Innovazione e gestione del cambiamento organizzativo. Alcuni casi di studio.

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Centro Studi e Sperimentazione “Verona Innova” per l’innovazione delle pubbliche amministrazioni Innovazione e gestione del cambiamento organizzativo. Alcuni casi di studio. Dott. S. Scarcella Prandstraller 5 aprile 2008 Università degli Studi di Verona Facoltà di Giurisprudenza MASTER IN GESTIONE E INNOVAZIONE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

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Università degli Studi di Verona Facoltà di Giurisprudenza MASTER IN GESTIONE E INNOVAZIONE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE. Innovazione e gestione del cambiamento organizzativo. Alcuni casi di studio. Dott. S. Scarcella Prandstraller 5 aprile 2008. INNOVAZIONI NORMATIVE - PowerPoint PPT Presentation

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Centro Studi e Sperimentazione “Verona Innova”per l’innovazione delle pubbliche amministrazioni

Innovazione e gestione del cambiamento organizzativo. Alcuni casi di studio.

Dott. S. Scarcella Prandstraller

5 aprile 2008

Università degli Studi di VeronaFacoltà di Giurisprudenza

MASTER IN GESTIONE E INNOVAZIONE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

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INNOVAZIONI NORMATIVE• Legge 15 marzo 1997n.59 “Delega al Governo per il

conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa”

• Legge 15 maggio 1997 n.127 “Misure urgenti per lo snellimento dell’attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e controllo.

• Legge 16 giugno 1998 n.191 “Modifiche ed integrazioni alle leggi 15 marzo 1997, n. 59, e 15 maggio 1997, n.127, nonché norme in materia di formazione del personale dipendente e di lavoro a distanza nelle pubbliche amministrazioni”

• D.Lgs. 30 luglio 1999 n.300“Riforma dell’organizzazione del Governo

• D.P.R. 17 maggio 2001 n. 287 “Disposizioni in materia di ordinamento degli uffici territoriali del Governo”

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IL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI• Dimensioni : circa 1200 diplomatici e 4800

amministrativi, più i contrattisti esteri• Professionalità: Diplomatici, Amministrazione

Civile, carriere speciali• Attività: rappresentanza diplomatica e

consolare, attività amministrative, assistenza ai cittadini italiani all’estero, promozione e cooperazione culturale, cooperazione allo sviluppo e alla pace, promozione e la diffusione della lingua e della cultura italiana all'estero, collaborazione in campo scientifico e tecnologico

• Sedi: Roma ed Estero (Ministero, Ambasciate, Consolati, altre rappresentanze diplomatiche)

• Riforma: in vigore dal 1 gennaio 2000

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IL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERILe linee guida del cambiamento:

1.Struttura organizzativa: alle 7 direzioni generali tematiche (1967) si aggiungono 5 nuove d.g. su base geografica (rel. bilaterali) e 1 per l’Integrazione Europea.

2. Sviluppo delle risorse umane: attenzione a formazione, qualificazione professionale, selezione e avanzamento; nuovo sistema di profili professionali; valorizzazione e maggiori opportunità di carriera per il personale amministrativo.

3. Metodi di lavoro: gestione per obiettivi, coordinamento tra le unità operative, informatizzazione, collaborazione regolare e sistematica con l’esterno.

4. Comunicazione: pubblicazione n.2 libri bianchi, sito web, “Carta dei cittadini italiani all’estero”.

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IL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERII problemi aperti:

1. La “rigidità burocratica interna”, la proliferazione incrementale delle strutture centrali e le loro difficoltà di coordinamento

2. La persistente difficoltà di fare rete con le altre amministrazioni (P.D.C.M.- Dipartimento Politiche Comunitarie, Commercio con l’Estero, I.C.E.)

