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1 SOMMARIO

L’EDITORIALEEducare alla felicità ...................................................................................................... 5

ATTUALITàAccordo Confapi Fiom per la formazione .................................................................... 6Il lavoro al centro .......................................................................................................... 7

ECONOMIA E MERCATOFallire per il credito ...................................................................................................... 8La Previdenza Complementare .................................................................................... 10Private Banking tra relazione umana e tecnologia ...................................................... 14Quando la liberalizzazione degli scambi aumenta i dubbi? ........................................ 18Posso vendere la mia azienda? .................................................................................... 20

STORIELa fabbrica in vetrina .................................................................................................... 26

INNOvAzIONI & TECNOLOgIELa personalizzazione di massa ...................................................................................... 30La visione artificiale applicata alla robotica .................................................................. 34Un sole in miniatura .................................................................................................... 36Un braccio robotico Comau per operazioni chirurgiche .............................................. 40L’Internet of Things per innovare le PMI ...................................................................... 42

SCIENzACosa c’è dietro l’energia che consumiamo? ................................................................ 44

LE PMI SANNO INNOvAREDo you speak business? .............................................................................................. 46Innovazione Sistemica .................................................................................................. 48Sway4Edu Satellite Way for Education ........................................................................ 52Un quarto di secolo al servizio della stampa nel settore tessile .................................. 54Fare tesoro della tradizione per guardare al futuro ...................................................... 56

FIERERobotica, Tecnologie avanzate, Prove e Misure...e molto molto altro! ........................ 58Technology Hub dove l’innovazione tecnologica incontra l’impresa .......................... 62I saloni EMBALLAGE & MANUTENTION diventano ALL4PACK Paris .............................. 64

SERvIzIO AI LETTORI 66

2016

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Educare alla felicitàL’EDITORIALE

Facciamo un esercizio: chiudiamo gli occhi ed immaginia-mo i titoli dei quotidiano di oggi.Crisi, pil stagnante, disoccupazione, deflazione, giovanisenza un futuro, più felici all’estero, il Paese invecchia e ciaggiungerei qualche fatto di cronaca nera tanto per con-dire il tutto. Ora chiudiamo il giornale e usciamo ad affron-tare una nuova giornata sicuramente portandoci dietro u-na "sferzata di ottimismo".Eppure…Eppure siamo un Paese così piccolo, contiamo lo 0,80%della popolazione mondiale, ma riusciamo ad essere co-nosciuti da tutti. Non c’è persona incontrata che non co-nosca il nostro Paese e che non ne citi le varie positività.Siamo il quarto paese a livello mondiale per la produzionedi macchine utensili, il secondo a livello europeo dietro lagermania, il terzo tra gli esportatori, siamo leader in mec-catronica e non parliamo poi di patrimonio artistico e cul-turale, di turismo, alimentazione e istruzione.Eppure noi ci lamentiamo. Sicuramente l’unica eccellenzache dobbiamo riconoscerci è il parlar male di noi stessi. Come può un giovane credere in qualcosa, avere dei valo-ri, voler lottare se quello che si sente più ripetere è: “tan-to non c’è lavoro, tanto te ne devi andare?"Come si può essere più produttivi, innovativi, flessibili,creativi se quello che sentiamo è sempre e solo negativo?Però facciamo convegni, chiamiamo esperti, ci tartassia-mo con dati e calcoli.Allora cominciamo a smetterla di parlare, ad aprire la fine-stra e guardare fuori.Sì, è una bella giornata. Camminiamo orgogliosi e felicidel nostro piccolo grande Paese, che qualcosa sicuramen-te oggi migliorerà.

Cristina Gualdoni

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«Oggi è una giornata storica per ilrapporto Pmi sindacati. La Confapigrazie alla grande intuizione del no-stro presidente Maurizio Casasco el'impegno del rappresentante dellaFIOM Maurizio Landini, si è lanciatain un progetto di Welfare Attivo cherisponde con i fatti ad un’esigenzache condizionerà fortemente il futu-ro delle nostre imprese e dei nostrilavoratori, creare un modello di for-mazione continuo che premi il meri-to di lavoratori o dei loro figli, finan-ziando 160 borse di studio che ac-compagnano dal primo anno al tito-lo finito gli studenti per prepararli inmaniera professionale ed adeguataa rispondere alle nuove sfide delmondo del lavoro».È entusiasta il Presidente dei giova-ni Imprenditori di Confapi AngeloBruscino in occasione dell’accordo

tra l’Università degli Studi di Roma“Tor vergata”, l’Ente Bilaterale Me-talmeccanici (E.B.M.), Confapi eFiom Cgil Nazionale. «Siamo felici che proprio un’asso-ciazione di categoria come la Con-fapi unitamente al sindacato e al si-stema universitario rappresentatoin questa fase da Tor Vergata abbiacreato un modello virtuoso di inve-stimento sui giovani e quindi sul no-stro futuro, aprendo ci auguriamouna strada percorribile anche daglialtri sindacati di categoria. Le PMIsono per necessità sempre calatefortemente nel presente e vivonocon difficoltà, ma anche con passio-ne questi tempi difficili, a cui siamosoliti rispondere con volontà, crea-tività ed innovazione, la nostra for-za è stare già un passo avanti nel do-

mani, Obbiettivo Laurea è un otti-mo esempio di questo sentimentocostruttivo e propositivo come è di-mostrazione concreta che quandoImprese e Sindacato si impegnanoinsieme sui tempi della moderniz-zazione del lavoro, lo stesso diven-ta più certo, sicuro, roseo.Essere innovatori per rispondere consoluzioni nuove a problemi vecchiquesto è il compito ed il ruolo che lamia generazione ha in questa so-cietà. Nell'era dell'economia dellaconoscenza, dove il sapere vale e fala differenza, tra il passato ed il futu-ro, il compito di formare gli uomini ele donne è fondamentale, dopo i tri-sti risultati che hanno visto l'Italia es-sere indicata come la nazione con ilminor tasso di laureati tra i paesi oc-cidentali».

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Accordo Confapi Fiom per la formazione a cura della Redazione

INNOvARE – ATTUALITà

SOLO PER I MIgLIORILe borse di studio saranno concesse per il primo anno, oltre che su basi reddituali, su valutazione del percorsodi studi precedente mediante una selezione operata da un Comitato tecnico- scientifico. Per gli anni successivisaranno confermate in base a criteri di merito (esami sostenuti e voti ottenuti). Oggi si dà il via ad un innovati-vo progetto di welfare attivo per combattere il gap tutto italiano di laureati, per contrastare il calo degli imma-tricolati, per ridare speranza di un futuro ai lavoratori e alle loro famiglie, nella convinzione che l’investimentoin formazione e capitale umano sia uno dei migliori antidoti alla crisi. A favore di un “diritto alla laurea” non so-lo per giovani, ma anche per lavoratori intenzionati a migliorare le proprie capacità e conoscenze.

IL PROgETTOUna sperimentazione senza precedenti che - a partire da “Tor verga-ta” - sarà replicata in altri e prestigiosi Atenei italiani e che prevedeuna collaborazione per il cofinanziamento di ben 160 borse di studiotriennali per la frequenza ai corsi di laurea in presenza e/o a distanza,a partire dall’anno accademico 2016-2017. Le borse di studio saran-no destinate ai lavoratori e figli di lavoratori di aziende metalmecca-niche (più tecnicamente che versano nell’EBM, Fondo bilaterale Con-fapi Fiom- CgIL) con copertura totale delle spese per: – corso di laurea triennale (iscrizione, materiale didattico, vitto, al-

loggio - laddove si scelga università in luogo diverso da quello diresidenza);

– corso triennale di laurea on line.

da sinistra il presidente di Confapi M. Casasco; M. Landini rappresentante della FIOM e A. Bruscino presidente Gruppo Giovani

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Una delegazione di CONFAPI, Confederazione Piccola e Media Industria,guidata dal Presidente Maurizio Casasco ha incontrato le delegazioni diCgIL, CISL e UIL, guidate dai Segretari generali Susanna Camusso, Anna-maria Furlan, Carmelo Barbagallo.I Sindacati Confederali hanno apprezzato il fatto che CONFAPI sia stata laprima organizzazione datoriale ad aver avviato una discussione sulla piat-taforma unitaria “Un moderno sistema di relazioni industriali”, presentataa Febbraio da CgIL, CISL e UIL, ritenendola un'utile e positiva base di par-tenza per dare moderne relazioni industriali al Paese.È stata ribadita la volontà di confermare gli accordi su rappresentanza erappresentatività già sottoscritti e utili a dare ordine alle relazioni tra leparti. vi è stata anche ampia convergenza sulla necessità di mettere alcentro il lavoro come bene comune e come colonna portante della soste-nibilità del nostro Paese, superando le logiche tradizionali di mera discus-sione contrattuale in una visione più ampia che individui nuovi modelli esoluzioni capaci di valorizzare il fondamentale ruolo delle Parti sociali.CONFAPI ha particolarmente apprezzato i richiami, all’interno della Piat-taforma sindacale unitaria, alla specificità dimensionale nonché al temadella detassazione e decontribuzione, con particolare riferimento al wel-fare contrattuale. Il tutto finalizzato alla crescita della manifattura e del-l’occupazione.La parti hanno altresì convenuto sul fatto che il Contratto Nazionale ri-manga il punto di riferimento e di partenza per i Contratti di secondo li-vello, in particolare per quelli territoriali, considerando l’aspetto dimen-sionale delle PMI.Molti elementi di partenza comuni che permettono di ipotizzare tempi diconclusione non troppo lunghi.

a cura della Redazione

ATTUALITà – INNOvARE 7

Il lavoro al centroIncontro Confapi con CGIL, CISL e UIL

Un momento dell’incontro Confapi, CGIL, CISL e UIL

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8 INNOvARE – ECONOMIA

Fallire per credito

a cura di Valeria Barletta

In Italia la problematica dei ritardatipagamenti della P.A. nei confrontidelle imprese è presente da moltotempo, troppo, ed a causa di questiritardi l’economia dell’intero paesene risente fortemente, e direttamen-te o indirettamente migliaia di im-prese negli ultimi anni hanno dovu-to chiudere i battenti o sono fallite:fallite per credito! Ad oggi nonostante, si siano susse-guite nel corso degli ultimi tre go-verni e degli anni molteplici norma-tive e disparate procedure per af-frontare e cercare di risolvere il pro-blema dell’accumulo dei debiti del-la P.A. (dal decreto 35/2013 sino aldecreto legge 66/2014), dai dati delMEF, i debiti della pubblica ammini-strazione risultano pagati solo per38,6 miliardi di Euro a fronte di circa57 miliardi stanziati. Pertanto resterebbero ancora da pa-gare circa 19 miliardi, ma questi im-porti sono solo i dati “noti” dei de-biti sino al dicembre 2014 e inseritinei bilanci delle Pubbliche ammini-strazioni, ai quali si sommano anco-ra molti miliardi di euro riferiti ai nuo-vi crediti accumulati e altri milioni dieuro di credito sommerso delle im-prese derivante dai così detti “cre-diti fuori bilancio” relativamente aiquali non si proferisce parola. Ma la lentezza e l’inadeguatezza del-le procedure burocratiche, le caren-ze organizzative, gli inadempimentidegli Enti pubblici, la mancanza di u-na corretta formazione dei dirigentie funzionari e la carenza di una piùrigorosa previsione normativa che a-gisca sulla responsabilità personalidi questi ultimi in caso di inadempi-

mento contrattuale e/o di mancan-za di attuazione delle procedureconnesse ai pagamenti sino al ri-spetto dei giusti termini dei paga-menti stessi alle imprese; tutti que-sti fattori continuano tutt’oggi a faraccumulare crediti che per alcunisettori e alcune zone dello stivale (ilmeridione), negli anni passati hannotoccato anche punte di 1.100 giornidi ritardo! E che hanno reso le im-prese italiane involontariamente “fi-nanziatori” dello Stato.Su questa tematica il Presidente delgruppo giovani Imprenditori dellaConfapi, Angelo Bruscino, insiemeal suo team, ha voluto realizzare ilprimo Congresso nazionale gIC, te-nutosi a Roma che ha avuto come o-spiti illustri rappresentanti delle isti-tuzioni tra i quali il Sottosegretariodi Stato del Ministero Economie eFinanze On. Enrico zanetti, e il vice-presidente vicario del ParlamentoEuropeo l’On. Antonio Tajani, con iquali si è aperto un dialogo non disterile lamento ma di propositivoconfronto.Infatti durante l’evento, in riferimen-to alle imprese affette da ritardatipagamenti, abbiamo presentato 10proposte normative con soluzionimanageriali tra le quali: la non falli-bilità per le PMI, la sospensione fi-scale dai secondi acconti, la creazio-ne di un fondo di garanzia che finan-zi le suddette imprese anche attra-verso la garanzia di titoli di stato, l’e-senzione dalla verifica dl DURC confissazione della soglia per importi in-feriori a 10.000,00€, la possibilità ditransazioni con monete complemen-tari, la creazione di un “Prompt Pay-

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9ECONOMIA – INNOvARE

ment Code” italiano per i pagamen-ti “responsabili” delle PMI nei 30gg.dall’emissione delle fatture...

Ma prima che queste propostevengano considerate e che altreancora vengano realizzate, cosadovrebbe fare la Pubblica Ammi-nistrazione?Nulla di sorprendente in realtà,niente di più che rispettare la leg-ge dello Stato!

Difatti le leggi e gli strumenti per e-vitare questi mostruosi accumuli dicredito esistono, e sono valide inmaniera stringente tra privato e Pub-blica Amministrazione ma trovanoapplicazione anche tra privati, in par-ticolare sono il decreto legislativo192/12 di recepimento della diretti-va comunitaria 2011/7/UE e la leg-ge 161/2014 riferita ai contratti pub-blici aventi per oggetto sia l’acquisi-zione di servizi o forniture, sia l’ese-cuzione di opere o lavori.Queste norme prevedono paga-menti a 30 gg., la previsione di stru-menti deterrenti per i ritardi quali

l’applicazione di un alto tasso di in-teresse in caso di ritardato paga-mento, la nullità dei contratti pub-blici che escludono i suddetti inte-ressi o relativi tassi inferiori o termi-ni di pagamento più lunghi.Quanto sopra anche al fine di evita-re gravi problemi pubblici quali peresempio i famigerati danni erariali,ma principalmente per tutelare gliimprenditori perché l’Ente Pubblicoper antonomasia dovrebbe vestiregli abiti di garante dei cittadini al fi-ne di assicurare la par condicio in tut-te le località italiane e nei confrontidi quelle europee, solo così realiz-zando un circolo virtuoso (attraver-so la regolarità dei pagamenti) tra leimprese operanti con le P.A. e il re-lativo mastodontico indotto, l’eco-nomia in Italia potrà ritornare in au-ge e le aziende italiane essere com-petitive anche all’estero.

Valeria BarlettaVicepresidente Gruppo Giovani Confapi

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I fondi pensione non sono strumentifinanziari; bensì hanno la finalità diservire per la previdenza e bisognaabbattere tutti gli steccati normativiche impediscono la crescita degli i-scritti in questo periodo di crisi per-durante.Il Previndapi è il Fondo Pensione perDirigenti e Quadri Superiori della Pic-cola e Media Industria il cui rapportodi lavoro è regolato in base agli ac-cordi sindacali stipulati tra la Confapi(Confederazione Italiana della Picco-la e Media Industria) e la Federmana-ger (Federazione Nazionale DirigentiAziende Industriali), costituito fin dal1990 allo scopo di fornire prestazio-ni di natura previdenziale aggiuntiveai trattamenti pensionistici di legge,nell’interesse degli aventi diritto esenza alcun fine di lucro.Attualmente sono 4.231 gli aderentiche hanno scelto di consolidare il pro-prio futuro con Previndapi.Le riserve matematiche ammontanocirca a 300.000.000€.Il rendimento medio garantito si av-vicina al 4%.I vari interventi normativi di questi ul-timi anni sulla pensione pubblica so-

no stati devastanti (si pensi alla deli-cata questione degli “esodati”): è in-fatti indubbio che nel prossimo futu-ro lo spostamento dell’età pensiona-bile sia per la pensione di vecchiaia(oggi a 65 anni e 7 mesi per le lavora-trici dipendenti e 66 anni e 7 mesi peri lavoratori, ma destinata ad arrivarea 69 anni e 9 mesi per tutti nel 2050)che per quella anticipata con i requi-siti contributivi (ad oggi pari a 41 an-ni e 10 mesi di versamenti per le la-voratrici e 42 anni e 10 mesi per i la-voratori, ma destinata a crescere finoa 45 anni per le lavoratrici e 46 anniper i lavoratori nel 2050), l’allunga-mento della speranza di vita, il pas-saggio al metodo contributivo per ilcalcolo della pensione, avranno pe-santi ripercussioni sulle condizioni divita della maggior parte dei lavorato-ri italiani.Il problema non interessa solo l’Italiama coinvolge tutti i paesi europei,tanto che la Commissione Europeapochi anni fa aveva presentato il Li-bro Bianco sulle pensioni (WHITE PA-PER – An Agenda for Adequate, Safeand Sustainable Pensions) nel qualesi esaminava il modo in cui l'UE e gli

Stati membri avrebbero potuto inter-venire per affrontare le principali sfi-de cui sarebbero stati chiamati i siste-mi pensionistici nazionali, proponen-do una serie di iniziative volte a crea-re condizioni idonee a consentire unmigliore equilibrio tra il reddito di-sponibile durante la vita lavorativa ela pensione.In questo contesto, la PrevidenzaComplementare in Italia riveste unafunzione “sociale” ancor più rilevan-te rispetto al passato: infatti è evi-dente che la pensione pubblica (As-sicurazione Generale Obbligatoria –AGO) non sarà più in grado di soste-nere adeguatamente la vecchiaiadei lavoratori, una volta che essi an-dranno in pensione (si stima che perun lavoratore dipendete medio il tas-so di sostituzione, ovvero l’incidenzadella pensione rispetto all’ultima re-tribuzione, con il sistema contributi-vo sarà circa il 60% rispetto all’80%del sistema retributivo). È quindi fondamentale prepararsi aquel momento, costruendosi dellerendite aggiuntive che possano af-fiancarsi alla pensione pubblica e for-nire un aiuto e un sostegno al biso-

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La Previdenza Complementare

a cura di Armando Occhipinti

A dieci anni dalla sua ultima riforma la Previdenza Complementare continua a non decollare. Serve un disegnopiù armonico utile a chiarire il significato vero di “Previdenza Complementare”, a varare norme più consone perfavorire il vero scopo dell’istituto e a incentivare l’adesione in maniera più massiccia.

Riflessioni a cura del Previndapi su come gettare le basi per un futuro meno incerto.

INNOvARE – ECONOMIA

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gno economico dei singoli lavoratori(e delle loro famiglie).Sembrerà strano, ma ancora troppilavoratori (inclusi molti dirigenti equadri) non hanno aderito al cosid-detto “secondo pilastro pensionisti-co”, regolamentato dal D.Lgs 252/05, rappresentato sia dai Fondi Pen-sione Negoziali Preesistenti (FPPquali il Previndapi), che dai Fondi Aperti (FPA) fino ai Piani IndividualiPensionistici (PIP).Purtroppo si sentono ancora tutti igiorni discussioni sul fatto che la Pre-videnza Complementare sia lo stru-mento più adatto a incrementare lapensione pubblica, se debba o pos-sa esserci un’integrazione più strettatra l’INPS e i Fondi Pensione, se man-tenere il TFR in azienda possa con-sentire risultati migliori rispetto alversamento nei Fondi, se i Fondi sia-no efficienti nel gestire le risorse fi-nanziarie ricevute.Ed intanto il tempo trascorre e so-prattutto i giovani (operanti in qual-siasi categoria professionale e setto-

re economico) buttano via risorsepreziose per il proprio futuro, so-prattutto perdendo il contributo ag-giuntivo che le aziende sarebbero di-sposte a versare, come previsto daivari CCNL se il lavoratore optasse perl’iscrizione alla Previdenza Comple-mentare, attraverso i Fondi PensionePreesistenti (FPP) o Negoziali (FPN)di cui sono parti istitutive, versandoa loro volta un contributo pari a quel-lo aziendale, oltre al suo TFR matu-rando (si tratterebbe in altri terminidi una sorta di risparmio forzato dellavoratore).Spesso il lavoratore si affaccia alla pre-videnza con scarsa conoscenza dellamateria e con preconcetti errati.

UN ESEMPIO PRATICOAnalizziamo i benefici che scaturisco-no aderendo ad un Fondo Pensione,prendendo ad esempio il dipenden-te Bianchi, nominato dirigente dopo9 anni dall’inizio dell’attività lavorati-va (ad esempio nel 2007 anno in cuila legge ha introdotto l’obbligo della

scelta di destinazione del TFR) e rag-giunga la data di pensionamento conuno stipendio medio di € 80.000 an-nui (come valore medio in 35 anni didirigenza).• Si stima che la partecipazione perl’intera vita lavorativa (oggi previstain oltre 42 anni, ma destinata a cre-scere nel tempo) ad un Fondo Pen-sione Integrativo possa contribuiread integrare la pensione pubblica perun ammontare compreso tra il 10-15% (in caso di una contribuzionedell’1% della RAL), e addirittura finoad oltre il 30% (con contributi annuipari al 4% della RAL, come nel casodei Dirigenti) oltre ovviamente al va-lore del TFR.Per una categoria come quella dei Di-rigenti, per la quale si stima in futurouna pensione mensile di gran lungainferiore a quella della propria ulti-ma retribuzione, sono integrazioni dinon poco conto.Inoltre vale la pena di riflettere sul fat-to che posticipare di 5 anni dall’iniziodella vita lavorativa l’iscrizione ad un

11ECONOMIA– INNOvARE

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fondo pensione complementare signi-fica rinunziare al 15% del montantelordo ottenibile al termine della car-riera lavorativa. Farlo dopo vent’annisignifica perderne oltre il 50%.• I Fondi complementari riconosconoanticipazioni del 75% (5% in più ri-spetto a quanto previsto per il TFR esenza limiti percentuali di disponibi-lità da parte dell’azienda), di cui un30% a semplice richiesta dell’aderen-te senza necessità di motivazioni.• Nonostante optare per i Fondi pen-sione diventa una scelta irreversibile,tuttavia in caso di cambio di contrat-to o di licenziamento è previsto che illavoratore possa riscattare tutta lapropria posizione. • Il lavoratore può investire quanto ri-cevuto in busta paga, al netto delleimposte. Nei Fondi viene invece ver-sato un ammontare lordo (che nel fu-turo sarà per di più tassato ad aliquo-ta agevolata) comprensivo anche delcontributo aggiuntivo aziendale. Inol-tre occorre anche evidenziare che lacomparazione dei rendimenti TFR/Fondi è sempre oggetto di analisi suigiornali sulla base di valori percen-tuali assoluti (chissà perché solo dapoco incomincia a intuirsi questo a-spetto), senza tener conto del contri-buto aggiuntivo del datore di lavoro. La quota aggiuntiva che versa l’a-zienda rappresenta infatti un rendi-mento figurativo variabile tra il 10%e oltre il 25%, in funzione del contri-buto aziendale, che come detto variatra l’1% e il 4% della RAL annuale. Ta-le rendimento si crea subito, nel mo-mento stesso in cui si versa la propriacontribuzione personale (come giàdetto pari, come minimo, a quellaversata dall’azienda) e il TFR: qualealtra forma di investimento rende al-trettanto? Per il nostro dirigente Bianchi, il con-

tributo versato dall’ azienda (peraltropiù dei € 3.200 derivanti del calcolo,in quanto per Previndapi è previstoa carico dell’azienda un minimo di €4.800 all’anno) sta a significare ol-tre €100.000 versati durante la vitalavorativa.Occorre poi evidenziare che la normafiscale prevede una tassazione age-volata. Si tratta della posticipazionedella tassazione dei contributi versatidal lavoratore, della deducibilità an-nua in dichiarazione dei redditi deicontributi versati (fino a € 5.164), del-la minor tassazione dei rendimenti fi-nanziari, e soprattutto il fatto che ilmontante finale che verrà erogato almomento del pensionamento (com-posto dai contributi versati dall’azien-da e dal lavoratore e dal suo TFR, ol-tre che dai rendimenti finanziari rea-lizzati), sarà tassato, dopo 35 anni dipermanenza nel fondo, al 9% anzichéall’aliquota marginale ordinaria (cheper un dirigente si presume normal-mente ben superiore al 30%).Pertanto il lavoratore Bianchi avrà unminor esborso di imposte, quandoandrà in pensione nel 2042, di circa€ 50.000 (senza considerare il rispar-mio realizzato durante il periodo lavo-rativo sulla tassazione della parte distipendio utilizzato per versare contri-buti e la deducibilità degli stessi, sti-mabile in altri € 70.000 circa).Se il dirigente Bianchi di cui sopra,scegliesse forme pensionistiche di-verse (FPA, PIP o altre) dal fondo dicategoria (FPN o FPP), si trattereb-be di cifre intorno ai € 70.000.

