INSEGNAMENTO DI RESTAURO DELL’ARCHITETTURA · PRIMI INTERVENTI IN ITALIA (STATO PONTIFICIO,...

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IL SECONDO SETTECENTO ED IL NEOCLASSICISMO (SECONDA METÀ XVIII – INIZI XIX SEC.) LA SICILIA BORBONICA: I PLANI PER LE ANTICHITÀ, L’ORGANIZZAZIONE PER LA TUTELA ED IL RESTAURO ED I PRIMI INTERVENTI IN ITALIA (STATO PONTIFICIO, VENEZIA) INSEGNAMENTO DI RESTAURO DELL’ARCHITETTURA Docente – Arch. M. Teresa Campisi Enna – 25.10.2017

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IL SECONDO SETTECENTO ED IL NEOCLASSICISMO (SECONDA METÀ XVIII – INIZI XIX SEC.)

LA SICILIA BORBONICA: I PLANI PER LE ANTICHITÀ, L’ORGANIZZAZIONE PER LA TUTELA ED IL RESTAURO ED I

PRIMI INTERVENTI IN ITALIA (STATO PONTIFICIO, VENEZIA)

INSEGNAMENTO DI RESTAURO DELL’ARCHITETTURA

Docente – Arch. M. Teresa Campisi

Enna – 25.10.2017

IL RESTAURO COME RIPRESA ED INTEGRAZIONE MIMETICARestauri pittorici (Fine XVII-inizi XVIII SEC.)

Restauri pittorici nel XVIII sec.

-Trasferimento delle idee ‘reintegrative’ sulla scultura, nel restauro delle pitture. Ilpensiero di Gian Pietro Bellori, antiquario pontificio sull’opera d’arte;l’intervento mimetico/ridipintura della preesistenza;

-Restauri/rifacimenti di Carlo Maratta nella Galleria di Annibale Caracci a PalazzoFarnese (fine XVII sec.) e nella Loggia di Psiche di Raffaello alla Farnesina (1702-03);

IL RESTAURO COME RIPRESA ED INTEGRAZIONE MIMETICARestauri pittorici - Loggia di Psiche alla Farnesina(Fine XVII – inizi XVIII SEC.)

IL RESTAURO COME RIPRESA ED INTEGRAZIONE MIMETICARestauri pittorici - Loggia di Psiche alla Farnesina(Fine XVII – inizi XVIII SEC.)

Chiodi metallici del consolidamento delle superfici a fresco

Tracce irrecuperabili dell’originario fondo di Raffaello,coperto dal celeste del Maratta

IL RESTAURO COME RIPRESA ED INTEGRAZIONE MIMETICARestauri pittorici - Loggia di Psiche alla Farnesina(Fine XVII – inizi XVIII SEC.)

Difesa dell’intervento del Cardinale Bellori, sostenitore dei restauri del Maratta, ai detrattori:

Il restauro è riferito alla restituzione dei ‘valori metaforici dell’immagine, intesa comeexempla, e non alla sua espressione artistica; la riproduzione mimetica, tendente allarestituzione dell’unità di immagine, come portatrice del ‘messaggio’. Il restauro vadissimulato a favore della leggibilità del messaggio dell’opera (chiodature coperte egesso e rifinite con pittura identica al fondo)..

IL RESTAURO COME RIPRESA ED INTEGRAZIONE MIMETICARestauri pittorici -Criteri adoperati da Maratta (Fine XVII – inizi XVIII SEC.)

Criteri adoperati dal Maratta nel successivo restauro delle stanze di Raffaello:

Dipinge di nuovo tutte le figure “di chiaro oscuro bianco poiché per essere affatto rovinate non era possibile accomodarle.”

Lascia inoltre a testimonianza dell’intervento un tassello non restaurato, a testimonianza della sua capacità d’intervento.

IL RESTAURO COME RIPRESA ED INTEGRAZIONE MIMETICARestauri pittorici -il dibattito critico: Bellori, Bottari, Crespi(Fine XVII – inizi XVIII SEC.)

Monsignor Bottari, Professore di storia ecclesiastica alla Sapienza,nominato da papa Clemente XII, critico con gli interventi di pesanterifacimento sulle figure, nei restauri pittorici, affermava:

Arroganza nelpretendere dieffettuarerifacimentiinterpretativi adopere d’arte.

IL RESTAURO COME RIPRESA ED INTEGRAZIONE MIMETICARestauri pittorici -il dibbattito critico: Bellori, Bottari, Crespi (Fine XVII – inizi XVIII SEC.)

Pensieri analoghi sono formulati dall’Abate Luigi Crespi, studioso di storiadell’arte Bolognese, proprio in relazione ai restauri del Maratta:

Impossibilità delrestauro.

