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INFUSI & DECOTTI Verona, 26 aprile 2016 Lorenzo Roccabruna

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INFUSI & DECOTTIVerona, 26 aprile 2016

Lorenzo Roccabruna

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Piante ed erbe

officinali

• Le piante e le erbe officinali

prendono il loro nome dalla parola

latina officina in riferimento agli

antichi laboratori farmaceutici

dove si procedeva all’estrazione di

droghe tradizionalmente usate

nella medicina popolare.

L’espressione piante officinali, così

come la conosciamo oggi,

identifica sia le piante medicinali

sia le piante aromatiche.

• La legge n.99 del 6 gennaio 1931

recita: Per piante officinali si

intendono le piante medicinali,

aromatiche e da profumo.

• Secondo l'Organizzazione

Mondiale della Sanità,

l’espressione piante medicinali

comprende ogni vegetale che

contiene, in uno organo, o in più

organi, delle sostanze che possono

essere utilizzate a fini terapeutici o

che sono i precursori di emisintesi

chemio-farmaceutiche.

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• Mentre le piante aromatiche da essenze

sono quelle piante che per i loro

particolari principi attivi, vengono usate

per rendere più appetibili i cibi, per

aromatizzare i liquori ed entrare nella

composizione dei prodotti cosmetici.

• Le piante e le erbe medicinali, o

officinali,trovano un vasto utilizzo in

erboristeria, omeopatia, fitoterapia,

aromaterapia.

• Le piante e le erbe officinali, in

erboristeria vengono anche chiamate

droghe, con questo termine si intende la

parte della pianta, corteccia, foglie, fiori,

frutti o radici, più ricca dei suoi principi

attivi. Queste vengono utilizzate in

diversi modi.

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Fitocomplesso

• Si va sempre più affermando il

concetto di fitocomplesso, quale

insieme di sostanze di origine

vegetale non riproducibili per sintesi

chimica.

• Il fitocomplesso va inteso come

l'insieme di una quantità di principi

attivi, noti e non,

farmacologicamente attivi, e di

sostanze che aiutano l'azione dei

primi, pur essendo di per sé queste

ultime farmacologicamente inattive.

L'insieme delle interazioni dei primi

(i principi attivi) e dei secondi (i

coadiuvanti) determina le azioni

note del fitocomplesso.

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Metaboliti primari e secondari• I metaboliti primari sono quei composti che servono

necessariamente alla sopravvivenza della pianta, quindi

sono indispensabili per la sua crescita e sviluppo.

• Questi composti comprendono i lipidi, i carboidrati, le

proteine, ed in genere sono concentrati nei semi e negli

organi vegetativi di riserva.

• Sono impiegati dall'uomo a scopo alimentare senza

troppi problemi di estrazione lavorazione della pianta.

• I metaboliti secondari sono quei composti che derivano

dai metaboliti principali ma al contrario di essi non sono

indispensabili alla vita della pianta.

• Rispetto ai metaboliti primari essi sono di limitata

presenza all'interno del vegetale e hanno funzioni

particolari.

• Le piccole quantità presenti tendono ad essere

localizzate in particolari cellule specializzate. Possono

agire come difesa verso i predatori della pianta, oppure

come attraenti per insetti impollinatori o come difesa

contro i microrganismi.

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Tre gruppi principali:Alcaloidi, Terpenoidi, Composti fenolici.

• Con il termine alcaloide si intende una sostanza organica di origine vegetale avente gruppi amminici

tali da impartire alla struttura un carattere basico, e dotata di grandi effetti farmacologici in relazione

all'assunzione di piccole dosi di sostanza (p. es. caffeina, morfina, stricnina).

• I terpenoidi sono la classe più ampia di prodotti naturali, presenti sia nel mondo vegetale sia in quello

animale. Al momento conosciamo più di 40.000 strutture terpeniche. Essi formano il gruppo più vasto

di composti vegetali e sono gli ingredienti più comuni degli oli essenziali.

• I prodotti secondari contenenti un gruppo fenolico, cioè un gruppo ossidrilico legato ad un anello

aromatico sono classificati come fenoli e rappresentano un gruppo chimicamente eterogeneo di circa

10000 molecole. Secondo la loro diversità chimica i fenoli rivestono ruoli diversi nella pianta: difesa da

erbivori e patogeni, sostegno meccanico, fonte di attrazione per gli impollinatori e per la dispersione

del frutto, inibitori di crescita sulle piante in competizione che crescono nelle vicinanze dalla pianta che

li produce.

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Lo scheletro dell'isoprene costituisce l'unità strutturale dei terpeni o dei terpenoidi che sono tra i principali

costituenti degli oli essenziali.

Presenti sotto forma di liquidi odorosi e volatili in foglie, fiori, frutti, cui conferiscono il caratteristico

aroma, sono ricavati da questi con le modalità più svariate: spremitura, estrazione con solventi,

distillazione in corrente di vapore.

I terpeni si dividono in due grandi gruppi:

Idrocarburi terpenici, che corrispondono alla formula generale (C5H8)n, e gli alcool terpenici, che hanno

le stesse caratteristiche degli idrocarburi terpenici ma hanno in più il gruppo -OH.

Sono idrocarburi terpenici il Limonene che caratterizza l'aroma della buccia dell'arancio, e il Mircene uno

dei composti aromatici principali del luppolo.

Sono alcol terpenici l'a-Terpineolo che si trova nel Bergamotto, il Mentolo principale componente

aromatico della menta, l'Eucaliptolo che caratterizza l'odore di eucalipto.

I TERPENI

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Tisana: l'acqua come solvente

• La tisana viene definita come una soluzione acquosa diluita di sostanze medicamentose, estratte da

fitocomplessi, da utilizzarsi per via orale. Una tisana si può preparare con una o con più erbe.

