta-bility, in quanto ha ad oggetto un confronto diretto con i propri stakeholder, finalizzato a registrare il relativo livello di gradimento rispetto alla gestione attuata, le aspettative specifiche con cui giudicare la nuova program-mazione e l’altrui percezione dell’operato dell’Istituto e dei relativi effetti. Esso rappresenta, così, il momento di maggiore discontinuità tra le modalità di programmazione e controllo che l’Istituto ha intrapreso sino ad oggi rispetto alle nuove linee di programmazione partecipata e di rendicontazione sociale.

Da ciò consegue la specifica complessità dell’avvio delle dinamiche di stakeholder reporting che l’Istituto ha voluto lanciare seppur in forma semplificata, per l’annualità di sperimentazione cui si riferisce il presente documento.

Per la rilevazione del consenso da parte dei diversi interlocutori, attuata rispetto alla gestione 2010, si spe-cifica, infatti, quanto segue:

• per la categoria del personale, si sono utilizzati i risultati dell’approfondita indagine sul benessere orga-nizzativo operata nell’Istituto nel corso dell’esercizio;

• per la categoria degli utenti, è stato organizzato un focus group con le principali associazioni di volon-tariato e si è fatto riferimento alle indagini di customer satisfaction effettuate in tutti i reparti dell’Istituto;

• per l’amministrazione pubblica, si è fatto riferimento ai documenti di valutazione delle amministrazioni vigilanti riguardanti l’Istituto;

• per tutte le categorie, ivi compresi i fornitori e la collettività, è stato predisposto un questionario di ri-levazione che si allega al presente documento, che darà l’avvio ad un percorso di rilevazione del consenso dedicato.

Si dichiara, conseguentemente, che tra i principali obiettivi per la redazione del bilancio sociale del 2011 vi è quello di ampliare il numero e le modalità di rilevazione del consenso, inserendo nella rilevazione del consenso altre categorie di stakeholder e raffinando gli strumenti di indagine e raccolta del consenso.

3.2 I dIpENdENTI dEll’ISTITuTo

L’Istituto, per l’espletamento delle proprie funzioni, si avvale di personale a tempo pieno indeterminato, a tempo parziale indeterminato, a tempo determinato, ma anche di personale in comando da altre aziende.

Figura 35 – Ripartizione per tipologia contrattuale

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In tale tabella non sono compresi i contratti di collaborazione per finalità di ricerca di cui al paragrafo 2.1.2.

Parte Terza

La Relazione Sociale

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47Bilancio Sociale 2010

3.2.1 CoNSISTENZa E CaraTTErISTIChE dEl pErSoNalE

Il personale in servizio è articolato in quattro ruoli distinti: ruolo sanitario, ruolo professionale, ruolo tecnico e ruolo amministrativo a cui appartiene sia personale dirigenziale – dirigenza medica e veterinaria, sanitaria, professionale, tecnica ed amministrativa – sia personale non dirigenziale – c.d comparto.

Di seguito, si riportano una serie di tavole che forniscono maggiori dettagli inerenti al personale di cui si avvale l’Istituto.

Dall’analisi dei vari ruoli emerge che nel 2010 il maggior numero di personale si concentra in quello sanitario (86% di tutto il personale). All’interno del ruolo sanitario, la percentuale maggiore è rappresentata dal compar-to. Lo stesso andamento si può rilevare anche per l’esercizio 2009.

Figura 36 – Ripartizione per ruolo e profilo

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Si riporta, di seguito, un analisi dettagliata del personale per singolo ruolo e per sesso.

Figura 37 – Ripartizione per ruolo e sesso

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Rispetto alle fasce di età, emerge che, come per il 2009, la maggior parte del personale (circa il 68%) ha un’età tra i 40 e 59 anni.

Figura 38 – Ripartizione per fasce di età

刀椀瀀愀爀 琀椀稀 椀漀渀攀 瀀攀 爀 昀愀猀 挀攀 搀椀 攀 琀

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale48

3.2.2 orgaNIZZaZIoNE dEl lavoro

Il processo di riorganizzazione dell’INT “Fondazione Pascale” ha rappresentato un obiettivo primario prope-deutico al miglioramento della capacità dell’Istituto di incidere sulle problematiche relative allo sviluppo della ricerca in campo oncologico.

La necessità di coniugare le esigenze assistenziali con quelle della ricerca ha comportato non solo la costi-tuzione dei cosiddetti “Dipartimenti d’Organo”, integrati con un “Dipartimento di Ricerca”, bensì ha influenzato anche le modalità di organizzazione del lavoro.

Tale organizzazione ha comportato l’eliminazione di tutte le ridondanze organizzative ed ha attuato un mec-canismo virtuoso in cui l’attività di ricerca sperimentale è diventata trainante per l’Istituto.

Il nuovo modello organizzativo si è ispirato a quello dei “Comprehensive Cancer Centers” statunitensi. Tale modello permette un elevato grado di integrazione e di coordinamento tra le varie discipline diparti-

mentali, garantendo una strettissima associazione tra le conoscenze scientifiche e le attività assistenziali. L’organizzazione del lavoro secondo i nuovi schemi dipartimentali è mirata ad un incremento della qualità,

appropriatezza, produttività, specializzazione e efficienza della struttura organizzativa che necessita, inoltre, dell’adeguamento del livello professionale degli operatori rispetto a standard di assoluta efficienza. Tale sistema riduce al minimo le rigidità organizzative, favorendo modelli elastici e competitivi.

3.2.3 Il TurN-ovEr aNNualE

La rotazione del personale dell’Istituto, espressa in termini di rapporto fra somma dei dipendenti assunti e cessati dal lavoro nell’anno ed il totale dei dipendenti, presenta un andamento stabile, soprattutto per la vigente normativa in termini di reclutamento del personale.

Infatti, a seguito dell’adozione del Piano di Rientro dal deficit sanitario, adottato con DGR 460/2007, cui l’Assessorato alla Sanità della Regione Campania è sottoposto, vige il blocco del turn-over per l’intero esercizio. Ciò ha comportato che il flusso di ingresso/uscita del personale dell’Istituto è stato influenzato quasi esclusi-vamente dalla mobilità di personale, inteso quale trasferimenti in ambito sanitario e/o comunque pubblico. Di seguito, si riporta la movimentazione del personale avvenuta nel corso del 2010 messa a confronto con quanto si è realizzato nel corso del 2009.

Figura 39 – Cessazioni e assunzioni (Anno 2010)

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3.2.4 lE aTTIvITà SoCIalI E I rICoNoSCIMENTI

L’INT “Fondazione Pascale” ha avviato anche linee di attività finalizzate allo sviluppo di relazioni sociali. In particolare, ha adottato provvedimenti tesi ad attribuire un riconoscimento di carattere onorifico ai professioni-sti che hanno ricoperto l’incarico di Direttore di Struttura complessa e che si siano distinti, nell’arco della loro lunga carriera lavorativa, non solo per le capacità professionali ed i titoli di merito, ma anche per la dedizione alle attività dell’Istituto, contribuendo in maniera significativa all’affermazione ed alla crescita nei campi della cura e della ricerca.

L’Istituto ha avviato, inoltre, in collaborazione con la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori – Sezione di Napoli, il servizio di Ludoteca nell’ambito del progetto ricerca intervento “La patologia oncologica in età fertile: sostegno al percorso evolutivo madre figlio”. Questo progetto nasce dalla convinzione che oggi si parla poco dei malati di cancro che sono anche genitori.

Lo studio è nato con la chiara intenzione di offrire una aiuto alla famiglia in termini di mediazione familiare sistemica finalizzata al miglioramento della comunicazione tra i membri della famiglia durante tutte le fasi della

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49Bilancio Sociale 2010

malattia (dalla diagnosi ai trattamenti).Il luogo dove attuare la ricerca – intervento è per l’appunto la Ludoteca: uno spazio di intrattenimento per

i bambini ma anche un luogo di incontro e di riflessione dove la famiglia potrà acquisire gli strumenti per in-formare nel modo migliore i propri figli sullo stato di salute.

Essa si inserisce, a pieno titolo, nella rete dei servizi socio-culturali ed educativi dell’Istituto, diventando struttura di accoglienza e intrattenimento.

3.2.5 SISTEMI dI rEMuNEraZIoNE, INCENTIvaZIoNE E valorIZZaZIoNE

Il sistema di remunerazione dell’INT “Fondazione Pascale” è disciplinato prevalentemente dai Contratti Col-lettivi Nazionali di Lavoro.

Di seguito, si pone particolare attenzione sulle modalità di erogazione della retribuzione di risultato alle due Aree dirigenziali, nonché della retribuzione legata alla produttività al personale non dirigente.

Per quanto riguarda l’erogazione della retribuzione di risultato, la stessa è disciplinata dalla delibera n. 508 del 21\06\2004. Le variabili che determinano la corresponsione di tale retribuzione sono le seguenti:

• tempo: la corresponsione avviene esclusivamente nei confronti di coloro che, nel corso dell’anno di rife-rimento, abbiano svolto più di tre mesi di servizio effettivo. Si tratta, in sostanza, di un pre – requisito, in assenza del quale non si passa neanche alle due fasi che di seguito si descrivono. Per coloro i quali abbiano effettuato più di 3 mesi di servizio effettivo (ma meno di 12 mesi), si opera, ovviamente, in maniera propor-zionale ai mesi di attività;

• performance: ciascun Dirigente viene valutato attraverso un’apposita scheda compilata da un valutatore di prima istanza (di norma il Direttore della Struttura Complessa di appartenenza). La scheda contiene una griglia numerica (da 1 a 5) di fattori di valutazione, laddove il punteggio massimo (5) corrisponde al 100% di valore di performance (a sua volta corrispondente al 30% della quota teorica individuale). Contiene, altresì, più items di valutazione.

• peso dell’incarico ricoperto: tale coefficiente è di carattere oggettivo e comporta l’attribuzione di una parte della retribuzione in oggetto (il 70%), per il fatto di ricoprire un determinato incarico. Per entrambe le Aree contrattuali (sia pure con dei distinguo) la maggiore evidenza viene attribuita agli incarichi di Struttura Complessa, mentre ai rimanenti incarichi resta attribuito un peso “a scalare”.

Relativamente alla retribuzione di produttività da corrispondere al personale non dirigente, si rappresenta che il sistema vigente è stato elaborato avendo come obiettivo generale quello del recupero della massima pro-duttività possibile da parte del personale dipendente.

A tale scopo è stato scelto un sistema “premiante” che tenda, da un lato, a valorizzare l’esperienza professio-nale del personale e, dall’altro, ad assicurarne ed incentivarne la presenza in servizio.

Quanto al primo aspetto (valorizzazione della maggiore esperienza professionale), si è ritenuto che il per-sonale che può vantare questo requisito è quello collocato in ultima fascia retributiva, per cui, allo scopo di conseguire un effetto “trascinamento” rispetto ai restanti dipendenti, al personale collocato in ultima fascia retributiva è riconosciuta una significativa maggiorazione del trattamento economico relativo alla produttività (c.d. “risorsa - guida”).

Quanto al secondo aspetto (assicurare ed incentivare la presenza), si è ritenuto che occorra differenziare il personale a seconda che sia o meno presente e che vadano premiati coloro i quali partecipano assiduamente alla realizzazione degli obiettivi alla produttività stabiliti dall’Istituto, per cui, in caso di assenze dal servizio, anche non continuative, viene effettuata una decurtazione del trattamento economico per la produttività annua, in una misura percentuale progressiva, secondo quanto di seguito riepilogato:

Figura 40 – Prospetto giorni ai fini del calcolo della riduzione del trattamento economico per la produttività annua

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale50

Le quote del compenso incentivante oggetto di decurtazione vengono destinate ai componenti delle equipe ove è inserito il dipendente a cui è stata effettuata la decurtazione del salario accessorio.

Anche per il personale non dirigente è stato stabilito che la presenza necessaria per entrare nel novero del personale destinatario del compenso in esame deve essere superiore a 3 mesi e che, in tal caso, detto compenso andrà corrisposto in misura proporzionale rispetto al personale già in servizio (ferme restando le riduzioni di cui alla tabella precedentemente riportata).

Il compenso incentivante per il personale non dirigente (diversamente dal personale Dirigente, per il quale la corresponsione avviene in un’unica soluzione ed in forma posticipata rispetto all’anno di riferimento) viene suddiviso in quattro quote trimestrali, a titolo di acconto.

La percentuale maggiore (80%) della quota individuale teorica viene corrisposta tenendo conto del para-metro relativo all’effettiva presenza in servizio, mentre la parte residua (20%) dipende dalla valutazione (in genere a carico del Direttore del Dipartimento di appartenenza) della qualità della prestazione resa dal singolo dipendente nell’arco dell’anno.

Il saldo della remunerazione in questione – comprensiva della quota del 20% riservata alla valutazione della performance individuale – viene erogata entro il mese di marzo dell’anno successivo a quello di riferimento.

3.2.6 parTECIpaZIoNE E SoddISFaZIoNE dEI dIpENdENTI

Nel corso dell’anno, si è svolta la prima indagine relativa al Benessere Organizzativo, promossa dal Diparti-mento della Funzione Pubblica e prevista dal D.Lgs. n. 150/2009, che ha rappresentato un’ottima occasione per conoscere le opinioni di chi è chiamato ad operare quotidianamente all’interno delle singole strutture dell’Isti-tuto.

Conoscere per migliorare e migliorarsi, analizzare i fenomeni per poter intervenire e superare le criticità presenti, poter leggere i fattori che incidono sull’organizzazione delle persone e delle attività professionali, da altre angolazioni e da svariati punti di vista, costituisce un valido aiuto a tutti gli attori coinvolti nei processi di programmazione e gestione delle attività, per riflettere e per cercare le soluzioni più confacenti alle proble-matiche da risolvere.

La ricerca intervento ha previsto la somministrazione ai dipendenti dell’Istituto di un questionario di 67 domande relative a comportamenti e condizioni osservabili nell’ambiente di lavoro e riconducibili all’insieme dei fattori e degli indicatori che compongono il costrutto di benessere organizzativo. Le informazioni sono state raccolte tramite affermazioni sulle quali esprimere il proprio parere circa la frequenza con cui la situazione de-scritta nella frase si verifica, attraverso una scala a quattro punti, che va da un minimo di “mai” a un massimo di ”spesso”.

Si è ritenuto opportuno non optare per una rilevazione campionaria, bensì condurre l’indagine su tutto il personale: il questionario è stato consegnato ai partecipanti e raccolto tramite delle urne che ne garantissero l’anonimato, dislocate nei diversi edifici dell’Istituto. I dipendenti dell’Istituto che hanno aderito all’indagine sono stati in totale 597 di cui 282 uomini e 282 donne. Il 6,5% del campione si è astenuto nel rispondere agli items relativi alla parte socio-anagrafica. Infatti, nella fase di somministrazione, sono emersi non pochi timori rispetto alla possibilità di essere identificati (con riferimento alle informazioni riguardanti la parte anagrafica) probabilmente connessi ad una difficoltà iniziale di individuare le finalità della ricerca. La partecipazione è stata, tuttavia, complessivamente soddisfacente.

L’indagine non è stata orientata ad esprimere una valutazione sul livello globale di benessere organizzativo raggiunto nell’Amministrazione, quanto piuttosto a cogliere la percezione che le persone hanno del clima all’in-terno della propria organizzazione.

Il grafico riguardante il Profilo generale presenta degli istogrammi per ogni fattore e indicatore considerato. La media generale delle risposte su tutti gli items è di 2,44 per cui tutte le dimensioni al di sotto di questo valore, le barre colorate di rosso, rappresentano i punti di debolezza; viceversa le barre colorate di verde raggiungendo valori sopramedia, sono dimensioni percepite positivamente dai dipendenti e dunque ne costituiscono i punti di forza.

Le dimensioni positive del benessere nell’amministrazione sono riferite alla collaborazione tra colleghi, all’efficienza organizzativa, ad una buona gestione della conflittualità, all’apertura e all’innovazione. Le prin-cipali aree critiche, invece, riguardano l’equità, il comfort ambientale, la sicurezza lavorativa ed un’alta perce-zione dello stress.

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51Bilancio Sociale 2010

Figura 41 – Profilo Generale (Valore medio: 2,44)

Per alcuni fattori che assumono una connotazione negativa (gestione della conflittualità, percezione dello stress, richiesta lavorativa) il punteggio del valore medio è stato invertito per facilitarne lettura del grafico.

Il valore della media degli indicatori positivi è più alta (2,79) rispetto a quella del profilo generale. Da que-sti dati emergono importanti elementi quali: la forte voglia di andare al lavoro e d’impegnare nuove energie nell’organizzazione, la sensazione di realizzazione personale attraverso il proprio lavoro e per le relazioni personali che si sono costruite sul lavoro, la percezione che il proprio operato sia apprezzato all’esterno (pro-babilmente per il fatto che trattasi di un Istituto oncologico). Tali fattori rappresentano un alto potenziale, sia per il benessere delle persone che dell’organizzazione, e sono ritenuti essenziali all’interno di un processo di innovazione.

Figura 42 – Indicatori positivi (Valore medio: 2,79)

L’analisi degli indicatori negativi conferma, in qualche modo, i dati emersi dall’analisi di quelli positivi. Infatti, si evidenzia che i fattori percepiti come poco presenti sono: il disinteresse per il lavoro, desiderio di cambiare ambiente di lavoro, la mancanza di idee e assenza dal lavoro, la sensazione di lavorare senza coin-volgimento. Confrontando questi con quelli percepiti come molto presenti, la sensazione di contare poco, di non essere valutato adeguatamente, risentimento verso l’organizzazione, aggressività e nervosismo, possiamo notare che si avverte una disparità tra l’impegno manifestato dai dipendenti e la loro percezione dell’attenzione che questi ricevono dall’organizzazione.

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale52

Figura 43 – Indicatori negativi (Valore medio: 2,64)

Alla luce delle analisi che sono state effettuate, è possibile trarre le seguenti conclusioni. L’analisi delle valutazioni relative alla qualità delle relazioni mette in evidenza un buon livello di comunica-

zione e collaborazione all’interno dei più ristretti gruppi di lavoro ed una manifesta soddisfazione per le rela-zioni interpersonali create sul lavoro. Inoltre, la presenza di fattori quali la motivazione al lavoro, la presenza pressoché costante al lavoro, il desiderio di lavorare per l’organizzazione sono aspetti che rappresentano un’im-portante leva per lo sviluppo di azioni di miglioramento a livello organizzativo e di benessere delle persone.

Emergono, tuttavia, punti di miglioramento per quel che concerne le politiche e gli strumenti di valorizza-zione dei dipendenti da parte dell’Amministrazione, anche se si riconosce che questa fornisce opportunità di aggiornamento professionale e mette a disposizione i mezzi per migliorare il proprio lavoro.

3.2.7 I SISTEMI dI SICurEZZa INTErNa

Il 2010 è stato contraddistinto dallo sforzo di definire una politica della Prevenzione in Istituto, attività cru-ciale per garantire l’efficacia di un sistema di gestione della sicurezza.

La definizione della politica della Prevenzione passa attraverso l’identificazione degli obiettivi e delle stra-tegie e degli assetti organizzativi per conseguirli e soprattutto attraverso la definizione dei ruoli e delle respon-sabilità.

In sostanza si tratta di definire le modalità attraverso le quali le iniziative di prevenzione, uscendo da una certa episodicità, possano entrare in una logica di processo che le inserisca nelle “regole di produzione”, con l’obiettivo di fare della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori (e degli utenti) un valore forte e un impe-gno condiviso da tutti e una priorità dell’Istituto, finalizzata alla erogazione delle prestazioni secondo criteri di qualità e sicurezza.

Il primo passo è stato un capillare lavoro formativo e informativo, con lo scopo di favorire il necessario rac-cordo tra le strutture di Staff e quelle di Line per l’attuazione delle strategie aziendali in tema di organizzazione del sistema prevenzionistico.