Rispetto delframmentoautentico. .

1778 - Capitolato relativo ai professori che eseguivano i lavori

I. Di accomodare li quadri a lor consegnati senza pregiudicarne la virginità...II. Di rimediare a tutt'i danni infetti al dipinto dall'imperizia di altri pulitori inesperti;... IlI. Di fermare sodamente tutto il colore smosso...IV. Di raddrizare le tavole dipinte per quanto fossero curvate... V. D'impedire l'ulteriore infezione dei tarli nelle tavole vecchie... VI. Di trasportare il solo dipinto intattissimo da una tavola, o tela vecchia, su d'altra tavola...VII. Di foderare i quadri che ne avranno bisogno... VIII.Di levare il fumo, e lo sporco invecchiati...IX. Di levar tutti i ritocchi non originali che ritroveranno soprapposti al dipinto vergine... X. Di rinvenir l'atto originale di tutti i colori alterati... XI. Di rimettere tutte le mancanze del colore scrostato,... senza che la menda resti visibile. XII. Di risarcire i pezzi lacerati e mancanti, come teste, mani, drapperie, etc. sempre imitando

il carattere dell'autore. XIII. Di dare il natural sapore a tutto il quadro riponendovi la freschezza perduta... XIV. Finalmente s'impegnano di non usare sui quadri ingredienti che non si possano levare

più, ma ogni cosa necessariamente adoperata sarà amovibile

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELAPIETRO EDWARDS A VENEZIA – IL DECALOGO EDWARDS PER IL RESTAURO PITTORICO( Fine XVIII-XIX SEC.)

1778 – Capitolato relativo alle garanzie sul modo di restaurare –Ispettore al Restauro generale delle pubbliche pitture

I. Che per ispedire solecitamente il lavoro non si adoperino corrosivi capaci di toglierela virginità del dipinto e bruciare il colore.

II. Che non si trascuri di fermar il colore cadente prima di passare ad altre operazioni...III. Che non si ometta di foderare il quadro...IV. Che non si ometta di trasportare il dipinto sopra un altro fondo quando già per altri

danni il quadro va posto nella prima classe...V. Che non si negligga di levare tutto lo sporco e le vernici del quadro...VI. Che non si lascino i redipinti vecchi nei luoghi dove mutarono di colore...VII. Che nell'applicare i necessari ritocchi non si sorta mai dal margine delle corrosioni

per mancanza di diligenza...VIII. Che alcun professore neppur con buona intenzione di migliorare l'opera levi

cosa alcuna dall'originale o vi aggiunga qualche parte di proprio...IX. Che tutte le meccaniche operazioni siano eseguite con ogni possibile accuratezza...X. Finalmente prenderà in osservazione tutto ciò che ei crederà potersi meritare riflesso

, se ne farà dar conto dai professori e potrà dar loro de’ consigli….

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELAPIETRO EDWARDS A VENEZIA – IL DECALOGO EDWARDS PER IL RESTAURO PITTORICO( Fine XVIII-XIX SEC.)

STORICISMO E NASCITA DEL FILOLOGISMO ARCHEOLOGICOIL SECONDO SETTECENTO ED IL NEOCLASSICISMO

(XVIII SEC.)

Classificazione delle pitture in classi in relazione allo stato di conservazione:

1.a Classe: o quadri dall’estremo bisogno: colore in gran parte caduto e mancante neisiti nobili dell’opera. Redipinti non tollerabili nella maggior parte del quadro.Colore polveroso, mobile e cadente nella gran parte del dipinto. Sbollimento edannerimento in massima parte, uniti insieme;

2.a classe: o quadri dal grave bisogno: in questa classe saranno collocati quei quadrine’ quali vi saranno suaccennati pregiudizi, ma in grado inferiore dell’indicato sopra;

3.a classe: o quadri del minore bisogno: tutti i quadri semplicemente sporchi, il colordei quali possa facilmente saldarsi con la calcatura del rovescio, e nei quali non siaviin grado rimarcabile alcun dei danni propri della prima e seconda classe.

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELAPIETRO EDWARDS A VENEZIA – IL DECALOGO EDWARDS PER IL RESTAURO PITTORICO( Fine XVIII-XIX SEC.)

STORICISMO E NASCITA DEL FILOLOGISMO ARCHEOLOGICOIL SECONDO SETTECENTO ED IL NEOCLASSICISMO (XVIII SEC.)

