Insegniamo e alleniamo le emozioni...De Beni & Borella (a cura di), Psicologia dell'invecchiamento e...

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Insegniamo e alleniamo le emozioni a cura di Eugenio DE GREGORIO e Sabrina BENVENUTO SRdS Coni Liguria Modulo 3: A scuola di intelligenza emotiva Genova, 9.12.2019 1 Workshop http://liguria.coni/scuola-regionale

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Insegniamo e alleniamo le emozioni

a cura di Eugenio DE GREGORIO e Sabrina BENVENUTOSRdS Coni Liguria

Modulo 3: A scuola di intelligenza emotiva

Genova, 9.12.2019

1

Workshop

http://liguria.coni/scuola-regionale

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L’autoefficacia percepita

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(Il senso di) autoefficacia percepitaÈ una convinzione che riguarda ciò che si è in grado di fare (non le proprie qualità fisiche o di personalità). Riguarda contesti, attività e compiti specifici e varia lungo diverse dimensioni:

Il livello riguarda la dipendenza dell’autoefficacia dal grado di difficoltà di un determinato compito,

La generalità riguarda la trasferibilità dei giudizi personali di efficacia a compiti o attività diverse,

La forza riguarda la certezza di poter eseguire un determinato compito.

5definizione tratta da Pajares e Urdan (2005). L’autoefficacia degli adolescenti. Dalla scuola ai comportamenti a rischio. Erickson: Trento (pag. 59).

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Chi la ha alta e chi la ha bassa…

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Il circolo virtuoso

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Riflettere sulle emozioni: il Blueprint

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Comunicazione e

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Emozioni e stato di attivazione fisiologica

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Il ruolo della scuola

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Mi sento in grado di…Mi sento in grado di…

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Emozioni e invecchiamento

Le emozioni e gli affetti acquistano grande rilievo nella vita dell’anziano

Paradosso dell’invecchiamentoNonostante all’aumentare dell’età ci siano dei cambiamenti a livello

fisico e cognitivo, l’elaborazione degli aspetti emotivi rimane efficiente o può addirittura migliorare.

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Gli approcci teorici Tre sono gli approcci teorici più importanti nello studio dell’elaborazione emotiva nell’invecchiamento. Interrogativi importanti sulle diverse traiettorie di sviluppo dei processi cognitivi e di quelli emotivi e sul tipo di interazione tra cognizione ed emozione all’aumentare dell’età.

Differential Emotions Theory (DET)Differential Emotions Theory (DET)

Dynamic Integration Theory (DIT)Dynamic Integration Theory (DIT)

Socioemotional Selectiviy Theory (SST)Socioemotional Selectiviy Theory (SST)

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Differential Emotion Theory (DET)Differential Emotion Theory (DET)Approccio delle emozioni differenzialiApproccio delle emozioni differenziali

[Magai, Consedine, Krivoshekova, Kudadjie-Gyamfi e McPherson 2006]

• All’aumentare dell’età le emozioni diventano sempre più complesse a causa di un maggior numero di rielaborazioni cognitive che legano le diverse emozioni tra loro.

• Esiste un numero limitato di emozioni umane di base che non cambiano per tutto l’arco di vita (esempio: vergogna).

Plasticità del sistema emotivo che si modifica in base alla capacità cognitive e alle richieste ambientali:

• Miglioramento nella capacità di anticipare e gestire le risposte emotive proprie e altrui per non perdere gli affetti

• Inibizione delle espressioni emotive più difficoltosa e uso di strategie di regolazione diverse rispetto al giovane

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Dynamic Integration Theory (DIT)Dynamic Integration Theory (DIT)Approccio dell'integrazione dinamicaApproccio dell'integrazione dinamica

Durante tutto l’arco di vita gli individui possono evidenziare due percorsi di sviluppo emotivo:

•Ottimizzazione:Ottimizzazione: automatico, non richiede grandi risorse cognitive

Spinge gli individui verso un numero maggiore di stati emotivi positivi e un numero minore di stati emotivi negativi

•Differenziazione:Differenziazione: maggior elaborazione consapevole e maggiori risorse cognitive

Spinge verso la complessità cognitivo-affettiva

Continua integrazione dinamica e flessibile dei meccanismi durante lo sviluppo.