• Una tisana composta da più erbe presenta elementi così schematizzabili:

- il remedium cardinale (o rimedio di base): una o più droghe con principi specifici per la terapia in

questione,

- l'adiuvans (o adiuvante): una o più droghe capaci di sinergizzare con il rimedio di base,

- il costituens (o complemento): una o più droghe in grado di conferire un aspetto piacevole,

- il corrigens (o correttore): una o più droghe in grado di migliorare le caratteristiche organolettiche della

tisana.

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• Nella preparazione di una tisana le

erbe devono essere

opportunamente sminuzzate.

• Il grado di sminuzzamento è

importante, in quanto può influire

sull'estrazione dei principi attivi.

• In una tisana di più erbe le

componenti devono essere tra loro

omogenee. Non si devono

mischiare tra loro le parti dure e

quelle tenere delle piante.

• A causa dei problemi di interazioni

sfavorevoli che possono insorgere,

si consiglia, inoltre, di non

superare le 5 erbe in una stessa

tisana.

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A seconda del metodo estrattivo

Esistono diversi tipi di tisane: macerati, infusi, decotti.

La macerazione è un'operazione di solubilizzazione consistente nel trattare con acqua a

temperatura ambiente le erbe per estrarne determinati componenti.

Il tempo di macerazione varia in base al principio attivo che occorre estrarre.

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L'infuso è una preparazione

liquida ottenuta versando

acqua bollente sulla fonte

vegetale da cui si desidera

estrarre la componente

idrosolubile, lasciando riposare

per un tempo variabile dai 5 ai

20 minuti a seconda della

droga.

Il metodo risulta adatto ad

estrarre componenti che si

degradano o vengono perduti

durante l'ebollizione come gli

oli essenziali.

Il rapporto peso/peso, tra la

droga sottoposta ad infusione

ed il volume di acqua, varia

normalmente da 1:25 ad 1:5

(da 4 a 20 grammi per ogni

100 parti di acqua).

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Il decotto è una preparazione ottenuta per

immersione in acqua bollente di una fonte

vegetale, per estrarne alcuni principi attivi, è

indicato per droghe particolarmente coriacee

come cortecce, radici, foglie dure, semi.

La decozione si effettua aggiungendo le parti

della pianta che contengono le sostanze attive

in acqua fredda secondo le quantità prescritte,

si porta il tutto ad ebollizione e lo si lascia

bollire per 5-30 minuti a fuoco lento.

Solitamente si impiega una parte di droga ogni

16-20 parti di acqua (la farmacopea ufficiale

italiana riporta un rapporto di 5:100 tra droga e

decotto).

Molto usati nella medicina popolare, i decotti

non trovano molto spazio nella moderna

fitoterapia, in quanto l'ebollizione prolungata

porta spesso all'inattivazione dei principi attivi

o al mutamento della loro attività

farmacologica.

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La Farmacopea Ufficiale italiana

definisce la composizione di

alcune miscele di erbe, taglio

tisana, che possono essere

prescritte dal medico e preparate

dal farmacista.

Tuttavia mancano indicazioni e

avvertenze ed alcune miscele sono

disomogenee nei componenti (fiori

e radici) lasciando dubbi sulle

modalità di preparazione (infuso o

decotto).

Se il fitoterapeuta prescrive, per

es., "Miscela per tisana Gramigna

FU" il Farmacista preparerà la

relativa tisana composta

"gramigna" secondo la

composizione e la grammatura

riportate in tabella.

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Miscela per tisana Achillea F.U.

Composizione g

ACHILLEA MILLEFOGLIE (Achillea millefolium) fiori - parte aerea 20

MENTA PIPERITA (Mentha piperita) foglie 20

TARASSACO (Taraxacum officinalis) radici - parte aerea 30

ZEDOARIA (Curcuma zedoaria) rizoma 15

Miscela per tisana Altea F.U.

Composizione g

ALTEA (Althaea officinalis) foglie - radice 30

FINOCCHIO (Foeniculum vulgare) frutto 10

LICHENE ISLANDICO (Cetraria islandica) tallo10

LIQUIRIZIA (Glycyrrhiza glabra) radice 10

PIANTAGGINE LANCEOLATA (Plantago lanceolata) parte aerea 15

TIMO VOLGARE (Thymus vulgaris) foglie – infiorescenze 25

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Miscela per tisana Assenzio F.U.

Composizione g

ARANCIO AMARO (Citrus aurantium) scorze 20

ASSENZIO ROMANO (Artemisia Absinthium) sommità fiorite – foglie 25

CANNELLA CEYLON (Cinnamomum zeylanicum) corteccia dei rami 10

CENTAUREA MINORE (Centaurium erythraea) sommità fiorite 20

GENZIANA (Gentiana lutea) radice rizoma 20

Miscela per tisana Betulla F.U.

Composizione g

BETULLA (Betula alba) foglie - corteccie – gemme 50

GRAMIGNA (Agropyron repens) radici e rizomi 50

Miscela per tisana Camomilla F.U.

Composizione g

CAMOMILLA MATRICARIA (Matricaria chamomilla) fiore 25

CUMINO DI MALTA (Cuminum Cyminum) frutto 25

MENTA PIPERITA (Mentha piperita) foglie 25

VALERIANA OFFICINALE (Valeriana officinalis) rizoma con radici 25.

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Miscela per tisana Genziana F.U.

Composizione g

ARANCIO AMARO (Citrus aurantium) scorze 30

ASSENZIO ROMANO (Artemisia Absinthium) sommità fiorite – foglie 20

CENTAUREA MINORE (Centaurium erythraea) sommità fiorite 20

GENZIANA (Gentiana lutea) radice rizoma 30

Miscela per tisana Gramigna F.U.

Composizione g

BETULLA (Betula alba) foglie - cortecce – gemme 20

GRAMIGNA (Agropyron repens) radici e rizomi 20

LIQUIRIZIA (Glycyrrhiza glabra) radice 20

ONONIDE (Ononis spinosa) radici e rizomi 20

VERGA D´ORO (Solidago virgaurea) sommità fiorite 20

Miscela per tisana Melissa F.U.