Punti fondamentali del restauro nel XVIII sec. sono costituiti dalla:

-Nascita della scienza e del metodo archeologico, quale forma di conoscenzadell’evoluzione storica delle opere d’arte ottenuta tramite la documentazione, lariproduzione e la classificazione dei reperti;

- Nascita della figura del ‘restauratore’ professionista, contrappostoall’artista/restauratore;-Introduzione di tecniche e procedimenti conservativi: protezioni, stacchi,musealizzazione, come forma di conservazione;

-Diffusione delle conoscenze: i viaggi in Italia e formazione del gusto attraversol’uso (anche didattico) di copie di opere d’arte;

ARCHEOLOGIA E RESTAUROL E SCOPERTE DI ERCOLANO (1738) E POMPEI (1748) SOTTO IL REGNO BORBONICO(XVIII SEC.)

Prime pratiche nelle operazioni di scavo (direzione Tanucci Segretario di Stato di Carlo III diBorbone):

-Scarsa attenzione nella realizzazione degli accessi, con crolli di porzioni importanti;-Decontestualizzazione delle opere scultoree a corredo di architetture, spoliazione (quadrigadel teatro di Ercolano);

-Rifusione e ricomposizione disinvolta di bronzi antichi (rifusione di parte del gruppoequestre da parte di Giuseppe Canart, e realizzazione di due bronzi del Re e della Regina;realizzazione di un’unica statua equestre, poi esposta al Museo di Portici con parti diversedell’originaria quadriga;

-Prima documentazione degli scavi. Fondazione Accademia Ercolanense (1755), compostada studiosi al fine di redarre un primo catalogo.

ARCHEOLOGIA E RESTAUROL E SCOPERTE DI ERCOLANO (1738) E POMPEI (1748) SOTTO IL REGNO BORBONICO(XVIII SEC.)

Regolamentazione degli scavi, nel 1763 (direzione iniziale Architetto militare Alcubierre, esuccessiva Karl Weber)

- Inizio di una documentazione attenta degli scavi. Diari degli scavi di Karl Weber, direttoredegli scavi, e Francesco La Vega. Riforma tecnica degli scavi, con diseppellimento e messain luce delle rovine.

-Documentazione degli affreschi dipinti in loco. Tecniche dello stacco per la salvaguardia, esuccessiva musealizzazione. Fasi iniziali di tendenze contrarie al disambientamento.

-Realizzazione di coperture provvisorie a protezione degli interni.

- Diffusione delle documentazioni. Inizi dei Grand Tour.

STORICISMO E NASCITA DEL FILOLOGISMO ARCHEOLOGICOJOHANN JOACHIM WINCKELMANN E LA NASCITA DELLA SCIENZA ARCHEOLOGICA(XVIII SEC.)

-Conoscenza diretta dei reperti antichi, non manomessi, a conferma delle fontiletterarie antiche; Il documento d’arte come legittimazione delle fonti letterarie antiche.

-Rifiuto di restauri integrativi, che non siano guidati da un conoscitore di antichità.Metodologia della conoscenza, confronto e classificazione, al fine di evitare dicommettere errori interpretativi.Critica di Winckelmann, non alla reintegrazione, ma all’inesattezza dell’integrazione.

-Integrazione non avente come finalità la creazione artistica, ma in funzione didattica,al fine di rendere più chiara la classificazione storica e stilistica;

-Restauri di ricomposizione non esatti conducenti all’inutilità a fini di conoscenza eclassificazione;

-Accuratezza della documentazione restitutiva tramite incisioni o stampe. Falsacomunicazione nelle stampe tratte da rilievi, parzialmente reinterpretati.

STORICISMO E NASCITA DEL FILOLOGISMO ARCHEOLOGICONASCITA DEL RESTAURATORE PROFESSIONISTA: DA ALBACINI, AD AMICI A CAVACEPPI E CARRADORI(XVIII SEC.) – ALBACINI– La prassi delle integrazioni per il mercato antiquario, alla ‘maniera degli antichi’

Satiro con Bacco Fanciullo.Restauro Albacini, 1787.Integrazione della testa, mani delsatiro, e di tutta la parte superioredel bambino.

Venere Callipigia. Integrazione di parte del torso,della testa e delle gamba.

STORICISMO E NASCITA DEL FILOLOGISMO ARCHEOLOGICONASCITA DEL RESTAURATORE PROFESSIONISTA: DA ALBACINI, AD AMICI A CAVACEPPI E CARRADORI(XVIII SEC.) – ALBACINI– La prassi delle integrazioni per il mercato antiquario, alla ‘maniera degli antichi’

L’uso degli emblemiconnotativi nellatrasformazione delle statue.Dal Pothos a sinistra, adApollo Citaredo, a destra,tramite l’aggiunta della cetraInizi del XIX. A sinistra ilRestauro dell’Albacini.

Nuova attribuzione realizzata attraverso l’introduzione degli elementi connotativi. DalPothos, a sx, all’Apollo Citaredo.