Con l’aumentare dell’età e la diminuzione delle risorse cognitive Con l’aumentare dell’età e la diminuzione delle risorse cognitive Soprattutto Soprattutto meccanismo di ottimizzazione meccanismo di ottimizzazione compensazione della perdita e della compensazione della perdita e della

complessità cognitivo-affettivacomplessità cognitivo-affettiva

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Socioemotional Selectiviy Theory (SST)Socioemotional Selectiviy Theory (SST)Teoria della selettività socioemotivaTeoria della selettività socioemotiva

1.Due tipi di obiettivi che guidano le nostre azioni:

Obiettivi conoscitiviObiettivi conoscitivi:: apprendimento per mezzo delle relazioni socialiObiettivi emotiviObiettivi emotivi:: contatti sociali ridotti per regolare meglio i propri stati emotivi nel presente

2. La percezione del tempo influenza la scelta degli obiettivi:

Tempo percepito come illimitato obiettivi conoscitiviTempo percepito come limitato obiettivi emotivi

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Socioemotional Selectiviy Theory (SST)Socioemotional Selectiviy Theory (SST)

3. La percezione temporale influenza la qualità degli stati emotivi nell’invecchiamento.

«Regolazione emotiva focalizzata sull’antecedente»: capacità di evitare proattivamente gli stati emotivi negativi attraverso la regolazione delle reti sociali. Poche interazioni e con persone conosciute bene o della famiglia emozioni positive

«Riduzione dell’anticipazione della negatività»: tendenza a pensare meno alle conseguenze negative delle decisioni e, dunque, a sostenere che le decisioni prese giungano, nella maggior parte dei casi, a buon esito.

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L’effetto positivitàL’effetto positività Tendenza degli anziani a prediligere ricordi positivi ai fini del

loro benessere o a rielaborare vicende negative del passato in chiave positiva in confronto ai giovani (fallimento scolastico).

Solo gli anziani che ottengono prestazioni elevate nei compiti di controllo cognitivo sono più in grado di soddisfare i propri obiettivi di regolazione delle emozioni e mostrano quindi un effetto positività in memoria più marcato.

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Aspetti motivazionali nell’invecchiamentoAspetti motivazionali nell’invecchiamentoPENSIERI DEMOTIVANTI

Stile Attributivo: modalità piuttosto stabile di attribuire i nostri e altrui risultati all’una o all’altra causa.

Gli anziani tendono più dei giovani ad attribuire i risultati a cause

- stabili: «non sono portato», «i compiti e le situazioni sono troppo difficili per me...»

- specifiche: relative in particolare a compiti verso cui si sentono meno «portati» o stereotipizzati negativamente.

Instaurazione di un circolo vizioso e impotenza appresa (Es. compiti di memoria)

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Causa dello stile attributivo disfunzionale dell’anziano:

Ambiente demotivante e controllante: figli o caregiver che attribuiscono successi e insuccessi a mancanza di impegno o abilità e che frenano la

motivazione

Ambiente supportivo dell’autonomia che fa sentire

-Cared (mi interesso a te, ci tengo che tu riesca, confido che ce la farai)

-Competente (ti faccio provare mostrandoti che puoi riuscire)-Autonomo (ti consento di scegliere nell’ambito dei compiti in cui ti sei sentito competente)

Aspetti motivazionali nell’invecchiamentoAspetti motivazionali nell’invecchiamento

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Secondo il modello motivazionale di Eccles et al. (1983) la motivazione è il prodotto di due fattori:

- Aspettative (credere di riuscire) - Valori (voler riuscire)

Il valore è ulteriormente definito da: Obiettivi a lungo termine, Emozioni anticipate, Percezione di utilità del compito

Elemento sottrattivo: il costo (in termini di fatica e utilità)

Per l’anziano il costo è maggiore che per il giovane maggiore probabilità di rinunciare

Usare strategie ben padroneggiate, valorizzare le attività, dare significato, prediligere attività che possano promuovere benessere ed emozioni positive

Aspetti motivazionali nell’invecchiamentoAspetti motivazionali nell’invecchiamento

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AMBIENTI DEMOTIVANTI

Tre modalità attraverso le quali l’ambiente può demotivare

La minaccia dello stereotipo

Gli stereotipi inducono i soggetti a comportarsi in conformità alle attese.

