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Inner Wheel Club di TORINO 2 C.A.R.F. Distretto 204 C.A.R.F. Italia 2019/2020 International Inner Wheel Presidente Anna Maria Ferrari Strada San Vincenzo40/15C Cell.333 4363543 mail [email protected] Bollettino n.386 I ragazzi della Scuola Popolare di Musica che in questo mese avrebbero dovuto suonare per l’Inner Wheel Maggio 2020

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Bollettino n.386

I ragazzi della Scuola Popolare di Musica che in questo mese

avrebbero dovuto suonare per l’Inner Wheel

Maggio 2020

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Bollettino maggio 2020

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Carissime,

siamo arrivate a maggio…ma siamo ancora, per dirla con Dante, “tra color che son

sospesi”. Proprio così, siamo come quei palloncini che legavamo al polso dei bambini

per evitare che volassero via. Sospesi in aria. Ma saldamente legati alla terra.

Il nostro Pianeta, in barba al coronavirus, vive la sua vita, continua a girare attorno

al sole, alterna le stagioni, si riveste di splendidi fiori, ci invia messaggi di

soddisfazione perché respira un’aria quasi del tutto libera da polveri sottili e vede

diminuire i danni causati dai suoi ospiti nel mare, nelle foreste, nei parchi e nelle città.

E noi? Noi “tra color che son sospesi”. Certo quello che ci è capitato non è cosa da

poco e vedersi sconvolgere la vita dall’oggi al domani richiede una grande dose di

elasticità mentale e pratica, che non tutti abbiamo. D’altronde non possiamo fare

altrimenti. Occorre reinventarsi le giornate, cambiare le proprie abitudini, adattarsi

al cosiddetto “distanziamento sociale”, rinunciare agli abbracci e alla vicinanza delle

persone care … e tutto questo è ancora nulla se non si viene intercettati da questo

piccolissimo virus, il cui pericolo è inversamente proporzionale alla sua grandezza.

Mai, come in queste circostanze, siamo tanto grati alla vita se ci ha concesso

l’opportunità di essere stati educati al valore del sacrificio e del rispetto per gli altri,

di essere stati costretti ad adattarci a continui cambiamenti, ma soprattutto di aver

sperimentato il valore dell’empatia. Comprendere l’altro ed essergli vicino in questo

momento unisce, e non solo idealmente, tutta l’umanità afflitta dallo stesso problema.

E, se non esiste nessuna differenza tra i popoli, tra le categorie sociali per quanto

riguarda l’attacco del virus, scopriamo tragicamente che chi paga il prezzo più alto,

in tutti i sensi, sono sempre le fasce più deboli e quelle più esposte.

Stiamo perdendo la generazione di coloro che hanno contribuito a darci la vita di cui

godiamo, stiamo perdendo persone, anche giovani, che non hanno diritto ad un posto

in ospedale perché non hanno un’assicurazione o perché sono immigrati da altri paesi,

stiamo perdendo medici e infermieri in prima linea in una

guerra, che mai avrebbero immaginato di dover

combattere. Stiamo assistendo a fenomeni di povertà

indotta dalla perdita del lavoro, a lunghe code davanti ai

centri della Caritas e davanti al banco dei pegni… Ma tra

le ombre s’intravedono anche delle luci…Tanti gesti di

solidarietà e di vicinanza che fanno ben sperare anche per

il futuro, perché un futuro ci sarà e porterà con sé tante

problematiche, che continueranno ad interpellarci.

Sono certa che noi non ci arrenderemo e troveremo il

modo di esserci per accendere qualche piccola luce.