STORICISMO E NASCITA DEL FILOLOGISMO ARCHEOLOGICONASCITA DEL RESTAURATORE PROFESSIONISTA: DA ALBACINI, AD AMICI A CAVACEPPI E CARRADORI(XVIII SEC.) – MONNOT– La prassi delle integrazioni per il mercato antiquario, come ‘reinvenzione’

Discobolo , copia di CastelPorziano (mutilo); Discobolo interpretato come guerriero caduto, rest. Monnot

STORICISMO E NASCITA DEL FILOLOGISMO ARCHEOLOGICONASCITA DEL RESTAURATORE PROFESSIONISTA: DA ALBACINI, AD AMICI A CAVACEPPI E CARRADORI(XVIII SEC.) – CAVACEPPI – Nascita della figura del restauratore

Due restauri di Bartolomeo Cavaceppi. A sx, Fortuna, conintegrazione di testa e collo, braccio, mano, piede e cornucopia, ,a dx, Antinoo Capitolino, restauro 1733.Evidenziazione delle integrazioni, distinguibili.

STORICISMO E NASCITA DEL FILOLOGISMO ARCHEOLOGICONASCITA DEL RESTAURATORE PROFESSIONISTA: DA ALBACINI, AD AMICI A CAVACEPPI E CARRADORI(XVIII SEC.) – CARRADORI – Nascita della figura del restauratore

Ara Pacis. Integrazioni di Carradori (1784)

STORICISMO E NASCITA DEL FILOLOGISMO ARCHEOLOGICOLA FILOLOGIA ARCHEOLOGICA E LA PRATICA DEI DE-RESTAURI, COME RESTITUZIONEDELL’AUTENTICITA’ (XVIII SEC.) – Apollo del Belvedere (rest. 1532/de-restauri XVIII sec.)

Apollo del Belvedere: 1. Cornelis van Dalen , incisione, ante 1702; 2..Prima dellarimozione delle integrazioni, copia; 3. dopo la rimozione delle integrazionicinquencentesche del Montorsoli (1532-33).

STORICISMO E NASCITA DEL FILOLOGISMO ARCHEOLOGICOLA FILOLOGIA ARCHEOLOGICA E LA PRATICA DEI DE-RESTAURI, COME RESTITUZIONEDELL’AUTENTICITA’ (XVIII SEC.) – Fauno Barberini (rest. Pacetti XVIII sec./de-restaurifine XVIII sec.)

Fauno Barberini: 1. Restauri di integrazione del XVII sec. Antinonio e Giuseppe Georgetti; 2Rimozione delle integrazioni ‘scorrette’,barocche, e sostituzione con quelle del Pacetti, 1799., ; 3. Rimozione delle integrazioni, 1972; 4. Integrazione più corretta gamba, nonintegrazione del braccio mancante, 1986.

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO IL GOVERNO BORBONICO IN CAMPANIA E SICILIA (XVIII-XIX SEC.)

Primo provvedimento emanato dal Governo Borbonico (a seguito scaviErcolano e Pompei):

Prammatica LVII del 25.09.1755, che segue il dispaccio Reale del 24.07. edindica che:

•I materiali ritrovati negli scavi sono di ‘interesse pubblico’, poiché :-rappresentanti il decoro della Nazione;-aventi funzione educativa per la popolazione;--aventi capacità attrattiva per gli eruditi stranieri a tutto vantaggio dellagloria della Nazione;

•Divieto di esportazione e commercializzazione degli oggetti di scavo, senzalicenza reale;

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO IL GOVERNO BORBONICO IN CAMPANIA E SICILIA (XVIII-XIX SEC.)

Prima struttura della Tutela in Campania:

•Responsabile antichità ed oggetti di scavo•Opere pittoriche•Scultura

La Prammatica faceva riferimento agli editti emanati dal governo pontificio, fra i quali:

1704 - 2.o editto Cardinale Spinola – Che distingueva nelle opere fra quelle di valore artistico e quelle di valore economico;

1733- Editto Card. Albani – utilità della conservazione delle antichità al fine dell’afflusso di visitatori stranieri;

1750 – Editto Card. Valenti, che formulava una prima strutturazione giuridica

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO IL GOVERNO BORBONICO IN CAMPANIA E SICILIA (XVIII-XIX SEC.)

Successive norme:

1766 – Decreto di Ferdinando (consiglio di reggenza)Pubblicazione del divieto di esportazione nella strada degli orefici a Napoli;

1769 – Decreto di Ferdinando IVSollecito a maggiore severità degli uffici doganali;

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO IL GOVERNO BORBONICO IN SICILIA (XVIII-XIX SEC.)