E PER LE AzIENDE…Se per le aziende iscrivere i propri di-pendenti alla Previdenza Comple-mentare comporta da una parte alcu-ni oneri aggiuntivi, dall’altra garanti-sce però cospicui vantaggi fiscali. Infatti, al di là del fatto che generaretranquillità sul futuro del lavoratoresignifica metterlo in condizioni di es-sere più sereno e produttivo nellosvolgere il lavoro quotidiano, esisto-no per il datoe di lavoro dei ritorni di-retti. In particolare:a) Possibilità di accedere alle misurecompensative e agli sgravi fiscali pre-visti dalla normativa.Il D.Lgs. 252/05 ha infatti previsto trelivelli di misure compensative per leAziende i cui dipendenti destinano ilTFR a previdenza complementare:

• Deducibilità dal reddito di impresadi una parte del TFR che non resta inazienda perché devoluto al fondo.Il 4% del TFR annuo destinato a pre-videnza complementare può essereutilizzato per ridurre l’imponibile fi-scale in sede di dichiarazione dei red-diti. La misura della deducibilità è e-levata al 6% per le aziende con menodi 50 dipendenti.• Riduzione dei c.d. oneri impropriRiduzione dei contributi sociali previ-sti per prestazioni temporanee (asse-gni familiari, maternità e disoccupa-zione) in funzione del TFR maturandoconferito a previdenza complemen-tare. Tale sgravio è cresciuto negli an-ni, passando dallo 0,21% della Retri-buzione Annua Lorda del 2009 allo0,28% dal 2014 in avanti.• Eliminazione del contributo al Fon-do di garanzia del Tfr presso InpsLe imprese sono esonerate dal versa-mento del contributo al fondo di ga-ranzia del TFR (pari allo 0,20% dellaRetribuzione Annua Lorda) propor-zionalmente al TFR maturando con-ferito a previdenza complementare.b) Riduzione del costo per la Rivalu-tazione del TFR.Se i dipendenti aderiscono a un fon-do pensione, il TFR non sarà più un o-nere da gestire (salvo il pregresso) inquanto sarà il Fondo a ricevere e li-quidare direttamente le richieste dianticipazione nonché al liquidazioneal momento della conclusione dell’at-tività lavorativa. Inoltre non sarà piùcompetenza dell’Azienda il versa-mento della rivalutazione obbligato-ria della quota di TFR destinata al fon-do pensione (1,5% + 75% dell’indicedei prezzi ISTAT) e dell’11% di tale ri-valutazione a titolo di imposta sosti-tutivac) I benefici conseguibili in termini dideducibilità fiscale e minori versa-menti di oneri mitigano parzialmenteil maggior costo che l’azienda devesostenere.d) Infine porre attenzione al welfaredei dipendenti può generare un gran-de valore aggiunto nella relazionecon gli stessi.

12 INNOvARE – ECONOMIA

Armando OcchipintiDirettore Previndapi

www.previndapi.it

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14 INNOvARE – ECONOMIA

I profondi cambiamenti di caratte-re macro-economico e finanziarioche hanno contraddistinto gli ulti-mi anni generando ripercussioni alivello globale, hanno inevitabil-mente toccato anche il mondo delPrivate Banking, dove la clientelaad alto reddito, i cosiddetti HNWI(High-Net-Worth-Individuals), hacominciato a diventare sempre piùesigente in relazione alla qualitàdei servizi, e molto più sensibile alprezzo.L’aumento dell’instabilità dei mer-cati azionari e il downgrading del-le aspettative sui rendimenti medidegli investimenti, la revisione delsistema pensionistico, la necessitàdi una maggiore trasparenza echiarezza nei contratti imposta da-gli organi di controllo e dai rego-lamenti (es. MiFid2), ma anche laprogressiva diffusione della cultu-ra finanziaria e quindi la tendenzada parte delle nuove generazionia una maggiore interazione con latecnologia più avanzata, hanno co-stretto gli istituti che operano nelsettore a rivedere le proprie stra-tegie in un’ottica più innovativa etecnologica, al fine di soddisfarela clientela e guadagnare nuove

quote di mercato, mercato dovela concorrenza è sempre più ag-guerrita.Attualmente, i maggiori operatorieuropei di Private Banking stannotutti definendo una propria digitalstrategy, concentrando risorse eattenzione sulla tecnologia e sui si-stemi di informazione per svilup-pare nuove capacità competitive:coloro che saranno per primi ingrado di accompagnare il model-lo tradizionale basato sulla relazio-ne tra istituto e cliente, con pro-dotti e servizi digitali intuitivi esemplici da utilizzare, riuscirannoa ottenere un vantaggio competi-tivo estremamente significativoper il futuro. Molti operatori stan-no gradualmente abbandonandolo sviluppo in-house e le applica-zioni a silos per migrare verso del-le piattaforme applicative integra-te front-to-back, real-time, multi-canali, multidevice e analitiche. Larapidità e l’approccio si differen-ziano in funzione delle priorità delbusiness e delle disponibilità di in-vestimento.Sicuramente in Italia, dove il Priva-te Banking si è affermato e diffusoin ritardo rispetto alla Svizzera e ai

Private Bankingtra relazione umana e tecnologia

Il futuro del Private Banking giocato sulla complessa interazionetecnologia-cliente-banker

a cura di Andrea Mazza e Marco Bossi

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ECONOMIA – INNOvARE

Paesi anglosassoni, le soluzioni informatiche asupporto dei processi hanno fatto tesoro diquanto già disponibile all’estero e di esperien-ze consolidate sul campo: si è partiti infatti contecnologie up-to-date per cui si è potuto distri-buire facilmente e su qualsiasi postazione di la-voro applicazioni con funzionalità molto ricchee sofisticate. Il focus si è spostato quindi dalladisponibilità al supporto dei processi di busi-ness alla qualità delle informazioni, proprio alloscopo di ottenere dati con requisiti significativie soprattutto esatti, evitando quindi di manipo-lare grosse quantità di informazioni non facil-mente verificabili, che potrebbero altresì arre-care danni economici e di immagine all’istituto.La componente informatica assume un ruolocruciale in gran parte delle funzioni operative,produttive e distributive coinvolte nel business:è imprescindibile nell’analisi economica e finan-ziaria, che, raccogliendo dati economico stati-stici, adeguatamente selezionati, elaborati e in-terpretati, pone le basi per l’assunzione di con-sapevoli scelte di gestione. Anche la composi-zione e il ribilanciamento del portafoglio clien-ti, la stock selection, la fase di gestione degli or-dini di negoziazione, il back office, la contabiliz-zazione traggono profitto dall’utilizzo di pro-dotti tecnologici avanzati. Fondamentale poi èl’impatto dell’informatica nella gestione dellaclientela: dalla segmentazione all’individuazio-ne vera e propria della combinazione prodotto-servizio-canale distributivo più idonea alle esi-genze del cliente, dalle azioni di marketing finoal monitoraggio. La continua e rapida crescitadelle applicazioni, che gestiscono in modo effi-cace e tempestivo i dati, sfocia poi in più dire-zioni: dalla raccolta e distribuzione delle infor-mazioni finanziarie, alla pianificazione finanzia-ria dei vari assets, dalla misurazione dei rendi-menti e delle performance, alla gestione inte-grata del patrimonio del cliente. Tramite que-sto processo combinato di sistemi operativi eanalitici svolto attraverso software CRM, è pos-sibile adattare in modo tempestivo il modellodi business a seconda dell’andamento del mer-cato o delle esigenze della clientela, e conse-guentemente, costruire una relazione più soli-da tra le controparti. L’IT abilita e facilita i pro-cessi di generazione e di diffusione dell’infor-mazione, ma anche di semplificazione, in parti-colare in relazione all’evoluzione della normati-va che regolamenta il rapporto banca-cliente,che ha portato un aumento della complessitàburocratica. Saper raccogliere, valorizzare e ge-stire le informazioni e approfondire la cono-scenza dei clienti è dunque sicuramente un ele-mento differenziante e competitivo.Sulla base delle caratteristiche di ogni istituto,ovvero la forma organizzativa, la dimensione,l’appartenenza o meno a gruppi bancari e viadicendo, sarà opportuno effettuare scelte coe-

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renti con la propria immaginee struttura, soprattutto perché in-vestire in tecnologia rappresentaun onere non indifferente: gli in-vestimenti in Information Techno-logy costituiscono ormai la se-conda voce di costo, dopo quel-la del personale, nel conto eco-nomico degli operatori di Priva-te Banking.

Sempre più spesso si ricorre al-l’outsourcing proprio per abbatte-re parzialmente questa tipologiadi costo e per accelerare l’innova-zione tecnologica, affidandosi apartners esterni specializzati delsettore.Tuttavia, non bisogna sottovaluta-re il fatto che l’attività di PrivateBanking è per sua natura un’atti-vità ad alta densità relazionale do-ve è fondamentale la capacità delbanker di creare empatia con ilcliente: egli non è solo una perso-na di fiducia, ma anche un puntodi riferimento per la soluzione diqualsiasi problema per il cliente. Èsu questa relazione che si costrui-sce l’intero business model, quin-di è importante tenere presenteche i sistemi di innovazione digita-le, necessari per semplificare i pro-cessi produttivi, devono essere co-struiti sulle persone, che resteran-no centrali. Unire la componenteumana e quella tecnologica per-metterebbe di rinnovare l’attualemodello, rispondendo meglio allasfida del ricambio generazionale eavviando nello stesso tempo l’evo-

luzione verso un lavoro di team an-che nel private.Riprendendo quanto già eviden-ziato all’inizio, il futuro del PrivateBanking si giocherà interamen-te sulla complessa interazionetra tecnologia, cliente e banker:le sfide dei prossimi anni verte-ranno sulla capacità di correla-re e analizzare il patrimonioinformativo così da trasformar-lo in ulteriori opportunità percliente e consulente.

Il successo in questo particolare edelicato settore si misurerà soprat-tutto nella capacità di mettere alservizio del consulente le innova-zioni prodotte dal continuo svilup-po tecnologico. Quest’ultimo rap-presenta un tassello fondamenta-le perché permette al consulentedi sfruttare appieno il processo didigitalizzazione cui stiamo assi-stendo, razionalizzandone il lavo-ro e permettendogli di dedicarepiù tempo alla cura del cliente e al-la costruzione di una relazione difiducia. Per questo, la tecnologiasarà sempre più al servizio del pro-fessionista, ma ben lontana dal so-stituirlo, perché solo il consulenteè in grado di cogliere e di fare e-mergere gli obiettivi di vita delcliente e tradurli in reale investi-mento.

16 INNOvARE – ISTITUzIONI E PMI

Andrea Mazza e Marco BossiJELiuc

Junior Enterprise LIUC

INNOvARE – ECONOMIA

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ISTITUzIONI E PMI – INNOvARE 17

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18 INNOvARE – ECONOMIA

Quando la liberalizzazione degli scambi aumenta i dubbi?a cura di Luigi Pastore

Non sono bastati 11 incontri tra ladelegazioni degli Stati Uniti e l’U-nione europea, per far fare signifi-cativi passi avanti all’accordo peril libero scambio (Ttip) e le troppedivisioni lo rendono di difficile at-tuazione prima del 2020, con l’ul-teriore incognita della sua appro-vazione all’unanimità da parte ditutti i parlamenti dell’Unione. I ne-goziati procedono con lentezzaper garantire un soddisfacente li-vello di protezione per tutti i cit-tadini, dichiarano i negoziatori eu-ropei ed è per questa ragione chela distanza tra le parti è ancora am-pia. La notizia delle difficoltà chesono emerse nell’ultimo incontrodi Miami,ha reso felici i numerosis-simi contestatori dell’accordo, chesperano in un’interruzione dellanegoziazione. Tutto questo,non o-stante dal Transatlantic Trade In-vestment Partnership siano espli-citamente esclusi il settore cultu-rale, gli audiovisivi ed internet chesono una delle principali ragioni diopposizione da parte di chi temeuna sudditanza ideologica dell’U-nione europea agli Stati Uniti. Lealtre ragioni di chi si oppone al

trattato sono da ricercare in quel-lo che viene considerato il suo ve-ro obiettivo, non quello di abbas-sare le tariffe doganali ed accele-rare la crescita,ma,piuttosto,di ri-muovere tutte le principali barrie-re poste a protezione dei consu-matori con la liberalizzazione de-gli OgM e la possibilità di vende-re in Europa prodotti alimentariche fanno largo uso di ormoni eprodotti chimici che l’Unione vie-ta. Per dissipare queste paure i ne-goziatori europei hanno avutomandato di rendere trasparentitutti i risultati che verranno rag-giunti ed è stato definito un per-corso di approvazione che preve-de la ratifica successiva degli ac-cordi. Inoltre il trattato non potràimporre la privatizzazione dei ser-vizi pubblici e pertanto nessunanorma impedirà agli Enti locali dicontinuare a gestire acqua, rifiuti,trasporti, assistenza e istruzione.verrà conservato il principio diprecauzione che già oggi regola iltrattamento degli OgM. Infatti laloro introduzione non sarà consen-tita fin tanto che non verrà accer-tata la loro non pericolosità, con-

trariamente a quanto avviene ne-gli USA dove sono ammessi finchénon è provato che sono nocivi .Inmolti però ritengono limitativa laposizione europea ed affermanoche non è tanto la pericolosità cherende inattuabile l’introduzionedegli OgM, ma il fatto che la lorodiffusione, oltre a creare dei mo-nopoli nella vendita delle semen-ti, minerebbe la diversità di gene-re che è la migliore garanzia di li-bertà e sicurezza in caso di care-stie e/o epidemie. Come è eviden-te le posizioni sono divergenti e fa-re chiarezza e informazione corret-ta diventa un vero “imperativo ca-tegorico”.Quindi occorre saperecome è articolato il Ttpi. La suasuddivisione è in tre macro setto-ri, con poi una moltitudine di sot-tocapitoli che trattano di svariatetematiche e attività economicheconseguenti che sono affrontatein cinquanta differenti gruppi set-toriali. I tre capitoli sono: 1) le barriere doganali,2) gli ostacoli normativi

e regolatori,3) le regole di enforcement.

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19ECONOMIA – INNOvARE

Sui dazi che sono già bassi (media-mente un 3% del valore delle mer-ci) ci sono però delle punte inac-cettabili con valori che, da ambole parti, variano da un più 12 ad unpiù 350%. L’obiettivo del trattatoè appunto eliminare questi picchie riportarli al valore medio. Il veroscoglio, però, non sono le barrie-re doganali, ma quelle normativee l’obiettivo è armonizzarle e/o e-liminarle, secondo indicatori chedovrebbero essere quelli più rigo-rosi tra quelli in essere tra le duesponde dell’Oceano. Si spazia dal-le norme antinquinamento a quel-le sulla sicurezza personale ed ali-mentare, dove esistono spesso di-vergenze di difficilissimo supera-mento, anche per effetto di resi-stenze culturali. È il caso degli or-moni somministrati ai bovini o del-le carcasse di pollo lavate con lavarichina che gli americani conti-nueranno a fare, ma gli europeinon saranno obbligati ad importa-re. Chi si oppone sottolinea, però,che il non obbligo di importazio-ne apre comunque una possibilità,rispetto ad un divieto, perché per-mette di puntare sull’aspetto eco-

nomico e in tempi di crisi, ciò checosta meno, può essere più appe-tibile, anche se non è perfetta-mente sicuro. I fautori, ribattono,che se ci si impunta su alcuni a-spetti, il rischio è che tutto salti eche si perdano opportunità di cre-scita economica ed occupaziona-le che sono connesse all’approva-zione del trattato e che sono sti-mate in un incremento per il no-stro PIL dello 0,5% annuo, nell’ar-co di dieci anni. Nell’ambito nor-mativo si punta a far si che le im-prese possano produrre prodottifruibili su entrambi i continenti, e-vitando duplicazioni inutili e costo-se, grazie a standard validi per en-trambi. Ci si confronta infine an-che su come rendere cogenti lenorme e come realizzare un siste-ma sanzionatorio con un organi-smo in grado di comminarle. Ini-zialmente si era ipotizzato che unesportatore potesse chiamare incausa, presso un gruppo arbitraleinternazionale, uno Stato, nel ca-so si sentisse discriminato. Oggiinvece si sta pensando di realizza-re un vero tribunale con giudiciprofessionisti di entrambi i trattan-

ti che potrebbe fornire più ampiegaranzie in caso di conflitti di inte-resse. Diviene comunque fonda-mentale inglobare nel Ttip unostrumento di tutela proprio percostituire un precedente in funzio-ne di futuri ulteriori accodi. Comeè evidente le tematiche sono com-plesse e le semplificazioni spessosono riduttive; è chiaro che il con-fronto, leale ed etico, con l’inte-resse dei cittadini al primo postae la tutela dei loro diritti, contro lelobby e i poteri forti, deve esserela linea guida, perché lo sviluppoe la crescita non possono prescin-dere dal progresso e dalla moder-nità che si fondano sul diritto e laparità delle condizioni. Solo inquesto modo si potrà in futuropensare ancora più in grande ed i-potizzare un’area di libero scam-bio che coinvolga tutto il Pianeta.

Luigi Pastore

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20 INNOvARE – ECONOMIA

Posso vendere la mia azienda?a cura di Guidalberto Gagliardi

Nei primi anni è raro che il fondatoredell’azienda pensi di cederla, persinoin un Paese come gli Stati Uniti doveguadagnare creando e vendendo im-prese è all’ordine del giorno. A un cer-to punto però può accadere qualcosache induce a considerare questo te-ma. L’imprenditore potrebbe aver ter-minato le risorse finanziarie o quelleemotive, un socio finanziario potreb-be voler monetizzare l’investimentooppure potrebbe essere pervenutaun’offerta talmente attraente da do-ver essere considerata.Qualunque sia la motivazione per cuistate ipotizzando la vendita della vo-stra impresa, preparatevi a vivere del-le emozioni forti. Come afferma Nel-lie Akalp1: «Vendere la propria societàè un’opportunità incredibile dal pun-to di vista personale e professionale.Occorre comunque essere preparatiper quanto seguirà»2.Il punto è effettivamente questo: per-ché questo progetto abbia successo,dovreste essere consapevoli di alcunisnodi critici e prepararvi a gestirli. ve-diamo quali.

CAPITE SE SIETE MENTALMENTE BEN DISPOSTIPrima d’iniziare il processo, poneteviuna semplice domanda: «Se qualcu-no mi desse X euro per la mia azien-da, la venderei?».Potreste non essere disponibili ad av-viare alcuna trattativa: è normale inquanto molti imprenditori amano tal-mente ciò che fanno che le loro im-prese diventano inestimabili. Che ab-biate torto o (ce lo auguriamo) ragio-ne, la situazione non cambia. Non sie-te pronti a vendere: avviare il proces-so con questo spirito sarebbe inutile.Se invece rispondete affermativamen-te, significa che avete l’atteggiamen-to corretto per proseguire e vale quin-di la pena che ragioniate seriamentesulla possibile cessione.

PENSATE AL “DOPO”Avete lavorato duro per creare e svi-luppare la vostra azienda. Finché lagestite avete la possibilità di non pa-gare direttamente alcuni costi perso-

1 L’Avv. Akalp e suo marito fondarono nel 1997MyCorporation.com, vendendola otto annidopo alla società d’informatica e contabilitàIntuit per 20 milioni di dollari.

2 N.Akal, Here Are 6 Considerations WhenYou're Thinking of Selling Your Business,www.entrepreneur.com, August 21, 2015.

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21ECONOMIA – INNOvARE

nali (pensate all’auto aziendale o al te-lefono cellulare) e, pur con i possibili“alti e bassi” economici, di ricevere unflusso periodico di compensi, stipen-di o dividendi. vendendo l’attività do-vrete vivere solo con il ricavato dellacessione, probabilmente dopo averversato le imposte sul “capital gain”.È quindi necessario che programmia-te attentamente il futuro vostro e del-la vostra famiglia. Se, per esempio, i-potizzaste di avviare una nuova atti-vità, vi conviene prevedere un esbor-so prudentemente superiore di unquinto rispetto all’investimento atte-so. Oppure potreste collaudare lanuova iniziativa ancor prima di cede-re quella storica, cercando così di ab-breviare il periodo durante il quale do-vrete mantenervi solo con il ricavatodella vendita societaria. Se non ave-ste un nuovo progetto imprenditoria-le, tenete conto dei rendimenti mediofferti dai possibili investimenti finan-ziari e verificate se possono consen-tirvi di mantenere il vostro attuale te-nore di vita senza intaccare il capitaleottenuto con la vendita.La cessione comunque non cambiasolo il vostro assetto patrimoniale. Es-sa, infatti, rileva anche sull’organizza-zione della vostra vita. Durante il processo di vendita vi con-centrerete sulla chiusura dell’opera-zione, scordandovi di ragionare suquanto accadrà una volta firmato ilcontratto. Certamente tutto cam-bierà. Potreste uscire definitivamentedall’azienda che avete creato, alla ces-sione o dopo un breve periodo di “ac-compagnamento”: in questo casopasserete dalla missione di far cresce-re l’impresa a un’assenza di missione.A meno che non abbiate già altri o-biettivi professionali o degli hobbycoinvolgenti potreste presto sentirvisvuotati e annoiati. Una soluzione inquesti casi consiste nell’impegnarsi inattività sociali o nell’affiancare nuoviimprenditori aiutandoli a realizzare illoro sogno.Qualora rimaneste nella società, vuoiperché l’investitore è un fondo di pri-vate equity o perché è una grande a-zienda che accetta (o pretende) chegestiate la sua nuova “divisione”, sia-te certi di essere pronti a rinunciarealla vostra autonomia. Da imprendi-tore vi farete manager, due figure chepresentano una serie di vantaggi esvantaggi relativi. Se non siete mai

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INNOvARE – ECONOMIA

stati dipendenti, diventarlo potrebbeessere traumatico (a dispetto del ruo-lo, magari prestigioso, che vi sarà af-fidato).

