Inserto Vietnam - Gennaio 2010

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I supplemento al numero 1 - Anno II - gennaio 2010 di Piazza del Grano Sono passati ventun anni dalla fine dell'ultima guerra mondiale e molte pubblicazioni, in lingue diverse, celebrano l'av- venimento, di cui è sim- bolo la sconfitta del Giappone. Un clima di apparente ottimismo regna in molti settori degli avversi campi in cui è diviso il mondo. Ventun anni sen- za guerre mondiali, in questo tempo di grandi contrapposizioni, di scontri violenti e di tra- sformazioni repentine, sembrano molti. Ma, senza analizzare i ri- sultati pratici (miseria, degradazione, sfrutta- mento sempre più inten- so di enormi settori del mondo), di questa pace per la quale tutti noi ci dichiariamo disposti a lottare, bisogna chieder- si se essa è reale… …Esiste una penosa real- tà: il Vietnam, questa na- zione che rappresenta le aspirazioni, le speranze di vittoria di tutto un mondo arretrato, è tragi- camente solo. Questo popolo deve sop- portare i colpi della tec- nica nord-americana quasi incontrastata nel Sud, con alcune possibi- lità di difesa nel Nord, ma è sempre solo. La solidarietà del mondo progressista con il popo- lo del Vietnam ha lo stes- so sapore di amara ironia che aveva per i gladiatori del circo romano l'incita- mento della plebe. Non si tratta di augurare la vittoria all'aggredito, ma di condividere la sua sorte, andare con lui alla morte o alla vittoria. Quando analizziamo la solitudine vietnamita, ci assale l'angoscia per questo momento illogico dell'umanità… …Come possiamo non guardare a un futuro lu- minoso e vicino, se due, tre, molti Vietnam fiori- ranno sulla superficie della terra, con il loro prezzo di morte, con le loro immense tragedie, con il loro eroismo quo- tidiano, con i reiterati colpi all'imperialismo, costretto così a disper- dere le sue forze sotto l'urto dell'odio crescente dei popoli del mondo? Quando David sconfisse Golia Dos, tres, muchos Vietnam

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Mensile d'informazione politica e cultura dell'Associazione comunista "Luciana Fittaioli", via del Grano 11-13 Foligno (PG) Italia

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supplemento al numero 1 - Anno II - gennaio 2010 di Piazza del Grano

Sono passati ventun annidalla fine dell'ultimaguerra mondiale e moltepubblicazioni, in linguediverse, celebrano l'av-venimento, di cui è sim-bolo la sconfitta delGiappone. Un clima di apparenteottimismo regna in moltisettori degli avversicampi in cui è diviso ilmondo. Ventun anni sen-za guerre mondiali, inquesto tempo di grandicontrapposizioni, discontri violenti e di tra-sformazioni repentine,sembrano molti. Ma, senza analizzare i ri-sultati pratici (miseria,degradazione, sfrutta-mento sempre più inten-so di enormi settori delmondo), di questa paceper la quale tutti noi cidichiariamo disposti alottare, bisogna chieder-si se essa è reale……Esiste una penosa real-tà: il Vietnam, questa na-zione che rappresenta leaspirazioni, le speranzedi vittoria di tutto unmondo arretrato, è tragi-camente solo. Questo popolo deve sop-portare i colpi della tec-nica nord-americanaquasi incontrastata nelSud, con alcune possibi-lità di difesa nel Nord,ma è sempre solo. La solidarietà del mondoprogressista con il popo-lo del Vietnam ha lo stes-so sapore di amara ironiache aveva per i gladiatoridel circo romano l'incita-mento della plebe.Non si tratta di augurarela vittoria all'aggredito,ma di condividere la suasorte, andare con lui allamorte o alla vittoria.Quando analizziamo lasolitudine vietnamita, ciassale l'angoscia perquesto momento illogicodell'umanità……Come possiamo nonguardare a un futuro lu-minoso e vicino, se due,tre, molti Vietnam fiori-ranno sulla superficiedella terra, con il loroprezzo di morte, con leloro immense tragedie,con il loro eroismo quo-tidiano, con i reiteraticolpi all'imperialismo,costretto così a disper-dere le sue forze sottol'urto dell'odio crescentedei popoli del mondo?