SICILIA

Prime forme di Tutela

21.8.1745 - Ordine del TRP (Tribunale del Real Patrimonio)Conservazione degli alberi del Bosco di Carpineto vicino Mascali e degliantichi edifici di Taormina;Affidamento alla soprintendenza del Duca di S. Stefano.

1748 - Conferma da parte del Duca di Laviefuille, del permesso dato dalSenato di Catania al P.pe di Biscari per effettuare scavi nella città a suespese;

1757 - Bando per la custodia e conservazione del Teatro di Taormina;

1758 - Dono a Carlo III di Borbone di vasi rinvenuti a Centuripe, ed ipotesidel sovrano di effettuare scavi solo previa concessione dell’autorità regia.

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO IL GOVERNO BORBONICO IN SICILIA (XVIII-XIX SEC.)

Strutturazione organi di Tutela

1778- Divisione amministrativa della Tutela per i tre Valli (Val Demone, Val di Noto, Val diMazara):

Affidamento territoriale della sovrintendenza (dapprima Regia Custodia):-per il Val Demone ed il Val di Noto a Ignazio Paternò Castello, P.pe di Biscari;-per il Val di Mazara a Gabriele Lancillotto Castelli, P.pe di Torremuzza;

-Finanziamenti per la conservazione delle antichità:Fondi derivati dalla requisizione delle proprietà dei Gesuiti, cacciati dalla Sicilia nel 1767.Gestione del Ministro Giuseppe Bologni Beccatelli, Marchese della Sambuca, succeduto comeMinistro al Tanucci.1778 – Fondi librari, manoscritti, pitture ‘ed instrumenti che conducono alla cultura delleScienze’’, dei Gesuiti, vennero ‘donati’ alle tre Biblioteche di Palermo, Catania e Messina(costituzione del patrimonio documentario pubblico).

1799 - Inserimento nell’organico di:- un architetto (compito di osservare le necessità per la conservazione ed effettuare relazionitecniche). Il primo architetto insediato in tale carica è Carlo Chenchi.- un pittore (compito di illustrare, più che documentare le antichità), coincidente con la personadi Aloysius Mayer;

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO IL GOVERNO BORBONICO IN SICILIA (XVIII-XIX SEC.)

Il Programma delle attività di tutelaI plani per le antichità

10 Febbraio 1779 P.pe di Biscari - Presentazione del piano-programma dell’attività di Tutela, approvato a Napoli nel Maggio dello stesso anno.Indirizzato quasi del tutto alle campagne di scavo;

14 Agosto 1779P.Pe di Torremuzza – Approvazione del piano-programma.Indirizzato oltre alle campagne di scavo, anche ad interventi sulle antichità.

Il Plano: Catalogo dei Monumenti e dei siti da sottoporre alla Tutela dello Stato,quale programma operativo, cui deve essere assegnata una dotazione annua.

Successori dei primi Regi Custodi

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO IL GOVERNO BORBONICO IN SICILIA (XVIII-XIX SEC.)

1786 - Val di Noto/Val Demone- Giovan-francesco Paternò Castello, secondogenito di Ignazio, alla morte del

padre ;Nomina di questi, quale Commissario per la città e territorio di Siracusa, SaverioLandolina, che poi gli subentrerà alla sua morte, nella carica di Regio Custode, nel1803.

1792 – Val di Mazara- Mons. Francesco Ajroldi, studioso, uomo politico e magistrato.

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO IL GOVERNO BORBONICO IN CAMPANIA E SICILIA (XVIII-XIX SEC.)

Successivi provvedimenti del Governo Borbonico

1787- Decreto che obbligava alla tempestiva segnalazione di reperti antichi

1793 – Provvedimento della Commissione, che prevedeva condanne per la distruzione di regie antichità,con l’obbligo di riparare i danni, e la previsione di altre ‘pene.

1801 – Antichità e monumenti antichi dichiarati di sovrano dominio, con il divieto per i privati di realizzarecostruzioni o scavare fondamenta, in quei luoghi dove si possa recare danno.

1802 – prima a Catania e poi in tutta l’isola – Divieto come sopra, ad effettuare le predette opere senzal’autorizzazione del Regio Custode (prevista sia una sanzione pecuniaria, che la condanna fino ad unanno di carcere, sia ai proprietari, che agli architetti).

1816 – Decreto reale dell’Istituzione del Museo Borbonico, nel quale raccogliere i reperti archeologicidegli scavi, e le opere d’arte depositate nel Palazzo Reale durante l’occupazione francese.

1816 – Decreto del 21.12 – Apposizione di un sigillo a contrassegno dei reperti archeologici di proprietàreale.

