Informazioni pratiche Touring Editore 2013 · fono, siti internet, orari di apertura e chiusura...

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EDIZIONE 2013 Informazioni pratiche Touring Editore 117 notizie utili, 138 alberghi e B&B, 118 strutture ricettive per pellegrini 98 ristoranti, 71 feste e manifestazioni Via Francigena Copia vendibile solo con la guida www.touringclub.com ISBN 978-88-365-5658-8 22,00 (I) H0947A

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EDIZIONE

2013EDIZIONE

2013

Informazionipratiche

Informazionipratiche

Touring EditoreTouring Editore

117 notizie utili, 138 alberghi e B&B, 118 strutture ricettive per pellegrini98 ristoranti, 71 feste e manifestazioni

Via FrancigenaVia Francigena

Copia vendibile solo con la guida

www.touringclub.com

ISBN 978-88-365-5658-8

€ 22,00 (I)

www.touringclub.com

ISBN 978-88-365-6139-1

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Via Francigena

EDIZIONE

2013

Informazionipratiche

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Touring Editore Direttore contenuti turistico-cartografici: Fiorenza FrigoniResponsabile editoriale: Cristiana Baietta

Realizzazione editoriale a cura della Banca Dati Turisticae del settore Cartografico di Touring Editore

Hanno collaborato alla realizzazione del volume:Fabrizio Ardito, per le sezioni ‘In Viaggio’ e ‘Itinerari a piedi’Edicomma, per la redazione e l’impaginazione (Nadia Orlandi)InfoCartoGrafica - Piacenza, per l’esecuzione cartograficaABCompos - Rozzano (Milano), per la prestampa

Pagliardini Associati, per il progetto grafico Rocío Isabel González, per il progetto grafico di copertina

Coordinamento tecnico: Francesco Galati

Grande cura e massima attenzione sono state poste, nel redigere questa guida, per garantire l’attendibilità e l’accuratezza delle informazioni. Non possiamo tuttavia assumerci la responsabilità di cambiamenti d’orario, numeri telefonici, indirizzi, condizioni di accessibilità o altro sopraggiunti, né per danni o gli inconvenienti da chiunque subiti in conseguenza di informazioni contenute nella guida.

Concessionaria di pubblicità: Progetto srl, 20090 Milanofiori-Assago (MI), Strada 1, Palazzo F9, t. 0257547991, fax 0257547960; 00184 Roma, viale del Monte Oppio 30, t. 064875522, fax 064875534; 38122 Trento, via Grazioli 67, t. 0461231056, fax 0461231984; www.progettosrl.it - [email protected]

© 2012 Touring Editore Strada 1, Palazzo F9, 20090 Milanofiori-Assago (MI) www.touringclub.com

Codice: H1504AEAN: 9788836561391

Stampato presso Giunti Industrie Grafiche S.p.A.

Touring Club Italiano è un marchio registrato del Touring Club Italiano (corso Italia 10, Milano, www.touringclub.it),e concesso in licenza da Touring Servizi srl a Touring Editore srl.

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SOMMARIO

GUIDA ALLE INFORMAZIONIPRATICHE pag. 5

IN VIAGGIO pag. 6

> Informazioni turistiche> Trasporti> Salute e numeri di emergenza

ITINERARI A PIEDI pag. 9

> Quadro d’unione degli itinerari a piedi> In due giorni da Aosta/Aoste a Verrès> In due giorni da Ivrea a Santhià> In due giorni da Santa Cristina

a Piacenza> In tre giorni da Fornovo a Pontremoli> In un giorno da Aulla a Sarzana> In tre giorni da Gambassi Terme

a Siena> In due giorni da Ponte d’Arbia

a Radicòfani> In tre giorni da Acquapendente

a Viterbo

LOCALITÀ in ordine alfabetico pag. 33

Per contatti con la redazione, segnalazioni, suggerimenti o consigli, scrivere a:[email protected]

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Grande arteria di attraversamento

Via principale

Altre strade

Rampa pedonale

Ferrovia e stazione ferroviaria

Altimetria con curve di livello e quota

Giardino

Monumento di grandissimo interesse

Monumento molto interessante

Altro monumento interessante

Chiesa

Ufficio di informazione turistica

Parcheggio

Ospedale

,DORMIREE FINO A 80 EUROLo Spicchio. Via per Pedona 238, tel.0584989901-3332948934, [email protected] - 2 camere - Elegante casadi campagna con ampio giardino, dispone dicamere semplici e accoglienti. Chi lo desideras-se può cenare in casa, organizzando divertentigrigliate o cucinando nel vecchio forno.EE DA 80 A 130 EUROLocanda le Monache. Piazza XXIX Maggio36, tel. 0584989258, www.lemonache.com- La locanda prende il nome da un monasterodi suore carmelitane che sorgeva attiguo al pa-lazzo. Mobili d’epoca e dettagli di gran gusto.EEE DA 130 A 200 EUROVilla la Bianca. Località Lombrici, via Nuo-va 825, tel. 0584984657, www.villalabianca.com - 6 camere - Questa bella fattoria del‘700 è stata trasformata in romantico relais cheoffre ospitalità come B&B. Ambiente raffinato.MANGIAREEE DA 30 A 50 EUROEmilio e Bona. Località Lombrici, via Nuova1641, tel. 0584989289, emilioebona@ya

La legenda delle piante

Gli esercizi per l’ospitalità e la ristorazionesono suddivisi in quattro fasce di prezzo (daipiù economici ai più costosi).

Per il dormire:E fino a 80 euroEE da 80 a 130 euroEEE da 130 a 200 euroEEEE oltre 200 euro

Per il mangiare:E fino a 30 euroEE da 30 a 50 euroEEE da 50 a 100 euroEEEE oltre 100 euro

I prezzi segnalati sono indicativi e si riferi-scono, per gli alberghi, al pernottamento incamera doppia, per i ristoranti, a un pasto di3 portate.

Il logo TCI evidenzia gli alberghi e i ristoranti raccomandati dal Touring, che si contraddistin-guono per la buona qualità dei servizi, dell’accoglienza e dell’offerta gastronomica.

Le piante delle città

I prezzi degli esercizi

Le principali località sono cor-redate da comode piante checonsentono di individuare laposizione degli esercizi citati,ac canto ai quali sono poste lecoordinate espresse in numerie lettere. L’abbreviazione f.p.indica che l’esercizio si trovafuori pianta, in corrispondenzadel riquadro segnalato.

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Questo volume accompagna la Guida Verde ViaFrancigena ed è pensato come strumento di consul-tazione da usare una volta che ci si trova sul posto,da tenere in tasca mentre si cammina e da portarsidietro la sera al ristorante, al cinema, a un concerto.Contiene informazioni pratiche sempre aggiornate,utili per il turista in viaggio (indirizzi, numeri di tele-fono, siti internet, orari di apertura e chiusura ecc.)e, località per località, una serie di indirizzi (ricettivi-tà, ristoranti, punti di interesse, eventi ecc.) corre-dati dalle piante principali. Per una trattazione piùampia di alcuni temi, quelli che servono per pianifi-care l’itinerario e per l’organizzazione del soggiorno,si rimanda alla sezione introduttiva della guida inti-tolata ‘Preparare il viaggio’.

Il volume si articola in tre sezioni fondamentali.

In viaggio fornisce una vasta gamma di informazioni utili di ca-rattere generale, in forma estremamente sintetica: – gli uffici di informazione turistica delle varie località; – una panoramica del sistema di trasporto locale: aeroporti, li-nee ferroviarie e stazioni, autolinee, trasporti pubblici urbani; – un elenco dei principali numeri di emergenza sanitaria e dipubblica utilità.Riquadri segnalati da arricchiscono i contenuti evidenzian-do curiosità, approfondimenti, informazioni varie.

Itinerari a piedi propone percorsi pedonali lungo la Via Franci-gena sulle orme dei pellegrini. Dal Quadro d’unione delle carterealizzate per questa sezione si individuano le 8 aree trattate, di-stribuite tra Valle d’Aosta e Lazio. Per ogni itinerario, un breveprofilo ambientale precede la descrizione del percorso e delletappe, con quanto di pratico serve sapere per seguirlo.

Località raccoglie un ricco compendio di indirizzi utili in tutte lelocalità di interesse turistico, da consultare in ordine alfabetico. Per ogni località vengono forniti l’indirizzo dell’Ufficio del Turi-smo, gli eventuali luoghi di visita con gli orari di apertura, la ri-cettività e gli appuntamenti da non perdere, raccolti sotto le vocivisitare, dormire, mangiare, eventi e manifestazioni.

GUIDA ALLE INFORMAZIONI PRATICHE

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IN VIAGGIO

INFORMAZIONI TURISTICHE

Il tracciato della Via Francigena tocca o attraversa 7 regioni italiane – Valle d’Aosta,Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana e Lazio – e una serie di cit-tà importanti dal punto di vista storico e artistico. Di seguito si segnalano i siti internetufficiali degli enti turistici delle regioni e gli indirizzi e i recapiti degli enti turistici dellecittà attraversate dalla Francigena.

• Valle d’Aosta www.regione.vda.it/turismoAosta: Ufficio del Turismo, piazza Chanoux 2, t 0165236627, e-mail: [email protected]• Piemonte www.piemonteitalia.euBiella: ATL Biellese, piazza Vittorio Veneto 3, t 015351128, www.atl.biella.it, e-mail: [email protected]: Ufficio del Turismo, corso Vercelli 1, t 0125618131, e-mail: [email protected]: ATL Turismo Valsesia Vercelli, viale Garibaldi 90, t 016158002,www.atlvalsesiavercelli.it• Lombardia www.turismo.regione.lombardia.itPavia: IAT, piazza Petrarca 4, t 0382597001, e-mail: [email protected]• Emilia-Romagna www.emiliaromagnaturismo.itPiacenza: IAT, piazza Cavalli 7, t 0523329324, e-mail: [email protected]: IAT, via Melloni 1A, t 0521218889, www.turismo.parma.itFidenza: Punto Informativo Turistico, piazza Duomo 16, t 052483377, e-mail: [email protected]• Liguria www.turismoliguria.itSarzana: IAT, piazza San Giorgio, t 0187620419, e-mail: [email protected]• Toscana www.turismo.intoscana.itMarina di Massa: Ufficio del Turismo, lungomare Vespucci 24, t 0585240063,e-mail: [email protected]: Ufficio del Turismo, piazza S. Maria 35, t 0583919931, e-mail: [email protected]: APT, piazza del Campo 56, t 0577280551, e-mail: [email protected]• LazioViterbo e provincia: Ufficio Informazioni, via Ascenzi 4, Viterbo, t 0761325992,www.provincia.vt.it/turismoRoma e provincia: www.aptprovroma.itRoma: www.romaturismo.itPunto Informativo Turistico più vicino alla Città del Vaticano: Castel Sant’Angelo, piazza Pia, t 060608, e-mail: [email protected]

PREVISIONI METEOOltre ai siti nazionali che pubblicano previsioni meteo (come www.meteo.it), alcune regioni hanno dei servizi dedicati, che spesso forniscono dati locali più dettagliati rispetto alle previsioni nazionali. Valle d’Aosta: www.regione.vda.it/territorio/centrofunzionale/meteo/default_i.aspPiemonte: www.regione.piemonte.it/xmeteo/xmeteodLombardia: http://ita.arpalombardia.it/meteo/bollettini/bolmet.htmEmilia-Romagna: www.arpa.emr.it/simLiguria: www.meteoliguria.itToscana: www.lamma.rete.toscana.it/previ/ita/boll_meteo.html

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Informazioni utili

TRASPORTI

Aerei e aeroporti• Aosta: Aeroporto «Corrado Gex»Dista 5 minuti in auto dal centro della cit-tà; davanti all’aeroporto c’è una fermata«Pronto Taxi».Informazioni: t 800682477, www.avda-aosta.it (attenzione, nel 2011 hannosospesi i voli Air Vallée da e per Roma).