Composizione g

LUPPOLO (Humulus lupulus) infiorescenze dei fiori femminili 35

MELISSA (Melissa officinalis) foglie 15

MENTA PIPERITA (Mentha piperita) foglie 25

VALERIANA OFFICINALE (Valeriana officinalis) rizoma con radici 15

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Miscela per tisana Sambuco F.U.

Composizione g

OLMARIA (Spiraea Ulmaria) sommità fiorite - fiori 20

ROSA CANINA (Rosa canina) bucce delle bacche 20

SAMBUCO (Sambucus nigra) foglie e fiori - frutti 30

TIGLIO OFFICINALE (Tilia microphylla) fiori - alburno 30

Miscela per tisana Senna F.U.

Composizione g

CAMOMILLA MATRICARIA (Matricaria chamomilla) fiore 10

FINOCCHIO (Foeniculum vulgare) frutto 10

MENTA PIPERITA (Mentha piperita) foglie 20

SENNA (Cassia angustifolia) foglie - baccelli 60

Miscela per tisana Tarassaco F.U.

Composizione g

CARDO MARIANO (Silybum marianum) semi 20

CUMINO DI MALTA (Cuminum Cyminum) frutto 10

MENTA PIPERITA (Mentha piperita) foglie 20

TARASSACO (Taraxacum officinale) radici - parte aerea 30

ZEDOARIA (Curcuma zedoaria) rizoma 20

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Miscela per tisana Tiglio F.U.

Composizione g

OLMARIA (Spiraea Ulmaria) sommità fiorite - fiori 30

SAMBUCO (Sambucus nigra) foglie e fiori - frutti 30

TIGLIO OFFICINALE (Tilia microphylla) fiori - alburno 40

Miscela per tisana Timo F.U.

Composizione g

FINOCCHIO (Foeniculum vulgare) frutto 15

LIQUIRIZIA (Glycyrrhiza glabra) radice 25

PIANTAGGINE LANCEOLATA (Plantago lanceolata) parte aerea 35

TIMO VOLGARE (Thymus vulgaris) foglie - infiorescenze33

Miscela per tisana Valeriana F.U.

Composizione g

ARANCIO AMARO (Citrus aurantium) scorze 10

LUPPOLO (Humulus lupulus) infiorescenze dei fiori femminili 20

MELISSA (Melissa officinalis) foglie 15

MENTA PIPERITA (Mentha piperita) foglie 15

VALERIANA OFFICINALE (Valeriana officinalis) rizoma con radici 40

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La raccolta delle erbe medicinali

- Per prima cosa è necessario

raccogliere solo piante

determinate in modo certo.

- In luoghi lontani da fonti di

inquinamento.

- Non raccogliere piante

protette.

- Le piante devono essere prive

di polvere e sporcizia (non si

lavano prima di essiccarle).

- Non raccogliere piante colpite

da parassiti o deteriorate,

scegliere le migliori.

- Lasciare sempre qualche

esemplare per consentire la

riproduzione della specie.

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Fiori: all'inizio della fioritura, quando non sono ancora aperti, oppure nel corso della

fioritura. Comunque sempre prima dell'appassimento completo.

Foglie: in genere poco prima della fioritura, quando sono ancora giovani, ma già

completamente sviluppate.

Steli e parte aerea: nello stesso periodo consigliato per le foglie, in genere poco

prima della fioritura o durante.

Gemme: in primavera, nel periodo immediatamente precedente alla loro apertura.

Bulbi: dopo la fioritura, quando la parte aerea inizia ad appassire.

Radici e rizomi: quando la pianta è in riposo vegetativo, in genere in autunno per le

annuali o biennali e all'inizio della primavera per quelle perenni.

Tuberi: al momento della fioritura, quando sono più ricchi di sostanze nutritive.

Corteccia: quella delle conifere e delle piante resinose in primavera; per gli altri

alberi, in inverno se adulti, in autunno se giovani.

Frutti: quelli a polpa secca quando sono in piena maturazione e cambiano colore,

mentre quelli ricchi di polpa succosa poco prima della completa maturazione.

Semi: Come per i frutti, quando sono in piena maturazione e la pianta inizia a

seccare.

Il tempo balsamico

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Calendario per la raccolta delle erbe medicinali

Gennaio

Bergamotto.

Febbraio

Abete bianco, Abete rosso, Carrubo, Cipollaccio col fiocco, Cipresso, Favagello,

Lichene islandico.

Marzo

Asparago, Barba di becco, Borsa di pastore, Bosso, Cappero, Cariofillata, Enula

campana, Epilobio, Erica carnicina, Faggio, Farfara, Farfaraccio, Felce florida, Fumaria,

Genziana, Lichene pulmonario, Margheritina, Nocciolo, Olivo, Olmo, Ononide, Pesco,

Pino silvestre, Pioppo, Prugno, Quercia, Salice rosso, Sanguinello, Serenella, Viola

mammola.

Aprile

Acero, Agrifoglio, Ailanto, Alliaria, Betonica, Betulla, Biancospino, Billeri, Calamo

aromatico, Calendula, Carciofo, Castagno, Castagno d'India, Centocchio, Crescione,

Efedra, Favagello, Fico d'India, Fitolacca, Fragola, Frangola, Frassino, Gramigna rossa,

Imperatoria, Lapazio, Larice, Ligustro, Lentisco, Manna, Mentastro, Noce, Ontano,

Ortica, Primavera, Prugno spinoso, Rovo, Salice bianco, Tamerici, Tarassaco, Tiglio

semplice, Valeriana, Viola del pensiero.