3. La gestione delle piccole sedi diplomatiche e consolari all’estero e la questione della fungibilità tra il diplomatico e l’amministrativo

4. L’accesso a riqualificazioni e formazione da parte del personale amministrativo (resistenze e condizionamenti sindacali)

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IL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE• Dimensioni : circa 9000 unità di personale

dell’Amministrazione civile di varie qualifiche.• Professionalità: amministrative, tecniche • Attività: da gestione diretta del sistema

scolastico a politiche dell’istruzione e supporto all’autonomia didattica, amministrativa e finanziaria degli Istituti scolastici

• Sedi: Roma e tutto il territorio nazionale (Ministero, Uffici Scolastici Regionali, Centri di Servizio Amministrativo)

• Riforma: il Programma P.I.C.T.O. è avviato nel 1998-1999. La riforma del Ministero è attuata nel 2000.

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IL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONELe linee guida del cambiamento:

1.Struttura organizzativa: dai Provveditorati agli Uffici Scolastici Regionali ed i Centri di Servizi Amministrativi. Paradigma dell’organizzazione-rete. Mantenimento della struttura organizzativa di tipo gerarchico-funzionale, anche se con un maggiore sviluppo delle funzioni di staff.

2. Sviluppo delle risorse umane: introduzione di un nuovo sistema di profili professionali, con introduzione di profili innovativi; opportunità di specializzazione e progressione orizzontale per il personale amministrativo.

3. Metodi di lavoro: spostamento dell’attenzione dall’attività amministrativa di line ai processi di orientamento, supporto specialistico, organizzazione, comunicazione e auditing della gestione/proficuità della spesa.

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IL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONEIL Programma P.I.C.T.O.

• Programma Integrato di Cambiamento Tecnologico ed Organizzativo con Federico Butera & Partners e E.D.S. Italia

• l’autonomia delle istituzioni scolastiche porta il Ministero a ripensare completamente la propria identità in termini di mission, funzioni e struttura tanto a livello centrale, quanto di articolazioni periferiche

• integrazione di culture e saperi diversi tra pubblico e privato• le p.a. come sottosistemi del proprio sistema-ambiente di

riferimento e parte di una rete transazionale di organizzazioni, capaci di attivare l’ambiente e coinvolgerlo nei propri processi

• costruzione di reti allargate a tutti i soggetti, pubblici o privati, chiamati a dare un loro contributo alle politiche di settore che, benchè autonomi, devono essere comunque indotti ad integrarsi ed a cooperare secondo regole comuni e per il raggiungimento di obiettivi condivisi attraverso strumenti di carattere transazionale

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Centro Studi e Sperimentazione “Verona Innova”per l’innovazione delle pubbliche amministrazioni IL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

IL Programma P.I.C.T.O.• La consapevolezza dello stretto rapporto esistente tra tutti gli

elementi del sistema e del carattere strategico delle reti transazionali necessarie per governarlo deve valere quale criterio guida nel ridisegnare gli obiettivi, la concezione del servizio, le tecnologie informatiche e gestionali e le strutture operative.

• Il cambiamento organizzativo presuppone una visione strategica, i cui momenti fondanti sono quelli dell’integrazione e dell’implementazione richiede:

• un piano di change management, che offra un orientamento generale ed un metodo comune ai diversi elementi della rete

• l’avvio di una molteplicità di progetti, che consenta, attraverso la sperimentazione e l’esperienza diretta e concreta degli operatori,

• la socializzazione e l’apprendimento diffuso di nuove conoscenze e competenze.

• Vengono così avviati più di 80 sottoprogetti finalizzati

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IL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONEIl nuovo sistema di profili professionali:• Diagnosi macro-organizzativa del sistema professionale• Variabili: norme, strategie, ambiente, contratti di lavoro• Aree, ruoli, strutture tipo e profiliLa struttura dei profili professionali:• Tasks richiesti dal job• Livelli ed intensità relazionali• Capacità: cognitive, relazionali, specialistiche,

generiche, distintive• Livelli di responsabilità vs. obiettivi• Modalità di accesso e itinerario di sviluppo• Compiti esemplificativi

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IL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONEI problemi aperti:

• Terminati i progetti con i consulenti, necessità di gestire i processi di cambiamento con il personale dipendente

• Scarsa diffusione delle competenze innovative• Resistenza al cambiamento, soprattutto a livello

sindacale• Difficoltà di convertire professionalità amministrativo-

gestionali in alcuni profili innovativi di management specifico e di progetto (analisti di gestione e di organizzazione, esperti di comunicazione, ecc.)