• Torino: Aeroporto «Sandro Pertini»Si trova a Caselle, a circa 16 km dal cen-tro Torino, ed è collegato alla città da unservizio di treni che partono dalla stazio-ne Dora (www.gtt.to.it).Informazioni: t 0115676361/2, www.aeroportoditorino.it

• Parma: Aeroporto InternazionaleSi trova a 5 km dal centro cittadino ed èraggiungibile con gli autobus della linea 6che fanno capolinea alla stazione ferro-viaria e all’aeroporto.Informazioni: www.parma-airport.it

• Pisa: Aeroporto «Galileo Galilei»A pochi chilometri dal centro di Pisa, ècollegato alla città da un servizio ferrovia-rio (www.ferroviedellostato.it). Informazioni: t 050849300, www.pisa-airport.com

• Roma: Aeroporto Internazionale «Leonardo Da Vinci»A Fiumicino, circa 32 km a ovest di Roma. È collegato alla città dal servizio ferroviariometropolitano FM1 e dal Leonardo Express, per la stazione Termini (per entrambi i ser-vizi, www.ferroviedellostato.it). Informazioni: t 0665951, www.adr.itAeroporto «G.B. Pastine»A Ciampino, circa 15 km a sud-est del centro. È collegato alla città dai pullman Cotral(ogni 5 minuti fino alla fermata della metropolitana Anagnina, www.cotralspa.it) e dalTerravision Shuttle, per la stazione Termini, che raggiunge in circa 45 minuti (www.terravision.eu/rome_ciampino.html). Informazioni: t 0665951, www.adr.it

Treni e stazioni ferroviarieMoltissimi sono i punti d’incontro tra il percorso francigeno e la rete ferroviaria italiana.Tra questi, i più comodi (che coincidono con punti tappa della via) sono le stazioni diAosta, Ivrea, Pavia, Piacenza, Fidenza, Parma, Sarzana, Lucca, Siena, Viterbo e Roma.Per informazioni sui servizi di stazione e sugli orari: t 892021 (numero a paga-mento), www.trenitalia.it

Autolinee• Valle d’Aosta: la rete dei trasporti stradali è gestita dalla Savda, che collega la mag-gior parte dei paesi (t 0165367011, www.savda.it).• Piemonte: gli autobus di linea della Sadem collegano la maggior parte dei paesi (t 0113000611, www.sadem.it).• Lombardia: la zona di Pavia è coperta dai trasporti della Line (t 800111717,www.lineservizi.it).• Emilia-Romagna: l’area di Piacenza è servita dagli autobus della Tempi (t 800211173, www.tempi.piacenza.it); l’area di Parma, che include Fidenza e For-novo, è coperta da Tep (t 05212141, www.tep.pr.it).

LA CARTOGRAFIA DELLA FRANCIGENA

Uno degli aspetti fondamentali per chi decidedi percorrere a piedi la Via Francigena èl’accesso alla cartografia e alle informazionisulle novità inerenti al percorso. Due sono i siti da seguire. Anzitutto le pagine web della Direzione del Beni Librari del Ministero per i Beni e le Attività Culturali(www.librari.beniculturali.it), dove, seguendo il link ‘Francigena’, si accede alle pagine in cui si trovano i tracciati GPS e Google Maps del percorso e dalle quali si possono scaricarei road book (cioè delle descrizioni puntuali di ogni bivio, deviazione o luogo notevole) per tutte le tappe. Altrettanto importante è il sito dell’Associazione Europea delle VieFrancigene (www.viafrancigena.eu), dalla cui home page si può accedere alle mappe e seguendo le indicazioni ‘percorri’ e poi‘tappe’ si trova una pagina generale da dove si accede alle singole tappe del percorso.

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ENTI E ASSOCIAZIONI PER PELLEGRINISi segnalano di seguito i recapiti degli enti a cui rivolgersi se si intende percorrere oggi la Via FrancigenaI cammini d’Europa, GEIGE. www.camminideuropageige.comAssociazione europea delle Vie Francigene. Piazza Duomo 16 (sede nazionale), Fidenza (PR), t 0542517380, www. viafrancigena.euAccoglienza al Pellegrino dell’Opera Romana Pellegrinaggi. Palazzo del Vicariato, via della Pigna13/A, Roma, t 06698961, www.josp.comConfraternita dei Romei della Via Francigena. Via Garibaldi 1, Sala Baganza (PR), t 0521834754,www.viafrancigena.infoConfraternita di San Jacopo di Compostella. Via del Verzaro 49, Perugia, t 0755736381,www.confraternitadisanjacopo.itItinerAria. www.itineraria.euCaupona Sigerico. Danilo Parisi, t 0523771607-3886933850, località Sopravivo, Calendasco (PC),www.cauponasigerico-viafrancigena.it

Con lo sviluppo dell’idea di cammini di grande respiro, sono nate numerose associazioni privateche hanno contribuito allo studio del percorso della Via Francigena, e che nel 2009 hanno dato vita allaRete dei Cammini (www.retecamminifrancigeni.eu). Tra le sue fondatrici: Amici di San Colombano, Bobbio([email protected]); Comunità Toscana ‘Il pellegrino’ di Firenze ([email protected],www.francigenaintoscana.org); Gruppo Dei Dodici di Roma e Latina ([email protected],www.romeafrancigena.eu); i Pellegrini della Francigena di Altopascio ([email protected],www.ipellegrinidellafrancigena.it); Iubilantes di Como ([email protected], www.iubilantes.eu). Sul sito della Direzione del Beni Librari del Ministero per i Beni e le Attività Culturali(www.librari.beniculturali.it) è pubblicato un esaustivo elenco di associazioni ed enti.

• Toscana: l’area nord (Massa Carrara e Lunigiana) è coperta dalle corse della Cat (t 058585211, www.catspa.it); l’area di Lucca fa capo alla società Clap (t 05835411, www.clapspa.it); il Senese è servito dai mezzi della Train, che collega-no i paesi a nord e a sud di Siena (t 0577204111, www.trainspa.it).• Lazio: i servizi pubblici di trasporto sono assicurati da Cotral (t 800174471, www.cotralspa.it).

Trasporti pubblici urbani• Pavia, t 800111717, www.lineservizi.it• Piacenza, t 800211173, www.tempi.piacenza.it• Parma, t 05212141, www.tep.pr.it• Lucca, t 05835411, www.clapspa.it• Siena,t 0577204111, www.trainspa.it• Roma, t 0657003, www.atac.roma.it

SALUTE E NUMERI DI EMERGENZASu tutto il territorio nazionale, il numero telefonico per l’emergenza sanitaria è il t 118.Per i servizi regionali: Val d’Aosta, Azienda Usl della Valle d’Aosta (www.ausl.vda.it);Piemonte, Azienda Regionale Servizi Sanitari (www.aress.piemonte.it); Lombardia, Di-rezione Generale Sanità (t 800318318, www.sanita.regione.lombardia.it); Emilia-Romagna, Saluter (www.saluter.it); Liguria, Asl 5 della Liguria (La Spezia) (t 800612233); Toscana (www.regione.toscana.it/salute); Lazio (t 0651684498,www.poslazio.it).

Numeri di pubblica utilità• Carabinieri - t 112• Polizia di Stato - t 113• Cciss Viaggiare Informati - t 1518• Corpo Forestale dello Stato - t 1515• Soccorso stradale ACI - t 803116• Vigili del Fuoco - t 115

8 IN VIAGGIO

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ITINERARIA PIEDI

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QUADRO D’UNIONE DEGLI ITINERARI A PIEDI

Il quadro d’unione indica, schematicamente, le tavole cartografiche relativeagli itinerari a piedi descritti nella sezione ‘In viaggio’. Nell’elenco numerato sono stati riportati il titolo e il numero di pagina di cia-scuna tavola.

1

2

3

4

5

6

7

8

Da Aosta/Aoste a Verrès, pagg. 12-13

Da Ivrea a Santhià, pag. 15

Da Santa Cristina a Piacenza, pag. 17

Da Fornovo a Pontremoli, pag. 20

Da Aulla a Sarzana, pag. 24

Da Gambassi Terme a Siena, pag. 26

Da Ponte d’Arbia a Radicofani, pag. 29

Da Acquapendente a Viterbo, pag. 31

LEGENDA DEGLI ITINERARI

Susa

Robbio

Itinerario e direzione seguita

Itinerario su carrareccia o sentiero

Partenza itinerario

Arrivo itinerario

Località principale dell’itinerario

Località nei dintorni

Area urbana

Parco, riserva, area protetta

Autostrada

Strada principale

Altre strade

Chiesa / Santuario

Castello

Rovina, resti archeologici

Curiosità naturali

Grotta

Cartello-tappa che segnala l’arrivo a Corte Sant’Andrea

ITINERARI A PIEDI

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In cammino verso Colle di Val d’Elsa

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IN DUE GIORNI DA AOSTA/AOSTE A VERRÈS

Lasciata alle spalle la discesa dal Gran San Bernardo e raggiunta Aosta, la ViaFrancigena prosegue lungo la vallata percorsa dalla Dora Baltea tenendo in gene-re la riva sinistra del fiume. Per evitare alcuni tratti del fondovalle attraversato dastatale, autostrada e linea ferroviaria, il tracciato sale talvolta tra le frazioni a mez-za costa, seguendo parte dell’itinerario escursionistico chiamato Chemin des Vi-gnobles. Tra sentieri e strade secondarie, le due tappe sono piacevoli da percorre-re a piedi, e gli attraversamenti deipaesi non si presentano difficoltosi, aeccezione dell’uscita dall’abitato diSaint-Vincent. Chi vuole ammirare le tracce del pas-sato lungo la Via, dopo Aosta – imper-dibili la collegiata di S. Orso, la catte-drale e la porta Pretoria – può fermarsial castello di Quart, a Chambave, aSaint-Vincent e a Montjovet. Per rag-giungere il più celebre dei castelli val-dostani, quello di Fénis, è necessariauna breve deviazione con attraversa-mento della Dora.

L’itinerarioTAPPA 1 – Da Aosta/Aoste a Châtillon

Dopo aver lasciato il centro di Aosta passando attraverso la porta Pretoria e se-guendo l’antica via romana (oggi via S. Anselmo), si superano il maestoso arco diAugusto e il ponte romano. Il percorso sale fino a sfiorare la grande mole dell’ospe-dale Beauregard, quindi supera la frazione di Coutateppaz per raggiungere l’abitato