Infatti, in collaborazione col Dipartimento di Scienze Mediche Preventive dell’Università Federico II di Na-poli, si è provveduto alla attivazione, nel secondo semestre del 2010, di quattro tipologie specifiche di corsi di formazione ai sensi del “Testo Unico Sicurezza Lavoro” D.Lgs 81/08 e s.m.i. rispettivamente per Dirigenti, per Preposti, per Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza e per Addetti al Servizio di Prevenzione e Prote-zione.

Ciascun Corso ha avuto la durata di 40 ore, con rilevazione della presenza e rilascio della certificazione di avvenuta formazione a cura del Dipartimento Universitario.

Inoltre, il Servizio di Prevenzione e Protezione ha predisposto un opuscolo informativo (Salute e Sicurezza nell’Istituto Tumori di Napoli – Vademecum per gli operatori) da distribuire tra gli operatori e gli utenti dell’Isti-

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53Bilancio Sociale 2010

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tuto per diffondere la conoscenza in tema di salute e sicurezza sul lavoro.Un altro aspetto chiave che è stato preso in considerazione per garantire la continuità dell’opera di preven-

zione è stata la corretta gestione dei processi di contenimento del rischio e di promozione della salute.Infatti la complessità della struttura e le continue trasformazioni cui essa va incontro, sul piano degli im-

mobili, degli impianti, delle attrezzature di lavoro, delle dotazioni organiche, degli eventi, rischiano di rendere superata nel breve volgere di tempo una puntuale valutazione dei rischi, vanificando ogni tentativo non strut-turato di coordinamento degli interventi; si rende pertanto necessario individuare e controllare tutti quei punti critici che possono avere rilevanza nell’insorgenza di nuovi rischi o nel modificare l’entità dell’esposizione (ad esempio: nuovi appalti, progettazione di nuovi luoghi di lavoro ed adeguamento di quelli esistenti, nuovi ac-quisti di attrezzature, beni sostanze e DPI, manutenzioni di impianti e attrezzature etc) attraverso un sistema di gestione della prevenzione e sicurezza fondato sulla collaborazione di responsabilità funzionali diverse, codifi-cata all’interno di procedure che definiscano per ogni attività (cosa), le responsabilità (chi) e le relative modalità di attuazione (come, dove e quando).

Nel 2010 è stata implementata in istituto la procedura per la gestione dei nuovi appalti, nel rispetto degli obblighi specificati nell’art 26 del DLgs 81/08.

3.3 la NoSTra uTENZa

I cittadini si rivolgono all’INT “Fondazione Pascale”, generalmente, su indicazione del proprio medico di me-dicina generale, su consiglio di uno specialista o su indicazione dei servizi territoriali distrettuali (in particolare i consultori familiari). Il primo contatto con l’Istituto avviene, di norma, nel corso di una visita ambulatoriale. Presso ciascun dipartimento d’organo è attiva un’offerta ambulatoriale di tipo medico e un offerta ambulato-riale di tipo chirurgico, dedicate alle prime visite che rappresentano l’inizio del percorso assistenziale che sarà adeguato alle condizioni cliniche del paziente. I vari percorsi assistenziali prevedono approfondimenti diagno-stici che consentono di porre la diagnosi. I pazienti che necessitano di approfondimenti diagnostici o terapie da effettuare in regime di degenza vengono prenotati per il ricovero in regime ordinario o day hospital secondo diversi livelli di priorità in relazione alla malignità della neoplasia.

Il 91% dei pazienti ricoverati in regime ordinario ed il 70% di quelli ricoverati in DH, nel 2010, erano affetti da tumore maligno. Le patologie a maggiore frequenza di ricovero sono riportate nel paragrafo 3.5.

Il 56% dei ricoveri riguardano le donne per effetto della elevata prevalenza di ricoveri per il tumore della mammella. L’età dei nostri degenti è descritta nella tabella e nel grafico seguente:

Figura 44 – Distribuzione dei degenti per classe di età e sesso

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale54

Il 96% dei degenti risiede in Campania, il 3,0% in altre regioni e lo 0,3% sono stranieri. Nella figura succes-siva si osserva che il 32,3% dei degenti risiede nella Asl Na1 centro il 21,4% nella Asl Na2 nord, il 17.,9% nella Asl Na3 sud, il 31,8% nella Asl di Caserta. La restante quota si distribuisce nelle Asl di Avellino, Benevento e Salerno.

Figura 45 – Distribuzione pazienti per area di provenienza

3.3.1 I rISulTaTI dEllE aTTIvITà dI rICErCa

La missione dell’INT “Fondazione Pascale”, in quanto Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), è rappresentato dalla ricerca traslazionale, ovvero quella rivolta a trasferire all’applicazione clinica le più recenti acquisizioni nel campo della biologia tumorale. Presupposto alla realizzazione di tale missione è la completa osmosi tra le attività assistenziali e quelle di ricerca, ivi comprese le ricerche di laboratorio.

In questo contesto, le ricerche condotte presso l’Istituto sono rappresentate sia da studi pre-clinici (di la-boratorio) che clinici. In particolare, le ricerche pre-cliniche sono rivolte alla definizione dei meccanismi etio-patogenetici del cancro e alla individuazione di nuovi marcatori diagnostici e prognostici, nonché di strategie terapeutiche innovative. Gli studi clinici sono progettati e condotti per verificare ipotesi generate dagli studi pre-clinici e per individuare nuovi approcci terapeutici.

Per assolvere a tali compiti l’Istituto nel corso del 2007 ha avviato un processo innovativo di riorganizzazio-ne che ha portato alla definizione di n. 9 “Dipartimenti d’Organo” e un “Dipartimento di Ricerca”.

Le attività di ricerca dell’Istituto espletate durante il 2010 hanno riguardato tutti i principali campi della ricerca oncologica, attraverso una serie di progetti che, integrati con le attività assistenziali, hanno avuto un marcato indirizzo traslazionale coinvolgendo in maniera trasversale i Dipartimenti d’Organo e le Strutture di servizio. La stretta connessione raggiunta tra attività assistenziale e di ricerca è testimoniata dall’incremento degli studi traslazionali condotti con metodiche innovative su materiale biologico ottenuto dai pazienti, che hanno consentito una migliore caratterizzazione molecolare delle differenti tipologie di tumore trattate nei diversi dipartimenti.

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55Bilancio Sociale 2010

Lo scopo di questi studi è, in particolare, lo sviluppo di un nuovo approccio nella terapia dei tumori ri-volto alla personalizzazione dei trattamenti in base alle specifiche caratteristiche genetiche e molecolari della neoplasia di ogni singolo paziente. È questo un traguardo ambizioso che, tuttavia, proprio in questi anni sta producendo importanti risultati in neoplasie ad elevata incidenza quali i carcinomi della mammella, del colon e del polmone, ma anche in neoplasie per le quali non erano sinora disponibili farmaci efficaci, quali i carcinomi del rene e del fegato.

Il risultato della applicazione di questi principi ha portato alla introduzione in Istituto di:

• determinazione dei precursori delle cellule endoteliali con metodiche citofluorimetriche in pazienti trattati con farmaci anti-angiogenetici;

• valutazione di fattori angiogenetici in pazienti neoplastici con metodiche di high-throughput;

• individuazione di cellule tumorali circolanti a scopo prognostico e predittivo in pazienti affetti da neopla-sie della mammella e del polmone;

• valutazione dello stato mutazionale di KRAS e di altri geni coinvolti nella resistenza a farmaci anti-EGFR in pazienti affetti da carcinoma del colon retto;

• determinazione dello stato mutazionale di EGFR in pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule;

• isolamento e caratterizzazione di cellule staminali da neoplasie di diversa origine istologica;

• individuazione di marcatori specifici di neoplasie follicolari della tiroide.Alcune di queste ricerche hanno anche consentito lo sviluppo di attività di servizio per conto di Aziende ospedaliere regionali ed extra-regionali.

I risultati della attività di ricerca dell’Istituto possono essere quantificati attraverso due parametri fonda-mentali:

• il numero di studi clinici attivati e relativo numero di pazienti arruolati;

• il numero delle pubblicazioni scientifiche e relativo Impact Factor (IF).

Nel periodo 2007 – 2010, il numero totale degli studi clinici attivati in Istituto è stato di 159, di cui 115 ancora in corso. In particolare, si è registrato un incremento dal 2007 al 2010 del 73% dei nuovi studi attivati, segnale anche di accreditamento dell’Istituto nella comunità scientifica nazionale ed internazionale. Infatti, la quasi totalità degli studi attivati risulta essere multicentrica (95%), con una quota di studi internazionali pari al 69% del totale degli studi attivati.

Tale incremento è dovuto soprattutto alla quota degli studi no-profit (figura n. 47), ed in particolare agli studi promossi e/o coordinati dall’Istituto, che sono passati da 2 nel 2007 a 8 nel 2010.

Figura 46 – Nuovi studi clinici attivati per anno e tipologia di promotore

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale56

L’attivazione di studi clinici, ed in particolare delle sperimentazioni no- profit finalizzate alla definizione di percorsi terapeutici e di criteri di appropriatezza, consente anche un risparmio per il Sistema Sanitario Regiona-le, in quanto permette di trattare in maniera gratuita pazienti neoplastici con farmaci ad alto costo.

Nello specifico, nel corso del 2010, erano attivi e/o sono stati attivati diversi studi con farmaci innovativi, tra i quali:

• uno studio multicentrico con il sorafenib, inibitore dell’angiogenesi e della trasduzione del segnale, per il trattamento in prima linea dell’epatocarcinoma avanzato in pazienti con ridotta funzionalità epatica;

• uno studio multicentrico con il pazopanib, farmaco anti-angiogenetico, per il trattamento del carcinoma ovarico resistente o refrattario al platino;

• uno studio multicentrico con pf-804, un inibitore irreversibile del recettore EGF, per il trattamento dei pazienti con cancro polmonare non a piccole cellule avanzato o metastatico;

• uno studio multicentrico per valutare gli effetti ossei della terapia adiuvante del carcinoma mammario con tamoxifene, letrozolo, e letrozolo + acido zoledronico, agente in grado di bloccare la progressione della malattia ossea e con una potenziale attività anti-tumorale;

• uno studio multicentrico di confronto tra l’inibitore di BRAF vemurafenib e la dacarbazina per il tratta-mento di pazienti non precedentemente trattati ed affetti da melanoma non resecabile di stadio IIIC o IV positivo alla mutazione V600E del gene BRAF;

• uno studio multicentrico per valutare il trattamento chemioterapico in prima linea con l’anticorpo anti-EGFR panitumumab in combinazione con oxaliplatinoinfusionale e capecitabina orale (XELON) in pazienti con cancro colorettale e metastasi epatiche avanzate;

• uno studio multicentrico con farmaci inibitori di processi coinvolti nella proliferazione e sopravvivenza cellulare, quali il panobinostat ed il bortezomib in combinazione con il desametasone in pazienti con mie-loma multiplo recidivo.

La figura n. 48, mostra il numero di pazienti arruolati nelle sperimentazioni cliniche (SC) e negli studi osser-vazionali (SO) a seconda del promotore (profit /no-profit).

Nello specifico, nei trials clinici attivati nel periodo 2007 – 2010 presso l’Istituto, sono stati arruolati com-plessivamente 4.897 pazienti, di cui 4.216 negli studi clinici no-profit e 681 negli studi clinici profit. In par-ticolare, nel solo 2010, sono stati arruolati 2.101 pazienti, corrispondenti a circa il 43% del totale dei pazienti arruolati in studi clinici attivati presso l’Istituto.

Figura 47 – Pazienti arruolati per tipologia di promotore e di studio

La diffusione di ogni nuova scoperta è determinante per il progresso scientifico. Se un ricercatore produce una buona ricerca, l’articolo che ne descrive i risultati viene pubblicato su una rivista scientifica e servirà ad altri ricercatori per i loro studi.

Per questo motivo un secondo parametro fondamentale per valutare l’attività di ricerca è rappresentato dal numero di pubblicazioni scientifiche in riviste recensite, che rappresenta una validazione del lavoro effettuato, e soprattutto dall’Impact Factor (IF) delle stesse, che è l’indice bibliometrico principalmente utilizzato per valutare la qualità della rivista in cui i lavori sono pubblicati.

Il valore dell’IF viene normalizzato dal Ministero della Salute, impiegando parametri che tengono conto della disciplina, del numero degli autori, della loro posizione.

Nello specifico, l’attività di ricerca del 2010 ha portato alla pubblicazione di 171 articoli, con un IF norma-lizzato secondo i criteri ministeriali di 722 punti.

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57Bilancio Sociale 2010

Tale risultato è stato raggiunto anche grazie alla nuova organizzazione dipartimentale voluta dal manage-ment aziendale, che ha determinato un progressivo incremento di tutti i parametri di valutazione della ricerca. In particolare, l’IF normalizzato ha avuto un andamento crescente nel corso del triennio, passando dai 454 punti del 2008 ai 619 del 2009, fino a raggiungere quota 722 nel 2010. Tale incremento testimonia non solo l’aumento del numero delle pubblicazioni scientifiche, che sono passate da 111 del 2008 a 171 del 2010, ma anche della qualità delle pubblicazioni stesse.

Figura 48 – Andamento della produttività scientific nel triennio 2008 - 2010

Questo dato è confermato dall’aumento dell’IF normalizzato medio per singola pubblicazione, che è cresciuto da 4,09 del 2008 a 4,22 del 2010 (+3.2%), e dell’IF normalizzato medio per ricercatore, che è passato da 2,05 del 2008 a 2,91 del 2010, con un incremento del 42%.

Figura 49 – IF medio del triennio 2008 - 2010

La quantità e la qualità delle ricerche pubblicate sono una conferma delle buone scelte compiute nell’impiego dei finanziamenti ricevuti.

Di seguito, sono descritti 12 articoli pubblicati nel 2010 nell’ambito di programmi di ricerca corrente e/o finalizzata (gli autori afferenti l’Istituto sono contrassegnati da un asterisco):

Figura 50 – Articoli pubblicati nel 2010

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Autori: Colucci G., Labianca R, Di Costanzo F, Gebbia V, Cartenì G, Massidda B, Dapretto E, Manzione L, Piazza E, Sannicolò M, Ciaparrone M, Cavanna L, Giuliani F, Maiello E, Testa A, Pederzoli P, Falconi M, Gallo C, Di Maio M*, Perrone F*.

Titolo: Randomized phase III trial of gemcitabine plus cisplatin compared with single-agent gemcitabine as first-line treatment of patients with advanced pancreatic cancer: the GIP-1 study.

Obiettivo principale dello studio era quello di valutare l’efficacia, in termini di sopravvivenza globale, della combinazione di gemcitabina e ci-splatino (schedula settimanale) verso gemcitabina in monochemioterapia come trattamento di prima linea dei pazienti con carcinoma del pancreas avanzato.

Pazienti arruolati: 400I risultati hanno dimostrato che la schedula settimanale di gemcitabina+cisplatino non ha prodotto miglioramento della sopravvi-venza globale rispetto alla gemcitabina da sola. L’aggiunta del cisplatino non ha prodotto alcun miglioramento nemmeno in termini di PFS, rispo-ste obiettive, clinical benefit e qualità di vita.

IMpaCT FaCTor NorMalIZZaTo: 15,00

Rivista: Journal of Clinical Oncology

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale58

Autori: Glazer ES, Piccirillo M*, Albino V*, Di Giacomo R*, Palaia R*, Mastro AA*, BeneduceG*, Castello G*, De Rosa V*, Petrillo A*, Ascierto PA*, Curley SA, Izzo F*.

Titolo: Phase II Study of Pegylated Arginine Deiminase for Nonresectable and Metastatic Hepatocellular Carcinoma

È noto che l’epatocarcinoma (HCC) è auxotrofo per l’arginina a causa del deficit dell’arginino-succinato sintetasi I. Scopo di questo studio è stato quello di valutare gli effetti della pegilato arginina deiminase (ADI) in termini di tossicità, risposta tumorale, alfa-fetoproteina (AFP) e dei livelli sierici di arginina.

Pazienti arruolati: 80I risultati hanno dimostrato che la pegilato arginina deiminase (ADI) è un farmaco promettente che determina una significativa carenza enzimatica nel carcinoma epatico. È sicuro, ben tollerato e può essere di beneficio ai pazienti con epatocarcinoma non resecabile.

IMpaCT FaCTor NorMalIZZaTo: 15,00

Rivista: Journal of Clinical Oncology

Autori: Bifulco K*, Longanesi-Cattani I*, Gala M*, DI Carluccio G*, Masucci MT*, Pavone V, Lista L, Arra C*, Stoppelli MP, Carriero MV*.

Titolo: The soluble form of urokinase receptor promotes angiogenesis through its Ser88-Arg-Ser-Arg-Tyr92 chemotactic sequence.

Il recettore d’’urochinasi gioca un ruolo importante nella progressione delle neoplasie umane in quanto coinvolto nei processi di meta statizza-zione. Più recentemente, questo fattore è stato anche coinvolto nell’an-giogenesi. Questo studio ha contribuito a chiarire I meccanismi moleco-lari attraverso i quali il recettore dell’urochinasi promuove l’angiogenesi.

IMpaCT FaCTor NorMalIZZaTo: 6,00

Rivista: Journal of Thrombosis and Haemostasis

Autori: Bruzzese F*, Leone A*, Rocco M, Carbone C, Piro G, Caraglia M, Di Gennaro E*, Budillon A*.

Titolo: HDAC inhibitor vorinostat enhances the antitumor effect of gefitinib in squamous cell carcinoma of head and neck by modulating ErbB receptor expression and reverting EMT.

E’ stato dimostrato un effetto antitumorale del vorinostat, un inibi-tore della deacetilasi degli istoni, in diverse linee di cellule derivate da SCCHN che si accompagna alla modulazione dei recettori ErbB. Il vorinostat, in combinazione con l’inibitore della tirosina chinasi asso-ciata al recettore dell’EGF gefitinib, induce effetti sinergici nell’inibire la proliferazione, la migrazione, l’invasione nonché l’apoptosi in linee cellulari derivate da SCCHN. È stato dimostrato che la modulazione da parte del vorinostat dei recettori della famiglia ErbB nonché la reversio-ne della transizione epitelio-mesenchimale (EMT) rappresentato la base meccanicistica per il sinergismo osservato.

IMpaCT FaCTor NorMalIZZaTo: 6,00

Rivista: Journal of Cellular Physiology

Autori: Di Gennaro E*, Piro G, Chianese MI*, F*, Moccia T*, Luciano A*, de Ruggiero ranco R*, Di Cintio A I, Bruzzese F*, Avallone A*, Arra C*, Budillon A*.

Titolo: Vorinostatsynergises with capecitabine through upregulation of thymidine phosphorylase.

E’ stato dimostrato, sia in vitro che in vivo, la capacità del vorinostat, un inibitore della deacetilasi degli istoni, di potenziare gli effetti antiproli-ferativi della Capecitabina, un precursore inattivo del 5-Fluorouracile. Il meccanismo alla base di questo sinergismo osservato dipende, almeno in parte, dalla capacità del Vorinostat di “down-regolare” la proteina TimidilatoSintasi (TS), e di indurre l’espressione della proteina Timidina Fosforilasi (TP), sia a livello proteico che a livello trascrizionale, entrambi enzimi chiave nel meccanismo d’azione (TS) o nel metabolismo (TP) della Capecitabina. Tali effetti sembrano essere specifici per le cellule tumorali infatti in PBLs ottenuti da un donatore sano non si osservano gli stessi risultati.