• Difficoltà di disporre sul territorio di tutte le competenze necessarie per sviluppare un servizio completo di assistenza alla rete scolastica territoriale (orientamento e auditing gestionale, assistenza giuridico legale, consulenza su relazioni sindacali, problematiche della sicurezza sul lavoro, sviluppo organizzativo del servizio scolastico, ecc.)

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IL MINISTERO DELL’INTERNO• Dimensioni : 183.000 dipendenti, di cui circa

1.300 del Corpo Prefettizio e 21.000 dell’amministrazione civile

• Professionalità: Polizia di Stato, Vigili del Fuoco, Corpo Prefettizio, Amministrazione Civile

• Attività: ordine e sicurezza pubblica, protezione e difesa civile, immigrazione, enti locali, consultazioni elettorali, sanzioni amministrative, ecc.

• Sedi: Roma e intero territorio nazionale (Ministero, Prefetture-U.T.G., Questure, Ispettorati Regionali e Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco)

• Riforma: dal 2001 al 2006

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IL MINISTERO DELL’INTERNOLe linee guida del cambiamento:

1.Struttura organizzativa: da 1 dipartimento e 6 direzioni generali a prima 4 e poi 5 dipartimenti. Riduzione dei livelli gerarchici. Dalle Prefetture agli U.T.G..

2. Autonomia e responsabilizzazione della dirigenza: inquadramento alla dirigenza dei funzionari direttivi della carriera prefettizia come managers e professionals; Aree, Servizi e Uffici di Staff; enfasi su pianificazione, controllo e valutazione e su mobilità e percorsi di carriera.

3. Metodi di lavoro: gestione per obiettivi, per processi e per progetti; integrazione orizzontale; funzioni innovative; reti di cooperazione interfunzionale ed interistituzionale.

4. People satisfaction e customer satisfaction: programmi di ricerche sociali sul clima organizzativo e la soddisfazione dell’utenza.

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IL MINISTERO DELL’INTERNOGli interventi normativi:

• D.P.R. n.398 del 7 settembre 2001 “Regolamento di organizzazione degli Uffici centrali di livello dirigenziale generale del Ministero dell’Interno”

• D.P.R. n.98 del 21 marzo 2002 “Regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione”

• D.lgs.n. 139/2000 “Riforma della carriera prefettizia” • D.M. 18 novembre 2002 “Individuazione dei posti di

funzione dirigenziali della carriera prefettizia”• D.M. 4 agosto 2005 “Nuovo decreto di individuazione

dei posti di funzione dirigenziali della c. prefettizia”• D.P.R. 8 marzo 2006 n. 154 “Modifica al D.P.R. n.398

del 7 settembre 2001.

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LA NUOVA ORGANIZZAZIONE DEL MINISTERO DELL’INTERNO

Dipartimento per gli Affari Interni e TerritorialiDipartimento della Pubblica SicurezzaDipartimento per le Libertà Civili e l’ImmigrazioneDipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa CivileDipartimento per le Politiche del Personale dell’Amministrazione civileGabinetto del MinistroUfficio Legislativo e Relazioni ParlamentariServizio di Controllo Interno

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IL NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO

Organizzazione gerarchico funzionale

Organizzazione per processi e per progetti

Principi di: Semplicità Autonomia Flessibilità Governo attraverso la cultura

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L’ORGANIZZAZIONE PER PROCESSIÈ un modello che si basa sulla considerazione dei

processi gestiti come elemento qualificante e strutturante l’organizzazione

IL PROCESSOÈ una sequenza logica di attività dirette alla

realizzazione di un risultato che crei o aggiunga valore per il cliente esterno o il cliente interno

LA PROCEDURA (procedimento amministrativo)

È un insieme di regole che descrive, norma e vincola il processo, costituendone il presupposto, ma non crea di per sé valore