12 ITINERARI A PIEDI

L’ITINERARIO IN NUMERIGiorni di cammino 2

Distanze Tappa 1: km 30 Tappa 2: km 21

Ore di cammino Tappa 1: h 8 e min. 30Tappa 2: h 6

Dislivello in salita Tappa 1: circa m 740 Tappa 2: circa m 630

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In due giorni da Aosta/Aoste a Verrès 13

di Saint-Christophe. Dalla chiesa del paese, dominata da un campanile imponen-te e caratterizzata all’interno dalle antiche forme romaniche, si sale lungo la scali-nata sulla sinistra e poi ancora fino all’incrocio di Lemeryaz, dove si imbocca lacarrareccia che prosegue sempre in salita. Verso destra una stradina asfaltata inquota porta a Champapon; da qui si prende un’altra piccola strada che diviene poiun sentiero e che, seguendo spesso il tracciato di canali d’irrigazione in quota (ruin dialetto valdostano), costeggia la vallata fino ai resti del castello di Quart, edifi-cato nel XII secolo. Il paese, costituito da una serie di frazioni sparse, deve il suonome alla misura delle distanze sulla via romana delle Gallie: ‘Quart’ deriva infattida ad Quartum Lapidem (cioè ‘alla quarta pietra miliare da Aosta’). Oltrepassatele rovine sulla sinistra, si incontra un tratto carrabile che conduce a una stradaasfaltata da seguire verso destra e in discesa fino a Povil. Da qui, superati alcunibivi e una salita, si raggiungono la frazione di Epillod e poi le case di Chetoz; quin-di, sempre con brevi saliscendi a mezza costa, si fiancheggia dall’alto Nus, con ilcastello omonimo che sovrasta il percorso sulla sinistra. Anche questa località haorigini romane (il nome nasce da ad Nonum Lapidem) e oltre alla fortezza più inquota, rimaneggiata alla fine del ’500, conserva nel centro il più antico castello diPilato. Oltrepassata la chiesa dedicata a sant’Ilario, si raggiunge il monumento aiVignerons (cioè ‘ai Viticoltori’) e si imbocca una strada carrabile sulla destra. Lun-go tutto questo tratto è bene fare molta attenzione ai cani da guardia, spesso la-sciati liberi dai padroni. Il castello di Fénis si trova sulla riva destra della Dora ed è raggiungibile da Nuscon una deviazione dal percorso. Dopo Nus, si susseguono le frazioni agricole amezza costa: si superano Plantayes, Rovate e Rovarey prima di raggiungere lachiesa di Diemoz. Da qui alcuni bivi e una salita portano a un ponte, oltre il qualeun piccolo sentiero si stacca sulla destra conducendo sull’asfalto; si proseguesempre a mezza costa per poi scendere, attraverso la frazione di Poyaz, fino allecase di Chambave, nei pressi della cooperativa La Crotta di Vegneron. Dominatadal castello della famiglia Cly, Chambave conserva la chiesa parrocchiale di S. Lo-renzo e la bella casa cinquecentesca dei Guidonis. Da Chambave inizia un altrosentiero tematico, il Chemin du Muscat: si cammina a mezza costa tra case ecampi fino a raggiungere il ru de Chandianaz, seguendo il quale si arriva a Sollé.Da qui un sentiero porta alla frazione di Bedugaz e, costeggiando vecchi terrazza-

menti agricoli, supera il borgo abban-donato di Berma fino alla strada chesale a Cret de Gilles: l’itinerario la se-gue per un breve tratto in salita, poi lalascia prendendo una piccola stradasulla destra che tocca Frayan, Breil einfine Chameran, frazioni dell’ormai vi-cina Châtillon. Il paese sorge in uno slargo della valledella Dora Baltea, alla confluenza conil torrente Marmore che scende dallaValtournenche, ed è caratterizzato dallapresenza di tre castelli fatti costruiredalla famiglia Challant, una delle prin-cipali casate valdostane del medioevo.Da Aosta a Châtillon i chilometri da co-prire sono circa 30 e il tempo di percor-renza si aggira sulle 8 ore e 30 minuti. Ildislivello in salita è di circa m 740,mentre in discesa è di circa m 590. Nelcaso in cui l’erba dei sentieri e dei pa-scoli non sia stata tagliata, in giornateumide è facile bagnarsi le gambe: èquindi vivamente consigliabile l’uso discarponcini da montagna. Lungo que-sto tratto non ci sono problemi di ap-provvigionamento d’acqua e nei paesinon mancano possibilità di sosta e ri-fornimento.

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TAPPA 2 – Da Châtillon a Verrès

Il percorso inizia dalla chiesa parrocchiale di Châtillon: seguendo sulla sinistrale indicazioni per il castello dei Passerin d’Entrèves, una ripida salita di circa m150 conduce dall’abitato fino a un canale d’irrigazione non lontano dal sentieroche porta al castello. Il ru prosegue pressappoco a mezza costa, con alcuni trat-ti difficilmente individuabili a causa della vegetazione, poi sale fino ad affac-ciarsi dall’alto su Saint-Vincent. La località è dal ’700 nota per le sue terme, alle quali si affiancarono poi lastruttura del celebre Casino de la Vallée e il vicino Grand Hotel Billia. In centrosi trova la parrocchiale di S. Vincenzo, in parte costruita sopra i resti delle anti-che terme romane. Il percorso pedonale attraversa il paese per poi uscire dal-l’abitato in direzione sud-est, oltre le terme e quello che rimane del ponte ro-mano. Da qui alcuni bivi conducono alla strada comunale per Cillian. Superato il centro diquesta frazione si scende alle case di Feilley, oltre le quali la discesa continua fino aChamp-de-Vigne, per poi toccare Lavà e la successiva frazione di Chenal, nei pres-si delle rovine del castello omonimo. Proseguendo si entra nella zona che i romani chiamavano Mons Jovis (monte diGiove), denominazione da cui deriva l’attuale toponimo di Montjovet; la tappa cheSigerico indicò come Publei corrisponde probabilmente a questa località (altre fontila identificano invece con Pontey, piccola frazione di Chambave). Un piacevoletratto di strada romana (l’inizio del tracciato non è facile da identificare) scendedalla chiesa di St-Germain, situata ai piedi del castello, verso il paese omonimo, of-frendo sulla destra un bel panorama della vallata. Si supera la frazione di Toffo e siraggiunge Berriaz. Da questo punto in avanti, diverse le possibilità: l’itinerario segnato sale per cir-ca m 300 di dislivello verso Reclou e Cuignonaz, per poi scendere a Torille deVerrès lungo un sentiero sconsigliato in caso di pioggia; in alternativa si rimanebassi vicino al fondovalle fino alle case di Torille. Da qui a Verrès si può sceglie-re o il percorso più lungo, che oltrepassa autostrada e ferrovia, costeggia la Do-ra sulla riva sinistra fin nei pressi della confluenza con il torrente Evançon, svol-ta poi verso sinistra e, oltrepassate di nuovo ferrovia e autostrada, entra aVerrès; oppure l’alternativa più breve, che lungo la pista ciclabile raggiunge leprime case di Verrès fiancheggiando la statale. Fondata in epoca romana con ilnome di Vitricium, Verrès si trova allo sbocco della val d’Ayas nella vallata prin-cipale ed è dominata dalla rupe su cui sorge il castello della nobile famiglia de-gli Challant. I chilometri che separano Châtillon da Verrès sono circa 21 e iltempo di percorrenza si aggira sulle 6 ore di cammino. Lungo la tappa il disli-vello in salita è di circa m 630, mentre in discesa è di m 645 (entrambi i dati di-minuiscono notevolmente se si evita la salita per Reclou e Cuignonaz). Anchein questo tratto l’approvvigionamento d’acqua non è un problema e nei paesi siincontrano bar e negozi di alimentari.

In pratica

L’itinerario è dotato di segnaletica e la relativa cartografia (con tracciati GPS) può es-sere scaricata dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (www.francigenalibrari.beniculturali.it) o dal sito dell’Associazione Europea delle Vie Francigene(www.viafrancigena.eu). Oltre alla cartografia, qui sono disponibili le road map dettagliate delle singoletappe. Per chi decide di spezzare l’itinerario, si segnalano gli autobus di lineadella Savda, che collegano la maggior parte dei paesi (orari sul sito www.savda.it), mentre i treni della linea Aosta-Torino fermano ad Aosta, Châtillon/Saint-Vincent e Verrès. Lungo il tracciato di queste due tappe esistono diverse possibilità di alloggio, inalberghi, bed & breakfast e pensioni; informazioni e recapiti si possono trovarefacilmente sul sito della Regione Autonoma della Valle d’Aosta (www.regione.vda.it/turismo). Strutture di ospitalità ‘povera’ per i pellegrini sono presenti a Quart, Nus, Châtillon,Saint-Vincent, Verrès (vedi pagg. 64-67).

14 ITINERARI A PIEDI

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IN DUE GIORNI DA IVREA A SANTHIÀIl percorso della prima giornata si svolge quasi tutto sui versanti della Serrad’Ivrea, l’imponente altura allungata creata dalla morena dei ghiacciai alpini chesboccavano dalla Valle d’Aosta nella Pianura Padana. Nel secondo tratto il lago diViverone è l’elemento centrale del pa-norama. Non si tratta di una tappa par-ticolarmente faticosa: la lunghezza delpercorso è modesta e il dislivello in sali-ta scarso. La seconda è una tappa bre-ve e tranquilla, che offre la possibilità divisitare il castello di Roppolo, con unbel panorama su Ivrea e la Serra (danon perdere l’Enoteca regionale dellaSerra). Da qui si inizia a scendere versola pianura che farà compagnia ai cam-minatori per diversi giorni a venire. In-teressante la visita al santuario di No-stra Signora del Babilone.

L’itinerario TAPPA 1 – Da Ivrea a Viverone

Si lascia Ivrea partendo da piazza Duomo, si percorre via Palestro per poi seguire viad’Azeglio e via Cascinette. Giunti ai confini della città, si segue via Monte della Guar-dia, si costeggia il lago Campagna lungo un sentiero e infine si entra in un bosco. Do-po poco più di km 1 si esce dal bosco e si segue per un breve tratto la provinciale (indirezione sinistra), quindi la si lascia e si continua su via Vivier. Giunti nel centro diBollengo, si segue la via in direzione di Biella per traversare nuovamente la provincia-le e salire fino alla chiesa di S. Pietro. Discesi al fondovalle, si continua in direzione diPiverone per la provinciale e, passato Palazzo Canavese, si cammina su una via ster-rata che costeggia filari di pioppi. La strada diviene asfaltata e incontra di nuovo laprovinciale, che si lascia (seguendo via delle Guiette) per costeggiare un canale e poientrare a Piverone. Superata la torre, si percorre via Castellazzo per poi giungere allachiesetta diroccata del Gesiun, cui segue una mulattiera con la vista che spazia sul

In due giorni da Ivrea a Santhià 15

L’ITINERARIO IN NUMERI

Giorni di cammino 2

Distanze Tappa 1: km 21,7 Tappa 2: km 16,1

Ore di cammino Tappa 1: h 4 e min. 50 Tappa 2: h 3

Dislivello in salita Tappa 1: circa m 213 Tappa 2: circa m 60

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lago di Viverone. Tra tratti sterrati e asfaltati si costeggia la cella di S. Michele e quin-di si entra a Viverone, dove la tappa termina davanti alla chiesa di S. Rocco. Il lagosi trova a circa km 1 di distanza a destra. I chilometri tra Ivrea e Viverone sono circa22 e si percorrono in circa 4 ore e 50 minuti. Il dislivello in salita è di circa m 213, indiscesa di circa m 165. La maggior parte del tracciato si svolge su strade pavimenta-te; non mancano fonti e punti di ristoro (a Bollengo, Palazzo Canavese e Piverone).

TAPPA 2 – Da Viverone a Santhià

Si lascia Viverone partendo dalla chiesa di S. Rocco e si segue la via in direzione diRoppolo, dove si giunge dopo circa km 1 e dalla quale una breve deviazione permettedi raggiungere il parcheggio e l’entrata del castello. Arrivati alla frazione Castello, si pro-segue in direzione di Salomone superando il cimitero e continuando su una carrarec-cia a mezza costa, che poi inizia a scendere. Si oltrepassa un campo sportivo per poientrare nel centro di Cavaglià; quindi si continua sulla strada vicinale della Crocettache conduce al bivio da cui si può raggiungere il santuario di Nostra Signora del Babi-lone, a poca distanza sulla sinistra. Tornati sul percorso, si prosegue verso CascinaMaggiora e si attraversa poi la strada statale, giungendo all’agriturismo Il Molino. Iltracciato sale e scende dolcemente tra i campi fino a Cascina Biglia, superando poi ilponte dell’autostrada. Attraverso carrarecce e cascine ci si avvicina a Santhià, si attra-versa la circonvallazione e si entra nel centro per raggiungere piazza Roma e la Colle-giata di S. Agata. I chilometri da percorrere in questa tappa sono circa 16, con un tem-po di cammino di 3 ore. Il dislivello in salita è minimo, circa m 60, quello in discesa èdi circa m 182. Fontane e punti di ristoro a Roppolo e a Cavaglià.

In pratica

L’itinerario è dotato di segnaletica e la relativa cartografia (con tracciati GPS) può es-sere scaricata dai siti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (www.francigenalibrari.beniculturali.it) o dell’Associazione Europea delle Vie Francigene (www.viafrancigena.eu). Sono inoltre disponibili le road map dettagliate delle singole tap-pe. Per chi vuole spezzare l’itinerario, si segnalano gli autobus di linea della Sadem,che collegano la maggior parte dei paesi (tel. 0113000611, orari sul sito www.sadem.it), mentre Ivrea è collegata a Torino dalla linea per Chivasso. Santhià, infine, èservita da treni diretti a Vercelli oppure a Torino. Lungo il tracciato di queste due tap-pe esistono varie possibilità di alloggio; informazioni e recapiti sul sito della RegionePiemonte (www.regione.piemonte.it/cgi-bin/turismo/alberghi/ricerca.cgi). Strutturedi ospitalità ‘povera’ sono presenti a Ivrea, Cavaglià e Santhià (vedi pagg. 64-67).