Quando Davidsconfisse Golia

Dos, tres,muchosVietnam

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La guerra degli USA fu ilproseguimento del conflit-to indocinese che opposela Francia colonialista alVietminh, la Lega comuni-sta per l'indipendenza delVietnam fondata e guidatada Ho Chi Minh e già pro-tagonista della resistenzacontro i giapponesi.La Francia non riconobbe laRepubblica Democratica delVietnam presieduta da HoChi Min, reinsediando nelsud del paese, a Saigon chene divenne capitale, il prece-dente imperatore Bao Dai.Nella primavera del 1954 ivietminh attaccarono DienBien Phu, nel Vietnam delNord. Dopo 55 giorni diassedio i francesi si arre-sero (8 maggio 1954) e, lostesso giorno, nell'ambitodella conferenza interna-zionale riunita a Ginevrale parti si accordarono peruna tregua e la tempora-

nea divisione del paeselungo il 17° parallelo, conil nord ai comunisti e ilsud sotto il controllo delgoverno di Saigon.Sia gli Stati Uniti sia il go-verno di Saigon dichiara-rono di non sentirsi vinco-lati dagli accordi di Gine-vra e, dopo il ritiro france-se dall'Indocina, a Saigon,deposto l’imperatore BaoDai, nel 1955 venne creatala Repubblica del Vietnamdel Sud presieduta NgoDinh Diem.A partire dal 1957 i militan-ti comunisti (vietcong), tra-sferitisi a nord all'indomanidella divisione del paese,cominciarono a ritornare asud in numero sempremaggiore, per alimentareuna guerriglia antigoverna-tiva con il sostegno del go-verno nordvietnamita.Nel dicembre 1961 il presi-dente Kennedy diede inizio

all’invio di truppe regolariUSA a sostegno del governoDiem, poi rovesciato da uncolpo di stato militare nel1961 e sostituito dai gene-rali Nguyen Van Thieu eNguyen Cao Ky.L'escalation militare USAprese il via nel 1964 du-rante la presidenza Joh-nson con la pratica deibombardamenti a tappetoestesi anche alle città delVietnam del Nord.Nell’inverno 1967-68 lo stra-tega nordvietnamita genera-le Vô Nguyen Giap lanciòuna vasta azione offensiva(conosciuta come "offensivadel Tet", dal nome del capo-danno secondo il calendariovietnamita), costituita dauna serie di attacchi coordi-nati su più di cento obiettividel Vietnam del Sud che eb-be devastanti effetti psico-logici sul morale delle trup-pe statunitensi e soprattutto

dell'opinione pubblica: granparte dei cittadini americaniera ormai giunta a convin-cersi che non fosse possibi-le vincere la guerra.Nel 1969/70 il successoredi Johnson, Richard Nixoncon il suo consigliere Hen-ry Kissinger, diede avvio,all’insaputa e senza l’auto-rizzazione del parlamentoUSA, alla strategia dellacosì detta vietnamizzazio-ne del conflitto estenden-do il campo di guerra agliStati confinanti del Laos edella Cambogia.La nuova campagna bellicaculminò con i bombarda-menti del dicembre 1972delle città di Hanoi e Hai-phong nel Vietnam delNord, definiti la più deva-stante azione bellica aereadella storia, destinata aprovocare un fortissimosconcerto nell'opinionepubblica americana e in-ternazionale. I bombardamenti tuttavianon piegarono la resisten-

za vietnamita e la sera del23 gennaio 1973 il presi-dente americano annunciòche era stato finalmenteraggiunto l'accordo per ilcessate il fuoco, che pre-vedeva anche il ritiro ditutte le forze statunitensie alleate entro sessantagiorni dalla firmaAlla fine di marzo 1973 ilritiro del contingente ame-ricano (eccetto quello chepresidiava la capitale Sai-gon) venne pressochécompletato, ma gli USAcontinuarono ancora a for-nire aiuti ed armi al gover-

no del sud.Il 30 aprile 1975 i partigia-ni Viet Cong entrarono inSaigon e la Repubblica delVietnam del Sud si arreseincondizionatamente algoverno provvisorio rivo-luzionario.Il 2 luglio 1976 venne pro-clamata la riunificazionedei due Vietnam sotto ilnome di Repubblica socia-lista del Vietnam.Il conflitto provocò tra ivietnamiti più di 2 milioni dimorti, 3 milioni di feriti e 12milioni di profughi; 50 milai morti tra i soldati USA.