IMpaCT FaCTor NorMalIZZaTo: 6,00

Rivista: British Journal of Cancer

Page 60: INT Napoli IRCCS "Fondazione G. Pascale"

59Bilancio Sociale 2010

Avallone A*, Delrio P*, Pecori B*, Tatangelo F*, Petrillo A*, Scott N, Marone P*, Aloi L*, Sandomenico C*, Lastoria S*, Iaffaioli VR*, Scala D*, Iodice G*, Budillon A*, Comella P.

Titolo: Oxaliplatin Plus Dual Inhibition of Thymidilate Synthase During Preoperative Pelvic Radiotherapy for Locally Advanced Rectal Carcinoma: Long-term Outcome.

Lo studio aveva l’obiettivo di valutare la sicurezza e l’efficacia di oxali-platino (OXA) più l’inibizione della timidilatosintasi durante la radiote-rapia pelvica (RT) pre-operatoria in pazienti con prognosi infausta per il carcinoma del retto.

Pazienti arruolati: 63I risultati dello studio hanno documentato una discreta tollerabilità e una probabilità di sopravvivenza libera da malattia a 5 anni del 80%.

IMpaCT FaCTor NorMalIZZaTo: 6,00

Rivista: International Journal of Radiation Oncology Biology Physics

Autori: Tornesello ML*, Losito S*, Benincasa G, Fulciniti F*, Botti G*, Greggi S*, Buonaguro L*, Buonaguro FM*.

Titolo: Human papillomavirus (HPV) genotypes and HPV16 variants and risk of adenocarcinoma and squamous cell carcinoma of the cervix.

L’obiettivo di questo studio è stato quello di analizzare i genotipi virali e le varianti intratipiche del papilloma virus umano di tipo 16 (HPV16) in donne italiane affette da adenocarcinoma della cervice uterina oppure da carcinoma a cellule squamose.Un totale di 39 adenocarcinomi invasivi e 132 carcinomi a cellule squamose sono stati rivisti e classificati secondo la classificazione WHO modificata. I risultati suggeriscono che, nelle pazienti italiane, l’HPV16 ha una prevalenza elevata sia negli adenocarcinoma invasivi che nei carcinomi a cellule squamose. Inoltre questo studio conferma precedenti osservazio-ni, riassunte in una revisione sistematica della letteratura, sull’aumen-tato rischio per la variante AA di HPV16 nel cancro adeno-ghiandolare, forse in relazione al loro comportamento più oncogeno rispetto alle varianti Europee di HPV16.

IMpaCT FaCTor NorMalIZZaTo: 6,00

Rivista: Gynecologic Oncology

Autori: Rocco G*, Romano V*, Accardo R*, Tempesta A*, La Manna C*, La Rocca A*, Martucci N*, D’Aiuto M*, Polimeno E*.

Titolo: Awake single-access (uniportal) video-assisted thoracoscopic surgery for peripheral pulmonary nodules in a complete ambulatory setting.

Al fine di esplorare la possibilità di ridurre ulteriormente l’invasività chirurgica per la resezione di un nodulo polmonare periferico, è stata proposta la tradizionale chirurgia toracica video assistita con un solo accesso (uniportal VATS) in un paziente sveglio, non intubato, non ven-tilato e con occlusione selettiva del bronco lobare affluente. Questa esperienza indica che la resezione di noduli periferici con la chirurgia toracica video assistita con un solo accesso (uniportal VATS), in pazienti selezionati, è fattibile e sembra essere sicura. Inoltre la tecno-logia disponibile può consentire un’ulteriore riduzione dei costi relativi alla durata del ricovero. La chirurgia ambulatoriale del torace può evol-vere ulteriormente utilizzando la VATS con un solo accesso in pazienti svegli al fine di risolvere i problemi diagnostici rappresentati da lesioni polmonari indeterminate.

IMpaCT FaCTor NorMalIZZaTo: 6,00

Rivista: Annals of Thoracic Surgery

Page 61: INT Napoli IRCCS "Fondazione G. Pascale"

Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale60

Autori:De Luca A*, Gallo M*, Aldinucci D, Ribatti D, Lamura L, D’Alessio A*, De Filippi R, Pinto A*, Normanno N*.

Titolo: The role of the EGFR ligand/receptor system in the secretion of angiogenic factors in mesen-chymal stem cells.

Diversi studi hanno dimostrato che le cellule staminali mesenchimali sono coinvolte nella patogenesi di diverse neoplasie umane, ed in parti-colare nel carcinoma della mammella. Le cellule staminali mesenchimali, infatti, sono in grado di secernere diversi fattori di crescita e, soprattut-to, fattori in grado di stimolare l’angiogenesi. Questo studio ha dimo-strato per la prima volta che l’attivazione dell’EGFR induce nelle cellule staminali mesenchimali la sintesi ed il rilascio di numerosi mediatori dell’angiogenesi. Dato che i tumori solidi producono notevoli quantità di fattori in grado di stimolare l’EGFR, questi dati costituiscono il razionale per terapie mirate a bloccare la interazione tra cellule tumorali e cellule staminali mesenchimali nel microambiente neoplastico.

IMpaCT FaCTor NorMalIZZaTo: 6,00

Rivista: Journal of Cellular Physiology

Autori:Laurelli G*, Di Vagno G, Scaffa C*, Losito S*, Del Giudice M*, Greggi S*.

Titolo:Conservative treatment of early endometrial cancer: preliminary results of a pilot study.

Lo studio ha valutato la fattibilità e l’efficacia della combinazione della isteroscopia operativa (HSC) con la terapia ormonale come trattamen-to di conservazione della fertilità in una coorte selezionata di giovani donne con carcinoma endometriale (CE).

Pazienti arruolate: 14 pazientiI risultati hanno mostrato che la combinazione della isteroscopia operativa con la terapia progestinica è sicura ed efficace nella gestione conservativa di giovani pazienti con carcinoma endometriale, che desi-derano preservare la fertilità.

IMpaCT FaCTor NorMalIZZaTo: 6,00

Rivista: Gynecologic Oncology

Autori:Califano D*, Pignata S*, Pisano C*, Greggi S*, Laurelli G*, Losito NS*, Ottaiano A*, Gallipoli A*, Pasquinelli R*, De Simone V, Cirombella R, Fusco A, Chiappetta G*.

Titolo:FEZ1/LZTS1 protein expression in ovarian cancer.

Il gene FEZ1 è frequentemente alterato nei tumori umani ed è stato pro-posto come un gene oncosoppressore. In questo studio è stata analizzata l’espressione della proteina FEZ1 in tessuti di carcinoma ovarico in rela-zione alle variabili clinico-patologiche, alla chemioterapia ricevuta, alla sopravvivenza globale e alla sopravvivenza libera da malattia. I risultati hanno mostrato che l’espressione della proteina FEZ1 non era correlata al grado e all’istotipo del tumore, alla sopravvivenza libera da malattia o alla sopravvivenza globale. Al contrario, essa è risultata significati-vamente correlata con l’età e con lo stadio FIGO della malattia. Questa scoperta suggerisce che FEZ1 è coinvolto nella carcinogenesi ovarica. Inoltre, la perdita della proteina FEZ1 fa predire in modo significativo una risposta completa nei pazienti trattati con chemioterapia a base di taxani.

IMpaCT FaCTor NorMalIZZaTo: 6,00

Rivista: Journal of Cellular Physiology

Inoltre le attività di ricerca sviluppate, hanno permesso all’Istituto di depositare alcune domande di brevetto nazionale e/o internazionale sulla scorta di scoperte scientifiche realizzate dai vari ricercatori impegnati presso lo stesso.

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61Bilancio Sociale 2010

 

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3.3.2 I rISulTaTI dEllE aTTIvITà SaNITarIE

L’INT “Fondazione Pascale” eroga prestazioni in regime di ricovero ordinario, day hospital (di seguito anche DH), day surgery ed in regime ambulatoriale.

Complessivamente, confrontando le prestazioni assistenziali del 2009 e 2010 erogate dalle varie articolazioni organizzative (Dipartimenti, Strutture Complesse e Strutture Semplici Dipartimentali), si osserva un incremento dei volumi di attività sia per le discipline mediche che chirurgiche.

Nel 2010, si è registrato un aumento dei ricoveri chirurgici rispetto all’anno precedente ed i reparti chirurgici hanno effettuato, in massima parte, ricoveri finalizzati alla esecuzione di interventi (dal 70 al 90% dell’intera casistica) mostrando, quindi, elevati livelli di appropriatezza. Si sono, inoltre, registrati anche, in tutte le unità operative, miglioramenti nel tasso di utilizzo dei PL (percentuale di posti letto occupati nel corso dell’anno) e del peso medio di complessità per caso trattato.

Analizzando le cause di ricovero distinte per regime ordinario e DH, si può osservare che la prima causa di ricovero, per entrambi i regimi, è rappresentata dalla chemioterapia.

L’offerta complessiva di posti letto è costituita da 226 posti letto dei quali: 184 per il ricovero ordinario, 32 per il day hospital di chemioterapia, 8 per il day surgery e 2 posti letto di day hospital per l’endoscopia.

I ricoveri totali nell’anno 2010 sono stati 16.485. Dalla tabella che segue, si evidenzia come questo dato rappresenti un aumento del +5,92% rispetto all’anno precedente. L’incremento ha riguardato sia il regime ordi-nario che il regime di day hospital. Analogo incremento si è registrato per le giornate di degenza per entrambi i regimi.

Figura 51 – Tipologie di ricoveri

Figura 52 – Distribuzione posti letto (Ordinari e DH)

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale62

Figura 53 – Distribuzione posti letto in DH

POSTI LETTO IN DH 2009 2010610 –09

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Figura 54 – Numero di accessi in DH (valore assoluto)

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Figura 55 – Numero accessi in DH (valore medio)

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I ricoveri totali dal 2008 al 2010, illustrati nella figura 57, sono passati da 15.219 a 16.481 con un incremento dell’8,3%. L’incremento ha riguardato sia il regime ordinario, dove i ricoveri sono passati da 9.118 a 9.481, crescen-do del 4%, sia il regime di day hospital dove si è passati da 6.101 a 6.674 ricoveri, con un incremento del 9,4%.

Analogo incremento si è registrato per le giornate di degenza (figura 58) che per il regime ordinario sono pas-sate da 51.947 a 54.919 (+ 5,7%) e per il day hospital da 18.447 a 20.462 (+11%). L’incremento delle prestazioni di day hospital è attribuibile, prevalentemente, all’incremento dei ricoveri per la somministrazione di farmaci chemioterapici favorito sia, dalla attivazione di un modernissimo e sicuro laboratorio di preparazione degli an-tiblastici sia, dal trasferimento, benché ancora provvisorio, della unità organizzativa di chemioterapia di DH in ambienti ristrutturati, molto più funzionali ed accoglienti dei precedenti, che hanno reso possibile una migliore organizzazione del lavoro sia in termini di efficienza che di qualità suscettibile ancora di ulteriori miglioramenti, nel prossimo futuro, anche per effetto del previsto potenziamento del personale infermieristico e dell’informa-tizzazione di tutte le procedure. Non si osserva, invece, nel triennio, miglioramento nella durata delle degenze ordinarie: la figura 59 mostra, infatti, stabilità della degenza media.

L’incremento dei ricoveri e delle giornate di degenza ha prodotto un miglioramento dell’utilizzo dei posti letto, come si osserva dal grafico successivo, che descrive l’andamento dei tassi di occupazione dei posti letto dal 2008 al 2010.

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63Bilancio Sociale 2010

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Figura 56 – Numerosità dei ricoveri ordinari e DH (2006 – 2010)

Figura 57 - Numero delle giornate di degenza in regime ordinario e DH (2006 – 2010)

Figura 58 - Durata media di degenza dei ricoveri ordinari (2006 – 2010)

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale64

Figura 59 - Tassi di utilizzo dei posti letto nel triennio 2008 - 2010

L’incremento nell’utilizzo dei posti letto appare maggiore per le attività di day hospital, di chemioterapia e di day surgery. Il trattamento dei pazienti oncologici in regime diurno è sicuramente preferibile sia per evitare, ai pazienti, un’inutile permanenza in ospedale, sia per riservare un maggior numero di posti letto alle attività di diagnosi e cura non erogabili in regimi assistenziali di minore intensività. Benché vi siano alcune situazioni cliniche che indicano la somministrazione di antiblastici in regime ordinario, (almeno il 10% delle chemiotera-pie), il numero dei ricoveri ordinari per chemioterapia appare ancora troppo elevato (benché si tratti di ricoveri brevi che non superano 1- 2 giorni di degenza); l’attuale offerta di DH non è sufficiente a dare risposta a tutta la domanda e, pertanto, si ricorre, alternativamente, al ricovero ordinario per riuscire a rispettare i calendari di somministrazione previsti dai protocolli di terapia. L’impegno dell’Istituto nei prossimi mesi sarà quello di am-pliare l’offerta di trattamento in regime di day hospital e ambulatoriale. In coerenza con le previsioni del recente piano di riassetto della rete ospedaliera della Campania, le poltrone per la somministrazione di chemioterapia dovranno, gradualmente, passare dalle 34 attuali ad 80.

Il trend dei valori assunti dagli indicatori di performance dimostra una evidente e incoraggiante vitalità dell’Istituto che cresce, sia per numero di prestazioni erogate sia per la loro complessità e appropriatezza rispetto alla mission dell’istituto. Nel 2010 il 91% dei pazienti ricoverati in regime ordinario era affetto da tumore ma-ligno come il 70% di quelli ricoverati in DH.

Per quanto riguarda l’appropriatezza organizzativa va detto che la condizione dell’Istituto, di ospedale spe-cializzato che eroga assistenza esclusivamente programmata, rappresenta una condizione che rende più agevole la promozione dell’appropriatezza organizzativa.

Infatti, se analizziamo i due indicatori più utilizzati in letteratura, ossia la frequenza dei Diagnosis Related Group (anche DRG) medici in reparti chirurgici e la frequenza di DRG a rischio di inappropriatezza, individuati dal DPCM 2001 sui Livelli Essenziali di Assistenza (anche LEA), osserviamo buoni livelli di appropriatezza.

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65Bilancio Sociale 2010

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Figura 60 - Alcuni indicatori di appropriatezza organizzativa (2006 – 2010)

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Nelle tabelle successive è riportata la numerosità dei ricoveri erogati e la relativa durata media di degenza per le patologie, espresse in DRG, a maggiore frequenza di ricovero nel 2010.

Il bacino di utenza dell’Istituto è costituito da pazienti residenti nella Regione Campania; solo il 3,0% dei pazienti è residente in altre regioni, e lo 0,3% sono stranieri.

Figura 61 – Distribuzione pazienti per area di provenienza

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale66

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䌀 ㈀㜀 ㈀Ⰰ㜀㘀─ ⸀㔀㐀 㔀Ⰰ㔀㤀 㐀㐀Ⰰ㜀 ─㈀㘀 䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 猀 甀氀氀愀 洀愀洀洀攀氀氀愀 渀漀渀 瀀攀爀 渀攀漀瀀氀愀猀 椀攀 洀愀氀椀最渀攀

攀挀挀攀琀琀漀 戀椀漀瀀猀 椀愀 攀 攀猀 挀椀猀 猀 椀漀渀攀 氀漀挀愀氀攀䌀 ㈀㜀 ㈀Ⰰ㈀─ ⸀㔀㠀 㔀Ⰰ㌀㐀 㐀㘀Ⰰ㤀─

㐀 䄀 渀愀洀渀攀猀 椀 搀椀 渀攀漀瀀氀愀猀 椀愀 洀愀氀椀最渀愀 猀 攀渀稀 愀 攀渀搀漀猀 挀漀瀀椀愀 䴀 ㈀㔀 ㈀Ⰰ㤀─ 㜀㐀 ㌀Ⰰ㐀㔀 㐀㤀Ⰰ ─㜀㈀ 一攀漀瀀氀愀猀 椀攀 洀愀氀椀最渀攀 搀攀氀氀✀愀瀀瀀愀爀愀琀漀 搀椀最攀爀攀渀琀攀 挀漀渀 䌀䌀 䴀 ㈀ 㤀 ㈀Ⰰ㌀─ 㤀㘀 㐀Ⰰ㌀㠀 㔀Ⰰ㈀㌀─㐀 ㌀ 䰀椀渀昀漀洀愀 攀 氀攀甀挀攀洀椀愀 渀漀渀 愀挀甀琀愀 挀漀渀 䌀䌀 䴀 ㈀ 㔀 ㈀Ⰰ 㤀─ ⸀㔀㐀 㜀Ⰰ㔀㈀ 㔀㌀Ⰰ㌀㈀─㐀 㐀 䰀椀渀昀漀洀愀 攀 氀攀甀挀攀洀椀愀 渀漀渀 愀挀甀琀愀 猀 攀渀稀 愀 䌀䌀 䴀 㤀㌀ Ⰰ㤀㜀─ ⸀ 㐀 㔀Ⰰ㌀㤀 㔀㔀Ⰰ㈀㤀─㌀  䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 瀀攀爀 瘀椀愀 琀爀愀渀猀 甀爀攀琀爀愀氀攀 挀漀渀 䌀䌀 䌀 㘀㜀 Ⰰ㜀 ─ 㜀㐀㘀 㐀Ⰰ㐀㜀 㔀㘀Ⰰ㤀㤀─㤀 䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 猀 甀 瀀愀渀挀爀攀愀猀 Ⰰ 昀攀最愀琀漀 攀 搀椀 猀 栀甀渀琀 挀漀渀 䌀䌀 䌀 㔀㤀 Ⰰ㘀㈀─ ⸀㈀㘀 㜀Ⰰ㘀㔀 㔀㠀Ⰰ㘀─㈀㔀㠀 䴀愀猀 琀攀挀琀漀洀椀愀 琀漀琀愀氀攀 瀀攀爀 渀攀漀瀀氀愀猀 椀攀 洀愀氀椀最渀攀 猀 攀渀稀 愀 䌀䌀 䌀 㐀㘀 Ⰰ㐀㤀─ ⸀㈀㌀ 㜀Ⰰ㘀㤀 㘀 Ⰰ ─㐀㘀㌀ 匀 攀最渀椀 攀 猀 椀渀琀漀洀椀 挀漀渀 䌀䌀 䴀 㐀㐀 Ⰰ㐀㜀─ ⸀  㜀Ⰰ㜀 㘀Ⰰ㔀㜀─㈀㌀㤀 䘀爀愀琀琀甀爀攀 瀀愀琀漀氀漀最椀挀栀攀 攀 渀攀漀瀀氀愀猀 椀攀 洀愀氀椀最渀攀 搀攀氀 猀 椀猀 琀攀洀愀

洀甀猀 挀漀氀漀ⴀ猀 挀栀攀氀攀琀爀椀挀漀 攀 琀攀猀 猀 甀琀漀 挀漀渀渀攀琀琀椀瘀漀䴀 㐀  Ⰰ㐀㌀─ 㠀㜀  㘀Ⰰ㈀ 㘀㌀Ⰰ  ─

㈀㤀  䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 猀 甀氀氀愀 琀椀爀漀椀搀攀 䌀 ㈀㔀 Ⰰ㈀㜀─ 㠀㐀㈀ 㘀Ⰰ㜀㐀 㘀㐀Ⰰ㈀㜀─㈀㘀㘀 吀爀愀瀀椀愀渀琀椀 搀椀 瀀攀氀氀攀 攀⼀漀 猀 戀爀椀最氀椀愀洀攀渀琀椀 攀挀挀攀琀琀漀 瀀攀爀 甀氀挀攀爀攀

搀攀氀氀愀 瀀攀氀氀攀⼀挀攀氀氀甀氀椀琀攀 猀 攀渀稀 愀 䌀䌀䌀 ㈀㐀 Ⰰ㈀㘀─ 㠀㘀㐀 㘀Ⰰ㤀㜀 㘀㔀Ⰰ㔀㌀─

㐀 ㈀ 䰀椀渀昀漀洀愀 攀 氀攀甀挀攀洀椀愀 渀漀渀 愀挀甀琀愀 挀漀渀 愀氀琀爀椀 椀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 挀栀椀爀甀爀最椀挀 椀 猀 攀渀稀 愀 䌀䌀