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Maggio

Acetosa, Acetosella, Aglio orsino, Altea, Arancio amaro,

Asperula, Bagolaro, Bocca di Lupo, Bugula, Camomilla,

Camomilla romana, Chelidonia, Ciliegio, Cineraria,

Cinoglosso, Cinquefoglio, Edera terrestre, Erba roberta,

Erba ruggine, Farfaraccio, Fico, Finocchio marino,

Fiordaliso, Galega, Malvone, Mestolaccia, Morine,

Podagraria, Prezzemolo, Pulmonaria, Quercia marina,

Rosa canina, Rosa rossa, Rosolaccio, Sambuco,

Sanicula, Sedano montano, Senecione, Serenella,

Trifoglio fibrino.

Giugno

Agrimonia, Amarena, Amorino, Avena, Balsamina,

Bocca di leone, Borragine, Camedrio, Camepizio, Capri-

foglio, Cardiaca, Cardo benedetto, Centinodio,

Cicutaria, Cimbalaria, Coclearia, Consolida maggiore,

Crespino, Cuscuta, Dragoncello, Ebbio, Echio, Erisimo,

Eucalipto, Eupatorio, Fico d'India, Fragola, Giglio

bianco, Ginestrino, Lampone, Ligustro, Malva comune,

Malva silvestre, Margherita, Millefoglio, Mirtillo,

Mirto, Nepetella, Ortica bianca, Parietaria, Pervinca,

Pesco, Pilosella, Pulegio, Risetto, Rosmarino, Ruta,

Salcerella, Salvia, Serpillo, Timo, Verbasco, Veronica,

Vulneraria.

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Luglio

Achillea moscata, Alchemilla, Alloro, Altea, Anagallide, Arancio

dolce, Argentina, Amica, Artemisia, Assenzio, Ballota, Bardana,

Basilico, Betonica, Bistorta, Canapa selvatica, Capelvenere,

Carciofo, Cardo mariano, Carota, Cataria, Centaurea minore,

Cetriolo, Cicoria, Coda cavallina, Corbezzolo, Comiolo, Cotogno,

Cumino dei prati, Dittamo, Edera, Elicriso, Eliotropio, Erba vescica,

Erigero, Eufrasia, Farfara, Fieno greco, Frassino, Genepi,

Genzianella, Granoturco, Iperico, Issopo, Lappola, Lavanda, Lingua

di cane, Marrubio, Meliloto, Melissa, Menta acquatica, Menta

piperita, Mentastro, Mentone, Mugo, Origano, Pastinaca, Piede di

gatto, Pimpinella, Poligala, Porcellana, Prunella, Rapunzia, Ribes

nero, Ribes rosso, Salvia sclarea, Santolina, Semprevivo, Senape

bianca, Verbena.

Agosto

Aglio, Alchechengi, Anice verde, Brugo, Caglio, Carrubo, Cipolla,

Coriandolo, Epilobio, Erniaria, Fagiolo, Finocchio, Finocchio

marino, Fitolacca, Giaggiolo, Girasole, Iris germanica, Lampone,

Licopodio, Linaiola, Lino, Luppolo, Maggiorana, Melanzana,

Mirtillo, Nocciolo, Noce, Olivella, Olmaria, Peperoncino,

Piantaggine, Polipodio, Prezzemolo, Prugno, Psillio, Romice,

Rosolida, Santoreggia, Sedano, Serenella, Spincervino, Tormentilla,

Uva ursina, Verga d'oro, Vite, Vulvaria.

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Settembre

Aneto, Angelica, Angelica selvatica, Barba di becco, Bistorta, Calamo aromatico,

Calcatreppolo, Calendula, Canna, Canna di palude, Cappero, Cardo dei lanaioli,

Cariofillata, Castagno d'India, Cedrina, Cicoria, Cinquefoglio, Cren, Dittamo,

Giglio bianco, Ginepro rosso, Nigella, Ononide, Ortica, Peucedano, Pungitopo,

Quercia, Rosa canina, Rovo, Salcerella, Sanicula, Sorbo rosso, Tamerici, Tarassaco,

Valeriana, Zucca.

Ottobre

Acetosa, Ailanto, Altea, Asfodelo, Asparago, Bardana, Borsa di pastore, Carlina,

Carota, Consolida maggiore, Corniolo, Cotogno, Crespino, Ebbio, Enula campana,

Erba ruggine, Eupatorio, Felce maschio, Genziana, Ginepro, Giuggiolo,

Imperatoria, Lapazio, Limone, Lingua di cane, Liquirizia, Malva silvestre, Ninfea,

Pioppo, Podagraria, Primavera, Prugno spinoso, Rabarbaro alpino, Rapunzia,

Sedano montano, Sigillo di Salomone, Sorbo, Tamaro, Valeriana rossa, Vulneraria,

Zafferano.

Novembre

Agrifoglio, Alloro, Felce florida, Finocchio, Frangola, Mestolaccia, Nespolo,

Olmo.

Dicembre

Arancio amaro, Arancio dolce.

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La corretta essiccazione

Dopo la raccolta procedere il più rapidamente possibile per perdere

meno sostanze attive.

La pianta va mondata di eventuali porzioni deteriorate, le parti

raccolte non vanno lasciate al sole per non alterarne i principi attivi,

tuberi, radici e rizomi vanno puliti con cura e tagliati a pezzi (4-5

cm), a listarelle o spezzati.

Fusti e steli con foglie e fiori andranno raccolti in fasci lenti e

appesi capovolti nel locale d'essiccazione. Potranno anche venire

stesi in strati sottili (3-4 cm) su graticci appositamente predisposti,

rigirandoli più volte nel corso del procedimento perché si

essicchino in modo uniforme e si evitino processi di fermentazione.

Foglie e fiori vanno distribuiti in uno strato sottile: su di una griglia

o sul fondo di una cassetta da frutta, potete anche mettere sotto

della carta bianca pulita. È importante che l'aria possa arrivare alle

piante anche da sotto.

Le foglie vanno toccate il meno possibile e mai compresse,

altrimenti si macchiano di nero.

La pianta va in genere essiccata in locali ombrosi, asciutti, ventilati,

in cui la temperatura si mantenga costantemente intorno ai 20-30 °CIl tempo di essiccazione varia a seconda della parte utilizzata. In

genere si consigliano 15-20 giorni per radici, fusto e cortecce, 8-10

giorni per le foglie, 3-4 giorni per i fiori.