Lina

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Il nostro club al tempo del Coronavirus… « Stiamo lavorando per noi e per il nostro futuro » La nostra Presidente Anna Maria ha creato una chat su whatsapp per tenerci in contatto e presto, grazie all’aiuto dell’instancabile Anna Quaglino, avremo anche una piattaforma virtuale che ci consentirà d’incontrarci e di vederci. La piattaforma usata sarà Zoom. Alcuni giorni prima della data fissata da Anna Maria per l’incontro virtuale, riceverete in chat e via mail da Anna tutte le istruzioni per scaricare l’applicazione ed utilizzare PC, tablet o smartphone. Niente paura, le amiche meno tecnologiche potranno richiedere aiuto ad Anna e ad Elisabetta, sempre disponibili. Le ringraziamo con tutto il cuore e comunichiamo inoltre che la nostra referente Internet, Anna Quaglino, ha provveduto anche a caricare nel sito dell’Inner Wheel tutti i bollettini a partire dall’anno 2007/2008; a tal proposito, approfittando di questa pausa forzata, vi suggerisco di visitare il sito e navigare piacevolmente tra gli eventi e i service del nostro club e dei club del Distretto.

Le socie si raccontano e c’inviano pensieri e foto…

PENSIERI…

Trascorsi i primi giorni di sbandamento, piano piano mi sono adattata alle nuove regole

organizzando le mie giornate al meglio.I pensieri si affollavano nella mente, cercavo

di renderli positivi, ma le domande erano e sono tante: quale sarà il nostro futuro, come

e quando ne usciremo, certamente più forti e pronti a rivivere il mondo che ci circonda.

I giovani mi auguro saranno più preparati e maturi per affrontare le difficoltà, che

saranno tante, consapevoli che nulla è dovuto.

Il pensiero che mi coinvolge di più sono i moltissimi casi di nuove povertà, persone

che si sono trovate inaspettatamente senza lavoro e di conseguenza senza introiti e con

un futuro molto incerto.Mi sento quasi in colpa nella mia casa dove, se togliamo il

disagio delle rare uscite, non mi manca nulla. In questo caso vorrei trasgredire per

recarmi ad aiutare i gruppi di volontari che si occupano, con grande umanità, di

preparare i viveri e ci terrei molto ad andare a consegnarli personalmente per portar

loro una parola di conforto.

Chissà se in futuro non si possa creare con delle amiche un gruppo di aiuto, perché

queste persone avranno sempre più bisogno di sentire il calore del prossimo e temo che

anche dopo il” Liberi Tutti”, questo problema non finirà, anzi aumenterà.

Maria Grazia

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Bollettino maggio 2020

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APPUNTI DI VIAGGIO

Tra i tanti cammini percorsi in oltre vent'anni (cammini a piedi,

programmati, strutturati intendo) oltre ai vari viaggi, quello attuale

è senz'altro il più lungo, il più difficile.

Cominciato per forza (ma anche un po’ per amore di sè e degli altri)

sembrava avere un punto per le soste, se non la meta di arrivo.

Una sosta è vicina, pare; dell'arrivo non voglio sapere niente.

Ho sentito troppi forse, sì, chissà, certo, ma ....

In questi due mesi però ho percorso la mia casa come un cammino

in parte dimenticato, in parte non completamente conosciuto.

La fortuna mi ha concesso lo spazio, la situazione attuale il tempo.

Ho rivisto, ritrovato angoli della mia infanzia, della mia adolescenza

e della prima giovinezza nella parte più vecchia della mia abitazione;

la mia vita di sposa e di mamma in quella più recente.

Nella prima parte ci sono materialmente nata: le stanze risuonano delle

voci dei nonni, delle zie, di mamma e papà: c'eravamo tutti.

Alcune voci sono più lontane, più fievoli; altre più vicine. Mi sembra di non

essere stata abbastanza attenta a quello che mi dicevano, a"come" mi

parlavano. Ho rivisto gli angoli del cortile condiviso con mio fratello, passato

un po’ di tempo nel piccolo prato su cui ora si affaccia la parte più recente

della mia casa.

Le stanze dei bambini ora non sono più abitate, ma ricordo che la sera, quando

mi affacciavo sulla soglia, tiravo un sospiro di sollievo vedendoli finalmente

calmi, addormentati. E ringraziavo. Come ringrazio ora per aver potuto godere

di tanto spazio e anche di tanto tempo, visto i miei documenti d'identità.

i accorgo di non aver apprezzato appieno la fortuna di avere avuto una casa

in cui vivere i vari tempi della mia esistenza, con le persone a me care. Vedo angoli sempMre amati, mai pienamente vissuti: non avevo tempo, dovevo fare altre cose. Se davvero più importanti non so. Andare altrove.