TROvATE UN ACQUIRENTE CHECONDIvIDA LA vOSTRA vISIONEDopo aver dedicato anni di duro la-voro e ampie energie psichiche all’a-zienda, sarà arduo cederla al “primovenuto”. Ciò vale soprattutto se ave-te dipendenti che resteranno nella so-cietà. La strada più semplice per su-perare i sensi di colpa e i dubbi con-siste nel trovare un acquirente checondivida il vostro approccio impren-ditoriale, che voglia investire nell’a-zienda e che abbia le idee e le risorsenecessarie per farle spiccare un saltodi qualità.

SIATE CERTI DI AvERE I CONTI IN ORDINESe pensate che le banche siano pe-danti e rigide nel valutare le vostre ri-chieste di fidi, aspettate di vedere co-sa farà il potenziale acquirente.vi chiederà uno stato patrimoniale ag-giornato, dei report mensili o trime-strali, il budget per l’esercizio in cor-so e almeno due o tre bilanci civilisti-ci che mostrino dei dati robusti. Sen-za contare innumerevoli dettagli suvendite, logistica, acquisti e finanza.In generale, comunque, una contabi-lità accurata e controllata da un revi-sore conduce a una valutazione supe-riore, in quanto il potenziale investi-tore avrà più fiducia che l’andamentoaziendale sia proprio quello rappre-sentato e che la vostra richiesta diprezzo sia fondata su solide basi.Una documentazione imprecisa o in-completa può costarvi l’operazione odeprimere la valutazione. Questo va-le per tutti gli elementi che possonointeressare al potenziale acquirentequando deve valutare la possibile o-perazione (si veda il punto successi-vo): se le informazioni fornite non sa-ranno supportate da idonee prove,non saranno ritenute affidabili.

RAgIONATE SU COSA CREA vALORECapire come siano valutate le impre-se è un passo importante nella deci-

sione di vendere la vostra società. Èevidente che le dimensioni del fattu-rato e degli utili sono importanti. Piùi vostri ricavi sono elevati e più cre-scono, più valore vi sarà riconosciuto.Maggiore sarà stato l’utile netto,maggiore sarà il valore della vostra a-zienda3.vi sono però altri elementi più sottiliche contribuiscono in modo determi-nante a comporre l’offerta che rice-verete. Si tratta di fattori che influen-zano la percezione del rischio da par-te del potenziale investitore e che ta-lora non sono direttamente correlatia ricavi o redditi4.La quota di mercato raggiunta dallavostra azienda, per esempio, è un in-dicatore di peso, però conta anche lacomposizione della vostra base clien-ti. Se avete pochi grandi clienti, la vo-stra redditività potrebbe essere rite-nuta rischiosa. Ciò è particolarmentevero per un acquirente in quanto eglipotrebbe avere il fondato timore cheun cliente significativo abbandoni l’a-zienda dopo il cambio di proprietà5.È anche importante quanto vale cia-scun cliente: siate perciò preparati,tra l’altro, a rispondere a domande ri-guardanti il costo per l’acquisizionedi un nuovo compratore o il valoremedio sul ciclo di vita di un cliente.La reputazione aziendale, a sua volta,merita un’attenta analisi. Si tratta diun oggetto difficilmente quantificabi-le ma che ha un chiaro legame con ilvalore. Disporre di un nome apprez-zato ed essere considerati da clientie fornitori un affidabile partner com-merciale può essere determinanteper la valorizzazione della vostra im-presa. La fidelizzazione dei clienti e lanotorietà del marchio sono elementiper cui molti potenziali acquirenti so-no pronti a riconoscere un maggiorprezzo.Un investitore saggio vorrà anchecomprendere la qualità dei vostri col-laboratori. Salvo rare eccezioni, gli ac-quirenti cercano situazioni in cui il per-sonale e i manager restino in azienda,senza creare discontinuità nella ge-stione quotidiana. In questo modosuppongono di poter conservare l’e-sperienza e l’organizzazione che han-no contribuito al successo aziendale.L’incertezza legata a possibili uscitedi persone chiave può essere mitiga-ta se l’impresa dispone di norme eprocedure chiaramente documenta-te. La “mappatura” dei processi, la di-

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3 Questo può dar luogo a un dilemma se ipotizzate di strutturare ricavi e costi aziendali in mododa minimizzare le imposte.

4 S.Yoder , The Best Business Valuation Methods You Aren’t Using, www.entrepreneur.com -August 4, 2015.

5 Idealmente nessun cliente dovrebbe rappresentare singolarmente più del 10% dei ricavi a-ziendali.

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24 INNOvARE – ECONOMIA

sponibilità di manuali operativi, lacreazione di un sistema centralizzatodi gestione documentale possonorendere più sereno l’acquirente inquanto riterrà che il cambio di pro-prietà non influirà marcatamente sul-la perdita di competenze critiche. E-gli inoltre comprenderà agevolmen-te come funziona la vostra organizza-zione e vi riconoscerà una buona qua-lità nella gestione6. gran parte dello“avviamento” sta proprio qui. Si noti,malgrado tutto, che se l’azienda nonpuò fare a meno del suo fondatore,l’acquirente percepirà un rischio chedeprimerà la sua offerta.Un’altra area che concorre alla crea-zione del valore è il potenziale dicrescita. È importante saper mostra-re, con adeguata documentazionedi supporto, perché e come l’azien-da continuerà a svilupparsi anchedopo il cambio di proprietà. Un pia-no strategico può essere un docu-mento valido per illustrare il valoreaziendale e per evidenziare delle a-ree d’espansione che l’acquirentepotrebbe non aver considerato. Ilpiano dovrà fare comprendere se ilmercato attuale è attraente, se vi siala possibilità di entrare in nuove spa-zi con l’attuale offerta o di riempirenicchie in cui i concorrenti non sonoattivi, se l’azienda sta massimizzan-do la sua relazione con la base clien-ti esistente, se dispone di tecnolo-gie espandibili verso altri ambiti, sel’impresa ha delle opportunità dimarketing che non siano ancora sta-te sfruttate, se vi sia la possibilità diassorbire dei concorrenti.Più in generale un acquirente gradiràscoprire dei vantaggi competitivi7grazie ai quali la vostra azienda si di-stingue dalla concorrenza e apprez-zerà particolarmente quegli elementiche simultaneamente limitano l’azio-ne dei concorrenti. Per spuntare unavalutazione premiante sarà quindi

fondamentale saper illustrare questivantaggi competitivi e come essi ri-ducano il rischio della vostra attività.Contemporaneamente sarà anchecritico presentare i punti di debolez-za aziendali e dimostrare come essisiano superabili.Nel complesso l’incrocio tra elementi“hard” (come fatturato e reddito) e“soft” (come la qualità della baseclienti, l’organizzazione aziendale, ivantaggi competitivi) sarà determi-nante per l’acquirente e comporrà lesue attese in merito ai flussi di cassafuturi. Se riterrà che in futuro la so-cietà potrà disporre di un cash flowpositivo e regolare, la valuterà conmaggiore serenità.

vERIFICATE QUANTO LO STATO SI TERRà DEL PREzzONel pianificare la vendita e, soprattut-to, i vostri progetti per il futuro, è uti-le che teniate conto anche delle im-poste che dovrete versare allo Stato.Il denaro disponibile per la fase suc-cessiva della vostra vita sarà pari alladifferenza tra il prezzo di vendita e le“tasse”.Non è agevole definire a priori il cari-co fiscale perché entrano in giocomolti fattori individuali e perché lenorme italiane sono notoriamente vo-lubili nel tempo e confusamente so-vrapposte tra loro. Un buon fiscalistasaprà assistervi nel realizzare questastima e proporvi le migliori soluzioni:contattatelo sin dagli albori del pro-cesso di vendita in quanto l’ottimiz-zazione della struttura fiscale potreb-be richiedere interventi lunghi e arti-colati (es. conferimenti, scorpori, tra-sformazioni societarie, cessioni tra fa-miliari…).

NON DATE NULLA PER SCONTATOFINCHé NON AvRETE FIRMATO L’ULTIMO CONTRATTOOttenere una manifestazione d’inte-resse o addirittura sottoscrivere unalettera d’intenti sono passaggi impor-tanti ma non determinanti per l’esitodell’operazione. I negoziati di M&Apossono essere estenuanti e conti-nuare a riaprirsi durante l’intero pro-cesso.La due diligence può durare dei mesie condurre a esiti inattesi (soprattut-to se non avevate preparato la possi-bile cessione).vi suggeriamo di tenere isolato il pro-

6 Le procedure e i documenti di maggiore impatto comprendono:• quadro sinottico completo per collaboratore indicante RAL, benefit e TFR;• norme per l’assunzione, il mantenimento e lo sviluppo del personale;• regolamento di comportamento interno e Modello Organizzativo ex D.Lgs.231/01;• relazioni periodiche sulle prestazioni del personale;• elenco dei collaboratori esterni, dal fiscalista sino ai fornitori di lavoro interinale;• data base centralizzato sui clienti;• procedure per accettare i nuovi clienti e policy di customer relationship;• elenco di agenti, distributori, rappresentanti e report di vendita;• norme per il controllo qualità, la verifica inventariale e l’operatività;• archivio centrale di documenti e di format di comunicazione standard;• sistema di reportistica contabile gestionale.

7 Marchi noti magari anche registrati, proprietà industriale (se opportuno protetta da brevetto),copertura mediatica, segreti commerciali o industriali, contratti di esclusiva con clienti o forni-tori, rating bancario solido, disponibilità di software “su misura”, sistema di formazione com-pleto e adeguato…

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25ECONOMIA – INNOvARE

cesso di M&A e la due diligence dalresto dell’attività aziendale, conti-nuando anzi a gestire l’operativitàquotidiana come se nulla fosse finoall’ultimo momento.

TROvATE DEI CONSULENTI AFFIDABILI E SPECIALIzzATICome imprenditori avrete indubbia-mente grande esperienza nel gestirela vostra attività ma, di solito, saretedei novizi quando si parla di concetticome i multipli o la valutazione d’im-presa. Talvolta gli imprenditori nonhanno nemmeno una grande consue-tudine nel formalizzare un businessplan.Quando ricevete un’offerta o se sta-te autonomamente pensando a unapossibile vendita della vostra impre-sa vi conviene cercare un consulentedi M&A.Il “commercialista” che segue abi-tualmente voi o la vostra società diffi-cilmente potrà fornirvi il supporto ne-cessario: anche nel caso raro in cui a-vesse delle concrete esperienze spe-cifiche, non avrà probabilmente iltempo necessario da dedicarvi. Lecessioni d’impresa si caratterizzano,infatti, per processi sempre differentima invariabilmente complessi, di-scontinui, con repentini cambiamentidi ritmo e dalla necessità di disporredi competenze multidisciplinari. Il sin-golo professionista ordinario, che se-gue molti clienti che devono rispetta-re numerose scadenze civilistiche e(soprattutto) fiscali non ha la possibi-lità di dedicare, senza preavviso, 14ore al giorno per una settimana al vo-stro progetto8. I consulenti detti M&Aadvisor invece lavorano quasi esclusi-vamente a supporto di chi compra evende aziende, di chi cerca nuovi so-ci, di chi ha importanti progetti di cre-scita o ristrutturazione. Oltre a que-sta spiccata specializzazione, posso-no dedicarsi a tempo pieno al vostroprogetto e hanno solitamente unoschema di remunerazione flessibile,allineato ai vostri obiettivi9. Il consu-lente di M&A saprà fornirvi un parereesterno sul valore della vostra societàe vi aiuterà nel realizzarlo, magari an-che suggerendovi di rinviare l’avviodel processo di vendita fino a quan-do l’azienda non sarà pronta (si vedaoltre).Avvaletevi anche di un legale spe-cializzato che sia un deal maker,

piuttosto che un cavilloso estensoredi contratti o un competente esat-tore di crediti.

vI CONvIENE ASPETTARE?Molti di noi sono naturalmente impa-zienti, soprattutto quando ci sono deiprogrammi urgenti da realizzare.Spesso però la disponibilità di tempopuò fare la differenza sul valore azien-dale. gli investitori apprezzano atti-vità che siano stabili: aziende che han-no una storia lunga e consolidata ten-dono quindi a ottenere valutazioni mi-gliori. Se poi la vostra impresa sta re-gistrando risultati in crescita, il valoreaumenterà mensilmente… Talora at-tendere potrebbe addirittura conve-nire se l’attività fosse in difficoltà, so-prattutto se potrete stabilizzare rapi-damente la redditività aziendale emostrare ai potenziali acquirenti cheil fallimento non è il destino immedia-to della vostra società10.D’altra parte possono esserci mo-menti in cui il mercato dell’M&A èparticolarmente favorevole per i ven-ditori (come sta avvenendo attual-mente in molti settori11): in questifrangenti attendere potrebbe risulta-re deleterio.Il valore della vostra impresa varia fre-quentemente, perciò prima di deci-dere se avviare la cessione vi consi-gliamo di ponderare quanto e in qua-le direzione il valore aziendale po-trebbe mutare nell’arco dei prossimi12 mesi.Soprattutto vi suggeriamo di esseresempre pronti a rispondere a offertedi acquisto provenienti da terzi senzache le abbiate sollecitate, come purea far partire in tempi rapidi un proces-so di vendita: chiedere un parere inmerito a un consulente specializzatoe ottenere periodicamente il suo sup-porto costa poco e apporta notevolivantaggi strategici.

Guidalberto GagliardiEquity Factory S.A.

www.equityfactory.ch

8 A onore del vero diversi studi associati sono in grado di superare gli oggettivi limiti di tempo ecompetenza del commercialista singolo e potrebbero avere al loro interno dei veri esperti diM&A.

9 Il loro compenso è normalmente suddiviso tra una remunerazione di base relativamente conte-nuta, detta retainer fee, e un’importante componente di guadagno che matura solo se riuscitea vendere la vostra azienda. Questa cosiddetta success fee, spesso cresce con il prezzo di ven-dita e, a differenza della provvigione spettante agli agenti di commercio o agli agenti immobi-liari, copre una parte dei costi che il professionista sostiene per dedicarsi a voi ed è quindi for-temente incentivante. La remunerazione a successo può variare tra l’1 e il 3% del valore del-l’impresa: potrà sembrarvi un importo elevato ma molti imprenditori l’hanno ritenuta un inve-stimento utile a massimizzare il valore, a evitare che l’acquirente abbia una posizione negozia-le troppo forte, ad accelerare la negoziazione, a ridurre le incertezze della due diligence e il di-sordine che può derivare all’azienda dall’attività di M&A.

10 M. Daoust, 3 Questions You Should Ask Before You Sell Your Business,www.huffingtonpost.com, September 28, 2015.

11 g.gagliardi, M&A: le prospettive, Amministrazione & Finanza, 11/2015.

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La fabbrica in vetrina

Che cosa pensereste se, entrando nell’atrio del vostro usuale luogo

degli acquisti, vi trovaste di fronte a una mini fabbrica

che produce mobili personalizzati?

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a cura di Andrea Barni – Andrea Bettoni

INNOvARE – STORIE

Tutto comincia tre anni fa nellamente di Dermot McNally, un pic-colo produttore irlandese di mo-bili tradizionali. Da tempo è alla ri-cerca di una strategia per rispon-dere allo strapotere che i grandicolossi dell’arredamento a livelloeuropeo, come Ikea o Leroy Mer-lin, hanno conquistato a scapitodelle realtà più piccole fatte di ar-tigiani e piccoli mobilifici. Ma se èimpossibile pensare di competerecontro questi giganti sui costi, resisempre più bassi grazie allo sfrut-tamento delle economie di scala,quale può essere l’arma dei piùpiccoli? Quale il grimaldello perscardinare un ordine ormai costi-tuito?Dermot ragiona sulle esigenze deisuoi clienti e inizia a chiedersi co-sa realmente può fare la differen-za nella scelta dell’acquisto e qua-li sono le lacune dell’offerta cor-rente. Pensa allora ad un mobile

su misura, come quelli che produ-ce nella sua azienda, ma realizza-to industrialmente nel rispetto del-l’ambiente il cui design non siaspersonalizzato ma basato suglistili locali ed emergenti. Analizza icompetitor del settore, non pos-sono offrire queste caratteristiche.I big player raggiungono un livellominimo di personalizzazione maattraverso la modularità: blocchielementari che, composti in modidiversi, tentano, spesso invano, diadattarsi alle dimensioni dellastanza e ai gusti dei clienti (best-fit). Dermot vuole andare oltre,vuole proporre un mobile che ri-calchi perfettamente le aspettati-ve del cliente e che sia progettatoinsieme a lui (custom-fit).

Il mobile del futuro è dunque unmobile personalizzato che vieneprodotto in modo sostenibile inprossimità del cliente sia in ter-

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27STORIE – INNOvARE

mini di luogo di fabbricazione siain termini di caratteristiche offer-te, tempi di consegna e prezzo.

Manca ancora un tassello però percompletare il puzzle. L’idea deveessere tradotta in un modello dibusiness economicamente vincen-te. Serve un nuovo concetto chesia capace al tempo stesso di ren-dere visibile e attrattiva questanuova proposta e che esalti i van-taggi della prossimità al cliente fi-no a renderla il punto cruciale diun nuovo livello di servizio. E seprossima deve essere, perché nondirettamente nel luogo in cui i con-sumatori acquistano, il centrocommerciale? Nasce l’idea della“fabbrica in vetrina” non solo co-me strumento di marketing ma co-me innovazione che mira a porta-re una mini-fabbrica in grado direalizzare mobili personalizzati,grazie al suo elevato livello di fles-sibilità, nel luogo principe dell’ac-quisto.Dermot a questo punto necessitadi risorse e competenze per svi-luppare la sua idea. Raccoglie at-torno a sé altri piccoli produttorisparsi per l’Europa, università, e-

sperti di innovazione, sviluppatoridi software ed un’azienda leadernella produzione di macchine peril taglio legno che crede nella suaidea. grazie ai finanziamenti euro-pei, prende corpo il progetto CTC(Local flexible manufacturing ofgreen personalized furniture Clo-se To the Customer).In CTC l’innovazione si muove sututti i livelli chiamati in causa dal-l’idea di Dermot: il risultato vuolee deve essere l’istanziazione di u-na mini-fabbrica funzionante. Tut-to il percorso, dall’ingresso delcliente nel negozio al co-designdel mobile fino alla produzione espedizione del mobile, va comple-tamente definito e realizzato perdimostrare la fattibilità del nuovoconcept. Sembra follia e, in parte,lo è. Produrre all’interno di un cen-tro commerciale è ben diverso dalfarlo in una fabbrica tradizionale ecomporta una serie di specifiche evincoli aggiuntivi con cui il proget-to ben presto si scontra.

La sfida più grande prende subi-to corpo nel cuore della mini-fab-brica, la macchina produttiva. Lespecifiche mettono alla prova gli

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28 INNOvARE – STORIE

ingegneri di SCM: serve una mac-china che garantisca una elevataflessibilità tale da permettere i li-velli di personalizzazione attesi,che integri tutte le operazioni ne-cessarie alla produzione del mo-bile e quindi il taglio, la bordatu-ra e la fresatura e che, al tempostesso, presenti un ingombrocontenuto per non danneggiarela profittabilità della soluzionedati gli elevati costi di affitto deilocali, di un ordine di grandezzasuperiori rispetto a quelli di unnormale sito produttivo.

già così ci sarebbe abbastanza la-voro per i tre anni di progetto manon basta. Produrre in un centrocommerciale richiede anche degliaccorgimenti “estetici”. Che cosapensereste se, entrando nell’atriodel vostro usuale luogo degli ac-quisiti, foste investiti da una pol-vere sottile di segatura e se unostridente rumore dovuto al tagliodelle tavole di legno vi impedissedi parlare con i vostri figli? La so-luzione tecnologica per ovviare aquesto problema viene sviluppatadalla Fachhochschule di Ro-senheim che sviluppa una “cuffia”montata attorno all’utensile capa-ce, non solo di abbattere drastica-mente l’emissione di decibel e di

aspirare il truciolo con un’efficien-za del 99%, ma che lo fa richieden-do un flusso di aria di 6-8 volte mi-nore rispetto ai sistemi tipici in fun-zione su queste macchine con con-seguente risparmio energetico e,in ultima analisi, economico edambientale.Non c’è innovazione tecnologicaperò che possa funzionare senzauna corrispondente innovazione diprocesso.

La mini-factory deve infatti ga-rantire, ogni volta che entra unnuovo cliente, il co-design, pri-cing, scheduling, produzione econsegna di un mobile ogni vol-ta diverso e deve farlo in modoautomatico senza che entrino ingioco progettisti dedicati. Nasceil concetto denominato “dal de-sign alla produzione in un solopasso”. Per realizzarlo Missler,leader nelle applicazioni CAD inEuropa, sviluppa allora unsoftware con cui il designer puòcostruire il portfolio di mobiliconfigurabili in cui siano definitele caratteristiche (dimensioni,materiali, finiture, accessori, …)che il cliente potrà selezionare suuna semplice interfaccia touch di-rettamente nel negozio con l’aiu-to di un commesso. L’applicazio-

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Andrea Barni – Andrea BettoniSUPSI

Scuola Universitaria Professionaledella Svizzera Italiana

29STORIE – INNOvARE

ne passa quindi i dati del mobilerichiesto ad un software di back-end che permette, in pochi istan-ti, di fornire il prezzo da propor-re al cliente per questo mobilemai prodotto prima in base al cal-colo dell’occupazione della capa-cità produttiva della fabbrica e iltempo di consegna in base allostato delle code. Tutti i percorsimacchina vengono quindi calco-lati e, se il cliente sarà soddisfat-to dall’offerta, schedulati per laproduzione.

Siamo arrivati alla fine del nostroviaggio, quasi. L’idea di Dermot èinfatti ad un passo dal divenirerealtà. Il primo prototipo di mini-fabbrica verrà realizzato e messoin funzione per tre settimane pres-so il Centro Brianza di PadernoDugnano nel mese di Aprile perdimostrare l’applicabilità concretadel concept e dei risultati svilup-pati.Il concetto di mini-fabbrica prossi-ma al cliente però è destinato atrovare applicazioni anche in con-testi diversi dall’arredamento e sibasa sull’idea di sfruttare la flessi-bilità raggiunta dai continui svilup-pi tecnologici per riportare la pro-duzione localmente là dove si tro-va il cliente dandogli finalmente lapossibilità di avere un prodotto“fatto su misura” a prezzi indu-

striali. Non solo questo permet-terà di aumentare la soddisfazio-ne del cliente ma promuoverà lacreazione di lavoro e competenzedistribuite localmente abbattendoal tempo stesso gli impatti am-bientali dovuti ai trasporti dai luo-ghi di produzione.Questo progetto ha ricevuto fi-nanziamenti dal Settimo Pro-gramma Quadro della ComunitàEuropea (FP7/2007-2013) trami-te il contratto di finanziamento n°608736.