Nel caso che per essiccare si utilizzi il forno è bene non superare i

30-35 °C per le parti aeree e i 50-60 °C per radici e rizomi.

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Le erbe potranno dirsi perfettamente

essiccate non appena diverranno fragili.

A questo punto andranno sempre

maneggiate con cura così da non

sbriciolarle.

Un metodo certo per controllare la

corretta essiccazione consiste nel mettere

una parte della pianta in un vasetto a

chiusura ermetica: se dopo qualche

giorno non compaiono sulle pareti del

vaso segni di umidità, la droga può

essere messa in magazzino.

Le droghe vanno conservate in vasetti di

terracotta o vetro chiusi ermeticamente,

sacchetti di carta, scatole di cartone o

latta stagnata.

I contenitori vanno etichettati con nome

e data di inizio conservazione e poi posti

al riparo da luce, umidità e polvere.

Non conservate mai quantità eccessive di

erbe perché spesso i principi attivi si

volatilizzano con l'andare del tempo, in

genere si consiglia di rinnovare la scorta

ogni anno

La conservazione

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Quando assumere i preparati

Mattino a digiuno: depurativi, lassativi e

purganti, diuretici, cicatrizzanti dello stomaco e

dell'intestino, vermifughi.

Un paio di ore prima dei pasti: epatoprotettori,

antireumatici, antisettici, tossifughi, cardiotonici,

emmenagoghi.

20 minuti prima del pasto: ricostituenti,

antiacidi, aperitivi, remineralizzanti.

Dopo i pasti: digestivi, sedativi, antiacidi,

antifermentativi e coadiuvanti dell'espulsione dei

gas intestinali.

Prima di coricarsi: sedativi, lassativi,

cardiotonici, preparati per migliorare la

circolazione.

Un preparato vegetale può essere assunto una sola

volta, oppure più volte lungo un arco di tempo

che, di solito, va da qualche giorno a qualche

settimana.

Benché la maggior parte delle tisane vadano

consumate calde, si tenga presente che quelle

amare hanno un sapore più sopportabile se ingerite

fredde. È comunque consigliabile astenersi

dall'addolcirle con zucchero.

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Misure approssimative per droghe secche

(grossolanamente sminuzzate)

1 manciata = 30-40 g di droga

1 pugno = 8-10 g di droga

1 cucchiaio = 5 g di droga

1 cucchiaino = 2 g di droga

1 pizzico = 2-3 g di droga

Misure approssimative per liquidi

(riferite all'acqua)

1 cucchiaino = 4-5 ml o g

1 cucchiaio = 10-12 ml o g

1 bicchierino da liquore = 30-35 ml o g

1 tazzina = 60-70 ml o g

1 bicchiere = 100-120 ml

1 tazza = 120-150 ml o g

Misure empiriche

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Achillea (Achillea millefolium L. )

Famiglia: Asteraceae (Compositae)

Altri nomi dell'achillea:

Cent pied, erba de feridas, erba dei somari, erba dei tagi, erba del soldato,

erbe del marchese, erba pennina, millefoglie, millefiori, sanguinella, stagnadora, stagnasangue

Descrizione:

Pianta perenne, fusto eretto, duro, lanoso; da 30 a 70 cm. Foglie pelose, molli, 5-15 cm in lunghezza,

lanceolate, bi-, tri-pennatosette in segmenti lineari corti e sottili. Foglie basali lunghe e picciolate,

foglie superiori corte e sessili. Le infiorescenze sono numerose, bianche o rosa, 4-6 mm in diametro

(maggio-ottobre), in corimbi terminali densi ad ombrello, quelli del centro a tubo, 4-5 ligule larghe,

corte, tridentate, lunghe quanto larghe; l'involucro è ovoide con molte brattee sovrapposte, rigide ed

oblunghe. Frutto: acheni biancastri di 2 mm. Sapore agro, amaro.

Dove si trova:

Nativa dell'Europa, l'Achillea millefolium cresce nelle regioni temperate in tutto il mondo fino a

2500 metri. Preferisce luoghi assolati, praterie, margini dei viottoli e delle ferrovie; predilige terreni

aridi, pietrosi ed acidi.

Parti utilizzate:

Fiori, estremità fiorite, foglie (recise senza picciolo), i fusti e i semi.

Tempo di raccolta e conservazione:

Il periodo migliore per la raccolta è la piena estate, quando cominciano ad essiccare sia le foglie che i

fiori: questi vanno raccolti proprio quando il sole è cocente e il loro potere aromatico e terapeutico è

massimo. Una volte essiccate all'ombra le foglie e i fiori di achillea si conservano in scatole o vasi a

chiusura ermetica. I semi si raccolgono in giugno-settembre.

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Come si coltiva:

E' meglio utilizzare la pianta selvatica, comunque la si può seminare in primavera in terreno asciutto

oppure riprodurre per divisione dei cespi. Nelle zone calde deve essere piantata o seminata in

mezz'ombra.

Notizie e curiosità:

Il nome deriva da Achille, l'eroe greco che, secondo la leggenda, apprese dal centauro Chirone le

proprietà della pianta e la usò per curarsi le ferite ricevute in battaglia.

I Celti la usavano nelle cerimonie magiche. Discoride la raccomandava nella cura delle ferite. I Cinesi la

impiegavano anche nella cura dei morsi di cani e serpenti, oltre che impiegarla nel rituale, i Ching per

predire il futuro. I medici Ayurvedici la impiegano per far abbassare la febbre. Secondo Linneo veniva

usata nel Nord Europa al posto del luppolo nella preparazione della birra, con l’idea che impartisse alla

bevanda maggior potere intossicante. Nel secolo XVI i semi venivano usati per conservare i vini.