Per conoscere che cosa non so. Ora, mentre fuori la primavera esplode e l'angelo di gesso che ha protetto la mia infanzia e quella dei miei figli si sta ricoprendo delle nuove foglie del rampicante, mi sento quasi smarrita in mezzo a tante sensazioni, alla folla di ricordi. Questo lungo cammino però mi insegna a essere più attenta a ciò che ha veramente un valore. Come quando, tornando a casa dopo un cammino o un viaggio dicevo dentro di me: "... ma come è bella la mia casa, come ci sto bene". Ero lieta di ritrovare le cose di sempre e

gli affetti di sempre.

Maria Clara

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LE OCHE DEL LUNGO PO

Qualche mese fa, prima della bomba coronavirus, ero solita fare qualche passeggiata

lungo il Po, facendo il giro da ponte a ponte. Un giorno, ai primi di febbraio, mentre scendevo

la scala di pietra, che porta verso i Murazzi, sotto l’arcata del ponte di Corso Regina (dove da

tempo vivevano sotto tende di fortuna due senzatetto, un uomo e una donna che hanno

passato lì tutto l’inverno) vidi … due oche belle grosse che, come misi piede sulla banchina

lungo il fiume, mi vennero incontro con aria a mio parere minacciosa, starnazzando come le

loro antenate del Campidoglio… forse difendendo quello che consideravano il loro territorio.

Perché altrimenti? Avevo già visto le due oche, ma molto più lontane, verso il ponte Sassi, in

mezzo alla colonia di pennuti – gallinelle, gabbiani, anatre - che vive a contatto con

parecchie nutrie sul bordo del fiume, e che senz’altro qualcuno foraggiava.

Sorpresa e – confesso - un po’ impaurita, non osando verificare oltre lo stato d’animo

delle creature, risalii la scala e attraversai il ponte da sopra, conscia di essere una gran

fifona…

In seguito cambiai prudentemente itinerario, andando a camminare verso Ponte

Sassi, sul viale lungo il Po già meno affollato a causa delle prime direttive di distanziamento

sociale.

Un giorno però, eccole di nuovo! Le vidi risalire pacifiche la sponda, attraversare il

vialetto dirigendosi verso la carreggiata… Chissà, forse cercavano il cibo, che chi le nutriva

non dava loro più?

Con fatica due ragazzi riuscirono a rimandarle verso la riva, mentre gli altri pochi

presenti osservavano sorridendo incuriositi.

Poi venne il lockdown generale e io non andai più a camminare.

Tuttavia passai, come passo tuttora, parecchio tempo affacciata al terrazzo, a

guardare sconsolata la strada sotto di me e il vialetto lungo il Po vuoti e carichi di silenzio.

Un silenzio rotto soltanto dalle sirene delle ambulanze testimoni del dramma che si stava

consumando, mentre tutto intorno a me la natura man mano esplodeva, con le gemme e

poi le foglie sugli alberi, coprendomi sempre di più la vista del fiume e dell’altra sponda.

E finalmente il canto degli uccellini, gioioso e dolce, a confortare l’animo.

Qualcuno passeggiava ancora con fare guardingo, accompagnando un cane; pochi,

sempre meno, i joggers. Un’atmosfera surreale, assurda, che stringeva il cuore.

Un giorno mi affacciai per vedere più in là, verso il ponte pedonale e …

affiancate, con passo deciso, forse spinte dai morsi della fame, le due oche caracollavano in

mezzo alla strada vuota, libere, padrone assolute del mondo degli umani resi prigionieri in

casa da un nemico infido e sconosciuto.