Vietnam: la “sporca” guerra

La storica foto dellelicottero sul tetto dellAmbasciata USA a Saigon che raccogliegli ultimi cittadini americani in fuga

L' “International war crimestribunal” venne presentatoda Bertrand Russell (già pro-motore della Bertrand Rus-sell peace foundation) inuna conferenza organizzataa Londra nel novembre1966; il Tribunale nascevaper giudicare i crimini com-messi dagli Stati Unitid'America durante il conflit-to in Vietnam. Nella sededella Conferenza di Londravenne redatto uno statutoper rendere formali le moda-lità di svolgimento dei lavoridel Tribunale e i suoi scopi:creare un mezzo di diffusio-ne imparziale della verità darendere nota all'opinionepubblica mondiale. Il Tribunale era presiedu-to, oltre che dallo stessoRussell, da Jean-Paul Sar-tre e Vladimir Dedijer; trai membri della giuria com-parivano Wolfgang Aben-droth, Günter Anders, Le-lio Basso, Simone de Beau-voir, Laurent Schwartz.Compito del Tribunale erarispondere in modo impar-

ziale e documentato a cin-que quesiti: 1) il governoUsa ha violato il diritto in-ternazionale con atti di ag-gressione; 2) l'esercito Usaha utilizzato armi speri-mentali o vietate dal dirittodi guerra; 3) sono stati pre-si di mira obiettivi esclusi-vamente civili; 4) vi sonostate rappresaglie contro icivili o contro i prigionieridi guerra; 5) la popolazio-ne ha subito deportazionio atti di sterminio.

La prima Sessione del Tri-bunale si tenne a Stoccol-ma dal 2 al 10 maggio1967; in tale sede l'esamedel Tribunale si concentròsu due dei cinque quesiti:il primo (in cui rapporti dinatura giuridica esamina-rono l'eventuale violazio-ne degli accordi di Gine-vra) e il terzo (basato sutestimonianze dirette).Il rapporto conclusivovenne presentato da LelioBasso l'8 maggio; nellasentenza, emessa al ter-mine della Sessione, si af-fermava la responsabilitàamericana e del governodel Sud Vietnam nella vio-lazione degli accordi diGinevra con la condanna,seppur simbolica, al go-verno statunitense (chenon aveva mai accettato,nonostante i ripetuti invi-ti, di inviare una delega-zione per sostenere leproprie posizioni).La seconda Sessione delTribunale si tenne a Cope-naghen (21-30 novembre

1967), dove si affrontaro-no i restanti quesiti, oltreall'analisi degli sviluppidelle questioni trattate aStoccolma, dell'intensifi-cazione dei bombarda-menti su popolazioni eobiettivi civili e del-l'espansione della guerranei paesi limitrofi (Laos eCambogia).Al termine delle due sessio-ni il Tribunale arrivò allaconclusione che la guerraportata avanti dagli america-ni era stata svolta secondomodalità contrarie al dirittointernazionale e ai principifondamentali dei diritti deipopoli: la politica americananel Vietnam venne giudicatacome "genocidio" (secondola definizione della Conve-zione per la prevenzione erepressione del delitto di ge-nocidio del 1948), per il fat-to di aver scelto una politicadi aggressione nei confrontidi una popolazione che si ri-bellava all'oppressione, sen-za aver tentato una politicadi pace.

“Agent Orange” era il nomein codice, usato dall'eser-cito statunitense, per indi-care un erbicida usato am-piamente dagli Stati Unitidurante la Guerra del Viet-nam, tra il 1961 e il 1970.L'Agente Orange è un li-quido incolore: il suo no-me deriva dal colore dellestrisce presenti sui fustiusati per il suo trasporto.L'impiego militare ufficia-le era per rimuovere le fo-glie degli alberi e negare lacopertura ai Viet Cong.Si scoprì che l'AgenteOrange ha come sottopro-dotti delle diossine alta-mente tossiche ritenute

responsabili di malattie edifetti alla nascita sia nellapopolazione vietnamitache nei veterani di guerrastatunitensi. Si è anchescoperto che ha proprietàcancerogene, che colpisco-no principalmente le don-ne, e teratogene.Un rapporto dell'aprile2003, finanziato dall'Acca-demia Nazionale delleScienze, concluse che du-rante la guerra del Viet-nam, 3.181 villaggi venne-ro irrorati direttamentecon erbicidi. Tra i 2,1 e i4,8 milioni di persone "sa-rebbero state presenti du-rante le irrorazioni".