Successivi provvedimenti del Governo Borbonico (tutela passiva)

1816 – Decreti del 13 e 14 maggio – Divieto di asportare dai siti, “oggetti e monumenti storicio d’arte ovunque esistenti e perché non siano asportati dal regno senza il dovutopermesso”.Si stabiliva inoltre la condotta da tenersi durante gli “scavi per ricerca degli oggetti antichi”.Tali disposizioni vennero meglio precisate con ulteriore decreto del 1824.

Negli stessi si ribadiva il divieto di :-demolire, o degradare, anche nei fondi privati, le antiche costruzioni di pubblici edifici.-esportare fuori dai Reali domini, oggetti di antichità, anche di proprietà privata.-esercitare attività di scavo, senza previa Licenza regia;Riserbo di esportazione solo per gli oggetti non ritenuti di grande interesse storico-odartistico.

L’obbligo di:-Comunicazione al direttore del Museo, di rinvenimenti di fabbriche, di opere d’arte, etc…- Sorveglianza dal parte del sindaco comunale e dall’incaricato del direttore del MuseoBorbonico, nonché dalle forze di polizia, dei siti.

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO IL GOVERNO BORBONICO IN CAMPANIA E SICILIA (XVIII-XIX SEC.)

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO IL GOVERNO BORBONICO IN SICILIA (XVIII-XIX SEC.)

INTERVENTI DI RESTAURO

Val di MazaraAgrigento (P. pe di Torremuzza)1787 -Tempio di Giunone: Anastilosi e completamento;1788 - Tempio della Concordia: Liberazione e completamento;

Segesta1781 -Tempio di Segesta : Completamento e consolidamento;

Val demone/Val Di NotoTaormina (P. pe di Biscari)1757 – Teatro romano di Taormina: Interventi di restauro;

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO IL GOVERNO BORBONICO IN SICILIA (XVIII-XIX SEC.)

TEMPIO DI GIUNONE: 1793- Anastilosi e completamento (sovrintendenza Ajroldi- resp. li locali: Lo Presti , resp. per Agrigento ; Raimondi, Canonico della Cattedrale di Agrigento.)

Prima della ricomposizione:(notizie da Denon: 7 colonne sul lato settentrionale, di

cui 3 dissestate con relativa trabeazione, e solo trecolonne integre delle 6 rinvenibili sul lato occidentale.

Fasi: Incarico al Chenchi della valutazione delle colonne‘rialzabili’, e della quantità delle possibili integrazionidelle parti deteriorate, nella stessa forma e stessomateriale.

Intervento: ricomposizione dell’intero colonnato sett..con il rialzamento completo di 5 colonne , capitelli ,architravi e fregio. Area del Pronao: rialzamento di trerocchi di una colonna; Lato meridionale: rialzamentototale di due colonne, e parziale di tre.

Integrazioni necessarie per le parti mancanti: nellostesso materiale e nelle stesse forme

In alto, Incisione di Desprez, in Denon, Voyage en Sicilie, Parigi, 1778; in basso ,incisione di Pancrazi, dopo l’anastilosi.

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO IL GOVERNO BORBONICO IN SICILIA (XVIII-XIX SEC.)

Incisione di Ettorre, dopo l’anastilosi del XVIII sec. e stato attuale.

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO IL GOVERNO BORBONICO IN SICILIA (XVIII-XIX SEC.)

TEMPIO DI SEGESTA: 1781. Completamento e consolidamento (sovrintendenza Ajroldi.)

Intervento:-Integrazione seconda colonna da sx delfrontone, con muratura in funzione diconsolidamento e non imitativa. Resa poi nondistinguibile da uno scialbo ad intonaco adimitazione della pietra (conservatosi fino al 1807)quando per lo stato di alterazione se ne decisel’asportazione.-- inserimento di staffature metalliche asalvaguardia dell’architrave fessurata.

INTERVENTI SU PREESISTENZE (XVIII-XIX SEC.)

Interventi su architetture non di antichità:Intervento del Fuga (cupola) e del Marvuglia (interni) nella Cattedrale di Palermo

Nuova facciata chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio a Palermo – Nicolò Palma

Nuova facciata duomo di Siracusa – Andrea Palma 1728

Intervento di Riuso:Chiesa di S. Biagio nel Tempio di Demetra ad Agrigento (non rimossa)

Chiesa di San Gregorio nel Tempio della Concordia (liberata)

Riempimento della Piazza Stesicoro a Catania e ricoprimento degli scavi del’Anfitatro

Reimpiego di alcune colonne dell’Anfiteatro, ricollocate nella Facciata del Duomo a Catania

INTERVENTI SU PREESISTENZE (XVIII-XIX SEC.)

INTERVENTI SU PREESISTENZE (XVIII-XIX SEC.)

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO LO STATO PONTIFICIO (XVIII-XIX SEC.)