Principi attivi:

Tannini, flavonide (rutina), olii essenziali, sequiterpeni, steroli, principi amari (achillina), acido

achilleico, acidi organici, mucillagini, fosfati, sali di potassio.

Proprietà:

Antispasmodica, amaro-tonica, coleretica, antibatterica, astringente, cicatrizzante. E' utilizzata contro le

turbe gastro-intestinali, dismenorrea ovvero dolori mestruali, esternamente per dolori pelvici facendo dei

semicupi, per le ulcere varicose, per le emorroidi, per le ferite, gli azuleni, riassorbe i focolai di

infezione, con azione batteriostatica.

È una pianta utilissima per calmare gli spasmi uterini, nella cura delle malattie nervose, dell’asma. Viene

inoltre usata per arrestare qualsiasi emorragia esterna ed interna, utilizzandola in decotto o in infuso

oppure applicandola, tritata finemente, sulle ferite o sulle piaghe. Frena le diarree, favorisce le funzioni

urinarie ed è un potente antiemorroidale.

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Preparazione e uso:Uso interno:

Infuso:

Mettere 30-50 g di achillea da pianta essiccata o 200 g

di achillea fresca in 1 litro d'acqua per alcuni minuti,

quindi filtrare. Si dimostra utile contro un sudorazione

eccessiva.

Vino di achillea:

Porre a macerare 50 g di achillea (sommità fiorite) per

10 giorni in 1 l di vino bianco secco. Trascorso questo

periodo filtrare e conservare in bottiglia. Consumarne

un bicchierino prima o dopo i pasti per i disturbi

digestivi. Si consiglia invece la dose di due bicchierini

al giorno lontano dai pasti nel caso di mestruazioni

scarse o dolorose, emorroidi e varici.

Tisana:

Mettere 2 cucchiai di achillea in una tazza di acqua

bollente. Possibilmente dolcificare con miele. Questa

tisana è un ottimo preparato digestivo. Il gusto è

piacevole e ricorda la più conosciuta camomilla. Non

superare la dose consigliata di pianta fresca o essiccata

per ogni tazza al fine di non creare un gusto

eccessivamente aromatico.

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Uso esterno:

Decotto:

Fare bollire due cucchiai di achillea (pianta) in 1/3

di litro d'acqua. Utilizzare il decotto per fare degli

impacchi ogni mezz'ora sulla zona interessata da

lussazione.

Olio di achillea:

Mettere 400 g di fiori di achillea in 1 l di olio di

germe di mais (o olio di mandorle) e lasciare

macerare per un mese. Utilizzare per praticare

frizioni contro arrossamenti o irritazioni della pelle.

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L'achillea in cucina

L'odore intenso rispetta il sapore, amaro ma gradevole.

Le foglioline più tenere possono essere aggiunte a insalate e minestre, facendo però attenzione a

non eccedere nella dose perchè sono molto aromatiche.

Ottima anche per insaporire salse, aceti e liquori casalinghi.

E' chiamata anche genepì bianco ed è assai ricercata per un genepì di classe.

Ricette: Salsa di achilleaIngredienti:

30 foglie di achillea

1 cucchiaio di senape

2 cucchiaini di cren grattugiato

2 tuorli d\'uovo

limone

pepe

sale

burro

Preparazione:

Unite in un recipiente il succo di un limone, i tuorli, un cucchiaio di burro e pochissima acqua.

Miscelate con una frusta, mentre il misto è sottoposto a cottura lenta, fino ad ottenere una pasta

densa.

Aggiungete poi il cren grattugiato, il pepe e le foglioline tritate di achillea.

Amalgamate bene.

Servire con le uova e il pesce.

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Sambuco (Sambucus nigra L. )

Famiglia: Caprifoliacee

Altri nomi del sambuco:

Fiori di maje, sambucaro, sambuco nostrale, sango, savuco, savucu di gai, zambuco puzzolente

Descrizione:

Il Sambuco si presenta come una pianta alta 3- 4 metri. I rami giovani sono verdi mentre quelli degli

anni precedenti hanno la corteccia bruno cenere in cui spiccano le lenticelle prominenti.

I rami hanno foglie opposte a due a due con il picciolo dilatato alla base e, quando cadono, lasciano sul

ramo una cicatrice a forma di semiluna; sono ellittiche con la base cuneata, il margine è dentellato e

l’apice termina con un dente acuto più grande di tutti gli altri.

Il fiore è una infiorescenza a corimbo ombrelliforme di colore bianco- giallastro.

I frutti del Sambuco sono delle drupe nere lucenti con il succo di color violaceo contenente due o tre

semi.

Dove si trova:

Il Sambuco si trova fino alla zona montana di tutta Italia, nei luoghi ruderali, lungo le siepi e i fossi,

nei boschi radi.

Parti utilizzate:

Del sambuco si raccolgono i fiori e i frutti.

Tempo di raccolta e conservazione:

I fiori si raccolgono da aprile a giugno recidendo le infiorescenze alla base; i frutti si raccolgono in

agosto- settembre usando gli stessi pettini usati per raccogliere i mirtilli.

Le infiorescenze si essiccano all’ombra e si battono poi delicatamente per staccare i fiori dai peduncoli

che si eliminano; i fiori si conservano in recipienti di vetro o porcellana, i frutti si utilizzano freschi (si

possono anche surgelare).

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Notizie e curiosità:

In montagna si può trovare un altro tipo di sambuco (S. racemosa),

con frutti di colore rosso, con le stesse proprietà di quello nero.