Non riteniamo opportuno pubblicarefoto degli effetti dell’ “agent orange”sui bambini vietnamiti. Chi se la sen-te può visitare Google immagini digi-tando “agente arancio”

Il filoso Betrand Russel

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Un carro Viet Cong entra nel palazzo presidenziale di Saigon,oggi Ho Chi Min - 30 aprile 1975

Manifestazioni pacifiste proVietnam a sinistra - Jane Fonda nel Vietnam del nord 1972

Immagine della prima pagina de lUnità allindomani della liberazione del Saigon - 30 Aprile 1975 -

Usata la diossina come arma di distruzione di massa dagli Usa

“Agent Orange”“Genocidio” Usa nel VietnamIl tribunale Russel, instituito per giudicare i crimini di guerra USA nel Vietnam,ha condannato gli americani per violazione dei diritti internazionali dei popoli

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E’ con profonda emozioneche pronuncio il mio primointervento in quest'aula pro-prio sul tema del Vietnam.Una emozione che derivadal contatto diretto che hoavuto l'onore e la fortuna diprendere qualche tempo facon la realtà della resisten-za vietnamita contro i mas-sacranti bombardamentisul nord Vietnam.Ella comprende certo, signorPresidente, come simile con-tatto possa aver creato in meun legame di affetto e ancheun impegno morale di natu-ra del tutto particolare.Tutti i colleghi conoscono,del resto, i sentimenti chesuscita nell'animo di tutti icomunisti la lotta del popo-lo vietnamita, in corrispon-denza con le nostre convin-zioni internazionalistiche econ il ruolo decisivo chenoi riteniamo essa abbianel quadro dell'avanzatadel moto di emancipazionedelle classi lavoratrici e deipopoli del mondo intero. Non solo noi comunisti, delresto, in Italia e nel mondo,siamo portatori di questeconvinzioni e di questi sen-timenti, ma anche forze po-litiche e correnti di opinionile più diverse, masse ster-minate di milioni di uomi-

ni, che comprendono anchemilioni di cittadini del pae-se da cui è partita e vienecondotta l'aggressione.«Il nemico », ha dovuto rico-noscere il Presidente degliStati Uniti, «è riuscito atrasferire la battaglia nelcuore degli americani», di-menticando tuttavia di ag-giungere che questa batta-glia nel cuore degli america-ni l'ha portata prima di tuttola giusta causa per la quale ivietnamiti si battono; l'haportata quella combinazio-ne indissolubile e nei nostritempi, diciamolo pure, assairara di fermezza fino ai sa-crifici estremi, di civile sag-gezza, di spirito di assolutaindipendenza e di realismopolitico che sono tipici dellacondotta etico-politica deidirigenti vietnamiti; l'hannoportata i grandi movimentidi pensiero e di opinionepubblica sollevatisi nelmondo intero a favore dellacessazione della strage e delripristino del diritto violatoin quella parte del mondo.Il «nemico» di cui Johnsonha parlato non è quindi soloil popolo vietnamita, ma unmovimento ramificato edesteso nel mondo intero, unmovimento dai mille volti eperciò un movimento im-

battibile.Ci è pervenuto daHanoi solo tre giorni fa il piùrecente documento statisti-co della commissione d'in-chiesta sui crimini di guerraamericani nel Vietnam.Ricavo dal dettagliato docu-

mento questo semplice dato:mentre nei mesi di gennaio,febbraio e marzo il numerodelle incursioni aeree su tut-to il nord Vietnam oscillavatra le 1.800 e le 2.500 permese, nel periodo successi-

vo al discorso di Johnson del31 marzo tale numero salivaa 3.500 in aprile, a 4.700 inmaggio, fino a raggiungerenel giugno le 5.200 incursio-ni.Circa la natura di questeincursioni mi limito ad elen-care in ordine le terribili ar-mi di sterminio usate nei co-siddetti bombardamenti li-mitati: bombe ad altissimopotenziale esplosivo, bombea scoppio ritardato, bombe abiglia, missili Shrike a fram-mentazione cubica, proiettilida 20 millimetri, bombe su-bacquee; armi destinate uni-camente alle persone, alla di-struzione, che in effetti or-mai è pressoché totale, diogni opera civile. Sono datidi fatto inconfutabili e danessuno confutati.Ma la questione che noi sol-leviamo non è solo e non ètanto di diritto. Se chiedia-mo un riconoscimento del-la repubblica democraticadel Vietnam e la ricerca diun contatto con il Frontenazionale di liberazione delsud Vietnam è soprattuttoperché siamo convinti checiò può rappresentare unimportante contributo allacausa della pace e che è nel-l'interesse del nostro paese.Si tratta inoltre di un attodoveroso verso un popolo