Mimì

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COVID 19 Stiamo vivendo una situazione inedita ed inimmaginabile: le conseguenze della lotta contro la

pandemia sono sempre più estese e ci coinvolgono sempre più da vicino. Si parla dell’aumento

esponenziale delle nuove povertà, che si vanno ad aggiungere a tutte le situazioni difficili e marginali

che già esistevano e che si vanno ancora aggravando. In questa situazione confusa, sempre più

deteriorata, i giovani, i bambini sono tra quelli che più subiscono le conseguenza delle difficoltà delle

famiglie e sono privati dei loro punti di riferimento: la scuola, gli amici, la libertà di giocare all’aperto,

di muoversi. La chiusura delle scuole, delle attrezzature sportive, dei punti di aggregazione, ha

limitato il loro mondo ed acuito le differenze sociali. Mentre sui giornali, sui media, sono comparsi

bambini che studiano a distanza in belle case con le mamme che partecipano e seguono, si comincia

a prendere coscienza che la realtà può essere molto diversa. Vi riporto la testimonianza di una

giovane professoressa che insegna in una scuola media torinese in una zona molto deteriorata.

Quella scuola media ha una antica tradizione di lavoro in situazioni difficili, ha affrontato negli anni

tutti i problemi di integrazione: dall’arrivo delle famiglie meridionali degli operai che venivano a

lavorare a Torino fino ai recenti flussi migratori. Parliamo quindi di una realtà dove si è abituati a

confrontarsi con le difficoltà, dove si sono sviluppati e si attivano molti progetti educativi.

Arriva il Covid-19, le scuole si fermano.

L’istituto di cui parliamo, cerca di organizzarsi per attivare la didattica a distanza, ma non tutti i

ragazzi hanno gli strumenti per poter accedervi. Comincia la ricerca per poter dotare gli alunni che

non hanno nulla, di uno strumento. La scuola dà in prestito d’uso ciò che ha, riesce anche a farsi

aiutare da una banca, ma molti ragazzi rimangono esclusi. Molti alunni possono utilizzare solo i

cellulari dei genitori anche se non sono gli strumenti ideali per seguire la lezione e fare i compiti. Il

problema più grave però è la connessione a internet. Pochi alunni hanno il collegamento Wi-FI, molti

che usano i cellulari, si avvalgono dei Giga disponibili con le schede telefoniche assolutamente

insufficienti per vedere video, scaricare documenti, sostenere più lezioni. I genitori, per la maggior

parte, non sono in grado di spendere per le ricariche. Come intervenire? La scuola non può comprare

le schede per gli alunni, perché il dirigente scolastico sarebbe il titolare e quindi il responsabile

dell’uso che ne viene fatto. Subentrano i professori creando un fondo finanziato da loro stessi e dai

loro amici, cooptati con una lettera, per ricaricare le schede dei telefonini usati dai ragazzi. Questo

intervento, consente di mantenere una parvenza di didattica a distanza anche se i professori si

devono adeguare alla povertà dei mezzi e strutturare una comunicazione molto semplificata.

Mentre si caricano i telefoni, si fornisce la cancelleria, si procurano le fotocopie, gli insegnanti si

rendono conto che i problemi vanno ben oltre la situazione scolastica. Molte famiglie sono allo

stremo: non hanno possibilità di lavorare, non trovano più lavori saltuari, hanno consumato i loro

pochi risparmi, se li avevano. Nella zona ci sono associazioni, parrocchie a cui rivolgersi, ma i “pacchi

alimentari” non sono sufficienti davanti ad una richiesta così vasta. Molti, che non hanno mai chiesto

niente, si vergognano di dover dipendere dalla carità. La professoressa di cui vi parlo mi racconta:

”quando mi sedevo a tavola con la mia famiglia e pensavo ai miei alunni, non riuscivo più a

mangiare”. Così parte un’altra iniziativa dei professori. Promuovono un’altra raccolta di fondi nel

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quartiere, coinvolgono i negozi e i ristoranti. Riescono a stimolare una forte catena di solidarietà. Il

panettiere dà il pane gratis, gli insegnanti lasciano direttamente nelle botteghe dei fondi in modo

che le famiglie possano comprare i beni di prima necessità, un ristorante fornisce un certo numero

di pasti gratis alla settimana…..E’ una battaglia giornaliera.