䌀 ㌀ Ⰰ㔀─ 㘀㌀㤀 㔀Ⰰ㘀㔀 㘀㘀Ⰰ㘀㠀─㔀㜀  䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 洀愀最最椀漀爀椀 猀 甀 椀渀琀攀猀 琀椀渀漀 挀爀愀猀 猀 漀 攀 琀攀渀甀攀 挀漀渀

䌀䌀 猀 攀渀稀 愀 搀椀愀最渀漀猀 椀 最愀猀 琀爀漀椀渀琀攀猀 琀椀渀愀氀攀 洀愀最最椀漀爀攀䌀 㤀㠀 Ⰰ  ─ ⸀ 㐀㐀  Ⰰ㘀㔀 㘀㜀Ⰰ㘀㠀─

㈀㜀㔀 一攀漀瀀氀愀猀 椀攀 洀愀氀椀最渀攀 搀攀氀氀愀 洀愀洀洀攀氀氀愀 猀 攀渀稀 愀 䌀䌀 䴀 㤀㘀  Ⰰ㤀㠀─ 㐀㤀㈀ 㔀Ⰰ㌀ 㘀㠀Ⰰ㘀㘀─㌀ 䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 瀀攀爀 瘀椀愀 琀爀愀渀猀 甀爀攀琀爀愀氀攀 猀 攀渀稀 愀 䌀䌀 䌀 㤀㔀  Ⰰ㤀㜀─ ㌀㘀㈀ ㌀Ⰰ㠀 㘀㤀Ⰰ㘀㌀─㜀㔀 䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 洀愀最最椀漀爀椀 猀 甀氀 琀漀爀愀挀攀 䌀 㠀㠀  Ⰰ㤀 ─ ⸀㌀㐀㔀 㔀Ⰰ㈀㠀 㜀 Ⰰ㔀㌀─㜀㌀ 一攀漀瀀氀愀猀 椀攀 洀愀氀椀最渀攀 搀攀氀氀✀愀瀀瀀愀爀愀琀漀 搀椀最攀爀攀渀琀攀 猀 攀渀稀 愀 䌀䌀 䴀 㠀㌀  Ⰰ㠀㔀─ ㈀㠀  ㌀Ⰰ㌀㜀 㜀Ⰰ㌀㠀─㔀㐀  䰀椀渀昀漀洀愀 攀 氀攀甀挀攀洀椀愀 挀漀渀 椀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 挀栀椀爀甀爀最椀挀 椀 洀愀最最椀漀爀椀

猀 攀渀稀 愀 䌀䌀䌀 㠀㌀  Ⰰ㠀㔀─ 㠀㔀㜀  Ⰰ㌀㌀ 㜀㈀Ⰰ㈀㌀─

吀漀琀愀氀攀 瀀爀椀洀椀 ㈀㔀 䐀刀䜀 㜀⸀ 㠀㐀 㜀㈀Ⰰ㈀㌀─ ㌀㌀⸀  ㌀ ⴀ 㜀㈀Ⰰ㈀㌀─刀攀猀 琀愀渀琀椀 䐀刀䜀 ㈀⸀㜀㈀㌀ ㈀㜀Ⰰ㜀㜀─ ㈀㈀⸀㈀㐀㤀 ⴀ ㈀㜀Ⰰ㜀㜀─吀漀琀愀氀攀 䐀刀䜀 㤀⸀㠀 㜀   Ⰰ  ─ 㔀㔀⸀㈀㔀㈀ ⴀ   Ⰰ  ─

Figura 62 - Anno 2010 ricoveri ordinari - Primi 25 DRG per numero di dimissioni

Figura 63 - Anno 2010 - DRG chirurgici prodotti - indicatori di durata di degenza

䐀刀䜀 䐀攀 猀 挀爀 椀稀 椀漀渀攀䐀椀洀 椀猀 猀 椀漀渀椀

挀栀椀爀 甀爀 最椀挀栀攀 一甀洀 攀 爀 漀 最椀漀爀 渀愀琀攀

搀攀 最攀 渀稀 愀䐀攀 最攀 渀稀 愀

洀 攀 搀椀愀 䐀攀 最攀 渀稀 愀 瀀爀 攀 ⴀ

漀瀀攀 爀 愀琀漀爀 椀愀 䐀攀 最攀 渀稀 愀 瀀漀猀 琀ⴀ

漀瀀攀 爀 愀琀漀爀 椀愀

㈀㘀  䴀愀猀 琀攀挀琀漀洀椀愀 猀 甀戀琀漀琀愀氀攀 瀀攀爀 渀攀漀瀀氀愀猀 椀攀 洀愀氀椀最渀攀 猀 攀渀稀 愀 䌀䌀

㌀㌀㈀ ㈀⸀㈀㌀㘀 㘀Ⰰ㜀㌀ ㌀Ⰰ㘀㌀ ㌀Ⰰ㈀㘀 䤀渀琀攀爀瘀⸀ 猀 甀氀氀愀 洀愀洀洀攀氀氀愀 渀漀渀 瀀攀爀 渀攀漀瀀氀愀猀 椀攀 洀愀氀椀最渀攀

攀挀挀攀琀琀漀 戀椀漀瀀猀 椀愀 攀 攀猀 挀椀猀 猀 椀漀渀攀 氀漀挀愀氀攀㈀㐀 ⸀㔀㈀ 㔀Ⰰ㌀㠀 ㌀Ⰰ㌀㠀 ㈀Ⰰ  

㐀 㠀 䄀 氀琀攀爀愀稀 椀漀渀椀 洀椀攀氀漀瀀爀漀氀椀昀⸀漀 渀攀漀瀀氀愀猀 椀攀 瀀漀挀漀 搀椀昀昀攀爀攀渀稀 ⸀ 挀漀渀 愀氀琀爀椀 椀渀琀攀爀瘀⸀

㤀㈀ 㤀㔀㘀 㐀Ⰰ㤀㠀 ㌀Ⰰ㔀㔀 Ⰰ㐀㌀㌀  䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 瀀攀爀 瘀椀愀 琀爀愀渀猀 甀爀攀琀爀愀氀攀 挀漀渀 䌀䌀 㘀㔀 㜀㈀ 㐀Ⰰ㌀㜀 Ⰰ㐀㔀 ㈀Ⰰ㤀㘀㈀㔀㠀 䴀愀猀 琀攀挀琀漀洀椀愀 琀漀琀愀氀攀 瀀攀爀 渀攀漀瀀氀愀猀 椀攀 洀愀氀椀最渀攀 猀 攀渀稀 愀

䌀䌀㐀㌀ ⸀  㜀Ⰰ㜀㘀 㐀Ⰰ㜀 ㌀Ⰰ㔀㤀

㤀 䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 猀 甀 瀀愀渀挀爀攀愀猀 Ⰰ 昀攀最愀琀漀 攀 搀椀 猀 栀甀渀琀 挀漀渀 䌀䌀 ㌀㐀 ⸀ 㜀㈀ 㠀Ⰰ   ㈀Ⰰ㐀 㔀Ⰰ㠀㘀㈀㘀㘀 吀爀愀瀀椀愀渀琀椀 搀椀 瀀攀氀氀攀 攀⼀漀 猀 戀爀椀最氀椀愀洀攀渀琀椀 攀挀挀攀琀琀漀 瀀攀爀

甀氀挀攀爀攀 搀攀氀氀愀 瀀攀氀氀攀⼀挀攀氀氀甀氀椀琀攀 猀 攀渀稀 愀 䌀䌀㤀 㠀㈀㈀ 㘀Ⰰ㤀 㐀Ⰰ㐀㈀ ㈀Ⰰ㐀㤀

㈀㤀  䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 猀 甀氀氀愀 琀椀爀漀椀搀攀 㜀 㜀㘀㤀 㘀Ⰰ㔀㜀 ㌀Ⰰ㌀  ㌀Ⰰ㈀㜀㌀ 䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 瀀攀爀 瘀椀愀 琀爀愀渀猀 甀爀攀琀爀愀氀攀 猀 攀渀稀 愀 䌀䌀 㤀㐀 ㌀㘀 ㌀Ⰰ㠀㐀 Ⰰ㐀 ㈀Ⰰ㐀㌀㜀㔀 䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 洀愀最最椀漀爀椀 猀 甀氀 琀漀爀愀挀攀 㠀㠀 ⸀㌀㐀㔀 㔀Ⰰ㈀㠀 㜀Ⰰ㐀 㜀Ⰰ㠀㠀

㌀㔀㌀ 䔀瘀椀猀 挀攀爀愀稀 椀漀渀攀 瀀攀氀瘀椀挀愀Ⰰ 椀猀 琀攀爀攀挀琀⸀爀愀搀椀挀愀氀攀 攀 瘀甀氀瘀攀挀琀漀洀椀愀 爀愀搀椀挀 ⸀

㜀㌀ 㠀㌀㐀 Ⰰ㐀㈀ ㌀Ⰰ㤀㤀 㜀Ⰰ㐀㔀㔀  匀 椀愀氀漀愀搀攀渀攀挀琀漀洀椀愀 㘀㈀ ㌀㤀㌀ 㘀Ⰰ㌀㐀 ㌀Ⰰ㜀㜀 ㈀Ⰰ㔀㘀

㈀㔀㜀 䴀愀猀 琀攀挀琀漀洀椀愀 琀漀琀愀氀攀 瀀攀爀 渀攀漀瀀氀愀猀 椀攀 洀愀氀椀最渀攀 挀漀渀 䌀䌀 㘀 㔀 㘀 㠀Ⰰ㌀  㐀Ⰰ㈀㌀ 㐀Ⰰ 㜀㌀㔀㤀 䤀渀琀攀爀瘀⸀ 猀 甀 甀琀攀爀漀 攀 愀渀渀攀猀 猀 椀 渀漀渀 渀攀漀瀀氀愀猀 椀攀 洀愀氀椀最渀攀

猀 攀渀稀 愀 挀挀㔀㔀 ㌀㔀㔀 㘀Ⰰ㐀㔀 ㈀Ⰰ㜀㔀 ㌀Ⰰ㜀

㈀㈀㜀 䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 猀 甀椀 琀攀猀 猀 甀琀椀 洀漀氀氀椀 猀 攀渀稀 愀 䌀䌀 㔀㐀 ㌀㌀㌀ 㘀Ⰰ㜀 ㈀Ⰰ㤀㐀 ㌀Ⰰ㈀㈀㔀㜀  䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 洀愀最最椀漀爀椀 猀 甀 椀渀琀攀猀 琀椀渀漀 挀爀愀猀 猀 漀 攀 琀攀渀甀攀 挀漀渀

䌀䌀 猀 攀渀稀 愀 搀椀愀最渀漀猀 椀 最愀猀 琀爀漀椀渀琀攀猀 琀椀渀愀氀攀 洀愀最最椀漀爀攀㔀㈀ 㐀㘀㜀 㠀Ⰰ㤀㠀 Ⰰ㐀㐀 㜀Ⰰ㔀㐀

㔀㐀  䰀椀渀昀漀洀愀 攀 氀攀甀挀攀洀椀愀 挀漀渀 椀渀琀攀爀瘀⸀ 挀栀椀爀甀爀最椀挀 椀 洀愀最最椀漀爀椀 猀 攀渀稀 愀 挀挀

㐀㤀 㐀㘀㘀 㤀Ⰰ㔀 㘀Ⰰ 㘀 ㌀Ⰰ㐀㔀㈀㔀㤀 䴀愀猀 琀攀挀琀漀洀椀愀 猀 甀戀琀漀琀愀氀攀 瀀攀爀 渀攀漀瀀氀愀猀 椀攀 洀愀氀椀最渀攀 挀漀渀

䌀䌀㐀㠀 ㌀㤀㠀 㠀Ⰰ㈀㤀 㐀Ⰰ㈀㔀 㐀Ⰰ 㐀

㈀㘀㈀ 䈀椀漀瀀猀 椀愀 搀攀氀氀愀 洀愀洀洀攀氀氀愀 攀 攀猀 挀椀猀 猀 椀漀渀攀 氀漀挀愀氀攀 渀漀渀 瀀攀爀 渀攀漀瀀氀愀猀 椀攀 洀愀氀椀最渀攀

㐀 ㈀㐀㤀 㘀Ⰰ 㜀 㐀Ⰰ㈀ Ⰰ㤀㔀㔀㜀  䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 洀愀最最椀漀爀椀 猀 甀 椀渀琀攀猀 琀椀渀漀 挀爀愀猀 猀 漀 攀 琀攀渀甀攀 挀漀渀

䌀䌀 猀 攀渀稀 愀 搀椀愀最渀漀猀 椀 最愀猀 琀爀漀椀渀琀攀猀 琀椀渀愀氀攀 洀愀最最椀漀爀攀㌀㤀 㐀㔀㔀 Ⰰ㘀㜀 Ⰰ㜀㐀 㤀Ⰰ㤀㈀

㜀㜀 䄀 氀琀爀椀 椀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 猀 甀氀氀✀愀瀀瀀愀爀愀琀漀 爀攀猀 瀀椀爀愀琀漀爀椀漀 猀 攀渀稀 愀 䌀䌀 ㌀㘀 ㌀㔀㔀 㤀Ⰰ㠀㘀 㐀Ⰰ   㔀Ⰰ㠀㘀㌀㌀㔀 䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 洀愀最最椀漀爀椀 猀 甀氀氀愀 瀀攀氀瘀椀 洀愀猀 挀栀椀氀攀 猀 攀渀稀 愀 䌀䌀 ㌀㘀 ㌀㜀㈀  Ⰰ㌀㌀ ㈀Ⰰ㐀 㠀Ⰰ㤀㌀㌀㐀 䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 洀愀最最椀漀爀椀 猀 甀氀氀愀 瀀攀氀瘀椀 洀愀猀 挀栀椀氀攀 挀漀渀 䌀䌀 ㌀㌀ ㌀㐀 㤀Ⰰ㔀㈀ ㈀Ⰰ㌀㤀 㜀Ⰰ㈀㈀㘀 䈀椀漀瀀猀 椀攀 搀攀氀 猀 椀猀 琀攀洀愀 洀甀猀 挀漀氀漀ⴀ猀 挀栀攀氀攀琀爀椀挀漀 攀 琀攀猀 猀 甀琀漀

挀漀渀渀攀琀琀⸀㌀㈀ ㈀ 㔀 㘀Ⰰ㐀 ㈀Ⰰ㜀㈀ ㌀Ⰰ㘀㘀

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挀栀椀爀⸀猀 攀渀稀 愀 挀挀㈀㜀 ㌀ 㐀Ⰰ㠀㔀 ㌀Ⰰ㔀㤀 Ⰰ㈀㘀

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㈀㘀 ㈀ 㔀 㜀Ⰰ㠀㠀 Ⰰ㔀 㘀Ⰰ㜀㌀㔀㌀㤀 䰀椀渀昀漀洀愀 攀 氀攀甀挀攀洀椀愀 挀漀渀 椀渀琀攀爀瘀⸀ 挀栀椀爀甀爀最椀挀 椀 洀愀最最椀漀爀椀

挀漀渀 䌀䌀㈀㔀 ㈀㌀㐀 㤀Ⰰ㌀㘀 㐀Ⰰ㜀㘀 㐀Ⰰ㘀 

㐀㘀 刀攀猀 攀稀 椀漀渀攀 爀攀琀琀愀氀攀 挀漀渀 䌀䌀 ㈀㔀 ㈀㠀㐀 Ⰰ㌀㘀 ㈀Ⰰ 㠀 㤀Ⰰ㈀㠀㈀㘀㔀 吀爀愀瀀椀愀渀琀椀 搀椀 瀀攀氀氀攀 攀⼀漀 猀 戀爀椀最氀椀愀洀攀渀琀椀 攀挀挀攀琀琀漀 瀀攀爀

甀氀挀攀爀攀 搀攀氀氀愀 瀀攀氀氀攀⼀挀攀氀氀甀氀椀琀攀 挀漀渀 䌀䌀㈀㌀ 㐀㐀 㘀Ⰰ㈀㘀 ㌀Ⰰ㔀㈀ ㈀Ⰰ㜀㐀

㌀ ㌀ 䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 猀 甀 爀攀渀攀 攀 甀爀攀琀攀爀攀 瀀攀爀 渀攀漀瀀氀愀猀 椀愀 ㈀㌀ ㈀㠀㘀 ㈀Ⰰ㐀㌀ ㈀Ⰰ㜀㠀 㤀Ⰰ㘀㔀㌀㘀㌀ 䐀椀氀愀琀愀稀 椀漀渀攀 攀 爀愀猀 挀栀椀愀洀攀渀琀漀Ⰰ 挀漀渀椀稀 稀 愀稀 椀漀渀攀 攀

椀洀瀀椀愀渀琀漀 洀愀琀攀爀椀愀氀攀 爀愀搀椀漀愀琀琀椀瘀漀 瀀攀爀 渀攀漀瀀氀愀猀 椀攀 洀愀氀椀最渀攀㈀㈀ 㘀㜀 㜀Ⰰ㔀㤀 㐀Ⰰ㘀㠀 ㈀Ⰰ㤀

㔀㜀㌀ 䤀渀琀攀爀瘀攀渀琀椀 洀愀最最椀漀爀椀 猀 甀氀氀愀 瘀攀猀 挀椀挀愀 ㈀  ㌀㌀ 㔀Ⰰ㘀㔀 ㈀Ⰰ㘀㔀 ㌀Ⰰ  

Page 68: INT Napoli IRCCS "Fondazione G. Pascale"

67Bilancio Sociale 2010

Figura 64 - Prestazioni ambulatoriali 2009 - 2010

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale68

3.3.2.1 la SoddISFaZIoNE dEll’uTENTE – CuSToMEr SaTISFaCTIoN

Nel corso dell’anno è stata condotta un’indagine di customer satisfaction che ha coinvolto tutti i reparti di degenza dell’Istituto. L’indagine ha mirato, con riferimento ai servizi percepiti durante l’esperienza di ricovero, all’individuazione di eventuali punti critici di cui tener conto nella pianificazione delle azioni di miglioramento e dei futuri obiettivi di adeguamento alle esigenze degli utenti.

L’indagine è stata condotta in un arco di tre mesi mediante la somministrazione di un questionario anonimo rivolto a tutti i ricoverati in regime ordinario. Il questionario composto da diciotto domande riconducibili ai fattori, tradizionalmente riconosciuti come indicativi della soddisfazione del paziente (Informazione/comunica-zione - Aspetti organizzativi – Aspetti Relazionali - Professionalità degli operatori - Qualità delle cure - Aspetti alberghieri), prevedeva di esprimere le personali valutazioni attraverso la seguente scala di Likert: pessimo – insoddisfacente – soddisfacente – ottimo, a tali giudizi qualitativi è stato attribuito, nell’elaborazione statistica, un valore numerico da 1 a 4.

Di seguito è riportata una breve sintesi dei risultati.

Il campione ha interessato 506 utenti (il 55% di donne vs il 45% di uomini), tutti coloro che volontariamente hanno aderito all’indagine, restituendo il questionario compilato in tutte le sue parti.

Figura 65 – Sesso degli intervistati

Dall’analisi delle anagrafiche, risulta che l’utenza che ha partecipato alla rilevazione ha per la maggior parte un’età tra i 61 e i 70 anni (28%). Gli utenti che si collocano nella fascia più alta, con più di 70 anni, ne rappre-sentano il 23% dei partecipanti. La numerosità decresce nelle fasce più giovani: il 21% ha un età tra i 51 ei 60, il 15% tra i 41 e i 50, il 9% tra 31 e 40, e solo il 4% degli utenti ha meno di 30 anni.