PARTNER DEL PROgETTO EUROPEO CTC• SCM group, Italia• Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, Svizzera• Consorzio Synesis, Italia• McNally & Finlay Limited, Irlanda• Politecnico di Milano, Italia• Missler Software, Francia• Technology Transfer System, Italia• veragouth SA, Svizzera• Innovawood, Belgio• Fachhochschule Rosenheim, germania

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Secondo la definizione più comune lamass customization o “personalizza-zione di massa” è un approccio allaproduzione in grado di fornire pro-dotti fatti su misura, personalizzati,su larga scala grazie a tecnologie pro-duttive flessibili, conservando le ca-ratteristiche tipiche della produzionedi massa, quali produttività, efficien-za, costi contenuti ecc.Ma la mass customization è un obiet-tivo alla portata di tutti?«Direi proprio di si – dice Ivano Ge-rardi jr, della ditta gerardi produttri-ce di morse. Perlomeno dovrebbe es-sere un obiettivo di tutti perché qual-siasi azienda potrebbe trovare deibenefici a impostare la progettazio-ne e lo sviluppo dei propri prodotti

in tal senso».C’è chi la produzione personalizzatala fa da una vita per forza o per ragio-ne: «la personalizzazione di massa delprodotto è sempre stata la nostra fi-losofia – afferma Ottavio Albini di As-servimenti Presse. Noi produciamosistemi di asservimento per presseche sembrano costruiti in serie, ma inrealtà sono realizzati su misura per ilcliente. Questa tendenza sarà ancorapiù marcata anche in futuro».Certamente molto dipende dalle tec-nologie impiegate in azienda perchéla flessibilità dei fornitori si riflette an-che su quella degli utilizzatori, comesottolinea Daniele Bologna di Herm-le Italia: «Nel comparto dei centri dilavoro a 5 assi, per via della loro ver-

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a cura di Mattia Barattolo

INNOvARE – INNOvAzIONI & TECNOLOgIE

Ottavio Albini - Asservimenti Presse

Il nuovo paradigma industriale, in inglesemass customization, vede un approccio allaproduzione in grado di fornire prodotti fatti su misura, personalizzati, su larga scala grazie a tecnologie produttive flessibili.

La personalizzazionedi massa

Ivano Gerardi Jr - Gerardi Spa

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satilità d’impiego e quindi di introdu-zione nei settori più disparati, la clien-tela apprezza particolarmente la di-sponibilità delle aziende ad affronta-re e soddisfare le richieste di perso-nalizzazione delle macchine».

CAMBIAMENTO CULTURALEE gESTIONALEQuesto nuovo approccio alla produ-zione e alle esigenze de clienti richie-de, tuttavia, un cambio importantedal punto di vista organizzativo, ge-stionale e tecnologico e ciò compor-ta un ripensamento globale della pro-pria attività.Dice gerardi: «Dal punto di vista or-ganizzativo questo significa la vo-lontà del management e la disponi-bilità del personale aziendale ad ap-procciare le esigenze del cliente, maanche del mercato in generale in ma-niera versatile, reattiva e proattiva al-lo stesso tempo».Sulla stessa lunghezza d’onda ancheGiancarlo Alducci di Soraluce Italia:«Questo nuovo paradigma esige unatrasformazione integrale delle capa-cità e delle conoscenze delle impre-se fornitrici, sviluppando e relazio-nando capacità e conoscenze avan-zate multidisciplinari (ingegneria del-la lavorazione, CAD/CAM, nuovi ma-teriali, monitoraggio, tecnologia deisensori, grandi quantità di dati ecc.)che sono personalizzate per ciascunprogetto in funzione delle richiestedi ciascun cliente».Rivedere la struttura organizzativa èimprescindibile anche per Bologna:«Per poter affrontare la sfida dellamass customization un’azienda devedisporre di una struttura e di stru-menti gestionali adeguati. Sono indi-spensabili reparti specifici che gesti-scano le richieste di personalizzazio-ne e che si coordinino con i repartiproduttivi e di assemblaggio dellemacchine. L’organizzazione è fonda-mentale per poter predisporre i pac-chetti personalizzati al momento op-portuno nella filiera produttiva».Jürgen Hohnhaus di Bystronic groupHohnhaus mette al centro dell’atten-zione il cliente il quale è in grado diguidare le tendenze future con le suenecessità: «Molte delle nuove tecno-logie che nascono nel contesto di In-dustria 4.0 hanno il potenziale di af-fermarsi a lungo termine come stan-dard nell'industria. Questo cambierà

le future esigenze dei nostri clienti,anche nell'ambito della produzionedi massa personalizzata. Le attuali ne-cessità dei clienti, come la riduzionedei costi e l'efficienza di processo, siaccentueranno. E se ne aggiungeran-no altre, che magari oggi non vedia-mo ancora».

SIMULAzIONE, AUTOMAzIONE E IOTUn cenno lo meritano sicuramente itemi della simulazione, dell’automa-zione, della manutenzione predittivae di Internet of Things: quali tra que-sti elementi saranno determinanti? Equali avranno il maggior margine disviluppo nei prossimi anni?«Per quanto ci riguarda – sottolineagerardi – la simulazione già oggi vie-ne molto utilizzata per verificare labontà delle soluzioni studiate per ilcliente e per ottimizzare la configu-razione del prodotto stesso. Utiliz-zando il concetto di modularità è pernoi semplicissimo provare articoli al-ternativi nelle simulazioni per arriva-re a determinare in breve tempo allaproposta ottimale per il cliente. In o-gni caso se rivolgo invece lo sguardoall’interno devo anche segnalare chel’automazione è probabilmente l’uni-ca maniera per competere a livello dicosti sia i concorrenti più tecnologi-camente agguerriti come Tedeschi eSvizzeri, ma anche e soprattutto con-correnti provenienti da paesi di re-cente industrializzazione (Cina eTaiwan in particolare, ma non solo)che beneficiano sicuramente di costidi produzione inferiore».Per giancarlo Alducci tutti questi e-lementi avranno un ruolo fondamen-tale: «Se mi si chiede di scegliere frai tre, mi soffermerei sulla manuten-zione programmata come contributodirompente nel mondo della produ-zione con conseguenze tanto sugli u-tenti, che possono ottenere macchi-ne ad elevata disponibilità, quantosui produttori che possono sfruttarlaper migliorare i propri prodotti, ap-plicando i miglioramenti laddove so-no davvero efficaci. Il dominio di stru-menti come il cloud computing, bigdata e di data mining sono assoluta-mente essenziali per questo. Graziea Internet, l’implementazione dellarealtà contrbuirà a facilitare i lavori dimanutenzione in loco facilitando glioperai nella realizzazione di opera-

INNOvAzIONI & TECNOLOgIE – INNOvARE 31

Giancarlo Alducci - Soraluce

Daniele Bologna - Hermle Italia

Jürgen Hohnhaus - Bystronic

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zioni tecniche. Lo stesso si potrebbeapplicare al montaggio e messa in at-tività. Internet of Things si pone, amio modo di vedere, come basilarenella gestione automatizzata dellafabbricazione. Sarà possibile desi-gnare linee di fabbricazione pratica-mente senza una gestione centraliz-zata dotando gli attori della linea(pezzi e macchine) di tutta l’intelli-genza necessaria per quello».Anche secondo Albini la manutenzio-ne preventiva è molto importante«…con le tecnologie attuali, e mi ri-ferisco in particolare alla sensoristica,sapere come sta funzionando la mac-china e quali parti sono prossima allamanutenzione o alla sostituzione èfondamentale. Così come abituare ilcliente a prevenire anziché curare». Simulazione ed automazione sono e-lementi fondamentali per Bologna:«La simulazione per esempio delle la-vorazioni, per esempio, permette dievitare fermi macchina dovuti a colli-sioni e la manutenzione predittiva e-vita nuovamente fermi macchina nonpreventivati per guasti o usura dicomponenti. Infine l’automazione ga-rantisce autonomia di lavorazione epermette di sfruttare la macchina neiturni non presidiati. Per quanto ri-guarda la realtà aumentata applicataalle macchine utensili potrebbero es-serci sviluppi ma attualmente non ve-do ancora una diffusione di soluzionisul mercato. L’IoT invece è già unarealtà: la connettività delle macchineutensili, da mero mezzo di trasferi-mento programmi e di passiva acqui-sizione dati, si è evoluta e grazie alletecnologie attuali si è passati all’inte-razione».

L’IMPATTO SULLE RISORSE UMANECome ogni rivoluzione industriale,anche Industria 4.0 avrà una ripercus-sione sulle persone, esattamente co-me la ebbe l’introduzione dei robotin azienda, sebbene l’impatto non fudevastante come qualcuno predisseo volle far credere. Non sarà solo unapproccio culturale nuovo al proces-so produttivo, ma ovviamente serviràanche una formazione differente no-nostante i sistemi di gestione dellaproduzione o delle macchine utensilisempre più user-friendly.Secondo Alducci l’impatto sarò mol-to forte «… impatterà in modo deci-

sivo. Sono necessari profili tecnici dicui oggi non è consuetudine dispor-re tra i produttori di macchine uten-sili: controllare, comprendere gli e-venti, interpretarli, monitorarli, im-piegare CPS, redigere relazioni ecc.richiederà tecnici “diversi” da quelliche stiamo utilizzando. Inoltre, impat-terà sulla quantità di ciò che sarà ne-cessario, dal momento che si deve of-frire un servizio e rispondere alle a-spettative create. Inoltre, e visto co-me un business, queste tecnologie ei servizi associati, devono essere rico-nosciuti come tali e messi in valoreper le organizzazioni, che avrà ancheun impatto sul profilo di chi li propo-ne al mercato».Sulla stessa lunghezza d’onda ancheBologna che aggiunge: «Con l’IoT siintroducono in fabbrica elementi cherichiedono un approccio diverso al-l’operatività, nuove competenze daacquisire e in prospettiva nuove figu-re professionali con cui interagire. Persfruttare pienamente le opportunitàdi questa trasformazione tecnologicale industrie dovranno adottare unaforma mentis differente.Alla “classica formazione” sui control-li numerici e sistemi gestionali verràintegrata una formazione specificaper questi nuovi strumenti, anche segrazie a interfacce grafiche intuitive,touch screen e soluzioni sviluppate inlinea con le tendenze della tecnolo-gia consumer l’apprendimento saràsicuramente facilitato».«Credo che sia naturale che come e-volvono le tecnologie debbano evol-vere anche le persone – è il commen-to di Ottavio Albini. Almeno se voglia-mo che il fattore umano abbia sempreun ruolo fondamentale e attivo. Saran-no sempre le persone a interfacciarsicon il cliente e a cercare di capire lesue esigenze che sono oggi le più sva-riate. Recentemente per esempio c’èun’attenzione particolare verso il con-sumo energetico delle macchine per-ché il risparmio sui costi dell’energiapuò incrementare il margine di guada-gno di un’azienda. Certo è che la men-talità dovrà cambiare anche nei valoridelle tradizioni».

IN NOME DELLA COMPETITIvITàLa quarta rivoluzione industriale, se-condo pareri autorevoli, porterà be-nefici enormi e un salto competitivo

alle aziende che ne sapranno seguirei dettami. Sarà proprio così?Non ha esitazioni Ivano gerardi jr:«Questo è sicuramente fuori di dub-bio, ma più che altro comporteràgrossi problemi per chi non sarà ingrado di attuarla con il serio rischio dinon poter più restare sul mercato.Oggi chi si lega ai prodotti Gerardi sadi poter beneficiare, oltre che di unagaranzia di durata senza eguali sulmercato, ma anche delle novità e de-gli sviluppi di un sistema aperto chenon teme obsolescenza».Anche giancarlo Alducci non ha dub-bi: «Se ci chiede se le aziende chestanno salendo sul carro di questa ri-voluzione industriale avranno benefi-ci competitivi, la risposta è sicura-mente sì». D’accordo anche Ottavio Albini se-condo il quale non solo i vantaggicompetitivi saranno determinanti, maquesto nuovo approccio alla produ-zione non potrà che elevarsi all’enne-sima potenza negli anni a venire.Sui benefici competitivi è pienamen-te convinto anche Daniele Bolognache pone l’accento su un altro aspet-to: «La sfida principale nell’adottarela modalità di operare tramite l’IoT,che consente indubbiamente di rag-giungere livelli più elevati di qualità,sostenibilità e flessibilità, e di ridurresprechi di tempo e risorse, resta quel-la di attivare policy aziendali e siste-mi di connessione in grado di tutela-re adeguatamente la sicurezza indu-striale».Chiude la nostra inchiesta JürgenHohnhaus di Bystronic con un riferi-mento preciso al comparto della la-miera: «Nell'ottica dei nostri clientipossiamo affermare che Industria 4.0aiuterà gli operatori a gestire i loroprocessi in modo più economico, fles-sibile e semplice. A trarne vantaggiosaranno coloro che riusciranno a im-plementare le nuove soluzioni più infretta rispetto ai loro concorrenti. Sullungo periodo, con Industria 4.0 la la-vorazione delle lamiere passerà a unlivello superiore. Prima o poi, dun-que, tutti gli operatori che intendo-no mantenere la propria competiti-vità, dovranno cimentarsi con Indu-stria 4.0».

32 INNOvARE – INNOvAzIONI & TECNOLOgIE

Mattia Barattolo

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I sistemi di visione e di identificazio-ne industriale permettono di ottene-re dati oggettivi sui prodotti in ma-niera ripetitiva e automatica attra-verso l’elaborazione digitale delleimmagini. Per questo motivo il loroimpiego è sempre più diffuso in sva-riati settori dall’industria alimentare,all’automobilistica, alla meccanica,alla cosmetica, alla farmaceutica, alsettore del confezionamento e del-l’assemblaggio. Tali sistemi supportano differenti ap-plicazioni quali ispezioni, misurazio-ni, OCR/OCv, rilevamenti di presen-za/assenza, lettura di codici.I sistemi di visione, oltre a controlla-re processi produttivi, possono es-sere impiegati per il controllo di o-perazioni quali saldature, assem-blaggi ecc., operazioni che spessovengono eseguite da robot.La guida di robot con sistemi di vi-sione industriale è una tecnologiache agevola la flessibilità produttivae consente alle linee di produzionedi assecondare velocemente le mo-difiche dei prodotti.

Oltre all'individuazione di pezzi peril prelievo e il posizionamento e allaguida di un robot per l'assemblag-gio di componenti, i sistemi di visio-ne industriale provvedono all'ispe-zione, alla misurazione e alla letturadi codici lineari e Data Matrix duran-te la movimentazione o l'assemblag-gio dei prodotti.Per approfondire questa tematica,KUKA Roboter Italia in collaborazio-ne con Cognex Italia ha organizzatolo scorso 12 febbraio un workshopdal titolo “La visione artificiale appli-cata alla robotica” durante il qualesono state illustrate le novità dei pro-dotti di visione e di robotica presen-tando una serie di demo applicativeallestite nell’Application Center diKUKA, in particolare una cella robo-tizzata realizzata da Egicon, aziendache progetta e produce dispositivielettronici, partner sia di KUKA perla robotica che di Cognex per la vi-sione. «Negli ultimi 8 anni KUKA è cresciu-ta rapidamente passando da circa3.000 dipendenti agli attuali 13.000

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a cura di Mattia Barattolo

INNOvARE – INNOvAzIONI & TECNOLOgIE

I sistemi di visione aiutano le aziende a migliorare qualità e rendimentoin produzione. La visione artificiale applicata alla robotica amplificale possibilità a disposizione dei clienti come ha dimostrato il recenteworkshop organizzato da KUKA in collaborazione con Cognex.

La visione artificiale applicata alla robotica

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per un fatturato globale 2015 di 2,9miliardi di euro – esordisce AlbertoPellero, Responsabile Marketing diKUKA Italia durante il suo interventoal workshop. La crescita è avvenutaanche grazie al processo di acquisi-zioni avvenute nel tempo, tra cuiquella di Reis Robotics e, ancora piùrecente, quella di Swisslog, aziendache progetta e realizza automazionee soluzioni di Material Handling permagazzini e centri di distribuzione.KUKA ha attualmente 4 divisioni:KUKA Robotics, KUKA Systems,KUKA Industries e Swisslog».Secondo i dati forniti dall’IFR il mer-cato italiano rimane molto importan-te per il comparto della robotica. Nel2015 sono stati venduti nel nostropaese ben 4.900 robot e la crescitaper il biennio 2016-2017 dovrebbeesser di circa il 5%. «Lo scorso anno KUKA Italia ha ven-duto circa 750 robot anche se l’80%è andato o andrà a produrre all’este-ro» sottolinea Pellero.I market driver per il mercato nell’ac-quisto di automazione flessibile so-no sostanzialmente il rinnovo o l’am-modernamento degli impianti diproduzione, con un occhio partico-lare al risparmio energetico: «I clien-ti sono divenuti molto attenti all’effi-cienza energetica, per questo KUKAha sviluppato dei controller in gradodi consumare fino al 95% in meno ri-spetto ai precedenti. La Human Ro-bot Collaboration, quella che in Ita-lia viene definita Robotica Collabo-rativa, è un altro settore molto inte-ressante. In questo ambito il nostroprodotto di punta presentato in va-rie occasioni è il “lightweight robot”LBR iiwa». Oggi il mercato è notevolmentecambiato rispetto al recente passa-to, i volumi di produzione sono dimi-nuiti e le tipologie di prodotti sonoaumentate, pertanto, è aumentataanche la richiesta di automazioneflessibile e velocemente riprogram-mabile. In tutto ciò la visione 2D e 3De la sensoristica hanno un enormespazio che va di pari passo con l’e-voluzione dell’automazione indu-striale: «La visione oggi è quasi sem-pre presente sulle celle robotizzate,motivo per cui abbiamo organizzatoquesto workshop insieme a Cognex»dice Pellero.

Cognex è una multinazionale ameri-cana fondata a Boston nel 1981, trale prima a occuparsi di visione artifi-ciale. Nel 2014 il fatturato globale èstato di circa 426 milioni di dollari(anno in cui, per la prima volta il fat-turato europeo ha superato quelloamericano), mentre nel 2015 do-vrebbe attestarsi intorno ai 500 mi-lioni di dollari. Di queste cifre, il 13% viene investi-to ogni anno in R&D per aggiornarecostantemente i prodotti e introdur-ne di nuovi: non per nulla Cognex de-tiene ben 774 brevetti sia nel-l’hardware che nel software.

L’ESEMPIO DI EgICONEgicon è un’azienda di Mirandola inprovincia di Modena, nata nel 2008,che si occupa di trasferimento tec-nologico, ovvero, di portare nelmondo industriale quelle che sono lenuove tecnologie disponibili sul mer-cato. Egicon è costituita da due businessunit: una si occupa della progettazio-ne e realizzazione di sistemi elettro-nici (embedded); la seconda svilup-pa soluzioni automatiche di test eram. Per il 2016 l’obiettivo dichiara-to è di arrivare a 54 dipendenti (di cui35 ingegneri) e a un fatturato supe-riore ai 2 milioni di euro. Tra i part-ner tecnologici di Engicon spiccanoCognex e KUKA con le quali l’azien-da ha da tempo iniziato un percorsodi integrazione dei prodotti e delledue piattaforme per offrire al merca-to soluzioni ottimali per soddisfarequelle che sono le richieste dei variprocessi industriali. I clienti di Egicon sono principalmen-te legati al settore Automotive, peril background storico dei fondatoridell’azienda, al settore Medicale, inquanto Mirandola è considerata po-lo italiano per questo comparto, al-l’Aerospace e ad altre applicazioniindustriali in generale. La divisione Egicon dedicata alla“Automated test solutions” è quellache unisce la partnership tecnologi-ca con KUKA e Cognex in quanto sioccupa delle applicazioni che lega-no le parti di robotica, visione e con-trollo acquisizione dati. Il più grandeinvestimento di Egicon in questi an-ni è stato lo sviluppo di un softwarechiamato ATS Framework, un am-

biente di sviluppo che permette diintegrare i sistemi di visione e i siste-mi di decodifica di tutti i prodotti Co-gnex, di gestire i robot antropomor-fi KUKA e tutti i sistemi di acquisizio-ne, quindi, di avere un ambiente u-nico di programmazione dove è pos-sibile eseguire ispezioni, acquisizionidati, pilotare robot, gestire e crearetraiettorie. Le applicazioni sviluppate fino a og-gi riguardano sistemi di testing fun-zionale, dove vengono fatte ispezio-ni sulle centraline elettroniche; siste-mi di controllo ottico per quanto ri-guarda l’estetica di un pezzo comeper esempio la plancia di un’auto-mobile; sistemi per controlli dimen-sionali, di assemblaggio, di stampag-gio di materie plastiche ecc. «Nel corso degli anni ci siamo resiconto che la visione artificiale pote-va esser migliorata movimentando letelecamere – dice giuliano Tralli diEgicon – ovvero sfruttando la flessi-bilità di un robot antropomorfo perportare in giro le telecamere simu-lando le ispezioni che vengono fattea mano su componenti di grosse di-mensioni come per esempio un mo-tore. In questo caso il controllo cheveniva fatto dall’operatore era tipi-camente quello di verificare tutti ipunti critici di assemblaggio. Farlocon un unico sistema di visione sa-rebbe stato difficile, mentre grazieall’ausilio di due robot, sui quali vie-ne montata al polso una telecamera,si possono realizzare automatica-mente oltre 120 controlli in circa 80-90 secondi. La stesa applicazione èstata realizzata nel settore degli elet-trodomestici per controllare il cor-retto assemblaggio dei componentiprima della chiusura con le scocchemeccaniche».

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Un sole in miniatura

Alberto Barutti e Bruno Caserzadi ASG Superconductors di La Spezia

La verifica dimensionale del doppio avvolgimento dopo il trattamento termico

La verifica dimensionale del doppio avvolgimento

Un sole in miniatura sulla Terra, capa-ce di generare una quantità sbalordi-tiva di energia pulita, sicura e control-labile, indispensabile per garantirel’esponenziale e irrefrenabile cresci-ta del bisogno energetico sul nostropianeta. Un processo di reazione nu-cleare alimentato da una materia pri-ma assolutamente comune, econo-mica e facilmente reperibile: l’idro-geno contenuto nell’acqua del mare.La quasi totale assenza di rischi nellacontrollabilità della reazione e la tra-scurabile produzione di scorie noci-ve per l’ambiente e per la vita di u-mani e animali.Tutto questo, e molto altro, è la sin-tesi della generazione di energia perfusione nucleare, il fenomeno fisicoche alimenta il nostro Sole. Osserva-ta da generazioni di studiosi e ripro-dotta in piccolissima scala già neglianni Trenta, la fusione nucleare sta o-ra prendendo forma grazie ai pro-gressi della fisica e delle tecnologie.La sua reale fattibilità sarà tecnica-mente e scientificamente dimostratafra pochi anni grazie ad un grandeprogetto di ricerca finanziato da U-nione Europea, Cina, India, giappo-ne, Corea, Russia e Stati Uniti, che siconcretizzerà con la costruzione di ungigantesco reattore sperimentale aCadarache, nel sud della Francia. ITER, questo il nome del progetto edel reattore, sarà completato e avvia-to nel 2020 e dovrà dimostrare di

poter produrre per almeno 30 mi-nuti una quantità di energia 10 vol-te superiore a quella impiegataper alimentarlo: 500 MW prodottia fronte di 50 MW di consumo ef-fettivo.