Principi attivi:

Fiori: olio essenziale, flavonoidi, glicosidi flavoni, acidi fenolici,

quercetina, canferolo, rutina, isoquercitrina, iperoside, astragalina,

quercitrina, acido p-cumarico, acido caffeico, acido ferulico,

triterpeni afla e beta-amirina, acido ursolico, acido oleanolico,

acido ascorbico, alcido palmitico, acido linoleico, acido

clorogenico,steroli, mucillagini, tannini, pectine,zuccheri

Foglie: sambunigrina, gliucoside cianogenetico, colina, rutina,

quercetina, steroli, sitosterolo, stigmasterolo, campestrolo,

triterpeni, alfa e beta-amirina, palmitati acido oleanoico ed

ursolico, alcani, acidi grassi, stearico, oleico, linoleico, tannini,

resine, grassi, zuccheri, vitamina C

Frutti: flavonoidi, rutina, isoquercitrina, iperoside, tannini,

antociani, sambucianina, crisantemina, tracce di olio essenziale,

sambunigrina, prunasina, zierina, olocaina, zuccheri, acido citrico,

acido malico, vitamina A, vitamina C, vitamine del complesso B (

tiamina, riboflavina), acido nicotinico, ammide, vitamina B6,

inositolo, acido pantotecnico, acido folico, biotina, tirosina

Corteccia: sali di potassio, colina, zuccheri, tracce di olio

essenziale, glicosidi cianogenentici, sambunigrina, alcaloide

sambucina, tannini

Semi: glicosidi cianogenetici.

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Proprietà:

Il Sambuco ha proprietà diuretiche (aumenta

la quantità di urina eliminata nella giornata),

sudorifere, lassative, antireumatiche,

antinevralgiche, emollienti.

Con i fiori del Sambuco, usati anche come

componenti aromatici in liquoreria, si fa una

gradevole tisana che serve come rimedio

sintomatico popolare per il raffreddore,

l’influenza, la tosse, l’asma, i reumatismi; ai

fiori vengono anche riconosciute proprietà

lassative e antiemorroidarie.

I frutti del Sambuco devono essere raccolti

ben maturi; essi vengono usati soprattutto

come lassativi e trovano un’interessante

applicazione contro le nevralgie del trigemino.

Va usato con cautela, sotto il controllo del

medico.

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Preparazione e uso:Uso interno:

Come sudorifero, diuretico, antireumatico, emolliente delle

vie aeree.

Infuso

3 g dei fiori in 100 ml di acqua.

Bere due o tre tazzine al giorno.

Succo

Si bevono uno o due cucchiaini o cucchiai del succo dei frutti

( a cucchiai si manifesta l’effetto lassativo).

Decotto

4 g dei frutti in 100 ml di acqua.

Se ne bevono una o due tazzine all’occorrenza (dosi superiori

sono lassative).

Decotto

Mettete una manciata della seconda corteccia di sambuco

essiccata in 1 litro d'acqua e fate bollire per 15 minuti.

Lasciate riposare per 20 minuti dopo avere zuccherato a

piacere.

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Uso esterno:

Come emolliente, lenitivo sui foruncoli,

scottature, emorroidi

Infuso di sambuco

Mettete in infusione 5 g di sambuco

(fiori) in 1 litro d’acqua.

Fate lavaggi o applicate compresse

imbevute di infuso sulle zone interessate

da scottature.

E’ anche un ottimo rimedio come

emolliente e lenitivo sui foruncoli e

contro le emorroidi.

Lozione al sambuco

Lasciate macerare 30 g di fiori di

sambuco in 1 litro d'acqua per 8-10 ore.

Utilizzate per impacchi, lozioni e lavaggi

come tonico con effetto schiarente.

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Il sambuco in cucinaIl sambuco è noto, oltre che per le sue proprietà medicamentose, per la possibilità di usare i frutti nella

preparazione di conserve, biscotti, gelatine e anche per potere essere mangiato come gli asparagi. Le

ombrelle fiorali dopo essere state immerse in pastella e fritte, si servono calde presentandole con il

picciolo rovesciato.

Riso con i fiori di sambucoIngredienti:

400 g di riso per risotti

2 pugni di fiori di sambuco

1 mazzo di basilico

1 cipolla

1 bicchiere vino bianco secco

1 litro e mezzo di brodo anche di dado

olio d'oliva

pepe

30 g di burro

abbondante parmigiano grattugiato

Preparazione:

Lavate i fiori di sambuco. Lessateli per 5 minuti nel brodo, scolateli con la schiumarola e tagliateli a

pezzi.

Tritate la cipolla e fatela soffriggere nell'olio, aggiungete il riso, tostalo, aggiungete il vino bianco, fate

evaporare, portatelo a cottura aggiungendo il brodo bollente a mestoli.

Unite metà dei fiori di sambuco a metà cottura del riso e l'altra metà verso la fine.

Intanto frullate il basilico con il parmigiano, quando il riso è cotto mantecatelo con il burro, unite il

basilico, pepate e servite.

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Salvia dei prati (Salvia pratensis L.)

Famiglia: Labiate

Altri nomi della salvia dei prati:

Erba sacra, erba savia, salevia, salvia bianca, salvia de osei, salvia di uccelli, salvio ontano,

selvia, tè di Grecia

Descrizione:

La Salvia dei prati è una pianta che può raggiungere l’altezza di cm 30- 60, dai fiori azzurro-

viola lunghi circa 20- 25 mm; le infiorescenze fioriscono da aprile a ottobre e sono coperte di

peli.

Le foglie sono crenate, un po’ raggrinzite, prevalentemente in rosette poste alla base; le inferiori

sono picciolate mentre le superiori sono sessili.

Dove si trova:

La Salvia dei prati è frequente nei luoghi asciutti e soleggiati: i margini stradali, le scarpate, gli

spazi erbosi fino a 1600 metri di altitudine, in tutta Europa, soprattutto in quella centrale.

Parti utilizzate:

Le foglie e le sommità fiorite

Tempo di raccolta e conservazione:

Raccolta: Il momento migliore per procedere alla raccolta delle foglie è poco prima della

fioritura, alla fine della primavera: l'essiccazione deve avvenire lentamente e all'ombra. Le

sommità fiorite vanno colte in maggio-agosto tagliando anche una porzione erbacea del fusto.

Conservazione: Le foglie e i fiori si conservano in barattoli a chiusura ermetica: manterranno così

intatte le loro caratteristiche per circa tre anni.