generoso e di antica civiltà,che ha dato anche recente-mente prove ripetute disincera amicizia e di rispet-to per il nostro popolo.Sarebbe infine un atto digrande valore politico perlo sviluppo delle relazionifra il nostro paese e tutte lenazioni in via di sviluppodel terzo mondo.In pari tempo noi ci rivol-giamo ancora una volta daquesta tribuna alle grandimasse popolari, ai giovani,ai cittadini di ogni orienta-mento politico, che si sonobattuti in questi anni nelnostro paese per la causadella libertà e della pace delVietnam, e tutti chiamiamoa dare nuovo slancio e vigo-re alla loro battaglia.E poiché proprio in questigiorni è in visita nel nostropaese, accolta ovunque daappassionato calore popo-lare, una rappresentanzadelle eroiche donne delVietnam, desideriamo an-che da questa tribuna chie-dere a queste nostre ami-che e compagne che porti-no nel loro paese la nostracertezza che il popolo ita-liano saprà dare un contri-buto sempre più grande al-la vittoria della giusta lottadel popolo del Vietnam.

L’attraente immagine fisica,la capacità di comunicativa,il gossip familiare, la brevi-tà del suo mandato presi-denziale interrotto dallatragica morte, seguita nonmolti anni dopo da quelladel fratello Robert, hannofatto di John Kennedy unaicona positiva che ha impe-dito di fare una seria analisistorica e politica di un per-sonaggio, invece, estrema-mente controverso.Nato da una famiglia ric-ca e potente, legata allelobby dell’acciaio, titola-re quasi per successioneereditaria della carica disenatore dello Stato delMassachusetts, John F.Kennedy si è accreditatoagli occhi dei progressi-sti, anche europei, qualefautore della integrazio-ne razziale che ancoranegli anni ’60 stentavaad affermarsi nei demo-cratici Stati Uniti.Questo non risponde averità. Invischiato nelle

crociate anticomuniste efondamentaliste diMcCarthy, ripetutamentesi fece dapprima fautoredi legislazioni progressi-ste ed antirazziste, perpoi fare marcia indietroal punto di essere accu-sato dai sostenitori deidiritti umani di utilizza-re l’immagine antisegre-gazionista a soli scopielettorali.In politica estera il trien-nio del suo mandato pre-sidenziale fu caratteriz-zato da almeno tre episo-di che ne tradiscono unaimmagine tutt’altro chedemocratica e pacifista.Il primo episodio è l’ag-gressione alla giovanerepubblica cubana conl’organizzazione e il so-stegno allo sbarco deimercenari, addestrati edarmati negli USA, alla ba-ia dei Porci nel 1961.La sottovalutazione dellacapacità di resistenza del-la milizia volontaria cuba-na ed il consenso popola-re di cui il nuovo governocomunista godeva risolse-ro l’invasione in un totalefallimento; da allora tutta-via l’amministrazioneKennedy diede vita aduna intensa campagnaterroristica, denominata“Operazione Mongoose”(mangusta), che provocòin 14 mesi ben 5.780 azio-ni terroristiche e 716 sa-botaggi alle infrastruttureeconomiche cubane.

Il secondo evento fu lacosì detta “crisi dei missi-li”, quando la marina mi-litare USA pose l’assedioall’isola di Cuba dove era-no in corso di istallazionepostazioni missilistichesovietiche, portando ilmondo sull’orlo di unaterza guerra mondialepotenzialmente atomica.La crisi fu risolta con un ac-

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cordo con l’Unione Sovieticache acconsentì a ritirare leproprie postazioni missilisti-che da Cuba in cambio del ri-tiro di quelle USA installatein Turchia ai confini con lastessa Unione Sovietica.Il terzo e forse più graveevento, per le lunghissimeconseguenze che provocònel sud est asiatico, fu l’ini-zio della guerra del Vietnam.Fu infatti Kennedy, dopola caduta del regime fan-

toccio di Diem insedia-to nel sud del Viet-nam dopo la ritira-

ta della Franciasconfitta dai co-munisti del Viet-nam del Nord,ad inviare i pri-

mi significati-vi contingenti

militari in quel-la regione con

l’intento, anchequesto poi falli-

to, di contrastarel’avanzata del co-

munismo.