Figura 66 – Fasce d’età

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69Bilancio Sociale 2010

Il maggior numero di utenti è costituito da diplomati (32%), seguiti da utenti con licenza media inferiore (28%) e da quelli con una scolarizzazione inferiore (25%). I laureati rappresentano solo il 14% del campione.

Figura 67 – Livello d’istruzione

I dati aggregati relativi alla soddisfazione generale riportano una situazione alquanto rassicurante.Il 91% dei rispondenti si ritiene soddisfatto per il servizio ricevuto: il 43,6% dei partecipanti lo valuta sod-

disfacente ed il 47,4% ottimo.

Figura 68 – Grado di soddisfazione generale

Il grafico successivo mostra il grado di soddisfazione generale raggiunto nelle diverse dimensioni di ricovero. I valori più alti di gradimento si registrano per gli aspetti relativi al personale medico e infermieristico (il 60,6% dei partecipanti li giudica ottimi ed 34,8% soddisfacenti) e per la percezione della qualità delle cure ricevute (ottima nel 55% dei casi, soddisfacente nel 39,1%). Anche le misure adottate a tutela della privacy hanno soddisfatto l’utenza (il 46,7% dei partecipanti le ritiene ottime, il 47,3% soddisfacenti).

Nel caso della valutazione delle informazioni ricevute circa la diagnosi, gli eventuali rischi legati alle cure, la preparazione al ricovero e l’organizzazione di reparto, circa il 90% del campione ha dichiarato la propria soddisfazione: il 52,4% dei partecipanti le giudica ottime, il 37% soddisfacenti, mentre l’8,6% si dichiara insod-disfatto. I fattori legati all’ospitalità e quindi a tutti gli aspetti alberghieri sono giudicati soddisfacenti dal 50,7% dei pazienti campionati e ottimi dal 30,8%. E’ questo il dato che registra il più alto grado di insoddisfazione: l’11% dei partecipanti li valuta insoddisfacenti, il 3,9% pessimi, il 3,6% non si esprime in merito. I fattori legati all’organizzazione soddisfano il 91% del campione (38,2% dei partecipanti li ritiene ottimi ed il 52,9% soddisfacente), mentre lasciano insoddisfatti il 7,3% degli intervistati.

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale70

Figura 69 – Grado di soddisfazione generale espresso sui vari aspetti del ricovero

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I pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia in regime di day hospital ed al rispettivo caregiver

3.3.2.2 la pErCEZIoNE dElla MalaTTIa E dEllE ModIFIChE INTErvENuTE NElla proprIa vITa a SEguITo dI ESSa

Nel corso del 2010 è stata condotta, in collaborazione tra il Servizio Infermieristico e la struttura didattica del Corso di Laurea in Infermieristica, un’indagine sulla percezione della malattia e delle modifiche intervenute nella propria vita, a seguito di diagnosi di tumore. Sono stati intervistati 50 pazienti sottoposti a chemioterapia in regime di day hospital e i rispettivi caregivers; questi ultimi sono stati individuati tra i familiari o altre figure che assumono il compito di assistere, più di ogni altro, il paziente agevolandone la vita quotidiana, fornendogli supporto psicologico, materiale e sociale. Tale indagine, inclusa nell’attività di training per gli studenti del corso di scienze infermieristiche, è stata condotta somministrando due differenti questionari anonimi, semi strutturati ai pazienti e ai caregivers.

L’indagine ha considerato i seguenti aspetti:

• grado di conoscenza della patologia, dei trattamenti e delle complicanze;

• grado di soddisfacimento del bisogno di informazione del paziente da parte del personale sanitario;

• qualità di vita dal momento della diagnosi e le aspettative per il futuro;

• tipologia di supporto ricevuto;

• tempo intercorso dal momento della diagnosi di cancro e ripercussioni sulla vita lavorativa e sociale;

• adeguatezza dell’esenzione ticket e valutazione delle spese aggiuntive sostenute;

• grado di difficoltà logistiche per l’accompagnamento in ospedale.

Alcuni dati relativi ai due campioni:

• Pazienti. Età media 55 anni (min 29 - max 78), la fascia d’età maggiormente rappresentata è quella che va

• dalla quarta alla settima decade di vita. Anni di convivenza con la patologia 3 (min 5 mesi – max 25 anni).

• Caregivers. Età media 50 anni (min 20 - max 65), le fasce d’età maggiormente rappresentate sono quella compresa tra i 25 ed i 35 anni e quella compresa tra i 40 ed i 50 anni.Sono di seguito riportati alcuni dei risultati più significativi dell’indagine distinti per i due gruppi.

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71Bilancio Sociale 2010

Figura 70 – Questionario somministrato ai “pazienti”

Il paZIENTE

Qual è stata la sua reazione quando ha saputo della malattia?

a) È stata una malattia che mi ha sconvoltob) Me lo aspettavoc) È stato difficile, ma niente di diverso da tante altre difficoltà della vitad) Mi ha cambiato la vita, continuo a provare rabbia e non riesco ad accettarlae) Mi ha cambiato la vita, ora penso che non devo sprecare neanche un giorno

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Il 31% dichiara di essere stato sconvolto dalla diagnosi mentre cir-ca il 36% sottolinea come, pur essendo stato difficile accettare la diagnosi, al momento la patologia viene affrontata come una tra le tante difficoltà della vita. Il 14% degli intervistati vive ancora la fase della rabbia e non riusce ad accettare la condizione di malat-tia, segnalando, anche se non ben definito, gli estremi per ricorrere ad un supporto terapeutico di tipo psico-oncologico: L’11% dichia-ra che la malattia sollecita a non sprecare neanche un giorno della vita.

rISulTaTIQuESITo N.1

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Come ha reagito la sua famiglia alla notizia della malattia?

a) Bene, siamo ancora più unitib) Bene, anche se sono diventati molto apprensivi ed ansiosic) Male, si è creato un clima di tensione continuad) Male, tutti si sono dovuti riorganizzare per potermi assistere e questo ha complicato la vita di tuttie) Non è cambiato niente

rISulTaTI

L’83% del campione afferma che la propria famiglia ha reagito bene alla diagnosi fortificando l’unione familiare anche se con un comprensibile aumento dell’ansia e dell’apprensione. Solo il 13% afferma che la diagnosi di tumore ha avuto sequele negative instaurando un clima di tensione continua o comunque la necessità di una diversa organizzazione della propria vita per garantire l’assistenza al paziente.

QuESITo N.2

Facendo un bilancio delle sue giornate, in genere si sente:

a) Bene, senza particolari problemi o preoccupazionib) Triste, penso sempre alla malattiac) Triste ed in ansia, vivo con la paura che possa accadermi qualcosad) Come sempre, il mio umore cambia a seconda di quello che accade durante la settimanae) Abbastanza bene, ma vado in crisi quando devo fare la terapia o qualche controllo

rISulTaTI

Il 30% dichiara di sentirsi abbastanza bene, ma di andare in crisi in seguito a sedute di terapia o controlli vari; il 28% non trova differenze con la vita prima della malattia, sottolineando come l’umore cambi a seconda di quello che accade durante la settimana; il 23% riferisce di sentirsi bene senza particolari problemi o preoccupazioni e solo il 18% si sente generalmente triste, pensando costantemente alla malattia o comunque vivendo con la paura che possa accadergli qualcosa.

QuESITo N.3

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale72

Che cosa pensa del suo futuro?

a) Penso sempre alla malattia. Ho paura di…b) Non ci penso maic) Penso a tutte le cose che devo ancora fared) Sono preoccupato/a di non avere tempo a sufficienza per sistemare tutte le cose che mi stanno a cuore

Significativa, per il 44% del campione, la segnalazione del pensiero di tutte le cose che si debbono ancora fare, a cui si aggiunge il 33%, che esplicita chiaramente la paura di non avere tempo a sufficienza per sistemare tutte le cose che stanno a cuore mentre il 16% degli intervistati non riesce a pensare ad altro che alla malattia.

rISulTaTIQuESITo N.4

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In questa esperienza di malattia, da chi si èsentito/a supportato/a?

a) Soltanto dalla famigliab) Dalla famiglia e dal personale sanitario (medici-infermieri)c) Soltanto dal personale sanitariod) Non mi sono sentito/a supportato a sufficienzae) Altro

rISulTaTIQuESITo N.5

Il 54% del campione riconosce di aver ricevuto supporto tanto dal-la famiglia quanto dal personale sanitario (medici-infermieri); la famiglia quale unico sostegno è stata indicata dal 31% dei pazienti.

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73Bilancio Sociale 2010

Figura 71 – Questionario somministrato ai “caregiver”

Il CarEgIvEr

Che tipo di legame ha con il paziente di cui si prende cura?

a) Coniuge o conviventeb) Figlio/ac) Fratello/sorellad) Altro legame di parentelae) Nessun legame di parentela

rISulTaTI

Per oltre il 50% dei pazienti, il cargiver è un convivente oun coniuge.

QuESITo N.1

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Come è stata gestita l’informazione clinica relativa alla malattia nei confronti del paziente che assiste?

a) Il paziente è stato informato dal personale medico che lo ha in curab) È stato informato da me e dagli altri familiaric) Abbiamo deciso in famiglia di non informarlod) Il paziente stesso ha chiesto di non sapere niente circa la malattia e le sue curee) Non sa niente ma immagino abbia intuito

rISulTaTIQuESITo N.2

Il 73% dichiara che tutte le informazioni cliniche sono state comu-nicate all’assistito dal personale medico che lo ha in cura, mentre il restante 27% del campione afferma di essersi assunto, da solo o con l’ausilio dagli altri familiare, il compito di informare il paziente sulle sue condizioni cliniche.

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Qual è stato l’impatto della malattia sulla sua vita quotidiana?

a) Non è cambiato nienteb) Non particolarmente gravoso, non ha portato grossi cambiamentic) Significativo: ho dovuto riorganizzarmi in tutti i miei impegni lavorativi e socialid) Totalizzante: ho dovuto chiedere una riduzione dell’orario di lavoro e rinunciare a quasi tutti i miei impegni

rISulTaTIQuESITo N.3

Il 54% del campione afferma che l’avvento della malattia non ha cambiato nulla o comunque è stato poco gravoso non procurando cambiamenti significativi alla propria vita; 34% ritiene che l’impat-to della malattia sia stato significativo sulla sua vita avendo dovuto riorganizzare tutti i suoi impegni lavorativi e sociali mentre per ilrimanente 12% l’impatto è stato totalizzante, con riduzione dell’orario lavorativo e la rinuncia a quasi tutti i propri impegni.

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale74

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In ambito lavorativo per assistere l’ammalato hausufruito di alcuni benefici? Se si, quali?

a) Ho usufruito dei 3 giorni di permesso mensili o delle 2 ore giornaliere previste dalla legge 104/92b) Ho usufruito del congedo biennale retribuito previsto dall’art. 42 del decreto 151/2001c) Ho usufruito della riduzione dell’orario lavorativod) Altro

rISulTaTIQuESITo N.4

Sulla totalità del campione il 32% riconosce di aver usufruito delle agevolazione, in ambito lavorativo, previste dalla legge dichiarando quanto segue: il 20% afferma di aver usufruito dei 3 giorni di per-messo mensili previsti dalla legge 104/92; il 10% ha usufruito della riduzione dell’orario lavorativo e il 2% dichiara di aver usufruito del congedo biennale retribuito. Alla domanda successiva era richiesta la motivazione a coloro che non avevano usufruito di agevolazioni. Il 68% campione asserisce di non averne usufruito perchè: il 18% non ha voluto usufruirne; il 6% afferma di aver avuto difficoltà con il proprio datore di lavoro; il 4% dichiara di non essere a conoscenza di tali benefici mentre il restante 40% riconosce altre motivazioni quali disoccupazione, il pensionamento o lo status di casalinga.

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Quali sono le maggiori difficoltà a cui è andato/aincontro nell’assistenza al paziente?

a) Gestire gli spostamenti per i vari controlli e terapieb) La gestione delle principali attività della vita quotidiana (casa, igiene personale, spesa)c) Gestire la reazione emotiva del paziente alla malattiad) I costi economici (assistente retribuito, spese mediche, spostamenti, ecc)e) Coordinare le esigenze del paziente con quelle della mia famiglia (o con le mie esigenze personali)

rISulTaTIQuESITo N.5

Il 32% giudica la gestione della reazione emotiva del paziente alla malattia la maggiore difficoltà incontrata nell’assistenza; il 29% ritiene che siano gli spostamenti da e verso l’Istituto per i vari con-trolli e terapie il principale inconveniente riscontrato, il 18% at-tribuisce ai costi economici (assistente retribuito, spese mediche,spostamenti, ecc.) sostenuti la massima complicazione; il 12% afferma che coordinare le esigenze del paziente con quelle della propria famiglia (o con le proprie esigenze personali) è un grande sforzo; il 9% vede come ostacolo legato all’assistenza al paziente la gestione delle principali attività della vita quotidiana (casa, igienepersonale, spesa).

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Come giudica la qualità della sua vita oggi rispetto a prima di occuparsi del paziente?

a) Uguale, non ci sono stati cambiamenti significativib) Migliore, prendermi cura del paziente ha rafforzato il nostro legamec) Peggiore, sento una grossa responsabilità ed un senso di affaticamentod) Peggiore, mi riesce difficile gestire insieme le mie esigenze e/o quelle della mia famiglia, con quelle del paziente

rISulTaTIQuESITo N.6

Il 34% del campione valuta la qualità della sua vita attuale ugua-le a prima di occuparsi del paziente; il 24% ritiene che la qualità della sua vita sia addirittura migliorata in quanto prendersi cura del paziente ha rafforzato il loro legame; il 42% giudica peggiore la qualità della sua vita attuale rispetto a quella prima di occuparsi del paziente in quanto è di molto aumentato il senso di responsabi-lità e diventa difficile gestire insieme le esigenze proprie e/o quelle della propria famiglia, con quelle del paziente.

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75Bilancio Sociale 2010

CoNCluSIoNI

La lettura dei questionari rende evidente il dolore che coinvolge coloro che si trovano a dover affrontare la malattia oncologica, emerge chiaramente la maggiore consapevolezza degli utenti e la richiesta di ricevere informazioni sulla patologia, quanto sia urgente il bisogno di speranza.

Dal confronto con le risposte dei caregivers si rileva come intorno al paziente si crei una rete protettiva che si adopera anche per non sovraccaricare il proprio caro della “responsabilità” di aver creato, con la propria malattia, un’alterazione della “normale” organizzazione familiare.

Infatti, mentre i pazienti dichiarano in larga maggioranza di non avere particolari problemi nel raggiungere l’Istituto, i caregivers esprimono maggiori difficoltà.

Un dato significativo riguarda il bisogno del caregiver di ricevere un supporto, anche se solo per le cose pra-tiche di tutti i giorni, che alleggerisca il peso emotivo della gestione della malattia del proprio caro. Infine, molti pazienti hanno rivolto molti complimenti al personale infermieristico dell’area di somministrazione e segnalato l’apprezzamento per la nuova allocazione e le dotazioni degli ambienti.

3.3.2.3 STruMENTI dI dIalogo E CoMuNICaZIoNE

La comunicazione rappresenta, per le aziende sanitarie, l’elemento strategico per il raggiungimento degli obiettivi di salute prefissati in un’ottica di efficacia e di efficienza e di miglioramento continuo della qualità. L’Istituto, al fine di garantire il coinvolgimento e l’effettiva partecipazione alle sue attività degli utenti ha av-viato un processo di miglioramento delle attività di comunicazione esterna.

Questo processo ha previsto l’implementazione e lo sviluppo dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico che, in base a quanto previsto dalla normativa vigente in materia di comunicazione nella Pubblica Amministrazione (Legge n. 150/2000 e successive modificazioni), è preposto all’espletamento delle attività di informazione e comunicazione, accoglienza, tutela e partecipazione, marketing istituzionale.

Gli strumenti utilizzati nel corso del 2010, per migliorare la relazione con tutti gli interlocutori aziendali nel superamento dell’autoreferenzialità ed il riconoscimento della partecipazione del cittadino nella gestione delle proprie attività, sono stati molteplici:

• realizzazione, sviluppo e costante aggiornamento del nuovo portale istituzionale www.istitutotumori.na.it, che costituisce uno dei principali canali d’informazione e comunicazione sulla storia, l’organizzazione, i va-lori, il management aziendale, i dipartimenti dell’Istituto, nonché tutte le informazioni in merito alle attività e alla fruizione dei servizi;

• attivazione una nuova metodologia di ascolto e dialogo con gli utenti attraverso un adeguato sistema per la raccolta e il monitoraggio delle segnalazioni, che prevede un regolamento di Pubblica Tutela ed una scheda per le segnalazioni dell’utenza;

• diffusione della Carta dell’Accoglienza, che ha lo scopo di fornire utili informazioni ai degenti relativa-mente al percorso di ricovero (cosa portare con sé per il ricovero; l’accettazione amministrativa; l’accoglien-za in reparto; l’organizzazione delle camere; i pasti; l’orario delle visite; ecc.);

• diffusione della Carta Servizi, che descrive sinteticamente gli indirizzi e le potenzialità dell’Istituto e il-lustra l’offerta di servizi e prestazioni e le relative modalità di accesso. Con l’adozione della suddetta Carta, l’Istituto s’impegna a garantire la tutela dei diritti del cittadino utente in tema di uguaglianza ed imparzialità, partecipazione, efficienza ed efficacia dell’assistenza, verifica della qualità dei servizi erogati.

3.3.3 lE aSSoCIaZIoNI

All’interno dell’Istituto operano, sulla base di appositi protocolli di intesa e convenzioni, alcune associazioni di volontariato senza scopo di lucro che svolgono particolari forme di assistenza ai degenti, non riconducibili ad attività ed interventi sanitari.

Ai fini della rilevazione del consenso relativo alle attività dell’Istituto, in data 12 ottobre 2011 sono stati organizzati degli incontri (Focus Group) con le associazioni di volontariato. La discussione tenuta in tali in-contri ha riguardato in particolar modo le attività svolte dalle associazioni all’interno dell’Istituto, focalizzando

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale76

l’attenzione sulla percezione del paziente relativamente ai servizi e alle prestazioni erogate dall’Istituto. Inoltre, nel comunicare alle associazioni che era in corso di redazione il bilancio sociale relativo all’anno 2010, si è avviato con le stesse un processo di condivisione degli interessi che, integrato con i risultati relativi agli altri stakeholder, porterà alla redazione del prossimo bilancio sociale.

Le associazioni che hanno partecipato all’incontro sono:

• CiTTAdinAnzATTiVA reTe TribunALe Per i diriTTi deL mALATo - opera in base al protocollo di intesa approvato con Deliberazione del Direttore Generale n. 425/2010. E’ presente presso l’Istituto con una propria sezione della quale è responsabile il prof. Andrea Vecchione. Il Tribunale per i diritti del malato è una iniziativa di CITTADINANZATTIVA nata nel 1980 per tutelare e promuovere i diritti dei cittadini nell’ambito dei servizi assistenziali, a livello nazionale e internazionale. Il Tribunale è una rete costituita da cittadini comuni e volontari, ne possono entrare a far parte tutti coloro ne facciano richiesta. Lo scopo principale è promuovere e realizzare politiche tese al cittadino, contribuendo al miglioramento, alla qualità e all’umanizzazione dei servizi sanitari. L’attività consiste nella segnalazione, tramite l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, di eventuali disservizi e reclami, nonché nella rilevazione dell’esi-to delle procedure correttive avviate dall’Istituto successivamente alle segnalazioni stesse. L’attività è volta alla ricerca di soluzioni finalizzate a rimuovere possibili stati di sofferenza dei malati causati talvolta da ostacoli burocratici.Ha collaborato alla formazione della Carta dell’Accoglienza e della Carta dei Servizi dell’Istituto. Opera mediante una struttura centrale, alcune sezioni locali attive negli ospedali e nei servizi territoriali, gruppi tematici e coordinamenti regionali.