La professoressa mi dice: ”Mi ritrovo a rimettere in discussione alcuni aspetti della mia vita, i miei

sentimenti, il mio modo di essere insegnante che fino a poco tempo fa davo come assodati. Quando

spiego la rivoluzione francese e parlo dell’assalto ai forni, guardo i miei allievi e non so che cosa

pensare…”

Donatella Anna Maria e Novella c’inviano due poesie, la prima di autore ignoto e la seconda di Khalil Gibran, che ci fanno riflettere sulla situazione attuale.

VADEMECUM PER UN RECLUSO

Adesso che vivi tra le tue quattro mura seleziona quei pochi, ma fondamentali

e osservi la vita da questa fessura, conserva quegli altri in uno scatolone

ti senti spaesato, avvilito, depresso fanne dono a una scuola alla prima occasione.

davanti a uno specchio a guardare te stesso. Concediti spazio, mantieniti sveglio

Considera il tempo un regalo del Cielo, con pochissime cose vivrai molto meglio.

parentesi in cui riscoprirti davvero. Scrivi una lettera, una breve poesia

Tra i libri che dormono sugli scaffali sconfiggi la noia con la fantasia

Prendi i colori, dei fogli di carta, ripensa al legame dei vostri destini

disegna qualcosa e vedrai non importa e a quanto consola sentirli vicini.

se sei Michelangelo o un imbianchino E quando la noia t’inquina i pensieri

sarà solo un modo per tornare bambino. inventati un modo per venirne fuori

Cerca in rubrica le poche persone sii curioso di tutto come il bimbo e il poeta

Che ami davvero e che porti nel cuore come fa l’astronauta su un nuovo pianeta.

trascrivi quei nomi e sentiti grato Ritorna all’essenza, tralascia l’effimero

per tutto l’amore che ti hanno donato perché anche rinchiuso puoi essere libero.

Nulla impedirà al sole

di sorgere ancora

nemmeno la notte più buia

perché oltre la nera cortina della notte

c’è un’alba che ci aspetta

Khalil Gibran

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Isa ed Anna ci propongono foto della loro Pasqua…

Vi propongo un gioco che ho fatto con Giulio… fatelo con i vostri nipoti grandi e

piccini o con gli amici, vi aiuterà a mantenere i contatti, assegnandovi dei compiti.

Giocate creando degli ACROSTICI. Scegliete delle parole e costruite dei pensieri a partire

dalle lettere della parola scelta. Ecco il risultato del nostro lavoro :

Colpisce Ci salveremo Forza

Ogni essere umano Osservando le Abbracci

Rende inerme Regole Manicaretti

Ogni persona fragile Ognuno farà la sua parte Insegnamenti

Non Nessuno Generosità

Arrendersi mai Abbandonerà la nave Lavoro

Vinceremo Vedremo la luce Impegno

Insieme In fondo al tunnel Amore

Rimanendo Restando

Uniti Umani

Sempre Sempre

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Camminiamo Amica Chi si arrende è perduto

Lungo Necessaria Ogni cosa ha una fine

Una via Nonna Ritornerà il sereno

Battuta da Affettuosa Osserveremo le regole

Tempo Merita Navigheremo a vista

Ormai Ammirazione Attraverseremo i marosi

Resteremo Rispetto Viaggeremo ancora

Insieme Incondizionato Incontro alla vita

Nonostante Amore Ritroveremo la gioia

Ogni avversità Usciremo verso il sole

Davvero Sorrideremo al futuro

Unite Geniale

Esprimeremo Irripetibile

Comunione Unico

Amicizia Lettore

Riconoscenza Instancabile

Fiducia Osservatore attento

Cogliamo l’occasione

Ognuno provi a

Ridimensionarsi

Oggi è il momento giusto

Non rinviamo oltre

Aspettare è un errore

Vivere in pienezza

Intercettare i bisogni dell’altro

Rinunciando al superfluo

Uniti solo dall’amore

Semplicemente umano

Nel periodo trascorso dall’ultimo bollettino abbiamo

celebrato in modo del tutto inusuale la Pasqua, il 25 aprile

e il 1° maggio. Nessuna festa di famiglia, nessuna

celebrazione ufficiale, nessuna gita fuori porta… Ma,

ciascuno a suo modo, ne ha fatto un momento di riflessione

personale più o meno condiviso attraverso i social …Vi propongo

le foto che rimarranno nella nostra memoria e alcune vignette

della mia amica avv. Noemi Cagnazzo.