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ORGANIZZAZIONE GERARCHICO - FUNZIONALE• Il lavoro è suddiviso tra le unità organizzative in base a funzioni e compiti• Il personale lavora in modo rigidamente vincolato a mansioni e procedure• I processi di lavoro attraversano più unità organizzative• Ci sono molti livelli gerarchici intermedi con compiti di supervisione formale• Ogni decisione finale e comunicazione esterna spetta al vertice gerarchico

ORGANIZZAZIONE PER PROCESSI• Le unità organizzative sono progettate sulla base dell’analisi dei risultati

(prodotti e servizi) e dei processi di lavoro necessari a realizzarli • Ciascun processo di lavoro è integralmente affidato ad una unità organizzativa di

livello operativo (il “gruppo di processo”), che ne detiene tutte le competenze• Il personale lavora in modo flessibile e polifunzionale• Tutte le decisioni che riguardano il processo sono assunte dal dirigente del

gruppo di processo (“process owner”), che comunica altresì con il cliente esterno• Esistono due soli livelli gerarchici: il management generale e quello operativo

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LA NUOVA ORGANIZZAZIONE DELLE PREFETTURE-UTG

• Aree funzionali• Area I - Ordine e sicurezza pubblica• Area II - Enti locali e consultazioni elettorali• Area III - Sistema sanzionatorio amministrativo• Area IV - Diritti civili, cittadinanza e immigrazione• Area V - Protezione e difesa civile• PROCESSI OPERATIVI (cliente esterno)

• Servizi • Servizio I – Contabilità e Gestione Finanziaria• Servizio II – Gestione del Personale• Servizio III – Gestione dei Servizi Informativi Automatizzati• Servizio IV – Amministrazione, Servizi Generali e Attività

Contrattuale• PROCESSI STRUMENTALI (cliente interno)

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IL MINISTERO DELL’INTERNOI problemi aperti:

1. Resistenza al cambiamento ed uso surrettizio delle nuove forme organizzative per riprodurre la gerarchia

2. Mancata attuazione della maggior parte delle Aree e degli Uffici con funzioni innovative e/o loro successiva soppressione

3. Mancata attuazione di assessment e percorsi di carriera4. Mancato funzionamento dell’integrazione orizzontale5. Indipendenza del controllo dalla pianificazione e della

valutazione da entrambe6. Assenza di valutazione dei Dirigenti Generali7. Assenza di una parallela riforma del personale amministrativo

e dei relativi profili professionali; “riqualificazioni selvagge” nei vecchi profili “anni 80”; mancata previsione di profili specialistici e di forme di valutazione

8. Assenza di obiettivi formativi integrati e di sviluppo di adeguati programmi di formazione

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ALCUNE SPIEGAZIONI SOCIOLOGICHEF. Battistelli – Burocrazia e mutamento (2004)

• Il paradigma manageriale come nuova political correctness• Traslazione/traduzione nelle p.a. delle categorie e delle

modalità organizzative messe a punto nell’impresa• Nelle imprese esiste un obiettivo strategico: l’adempimento

del fine economico, ed uno strumentale: il binomio efficienza/efficacia ed una patologia: l’economicismo.

• Nelle p.a. il primo è l’adempimento del fine istituzionale e il secondo la legalità, mentre la patologia è il legalismo.

• Nell’impresa il risultato atteso è la soddisfazione del cliente• Nella p.a. è invece l’imparzialità per l’utente, che mette in

moto operazioni di aggiramento e scambio di risorse• Si è quindi in presenza di una “retorica manageriale” che

cerca di spodestare la retorica preesistente: quella giuridica, già dominatrice incontrastata nel settore pubblico

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ALCUNE SPIEGAZIONI SOCIOLOGICHEFabrizio Battistelli – Burocrazia e mutamento (2004)

• La managerialità del privato è costituita da un insieme di competenze tecniche, di capacità di applicazione e di doti personali accumulate per anni a livello esistenziale e culturale

• La proceduralità del pubblico è costituita dal primato di metodi altamente formalizzati, che può divenire tecnicismo ed ostacolare il raggiungimento degli scopi dell’organizzazione

• Nel pubblico i superiori sono in grado di controllare l’attività operativa del personale, ma non le condizioni del suo impiego, da cui discende una situazione di compromesso.