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Notizie e curiosità:

Ippocrate ne consigliava l’uso nelle piaghe, il nome deriva da

Salvere "godere di buona salute", gli egiziani la usavano per

imbalsamare i morti. E’ considerata una panacea, veniva impiegata

dai Romani per conservare la carne, capace di potenziare la

memoria, si credeva che rendesse immortali.

Principi attivi:

Olio essenziale che contiene alfa e beta thujone, alfa e beta pinene,

acetato di linalile, cineolo, borneolo, acetato di bornile, canfora,

acido ursolico, acido oleanolico, saponosidi, acido fumarico, acido

clorogenico, caffeico, rosmarinico, glicerico, salvina, enzimi,

perossidasi, ossidoreduttasi, vitamina B1 e C, resine e sostanze

estrogene, sono presenti anche flavonoidi, glucosidi del luteolo e

dell’apigenolo, che assieme agli acidi fenolici sono responsabili

della azione coleretica e spamolitica, 0,8-2,5% olio essenziale,

camfene, b-myrcene, a-terpinene,limonene, cineolo 1-8

eucaliptolo,y-terpinene, paraymene, alfa e beta-tujone , canfora,

linaiolo, acetato di bornile, cariofillene umulene, osido di

cariofillene,triterpeni, colina, asparagina, acido fosforico, acido

malico, acido ossalico, alcuni tannini, catechine, mucillagini,

resine L’Olio essenziale di Salvia ha un’alta percentuale di tujoni,

chetoni ad azione neurotossica e va usato per via interna solo su

prescrizione medica.

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Proprietà:

La Salvia dei prati ha proprietà simili alla

Salvia officinalis, ma più blande.

Stimola le funzioni dell’intestino e della

cistifellea; sull’apparato respiratorio ha un

effetto balsamico (riduce le infiammazioni) ed

espettorante ed è utile anche per l’asma.

Per uso esterno è antisettica soprattutto per il

cavo orale ed astringente.

Preparazione e uso:Uso interno:

Per la digestione, la tosse e l’asma.

Infuso

1 g di foglie in 100 ml di acqua.

Una tazza al giorno all’occorrenza.

Uso esterno:

Decotto

1 g di foglie in 100 ml di acqua

Per le irritazioni delle gengive e del cavo orale

in generale.

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La salvia dei prati in cucina:

Le foglie più fresche e tenere della salvia dei prati

possono essere commiste alle insalate, ma il

rendimento è mediocre. Solitamente vengono

seccate, conservate per l'inverno e usate in ottime

minestre per conferire loro un gradevole sapore. Il

suo fine è quello di aromatizzare i cibi con

delicatezza senza divenire troppo incisiva.

Pesto di salvia dei prati

Ingredienti:

100 g di salvia dei prati

50 g di pecorino stagionato grattugiato

30 g di noci sgusciate

1/2 spicchio d'aglio

50 cl di olio d'oliva

sale q.b.

Preparazione:

Mondare e lavare la salvia, privandola della costa

centrale.

Procurarsi un pestello e pestare gli ingredienti tutti

insieme, aggiungendo l'olio a filo un po' alla volta

fino ad ottenere un composto omogeneo.

Ideale per paste di farina integrale.

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Un uso sconsiderato di componenti vegetali può provocare, al contrario di quanto si possa credere, effetti

indesiderati. Molte erbe sono infatti tossiche. Lo testimoniano le centinaia di studi clinici condotti negli

ultimi anni.

Un’assunzione eccessiva di prodotti erboristici in genere e di tisane, nello specifico, può provocare disturbi

gastrointestinali, iper e ipotensione, nausea, tachicardia, stipsi, dolori addominali e reazioni allergiche.

Le tisane fanno sempre bene?

Alcuni tipi di erbe per alcuni tipi di malattie hanno delle

controindicazioni specifiche :

A chi ha problemi di diabete è sconsigliata l’assunzione di

liquirizia.

Per la sindrome premestruale è fatto divieto a erbe come

la liquirizia e la salvia.

Per l’ipertensione arteriosa sono da evitare piante come

la liquirizia, il cardo mariano, l’efedra sinica.

Per l’insufficienza renale è fatto assoluto divieto per erbe

come il sedano, l’asparago e tutti i diuretici.

Per la gastrite e l’ulcera invece sono da evitare la cicoria,

l’assenzio, il tarassaco, la genziana e l’angelica.

A chi ha malattie del fegato sono sconsigliate la borragine,

la farfara, la liquirizia e l’eucalipto.

A chi è allergico all’aspirina sono sconsigliate tisane a

base di betulla, pioppo e salice.

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Alcuni tipi di erbe sono totalmente

incompatibili con alcuni farmaci :

la liquirizia interagendo con il cortisone

può potenziare l’effetto dei farmaci, oppure

associato ad anticoncezionali orali può

provocare ipertensione e riduzione dei

livelli di potassio;

il ginseng associato all’insulina e agli

antidiabetici orali può provocare problemi

di glicemia;

il ginkgo biloba interagendo con l’aspirina

e altri anticoagulanti può provocare

emorragia;

l'iperico potenzia l'azione dei farmaci

antidepressivi mentre riduce l'efficacia dei

farmaci anticoagulanti, dei contraccettivi

orali e di altri ormoni.

Le tisane e i decotti quindi devono essere assunte con parsimonia :

evitate quindi di assumere dosi maggiori rispetto a quelle indicate perché facendo ciò riducete e non

aumentate gli effetti benefici ;

evitate di raccogliere le erbe autonomamente, piuttosto più che al supermercato acquistatele in farmacia

o in erboristeria dove il dottore di turno potrà indicarvi quelle più adatte al vostro caso specifico;

conservatele non più di sei mesi in recipienti chiusi e riponeteli in un luogo fresco e asciutto;

tenetele fuori dalla portata dei bambini.

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Grazie per la cortese attenzioneLorenzo Roccabruna