L’auspicabile successo dell’esperi-mento servirà da propulsore ad un se-condo progetto, già in corso e deno-minato DEMO, che dovrebbe porta-re nei successivi 15-20 anni alla rea-lizzazione del primo, vero impiantoindustriale per la produzione di ener-gia elettrica da fusione nucleare.Tra le varie soluzioni possibili per rea-lizzare un sistema di fusione dell’ato-mo, ITER utilizza quella basata sul

confinamento magnetico della rea-zione. Il nucleo della fusione è costi-tuito da plasma, uno stato della ma-teria che, nel reattore di ITER, si rag-giunge riscaldandola a temperaturesuperiori ai 150 milioni di °C. L’avvi-cinamento di coppie di atomi del pla-sma fino a raggiungere la loro fusio-ne è possibile per mezzo di una spin-ta impressa da un campo magneticodi enorme intensità. Raggiunta la fu-sione delle particelle atomiche in ununico nucleo, lo stesso assume unamassa inferiore alla somma delle par-ticelle stesse con il conseguente spri-gionamento di grandissime quantitàdi energia. Dopo l’innesco, il sistemamagnetico continua la sua opera conil confinamento del plasma in unaporzione di spazio che consente disfruttare il calore limitando le solleci-tazioni alle pareti della camera di con-tenimento.La Spezia, affacciata sul mar Ligureal confine tra Liguria e Toscana, è se-de di ASg Superconductors, una trale aziende italiane alle quali è stataaffidata la realizzazione di alcuni deicomponenti principali di ITER. ASgproduce, nelle sue sedi di genova eLa Spezia, magneti di ogni dimensio-ne, superconduttivi e tradizionali, u-tilizzati per la costruzione di macchi-ne per risonanza magnetica innova-tive e per il bombardamento con-trollato di cellule tumorali (progettiIBA e CNAO), per la fisica sperimen-tale delle alte energie – ha fornitoparte dei magneti che costituisconoil Large Hadron Collider (LHC), ilgrande acceleratore di particelle delCERN di ginevra – e per la fusionenucleare.Alberto Barutti e Bruno Caserza so-no rispettivamente i responsabili delcontrollo qualità di ASG e dello sta-bilimento di La Spezia.«La realizzazione di un magnete to-roidale come quello richiesto per I-TER – illustra Barutti – richiede l’ap-plicazione di tecnologie estrema-mente avanzate e complesse. Le di-mensioni delle bobine sono notevolie il campo magnetico richiesto è cosìgrande che per produrlo nel rispetto

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dell’efficienza globale del sistema ènecessario utilizzare materiali super-conduttori, che sono una delle nostrespecialità. Abbiamo quindi realizzatoqui a La Spezia uno stabilimento uni-camente dedicato alla costruzionedegli avvolgimenti che costituirannoil magnete di confinamento del reat-tore. Nello stabilimento si svolgonotutte le fasi della costruzione e delcollaudo dei giganteschi componen-ti e ciascuna delle operazioni è verifi-cata da controlli qualitativi e dimen-sionali rigorosissimi. Ciascuno deicomponenti prodotti è un pezzo uni-co nel suo genere e sarà in grado didimostrare il proprio effettivo funzio-namento e le performances raggiun-gibili solo quando il reattore saràcompletamente assemblato e messoin funzione. Non possiamo quindipermetterci alcun errore, tutto deveessere perfettamente conforme allespecifiche teoriche, pena il fallimen-to di un esperimento unico nel suogenere per importanza e per costi af-frontati».Tra le varie componenti del magnetevi sono 18 avvolgimenti principali aforma di “D” (Winding Pack) lunghicirca 13 metri e larghi più di 8. Cia-scun avvolgimento è costituito a suavolta da 7 doppi avvolgimenti deno-minati “doppi pancake” che uniti tradi loro in un unico sandwich costitui-scono il Winding Pack. Il cavo con ilquale sono realizzati gli avvolgimentiè una struttura costituita da una spi-rale cava centrale in inox nel qualefluirà l’elio liquido di raffreddamento(ad una temperatura prossima allo ze-ro assoluto per consentire la super-conduttività), una matrice concentri-ca di conduttori in rame di supportonei quali sono annegati i filamenti inmateriale superconduttivo e infine unrivestimento metallico esterno dicontenimento. Il cavo ha un diametroesterno di circa 40 mm ed è fornito inenormi bobine da 750 m ciascuna.«Dopo aver superato rigorosi test diaccettazione che comprendono an-che prove in vuoto, la prima opera-zione – riprende Barutti – consistenello svolgere il cavo dalla bobina ditrasporto, raddrizzarlo, lavarlo e sab-biare la superficie del rivestimento e-sterno con un apposito impianto.L’ultimo stadio del sistema di forma-tura, il più importante e complesso,

esegue le curvature del cavo in mo-do da realizzare in aria, senza l’ausi-lio di dime, le due spire superiore edinferiore di ciascun avvolgimento cheassumono così la loro forma finale. Inquesta fase il materiale non ha anco-ra caratteristiche di superconduttivitàe può essere manipolato, piegato eformato a piacimento. Poiché la for-ma delle bobine cambierà a seguitodella successiva cottura, necessariaad ottenere la superconduttività delcavo, è fondamentale già in questafase il controllo rigoroso di forma esviluppo: dobbiamo ottenere l’esat-ta forma di partenza che solo a se-guito della deformazione introdottacon la cottura diventerà quella volu-ta. E con tolleranze davvero impe-gnative da raggiungere, per partico-lari non lavorati di macchina. È inquesta fase del processo che utiliz-ziamo un laser tracker Leica Absolu-te Tracker AT901 equipaggiato conuno scanner laser LeicaT-Scan. Leventidue spire del doppio avvolgi-mento devono rispettare tolleranzedell’ordine di pochi decimi di milli-metro sull’errore di forma tridimen-sionale e la lunghezza complessivadella spira ha tolleranze di pocheparti per milione sull’intero sviluppo,che è tra l’altro la grandezza piùcomplessa da misurare». «Grazie ad apposite procedure svi-luppate in collaborazione con i tecni-ci di Hexagon Metrology durante l’in-stallazione dell’impianto – descriveCaserza – rileviamo con lo scanner la-ser la geometria di ciascuna spira altermine della piegatura e, prima diprocedere con la successiva spira, neanalizziamo lo sviluppo e la forma inmodo da effettuare eventuali com-pensazioni sulla successiva ed arriva-re, ad avvolgimento completo, ad u-na forma e sviluppo corretti. Eseguia-mo poi un controllo complessivo del-l’avvolgimento ottenuto per verificar-ne la forma».Terminata la fase di piegatura il dop-pio avvolgimento è pronto per esse-re trattato termicamente. Un ciclo di“cottura” della durata di 28 giorni, invarie fasi e a varie temperature in unapposito forno ad atmosfera control-lata, conferisce al materiale le carat-teristiche di superconduttività. Daquesto momento in poi, in tutte lesuccessive fasi della lavorazione il

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Il reattore nel suo assemblaggio finale(Tokamak), il magnete toroidale e uno degli avvolgimenti prodotti da ASG Superconductors

Il cavo superconduttore in sezione e all’uscita dell’impianto di formatura

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grande avvolgimento sarà manipola-to con estrema cura in quanto il ma-teriale superconduttore, a seguitodella sua cristallizzazione, è diventa-to estremamente fragile. Eventualisollecitazioni meccaniche potrebbe-ro quindi causare rotture, che necomprometterebbero le prestazioni.Ancora Caserza: «Il trattamento ter-mico è stato studiato in modo da te-nere sotto controllo le deformazionidegli avvolgimenti, ma è comunquenecessario verificare la forma reale diciascun avvolgimento trattato primadi passare alla lavorazione successi-va. Dobbiamo inoltre effettuare del-le registrazioni molto precise ai sup-porti che tengono in forma gli avvol-gimenti per prepararli alle successivefasi dell’assemblaggio. Per questa o-perazione utilizziamo un secondo Lei-ca Absolute Tracker AT901 con unsensore tattile Leica T-Probe. Unaprocedura di verifica guidata permet-te agli operatori di effettuare le ne-cessarie correzioni alle posizioni re-lative delle spire sulla base delle de-viazioni rilevate, con un’accuratezzadi pochi centesimi di millimetro».Le fasi successive dell’assemblaggioprevedono l’inserimento degli avvol-gimenti in un apposito alloggiamen-to, l’isolamento elettrico e la sigilla-tura delle sedi delle spire con appo-siti coperchi che saranno saldati conun sistema robotizzato. Un terzo Lei-ca Absolute Tracker AT901 è utilizza-to per le operazioni di taratura del-l’attrezzaggio che sosterrà i singolipancake all’interno della stazione disaldatura. Una volta saldati i coper-chi, e dopo accurati controlli dimen-sionali, in vuoto ed elettrici, ciascunpancake è accuratamente “fasciato”con un rivestimento isolante e saràsuccessivamente riempito con unaapposita resina mediante un proces-so di impregnamento in vuoto. Ulti-ma operazione prima della consegnasarà lo “stacking” dei sette compo-nenti ed il conseguente isolamentofinale dell’assieme. Dopo una secon-da impregnazione e i test finali final-mente il gigantesco avvolgimento aforma di “D” sarà pronto per partireverso la sua destinazione finale.«Il nostro processo – riprende Barut-ti – è strettamente dipendente in o-gni sua fase dai controlli dimensio-nali e di forma che eseguiamo congli strumenti e le procedure forniti

da Hexagon Metrology e messe apunto in stretta collaborazione coni suoi tecnici. Gli strumenti di misuradi Leica Geosystems ci avevano per-messo, anni fa, di affinare e certifi-care il processo di realizzazione digrandi magneti per l’LHC, il noto ac-celeratore di particelle del CERN diGinevra, la più grande macchina maicostruita dall’uomo, che sta adessooperando per lo studio del bosonedi Higgs, e quando abbiamo acqui-sito la commessa per il progetto I-TER non abbiamo avuto dubbi su co-me avremmo affrontato le proble-matiche di analisi, verifica e correzio-ne del ciclo di produzione. Inoltre, latecnologia dei sistemi di misura si èsignificativamente evoluta negli ulti-mi anni e questo ci ha permesso dimettere a punto procedure di col-laudo più rapide e precise rispettoal passato e di ottimizzare così l’in-tero processo».Alberto Barutti ci congeda con un ul-timo commento sulle attività svoltecon Hexagon Metrology: «In sededi analisi preliminare e di progetta-zione degli impianti abbiamo valu-tato con attenzione varie possibilitàper il controllo dimensionale dei no-stri componenti. Le positive espe-rienze precedenti ci hanno indirizza-to verso le soluzioni proposte daHexagon Metrology, e soprattuttoabbiamo avuto modo di sperimen-tare uno stretto rapporto di collabo-razione con i loro tecnici. La fornitu-ra da parte di Hexagon Metrologynon si è limitata al solo hardware esoftware, ma ha compreso lo svilup-po di programmi e procedure dedi-cate alla nostra specifica applicazio-ne che ha caratteristiche uniche, eche ha quindi richiesto una profon-da sinergia di competenze per rag-giungere l’obiettivo finale. Voglio ri-cordare che è proprio grazie a que-sta disponibilità che stiamo realiz-zando per primi un’attrezzatura cheporterà la tecnologia del lasertracker persino in un ambiente “tra-dizionalista” come quello delle mi-sure magnetiche. Grazie a questenuove tecnologie il rilascio finaledelle bobine prodotte beneficerà diuna grande riduzione dei tempi di la-vorazione, di una semplificazionenotevole dell’attività e di un valoreaggiunto sulla qualità dei dati che siotterranno».

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L’alloggiamento del doppio avvolgimento e la chiusura del “pancake”

SITI DI RIFERIMENTOASg Superconductors:http://www.as-g.it/Progetto ITER: https://www.iter.org/L’assemblaggio del reattore (Tokemak): http://www.iter.org/video/159

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a cura della Redazione

INNOvARE – INNOvAzIONI & TECNOLOgIE

Da diversi anni Comau – società delgruppo FCA – è impegnata nello stu-dio di sistemi robotizzati humanfriendly, in grado di cooperare in mo-do intelligente e sicuro con l’uomoper lo svolgimento congiunto di ope-razioni complesse. Soluzioni di auto-mazione che Comau destina con suc-cesso sia al settore industriale - gra-zie ad un’esperienza di oltre 40 anninella progettazione e nell’integrazio-ne di sistemi robotizzati a tecnologiaavanzata - sia alla cosiddetta roboti-ca di servizio, che oggi trova largo im-piego in molteplici campi d’applica-zione. «Uno tra questi è sicuramenteil settore biomedicale, in cui i robotstanno diventando sempre più un va-lido supporto al lavoro di personalespecializzato per operazioni di medi-cina preventiva e nella chirurgia –spiega Massimo Ippolito, InnovationManager di Comau – . Oggi, in par-ticolare, è possibile utilizzare soluzio-ni di automazione robotizzata per ladiagnostica e per la gestione di inter-venti chirurgici in diversi ambiti. Non

pochi, inoltre, sono gli esempi di im-piego di robot nella riabilitazione del-le persone. Nella moderna chirurgianon invasiva, infine, stanno diventan-do uno strumento indispensabile perrealizzare tutti i movimenti – in parti-colare quelli ripetitivi e faticosi – chehanno la necessità di essere effettua-ti nel modo più accurato possibile». A questo proposito Comau, nell’am-bito della propria attività dedicata al-la ricerca e allo sviluppo di soluzioniancora più precise e sicure per la coo-perazione uomo-robot al di fuori del-l’ambito industriale, sta studiando unprototipo destinato al settore medi-cale. Si tratta di un braccio roboticoin grado di assistere i movimenti chedevono essere compiuti dal chirurgo,aumentandone in modo significativol’accuratezza e diminuendo, al con-tempo, lo sforzo fisico e cognitivograzie ad alcune caratteristiche tec-niche di recente sviluppo, come lapresenza di particolari sensori e la de-moltiplicazione del movimento delbraccio. «Un valido esempio, in tal

Un braccio robotico Comau per operazioni chirurgiche

Nasce dalla collaborazione traComau e l’Ospedale San Luigidi Orbassano il prototipo di u-na soluzione robotizzata daimpiegare nel campo dellamedicina preventiva e in chi-rurgia, a conferma del costan-te impegno della società tori-nese nello sviluppo di sistemidi robotica collaborativa e diservizio.

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senso, è la collaborazione avviata cir-ca due anni fa con l’Ospedale San Lui-gi di Orbassano e il Prof. FrancescoPorpiglia, ordinario di Urologia pres-so l’Università di Torino e direttoredella Divisione di Urologia del SanLuigi – rileva l’Innovation Manager diComau –. Attraverso lo studio di unanuova generazione di sistemi roboti-ci, abbiamo cercato di trovare insie-me una soluzione capace di migliora-re l’efficacia delle diagnosi preventi-ve e, in futuro, quella degli interventichirurgici in campo oncologico». Da questa sinergia tra Comau e l’O-spedale San Luigi di Orbassano è de-rivata la progettazione del prototipodi un braccio robotico, presentato uf-ficialmente durante il Iv Techno-Uro-logy Meeting, che si è tenuto dal 27al 29 gennaio scorsi presso l’AziendaOspedaliero Universitaria San Luigigonzaga di Orbassano (TO), che con-sentirà, in un prossimo futuro, di ese-guire in completa automazione labiopsia prostatica su una lesione so-spetta, documentata da RisonanzaMagnetica (RM). Si prevede che il robot attualmentein fase di studio da parte del team diInnovazione & Sviluppo di Comau siavvii verso un percorso di sperimen-tazione in laboratorio, prima di ap-prodare a un concreto utilizzo nellasale operatorie. Un’ulteriore fase disviluppo riguarda il software che con-sente al braccio robotizzato di inter-facciarsi con i sistemi di diagnostica

e i sistemi di ausilio alla preparazionedell’intervento chirurgico. «Un progetto come quello gestito incollaborazione con il San Luigi rap-presenta un ottimo esempio di quel-la che si può definire cross fertiliza-tion nell’ambito dell’automazione ro-botizzata – conclude Massimo Ippo-lito –. Attraverso la sua consolidata e-sperienza nel settore, Comau è ingrado di impiegare anche in altricomparti quanto ha già messo am-piamente in pratica nel settore indu-striale, dando vita ad un vera e pro-pria ‘contaminazione’, un trasferi-mento e scambio di tecnologia e k-now-how tra i diversi settori della ro-botica industriale e di servizio, indi-spensabile per poter generare solu-zioni produttive sempre più efficientie flessibili».

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Redazione

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a cura di Camilla Bellini

INNOvARE – INNOvAzIONI & TECNOLOgIE

L’Internet of Thingsper innovare le PMI

Camilla BelliniAnalyst, The Innovation Group

Perché si parla tanto di Internet ofThings (IoT)? Qual è il ruolo che que-sto paradigma svolge all’interno deimercati (tecnologici e non) e dell’e-conomia in toto? Perché tutte le a-ziende, a prescindere dalle dimensio-ni, dovrebbero guardare a questo pa-radigma come ad una nuova fonte dicrescita e vantaggio competitivo?Queste sono alcune delle domandeche le aziende si stanno ponendo difronte al crescente hype che circon-da il termine IoT, spesso usato più

come slogan piuttosto che per in-dicare un effettivo fattore di-

rompente per le aziende, i lo-ro business model e lo scena-rio competitivo. L’eccessivaesposizione mediatica neiconfronti di questo paradig-ma, spesso non contestua-lizzata o ricondotta alle esi-genze specifiche del tessuto

imprenditoriale italiano, stainfatti facendo crescere la “dif-

fidenza”, soprattutto da partedelle pmi, nei confronti di questa

tecnologia e del suo potenziale, dalmomento che non se ne percepisco-no i diretti riscontri per il proprio bu-siness: ad oggi, infatti, i case studypiù noti e “pubblicizzati” riguardanograndi aziende e multinazionali, chea fronte di investimenti consistentihanno introdotto all’interno dei pro-pri processi e prodotti soluzioni tra-sformative, spesso scenografiche, inottica IoT. D’altra parte, non bisognacadere in errore pensando che il po-tenziale innovativo e trasformativodell’IoT riguardi solo le grandi azien-de e si limiti ad uno slogan roboantee difficilmente riconducibile allerealtà specifiche delle PMI italiane.Al fine di contestualizzare questo pa-radigma occorre quindi definire cosasi intende con IoT. A questo riguar-do, The Innovation Group, società diadvisory e ricerca indipendente, pe-rimetra questo paradigma indivi-duando le due caratteristiche chiave

su cui si fonda: da un lato, gli oggettifisici, in origine non tecnologici, chevengono dotati di tecnologia e inter-connessi, costituendo una rete distri-buita e capillare; dall’altro, invece, lapossibilità che dagli oggetti connessivengano creati dati e informazionifruibili attraverso tale rete.Se queste sono dunque le basi da cuipartire per approcciare l’IoT, ciò chene consegue, soprattutto per le PMI,è la possibilità di esplodere questoparadigma all’interno della propria fi-liera e delle proprie operations. Inprimis, l’IoT mette a disposizione da-ti comportamentali relativi ai prodot-ti presenti sul mercato, che permet-tono ad un’azienda (anche senza do-ver affrontare estese e, di conse-guenza, costose ricerche di mercato)di comprendere meglio i propri clien-ti e di aumentare la propria capacitàdi rispondere ai loro bisogni: l’IoTpuò infatti consentire di raccogliereinformazioni in tempo reale a costi in-feriori rispetto alle tradizionali rileva-zioni campionarie. L’IoT permette i-noltre di incrementare la capacità difidelizzare i clienti da parte delle P-MI, che spesso mostrano brand “de-boli” di fronte ai clienti: l’IoT permet-te infatti di mantenere un legame conil prodotto finale anche dopo l’acqui-sto, consentendo di pianificare even-tuali manutenzioni (o sostituzioni diprodotto in caso di usura) riducendocosì l’intervento di terze parti “nonautorizzate”, che potrebbero canni-balizzare il mercato dell’azienda for-nitrice.va comunque sottolineato che unodei principali vantaggi di cui le PMIpossono avvalersi dall’adozione delparadigma dell’IoT riguarda più ingenerale la possibilità di integrazio-ne della filiera, creando una sinergia“automatica” tra tutti gli attori coin-volti, rafforzando i legami e l’interdi-pendenza di medio - lungo periodoe mettendo le basi per una crescitadimensionale delle imprese stesse.