IN DUE GIORNI DA SANTA CRISTINA A PIACENZAUn itinerario facile, da fare a piedi in due tappe o con la mountain bike in una solagiornata, per conoscere il paesaggio rurale della Pianura Padana e scoprire insospet-tabili oasi naturali. Occorre precisare però che si cammina a breve distanza dalle cit-tà di Pavia e Piacenza, in una delle zonepiù densamente popolate del nostroPaese: pur immersi nella natura, si èsempre in vista di strade, impianti in-dustriali, centri commerciali. Il rumoredi fondo della città svanisce raramente.Tuttavia non mancano spazi inconta-minati e il passaggio silenzioso del viag-giatore metterà in allarme gli aironi e lenutrie che popolano rogge e risaie. Ilpercorso offre anche l’occasione di sco-prire piccoli tesori di età medievale opiù recenti, tra cui il castello di Chigno-lo Po e villa Litta Carini a Orio Litta.

16 ITINERARI A PIEDI

L’ITINERARIO IN NUMERIGiorni di cammino 2

Distanze Tappa 1: km 16,8 Tappa 2: km 17,4

Ore di cammino Tappa 1: h 4Tappa 2: h 4

Dislivello in salita Tappa 1: circa m 27 Tappa 2: circa m 44

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L’itinerarioTAPPA 1 – Da Santa Cristina a Orio Litta

Santa Cristina (m 71) deve il suo nome all’abbazia omonima, mentre del monaste-ro che ospitò Sigerico (XL tappa) rimangono oggi scarse tracce e in paese si trova unMuseo contadino della Bassa Pavese (via Roma 4, raggiungibile con una breve de-viazione dalla centrale via Vittorio Veneto). Da via Vittorio Veneto la segnaletica dellaVia Francigena porta ad attraversare la provinciale 234 (semaforo per i pedoni) e laferrovia. Si va quindi a destra, sulla pista che fiancheggia il canale, seguendo i se-gnavia fino a un bivio (non segnato) in corrispondenza di un ponte. Qui si lascia la pista sull’argine per prendere la sterrata tra i pioppeti sulla sinistra. Sidistinguono in lontananza le colline lodigiane e presto appare anche l’abitato di Mi-radolo Terme (m 72). Il paese, addossato ai colli coltivati a vigneto, mostra unachiara vocazione agricola: qui le risaie hanno lasciato il posto ai prati stabili, alle col-ture cerealicole, ai frutteti. Oltrepassati il cimitero e gli impianti sportivi comunali, siarriva nella piazza del municipio. Si seguono le frecce a destra su via Garibaldi (bar),per poi svoltare a sinistra su via S. Marco, in direzione di Camporinaldo, su stradaasfaltata. Giunti alla frazione e superata la chiesa, si va a destra per poi attraversarela provinciale 234 e imboccare uno stradello sterrato che oltrepassa la linea ferro-viaria. Quindi si svolta subito a sinistra, seguendo le indicazioni. La sterrata procederettilinea fra i campi. Dopo circa m 600 dall’attraversamento della ferrovia, occorrefare attenzione per scorgere sulla destra, oltre un campo, il ponte che consente dipassare il canale: per raggiungerlo si seguono le tracce lasciate dai mezzi agricoli.Oltre il canale, si prende la pista che va a sinistra in corrispondenza di una recinzio-ne, e si tiene la sinistra a un bivio a T. La sterrata si fa più evidente in vista del castello e dell’abitato di Chignolo Po (m 68).Del paese, che si presentava come luogo fortificato sulla Via Francigena, si ha noti-zia dal IX secolo, quando il feudo fu concesso in beneficio all’abbazia di S. Cristina.Seguendo i segnavia si attraversa Chignolo fino al castello Cusani Visconti. Il nucleo

In due giorni da Santa Cristina a Piacenza 17

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originario dell’eclettico maniero è del XIII secolo, ma l’edificio è stato largamente ri-maneggiato. Il percorso va poi a sinistra sulla strada asfaltata (ma con poco traffico),che conduce a Lambrinia. Si attraversa tutta la frazione (bar, ristoranti) seguendo leindicazioni che portano alla provinciale 243, di cui si percorre un breve tratto, oltre ilguard-rail. Oltrepassato il ponte sul Lambro (dotato di marciapiede), si va a destrasulla sterrata, seguendo i cartelli per il Transitum Padi e Corte Sant’Andrea. Dopo aversottopassato il ponte della ferrovia, la strada sale sull’argine che serpeggia nella cam-pagna, in vista di Orio Litta. Le indicazioni portano a superare un primo bivio, quindia scendere su una pista sterrata al paese. Si va a sinistra su via Valle, quindi a destrae poi ancora a destra per entrare in piazza dei Benedettini, risistemata nel 2002 in-sieme alla grangia che qui si affaccia. Orio Litta ha probabili origini romane e il luogoera abitato nell’alto medioevo. Quanto rimane dell’antica grangia, o cascina S. Pietro,ovvero l’ala occidentale con porticati e bifore gotiche, e la torre colombaia del XVI se-colo, è adibito a ostello per i pellegrini. Nell’attigua piazza del Mercato si trovano unbar e una pizzeria da asporto. La lunghezza della tappa è di circa km 17 e il tempo dipercorrenza si aggira sulle 4 ore. Il dislivello in salita (m 27) e in discesa (m 40) èquasi nullo; al di fuori dei paesi non esistono fontane d’acqua potabile.

TAPPA 2 – Da Orio Litta a Piacenza

Da piazza dei Benedettini si esce su piazza del Mercato e si va subito a destra (viaRubbiati), quindi si attraversa piazza Aldo Moro, su cui prospetta la cascina Aione, excascina Filandone. L’edificio, ristrutturato negli anni ’80 del XX secolo, è la sede delComune. Sulla piazza affaccia anche villa Litta Carini, notevole esempio di residenzadi campagna, costruita nel XVII secolo. Si gira intorno a villa Litta Carini seguendo lasegnaletica della Via Francigena su via Montemalo. Oltrepassata una roggia frequen-tata dagli aironi, si va a destra e si segue l’ampia sterrata che la fiancheggia fino all’ar-gine maestro del Po. Qui si sale andando verso sinistra, vicini già al nucleo rurale diCorte Sant’Andrea, sorto ai piedi dell’argine. Da qui – è il Transitum Padi – si traghettacon una navigazione breve ma suggestiva fino a Soprarivo di Calendasco, dove si tro-va un piccolo ostello. Seguendo l’argine destro del Po si raggiunge Calendasco, da do-ve un tratto lungo la ciclabile conduce a Incrociata e poi a Cotrebbia Nuova. Superatala chiesa si prosegue verso Malpaga, da dove si gira a destra seguendo il tracciato ci-clabile e pedonale in direzione di Piacenza. Dopo un sottopasso si continua lungo laciclabile fino a Ponte Trebbia, dove, superato il ponte ferroviario, si sale sul ponte del-la Via Emilia Pavese, che si percorre su uno stretto marciapiede. Alla prima rotonda aimargini di Piacenza si trova nuovamente la pista ciclopedonale che prosegue verso ilcentro. Da piazzale Torino si segue viale XXI Aprile, si superano i resti delle mura citta-dine e da piazza del Borgo si segue via Garibaldi, poi via Sant’Antonino fino alla chie-sa omonima. La tappa è lunga km 17,4 e il tempo di percorrenza è di circa 4 ore. Mi-nimi i dislivelli in salita (m 44) e in discesa (m 43); lungo la tappa non si trova acquapotabile fuori dai centri abitati. In caso di magra, da Calendasco è possibile (seguen-do le frecce rosse e blu) guadare il Trebbia ed evitare così km 5 di cammino.

In pratica

L’itinerario è interamente segnato con le tabelle ufficiali del Ministero per i Beni e le Atti-vità Culturali, con qualche occasionale lacuna, dovuta a interventi sulla viabilità inter-poderale o alle piene del Po. La relativa cartografia (con tracciati GPS) può essere scari-cata dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (www.francigenalibrari.beniculturali.it) o dal sito dell’Associazione Europea delle Vie Francigene (www.viafrancigena.eu). Oltre alla cartografia, qui sono disponibili le road map dettagliate dellesingole tappe. È possibile raggiungere Santa Cristina con i treni regionali della linea Pa-via-Codogno, con trasporto bici; tutte le località toccate nella prima tappa si trovanolungo questa linea. Per il servizio di trasporto fluviale al guado sul Po di Corte Sant’An-drea, si può contattare Danilo Parisi (presso Caupona Sigerico, tel. 0523771607,3886933850), mentre i gruppi numerosi possono rivolgersi a Piacenza Turismi (tel. 0523305254). Le soluzioni per il pernottamento non sono molte; sono quindiimportanti le forme di ospitalità organizzate negli ultimi anni da comuni e parrocchie.Strutture di ospitalità ‘povera’ a Santa Cristina, Orio Litta, Soprarivo di Calendasco ePiacenza (vedi pagg. 64-67).

18 ITINERARI A PIEDI

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IN TRE GIORNI DA FORNOVO A PONTREMOLIIl valico dell’Appennino sulla Via di Monte Bardone era uno dei momenti più criticidel pellegrinaggio francigeno e ancora oggi riserva, soprattutto nel tratto più inquota, scenari ed emozioni unici, negli spazi silenziosi della vera montagna. Lospartiacque appenninico separa ambienti molto diversi. Sul versante emiliano ilpercorso attraversa il paesaggio dolce dei pascoli e delle colture foraggere, alla ba-se della produzione del Parmigiano Reggiano, mentre alle quote superiori è il bo-sco di latifoglie (castagneto e faggeta) afar da padrone. Sul crinale il panoramasi apre verso le valli sottostanti, con lepraterie e le brughiere sommitali. Sulversante della val di Magra, infine, fag-gete e castagneti lasciano presto il pas-so agli ulivi e alle vigne terrazzate dellaValdantena, annunciando l’ambientemediterraneo che caratterizza la re-stante parte del percorso francigeno.Le testimonianze di epoca medievalesul cammino sono molte e importanti:dalle pievi romaniche di Fornovo, Bar-done e Berceto al centro storico di Pon-tremoli, borgo fortificato che deve lesue fortune proprio al passaggio dellaVia Francigena.

L’itinerarioTAPPA 1 – Da Fornovo a Cassio

Dalla stazione FS di Fornovo di Taro (m 146) si va a destra su via Solferino, poi a sini-stra su via Vittorio Veneto, quindi di nuovo a destra su via XXIV Maggio, raggiungendocosì il duomo di S. Maria Assunta (per la descrizione, vedi pag. 109 della guida). Per-corsa a ritroso via XXIV Maggio, si trovano le prime indicazioni del tracciato francigenolungo via Marconi, che sale con vari tornanti verso il monte della Croce. Si seguono icartelli per Caselle (m 317) e, giunti nella frazione, si va a destra a una piccola cappel-la, percorrendo la strada asfaltata in discesa. A un successivo bivio si svolta a destra verso Respiccio (m 192), fino a scendere allaprovinciale 39. Da Respiccio si prosegue direttamente lungo la provinciale 39, chetocca Roncolongo (negozio di alimentari). A destra della strada si trovano i resti di unavilla romana databile tra il I secolo a.C. e il I d.C. Si prosegue poi, sempre sulla provin-ciale, fino al centro di Sivizzano (m 248). La chiesa di S. Margherita fu ricostruita nelXVIII secolo, ma la sua esistenza è testimoniata fin dall’epoca medievale, quandol’adiacente casa a corte porticata era sede di un ospitale e di una comunità monasticabenedettina. Sulla piazzetta della chiesa si trova un bar, ultimo punto di ristoro primadella salita a Cassio. Ripresa la provinciale si arriva fino al campo di calcio, in corri-spondenza del quale si svolta a sinistra, tenendo il campo da quel lato, per costeggia-re il torrente Sporzana su una pista sterrata. Poco oltre si va a destra raggiungendo unponte di legno, appena prima di tornare sulla provinciale. A ovest di Sivizzano, sullospartiacque tra la valle dello Sporzana e la val di Taro, si trova la Riserva naturale delMonte Prinzera, un isolato massiccio ofiolitico le cui balze brulle e scure sono semprestate per i pellegrini francigeni un importante punto di riferimento sul cammino. Si sa-le quindi verso sinistra, per lasciare di nuovo la provinciale al bivio successivo, dove sisvolta a destra per Bardone. Percorsi m 400, in corrispondenza di una curva si trovaun sentiero che, se non invaso dalla vegetazione, consente di raggiungere la frazionein modo diretto. I recenti scavi archeologici hanno messo in luce come la pieve diBardone (m 402) sia uno tra i luoghi di culto più antichi della zona. L’aspetto attualedella chiesa si deve tuttavia agli interventi di ristrutturazione del XVII secolo effettuatiper adeguare l’edificio alle prescrizioni del Concilio di Trento. La pieve, che conservaall’interno pregevoli opere scultoree, è chiusa di norma, ma occasionalmente vieneaperta alle visite guidate.

