Tavola G15 - Carta della stabilità dei versanti - 1_10.000.pdf
INSTABILITA’ DI VERSANTI NELLA CITTA’ DI ROMA LE … · Fabio Stefano Pellegrini ... Roma,12...
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INSTABILITA’ DI VERSANTI NELLA
CITTA’ DI ROMA LE FRANE A ROMA
LE FRANE SULLA VIA OLIMPICA E SU
VIA CASSIA-PIAZZA GIUOCHI DELFICI
1 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
CONDOMINIO VILLA LONTANA INGRESSO VIA CASSIA 35
VIA CASSIA 35
SCUOLA SUORE MARIA SS ADDOLOR.
FRANA
2
VIA DEL FORO ITALICO- VIA CASSIA ,35
Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
Tratti di muri ribaltati e crollati tra i montanti della galleria
7 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
Tratto di muro ribaltato Il sostegno operato dai montanti in acciaio sul muro
8 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
Il tratto di muro crollato a fianco del cavalcavia di Via Cassia
– Il crollo dei blocchetti di tufo dal muro d’ala del cavalcavia
La scarpata di coronamento della frana, vista da Via Cassia
Scarpata di coronamento della frana, vista verso Via Cassia
9 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
Scarpata di coronamento della frana in corrispondenza della strada di accesso al condominio
Alcune lesioni sull’asfalto con indizi di aperture recenti Avvallamenti e deformazioni del ciglio dell’area condominiale a monte della trincea
10 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
Rotazione di un manufatto all’angolo della terza palazzina
Lesioni sul muro che fiancheggia la strada di accesso, all’angolo della terza palazzina
– Indizi di lente deformazioni della scarpata rappresentati da rotazioni di alberi e pali
Avvallamenti e deformazioni del ciglio dell’area condominiale a monte della trincea
11 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
Per la progettazione esecutiva degli interventi è stata eseguita la seguente campagna di indagini:
•2 sondaggi a carotaggio continuo, della profondità di 18 e 24m; •4 perforazioni con elica continua ed esame del cutting di perforazione per individuazione di cavità; •esecuzione di 15 prove SPT (Standard Penetration Test) nei fori di sondaggio; •prelievo di campioni indisturbati; •installazione di un piezometro a tubo aperto; •installazione in due fori di tubi in PVC per video-ispezione; •esecuzione di 2 prove MASW, con acquisizione ed elaborazione anche delle onde P; •prove di laboratorio:
•identificazione e classifica sui due campioni (granulometria, limiti, peso di volume , ecc..) •2 prove di taglio diretto consolidato drenato CD con ciclo residuo •2 prove triassiali non consolidate non drenate UU
16 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
•FRANA DI TIPO “ROTO-TRASLAZIONALE”,CON UN DISLIVELLO DI 8-10 M,CON SVILUPPO NEI TERRENI LIMO-ARGILLOSI E LIMO-SABBIOSI DELLA FORMAZIONE DI VALLE GIULIA INTERESSANDO AL PIEDE LE PORZIONI PIÙ LIMOSE DELLA SUCCESSIONE.
CAUSE •FORTI PRECIPITAZIONI METEORICHE CON ELEVATA IMBIBIZIONE DEI TERRENI, ED AUMENTO DELLE PRESSIONI NEUTRE ( 190 MM DI PIOGGIA CUMULATA IN 24 ORE CON PICCO DI 46 MM IN UN’ORA) • ASSENZA DI SISTEMA DI DRENAGGIO •SCADENTI CARATTERISTICHE DI RESISTENZA DEL MURO DI SOTTOSCARPA DELLA TRINCEA DELL’OLIMPICA, FORMATO DA BLOCCHI DI TUFO SCARSAMENTE LEGATI PRIVO DI CARATTERISTICHE DI RESISTENZA A TAGLIO E FLESSIONE •GRADUALE AUMENTO NEL TEMPO DEL GRADO DI ALTERAZIONE DEI TERRENI DELLA SCARPATA, LA CUI PROFILATURA HA PENDENZE SCARSAMENTE COMPATIBILI CON LE ATTUALI CARATTERISTICHE GEOTECNICHE DEI TERRENI; •PROGRESSIVO DECADIMENTO DELLA RESISTENZA DELLA “GABBIONATA”
19 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
•mettere in sicurezza la struttura intelaiata della galleria anti-rumore preventivamente alla messa in atto degli interventi sul pendio, vista la condizione che non è consigliabile ipotizzarne la rimozione •non alterare la geometria del piede della scarpata e di non provocare vibrazioni accentuate senza aver provveduto preliminarmente ad una protezione della scarpata a monte. •sensibilità delle fondazioni dirette dei fabbricati a cedimenti e deformazioni indotte sul terreno da possibili rilasci e allentamenti del pendio a valle o, da eventuali evoluzioni retrogressive della frana.