Muhammad Ali (nato Cas-sius Marcellus Clay Jr.; Lo-uisville, 17 gennaio 1942)è sicuramente il pugile piùfamoso e apprezzato nellastoria di quello sport.Ha vinto l'oro Olimpico aiGiochi di Roma nel 1960;come pugile professionistaha detenuto il titolo mon-diale dei pesi massimi dal1964 al 1967, dal 1974 al1978 e per un'ultima breveparentesi ancora nel 1978,guadagnandosi il sopran-nome di “The King”, il Re.Nel 1967 rifiutò di andarein Vietnam, a combattereuna guerra di dominazione“imperiale”, sbagliata e in-giusta perché combattutacontro un intero popolo, enon solo il FLN nazionalista

che la combatteva in armi.Fu arrestato, condannatoe degradato, privato ver-gognosamente, per unapersecuzione politica, diun titolo mondiale che glispettava per averlo con-quistato e difeso sul ring.Dopo quattro anni di gale-ra, ritornò sul quadrato,sconfiggendo via via tuttigli avversari, per il massi-mo titolo, per poi ricon-quistarlo contro Frazieralla rivincita, e anche nel-la “bella”, dopo avere per-duto la prima sfida.Fu di nuovo The King.Egli fece onore al BlackPeople cui apparteneva, enon solo come campionesportivo, ma anche comeleader morale.

Giochi Olimpici di Roma - Cassius Clay medaglia doro

Il 4 marzo 1960 due grosse deflagrazioni nel porto di L'Avana pro-vocarono l'esplosione della nave mercantile francese La Coubre.Quello fu il primo attentato terrorisico organizzato dalla C.I.A. aidanni della giovane repubblica comunista di Cuba.I morti nell'esplosione furono ottantuno e i feriti duecento.Il giorno successivo Fidel Castro decise di organizzare una cerimoniadi commemorazione delle vittime, alla quale prese parte Che Gueva-ra, all'epoca Ministro dell'Industria del governo cubano.In quella occasione il fotografo Korda scattò la foto che è poi di-venuta limmagine più nota e diffusa del Che.

Enrico Berlinguer ed il VietnamIntervento di Berlinguer nella seduta della Camera del 18 luglio 1968, presieduta da Sandro Pertini, in cui il segretario del Pciincita le masse popolari italiane a dare sostegno alla giusta causa del popolo del Vietnam contro l’aggressione americana

John Fitzgerald KennedyTra diritti civili e terrorismo internazionale, una storia tutta da scrivere

“non ho niente contro i vietcong, loronon mi hanno mai chiamato negro”

Cassius Clay

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E’ stato detto che nel breveperiodo di circa cinque annidel governo della Repubbli-ca della Kampuchea Demo-cratica, sotto la guida di PolPot, vennero sterminati cir-ca 3 milioni di cambogiani.Le stime più recenti, forniteda istituzioni internaziona-li anche vicine agli Usa, par-lano oggi di circa 700.000morti. La drammatica gravi-tà di quei fatti non cambiacertamente per il minor nu-mero dei morti o dei tortu-rati e resta la condanna in-condizionata.Indagare sulla verità dei fattiassume, tuttavia, una estre-ma importanza se davvero sivuole che quegli eventi, o al-tri simili, non accadano più.Per comprendere le ragionidi ciò che è realmente acca-duto in Cambogia occorre al-lora ricostruirne il contestostorico, politico e culturalenel quale quei fatti terribili sisono svolti.La Cambogia è un piccolostato, scarsamente popolato,ai confini sud-occidentali delVietnam.All’epoca della guerra ameri-cana del Vietnam la Cambo-gia era guidata da NorodomSihanouk, dapprima re e poi,dopo l’abdicazione sponta-nea, primo presidente dellaRepubblica. Sihanouk, di cul-tura e costumi europei, erariuscito a tenere la Cambogiafuori dalla guerra del Viet-nam, reprimendo l’ancora