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VIGEVANO (PV) ATTIVITÀultradecennale di TINTEGGIATURA eRISTRUTTURAZIONI CHIAVI in MANO -selezionato portafoglio clienti e ordinigià acquisiti - ottimamente attrezzata

valuta proposte di cessionegarantendo affiancamento 11972

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cediamo TERRENO AGRICOLOpianeggiante irriguo di circa MQ 70.000con CAPANNONE AGRICOLO per circaMQ 750 con eventualmente impianto

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e INGROSSO per problemi di salute dei titolari vendesi a prezzo molto

inferiore al suo valore - altissimo fatturato- ottimo investimento lavorativo sicuro reddito dimostrabile

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macello proprio - spacci con negozi vendita -vendesi totalmente o frazionatamente -

eventuale gestione a riscatto 12206

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depuratore interrato e impianto di lavaggio cisterne -certificata ISO 9000 ISO 14001 associata A.L.C.I.,automezzi e cisterne di ultima generazione - ottimaopportunità per azienda del settore per ampliamentodel fatturato o per investitore in prospettiva di alti utili

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TERMOTECNICA in attività dal 1980 conottimo portafoglio clienti consolidato in anni

di attività - fatturato annuo circa € 2.500.000,00 - in possesso di certificazioneISO 9000 e SOA - garantita assistenza

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ROMA AFFERMATA AZIENDA a 2 km dal G.R.A. e con piazzali di esclusiva pertinenza) operanteSETTORE COMMERCIO MATERIALI per l'EDILIZIA

con consolidato portafoglio clienti edinteressante fatturato valuta proposte di

acquisto per intero pacchetto societario edeventuale immobile CLASSE ENERGETICA G

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IMMOBILIARI RESIDENZIALI + COMMERCIALEoltre ad ampia area, laghetto privato

e campo da calcetto - affare imperdibile per ristoratori - possibilità di piccolo ricettivo

e per attività sportive all'aperto11503

GALLARATE (VA) centro storico in zona prestigiosa

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anche per giovani11332

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completamente rinnovata, 20 posti a sedere,posizione angolare – a mezzogiorno

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nella PRODUZIONE conto proprio diINSACCATI TIPICI di ALTA QUALITÀ

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con parcheggi di pertinenza 11746

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SOCIETÀ AGRICOLA con PROPRIETÀIMMOBILIARI di pregio ricerca socio perultimazione di business plan settoreallevamento animali con possibilità di

integrare attività agrituristica - investimentoredditizio garantito 11778

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uffici di mq. 300 1' piano, capannone dimq. 600 - impianti domotici, pannellifotovoltaici, impianto di allarme etc. -proposta unica nel suo genere - 1' piano

ampliabile con altri uffici 11823

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PROGETTAZIONE PRODUZIONE edINSTALLAZIONE di IMPIANTI di

ASPIRAZIONE applicati a svariatiprocessi produttivi - garantita

assistenza del titolare12099

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ubicate in PROVINCIA DI PAVIA eMILANO, IMMOBILI RESIDENZIALI,valuta la cessione totale - immobiliaffittati alcuni con contratti ariscatto - ottima redditività

12163

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mq. 6.000 totali di cui circa 3.500 espositivi - ampi parcheggi e magazzini - ideale per

qualsiasi attività o sede di prestigio 12235

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trentennale - aggi dimostrabili superiorialla media

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immagine consolidata – buon fatturatoincrementabile

si garantisce affiancamento 11227

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APPARTAMENTO di mq. 100 4) PIETRASANTA atelier conannesso appartamento mq. 180 prestigiosa Corte Lotti

disponibili a valutare anche eventuale affitto a referenziati11392

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frazionata 11996

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trasferimento12111

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attitudini commerciali 11949

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composta da 2 GRANDI VILLE – la prima intesacome attività, l’altra come abitazione giardini piantumati, grande parcheggio +solarium con cucina estiva – incluso arredamento antico di pregio 11559

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LAVASECCO - richiesta modicagarantito affiancamento

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CANTON TICINO (SVIZZERA) cediamo conavviamento ventennale attività di VENDITA

REGISTRATORI di CASSA e SISTEMIINFORMATICI - clientela prevalentemente

settore pubblico esercizio garantita assistenza del titolare ottimo fatturato incrementabile

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area di mq 2.00011834

VICINANZE MALPENSA (MI) in centro paese vendiamo IMMOBILE INDUSTRIALE dicirca MQ 2.000 volumetria circa MC 8.000 -destinazione attuale commerciale /residenziale - richiesta inferiore al realevalore - si accettano parziali permute

immobiliari11877

EMILIA ROMAGNA STORICA ed AFFERMATA AZIENDA METALMECCANICA nazionale,

specializzata in stampi, stampaggio lamiera a freddo e costruzione attrezzature speciali, inseritanei mercati globali, clienti diversificati di fama

mondiale, fatturato costante superiore ai 5.000.000 di euro esamina la cessione totale di quote conpatrimonio immobiliare di pertinenza - proposta

adatta ad investitori patrimonializzati 12006

TOSCANA provincia di GROSSETOvalutiamo proposte di vendita diOFFICINA di AUTORIPARAZIONIcon IMMOBILE di MQ 336 diproprietà - ottima opportunitàcausa mancanza di ricambio

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ZONA SOVERATO (CZ) in posizionepanoramica vendesi IMMOBILE diRECENTE COSTRUZIONE di MQ 3.000circa coperti - attualmente adibito a PRODUZIONE TESSILE completo di macchinari ed attrezzature

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GALLARATE (VA) CENTRO STORICO con parcheggi adiacenti vendiamo

GELATERIA da ASPORTOcompletamente attrezzata ed

arredata a nuova - richiesta modica -ideale anche come prima esperienza lavorativa

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prodotto11643

LOMBARDIA esclusivo lago cedesi consolidata, dinamica e ben organizzata attività di NOLEGGIOMOTOSCAFI con uffici, magazzino, ampioparcheggio, appartamento, rimessaggio

barche - clientela internazionale fidelizzata dilivello medio alto proveniente da tutto il mondo

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attraverso acquisizione Società SRL 12431

PROVINCIA di COMO vicinanzeconfine svizzero cediamo CENTROESTETICO di grande immagine -superficie di mq. 220 ampliabile diulteriori 100 circa per realizzazione dicentro benessere - arredato ed

attrezzato a nuovo 11515

OPERA (MI) adicente tangenziale inposizione interessantissima cediamoIMMOBILE su area di mq. 2.500 conPALAZZINA UFFICI ed ABITAZIONE percirca mq. 400 ed eventuali CELLE

FRIGORIFERE a norma per mq. 650 circaproposta immobiliare unica

11577

TRA BUSTO ARSIZIO e LEGNANO cediamo AREA INDUSTRIALE superficietotale MQ 65.000 con superficie

COPERTA di MQ 26.000 - possibilità ditrasformazione parziale in commerciale -operazione già finanziata all'80% -

richieste garanzie11729

TOSCANA AFFERMATA attività diAUTODEMOLIZIONI, RECUPERO e

TRATTAMENTO METALLI - due società con licenze separate una delle quali per trasporto e deposito di materialipericolosi e non - valuta proposte di

cessione con immobili trattative riservate 11767

TERNI PROVINCIA lago di Piedilucoincantevole contesto paesaggisticovicinanze cascata delle Marmorecediamo STORICO CONVENTO

FRANCESCANO trasformato in ALBERGORISTORANTE - attività ben avviata -

occasione imperdibile11813

BRIANZA (CO) IMPORTANTE CITTADINAsu strada di fortissimo passaggio egrande visibilità cediamo SPLENDIDOIMMOBILE di circa MQ 2.500 coperti suarea di circa mq. 4.000 - palazzina ufficifronte strada con grande immagine e design curato nei minimi dettagli -

appartamento custode 11835

CANTON TICINO - SVIZZERA cediamo conavviamento quarantennale AZIENDAINDUSTRIALE PRODUTTRICE di IMPIANTI eSISTEMI per TRASPORTO prevalentementeverticale interno di prodotti sfusi per svariatisettori produttivi - importanti utili superiori

alla media - ottimo affare11897

ALESSANDRIA STORICA SOCIETÀcommerciale DISTRIBUZIONE ARTICOLI perFUMATORI e TABACCHERIE valuta cessionetotale oppure partner commerciali in tutte le province - si assicura contratto di

franchising in esclusiva con apporto minimodi capitale - sicuro investimento lavorativo

garantendo affiancamento 12009

Nota località turistica RIVIERA di PONENTE suvia di intenso passaggio veicolare conadiacente parcheggio grazioso BAR

CAFFETTERIA TISANERIA DROGHERIA conprodotti di alta qualità - conosciutissimo inzona cedesi con relativo IMMOBILE di mq. 40completamente nuovo - sicuro investimento

lavorativo ed immobiliare 12113

PROVINCIA di VARESE comodouscite autostradali cediamo conIMMOBILE ubicato su area di circa

MQ 5.780 attività storica di AUTODEMOLIZIONI

impianti a norma ed area adibitadi circa mq. 2.200 12179

GALLARATE (VA) fronte autostradavendiamo IMMOBILE COMMERCIALE dicirca MQ 700 su area di MQ 2.000

completamente ristrutturato con finituredi pregio, ampliabile - eventualmentevendibile affittato con ottimo reddito ad

attività settore pubblico esercizio12376

TORINO CITTÀ cedesi avviatoSUPERMARKET con licenza Tab. VIIIassociato a rinomato marchio dellagrande distribuzione - locale spaziosoed ottimamente strutturato - buoniincassi incrementabili - trattative

riservate 12084

PROVINCIA DI MONZA cediamoavviatissima AZIENDA ARTIGIANALE

settore INSEGNE LUMINOSEe PUBBLICITÀ con attrezzature

completissime - garantita assistenzadegli attuali proprietari

11277

PROVINCIA DI AVELLINO vicinanze SALERNOed importante località termale vendiamo

STRUTTURA ALBERGHIERA di nuovacostruzione per totali mq. 1.100 circa

16 camere - RISTORANTE DISCOTECA etc. vero affare commeciale / immobiliarerichiesta inferiore al reale valore

11488

MILANO zona CADORNA / SANT'AMBROGIO in edificiod'epoca ristrutturato, soffitti a volta ecompletamente arredato ed attrezzatocome nuovo cediamo RISTORANTE circa60 coperti - ideale per imprenditori con

spiccate attitudini commerciali11376

VALSESIA (VC) storica AZIENDA PRODUZIONE MINUTERIA

METALLICA in ottone - ottimamenteattrezzata con cespiti operativi seminuovi e di altra produzione - elevato fatturatodocumentabile con clientela selezionata e fidelizzata valuta proposte cessione quote

societarie del 50% 11517

Vendesi AZIENDA AGRICOLA zonacollinare a 6 km. da ACQUI

TERME (AL) con annessa attivitàAGRITURISTICA RISTORAZIONEavviamento pluridecennale

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RISTORANTE PIZZERIA BAR forno a legna- 120 posti - elegantemente arredato e corredato - sicuro investimento perprofessionisti del settore - aperto 360gg. anno - orario 07.30 - 22.0011733

OLTREPO' PAVESE posizione dominanteprestigiosa AZIENDA VITIVINICOLA 21 HA di

proprietà dei quali 9 HA vigneto specializzati incoltivazione biologica - stupenda VILLAPADRONALE, cantine di vinificazione ed

invecchiamento, sala degustazione e alloggi vari - 4 strutture indipendenti e polivalenti valutaserie proposte di vendita totale/parziale

11776

CHIETI AZIENDA leader nazionale inPRODOTTI e SERVIZI HI-FI e DOMOTICA adalto valore aggiunto - avviamento storico -locali tecnici per prove video e audio -ricerca socio di capitale per concretosviluppo aziendale - valuta inoltre lacessione totale del ramo d'azienda

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MILANO cediamo attività di STAMPA DIGITALE con puntovendita al pubblico - attrezzaturacompletissima - garantita assistenzadell'attuale proprietario - ottimaclientela acquisita e fidelizzata

11849

PROVINCIA DI VARESE zona Gallaratecomodo autostrade vendiamo CON

IMMOBILE di circa MQ 600 LABORATORIOdi FALEGNAMERIA attrezzato con

avviamento trentennale - ottima clientelafidelizzata - punto vendita su strada di

forte passaggio in affitto11904

MONDOVI' PIAZZA (CN) CENTRO STORICO, società vende PRESTIGIOSO IMMOBILE con progetto

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più 3 attici con vista panoramica e 19 box auto, per mq. complessivi (compreso parti comuni) di 3.340 -

possibilità di convertire la progettazione tutta o in parte perrealizzo commerciale, alberghiero e/o socio assistenziale -

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ADIACENTE MILANO comodo uscitaautostradale cediamo splendido LOUNGEBAR CAFFE' su strada di forte passaggio egrande visibilità - arredamento curato neiparticolari - ampia zona estiva - incassi

superiori alla media con clientela fidelizzatain oltre 10 anni di attività

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PROVINCIA MILANOzona Fiera Expo in importantecittadina cediamo NEGOZIO

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MILANOzona BOVISA in posizione di

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DEPOSITO AUTO di circa MQ 800garantita assistenza

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Causa mancato utilizzo cedesi SRLattiva dal 2011 - l'azienda haregolarmente adempiuto

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COMMERCIALI con grandeparcheggio adiacente

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44 INNOvARE – SCIENzA

Aderire al progetto “Adotta una centrale”: un modo che ciascuno haper migliorare l’ambiente

a cura di Gianfranco MalagolaForse non tutti sanno che l’energia e-lettrica che tutti i giorni consumiamonelle nostre case proviene per più del60% da fonti fossili. L’energia è un be-ne prezioso e da essa dipende in granparte il nostro benessere; purtroppoin questi ultimi decenni abbiamo ba-sato il nostro sviluppo su fonti di e-nergia quale il petrolio, il gas ed il car-bone che hanno avuto conseguenzedevastanti sull’ambiente, creando in-quinamento, cambiamenti climatici,guerre per l’approvvigionamento deicombustibili fossili, concentrazionedi potere e di ricchezze nelle mani dipochi. Inoltre il ritmo forsennato concui abbiamo consumato i combusti-bili fossili ci ha portato molto vicinoalla loro rarefazione ed alla necessitàdi trovare un modo per sostituirli.Dobbiamo quindi pensare ad un cam-biamento dei nostri stili di consumodell’energia e questo cambiamento,se gestito correttamente, può ancheessere piacevole.Queste premesse sono alla base dellavoro portato avanti da TERREdiLA-gO, la Rete di Economia Solidale delLuinese (www.terredilago.it) che, incollaborazione con il Distretto di

Economia Solidale di varese (www.des.varese.it), sta proponendo nuovimodelli di gestione del bene comu-ne “energia”, attraverso processi checoinvolgono direttamente i cittadini,i territori, le comunità locali puntan-do sulle energie rinnovabili.Partendo dalla logica dei gAS (grup-pi di acquisto solidale) ci si è chiestise noi consumatori possiamo sceglie-re la fonte di energia con cui vieneprodotta l’energia elettrica che con-sumiamo: dobbiamo necessariamen-te consumare energia prodotta dacentrali a carbone o a gas o a petro-lio o possiamo chiedere che unaquantità pari all’energia elettrica checonsumiamo sia immessa nella reteelettrica da fonti rinnovabili. A questadomanda il mondo dell’economia so-lidale ha dato una riposta convincete:

si può acquistare energia prodottada fonti rinnovabili utilizzando laconvenzione che l’associazione CO-Energia (di cui danno parte i princi-pali Distretti di Economia Solidale)ha stretto con TRENTA, la società divendita di energia elettrica delgruppo DOLOMITI ENERgIA.

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SCIENzA – INNOvARE 45

Ricostruzione al computer della micro-centrale idroelettrica di Rancio Valcuvia

Gianfranco Malagola

Ma si può fare molto di più ovveroriappropriarci del bene comune“energia” diventando compro-prietari di impianti di produzionedi energia elettrica da fonte rinno-vabile realizzando così un proces-so di “democratizzazione” del be-ne “energia”.

Un esempio di questo processo staavvenendo nel varesotto con il pro-getto “Adotta una centrale” volto al-la riattivazione della micro-centraledi Rancio valcuvia. Nel 1924 una don-na, giuseppina velati, titolare dell’o-pificio velati in Rancio valcuvia pen-sò di produrre energia elettrica per isuoi macchinari utilizzando l’acquadel fiume Rancina che attraversa ilpaese; costruì quindi una centrale i-droelettrica che fu poi dismessa ne-gli anni ’40 dopo un’accesa diatribacon il podestà del Brinzio sul dirittodi utilizzo dell’acqua che rappresen-ta un interessante pezzo di storia diquei tempi. Oggi questa micro-cen-trale, che è in stato di abbandono, staper essere riattivata grazie ad unostrumento dell’economia solidale cheè l’azionariato popolare ovvero grup-pi di cittadini si riuniscono in una coo-perativa (Cooperativa Retenergie –www.retenergie.it) e, dando ciascu-no un piccolo contributo, finanzianola ricostruzione e la gestione della mi-cro-centrale. Dal punto di vista del-l’impatto ambientale occorre eviden-ziare che si tratta di un ripristino diun’opera esistente senza creare ef-fetti negativi sull’ambiente e mante-nendo un deflusso adeguato di acquanell’alveo naturale. Il progetto ha an-zi un impatto positivo perché in col-laborazione con la Biblioteca Comu-nale di Rancio verrà attivato un per-corso didattico sull’energia che con-sentirà ai ragazzi delle scuole di“camminare” lungo il tragitto che fal’acqua dall’opera di presa fino allaturbina, per capire come si trasformal’energia, ricordando loro che l’ener-gia più pulita è quella che non consu-miamo migliorando l’efficienza ener-getica degli impianti e modificando inostri consumi.Unire le comunità per riattivare unamicro-centrale idroelettrica per pro-durre energia in modo pulito è un e-sempio concreto di partecipazionepopolare e dimostra che, se si vuole,si può cambiare un sistema che ten-

de a togliere i beni comuni come l’e-nergia e l’acqua al controllo delle po-polazioni. Per aderire a questo pro-getto non occorre donare dei soldi;occorre avere una diversa sensibilitànella gestione dei propri risparmi de-dicandone una piccola parte in inve-stimenti socialmente utili che comun-que possono dare interessi anche su-periori ai normali investimenti ma chesicuramente fanno bene alle comu-nità ed all’ambiente in cui queste co-munità vivono.Chi vuole partecipare al progetto “Adotta una centrale” può scrivere [email protected] o documen-tarsi sul sito www.terredilago.it.

Opera di presa della micro-centrale sul fiume Rancina

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46 INNOvARE – LE PMI SANNO INNOvARE

Nell’ultimo decennio l’obiettivo del-le PMI italiane è stato uno solo: am-pliare il proprio bacino di utenza e diconseguenza far crescere il fatturato,arrivando a raggiungere mercati di-versi da quello italiano. Aprirsi all’in-ternazionalizzazione è una scelta co-raggiosa e spesso premiata, che hariportato molti bilanci in stallo a cre-scere floridi.

Riuscire a vendere all’estero non èperò un risultato scontato: ci sonomolte varabili da considerare duran-te il processo di espansione del tar-get di riferimento, come la scelta delmercato più attinente alla propria at-tività, la propensione della rete com-merciale a sviluppare contatti utiliz-zando una lingua diversa dall’italianoe un’adeguata preparazione in termi-ni di leggi e decreti fiscali. Più di tuttiperò, è importante che l’immaginedell’azienda trasmetta sicurezza, af-fidabilità e spirito d’innovazione, an-che a chi geograficamente è più dif-ficile da raggiungere. E quale può es-sere il miglior biglietto da visita, senon un efficiente sito web?

Solo il 34% delle PMI ha già investito per la propriapresenza online*,

e purtroppo sono ancora menoquelle che hanno effettivamente adisposizione gli strumenti giusti perottenere i risultati sperati. Un datoda non sottovalutare, soprattutto sesi pensa che la prima azione di unpotenziale cliente estero è quella diottenere il maggior numero possi-bile di informazioni proprio dal web.Con questa prospettiva un sito da-tato, difficilmente visualizzabile opoco comprensibile è sicuramenteun ostacolo insormontabile.

Riconoscere le carenze di un sitoweb non è un’operazione riservatasolo agli specialisti del settore: ci so-no alcune caratteristiche imprescin-dibili e facilmente individuabili chepossono saltare agli occhi di tutti.Quello che più comunemente viene

In Italia solo il 34%delle PMI è presenteonline, mentre appenail 19% è riuscitoa internazionalizzarsicon successo.Spesso la colpa è del divario digitale tra il nostro Paese e i mercati esteri:aggirare questabarriera è semplice,basta essere in possesso degli strumenti giusti.

* Fonte: Internet & Export: il ruolo del digital nell’internazionalizzazione delle PMI italiane

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valutato di un sito è l’essere respon-sive, multilingua, ben indicizzato,social ready e coordinato all’imma-gine aziendale. Cinque proprietà indispensabili chelo rendono un prodotto di qualità eche, a fronte di un piccolo investi-mento iniziale, possono portare a ri-sultati concreti e soddisfacenti. ve-diamole una per una.

Fondamentale per ogni sito chevuole essere più di un semplice spa-zio contenete il nome e il logo diun’azienda è l’essere responsive,ossia visibile in maniera ottimale daogni dispositivo. Se in Italia siamo infatti ancora mol-to legati alla navigazione sul webtramite computer e quindi con mo-nitor mediamente grandi, all’esterogran parte delle transazioni, privateo commerciali, passano da smart-phone e tablet. Diventa quindi indispensabile forni-re ai propri utenti un sito che si a-datti automaticamente alle dimen-sioni dello schermo da cui viene vi-sualizzato, creato con tecnologie al-l’avanguardia: avete mai provato adaprire un sito realizzato in Flash daun dispositivo mobile? Il risultato èuna pagina tristemente grigia conun messaggio d’errore.

Un sito aziendale deve soprattuttoessere comprensibile, perciò è es-senziale che sia multilingua: investi-re in ottime tecnologie non ha sen-so se poi non è possibile parlare di-rettamente a chi lo visiterà. Come trasmettere le qualità dellapropria azienda, l’affidabilità deiprodotti o l’unicità dei servizi, se l’u-tente non riesce a capire nemmenouna parola di ciò che sta leggendo?Per questo bisogna prevedere i con-tenuti almeno in italiano e in ingle-se, in modo da poter permettere achiunque di orientarsi tra pagine espiegazioni.

L’indicizzazione, ovvero l’impor-tanza di farsi trovare, è il terzo re-quisito cardine di un buon sito inter-nazionale: non bisogna mai sottova-lutare la necessità di comparire neirisultati di ricerca di google, soprat-tutto se l’obiettivo è farsi conosce-re. Quale miglior pubblicità può es-serci in un mercato estero, se non

quella di trovarsi ai primi posti nellalista dei risultati del più famoso mo-tore di ricerca del mondo? Per que-sto è possibile attuare diverse stra-tegie SEO, ossia di posizionamentodel sito tramite specifiche parolechiave (keyword) attinenti all’azien-da, o la predisposizione di campa-gne pubblicitarie tramite AdWords,piattaforma google che permettedi raggiungere il proprio target conannunci mirati, che comparirannosullo schermo di coloro che cerche-ranno le keyword legate al core bu-siness aziendale.

Un sito attuale deve per forza esse-re anche Social Ready. Oggi uncliente vuole conoscere approfon-ditamente un’azienda e i suoi valoriprima di fidelizzarsi. Per questo ser-ve ampliare la propria presenza on-line anche sui principali socialnetwork: via libera quindi a pulsantiper la condivisione dei contenuti delsito su tutte le piazze virtuali, ma so-prattutto al collegamento direttocon le pagine Facebook, Twitter,Linkedin o Instagram aziendali, do-ve saranno pubblicati contenuti dalcarattere più colloquiale o alle volteanche informale, mai però banali einappropriati. Una strategia che porta sicuramen-te i suoi frutti: studiando i trend del2015, è palese come i migliori casehistory dell’ultimo anno riguardinoproprio coloro che hanno saputosfruttare positivamente il binomiosito web-social network.

Infine, non va dimenticata l’impor-tanza della coordinazione. Dopo aver gettato le basi per un si-to responsive, multilingua, indiciz-zato e social ready, bisogna impara-re a seguire un filo logico in tutte leattività che coinvolgono la relazio-ne con il pubblico. Ogni canale online, come anche o-gni materiale cartaceo (biglietti davisita, carta intestata, cataloghi, af-fissioni pubblicitarie, ecc.), deve es-sere coordinato con l’immagine isti-tuzionale dell’azienda. Con l’apertura a un nuovo mercatodiventa indispensabile rassicurare ipropri utenti con punti di riferimen-to forti, capaci di restituire i valori disolidità, concretezza e affidabilità e

convincere quindi anche chi è piùlontano a sentirsi sicuro dei propriinvestimenti.In conclusione occorre ricordare chenon esistono ricette prestabilite ostrategie consolidate: ogni sito web,come ogni azienda, è un mondo asé stante con pregi e difetti, puntidi forza e di debolezza. Applicare indistintamente lo stessoschema comunicativo già in uso peraltre realtà aziendali, magari persi-no dello stesso settore, non è sem-pre garanzia di successo, ma al con-trario espone al rischio di uniformar-si alla massa, perdendo qualsiasipossibilità di fare la differenza, sulweb come sul mercato.

Una buona strategia di vendita pas-sa quindi obbligatoriamente da unpiano di comunicazione approfon-dito e inattaccabile, capace di por-re l’accento sui giusti valori azienda-li e, se necessario, prevenire e argi-nare qualsiasi tipo di obiezione chepotrebbe scaturire dal confronto di-retto con gli utenti sul web.Per questo, prima di accontentarsidi un prodotto preconfezionato, o-gni azienda dovrebbe necessaria-mente chiarire le proprie esigenzee i propri obiettivi, così da vedereonline un sito web davvero efficacee capace di portare vantaggi al bu-siness, realizzato con la stessa curadi un artigiano che crea un abito sar-toriale.