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La Via Crucis nella Piazza San Pietro vuota

Il Presidente della Repubblica da solo Il tricolore e il canto di Bella ciao rende omaggio al milite ignoto. dai balconi

Il nuovo ponte di Genova illuminato dal tricolore

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Comunicazioni

La Presidente comunica che, a causa della pandemia, il service dei cinque Club

torinesi per la creazione di video contro il Cyberbullismo nelle scuole, sarà destinato

sempre all’Educatorio della Provvidenza ma, essendo chiuse le scuole, servirà a

sostenere il “Concorso Rap Contest”, rivolto ai ragazzi di età compresa tra i 13 e i 16

anni, residenti a Torino e provincia, per porre l’accento sulla potenza espressiva del

genere rap, ma soprattutto per promuovere e divulgare l’importanza del sano

divertimento, libero da abusi e comportamenti violenti. I partecipanti potranno

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presentare un brano per ciascuna delle due categorie del concorso: il contrasto

all’ABUSO DI ALCOL tra gli adolescenti e il contrasto al CYBERBULLISMO. Gli

elaborati devono essere consegnati entro il 15 maggio all’indirizzo

[email protected] indicando come oggetto “Concorso rap

Contest” e specificando nome e cognome dell’autore del brano e la categoria prescelta.

Il regolamento si può trovare sul sito.

www.mondodigitale.educatoriodellaprovvidenza.it

Con grande dispiacere comunichiamo che Stefania Prandi ed Eralda Serantaoni,

per motivi di famiglia, hanno presentato le loro dimissioni dal Club. Nel ringraziarle

per il loro contributo alle nostre attività, garantiamo sempre la nostra amicizia e la

possibilità di averle ancora con noi qualora se ne verificassero le condizioni ….

DAL CONSIGLIO NAZIONALE

ORGANIGRAMMA CONSIGLIO NAZIONALE ANNO 2020/2021

Presidente- Angela Farina

Vice Presidente- Ettorina Ottaviani

Imm. Past Presidente- Lina de Gioia

Rappresentante Nazionale- Cinzia Tomatis

Segretaria- Lella Pavone

Tesoriere- Tia Gusman

Editor – Maria Mancuso

Deputy RN – Donatella Nicolich

Congratulazioni e buon lavoro!

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DAL DISTRETTO

Il nostro Distretto sin dall’inizio della

pandemia ha continuato a lavorare

usando i mezzi messi a disposizione

dalla tecnologia.

Il CED, si è riunito frequentemente in

video conferenza ed ha ratificato

l’elezione delle nuove officer per il

prossimo anno sociale. Questi i risultati:

Governatrice- Giovanna Cinotto, Club di Courgné e Canavese

Vice Governatrice- Maria Sangalli, Club di San Carlo Naviglio Grande

Imm Past Governatrice- Barbara Milella, Club di Torino

Segretaria- Nika Marinello, Club di Milano Sempione

Tesoriere- Patrizia Gentile, Club di Asti

Chairman del Comitato

all’ Espansione- Cristina Poggio, Club di Torino Europea

Chairman del Comitato

al Servizio Internazionale- Antonella Manoli, Club di Biella Piazzo

Editor- Cinzia Marchetti, Club di Oltrepo

Membri del Comitato

Permanente al Servizio

Internazionale- Anna Sagone, Club di Torino Eutopea e

Letizia Frezzotti, Club di Milano Est

Complimenti e buon lavoro a tutte!

AUGURI DI BUON COMPLEANNO

Alle nate nel mese di giugno

Mimì Albanese, Anna Maria Barosio, Eralda Serantoni

BOLLETTINI RICEVUTI

Un grazie di cuore ai Club che condividono con noi i loro bollettini