20
VINCOLI
Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
Nel contesto geologico del territorio della Città di Roma, il sito in esame ricade in quello che è noto in letteratura come “Sintema Villa Glori”. L’intera area collinare è costituita dalla “Formazione di Valle Giulia” auct., del Pleistocene medio, rappresentata da depositi fluviali e fluvio-palustri riferibili al cosiddetto “Paleotevere”,costituita da un livello basale di ghiaie minute poligeniche a stratificazione incrociata, passanti verso l’alto a sabbie, limi sabbiosi e limi argillosi a concrezioni carbonatiche, con stratificazione sub-orizzontale. In questa area la formazione è caratterizzata dalla tipica presenza di sabbie fini e limi biancastri, ricchi di fluorite. Questa formazione è nota in letteratura anche come “formazione fluvio-palustre” (VENTRIGLIA, 1971).
21 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
. Stralcio della Carta Geologica del Comune di Roma (Funiciello-Giordano 2005)
22 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
Stralcio della Carta Geologica del progetto CARG Foglio 374 Roma
Stralcio della Carta Geologica del Ventriglia (1971)
23 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
•dal p.c. a profondità di 9-10m: limi argillosi debolmente sabbiosi, di media consistenza, di colore da avana a grigiastro, con noduli e concrezioni carbonatiche; nella parte bassa si passa limi sabbiosi più o meno argillosi di colore avana-giallastro; •Fra 9-10 m e fino circa 15-17m:sabbie medio-fini limose, di colore avana-giallastro, mediamente addensate, con un tipico livello (di circa 2m) costituito da sabbie fini e limi sabbiosi biancastri, teneri e porosi, con livelli di travertino; alla base si passa nuovamente a sabbie, ma prima del passaggio alle sottostanti ghiaie è presente un livello limo-argilloso-sabbioso avana scuro. •da 15-17m fino alla massima profondità indagata (15m al di sotto della Via Olimpica): ghiaie medio piccole (1-2cm) di natura calcarea, con matrice sabbiosa grossa di colore avana; da video ispezione si queste ghiaie si sono presete fittamente stratificate e dotate di una coesione che permette lo scavo di gallerie non sostenute
27 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
Facendo riferimento al piano di campagna (p.c.) compreso tra l’ingresso del condominio (q.r. 111.5) e la strada antistante i fabbricati (q.r. 108), si delinea la seguente situazione di sottosuolo: •da p.c. a q.r. 98/100. limi argillosi debolmente sabbiosi (Unita geotecnica A) •da q.r. 98/100 a q.r. 92/95 Sabbie medio-fini con livelli di travertino (Unita geotecnica B) •> q.r. 92/95 Ghiaie (Unita geotecnica C)
28 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
•Unità geotecnica A. Limi argillosi debolmente sabbiosi limi argillosi debolmente sabbiosi, di media consistenza, di colore da avana a grigiastro, con noduli e concrezioni carbonatiche. Verso il basso si apprezza un tendenziale aumento della frazione limo-sabbiosa, anche per la presenza di intercalazioni limo-sabbiose avana-giallastre, sempre più frequenti. •Unità geotecnica B: Sabbie e sabbie limose Sabbie medio-fini limose, di colore avana-giallastro, mediamente addensate, con un tipico livello di sabbie fini e limi sabbiosi biancastri, teneri e porosi, con rari livelli di travertino. Alla base si passa a sabbie medie e medio-grosse bruno-grigiastre, anche con ghiaietto, ma il passaggio alle sottostanti ghiaie è segnato da un livello limo-argilloso. •Unità geotecnica C: Ghiaie Ghiaie di dimensioni medio piccole (1-2cm) di natura calcarea, con matrice sabbiosa medio-grossa di colore avana. Verso il basso le dimensioni della ghiaia tendono ad aumentare.