piccolo Partito Comunistacambogiano all’epoca legatoal Partito Comunista del Viet-nam del Nord.Nel 1970 gli Usa diedero ini-zio ad una impressionantecampagna di bombardamen-ti delle regioni orientali dellaCambogia al confine con ilVietnam, nel tentativo di ta-gliare il famoso “sentiero diHo Chi Min”, una pista all’in-terno della giungla lungo laquale venivano trasportati,di fatto a mano, i rifornimen-ti dal Vietnam del Nord aipartigiani Viet Cong del sud.E’ stato stimato che queibombardamenti eseguiti connapalm, defolianti ed agentichimici (“Agent Orange”,cioè: diossina), causaronocirca 600.000 morti tra la po-polazione civile cambogia-na, senza peraltro riuscire adinterrompere il collegamen-to tra i due Vietnam. L’ag-gressione Usa allo Stato neu-trale della Cambogia, all’epo-ca negata e confessata solomolti anni più tardi, ebbel’effetto di destabilizzare ilgoverno di Sihanouk che,rimpiazzato da un generalefantoccio americano LonNol, passò dalla parte dei co-munisti che nel frattempoavevano creato l’esercitopartigiano dei Khmer Rossi.Finita la guerra in Vietnamcon la disfatta degli Usa, benpresto cadde anche il gover-no fantoccio di Lon Nol e iKhmer Rossi conquistarono

Phnom Penh riportando alpotere il presidente Siha-nouk. La convivenza tra l’exre ed i Khmer Rossi durò po-co e, deposto Sihanouk, nel1976 venne fondata la Re-pubblica Democratica diKampuchea; primo ministrodivenne Pol Pot. Il governodei Khmer Rossi a PhnomPenh durò sino al 1979 quan-do la Cambogia venne invasadall’esercito vietnamita cheinsediò un nuovo governo fi-losovietico sostenendolo conuna occupazione militaredurata dieci anni.Diversamente dal Vietnamlegato all’Unione Sovietica, laCambogia di Pol Pot infatti siera avvicinata alla Cina e, nelquadro della guerra freddache ancora divideva i dueblocchi, aveva ottenuto il ri-conoscimento e l’appoggiopolitico anche degli Usa, chene difesero a lungo il seggioall’Onu, e quello logisticodella confinante Thailandia.Crollata l’Unione Sovietica iKhmer Rossi vennero lasciatialla loro sorte, anche se riu-scirono a resistere nelle re-gioni occidentali della Cam-bogia sino al 1996, e solo al-lora, improvvisamente, ven-ne esibito all’opinione pub-blica occidentale il “mostro”Pol Pot che, 15 anni prima,aveva diffuso il terrore inCambogia.Ma chi era Pol Pot?Saloth Sar, questo era il ve-ro nome di Pol Pot, era nato

da una famiglia ricca e ave-va frequentato la corte diSihanouk; quindi si era tra-sferito in Francia a studiarenell’Università parigina del-la Sorbonne.E’ a Parigi che Pol Pot scoprì ilcomunismo apprendendolodalla frequentazione di JeanPaul Sartre e, soprattutto,scoprì la rivoluzione france-se divenendo un fanaticoammiratore del suo perso-naggio più estremo: Massi-miliano Robespierre l’ “incor-ruttibile”. Tornato in Cambo-gia ed assunta la guida dap-prima dell’esercito deiKhmer Rossi e poi del gover-no della Repubblica Demo-cratica di Kampuchea PolPot, nella “tabula rasa” politi-ca, economica e sociale la-sciata dalla invasione ameri-cana, si avventurò nel sognoutopico della creazione delmondo nuovo e dell’uomonuovo.Dopo avere guidato il ripo-polamento delle zone rurali,abbandonate durante i bom-bardamenti americani, vuo-tando le città sovraffollatedai rifugiati, come prima ine-vitabile misura per la ricosti-tuzione di una economiaagricola di sopravvivenza,tentò di spezzare, con un so-lo colpo, quei principi “cardi-nali” che, sin dalle prime for-me di organizzazione politi-ca e sociale dell’umanità,avevano permesso e soste-nuto la generazione delle di-

seguaglianze tra gli uomini“nati uguali”.Pol Pot abolì così la proprietà,la religione, il denaro ed infi-ne anche la famiglia comeidea di un nucleo chiuso po-tenzialmente conflittualecon la società aperta degliuguali.Come era accaduto nella ri-voluzione francese, allaquale pure si deve la nascitadegli Stati moderni con l’af-fermazione dei diritti del-l’uomo e del cittadino, ilfondamentalismo della scel-ta estrema di Pol Pot dege-