“L’anziano ha poca memoria” aumento dell’ansia pensieri distraenti e preoccupazioni bassa performance in compiti di memoria

Sostituirsi

Il bisogno di sentirsi competente in diversi ambiti e situazioni se frustrato genera demotivazione e riduce la percezione di benessere (compiti sfidanti)

Feedback che stimolano una teoria entitaria e il ritiro

I feedback sulla persona (“sei bravo” - teoria entitaria) spingono obiettivi alla dimostrazione

I feedback sul compito spingono a obiettivi alla padronanza (ritiro)

Aspetti motivazionali nell’invecchiamentoAspetti motivazionali nell’invecchiamento

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Motivarsi e MotivareMotivarsi e MotivareSTRATEGIA MODALITÀ

Diminuire il costo Suddividere i compiti in step o suggerire strategie

Aumentare il benefici percepito Sostenere valori e obiettivi

Valorizzare ambienti supportivi dell’autonomia

Rispettare i tempi, non giudicare, accogliere le emozioni

Sostenere una visione incrementale

Promuovere una visione delle abilità come migliorabili

Ridurre il confronto sociale e gli stereotipi

Sviluppare la tendenza a pensare alla propria unicità

Promuovere l’autoefficacia Accrescere la percezione di farcela

Favorire la scelta Proporre situazioni e compiti percepite come proprie

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PERCEZIONE DI CONTROLLO

Sentire che si sta padroneggiando la situazione e si è protagonisti.

Il benessere e la soddisfazione = rapporto tra attesa di controllo esercitabile e controllo effettivamente esercitato da sé.

Ottimizzazine del controllo (Heckhausen, 1997): gli anziani, con il passare del tempo, selezionano le attività in cui dispiegare i loro sforzi, indirizzandoli verso ambiti in cui il successo e più probabile, ovvero che percepiscono come controllabili, sentendosi capaci di affrontare la situazione.

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ESERCIZIO DEL CONTROLLO

Sostenere l’autoefficacia: porsi davanti ad un compito o una situazione e credere di riuscire.

Per sostenerla è necessario:

• Vedere altri con cui ci si identifica che riescono (tecnica del modeling)

• Persuasione verbale (convincersi di riuscire, dirsi «ce la farò»)

• Gestire le eventuali emozioni negative (soprattutto l’ansia)

• Stabilire degli obiettivi

• Essere sostenuti da messaggi di fiducia che valorizzino l’impegno

Importante per l’anziano è fare pratica sensazione di competenza riduzione ansia incremento prestazione

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ESERCIZIO DEL CONTROLLO

Contrastare gli stereotipi: tendono a demotivare al compito e contribuiscono alla riduzione della prestazione.

Per contrastarli è necessario:

• pensare a un membro del gruppo stereotipizzato che riesce bene nel compito

• focalizzarsi in immagini positive dell’anziano

• distanziarsi, sentirsi diversi dal gruppo degli anziani

• nell’autoaffermarsi, richiamare qualità positive di sé e pensare a situazioni in cui si ha avuto successo

• sviluppare una visione incrementale, credere che si può migliorare e che la prestazione dipende principalmente da fattori modificabili piuttosto che dall’essere anziano

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ESERCIZIO DEL CONTROLLO

Scegliere e percepire la possibilità di scelta come opportunità

Un ambiente che promuove l’autonomia è motivante, ma è necessario che il sostegno all’autonomia venga percepito dall’anziano.

Aumento motivazione autodeterminata e benessere

Intervenire affinché l’anziano desideri poter scegliere della propria vita: offrire spazi di scelta e sostenere l’impegno a scegliere

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