In tre giorni da Fornovo a Pontremoli 19

L’ITINERARIO IN NUMERIGiorni di cammino 3

Distanze Tappa 1: km 20,6 Tappa 2: km 18,9 Tappa 3: km 19,4

Ore di cammino Tappa 1: h 5Tappa 2: h 5Tappa 3: h 5

Dislivello in salita Tappa 1: circa m 1035 Tappa 2: circa m 696 Tappa 3: circa m 527

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Dopo aver visitato la pieve, si prosegue sulla strada asfaltata in direzione di Teren-zo (m 541). Giunti in paese, al primo bivio si va a sinistra, camminando tra le abi-tazioni fino alla chiesa di S. Stefano, delimitata da un recinto di pietra e con annes-so il piccolo cimitero. Si continua a salire lungo l’abitato e, all’ultimo bivio a T, sisvolta a sinistra in direzione del municipio. Imboccato a destra lo stradello che saleora più ripidamente nel bosco, si ignorano le varie deviazioni sulla carrareccia finoa raggiungere la testata della val Sporzana. Oltrepassata un’area picnic, il percorsointerseca una strada asfaltata, da prendere verso destra. A questo punto si è al vali-co della Crocetta di Casola (m 794), che separa la val Sporzana dalla val Baganza.Percorsi pochi metri di asfalto, oltre la casa sulla sinistra, le indicazioni portano suuna carrareccia che scende tra i prati fino a raggiungere la frazione di Castello diCasola (m 749). Arrivati nel piccolo abitato si sale alla chiesa, che sorge probabil-mente sul sito del castello da cui il paese prende il nome. Da qui si seguono le indi-cazioni che portano sulla carraia in ripida discesa per Villa di Casola. Si lascia

20 ITINERARI A PIEDI

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quindi la frazione imboccando il percorso che, con una salita altrettanto ripida, ar-riva ad aggirare la Malacosta, le scoscese pendici del monte Cassio. L’ambiente èmontano: inizialmente si cammina tra i prati, quindi nel bosco di latifoglie e attra-verso pinete di rimboschimento. Si raggiunge infine Cassio (m 815), un borgo allineato lungo la strada, con splendidevie selciate e case di pietra addossate le une alle altre. Il caratteristico ‘borgo-strada’conserva l’impianto medievale, anche se le abitazioni e il meraviglioso selciato risal-gono al XV e XVI secolo; il piano di calpestio originario si trova infatti al di sotto della pa-vimentazione attuale. L’ostello per il pernottamento è situato sulla statale 62 della Ci-sa, in una casa cantoniera dismessa e così felicemente riutilizzata. A Cassio si trovanoil bar, un negozio di alimentari e un albergo-ristorante. La lunghezza della tappa è dicirca km 20 (5 ore di percorrenza), ma il tragitto è decisamente impegnativo a causadel notevole dislivello da superare in salita (m 1035) e in discesa (m 385). Lungo iltragitto non è quasi mai possibile approvvigionarsi d’acqua al di fuori dei centri abitati.

TAPPA 2 – Da Cassio al passo della Cisa

La tappa inizia con un tratto di circa km 3 sulla statale della Cisa, in questo puntodavvero poco trafficata: il suo tracciato, che si sviluppa interamente sul crinale, ri-calca abbastanza fedelmente la viabilità storica. Si toccano gli abitati sparsi di Ter-rarossa e Cavazzola. A Cavazzola di Sopra (m 750) si prende a sinistra la carrarec-cia di crinale. Poco oltre la si lascia per il sentiero sulla destra, che sale ripidamentee si immette in una sterrata, sempre in salita, diretta all’abitato di Castellonchio(m 912). Anche questo, come Cassio, è un ‘borgo-strada’ sorto a servizio della ViaFrancigena, dei pellegrini e dei mercanti che la percorrevano. Particolarmente sug-gestiva è la via lastricata centrale. Attraversata Castellonchio, si prosegue sulla carrareccia di crinale che rimane pa-rallela alla statale 62, a cui si ricongiunge in prossimità di una curva. Si va a destrafino alla curva successiva, dove si imbocca una sterrata che consente di evitare unaltro tratto di asfalto. Tornati sulla statale, la si percorre fino alle case di Monte Ma-rino (bar e negozio di alimentari). Qui si prende sulla destra una carraia in discesa,parallela alla statale. Al bivio si sale a sinistra verso località Case San Genesio (do-ve esisteva un oratorio), in posizione panoramica sulla valle del Taro. Si entra aBerceto (m 808) passando ai piedi del castello dei Rossi, quindi si segue via deiRossi per prendere via Romea e raggiungere lo splendido duomo di S. Moderanno(per la descrizione, vedi pag. 112 della guida). Dal centro di Berceto si segue via Romea, poi via Seminario e quindi via Colli, chesi immette nella provinciale 114 per Valbona e l’autostrada. La si lascia quasi subi-to per svoltare a sinistra sulla carraia che sale alla frazione Il Tugo (m 878), paralle-la alla statale 62. All’altezza del piccolo centro l’itinerario attraversa la statale e im-bocca a sinistra la strada in salita, che diventa sterrata e poi sentiero; sfiora ilcasolare di Felegara (in direzione di quest’ultimo c’è una fontana sulla sinistra),quindi aggira il monte Cavallo, il monte Conca e infine il monte Formigare. Poco ol-tre il monte Conca si incontra sulla destra il bivio per l’ostello Cisa, situato lungo lastatale a km 2 dal passo, punto tappa consigliato. La tappa è lunga circa km 19 erichiede 5 ore di cammino: anche in questo caso il dislivello in salita è abbastanzaimportante (m 696), mentre quello in discesa è minore ma non assente (m 457).Possibilità di approvvigionamento a Berceto e all’ostello Cisa.

TAPPA 3 – Dal passo della Cisa a Pontremoli

Per raggiungere il passo dall’ostello si può camminare lungo la statale (il traffico èquasi inesistente) oppure salire nuovamente al sentiero di crinale che in direzioneovest raggiunge il passo della Cisa (m 1039). Si tratta di uno dei valichi più impor-tanti della catena appenninica, utilizzato fin dall’antichità: già in epoca romanaesisteva una strada, la Via Emilia Scauri, costruita nel 109 a.C. La costruzionedell’attuale statale, il cui tracciato ricalca solo in parte il più antico percorso franci-geno, risale al periodo napoleonico (1808): fortemente voluta dall’imperatore stes-so, la strada fu progettata dall’ingegnere Laurent Pierre Amaury. Il progetto fu poicompletato sotto Maria Luigia d’Austria, duchessa di Parma.

In tre giorni da Fornovo a Pontremoli 21

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Attraversata la statale, si sale al piccolo santuario di Nostra Signora della Guardia, perpoi aggirarlo a sinistra e tornare sul percorso di crinale 00. Poco dopo si svolta a sini-stra sul sentiero CAI 56, che con alcuni saliscendi taglia a mezza costa la Valscura. Siscende nuovamente alla statale, da seguire per m 400 fino al passo del Righetto (m 975); al tornante l’itinerario lascia l’asfalto per imboccare la sterrata in discesa epercorrere la dorsale del monte Cucchero (m 984), che offre bei panorami dell’Ap-pennino e del massiccio del monte Orsaro. Si prosegue sul sentiero che scende conforte pendenza nella boscosa Valdantena, facendo attenzione a seguire i segnaviabianco-rossi in corrispondenza dei numerosi bivi. Compresa tra il passo della Cisa ela dorsale tra i monti Borgognone (m 1401) e Orsaro (m 1831), la valle è il bacinoidrografico da cui nasce il fiume Magra. La viabilità storica, fatta di mulattiere soste-nute da muri a secco, di ponti di pietra e di Maestà in marmo apuano poste ai bivi, èin questa valle pressoché intatta. Si scende infine a Cavezzana d’Antena e poi a Grop-poli (m 496), una minuscola contrada circondata da terrazze coltivate. In fondo alpaese uno stradello conduce direttamente alla carrabile asfaltata (provinciale 64), dalasciare però subito, imboccando a sinistra la pista che porta al guado del torrente Ci-vasola. Oltre il corso d’acqua la strada risale, incrocia una sterrata e quindi scende al-le prime case della frazione di Previdè (m 455). In caso di piogge forti, in autunno e inprimavera conviene percorrere la provinciale 64 per km 1,6 fino a Molinello (due ri-storanti) e poi salire a Previdè camminando su asfalto per altri m 900. Giunti alle ulti-me case a monte dell’abitato, si imbocca la mulattiera che sale e costeggia gli ulivetiterrazzati fino a Groppodalosio Inferiore (m 506), offrendo un panorama del monteOrsaro e della parte alta della Valdantena, con le frazioni di Versola e Toplecca. Da Groppodalosio il percorso scende a destra ad attraversare il paese, quindi raggiun-ge con una ripida mulattiera lo splendido ponte medievale sul fiume Magra (XIV seco-lo). La strada tocca poco oltre un essiccatoio per castagne con tetto di ‘piagne’ (lastredi arenaria), in ottimo stato di conservazione. Sempre su mulattiera si sale alla carroz-zabile per Casalina in corrispondenza di una Maestà, già in vista dell’abitato. Sullacarrozzabile si va a destra, per prendere poco oltre, seguendo le indicazioni, la pistaerbosa che sale a monte di Casalina (m 488). All’uscita del paese si trova un mulinoad acqua, di cui è possibile ammirare il meccanismo delle pale. Passati vicino al ci-mitero, si scende alla carrabile per Versola e Toplecca e si imbocca a sinistra la mulat-tiera che conduce al fosso del Pratello, quindi al fosso della Casarella, da attraversaresu bei ponti di pietra. La mulattiera sale ora verso Toplecca di Sopra. Giunti alla stradaasfaltata, in prossimità delle prime case, si sale a sinistra. Alla fontana si svolta anco-ra una volta a sinistra, sulla mulattiera che scende oltre il fosso della Borgesa, attra-versato da un ponte di pietra, quindi sale ripida nel castagneto fino al crinale dellaCrocetta (m 696), dove si trovano una cappella e l’oratorio di S. Francesco. Ignoratala strada che a sinistra porta al rifugio “Mattei”, si scende sulla mulattiera selciata del-la via Crucis fino alla chiesa di Arzengio (m 432). Attraversato il paese, si va a destraverso il cimitero, per imboccare alla sua sinistra un’altra mulattiera selciata che scen-de tra gli ulivi. La strada diventa asfaltata nei pressi di Case Paradiso e scende con va-ri tornanti, ormai in vista di Pontremoli. Seguendo le indicazioni, si passa il Magra su un piccolo ponte di pietra che attraver-sa sotto un arco i vecchi edifici in ristrutturazione dell’ospedale. Andando a destrasulla statale 62 per circa m 100, si raggiunge la chiesa di S. Giorgio, in origine edifi-cio romanico a tre navate, del quale oggi rimane solo l’abside con fregio di archettipensili. Dalla chiesa di S. Giorgio si percorre un ultimo tratto di statale 62 verso Pon-tremoli e, al ponte successivo, si svolta a destra in via di porta Parma. Si prendequindi il passaggio acciottolato che sale a destra della carreggiata per sovrapassarela linea ferroviaria. Da porta Parma si entra a Pontremoli (m 236; per la visita, vedipag. 115 della guida). La lunghezza della tappa è di circa km 19 e il tempo di cam-mino è di 5 ore. Il dislivello in salita è limitato (m 527), mentre importante è quello indiscesa (m 1327). Possibilità di approvvigionamento al passo della Cisa e a Groppoli.