• LegA iTALiAnA Per LA LoTTA ConTro i Tumori (LiLT) di napoli – opera con spirito di volontaria-to rispondendo a principi di complementarietà e non di competitività, sulla base di apposita convenzione adottata con Deliberazione del Direttore Generale n. 992/2010. In particolare, la Lega svolge attività di pro-mozione e realizzazione di programmi di medicina preventiva, formazione, educazione sanitaria, nonché di assistenza domiciliare oncologica gratuita ai pazienti in fase avanzata. Annualmente, il Presidente della Lega presenta al Direttore Generale dell’Istituto una relazione sulle attività, nonché sulle iniziative poste in essere in risposta alle previsioni della convenzione. La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) è un Ente Pubblico su base associativa che opera sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, sotto la vigi-lanza del Ministero della Salute e dell’Economia e delle Finanze e si articola in Sezioni Provinciali autonome presenti su tutto il territorio nazionale e in Comitati Regionali di Coordinamento.Essa ha come compito istituzionale primario la prevenzione oncologica, primaria secondaria e terziaria oltre l’assistenza al paziente oncologico attraverso una corretta informazione sulle cure, l’accompagnamento gra-tuito alle terapie e l’assistenza domiciliare medico – infermieristica. Infine, la Lega svolge attività di ricerca attraverso l’assegnazione di borse studio per la ricerca di base e clinica, rivolte ai giovani laureati.La Lega inoltre svolge un servizio di supporto – Donna come prima - finalizzato ad aiutare tutte le donne colpite da tumore del seno che si trovano a dover affrontare il momento particolare ed impegnativo della riabilitazione dopo un intervento di mastectomia. La finalità è quella di riunire le donne operate al seno e mettere a loro disposizione esperienze vissute per un tranquillo prosieguo della vita ed un sereno reinseri-mento nella famiglia e nella società.

• inSieme Per LA ViTA - opera con la LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) proficuamente da molti anni. Ha partecipato ad un bando finanziato dal CSV (Centro di Servizio per il Volontariato) sui fon-di della Regione Campania per l’attuazione di un progetto per la realizzazione di interventi di mediazione linguistico\culturale dal titolo “Salute: un diritto senza frontiere” e finalizzato a favorire l’accesso ai servizi socio sanitari delle popolazioni russe (ucraina e bielorussa) e rumene. L’istituto, con Disposizione del Direttore Generale, ha dichiarato la propria disponibilità alla realizzazione di tale progetto all’interno dell’Istituto che è stato avviato nel 2011 ed ha una durata di due anni.

L’attività, svolta da due unità, consiste in: • assistenza linguistica durante le visite ambulatoriali e in regime di ricovero (day hospital e in regime ordinario); • sostegno psico – sociale al paziente e ai parenti del malato; • aiuto per pratiche amministrative;

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77Bilancio Sociale 2010

• ASSoCiAzione VoLonTAri oSPedALieri (AVo) - opera in base al protocollo di intesa approvato con Deliberazione del Direttore Generale n. 650/2010. L’Associazione svolge la propria attività grazie alla colla-borazione di volontari che abbiano accettato le regole dello statuto e dopo un breve periodo di formazione necessaria per rispondere alle effettive esigenze dei degenti. La sezione operante presso l’Istituto si compone di n. 152 unità che per motivi esclusivamente di umana solidarietà, intendono trascorrere qualche ora del proprio tempo libero accanto ai malati nelle corsie dell’Istituto, con compiti molto semplici: affettuosa pre-senza, cortese ascolto delle loro domande, piccoli aiuti nei movimenti o anche semplice compagnia nelle notti insonni, e con l’unico scopo di tenere il malato lontano dal mondo delle sue preoccupazioni e dal suo inevitabile senso di solitudine. Si prefigge per il futuro di intensificare la presenza nelle aree a maggiore impatto sociale e di istituire una squadra di giovani volontari con lo scopo di fare animazione ai degenti.

3.4 I ForNITorI

La qualità dei fornitori costituisce uno dei principali fattori di successo dell’Istituto.

La loro scelta avviene nel rispetto:

• delle regole, direttive e normativa vigente per gli appalti pubblici sia di carattere nazionale, internazionale che comunitario;

• del principio di ottimale allocazione delle risorse pubbliche;

• dei principi di imparzialità, trasparenza, responsabilità e tracciabilità del procedimento;

• della coerenza con il sistema di budget;

• della trasparenza e della massima concorrenzialità, perseguendo costantemente l’obiettivo di efficacia, efficienza ed economicità dell’Istituto.

Per la realizzazione di questi obiettivi, l’Istituto garantisce procedure di aggiudicazione concorrenziali anche grazie ad un’adeguata pubblicità dei procedimenti in corso, attraverso quotidiani, riviste specializzate nonché il sito web istituzionale.

La scelta del contraente avviene secondo la regola del miglior rapporto prezzo/qualità nel rispetto dei re-quisiti oggettivi di selezione dei candidati o al prezzo maggiormente vantaggioso oggettivamente determinato.

In alcuni casi, le procedure di fornitura e quindi di scelta del fornitore non vengono avviate direttamente dall’Istituto, bensì si ricorre alla procedura di centralizzazione degli acquisti di beni e servizi sanitari posta in essere dalla So.Re.Sa. S.p.A. (Società Regionale per la Sanità S.p.A.).

L’obiettivo che si pone l’Istituto è quello di avviare un percorso di evoluzione nel rapporto fornitore/clienti, non più basato su interessi contrapposti, bensì caratterizzato da una sempre maggiore integrazione operativa: “il fornitore deve assumere la figura di un partner, che collabora al successo dell’intero processo di acquisto”.

Nell’ottica di migliorare tale rapporto, l’Istituto ha posto in essere adeguate azioni di gestione delle risorse finanziarie riducendo il valore medio dei mesi di ritardato pagamento da 14 del 2008 a 8 del 2010. Di seguito, una sintesi dei tempi medi di pagamento rilevati nelle annualità dal 2008 al 2010.

Figura 72 – Mesi ritardato pagamento

Tale adeguata gestione ha comportato nel triennio in esame una forte riduzione, tendendo ad un valore prossimo allo zero, delle assegnazioni coattive, nonché delle somme vincolate per pignoramento.

 

 

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale78

3.5 la puBBlICa aMMINISTraZIoNE E glI alTrI ENTI E ISTITuZIoNI

L’INT “Fondazione Pascale” interagisce continuamente con numerose istituzioni con ognuna delle quali ha rapporti diversi, regolamentati da normative europee, nazionali e regionali, o da indicazioni che da esse di-scendono. Le molteplici forme di collaborazione dipendono dalle tipologie di eventi, in particolare rispetto alle Istituzioni locali, l’Istituto ha partecipato e interagito con diversi settori dell’amministrazione pubblica, sotto-scrivendo protocolli di collaborazione per l’avvio di progetti sperimentali.

Nei rapporti istituzionali dell’Istituto, in qualità di ente strumentale regionale, un ruolo centrale è svolto dalla Regione Campania.

In particolare, la Regione, determina i principi sull’organizzazione dei servizi e i criteri di finanziamento delle aziende sanitarie, fornisce gli indirizzi per la definizione del piano attuativo locale, quale strumento di programmazione sanitaria nelle specifiche realtà territoriali, e provvede alla sua approvazione.

È ancora la Regione a definire l’articolazione territoriale delle aziende sanitarie, i principi e i criteri per l’ado-zione dell’atto aziendale volto a disciplinare l’organizzazione ed il loro funzionamento.

La Regione, inoltre, ha competenza di controllo sull’Istituto, nonché di valutazione dei risultati raggiunti. Peraltro, come detto, l’Istituto ha siglato con la Regione un protocollo di intesa che ha previsto una serie di obiettivi gestionali per il triennio 2010-2012, il cui grado di raggiungimento per l’annualità in esame si dettaglia nella tabella che segue.

Relativamente a tutti gli altri enti e istituzioni, in considerazione della natura sperimentale del processo di rendicontazione sociale per l’anno 2010, l’Istituto si pone quale obiettivo principale per il prossimo bilancio sociale l’avvio di un adeguato processo di condivisione con tutte le altre parti terze che interagiscono con lo stesso.

Figura 73 – Tabella degli obiettivi

oBIETTIvo dEl proToCollo d’INTESa Modalità di realizzazione dell’obiettivo da parte dell’Istitutonel corso del 2010

Miglioramento dell’assistenza ai pazienti neoplastici, avvalendosi dei più moderni mezzi diagnostici e terapeutici al fine di elevare il livello qualitativo della prevenzione e della diagnosi delle neoplasie e di offrire terapie di avanguardia, riducendo la migrazione dei pazienti.

L’istituto ha in atto un complessivo rinnovamento delle attrezzature. Dal 2010, è a pieno regime il laboratorio per la preparazione dei farmaci chemioterapici e antineoplastici dotato di moderne attrezzature che garantiscono la sterilità delle preparazioni, la sicurezza per gli operatori e l’ottimale utilizzazione dei farmaci riducendo, sensibilmente, gli sprechi che accompagnano la preparazione galenica.Nel mese di ottobre del 2011, è stato inaugurato il nuovo reparto della U.O.C. di radiodiagnostica II, avviato nel 2010, dotata di 2 modernissimi mammografi digitali e di una nuova tac 64 slices. Una ulteriore tac sarà acquistata per la radiodiagnostica I e 4 nuovi ecografi rinnoveranno completamente la dotazione di apparecchi di diagnostica per immagini ad ultrasuoni.Sono in corso, inoltre, le procedure per l’acquisto di attrezzature per la radioterapia che innoveranno totalmente la dotazione tecnologica: un apparecchio “cyber knife” per la radiochirurgia (il Pascale sarà il primo Istituto Tumori a dotarsene), un tomografo assiale computerizzato a fiale computerizzato per il centraggio propedeutico alle applicazioni di radioterapia e un moderno acceleratore lineare che si aggiungerà a quello in funzione già completamente aggiornato.Sono state avviate le procedure di gara per la completa ristrutturazione e innovazione tecnologica dell’UO.C di medicina nucleare e terapia radio metabolica.A settembre 2010, si è proceduto all’inaugurazione di un reparto ristrutturato in cui è stato collocata la terapia antalgica, l’oncologia medica polmonare, la struttura semplice dipartimentale “ortopedia oncologica” e dove si effettuano ricoveri di chirurgia vascolare, endoscopia e radioterapia.Nel mese di luglio del 2010, è stato aperto un nuovo reparto che ospita le attività assistenziali di degenza in DH per la somministrazione delle terapie antineoplastiche articolato su due livelli e dotato di 34 modernissime poltrone attrezzate per la degenza dei pazienti ciascuna dotata anche di un lettore DVD che permette ai degenti la visione di film durante la terapia.

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79Bilancio Sociale 2010

oBIETTIvo dEl proToCollo d’INTESa Modalità di realizzazione dell’obiettivo da parte dell’Istitutonel corso del 2010

Umanizzazione dell’assistenza, attraverso la presa in carico completa del paziente ed il continuo supporto clinico, logistico, amministrativo e psicologico al paziente stesso e ai sui familiari.

L’Istituto assicura la presa in carico dei pazienti oncologici sin dalla fase della prima visita che avvia il percorso assistenziale che porterà alla diagnosi. Tale percorso è, in gran parte, erogato attraverso prestazioni ambulatoriali cui seguiranno la fase di ricovero ordinario (se si tratta di neoplasie che prevedono intervento chirurgico) o in DH chemioterapico (se si tratta di neoplasie che non presentano indicazione chirurgica). Il percorso assistenziale continua nella fase del controllo e del follow-up assicurati, prevalentemente, in regime di assistenza ambulatoriale.

Adozione di un nuovo modello assistenziale basato sulla disease management unit:I compiti delle disease management unit sono:- Elaborare i percorsi diagnostico terapeutici per

singole e selezionate patologie- Sperimentare approcci di diagnosi e terapia

innovativi rivolti al miglioramento della qualità dell’assistenza ed al contenimento della spesa

- Seguire il paziente preso in carico dall’Istituto durante tutto il suo percorso diagnostico e terapeutico, incluso il follow-up

- Mantenere un rapporto assistenziale con il paziente anche dopo la dimissione attraverso l’attivazione di un’interfaccia continua con la sanità del territorio

Il raggiungimento di tale obiettivo è assicurato e sarà ulteriormente sviluppato con l’introduzione dei percorsi assistenziali codificati che saranno assegnati quali obiettivi dell’Istituto per gli anni 2011-2012.

Incremento delle prestazioni ad elevata specializzazione

a) Diagnostica per immagini (raDiologia e meDicina nucleare)L’Istituto, da tempo impegnato in un progressivo ammodernamento delle tecnologie di imaging, nell’ottobre del 2010, come detto in precedenza, ha inaugurato il nuovo reparto della U.O.C. di radiodiagnostica, dotato delle tecnologie precedentemente descritte.

b) endoscopiaL’Istituto studia le applicazioni delle tecniche di eco-endoscopia gastroenterologica in termini di accuratezza, indicazioni ed impatto clinico in ambito oncologico, delle nuove tecnologie endoscopiche diagnostiche ed operative. In tal senso, è in corso la procedura per l’affidamento della ristrutturazione dell’ammodernamento tecnologico della endoscopia.

c) chirurgiaÈ in corso il progetto per l’acquisizione dell’attrezzatura per la chirurgia robotica.

d) RadioteRapiaL’Istituto promuove il proprio ammodernamento tecnologico nel settore della radioterapia che sta perseguendo con le procedure di acquisto in corso, precedentemente descritte.

e) trapianto Di cellule staminali Nel corso del 2010 sono state avviate le attività per la realizzazione del laboratorio per la crioconservazione delle cellule staminali, presso la ULC di Medicina Trasfusionale.

ricerca

a) BIoBAncANel corso del 2010 sono state avviate le attività finalizzate all’attivazione della biobanca.

b) RIcERcA clInIcANel corso del 2010 è stato avviato il processo di attribuzione della gestione della sperimentazione di FASE 1 al Direttore del Laboratorio di Sperimentazioni Cliniche.

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale80

oBIETTIvo dEl proToCollo d’INTESa Modalità di realizzazione dell’obiettivo da parte dell’Istitutonel corso del 2010

FoRMAzIonEIl Pascale deve fornire un adeguato percorso formativo a tutti gli operatori della sanità regionale interessati a vario titolo alla cura dei pazienti oncologici. Il Pascale si sta dotando di un Polo Didattico per la formazione permanente del personale. l’offerta formativa del Pascale prevederà anche il perfezionamento post-laurea attraverso Master progettati con le Università e dedicati a tematiche di rilievo per l’assistenza in oncologia, avvalendosi anche delle strutture del cRoM di Mercogliano.

L’Istituto, nell’anno 2010, ha sviluppato una intensa attività di formazione, organizzando numerosi eventi formativi ECM e richiedendo all’Age.na.s. l’accreditamento di n. 19 eventi formativi ECM, per un totale di 280 crediti erogati a varie figure professionali, con un costo di C10.367,93.Nel corso dello stesso anno, è stata formulata richiesta alla Commissione Nazionale per la Formazione Continua in Medicina per l’accreditamento dell’Istituto quale Provider nazionale. Nel corso del 2011, l’Istituto ha ottenuto tale riconoscimento che abilita ad erogare programmi formativi su tutto il territorio nazionale, nonché ad attribuire direttamente i crediti ECM ai partecipanti. L’Istituto si è impegnato così a mantenere nel tempo quei requisiti essenziali e caratterizzanti l’attività di Provider, mostrando capacità e competenze finalizzate ad offrire eventi formativi di qualità, non solo sotto l’aspetto dell’aggiornamento dei contenuti o della qualità delle modalità formative, ma anche sul piano organizzativo.Inoltre, l’Istituto in collaborazione con l’Università degli Studi del Sannio, ha ampliato l’offerta formativa post-laurea sviluppando due Master: uno in “Ambiente e Cancro” e l’altro in “Comunicazione in Ambito Sanitario” che rispondono alle più attuali esigenze specialistiche in ambito sanitario.

Svolgere attività di Ricerca clinica e traslazionale nell’ambito delle seguenti tematiche:

a) Prevenzione e Fattor di Rischio nella patologia neoplastica

b) Marcatori Tumorali e Procedure Diagnostiche Innovative

c) Trattamenti Integrati in oncologia

d) Strategie Terapeutiche Innovative nella Malattia Avanzata

I risultati della attività di ricerca dell’Istituto possono essere quantificati attraverso due parametri fondamentali:• il numero di studi clinici attivati e relativo numero di pazienti arruolati;• il numero delle pubblicazioni scientifiche e relativo Impact Factor (IF).Per quanto riguarda la ricerca clinica, nel corso del 2010 sono stati attivati 45 nuovi studi clinici, che si aggiungono a studi già in corso. Pertanto, il totale degli studi clinici attivi alla data del 31/12/2010 era di 115, con 2101 pazienti arruolati nel corso del 2010. Questo dato è indicativo di un crescente aumento della ricerca clinica in Istituto. Infatti, dal 2007 al 2010 si è registrato un incremento del 73% dei nuovi studi attivati, segnale anche di accreditamento dell’Istituto nella comunità scientifica nazionale ed internazionale. Anche l’attività pubblicistica del 2010 è risultata essere in crescita. Nel 2010 sono stati pubblicati 171 articoli, con un IF normalizzato secondo i criteri ministeriali di 722 punti, in netta crescita rispetto ai 454 punti del 2008 ed ai 619 del 2009. Tale incremento testimonia non solo l’aumento del numero delle pubblicazioni scientifiche, che sono passate da 111 del 2008 a 171 del 2010, ma anche della qualità delle pubblicazioni stesse. Questo ultimo dato è confermato dall’aumento dell’IF normalizzato medio per singola pubblicazione, che è cresciuto da 4,09 del 2008 a 4,22 del 2010 (+3.2%), e dell’IF normalizzato medio per ricercatore, che è passato da 2,05 del 2008 a 2,91 del 2010, con un incremento del 42%.

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81Bilancio Sociale 2010

oBIETTIvo dEl proToCollo d’INTESa Modalità di realizzazione dell’obiettivo da parte dell’Istitutonel corso del 2010

Prevedere la sperimentazione di farmaci e tecnologie altamente innovativi e la costituzione di un centro per gli studi di Fase I in oncologia.

L’attivazione di studi clinici, ed in particolare di sperimentazioni con farmaci innovativi, consente un risparmio per il Sistema Sanitario Regionale, in quanto permette di trattare in maniera gratuita pazienti neoplastici con farmaci ad alto costo. Nello specifico, nel corso del 2010 erano attivi e/o sono stati attivati diversi studi con farmaci innovativi, tra i quali:• uno studio multicentrico con il sorafenib, inibitore dell’angiogenesi e della trasduzione del segnale, per il trattamento in prima linea dell’epatocarcinoma avanzato in pazienti con ridotta funzionalita’ epatica;• uno studio multicentrico con il pazopanib, farmaco anti-angiogenetico, per il trattamento del carcinoma ovarico resistente o refrattario al platino;• uno studio multicentrico con pf-804, un inibitore irreversibile del recettore EGF, per il trattamento dei pazienti con cancro polmonare non a piccole cellule avanzato o metastatico;• uno studio multicentrico per valutare gli effetti ossei della terapia adiuvante del carcinoma mammario con tamoxifene, letrozolo, e letrozolo + acido zoledronico, agente in grado di bloccare la progressione della malattia ossea e con una potenziale attività anti-tumorale;• uno studio multicentrico di confronto tra l’inibitore di BRAF vemurafenib e la dacarbazina per il trattamento di pazienti non precedentemente trattati ed affetti da melanoma non resecabile di stadio IIIC o IV positivo alla mutazione V600E del gene BRAF;• uno studio multicentrico per valutare il trattamento chemioterapico in prima linea con l’anticorpo anti-EGFR panitumumab in combinazione con oxaliplatinoinfusionale e capecitabina orale (XELON) in pazienti con cancro colorettale e metastasi epatiche avanzate;• uno studio multicentrico con farmaci inibitori di processi coinvolti nella proliferazione e sopravvivenza cellulare, quali il panobinostat ed il bortezomib in combinazione con il desametasone in pazienti con mieloma multiplo recidivo.