Carlo Fea , Commissario alle antichità romane sotto Pio VII

Priorità di prelazione dello Stato pontificioCaso Giuridico per la demolizione di un edificio addossato al Pantheon, che privativolevano acquistare.Tale edificio venne dichiarato storicamente ‘abusivo’, e dannoso per la valorizzazione delMonumento.In uno scritto Carlo Fea, fa riferimento al Codice Teodosiano, facendo rilevare, come gliImperatori in casi simili, ordinarono di demolire le fabbriche appoggiate ad altri edifici.

Proibizione di riedificazione di edifici diruti, considerati dannosi per la valorizzazione delMonumento.Gerarchia di valore fra tessuto minore, ed opera monumentale. Isolamento.

Interventi simili vennero realizzati dal Fea:Liberazione :-Archi di Settimio Severo e Costantino;-Colosseo;-Colonna di Marco Aurelio;-Parte del Pantheon;

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO LO STATO PONTIFICIO (XVIII-XIX SEC.)

Storia della Conservazione legata alla legislazione sul costruito

1704 – Editto Card. Spinola (ancora sui ritrovamenti)Ritrovamenti denunziati al Commissario per le antichità, che solo poteva concedere licenze per l’estrazione, demolizione, recupero, ‘dopo avere fatto il disegno di quelle cose, che non si potranno conservare’ (documentazione)

1711 – Presidente delle strade – Chierico apostolico Fabrizio AugustiniDivieto di riedificazione casotti, l’anno precedente, abbattuti per la liberazione di Piazza della Rotonda.

1715 – Presidente delle strade – Mons. Giulio ImperialiOrdinanza di liberazione dall’interramento di S. Maria in Cosmedin

1737 - Presidente delle strade – Mons. Gio Battista MesmerAtteramento di una casa in rovina per effettuare il ‘raddrizzamento’ di Piazza dei Pollaioli(rettificazione dei tracciati urbani)

1733 – Editto Card. Albani (ancora sui ritrovamenti)Editto contro la trasgressione delle leggi ed a favore della conservazione di Pitture esculture antiche, poiché attrazione per gli eruditi stranieriPrevedeva inoltre nuove pene per gli scavatori illegali, e premi per la delazione disottrazioni, distruzioni, trafugamenti

1750 – Editto Card. ValentiDivieto di sottrarre materiale dagli edifici antichi, di praticare scavi in prossimità di questiedifici senza Licenza, e di trafugare o danneggiare statue

Nomina di Antonio Canova ad Ispettore gen.le alle Belle Arti ed antichità in Roma(sovrintendenza ai Musei Vaticano e Capitolino, all’Accademia di S. Luca, e sugli ‘oggettitutti di pittura, scultura, architettura’

1802 – Chirografo di Pio VII – Editto Card. Doria PamphiljFunzione del Monumento:-Ornamento per la città, e quindi connotazione di artisticità e storia;- Funzione di guida verso il bello, istruzione;-Modello, per la nuova architettura;

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO LO STATO PONTIFICIO (XVIII-XIX SEC.)

1802 – Chirografo di Pio VII – Editto Card. Doria Pamphilj-Proibizione di demolizione in tutto od in parte di antichi edifici, dentro o fuori Roma(estensione del territorio da tutelare), esistenti nei fondi agricoli, urbani, anche diproprietà privata-Decisione di possibile demolizione a seguito sopralluogo Ispettore, laddove nonsignificative per qualità artistica o di istruzione-Interventi di preservazione sulle architetture esistenti (ripuliture)- Catalogazione delle opere mobili, non solo presenti nelle collezioni museali, ma anchein oratori e chiese (censimento)- Ispezione annuale da parte dell’Ispettore dello stato delle opere private catalogate(verifica e controllo periodico)- Divieto di ‘accomodare’ (allargarle o cambiarne la direzione) strade pubbliche o privatesenza permesso-Divieto di demolizione di edifici antichi per trarne materiale-Previsione di sanzioni pecuniarie e pene corporali.

Tentativo di accreditare il diritto di prelazione per l’acquisto delle antichità e la Tutela deiMonumenti

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO LO STATO PONTIFICIO (XVIII-XIX SEC.)

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO LO STATO PONTIFICIO (XVIII-XIX SEC.)

Principi espressi dal Fea nel suo testo del 1806 Dei diritti del Principato, in relazione al casodel Pantheon:-Addossamenti e tracce storiche derivanti dall’abuso, e quindi alterativi alla valorizzazionedel Monumento (rimando a passi del Codice Teodosiano, che prevedeva l’abbattimento diedifici costruiti in addossamento)-Divieto di ricostruzione di fabbriche addossate dirute, o di modifica della consistenza.