In pratica

La relativa cartografia (con tracciati GPS) può essere scaricata dal sito del Ministeroper i Beni e le Attività Culturali (www.francigenalibrari.beniculturali.it) o dal sito del-l’Associazione Europea delle Vie Francigene (www.viafrancigena.eu). Oltre alla carto-grafia, qui sono disponibili le road map dettagliate delle singole tappe. Tutto il percorso

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è inoltre descritto nel road book Cammina Cammina, corredato da cartografia in sca-la 1:25 000 scaricabile dal sito www.turismo.parma.it oppure acquistabile presso ilParma Point (strada Garibaldi 18, Parma, tel. 0521931800). Fornovo e Pontremolisono servite dalla linea ferroviaria Pontremolese, con treni diretti da Parma e da Mila-no, per La Spezia e Livorno. I paesi e le frazioni sul versante parmense sono collegati,nei giorni feriali, dalle corriere della Tep (tel. 05212141, orari sul sito www.tep.pr.it).Sul versante della Lunigiana fanno servizio nei giorni feriali i pullman della Cat (linea07; tel. 058585211, orari sul sito www.catspa.it). Strutture di ospitalità ‘povera’ peri pellegrini sono presenti a Fornovo, Cassio (nel comune di Terenzo), Berceto (in pae-se e in prossimità del passo della Cisa), Pontremoli (vedi pagg. 64-67).

IN UN GIORNO DA AULLA A SARZANAAulla è sempre stata uno dei nodi nevralgici del cammino francigeno, punto di rac-cordo tra vari itinerari transappenninici e porta del Mediterraneo per i viaggiatoriprovenienti dai Paesi del Nord dell’Europa: non è quindi un caso che conservi alcu-ne delle testimonianze più antiche della storica via di pellegrinaggio. Da Aulla si po-teva seguire il cammino lungo il Magra o muovere verso Lucca percorrendo l’itine-rario del Volto Santo, nella valle dell’Aulella e in Garfagnana. Oppure si potevascendere a Sarzana su un percorso collinare, la cosiddetta ‘Via dei Monti’, utilizzatada tempo immemorabile per collegare la media valle del Magra con la costa in al-ternativa al percorso lungo il fiume, spesso impraticabile a causa delle piene. Oggiquesta è l’unica via che permette di evitare il traffico intenso della statale 62 allestrette del Magra, dopo Aulla; una via sicura, ripristinata alla fine degli anni ’90 del’900 dal CAI di Sarzana, che ne ha segnato il percorso. L’itinerario proposto si sno-da tra gli uliveti e le vigne alle propagginidelle Alpi Apuane, le straordinarie mon-tagne che riempiono l’orizzonte con leloro vette aguzze. Era qui che per la pri-ma volta i pellegrini vedevano il mare,una vera emozione per chi veniva dafredde contrade settentrionali. Il percor-so francigeno comincia dalla visita al-l’abbazia di S. Caprasio di Aulla, risco-perta grazie alle indagini archeologichedegli ultimi anni.

L’itinerarioChi arriva in treno nella nuova stazione ferroviaria di Aulla (m 64), che si trova in posi-zione periferica, può prendere la navetta gratuita per il centro oppure andare a destrafino alla rotonda, poi a sinistra su via Cerri fino alla statale 62 della Cisa, quindi ancoraa sinistra, facendo attenzione nel passare sotto il ponte ferroviario, vista l’assenza dimarciapiede e spazio per i pedoni. Attraversata la statale, si prosegue a sinistra su via-le Resistenza, dotato di ampi marciapiedi. Quindi si percorre via XXV Aprile per rag-giungere, in piazza dell’Abbazia, la parrocchiale e l’annesso Museo di S. Caprasio. La chiesa e l’abbazia di S. Caprasio furono dotate fin dal principio di pregevoli arrediscultorei, in parte ritrovati ed esposti nella sala capitolare restaurata: capitelli a motivivegetali e zoomorfi tipici dell’arte romanica, databili dall’VIII al XIII secolo. Terminata la visita all’abbazia, si attraversa il centro storico, in parte chiuso al traffico,senza tralasciare un passaggio nella caratteristica via della Dovana, strada voltata diimpianto medievale. Si punta quindi a sud, in direzione della confluenza tra il Magrae l’Aulella. Poco oltre il ponte sull’Aulella, si imbocca a sinistra (facendo attenzionenell’attraversamento della statale 62) la strada per Bibola, con l’indicazione ‘Via Fran-cigena’. Si lascia subito l’asfalto per salire sul sentiero parallelo all’impluvio. L’itinera-rio incrocia un’altra strada carrabile (via Frascara) in corrispondenza di alcune case,ma la attraversa per proseguire sul sentiero in salita. Si intercetta quindi una sterrata,sulla quale bisogna continuare a salire aggirando il monte della Liccia, dove si trova-no i ruderi del castello di Burcione. Avanzi di mura e i resti di una torre ottagonale so-

In un giorno da Aulla a Sarzana 23

L’ITINERARIO IN NUMERIGiorni di cammino 1

Distanze km 16,5

Ore di cammino h 4 e min. 30

Dislivello in salita circa m 650

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no quanto rimane della fortezza, distrutta nel XV secolo, che ospitava anche unachiesa intitolata a san Giacomo e retta dai Cavalieri del Tau di Altopascio. Un sentie-ro in discesa porta quindi a Bibola (m 385), con vista sulle Alpi Apuane meridionalie sull’Appennino. Il paese sorge su un’altura e si è sviluppato in modo concentricointorno al castello, di cui rimangono ruderi databili dal XII secolo in poi. Dopo aver vi-sitato Bibola si seguono le indicazioni a destra, sulla sterrata che poco oltre si ricon-giunge alla carrozzabile, da seguire fino a Vecchietto (m 267). Sorta come ‘villa’ diBibola, la frazione era probabilmente difesa da una fortificazione oggi perduta. Si at-traversa tutto l’abitato per poi salire a monte, lungo un suggestivo passaggio voltato,fino alla mulattiera che prosegue tra le vigne, inizialmente con fondo in cemento, poiselciata. Presto la mulattiera diventa un sentiero nel castagneto, con tratti di ripidasalita e attraversamento dei canali della Piaggia e della Tecchia (guadi facili, tranneche nelle stagioni piovose). Il sentiero raggiunge l’incrocio delle Quattro Strade, sul crinale tra il monte Grosso eil monte Boscoletto, tra la val di Magra e la piana di Luni. Questo toponimo indicaun importante snodo tra antiche direttrici: il percorso della Via Francigena da Aulla aSarzana e il sentiero che da Caprigliola sale a Fosdinovo e all’alta valle dell’Aulella.Si supera l’incrocio seguendo le indicazioni per la sterrata che prosegue verso sud.

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A una curva a gomito la si lascia per imboccare il ripido e sconnesso sentiero per Ponzano Superiore (m 292). Arrivati in paese da via degli Scogli, si prosegue su viaMontero fino a piazza Aia della Croce. Situato su un’altura, anche Ponzano è un bor-go a pianta concentrica. Dalla piazza si sale lungo via Concordia raggiungendo piazzadell’Immacolata, ricavata nel compatto tessuto urbano nel XVIII secolo, con vista pa-noramica sulla piana di Luni. Dalla piazza, proseguendo dritto verso la strada che co-steggia tutto il borgo, si incontra subito un bar (chiuso però all’ora di pranzo); un ri-storante si trova invece sulla via d’accesso al paese dal fondovalle. Si riprende ilcammino da piazza Aia della Croce, seguendo le indicazioni che portano su via Fon-tolo. Il percorso scende lungo la strada in cemento che costeggia alcune case e poi di-venta uno sterrato, tra orti, uliveti e vigne. Al termine del sentiero si sale al castellodella Brina (m 208), sito su uno sperone di rocce ofiolitiche. Dell’edificio, risalenteall’XI secolo, rimangono il cosiddetto ‘torraccio’, una torre cilindrica rovinata al suolo,e parti di mura. Intorno alla fortificazione, eretta a difesa della Via Francigena dai DaBurcione, vassalli dei vescovi di Luni, sorse il nucleo abitato. Il sentiero continua poi ascendere attraverso la pineta rada e la macchia mediterranea, fino a congiungersi conla strada rotabile che da Sarzana sale a Falcinello. Si va quindi a destra, seguendo lasegnaletica bianco-rossa del CAI, fino alle porte di Sarzana. Oltrepassato il canale Lu-nense, si svolta a sinistra, costeggiando il corso d’acqua e, sul lato opposto, il cimite-ro. L’itinerario prosegue sempre dritto su via Falcinello finché, in vista delle mura e deltorrione S. Francesco, svolta a destra su via Circonvallazione e raggiunge porta Par-ma, vero e proprio ingresso nel centro storico della splendida cittadina medievale diSarzana (m 21), nata sul passaggio della Via Francigena (per la visita, vedi pag. 120della guida). La tappa è molto piacevole e si svolge per buona parte tra boschi e sen-tieri. La lunghezza è di circa km 16,5 e i tempi di percorrenza sono di circa 4 ore e 30minuti. Il dislivello in salita è di circa m 650, così come quello in discesa.

In pratica

La relativa cartografia (con tracciati GPS) può essere scaricata dal sito del Ministeroper i Beni e le Attività Culturali (www.francigenalibrari.beniculturali.it) o dal sito del-l’Associazione Europea delle Vie Francigene (www.viafrancigena.eu). Il percorso daAulla a Sarzana è descritto nel road book Cammina Cammina, corredato da cartogra-fia in scala 1:25 000 scaricabile dal sito www.turismo.parma.it o acquistabile pressoil Parma Point (strada Garibaldi 18, Parma, tel. 0521931800). Aulla è servita dalla li-nea ferroviaria Pontremolese, con treni diretti da Parma e da Milano, per La Spezia eLivorno. Sarzana si trova sulla linea Genova-Pisa, percorsa da treni frequenti per ognidestinazione. Ad Aulla, a Sarzana e nelle frazioni lungo il percorso fanno inoltre servi-zio le corriere della Cat (tel. 058585211, orari sul sito www.catspa.it). Strutture diospitalità ‘povera’ per i pellegrini sono presenti ad Aulla e Sarzana (vedi pagg. 64-67).

IN TRE GIORNI DA GAMBASSI TERME A SIENALe campagne e le colline a nord dellacittà di Siena disegnano uno dei pae-saggi più celebri e apprezzati dell’Italiacentrale. Per questo motivo il tratto diVia Francigena descritto in questo itine-rario è uno dei più frequentati, sia dacamminatori italiani sia da nutriti grup-pi di stranieri. Il tracciato non è mai par-ticolarmente faticoso: i dislivelli sonosempre poco significativi e le distanzenon eccessive. Lungo la via non manca-no le occasioni per soste d’interesse arti-stico e storico, che pur allungando lagiornata rendono il cammino ancor piùaffascinante. Lasciata Gambassi Terme– dove il monumento più considerevole è

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L’ITINERARIO IN NUMERIGiorni di cammino 3

Distanze Tappa 1: km 13,4 Tappa 2: km 29,8 Tappa 3: km 20,5

Ore di cammino Tappa 1: h 3Tappa 2: h 7 e min. 30Tappa 3: h 5

Dislivello in salita Tappa 1: circa m 344 Tappa 2: circa m 513 Tappa 3: circa m 330

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la pieve di S. Maria a Chianni –, una tappa obbligata è San Gimignano, seguita dallascenografica rupe su cui sorge il borgo di Colle di Val d’Elsa. La strada per Siena è an-cora abbastanza lunga, ma le soste nel borgo di Abbadia Isola, sorto intorno all’an-tica abbazia che era nata per bonificare il territorio, e a Monteriggioni rendono lagiornata memorabile. L’attraversamento di una serie di colline fitte di boschi e pun-teggiate di ville e castelli conduce a un tratto un po’ spiacevole lungo la Via Cassia,fino a raggiungere le porte di Siena. Una meta che da sola giustifica il viaggio.