LE PMI SANNO INNOvARE – INNOvARE 47

siamocreativi.it

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48 INNOvARE – LE PMI SANNO INNOvARE

Mi ha sempre colpito constatare ladifferenza tra la notevole capacitàche mostrano mediamente gli indivi-dui nello svolgere i propri compiti ela difficoltà che i medesimi rivelanonel percepirne le interazioni con ciòche si trova appena fuori dal propriodominio. Potete immaginare quantociò possa influire sul tasso di insuc-cesso dell’innovazione, ad esempioin forma di prodotti perfettamentefunzionanti per gli utenti sbagliati, diprocessi efficienti ma inefficaci, diservizi perturbati da norme (anchenon scritte) non precedentementeconsiderate, di cambiamenti non so-stenibili.Agire autocentrati ritengo sia uno deiprincipali fattori di fallimento dei per-corsi di innovazione. Per questo lacomposizione di scenari e strategiedovrebbe essere elaborata a partireda una analisi interna e una esterna,esplicitando quale sia la nostra fun-zione e come ciò possa comparteci-pare in un piano evolutivo coerenteagli obiettivi. Nella figura possiamovedere sintetizzato, nella colonna 1del Ciclo OPIn (introduzione all’inno-vazione sistemica e al Ciclo OPIn – Ri-vista Innovare 3-4 2015 pag. 60-61),come queste due analisi servano adeterminare lo spazio, l’arena, in cuisuccessivamente punteremo la no-stra attenzione.Scopo di questa fase è esplorare del-le aree, isolando quelle profittevoli,nelle quali far convergere le nostrecapacità distintive e le funzionalità ca-

ratteristiche che siamo in grado di e-rogare favorevolmente, anche se nonsappiamo ancora come e in quale for-ma.Iniziamo domandandoci se la nostraazienda, sia essa una bottega artigia-na o una fabbrica strutturata, ha di-chiarato una missione, una visione osemplicemente uno slogan o una“frase guida”. Se si, dovete verifica-re quanto ciò sia prescrittivo e impo-ne di operare con certi mezzi e in am-bienti dai confini invalicabili. Se ave-te dichiarato di essere un “martello”continuerete a cercare “chiodi dabattere”, anche quando sarà preferi-bile “girare una vite”. Se manifeste-rete l’intenzione di divergere dallamissione istituzionale dovreste do-mandarvi se davvero state sbaglian-do traiettoria. Se così non fosse, e seavete titolo per farlo, dovreste ado-perarvi per correggere la dichiarazio-ne che vi guida. Se non avete ancoraesplicitato una “frase guida” può es-sere questo un buon momento perdefinire questa sorta di “bussola” u-tile per orientare poi meglio i vostrisforzi.Nella fase di analisi interna dobbia-mo esaminare e catalogare le nostrecompetenze distintive, le aree e i ter-ritori in cui possiamo agire, le risorsee i talenti o le nuove capacità svilup-pabili, le conoscenze e il know-howoriginali residenti, i mercati e le nic-chie più o meno protette in cui è pos-sibile operare. Pure dovremmo espli-citare la funzionalità che eroghiamo,o che potremmo erogare, e che nul-la ha a che vedere con ciò che è de-scritto sulle fatture che emettiamo.Se la nostra azienda produce chiodi,su documenti e fatture di ciò che ven-diamo sarà indicato chiodi, ma quel-lo per cui ci pagheranno NON è per-ché abbiamo venduto chiodi. I clien-ti, probabilmente senza renderseneconto, compreranno la funzione fis-sare-unire sotto una forma fisica cheha la parvenza di chiodi. Assumere

Fase OPIn1 – Osservare (esplorare, percepire e analizzare le risorse e gli squilibri presenti nei sistemi).

a cura di Davide Galletti

ANALISI INTERNA

OPn1 OSSERVARE OPn2 PUNTARE

SELEzIONE DELL’ARENA

ANALISI ESTERNA

→ →

→ OUTPUT della Fase OPn1 - Selezione dell’arena in cuipuò rivelarsi conveniente operare, sulla base delle propriecompetenze distintive, funzionalità caratteristiche, capacità e aspirazioni, e in relazione alle tendenze e ai cambiamentiche sono in atto o che è possibile almeno in parte prevedere.

INPUT della Fase OPn1 - Necessità di avviare un percorsodi cambiamento desiderato, anche senza averenecessariamente la percezione di un problema da risolvere.

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Davide Galletti

questo nuovo punto di vista ci offreuna diversa prospettiva. Invece di in-novare allargando semplicementel’offerta, ad esempio proponendo vi-ti, martelli e cacciaviti possiamo con-centrarci sulla funzione originale, esemi occultata, che già utilizzano iclienti. In tal senso potremmo offrirecolla adesiva (forte come mille chio-di). Tale “colla” potrebbe essere ela-borata proprio mettendo a frutto del-le competenze distintive. Le funzioniproponibili possono essere modifica-te o integrate a quelle già offerte, ot-tenendone anche di ricombinate, op-poste e nuove. Le funzioni servono amodificare almeno un parametro diun sistema (un chiodo stabilizza/uni-sce) ma possono anche essere rim-piazzate da altre che modificano i pa-rametri in maniera più ideale (la collaoltre a unire offre anche sigillare).Certe strategie di innovazione sonoda sempre collaudate e utilizzate daisistemi naturali. Il biologo evoluzioni-sta S.J. gould ha coniato il termineexaptation, traducibile in preadatta-mento, per descrivere il riutilizzo distrutture esistenti trasferite ad altriscopi funzionali. Ad esempio i nostripolmoni sono l’evoluzione delle ve-sciche natatorie dei pesci. È quindidel tutto normale che nei percorsi dicambiamento i sistemi possano esse-re declinati e reimpiegati per nuovicompiti funzionali. A titolo di esem-pio, un’azienda che sia stata espertadi microtranciatura e che abbia decli-nato successivamente le competen-ze verso gli stampi per materie plasti-che, potrà magari sviluppare un nuo-

vo processo combinato di inietto-tranciatura.Per quanto concerne l’analisi esternaè importante intercettare quelle chesono le tendenze in atto, in tutti equattro i principali macro ambienti(tecnologico, economico, sociale-po-litico e biosfera). Ciò aiuta ad intuirela posizione che occupiamo su certe“traiettorie evolutive” e ad avvertireil verso e l’intensità dei cambiamentiche potrebbero riguardarci. Se siamoattivi nel comparto tecnologico po-tremmo studiare le curve di appren-dimento di alcuni dispositivi, ad e-sempio valutando come l’incremen-to del loro tasso di performance e/ola riduzione dei costi potrebbe ren-derli interessanti per le nostre appli-cazioni.L’analisi dei macroambienti, che de-terminano i cambiamenti in potenza,potranno anticipare, sotto forma divari segnali, quali prodotti, processie servizi richiederanno di essere lorosomministrati. Esaminare i mega-trend in atto può aiutarci molto per i-dentificare future esigenze cui potre-mo offrire risposta. Per esempio, ilfatto che l’età media della popolazio-ne occidentale stia aumentando con-siderevolmente apre ad un ampioventaglio di possibili innovazioni chesaranno richieste e gradite, quindipotenzialmente premiate. Utile an-che verificare come leggi e normati-ve, soprattutto quelle allo studio, po-tranno determinare futuri orienta-menti di ampi segmenti di mercato,incentivando od ostacolando certiconsumi o investimenti.

Dalla somma di questo tipo di anali-si, interna ed esterna, è possibile in-tuire verso quali arene sia potenzial-mente premiante indirizzare le nostrerisorse, dato che il nostro obiettivonon è attivarci in qualunque area, masolo in quelle che potranno rivelarsiun terreno in cui cogliere il massimodei vantaggi e delle opportunità. Peraumentare questa possibilità si deveassumere, con delle particolari tecni-che che non abbiamo qui lo spazio dispiegare, di realizzare ed erogare, co-me “per magia”, qualunque prodot-to, processo o servizio che rispondaperfettamente ad una certa esigenzafunzionale nell’arena obiettivo. L’e-sercizio consiste nel quantificare giàin questa fase quanto tale segmentodi mercato potrebbe potenzialmentericonoscere, in valore, per tale solu-zione.Dobbiamo, per ora, restare focalizza-ti solo sulla scoperta e la quantifica-zione di potenziali opportunità in a-rene ad elevata profittabilità (che nonsignifica necessariamente ed esclusi-vamente euro), senza preoccuparcidei problemi che potranno ostacola-re la riuscita di un certo progetto odelle soluzioni da sviluppare (di ciò cioccuperemo poi).In questa fase risulta utile valutare, al-meno a livello preliminare, anche iltasso di permeabilità territoriale, cioèquanto certe aree siano accessibili, oinvece difficili da dimorare. Un’areaper noi accessibile è preferibile ad u-na che presenti delle barriere all’in-gresso, ma alcune delle tecniche con-tenute nelle successive fasi potrannoessere utilizzate non solo per inven-tare nuovi prodotti, processi e servi-zi, ma anche per risolvere problemicontingenti, ad esempio escogitan-do delle modalità di accesso ad areepresidiate.La prossima volta tratteremo della fa-se OPIn2 Puntare, cioè di come isola-re e trattare un determinato proble-ma ad elevato valore, all’interno di u-na arena isolata come potenzialmen-te profittevole.

Schema concettuale di un processo di stampaggio integratoformatura/tranciatura metallo e iniezione plastica

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a cura di Pasquale Latorre

INNOvARE – LE PMI SANNO INNOvARE

Satellite Way for Education, l’istruzio-ne via satellite, cioè la rete Internet ei collegamenti satellitari come veico-lo per la democrazia e l’istruzione.Questo, in sintesi, il contenuto di u-no dei progetti che un’azienda mate-rana, Openet Technologies Spa, haavviato nel continente africano in col-laborazione con l’ESA, l’Agenzia Spa-ziale Europea.La società Openet, fondata a Materanel 2000 da vito gaudiano, è stata u-na delle prime start up avviate duran-te il periodo della new economy e an-che una delle poche ad aver supera-to le crisi del settore dopo la bollaspeculativa.Openet è attiva nel settore delle Te-lecomunicazioni satellitari, nel qualesi è affermata da anni nella realizza-zione di network per importanti grup-pi privati e grandi istituzioni interna-zionali quali la FAO, l’UNPD e la Com-missione Europea, ma sviluppa e so-stiene anche l’intero processo dellacomunicazione editando canali sat eprodotti crossmediali.Questa padronanza dell’intero ciclodi produzione, dalla componente te-

lecomunicazione a quella di vera epropria comunicazione, ne ha fatto u-na delle realtà più particolari del pa-norama italiano ed europeo nono-stante la connotazione di Piccola eMedia Impresa che ne rafforza lacomponente dinamica e flessibile.La società, impegnata da sempre nelsettore della Ricerca e Sviluppo e conun organico di qualificati ricercatori,ha avviato negli ultimi anni una seriedi progetti volti a portare l’accessoInternet in alcune delle aree più re-mote del pianeta, dalla RepubblicaDemocratica del Congo al Mali, dallaCosta d’Avorio al Sudafrica.In queste zone, come noto, l’accessoa Internet equivale ad avere collega-mento con il resto del proprio Paesee ancor più con il resto del mondo,poiché in molte aree non esistono viedi comunicazione e ovviamente nonesistono reti locali. In questi casi il sa-tellite esprime la sua massima forzadi soluzione tecnologica poiché restail più immediato e il più democraticostrumento tecnologico per superarele barriere infrastrutturali.Da qui la sperimentazione avviata da

Sway4Edu Satellite Way for Education

Un’azienda materanae l’Agenzia SpazialeEuropea insieme per il superamentodel digital divide in Africa.

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Openet con Sway4Edu, con la qualela rete satellitare fornita è stata utiliz-zata in collaborazione con le radio ru-rali per diffondere informazioni e for-mazione agli agricoltori; con le auto-rità elettive di 13 Paesi dell’AfricaSubsahariana, le Commissioni Elet-torali Indipendenti, per formare conla piattaforma elearning di Openet ifunzionari di questi Paesi sulle proce-dure elettorali per poter organizzaree gestire elezioni democratiche; infi-ne in Sudafrica per l’accesso delleScuole delle aree rurali alle più mo-derne tecnologie didattiche compre-so l’uso dei tablet, che si traduce nelsuperamento del digital divide e inmaggiori opportunità di sviluppo. Latecnologia a servizio della conoscen-za per fornire un’istruzione agli alun-ni delle scuole rurali dell’Africa.Tuttavia, la soluzione offerta nei Pae-si in via di sviluppo non deve trarre ininganno sull’opportunità di utilizzodel satellite anche in Europa, bastipensare a quanto il satellite oggi siaessenziale nella nostra vita quotidia-na, dal gps al controllo del territorioalla Tv con i suoi mille canali.Infatti Sway4Edu, ancora una voltacon il sostegno dell’ESA, oltre ad a-vere ricevuto l’interesse della regio-ne tedesca bavarese, vedrà a breveuna sua evoluzione per la realizzazio-ne di una rete delle pluriclassi per leScuole della Basilicata e a livello in-ternazionale a supporto della didat-tica nei centri per l’immigrazione eper le grandi emergenze umanitarie,dove l’abbandono dell’istruzione neicampi profughi è a livelli altissimi.“Nelle aree interne dell’Africa – com-menta vito gaudiano, fondatore eamministratore unico di Openet – larete Internet significa avere accessoa radio rurali per diffondere musica einformazioni, significa poter organiz-zare e gestire elezione democratichee soprattutto significa l’accesso ascuole, e quindi a un’istruzione digi-tale, che si traduce in maggiori op-portunità di sviluppo. Oggi i satellitifanno parte delle nostre vite in tan-tissimi modi, ma quando Openet ènata erano ancora qualcosa di remo-to e distante. Anche per questo si èresa necessaria la collaborazione conl’Agenzia Spaziale Europea”.

LE PMI SANNO INNOvARE – INNOvARE 53

SWAY4EDU – SATELLITE WAY FOR EDUCATIONIl progetto, cofinanziato dall'Agenzia Spaziale Europea nell'ambitodel programma ARTES 3-4 (Satcom Applications) e proposto da O-penet (Prime) in partnership con SES, mira a realizzare una rete satel-litare ICT (Information Communication Technology) per supportaretre attività:• Rural Radios: servizi radiofonici a supporto delle emittenti radiofo-niche della Repubblica Democratica del Congo nel processo di svi-luppo delle comunità rurali sui temi dello sviluppo agricolo sostenibi-le. Il servizio è realizzato in collaborazione con l'Office of KnowledgeExchange, research and Extension Branch della FAO (Food and Agri-culture Organization).• Electoral eTraining: servizi di formazione a distanza per gli ElectoralManagement Bodies (EMB) della Comunità Economica degli Stati del-l'Africa Centrale (ECCAS). Il servizio è realizzato in collaborazione conECES (www.eces.eu), European Centre for Electoral Support con sedea Bruxelles e con EFEAC, Ecole de Formation Electoral en Afrique Cen-trale con sede a Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo).• Space4Edu: servizio eLearning per supportare e migliorare i pro-cessi formativi nelle scuole delle aree rurali del Sud Africa. Il servizioè realizzato in collaborazione con Really to Read/ READ Educationaltrust (SA).

Pasquale LatorreConfapi Matera

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a cura di Pasqualina Borrelli

INNOvARE – LE PMI SANNO INNOvARE

Una storia intensa che inizia con una persona che investe in unacollettività: la famiglia, i dipendenti, i collaboratori. Fondata nel1990 da Antonio Rezzonico e Rag. Landoni, l’azienda ha saputoevolversi, passando dalla stampa di t-shirt alla pigiameria fino aspecializzarsi nella stampa dei costumi da bagno, settore che ri-chiede esperienza ed un elevato know-how, dovendo rispettareparametri rigidissimi e test specifici che garantiscano la solidità ela tenuta della stampa.Nello stabilimento di Rovellasca sono stampati i tessuti di nume-rose marche italiane ed estere. Tutte le lavorazioni dei tessuti so-no trattate internamente, consentendo un servizio just in time,con consegne in tempi ristrettissimi.Al proprio interno sono sviluppate tutte le tipologie di stampa,quella tradizionale in pezza (rotativa e a quadro), in applicazioneo in corrosione,e la realizzazione di innumerevoli effetti come ri-gonfio, perlante, glitter,solo per citarne alcuni. È dotata inoltre diun reparto di stampa digitale dove si realizza sia la stampa direttache in transfer.Le svariate risoluzioni di stampain funzione del disegno e del tipodi tessutopermettono di ottimizzare i risultati; i colori e le sfuma-ture possibili sono infinite e la stampa haun elevato standard diqualità.Tutto questo non basterebbe se non fosse messo al servizio dellaclientela, con cui, da sempre, Diana Print ha mantenuto un rap-porto di dialogo e d’interpretazione costruttiva, mettendo a di-sposizione i propri collaboratori e la propriatecnologia, consen-tendo di valorizzare e rendere unico ogni singolo disegno da stam-pa.«Oggi Diana Print – spiega Rezzonico, affiancato dai nipoti Paoloe Roberto Colmegna – è un'azienda pronta per le nuove sfide dimercati sempre più dinamici ed esigenti, sempre disponibile allosviluppo di nuove tecniche che attraverso l’utilizzo delle materieprime più innovative presenti sul mercato,sia in grado di soddisfa-re le richieste sempre crescenti della propria clientela. Non di me-no, il rispetto per la salute dell’individuo e dell’ambiente sonoprincipi che da sempre sosteniamo, e che sono peraltro attestatidall’utilizzo di prodotti conformi alle normative Oeko-texStandard100®».Diana Print festeggia con orgoglio il suo primo quarto di secoloeconferma la sua presenzanel settore, continuando a credere nel-le proprie capacità di crescita e di saper superare le continue sfi-de che il mercato impone.

Un quarto di secolo al servizio della stampa nel settore tessile

Pasqualina BorrelliConfapi Varese

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a cura di Stefania Giussani

INNOvARE – LE PMI SANNO INNOvARE

Innovazione tecnologica, formazionee continui investimenti. Sono questi ipunti di forza della gicar, azienda me-ratese leader nella progettazione ecostruzione di schede elettronicheper il settore Ho.Re.Ca. (Hotel, re-staurant, Cafè) e non solo. In un set-tore dominato dalle multinazionaligicar, azienda associata ad Api Lec-co, è nota in tutto il mondo grazie al-la qualità del prodotto e dei serviziofferti.

LA STORIANata nel 1963 come piccola aziendaartigiana che produceva accessori e-lettromeccanici per le macchine da

caffè, oggi gicar può contare su ol-tre 140 dipendenti, un’area produtti-va di 3600 mq e un fatturato di oltre20 milioni di Euro concentrato per il60% sulla produzione dell'elettroni-ca per le macchine da caffè. Il segreto? «Fare tesoro della tradi-zione per guardare in modo dinami-co al futuro e a nuovi mercati rispon-dendo alle esigenze dei nostri clien-ti». Così ha risposto l’Amministratoredelegato Donatella Arlati, che haspiegato come la “filosofia gicar” na-sca dal Presidente e fondatore giu-seppe Arlati, grande Ufficiale dellaRepubblica e paladino di visioni pio-neristiche già molti anni fa. La conti-

Innovazione, formazione continua e apertura alle nuovesfide del mercato questo rende Gicar un leader nella produzione dischede elettronicheper macchine da caffè.

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nuità generazionale, la mentalità in-ternazionale, la presenza importantesul mercato nazionale e globale, laprogressiva apertura a settori diffe-renti, il rapporto di partnership con iclienti contraddistinguono infatti l’at-tività di gicar.Un’azienda dinamica e di ampie ve-dute caratterizzata, anche in periodidi crisi, da continui investimenti innuove tecnologie sia di progettazio-ne che di produzione e nella continuaformazione dei propri dipendenti. vicini al cliente, ovunque nel mondo«Nel contesto globale in cui lavoria-mo (Gicar ha clienti anche in Cina,Taiwan, Brasile e Australia) un buonprodotto non è sufficiente. È neces-sario diventare partner del cliente persoddisfare tutte le sue esigenze tra-mite una proficua collaborazione intermini anche consulenziali sin dallafase progettuale, proseguendo conl’impegno costante lungo tutto il pro-cesso produttivo e con l’attenta etempestiva assistenza – ha dichiaratoAlessandro Ferrario, responsabile diproduzione gicar – Disponiamo inol-tre di un reparto ricerca e sviluppo in-terno con più di venti persone in gra-do di orientare le scelte dei clientiverso le migliori soluzioni e di un la-boratorio interno riconosciuto dal Mi-nistero dell’Istruzione dell’Universitàe della Ricerca. La preparazione pro-fessionale dei dipendenti è uno deinostri punti di forza».

L’IMPORTANzA DELLA FORMAzIONECalveri (Api Lecco): “Importante for-nire risposte adeguate alle esigen-ze formative delle Pmi”Negli ultimi 10 anni sono infatti statiorganizzati 50 corsi, realizzati per lamaggior parte con Api Lecco grazieal finanziamento di Fapi, per un tota-

le di oltre 800 ore di formazione. Ol-tre all’importante tema della sicurez-za, i corsi hanno trattato tematichetecniche e gestionali necessarie allacrescita dei lavoratori (programma-zione della produzione e gestione deireparti produttivi, area commercialee gestione degli acquisti, marketinge gestione delle risorse umane), magrande spazio è stato riservato anchea interventi formativi per motivare idipendenti e far loro comprendereche il lavoro di ciascuno è fondamen-tale.«Siamo una squadra (qualche colla-boratore parla di “grande famiglia”)e per mantenerci a questo livello dieccellenza dobbiamo investire sullanostra forza lavoro e sull’innovazio-ne, ma soprattutto dobbiamo guar-dare avanti, sempre. - parafrasandoil titolo di un vecchio film di Totò - Chisi ferma è perduto» ha concluso Do-natella Arlati. Filosofia gicar, filoso-fia vincente. «A partire dal rapporto diretto e co-stante con le Pmi associate, Api ha lapossibilità di conoscere le esigenzeformative delle aziende. Questo con-sente di offrire una risposta adegua-ta e possibilmente gratuita, inseren-dola nei programmi finanziati dalFondo Interprofessionale Fapi, sia al-la domanda di formazione della sin-gola azienda, sia proponendo inizia-tive interaziendali rivolte a tutte lePmi associate» ha dichiarato Dome-nico Calveri, responsabile Formazio-ne di Api Lecco.

LE PMI SANNO INNOvARE – INNOvARE 57

Stefania GiussaniApi Lecco

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a cura della Redazione

INNOvARE – FIERE

Si avvicina la decima edizione di A&T(www.affidabilita.eu), la fiera delle so-luzioni e tecnologie innovative perl’industria competitiva, divenuto or-mai un appuntamento annuale fissoper decisori e responsabili tecnici diaziende manifatturiere delle princi-pali filiere industriali. Come ogni de-cennale che si rispetti, quello di A&Tsarà caratterizzato, oltre che da nu-meri in crescita a livello sia di esposi-tori sia di visitatori, da una serie di im-portanti novità. Tra queste spiccanosenz’altro A&T-ROBOTIC WORLD,la prima fiera italiana dedicata allaRobotica Industriale, e le SessioniSpecialistiche, che presenterannodecine e decine di casi applicativi disuccesso e progetti di ricerca d’inte-resse per l’utenza manifatturiera, ri-guardanti 3 focus principali: Roboti-ca, Produzione e Misure/Prove.Il programma contenutistico di A&T2016 è in fase di definizione e verràproposto a marzo sul sito web dellamanifestazione. Per offrire un assag-gio di quanto verrà proposto ai visi-tatori, proponiamo alcune brevi anti-cipazioni fornite dai rappresentantidi società espositrici leader nel pro-prio ambito d’attività:

MICHELE PEDRETTI (ABB ROBOTICA - BUSINESS DEvELOPMENT MANAgER DI ABB ROBOTICA) ABB sarà presente per la prima voltaad Affidabilità & Tecnologie, una fie-ra in forte crescita in cui i robot han-no progressivamente e meritatamen-te guadagnato una crescente areaspecifica. A&T rappresenta il palco-scenico ideale per presentare le no-stre importanti novità, che coinvolgo-no il settore automotive e il suo in-dotto: a partire dal nuovo IRB8700 (ilrobot più grande mai realizzato daABB, con elevata capacità di carico eampia area di lavoro), passando at-traverso i nuovissimi robot Scara, perassemblaggi estremamente veloci eaccurati, per arrivare sino alla roboti-ca collaborativa, con importanti no-vità in merito. Sarà presente YuMi, il

A Torino - Lingotto Fiere (20-21 aprile) migliaia di proposteinnovative per le aziende manifatturiereimpegnate nello sviluppo competitivo.