Caso del Pantheon – liberazione del Forno della PalombellaLa Tutela fra pubblico e privato/l’isolamento dei monumenti ed il raddrizzamento deitracciati-Richiesta di demolizione del Forno della Palombella (da parte del Commissario Fea), siaperché i restauri proposti comportavano un aumento della originaria volumetria, sia perchési riteneva l’acquisto effettuato dagli allora proprietari non legittimo.-2 Luglio 1806 – Proprietari presentano richiesta di compenso, in caso di demolizione.-6 Luglio 1806 – Autorizzazione da parte del tesoriere generale, alla prosecuzione dellaristrutturazione del Forno, solo con interventi di riparazione-consolidamento.-Dopo sopralluogo, l’intervento in realtà prevede il rifacimento dell’intera facciata,intendendo con questo intervento, effettuare il consolidamento dell’edificio.

PRIME FORME DI ORGANIZZAZIONE DELLA TUTELALA TUTELA SOTTO LO STATO PONTIFICIO (XVIII-XIX SEC.)

Principi espressi dal Fea nel suo testo del 1806 Dei diritti del Principato:Formazione dell’idea della tutela pubblica vs gli interventi dei privati

-Definizione di monumento non solo riferibili alle fabbriche dell’antichità integre , ma anche airuderi, poiché ‘non possono intendersi per monumenti od edifizi pubblici gli interi o benconservati soltanto’.

-Totale giudizio negativo nei confronti dell’architettura minore, soprattutto se giustapposta adun’emergenza architettonica.

-Collegamento alle disposizioni del V-VI sec. degli invasori Barbari di Roma, che stabilivanoforme di Tutela per gli edifici antichi (continuità dell’idea di conservazione nella storia).-Commento alla consuetudine stabilita da Teodorico di concedere ai privati di restaurareedifici antichi, e successiva revisione di tale prassi, da parte di Teodorico, avendo osservatocome ‘costoro ne abusavano, ed invece di restaurarli, piuttosto li distruggevano’

-Esaltazione dei provvedimenti di Martino V, sul restauro delle fabbriche antiche., di quelli diSisto IV (bolla del 1474), che vietava di togliere marmi dalle chiese antiche, nonché deiprovvedimenti di liberazione del Pantheon da parte di Eugenio IV, da costruzioni addossate.

INTERVENTI SU PREESISTENZE NELLO STILE DEL TEMPOLO STATO PONTIFICIO (XVIII-XIX SEC.)

Chiesa di S. Clemente – Roma (fond. 1123/XVII sec./1713-19, arch. Carlo Stefano Fontana)

INTERVENTI SU PREESISTENZE NELLO STILE DEL TEMPOLO STATO PONTIFICIO (XVIII-XIX SEC.)

Chiesa di S. Croce in Gerusalemme– Roma (fond. IV sec./XII sec. rifacimento/Modifiche XV sec. Facciata XVIII, archh. Carlo Pietro Passalacqua, Domenico Gregorini)

INTERVENTI SU PREESISTENZE NELLO STILE DEL TEMPOLO STATO PONTIFICIO (XVIII-XIX SEC.)

Chiesa dei SS. XII Apostoli - Roma (fond. VI sec./XV sec. rifacimento interno e portico/rifacimento interno XVIII, arch. Carlo Fontana/ Facciata XIX sec. Valadier)

INTERVENTI SU PREESISTENZE NELLO STILE DEL TEMPOLO STATO PONTIFICIO (XVIII-XIX SEC.)

Chiesa di SS. Cosma e Damiano - Roma (fond. VI sec. su tempio romano /interni 1632 – Arch. Arrigucci)

INTERVENTI SU PREESISTENZE NELLO STILE DEL TEMPOLO STATO PONTIFICIO (XVIII-XIX SEC.)

Chiesa di SS. Bonifacio ed Alessio- Roma (fond. 1217 / Facciata 1750, arch. De Marchis)

INTERVENTI SU PREESISTENZE NELLO STILE DEL TEMPOSICILIA (XVIII-XIX SEC.)

Bibliografia minima

•M. CAGIANO DE AZEVEDO, Il gusto del restauro delle opere d’arte antiche,Olympus, Roma 1948;

•S. BOSCARINO, A. CANGELOSI, Il restauro in Sicilia in età borbonica 1734-1860,in ‘Restauro. Quaderni di restauro dei monumenti e di urbanistica dei centri antichi’,n. 79, pp. 5-61, Napoli 1985;

•V. TUOZZO (a cura di), Dal decalogo Edwards alla carta del restauro. Pratiche eprincipi del restauro dei dipinti, Il Prato, Padova 2001;

•P. PANZA, Antichità e restauro nell’Italia del settecento, Franco Angeli, Milano 2005;