Quindi nelle p.a. esistono:• caratteristiche strutturali poco o per nulla modificabili (in

particolare, le risorse, che sono date e cioè la loro presenza, assenza, quantità e qualità sono predeterminate)

• caratteristiche contingenti sulle quali è invece possibile in una certa misura intervenire

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ALCUNE SPIEGAZIONI SOCIOLOGICHEF. Battistelli – Burocrazia e mutamento (2004)

• Il “progettista organizzativo” è come un architetto che può tracciare il disegno dell’opera, ma non scegliere i materiali dell’esecuzione

• Di questo si deve tenere conto in ogni iniziativa di progettazione organizzativa, in particolare in ambiti ad elevata densità di vincoli

• Vi è inoltre distinzione tra elevata e incomprimibile politicità della produzione di beni collettivi con valenza politica e ridotta politicità dei servizi alle persone

• Sia sul piano concettuale, che su quello pratico, ben difficilmente possono essere realizzati passi significativi sulla via del mutamento senza una vera rivoluzione nelle rappresentazioni sociali e nella cultura dei protagonisti

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ALCUNE SPIEGAZIONI SOCIOLOGICHED. Farinella – Privatizzazione e cambiamento

(2005)• I processi di privatizzazione e di cambiamento organizzativo

sono stati sostenuti dalla retorica dell’apparato politico• Questi processi contribuiscono a erodere il ceto medio

impiegatizio ed a modificare la percezione che i dipendenti hanno del loro lavoro e delle competenze necessarie per svolgerlo

• Ne deriva una identità lavorativa incerta, contingente e che non permette una partecipazione attiva ai processi di riforma

• Il personale si irrigidisce quindi nelle qualifiche, nei diritti acquisiti e nei compiti assegnati alle diverse posizioni

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ALCUNE SPIEGAZIONI SOCIOLOGICHEIl concetto di “guida relazionale” di H.

Willke“l’arte di intervenire su un sistema complesso

in maniera tale da suscitare da parte sua reazioni che presentino modalità stabili e coerenti entro un cambiamento strutturale controllato di quel sistema”

• Applicato negli interventi di cambiamento in Germania negli anni 80 e 90

• Willke individua quattro principali ostacoli alla riuscita di un intervento su un sistema:

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Il concetto di “guida relazionale” di H. Willke• il sistema stesso, poiché è la sua “mente” che

rifiuta di cambiare il proprio comportamento patologico o problematico ed è quindi insensibile, nella sua autoreferenza, agli interventi per modificarlo dall’esterno;

• il sistema ha la tendenza a richiamare l’attenzione dell’operatore dell’intervento su aspetti che non sono quelli da cui sorge la patologia, ma sono solo “sintomatici”, “laterali” e “di richiamo”, per cui, se si agisce solo su di essi, l’intervento è destinato a fallire in anticipo;

• il sistema ha pochi “punti sensibili” (“sensitive spots”) e si tratta di quei peculiari criteri selettivi dai quali soltanto il sistema è in grado di derivare informazioni per lui veramente rilevanti;

• il sistema tende a resistere al cambiamento, perché si regge su un equilibrio “duro” (“hard”) derivanti da fattori contraddittori che lo “bloccano”.

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ALCUNE SPIEGAZIONI SOCIOLOGICHEIl concetto di “guida relazionale” di H. WillkeLa guida relazionale è quella che, prendendo atto di

tali inevitabili caratteristiche:• si muove in modo da rispettare l’autonomia del

sistema destinatario dell’intervento• nel contempo promuove un cambiamento

strutturale organizzato del contesto, che facilita la derivazione di nuove informazioni da parte del sistema.

• L’intervento, detto così “contestuale”, conduce a cambiare il sistema facendo leva sulle sue “operazioni interne”, attraverso l’inserimento in un contesto che gli manda “certe informazioni e non altre”, mirate sui suoi “punti sensibili”.