Favorire il progresso della ricerca traslazionale attraverso l’acquisizione di nuove conoscenze sulle caratteristiche biologiche e cliniche dei tumori e lo sviluppo di tecnologie biomediche che hanno ripercussioni sull’assistenza (prevenzione, diagnosi e terapia), sulla comprensione della storia naturale dei tumori e sull’incremento dei brevetti e dei processi per l’applicazione industriale delle biotecnologie.

Le attività di ricerca dell’Istituto espletate durante il 2010, hanno riguardato tutti i principali campi della ricerca oncologica, attraverso una serie di progetti che, integrati con le attività assistenziali, hanno avuto un marcato indirizzo traslazionale coinvolgendo in maniera trasversale i Dipartimenti d’Organo e le Strutture di servizio. La stretta connessione raggiunta tra attività assistenziale e di ricerca è testimoniata dall’incremento degli studi traslazionali condotti con metodiche innovative su materiale biologico ottenuto dai pazienti, che hanno consentito una migliore caratterizzazione molecolare delle differenti tipologie di tumore trattate nei diversi dipartimenti. Lo scopo di questi studi è, in particolare, lo sviluppo di un nuovo approccio nella terapia dei tumori rivolto alla personalizzazione dei trattamenti in base alle specifiche caratteristiche genetiche e molecolari della neoplasia di ogni singolo paziente. È questo un traguardo ambizioso che, tuttavia, proprio in questi anni sta producendo importanti risultati in neoplasie ad elevata incidenza quali i carcinomi della mammella, del colon e del polmone, ma anche in neoplasie per le quali non erano sinora disponibili farmaci efficaci, quali i carcinomi del rene e del fegato.Il risultato della applicazione di questi principi ha portato alla introduzione in Istituto di:• determinazione dei precursori delle cellule endoteliali con metodiche citofluorimetriche in pazienti trattati con farmaci anti-angiogenetici;• valutazione di fattori angiogenetici in pazienti neoplastici con metodiche di high-throughput;• individuazione di cellule tumorali circolanti a scopo prognostico e predittivo in pazienti affetti da neoplasie della mammella e del polmone;• valutazione dello stato mutazionale di KRAS e di altri geni coinvolti nella resistenza a farmaci anti-EGFR in pazienti affetti da carcinoma del colon retto;• determinazione dello stato mutazionale di EGFR in pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule;• isolamento e caratterizzazione di cellule staminali da neoplasie di diversa origine istologica;• individuazione di marcatori specifici di neoplasie follicolari della tiroide.

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale82

oBIETTIvo dEl proToCollo d’INTESa Modalità di realizzazione dell’obiettivo da parte dell’Istitutonel corso del 2010

PIAno DEglI InTERvEnTI STRUTTURAlInel corso del 2010 è prevista l’approvazione definitiva e l’assegnazione dei fondi del Ministero della salute dei progetti di ristrutturazione ed adeguamento sismico della palazzina scientifica e la costruzione del nuovo complesso operatorio con annessa Terapia intensiva.

gli interventi edilizi programmati per il biennio 2010-2011 prevedono:

Si è in attesa del finanziamento del Ministero per l’indizione gara, atteso che i progetti sono stati già redatti ed approvati.

Realizzazione di una nuova hall con la realizzazione di una nuova rampa di accesso e la creazione di un accesso separato per le ambulanze

Il progetto è stato realizzato e si è in attesa della disponibilità economica per l’indizione di gara per l’affidamento.

Ristrutturazione e allestimento del magazzino economale e di transito per i presidi medicali nei locali recuperati all’utilizzo dallo smantellamento e dalla bonifica dell’ex inceneritore realizzati nel corso del 2009

E’ in corso l’adeguamento e la ristrutturazione del magazzino economale l’allestimento definitivo è previsto entro la fine dell’anno corrente.

Riqualificazione impiantistica e ristrutturazione dei laboratori Patologia clinica

E’ stato realizzato il Quadro elettrico generale del reparto e sono stati già ristrutturati i laboratori di biochimica clinica , mentre e in fase di completamento il laboratorio di preanalitica. (Si è scelto di intervenire settorialmente all’interno del reparto di medicina di laboratorio ,al fine di consentirne il regolare funzionamento).

Smontaggio prefabbricato officina operai e ricostruzione prefabbricato polifunzionale da adibire a mensa aziendale

E’ stato effettuato lo smontaggio del prefabbricato pesante costituente l’ex officina operai ed stato trasportato a discarica ; E’ in corso la realizzazione della progettazione del nuovo prefabbricato modulare per la creazione della mensa aziendale.

Realizzazione degenze protette e centro trapianti di ematologia al settimo piano

E’ in corso la progettazione definitiva per la realizzazione del centro trapianti di ematologia

Riqualificazione strutturale del centro trasfusionale con la realizzazione di laboratori glP-gMP di ematologia e biologia molecolare annessi alle attività di eferesi e intervento di adeguamento impiantistico

E’ stata realizzata mediante ristrutturazione impiantistica ed architettonica dei locali la Criobanca presso la medicina trasfusionale. E’ stato realizzato il nuovo impianto elettrico principale con la sostituzione del quadro elettrico di reparto . E’ in corso di indizione la gara per la realizzazione dei laboratori GLP e GMP di ematologia annessi alle attività di aferesi. E’ in corso di affidamento l’adeguamento funzionale dei locali destinati alla donazione volontaria.

Riqualificazione funzionale reparto di Radioterapia e Fisica Sanitaria

Sono stati eseguiti lavori per l’adeguamento funzionale ed impiantistico della Radioterapia con la realizzazione della nuova zona di attesa ed accettazione, nuovi ambulatori per visite ed è stata affidata la riqualificazione dei Bunker per l’installazione di nuovi acceleratori lineari.

Riqualificazione Padiglione di RadiologiaSono state ristrutturate la zona di accesso ed accettazione del reparto nonché tutti i corridoi e sale di attesa. E’ in corso di riqualificazione la zona destinata ad accogliere il telecomandato RX della Gilardoni di recente acquisizione.

Ristrutturazione e riqualificazione cunicoli sotterranei

Sono in corso i lavori di riqualificazione dei percorsi sotterranei, è stato realizzato lo spostamento impiantistico delle tubazioni del condizionamento dal cunicolo di accesso al nuovo magazzino.

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83Bilancio Sociale 2010

oBIETTIvo dEl proToCollo d’INTESa Modalità di realizzazione dell’obiettivo da parte dell’Istitutonel corso del 2010

Adeguamento alle nuove norme di prevenzione incendi dei locali dei corpi di fabbrica dell’Istituto.

E’ stato presentato ai Vigili del Fuoco il progetto esecutivo dell’adeguamento funzionale dell’Istituto al nuovo regolamento impiantistico, l’adeguamento funzionale dei reparti viene effettuato sulla scorta delle indicazioni progettuali depositate.

Tra gli interventi impiantistici programmati da realizzare prioritariamente sono stati individuati:centralizzazione degli impianti elettrici

Il ribaltamento delle linee elettriche di alimentazione sulla nuova centrale elettrica sta avvenendo progressivamente con la realizzazione delle nuove adduzioni e dei quadri elettrici di piano.

Realizzazione di una nuova cabina elettrica di media tensione a servizio del day hospital

E’ in corso l’appalto che prevede la sostituzione dei trasformatori da media a bassa tensione nonché la fornitura di un gruppo di continuità per il day hospital.

Sostituzione di quadri elettrici di bassa tensione dei plessi dell’Istituto

Sono stati sostituiti in medicina di laboratorio, nel centro trasfusionale, nei vari reparti e in alcuni piani del day hospital.

Smantellamento torri evaporative e gruppi frigo del day hospital e collegamento al nuovo impianto frigo centralizzato con raffreddamento ad aria e realizzazione di una sottostazione booster e di pompaggio nel seminterrato del day hospital

E’ stato realizzato il collegamento al nuovo impianto frigo centralizzato mediante realizzazione di tubazioni coibentate di collegamento e sono state smantellate le torri evaporative.

completamento del cablaggio degli impianti telefonici dell’Istituto con la loro implementazione

E’ stato separato il cablaggio degli impianti telefonici dagli armadi contenenti le linee dati ed è in corso la loro l’implementazione

3.6 lE aTTIvITà ForMaTIvE avvIaTE dall’ISTITuTo

3.6.1 lE aTTIvITà ForMaTIvE E l’ECM (EduCaZIoNE CoNTINua IN MEdICINa)

L’INT “Fondazione Pascale”, con DGRC n. 255 del 12 marzo 2010, è stato individuato, tra l’altro, quale ente coordinatore della rete oncologica della Regione Campania. Inoltre con il Programma di Sviluppo di attività 2010 – 2012 dell’INT “Fondazione Pascale” si è specificato che uno dei compiti dell’Istituto è quello di fornire un adeguato percorso formativo a tutti gli operatori della sanità regionale interessati a vario titolo alla cura dei pazienti oncologici.

L’Istituto infatti, oltre ad assolvere in maniera diretta alla ricerca e alla cura dei tumori, attraverso l’attività svolta dai ricercatori e dai sanitari, sia in regime ambulatoriale che di ricovero, si pone l’obiettivo di contribuire a sviluppare nel tempo una nuova classe di operatori sanitari con competenze specifiche nel campo oncolo-gico la cui presenza nelle diverse strutture sanitarie regionali possa rappresentare un sicuro riferimento e un punto di collegamento con l’Istituto stesso. Tutto ciò al fine di contribuire alla costruzione di una rete onco-logica che possa soddisfare non solo le finalità di ricerca e di miglioramento delle cure oncologiche ma possa rispondere con sempre maggiore tempestività e appropriatezza alla crescente domanda di tali cure attraverso l”adeguamento” professionale del personale di tutte le strutture sanitarie regionali sia in termini numerici che di competenze.

Ci si è posti pertanto, l’obiettivo di soddisfare il bisogno di formazione ECM per i propri operatori che possono così dedicarsi alla propria formazione professionale “in loco” senza dover impegnare il proprio tempo nella ricerca e nel raggiungimento di corsi di formazione fuori sede.

Al fine di perseguire nel tempo questo duplice obiettivo di formazione del personale interno ed esterno all’Istituto, già nell’anno 2010, si è sviluppata una intensa attività di formazione, organizzando numerosi eventi formativi ECM e richiedendo all’Age.na.s. l’accreditamento di n. 19 eventi formativi ECM, per un totale di 280 crediti erogati a varie figure professionali, con un costo di C10.367,93.

Rispetto al 2009, il tasso di crescita del numero di eventi svolti, è stato del 26,6%.

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale84

Figura 74 – Eventi formativi ECM 2009 e 2010

In base alle nuove regole di accreditamento ECM sancite dall’Accordo Stato-Regioni del 5 novembre 2009 concernente “Il nuovo sistema di formazione continua in medicina – Accreditamento dei Provider ECM, for-mazione a distanza, obiettivi formativi, valutazione della qualità del sistema formativo sanitario, attività for-mative realizzate all’estero, i liberi professionisti”, l’Istituto, alla fine del 2010, ha formulato la richiesta alla Commissione Nazionale per la Formazione Continua per ottenere l’accreditamento quale Provider ECM. La Commissione Nazionale per la Formazione Continua in Medicina ha accolto, il 26/05/2011, l’istanza di accredi-tamento dell’Istituto come Provider, riconoscimento che abilita ad erogare programmi formativi su tutto il ter-ritorio nazionale, nonché ad attribuire direttamente i crediti ECM ai partecipanti. L’Istituto si è impegnato così a mantenere nel tempo quei requisiti essenziali e caratterizzanti “il Provider”, mostrando capacità e competenze finalizzate ad offrire eventi formativi di qualità, non solo sotto l’aspetto dell’aggiornamento dei contenuti o della qualità delle modalità formative, ma anche sul piano organizzativo.

Tale riconoscimento è stato ottenuto anche grazie all’attività finora condotta nel settore della formazione. La preparazione dell’istanza di accreditamento ha richiesto nel corso del 2010 un laborioso e sperimentale lavoro di pianificazione e progettazione, mai fatti prima, per il raggiungimento dei requisiti richiesti dal “Nuovo Sistema ECM”. Tale lavoro ha consentito una profonda riflessione sulla pianificazione degli obiettivi della formazione, sull’adeguamento strutturale e organizzativo, sulla programmazione dell’offerta formativa tradotta nell’elabo-razione di un Piano Formativo Aziendale per il 2011, tutti requisiti espressamente richiesti dalla Commissione Nazionale per la Formazione Continua in Medicina.

In sintesi, l’Istituto ha dovuto predisporre ed adottare, in tempi brevi, nuove procedure formalizzate al fine di poter presidiare ciascuna fase del processo formativo ed erogare così una formazione di qualità.

A tale fine, in linea con il Regolamento applicativo dei criteri oggettivi di cui all’Accordo Stato Regioni del 5 Novembre 2009 e per l’accreditamento è stato individuato in Direzione Generale lo Staff Formazione costituito da operatori che sono responsabili di peculiari e complesse attività, ognuno per la propria competenza e profilo professionale.

Lo Staff deliberato risulta essere così costituito: Responsabile della Formazione, Responsabile Amministrati-vo, Responsabile Informatico e della Qualità, Responsabile della Segreteria, con a supporto 2 operatori. Inoltre, come previsto dalla normativa, è stato istituito il Comitato Scientifico e, quale espressione dell’atto programma-tico di maggior spessore educativo e formativo di tutti gli operatori sanitari dipendenti, è stato deliberato, per la prima volta nella storia dell’Istituto, il Piano Formativo Aziendale 2011, supportato da un budget dedicato.

Inoltre, per disciplinare le attività formative ECM, si è provveduto a predisporre ed adottare ulteriori stru-menti di regolamentazione quali: Regolamento per l’espletamento delle attività formative, Regolamento per l’utilizzo delle aule didattiche, Regolamento per attività di docenza e tutoraggio nell’ambito di attività ECM. Le attività di regolamentazione, ovviamente, sono ancora in itinere e da perfezionare a seconda del contesto e delle esigenze che le nuove attività proporranno.

Infine, è d’obbligo mettere in evidenza che il risultato raggiunto con questo riconoscimento è stato frutto dello sforzo profuso da quanti hanno creduto, voluto e alla fine ottenuto che l’Istituto, con la propria esperienza di attività formative sanitarie, infermieristiche, tecniche accreditate dal programma nazionale di ECM, potesse ambire ad offrire un sostegno strategico all’offerta formativa rivolta a tutti gli operatori sanitari, interessati a vario titolo alla cura dei pazienti oncologici, su tutto il territorio regionale e nazionale.

 

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85Bilancio Sociale 2010

3.6.1.1 la ForMaZIoNE INFErMIErISTICa Corso laurea I livello in Infermieristica

Dall’anno accademico 1999/2000 l’Istituto è accreditato quale sede formativa della Seconda Università di Napoli, facoltà di Medicina e Chirurgia, per il corso di laurea in Infermieristica.

Nell’anno accademico 2009/2010, gli immatricolati al I anno sono stati 36 per un totale di iscritti di 95 stu-denti a cui si aggiungono i fuori corso.

Alla seduta di laurea della sessione autunnale accedono, mediamente, n. 25 studenti; dei 29 laureati di no-vembre 2009, 13 hanno conseguito il titolo con lode (6 dei quali anche con plauso).

Nella seduta autunnale del 2010, i laureati sono stati 16 di cui 8 con lode e plauso e 2 hanno avuto il rico-noscimento della dignità di stampa.

I laureati Infermieri sono, ai sensi della legge 10 agosto 2000, n. 251, articolo 1 comma 1, gli operatori delle professioni sanitarie dell’area delle scienze infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica che svolgono con autonomia professionale attività dirette alla prevenzione, alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva, espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei relativi profili professionali nonché, da-gli specifici codici deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per obiettivi dell’assistenza nell’età evolutiva, adulta e geriatrica.

I laureati della classe devono raggiungere le competenze previste dagli specifici profili professionali. In par-ticolare, nell’ambito della professione sanitaria di infermiere, i laureati sono operatori sanitari cui competono le attribuzioni previste dal D.M. del Ministero della sanità 14 settembre 1994, n. 739 e successive modificazioni ed integrazioni; ovvero sono responsabili dell’assistenza generale infermieristica. Detta assistenza infermieri-stica, preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natura tecnica, relazionale, educativa. Le loro principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l’assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e l’educazione sanitaria. I laureati in infermieristica partecipano all’identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività; identificano i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività e formulano i re-lativi obiettivi; pianificano, gestiscono e valutano l’intervento assistenziale infermieristico; garantiscono la cor-retta applicazione delle prescrizioni diagnostico- terapeutiche; agiscono sia individualmente che in collabora-zione con gli altri operatori sanitari e sociali, avvalendosi, ove necessario, dell’opera del personale di supporto; svolgono la loro attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private, nel territorio e nell’assistenza domiciliare, in regime di dipendenza o libero-professionale; contribuiscono alla formazione del personale di supporto e concorrono direttamente all’aggiornamento relativo al loro profilo professionale e alla ricerca.

Il Corso di Laurea è organizzato in 6 semestri. Le attività formative sono articolate in attività formative di base, caratterizzanti, affini o integrative, a scelta dello studente, attività formative professionalizzanti, attività finalizzate alla prova finale. Ciascuna attività formativa si articola in ambiti disciplinari, costituiti dai Corsi uf-ficiali, ai quali afferiscono i settori scientifico-disciplinari pertinenti. Gli insegnamenti sono articolati in moduli e sono svolti con lezioni frontali, esercitazioni in aule e laboratori attrezzati con presidi clinico - assistenziali e in reparti ospedalieri per le attività di tirocinio. Le competenze verranno raggiunte con la frequenza a tutte le attività didattiche con la partecipazione attiva di docenti e tutori, nonché con lo studio personale.

L’attività formativa complessiva deve garantire un’adeguata preparazione teorica ed un congruo addestra-mento professionale, anche attraverso il tirocinio, in conformità agli standard e al monte ore definiti dalle di-rettive dell’Unione Europea e con la guida di tutors appartenenti allo specifico profilo professionale.

Il tirocinio può svolgersi presso strutture di degenza e di day hospital o ambulatoriali o presso strutture territoriali identificate dal Consiglio di Corso di Laurea. Il monte ore indicato per il tirocinio, in conformità alla normativa europea è da intendersi come impegno complessivo, necessario allo studente per raggiungere gli obiettivi previsti dall’ordinamento.

Corso Teorico-pratico sulla gestione Infermieristica del dolore

Il trattamento del dolore è un tema sempre più attuale.Soprattutto nell’ultimo decennio la ricerca ha fornito un’ampia gamma di farmaci, tecniche e presidi di gran-

de efficacia e maneggevolezza per la cura del dolore; contestualmente si è assistito ad un incremento delle ini-ziative orientate allo sviluppo culturale di una tematica che coinvolge strettamente operatori sanitari e cittadini.

I risultati di questa nuova sensibilità sono riscontrabili nell’emanazione di direttive atte alla semplificazione delle procedure per l’acquisizione dei farmaci, fino alla Legge n. 38 del 15 marzo 2010; il legislatore ha posto altresì l’accento sull’importanza della formazione del personale infermieristico nei corsi di base sia per le impli-cazioni gestionali del trattamento che per le responsabilità professionali connesse.