nerò nella coercizione, nellaviolenza e nel “terrore” dimemoria giacobina.Pol Pot fu certamente ideolo-gicamente un comunista, co-sì come lo erano stati in fon-do, ben prima di Marx, i padridella “liberté, egalité, frater-nité” francese.Ma Pol Pot è prima di tutto fi-glio dell’occidente, della suacultura fondamentalista chenasce dalla radice del mono-teismo, del solo vero dio, siache si tratti di un dio religio-so del cielo o di un dio laicodella terra.

In Vietnam, che conta oltre80 milioni di abitanti, tut-te le scuole sono state na-zionalizzate dopo la riuni-ficazione del paese el'istruzione è stata resaobbligatoria e gratuita.Le università più impor-tanti sono quella di Hà Nie quelle di H Chí Minh eBuôn Mê Thut; all'iniziodegli anni 90 si contavano

nel paese oltre cento uni-versità e istituti di istru-zione superiore ai qualierano iscritti circa129.600 studenti. Il 94%della popolazione adulta èalfabetizzata. In Vietnamsono presenti numerosiparchi nazionali, tra cui ilParco nazionale di ConDao.Il Parco nazionale di

Phong Nha-Ke Bang è statodesignato come patrimo-nio dell'Umanità dall'UNE-SCO, insieme alla Baia diHa Long, il Santuario di MSn, al Complesso dei mo-numenti di Hué e all'Anti-ca città di Hoi An.Sono anche presenti sei ri-serve della biosfera.Il Prodotto Nazionale Lor-do è di 3.025 $ pro capite(124º posto della classificamondiale) mentre la disoc-cupazione è di circa il 4%.Dal 1986 il Vietnam ha cer-cato di convertire la pro-pria economia prevalente-mente agricola, aprendosiai mercati esteri nel tenta-tivo di dare impulso adun'industria che sembraavere grandi potenzialità,emulando le altre econo-mie asiatiche: nel 2005 ilVietnam ha avuto un tassodi crescita economica del8,4%.Una grande abbondanza diforza lavoro giovanile, unabuona scolarità e una di-sciplina di stampo asiati-co, unita a una vivace cul-tura commerciale fannodel Vietnam uno dei paesicon le migliori prospettivedi crescita economica delprossimo decennio.

IV

La Cambogia, che conta circa14 milioni di abitanti, è clas-sificata il secondo paese piùcorrotto del Sud-Est Asiatico,superato solo dal Myanmar.Nel 2005 la BBC riporta chela corruzione è dilagante nelmondo politico, nell'esercitoe nella magistratura cambo-giana; sempre nel 2005, labanca mondiale ha minac-ciato addirittura di sospen-

dere i milioni di dollari diaiuto umanitario verso laCambogia poiché tali soldivengono illegalmente trasfe-riti in conti privati.Amnesty International af-ferma che un diritto ina-deguato e le gravi defi-cienze nel sistema giudi-ziario fanno sì che in Cam-bogia vi sia una sistemati-ca mancanza di protezio-

ne dei diritti umani.Secondo l'Unicef la Cam-bogia è uno dei paesi con ipeggiori problemi di traf-fico di bambini al mondo.Spesso sono gli stessi ge-nitori (o i parenti in casodi orfani) che vendono ibambini spinti dalla po-vertà, dalla fame, dal de-grado e dall'ignoranza.I bambini oggetto di sfrut-tamento vengono obbligatia vendere per strada, a pro-stituirsi (sono 100 mila leprostitute minorenni e il42% di esse ha contratto ilvirus dell'HIV) o vengonostorpiati per costringerliad elimosinare; altri vengo-no venduti dai propri geni-tori alle coppie sterili occi-dentali, che arrivano a pa-gare 2000 dollari per unbambino (il numero di ado-zioni è aumentato da 59nel 1995 a 600 nel 2001,ma i numeri reali sono sco-nosciuti e le agenzie inter-mediarie sono moltissime).Poiché molte nascite nonvengono registrate all'ana-grafe è impossibile stabili-re il numero di minori ven-duti dai propri genitori.

Inserto a cura di Sandro Ridolf i

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