Robotica, Tecnologie avanzate,Prove e Misure…e molto molto altro!

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robot collaborativo a due bracci pro-tagonista di Expo, intrinsecamente si-curo, che lavora in fabbrica fianco afianco con gli addetti umani su atti-vità di assemblaggio e testing di pic-coli dispositivi e componenti.

ROBERTO FACCHINETTI (CEO – ALUMOTION)Ad A&T 2016 esporremo i bracci ro-botici Universal Robots, robot di tipocollaborativo, in grado di lavorare afianco dell’uomo in tutta sicurezza,senza protezioni perimetrali. Posso-no essere installati e messi in servizioin pochi minuti, grazie alla facilità diprogrammazione e all'autoapprendi-mento dei movimenti. Esporremo an-che le pinze robotiche di Robotiq, ingrado di adattarsi alla forma di qual-siasi oggetto che venga posto nel suoraggio di azione. Infine presentere-mo gli Agv MiR 100, robot mobiliprovvisti di un’intelligenza artificialein grado di orientarli nello spazio, e-vitare gli ostacoli e, soprattutto, es-sendo realizzati per lavorare in modocollaborativo, lavorare in armonia congli esseri umani.

MAURO gIACCONE (COMAU ROBOTICS - COUNTRYMANAgER SOUTH WEST EUROPE)Dopo la partecipazione alle due pre-cedenti edizioni di A&T, Comau hascelto di rinnovare la propria presen-za nel 2016. Per due motivi. In primoluogo per sostenere da protagonistail progetto “ROBOTIC WORLD”, checi vede impegnati, accanto agli orga-nizzatori della manifestazione, nellacostruzione di un evento totalmente

dedicato al settore della Robotica. I-noltre il 2016 sarà un anno di grandinovità per la nostra azienda e presen-tarle a casa nostra (Torino, sede an-che di A&T) è per noi molto impor-tante. Cosa presenteremo, però, èancora “segreto”. Stiamo sviluppan-do progetti che certamente sorpren-deranno positivamente operatori disettore e visitatori. Siete tutti invita-ti, pertanto, a venirci a trovare il pros-simo aprile!

MARCO PECCHENINI (FANUC ITALIA – SALES MANAgER ROBOTICS)FANUC partecipa ad A&T-RoboticWorld portando per la prima volta inquesto contesto i suoi sistemi intelli-genti, specificamente dedicati all’in-dustria automobilistica. Quella di To-rino è una vetrina unica nel panoramaitaliano dell’automotive, dove visita-tori altamente qualificati avranno mo-do di apprezzare dal vivo l’efficienzae l’affidabilità della gamma delle so-luzioni FANUC, progettate per otti-mizzare i processi e aumentare la pro-duttività dell’intera catena di fornitu-ra per il settore automobilistico. gra-zie alla proposta completa di FANUC,che comprende robot, controlli nu-merici e macchine utensili, le automa-zioni di inizio/fine linea e dei processiproduttivi diventano altamente effi-cienti e di facile integrazione, in lineacon i requisiti di competitività richie-sti dal mercato dell’automotive. Trale soluzioni esposte, il robot collabo-rativo CR-35iA, l’unico al mondo conpayload da 35 kg, che contribuisce asgravare l’operatore dalla fatica dimovimentare pezzi pesanti e ottimiz-zare la produttività della linea. Il cen-tro di lavoro per la fresatura Robodrillcon robot LR-Mate per asservimentomacchine trova, invece, impiego nel-la produzione di particolari automo-bilistici dove sono richieste prestazio-ni elevate, in sostituzione delle lineetransfer tradizionali, e offre una solu-

zione compatta, particolarmente in-dicata per l’automatizzazione delle li-nee di produzione.

ALBERTO PELLERO (KUKA ROBOTER ITALIA -STRATEgIC DEvELOPMENT MANAgER MARKETINg & KEY ACCOUNT MANAgER)KUKA Roboter Italia Spa partecipa a-bitualmente, ormai da oltre 4 anni, adA&T. Essendo KUKA di casa a Torinoe leader internazionale riconosciutonel mondo automotive, anche que-st’anno presenterà ad A&T varie pro-poste di applicazioni e non solo pro-dotti robotici: soluzioni di controlloottico dimensionale robotizzato diparticolari automotive, così come so-luzioni di “bin picking”, ovvero pre-lievo alla rinfusa da cassone di ogget-ti di qualsiasi forma e misura. Il tuttoverrà integrato con i nostri robot“sensitive” e collaborativi LBR iiwa(Intelligent Industrial Work Assistant),già diffusi anche nell’industria, e i pic-coli robot della famiglia Agilus, topperformer nella categoria.

ROBERTO SCANU (METTLER TOLEDO - RESPONSABILE MARKETINg) Mettler Toledo, azienda leader nellacommercializzazione e assistenza tec-nica di sistemi di pesatura e strumen-ti analitici, è alla sua seconda parteci-pazione ad A&T 2016, dove presen-terà, per il settore ricerca e sviluppo,la nuova linea Premium Excellence diAnalisi Termica, con nuovi modelli D-SC per l'identificazione e la caratte-

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rizzazione di materiali, come gomma,plastiche e materiali compositi. Per ilcontrollo qualità nell'Automotive eproduzioni meccaniche in generepresenteremo le soluzioni di pesatu-ra automatica, con le innovative celledi carico digitali (APW) integrabili di-rettamente nelle linee di produzione.

ANDREA gIBELLI (REPCOM – AMMINISTRATORE)Repcom da oltre 40 anni si distinguenel mercato della sensoristica per l’in-dustria elettronica, grazie alla qualitàe alla tecnologia dei prodotti propo-sti: lavoriamo ogni giorno per indivi-duare e proporre prodotti innovativie affidabili. In quest’ottica A&T-Affi-dabilità & Tecnologie, alla quale par-tecipiamo fin dalle prime edizioni, èper noi una vetrina importante. L’edi-zione del 2015 è stata un successo intermini di quantità e soprattutto qua-lità dei contatti raccolti, oltre cheun’occasione per “toccare con ma-no” l’interesse dei visitatori per i pro-dotti di qualità. Nella prossima edi-zione non mancheranno le novità:sensori a infrarossi per l’analisi deigas, micropompe con azionamentopiezoelettrico e sensori di umidità etemperatura di ultimissima genera-zione.

EMANUELE BATTILORO(ROBOTECO - RESPONSABILE DIvISIONE AUTOMOTIvE)Punti di forza della Roboteco sonol’eccellente competenza riguardanteil processo di saldatura robotizzato ela rivoluzionaria tecnologia Tawers diPanasonic, introdotta sul mercato eu-ropeo nel 2006 e ancora oggi rimasta

inimitata. Lo conferma il consegui-mento del prestigioso premio SHO-YO-KAI, come migliore distributoreal mondo di robot Panasonic. TawersPanasonicnegli ultimi 5 anni ci ha per-messo di contribuire al miglioramen-to dei differenti processi di saldatura,in particolar modo su alluminio, la-miere zincate e leghe varie, semprepiù presenti e in forte crescita, so-prattutto nell’ambito automotive.

FLAvIO MARANI (TIESSE ROBOT,KAWASAKI ROBOTICS– SALES MANAgER)Saremo presenti ad A&T 2016 alcuneimportanti novità: innanzitutto pre-senteremo il nuovo compatto con-trollore Kawasaki universale E0X, chepuò essere installato ovunque nelmondo (multi tensione, multistan-dard) e possiede caratteristichehardware e software estremamenteinnovative, quali la rigenerazione e-nergia e potenti funzioni software e-volute. Sarà anche possibile familia-rizzare con i nuovi robot collaborativiKawasaki “duAro”. Una soluzionemeccatronica rivoluzionaria: doppiobraccio, controllore integrato nel ba-samento su rotelle, programmazionecon Tablet via WI-FI, elevata velocitànella zona centrale e rispetto degli o-peratori nelle zone laterali, potenzamotori nelle specifiche per robot col-laborativi, scheda multifunzionale persicurezza in ambito collaborativo uo-mo macchina.

MASSIMO BEATRICE (WIKA ITALIA - MARKETINg & COMMUNICATION)Il nostro stand, completamente rin-novato, permetterà di mostrare i pro-

dotti e servizi di Calibrazione WIKA.Tra le principali novità presenteremoil nuovo controllore di pressione in-dustriale CPC4000: uno strumentoche offre un ampio campo di pressio-ne e può disporre di un massimo didue sensori di pressione di riferimen-to e di un barometro opzionale. Ilnuovo controllore di pressione mo-dulare di precisione, modelloCPC6050, invece, offre la massimaflessibilità e può essere dotato fino adue canali di regolazione di pressio-ne separati che possono funzionaresimultaneamente. Ad A&T 2016 pre-senteremo, inoltre, l’estensione del-l’accreditamento del nostro labora-torio ACCREDIA alle alte pressioni el’accreditamento del nuovo laborato-rio di temperatura e segnali elettrici.

PAOLA MUzzETTO(YASKAWA ITALIA - RESPONSABILEMARKETINg E COMUNICAzIONE)Parteciperemo ad A&T RoboticWorld perchè crediamo nell’idea didedicare una fiera alla robotica in mo-do specifico. Siamo convinti che, nelcampo dell’automazione, la roboticaabbia in questa fiera la degna rappre-sentazione. La location di Torino ci èfavorevole soprattutto perchè stiamospingendo la rivoluzione nella salda-tura spot, che vede nell’Automotiveil suo principale settore di mercato.Con noi potranno essere presenti leaziende dell’indotto, che ci aiutano arendere grande lo spot welding nelmondo. Infine, questa fiera rappre-senta l’anteprima di un programma dilancio europeo, in cui Yaskawa Italiaè protagonista come skill, produzio-ne e know-how.

FIERE – INNOvARE 61

Anticipazioni importanti, cherappresentano una minima par-te delle offerte contenutistichedi A&T 2016. Appuntamento aTorino Lingotto Fiere, quindi, il20-21 aprile prossimi!

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62 INNOvARE – FIERE

Droni che sorvolano i cieli come fos-sero dischi volanti per mappare e mo-nitorare il territorio, robot in grado dicollaborare con l’uomo nelle attivitàindustriali, artigianali e assistenziali,sensori ultra-performanti con inter-facce naturali (cognitive) che potran-no vedere e percepire l’ambiente cheli circonda capendo le intenzioni del-l’utilizzatore, stampanti 3D in gradodi integrarsi ai processi produttivi e-sistenti contribuendo a renderli piùefficienti e performanti. I dispositivi tecnologici, dai film difantascienza, si sono spostati nellarealtà compiendo una rivoluzione chesta modificando l’intero processo la-vorativo, come conferma l’ultimo rap-porto McKinsey secondo cui, per o-gni posto di lavoro perso, la tecnolo-gia ne crea 2,6. Una trasformazioneche dal 7 al 9 giugno 2016 sarà pos-sibile toccare con mano a Techno-logy Hub - l’evento professionaledelle tecnologie innovative per il tuofuturo, nato per mettere in contattoil mondo imprenditoriale con i forni-tori delle nuove tecnologie e offrire

numerose opportunità di business enetworking. L’appuntamento fieristi-co, promosso da Senaf e in program-ma a fieramilanocity, sarà compostoda sei settori: 3DPrint, Additive Ma-nufacturing, Droni, Elettronica e IoT,Material, Robot.Tra questi, l’area Robot Hub darà am-pio spazio a un’industria, quella ro-botica, che con più di 8,6 milioni dirobot esistenti risulta essere il com-parto in più rapida crescita in tutto ilmondo e con molteplici campi di ap-plicazione che vanno oltre l’automa-zione industriale - tra cui spiccano si-curezza e medicale - grazie alle ulti-me sperimentazioni in materia di ro-bot di servizio e collaborativi. «Nei prossimi dieci anni potremo a-vere robot in grado di collaborarecon l’uomo – afferma Giorgio Metta,Direttore dell’iCub Facility dell’Isti-tuto Italiano di Tecnologia – Ci po-tranno essere i primi androidi dome-stici, con i quali potremo comunicaree a cui affideremo lo svolgimento dialcune attività semplici, oppure cuichiederemo supporto per l’assisten-

A fieramilanocity, dal 7 al 9 giugno 2016, in arrivo droni civili, robot collaborativi, stampanti 3D, materiali del futuro e soluzioni per l’internet delle cose.

Technology Hub dove l’innovazione tecnologica incontra l’impresa

a cura della Redazione

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FIERE – INNOvARE 63

za agli anziani, o alle persone mala-te, in nostra assenza. Saranno quindirobot che comprendono la nostra so-cialità ed emozioni, sebbene a un li-vello semplice, e capaci di muoversiall’interno delle nostre case in auto-nomia».Un cambiamento a 360 gradi che stamodificando nel profondo abitudinie processi produttivi, e che Techno-logy Hub metterà in mostra presen-tando ai professionisti, nel vasto pa-norama disponibile, le ultime tipolo-gie di droni esistenti nell’area DroniHub, nonché gli utilizzi più interes-santi. «La tendenza più significativa che ca-ratterizza l'industria dei droni è il pas-saggio, sia da parte del pubblico chedel privato, dall’impiego nelle ope-razioni militari e di difesa all'uso civi-le - commenta Luciana De Fino, Pre-sidente dell’Associazione Airdroni -Ad oggi questa tecnologia producerisultati stupefacenti in termini di rap-porto costo-opportunità in settori co-me l’agricoltura, l’energia, l’intratte-nimento, la sicurezza, ed il monito-raggio ambientale». «Un trend destinato a crescere e adavere impatti positivi sull’intero com-parto ICT – continua Luciana De Fi-no – Il valore del mercato dei dronicivili e commerciali secondo gli osser-vatori mondiali aumenterà, tra l’annocorrente ed il 2020, con un tasso an-nuo di crescita composto pari al 19%.Nonostante i freni normativi, le que-stioni relative alla sicurezza, e le per-sistenti preoccupazioni sulla privacynotiamo, attraverso la nostra Asso-ciazione, l’interesse dei nostri im-prenditori. Soprattutto sul fronte de-gli investimenti in ricerca, le aziendeitaliane che si dedicano allo sviluppoe commercializzazione di soluzioni,sia hardware sia software, puntanomolto su questo settore». Dalla robotica su terra al controllo ae-reo, le scelte di business passano an-cor prima attraverso la scoperta deimateriali più all’avanguardia. Perquesto, Material Hub sarà lo spaziodedicato all’applicazione di nuovesoluzioni legate all’innovazione diprodotto, come i micro e nano mate-riali, gli eco materiali e il grafene, ingrado di rendere oggetti attualmen-te robusti, come ad esempio glismartphone, più leggeri e flessibili.Uno scenario che presto vedrà l’in-

troduzione di carta idrorepellenteper giornali e imballaggi, cotone an-tibatterico per i vestiti, tessuti ignifu-ghi e resistenti, fino alle spugne cheassorbono l’olio e non l’acqua per lapulizia dei mari dagli inquinanti.I materiali del futuro saranno prota-gonisti anche nelle aree 3DPrint Hube Additive Manufacturing Hub de-dicate alla stampa 3D e all’additivemanufacturing. Secondo MarinellaLevi, Docente del Politecnico di Mi-lano, «tra le potenzialità più spessoricordate quando si parla di stampa3D, l’innovazione nei materiali è trale più rilevanti e attese. La possibilitàdi disporre di soluzioni nuove, affida-bili, sicure, facilmente stampabili, po-trà fare la differenza anche nello svi-luppo di nuove applicazioni. Bastipensare alla possibilità di disporre,ad esempio, di materiali resistenti a-gli urti e con caratteristiche di ritirocontenute, così come quelli capaci dicondurre il calore e l’elettricità, oquelli compositi rinforzati con parti-celle metalliche o fibre lunghe, chepotranno aprire scenari ed applica-zioni in settori che vanno dalla modaalla medicina, dall’artigianato allanautica, e a molti altri oggi non anco-ra immaginabili».I tre giorni della manifestazione, svi-luppata tra spazi espositivi, aree di-mostrative, workshop e convegni, ca-se history e presentazioni tecniche,saranno un’occasione per conosceree vedere dal vivo tutti i comparti del-l’innovazione in un unico vero e pro-prio hub tecnologico. Tra i settori o-spitati anche Elettronica e IoT Hub,che darà attenzione ai progressi com-piuti in materia di elettronica e Inter-net delle Cose.

TECHNOLOgY HUB –CHI SIAMOTechnology Hub - L’eventoprofessionale delle tecno-logie innovative per il tuofuturo è la fiera promossa daSenaf che si terrà a fierami-lanocity dal 7 al 9 giugno2016, dedicata trasversal-mente ai nuovi trend tecno-logici e alle modalità di bu-siness ad essi connesse. Te-chnology Hub si componedi 3DPrint Hub, AdditiveManufacturing Hub, DroniHub, Elettronica e IoT Hub,Material Hub, Robot Hub.Spazi espositivi, aree dimo-strative, workshop e conve-gni, case history e presenta-zioni tecniche contribuiran-no a creare un vero e pro-prio Hub Tecnologico.

Per tutte le informazioni su Technology Hub:

www.technologyhub.it

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64 INNOvARE – FIERE

UN SOLO SALONE IN SINTONIA CON IL MERCATO DI RIFERIMENTOFin dal 2010, lo svolgimento congiunto delle due manifestazioni nello stes-so quartiere fieristico e alle stesse date ne aveva confermato la sinergia,posizionando l’offerta di MANUTENTION come la continuazione evidentedel settore del fine linea di EMBALLAGE. Da allora i buyer del mercato sisono orientati verso una politica di acquisto globale, che comprende l’im-ballaggio, il process, i sistemi di stampa e le soluzioni per l’intralogistica. Ilmercato si ripensa ormai come catena di produzione globale imballaggio»,dalla materia prima fino all’intralogistica e alla spedizione degli ordini.Il nuovo label ALL4PACK Paris permette di rendere più leggibile questoampiamento dell’offerta del salone, in totale coerenza con le evoluzionidella filiera.

ROTTA SULLA zONA EMEAAttraverso il suo nuovo nome, ALL4PACK Paris afferma in modo chiaro lasua ambizione internazionale, rafforzandosi nella zona EMEA che presentaun potenziale importante per la maggior parte degli espositori grazie an-che agli sbocchi rappresentati dall’Europa dell’Est e dall’Africa. L’edizione2016 vedrà al posto d’onore il continente africano grazie alla presenza dicommittenti di rilievo e di delegazioni ufficiali.Lo slogan di ALL4PACK Paris nel 2016: «Let’s be creative!»Perché l’innovazione è fondamentale per generare valore e nuovi strumentidi crescita e di affari in un contesto economico estremamente concorren-ziale. L’edizione 2016 celebra attraverso questo nuovo slogan la forza dellacreatività degli attori del settore. Comexposium, organizzatore del salone, apre le porte alla creatività con: - un nuovo nome ed un’offerta ampliata; - un nuovo «pricing» più semplice e trasparente per gli espositori;- un nuovo posizionamento nei Pad. 5a, 6 e 7;- una settorizzazione semplificata;- nuovi stand preallestiti inediti progettati da due nomi di fama del design;- un programma inedito di conferenze e di eventi collaterali per valorizzaree decodificare l’innovazione.Il gruppo COMEXPOSIUM, uno dei leader mondiale nell’ organizzazionedi eventi, vanta 176 manifestazioni - aperte al pubblico e/o per soli opera-tori – che coprono 11 settori di attività, dall’agroalimentare, all’agricoltura,alla moda, alla sicurezza interna degli Stati, alla costruzione, l’high tech, al-l’ottica e ai trasporti. COMEXPOSIUM accoglie 45.000 espositori e più di 3milioni di visitatori in 23 paesi in tutto il mondo.

The global marketplace for Packaging, Processing, Printing & HandlingSave the date: dal 14 al 17 novembre 2016

I saloni EMBALLAGE & MANUTENTIONdiventano ALL4PACK Paris

In un contesto di integrazio-ne costante di tutta la cate-na produttiva, i saloni EM-BALLAgE e MANUTEN-TION affermano la lorocomplementarietà e diven-tano ALL4PACK Paris, Theglobal marketplace forPackaging, Processing, Prin-ting & Handling. Una svoltastrategica che risponde alleattese dei buyer e riaffermail posizionamento esclusivodel salone a livello interna-zionale per la zona EMEA. A 12 mesi dall’apertura diALL4PACK Paris, la nuovaformula risulta vincente e leiscrizioni si moltiplicano.

CIFRE CHIAvE• EMBALLAgE & MANU-

TENTION > ALL4PACKParis

• Dal 14 al 17 novembre,Paris Nord villepinteFrancia, Pad. 5a, 6 e 7

• 1.600 espositori e mar-che rappresentate neisettori Packaging, Pro-cessing, Printing &Handling, di cui il 50% diprovenienza internazio-nale

• La presenza di 98.000 o-peratori del settore atte-si, di cui il 35% di prove-nienza internazionale

• 100 paesi rappresentati

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Innovare è edita da

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Stampa Tipografia Galli - Varese

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al n. 797 in data 11.07.2000

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66 INNOvARE – SERvIzIO AI LETTORI

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All4pack 64

Api Lecco 56

Asservimenti presse 30, 49

Bystronic 30

Confapi 6,7

Confapi Matera 52

Confapi Varese 54

Consorzio Synesis 26

Comau 40

Cogefim 43

Diana print 54

Equity factory 20

Erowa 15

Fasdapi III cop

Gerardi 30

Gicar 56

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Gruppo Giovani Confapi 8

Hermle Italia 30

Hexagon metrology IV cop, 36

JeLiuc 14

Kuka 34

Malpensa.net 26

Mecspe 33

Missler 26

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Politecnico Milano 26

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Siamo creativi 46, 59

Sicon oil & gas 23

Sitema 65

Soraluce 30

Sps ipc drives 13

SUPSI 26

Technology hub 51, 62

Technology Transfer System 26

Tornos 7

Vitali Infrastrutture 39

IN QUESTO NUMERO SI PARLA DI...

Organo Scientifico Ufficiale di CONFAPIConfederazione Italiana

della Piccola e Media Industria Privata

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Direttore Responsabile Cristina Gualdoni

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Direttore Editoriale Fabio Chiavieri

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Ufficio Pubblicità Gianluigi Carta

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[email protected]

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Hanno collaborato a questo numero:

Mattia Barattolo, Valeria Barletta, Andrea Barni, Camilla Bellini, Andrea Bettoni, Pasqualina Borrelli, Marco Bossi, Guidalberto Gagliardi, Davide Galletti, Stefania Giussani, Pasquale Latorre, Gianfranco Malagola, Andrea Mazza, Armando Occhipinti, Luigi Pastore

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