29 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
IDROGEOLOGIA Il sondaggio 2, che ha attraversato la cavità nelle ghiaie, è risultato asciutto fino a fondo foro. Per avere indicazioni sui livelli piezometrici superficiali, è stato installato un piezometro profondo 13m, quindi nell’ambito dei terreni limo-argillosi e sabbiosi superficiali (dopo aver riempito il tratto di foro sottostante).. Le misure eseguite dopo alcuni giorni dalla fine della perforazione, quindi non affette dalle acque di perforazione, indicano un livello idrico a 8m di profondità dal p.c.. quindi poco al di sopra della quota della sottostante Olimpica. Questa misura è congruente con le fuoriuscite di acqua (sia pur in forma di stillicidi e trasudazioni, stante la scarsa permeabilità dei terreni) osservate alla base muro crollato. Essa indica e conferma che la presenza di un forte stato di imbibizione dei terreni è sicuramente tra i motivi del dissesto verificatosi. Si tratta ovviamente di un livello piezometrico in terreni a grana fine e quindi non di una vera e propria “falda idrica” nel termine generico. Si tratta inoltre di livelli che possono subire forti oscillazioni stagionali e che potrebbero ridursi fino ad annullarsi nei periodi siccitosi (ma anche subire forti aumenti in quelli di forte apporto meteorico). . 30 Ing. Fabio Stefano Pellegrini
Roma,12 giugno 2015
MODELLI DI CALCOLO
VERIFICHE DI STABILITA GLOBALE
32 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
1) riempimento delle cavità (larghezza 3-4m altezza 4-5m) a profondità di 7-8m dal piano stradale dell’Olimpica, con calcestruzzo magro attraverso alcuni fori realizzati a partire dal piano della strada In particolare è stato previsto: •un primo foro inclinato di 30° dalla verticale, ubicato al margine occidentale del nuovo muro (verso Via Orti della Farnesina), per il pompaggio di calcestruzzo magro non molto fluido all’interno della cavità (in modo da creare un setto di sbarramento per le successive iniezioni); •altri due fori verticali sul margine orientale (verso il cavalcavia della Cassia) per il pompaggio di calcestruzzo additivato con superfluidificanti per il riempimento totale del tronco di galleria compreso tra il setto precedentemente realizzato a ovest e il fronte della galleria con il quale la cavità termina verso est, prima del cavalcavia.
33 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
2) Struttura di sostegno a cavalletto , composta da una doppia paratia di micropali ∅200 mm, disposti a quinconce, affiancata ad una seconda parete, vincolare in testa con trasversi in c.a. disposti ad interasse variabile (3-5 m circa).parallela alla precedente, a micropali ∅200 mm affiancati. con funzione statica di • Limitare gli spostamenti orizzontali, • Proteggere gli edifici a monte, • rafforzare la pendice.
40 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
3) Rafforzamento di un breve tratto di muro (9 m), in adiacenza al tratto di muro crollato (lato Orti della Farnesina),
•Paratia di micropali al piede del muro, collegati da un cordolo in c.a.,per contrastare eventuali superfici di scorrimento di taglio del muro, •Chiodatura del muro con cucitura del terreno retrostante, per mezzo di fori leggermente inclinati sull’orizzontale, armati con barre in acciaio filettate e dotate di piastra di contrasto e ripartizione e iniettati a media pressione. •Rivestimento con una “cortina” in c.a. di elevata resistenza, di spessore complessivo 30 cm (compreso il rivestimento in pietra) per ripartire gli sforzi delle chiodature e a rafforzare la resistenza a taglio del muro stesso; •finitura della testa del muro con un cordolo di cls armato alto 50 cm di raccordo alla soprastante gabbionata. •Realizzazione di un sistema di microdreni con lo scopo di mantenere depressi i livelli piezometrici dei terreno a tergo del muro.
43 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015
4) Demolizione e ripristino della porzione di muro crollato, per una lunghezza complessiva di 36 m. fondato su una doppia fila di micropali, •Realizzazione di un concio di muro in c.a., previa esecuzione della fondazione su micropali. Le operazioni sono procedute per campioni alternati evitando di operare a fianco di un concio di muro già realizzato prima della sua completa presa. •Riempimento a tergo con materiale granulare arido drenante • Riprofilatura del tratto di scarpata a monte con gabbionate fino a ridosso della paratia di micropali. •Fori drenanti sub-orizzontali.
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INTERVENTI DI FINITURA E COMPLETAMENTO Tra le due paratie di micropali di monte, il terreno tra i cordoli di testata è stato sostituito con materiale alleggerito (argilla espansa o scorie e pomici vulcaniche a basso peso specifico) per circa 1.5m di spessore, fino alla quota intradosso dei cordoli e quindi con uno strato di terreno vegetale per la mitigazione ambientale tramite la piantumazione di specie vegetali striscianti; sul cordolo della paratia di valle è stata riposizionata la recinzione attualmente franata a valle, mentre il cordolo della paratia di monte è stato utilizzato per la creazione di un piccolo muretto necessario per il sostegno della rampa da ricostruire. Le acque del fosso di guardia ubicato a monte del muro e quelle provenienti dai microdreni sono state convogliate in una canaletta che corre al piede del muro, collegata al sistema di drenaggio della strada..
45 Ing. Fabio Stefano Pellegrini Roma,12 giugno 2015