L’INT “Fondazione Pascale”, al cui interno opera una struttura di degenza di Terapia Antalgica, ha da

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale86

sempre posto attenzione alla cura del dolore facendosi promotore di numerose iniziative anche su base regio-nale.

Fermamente convinti che la promozione della cultura per la lotta al dolore debba iniziare già nei corsi di base per i professionisti sanitaria, nell’anno 2010 è stato strutturato un programma per gli studenti del II anno del corso di laurea di Infermieristica della sede dell’INT “Fondazione Pascale”.

Gli obiettivi formativi di tale corso sono quelli di diffondere le conoscenze in tema di gestione infermieristica del dolore e sollecitare l’attenzione alla sua corretta rilevazione quale elemento indispensabile per l’adeguata definizione della terapia farmacologia, nonché offrire spunti di riflessione sull’utilizzo delle terapie complemen-tari, quale contributo al benessere dei pazienti, attraverso la presentazione della filosofia shiatzu con il supporto di infermieri maestri in tale disciplina.

Il corso è stato strutturato in:

• 7 ore di lezione frontale;

• 1 ora di esercitazione pratica in aula;

• 6 ore di presentazione degli elementi di base delle tecniche shiatzu;

• attività di tirocinio.

3.6.1.2 CorSo laurEa I lIvEllo IN TECNIChE dI laBoraTorIo BIoMEdICo

L’Istituto è anche sede dell’Università degli Studi di Napoli Federico II per il corso di laurea di I livello in Tecniche di Laboratorio Biomedico.

I posti a disposizione per ogni nuovo corso sono n. 15.Il laureato in Tecniche di Laboratorio Biomedico svolge attività di laboratorio di analisi e di ricerca relative

ad analisi biomediche e biotecnologiche ed in particolare di biochimica, microbiologia e virologia, farmacotos-sicologia, immunologia, patologia clinica, ematologia, citologia e istopatologia. I laureati sono operatori dotati di: basi scientifiche e preparazione teorico-pratica necessarie per essere abilitati all’esercizio della professione di Tecnico di Laboratorio Biomedico e della metodologia e cultura necessarie per la pratica della formazione per-manente, nonché di un livello di autonomia professionale che includa l’acquisizione di competenze comporta-mentali; conoscenze teoriche essenziali che derivano dalle scienze di base; capacità di collaborare con le diverse figure professionali nelle attività sanitarie di gruppo; capacità di applicare i principi dell’economia sanitaria; capacità di riconoscere i problemi sanitari della comunità e di intervenire in modo competente.

3.6.1.3 I pErCorSI ForMaTIvI poST-laurEa

Grazie ad un consolidato rapporto di collaborazione, l’Università degli Studi del Sannio e l’Istituto hanno convenuto di ampliare l’offerta formativa post-laurea varando n. 4 nuove iniziative:

• n. 2 percorsi inseriti nel Programma Fixo “Formazione & innovazione per l’occupazione”;

• n. 2 Master (l’uno in “Ambiente e Cancro” e l’altro in “Comunicazione in Ambito Sanitario”);

che rispondono alle più attuali esigenze specialistiche in ambito sanitario.

Il Programma Formazione e innovazione per l’occupazione (Fixo), promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è volto a sviluppare i servizi di incrocio domanda/offerta delle Università, supporta gli atenei nello sviluppo del nuovo ruolo di intermediari del mercato del lavoro assegnatogli dalla Legge 30/2003. I numero di FIxO sono molto significativi: 60 Università coinvolte (in Campania gli Atenei che aderiscono al programma sono: l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, l’Università degli Studi di Salerno, l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, l’Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”, l’Università degli Studi del Sannio - Benevento, 63 mln di euro nel complesso investiti, sostegno a 75 progetti di impresa legati all’innovazione e all’occupazione altamente qualificata, 1000 percorsi formativi ed esperienziali per formare figure professionali in grado di facilitare processi di innovazione nel contesto produttivo.

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87Bilancio Sociale 2010

Il programma fornisce assistenza per la creazione di strutture (gli uffici di placement) in grado di offrire a persone e aziende servizi specialistici come l’informazione, l’orientamento, la formazione i tirocini di inseri-mento lavorativo, i percorsi di accompagnamento al lavoro, l’analisi dei fabbisogni professionali, la formazione specialistica per la nascita di figure professionali in grado di agevolare e favorire l’innovazione all’interno delle aziende, e sostiene con risorse economiche, formative e professionali la trasformazione dei ricercatori in im-prenditori attraverso progetti di business orientati all’innovazione (spin off).

Nell’ambito del Programma FIxO sono stati attivati due percorsi formativi:

• il primo per “Specialista dell’innovazione nell’ambito della sicurezza, della contabilità e del controllo di gestione in campo sanitario”, destinato a 10 laureati in Economia, Giurisprudenza, Scienze politiche, Ingegneria gestionale, Ingegneria delle telecomunicazioni ed Ingegneria informatica, con voto di laurea non inferiore a 100/110 ed età non superiore a 27 anni. Il percorso formativo ed esperienziale è finalizzato a formare una figura ad hoc professionale rispondente ai reali fabbisogni professionali del mercato del lavoro e delle aziende che operano nel settore, in particolare un esperto in materia di sicurezza sul lavoro in campo sanitario che sia in grado di contribuire all’individuazione dei rischi sul lavoro connessi all’attività sanitaria e alla pianificazione delle misure per gestirli, grazie alle competenze loro trasmesse dalla ricerca universitaria e dal mondo delle professioni. Lo “Specialista dell’Innovazione nell’ambito della sicurezza, della contabilità e del controllo di gestione in campo sanitario” sarà in grado di individuare, analizzare e promuovere soluzioni riguardanti le principali problematiche di sicurezza sul lavoro insieme con quelle tecnico-finanziarie delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere. Tale figura professionale sarà, inoltre, in grado di pianificare ed avviare azioni ed interventi sulla valutazione dei rischi, assicurando che le azioni siano implementate, monitorate e valutate, grazie alle competenze loro trasmesse dalla ricerca universitaria e dal mondo delle professioni.

• il secondo per “esperto per l’innovazione in risparmio energetico, sfruttamento delle fonti energeti-che rinnovabili, materiali e componenti per l’edilizia sostenibile”, in collaborazione con l’Associazione Costruttori della Provincia di Napoli, DECOM srl, Hagitronsrl, Elettrosannio, Consorzio Stress e Gpowersrl, e destinato a 28 laureati in Ingegneria con voto di laurea non inferiore a 100/110 ed età non superiore a 27 anni. La figura professionale formata avrà un bagaglio di conoscenze che gli consentirà di inserirsi nel mon-do del lavoro con compiti progettuali, consulenziali e di gestione del complesso processo di realizzazione ed esercizio del sistema edificio-impianti. Inoltre, nell’ambito del percorso formativo verranno affrontate le principali e nuove normative che hanno riguardato il settore e, pertanto, la figura professionale potrà col-locarsi anche come supporto alle pubbliche amministrazioni nella messa a punto e valutazione di percorsi di realizzazione o/e finanziamento di iniziative inerenti il risparmio energetico e lo sfruttamento delle fonti rinnovabili in edilizia.

il master universitario di ii livello in “Ambiente e Cancro” si propo-ne di accrescere le competenze e la qualificazione di figure professionali impegnate nelle agenzie di protezione ambientale e sanitaria, migliorando la loro abilità nell’individuazione e analisi di cancerogeni ambientali, per l’identificazione delle strategie mirate alla prevenzione antitumorale (po-tenziale genotossico e tumorigenico; meccanismi molecolari di mutagene-si e carcinogenesi in sistemi biologici; valutazione del rischio di sviluppare malattie neoplastiche, associato all’esposizione a carcinogeni ambientali; ecc.).

L’obiettivo è quello di formare professionisti del settore che siano in grado, sulla base delle conoscenze mediche e scientifiche acquisite, di in-centivare il rapporto con gli enti pubblici e le amministrazioni locali e

nazionali deputati alla bonifica del territorio, e identificare le soluzione più adeguate per guidare e sostenere la bonifica del territorio, al fine di migliorare la qualità della vita delle generazioni attuali e future con il minor impatto socioeconomico.

I destinatari del Master sono professionisti che operano in ambito sanitario, giovani laureati in possesso di laurea specialistica corrispondente al DM 509/99 ovvero una laurea dell’ordinamento precedente in Medicina e Chirurgia, Scienze MM.FF.NN., Biotecnologie, Farmacia, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, Economia e Commercio, Ingegneria e Giurisprudenza.

Il corso di Master in oggetto rappresenta l’unica proposizione in una regione come la Campania, nella quale il fenomeno dell’inquinamento ambientale assume un’importanza notevole.

Il Master, strutturato in moduli didattici, ha una durata complessiva di 1500 ore (18 mesi), così articolata:

• 300 ore di didattica frontale;

• 200 ore di didattica a distanza (e-learning);

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale88

• 450 ore di studio individuale;

• 520 ore di apprendimento tramite tirocinio;

• 30 ore per le prove di verifica intermedia e per la prova finale degli apprendimenti.

Al termine del Master e a seguito della valutazione dell’impegno individuale e dell’elaborato finale, sarà rilasciato il titolo di Master Universitario di II livello in “Ambiente e Cancro”, con l’ottenimento di 60 crediti formativi universitari (CFU).

il master in “Comunicazione in ambito sanitario” è volto a creare un nuovo modello di comunicazione tra il sistema sani-tario e i portatori di attese attraverso lo sviluppo di competenze specifiche in tema di gestione della comunicazione scientifica. Destinato a figure professionali che già operano in campo sa-nitario e che desiderano accrescere le competenze relative alle dinamiche di comunicazione interna ed esterna, ma intende an-che creare nuove figure e capacità professionali nella gestione

della comunicazione di accoglienza, orientamento e customer care e nella rendicontazione sociale, nonché nella rendicontazione economico-finanziaria, istituzionale e scientifica. Obiettivi aggiuntivi sono: introdurre alla conoscenza e alle tecniche di gestione dell’immagine delle istituzioni e delle Aziende Sanitarie; favorire lo sviluppo della cultura gestionale come motore del cambiamento e dello sviluppo organizzativo, finalizzato ad un aumento della qualità relazionale e gestionale nelle aziende.

Il Master, strutturato in moduli didattici, ha una durata complessiva di 1500 ore (18 mesi), così articolate:

• 288 ore di didattica frontale;

• 912 ore di studio individuale;

• 300 ore per stage e prova finale (fieldproject).

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89Bilancio Sociale 2010

Obiettivi diMiglioramento

Parte Quarta

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale90

4.1 IMpEgNI dI MIglIoraMENTo

Per l’anno 2011 l’Istituto si è posto l’obiettivo di continuo miglioramento della propria attività in coerenza con gli obiettivi nazionali e regionali.

Le principali linee che identificano gli impegni dell’Istituto per il prossimo futuro, al di là di potenziare il sistema di ascolto e il processo di stakeholder reporting sono:

• potenziamento dell’efficienza ed informatizzazione delle procedure amministrative;miglioramento delle procedure operative al fine di aumentare l’efficienza e la qualità dei percorsi assisten-ziali ed organizzativi;

• qualificazione della ricerca scientifica;potenziamento delle attività formative già avviate nonché dell’ECM;

• rafforzamento del processo di cooperazione interistituzionale con le altre aziende sanitarie della regione, in modo da poter avviare una politica di programmazione sanitaria integrata;

• miglioramento di un sistema di valutazione delle performance organizzative ed individuali.

Parte Quarta

Obiettivi di Miglioramento

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91Bilancio Sociale 2010

Questionario di GradimentoTIPologIA dI leTToRe

• Cittadino• Paziente• Dipendente• Fornitore• Ente pubblico o privato• Associazione • Regione Campania• Ministero della salute• Struttura convenzionata

eTà del leTToRe

• 0 – 25• 25 – 35• 35 – 45• 45- 55• 55 – 65• oltre 65

ReSIdenzA del leTToRe

• Napoli • Provincia di Napoli• Altra provincia • Altra regione• Altro______________________

PRoFeSSIone del leTToRe

• Casalinga, • Imprenditore\trice, • Insegnante, • Libero professionista, • Pensionato\a, • Studente, • Disoccupato\a, • Altro______________________

AReA dI ATTIvITà

• Sanità• Ambiente• Commercio • Sociale• Altro______________________

Come è venuTo A ConoSCenzA del doCumenTo?

• Evento di presentazione del documento• Copia cartacea• Sito internet • Altro______________________

Come vAluTA lA QuAlITà delle InFoRmAzIonI ConTenuTe nel BIlAnCIo SoCIAle 2010?

Chiarezza espositiva: • bassa • sufficiente • buona • ottima

Rilevanza delle informazioni: • bassa • sufficiente • buona • ottima

Completezza: • bassa • sufficiente • buona • ottima

ATTRAveRSo lA leTTuRA del doCumenTo hA AvuTo modo dI ConoSCeRe AlCune ATTIvITà dell’ISTITuTo Che non ConoSCevA ?

• Si. Quali sono? ____________________________________________

• No

RITIene Che Il BIlAnCIo SoCIAle SIA un doCumenTo uTIle PeR ConoSCeRe l’ATTIvITà dell’ISTITuTo?

• Si

• No

RITIene Che dovReBBe ConTeneRe AlTRe InFoRmAzIonI?

• Si. Quali sono? ____________________________________________

• No

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale92

QuAle PARTe hA TRovATo PIù InTeReSSAnTe?

• La prima “identità dell’azienda” • La seconda “creazione e distribuzione del valore aggiunto”• La terza “relazione sociale” • La quarta “obiettivi di miglioramento”• Altro (grafica, ecc.) ____________________________________________

Come è STATo Il Suo gRAdImenTo ComPleSSIvo?

• basso • sufficiente • buono • ottimo

QuAlI SuggeRImenTI dAReBBe PeR lA PRoSSImA edIzIone del BIlAnCIo SoCIAle?

____________________________________________ _________________________________________________

____________________________________________ _________________________________________________

Nel ringraziarLa per la sua collaborazione, La informiamo che il presente questionario potrà essere trasmesso nelle seguenti modalità: Compilazione on – line sul sito dell’Istituto: www.istitutotumori.na.it Consegna a mano presso l’URP dell’Istituto nell’apposita urna; Invio per posta ordinaria – indirizzo: via Mariano Semmola 80131 Napoli.

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93Bilancio Sociale 2010

Figura 1 - Valori di riferimento dell’Istituto 8

Figura 2 – Riferimenti normativi 10

Figura 3 – Quadro generale dell’organico 12

Figura 4 - Direzione Generale 19

Figura 5 – Direzione Sanitaria 20

Figura 6 – Direzione Amministrativa 21

Figura 7 – Direzione Scientifica 21

Figura 8 – l dipartimenti e le strutture complesse 22

Figura 9 – Organigramma del CROM 23

Figura 10 – Composizione delle linee di finanziamento (Protocollo di Intesa 2010 – 2012) 25

Figura 11 – Importo dei finanziamenti per ricerca finalizzata in essere al 31.12.2010 27

Figura 12 – Distribuzione percentuale del numero di progetti avviati nei vari anni e ancora in corso nel 2010 28

Figura 13 – Distribuzione delle quote di finanziamento per ricerca finalizzata tra unità interne ed unità esterne all’Istituto 28

Figura 14 – Composizione delle sperimentazioni 28

Figura 15 – Composizione degli Studi Osservazionali 29

Figura 16 – Finanziamenti derivanti dal 5 x mille (annualità 2006 – 2009) 29

Figura 17 – Stato Patrimoniale Attivo - Consuntivo 31

Figura 18 – Composizione degli elementi patrimoniali attivi 2009 e 2010 32

Figura 19 – Stato Patrimoniale Passivo - Consuntivo 33

Figura 20 - Composizione degli elementi patrimoniali passivi 2009 e 2010 34

Figura 21 – Conto economico 2010 (Previsionale vs Consuntivo) 35

Figura 22 – Capacità previsionale dei ricavi della produzione (Esercizio 2010) 36

Figura 23 - Capacità previsionale dei costi della produzione (Esercizio 2010) 36

Figura 24 - Conto economico 2009 (Previsionale vs Consuntivo) 37

Figura 25 - Capacità previsionale dei ricavi della produzione (Esercizio 2009) 38

Figura 26 - Capacità previsionale dei costi della produzione (Esercizio 2009) 38

Figura 27 – Conto economico consuntivo (2010 vs 2009) 39

Figura 28 – Distribuzione del valore della produzione 40

Figura 29 – Distribuzione dei costi della produzione (Esercizio 2010) 40

Figura 30 – Distribuzione dei costi della produzione (Esercizio 2009) 41

Figura 31 – Prospetto determinazione del valore aggiunto 42

Figura 32 – Incidenza dei costi intermedi della produzione e del valore aggiunto sul valore della produzione 43

Figura 33 – Prospetto distribuzione del valore aggiunto 44

Figura 34 – Distribuzione del valore aggiunto 44

Figura 35 – Ripartizione per tipologia contrattuale 46

Figura 36 – Ripartizione per ruolo e profilo 47

Figura 37 – Ripartizione per ruolo e sesso 47

Indice delle Figure

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Istituto Nazionale Tumori IRCCS - Fondazione Pascale94

Figura 38 – Ripartizione per fasce di età 47

Figura 39 – Cessazioni e assunzioni (Anno 2010) 48

Figura 40 – Prospetto giorni ai fini del calcolo della riduzione del trattamento economico per la produttività annua 49

Figura 41 – Profilo Generale (Valore medio: 2,44) 51

Figura 42 – Indicatori positivi (Valore medio: 2,79) 51

Figura 43 – Indicatori negativi (Valore medio: 2,64) 52

Figura 44 – Distribuzione dei degenti per classe di età e sesso 53

Figura 45 – Distribuzione pazienti per area di provenienza 54

Figura 46 – Nuovi studi clinici attivati per anno e tipologia di promotore 55

Figura 47 – Pazienti arruolati per tipologia di promotore e di studio 56

Figura 48 – Andamento della produttività scientific nel triennio 2008 - 2010 57

Figura 49 – IF medio del triennio 2008 - 2010 57

Figura 50 – Articoli pubblicati nel 2010 57

Figura 51 – Tipologie di ricoveri 61

Figura 52 – Distribuzione posti letto (Ordinari e DH) 61

Figura 53 – Distribuzione posti letto in DH 62

Figura 54 – Numero di accessi in DH (valore assoluto) 62

Figura 55 – Numero accessi in DH (valore medio) 62

Figura 56 – Numerosità dei ricoveri ordinari e DH (2006 – 2010) 63

Figura 57 - Numero delle giornate di degenza in regime ordinario e DH (2006 – 2010) 63

Figura 58 - Durata media di degenza dei ricoveri ordinari (2006 – 2010) 63

Figura 59 - Tassi di utilizzo dei posti letto nel triennio 2008 - 2010 64

Figura 60 - Alcuni indicatori di appropriatezza organizzativa (2006 – 2010) 65

Figura 61 – Distribuzione pazienti per area di provenienza 65

Figura 62 - Anno 2010 ricoveri ordinari - Primi 25 DRG per numero di dimissioni 66

Figura 63 - Anno 2010 - DRG chirurgici prodotti - indicatori di durata di degenza 66

Figura 64 - Prestazioni ambulatoriali 2009 - 2010 67

Figura 65 – Sesso degli intervistati 68

Figura 66 – Fasce d’età 68

Figura 67 – Livello d’istruzione 69

Figura 68 – Grado di soddisfazione generale 69

Figura 69 – Grado di soddisfazione generale espresso sui vari aspetti del ricovero 70

Figura 70 – Questionario somministrato ai “pazienti” 71

Figura 71 – Questionario somministrato ai “caregiver” 73

Figura 72 – Mesi ritardato pagamento 77

Figura 73 – Tabella degli obiettivi 78

Figura 74 – Eventi formativi ECM 2009 e 2010 84

Indice delle Figure

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95Bilancio Sociale 2010