L’itinerarioTAPPA 1 – Da Gambassi Terme a San Gimignano

Si lascia il piccolo centro di Gambassi Terme in corrispondenza della chiesa del CristoRe e si segue una strada in discesa, abbandonandola poi per una via sterrata in dire-zione di Luiano. Oltrepassata l’azienda agricola omonima, l’itinerario continua in di-scesa, supera un piccolo ponte e costeggia il margine di un campo, proseguendolungo una traccia non segnalata, che può risultare difficile da trovare soprattutto sel’erba è alta. Al termine di una salita abbastanza ripida si raggiunge una strada ster-rata che supera un casale, quindi passa vicino agli agriturismi Santopiero e poi Piaz-zetta. Oltre quest’ultimo si imbocca la provinciale 1 in direzione di Pancole (cioè ver-so destra). Raggiunto il santuario di Pancole, che si oltrepassa transitando sotto unavolta, si inizia a scorgere in lontananza il profilo di San Gimignano. Al paese si arriva sempre seguendo la provinciale, per poi entrare da porta S. Mat-teo, che conduce facilmente fino alla centrale piazza del Duomo. Le sorti della citta-dina di San Gimignano sono sempre state strettamente legate al transito della ViaFrancigena, nel bene come nel male: l’aspetto medievale del borgo, risalente al XIII-XIV secolo, si è conservato proprio perché il cammino di pellegrinaggio si spostò inseguito sul versante opposto della val d’Elsa, ponendo fine a un lungo periodo di flo-ridezza. La tappa è leggera, con una lunghezza di soli km 13,4 per circa 3 ore dicammino. Il dislivello in salita (m 344) e quello in discesa (m 329) si equivalgono.

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TAPPA 2 – Da San Gimignano a Monteriggioni

Si lascia San Gimignano uscendo da porta S. Giovanni e prendendo la strada in dire-zione di Certaldo, per poi imboccare via Baccanella. Seguendo le indicazioni per San-ta Lucia, si percorre un tratto su fondo asfaltato. Quindi si supera il podere Il Pino e,nel bosco, si oltrepassa un guado del Borro. Da Santa Lucia si procede in direzione di Gracciano: in un paesaggio fitto di vigneti sisale al podere Vallebuia, che si supera costeggiando un casale abbandonato; si af-fronta quindi il secondo guado della tappa, quello del Botro dei Bagni, che porta inbreve fino a Torraccia di Chiusi, da dove si scende verso il fondovalle in corrisponden-za del lago d’Aiano. Una serie piuttosto complessa di bivi (è assolutamente necessa-rio avere con sé una carta attendibile) conduce alla badia a Coneo. Qui, in un piacevole e isolato ambiente rurale, si trovano sia la pieve dei Ss. Ippolito eCassiano, compresa all’interno di alcune costruzioni agricole, sia l’isolata chiesadell’abbazia di S. Maria, eretta dai vallombrosani, che fu ricca e potente nell’XI secolo.Raggiunte le case di Villa San Donato, si torna sull’asfalto e si tocca Quartaia, da doveuna strada bianca porta a superare Fabbrica e poi, attraverso un percorso non facile,a raggiungere Gracciano. A poca distanza sorge Colle di Val d’Elsa. Si accede allaparte alta della cittadina attraverso l’arco aperto sotto la scenografica facciata di pa-lazzo Campana, oppure utilizzando il comodo ascensore pubblico che dal centro delpaese sale nel borgo arroccato. Ripreso l’itinerario, e superato un tratto di asfalto piut-tosto spiacevole lungo la provinciale che corre verso Monteriggioni, si segue una bellapasseggiata su fondo prima sterrato e poi asfaltato, mentre in lontananza appare allavista la cinta muraria della cittadina. Il percorso si ricongiunge alla provinciale non lontano dall’antico insediamento di Ab-badia Isola, il cui nome deriva dal fatto che il complesso abbaziale intorno a cui sorseil borgo fu costruito su terreni paludosi, bonificati dai monaci. Al centro del comples-so, fortificato da Siena alla fine del ’300, sorge la sobria e suggestiva chiesa cistercen-se dei Ss. Salvatore e Cirino (la chiave per entrare può essere richiesta al bar). Dopoaver traversato la provinciale si prosegue lungo un viottolo in salita fino a raggiungerela porta Fiorentina di Monteriggioni. All’interno delle mura esiste un unico asse stra-dale, che coincide con la Via Francigena e collega la porta di S. Giovanni (a nord) conquella Franca o Romea, verso Siena. Sulla piazza centrale sorge la parrocchiale ro-manica di S. Maria Assunta. I chilometri totali di questa tappa sono circa 30 e i tempidi percorrenza sono di circa 7 ore e 30 minuti. I saliscendi sui colli portano a salire m 513 di dislivello e a scenderne m 563. Acqua e ristoro solo nei centri abitati.

TAPPA 3 – Da Monteriggioni a Siena

Lasciata Monteriggioni passando sotto la porta Romea, si scende su strada asfaltatafino a raggiungere la Via Cassia, per poi salire a Case al Mandorlo, dove l’itinerario siricongiunge con il tracciato proveniente da Abbadia Isola. Seguendo via dell’Uccel-latoio si raggiunge la Cerbaia (o le Cerbaie, secondo alcune carte) e poi, su un sen-tiero che attraversa un uliveto, si arriva alla torre del castello di Villa e quindi al ca-stello della Chiocciola: edificato nel medioevo, prende il nome dalla caratteristicatorre con scala a torciglione. Costeggiando ampi campi e pascoli si supera una pro-vinciale, poi il bivio verso Santa Colomba e si passa a fianco a un monumento a for-ma di piramide in ricordo delle bonifiche leopoldine. Si sale fino alle Coste e poi si ol-trepassa il raccordo autostradale di Siena fino a raggiungere porta Camollia. Da qui,proseguendo dritto per via dei Gazzani, si raggiunge piazza del Campo, nel centro diSiena. La tappa è lunga circa km 20 e le ore di cammino sono 5; il dislivello in salitaè di circa m 330 e quello in discesa di circa m 280. Lasciata Monteriggioni, sonopoche le possibilità di incontrare punti di ristoro fino a Siena.

In pratica

L’itinerario è dotato di segnaletica e la relativa cartografia (con tracciati GPS) può esse-re scaricata dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (www.francigenalibrari.beniculturali.it) o dal sito dell’Associazione Europea delle Vie Francigene(www.viafrancigena.eu).

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È possibile spezzare l’itinerario in percorsi più brevi utilizzando gli autobus di lineadella Train, che collegano la maggior parte dei paesi (orari sul sito www.trainspa.it).Lungo il percorso esistono diverse possibilità di alloggio, in alberghi, bed & breakfaste pensioni; informazioni e recapiti si possono trovare facilmente sul sito dell’Apt diSiena (www.terresiena.it). Strutture di ospitalità ‘povera’ per i pellegrini sono presentia Gambassi Terme, San Gimignano, Colle di Val d’Elsa, Monteriggioni (anche allapieve di S. Michele a Recine), Siena (vedi pagg. 64-67).

IN DUE GIORNI DA PONTE D’ARBIA A RADICOFANIDa Ponte d’Arbia la via verso Buonconvento passa attraverso i campi fino a transi-tare a fianco della pieve di S. Innocenza a Piana ed entrare poi tra le mura del pae-se, non lontano dalla confluenza dell’Arbia nell’Ombrone, che scorre in direzionedella costa maremmana. Il borgo agricolo, sede di un mercato dei cereali, tabaccoe gelso, deve, come tanti degli altri luoghi della zona, la sua fortuna alla presenzadella Via Francigena, lungo cui venne costruita la monumentale porta Senese. TraBuonconvento e San Quirico si evita il tracciato pericoloso della Cassia scegliendola strada provinciale che sale verso Montalcino, ma la si lascia poi per entrare nelcuore della val d’Orcia. Qui il percorso sisvolge per la maggior parte attraversostrade bianche che conducono prima aTorrenieri e quindi, seguendo un trattodella vecchia Via Cassia dismessa (pur-troppo ancora asfaltata), raggiungonoSan Quirico d’Orcia, con la splendidaCollegiata e i resti di un ospitale che di-pendeva da S. Maria della Scala. Da quila strada per Radicofani si fa più fatico-sa, ma è caratterizzata da paesaggi in-comparabili e da località celebri e curio-se, come Bagno Vignoni, con la suapiazza dotata di vasca termale.

L’itinerarioTAPPA 1 – Da Ponte d’Arbia a San Quirico d’Orcia

Si lascia Ponte d’Arbia e si costeggia la ferrovia in direzione di Buonconvento.Raggiunto il centro storico dell’abitato, si attraversa la Cassia e si supera un pas-saggio a livello per iniziare poi a camminare su crinali e ai confini di grandi campicoltivati. Dopo un breve tratto lungo la Cassia, si segue la provinciale verso Montal-cino per poi lasciarla in direzione di Castello Altesi, su strada sterrata. Si toccaun’azienda agricola (Caparzo) e si segue quindi la via verso Torrenieri. Attraversatoil paese e superata la chiesa, si procede verso San Quirico tra carrarecce e bivi finoall’ingresso del cimitero. Dopo una serie di svincoli si giunge alla scalinata che con-duce nel centro di San Quirico d’Orcia e si arriva così alla Collegiata. La tappa èlunga km 27,4 e i tempi di percorrenza sono di circa 6 ore e 30 minuti. Il dislivelloda superare in salita è di circa m 513 e quello in discesa di circa m 250. Si può tro-vare acqua e ristoro solo a Buonconvento e a Torrenieri.

TAPPA 2 – Da San Quirico d’Orcia a Radicòfani

Tappa faticosa che corre sui contrafforti del monte Amiata nel paesaggio di grandebellezza della val d’Orcia. Si lascia San Quirico lungo via Matteotti e via Garibaldi perpoi seguire le indicazioni verso Vignoni e Ripa d’Orcia. Giunti a Vignoni, si inizia ascendere verso Bagno Vignoni e si raggiunge il centro, con la sua spettacolare vascatermale. Si scende dal paese verso la Cassia, che poi si attraversa e infine si costeg-gia su una via parallela (in corrispondenza della strada verso Castiglione). Tra casci-

28 ITINERARI A PIEDI

L’ITINERARIO IN NUMERIGiorni di cammino 2

Distanze Tappa 1: km 27,4 Tappa 2: km 32,5

Ore di cammino Tappa 1: h 6 e min. 30Tappa 2: h 8

Dislivello in salita Tappa 1: circa m 513 Tappa 2: circa m 900

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ne e strade secondarie si giunge alla strada del Pozzo e si tralascia la salita verso ilcentro di Castiglione d’Orcia. Si continua a camminare su colline e crinali, superan-do un agriturismo e poi il casolare delle Briccole (e il suo ospitale abbandonato), perincrociare poi la provinciale. Dopo tre facili guadi si raggiunge il tracciato dismessodella Cassia e lo si segue verso destra, ignorando il bivio verso Campiglia d’Orcia.Giunti alla posta di Ricorsi si svolta a destra sulla Cassia e poi sulla sinistra verso Ra-dicofani, lungo la strada provinciale in continua salita. Si gira quindi per viale Lucchi-ni, si prosegue verso la caserma dei carabinieri e s’imbocca la via principale di Radi-cofani che conduce alla chiesa di S. Pietro. La tappa è decisamente lunga: km 32,5 ecirca 8 ore di percorrenza. Importante è anche il dislivello: in salita si coprono circa m 900 e in discesa circa m 532. Possibilità di acqua e ristoro a Bagno Vignoni e aGallina, dove il bar si trova sulla Cassia a circa m 500 dal tracciato pedonale.

In pratica

L’itinerario è dotato di segnaletica e la relativa cartografia (con tracciati GPS) puòessere scaricata dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (www.francigenalibrari.beniculturali.it) o dal sito dell’Associazione Europea delle VieFrancigene (www.viafrancigena.eu). È possibile spezzare l’itinerario in percorsi piùbrevi utilizzando gli autobus di linea della Train, che collegano la maggior parte deipaesi (orari sul sito www.trainspa.it). Ponte d’Arbia è raggiungibile dalle stazioni FSdi Siena e Buonconvento con gli autobus della linea 112. Lungo il percorso esisto-no diverse possibilità di alloggio, in alberghi, bed & breakfast e pensioni; informa-zioni e recapiti si possono trovare facilmente sul sito dell’Apt di Siena (www.terresiena.it). Strutture di ospitalità ‘povera’ per i pellegrini sono presenti a Buoncon-vento, San Quirico d’Orcia e Radicofani (vedi pagg. 64-67).

In due giorni da Ponte d’Arbia a Radicofani 29

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IN TRE GIORNI DA ACQUAPENDENTE A VITERBOAl termine del lunghissimo tratto toscano, che si estende per circa km 320 dalpasso appenninico della Cisa fino ai confini meridionali del comune di Radicofani,la Via Francigena entra nel Lazio superando l’antico ponte sul fiume Paglia checonduce ad Acquapendente. Con il cambio di regione, anche il paesaggio mutadecisamente: lasciate le dolci colline della val d’Orcia, si entra nella cosiddetta ‘ter-ra del tufo’, con i suoi paesi arroccati su speroni di rocce scure e i panorami che siaprono di colpo davanti al blu profondo del lago di Bolsena. Il percorso è in generepiacevole e segnato da qualche saliscendi, con soste di grande interesse storico eartistico. Anzitutto merita una visita la cattedrale di Acquapendente, con la criptadel S. Sepolcro, contenente un sacello che è la copia del S. Sepolcro di Gerusalem-me; poi la basilica romanica di S. Cristi-na a Bolsena, teatro del miracolo chediede origine alla festa del Corpus Do-mini. A Montefiascone un vero gioiello èla basilica di S. Flaviano, ornata di ec-cezionali affreschi, e una piacevole so-sta è offerta dai giardini che circondanoi resti dell’imponente rocca dei Papi.Sia prima di arrivare a Montefiasconesia oltre la cittadina si ha la fortuna dipercorrere tratti ben conservati del ba-solato dell’antica Cassia romana, so-pravvissuti grazie al cambio dei traccia-ti della grande via consolare. Al terminedella seconda tappa si raggiunge Viter-bo, che conserva eleganti chiese, pa-lazzi e un intero quartiere medievale.

L’itinerarioTAPPA 1 – Da Acquapendente a Bolsena

L’itinerario ha inizio dalla cattedrale di Acquapendente, la cui cripta, risalente al X se-colo, è una delle strutture romaniche più significative d’Italia: 24 colonne con capitellidecorati da figure di animali e piante la dividono in 9 navate e, al centro, una doppiascalinata raggiunge il sacello a forma di piramide che riproduce il sepolcro di Cristo. Oltre Acquapendente un percorso in buona parte su strade sterrate porta ad attraversa-re la statale 2 (Via Cassia) per arrivare a San Lorenzo Nuovo: al centro del paese si tro-vano una grande e curiosa piazza ottagonale e una terrazza con vista mozzafiato sul la-go di Bolsena. Si esce dall’abitato in discesa, in direzione del lago, prestandoattenzione al traffico della Via Cassia, priva di marciapiedi, che però va abbandonatapoco dopo (al km 122,7) per seguire una sterrata sulla sinistra. La strada, polverosa,conduce con ripide salite fino a una cava, segnata dall’andirivieni di camion. Sulla de-stra un’altra sterrata inizia a correre a mezza costa tra uliveti e campi coltivati, superan-do alcune fattorie isolate e offrendo un bel panorama del lago sottostante. Dopo alcunibivi la strada diviene asfaltata e bisogna fare attenzione a non seguire i cartelli ingan-nevoli che indicano una sterrata in salita verso sinistra: l’itinerario scende invece versodestra, raggiunge le mura di Bolsena e passa di fianco alla chiesa di S. Salvatore, perpoi entrare nel centro storico. Lungo corso Cavour, piazza Matteotti e corso della Re-pubblica, si giunge infine in piazza di S. Cristina, davanti alla mole della basilica omo-nima e a breve distanza dalla riva del lago, dove ci sono diversi bar e ristoranti. Per secoli tappa storica di viaggiatori, Bolsena divenne un’importante meta di pelle-grinaggio dopo il miracolo del 1263, quando nel corso di una messa, per fugare idubbi di un sacerdote tedesco sulla natura divina dell’ostia consacrata, da questa ini-ziò a sgorgare sangue. Papa Urbano IV, presente durante l’evento, istituì a perenne ri-cordo la festa del Corpus Domini, che avrebbe portato nella chiesa di S. Cristina unflusso ininterrotto di pellegrini. Risalente all’XI secolo, l’edificio ha un aspetto romani-co, arricchito dalla facciata fatta costruire alla fine del ’400 dal cardinale Giovanni de’Medici, e sovrastato da un campanile trecentesco. All’interno si trovano affreschi dei

30 ITINERARI A PIEDI

L’ITINERARIO IN NUMERIGiorni di cammino 3

Distanze Tappa 1: km 22 Tappa 2: km 18,3Tappa 3: km 17,7

Ore di cammino Tappa 1: h 5Tappa 2: h 4Tappa 3: h 4

Dislivello in salita Tappa 1: circa m 230 Tappa 2: circa m 589 Tappa 3: circa m 65

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secoli XIV-XVI e, nel presbiterio, un altare maggiore realizzato con frammenti di marmidel X secolo, e un polittico del pittore senese Sano di Pietro. Nella cappella di S. Cristi-na sono custodite le reliquie della santa. Dalla chiesa una ripida salita sulla sinistraporta all’ex convento di S. Maria del Giglio, che è divenuto uno degli ostelli più piace-voli del tracciato. La distanza da percorrere è di circa km 22 e richiede 5 ore di cam-mino. Il dislivello da superare è di m 230 in salita e m 290 in discesa. Bar, alimentarie fontanili si possono trovare ad Acquapendente, San Lorenzo Nuovo e Bolsena.

TAPPA 2 – Da Bolsena a Montefiascone

Si lascia Bolsena passando sotto l’arco di porta Romana e si procede per un breve trat-to sull’asfalto della Via Cassia, per poi salire sulla sinistra, superare un piccolo guado equalche bivio. La strada sale su fondo asfaltato (che diviene presto bianco e sterrato)

In tre giorni da Acquapendente a Viterbo 31

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in mezzo a un paesaggio di ulivi con bei panorami del lago. Si incontra quindi un fon-tanile, a cui segue un ampio pianoro selvaggio. Al termine della pianura inizia la di-scesa tra i campi, lungo una carrareccia che si inoltra in un bosco e che va poi lascia-ta per una salita asfaltata sulla sinistra. Giunti a un bivio, si abbandona la strada e sientra nel bosco di Turona. Il luogo, piacevole e ombroso, è attraversato da una seriedi ripidi sentierini, che portano dapprima a guadare un ruscello (fosso d’Arlena) e poi,dopo essere saliti sul versante opposto, al primo tratto di basolato scuro della Cassiaromana. Da qui in avanti, le pietre vulcaniche dell’antica via consolare faranno di fre-quente compagnia al viaggiatore, anche se purtroppo i basoli vengono costantemen-te scalzati e trafugati per ‘arredare’ piscine e ville dei dintorni. Si prosegue superandoil podere della Guardata e poi si torna per un breve tratto sulla statale 2, da prendereverso sinistra fino a una strada secondaria sullo stesso lato, che sale in modo decisoverso Montefiascone. Allo stop si tiene la destra, quindi si svolta a sinistra verso Or-vieto e in fondo a una discesa si prosegue dritto, tralasciando le indicazioni per la cit-tadina umbra, fino a raggiungere la basilica romanica di S. Flaviano. Composto dadue chiese sovrapposte, l’edificio risale all’XI secolo e ha la facciata principale rivoltaverso il tracciato della Via Francigena, su cui prospetta la loggia rinascimentale dallaquale i papi, nel corso delle loro visite, apparivano per benedire la folla. Nella chiesainferiore sono conservati notevoli capitelli e affreschi risalenti ai secoli XIV-XVI. Oltre S. Flaviano una ripida salita s’inerpica sulla destra verso il centro del paese, su-pera porta del Borgo e continua a salire lungo corso Cavour per giungere infine a piaz-za Vittorio Emanuele e, più in alto, alla rocca dei Papi. Dal giardino vicino alla torre delPellegrino (dove vale la pena di salire per gustare il panorama dei dintorni) si gode diuna splendida vista sulla chiesa di S. Margherita, sormontata da un’imponente cupo-la opera di Carlo Fontana, la terza in Italia per diametro interno dopo S. Pietro a Romae S. Maria del Fiore a Firenze; dal lato opposto si guarda invece verso il lago di Bolse-na e le sue isole. La lunghezza della tappa è di circa km 18 che si percorrono in 4 oredi cammino. Il dislivello da affrontare in salita è di circa m 589 e quello in discesa dim 276. Lasciata Bolsena, l’unica località che offre bar e alimentari è Montefiascone.

TAPPA 3 – Da Montefiascone a Viterbo

Dall’alto della fortezza di Montefiascone una ripida discesa segue via della Rocca esupera la porta di Borgheriglia; qui si svolta a sinistra sempre in discesa per via Ban-dita e si raggiunge il tracciato della Cassia antica, che offre un altro lungo tratto di ba-solato romano. Il percorso entra poi in un boschetto e attraversa la campagna tra casecoloniche e campi coltivati. Dopo aver oltrepassato due volte la ferrovia, ci si trova suun’altura da cui si può godere di una bella vista su Montefiascone. Proseguendo in di-scesa, si raggiungono le polle di acque sulfuree delle Terme del Bagnaccio (aperte alpubblico). Sono necessari ancora circa km 4 di cammino, superando lo svincolo e latangenziale, per arrivare alle mura di Viterbo, con un ultimo tratto lungo l’asfalto dellaVia Cassia fino a porta Fiorentina. Città d’impianto medievale, Viterbo merita unapasseggiata, soprattutto tra le case e i piccoli palazzi dell’antico quartiere di San Pelle-grino. Anche se la Cassia non transitava per il centro abitato, furono decine i viaggia-tori celebri che sostarono a Viterbo, da Carlo Magno a Carlo VIII. La tappa (4 ore) è lun-ga km 17,7, il dislivello da superare in salita è di m 65 e quello in discesa di m 370.Lungo il percorso è difficile approvvigionarsi d’acqua e non ci sono punti di ristoro.

In pratica

L’itinerario è dotato di segnaletica e la relativa cartografia (con tracciati GPS) puòessere scaricata dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (www.francigenalibrari.beniculturali.it) o dal sito dell’Associazione Europea delle Vie Francige-ne (www.viafrancigena.eu). È possibile spezzare l’itinerario in percorsi più breviutilizzando gli autobus di linea del Cotral, che collegano la maggior parte dei paesi(orari sul sito www.cotralspa.it). Lungo il percorso di questo itinerario esistono di-verse possibilità di alloggio, in alberghi, bed & breakfast e pensioni; informazioni erecapiti si possono reperire contattando l’Apt di Viterbo (www.tusciainforma.it).Strutture di ospitalità ‘povera’ per i pellegrini sono presenti ad Acquapendente, SanLorenzo Nuovo, Bolsena, Montefiascone, Viterbo (vedi pagg. 64-67).

32 ITINERARI A PIEDI

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Informazionipratiche

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